La profezia di Thiaoouba
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LA PROFEZIA DI THIAOOUBA
Michel Desmarquet
Prima pubblicazione come “Abduction to the 9th planet”
Credere non è sufficiente… Devi CONOSCERE
Editore Inglese: Arafura Publishing 2004
Tradotto in Inglese dal manoscritto Francese (ora perduto) da Kay Smith.
Traduzione Inglese edita e corretta da Dr. Tom Chalko, Louise Ovcar e
Manninder Sekhon d’accordo con l’autore, Michel Desmarquet. Ogni
modifica, nell’edizione Inglese, è documentata, eccetto che per errori
ortografici e correzioni grammaticali.
Michel Desmarquet, 1993-2004, Tutti I diritti riservati
Resoconto di un viaggio intrapreso in Giugno 1987,
Manoscritto completato in Gennaio 1989
Frequently Asked Questions e contatto: www.thiaoouba.com
Edizioni precedenti: “Abduction to the 9th Planet” 1993, paperback ISBN 0-
646-15996-8, Reprinted 1993,1994,1999 (Australia), 1995 (USA);
“Thiaoouba Prophecy” paperback ISBN 0-646-31395-9, Reprinted 1997 (Australia); “Thiaoouba Prophecy” e-book 2000, ISBN 0 9577882 3 1
Traduzione dall’Inglese di Pinco e Pallino.
PREFAZIONE DELL'AUTORE
Ho scritto questo libro come risultato di ordini ricevuti e ai quali ho obbedito.
È inoltre una descrizione degli eventi che capitarono a me personalmente;
questo io lo affermo.
Immagino che, fino ad un certo punto, questa storia straordinaria apparirà
ad alcuni lettori come fantascienza, una storia interamente inventata, ma io
non possiedo l’immaginazione che una tale costruzione richiederebbe.
Questa non è fantascienza.
Chi legge in buona fede, sarà in grado di riconoscere la verità nel messaggio
che trasmetto dai miei nuovi amici alla gente del pianeta Terra.
Questo messaggio, nonostante i numerosi riferimenti a razze e religioni, non riflette alcun pregiudizio né razziale né religioso da parte dell’autore.
Michel Desmarquet,
Gennaio 1989
Hanno occhi ma non vedono, orecchie ma non odono… La Bibbia
1
Thao
Mi svegliai improvvisamente, non sapendo quanto tempo avessi dormito. Ero
completamente sveglio, fresco e attento ma, buon dio, che ora poteva
essere? Lina dormiva accanto a me, i suoi pugni chiusi, ma Lina dorme
sempre…
Non avevo alcun desiderio di tornare a dormire e, inoltre, erano
probabilmente già le cinque di mattina. Mi alzai, andai in cucina e controllai
l’orologio. Era solo mezzanotte e mezzo ed era insolito per me svegliarmi a
quell’ora.
Mi tolsi il pigiama e indossai pantaloni e camicia senza sapere il perché. Non
so neanche spiegare perché andai al mio scrittoio, presi un foglio, una biro,
e osservai me stesso scrivere, come se la mano avesse una mente propria.
“Mia cara, sarò assente per circa dieci giorni. Non serve assolutamente che ti
preoccupi.”
Lasciata la nota vicino al telefono, uscii e mi diressi verso a veranda.
Camminando, evitai il tavolo sul quale la notte scorsa era rimasto il gioco
degli scacchi, col re bianco ancora in scacco matto, e silenziosamente aprii la
porta che conduce al giardino.
La notte sembrava essere soffusa di una strana luce, che non aveva niente a
che fare con le stelle. Istintivamente provai a ricordare in che fase fosse
attualmente la luna, pensando che stesse probabilmente crescendo. Qui, nel
nord-est dell’Australia dove vivo, le notti sono generalmente molto chiare.
Scesi per le scale esterne e mi diressi verso le piante di pandano.
Normalmente, a quest’ora, ci sarebbe dovuto essere un vero concerto di
rane e grilli che con i loro stridii riempiono la notte di suoni. Ora invece c’era
un silenzio pesante e mi chiesi perché.
Avevo fatto solo alcuni passi, quando improvvisamente i colori del filodendro
cambiarono. Anche il muro della casa ed i pandani, tutto era inondato da
una specie di luce bluastra. Il prato sembrava ondulare sotto i miei piedi e
anche la terra sotto i pandani sembrava ondulare. Il filodendro era distorto
ed il muro della casa assomigliava ad un lenzuolo che galleggiava nel vento .
Incominciando a credere di non sentirmi bene, decisi di rientrare in casa
quando, in quel preciso momento, mi sentii sollevare gentilmente da terra.
Salii prima lentamente sopra il filodendro e poi, più rapido, fino a vedere la
casa diventare piccola, sempre più piccola sotto di me.
“Cosa sta accadendo?” esclamai in totale confusione.
“Va tutto bene adesso, Michel”
In quel momento credetti di star sognando. Davanti a me, un essere umano
di grandezza impressionante, vestito con una tuta e indossando un casco
completamente trasparente mi stava guardando, amichevole e sorridente.
“No, non stai sognando” disse lei, rispondendo alla domanda che avevo in
mente.
“Si”, risposi, “capita sempre così nel sogno e alla fine ti ritrovi che sei caduto
dal letto e hai un bernoccolo sulla fronte!” Lei sorrise. “Inoltre”, continuai,
“stai parlando con me in Francese, la mia lingua natale, e tuttavia siamo in
Australia. Io parlo Inglese, lo sai!”
“Anch’io”, rispose.
“Dev’essere un sogno, uno di quei sogni stupidi, oltretutto. Altrimenti, cosa
stai facendo sulla mia proprietà?”
“Non siamo sulla sua proprietà, ma sopra di essa.”
“Ah! È un incubo. Vedi, avevo ragione. Mi darò un pizzicotto!” Accompagnai
le parole con l’azione. Ouch!
Sorrise di nuovo. “Sei soddisfatto, adesso, Michel?”
“Ma se non è un sogno, perché sono qui, seduto su questa roccia? Chi è
quella gente laggiù, vestita alla moda del secolo scorso?”
Cominciavo a distinguere, in una luce lattea, gente che parlava, e a poca
distanza, altri che si muovevano attorno.
“E tu, chi sei? Perché non sei di grandezza normale?”
“Io sono di grandezza normale, Michel. Nel mio pianeta siamo tutte così. Ma
tutto a suo tempo, mio caro amico. Spero non ti dispiaccia se ti chiamo così?
Se non siamo ancora amici, sono sicura che lo diventeremo presto.”
Stava in piedi davanti a me, la sua faccia sorridente rifletteva intelligenza ed
emanava bontà da tutto il suo essere. Non sarebbe stato possibile incontrare
qualcuno con cui sentirmi più a mio agio.
“Naturalmente puoi chiamarmi come desideri. E tu come ti chiami?”
“Il mio nome è Thao, ma prima, vorrei che tu sappia, una volta per tutte,
che questo non è un sogno. È veramente qualcosa di abbastanza diverso.
Per alcuni motivi che ti saranno spiegati più tardi, sei stato scelto per
intraprendere un viaggio che pochissimi Terrestri hanno fatto, specialmente
in epoche recenti.
“In questo momento, io e te, ci troviamo in un universo che è parallelo a
quello della Terra. Per consentirti di starci, lo stesso vale per noi, abbiamo
usato una ‘bolla d’aria’.
“In questo istante, il tempo per te si è fermato, e tu potresti rimanere qui
venti o cinquanta dei tuoi anni Terrestri e poi ritornare come se non fossi
mai partito. Il tuo corpo fisico rimarrebbe assolutamente immutato.”
“Ma cosa sta facendo questa gente?”
“Esistono al meglio che ci si possa aspettare e, come imparerai in seguito, la
densità demografica è molto bassa. La morte accade solo per suicidio o
incidente. Il tempo è sospeso. Ci sono uomini e donne, così come alcuni
animali, che hanno 30.000, 50.0000 anni Terrestri e anche molti di più”.
“Ma perché sono qui e come sono arrivati qui? Dove sono nati?”
“Sulla Terra… sono tutti qui per sbaglio.”
“Per sbaglio? Cosa intendi dire?”
“E’ molto semplice. Hai sentito parlare del triangolo delle Bermuda?” Annuii.
“Bene, molto semplicemente, in questo punto, e in altri meno noti, questo
universo parallelo si confonde con il vostro universo, così che esiste tra loro
una curvatura naturale.
“Persone, animali o anche oggetti che si trovano nelle immediate vicinanze
di una curvatura sono letteralmente risucchiati in essa. Quindi, può
succedere, per esempio, che un’intera flotta di navi sparisca in pochi
secondi. A volte una persona o più persone possono ritornare nel vostro
universo dopo alcune ore, alcuni giorni, o alcuni anni. Più spesso, tuttavia,
non ritornano più.
“Quando qualcuno ritorna e riferisce la sua esperienza, la maggior parte
della gente non gli crede e se insiste è considerato ‘pazzo’. Per la maggior
parte del tempo, questa persona non racconta niente del tutto, rendendosi
conto di come apparirebbe agli occhi dei suoi simili. A volte, ritorna senza
memoria, e se anche ne ritrova una parte, non riguarda ciò che è accaduto
nell’universo parallelo, quindi non fa luce sul soggetto.
“C’è stato”, Thao continuò, “un tipico caso di questo passaggio nell’universo
parallelo in nord America, dove un giovane è letteralmente scomparso
mentre andava a prendere acqua ad un pozzo situato a qualche centinaio di
metri da casa sua. Circa un’ora dopo, familiari e amici si misero alla sua
ricerca e, poiché c’era appena stata una nevicata di circa venti centimetri,
doveva essere abbastanza semplice, dovevano solo seguire le orme lasciate
dal giovane. Ma proprio in mezzo al campo, le orme finirono.
“Non c’erano alberi intorno, nessuna roccia sopra la quale poteva saltare,
niente di strano o insolito, le orme semplicemente finivano. Qualcuno
credette che fosse stato preso da una nave spaziale, ma questo non poteva
essere, come capirai successivamente. Questo pover’uomo era stato
semplicemente risucchiato dentro l’universo parallelo.”
“Mi ricordo”, dissi, “ho sentito parlare di quel caso, ma tu come sai tutto
questo?”
“Scoprirai più tardi come lo so”, rispose lei enigmaticamente.
Fummo interrotti dall’improvvisa apparizione di un gruppo di persone così
bizzarre che di nuovo mi chiesi se questo non fosse tutto un sogno. Circa
una dozzina di uomini, accompagnati da qualcosa che sembrava essere una
donna, emersero da dietro un mucchio di rocce, un centinaio di metri da
dove eravamo. Lo spettacolo era ancora più singolare, poiché questi esseri
umani, sembravano usciti dalle pagine di un documento preistorico. Con
l’andatura dei gorilla, brandivano enormi clave che un uomo moderno non
sarebbe capace di alzare da terra. Queste creature spaventose stavano
venendo dritte verso di noi, urlando come bestie selvagge. Feci un
movimento per ritirarmi, ma Thao mi disse che non c’era nulla da temere e
di stare fermo. Mise le mani sulla fibbia della cintura e si girò in modo da
affrontarli.
Sentii una serie di piccoli clic e cinque degli uomini che sembravano i più
forti, caddero a terra, immobili. Il resto del gruppo si fermò subito e
cominciò a gemere. Si prostrarono davanti a noi.
Guardai ancora Thao. Era in piedi come una statua, la sua faccia immobile. I
suoi occhi fissavano quella gente come se stesse provando a ipnotizzarli.
Appresi successivamente che stava dando ordini telepatici alla femmina del
gruppo. Improvvisamente, questa donna si alzò e incominciò, almeno così
mi parve, a impartire ordini agli altri con una voce gutturale. Poi, aiutarono a
rimuovere i corpi caricandoseli sulle spalle e trasportandoli verso il mucchio
di rocce menzionate prima.
“Cosa stanno facendo?” Chiesi.
“Ricopriranno i loro morti con pietre.”
“Li hai uccisi?”
“Ho dovuto.”
“Cosa intendi dire? Eravamo davvero in pericolo?”
“Certo che lo eravamo. Questa è gente che è stata qui per dieci o quindici
mila anni, chi lo sa? Non abbiamo tempo per stabilirlo, ed inoltre, non è di
alcuna importanza. Tuttavia, ciò illustra bene quello che ti stavo spiegando
pochi momenti fa. Queste persone passarono in quest’universo in una certa
epoca, e da allora hanno vissuto in quell’epoca.”
“E’ spaventoso!”
“Sono d’accordo. Comunque fa parte della natura, e quindi della legge
universale. Inoltre, sono pericolosi perché si comportano più come bestie
selvagge che come esseri umani. Il dialogo non sarebbe stato possibile tra
loro e noi, come non è possibile tra loro e la maggior parte degli esseri che
vivono in questo universo parallelo. Da un lato, sono incapaci di comunicare,
e dall’altro, essi meno degli altri, capiscono cosa gli è accaduto. Eravamo
davvero in pericolo, e se dico così ho fatto loro, proprio adesso, un favore,
liberandoli.”
“Liberandoli?”
“Non sembrare così scioccato, Michel. Tu sai molto bene cosa intendo dire.
“Sono liberati dai loro corpi fisici e ora possono continuare il loro ciclo, come
ogni altro essere vivente, secondo il processo normale.”
“Così, se capisco bene, questo universo parallelo è una maledizione, una
specie di inferno o di purgatorio?”
“Non mi ero resa conto che tu fossi religioso!”
“Ho fatto questo paragone solo per mostrarti che sto tentando di capire”,
replicai, chiedendomi come potesse sapere se fossi religioso o meno.
“Lo so, Michel, stavo solo prendendoti in giro. Eri nel giusto descrivendolo
come una sorta di purgatorio, ma, naturalmente, questo è abbastanza
accidentale. Infatti, è uno dei molti incidenti della natura. Un albino è un
incidente, e anche un quadrifoglio può essere considerato tale. La tua
appendice è altrettanto un incidente. I vostri medici ancora si chiedono
quale possibile uso possa avere nel tuo corpo. La risposta è che non serve a
niente. Ora, solitamente in natura, tutto ha una precisa ragione per esistere,
ecco perché elenco l’appendice nella lista degli ‘incidenti’ naturali.
“La gente che vive in questo universo, non soffre, né fisicamente né
moralmente. Per esempio, se ti colpissi tu non sentiresti dolore, ma se i colpi
fossero abbastanza forti, anche senza dolore, tu potresti morire. Può essere
difficile da capire, ma è così. Coloro che vivono qui, non sanno nulla di ciò
che ti ho appena spiegato, ed è una fortuna per loro, perché sarebbero
tentati di suicidarsi, che in ogni caso, qui, non è una soluzione.”
“Cosa mangiano?”
“Non mangiano, né bevono, perché non ne sentono il bisogno. Qui, ricordati,
il tempo si è fermato, quei morti, neppure si decomporranno.”
“Ma è terribile! Perciò, il più grande favore che si possa fare a questa gente
è di ucciderla!”
“Tu sollevi una questione importante. Effettivamente sarebbe una delle due
soluzioni.”
“Qual è l’altra?”
“Spedirli indietro da dove sono venuti, ma questo porrebbe grandi problemi.
Poiché siamo in grado di usare la curvatura, potremmo restituire molti di
loro al vostro universo e così liberarli, ma sono sicura che sei consapevole
degli enormi problemi che si creerebbero per la maggior parte di questa
gente. Qui, come già detto, ci sono persone che sono state qui per migliaia
di anni. Cosa accadrebbe se tornassero indietro nell’universo che lasciarono
così tanto tempo fa?”
“Potrebbero impazzire. Quindi, non c’è niente da fare.” Lei sorrise
gentilmente alla mia affermazione.
“Sei certamente l’uomo d’azione che ci serve, Michel, ma attento a saltare
alle conclusioni, hai ancora molto da vedere.”
Mise la mano sulla mia spalla, dovendo inclinarsi leggermente in avanti per
farlo. Sebbene in quel momento non lo sapessi, Thao misurava due metri e
novanta, eccezionalmente alta per un essere umano.
“Vedo con i miei occhi che abbiamo fatto la scelta giusta scegliendoti, hai
una mente astuta, ma non posso ancora spiegarti tutto, per due motivi.”
“Cosa intendi dire?”
“In primo luogo, è ancora troppo presto per tali spiegazioni. Voglio dire che
dovrai essere istruito ulteriormente su certi punti prima di procedere oltre.”
“Capisco, e in secondo luogo?”
“Il secondo motivo è che ci stanno aspettando. Dobbiamo partire.”
Con un tocco leggero, mi fece girare su me stesso. Seguii il suo sguardo e
restai a fissare con gli occhi spalancati di sorpresa. A circa 100 metri da noi
c’era un’enorme sfera, dalla quale emanava un’aura bluastra. Più tardi
appresi che misurava 70 metri di diametro. La luce non era costante ma
luccicante e sembrava un’opacità dovuta al calore, come quando si osserva
da distante la sabbia riscaldata dal sole d’estate.
Questa enorme sfera ‘luccicava’ a circa dieci metri da terra. Senza finestre,
nessuna apertura, nessuna scaletta, appariva liscia come il guscio di un
uovo.
Thao mi indicò di seguirla e andammo verso la sfera. Ricordo molto bene
quel momento. Durante il breve tempo trascorso per avvicinarci alla sfera,
ero così eccitato che persi il controllo dei miei pensieri. Un costante flusso di
immagini mi attraversò la mente, come se fosse un film proiettato ad alta
velocità. Mi vidi raccontare questa avventura alla mia famiglia e rividi gli
articoli di stampa che avevo letto a proposito degli UFO.
Ricordo la tristezza che mi assalì, quando pensai alla mia famiglia che tanto
amavo; mi vidi preso, come in una trappola, e mi venne in mente che avrei
potuto non rivederli mai più…
“Non hai assolutamente nulla di cui avere paura, Michel”, disse Thao.
“Credimi. Ti riunirai alla tua famiglia molto presto, e in buona salute.”
Credo che la bocca mi si sia aperta dalla sorpresa, cosa che innescò in Thao
una melodiosa risata, come raramente si sente tra noi Terrestri. Quella fu la
seconda volta che lei lesse i miei pensieri; la prima volta pensai che fosse
una coincidenza, ma questa volta non potevano esserci dubbi.
Quando arrivammo in prossimità della sfera, Thao mi mise di fronte a lei a
circa un metro di distanza.
“Non toccarmi per nessun motivo, Michel, qualunque cosa accada. Per
nessuna ragione, hai compreso?”
Fui preso alla sprovvista da questo ordine così esplicito, ma annuii.
Appoggiò la mano su di una specie di ‘medaglione’ che avevo notato in
precedenza, ‘attaccato’ all’altezza del suo seno sinistro e con l’altra mano,
teneva una cosa che somigliava ad una grande biro che staccò dalla cintura.
Diresse poi ‘la biro’ sopra le nostre teste e in direzione della sfera. Penso di
aver visto un fascio luminoso verde uscire da essa, ma non potrei esserne
sicuro. Poi puntò ‘la biro’ verso di me, l’altra mano ancora sul ‘medaglione’ e
semplicemente ci sollevammo, simultaneamente, verso la parete della
macchina. Proprio quando ero sicuro che stavamo per collidere con questa,
una porzione del guscio si ritrasse come un enorme pistone all’interno di un
cilindro, rivelando un’apertura di forma ovale, di circa tre metri di altezza.
Tornammo sui nostri piedi, Thao ed io, con una specie di atterraggio dentro
l’imbarcazione. Poi lasciò andare il ‘medaglione’ e con la destrezza di chi l’ha
fatto spesso, rinfoderò ‘la biro’.
“Vieni. Possiamo toccarci adesso”, disse.
Prendendomi per una spalla, mi guidò verso una piccola luce blu, così
intensa che dovetti socchiudere gli occhi. Non avevo mai visto un colore del
genere sulla Terra. Quando fummo quasi sotto la luce, la parete dov’era
posizionata ‘ci lasciò passare’. Questo è l’unico modo di descriverlo. Dal
modo in cui il mio mentore mi stava conducendo, posso giurare che avrei
dovuto avere un bernoccolo considerevole sulla fronte, ma passammo
attraverso il muro, come fantasmi! Thao rise calorosamente nel vedere
l’espressione scioccata sulla mia faccia. Questo mi fece bene. Ricordo la sua
risata, come una brezza rinfrescante e rassicurante in un momento per me
non facile.
Avevo spesso parlato con gli amici dei ‘dischi volanti’ ed ero persuaso che
esistessero, di fatto esistono, ma quando sei davvero di fronte alla realtà,
così tante domande ti annebbiano il cervello da farti pensare che scoppierà.
Naturalmente, dentro di me ero deliziato. Dall’atteggiamento di Thao nei
miei riguardi percepivo che non avevo nulla da temere. Tuttavia, lei non era
sola: mi chiedevo se anche gli altri fossero così. Nonostante fossi affascinato
da questa avventura, mi chiedevo ancora se avessi mai più rivisto i miei
famigliari. Già sembravano così lontani, quando solo pochi minuti prima ero
nel mio giardino.
Ora stavamo ‘scivolando’ al livello del suolo lungo un corridoio simile a un
tunnel che portava ad una piccola stanza, le cui pareti erano di un giallo così
intenso che dovetti chiudere gli occhi. Le pareti formavano una volta,
esattamente come se fossimo dentro una ciotola rovesciata.
Thao mi coprì il capo con un casco fatto di un materiale trasparente e notai,
aprendo un occhio, che questo mi permetteva di tollerare la luce.
“Come ti senti?” chiese.
“Meglio, grazie, ma quella luce, come puoi sopportarla?”
“Non è una luce. È semplicemente il colore delle pareti di questa stanza in
questo momento.”
“Perché ‘in questo momento’? Mi avete portato qui per ridipingerla?”
Scherzai.
“Non c’è alcuna vernice. Ci sono solo vibrazioni, Michel. Tu credi ancora di
essere nel tuo universo terrestre, ma non è così. Adesso sei in una delle
nostre navi spaziali a portata super lunga, capace di viaggiare a parecchie
volte la velocità della luce. Partiremo presto, se ti distenderai su questa
cuccetta…?”
Là, nel centro della stanza, c’erano due contenitori, sembravano più due
bare senza coperchio. Mi allungai in una di queste e Thao nell’altra. La sentii
parlare in un linguaggio sconosciuto, ma molto armonioso. Desideravo
alzarmi un poco, ma non potevo, essendo trattenuto da una forza ignota e
invisibile. Il colore giallo scomparve progressivamente dalle pareti, per
essere sostituito da un azzurro che era sicuramente non meno intenso.
Erano state ‘ridipinte’…”
Un terzo della stanza diventò improvvisamente buio e notai minuscole luci
scintillare come stelle.
La voce di Thao risuonò chiara nel buio. “Queste sono stelle, Michel.
Abbiamo lasciato l’universo parallelo alla Terra e ci lasceremo il tuo pianeta
sempre più indietro, per portarti a visitare il nostro. Sappiamo che sarai
molto interessato al viaggio, ma anche alla nostra partenza, che sarà
piuttosto lenta, per il tuo bene.
“Possiamo guardare lo schermo che vedi di fronte a te.”
“Dov’è la terra?”
“Non siamo ancora in grado di vederla, essendo quasi direttamente sopra di
essa, a circa dieci mila metri di altezza…”
Improvvisamente, si sentì una voce, che sembrava parlare lo stesso
linguaggio che Thao aveva usato qualche momento prima. Thao rispose
brevemente e poi la voce si rivolse a me in Francese, Francese eccellente,
anche se il tono era più melodico di quanto lo sia tipicamente, dandomi il
benvenuto a bordo. Era proprio il ‘benvenuto a bordo’ delle nostre
compagnie aeree, e ricordo che la cosa mi divertì molto, vista la situazione
veramente unica nella quale mi trovavo.
Nello stesso istante, sentii un leggero movimento dell’aria che divenne
fredda, come se avessero acceso l’aria condizionata. Le cose cominciarono a
succedere rapidamente. Sullo schermo, apparve quello che non poteva
essere altro che il sole. Inizialmente, sembrava toccare il bordo della Terra,
più precisamente il sud America, come scoprii più tardi. Di nuovo, mi chiesi
se stessi sognando. Secondo dopo secondo l’America si restringeva.
L’Australia non poteva essere vista, poiché i raggi del sole non l’avevano
ancora raggiunta. Ora i contorni del pianeta si distinguevano e sembrava ci
muovessimo intorno al globo, verso una posizione sopra il Polo Nord. Là,
cambiammo direzione, allontanandoci dalla Terra ad una velocità incredibile.
La nostra povera Terra si trasformò in una palla da basket, poi in una palla
da biliardo fino a scomparire, o quasi, dallo schermo. Invece, la mia visione
fu riempita dal sobrio blu dello spazio. Girai la testa nella direzione di Thao
sperando in ulteriori spiegazioni.
“Ti è piaciuto?”
“E’ stato meraviglioso, ma così veloce; è possibile viaggiare ad una tale
velocità?”
“Questo non è niente, mio caro amico. Siamo ‘decollati’ molto
delicatamente. Solo adesso stiamo viaggiando a piena velocità”
“A che velocità?” interruppi.
“Parecchie volte la velocità della luce.”
“Della luce? Ma quante volte? E’ incredibile! E a proposito della barriera della
luce?”
“Posso ben capire che ti sembra incredibile. Neppure i tuoi esperti lo
crederebbero, ma, tuttavia, è la verità.”
“Tu dici parecchie volte la velocità della luce, ma quante volte?”
“Michel, durante questo viaggio molte cose ti saranno rivelate
intenzionalmente, molte cose, ma ci saranno anche dettagli ai quali non
avrai accesso. La precisa velocità della nostra nave spaziale è uno di questi
dettagli. Sono spiacente, perché so che ti deluderà non poter soddisfare
tutte le tue grandi curiosità, ma ci saranno così tante cose nuove e
interessanti da vedere e imparare, che non devi preoccuparti troppo, quando
le informazioni ti sono negate.”
Il suo modo di parlare indicava che la discussione era chiusa ed io non
insistei ulteriormente, percependo che continuare sarebbe stato scortese.
“Guarda” mi disse. Sullo schermo comparve un puntino colorato e cresceva
velocemente.
“Che cos’è?”
“Saturno.”
Il lettore deve perdonarmi se le descrizioni che faccio non sono così
dettagliate come potrebbe desiderare, ma dev’essere compreso che non
avevo ancora recuperato a pieno tutti i miei sensi. Avevo visto così tanto, in
così poco tempo, ed ero in qualche modo ‘disorientato’.
Mentre ci avvicinavamo, il famoso Saturno diventava sempre più grande
sullo schermo. I suoi colori erano meravigliosi, incomparabili a qualsiasi cosa
avessi mai visto sulla Terra. C’erano gialli, rossi, verdi, azzurri, arancio;
all’interno di ogni colore, una gamma infinita di sfumature si mescolavano,
separavano, diventavano più forti, poi più leggere, creavano i famosi anelli e
confinato dentro di essi…
Era uno spettacolo stupefacente, che riempiva sempre di più il nostro
schermo.
Rendendomi conto di non essere più trattenuto dal campo di forza, volli
rimuovere la maschera così da vedere meglio i colori, ma Thao mi segnalò
che non dovevo far niente del genere.
“Dove sono i satelliti?” Chiesi.
“Puoi vederne due, quasi affiancati, alla destra dello schermo.” “Quanto
siamo lontani?”
“Dovremmo essere approssimativamente a 6.000.000 di chilometri, o forse
più. Sul ponte di volo, naturalmente, lo sanno con precisione, ma per darti
una valutazione precisa, dovrei sapere se la nostra ‘macchina fotografica’ è a
pieno zoom oppure no.”
Improvvisamente Saturno scomparve sul lato sinistro dello schermo, che si
riempì nuovamente del ‘colore’ dello spazio.
Credo fu in quel momento che mi sentii esaltato, come mai in precedenza.
Mi colpì il fatto che stavo per vivere una straordinaria avventura, è perché?
Non avevo chiesto niente e non avevo mai contemplato la possibilità (chi
avrebbe osato?) di vivere una tale avventura.
Thao si alzò. “Puoi fare lo stesso adesso, Michel.” Obbedii e ci ritrovammo
ancora uno a fianco all’altra al centro della cabina. Solo in quel momento
notai che Thao non indossava più il suo casco.
“Puoi spiegarmi”, chiesi, “perché proprio adesso stavi ancora portando il
casco, mentre io ero in grado di accompagnarti senza indossarne uno, ed
invece adesso io lo indosso mentre tu sei senza?”
“E’ molto semplice. Noi veniamo da un pianeta batteriologicamente molto
diverso dalla Terra, che per noi è un vero terreno di coltura. Quindi, per
mettermi in contatto con te, ero obbligata a prendere questa precauzione
basilare. Tu stesso eri un pericolo per me, ma ora non lo sei più.”
“Non ti seguo.”
“Quando sei entrato in questa cabina, i colori erano troppo intensi per te e ti
ho dato il casco che stai ora indossando, che è stato studiato appositamente
per te. In effetti, eravamo in grado di prevedere la tua reazione.
“Durante il breve periodo in cui la cabina era gialla e poi blu, l’ottanta per
cento dei batteri pericolosi che erano in te è stato distrutto. In quel
momento forse hai sentito l’aria molto fresca, simile a quando è in funzione
un condizionatore; era un’altra forma di disinfezione tramite… chiamiamola
radiazione, anche se non è la parola corretta, non è traducibile in alcuno dei
linguaggi terrestri. In questo modo sono stata disinfettata al cento per
cento, ma tu hai ancora batteri sufficienti per nuocerci considerevolmente. Ti
darò queste due pillole, ed in tre ore potrai considerarti tanto ‘puro’ quanto
una di noi.”
Mentre parlavamo, prese una piccola scatola da un lato della cuccetta,
estrasse le pillole e me le diede, unitamente ad una provetta contenente un
liquido che supposi fosse acqua. Le inghiottii entrambe, e per farlo, alzai la
base del casco. In seguito… bene, tutto accadde molto velocemente e fu
tutto molto strano.
Thao mi prese in braccio, mi mise sulla cuccetta e mi tolse il casco. Vidi
questo accadere da due o tre metri sopra il mio corpo! Immagino che alcune
cose in questo libro sembreranno incomprensibili ad un lettore non
informato, ma vidi il mio corpo da distante e potevo muovermi nella stanza
semplicemente col pensiero.
Thao parlò. “Michel, lo so che mi vedi e mi senti, ma io non sono in grado di
vederti, quindi non posso guardarti quando ti parlo. Il tuo ‘essere Astrale’ ha
lasciato il tuo corpo. Non è pericoloso, non c’è bisogno di preoccuparsi. So
che questo ti accade per la prima volta, e c’è gente che si lascia prendere
dal panico…
“Ti ho dato un farmaco speciale per ripulire il tuo corpo da tutti i batteri che
sono pericolosi per noi. Ti ho anche dato un altro medicinale che ha
provocato l’uscita del tuo essere Astrale dal tuo corpo, questo durerà tre
ore, il tempo che ci vorrà per purificarti. In questo modo, potrai poi visitare
il nostro veicolo spaziale, senza pericolo di contaminazione per noi e senza
perdite di tempo.”
Per quanto strano potesse sembrare, trovai questa cosa naturale, e la
seguii. Era affascinante. Thao arrivò di fronte ad un pannello scorrevole che
si aprì per lasciarci passare in un alloggiamento dopo l’altro. Io la seguivo a
distanza e ogni volta, se il pannello si richiudeva prima che io la
raggiungessi, semplicemente ci passavo attraverso.
Finalmente raggiungemmo una stanza circolare, di circa 20 metri di
diametro, in cui c’erano almeno una dozzina di ‘astronaute’, tutte donne e
tutte all’incirca delle stesse dimensioni di Thao. Thao si avvicinò ad un
gruppo di quattro che erano sedute su delle enormi poltrone dall’aspetto
confortevole, sistemate in cerchio. Quando si sedette nella poltrona libera, le
quattro teste si girarono verso di lei con fare interrogativo. Sembrava quasi
che provasse piacere a farle attendere: infine parlò.
Ero di nuovo affascinato nel sentire quel linguaggio; le assonanze erano per
me nuove, e le intonazioni così armoniose che chiunque avrebbe pensato
stessero cantando. Tutte loro sembravano essere notevolmente interessate
alla relazione di Thao. Supposi stessero parlando di me, pensando a ragione
di essere lo scopo principale della loro missione.
Quando Thao si fermò, le domande fluirono, e due altre astronaute si
unirono al gruppo. La discussione crebbe e si sviluppò un tono di aumentato
eccitamento.
Non capendo una parola di ciò che veniva detto, e avendo notato entrando
tre persone posizionate davanti a schermi che mostravano immagini
tridimensionali, colorate più o meno vividamente, mi avvicinai e scoprii che
quella doveva essere certamente la sala di controllo del veicolo spaziale.
Essere invisibile rese questo ancora più interessante, poiché ogni persona a
cui mi avvicinavo eseguiva le proprie funzioni senza essere disturbata, o
addirittura distratta, dalla mia presenza.
Su uno schermo più grande degli altri, fui in grado di discernere dei puntini,
alcuni più grandi di altri e alcuni più luminosi, che si muovevano
costantemente e senza interruzione nelle loro direzioni prescritte, alcuni
verso la sinistra dello schermo e altri verso destra.
La loro velocità aumentava mentre crescevano sullo schermo e infine
uscivano da esso. I loro colori erano spesso brillanti e straordinariamente
belli, variando da toni delicati ad un giallo accecante, come la luce del nostro
sole.
Presto mi resi conto che erano i pianeti e i soli tra i quali stavamo
navigando, e fui assolutamente affascinato dalla loro silenziosa progressione
attraverso lo schermo. Non posso dire quanto tempo rimasi ad osservarli,
quando improvvisamente un suono sconosciuto riempì la cabina, un suono
che era dolce e allo stesso tempo insistente, e che era accompagnato da
molte luci lampeggianti.
L’effetto fu immediato. Le astronaute che stavano parlando con Thao, si
avvicinarono adesso al posto di controllo, e ognuna sedette in un posto che
sembrava essere assegnato proprio a lei. Tutti gli sguardi erano fissati
attentamente sugli schermi.
Proprio al centro di questi grandi schermi, iniziai a vedere un’enorme massa
che mi riesce difficile descrivere. Posso dire solo che era di forma rotonda e
di colore blu-grigio. Rimase immobile al centro dello schermo.
Nella stanza tutto era silenzioso. L’attenzione generale era focalizzata su tre
astronaute al comando di un’apparecchiatura di forma oblunga che poteva
sembrare per alcuni versi, un nostro computer.
Improvvisamente, coprendo una vasta area di ciò che pensavo fosse la
parete della cabina, fui stupefatto di vedere un’immagine di New York, no!
Quella è Sydney, dissi a me stesso, tuttavia il ponte è diverso… ma era un
ponte?
La mia sorpresa fu tale che dovetti chiedere a Thao, a fianco della quale ero
in piedi. Avevo però dimenticato che non ero più nel mio corpo fisico e
nessuno poteva sentirmi. Ero in grado di sentire Thao e le altre commentare
quello che stavano vedendo, ma non comprendendo il loro linguaggio, non
mi servì a nulla. Ero comunque convinto che Thao non mi avesse mentito e
quindi avevamo veramente lasciato la Terra dietro di noi. Il mio mentore mi
aveva spiegato che viaggiavamo a parecchie volte la velocità della luce… e
avevo visto Saturno passare vicino, e successivamente, ciò che ho
immaginato essere pianeti e soli; così eravamo tornati indietro, e perché?
Thao parlò ad alta voce e in Francese, cosa che indusse tutte a girarsi verso
di lei.
“Michel, stiamo stazionando sopra il pianeta Arèmo X3 che è grande quasi
due volte il pianeta Terra, e come puoi vedere sullo schermo, abbastanza
simile al tuo mondo.
“Non posso spiegarti in dettaglio la nostra missione, poiché devo partecipare
all’operazione, ma lo farò in seguito. Per metterti sulla giusta traccia, ti dirò
che la nostra missione riguarda le radiazioni atomiche così come tu le
conosci sulla Terra.”
Tutte sembravano preoccupate: ognuna sapeva esattamente cosa fare e
quando farlo. Eravamo stazionari. Il largo pannello proiettava l’immagine del
centro di una città. Chi legge dovrebbe capire che questo grande pannello
era in effetti, nient’altro che un enorme schermo televisivo che proiettava
un’immagine in rilievo così reale, che era come guardare fuori dalla finestra
di un’alta costruzione.
La mia attenzione si spostò ad un altro schermo più piccolo controllato da
due delle mie ‘hostess’. Su questo pannello potevo vedere la nostra nave
spaziale, così come l’avevo già vista nel nostro universo parallelo. Mentre
osservavo, mi sorpresi di vedere, leggermente sotto la metà della nostra
nave, l’eiezione di una piccola sfera, come un uovo di una gallina. Una volta
all’esterno, la sfera accelerò rapidamente verso il pianeta sotto di noi. Come
sparì dalla nostra vista, un’altra emerse alla stessa maniera e poi una terza.
Notai che ogni sfera era controllata in schermi separati da gruppi differenti
di astronaute.
La discesa delle sfere poteva ora essere facilmente seguita sul grande
pannello. La distanza avrebbe dovuto renderle invisibili in breve tempo, ma
rimasero in vista, e ne dedussi che la telecamera doveva possedere uno
‘zoom’ straordinariamente potente. Effettivamente, l’effetto dello zoom era
così forte che la prima sfera scomparve alla destra del pannello e la seconda
alla sinistra. Al momento potevamo vedere solo quella centrale e seguirne la
discesa a terra abbastanza chiaramente. Si arrestò al centro di una grande
piazza situata tra palazzi condominiali. Si librava là, come se fosse sospesa a
parecchi metri da terra. Le altre sfere erano monitorate con la stessa
chiarezza. Una era sopra il fiume che attraversava la città, l’altra sopra una
collina, vicino alla città.
Inaspettatamente, il pannello proiettò una nuova immagine. Potevo adesso
vedere distintamente le porte dei palazzi condominiali, o piuttosto i vani,
poiché dove sarebbero dovute esserci le porte, c’erano solo aperture.
Ricordo chiaramente che fino a quel momento non mi ero reso conto di
quanto strana fosse questa città… Niente si era mosso…
2
Distruzione Atomica
Una sola parola può comunicare quello che apparve sullo schermo:
‘Desolazione’. La strada che stavamo osservando, pezzo dopo pezzo, era
ingombrata da ‘cumuli’ posizionati, generalmente, uno dietro l’altro. Alcuni
in disparte, mentre altri posti proprio nel mezzo delle aperture degli edifici.
Impercettibilmente, la telecamera ingrandì l’immagine più vicina e presto
capii che quei ‘cumuli’ dovevano essere veicoli; veicoli che erano in qualche
modo simili nella forma, a barche dal fondo piatto.
Intorno a me, le astronaute erano occupante alle loro postazioni. Da ogni
sfera emergeva un lungo tubo che discendeva lentamente verso la
superficie. Quando la fine del tubo toccava terra, si alzava una piccola nube
di polvere, e mi resi conto che anche i veicoli erano coperti di una spessa
coltre di polvere, rendendoli senza forma ed irriconoscibili. Naturalmente, la
sfera che sorvolava il fiume aveva il proprio tubo immerso nell’acqua. La mia
attenzione si fissò adesso sullo schermo, dato che la scena era abbastanza
affascinante, ebbi l’esatta impressione di essere sulla strada.
La mia attenzione fu attratta particolarmente da un luogo adombrato
all’entrata di una costruzione. Potrei giurare che qualcosa si era mosso…
Avvertii inoltre che c’era una certa agitazione fra le astronaute. Bruscamente
e con una serie di scatti, ‘la cosa’ venne alla luce. Fui sconvolto da ciò che
vidi. Per quanto riguarda le mie ‘hostess’, al di là di alcune frasi espresse più
rapidamente, e qualche esclamazione che poteva esprimere emozione, devo
dire che in realtà non sembravano veramente sorprese. Tuttavia ciò che
stavamo vedendo così chiaramente sullo schermo era uno scarafaggio
orribile, lungo circa due metri e alto 80 centimetri.
Il lettore avrà certamente visto, qualche volta, questi brutti, piccoli insetti
che abbiamo sulla Terra, particolarmente nei climi caldi, che vivono negli
armadi e nei luoghi umidi.
Converrete che sono nauseanti, ma i più grandi non superano i cinque
centimetri di lunghezza. Immaginatene, allora, uno delle dimensioni che vi
ho descritto. Era veramente un abominio.
Il tubo cominciò a ritrarsi dalla sfera, era ancora ad un metro da terra,
quando improvvisamente, la creatura si precipitò in avanti per attaccare
questa cosa che si muoveva. Non sicura, si fermò ancora, quando da sotto
l’edificio, comparve un vero sciame di quelle creature, riversandosi fuori una
dietro l’altra. Proprio in quel momento, un intenso raggio di luce blu irradiò
dalla sfera, passò rapidamente sopra il gruppo, riducendolo istantaneamente
in polvere carbonizzata. Una nube di fumo nero nascose l’entrata dell’edificio
alla nostra vista.
La mia curiosità si destò ulteriormente, guardai gli altri schermi, ma non
indicavano alcun problema. La sfera sul fiume, stava tornando verso di noi,
e la sfera sulla collina ritrasse il tubo, si mosse un po’ più in alto e riabbassò
il tubo, assieme ad un secondo cilindro sopra la sfera. Supponevo,
chiaramente, che le astronaute stessero raccogliendo campioni di terreno,
acqua e aria. Essendo nel mio corpo Astrale, non potevo fare a Thao alcuna
domanda; sembrava comunque abbastanza occupata a conferire con due
delle ‘hostess’. Le sfere cominciarono a salire verso di noi e furono presto
‘riassorbite’ dal nostro veicolo spaziale.
Quando l’operazione fu completa, Thao e le altre due astronaute, presero
posto di fronte alle rispettive postazioni. Istantaneamente le immagini che
ricevemmo sul pannello e sugli schermi cambiarono completamente.
Capii che stavamo partendo, quando ognuna prese il proprio posto. Osservai
che tutte le astronaute avevano la stessa postura nei loro sedili, e ciò mi
incuriosì. Più tardi appresi che erano trattenute da un campo di forza,
esattamente come un’imbracatura di sicurezza avrebbe trattenuto una
controfigura sulla Terra.
I soli illuminavano il pianeta attraverso una nebbia rossastra. Eravamo già
partiti allora, e supposi che stavamo seguendo il profilo del pianeta alla
stessa altitudine. Infatti, potevamo vedere un’area desertica passare,
disseminata di aridi letti di fiume che a volte si incrociavano
perpendicolarmente. Mi venne in mente che potessero essere dei canali, o
come minimo fatti artificialmente.
Il pannello rivelava immagini di una città apparentemente intatta, poi
scomparve e lo schermo divenne vuoto. Il vascello aveva ovviamente
acquistato velocità volando sopra il pianeta, in quanto le immagini sugli
schermi più piccoli, che mostravano un lago o un mare interno, passavano
via velocemente. Improvvisamente si sentirono alcune esclamazioni e
immediatamente rallentammo. Lo schermo fu riacceso e presentò un primo
piano del lago. Ci fermammo.
Potevamo chiaramente vedere una porzione del litorale e, oltre alcune
grandi rocce, vicino al lago, identificare delle strutture cubiche che
immaginammo essere abitazioni. Non appena ci fermammo, le sfere
ricominciarono le loro operazioni, proprio come prima.
Ricevemmo alcune foto eccellenti da una delle sfere che si librava sopra la
spiaggia ad un’altezza che giudicai essere dai 40 ai 60 metri da terra. Il suo
tubo si estendeva sino alla spiaggia. Molto chiaramente trasmise la scena di
un gruppo di esseri umani… In effetti, a prima vista, erano identici alla gente
che si trova sulla Terra.
Avevamo una visione molto ravvicinata. Nel mezzo del pannello comparve la
faccia di una donna dall’età incerta. Aveva la pelle marrone, con lunghi
capelli neri che le scendevano fino ai seni. Come potemmo vedere su un
altro schermo, era praticamente nuda. Solo la sua faccia sembrava essere
deformata, era Mongoloide.
Quando la vidi non capii subito che era deformata, semplicemente supposi
che avevamo a che fare con una razza di umani solo un po’ diversa dalla
nostra; come agli scrittori di fantascienza piace descriverli: tutti storti, con
grandi orecchie o qualcosa di simile. Ricevemmo ancora altre foto, e in
quest’altro gruppo, gli uomini e le donne assomigliavano alla razza
polinesiana. Era tuttavia evidente che più della metà di queste persone era o
deforme o consumata da qualcosa che sembrava essere lebbra.
Stavano guardando verso la sfera, gesticolavano e apparivano molto agitate.
Molte di più emergevano dalle costruzioni cubiche che risultarono essere le
loro abitazioni, e che descriverò un po’.
Queste strutture somigliavano molto ai ‘fortini’ della seconda guerra
mondiale, a cui erano stati aggiunti dei camini molto grossi, (installati,
pensai, per la ventilazione degli edifici) che sembravano innalzarsi da terra
solo di un metro. Questi fortini erano tutti costruiti con lo stesso
orientamento e le persone che ne uscivano, lo facevano attraverso aperture
nei lati in ombra…
Senza preavviso mi sentii risucchiato indietro lontano dal pannello.
Rapidamente passai attraverso vari divisori fino a ritrovarmi, ancora una
volta, nella cabina dove il mio corpo fisico giaceva disteso sulla cuccetta,
proprio come l’avevo lasciato.
Immediatamente tutto divenne nero. Ricordo benissimo la sgradevole
sensazione che ne seguì! Sentii i miei arti pesanti come piombo, e quando
cercai di muoverli, era come se fossi paralizzato. Non potevo capire cosa mi
impediva di muovermi. Devo confessare che mi feci un po’ prendere dal
panico e desiderai con tutto il mio cuore di poter ancora lasciare il corpo
fisico, ma non potei fare neanche quello.
Non so quanto tempo trascorse prima che la cabina diventasse
gradualmente inondata della più riposante luce verde-blu. Infine entrò Thao,
indossando un vestito diverso.
“Mi dispiace averti fatto aspettare, Michel, ma finché il tuo corpo fisico non ti
richiamava, mi era impossibile venire ad aiutarti.”
“Non scusarti, capisco perfettamente,” interruppi, “ma credo di avere un
problema, non riesco a muovermi. Sono sicuro che qualcosa in me si è
disconnesso.”
Lei sorrise e mise la sua mano appena accanto alla mia, senza dubbio
mettendo in funzione una sorta di meccanismo di controllo; fui
immediatamente libero.
“Ancora mille scuse Michel. Avrei dovuto indicarti il punto dove si trova la
cellula di controllo per le imbracature di sicurezza. Tutti i sedili, i letti o le
cuccette ne sono dotati, e si attivano automaticamente una volta occupati,
se si riscontra anche la minima possibilità di pericolo.
“Quando la nave arriva in un’area pericolosa, i tre computer che gestiscono
la sicurezza, provocano la chiusura dei campi di forza. Quando poi il pericolo
è passato li liberano automaticamente.
“Allo stesso tempo, se vogliamo liberarci in una zona considerata pericolosa,
o se semplicemente vogliamo cambiare posizione, dobbiamo solo passare
una mano o un dito davanti alla ‘cellula’ e il campo di forza è neutralizzato
immediatamente. Quando poi ritorniamo al nostro posto, siamo di nuovo
trattenuti automaticamente.
“Ora, ti chiedo di andare a cambiarti, ti mostro dove. Nella stanza vedrai un
baule aperto dove puoi mettere i tuoi vestiti, di fatto tutto ciò che indossi
tranne gli occhiali. Troverai un abito, che indosserai prima di incontrarmi di
nuovo qui.”
Thao si chinò e prendendomi la mano, mi aiutò ad alzarmi. Ero veramente
rigido. Entrai nella piccola stanza che mi aveva indicato, mi svestii
completamente ed indossai l’abito, che mi andava perfettamente bene. Ciò
era sorprendente, visto che nonostante i miei 178 centimetri di altezza, ero
un nano rispetto alle mie ‘hostess’.
Poco dopo, tornato in cabina, Thao mi consegnò qualcosa a forma di
bracciale, erano in verità un paio di enormi occhiali.
Un po’ come gli occhiali da motociclista, erano notevolmente colorati. Alla
sua richiesta, li indossai e per farlo dovetti togliere i miei, poiché sarebbero
stati schiacciati da questi più grandi. Si inserirono perfettamente nella
sagoma dei miei occhi.
“Un’ultima precauzione,” disse.
Alzando la mano verso il divisorio, in qualche modo attivò un meccanismo,
poiché la luce intensa riapparve e ne sentii l’intensità nonostante i forti
occhiali. Inoltre mi accorsi ancora una volta della corrente d’aria fresca.
Le luci si spensero. La corrente d’aria non si sentì più, ma Thao non si
mosse, sembrava stesse aspettando qualcosa. Finalmente si udì una voce e
Thao mi tolse i grandi occhiali colorati. Li sostituii con i miei e mi chiese di
seguirla. Prendemmo la stessa direzione di quando l’avevo seguita in corpo
Astrale e ci trovammo di nuovo nella stanza di comando.
Una delle astronaute più vecchie (dico più vecchia, ma forse dovrei dire ‘più
seria’ poiché sembravano avere tutte all’incirca la stessa età) fece un breve
cenno a Thao che mi mise a sedere davanti al pannello, chiedendomi di
rimanere là. Rapidamente raggiunse la sua collega e capii che erano molto
occupate.
Quanto a me, cominciai a controllare se potevo davvero liberarmi dal campo
di forza. Non appena mi sedetti, fui effettivamente ingessato alla sedia, una
sensazione che non mi piacque per niente.
Spostando un po’ la mano, trovai che mi ero immediatamente liberato e ciò
durava fintanto che la mia mano rimaneva davanti alla cellula.
Il pannello trasmetteva un’immagine di circa 500 persone in piedi sulla riva
e abbastanza vicine ai ‘fortini’. Grazie ai primi piani possibili con le
telecamere, avevamo una visione eccellente di queste persone, che erano
tutte quasi nude, dal più vecchio al più giovane. Di nuovo, potei notare che
molti di loro erano deformi o presentavano delle brutte ferite. Tutti
gesticolavano nella direzione delle sfere che stavano prelevando campioni di
terreno e di sabbia, ma nessuno si avvicinava. Gli uomini dall’aspetto più
forte portavano ciò che sembravano essere dei machete, o delle sciabole.
Pareva stessero guardando qualcosa di particolare.
Sentii toccarmi la spalla e mi girai sorpreso. Era Thao. Mi sorrise e ricordo
con chiarezza di aver apprezzato, per la prima volta, la bellezza e nobiltà del
suo viso.
Ho già accennato ai suoi capelli, che erano lunghi e morbidi, di colore biondo
dorato, che le cadevano sulle spalle e incorniciavano il volto di forma
perfettamente ovale. Aveva una fronte grande e un po’ sporgente.
I suoi occhi blu malva e le lunghe ciglia arricciate sarebbero state l’invidia di
molte donne sul nostro pianeta. Le sopracciglia curvate all’insù, simili alle ali
di un gabbiano, aggiungevano un fascino unico. Sotto i suoi occhi, che
brillavano e a volte stuzzicavano, c’era il naso, ben proporzionato e
leggermente schiacciato nella parte inferiore, che accentuava una bocca
sensuale. Quando sorrideva, rivelava dei denti perfetti, così perfetti che si
poteva pensare fossero falsi. (Questo mi avrebbe sorpreso.) Il mento, di
bella forma ma un po’ angolare, suggeriva una determinazione ostinata che
sembrava in qualche modo maschile, ma che non riduceva il suo fascino.
Una debole ombra di peli sopra il labbro superiore avrebbe potuto rovinare
questo viso perfetto, se non fossero stati biondi.
“Vedo che già sai liberarti dal campo di forza, Michel.”
Stavo per rispondere, quando un’esclamazione quasi generale ci fece
volgere gli occhi verso il pannello.
La gente sulla spiaggia stava precipitandosi in massa verso le abitazioni, e ci
si tuffò dentro di corsa, mentre si era formata una linea di uomini armati di
sciabole o picconi, che affrontava la ‘cosa’ più incredibile che io potessi mai
avere immaginato.
Un gruppo di formiche rosse, ognuna della grandezza di una mucca, stava
correndo da dietro le rocce sulla spiaggia. Si muovevano più rapidamente di
cavalli al galoppo.
Gli uomini armati, continuavano a guardarsi indietro, come per confrontare
la velocità con la quale la gente si metteva al sicuro, rispetto all’avanzata
delle formiche. Già queste ultime erano vicine, troppo vicine…
Gli uomini le affrontarono coraggiosamente, quando, con solo un secondo di
esitazione, la prima bestia attaccò. Potevamo distinguere chiaramente le
mandibole, ognuna delle dimensioni di un braccio umano. Inizialmente, la
creatura gesticolò, permettendo all’uomo di colpire con la sua sciabola, ma
tagliò solo l’aria. Immediatamente, le mandibole gli circondarono la vita,
troncandolo nettamente in due. Un’altra coppia di formiche aiutò la prima a
ridurlo in brandelli, mentre il resto lanciava l’assalto ai combattenti in fuga,
avvicinandosi rapidamente a loro, troppo rapidamente…
Dalla sfera, fuoriuscì un raggio blu elettrico di intensità insopportabile,
proprio nel momento in cui le formiche erano sugli uomini. Le creature
furono colpite a morte, una dopo l’altra, con precisione ed efficacia
stupefacenti. Spirali di fumo si levarono dalla carne bruciata degli animali
sparsi per terra, le cui gambe enormi si contorcevano nell’ultimo spasmo.
Il raggio continuava la sua devastazione fra le formiche, annichilendo
istantaneamente e sistematicamente gli insetti giganti. Devono aver saputo
istintivamente di non poter opporsi a questa forza quasi supernaturale e
fuggirono in ritirata.
Tutto accadde molto rapidamente. Thao era ancora di fianco a me, la sua
faccia rifletteva disgusto e tristezza piuttosto che rabbia.
Un’ulteriore occhiata al pannello rivelò una nuova scena: la sfera che
inseguiva le formiche nella loro frettolosa ritirata, non solo con la telecamera
ma anche con il raggio mortale. Il resto dello sciame, che stimai essere di
sei, settecento formiche, fu decimato. Nessuna fu lasciata viva.
La sfera ritornò nella sua precedente posizione sopra la spiaggia ed estrasse
uno speciale utensile col quale perlustrò tra le carcasse. Potevo vedere una
delle astronaute seduta alla sua postazione, parlare nel proprio computer.
Questo mi spinse a chiedere a Thao se stava supervisionando il lavoro
appena compiuto.
“Al momento, si, perché questo lavoro non era originariamente previsto.
Stiamo prendendo campioni di queste creature, in particolare parti del
polmone, per poi analizzarle. Pensiamo che alcuni tipi di radiazioni abbiano
prodotto queste forme di creature mutanti. Infatti, le formiche non hanno
polmoni, ma l’unica spiegazione logica per il loro improvviso gigantismo
è….”
Thao si arrestò bruscamente. La telecamera trasmetteva un’immagine degli
uomini che riemergevano dal loro rifugio, gesticolando selvaggiamente verso
la sfera. Tenevano le braccia spalancate e si prostravano a terra. Ripetendo
questo schema.
“Possono vedere questo vascello?” Chiesi.
“No. Siamo ad un’altitudine di 40.000 metri, e, inoltre, ci sono attualmente
tre strati di nuvole tra il pianeta e noi. D’altra parte, possono vedere il
nostro satellite e penso che sia a questo che stanno dirigendo i loro gesti di
gratitudine.”
“Forse prendono la sfera come un dio che li ha salvati dalla rovina?”
“E’ abbastanza probabile.”
“Puoi dirmi cosa sta accadendo? Chi è questa gente?”
“Ci vorrebbe troppo a spiegartelo, Michel, specialmente adesso con così
tanta attività nel vascello, ma posso soddisfare la tua curiosità spiegandotelo
brevemente.
“Queste persone sono, in un certo senso, le discendenti di antenati di popoli
che ancora esistono sul vostro pianeta. Infatti, un gruppo dei loro antenati
popolò un continente del pianeta Terra circa 250.000 anni fa. Qui,
possedevano una civilizzazione che era molto avanzata, ma, avendo
innalzato enormi barriere politiche tra loro, alla fine si autodistrussero, 150
anni fa, con l’atomo.”
“Vuoi dire una guerra nucleare totale?”
“Si, determinata da una reazione a catena. Noi veniamo, di tanto in tanto, a
prendere campioni per studiare il grado di radiazione ancora esistente nelle
varie regioni. A volte anche, come alcuni momenti fa, li aiutiamo.”
“Ma devono prendervi per Dio stesso, dopo quello che avete appena fatto!”
Thao sorrise ed annuì col capo. “Ah si, questo è certamente vero, Michel. Ci
prendono per dei, esattamente come sul tuo pianeta, anche alcuni vostri
antenati ci presero per dei. Parlano ancora di noi…
Devo aver mostrato sorpresa totale, tanto che Thao mi lanciò uno sguardo
divertito.
“Ti avevo avvisato qualche momento fa che la mia spiegazione sarebbe stata
in qualche modo prematura. Avremo molto tempo per riparlarne. Inoltre è
per questo che tu sei con noi.”
Con ciò, si scusò e riprese posto davanti alla sua postazione. Le immagini
cambiavano rapidamente sul pannello. La sfera tornava su ed avemmo la
visione di un’intera sezione del continente, su cui notai, in alcune zone,
appezzamenti di verde e marrone. La sfera riprese il proprio posto all’interno
del vascello e ripartimmo.
Volammo sopra il pianeta a velocità mozzafiato e acconsentii di essere
imprigionato nella mia poltrona dal campo di forza.
Sullo schermo c’erano le immagini delle acque di un oceano immenso.
Potevamo distinguere un’isola, che ‘cresceva’ rapidamente.
Sembrava essere un’isola molto bassa, anche se, da parte mia, avevo
realmente problemi nella stima delle dimensioni.
L’intera procedura già descritta, fu ripetuta. Ci fermammo sopra la costa e,
questa volta, quattro sfere lasciarono la nave spaziale e scesero sull’isola.
Nel pannello potevo scorgere la spiaggia che la telecamera stava scrutando.
Sul bordo dell’acqua, era posato qualcosa che assomigliava a delle spesse
lastre, attorno alle quali erano riuniti uomini nudi, dello stesso genere che
avevamo visto in precedenza. Non sembravano avere notato la sfera e
supposi che questa volta, fosse ad un’altitudine molto più elevata di prima,
nonostante le immagini sempre molto ravvicinate che stavamo ricevendo.
Sul pannello, potevamo vedere gli uomini che trasportavano una delle lastre
sulle onde. Galleggiava, come se fosse fatta di sughero. Gli uomini si
issarono sopra di essa, afferrarono grandi remi che maneggiarono
abilmente, e la barca prese il mare aperto.
Quando furono ad una buona distanza dalla riva, tirarono fuori fili da pesca
e, con mia sorpresa, quasi immediatamente, tirarono su pesci che
sembravano di una grandezza rispettabile.
Era affascinante vedere come questi uomini stavano sopravvivendo ed
essere capaci di aiutarli, come se fossimo dei.
Mi ero liberato dal campo di forza, desiderando andare a studiare gli altri
schermi che stavano ricevendo immagini diverse. Proprio mentre stavo
avventurandomi fuori dal mio posto, ricevetti un ordine, senza udire alcun
suono: “Stai dove sei, Michel.” Ero stupefatto. Era come se la voce fosse
dentro la mia testa. Girai la testa verso Thao e vidi che mi sorrideva. Decisi
di tentare qualcosa, e pensai più forte che potei, “La telepatia è grande, non
è vero Thao?”
“Naturalmente”, rispose allo stesso modo.
“E’ meraviglioso! Puoi dirmi che temperatura c’è laggiù, sul pianeta, in
questo momento?”
Lei controllò i dati dalla sua postazione. “Ventotto dei vostri gradi Celsius.
Durante il giorno la temperatura media è di trentotto gradi.”
Dissi a me stesso che se anche fossi sordo e muto, potrei comunicare con
Thao facilmente come con le parole.
“Esattamente mio caro.”
Guardai Thao con una certa sorpresa. Stavo facendo una riflessione
personale e lei aveva intercettato lo stesso i miei pensieri. Ero un po’
spiazzato da questa cosa.
Mi fece un ampio sorriso. “Non preoccuparti, Michel. Stavo solo scherzando e
ti chiedo di perdonarmi.
“Normalmente leggo i tuoi pensieri solo quando mi fai una domanda. Volevo
solo dimostrarti cosa è possibile in questo dominio; non lo ripeterò.”
Ricambiai il suo sorriso e diressi nuovamente la mia attenzione al pannello.
Là potei vedere una sfera sulla spiaggia, molto vicina ad un gruppo di uomini
che non sembravano averla notata. Questa sfera stava recuperando
campioni di sabbia da un punto a circa dieci metri dal gruppo.
Telepaticamente chiesi a Thao perché questa gente non fosse in grado di
vedere la macchina.
“E’ notte”, mi rispose.
“Notte? Ma come mai noi possiamo vedere le cose così chiaramente?”
“Telecamere speciali, Michel. Qualcosa come i vostri infrarossi.”
Adesso capii meglio perché le immagini ricevute erano meno ‘luminose’
rispetto alle nostre fermate precedenti. Tuttavia, i primi piani erano
eccellenti. Proprio allora, sul pannello, apparve l’inquadratura di una faccia
apparentemente di una femmina. Era veramente orribile. La povera creatura
aveva un enorme taglio dove doveva essere il suo occhio sinistro. La bocca
era posizionata alla destra della faccia e sembrava una piccola apertura nel
mezzo della mascella, intorno alla quale c’erano le labbra che sembravano
fuse insieme. In cima alla testa, pendeva pietosamente un singolo ciuffo di
capelli.
Potevamo adesso vederle i seni, e sarebbero stati molto graziosi, se uno di
questi non avesse avuto una brutta ferita sul lato.
“Con dei seni così, deve essere giovane?” Chiesi.
“Il computer dice che ha 19 anni.”
“Radiazioni?”
“Naturalmente.”
Apparvero altre persone, alcune delle quali sembravano perfettamente
normali. C’erano maschi tra loro, con fisico atletico, che sembravano essere
ventenni.
“Qual’è l’età del più vecchio? Lo sai?”
“Al momento, non abbiamo dati di nessuno più vecchio di 38 anni, e un anno
di questo pianeta corrisponde a 295 giorni di 27 ore. Ora, se guardi lo
schermo, puoi vedere un primo piano dell’area genitale di quel bel giovane
atletico. Come noterai, i genitali sono completamente atrofizzati. Abbiamo
già scoperto, dalle precedenti spedizioni, che ci sono attualmente pochissimi
uomini capaci di procreazione, ci sono però parecchi bambini. E’ l’istinto di
sopravvivenza di tutte le razze a riprodursi il più velocemente possibile.
Così, la soluzione ovvia potrebbe essere che i maschi in grado di riprodursi
sono ‘stalloni’. Quest’altro uomo dev’essere uno di loro, penso.”
Effettivamente, la telecamera stava riprendendo un uomo di circa 30 anni,
forse, in possesso di attributi fisici sicuramente in grado di produrre prole.
Potevamo inoltre vedere molti bambini che andavano e venivano attorno a
piccoli fuochi sui quali si coceva del cibo.
Gli uomini e donne seduti intorno ai fuochi, prendevano i pezzi di cibo cotti e
li dividevano con i bambini. I fuochi sembravano di legna, ma non potevo
esserne sicuro. Erano alimentati da qualcosa in forma di pietre.
Dietro i fuochi, lastre simili alle barche viste precedentemente, erano
accatastate e assemblate in modo da formare dei ripari che sembravano
abbastanza confortevoli.
Nel campo di visibilità della telecamera, non si poteva vedere alcun albero,
forse, però, esistevano, perché avevo notato macchie di verde, quando
avevamo sorvolato il continente.
Tra due capanne, apparvero alcuni maialini neri, inseguiti da tre cani gialli
furiosi, che sparirono però rapidamente dietro un’altra capanna. Ero stupito
e non potei che chiedermi se davvero stessi osservando un altro pianeta.
Questi umani mi assomigliavano, o piuttosto erano come Polinesiani, e
c’erano cani e maiali. Era tutto sempre più sorprendente…
La sfera iniziò a ritornare, come senza dubbio fecero anche le altre sfere,
che erano controllate da schermi che non potevo vedere facilmente dalla mia
posizione. L’operazione di ‘rientro alla nave’ era iniziata, e tutte le sfere
furono ‘riassorbite’ senza incidenti, come l’altra volta.
Supposi stessimo per ripartire e così mi installai confortevolmente nel mio
posto, permettendo così al campo di forza di trattenermi.
Alcuni momenti dopo, comparvero i soli del pianeta, erano due, poi tutto
rimpicciolì rapidamente, proprio come quando lasciammo la Terra. Dopo un
periodo, che sembrò abbastanza corto, il campo di forza fu neutralizzato e
capii che ero libero di muovermi fuori del mio posto. Fu una bella
sensazione. Notai che Thao si stava dirigendo verso di me accompagnata da
due delle più ‘vecchie’, se così posso dire, delle sue compagne. Rimasi in
piedi a lato del mio sedile davanti alle tre astronaute.
Per guardare Thao, ero già obbligato ad alzare la testa, ma quando mi
presentò, in francese, alla più ‘anziana’ di loro, mi sentii ancora più piccolo.
Quest’ultima era facilmente una testa più alta di Thao.
Fui completamente stupito, quando lei, Biastra, mi parlò correttamente,
anche se lentamente, in Francese. Mise la sua mano destra sulla mia spalla
dicendo:
“Sono deliziata di averti a bordo, Michel. Spero che tutto ti vada bene e che
continui ad essere così. Posso presentarti Latoli, la seconda in carica del
nostro veicolo spaziale, essendo io ciò che voi chiamereste ‘Comandante in
Capo’ dell’Alatora .
Girandosi verso Latoli, disse alcune parole nel proprio linguaggio e anche
Latoli appoggiò la mano sulla mia spalla. Con un caldo sorriso, ripeté varie
volte il mio nome lentamente, come qualcuno che abbia difficoltà a
pronunciare una nuova lingua.
La sua mano rimase sulla mia spalla e una sensazione di benessere, una
definita sensazione fluida, passò attraverso il mio corpo.
Ero ovviamente sopraffatto da questo, e loro tre iniziarono a ridere.
Leggendo nei miei pensieri, Thao mi rassicurò.
“Michel, Latoli possiede un dono speciale, anche se non raro tra la nostra
gente. Quello che hai avuto modo di sperimentare, è un fluido magnetico e
benefico che emana da lei.”
“E’ meraviglioso!” Esclamai. “Per favore falle i complimenti da parte mia.”
Poi mi rivolsi alle altre due astronaute. “Grazie per il vostro benvenuto, ma
devo confessare di essere assolutamente sbalordito da ciò che mi sta
accadendo. E’ davvero l’avventura più incredibile per un Terrestre come me.
Anche se ho sempre creduto nella possibilità che altri pianeti potessero
essere abitati da esseri simili agli umani, sto ancora faticando a convincermi
che questo non è un sogno fantastico.
“Avevo spesso discusso di cose come la telepatia, extraterrestri e ciò che
chiamiamo ‘dischi volanti’ con gli amici sulla Terra, ma erano solo parole e
frasi altisonanti dette in ignoranza. Ora ho la prova di ciò che avevo
sospettato così a lungo sull’esistenza di universi paralleli, la dualità dei nostri
esseri e altri avvenimenti inspiegabili. Sperimentare tutto ciò che ho vissuto
nelle ultime ore è talmente eccitante che mi toglie il fiato.”
Latoli, ammirando il mio monologo, emise un’esclamazione con parole che
non capii e che Thao immediatamente mi tradusse.
“Latoli comprende molto bene il tuo stato mentale, Michel.” “Anch’io”,
aggiunse Biastra.
“Come ha potuto capire quanto ho detto?”
“Si è ‘tuffata’ telepaticamente nella tua mente, mentre stavi parlando. Come
puoi capire, la telepatia non è ostacolata dalle barriere linguistiche.”
La mia meraviglia le divertiva e perenni sorrisi si affacciavano sulle loro
labbra. Biastra si rivolse a me.
“Michel, se gentilmente vorrai seguirmi, ti presenterò al resto
dell’equipaggio.” Mi guidò per la spalla alla postazione successiva, dove tre
astronaute stavano monitorando gli strumenti. Non mi ero mai avvicinato a
queste postazioni e, nemmeno quando ero nel mio corpo astrale, avevo
prestato alcuna attenzione a ciò che si leggeva su questi computer.
L’occhiata che adesso diedi mi immobilizzò completamente. I numeri davanti
ai miei occhi erano Arabi! Mi rendo conto che chi legge sarà tanto sorpreso
quanto lo fui io, ma quelli erano i fatti. Gli 1, 2, 3, 4, ecc. che apparivano sui
monitor, erano gli stessi numeri che vediamo sulla Terra.
Biastra notò il mio stupore. “È proprio vero Michel, per te c’è una sorpresa
dopo l’altra. Non pensare che ci divertiamo a tue spese, anzi, capiamo
perfettamente il tuo stupore. Tutto andrà a posto a suo tempo. Per ora
permettetemi di presentarti Naola.”
La prima delle astronaute si alzò e si girò verso di me. Pose la sua mano
sulla mia spalla, come avevano fatto Biastra e Latoli. Pensai che questo
gesto doveva corrispondere alla nostra stretta di mano. Naola si rivolse a me
nella sua lingua, e poi anche lei ripeté il mio nome tre volte, come se
volesse impararlo a memoria per sempre. Era circa delle stesse dimensioni
di Thao.
La stessa cerimonia si verificava ogni volta che venivo presentato e così feci
ufficialmente la conoscenza di tutti i membri dell’equipaggio. C’era una
somiglianza tra loro che colpiva. I loro capelli, per esempio, variavano solo
in lunghezza e sfumatura, che andava da un rame scuro ad un luminoso
biondo dorato. Alcune avevano il naso più lungo o largo di altre, ma tutte
avevano occhi che tendevano al luminoso piuttosto che all’oscuro, e tutte
avevano orecchie graziose e di bella forma.
Latoli, Biastra e Thao mi invitarono a sedere in una delle comode sedie.
Quando fummo tutti confortevolmente seduti, Biastra mosse la mano in un
modo particolare vicino al bracciolo della sua sedia e vidi venire verso di noi,
galleggiando nell’aria, quattro vassoi rotondi. Ognuno portava un
contenitore di un liquido giallastro e una ciotola di qualcosa di biancastro con
una consistenza simile a capelli d’angelo ma in forma granulata. ‘Pinze’
piatte servivano da forchette. I vassoi vennero ad appoggiarsi sui braccioli
delle nostre sedie.
Ero parecchio incuriosito. Thao propose, che se desideravo partecipare a
quel rinfresco, dovevo seguire il suo esempio. Sorseggiò dal suo ‘bicchiere’ e
io feci lo stesso, trovando la bevanda di gusto piuttosto piacevole, simile a
una miscela di acqua e miele. Le mie compagne, usarono le ‘pinze’ per
mangiare la miscela granulata nelle ciotole. Seguendo il loro esempio,
assaggiai per la prima volta quello che sulla Terra chiamiamo ‘manna’. È
simile al pane e tuttavia è estremamente leggera e senza alcun sapore
particolare. Mangiai solo la metà del contenuto della mia ciotola e mi sentii
già soddisfatto, cosa che mi sorprese considerando la consistenza di questo
alimento. Finii la mia bevanda e, nonostante non potessi dire di avere
pranzato in modo raffinato, avvertii un senso di benessere e non avevo più
fame né sete.
“Forse avresti preferito un piatto Francese, Michel?” chiese Thao con un
sorriso sulle labbra.
Sorrisi anch’io, ma Biastra sbuffò.
Proprio allora, un segnale attirò la nostra attenzione sul pannello. Al centro,
e in primo piano, apparve la testa di una donna, somigliante alle mie ospiti.
Parlò rapidamente. Le mie compagne si girarono leggermente sui sedili per
meglio partecipare a ciò che veniva detto. Naola, alla sua postazione, iniziò
un dialogo con la figura sullo schermo, proprio come i nostri intervistatori
televisivi fanno sulla Terra. Impercettibilmente, l’inquadratura cambiò da
primo piano a grand’angolo, rivelando la presenza di una dozzina di donne
ognuna davanti a una postazione.
Thao mi prese per la spalla e mi guidò verso Naola, posizionandomi in una
sedia di fronte ad uno degli schermi. Prese posto al mio fianco e si rivolse
alle persone sul monitor. Parlò per un certo tempo, rapidamente, con la sua
voce melodiosa, girandosi frequentemente verso di me. Con ogni evidenza
ero io il soggetto principale della conversazione.
Quando ebbe finito, la donna riapparve in primo piano, rispondendo con
alcune brevi frasi. Con mia grande sorpresa, i suoi occhi mi fissarono e mi
sorrise. “Ciao Michel, ti auguriamo un arrivo sicuro su Thiaoouba.”
Aspettò una mia risposta. Quando superai la sorpresa, le espressi caldi
ringraziamenti. Ciò, in ritorno, produsse numerose esclamazioni e commenti
da parte delle sue compagne, che riapparvero sullo schermo, in immagine
grand’angolare.
“Mi hanno capito?” Chiesi a Thao.
“Telepaticamente si, ma sono deliziate di sentire qualcuno di un altro
pianeta parlare la propria lingua. Per molte di loro, questa è un’esperienza
abbastanza rara.”
Scusandosi, Thao si rivolse di nuovo allo schermo e ciò che intuii essere una
conversazione tecnica, proseguì, includendo Biastra. Alla fine, dopo un
sorriso rivolto nella mia direzione e un ‘ci vediamo presto’, l’immagine fu
‘tagliata’.
Dico ‘tagliata’ perché lo schermo non divenne semplicemente bianco,
piuttosto, l’immagine fu sostituita da un colore bello e soffice, una miscela di
verde e azzurro indaco che produsse un senso di contentezza. Sbiadì
gradualmente dopo circa un minuto.
Girandomi verso Thao, chiesi cosa significasse tutto questo, avevamo
incontrato un altro vascello spaziale, e cos’era questo Thiaba o Thiaoula…?
“Thiaoouba, Michel, è il nome che abbiamo dato al nostro pianeta, proprio
come voi chiamate il vostro ‘Terra’. La nostra base intergalattica ci ha
contattato, dato che arriveremo a Thiaoouba in 16 delle vostre ore Terrestri
e 35 minuti.” Questo l’aveva controllato con un’occhiata al computer più
vicino.
“Quelle persone allora, sono tecnici sul tuo pianeta?”
“Si, come ho appena detto, sulla nostra base intergalattica.
“Questa base controlla continuamente i nostri veicoli spaziali e se fossimo in
difficoltà per ragioni tecniche o umane, nell’81 per cento dei casi, sarebbe in
grado di controllare il nostro ritorno sicuro in porto.”
Ciò non mi sorprese particolarmente, poiché mi ero reso conto di avere a
che fare con una razza superiore, le cui possibilità tecnologiche erano ben
oltre la mia comprensione. Ciò che mi venne in mente era che, non solo
questo veicolo spaziale, ma anche la base intergalattica sembravano essere
gestite solo da donne. Una squadra femminile come questa sarebbe stata
abbastanza eccezionale sulla Terra.
Mi chiesi se Thiaoouba fosse popolato solo da donne… come Amazzoni dello
spazio. Sorrisi al pensiero. Ho sempre preferito la compagnia delle donne
piuttosto che quella degli uomini: era un pensiero parecchio piacevole…!
La mia domanda a Thao fu diretta. “Sei di un pianeta popolato solamente da
donne?”
Mi guardò con apparente sorpresa, poi la sua faccia si illuminò divertita. Ero
un po’ preoccupato. Ho detto qualcosa di stupido? Mi appoggiò la mano sulla
spalla e mi chiese di seguirla. Lasciammo la sala di controllo ed entrammo
immediatamente in una stanza più piccola (denominata Haalis) che aveva un
ambiente del tutto rilassante. Thao mi spiegò che in quella stanza non
saremmo stati interrotti, perché gli occupanti acquisivano, con la loro
presenza, il diritto all’assoluta privatezza. Mi invitò a scegliere uno dei molti
posti di cui la stanza disponeva.
Alcuni erano come letti, altri come poltrone, altri somigliavano ad amache,
mentre altri ancora erano come alti sgabelli con lo schienale adattabile. Era
difficile che nessuno di questi potesse soddisfare le mie esigenze.
Una volta seduto comodamente su una specie di poltrona con Thao che mi
stava di fronte, osservai la sua faccia diventare ancora una volta seria.
Cominciò a parlare.
“Michel, non ci sono donne a bordo di questo veicolo spaziale…!”
Se mi avesse detto che non ero su una nave spaziale, ma nel deserto
Australiano, le avrei creduto più prontamente. Vedendo l’espressione
incredula sul mio volto, aggiunse, ‘non ci sono neppure uomini’. Al che, la
mia confusione fu assoluta.
“Ma”, esitai, “Siete cosa? Dei robot?”
“No, penso tu abbia frainteso. In una parola, Michel, siamo ermafroditi.
Naturalmente tu sai cos’è un’ermafrodita?”
Annuii, molto confuso, e allora chiesi, “Il vostro pianeta è abitato
esclusivamente da ermafrodite?”
“Si.”
“Però la vostra faccia e i modi sono più femminili che maschili.”
“Effettivamente, potrebbe apparire così, ma credimi quando ti dico che non
siamo donne ma ermafroditi. La nostra razza è sempre stata così.”
“Devo confessare che tutto questo mi crea molta confusione. Sarà difficile
pensarvi come dei ‘lui’ piuttosto che delle ‘lei’, come ho fatto da quando
sono tra di voi.”
“Non hai nulla da immaginare, mio caro. Siamo semplicemente ciò che
siamo: esseri umani di un altro pianeta che vivono in un mondo diverso dal
tuo. Posso capire che ti piacerebbe definirci di un sesso o dell’altro, perché
pensi come un Terrestre e Francese. Forse, per una volta, potresti usare il
genere neutro dell’inglese e pensarci come un ‘esso/a’.”
Sorrisi a questo suggerimento ma continuai a sentirmi disorientato. Solo
pochi momenti fa, avevo creduto di essere tra Amazzoni.
“Ma, come accade la riproduzione della vostra razza?” Chiesi. “Può
un’ermafrodita riprodursi?”
“Certo che possiamo, esattamente come fate voi sulla Terra; la sola
differenza è che noi controlliamo genuinamente le nascite, ma questa è
un’altra storia. A suo tempo, capirai, ma ora dovremmo raggiungere gli
altri.”
Tornammo al posto di controllo e mi ritrovai a guardare queste astronaute
‘con nuovi occhi’. Guardando il mento di una lo trovai molto più mascolino di
quanto mi fosse sembrato prima. Il naso di un’altra era decisamente
mascolino e lo stile dei capelli di alcune era da uomo. Mi venne in mente che
noi realmente vediamo la gente come pensiamo che sia, piuttosto che come
è.
Allo scopo di sentirmi meno imbarazzato tra loro, mi creai una regola: le
avevo prese per donne, in quanto per me assomigliavano più a donne che a
uomini; così continuerò a pensarle come donne e vedremo come questo
funzionerà.
Da dov’ero, potevo seguire sul pannello centrale il movimento delle stelle,
mentre procedevamo per nostra strada. A volte sembravano enormi e
accecanti mentre passavamo un po’ troppo vicino, alcuni milioni di chilometri
da esse. Altre volte, notavamo anche pianeti dai colori sconosciuti. Me ne
ricordo uno di un verde smeraldo così puro che ne fui stordito. Assomigliava
ad un enorme gioiello.
Thao mi si avvicinò e approfittai dell’opportunità per chiederle notizie
riguardo ad una fascia di luce che era comparsa sulla base dello schermo.
Questa luce era composta di qualcosa che assomigliava a milioni di piccole
esplosioni.
“Sono causate dai nostri cannoni antimateria, come li chiamereste sulla
Terra, e, infatti, sono esplosioni. Alla velocità a cui stiamo viaggiando, le più
minuscole meteoriti frantumerebbero questo veicolo spaziale se lo
colpissero. Così, usiamo delle stanze dove immagazzinare determinati tipi di
polvere sotto enorme pressione, e questa poi alimenta i nostri cannoni
antimateria. Il nostro vascello può essere considerato un cosmotrone, che
spara flussi di particelle accelerate che disintegrano i più microscopici corpi
erranti nello spazio, a distanze molto davanti e ai lati del nostro veicolo
spaziale. Questo è ciò che ci permette di raggiungere le velocità che
raggiungiamo. Attorno al nostro vascello, creiamo il nostro campo
magnetico…”
“Per favore, non così velocemente. Come sai, Thao, non ho le conoscenze
scientifiche adeguate e se parli di cosmotroni e particelle accelerate, mi
perdi. Capisco il principio, che è certamente molto interessante, ma non
sono bravo coi termini tecnici. Puoi spiegarmi piuttosto perché i pianeti sullo
schermo sono colorati in quel modo?”
“A volte a causa della loro atmosfera e a volte per i gas che li circondano.
Vedi un punto multicolore con una coda, alla destra dello schermo?” La
‘cosa’ si stava avvicinando ad alta velocità. Ogni secondo successivo
eravamo in grado di ammirarla meglio.
Sembrava esplodere continuamente e cambiare forma, i suoi colori
indescrivibilmente ricchi. Guardai Thao.
“E’ una cometa”, disse. “Completa una rivoluzione attorno al suo sole in
approssimativamente 55 dei vostri anni Terrestri.
“Quanto distiamo da essa?”
Diede un’occhiata al computer: “4.150.000 chilometri.”
“Thao,” dissi, “Come mai usate i numeri Arabi?” E quando parli di
‘chilometri’, stai traducendo per me, oppure realmente usate questa
misura?”
“No. Noi contiamo in Kato e Taki. Usiamo i numeri che tu riconosci come
Arabi, per il semplice motivo che è il nostro sistema, quello che abbiamo
portato sulla Terra.”
“Cosa? Per favore spiegati meglio.”
“Michel, abbiamo parecchie ore prima di arrivare a Thiaoouba. Questo è
probabilmente il momento migliore per incominciare ad ‘istruirti’ seriamente
su alcuni argomenti. Se non ti dispiace, torneremo nella Haalis, dove
eravamo prima.” Seguii Thao, la mia curiosità diventava più forte che mai.
(Cifre. Il numero degli angoli in ogni cifra corrisponde al suo significato numerico. Ad esempio: 1 ha un angolo e 9 nove angoli.)
3
Il primo uomo sulla Terra
Una volta ristabilitomi confortevolmente nella Haalis, la stanza
precedentemente descritta, Thao iniziò il suo racconto.
“Michel, precisamente 1.350.000 anni fa, sul pianeta Bakaratini della
costellazione del Centauro, i leader di quel pianeta, a seguito di numerose
riunioni e spedizioni di ricognizione, presero la decisione, di inviare vascelli
abitati verso i pianeti Marte e Terra.
“Questo per una ragione molto semplice: il nucleo del loro pianeta si stava
raffreddando e sarebbe diventato inabitabile entro 500 anni. Così pensarono,
molto ragionevolmente, che era preferibile evacuare la loro gente verso un
pianeta più giovane della stessa categoria…”
“Cosa intendi per ‘stessa categoria’?”
“Te lo spiegherò più avanti, farlo adesso sarebbe prematuro. Tornando a
questa gente, devo dirti che erano umani, molto intelligenti e altamente
evoluti. Una razza nera, avevano labbra grosse, naso schiacciato e capelli
ricci, somigliando, per queste caratteristiche, ai neri che vivono adesso sulla
Terra.
“Questa gente aveva abitato il pianeta Bakaratini per 8.000.000 di anni in
coabitazione con una razza gialla.
“Per essere precisa, questa era quella che sulla Terra chiamate la razza
Cinese ed abitavano su Bakaratini da circa 400 anni prima dei neri. Le due
razze furono testimoni di numerose rivoluzioni durante la loro permanenza
sul pianeta. Noi cercammo di dare loro sollievo, assistenza e guida ma,
nonostante il nostro intervento, periodicamente scoppiavano guerre. Questo,
unitamente alle catastrofi naturali che si verificavano sul pianeta, causò
l’assottigliamento della popolazione di entrambe le razze.
“Infine scoppiò una guerra nucleare di così vasta scala che l’intero pianeta
precipitò nell’oscurità e la temperatura scese a meno 40 gradi Celsius. Non
solo le radiazioni atomiche distrussero la popolazione, ma il freddo e la
mancanza di cibo completarono il resto.
“È un fatto registrato che solo 150 neri e 85 gialli sopravvissero alla
catastrofe, da una popolazione che era di sette miliardi di umani neri e
quattro miliardi di gialli. Un registro dei sopravvissuti fu fatto prima che
ricominciassero a riprodursi e quando smisero di uccidersi l’un l’altro.”
“Cosa intendi per ‘uccidersi l’un l’altro’?”
“Lasciami spiegarti tutta la situazione e sarai in grado di capire meglio.
“Innanzi tutto è importante spiegare che quelli che sopravvissero non erano,
come potresti aspettarti, i leader, ben protetti in rifugi appositamente
attrezzati.
“I sopravvissuti, che comprendevano tre gruppi di neri e cinque gruppi di
gialli, giunsero, alcuni da rifugi privati e altri da rifugi pubblici. Ovviamente,
nel periodo della guerra, c’erano molto più di 235 persone nei rifugi: infatti,
si ritiene fossero oltre 800.000 in tutto. Dopo mesi di confinamento al buio e
al freddo intenso, alla fine furono in grado di uscire all’aperto.
“I neri si avventurarono fuori per primi, scoprendo che non c’erano quasi più
alberi, né piante, né animali di sorta, nel loro continente. Fu un gruppo,
isolato nel proprio rifugio in montagna, che per primo conobbe il
cannibalismo. A causa della mancanza di cibo, quando i più deboli morivano,
venivano mangiati; poi, per mangiare, cominciarono ad uccidersi l’un l’altro;
e questa fu la peggior catastrofe sul loro pianeta.
“Un altro gruppo, vicino all’oceano, riuscì a sopravvivere mangiando l’unica
cosa vivente rimasta sul pianeta, non troppo contaminata, che erano i
molluschi, qualche pesce e crostacei. Avevano anche dell’acqua non
inquinata grazie ad ingegnosi impianti che gli permettevano di ottenerla da
grandi profondità.
“Naturalmente, molti di questi morirono comunque, per effetto delle
radiazioni letali sul pianeta o per aver mangiato pesce pieno di radioattività.
“Lo stesso corso di eventi si verificò nel territorio dei gialli; cosicché, come ti
ho detto, rimasero solo 150 neri e 85 gialli, poi finalmente i decessi derivanti
dalla guerra cessarono e la riproduzione cominciò di nuovo.
“Tutto questo accadde nonostante tutti gli avvertimenti che avevano
ricevuto. Va detto che prima di questa decimazione quasi totale, entrambe
le razze, nera e gialla, avevano raggiunto un livello molto elevato di
progresso tecnologico. La gente viveva in grande comodità. Lavoravano in
fabbriche, in imprese private e governative, in uffici, proprio come accade
adesso sul tuo pianeta.
“Avevano una forte devozione per il denaro che, per alcuni significava potere
e per altri, più saggi, significava benessere. Lavoravano mediamente 12 ore
la settimana.
“Su Bakaratini una settimana è costituita di sei giorni di 21 ore ciascuno.
Essi propendevano per il lato materiale della propria esistenza piuttosto che
per quello spirituale. Allo stesso tempo, acconsentirono di essere manipolati
e presi in giro da una struttura di politici e burocrati, esattamente come
accade adesso sulla terra. I leader ingannano le masse con parole vuote e,
motivati da avidità e orgoglio, ‘conducono’ intere nazioni verso la propria
rovina.
“Gradualmente, queste due razze iniziarono ad invidiarsi l’un l’altra e c’è
solo un passo dall’invidia all’odio, alla fine si odiarono così tanto e
completamente che si verificò la catastrofe. Entrambi, possedendo armi
molto sofisticate, ottennero la mutua distruzione.
“I nostri verbali storici indicano che in 235 sopravvissero al disastro, sei dei
quali erano bambini. Queste statistiche furono registrate cinque anni dopo e
la loro sopravvivenza è attribuita al cannibalismo e ad alcune forme di vita
marina.
“Si riprodussero, non sempre con ‘successo’ poiché non era raro che
nascessero bambini con orrende teste malformate o piaghe brutte da
piangere. Dovettero sopportare tutti gli effetti delle radiazioni atomiche sugli
esseri umani.
“Centocinquanta anni dopo c’erano 190.000 neri: uomini, donne e bambini e
85.000 gialli. Ti parlo di questo periodo di 150 anni perché fu quando le due
razze cominciarono a ristabilirsi e quando noi fummo in grado di aiutarli
materialmente.”
“Cosa intendi dire?”
“Solo alcune ore fa, hai visto il nostro veicolo spaziale fermarsi sopra il
pianeta Aremo X3 e prelevare campioni di suolo, acqua e aria, ti ricordi?”
Annuii. “Allora,” Thao riprese, “hai osservato come abbiamo annientato
molto facilmente una massa di formiche giganti mentre attaccavano gli
abitanti del villaggio.”
“E’ vero”
“In quel caso particolare, aiutammo quella gente intervenendo direttamente.
Hai visto che stavano vivendo in uno stato semi selvaggio?
“Si, ma cosa accadde sul pianeta?”
“La guerra atomica, amico mio. Sempre ed eternamente la stessa storia.
“Non dimenticare Michel che l’universo è un atomo gigantesco e ogni cosa è
influenzata da questo. Il tuo corpo è composto di atomi. Ciò che intendo dire
è che in tutte le galassie, ogni volta che un pianeta è abitato, ad un certo
stadio della sua evoluzione, l’atomo è scoperto o riscoperto.
“Naturalmente, gli scienziati che lo scoprono si rendono presto conto che la
disintegrazione dell’atomo può essere un’arma formidabile e, prima o poi, i
leader vogliono usarla; proprio come un bambino con una scatola di
fiammiferi è spinto a dar fuoco ad una balla di paglia per vedere cosa
succederà.
“Ma tornando a Bakaratini, 150 anni dopo l’olocausto nucleare abbiamo
voluto aiutare questa gente.
“Il loro bisogno immediato era il cibo. Stavano ancora sostenendosi
essenzialmente con prodotti del mare, ricorrendo occasionalmente al
cannibalismo per soddisfare la loro tendenza onnivora. Avevano bisogno di
vegetali e di una fonte di carne. Vegetali, alberi da frutta, granaglie, animali,
tutto ciò che era commestibile era scomparso dal pianeta.
“Rimasero solo abbastanza piante non commestibili sufficienti a ripristinare il
livello di ossigeno nell’atmosfera.
“Nello stesso tempo, un insetto, somigliante in qualche modo alla vostra
mantide religiosa, sopravvisse e, come risultato di una mutazione spontanea
causata dalle radiazioni atomiche, si era evoluto fino a raggiungere
proporzioni gigantesche. Crebbe fino a circa otto metri di altezza e divenne
estremamente pericoloso per gli abitanti. Inoltre, questo insetto, non avendo
nessun predatore naturale, si riprodusse rapidamente.
“Volammo sopra il pianeta localizzando i luoghi di questi insetti. Fu
un’impresa relativamente facile grazie alla tecnologia che è a nostra
disposizione da tempo immemorabile. Quando scovammo i loro siti, in breve
tempo, li sterminammo.
“Poi, dovemmo reintrodurre bestiame, piante e alberi sul pianeta, in base
alle specie conosciute come adatte al territorio e al clima precedente la
catastrofe. Anche questo fu relativamente facile…”
“Vi ci saranno voluti anni per un simile compito.”
Un grande sorriso illuminò il volto di Thao. “Ci vollero due giorni, solo due
giorni di 21 ore.”
Di fronte alla mia incredulità Thao scoppiò a ridere. Lei o lui, rise così di
cuore che mi coinvolse, sempre chiedendomi se la verità non fosse stata
piuttosto alterata.
Come potevo saperlo? Quello che avevo ascoltato era così fantastico! Forse
ero allucinato; forse ero stato drogato; forse mi sarei presto ‘svegliato’ nel
mio letto? “No, Michel,” interruppe Thao, leggendo i miei pensieri. “Spero
che smetterai di dubitare in questo modo. La telepatia stessa dovrebbe
essere sufficiente a convincerti.”
Mentre pronunciava questa frase, mi colpì che, perfino nella burla meglio
pianificata, sarebbe stato difficile riunire così tanti elementi soprannaturali.
Thao poteva leggere la mia mente come un libro aperto, e lo dimostrava
continuamente. Latoli, semplicemente appoggiando la sua mano su di me,
aveva prodotto una tale sensazione straordinaria di benessere che devo
riconoscerne l’evidenza. Stavo davvero, e per bene, sperimentando
un’avventura straordinaria.
“Perfetto,” Thao approvò a voce alta. “Posso continuare?”
“Per favore, fallo,” l’incoraggiai.
“Così aiutammo materialmente questa gente; ma, come spesso accade,
quando interveniamo, non abbiamo reso nota la nostra presenza e ci sono
varie ragioni per questo.
“La prima è la sicurezza. La seconda è una ragione psicologica; se avessimo
reso queste popolazioni consapevoli della nostra esistenza e se si fossero
rese conto che eravamo là per aiutarle, avrebbero passivamente
acconsentito che le aiutassimo e avrebbero perso fiducia in se stesse.
Questo avrebbe pregiudicato la loro volontà di sopravvivere. Come voi dite
sulla Terra: ‘Aiutati che il ciel ti aiuta.’
“La terza e ultima ragione è quella più importante. La Legge Universale è
ben consolidata ed è rigorosamente applicata come quella che controlla la
rivoluzione dei pianeti intorno ai loro soli. Se commetti un errore, ne paghi
l’ammenda, immediatamente, in dieci anni, o in dieci secoli, ma gli errori
devono essere pagati. Così, di quanto in quanto, ci è permesso, o addirittura
consigliato, di offrire una mano d’aiuto, ma ci è formalmente proibito di
‘servire il cibo nel piatto’.
“Così, in due giorni, ripopolammo il loro pianeta con diverse coppie di
animali e reintroducemmo numerose piante così che alla fine la gente
potesse allevare gli animali e coltivare piante e alberi. Dovettero ripartire da
zero e noi guidammo i loro progressi, sia con i sogni che con la telepatia. A
volte lo facevamo per mezzo di ‘una voce che veniva dal cielo’; vale a dire,
la ‘voce’ veniva dal nostro veicolo spaziale, ma, per loro, veniva dal ‘cielo’.”
“Devono avervi preso per dei!”
“Esattamente così, ed è in questo modo che si sono costituite leggende e
religioni; ma, in casi urgenti come questo, il fine giustificava i mezzi.
“Infine, dopo alcuni secoli, il pianeta era tornato ad essere com’era prima
dell’olocausto nucleare. Allo stesso modo, in alcuni luoghi, si stabilirono
definitivamente dei deserti. In altri posti meno colpiti, la flora e la fauna si
svilupparono facilmente.
“Centocinquantamila anni dopo, la civilizzazione era perfettamente
affermata ma, questa volta, non solo tecnologicamente: felicemente la gente
aveva appreso la propria lezione e si era così evoluta ad alti livelli psichici e
spirituali. Questo si verificò in entrambe le razze e i neri e i gialli
svilupparono forti vincoli di amicizia.
“Così, la pace regnò sul pianeta, le leggende furono molto chiare su questo;
molti di loro le registrarono per iscritto, così che le generazioni future
sapessero esattamente cosa provocò la catastrofe nucleare e quali furono le
sue conseguenze.
“Come ho detto prima, la gente sapeva che il pianeta sarebbe diventato
inabitabile entro 500 anni. Sapendo che nella galassia c’erano altri pianeti
abitati e abitabili, misero in opera una delle più grandi spedizioni di
esplorazione.
“Alla fine, penetrarono nel tuo sistema solare, visitando prima Marte che
sapevano essere abitato e che a quel tempo, infatti, era abitato.
“Gli esseri umani su Marte non avevano tecnologia, ma al contrario, erano
molto evoluti spiritualmente. Erano persone molto piccole di altezza
misurando tra i 120 e 150 centimetri, e del tipo Mongoloide. Vivevano in
tribù, in capanne di pietra.
“La fauna su Marte era scarsa. C’era una specie di capra nana, alcune
creature simili a grandi lepri, diverse specie di ratti e l’animale più grande
assomigliava al bufalo, ma con la testa simile al tapiro. C’erano anche alcuni
uccelli e tre specie di serpenti, uno dei quali molto velenoso. Anche la flora
era povera, gli alberi non superavano i quattro metri d’altezza. Avevano
anche un’erba commestibile che si potrebbe comparare al grano saraceno.
“I Bakaratiniani, condussero la loro ricerca, rendendosi presto conto che
anche Marte stava raffreddandosi ad una velocità che indicava che in quattro
o cinque mila anni non sarebbe stato più abitabile. In termini di flora e
fauna, era appena sufficiente a sostenere coloro che già vivevano là, da solo
non avrebbe potuto far fronte ad una massa emigrante da Bakaratini. In più,
il pianeta non gli piaceva.
“Così, le due navi spaziali si diressero verso la Terra. Il primo sbarco
avvenne dove si trova adesso l’Australia. Bisogna spiegare che a quel tempo
l’Australia, la nuova Guinea, l’Indonesia e la Malesia facevano tutte parte
dello stesso continente. Esisteva uno stretto, di circa 300 chilometri in
larghezza, esattamente dove ora c’è la Tailandia.
“A quei tempi, l’Australia possedeva un vasto mare interno alimentato da
alcuni grandi fiumi, cosicché là fiorirono diverse specie interessanti di flora e
fauna. Tutto considerato, gli astronauti scelsero questo paese come loro
prima base di immigrazione.
“Devo dire, per essere più precisa, che la razza nera scelse l’Australia e la
gente gialla si stabilì dove c’è adesso la Birmania; anche qui la terra era
ricca di vita selvatica. Furono fondate velocemente delle basi sulla costa, sul
Golfo del Bengala, mentre la popolazione nera costruì la propria prima base
sulle rive del Mare Interno in Australia. Più tardi, furono fondate altre basi
dove è attualmente situata la Nuova Guinea.
“I loro veicoli spaziali erano capaci di velocità super luce ed impiegarono
circa 50 dei vostri anni Terrestri, a portare 3.600.000 persone nere e lo
stesso numero della razza gialla, sulla Terra. Questo testimonia la perfetta
comprensione e l’eccellente accordo tra le due razze decise a sopravvivere
su un nuovo pianeta ed esistere in pace. Di comune accordo, vecchi e
infermi rimasero su Bakaratini.
“I Bakaratiniani avevano esplorato tutto del pianeta Terra prima di stabilire
le proprie basi ed erano assolutamente persuasi che non esisteva vita
umana sul pianeta prima del loro arrivo. Spesso pensarono di aver
individuato una forma di vita umanoide, ma ad un’ispezione più
approfondita, capirono di aver preso contatto solo con una specie di grandi
scimmie.
“La forza di gravità sulla Terra era più forte che sul loro pianeta ed all’inizio
fu abbastanza scomodo per le due razze, ma alla fine si adattarono molto
bene.
“Nel costruire le loro città e fabbriche, furono fortunati di aver importato da
Bakaratini, alcuni materiali molto leggeri e allo stesso tempo molto forti.
“Non ho ancora spiegato che a quel tempo l’Australia era sull’equatore. La
Terra ruotava su un asse diverso, impiegando 30 ore e 12 minuti per
completare una rotazione, e impiegava 280 di questi giorni per fare una
rivoluzione attorno al proprio sole. Il clima equatoriale non era come lo
troveresti oggi. Era molto più umido di adesso perché l’atmosfera Terrestre
è cambiata da allora.
“Mandrie di enormi zebre giravano per il paese, assieme ad enormi uccelli
commestibili chiamati ‘dodo’, giaguari molto grandi ed un altro uccello che
misurava quasi quattro metri d’altezza, che voi avete chiamato Dinornis. In
alcuni fiumi c’erano coccodrilli lunghi fino 15 metri e serpenti lunghi 25-30
metri. Essi, a volte, si nutrirono dei nuovi arrivati.
“La maggior parte della flora e della fauna sulla Terra era totalmente diversa
da quella su Bakaratini, sia dal punto di vista nutrizionale che ecologico.
Furono fondate numerose fattorie sperimentali nel tentativo di acclimatare
piante come il girasole, mais, frumento, sorgo, tapioca e altre ancora.
“Queste piante non esistevano sulla Terra o esistevano ad uno stato così
primitivo da non permetterne il consumo. La capra ed il canguro furono
entrambi importati, perché gli immigrati avevano un debole per questi e ne
consumavano in gran numero sul loro pianeta. Erano particolarmente
entusiasti di allevare canguri sulla Terra, sperimentarono però enormi
difficoltà nell’acclimatarli. Uno dei problemi principali era il cibo. Su
Bakaratini il canguro si nutriva di un’erba delicata e resistente chiamata
arilu, che era totalmente sconosciuta sulla Terra. Tutte le volte che i
Bakaratiniani tentarono di farla crescere, moriva attaccata da milioni di
funghi microscopici. Accadde così che i canguri furono nutriti a mano, per
così dire, per alcuni decenni, finché si adattarono gradatamente alle erbe
che crescevano sulla Terra.
“La razza nera perseverò nella propria impresa e alla fine riuscì a far
sviluppare la pianta, ma ci volle così tanto che i canguri non avevano più
bisogno d’altro, essendosi abituati ai nuovi pascoli. Molto tempo dopo,
alcune di queste piante misero radici e siccome non c’erano animali a
cibarsene, si diffusero in tutta l’Australia. Tuttora esistono con il nome
botanico di Xanthorrhoea ed il nome popolare di ‘alberi erba’ .
“Sulla Terra quest’erba cresce molto più alta e robusta che su Bakaratini, ma
questo succede spesso, quando alcune specie sono importate da altri
pianeti. Questa pianta è una delle rare vestigia di quei tempi lontani.
“Essa indica, trovandosi solo in Australia, assieme ai canguri, che i
Bakaratiniani rimasero in quella particolare parte del pianeta per un tempo
molto lungo prima di cercare di colonizzare altre parti. Sto per spiegartelo,
ma ho voluto prima citare gli esempi dei canguri e della Xanthorrhoea in
modo che tu possa comprendere meglio tutti i problemi di adattamento che
questa gente dovette superare; naturalmente è solo un piccolo esempio tra
molti altri.
“La razza gialla si era insediata, come ti dicevo, nelle campagne interne della
Baia del Bengala. Molti erano in Birmania dove anch’essi fondarono città e
fattorie sperimentali. Interessati principalmente all’orticultura, avevano
importato da Bakaratini cavoli, lattuga, prezzemolo, coriandolo e altro
ancora. Di frutta, portarono l’albero di ciliegio, il banano e l’arancio. Gli
ultimi due furono difficili da adattare, perché il clima di quel tempo era
generalmente più freddo di adesso. Così, diedero alcuni degli alberi ai neri
che, di contro, ebbero con questi, enorme successo.
“Allo stesso modo, il popolo giallo ebbe un successo di gran lunga superiore
nel crescere il grano. Infatti, il grano di Bakaratini produceva chicchi enormi,
circa della dimensione di un fagiolo di caffé, con spighe che misuravano fino
a 40 centimetri di lunghezza. Furono cresciute quattro varietà di grano e la
razza gialla non impiegò molto a stabilire un livello di produttività molto
alto.”
“ Portarono anche il riso dal loro pianeta?”
“No, per niente. Il riso è una pianta assolutamente nativa della Terra,
sebbene sia stata enormemente migliorata dal popolo giallo fino a farla
arrivare ad essere quella di adesso.
“Per continuare, furono subito costruiti enormi silos, ed iniziarono scambi
commerciali tra le due razze. La razza nera importò carne di canguro, dodo
(che al tempo era prolifico) e carne di zebra. Nell’addomesticare
quest’ultima, i neri, infatti, produssero degli ibridi che erano uguali, in gusto,
alla carne di canguro e più nutrienti. I commerci erano portati avanti
utilizzando le navi spaziali di Bakaratini, essendo state costruite ovunque
basi per i vascelli…”
“Ciò che stai dicendo, Thao, è che i primi uomini sulla Terra, furono i neri ed
i gialli. Com’è dunque che io sono bianco?”
“Non così veloce, Michel, non così veloce. I primi uomini sulla terra furono
davvero i neri ed i gialli, ma al momento continuerò a spiegarti come si
organizzarono e come vivevano.
“Materialmente avevano successo, ma erano anche attenti a non trascurare
la costruzione delle loro immense sale di riunione, nelle quali praticavano il
loro culto.”
“Avevano un culto?”
“Oh si, erano tutti Tackioni, che è come dire, che tutti loro credevano nella
reincarnazione; qualcosa come i Lamaisti sul tuo pianeta.
“C’era molto movimento tra le due nazioni ed essi combinarono anche i loro
sforzi per esplorare in profondità certe regioni della Terra. Un gruppo misto
di neri e gialli atterrò un giorno sulla punta dell’Africa del Sud, ora chiamato
il Capo di Buona Speranza. L’africa è cambiata poco da quei giorni, a parte il
Sahara, l’area a nord-est del Mar Rosso, che al tempo non esisteva. Ma
questa è un’altra storia alla quale arriveremo dopo.
“Al tempo dell’esplorazione si erano già stabiliti sulla Terra da tre secoli.
“In Africa scoprirono nuovi animali come l’elefante, la giraffa e il bufalo, e un
nuovo frutto che non avevano mai incontrato prima: il pomodoro. Non
immaginare, Michel, che questo sia il pomodoro come lo conosci oggi.
Quando fu scoperto, era della dimensione di un piccolo acino e molto acido.
La gente gialla, avendo sviluppato grande competenza in queste cose,
intraprese a migliorare il pomodoro nei secoli successivi, proprio come
fecero col riso, finché diventò il frutto che ora conosci. Furono anche stupiti
di trovare alberi di banana che, a prima vista, sembravano quelli che
avevano importato. Non avevano comunque ragione di rimpiangere i loro
sforzi perché la banana Africana era quasi immangiabile e piena di grandi
semi.
“Questa spedizione africana, composta di 50 neri e 50 gialli, portò a casa
elefanti, pomodori e molte manguste, perché presto scoprirono che la
mangusta è il nemico mortale dei serpenti. Sfortunatamente, portarono a
casa senza rendersene conto, anche il terribile virus che è ora denominato
‘febbre gialla’.
“In breve tempo, milioni di persone morirono, senza che i loro esperti medici
riuscissero a capire come la malattia si fosse diffusa.
“Poiché è generalmente diffusa tramite le zanzare, e poiché c’erano molte
zanzare nei climi equatoriali dove non c’era inverno a ridurne il numero,
furono i neri in Australia a soffrirne di più. Infatti, le loro vittime furono
quattro volte di più dei gialli.
“La razza gialla sulla Bakaratini è sempre stata superiore nel campo della
medicina e patologia; ci vollero, tuttavia, molti anni prima che scoprissero
un rimedio a questa maledizione, durante la quale centinaia di miglia
morirono in terribili sofferenze. Alla fine la razza gialla produsse un vaccino
che fu subito messo a disposizione dei neri - un gesto che rinforzò i legami
di amicizia tra le due razze.”
“Com’erano fisicamente, questi neri?”
“Quando emigrarono da Bakaratini erano alti circa 230 centimetri, anche le
loro donne. La gente gialla era più piccola di statura, gli uomini in media
misuravano 190 centimetri e le donne 180 centimetri.”
“Ma tu hai detto che i neri di oggi sono i discendenti di quelle persone, com’è
che adesso sono così tanto più piccoli?”
“La forza di gravità, Michel. Essendo più forte sulla Terra che su Bakaratini,
entrambe le razze gradualmente diventarono più piccole di statura.”
“Hai anche detto che voi siete capaci di aiutare la gente in difficoltà, perché
non avete dato alcuna assistenza riguardo all’esplosione di febbre gialla?
Non era che anche voi non eravate in grado di trovare un vaccino?”
“Avremmo potuto aiutarli; ti renderai conto del nostro potenziale, quando
visiterai il nostro pianeta, ma non siamo intervenuti perché non era nel
programma che noi dovevamo seguire. Ti ho già detto, e non posso ripeterlo
mai abbastanza, noi possiamo aiutare in certe situazioni, ma solo fino ad un
certo punto. Oltre un certo punto, la legge proibisce fermamente l'aiuto di
qualsiasi tipo.
“Ti farò un semplice esempio. Immagina un bambino che va a scuola ogni
giorno per imparare. Tornando a casa la sera, questo bambino chiede
assistenza per i suoi compiti per casa. Se i suoi genitori sono intelligenti, lo
aiuteranno a capire i concetti complessi, in modo che il bambino possa
completare il suo compito da solo. Se,però, i suoi genitori facessero il lavoro
per lui, egli non imparerebbe molto, non è vero? Dovrebbe ripetere ogni
anno e i suoi genitori non gli avrebbero reso, di fatto, alcun favore.
“Come vedrai più tardi, anche se già lo sai, voi siete nel vostro pianeta per
imparare a vivere, a soffrire e morire, ma anche per svilupparvi
spiritualmente, tanto quanto ne siete capaci. Torneremo su questo punto più
tardi, quando i Thaori ti parleranno. Per adesso, voglio dirti di più su questa
gente...
“Superarono la maledizione della febbre gialla e diffusero le loro radici in
profondità su questo pianeta. Non solo l'Australia era pesantemente
popolata, ma lo era anche l'area conosciuta come Antartide; naturalmente,
in quei giorni, data la sua posizione, il clima lì era temperato. Anche la
Nuova Guinea era densamente popolata. Alla fine della piaga della febbre
gialla, i neri ammontavano a 795 milioni.”
“Pensavo che l'Antartide non fosse veramente un continente?”
“In quel periodo era attaccato all'Australia e molto più caldo di adesso, in
quanto la Terra ruotava su un'asse differente. Il clima dell'Antartide era più
come quello del sud della Russia di adesso.”
“Sono mai più tornati su Bakaratini?”
“No. Una volta stabiliti sulla Terra, decisero con delle regole molto severe,
che nessuno sarebbe mai tornato.”
“Cosa accade al loro pianeta?”
“Si raffreddò come previsto e divenne un deserto, molto simile a Marte.”
“Com'era la loro struttura politica?”
“Molto semplice: elezioni (per alzata di mani) dei leader di un villaggio o
distretto. Questi leader di distretto eleggevano un leader di città e anche
otto anziani scelti tra coloro più rispettati per la loro saggezza, senso
comune, integrità e intelligenza.
“Non erano mai selezionate in base alla ricchezza o alla famiglia, ed erano
tutti tra i 45 e i 65 anni di età. I leader di città o regionali (una regione
comprendeva otto villaggi) avevano il ruolo di negoziare con gli otto anziani.
Il consiglio degli otto eleggeva (con ballottaggio segreto che richiedeva
almeno sette voti a favore) un delegato a rappresentarli agli incontri del
Consiglio di Stato.
“In Australia, ad esempio, c'erano otto stati, ognuno dei quali comprendeva
otto città o regioni. All’incontro del Consiglio di Stato c'erano così otto
delegati ognuno rappresentante una città o regione.
“All'incontro del Consiglio di Stato, presidiato da un grande saggio,
discutevano il tipo di problemi giornalieri con i quali si confronta ogni
governo: convogliare l'acqua, ospedali, strade, ecc. Riguardo alle strade,
entrambi le razze nere e gialle usavano dei veicoli molto leggeri, con motori
ad idrogeno, che viaggiavano sollevati da terra, grazie ad un sistema basato
su forze anti-magnetiche e anti-gravitazionali.
“Ma per tornare al loro sistema politico, non c'erano cose come un ‘partito’,
ogni cosa era basata solamente sulla reputazione di integrità e saggezza.
Una lunga esperienza aveva insegnato loro che per fondare un ordine che
dovesse durare, erano richiesti due ingredienti d'oro: giustizia e disciplina.
“Ti parlerò in qualche altro momento della loro organizzazione economica e
sociale, e ti do adesso un'idea del loro sistema di giustizia. Un ladro, per
esempio, considerato genuinamente colpevole, era marchiato con un ferro
incandescente sul dorso della mano che lui o lei usava ordinariamente. Così,
un ladro destro era marchiato sulla mano destra, un ulteriore reato risultava
nel taglio della mano sinistra. Questa è una pratica che è ancora usata
abbastanza frequentemente tra gli Arabi, una pratica che si è mantenuta
attraverso il tempo. Se lui o lei continuavano a rubare, era tagliata la mano
destra e la fronte veniva marchiata con un simbolo indelebile. Senza mani, il
ladro dipendeva dalla misericordia e pietà della propria famiglia e dei
passanti, per il cibo e per ogni altra cosa. Poiché la gente avrebbe
riconosciuto il simbolo come quello di un ladro, la vita diventava molto
difficile. La morte diventava preferibile.
“In questo modo il ladro diventava un esempio vivente di ciò che accadeva
ad un criminale abituale. Non serve neanche dirlo, il furto era un caso raro.
“Lo stesso valeva per l’omicidio, anche questo era raro come ben vedrai. Gli
accusati di omicidio erano portati in una camera speciale e lasciati soli.
Dietro ad una tenda, era messo un ‘lettore della mente’. Costui era un uomo
che non solo possedeva questo speciale dono telepatico, ma che aveva
anche coltivato questo dono, con costante lavoro, in una delle università
speciali. Egli avrebbe intercettato i pensieri del supposto omicida.
“Tu replicherai che è possibile, con l’allenamento, rendere la mente vuota,
ma non per sei ore consecutivamente. In più, in momenti diversi quando lui
o lei meno se lo aspettava, venivano emessi particolari suoni, obbligando il
‘soggetto’ a perdere la concentrazione.
“Come misura precauzionale, erano utilizzati sei differenti ‘lettori della
mente’. La stessa procedura era applicata ai testimoni dell’accusa e della
difesa, in un altro palazzo a qualche distanza. Non si sarebbero scambiati
una parola e, nei due giorni successivi, la procedura sarebbe stata ripetuta,
questa volta per otto ore.
“Il quarto giorno, tutti i ‘lettori della mente’ presentavano le loro note ad
una delegazione di tre giudici, che interrogavano e confrontavano l’accusato
ed i testimoni. Non c’erano né avvocati né giurie da impressionare. I giudici
avevano davanti a loro tutti i particolari del caso, e volevano essere
assolutamente sicuri della colpevolezza dell’accusato.”
“Perché?”
“La pena era la morte, Michel, ma una morte terribile, essendo l’assassino
gettato vivo ai coccodrilli. Per lo stupro, che era considerato peggiore
dell’omicidio, la punizione era addirittura peggiore. Il delinquente era
cosparso di miele e sepolto fino alle spalle nelle immediate vicinanze di un
formicaio. La morte, a volte, arrivava dopo dieci o 12 ore.
“Come adesso puoi comprendere, il tasso di criminalità era estremamente
basso tra le due razze, e per questa ragione, non avevano necessità di
prigioni.”
“Non lo consideri eccessivamente crudele?”
“Considera la madre di una ragazza di 16 anni, ad esempio, che fosse
stuprata e uccisa. Non deve sopportare, con la perdita della figlia, crudeltà
del peggior tipo? Non aveva provocato o cercato questa perdita ma l’avrebbe
dovuta subire. Il criminale, d’altro canto, è consapevole delle conseguenze
delle proprie azioni; ecco perché era punito così crudelmente. Come ti ho
spiegato, comunque, la criminalità era quasi inesistente.”
“Tornando alla religione: prima ti ho detto che entrambe le razze credevano
nella reincarnazione, ma c’erano variazioni nel loro credo che, a volte, li
divideva. Alcuni preti convincevano masse di persone a raggrupparsi, sotto
la loro guida, in queste diverse religioni. Le divisioni che risultarono tra i neri
ebbero ripercussioni disastrose.
“Alla fine 500.000 neri emigrarono, sulla scia dei loro preti, in Africa,
nell’area dov’è adesso il Mar Rosso. In quel tempo il Mar Rosso non esisteva
e la terra apparteneva all’Africa. Cominciarono a costruire villaggi e città, ma
il sistema politico come ti ho descritto, che era giusto ed efficace sotto tutti
gli aspetti, fu abbandonato. I preti stessi eleggevano i capi di governo,
cosicché questi leader diventarono, più o meno, burattini manipolati dai
preti. Da quel momento in poi, la gente dovette affrontare molti dei problemi
che, al presente, vi sono così familiari sulla Terra: corruzione, prostituzione,
droghe e tutti i tipi di ingiustizie.
“I gialli invece erano molto ben strutturati e, a parte qualche leggera
distorsione religiosa, i loro preti non avevano voce in capitolo negli affari di
stato.
“Vivevano in pace e abbondanza, in modo molto differente dalla razza nera
secessionista in Africa.”
“E riguardo alle armi, che tipi di armamenti avevano?”
“Erano abbastanza semplici e, poiché la semplicità è spesso superiore alla
complessità, tutto funzionava bene. Entrambe le razze portarono con sé ciò
che potremmo chiamare ‘armi laser’. Queste armi erano sotto il controllo di
un gruppo speciale che, a sua volta, era sotto il controllo dei leader di ogni
nazione. Di comune accordo, ogni razza si scambiava 100 ‘osservatori’, la
cui presenza era permanente in ogni nazione straniera. Questi osservatori
erano ambasciatori e diplomatici per la propria nazione, e allo stesso tempo
si assicuravano che non si verificasse un eccesso di armamenti. Questo
sistema funzionò perfettamente e la pace fu mantenuta per 3550 anni.
“Ai neri che emigrarono in Africa, tuttavia, non fu consentito di portare armi
con sé, essendo, di fatto, un gruppo secessionista. Un po’ alla volta si
diffusero sempre di più, stabilendosi nell’area che adesso è il deserto del
Sahara. A quei tempi era una terra ricca con un clima temperato, che
forniva un buon habitat vegetativo per i loro animali.
“I preti si fecero costruire templi e, per soddisfare il loro desiderio di
benessere e potere, tassarono severamente la gente.
“Tra un popolo che non aveva mai prima conosciuto la povertà, si formarono
adesso, due classi distinte: i molto ricchi ed i molto poveri. I preti,
naturalmente, appartenevano alla prima, assieme a coloro che li aiutavano a
sfruttare la povertà.
“La religione divenne idolatria ed il popolo adorava degli dei di pietra o di
legno, offrendo loro sacrifici. Non ci volle molto prima che i preti insistessero
che i sacrifici dovevano essere umani.
“Dall’inizio della secessione, i preti si presero la briga di assicurarsi che la
gente fosse mantenuta nell’ignoranza il più possibile. Riducendo il loro livello
di sviluppo intellettuale e fisico, i preti poterono, nel corso degli anni,
mantenere il dominio su di essi. La religione che si ‘sviluppò’ non aveva
niente in comune con il ‘culto’ che aveva in origine ispirato la secessione;
così che il controllo sulle masse diventò essenziale.
“La Legge Universale decreta che l’obbligo principale per l’uomo, non
importa quale pianeta stia esso abitando, è di svilupparsi spiritualmente.
Questi preti, degradando l’intera ‘nazione’ mantenendola nell’ignoranza e
guidandola con la menzogna, infransero questa Legge fondamentale.
“Decidemmo a questo punto di intervenire, ma, prima di farlo, offrimmo ai
preti un’ultima possibilità. Usando la telepatia, e anche un sogno,
contattammo il Gran Sacerdote: ‘I sacrifici umani devono cessare e queste
persone devono essere guidate sulla Retta Via. L’uomo esiste fisicamente al
solo scopo di svilupparsi spiritualmente. Ciò che state facendo contravviene
la Legge Universale.’
“Il Gran Sacerdote fu terribilmente scosso e il giorno seguente, convocò una
riunione dei suoi sacerdoti, raccontando loro del proprio sogno. Alcuni tra i
presenti lo accusarono di tradimento; altri suggerirono senilità; alcuni
sospettarono allucinazioni. Alla fine, dopo diverse ore di discussione, 12 dei
15 sacerdoti che formavano questo concilio, decisero di preservare la
religione com'era, affermando che l'ideale era di mantenere il controllo e
promuovere la fede, e la paura, in ‘Dei vendicativi’, dei quali essi erano i
rappresentanti sulla Terra. Non credettero ad una sola parola di quanto il
Gran Sacerdote disse loro riguardo al suo ‘sogno’.
“A volte la nostra posizione è molto delicata, Michel. Saremmo potuti
apparire con la nostra nave spaziale e parlare direttamente ai sacerdoti, ma
erano in grado di identificare vascelli dallo spazio, avendone anche loro avuti
prima della secessione.
“Avrebbero attaccato immediatamente, senza fare domande, perché erano
molto diffidenti e timorosi di perdere la supremazia all'interno della propria
‘nazione’. Avevano formato un esercito e possedevano armi molto potenti,
da essere utilizzate contro possibili rivoluzioni. Avremmo potuto anche
distruggerli e parlare direttamente al popolo al fine di ricondurlo sulla Retta
Via, ma, psicologicamente, sarebbe stato un errore. Queste persone erano
abituate ad obbedire ai loro sacerdoti e non avrebbero capito perché
interferivamo negli affari del loro paese, sarebbe stato rovinato tutto.
“Fu così che una notte volammo sopra il paese ad un’altitudine di 10.000
metri usando uno dei nostri ‘dispositivi a sfera’. Il tempio e la Città Santa,
erano situate a circa un chilometro dalla città. Svegliammo, tramite
telepatia, il Gran Sacerdote e i due accoliti che avevano seguito il suo
consiglio, facendoli andare, a piedi, ad uno splendido parco, ad un
chilometro e mezzo dalla Città Santa. Poi, tramite un’allucinazione collettiva,
facemmo sì che le guardie aprissero le prigioni e liberassero i prigionieri.
Servitori, soldati, in realtà, tutti gli abitanti della Città Santa, con l'eccezione
dei 12 cattivi sacerdoti, furono evacuati. Ispirati da strane ‘visioni’ nel cielo,
tutti corsero verso l'altra estremità della città.
“Nel cielo, personaggi alati si libravano intorno ad un’enorme nube
incandescente che splendeva nella notte…”
“Come avete fatto?”
“Illusione collettiva, Michel. Così, in brevissimo tempo, facemmo in modo
che solo i 12 sacerdoti malvagi sarebbero rimasti nella Città Santa. Quando
fu tutto pronto, il “dispositivo a sfera” distrusse tutto, anche il Tempio, per
mezzo della stessa arma che hai già visto in azione. Rocce furono
frantumate e muri sbriciolati fino all’altezza di un metro, così che i resti
potessero testimoniare le conseguenze di questo ‘peccato’.
“Infatti, se fossero stati completamente cancellati, gli uomini avrebbe presto
dimenticato, perché gli uomini dimenticano facilmente…
“Inoltre, per educare il popolo, una voce che usciva dalla nube
incandescente, avvertì che l'ira di Dio poteva essere terribile, molto peggio
di quello che avevano visto, e che essi dovevano ora obbedire il Gran
Sacerdote e seguire la nuova via che egli avrebbe loro mostrato.
“Quando fu tutto finito, il Gran Sacerdote si levò in piedi davanti al popolo e
parlò loro. Spiegò ai poveri disgraziati che aveva sbagliato, e che era
importante adesso che tutti si sforzassero insieme di seguire la Nuova via.
“Fu assistito nel suo lavoro dai due sacerdoti. Naturalmente erano spesso
tempi difficili, ma erano aiutati dal ricordo e dalla paura dell’evento che
distrusse, in pochi minuti, la Città Santa e uccise i sacerdoti malvagi. Inutile
dire che questo ‘evento’ fu considerato da tutti come un miracolo degli Dei,
poiché coinvolgeva anche la liberazione di oltre 200 prigionieri che
avrebbero dovuto affrontare, il giorno successivo, il sacrificio umano.
“Tutti i dettagli della vicenda furono annotati dagli scribi, ma furono anche
distorti nelle leggende e nei racconti che furono tramandati nei secoli. Ciò
nonostante, l'immediata conseguenza fu che tutto cambiò. I ricchi, che
precedentemente erano coinvolti nello sfruttamento del popolo, ora, visto ciò
che era accaduto ai sacerdoti malvagi e alla Città Santa, avevano paura di
incontrare uno stesso destino. Divennero considerevolmente umili e
assistettero i nuovi leader nell'istigare i cambiamenti necessari.
“Poco a poco, la gente diventò di nuovo contenta, come lo era stata nei
tempi precedenti la secessione.
“Inclini ad occupazioni pastorizie piuttosto che industriali, si diffusero, nel
corso dei secoli che seguirono, in tutta l'Africa, arrivarono ad essere diversi
milioni. Ciò nonostante, le città sorsero solo nell'area dove oggi si trova il
Mar Rosso, e lungo le rive di un grande fiume che scorreva attraverso il
centro dell'Africa.
“La gente riuscì a sviluppare enormemente le proprie capacità psichiche.
Molti erano in grado di percorrere brevi distanze tramite la levitazione, e la
telepatia riprese importanza nella loro vita e divenne una normale qualità. Ci
furono inoltre frequenti casi di guarigione mediante l’imposizione delle mani.
“Si ristabilirono relazioni amichevoli con il popolo nero in Australia e Nuova
Guinea che andava regolarmente a visitarli su ‘carri di fuoco’, come a volte
chiamavano le astronavi ancora utilizzate dai loro fratelli Australiani.
“La razza gialla, che era più vicina, iniziò ad emigrare in piccoli gruppi, nel
Nord Africa, ed erano affascinati dai racconti ‘dell'arrivo di Dio su un carro di
fuoco’. Questo fu come le leggende in seguito raccontarono il nostro
intervento.
“Il popolo giallo fu la prima razza a mescolarsi col popolo dei neri,
fisicamente parlano, voglio dire. Potrà sembrare sorprendente, ma mai, su
Bakaratini, le razze si mescolarono come sulla Terra. Gli etologi furono molto
interessati ai risultati di questa unione, che produsse sulla Terra una nuova
grande tribù. In effetti, questi ‘incroci’, come voi li chiamate, essendo più di
sangue giallo che nero, si sentirono maggiormente a proprio agio tra di loro
che con i neri o con i gialli. Alla fine si raggrupparono assieme e si
stabilirono nell'area che è ora chiamata Algeria, Tunisia, Nord Africa. Così
nacque una nuova razza: la Razza Araba, come voi ora la conoscete. Non
pensate però, che somigliassero subito alla Razza che conoscete adesso. Il
clima ed il tempo, il passare dei secoli, ebbero il loro effetto. La mia storia ti
dà semplicemente l’idea di come la razza iniziò tramite inter-scambio.
“E così, tutto andava bene per gli abitanti della Terra, ad eccezione che per
una cosa... gli astronomi e studiosi erano molto preoccupati, in quanto un
enorme asteroide si stava avvicinando alla Terra, quasi impercettibilmente,
ma senza dubbio alcuno.
“Fu avvistato prima dall’osservatorio di Ikirito, situato nel centro
dell'Australia. Dopo alcuni mesi, poteva essere visto ad occhio nudo, a
condizione che uno sapesse dove guardare, risplendendo del più sinistro
rosso vivo. Nelle settimane successive divenne sempre più visibile.
“I governi di Australia, Nuova Guinea e Antartide presero la decisione più
importante, che fu subito accettata dai leader gialli. Prima dell'inevitabile
collisione con l'asteroide, convennero che tutte le navi spaziali in grado di
volare, avrebbero lasciato la Terra, trasportando il maggior numero di
specialisti ed esperti possibile: medici, tecnici, ecc.; il genere di persone che
sarebbero state probabilmente più utili alla comunità intera dopo la
catastrofe.”
“Dove andarono? Sulla Luna?”
“No, Michel, a quel tempo la Terra non aveva la sua Luna. Le loro navi
spaziali avevano un'autonomia di volo di 12 settimane. Da molto tempo
avevano perso la capacità di viaggiare su distanze super lunghe. Il loro
piano era di rimanere in orbita intorno alla Terra, pronti ad atterrare al più
presto e dare assistenza dove fosse più necessario.
“Ottanta navicelle Australiane furono equipaggiate e caricate per trasportare
un gruppo d’elite, che fu scelto come risultato di riunioni durate giorno e
notte. La razza gialla seguì la stessa procedura, approntando 98 veicoli
spaziali. In Africa naturalmente, non c’era mai stata nessuna nave spaziale.
“Ti prego di notare, per inciso, che, a parte il capo supremo di ogni paese, a
nessuno dei suoi ministri, come voi li chiamate, fu dato un posto sulla nave.
Questo probabilmente vi sembrerà strano, perché se dovesse verificarsi oggi
sulla Terra la stessa situazione, molti politici tirerebbero i fili per salvare la
propria pelle.
Tutto era pronto. La gente fu allora avvertita dell’imminente collisione. Il
ruolo delle navicelle fu però tenuto segreto, per paura che la gente credesse
di essere stata tradita dai loro leader e che si sarebbe creato il panico, forse
persino un attacco contro gli aeroporti. Per lo stesso motivo, i leader
avevano minimizzato l'effetto che la collisione avrebbe avuto, per
minimizzare il panico collettivo.
“La collisione era sempre più imminente quanto inevitabile, considerata la
stima della velocità dell'asteroide. Mancavano solo 48 ore. Gli esperti erano
tutti d'accordo su questo calcolo, beh, quasi tutti.
“Le astronavi erano pronte per decollare insieme, circa 2 ore prima della
presunta collisione, la loro partenza molto ritardata aveva lo scopo di
acconsentire loro la permanenza nello spazio per le intere 12 settimane, se
necessario, dopo la catastrofe. Era stato calcolato che l'asteroide sarebbe
caduto dove attualmente si trova il Sud America.
“Così tutto era pronto e il segnale per il decollo sarebbe stato dato il Giorno
del Giudizio, alle 12, ora dell'Australia Centrale. Che ci sia stato un errore
nei calcoli, sebbene molto improbabile, o che sia stata un'improvvisa quanto
imprevista accelerazione dell'asteroide, esso apparve nel cielo alle 11,
splendente un sole arancione. L'ordine di decollo fu dato immediatamente e
tutte le navi spaziali presero il volo.
“Per lasciare velocemente l'atmosfera Terrestre e la forza di gravità, è
necessario fare uso di un punto di curvatura , che a quel tempo era sopra
all'Europa di oggi. Nonostante la velocità di qui quei vascelli erano capaci,
non erano ancora giunti al punto di curvatura, quando l'asteroide colpì la
Terra. Quando entrò nell'atmosfera della Terra si ruppe in tre enormi pezzi.
Il più piccolo, che misurava alcuni chilometri di diametro, cadde dove ora si
trova il Mar Rosso.
“ Un altro molto più grande, colpì dove si trova ora il Mare di Timor, e il più
grande dei tre si schiantò nella regione delle attuali Isole Galapagos.
“L'impatto simultaneo fu terribile. Il sole divenne di un rosso cupo e scivolò
verso l'orizzonte come un aerostato che cade. Presto si fermò e risalì
lentamente, ma quando fu a metà distanza ‘cadde’. La Terra cambiò
improvvisamente l'inclinazione del suo asse! Si verificarono esplosioni di
incredibile intensità, poiché i due grossi pezzi di asteroide perforarono la
crosta terrestre. Vulcani eruttarono in Australia, Nuova Guinea, Giappone,
Sud America – in verità, proprio ovunque sul pianeta. Si formarono
montagne in un attimo e maremoti con onde di marea di 300 metri
travolsero i quattro quinti dell'Australia. La Tasmania si separò dal
continente Australiano e una enorme porzione dell'Antartide affondò nelle
acque, creando due immensi canyon sottomarini tra l'Antartide e l'Australia.
Un enorme continente emerse dalle acque nel mezzo dell’oceano pacifico del
sud. Un pezzo della Birmania sprofondò dove ora c'è la Baia del Bengala. Un
altro bacino di terra sprofondò e si formò il Mar Rosso.”
“Ci fu tempo di uscire per le navi spaziali?”
“Proprio no, Michel, gli esperti fecero un errore. In loro difesa si potrebbe
solo dire che non potevano realmente anticipare ciò che sarebbe successo.
Avevano previsto l'inclinazione della Terra sul proprio asse, ma non erano
stati in grado di prevederne l'oscillazione. Le navi spaziali furono
letteralmente catturate e trascinate nel ‘risucchio’ causato dall'entrata
dell'asteroide nell'atmosfera della Terra. Inoltre, subirono il bombardamento
di milioni di particelle provenienti dall'asteroide e finiti nella sua scia.
“Solo sette vascelli, tre con passeggeri neri e quattro con gialli, lottando con
tutta la potenza che potevano gestire, riuscirono a sfuggire all'orrore che si
stava verificando sul Pianeta.”
“Dev'essere stato uno spettacolo terribile per loro, vedere il cambiamento
della Terra davanti ai loro occhi.
“Quanto tempo ci volle per il continente che hai citato nell'oceano Pacifico,
ad emergere completamente?”
“Fu solo una questione di qualche ora. Questo continente fu sollevato da
cinture di gas risultanti dagli sconvolgimenti accaduti in profondità nel centro
del Pianeta.
“Gli sconvolgimenti sulla superficie della Terra continuarono per mesi. Nei
tre punti di impatto degli asteroidi, si crearono migliaia di vulcani. Gas
velenosi si diffusero su gran parte del continente Australiano, causando la
morte indolore in pochi minuti, di milioni di neri.
Le nostre statistiche indicano il quasi totale annientamento della vita umana
e animale in Australia. Un conteggio fatto quando si ripristinò la calma,
indicò che solo 180 persone sopravvissero.
“I gas velenosi furono la causa di questa terribile perdita. In Nuova Guinea,
dove si era sprigionato meno gas, ci furono meno morti.”
“Ho sempre voluto farti una domanda, Thao.”
“Fammela, ti prego.”
“Hai detto che furono i neri dell’Australia a diffondersi in Nuova Guinea e
Africa. Come mai, ora, gli Aborigeni sono così diversi dai neri del resto del
mondo?”
“Ottima domanda Michel. Il mio racconto avrebbe dovuto includere molti più
dettagli. Ti rendi conto che dopo la catastrofe, ci fu un tale sconvolgimento,
che i depositi di uranio sparsi sulla superficie della Terra emisero grandi
quantità di radiazioni. Questo accadde solo in Australia, e coloro che
sfuggirono alla morte furono duramente colpiti dalle radiazioni, come dopo
un'esplosione atomica.
“Furono colpiti geneticamente, tanto che a tutt'oggi i geni degli Africani sono
diversi da quelli degli Aborigeni. Inoltre, il loro ambiente di vita cambiò
totalmente e drasticamente e anche la loro alimentazione. Con il passare del
tempo, questi discendenti dei Bakaratiniani, si ‘trasformarono’ nella Razza
Aborigena di oggi.
“Come gli sconvolgimenti continuarono, si formarono montagne, alcune
improvvisamente, altre in pochi giorni. Si aprirono crepacci che inghiottirono
intere città, per poi richiudersi eliminando così ogni traccia della civiltà
esistente.
Oltre a tutto questo orrore, ci fu un diluvio tale che il pianeta non aveva
conosciuto da eoni. Infatti, i vulcani sputarono così tante ceneri verso il cielo
tutti contemporaneamente, e ad un’altezza così incredibile, che il cielo
stesso si oscurò. Il vapore dagli oceani, che bollivano in un'area di migliaia
di chilometri, si combinò con le nubi di cenere. Le nubi dense che così si
crearono esplosero in piogge così torrenziali difficili da immaginare.”
“E i vascelli in orbita nello spazio?”
“Dopo 12 settimane furono costretti a tornare sulla Terra. Scelsero di
atterrare nell'area che adesso conosciamo essere l'Europa, non essendoci
assolutamente alcuna visibilità sopra il resto del pianeta. Di sette vascelli,
solo uno riuscì ad atterrare.
“Le altre furono scagliate a terra da bufere che accadevano su tutto il
pianeta, venti ciclonici di 300-400 chilometri l’ora. La causa principale di
questi venti erano le differenze di temperatura, causate a loro volta, dalle
eruzioni vulcaniche.
“Così l'unica astronave rimasta riuscì ad atterrare in quella che è ora
chiamata Groenlandia. A bordo, c’erano 95 passeggeri gialli a bordo, molti
dei quali erano medici ed esperti in vari campi. Essendo atterrati in
condizioni molto avverse, i danni furono tali da impedire alla nave di
decollare di nuovo. Rimase, comunque, utile come un riparo. Avevano
sufficienti provviste per resistere a lungo e così si organizzarono come
meglio poterono.
“Circa un mese dopo furono tutti inghiottiti da un terremoto - anche la nave
spaziale, e fu con quest’ultima catastrofe, che tutte le tracce di civiltà sulla
Terra furono distrutte. La catena di catastrofi seguita alla collisione con
l'asteroide disperse intere popolazioni - in Nuova Guinea, Birmania e Cina,
ed in Africa, anche se la regione del Sahara ha soffrì meno che dalle altre
parti. Comunque, tutte le città situate nella regione del Mar rosso furono
inghiottite dal mare di nuova formazione. In breve, nessuna città rimase
sulla Terra, e milioni di persone e di animali vennero spazzati via. Questo
accadde non molto tempo prima che si verificasse una diffusa carestia.
“Inutile dire che le meravigliose culture di Australia e Cina non furono altro
che ricordi che sarebbero diventati leggende. E fu così che le popolazioni
(bruscamente separate le une dalle altre da voragini appena formate e da nuovi mari) sperimentarono per la prima volta sulla Terra il cannibalismo.”
4
Il Pianeta Dorato
Mentre Thao svolgeva la sua narrazione, la mia attenzione fu attratta da luci
di differenti colori, che si erano accese vicino al suo sedile. Quando finì di
parlare, fece un gesto. Su uno dei muri della stanza, apparvero una serie di
lettere e numeri che Thao esaminò con attenzione. La luce poi si spense e
l'immagine scomparve.
“Thao”, dissi, “proprio adesso hai parlato di allucinazione o di illusione
collettiva. Ho problemi a capire come tu possa ingannare migliaia di
persone; non è questa ciarlataneria, proprio come un illusionista sul palco
imbroglia la folla con una dozzina, o più, di soggetti ‘scelti’?”
Thao sorrise di nuovo. “In un certo senso hai ragione, poiché è
estremamente raro in questi giorni sul tuo pianeta e soprattutto sul
palcoscenico trovare un vero illusionista. Devo ricordarti che noi siamo
esperti in qualsiasi maniera di fenomeno psichico Michel, e per noi è
abbastanza facile perché...”
In quel momento un urto di straordinaria violenza scosse il veicolo spaziale.
Thao mi guardò con occhi inorriditi, tutta la sua faccia era completamente
cambiata e si poteva leggere in essa il puro terrore. Con un minaccioso
suono di incrinatura, il vascello si spezzò in vari pezzi e udii le grida degli
astronauti, mentre eravamo scagliati tutti nello spazio. Thao mi aveva
afferrato con forza il braccio e fummo lanciati nel vuoto siderale ad una
velocità spaventosa. Realizzai, solo per la velocità alla quale viaggiavamo,
che stavamo per incrociare il nostro percorso con quello di una cometa,
esattamente simile a quella che avevamo sorpassato alcune ore prima.
Sentì la mano di Thao sul mio braccio, ma non ci pensai neanche di girare la
testa nella sua direzione; ero letteralmente ipnotizzato dalla cometa.
Stavamo per collidere con la sua coda, questo era certo, e potevo già sentire
il calore terribile. La pelle sul mio viso era pronta a scoppiare, era la fine…
“Stai bene, Michel?” Chiese Thao gentilmente dal suo sedile. Pensai di stare
impazzendo. Ero seduto opposto a lei nello stesso sedile dove l'aveva
ascoltata a raccontarmi del primo uomo sulla Terra.
“Siamo morti o pazzi?” Chiesi.
“Nessuno dei due, Michel. C'è un modo di dire sul tuo pianeta che
un’immagine vale mille parole. Tu mi hai chiesto come fossimo capaci di
illudere folle di persone. Ti ho risposto immediatamente creando un'illusione
per te. Mi rendo conto che avrei dovuto scegliere un'esperienza meno
spaventosa, ma il soggetto è molto importante in questo caso.”
“È fantastico! Non avrei mai creduto che potesse accadere in questo modo, e
così improvvisamente. Era veramente così reale, tutto lo scenario. Non so
cosa dire... l'unica cosa che ti chiedo è di non spaventarmi più in questo
modo. Inoltre sarei potuto morire di paura...”
“Per niente. I nostri corpi fisici erano nei nostri sedili e abbiamo
semplicemente separato i nostri... chiamiamoli corpi ‘astropsichici’ dal fisico
e dagli altri nostri corpi...”
“Quali altri corpi?”
“Tutti gli altri: quello psicologico, lo psicotipico, l'astrale, e così via. Il tuo
corpo astropsichico è stato separato dagli altri tramite un sistema telepatico
originato nel mio cervello che agisce, in questo caso, come un trasmettitore.
Si stabilisce una correlazione diretta tra il mio corpo astropsichico e i tuoi.
“Tutto ciò che ho immaginato è stato proiettato nel tuo corpo astropsichico
esattamente come se stesse accadendo. L'unica cosa è che, non avendo
avuto il tempo di prepararti all’esperienza, ho dovuto essere molto cauta.”
“Cosa vuoi dire?”
“Quando crei un'illusione, il soggetto, o i soggetti, dovrebbero essere
preparati a vedere ciò che tu vuoi essi vedano. Per esempio, se vuoi che la
gente veda un'astronave nel cielo, è importante che si stiano aspettandosi di
vederne una. Se si aspettano di vedere un elefante, loro non vedranno mai
un'astronave. Così, con le parole giuste e suggestioni controllate
intelligentemente, la folla si riunirà attorno a te con l’aspettativa di vedere
un’astronave, un elefante bianco, o la Vergine di Fatima; un tipico caso di
fenomeno sulla Terra.”
“Dovrebbe essere più facile con un soggetto singolo che con 10.000.”
“Niente affatto. Al contrario, con molte persone si produce una reazione a
catena. Tu rilasci i corpi astropsichici degli individui e quando metti in atto la
procedura loro telepatizzano tra sé stessi. È un po' come la famosa linea di
domino: quando fai cadere il primo, tutti gli altri cadono giù fino all'ultimo.
“Quindi è stato un gioco molto facile con te. Da quando hai lasciato la Terra
tu sei rimasto più o meno ansioso. Non sai cosa logicamente accadrà dopo.
Ho tratto vantaggio da questo tipico caso di paura conscia o inconscia che è
sempre presente quando una persona viaggia in una macchina volante, la
paura di esplodere o di precipitare. Poi, dal momento che avevi visto la
cometa sullo schermo, perché non usare anche questa? Invece che cucinare
la tua faccia mentre ti avvicinavi alla cometa, avrei potuto farti incrociare la
sua coda facendoti credere che fosse congedata.”
“Insomma, avresti potuto farmi impazzire!”
“Non in così breve tempo...”
“Ma questo dev’essere durato più di cinque minuti...?”
“Non più di dieci secondi, proprio come in un sogno, o dovrei dire un incubo,
che accade allo stesso modo, approssimativamente nella stessa maniera.
Per esempio, tu stai dormendo ed inizi a sognare... Sei in un prato con un
meraviglioso stallone bianco. Ti avvicini per catturarlo, ma ogni volta che ci
provi lui corre via. Dopo cinque o sei tentativi, che naturalmente richiedono
tempo, tu balzi sulla schiena del cavallo e cominci a galoppare e galoppare.
Vai sempre più veloce e sei felicemente intossicato dalla velocità... Lo
stallone galoppa così veloce che non tocca più il terreno. Si libera nell’aria e
la campagna passa sotto di te; fiumi, pianure e foreste.
“È veramente meraviglioso. Poi le montagne appaiono all'orizzonte,
stagliandosi sempre più alte, mentre ti avvicini. Devi elevarti di più con
difficoltà. Il cavallo vola in alto e in alto, è quasi sopra il picco più elevato,
quando il suo zoccolo colpisce una roccia, sbilanciandoti, così che cadi, giù e
giù, finisci in una voragine che sembra non avere fine... e scopri di essere
caduto dal letto sul pavimento.”
“Mi dirai senza dubbio che questo sogno è durato solamente alcuni minuti.”
“Sarà durato quattro secondi. Il sogno inizia come se, da un certo punto tu
svolgessi indietro un film sul video e poi lo guardassi. Lo so che è difficile da
comprendere, ma in questo particolare sogno, tutto sarebbe cominciato nel
momento in cui tu perderesti l’equilibrio a letto.”
“Confesso di non capire.”
“Non sono per niente sorpresa, Michel. Per capire completamente richiede
molto più studio nel campo e, sulla Terra al momento presente, non avete
nessuno capace di istruirvi su questo soggetto. I sogni non hanno molta
importanza al momento Michel, ma senza che tu te ne rendessi conto, nelle
poche ore che hai trascorso con noi, hai fatto grandi progressi in certe aree
e questo è ciò che conta. Ora è tempo di spiegarti i nostri motivi per portarti
su Thiaoouba.
“Ti stiamo affidando una missione. Questa missione è di riferire tutto ciò che
vedrai, vivrai e ascolterai durante il tuo tempo trascorso con noi. Riferisci
tutto in uno o più libri, che scriverai quando ritornerai sulla Terra. Abbiamo
osservato il comportamento della gente sul tuo pianeta per migliaia e
migliaia di anni, come tu adesso ti rendi conto.
“Una certa percentuale di queste persone stanno arrivando ad un punto
molto critico nella storia e sentiamo che è arrivato il momento per noi di
cercare di assisterle. Se ascolteranno, possiamo assicurare che prenderanno
la strada giusta. Questo è il motivo per il quale sei stato scelto...”
“Ma io non sono uno scrittore! Perché non avete scelto un bravo scrittore,
qualcuno ben conosciuto, o un bravo giornalista?”
Thao sorrise alla mia reazione veemente. “Gli unici scrittori che potevano
farlo come dev’essere fatto, sono morti; intendo Platone o Victor Hugo e, lo
stesso, avrebbero riportato i fatti con troppo abbellimento stilistico. Noi
richiediamo il resoconto più preciso possibile.”
“Allora avete, bisogno di un reporter giornalista...”
“Michel, tu stesso sai, che i giornalisti sul tuo pianeta sono così inclini verso
il sensazionalismo, che spesso distorcono la verità.
“Quanto spesso ad esempio, vedi le notizie riportate in modo differente da
canale a canale o da giornale a giornale? A chi credere quando uno ti dà il
bilancio dei morti in un terremoto a 75, un altro a 62 e un altro a 95? Tu
davvero credi che noi fideremmo di un giornalista?”
“Hai assolutamente ragione!” Esclamai.
“Ti abbiamo osservato e sappiamo tutto di te, come sappiamo di altri sulla
Terra, e tu sei stato scelto…”
“Ma perché esattamente io? Non sono l'unico sulla Terra capace di
obiettività.”
“Perché non tu? A suo tempo, imparerai le principali ragioni dietro la nostra
scelta.”
Non sapevo cosa dire. In più, le mie obiezioni erano ridicole, poiché mi ero
già imbarcato in questo affare e non c'era ritorno. In ultima analisi, dovevo
ammettere che stavo godendomi, sempre di più, questo viaggio spaziale.
Certamente, milioni di esseri umani avrebbero dato tutto ciò che possiedono
per essere al mio posto.
“Non argomenterò più, Thao. Se questa è la vostra decisione, posso solo che
fidarmi. Spero di essere all'altezza dell'impresa. Avete considerato che il
novantanove percento della gente non crederà una parola di ciò che dirò?
Per la maggior parte della gente sarà troppo incredibile.”
“Michel, circa 2000 anni fa, credevano che Cristo fosse stato mandato da Dio
come egli proclamava? Certamente no, perché non lo avrebbero crocifisso e
gli avrebbero creduto. Ora comunque, ci sono milioni che credono in ciò che
disse...”
“Chi gli crede? Veramente gli credono Thao? E chi era lui in ogni modo?
Prima di tutto, chi è Dio? Esiste?”
“Mi aspettavo questa domanda ed è importante che tu l'abbia fatta. Su
un'antica tavoletta di pietra, che credo fosse Naacal, è scritto: All'inizio non
c'era niente, tutto era oscurità e silenzio.
“Lo Spirito, l'Intelligenza Superiore decise di creare i mondi e comandò a
quattro forze superiori...
“E’ estremamente difficile per la mente umana, anche quando altamente
sviluppata, comprendere tale cosa. Infatti, in un certo senso, è impossibile.
Dall'altro lato, il tuo spirito astrale lo assimila quando è liberato dal corpo
fisico. Ma sto andando troppo avanti, torniamo indietro proprio all’inizio.
“All'inizio non c'era niente eccetto oscurità e uno spirito: Lo Spirito.
“Lo Spirito era, ed è, infinitamente potente, potente oltre la comprensione di
qualsiasi mente umana. Lo Spirito è così potente che fu capace, per azione
solo della sua volontà, di scatenare un'esplosione atomica con reazioni a
catena di forza inimmaginabile. Infatti, lo Spirito immaginò i monti,
immaginò come crearli, dal più enorme al più minuscolo. Immaginò gli
atomi. Quando li immaginò creò, nella sua immaginazione, tutto ciò che si
muoveva e che si muoverà: tutto ciò che visse e vivrà; tutto ciò che è
inanimato, o sembra esserlo - ogni singola cosa.
“Ma ciò esisteva solo nella sua immaginazione. Tutto era ancora
nell'oscurità. Una volta che ebbe una visione d’insieme di ciò che voleva
creare, fu capace, tramite la sua eccezionale forza spirituale, di creare,
istantaneamente, le quattro forze dell'Universo.
“Con queste, diresse la prima e più potente esplosione atomica di tutti i
tempi, ciò che alcune persone sulla terra chiamano il ‘Big Bang’. Lo Spirito
ne era al centro e la indusse. L'oscurità se ne andò e l'Universo stesso fu
creato secondo la volontà dello Spirito.
“Lo spirito era così, ancora è, e sempre sarà, al centro dell'Universo, poiché
è il Maestro e Creatore di esso...”
“Bene allora,” interruppi io, “è la storia di Dio come la insegna la religione
Cristiana, o qualcosa del genere, e io non ho mai creduto a questo non
senso...”
“Michel, non parlo di religione come esiste sulla Terra e specialmente non
della religione Cristiana. Non confondere le religioni con la Creazione e la
semplicità di tutto ciò che ne conseguì. Non confondere la logica con le
distorsioni illogiche delle religioni. Avremo l'opportunità di parlare ancora,
più tardi, di questo soggetto, e tieniti pronto ad alcune sorprese.
“Al momento, stavo cercando di spiegarti la Creazione. Durante i miliardi di
anni (per il Creatore naturalmente è eternamente il ‘presente’, ma è più a
livello della nostra comprensione calcolare in miliardi di anni), tutti i mondi,
soli e atomi furono formati, come viene insegnato nelle scuole, i pianeti che
girano attorno ai loro soli, e a volte con i loro satelliti ecc. In certi momenti,
in certi sistemi solari, alcuni pianeti si raffreddano, si forma il suolo, le rocce
solidificano, si formano gli oceani e le masse di terra diventano continenti.
“Alla fine, questi pianeti diventano abitabili per certe forme di vita. Tutto ciò
era, all'inizio, nell'immaginazione dello Spirito. Possiamo chiamare questa
prima forza la ‘forza Atomica’.
“A questo stadio, per mezzo della seconda forza, concepì le creature viventi
primarie e molte delle piante primarie, dalle quali più tardi derivarono le
sottospecie. Questa seconda forza la chiameremo la ‘Forza Ovocosmica’,
perché queste creature e piante furono create tramite semplici raggi cosmici,
che diventarono uova cosmiche.
“Proprio all'inizio, lo Spirito immaginò di sperimentare sentimenti tramite
una creatura speciale. Immagino l'Uomo per mezzo della terza forza che noi
chiameremo la ‘Forza Ovoastromica’. Così l'Uomo fu creato. Hai mai
considerato Michel, che intelligenza c’è voluta per creare un essere umano o
persino un animale? Sangue che circola grazie al cuore che batte milioni di
volte indipendentemente dalla volontà... polmoni che purificano il sangue
tramite un complesso sistema... il sistema nervoso... il cervello che dà
ordini, aiutato dei cinque sensi... il cordone spinale che è ultra-sensibile e
che ti farà ritrarre istantaneamente la mano da una stufa bollente per non
bruciarti; ci sarebbe voluto un decimo di secondo al cervello per inviare
l'ordine che previene la tua mano dal bruciarsi.
“Ti sei mai chiesto perché, di miliardi di individui su un pianeta come il tuo,
non ci sono due impronte digitali uguali: e perché, ciò che chiamiamo il
‘cristallino’ del sangue, è proprio così l'unico tra gli individui come le
impronte digitali?
“I tuoi esperti e tecnici sulla Terra e su altri pianeti hanno provato e ancora
provano a creare un corpo umano. Hanno avuto successo? Riguardo ai robot
che hanno fatto, neppure il più altamente perfezionato sarà mai più che una
volgare macchina in confronto con il meccanismo umano.
“Tornando al cristallino che ho menzionato proprio adesso, è meglio
descritto come una certa vibrazione particolare del sangue di ogni individuo.
Non ha niente a che fare con il gruppo sanguigno. Diverse sette religiose
sulla Terra credono assolutamente nella ‘correttezza’ di rifiutare trasfusioni
di sangue. Le loro motivazioni fanno riferimento agli insegnamenti e ai libri
delle loro dottrine religiose e alle proprie interpretazioni di queste, mentre
dovrebbero guardare al vero motivo, che è l’impatto che vibrazioni differenti
hanno l'una sull'altra.
“Se è una grande trasfusione, può avere un'influenza di qualche tipo sul
ricevente, per un periodo di tempo che varia in accordo al volume della
trasfusione. Questa influenza, naturalmente, non è mai pericolosa.
“Dopo un periodo di tempo, che non supera mai il mese, la vibrazione del
sangue del ricevente ha il sopravvento, non lasciando tracce della vibrazione
del sangue del donatore.
“Non dev’essere dimenticato che queste vibrazioni sono più che altro una
caratteristica dei corpi fisiologico e fluidico piuttosto che del corpo fisico.
“Ma noto di aver deviato parecchio dal mio soggetto, Michel. In ogni caso
adesso è tempo che ci riuniamo agli altri. Non siamo lontani dall’arrivare a
Thiaoouba.”
Non osai chiedere a Thao circo la natura della quarta forza, perché stava già
avviandosi all’uscita. Lasciai il mio posto e la seguii nuovamente verso la
postazione di comando. Là, sul pannello ed in primo piano, una persona
stava parlando lentamente e quasi continuamente.
Numeri e figure, con puntini luminosi di diversi brillanti colori stavano
continuamente attraversando lo schermo, intercalati da simboli.
Thao mi fece sedere nel posto che avevo occupato precedentemente e mi
chiese di non interferire col mio sistema di sicurezza. Poi si allontanò per
conferire con Biastra che sembrava supervisionare le astronaute, ognuna
delle quali era occupata alla sua postazione. Finalmente tornò indietro e
sedette nel posto vicino al mio.
“Cosa succede?” Chiesi.
“Stiamo riducendo progressivamente la velocità, mentre ci avviciniamo al
nostro pianeta. Adesso siamo lontani 848 milioni di chilometri e arriveremo
in circa venticinque minuti.”
“Possiamo vederlo adesso?”
“Pazienza, Michel. Venticinque minuti non sono la fine del mondo!” Mi fece
l’occhiolino, evidentemente di buon umore.
La veduta ravvicinata sul pannello fu rimpiazzata da un’immagine
grandangolare, consentendoci una veduta generale della sala comando della
base intergalattica, come l’avevamo vista precedentemente. Adesso ogni
operatrice era in profonda concentrazione alla propria postazione particolare.
Molti dei ‘postazioni di computer’ erano operate oralmente, piuttosto che
manualmente, rispondendo alle voci delle operatrici. Figure, accompagnate
da puntini luminosi di vari colori, attraversavano rapidamente lo schermo.
Nessuna nell’astronave rimase in piedi.
Improvvisamente, eccolo là, giusto nel mezzo del pannello. Il centro
intergalattico era stato rimpiazzato da… Thiaoouba!
Dovetti correggere le mie supposizioni: potevo percepirlo. Thao telepatizzò
subito affermativamente, lasciandomi senza dubbi.
Mentre ci avvicinavamo e Thiaoouba cresceva sul pannello, non potevo
distogliere i miei occhi dalla sua vista, perché ciò che appariva davanti a me
era indescrivibilmente bello. All’inizio, la prima parola che mi balzò in mente
fu ‘luminoso’; a questa poi si sovrappose ‘dorato’, ma l’effetto prodotto da
questo colore era oltre ogni descrizione. Se devo inventare una parola,
questa potrebbe essere ‘lumino-vaporo-dorato’. Infatti, si aveva
l’impressione di precipitare in un bagno luminoso e dorato, come se ci fosse
oro fine nell’atmosfera.
Stavamo discendendo gentilmente sul pianeta ed i pannelli non mostravano
più i suoi contorni, ma piuttosto si potevano distinguere i contorni di un
continente terminare bruscamente in un oceano che era cosparso di una
moltitudine di isole di colori differenti.
Più ci avvicinavamo, più grandi erano i dettagli discernibili; gli zoom non
erano usati al momento dell'atterraggio, per una ragione che mi fu spiegata
più tardi. Ciò che mi affascinò di più fu il colore davanti a me, ero
stupefatto!
Tutti i colori erano, in ogni variazione tonale, più vividi dei nostri. Un verde
brillante, ad esempio, quasi risplendeva, irradiava colore. Un verde più scuro
aveva l'effetto opposto, ‘tratteneva’ il proprio colore. È estremamente
difficile da descrivere, perché i colori su questo pianeta non erano
comparabili a nessuno che esiste sulla Terra. Un rosso poteva essere
riconosciuto come rosso, ma non era il rosso che conosciamo. C'è una parola
nel linguaggio di Thao che definisce i tipi di colori sulla Terra e sui pianeti
simili al nostro. I nostri colori sono Kalbilaoka che io traduco come ‘annoiati’,
i loro, d'altro canto, sono Theosolakoviniki che significa che irradiano i loro
colori da dentro.
La mia attenzione fu presto attratta da qualcosa che, sullo schermo,
assomigliava a delle uova, si, uova! Potevo vedere il terreno punteggiato di
uova, alcune mezzo coperte dalla vegetazione e altre abbastanza spoglie.
Alcune sembravano più grandi di altre e alcune erano distese. Altre erano in
piedi con quella che sembrava l’estremità appuntita verso il cielo.
Ero così stupefatto da questa vista che mi girai nuovamente verso Thao per
chiederle di queste ‘uova’, quando improvvisamente sullo schermo, apparve
una forma rotonda circondata da alcune sfere di differente misura, e,
leggermente più lontano ancora, altre ‘uova’. Queste erano enormi.
Capii che le sfere erano vascelli spaziali come il nostro.
“Affermativo,” disse Thao dal suo sedile, “e la forma rotonda che vedi è la
cella in cui il nostro veicolo spaziale verrà accomodato fra pochi momenti,
perché siamo in procinto di attraccare.”
“E le uova gigantesche, cosa sono?”
Thao sorrise. “Palazzi, Michel, ma per adesso c'è qualcosa di più importante
che ti devo spiegare. Il nostro pianeta contiene molte sorprese per te, ma ce
ne sono due, che potrebbero avere effetti dannosi su di te. Devo perciò
assicurarmi che tu prenda certe precauzioni elementari. Thiaoouba non ha la
stessa forza gravitazionale del tuo pianeta. Il tuo peso sarebbe di 70 kg sulla
Terra, qui sarà di 47 chili. Quando lascerai l'astronave, se non farai
attenzione, rischierai di perdere il senso dell'equilibrio nei tuoi movimenti e
nei tuoi riflessi. Sarai portato a fare passi da gigante, e forse cadere e farti
male...”
“Ma non capisco. Nella tua astronave mi sento bene.”
“Abbiamo messo in relazione la spinta della forza gravitazionale interna
perché corrisponda a quella della Terra, o quasi.”
“Allora tu devi sentirti estremamente scomoda, perché dovresti pesare circa
60 chili più del tuo peso normale, date le tue dimensioni.”
“È vero che con questa gravità, i nostri corpi sono più pesanti, ma l’abbiamo
controbilanciata tramite una semi-levitazione, così noi non siamo scomode,
e allo stesso tempo abbiamo la soddisfazione di vederti muovere tra noi con
facilità.”
Un leggero sussulto indicò che avevamo attraccato. Questo viaggio
straordinario era terminato, stavo per mettere piede su un altro pianeta.
“Il secondo punto,” riprese Thao, “è che sarai obbligato ad indossare una
maschera, per un po' almeno, perché la lucentezza dei colori letteralmente ti
intossicherà, proprio come se avessi bevuto alcol. I colori sono vibrazioni e
agiscono su certi punti del tuo corpo fisiologico. Sulla Terra questi punti sono
stimolati così leggermente, esercitati così poco, che qui le conseguenze
potrebbero essere spiacevoli.”
Il campo di forza di sicurezza del mio sedile era appena stato ‘spento’
liberandomi ancora una volta, per muovermi in giro come mi piaceva. Il
pannello era vuoto, ma le astronaute erano ancora occupate. Thao mi
accompagnò verso la porta e di nuovo nella camera dov’ero entrato all’inizio
e dove ero rimasto sdraiato per tre ore. Là, prese un elmetto, molto leggero,
che mi copriva la faccia dalla fronte fino al proprio sotto il mio naso.
“Andiamo, Michel, e benvenuto su Thiaoouba.”
Fuori dell'astronave camminammo lungo un corridoio molto breve.
Immediatamente mi sentii più leggero. La sensazione era molto piacevole,
sebbene in qualche modo sconcertante, poiché diverse volte persi l'equilibrio
e Thao dovette sorreggermi.
Non vedemmo nessuno, un fatto che mi sorprese. La prospettiva terrestre
faceva in modo che mi aspettassi di essere benvenuto da una folla di
reporter, flash di macchine fotografiche... o qualcosa di simile - forse un
tappeto rosso! Perché non il capo di stato in persona? In nome del cielo,
queste persone non riceveranno ogni giorno visite da un extra-planetario!
Ma niente...
Dopo un breve tragitto arrivammo ad una piattaforma rotonda, a lato del
corridoio. Thao si sedette su una sedia circolare, dentro la piattaforma, e mi
fece segno che dovevo sedere di fronte a lei.
Tirò fuori un oggetto della dimensione di un walkie-talkie e immediatamente
mi sentii attaccato al sedile, proprio come lo ero stato nell’astronave, da un
invisibile capo di forza. Poi, abbastanza gentilmente e con un mormorio
appena percettibile, la piattaforma si sollevò di alcuni metri e si mosse
rapidamente verso le ‘uova’, lontane circa 800 metri. L'aria rarefatta e
leggermente profumata accarezzava l'area esposta del mio viso sotto il
mento, cosa molto bella, la sua temperatura era di circa di 26 gradi Celsius.
In pochi secondi arrivammo e passammo attraverso le mura di una delle
‘uova’ come se fossimo passati attraverso una nube. La piattaforma si fermò
e si appoggiò gentilmente sul pavimento del ‘palazzo’. Mi guardai attorno in
tutte le direzioni.
Sembrava assurdo, ma l’‘uovo’ era scomparso. Erano davvero entrati
nell’‘uovo’ eppure attorno a noi, per quanto lontano i miei occhi potessero
vedere, si allungava la campagna. Potevamo vedere il campo di atterraggio
e l'astronave attraccata, proprio come se fossimo fuori...
“Capisco la tua reazione, Michel,” disse Thao che sapeva cosa stavo
pensando, “ti spiegherò il mistero più tardi.”
Non lontano da noi erano radunate venti o trenta persone, tutte occupate in
qualche modo, di fronte a scrivanie e schermi che risplendevano di luci
colorate, come dentro l'astronave. Suonava un tipo di musica molto soffice,
che mi elevava ad uno stato di euforia.
Thao mi fece segno di seguirla e ci avviammo verso una delle uova più
piccole situate vicino ai ‘supposti i muri interni’ di quest’uovo più grande.
Mentre andavamo, eravamo salutati con felicità da tutte coloro che
oltrepassavamo.
Devo qui dire che Thao ed io formavamo una strana coppia, mentre ci
muovevamo attraverso la stanza. La grande differenza delle nostre stature
faceva sì che quando camminavamo fianco a fianco, lei era obbligata a
muoversi lentamente in modo da non costringermi a correre per starle al
passo; i miei movimenti erano più come strani salti, perché ogni volta che
cercavo di affrettarmi, esacerbavo il problema. Avevo il compito di
coordinare muscoli che erano abituati a muoversi ad un peso di 70 kg e
adesso dovevo muoverne soltanto 47, potete immaginare con quale effetto.
Ci avviamo verso una luce che risplendeva sul muro dell’‘uovo’ piccolo. A
dispetto della mia maschera, ero molto consapevole della sua brillantezza.
Passammo sotto la luce e attraversammo il muro dentro ad una stanza che
riconobbi immediatamente come quella raffigurata sullo schermo
dell’astronave. Anche le facce mi erano familiari. Mi resi conto di essere nel
centro intergalattico.
Thao mi tolse la maschera. “Va tutto bene adesso, Michel, qui non ne hai
bisogno.”
Mi presentò personalmente ad ognuna delle persone che erano là, una
dozzina circa. Tutte loro esclamarono qualcosa e misero una mano sulla mia
spalla come un gesto di benvenuto.
Le loro facce avevano espressioni di gioia sincera e bontà ed ero
profondamente toccato dal calore del loro ricevimento. Fu come se mi
considerassero uno di loro.
Thao spiegò che la loro domanda principale era: perché è così triste, è
ammalato?
“Non sono triste!” Protestai.
“Lo so, ma loro non sono abituate alle espressioni facciali della gente della
Terra. Le facce qui, come poi vedere, riflettono una perpetua felicità.”
Era vero. Sembrava come se ricevessero ogni secondo notizie eccellenti.
Ero consapevole che c’era qualcosa di strano in queste persone ed
improvvisamente capii: Sembravano tutte avere la stessa età!
5
Imparare a vivere su un altro pianeta
Sembrava che Thao fosse molto popolare anche qui e si trovò a rispondere a
numerose domande, sempre con il suo naturale e ampio sorriso. Non molto
dopo, comunque, ad alcuni dei nostri ospiti fu richiesto di riprendere le
proprie mansioni e ne approfittammo per andarcene. Mi fu messa la
maschera e lasciammo queste persone, come pure quelle nella stanza più
grande, tra molti gesti di amicizia e di buon augurio.
Arrivammo al bordo della foresta e ricordo di essere stato fortemente
impressionato dalla misura degli alberi più grandi. Sembrava si elevassero di
circa 200 metri nel cielo.
“Il più alto è di 240 dei suoi metri, Michel.” Mi spiegò Thao senza che
dovessi chiederlo,” e tra i 20 ed i 30 metri di diametro alla base.
Alcuni di questi sono vecchi 8.000 dei tuoi anni. Il nostro anno consiste di
333 giorni di 26 karse. Un karse è un periodo di 55 lorse, un lorse
comprende 70 kasio, e un kasio equivale a circa uno dei vostri secondi.
(Adesso puoi fare la somma... ) Vuoi andare al tuo ‘appartamento’ o vuoi
prima dare un'occhiata alla foresta?”
“Visitiamo prima la foresta, Thao.”
Il veicolo ridusse notevolmente la velocità e fummo in grado di scivolare tra
gli alberi, oppure di fermarci e osservare più da vicino, ad altitudini che
variavano dal livello del suolo a 10 metri da terra.
Thao era in grado di guidare la nostra ‘piattaforma volante’ con precisione
ed esperienza stupefacenti. Il nostro veicolo, ed il modo di pilotare di Thao
mi fecero venire in mente un tappeto volante che mi portava in un magico
giro turistico sul suolo di questa magnifica foresta.
Thao si chinò verso di me e mi tolse la maschera. Il sottobosco era luminoso
e sufficientemente dorato ma lo trovai abbastanza tollerabile.
“È un buon momento per iniziare a prendere confidenza con la luce e i colori,
Michel. Guarda!”
Seguendo il suo sguardo individuai, molto in alto tra i rami, le farfalle degli
alberi, vividamente colorate e di misura enorme.
Questi lepidotteri, che devono aver avuto un metro di apertura alare, si
libravano alti tra il fogliame, ma fummo fortunati di vederli volare sempre
più vicini a noi, su ali blu, verde e arancio. Mi è così chiaro come se fosse
ieri. Ci strusciarono delicatamente addosso con le loro ali dalle frange
strane, creando un effetto così bello da mozzare il fiato. Una di loro si fermò
su una foglia a pochi metri da noi e potemmo ammirarne il corpo, inanellato
di argento e oro, e le antenne di color verde giada. La proboscide era dorata
e la superficie delle ali verde con striature blu brillante, alternate da forme a
diamante arancio scuro. Il lato inferiore era blu scuro, ma luminoso, come
se fosse stato illuminato dall’alto da un proiettore.
Per il tempo che questo insetto gigante rimase sulla foglia, emise un soffice
suono a fischio e questo mi sorprese parecchio. Di certo non avevo mai
sentito un lepidottero, sulla Terra, fare alcun suono del tutto. Naturalmente
non eravamo più sulla Terra ma su Thiaoouba e questo era solo l'inizio di
una lunga serie di sorprese per me.
Sul terreno della foresta cresceva un'incredibile varietà di piante, ognuna più
strana della successiva. Coprivano il terreno completamente, ma notai molti
pochi arbusti tra queste. Immaginai che i giganti della foresta prevenissero
loro di svilupparsi.
Le dimensioni di queste piante variavano da simili al muschio a quelle di un
grande roseto. Una di queste piante, con le foglie spesse come una mano e
di varie forme, a volte a forma di cuore o circolare, a volte molto lunghe e
sottili, era di un colore che tendeva molto più verso il blu che il verde.
Fiori d’ogni forma e colore, anche del nero più puro, s’intrecciavano l'un
l'altro. Dalla nostra altitudine di parecchi metri l'effetto era assolutamente
glorioso.
Salimmo finché fummo sopra i rami più alti e misi nuovamente la maschera
d’accordo con le istruzioni di Thao. Emergemmo dalla coltre di fronde e ci
muovemmo lentamente proprio sopra il fogliame di questi alberi enormi.
Sopra la foresta, la luce, ancora una volta, era incredibilmente intensa e
avevo l'impressione di viaggiare attraverso un paesaggio di puro cristallo.
Uccelli meravigliosi erano appollaiati sulle cime degli alberi più alti e ci
osservavano passare, senza paura. I loro colori, vari e ricchi, erano una vera
festa per i miei occhi a scapito dell'effetto filtrante della mia maschera.
C'erano varietà di pappagalli dal piumaggio blu, giallo, rosa e rosso; e tra
loro, si stagliava un tipo d’uccello del paradiso contornato da una nube di
quelli che sembravano essere colibrì.
Questi colibrì erano di colore rosso brillante strigliato d’oro. Le piume rosse,
rosa e arancio delle code degli uccelli del paradiso dovevano misurare 250
centimetri di lunghezza e la loro apertura alare circa 2 metri.
Quando questi ‘gioielli’ presero il volo, il lato di sotto delle ali rivelò un rosa
soffice e nebuloso, con solo un tocco di blu brillante sulle punte, così
inaspettato, dato che la superficie delle loro ali era di un colore arancio-
giallo. Le loro teste indossavano piume di misura impressionante, ogni
piuma differente in colore: giallo, verde, arancio, nero, blu, rosso, bianco,
crema...
Sono frustrato dall’inadeguatezza dei miei tentativi di descrivere i colori che
vidi su Thiaoouba, sento di aver bisogno di un dizionario completamente
nuovo perché il mio linguaggio è insufficiente. Avevo la costante impressione
che i colori venissero da dentro gli oggetti che guardavo, ed il colore era più
di quello che conoscevo essere. Sulla terra conosciamo circa 15 sfumature di
rosso; qui dovevano essercene più di cento…
Non erano solo i colori a richiamare la mia attenzione. I suoni che avevo
udito da quando iniziammo a volare sopra la foresta mi spinsero a chiedere
una spiegazione a Thao. Era come una musica di sottofondo, molto leggera
e soffice, simile ad un flauto che suonava continuamente la stessa aria, ma
a distanza.
Appena ci spostavamo, la musica sembrava cambiare, per poi ritornare al
tono originale.
“È musica quella che sento?”
“È la vibrazione emessa dalle migliaia di insetti che, quando combinata con
le vibrazioni dei colori riflessi dai raggi solari su certe piante, come la Xinoxi
per esempio, produce il risultato musicale che ascolti. Noi stessi lo sentiamo
solo se ci sintonizziamo particolarmente su di esso perché costituisce una
parte integrante delle nostre vite e del nostro ambiente. È riposante non è
vero?”
“Assolutamente.”
“Secondo gli esperti, se queste vibrazioni venissero a cessare noi
sperimenteremmo problemi considerevoli agli occhi. Questo forse suona
strano da principio, dato che queste vibrazioni sembrano essere percettibili
dall'orecchio piuttosto che dall'occhio. In ogni modo, gli esperti sono esperti,
Michel, e, in ogni caso, ci è di poco interesse perché essi dicono anche che la
possibilità che esse cessino è così remota tanto quanto quella che il nostro
sole si spenga domani.”
Thao girò il nostro veicolo e in pochi momenti avevamo lasciato la cima della
foresta e stavamo volando sopra una pianura, attraverso la quale fluiva un
fiume verde giada.
Scendemmo ad un'altitudine di circa tre metri e seguimmo il suo corso.
Adesso potevamo seguire i movimenti di uno strano pesce che assomigliava
ad un platypus piuttosto che ai pesci come li conoscevo io. L'acqua era pura,
come cristallo, e a questa altitudine potevamo distinguere ogni cosa giù fino
alla più piccola conchiglia.
Guardando in alto vidi che stavamo avvicinandoci all'oceano. Alberi di palma
simili alle palme da cocco ondeggiavano le loro fronde maestose ad altezze
impressionanti, sul litorale di una spiaggia dalle sabbie dorate. Il blu
dell'oceano contrastava piacevolmente con il rosso brillante delle rocce
incastonate su piccole colline, che dominavano una sezione di questa
spiaggia.
Un centinaio o più di persone si crogiolavano sulla sabbia o nuotavano,
completamente nude, nelle acque trasparenti dell'oceano.
Mi sentii un po' stordito, non solo per le cose nuove e meravigliose che stavo
costantemente scoprendo, ma anche per la perpetua sensazione di
leggerezza, dovuta al cambiamento di gravità. Questa sensazione mi faceva
venire in mente la Terra; che strano mondo, e com’era difficile visualizzare
la Terra adesso!
Anche le vibrazioni auditive e visive stavano influenzavano enormemente il
mio sistema nervoso. Di solito una persona molto tesa, mi sentivo
completamente rilassato, come se mi fossi immerso in un bagno caldo,
lasciandomi galleggiare tra le bolle al suono di una musica soffice.
No, persino più rilassato di così; così rilassato che mi veniva da piangere.
Procedemmo abbastanza rapidamente attraverso le acque di un'immensa
baia volando a circa 12 metri sopra le onde. All'orizzonte potevo distinguere
dei punti, alcuni più grandi degli altri e mi resi conto che erano isole; senza
dubbio quelle che avevo visto prima del nostro atterraggio su Thiaoouba.
Mentre ci dirigevamo verso l'isola più piccola, guardai in basso e vidi che
eravamo seguiti da numerosi pesci, che si divertivano incrociando l’ombra
del nostro veicolo proiettata sull'acqua.
“Sono squali?” Chiesi.
“No, sono Dajik, i fratelli dei vostri delfini. Vedi? Gli piace giocare proprio
come ai vostri delfini.”
“Guarda!” Interruppi Thao.” Guarda!”
Thao guardò dove stavo indicando ed iniziò a ridere: ero meravigliato nel
vedere un gruppo di persone che si avvicinavano a noi apparentemente
senza l'aiuto di un veicolo.
Erano a circa due metri sopra l'acqua, in posizione verticale, e non solo
fluttuavano nell'aria, ma si muovevano molto rapidamente verso di noi.
Presto I nostri percorsi si incrociarono e ci scambiammo grandi gesta di
amicizia. Nello stesso istante un'onda di benessere fluì attraverso di me,
durando diversi secondi. Era la stessa sensazione provata con Latoli e la
riconobbi essere il saluto di questa ‘gente volante’.
“Come fanno a farlo? È levitazione?"
“No, hanno una Tara ai loro fianchi e un Litiolac in mano. Questi producono
certe vibrazioni che neutralizzano la forza magnetica fredda del pianeta,
acconsentendo alla neutralizzazione della forza gravitazionale. Persino un
peso di venti milioni di tonnellate è paragonabile a quello di una piuma. Poi,
tramite altre vibrazioni che sembrano quelle degli ultrasuoni, possono
manovrare con precisione e andare dove vogliono, come stanno facendo
adesso. Su questo pianeta, chiunque voglia viaggiare usa questo metodo.”
“Allora perché stiamo usando questo veicolo?” Chiesi, perché avrei voluto
sperimentare tale equipaggiamento, che oltretutto, era assolutamente
silenzioso.
“Michel, tu sei impaziente. Ti ho portato con questo mezzo perché non sei
capace di volare con un Litiolac. Senza pratica potresti farti male. Più tardi,
forse, se c'è tempo, ti insegnerò come usarlo. Guarda, siamo quasi
arrivati.”
Era vero stavamo velocemente avvicinandoci all'isola e si poteva vedere
chiaramente una spiaggia dorata dove alcune persone si crogiolavano al
sole. Quasi immediatamente, stavamo volando sotto fronde di palme lungo
un sentiero molto ampio, bordato di due linee di cespugli molto fioriti e
fragranti. L’area era viva dei suoni e colori d’insetti, farfalle e uccelli.
In veicolo procedeva lentamente a livello del suono e, dopo un’ultima curva
finale lungo il sentiero, arrivammo davanti ad un piccolo ‘uovo’, annidato tra
alberelli e vigneti fioriti. Sembrava che tutti i palazzi su questo pianeta
avessero la forma di un ‘uovo’, molto spesso giacevano di ‘lato’ ma
occasionalmente era in piedi, come ho detto, con la punta verso l'alto. I
‘gusci’ erano di colore biancastro colore e non avevano né finestre né porte.
Questo particolare ‘uovo’ giaceva di lato, apparentemente sepolto per metà
nel terreno. Era lungo circa 30 metri e 20 metri di diametro; abbastanza
piccolo paragonato a quelli che avevo visto fin’ora.
Thao fermò in veicolo di fronte ad una luce brillante centrata sul muro
dell’‘uovo’. Lasciammo la piattaforma ed entrammo nell'abitazione. Nel farlo
sentii una leggera pressione, non più forte del peso di un piumino. Ricordo di
aver sperimentato la stessa sensazione precedentemente, quando
passammo attraverso il muro del centro spaziale.
Il fatto che questi palazzi non avessero porte e finestre era già di per sé
straordinario, ma una volta dentro, era ancora più strano. Come ho citato
prima, l'impressione d’insieme era di essere ancora all’esterno.
La sorprendente bellezza del colore era ovunque; i prati; i rami degli alberi
che incorniciavano cielo blu malva; le farfalle; i fiori... Ricordo un uccello che
venne ad appoggiarsi proprio nel mezzo del ‘tetto’, cosicché potemmo
vedere il fondo dei suoi piedi. Era come se si fosse miracolosamente fermato
a mezz’aria; l'effetto era alquanto straordinario.
L'unico contrasto con l'esterno era dato dal pavimento coperto da un tipo di
tappeto sul quale erano sistemati dei sedili dall'aspetto comodo e grandi
tavole a piedestallo. Tutto questo mobilio era naturalmente di vasta scala,
appropriato a questa gente di vasta scala.
“Thao”, chiesi, “com'è che i vostri muri sono trasparenti ed allo stesso tempo
non possiamo vedere dentro da fuori? E come possiamo passare attraverso i
muri come abbiamo fatto?”
“Prima di tutto, Michel, togliamo via questa maschera. Regolerò le luci
interne in modo che ti siano tollerabili.”
Thao si avvicinò ad un oggetto sul pavimento e lo toccò. Quando mi tolsi la
maschera trovai che la luce non era meno tollerabile di quando l’avevo
indosso, nonostante si fosse ripristinata la qualità di luminescenza.
“Come vedi, Michel, questa abitazione esiste a causa di un campo magnetico
che è abbastanza speciale. Abbiamo copiato le forze della natura e le
creazioni della natura per i nostri fini. Lascia che ti spieghi. Ogni corpo,
umano, animale o minerale, possiede un campo attorno a se stesso. Il corpo
umano, per esempio, è circondato sia da un’Aura sia da (un campo di) forza
eterica di forma ovale. Tu questo lo sai, non è vero?”
Annui.
“Quest'ultima è composta in parte di elettricità, ed in gran parte di vibrazioni
che noi chiamiamo Ariacostinaki.
“Queste vibrazioni sono sempre presenti per la tua protezione fintanto che
sei vivo, e non devono essere confuse con le vibrazioni dell'Aura. Con le
nostre abitazioni, abbiamo copiato la natura creando un campo di vibrazioni
elettro-eterico minerali attorno ai nuclei.” Thao indicò un ‘uovo’ della misura
in un uovo di struzzo, situato al centro della stanza tra due sedie. “Puoi
spingere questa sedia per favore, Michel?”
Guardai Thao sorpreso dalla sua richiesta, considerando la dimensione della
sedia ed il fatto che lei non mi aveva mai chiesto niente prima. Provai ad
obbedire ma con notevole difficoltà, perché la sedia era davvero molto
pesante; comunque riuscii a muoverla di 50 centimetri circa.
“Molto bene,” disse. “Adesso mi passeresti l’uovo.”
Sorrisi. In paragone questa doveva essere un'impresa semplice. Potevo
sollevarlo con una mano e senza alcuno sforzo; ma per non farlo cadere lo
presi con entrambe le mani e... caddi sulle mie ginocchia! Non mi aspettavo
fosse così pesante e mi sbilanciai. Mi alzai e provi di nuovo, questa volta con
tutta la mia forza... non accade nulla.
Thao mi toccò la spalla. “Guarda,” disse. Girandomi verso la sedia che avevo
trovato così difficile da muovere, lei pose una mano sotto di questa e la
sollevò sopra la testa. Sempre con una mano, la mise giù di nuovo,
apparentemente senza sforzo. Poi, prese l'uovo con entrambe le mani e
spinse e tirò con tutta la sua forza fino a che le si gonfiarono le vene del
collo. Ma l’uovo non si mosse di un decimo di millimetro.
“È saldato al pavimento,” suggerii.
“No, Michel, è il Centro e non si può muovere. È il nucleo di cui ti ho parlato
prima. Abbiamo creato un campo attorno ad esso, così forte che il vento e la
pioggia non possono penetrarlo. Lo stesso vale per i raggi solari, possiamo
regolare l’intensità con la quale penetrano. Anche gli uccelli, che ci si
appoggiano sopra, non sono abbastanza pesanti da passare attraverso il
campo e se per caso atterra un uccello più pesante, inizierà ad affondare.
Questo produce una sensazione così spaventosa per l'uccello che vola via
immediatamente senza subire alcun danno.”
“E’ così ingegnoso,” dissi, “ma qual è il significato della luce all'entrata?
Potremmo passare attraverso il muro da qualunque punto scegliamo?”
“In verità potremmo. È che da fuori non è possibile vedere l'interno e così
non puoi sapere se non vai a sbattere contro un pezzo di mobilio dall'altra
parte. Il luogo migliore per entrare è sempre indicato da una luce esterna.
Vieni, lascia che ti mostri in giro.”
La seguii e scoprii, dietro una partizione riccamente decorata,
un’ambientazione veramente magnifica. C'era una piscina in miniatura che
sembrava essere di porfido verde e, vicino, un lavandino abbinato sopra il
quale si piegava un cigno di porfido, il suo becco aperto... l’effetto era bello.
Thao tenne la mano sotto il becco del cigno e immediatamente l'acqua iniziò
a fluire sopra la sua mano e dentro il lavandino. La ritrasse ed il flusso
terminò. Mi fece segno di provare. Il lavandino era a circa 150 centimetri dal
pavimento cosicché dovetti sollevare il mio braccio molto in alto, ma riuscii a
farcela e l'acqua sprizzò fuori.
“Che intelligente!” Esclamai. “Avete acqua potabile su quest'isola, o avete
dovuto scavare dei pozzi?”
Di nuovo la faccia di Thao si illuminò col suo sorriso divertito. Mi era
abbastanza familiare, appariva ogni volta che dicevo qualcosa che per lei
sembrava ‘pittoresco’.
“No, Michel, non ci procuriamo l’acqua come fate voi sulla Terra. Sotto
questo magnifico uccello di pietra c'è un apparato che attrae l'aria
dall'esterno e la trasforma in acqua potabile in base alla richiesta.
“È meraviglioso!”
“Stiamo semplicemente sfruttando una legge naturale.”
“E se volete acqua calda?”
“Forza elettro-vibratoria. Per l'acqua calda metti un piede qui e per l’acqua
bollente lo metti qui.
“Cellule posizionate a lato, controllano il funzionamento dell'apparato, ma
questi sono solo dettagli materiali e di non grande significato. Questa qui,”
disse Thao, seguendo la direzione del mio sguardo, “è l'area di rilassamento.
Puoi distenderti qui.” Indicò una spessa stuoia che si trovava sul pavimento,
un po' più in basso verso la base dell’uovo.
Mi distesi ed immediatamente sentii come se stessi fluttuando a livello del
suolo. Sebbene continuasse a parlare, non potevo più udire la voce di Thao.
Era scomparsa dietro una cortina nebulosa, così che ebbi l'impressione di
essere avvolto in una spessa nebbia di cotone. Allo stesso tempo, si
potevano udire vibrazioni musicali e l'effetto totale era meravigliosamente
rilassante.
Mi rialzai dopo alcuni secondi, la voce di Thao era di nuovo udibile e
diventava più alta via via che si alzava la ‘nebbia’, che poi scomparve
completamente.
“Che ne pensi, Michel?”
“È davvero il massimo del conforto!” Risposi entusiasticamente. “Ma c'è una
cosa che non ho ancora visto ed è la cucina, e tu sai quanto è importante la
cucina per un Francese!”
“Da questa parte,” disse, sorridendo di nuovo e facendo alcuni passi in
un'altra direzione. “Vedi questo cassetto trasparente! Dentro ci sono vari
compartimenti. Da sinistra a destra: pesce, molluschi, uova, formaggio,
prodotti caseari, vegetali e frutta, e qui nell'ultimo, abbiamo ciò che tu
chiami ‘manna’, che è il nostro pane.”
“O mi stai prendendo in giro o ti fai gioco di me. Tutto ciò che vedo nel tuo
cassetto è rosso, verde, blu, marrone e una mescola di questi colori...”
“Ciò che vedi sono i concentrati di vari cibi: pesce, vegetali, ecc., della
migliore qualità preparati da eccellenti cuochi che utilizzano vari metodi
speciali. Quando lo assaggi, scoprirai che tutto questo cibo è eccellente e
molto nutriente.”
Thao poi pronunciò alcune parole nel suo linguaggio e, in un momento, ebbi
davanti a me su un vassoio, una selezione di cibo preparato in un modo
piacevole all'occhio. Quando lo assaggiai, il mio palato fu piacevolmente
sorpreso. Era veramente eccellente, anche se molto diverso da ogni cosa
avessi mai mangiato prima in vita mia. Avevo già assaggiato la manna
nell'astronave. Ne mangiai ancora un po' e di nuovo la trovai un buon
accompagnamento ai piatti presentati.
“Mi hai detto che sulla Terra questo pane è conosciuto come ‘manna’. Com’è
possibile che esista anche sulla Terra?”
“È un prodotto che trasportiamo sempre nelle nostre astronavi
intergalattiche. È molto pratico, essendo facilmente comprimibile e
altamente nutriente. Infatti, è un cibo completo. Viene da frumento e avena
e tu potresti vivere di solo questo per mesi.”
Proprio allora la nostra attenzione fu attratta dall'avvicinarsi di alcune
persone che volavano a livello terra dietro i rami degli alberi. Si fermarono
all'entrata dell’‘uovo’, slacciarono i loro Tara e li appoggiarono su un blocco
di marmo, senza dubbio là per quello scopo. Entrarono una dopo l'altra e
riconobbi con piacere Biastra, Latoli ed il resto dell'equipaggio
dell’astronave.
Avevano sostituito le loro uniformi spaziali con lunghe tuniche di stile arabo
dai colori scintillanti. (Più tardi capii perché il colore di ogni tunica donava
così tanto all’individuo che lo indossava.) Al momento, era difficile credere
che queste erano le stesse persone che avevo conosciuto e con le quali
avevo parlato sull'astronave, erano completamente trasformate.
Latoli mi si avvicinò, un sorriso radiante illuminava il suo volto. Appoggiando
una mano sulla mia spalla, mi disse telepaticamente: “Mi sembri in qualche
modo sbalordito, mio caro. Non ti piacciono le nostre abitazioni?”
‘Lesse’ la mia risposta affermativa e ammirata e ne fu deliziata. Voltandosi
verso gli altri, trasmise la mia risposta e i commenti volarono fitti e rapidi,
ognuna parlando allo stesso tempo. Si erano tutte sedute, sembrando molto
più a loro agio nelle loro sedie di quanto mi sentissi io nella mia. Mi sentivo
come il brutto anatroccolo tra le galline, in quanto la mia taglia non
corrispondeva a niente che fosse costruito sulla loro statura.
Thao andò in ‘cucina’ e riempì un vassoio di cose da mangiare. Poi disse una
parola e tutte le mani furono alzate nella direzione del vassoio, che si alzò
lentamente in aria.
Si mosse per la stanza, fermandosi davanti ad ogni ospite, senza che lei
dovesse toccarlo. Finalmente si fermò di fronte a me e, con grande cautela,
per paura che cadesse (cosa che le divertì moltissimo) presi un bicchiere di
idromele. Il vassoio se ne andò da solo, ritornando al suo luogo di origine, e
tutte le mani vennero abbassate.
“Come avete fatto?” Chiesi a Thao. La mia domanda fu compresa
telepaticamente da ognuna di loro e scoppiò una risata generale.
“Per mezzo di ciò che tu chiameresti ‘levitazione’, Michel. Noi possiamo,
altrettanto facilmente, sollevare noi stesse in aria, ma ciò non serve a
granché, altro che al nostro divertimento.” Detto questo, Thao, che era
seduta a gambe incrociate, iniziò a sollevarsi sopra la propria sedia e a
fluttuare per la stanza, fermandosi alla fine a mezz’aria. La fissai, ma subito
mi resi conto di essere l'unico affascinato dal suo risultato. In verità, devo
essere sembrato un idiota, perché tutti gli occhi erano fissi su di me. Il
comportamento di Thao era, evidentemente, perfettamente normale per le
mie amiche che erano più interessate all'espressione attonita sulla mia
faccia.
Thao discese lentamente sulla sua sedia.
“Questa è la dimostrazione di una delle molte scienze che avete perso sulla
Terra, Michel, a parte pochi individui che sono ancora capaci di farlo.
“C'era un tempo in cui era praticata da molti, assieme a molte altre abilità.”
Trascorremmo il tempo piacevolmente quel pomeriggio, le mie nuove
amiche ed io, comunicando telepaticamente a cuor leggero, finché il sole fu
basso nel cielo.
Thao allora mi spiegò: “Michel, questo ‘doko’, come noi chiamiamo le nostre
abitazioni su questo pianeta, sarà la tua casa durante la tua breve
permanenza su Thiaoouba. Noi ti lasciamo adesso per la notte, per lasciati
dormire. Se desideri fare un bagno, sai come arrangiarti e puoi dormire sul
letto di rilassamento. Cerca però di organizzarti entro la prossima mezz'ora,
poiché non c’è illuminazione in questa abitazione. Noi siamo in grado di
vedere bene di notte come di giorno, e non ne abbiamo bisogno.”
“Questo palazzo è protetto? Sono al sicuro qui?” Chiesi preoccupato. Thao
sorrise di nuovo. “Su questo pianeta potresti dormire per terra in centro
città e saresti più sicuro che in un palazzo con guardie armate, cani e allarmi
sulla Terra.
“Qui, abbiamo solo esseri veramente evoluti e certamente nessuno che
assomigli ai criminali che avete voi sulla Terra. Ai nostri occhi, loro devono
essere paragonati alle peggiori delle bestie selvagge. Con questo,
buonanotte.”
Thao si girò e passò attraverso il ‘muro’ del doko per riunirsi alle sue
amiche. Dovevano aver portato un ‘Litiolac’ per lei perché volò via con il
gruppo.
Mi preparai allora a trascorrere la mia prima notte su Thiaoouba.
6
I Sette Maestri e l’Aura
Un'enorme fiamma blu ardeva; con fiamme arancio, gialle e rosse che
ardevano intorno ad essa. Un enorme serpente nero scivolò direttamente
attraverso le fiamme, dirigendosi verso di me. Giganti apparvero dal nulla,
correndo e cercando di catturare il serpente. Ce ne vollero sette di loro per
fermarlo prima che mi raggiungesse. Ma esso si voltò ed inghiottì le fiamme
solo per risputarle fuori, come un dragone, addosso ai giganti. Essi furono
trasformati in immense statue proprio così com'erano, incastonate sulla coda
del serpente.
Il rettile divenne una cometa e portò via le statue, sull'Isola di Pasqua .
Successivamente, stavano salutandomi, indossando strani cappelli. Una delle
statue che somigliava a Thao, mi prese per la spalla e disse, “Michel,
Michel... svegliati.” Thao stava scuotendomi e sorrideva dolcemente.
“Mio Dio!” dissi, aprendo gli occhi, “stavo sognando che eri una statua
dell'Isola di Pasqua e mi afferravi per la spalla...”
“Io sono una statua dell'Isola di Pasqua, e ti ho preso per la spalla.”
“Comunque, adesso non sto sognando, è vero?”
“No, ma il tuo sogno era davvero abbastanza strano, perché sull'Isola di
Pasqua c'è una statua che fu scolpita molto tempo fa per immortalarmi e alla
quale fu dato il mio nome.”
“Cosa mi stai dicendo adesso?”
“La semplice verità, Michel, ma ti spiegheremo tutto ciò al momento giusto.
Per ora, prova ad indossare questi vestiti che ti ho portato.”
Thao mi porse una veste riccamente colorata che mi piacque molto e, dopo
un bagno caldo e profumato, indossai l’abito. Uno stato di euforia, del tutto
inaspettato, mi travolse. Ne feci cenno a Thao, che stava aspettando con un
bicchiere di latte ed un po’ di manna per me.
“I colori della tua veste sono stati scelti secondo quelli della tua Aura; ecco
perché ti senti così bene. Se le persone sulla Terra fossero in grado di
vedere l'Aura, anch’esse potrebbero scegliere i colori che si addicono e così
migliorare la propria sensazione di benessere. Userebbe il colore al posto
dell'aspirina.”
“Cosa intendi dire esattamente?”
“Ti farò solo un esempio. Ti ricordi di avere mai sentito dire da qualcuno:
“Oh, quei vestiti non ti si addicono per nulla. Lei o Lui, non ha gusto?”
“Si, molto spesso, infatti.”
“Bene, in questi casi, tali persone hanno semplicemente scelto i loro vestiti
meno abilmente di altre, o li hanno abbinati con minor successo. Come voi
dite in Francese, si jurent, o si ‘scontrano’, ma più agli occhi degli altri che ai
loro stessi. Tuttavia, queste persone non si sentiranno bene con se stesse
senza capirne il motivo. Se tu suggerissi loro che ciò è dovuto ai colori che
indossano, penserebbero che sei strano. Potresti spiegare che le vibrazioni
dei colori sono in contrasto con quelli della loro Aura, ma non sarebbero
molto propense a crederti. Sul tuo pianeta, la gente crede solo in ciò che
vede o tocca... eppure l'Aura può essere vista...”
“L'Aura è in realtà colorata?”
“Certo. L'Aura vibra continuamente con colori che variano. In cima alla tua
testa c'è un vero e proprio bouquet di colori, dove sono rappresentati quasi
tutti i colori che conosci.
“Anche intorno alla testa, c’è un alone dorato, ma questo è molto evidente
solo nelle persone più elevate spiritualmente e in coloro che hanno
sacrificato se stessi per aiutare gli altri. L'alone assomiglia ad una nebbia
dorata, molto simile a quella che i pittori sulla Terra raffigurano come
l’aureola dei santi e di Cristo. Le aureole furono inserite nei quadri proprio
perché a quei tempi alcuni degli artisti erano davvero in grado di vederle.”
“Sì, ne avevo sentito parlare, ma mi piace sentirlo dire da te.”
“I colori sono tutti presenti nell'Aura: alcuni brillano di più, altri sono opachi.
Persone in poca salute, ad esempio, o con cattive intenzioni...”
“Mi piacerebbe così tanto vedere l'Aura. So che ci sono persone che possono
vederla...”
“Molte persone sulla Terra potevano vederla e leggerla molto tempo fa, ora
ce ne sono poche. Calmati, Michel. Potrai vederla, e non solo una ma molte.
Inclusa la tua. Adesso, però, ti chiedo di seguirmi, perché abbiamo così
tanto da mostrarti e poco tempo disponibile.”
Seguii Thao, che mi mise la maschera sul viso e mi fece strada verso la
piattaforma volante che avevamo usato il giorno prima. Prendemmo posto
ed immediatamente Thao iniziò a manovrare la macchina in modo da
insinuarsi sotto i rami degli alberi.
Nel giro di pochi istanti, emergemmo sulla spiaggia.
Il sole era appena salito dietro l'isola e illuminava l'oceano e le isole intorno.
A livello dell’acqua, l'effetto era magico. Mentre procedevamo lungo la
spiaggia, potei vedere altri doko attraverso il fogliame, annidati tra fiori e
cespugli. Sulla spiaggia, gli abitanti di questi alloggi si bagnavano in acque
trasparenti o passeggiavano insieme sulla sabbia. Apparentemente sorpresi
di vedere la nostra piattaforma volante, seguirono i nostri movimenti mentre
passavamo. Mi venne in mente che questo non era il mezzo di trasporto
usuale nell'isola.
Devo anche dire che sebbene i nuotatori ed i bagnanti siano sempre
completamente nudi su Thiaoouba, chi passeggia o si sposta per distanze
più grandi, si veste sempre per farlo. Su questo pianeta, non c'è ipocrisia,
esibizionismo né falsa modestia (ma ne parleremo in seguito).
Non passò molto prima di arrivare alla fine dell'isola così Thao accelerando,
portò il veicolo a livello dell'acqua.
Procedemmo in direzione di una grande isola, visibile all'orizzonte. Non potei
fare a meno di ammirare la destrezza con cui Thao pilotava la macchina
volante, specialmente quando arrivammo sulla riva dell’isola.
Avvicinandoci alla costa, potei riconoscere enormi doko, le loro punte, come
di consueto, verso il cielo, ne contai un gruppo di nove, ma l'isola ne era
piena, di più piccoli e meno visibili tra la vegetazione. Thao ci portò più in
alto e presto stavamo volando sopra ciò che Tao chiamò “Kotra quo doj
Doko”: ‘La Città dei nove Doko’.
Sapientemente, Thao ci portò in basso tra i Doko, in un bel parco situato in
mezzo ad essi. Nonostante la maschera, mi resi conto che la nebbia dorata
che avvolgeva Thiaoouba, era molto più densa intorno a questi Doko che
altrove.
Thao mi confermò che la mia impressione non era sbagliata, ma non fu in
grado allora di spiegare il fenomeno, poiché ci stavano aspettando.
Mi guidò sotto un arco di vegetazione e lungo un sentiero che correva
accanto a piccoli stagni. Qui, meravigliosi uccelli acquatici giocherellavano, e
piccole cascate mormoravano.
Mi ritrovai quasi a correre per stare al passo di Thao, ma non volli chiederle
di rallentare. Mi parve preoccupata e in un modo che non le era tipico. Ad un
certo punto, accade quasi una catastrofe quando cercai di saltare, tanto per
divertirmi e per stare al passo con Thao. A causa della differenza di gravità,
calcolai male il balzo e dovetti aggrapparmi ad un albero che cresceva
proprio sul bordo dell'acqua, per non caderci dentro.
Alla fine, raggiungemmo il Doko Centrale e ci fermammo sotto la luce
dell'ingresso. Thao sembrò concentrarsi per qualche secondo, poi mi prese
per la spalla e passammo attraverso la parete.
Thao mi tolse immediatamente la maschera, consigliandomi
contemporaneamente di tenere gli occhi socchiusi, cosa che feci. La luce
filtrò attraverso le mie palpebre e dopo un certo tempo fui in grado di tenere
gli occhi aperti normalmente.
Devo dire che questa luminosità, più dorata che nel mio doko, all'inizio fu
considerevolmente disagevole. Adesso ero ancora più curioso, specialmente
da quando Thao, che di solito era molto libera e non rispettava nessun
protocollo nelle sue relazioni con chiunque, sembrava avere bruscamente
cambiato il proprio modo di agire. Perché?
Questo doko dev’essere stato di almeno 100 metri di diametro. Ci
dirigemmo direttamente, anche se più lentamente, verso il centro, dove
sette posti, ognuno occupato, erano sistemati a semicerchio. Gli occupanti
sedevano come pietrificati, in un primo momento pensai davvero che fossero
statue.
Sembrava assomigliassero a Thao, anche se i loro capelli erano più lunghi e
le loro espressioni facciali più serie, dando loro l'aria di essere più anziani. I
loro occhi sembravano essere illuminati dall'interno, cosa che in qualche
modo mi disturbava. Ciò che mi colpì più di tutto, fu la nebbia dorata,
perfino più forte qui dentro che fuori, che sembrava concentrata in aloni
attorno alle loro teste.
Fin dall'età di quindici anni, non ricordo di essere mai stato in soggezione di
un’altra persona. Non importa quanto grande fosse il personaggio: neppure
quanto, lei o lui fossero importanti, (o pensassero di esserlo) non mi sono
mai sentito intimidito dalla posizione sociale, né avevo mai esitato ad
esprimere la mia opinione a nessuno. Per me, il presidente di una nazione è
ancora semplicemente una persona e mi diverte che qualcuno consideri se
stesso come un VIP. Dico questo per far chiaro che non sono impressionato
dal semplice stato sociale.
Nel doko, tutto questo cambiò.
Quando uno di loro alzò la mano per indicare che Thao ed io dovevamo
ognuno prendere posto di fronte a loro, fui davvero intimorito, ed il termine
rende molto poco. Non avrei mai potuto immaginare che esseri così radiosi
esistessero: era come se avessero il fuoco dentro ed emanassero raggi
luminosi dall'interno.
Sedevano sopra un masso fatto a sedile, coperto di tessuto, con la schiena
dritta. Ogni sedile era di colore diverso, alcuni solo leggermente diversi, altri
molto differenti da quelli vicini. Anche i loro vestiti erano diversi in colore,
adattandosi perfettamente a chi li indossava. Tutti loro sedevano in quella
che sulla Terra chiamiamo ‘posizione del loto’, cioè la posizione seduta del
Buddha, con le mani appoggiate sulle ginocchia.
Come accennato prima, formavano un semicerchio e, siccome erano sette,
pensai che la figura centrale doveva essere la principale, con tre accoliti su
entrambi i lati. Naturalmente, in quel momento, ero troppo sopraffatto dalle
emozioni per notare questi dettagli. Mi furono chiari solo più tardi.
Fu la figura centrale che si rivolse a me con una voce così melodiosa e allo
stesso tempo autoritaria. Fui sbalordito da ciò, e anche dal fatto che parlava
in perfetto francese.
“Sei il benvenuto tra noi, Michel. Che lo Spirito ti assista e illumini.” Gli altri
fecero eco: “Possa lo spirito illuminarti.”
Incominciò ad alzarsi gentilmente sopra il suo posto ancora nella posizione
del loto e galleggiò verso di me. Ciò non mi sorprese completamente, dato
che Thao precedentemente aveva dimostrato questa tecnica di levitazione.
Volevo alzarmi davanti a questo personaggio indubbiamente grande e
altamente spirituale, come misura dell'infinito rispetto che mi ispirava. Ma
provando a muovermi, scoprii che non potevo; ero come paralizzato sul mio
sedile.
Si fermò appena sopra e di fronte a me, mettendo entrambe le mani sulla
mia testa, i pollici uniti sulla mia fronte sopra il naso, opposti alla ghiandola
pineale, e le dita si unirono sulla cima della mia testa. Fu Thao che mi
descrisse, più tardi, questi dettagli, poiché a quel tempo, ero sopraffatto da
una tale sensazione, che i dettagli non venivano registrati.
Durante il tempo che le sue mani rimasero sulla mia testa, mi sembrava che
il corpo non esistesse. Un dolce calore e un delicato profumo originarono da
dentro di me, emanando onde e combinandosi con una musica dolce che era
appena udibile.
Improvvisamente, potei vedere i colori incredibili che circondavano le figure
di fronte a me e, mentre il ‘leader’ tornava lentamente verso il suo posto,
potei vedere una moltitudine di colori radiosi intorno a lui; colori che non ero
stato in grado di percepire prima. Il colore principale era una massa di rosa
pallido che avvolgeva le sette figure, come una nuvola, ed i loro movimenti
causavano quel meraviglioso, abbagliante rosa che circondava anche noi!
Quando ebbi sufficientemente recuperato i sensi per girarmi verso Thao,
anche lei, era circondata da meravigliosi colori, anche se meno brillanti di
quelli intorno alle sette figure.
Notate che, parlando di questi grandi personaggi, istintivamente uso ‘lui’
anziché ‘lei’. Per spiegarlo, posso solo suggerire che le personalità di questi
esseri speciali erano così forti e il loro portamento così imponente, che ho
riscontrato in loro più il lato maschile che quello femminile. Senza offesa per
le donne, la mia reazione fu istintiva. È un po’ come immaginare
Matusalemme come una donna... Comunque, donne o uomini, mi avevano
trasformato. Sapevo che i colori che li circondavano erano le loro Aure. Ero
capace di vedere le Aure, chi sapeva per quanto tempo, e mi meravigliai di
ciò che vidi.
Il ‘leader’ aveva ripreso il suo posto e ora tutti gli occhi erano fissi su di me,
come se volessero vedermi dentro, cosa che infatti, stavano facendo. Il
silenzio regnò per un tempo che sembrò interminabile. Guardai i diversi
colori delle loro Aure vibrare e danzare intorno a loro, a volte in lontananza
riconobbi il ‘bouquet di colori’ di cui Thao mi aveva parlato prima.
Le Aureole dorate, chiaramente definite, erano quasi color zafferano. Mi
venne in mente che non solo potevano vedere la mia Aura, ma
probabilmente anche leggerla. Improvvisamente mi sentii come nudo, di
fronte a questa sapiente assemblea. La domanda che mi tormentava era:
perché mi avevano portato qui?
Bruscamente il ‘leader’ ruppe il silenzio. “Come Thao ti ha già spiegato,
Michel, noi ti abbiamo scelto, per visitare il nostro pianeta, per riferire alcuni
messaggi e per offrire illuminazione su diverse questioni importanti quando
ritornerai sulla Terra. È arrivato il momento in cui certi eventi dovranno
verificarsi. Dopo diverse migliaia d’anni di oscurità e barbarie, sul pianeta
Terra apparve una cosiddetta ‘civilizzazione’ e, inevitabilmente, venne
sviluppata la tecnologia, uno sviluppo che accelerò durante gli ultimi 150
anni.
“Sono passati 14.500 anni da quando sulla Terra ci fu un livello di progresso
tecnologico paragonabile a quello d’oggi. Questa tecnologia, che è niente
confrontata con la vera conoscenza, è tuttavia sufficientemente avanzata
per diventare nociva alla razza umana sulla Terra in un futuro molto
prossimo.
“Nociva, perché è solo conoscenza materiale e non conoscenza spirituale. La
tecnologia dovrebbe aiutare lo sviluppo spirituale, non confinare la gente
sempre di più all'interno di un mondo materialista, come sta accadendo
adesso sul vostro pianeta.
“Per la stragrande maggioranza, la tua gente è ossessionata da un unico
obbiettivo: il benessere. Le loro vite sono interessate a tutto ciò che la
ricerca della ricchezza comporta; invidia, gelosia, odio verso quelli più ricchi
e il disprezzo per i più poveri. In altre parole, la vostra tecnologia, che non è
niente confrontata con quella che esisteva sulla Terra 14.500 anni fa, sta
trascinando la vostra civiltà verso il basso, e spingendola sempre più vicino
alla catastrofe morale e spirituale.”
Notai, che ogni volta che questo grande personaggio parlava di
materialismo, la sua Aura e quella dei suoi accoliti, lampeggiava di un rosso
cupo e ‘sporco’, come se momentaneamente, fossero nel bel mezzo di
cespugli in fiamme.
“Noi, il popolo di Thiaoouba, siamo assegnati ad assistere, guidare e a volte
anche punire gli abitanti dei pianeti sotto la nostra tutela.”
Per fortuna, Thao mi aveva informato sulla storia della Terra durante il
viaggio verso Thiaoouba. Sarei, altrimenti, sicuramente caduto dalla sedia
nel sentire un simile discorso.
“Credo”, riprese, “che tu già sappia cosa intendiamo per ‘dannoso per la
razza umana’. Molte persone sulla Terra credono che le armi atomiche siano
il pericolo maggiore, ma non è così. Il pericolo maggiore riguarda il
‘materialismo’. La gente del vostro pianeta cerca il denaro; per alcuni è un
mezzo per ottenere potere, per altri è un mezzo per acquisire droghe
(un’altra maledizione), e per altri, è un modo per possedere più di quanto i
loro vicini posseggano.
“Se un imprenditore è proprietario di un grande negozio, poi ne vuole un
secondo, poi un terzo. Se comanda un piccolo impero, vuole aumentarlo. Se
un comune individuo possiede una casa dove potrebbe vivere felice con la
propria famiglia, ne vuole una più grande, o vuole comperarne una seconda
e poi una terza...
“Perché questa follia? Inoltre, l’uomo morirà e dovrà abbandonare tutto ciò
che ha ammassato. Forse i suoi figli sperpereranno la sua eredità ed i nipoti
vivranno in povertà? Per tutta la vita si è preoccupato di cose puramente
materiali, dedicando tempo insufficiente alle questioni dello spirito. Altri, con
i soldi, si rivolgono alle droghe nel tentativo di procurarsi un paradiso
artificiale, e queste persone pagano ancora di più delle altre.
“Vedo che,” continuò, “sto andando troppo veloce, e non mi segui, Michel.
Dovresti essere in grado di seguirmi, comunque, dato che Thao ha già
iniziato la tua educazione durante il viaggio.”
Mi vergognai, quasi come quando si è rimproverati da un insegnante a
scuola; l'unica differenza qui era che non potevo imbrogliare dicendo che
avevo capito se non era vero. Poteva leggermi come un libro aperto.
Mi degnò di un sorriso e la sua aura, che ora ardeva come un fuoco, ritornò
alla sua tonalità originale.
“Adesso, una volta per tutte, ti insegneremo e offriremo ciò che i Francesi
chiamano ‘la chiave del mistero’.
“Come hai sentito, all'inizio c'era lo Spirito da solo e creò, con la sua forza
immensa, tutto ciò che esiste di materiale. Creò i pianeti, i soli, piante,
animali, con in mente uno scopo: soddisfare il suo bisogno spirituale. Ciò è
abbastanza logico, poiché Egli è puro spirito. Già vedo che ti stai chiedendo
perché la necessità di creare cose materiali per ottenere la realizzazione
spirituale. Ti offro questo, a titolo di spiegazione: il creatore cercava
esperienze spirituali attraverso un mondo materiale. Vedo che ancora stenti
a seguirmi, ma stai facendo progressi.
“Al fine di procurarsi queste esperienze, Egli volle incarnare una piccola
parte del suo Spirito in un’entità fisica. Per fare ciò, Egli chiamò a se la
Quarta forza, la forza della quale Thao non ti ha ancora parlato, e che
riguarda solo la Spiritualità. Anche in questo dominio, la Legge Universale è
applicata.
“Tu quasi certamente sai che il modello dell'Universo impone che nove
pianeti ruotino intorno al proprio sole . È anche il caso che questi soli ruotino
intorno ad un sole più grande che è il nucleo di nove soli simili e dei loro
nove pianeti. Così continua, fino al centro dell'Universo da dove originò
l'esplosione alla quale ci si riferisce in Inglese come il ‘Big Bang’.
“Inutile dirlo, certi incidenti accadono e a volte un pianeta scomparirà da un
sistema solare, o forse ci entrerà, ma, più avanti nel tempo, il sistema solare
ritornerà alla sua struttura di base ancora sul numero nove.
“La Quarta forza ebbe un ruolo molto importante da svolgere: dovette
portare a compimento tutto ciò che lo Spirito aveva immaginato. ‘Inserì’,
così, una infinitesima parte dello Spirito nel corpo umano. Questo
comprende ciò che tu potresti chiamare il Corpo Astrale, che forma un nono
dell'essere umano essenziale e consiste di un nono del ‘Se Superiore’, che è
talvolta chiamato il ‘super sé’. Il Sé Superiore di un uomo è, in altre parole,
un’entità che invia un nono di se stessa in un corpo umano, diventando
l’essere Astrale della persona. Altri corpi fisici sono abitati, allo stesso modo,
dalla nona parte dello stesso Sé Superiore, eppure ogni parte rimane parte
integrante dell’entità centrale .
“Inoltre, il sé Superiore è una nona parte di un sé superiore più Elevato, che
a sua volta è una nona parte di un sé Superiore ancora più elevato. Il
processo continua sempre più indietro fino alla sorgente, e consente
l’enorme filtrare dell’esperienza spirituale richiesta dallo Spirito.
“Non devi pensare che il sé Superiore della prima categoria sia insignificante
rispetto agli altri. Funziona ad un livello inferiore, ma è comunque
estremamente potente e importante. È in grado di curare malattie e anche
di resuscitare i morti. Ci sono molti casi di persone, dichiarate clinicamente
morte, riportate indietro alla vita mentre i medici avevano abbandonato ogni
speranza per loro. Ciò che generalmente accade in questi casi, è che il corpo
Astrale della persona incontra il Sé Superiore. Questa porzione del Sé
Superiore ha lasciato il corpo fisico nel periodo di ‘morte’. Percepisce il suo
corpo fisico sotto di sé e vede i medici che cercano di resuscitarlo; può
anche percepire le persone amate che soffrono per questo. Nel suo stato
attuale, in corpo Astrale, la persona si sentirà perfettamente bene, anche
felice. Di solito abbandona il proprio corpo fisico, spesso fonte di molte
sofferenze, per ritrovarsi catapulta giù nel ‘canale psichico’, alla fine del
quale c'è una meravigliosa luce e al di là, uno stato di beatitudine.
“Se prima di passare attraverso questo canale nella luce beata, che è il suo
Sé Superiore, egli ha la minima volontà di non morire, non per proprio
interesse, ma per coloro che hanno bisogno di lui, per esempio i bambini
piccoli, egli chiederà di tornare. In alcuni casi, ciò sarà consentito.
“Tu sei in costante comunicazione con il tuo Sé Superiore, tramite il canale
cerebrale. Agendo da trasmettitore e ricevitore di posta, convoglia speciali
vibrazioni direttamente tra il corpo Astrale ed il tuo Sé Superiore. Il tuo Sé
Superiore ti controlla continuamente, sia di giorno che di notte, e può
intervenire per salvarti da un incidente. Qualcuno, per esempio, che deve
prendere un aereo, scopre che il taxi si guasta andando all'aeroporto;
chiama un secondo taxi che anche questo si guasta, proprio così... proprio
così? Potresti veramente credere in una tale coincidenza?
“L'aereo in questione si schianta trenta minuti dopo, senza lasciare
superstiti. Un'altra persona, una vecchia donna reumatica e appena in grado
di camminare, inizia ad attraversare la strada. C’è un forte suono di clacson
e uno stridore di pneumatici ma questa persona è miracolosamente capace
di saltare e salvarsi.
“Come si spiega questo? Non era ancora giunto il suo tempo di morire e così
è intervenuto il suo Sé Superiore. In un centesimo di secondo il Sé Superiore
ha innescato una reazione nelle sue ghiandole adrenaliniche che, per pochi
secondi, ha prodotto abbastanza forza nei suoi muscoli, da consentirle di
saltare e salvarsi la vita. L'adrenalina rilasciata nel sangue può permettere di
sfuggire da un imminente pericolo, o di sconfiggere ‘l'imbattibile’ tramite
rabbia o paura. In dose troppo forte però, l’adrenalina può diventare un
veleno letale.
“Non è solo il canale cerebrale in grado di condurre messaggi tra il Se
Superiore e il corpo Astrale. Esiste, a volte, un altro canale nei sogni, o
dovrei proprio dire, nel sonno. In certi momenti durante il sonno, il tuo Sé
Superiore è in grado di chiamare a sé il tuo corpo Astrale e comunicare
istruzioni o idee, o rigenerarlo il qualche modo, ripristinando la sua forza
spirituale o illuminazione, per risolvere problemi importanti. Per questa
ragione, è essenziale che il tuo sonno sia indisturbato da rumori intrusivi o
da incubi dovuti di impressioni negative ricevute durante il giorno. Forse
capirai meglio l'importanza del vostro vecchio detto Francese ‘la notte porta
consiglio’.
“Il corpo fisico nel quale tu esisti in questo momento è già molto complesso,
ma non è ancora niente se paragonato alla complessità del processo di
evoluzione che accade ai corpi Astrali e ai Sé Superiori. Al fine di consentire
alle persone comuni del tuo pianeta di comprendere quanto più facilmente
possibile, cercherò di spiegare con le parole più semplici.
“Il tuo corpo Astrale, che risiede in ogni essere umano normale, trasferisce
al suo Sé Superiore tutte le sensazioni di cui ha esperienza durante la vita
nel suo corpo fisico. Queste sensazioni passano attraverso l’immenso ‘filtro’
di nove Sé Superiori, prima di arrivare all’‘oceano’ eterico che circonda lo
Spirito. Se queste esperienze sono essenzialmente basate sul materialismo, i
Sé Superiori hanno enorme difficoltà a filtrarle, proprio come un filtro per
l'acqua si intasa più velocemente se deve filtrare acqua molto sporca
rispetto ad acqua che è già pulita.
“Se attraverso le numerose esperienze che hai nella tua vita, assicuri al tuo
corpo Astrale benefici in senso spirituale, egli acquisirà sempre più
comprensioni spirituali. A suo tempo, che può variare dai 500 ad anche
15.000 dei vostri anni Terrestri, il tuo Sé Superiore non avrà più niente da
filtrare.
“Questa parte di se stesso, incarnata nell'essere Astrale di Michel
Desmarquet, sarà così evoluta spiritualmente, che arriverà alla fase
successiva nella quale dovrà relazionarsi direttamente con un superiore Sé
Superiore.
“Possiamo paragonare questo processo ad un filtro a nove stadi, inteso per
liberare, di nove elementi, l'acqua che gli passa attraverso. Alla fine del
primo stadio del processo, un elemento sarà totalmente eliminato, con otto
che rimangono. Naturalmente, per rendere queste informazioni più facili da
digerire, sto facendo un uso enorme di immaginazione...
“Questo corpo Astrale allora, avrà completato il suo ciclo con il Sé Superiore
della prima categoria e si separerà dal Sé Superiore numero uno per
ricongiungersi con il Sé Superiore della seconda categoria; l'intero processo
sarà ripetuto. Allo stesso modo, anche il corpo Astrale sarà sufficientemente
evoluto spiritualmente da passare ad un pianeta della categoria successiva.
“Vedo che non mi segui molto bene e sono ansioso che tu capisca
assolutamente, tutto ciò che ti spiego.
“Nella sua saggezza, lo Spirito, per mezzo della Quarta forza, creò nove
categorie di pianeti. Al momento, tu sei sul pianeta Thiaoouba che è della
nona categoria; vale a dire in cima alla scala.
“La Terra è un pianeta della prima categoria e pertanto è al fondo della
scala. Cosa significa questo? Il pianeta Terra potrebbe essere paragonato ad
un asilo infantile con l'enfasi sull'insegnamento di base dei valori sociali. Un
pianeta di seconda categoria corrisponderebbe poi ad una scuola elementare
dove sono insegnati ulteriori valori; in entrambe le scuole è imperativa la
guida di adulti. La terza categoria costituirebbe la scuola secondaria dove i
fondamenti di altri valori consentirebbero un’esplorazione successiva. In
seguito andresti all'università, dove sei trattato come un adulto, perché non
solo avresti raggiunto un certo grado di conoscenza, ma cominceresti anche
ad accettare la responsabilità civica.
“Questo è il genere di progresso che accade con le nove categorie di pianeti.
Più sei spiritualmente evoluto, più beneficerai, su di un pianeta superiore, di
un ambiente ed uno stile generale di vita che è superiore. Il modo stesso
con cui ti procuri il cibo è molto più facile, che a sua volta semplifica il tuo
stile di vita; la conseguenza è uno sviluppo spirituale più efficace.
“Sui pianeti superiori, la Natura stessa entra in campo per aiutare ‘il pupillo’
e, quando raggiungi i pianeti di sesta, settima, ottava e nona categoria, non
solo il tuo corpo Astrale è altamente evoluto, anche il tuo corpo fisico ha
beneficiato del tuo sviluppo.
“Sappiamo che sei già stato positivamente impressionato da ciò che hai visto
sul nostro pianeta. Quanto più vedi, tanto più ti renderai conto che è ciò che
sulla Terra chiameresti ‘paradiso’; eppure, paragonato alla vera felicità,
quando diventi puro spirito, è ancora niente.
“Devo stare attento a non rendere questa spiegazione troppo lunga, perché
devi riportarla parola per parola senza cambiare nulla nel libro che scriverai.
È assolutamente indispensabile che tu non introduca nessuna opinione
personale.
“No, non essere ansioso, Thao ti aiuterà con i dettagli quando verrà il
momento di iniziare a scrivere...
“In questo pianeta, è possibile sia rimanere nel corpo fisico sia essere riuniti
al Grande Spirito nell'etere.”
Come furono pronunciate queste parole, l'Aura che circondava il leader
risplendette più brillante che mai e fui sorpreso di vederlo quasi scomparire
in una nebbia dorata, per riapparire un secondo dopo.
“Hai capito che il corpo Astrale è un corpo che abita il tuo corpo fisico, che
registra e raccoglie tutta la comprensione acquisita durante il corso delle
proprie varie vite.
“Può essere arricchito solo spiritualmente, non materialmente. Il corpo fisico
è solamente un veicolo, che nella maggior parte dei casi abbandoniamo
quando si moriamo.
“Elaborerò, perché vedo che ‘nella maggioranza dei casi’, ti ha confuso. Con
questo, voglio dire che alcuni di noi, inclusi tutti gli abitanti del nostro
pianeta, sono capaci di rigenerare le cellule del proprio corpo a volontà. Si,
hai già notato che molti di noi sembrano avere la stessa età. Siamo uno dei
tre pianeti più evoluti in questa galassia. Alcuni di noi possono, e lo fanno,
congiungersi direttamente con ciò che chiamiamo il grande etere.
“Così, in questo particolare pianeta, siamo arrivati ad uno stadio vicino alla
perfezione, sia materiale che spirituale. Ma abbiamo i nostri compiti da
svolgere, come fa ogni creatura esistente nell'Universo; infatti, tutto, incluso
un semplice ciottolo, ha il suo ruolo.
“Il nostro ruolo, in quanto esseri di un pianeta superiore, è di guidare,
aiutare la crescita spirituale e anche, a volte, materiale. Siamo nella
posizione di dare assistenza materiale, perché siamo tecnologicamente le
persone più avanzate. In effetti, come potrebbe un padre dare una guida
spirituale a suo figlio se non fosse più maturo, più istruito e più abile nella
diplomazia del bambino?
“Se il bambino meritasse una punizione fisica, come sfortunatamente a volte
succede, non è importante che il genitore sia più forte fisicamente del
bambino? Certi adulti, che si rifiutano di ascoltare e sono assolutamente
testardi, devono essere corretti anche con mezzi fisici.
“Tu, Michel, provieni dal pianeta Terra, che a volte è chiamato ‘Il Pianeta del
Dolore’. In effetti, il nome è appropriato, ma è così per una ragione precisa:
è destinato a fornire un ambiente di apprendimento di tipo ben specifico.
Non è perché la vita là è così difficile che tu devi intervenire; non puoi
andare con leggerezza contro Natura, distruggere anziché conservare ciò
che il Creatore ti ha messo a disposizione è interferire con i sistemi ecologici,
che sono stati disegnati complicatamente. Certe nazioni, come l'Australia, da
dove provieni, cominciano a mostrare grande rispetto per l'ecologia e questo
è un passo nella giusta direzione; ma anche in quel paese, cosa si è fatto
contro l'inquinamento; l’inquinamento sia dell’ acqua che dell’aria? Cosa si è
mai fatto a riguardo di una delle peggiori fonti di inquinamento? Il rumore.
“Dico ‘peggiore’ perché la gente, come gli Australiani, non presta
virtualmente alcuna attenzione ad esso.
“Chiedi a qualcuno se il rumore del traffico lo infastidisce e la risposta ti
sorprenderà, l’ottantacinque per cento dei casi sarà: ‘Quale rumore? Di cosa
stai parlando? Oh, questo rumore, ci siamo abituati.’ Ed è precisamente
perché ‘si sono abituati’ che il pericolo esiste.”
Proprio allora, Thaora, così era chiamato questo alto personaggio, fece un
gesto e mi girai. Stava rispondendo ad una domanda che avevo posto
mentalmente: ‘Come fa a parlare di percentuali e sapere così tanto riguardo
il nostro pianeta, con tanta precisione?’
Girandomi, quasi gridai dalla sorpresa, poiché, dietro di me, stavano Biastra
e Latoli. Di per sé, non c'era nulla di sorprendente, ma le amiche che sapevo
misurare rispettivamente 310 e 280 centimetri di statura, erano adesso
ridotte ad una dimensione corrispondente alla mia altezza. La mia bocca
deve’essere rimasta aperta, perché Thaora sorrise.
“Puoi capire, che a volte, e molto spesso in questi giorni, alcuni di noi vivono
tra la tua gente sulla Terra? E questa è mia la risposta alla tua domanda.
“Per continuare sul soggetto molto importante del rumore: è un tale pericolo
che, se non si fa niente, la catastrofe è certa.
“Prendiamo l’esempio di una discoteca. La gente che si espone a musica che
è comunemente suonata tre volte troppo alta, sottopone i propri cervelli e i
propri corpi fisici e astrali a vibrazioni che sono talmente dannose. Se
potessero vedere il danno che è causato, evacuerebbero la discoteca più
velocemente che se andasse a fuoco.
“Ma le vibrazioni non provengono solo dal rumore; esse provengono anche
dai colori ed è sorprendente che, sul tuo pianeta, non siano stati condotti
esperimenti in questo campo. I nostri ‘agenti’ riportano un particolare
esperimento che coinvolgeva un uomo capace di sollevare un certo peso. Fu
scoperto che, dopo aver fissato per un momento uno schermo colorato di
rosa, egli perdeva costantemente il trenta per cento della sua forza.
“La vostra civiltà non presta alcuna attenzione a questa sperimentazione. In
effetti, i colori possono influenzare enormemente il comportamento degli
esseri umani, e ancora, il controllo di questa influenza richiede che l’Aura di
ogni individuo sia presa in considerazione. Se per esempio vuoi dipingere o
foderare con carta da parati la tua camera con i colori che ti sono veramente
appropriati, devi essere consapevole dei colori di certi punti principali della
tua Aura.
“Facendo corrispondere i colori delle tue pareti con quelli della tua Aura, puoi
migliorare la tua salute o mantenere la buona salute. Inoltre, le vibrazioni
emanate da questi colori sono essenziali per il buon equilibrio mentale,
perché esercitano la loro azione anche quando stai dormendo.”
Mi chiedevo come ci si poteva aspettare che conoscessimo i colori
significativi per la nostra Aura, quando sulla Terra, non eravamo in grado di
percepire le Aure.
Naturalmente, Thaora rispose immediatamente, senza che io dovessi dire
una sola parola ad alta voce.
“Michel, è molto importante adesso che i vostri esperti inventino il
dispositivo speciale necessario a consentire la percezione dell'Aura, poiché
questo, in cambio, assicurerà che vengano fatte le scelte esatte all’incrocio
critico del prossimo futuro.
“I Russi hanno già fotografato l'Aura. Questo è l'inizio, ma i risultati ottenuti
acconsentono loro solo di leggere le prime due lettere dell'alfabeto, per così
dire, in confronto a ciò che noi siamo in grado di decifrare. La lettura
dell'Aura, al fine di curare il corpo fisico è niente rispetto a ciò che tale
lettura può raggiungere per la cura del corpo psichico o del corpo fisiologico.
È nell’area della psiche che, sulla Terra, esistono i vostri problemi più
importanti.
“Al momento, la responsabilità maggiore è data al corpo fisico, ma questo è
un errore molto serio. Se la tua psiche è povera, di conseguenza influenzerà
negativamente il tuo aspetto fisico, ma, a parte questo, il tuo corpo fisico si
consumerà e morirà un giorno, mentre la tua psiche, essendo parte del tuo
corpo Astrale, non muore mai. Al contrario, più coltivi la tua mente, meno
sarai appesantito dal corpo fisico e più velocemente procederai attraverso il
ciclo delle tue vite.
“Avremmo potuto portarti sul nostro pianeta nel corpo Astrale, ma invece, ti
abbiamo portato qui nel corpo fisico, e per una ragione importante. Vedo
che hai già capito la nostra ragione. Questo ci fa molto piacere e ti
ringraziamo per la tua disponibilità ad aiutarci nel nostro compito.”
Il Thaora smise di parlare e sembrò immergersi in pensieri, allo stesso
tempo, fissandomi con i suoi occhi luminosi. Non posso dire quanto tempo
trascorse. So che il mio stato divenne sempre più euforico ed ero cosciente
che le Aure dei sette personaggi stavano gradualmente cambiando. I colori
divennero più vividi in alcuni punti e più soffici in altri, mentre i contorni
esterni si annebbiavano.
Questa nebbia divenne più dorata e rosa mentre si diffondeva, sfuocando
gradualmente le sette figure. Sentii la mano di Thao sulla mia spalla.
“No, non stai sognando, Michel. È tutto molto reale.” Parlò a voce molto alta
e, quasi a voler dar prova della verità delle sue parole, mi pizzicò sulla spalla
così forte, da lasciarmi un livido che si poté vedere per diverse settimane.
“Perché l'hai fatto? Non ti facevo capace di tanta violenza, Thao.”
“Mi dispiace, Michel, a volte vengono usati strani mezzi. I Thaori scompaiono
sempre, e a volte appaiono, in questo modo e tu potresti pensare che tutto
ciò faccia parte di un sogno. A me è affidato il compito di garantire che tu
riconosca ciò che è reale.”
Con queste parole, Thao mi fece girare e la seguii, allontanandoci per la stessa strada da cui eravamo venuti.
7
Il continente di MU e l’Isola di Pasqua
“Prima di lasciare il doko, Thao mi fissò una maschera sulla testa; una
maschera che era diversa da quella che avevo indossato precedentemente.
Potevo vedere colori che erano molto più vivaci e molto più luminosi.
“Come ti senti nel tuo nuovo voki Michel? Trovi la luce tollerabile?”
“Si... va… bene, è così bello e mi sento così...” Con questo, collassai ai piedi
di Thao. Lei mi prese in braccio e mi trasportò sulla piattaforma volante.
Mi destai nel mio doko, parecchio stupito. La spalla mi doleva: piuttosto
istintivamente posi la mano dove mi faceva male e feci una smorfia.
“Mi dispiace davvero, Michel, ma era necessario.” C'era solo un pizzico di
rimorso nell’espressione di Thao.
“Che mi è successo?”
“Diciamo che sei svenuto, sebbene la parola non è abbastanza appropriata;
piuttosto, sei stato sopraffatto dalla bellezza. Il tuo nuovo voki consente il
passaggio del cinquanta per cento delle vibrazioni di colore del nostro
pianeta, mentre il tuo voki precedente acconsentiva non più del venti per
cento.”
“Solo il venti per cento? È incredibile! Tutti quei meravigliosi colori che ho
potuto vedere: le farfalle, i fiori, gli alberi, l'oceano... Non è da meravigliarsi
se sono stato sopraffatto. Mi ricordo, durante un viaggio che feci dalla
Francia alla Nuova Caledonia, che ci fermammo in visita all’isola di Tahiti.
Mentre eravamo là, feci il giro dell’isola con la famiglia e gli amici, con
un'auto presa a noleggio. Gli isolani erano molto piacevoli e facevano un
quadro affascinante, con i loro capanni di paglia costruiti sulle rive di lagune
tra buganvillea, ibisco e ixora rosse, gialle, arancione e viola, circondate da
prati ben tenuti e ombreggiati da alberi di cocco.
“Lo sfondo di questa scena era dato dal blu dell’oceano. Trascorremmo tutto
il giorno girovagando per l'isola e lo descrissi nel mio diario come un giorno
intero di ebbrezza assoluta per i miei occhi. Ero, infatti, intossicato dalla
bellezza intorno a me; e ancora, adesso, ammetto che tutto ciò era niente in
confronto alla bellezza qui sul vostro pianeta.”
Thao aveva ascoltato la mia descrizione con marcato interesse, sorridendo
tutto il tempo. Appoggiò la mano sulla mia fronte e disse: “Riposati adesso,
Michel. Più tardi ti sentirai meglio e sarai in grado di venire con me.”
“Caddi addormentato immediatamente e dormii pacificamente, senza
sognare, credo per circa 24 ore. Quando mi destai, mi sentii riposato e
rinfrescato. Thao era lì e Latoli e Biastra si erano unite a lei. Avevano
riacquistato la loro statura normale e commentai subito il fatto.
“E’ necessario poco tempo per una tale metamorfosi, Michel,” spiegò Biastra,
“ma ciò non è importante. Oggi ti mostreremo qualcosa del nostro paese e ti
presenteremo ad alcune persone molto interessanti.” Latoli mi si avvicinò e
mi toccò la spalla con i suoi polpastrelli, proprio dove Thao mi aveva fatto il
livido. Istantaneamente, il dolore scomparve e sentii brividi di benessere
scorrere attraverso il mio intero corpo. Mi ritornò il sorriso e mi consegnò la
nuova maschera.
“Scoprii che ancora, di fuori, dovevo strabuzzare gli occhi contro la luce.
Thao mi indicò che dovevo salire sul Lativok, com’era chiamata la nostra
piattaforma volante.
Le altre scelsero di volare indipendentemente, fluttuando attorno al nostro
veicolo, come se stessero giocando, ed era senza dubbio così. Su questo
pianeta, gli abitanti sembravano perpetuamente felici; gli unici che avevo
trovato essere seri, in realtà, anche un po' severi, nonostante la loro aria di
benevolenza, furono i sette Thaori.
Volammo ad alta velocità, molti metri sopra l'acqua e, anche se la mia
curiosità era costantemente sollecitata, dovevo spesso chiudere gli occhi per
permettere loro di 'recuperare' dalla luminosità.
Eppure, sembrava che mi ci stessi abituando... mi chiedevo però come avrei
fatto, nel caso Thao mi avesse dato una maschera che consentisse il
penetrare del settanta per cento della luce, o addirittura anche di più?
Ci avvicinammo rapidamente alla costa del continente, dove le onde si
infrangevano su rocce verdi, nere, arancio e oro. L'iridescenza dell’acqua,
che si schiantava contro le rocce, sotto i raggi perpendicolari del sole di
mezzogiorno, creava un effetto memorabilmente bello. Si formò una banda
di luce e colore, un centinaio di volte più cristallina di un arcobaleno sulla
Terra. Salimmo ad un'altitudine di circa 200 metri e procedemmo a
viaggiare sopra il continente.
Thao ci fece volare sopra una pianura su cui potei vedere animali di ogni
sorta; alcuni erano bipedi ed assomigliavano a piccoli struzzi, altri erano
quadrupedi, simili a mammut, ma due volte più grandi. Osservai anche
mucche pascolare a fianco di ippopotami. Le mucche erano così simili a
quelle che abbiamo sulla Terra, che non potei fare a meno di commentarlo
con Thao, indicando mentre lo facevo, una particolare mandria, proprio
come un bambino eccitato allo zoo. Lei rise di cuore.
“Perché non dovremmo avere mucche qui, Michel? Guarda là e vedrai asini e
là, giraffe, anche se sono un po' più alte che sulla Terra. Guarda come sono
belli quei cavalli che corrono assieme.”
Ero emozionato, ma non ero sempre emozionato da questa esperienza, a
volte un po’ di più, a volte un po' di meno? Quello che realmente mi rese
senza parole, che divertì le mie amiche, fu la vista di cavalli che avevano la
testa di donne molto belle; alcune bionde, altre ramate o castane e anche
alcune con i capelli blu. Mentre galoppavano, spesso si alzavano per decine
di metri. Ah, sì! In realtà, avevano ali, ripiegate contro i loro corpi, che
utilizzavano di volta in volta, qualcosa come i pesci volanti che seguono o
precedono le navi. Alzavano la testa per vederci e cercavano di rivaleggiare
con la velocità del Lativok.
Thao ridusse la velocità e l'altitudine, permettendoci di avvicinarsi a pochi
metri da loro. C’erano altre sorprese ad attendermi, quando alcune di queste
donne cavallo ci gridarono qualcosa in un linguaggio che era
riconoscibilmente umano. Le mie tre compagne risposero nella stessa lingua,
e lo scambio fu ovviamente piacevole. Non ci trattenemmo a lungo a quella
bassa quota, comunque, poiché alcune delle donne cavallo salirono a tali
altezze, che quasi toccarono il nostro veicolo, rischiando in tal modo di farsi
male.
La pianura che sorvolammo era, a tratti, in rilievo, con piccole alture, tutte
più o meno della stessa dimensione. Feci un commento a riguardo e Biastra
mi spiegò che, milioni di anni fa, queste colline erano state vulcani. La
vegetazione sotto di noi non aveva l’esuberanza della foresta che avevo
'sperimentato' al mio arrivo. Al contrario, qui gli alberi erano riuniti in piccoli
gruppi, raggiungendo non più di 25 metri d’altezza. Come passammo, grandi
uccelli bianchi presero il volo a centinaia, solo per atterrare di nuovo, a
distanza di ‘sicurezza'. Un ampio corso d’acqua fluiva verso l'orizzonte,
sezionando la pianura con il suo pigro girovagare.
Potei notare alcuni piccoli Doko raggruppati su un'ansa del fiume. Thao
guidò il Lativok sopra il fiume, riducendo l'altitudine fino al livello dell'acqua,
mentre ci avvicinavamo all’insediamento. Atterrammo in una piccola piazza
tra due Doko e fummo immediatamente circondati dalle abitanti. Non si
accalcarono o spinsero per venirci vicino, anzi, interruppero ciò che stavano
facendo e con calma si avvicinarono a noi. Formarono un cerchio grande
abbastanza per essere comode e per avere tutte pari possibilità di vedere un
alieno faccia a faccia.
Ancora una volta, mi colpì come queste persone sembravano essere tutte
della stessa età, ad eccezione di una mezza dozzina circa, che avrebbero
potuto essere più anziane. L’età, qui, non toglieva, ma aggiungeva una
qualità di nobiltà sorprendente.
Fui anche colpito dalla mancanza delle bambine del pianeta; eppure, in
questo insediamento, e tra la folla che si avvicinò, vidi sei o sette di loro.
Erano affascinanti e sembravano essere di un livello alquanto avanzato per
delle bambine. Secondo Thao, dovevano avere otto o nove anni.
Dal mio arrivo su Thiaoouba, non avevo ancora avuto occasione di
incontrare un numero così grande di queste persone. Guardando il cerchio
intorno a me, potei apprezzare in loro calma e riservatezza, così come una
grande bellezza nei loro volti, cosa che avevo ormai imparato ad aspettarmi.
C'era una forte somiglianza tra loro, come se fossero tutti fratelli e sorelle;
ma non è spesso così la nostra prima impressione quando incontriamo un
gruppo di neri o di Asiatici assieme? In realtà, esisteva tra queste persone la
stessa varietà fisica nelle caratteristiche dei volti, come esiste tra le razze
sulla Terra.
In altezza, variavano dai 280 ai 300 centimetri, i loro corpi erano così ben
proporzionati, che erano un piacere guardarli, né troppo muscolosi né troppo
gracili e senza alcun tipo di deformità. I loro fianchi erano un po’ più grandi
di quanto ci si aspetterebbe in un uomo, ma poi mi fu detto che alcune di
loro avevano dato alla luce bambini.
Tutte possedevano magnifiche teste di capelli, le più di un colore biondo-oro,
le altre biondo-platino o rame-biondo e di tanto in tanto, un luminoso colore
castano. Ce n’erano anche alcune, come Thao e Biastra, con una leggera
peluria sul labbro superiore, ma, a parte ciò, queste persone non avevano
assolutamente alcun altro pelo sul corpo. (Questa non è, ovviamente,
un’osservazione che feci al momento, ma più tardi, quando ebbi l’occasione
di vedere da molto vicino, un gruppo di bagnanti nude.) Il loro tipo di pelle
mi ricordava le donne Arabe che si proteggono dal sole; non era certo la
pelle pallida tipica delle bionde, con occhi così chiari. Gli occhi, intorno a me,
erano, infatti, così chiari, color malva e blu, che se fossi stato sulla Terra
avrei potuto pensare che fossero cieche.
Mentre parlo, adesso, delle loro gambe lunghe e cosce rotonde, mi vengono
in mente le nostre donne dell’atletica leggera; anche per quanto riguarda i
loro bei seni proporzionati, sodi e sempre ben sagomati, chi legge capirà il
mio errore nel credere che Thao fosse una donna gigante, quando ci siamo
incontrati la prima volta. Sono convinto che le donne sulla Terra sarebbero
certamente invidiose dei seni di queste persone, e gli uomini deliziati da
essi...
Ho già commentato la bellezza del volto di Thao; altre in questa folla,
avevano delle caratteristiche 'classiche' simili; altre ancora le descriverei
come 'affascinanti' o 'attraenti'. Ogni volto, anche se leggermente diverso
per forma e caratteristiche, sembrava essere stato disegnato da un artista.
Ad ognuna era stato dato il proprio fascino unico; ma, sopra tutte le qualità,
la più evidente nei loro volti e nei loro modi e portamento, era la qualità
dell’intelligenza.
Dopo tutto, non potei trovare alcun difetto in queste persone raggruppate
attorno a noi, elargivano sorrisi di benvenuto che rivelavano file di perfetti
denti bianchi. Questa perfezione fisica non mi sorprese, in quanto Thao mi
aveva spiegato la loro capacità di rigenerare le cellule del corpo a volontà.
Non c’era alcuna ragione, perciò, che questi magnifici corpi dovessero
invecchiare.
“Stiamo interrompendo il loro lavoro?” Chiesi a Biastra, che si trovava al mio
lato.
“No, non proprio”, rispose. “La maggior parte delle persone in questa città è
in vacanza; è anche un luogo dove la gente viene a meditare.”
Tre delle 'anziane' si avvicinarono a Thao e chiesero che io mi rivolgessi a
loro in Francese, e a voce abbastanza alta perché tutte potessero ascoltare.
Credo di aver detto: “Sono molto felice di essere tra voi e di essere in grado
di ammirare il vostro meraviglioso pianeta. Siete un popolo fortunato ed io
vorrei vivere in mezzo a voi.”
Questo discorso liberò un concerto di esclamazioni, non solo a causa della
lingua, che la maggior parte di loro non aveva mai sentito parlare prima, ma
anche per il senso di quello che dissi, che fu comunicato telepaticamente.
Biastra segnalò che dovevamo seguire le tre ‘anziane', che ci condussero
dentro ad uno dei doko. Quando tutti e sette fummo comodamente seduti,
Thao cominciò: “Michel, vorrei introdurti a Lationusi.” Alzò la mano verso
una delle tre e io mi inchinai. “Lationusi fu, circa 14.000 dei tuoi anni fa,
l'ultimo Re del continente Mu sulla Terra.”
“Non capisco.”
“Tu non vuoi capire, Michel, e in questo particolare momento, assomigli ai
molti tuoi pari sulla Terra.”
Dovevo aver assunto un'aria turbata, perché Thao, Biastra e Latoli rise
forte.
“Non fare quella faccia, Michel. Volevo solo indispettirti un po'. Ora, in
presenza di Lationusi, ti spiegherò uno dei misteri che eludono molti degli
esperti sul tuo pianeta, i quali, mi permetto di aggiungere, farebbe meglio a
concentrare i loro tempo prezioso sulla scoperta di cose più utili. Ho
intenzione di svelare non uno, ma molti dei misteri che li ossessionano.”
I nostri sedili furono disposti in cerchio, Thao sedette accanto a Lationusi e
io sedetti di fronte a loro.
”Come ho già spiegato durante il nostro viaggio verso Thiaoouba, il
Bakaratiniani arrivarono sulla Terra 1.350.000 anni fa. Trentamila anni dopo
arrivò il terribile cataclisma che aprì i mari e causò l’emergere di isole e
anche continenti. Menzionai anche un enorme continente che emerse al
centro dell'Oceano Pacifico.
“Questo continente era chiamato ‘Lamar', ma vi è meglio conosciuto come il
continente di Mu. Emerse virtualmente in un unico pezzo, per essere
frantumato 2000 anni più tardi, da una scossa sismica, in tre continenti
principali.
“Con il passare degli anni, la vegetazione si stabilizzò in questi continenti, su
vaste aree situate nelle regioni equatoriali. L'erba crebbe, le foreste si
consolidarono e, gradualmente, migrarono animali attraverso l'istmo molto
stretto che legava Mu al Nord America.
“La razza gialla, che era meglio riuscita a superare le disastrose
conseguenze del cataclisma, fu la prima a costruire navi ed esplorare i mari.
Circa 300.000 anni terrestri fa, sbarcarono sulla costa nord-ovest di Mu,
dove infine fondarono una piccola colonia.
“Questa colonia crebbe appena, lungo il corso dei secoli, poiché ci furono
difficoltà ad espatriare, cosa che sarebbe troppo lunga da spiegare e che al
momento non ci riguarda.
“Circa 250.000 anni terrestri fa, gli abitanti del pianeta Aremo X3, sul quale
ci siamo fermati per prelevare campioni durante il nostro viaggio fino a qui,
si imbarcarono per un viaggio interplanetario di esplorazione, penetrando il
vostro sistema solare. Dopo aver sfiorato Saturno, Giove, Marte e Mercurio,
atterrarono sul pianeta Terra in Cina, dove la loro nave spaziale causò
notevole panico tra la popolazione. Le loro leggende fanno riferimento a
'draghi di fuoco' che discendono dal cielo. La paura e la diffidenza dei cinesi,
li portò alla fine, ad attaccare gli alieni, che furono costretti ad usare la
violenza per difendersi. Cosa che odiavano, perché non solo erano
tecnologicamente avanzati, ma anche persone altamente spirituali che
aborrivano uccidere.
“Si spinsero oltre, continuando la loro esplorazione del pianeta. Scoprirono
che il continente di Mu era per loro molto attraente per due motivi principali.
In primo luogo, il continente sembra essere praticamente disabitato ed in
secondo luogo, in virtù della sua latitudine, era un vero e proprio paradiso.
“Divennero particolarmente cauti a causa del loro confronto con i Cinesi e
ritennero opportuno stabilire una base in cui potersi ritirare, nel caso
avessero incontrato ulteriori serie ostilità da parte dei popoli della Terra. Non
ti ho ancora spiegato che il loro motivo per esplorare la Terra era
l’intenzione di re-insediare alcuni milioni di persone da Aremo X3, un pianeta
che stava diventando scomodamente sovrappopolato. Questa operazione era
troppo seria per prendere rischi di qualsiasi tipo. Così, fu deciso che la loro
base di ritiro sarebbe stata istituita, non sulla Terra, ma sulla luna, che era
molto vicina e considerata molto sicura.
“Impiegarono cinquant’anni a stabilire le basi lunari, e fu solo quando furono
pronte che l'emigrazione su Mu ebbe inizio. Tutto andò bene. La piccola
colonia cinese che esisteva nel nord-ovest di Mu era stata completamente
distrutta alcuni decenni dopo la loro prima visita, così in effetti, avevano
l'intero continente per se stessi.
“Il lavoro iniziò immediatamente con la costruzione di città, canali e strade,
che pavimentarono con immense lastre di pietra. I loro consueti mezzi di
trasporto erano dei carri volanti, non diversi dai nostri Lativok.
“Dal loro pianeta, importarono animali come il cane e l'armadillo, per i quali
avevano un debole su Aremo X3, e anche il maiale.”
Quando mi raccontò di tutti gli animali importati, mi ricordai come fui stupito
di vedere cani e maiali su quel famoso pianeta durante la nostra visita
precedente. Improvvisamente, tutto mi fu molto chiaro.
“In altezza, queste persone erano mediamente di 180 centimetri per i
maschi e 160 centimetri per le femmine. I loro capelli erano scuri, gli occhi
di un nero bellissimo e la loro pelle leggermente abbronzata. Hai visto alcuni
di loro, quando ci siamo fermati su Aremo X3 e credo tu abbia già indovinato
che sono gli antenati dei polinesiani.
“Stabilirono così, insediamenti su tutta la lunghezza e larghezza del
continente, incluse 19 grandi città, sette delle quali erano sacre. Anche i
piccoli villaggi erano numerosi, perché queste persone erano altamente
qualificate in agricoltura e allevamento.
“Il loro sistema politico era modellato su quello di Aremo X3. Avevano
scoperto, tempo prima, che l'unico modo di governare correttamente un
paese era quello di mettere a capo del governo sette uomini di integrità, che
non rappresentassero alcun partito politico, ma che fossero sinceramente
impegnati a fare ciò che potevano per la loro nazione.
“Il settimo tra loro era il giudice supremo il cui voto nel Consiglio valeva per
due. Se quattro erano contro di lui e due con lui, su un tema particolare,
sarebbero stati in stallo e ne sarebbero conseguite ore o giorni di dibattito,
fino a quando almeno uno dei sette fosse stato convinto a cambiare il suo
voto. Questo dibattito era condotto all'interno di un contesto di intelligenza,
amore e sollecitudine per il popolo.
”Queste alte figure non ricevevano grandi benefici materiali per guidare la
nazione. Era loro vocazione farlo e lo facevano per amore di servire il loro
paese e ciò evitava il problema che tra i leader si nascondessero degli
opportunisti.”
“Lo stesso non si può dire dei nostri leader nazionali di oggi,” osservai con
un pizzico di amarezza. “Dove venivano trovati questi uomini?”
“La procedura era la seguente: in un paese o in un quartiere, un uomo di
grande integrità era eletto tramite referendum. Non poteva essere scelto
nessuno con un precedente di cattiva condotta o tendenza verso il
fanatismo; il prescelto doveva dimostrare l'integrità in tutti i settori. Era poi
inviato alla città più vicina, assieme agli altri rappresentanti dei villaggi
attigui, e là, si tenevano ulteriori elezioni.
“Per esempio, se c’erano 60 villaggi, ci sarebbero stati 60 uomini eletti dal
popolo per la loro integrità e non per promesse fatte, che non potevano
mantenere.
“I rappresentanti provenienti da tutta la nazione si riunivano nella capitale.
Sarebbero stati suddivisi in gruppi di sei e ad ogni gruppo era assegnata una
particolare sala conferenze. Per i successivi dieci giorni il gruppo sarebbe
stato assieme, tenendo discussioni, condividendo i pasti, vedendo spettacoli
e, infine, eleggendo un leader del gruppo. Quindi, se ci fossero stati 60
rappresentanti, suddivisi in dieci gruppi, ci sarebbero stati dieci i leader di
gruppo. Di questi dieci, sette sarebbe stati eletti con lo stesso procedimento,
e da sette, sarebbe emerso alla fine un Leader Supremo, al quale era dato il
titolo di Re.”
“Così, era un Re repubblicano,” dissi.
Thao sorrise alla mia osservazione e Lationusi fece una leggera smorfia.
“Il Re veniva eletto in questo modo solo se il suo predecessore moriva senza
aver nominato un successore, o se il successore non era approvato
all'unanimità dal Consiglio di sette. Gli veniva dato il titolo di Re, in primo
luogo perché era il rappresentante sulla Terra del Grande Spirito, e in
secondo luogo perché nove volte su dieci, sarebbe stato il figlio o un parente
prossimo del Re precedente.”
“Qualcosa di simile al metodo Romano, allora.”
“Sì, certo. Tuttavia, se questo Re manifestava la minima tendenza verso la
dittatura, veniva spodestato dal suo Consiglio di pari. Ma torniamo adesso ai
nostri emigranti da Aremo X3 ...
“La loro capitale, che aveva il nome di Savanasa, era situata su di un
altopiano che si affacciava sul Golfo di Suvatu. L'altopiano era a 300 metri
d’altezza e, fatta eccezione per due colline, una nel sud-ovest e una a sud-
est, questo era il punto più alto del continente Mu.”
“Mi dispiace, Thao, posso interrompere? Quando hai spiegato il cataclisma
che scaraventò la Terra fuori del suo asse, dicesti che rifugiarsi sulla luna
non era possibile perché questa non esisteva, e adesso invece, dici che le
basi di sicurezza per questi emigranti furono stabilite sulla luna...”
“Non c'era la luna nel momento in cui i neri popolarono l’Australia, né per un
molto tempo dopo. C'erano state due lune molto piccole, parecchio tempo
prima, circa sei milioni di anni fa, che ruotavano attorno alla Terra e che alla
fine si scontrano con essa. La Terra non era abitata al quel tempo così,
anche se seguirono terribili cataclismi, non aveva davvero importanza.
“Circa 500.000 anni fa, la Terra 'catturò' una luna molto più grande, quella
che esiste ora. Stava passando troppo vicino al vostro pianeta e fu attratta
in un'orbita. Questo succede spesso con le lune. Ulteriori catastrofi furono
provocate da tale evento...”
“Cosa intendi quando dici 'passò troppo vicino' alla Terra? Perché non
collise? E, comunque, che cosa è un luna?”
“Sarebbe potuta collidere in effetti, ma questo non capita spesso. Una luna è
in origine un piccolo pianeta che ruota attorno al suo sole in una spirale che
diventa sempre più stretta. I pianeti più piccoli ruotano più rapidamente di
quelli più grandi, perché la loro forza inerziale è inferiore.
“Essendo la loro spirale più veloce, i pianeti più piccoli si avvicinano spesso
ai pianeti più grandi e, se passano troppo vicino, l'attrazione gravitazionale
del pianeta sarà più forte di quella del sole. Il pianeta più piccolo inizia ad
orbitare intorno al più grande, ancora in una spirale, che prima o poi si
traduce in una collisione.”
“Stai dicendo che la nostra bella luna, celebrata in poesie e canzoni, cadrà
un giorno sulle nostre teste?”
“Un giorno, sì ... ma non per circa 195.000 anni.”
Devo esser sembrato sollevato e la mia paura in qualche modo comica,
perché tutte le mie ospiti risero.
Thao continuò. “Quando ciò accadrà, quando la luna entrerà in collisione con
la Terra, sarà la fine del vostro pianeta. Se il popolo della Terra non sarà in
quel momento sufficientemente avanzato spiritualmente e
tecnologicamente, ciò significherà l’olocausto; se invece lo sarà, sarà già
evacuato su un altro pianeta. Tutto a suo tempo, però, Michel, ora devo
finire la mia storia riguardante il continente di Mu.
“Savanasa allora, era situata su un vasto altopiano che dominava le pianure,
di media non più di 30 metri sul livello del mare. Su questo altopiano e nel
centro, fu costruita un’enorme piramide. Ogni pietra utilizzata per la sua
costruzione, alcune del peso superiore a 50 tonnellate, era stata tagliata
precisamente entro il quinto di millimetro, usando quelli che possiamo
chiamare ‘sistemi a vibrazione ultrasonica'. Ciò era fatto nelle cave di
Holaton, che adesso si trova sull'Isola di Pasqua; era l'unico luogo in tutto il
continente in cui si poteva trovare questa pietra speciale. C’era, comunque,
un'altra cava a Notora, a sud-ovest del continente.
“Le pietre enormi venivano trasportate utilizzando tecniche anti-
gravitazionali ben note a queste persone. (Erano trasportate su piattaforme,
20 centimetri sopra la pavimentazione delle strade, che erano costruite con
gli stessi principi delle piramidi.) Strade come queste erano costruite in tutto
il paese, convergenti, come una massiccia ragnatela, sulla capitale,
Savanasa.
“Le pietre enormi erano portate a Savanasa e messe in posizione secondo le
direzioni dal 'mastro' o capo architetto del progetto. Una volta terminata, la
piramide misurava esattamente 440,01 metri di altezza e le sue quattro
facce erano orientate precisamente verso i quattro punti cardinali.”
“Era destinata ad essere il palazzo del Re, o la sua tomba?” Tutti assunsero
lo stesso sorriso indulgente che spesso appariva quando facevo una
domanda.
“Niente del tipo, Michel. Questa piramide era molto più importante, era un
strumento. Uno strumento enorme, lo ammetto, ma lo stesso uno
strumento. Così, era anche la Piramide di Cheope, in Egitto, sebbene fosse
molto più piccola di dimensioni.”
“Uno strumento? Ti prego di spiegare, non ti seguo più.” Era vero che stavo
avendo problemi a seguire Thao, ma riuscivo a percepire che stava per
essermi rivelato uno dei grandi misteri, uno che aveva provocato così tante
indagini ed era stato oggetto di così tanti trattati sulla Terra.
“Avrai capito,” Thao riprese, “che queste persone erano molto avanzate.
Possedevano una profonda comprensione della Legge Universale e usavano
la loro piramide come un 'ricettore' di raggi, forze ed energie cosmiche, così
come di energie terrestri.
“All'interno, le camere posizionate secondo un piano preciso, servivano il Re
e alcuni altri grandi iniziati, come potenti centri di comunicazione,
permettendo la comunicazione (telepatica) con altri pianeti e altri mondi
nell'Universo. Tale comunicazione con extraterrestri non è più possibile per
la gente della Terra; ma il popolo di Mu in quei giorni, con mezzi naturali e
sfruttando forze cosmiche, era in costante comunicazione con altri esseri ed
erano anche in grado di esplorare universi paralleli.”
“Era questo l'unico scopo della piramide?”
”Non proprio. Il suo secondo uso era quello di far piovere. Tramite un
sistema di piastre, costituite da una speciale lega che incorporava l’argento
come suo componente principale, queste persone erano in grado, in pochi
giorni, di provocare l'accumulo di nubi sopra il paese e di avere, così, pioggia
quando gli serviva.
“In questo modo, erano in grado di creare, praticamente, un paradiso su
tutto il continente. Fiumi e sorgenti non essiccavano mai, ma scorrevano
pigramente attraverso le numerose pianure di una terra che era
sostanzialmente piatta.
“Gli alberi da frutto erano carichi di frutti, inchinandosi sotto il peso di
arance, mandarini o mele, a seconda della latitudine. Frutta esotica, di
generi che in realtà non esistono più sulla Terra, era raccolta in abbondanza.
Uno di questi frutti, chiamato Laikoti, possedeva una proprietà che
provocava un’eccitazione delle attività del cervello, permettendo a chiunque
lo mangiava di risolvere i problemi che normalmente sarebbero stati di là
delle loro capacità. Queste proprietà non erano in realtà una droga, ma il
frutto fu comunque, condannato dai saggi. Il Laikoti era autorizzato ad
essere piantato soltanto nei giardini del Re .
“Essendo l'uomo quello che è, tuttavia, il frutto fu segretamente piantato in
luoghi diversi in tutto il continente. Quelli catturati col frutto erano puniti
duramente per aver disobbedito direttamente il Re di Mu. In materia di
religione e governo, doveva assolutamente essere obbedito, in quanto egli
era il rappresentante del Grande Spirito.
In quanto tale, il Re non doveva essere adorato, rappresentava
semplicemente un altro.
“Queste persone credevano in Tharoa: il Dio, lo Spirito, l'Uno e Solo, il
Creatore di tutte le cose e, naturalmente, credevano nella reincarnazione.
“Quello che c’interessa qui, Michel, sono i grandi eventi che si sono verificati
sul tuo pianeta, in tempi ormai lontani, in modo che sarai in grado di
illuminare il tuo popolo. Non elaborerò, pertanto, la mia descrizione del
continente che è stato la dimora di una delle migliori civiltà organizzate che
siano esistite sulla Terra. Tuttavia, dovresti sapere che, dopo un periodo di
50.000 anni, la popolazione di Mu ammontava ad ottanta milioni.
“Si svolgevano regolarmente spedizioni, per esplorare e ricercare gli aspetti
del pianeta. Per queste spedizioni, usavano navi volanti, simili a quelli che
voi chiamate 'dischi volanti'. Si sapeva che la maggior parte del pianeta era
popolato dalle razze nera, gialla e anche bianca, sebbene quest'ultima fosse
regredita ad uno stato primitivo a causa della loro perdita di conoscenza
tecnica fin dall'inizio. Queste genti bianche erano effettivamente arrivate
sulla Terra in quantità molto piccole in un periodo tra l'arrivo del
Bakaratiniani e la colonizzazione di Mu. Si erano stabilizzate su un
continente da voi conosciuto come Atlantide, ma, tanto per ragioni materiali
che spirituali, la loro civiltà decadde completamente.”
”Cosa intendi per 'motivi materiali'?”
“Catastrofi naturali, che effettivamente distrussero le loro città e quasi tutto
ciò che avrebbe consentito loro di progredire tecnologicamente.
“Devo sottolineare il seguente punto: prima di intraprendere le loro
spedizioni esplorative del pianeta, gli abitanti di Mu condussero una ricerca
per mezzo della Piramide di Savanasa. Come risultato di questa ricerca, si è
decise di mandare avanti le navi volanti e di colonizzare la Nuova Guinea e
la regione del sud-est Asiatico, che è tutto ad ovest di Mu.
Contemporaneamente, istituirono colonie nel Sud e Centro America.
“Soprattutto, stabilirono una base coloniale, che crebbe in un’enorme città,
nella zona conosciuta dai tuoi archeologi come Thiacuano , situato non
lontano dal lago Titicaca. Le Ande non esistevano in quel periodo, le
montagne si formarono qualche tempo dopo, come presto vedrai.
“A Thiacuano, fu costruito un enorme porto. In quei giorni, Nord e Sud
America erano piatti e alla fine fu costruito un canale per collegare un mare
interno, che esisteva dove è oggi il Brasile, con l'Oceano Pacifico. Questo
mare aveva uno sbocco nell'Oceano Atlantico, tanto che era possibile
passare da un oceano all’altro e così, colonizzare il continente di Atlantide...”
“Ma tu dici che avevano navi volanti, perché non le hanno utilizzate? Se
hanno scavato un canale, dovevano avere l’intenzione di usare barche.”
“Usavano le loro macchine volanti proprio voi adesso usate gli aeroplani
Michel, ma per carichi molto pesanti, usavano macchine ad anti-gravità,
esattamente come i veicoli pesanti sono utilizzati sulla Terra.
“Così, come ho detto, colonizzarono il continente di Atlantide. Molte persone
della razza bianca di Atlantide preferirono, in quel momento, emigrare verso
la regione del Nord Europa, perché non accettavano il nuovo governo e la
nuova religione provenienti da Mu. Questi bianchi partirono via mare con le
loro navi spinte a vapore e a vento. Infatti, la razza bianca aveva scoperto la
forza del vapore, dopo essere passata attraverso un periodo che tu
chiameresti 'preistorico'. Devo anche spiegare che la Gran Bretagna non era
un’isola, in quel tempo, poiché era unita al nord Europa, e anche lo Stretto
di Gibilterra non esisteva, dato che l'Africa raggiungeva il sud dell'Europa.
Molti bianchi di Atlantide emigrarono in Nord Africa, mescolandosi con
l’incrocio di razza nero-gialla della zona. L’incrocio creò nuove razze in Nord
Africa, che si sono perpetuate per migliaia di anni e che tu conosci come
Berberi, Tuareg e altri.
”Visitammo spesso la Terra in quei tempi. Quando giudicavamo che il
momento era opportuno, andavamo apertamente a visitare il Re di Mu e,
assecondando la sua richiesta o in base alle informazioni che lui stesso ci
dava, visitavamo le nuove colonie. In India, ad esempio, o in Nuova Guinea,
la gente di Mu a volte sperimentava grandi difficoltà ad integrare la loro
civiltà con quella già esistente. Arrivavamo, apertamente e pubblicamente,
in vascelli abbastanza simili a quello che ti ha portato a Thiaoouba, anche se
diversi per forma.
“Le nostre dimensioni, che sono sempre state grandi, e la nostra radiosa
bellezza, fecero in modo che apparissimo come dèi agli occhi di persone che
non erano molto avanzate e, in alcuni casi, erano addirittura cannibali.
“In accordo con la nostra missione, era importante dare l’impressione di dèi
amichevoli agli occhi dei colonizzatori in modo che la guerra potesse essere
evitata, cosa che essi aborrivano a causa del loro stato avanzato, della loro
fede e della loro religione.
“È a causa delle nostre frequenti visite, durante questo periodo, che ci sono
così tante leggende sulla Terra, che descrivono 'giganti' e 'carri di fuoco' dal
cielo.
“Eravamo grandi amici degli abitanti di Mu e la mia entità astrale a quel
tempo, esisteva in un corpo molto simile a quello che 'indosso' adesso.
“Artisti e scultori ci diedero molta considerazione. Consultarono il Re di Mu e,
con il suo consenso, lavorarono per immortalarci. Le immense statue di
Holaton sono esempi di tale lavoro. Erano, per la civiltà del tempo, il
massimo della grande arte, essendo in forma e dimensione, ciò che si
potrebbe descrivere come 'arte stilizzata'.
“E fu così che venne scolpita una mia statua. Fu completata e pronta per
essere trasportata su una delle enormi piattaforme che facevano servizio in
tutto il paese, terminando sempre a Savanasa. Il Maestro del tempo erigeva
queste statue o nei giardini del re o lungo il percorso che portava alla
piramide. Purtroppo, quando la statua che mi rappresenta, insieme a diverse
altre, stava per essere trasportata, si verificò un cataclisma che distrusse il
continente di Mu.
“Tuttavia, Holaton fu in parte risparmiato. Quando dico 'in parte', devi
renderti conto che le cave erano dieci volte più ampie, delle tracce che
rimangono oggi. La parte che non fu inghiottita dal cataclisma era la zona
dove si erge la mia statua.
“La mia immagine stilizzata è quindi conservata nell’Isola di Pasqua. Quando
hai detto che ti eri sognato di me nella forma di una statua dell'isola di
Pasqua, ed io ti ho confermato che ciò era vero, tu hai creduto che io
parlassi metaforicamente, ma ciò era vero solo per la metà. Vedi, Michel,
certi sogni, e il tuo sicuramente, sono influenzati dalla lacotina. Questa è
una cosa per la quale non esiste una parola corrispondente in alcuna lingua
della Terra. Non è necessario che tu comprenda il fenomeno, ma, sotto la
sua influenza, il sogno è vero.”
Thao concluse il suo racconto a quel punto, irradiando il suo familiare sorriso
e aggiungendo: “Se hai difficoltà a ricordare tutto questo, al momento
opportuno ti aiuterò.” Con ciò, si alzò, e tutti noi facemmo altrettanto.
8
Addentrarsi nella psicosfera
Seguimmo Lationusi che ci condusse in un'altra parte del doko, l’area di
rilassamento, dove ci si può rilassare completamente e nessun suono
esterno può penetrare. Qui, Latoli e due delle ‘anziane’ ci lasciarono.
Rimanemmo, io Lationusi, Thao e Biastra.
Thao spiegò che siccome i miei poteri psichici non erano sufficientemente
sviluppati e raffinati, al fine di partecipare ad un'esperienza importante e
molto speciale, sarei stato obbligato a prendere uno speciale elisir. Mi spiegò
che era una questione di ‘addentrarsi’ nella psicosfera del pianeta Terra al
tempo della scomparsa di Mu, vale a dire 14.500 anni fa.
La mia comprensione del termine ‘psicosfera’ è la seguente: attorno ad ogni
Pianeta, sin dalla sua creazione, c'è una sorta di psicosfera o bozzolo
vibratorio, che gira ad una velocità sette volte quella della luce. Questo
bozzolo agisce come se fosse una carta assorbente, assorbendo (e
ricordando) , assolutamente ogni evento che accade sul pianeta. I contenuti
di questo bozzolo sono inaccessibili a noi sulla Terra, non abbiamo modo di
‘leggerne la storia’.
È ben noto che negli USA, ricercatori e tecnici sono impiegati per sviluppare
una ‘macchina del tempo’, ma fino ad oggi i loro sforzi sono stati senza
successo. Secondo Thao, la difficoltà si riscontra nell’adattarsi alle vibrazioni
del bozzolo, piuttosto che alle lunghezze d'onda. L'essere umano, che
costituisce una parte integrante dell'Universo, può, a causa del suo corpo
astrale e se è correttamente addestrato, prelevare la conoscenza che cerca
dall'interno della psicosfera. Naturalmente, per questo, è richiesto un grande
allenamento . “Questo elisir ti consentirà l'accesso alla Psicosfera, Michel.”
Tutti noi quattro ci accomodammo su un letto speciale. Fui messo al centro
di un triangolo formato da Thao, Biastra e Lationusi. Mi fu consegnata una
coppa contenente un liquido che bevvi.
Biastra e Thao, poi, appoggiarono le loro dita delicatamente sulla mia testa e
sul mio plesso solare, mentre Lationusi mise il suo dito indice sopra la mia
ghiandola pineale. Mi dissero di rilassarmi completamente e di non avere
paura, indipendentemente da ciò che sarebbe accaduto. Avremmo viaggiato
col corpo Astrale e sarei stato sotto la loro guida, perciò piuttosto al sicuro.
Quel momento è inciso nella mia memoria per sempre. Più a lungo Thao mi
parlava, dolcemente e lentamente, meno avevo paura.
Devo confessare, comunque, che inizialmente ero molto spaventato.
Improvvisamente, a dispetto dei miei occhi chiusi, fui abbagliato dai colori di
tutto lo spettro, che danzavano e brillavano. Potevo vedere le mie tre
compagne attorno a me, radianti di colore, ma allo stesso tempo traslucide.
Il villaggio lentamente si offuscò sotto di noi.
Ebbi la strana impressione che quattro corde d'argento ci legassero ai nostri
corpi fisici, che stavano assumendo le proporzioni di montagne.
D'improvviso un lampo di accecante oro bianco attraversò la mia ‘visione’ e
per qualche momento successivo, non vidi né sentii più nulla.
Una palla, brillante come il sole ma di colore argento, apparve nello spazio e
si avvicinò ad altissima velocità. La attraversammo in fretta, dovrei dire, io
la attraversai in fretta perché, in quel momento, non ero più consapevole
della presenza delle mie compagne. Quando penetrai quest’atmosfera
d'argento, non potei distinguere altro che la ‘nebbia’ che mi circondava. E'
impossibile dire quanto tempo trascorse, ma, abbastanza improvvisamente,
la nebbia si dissipò rivelando una stanza rettangolare dal soffitto basso, nella
quale due uomini sedevano a gambe incrociate su cuscini meravigliosamente
colorati.
Le pareti della stanza erano blocchi di pietra finemente scolpiti con scene di
civiltà contemporanea; con grappoli d'uva che sembravano trasparenti, frutti
e animali che non potevo riconoscere, alcuni dei quali avevano teste umane.
C'erano anche figure umane con le teste di animali.
Notai, poi, che le mie tre compagne ed io, formavamo un’unità che era una
massa gassosa, eppure eravamo in grado di distinguerci l’un l'altro.
“Siamo nella camera principale della Piramide di Savanasa,” disse Lationusi.
Era incredibile, Lationusi non aveva nemmeno aperto bocca e lo stesso mi
parlava in Francese! La spiegazione arrivò in un lampo: “E’ vera telepatia,
Michel. Non fare domande, tutto si svolgerà naturalmente e tu imparerai
quello che devi sapere.”
(Poiché il mio dovere, nello scrivere questo libro, è di riferire le mie
esperienze, devo cercare di spiegare il più chiaramente possibile che, nello
stato in cui ero al momento, il mio corpo Astrale era passato nella
psicosfera, le parole visto, sentito e provato, non sono appropriate ma
semplicemente utili, in quanto le sensazioni accadono ‘spontaneamente’ in
modo molto diverso da come le sperimentiamo normalmente e diverse
anche da quelle che sperimentiamo quando viaggiamo nel corpo Astrale.
Gli eventi accadono piuttosto come in un sogno, a volte molto lentamente,
altre volte ad una velocità sconcertante. Successivamente, ogni cosa
appariva auto-evidente ed imparai in seguito che ciò era dovuto allo stato in
cui ero e alla stretta supervisione che le mie mentori esercitavano su di me.)
Molto rapidamente, vidi un'apertura sul soffitto della sala e, proprio alla fine,
una stella. Capii che le due figure stavano scambiando pensieri ‘visibili’ con
la stella. Dalle loro ghiandole pineali, fluivano fili di ciò che sembrava fumo
argentato di sigaretta che passava attraverso l'apertura nel soffitto e andava
a raggiungere la stella nello spazio lontano.
Le due figure erano perfettamente immobili e, intorno a loro, fluttuava una
morbida luce d'oro. So, grazie alla continua tutela dei miei compagni, che
questi personaggi, non solo non potevano vederci, ma neppure potevano
essere disturbati da noi, in quanto eravamo solo spettatori in un'altra
dimensione. Li esaminai modo attentamente.
Uno di loro, era un vecchio dai lunghi capelli bianchi che gli scendevano oltre
le spalle. Sulla parte posteriore della testa, indossava un copricapo di
tessuto color zafferano, simile a quello indossato dai rabbini.
Era vestito di una larga tunica giallo-oro, con lunghe maniche, che lo
avvolgeva totalmente. Nella posizione in cui sedeva, i suoi piedi non erano
visibili, ma ‘sapevo’ che erano nudi. Le sue mani erano congiunte,
toccandosi solo sulle punte delle dita e potei chiaramente vedere piccoli
bagliori bluastri intorno alle dita, a testimonianza dell'incommensurabile
forza della sua concentrazione.
La seconda Figura sembrava avere circa la stessa età, a dispetto dei suoi
lucidi capelli neri. A parte il colore della tunica, che era arancione brillante,
era vestito allo stesso modo del suo compagno. Erano così completamente
immobili che sembrava non respirassero.
“Sono in comunicazione con altri mondi, Michel,” mi fu spiegato.
Improvvisamente la ‘scena’ svanì per essere subito sostituita da un'altra. Un
palazzo a forma di pagoda, con il tetto ricoperto d'oro, si ergeva davanti a
noi con le sue torri, i portali, le immense vetrate che si aprivano su splendidi
giardini e le loro piscine smaltate in cui l'acqua delle fontane sgorgava e
cadeva, formando arcobaleni sotto i raggi di un sole al suo zenit. Centinaia
di uccelli volteggiavano tra i rami degli alberi sparsi su immensi parchi,
aggiungendo spruzzi di colore ad un ambiente già magico.
Persone vestite con tuniche di vari colori e stili, passeggiavano in gruppi
sotto gli alberi o vicino alle piscine. Alcuni sedevano in meditazione sotto
pergolati in fiore appositamente preparati per dare loro conforto e riparo.
L'intera scena era dominata da una struttura che appariva oltre il palazzo,
una piramide gigantesca.
‘Sapevo’ che avevamo appena lasciato questa piramide e che adesso stavo
ammirando il meraviglioso palazzo di Savasana, la capitale di Mu.
Oltre il palazzo, in tutte le direzioni, si estendeva l’altopiano di cui Thao mi
aveva parlato. Un sentiero, largo almeno 40 metri, che sembrava fatto di un
unico blocco di marmo, conduceva all’altopiano dal centro dei giardini. Era
delimitato da due filari di alberi che producevano un'ombra enorme,
intervallati da gigantesche statue stilizzate. Su alcune di queste statue
c’erano cappelli, rossi o verdi, dalla tesa larga.
Scivolammo lungo il percorso tra gente a cavallo e altri che cavalcavano
strani animali a quattro zampe con la testa simile ai delfini, animali di cui
non avevo mai sentito parlare: animali la cui esistenza mi prese di sorpresa.
“Questi sono Akitepayos, Michel, estinti da lungo tempo,” mi fu spiegato.
Questo animale aveva le dimensioni di un cavallo molto grande, con una
coda multicolore, che a volte si apriva come un ventaglio, simile alla coda di
un pavone. I suoi posteriori erano molto più ampi di quelli di un cavallo, il
suo corpo era di lunghezza equivalente, le spalle emergevano dal corpo
come il carapace di un rinoceronte e le zampe anteriori erano più lunghe di
quelle anteriori. Tutto il suo corpo, eccetto la coda, era coperto di lunghi peli
grigi. Quando galoppava, mi ricordava il modo di correre dei nostri cammelli.
Intuii subito che stavo per essere condotto dalle mie compagne da un'altra
parte. Superammo rapidamente le persone in passeggiata, molto
rapidamente, e tuttavia ebbi modo di ‘cogliere’ e notare una caratteristica
del loro linguaggio. Era molto piacevole da ascoltare e sembrava
comprendere più vocali che consonanti.
Immediatamente, ci si presentò un'altra scena, come in un film, quando una
scena viene tagliata e un'altra inizia. Macchine, esattamente come i ‘dischi
volanti’, cari agli scrittori di fantascienza, erano allineate in un immenso
campo sul bordo dell'altipiano. Gente stava sbarcando ed imbarcandosi sulle
‘macchine volanti’ che le portava ad un edificio enorme, che era senza
dubbio un terminal aeroportuale.
Sul campo di atterraggio, le macchine volanti emettevano un suono sibilante
che era, all’orecchio, abbastanza tollerabile. Mi fu spiegato che la nostra
percezione del suono e la sua intensità era paragonabile a quella delle
persone che facevano parte della scena davanti a noi.
Mi colpì il fatto che ero testimone della vita quotidiana di persone
notevolmente evolute, e che erano morte da migliaia di anni! Ricordo di aver
notato anche il sentiero sotto i nostri ‘piedi’ e di accorgermi che non era
formato da un unico blocco di pietra, come sembrava essere, ma, anzi, da
una serie di grandi lastre, tagliate e posizionate in modo talmente preciso
che le giunture erano appena visibili.
Dal bordo dell'altipiano, avevamo una vista panoramica su una città
immensa e il suo porto, e al di là, l'oceano. Poi, istantaneamente fummo in
un'ampia strada della città, attorniata da case di diverse dimensioni e varie
forme architettoniche. La maggior parte delle case avevano terrazze
circondate da fiori, nei quali a volte, intravedevamo una specie di uccelli
molto bella. Le case più modeste, senza terrazze, avevano invece,
meravigliosi balconi anch'essi fioriti. L'effetto era veramente delizioso, come
camminare in un giardino.
Per la strada, la gente, camminava o volava a circa 20 centimetri dal suolo,
(in piedi) su piccole piattaforme (circolari) volanti che non facevano alcun
rumore. Sembrava un modo molto piacevole di viaggiare. Altri, invece, si
spostavano a dorso di cavallo.
Quando, alla fine della strada, ci ritrovammo in una grande piazza cittadina,
fui sorpreso di non vedere alcuna bottega o qualcosa di simile. C'era invece,
un mercato coperto dove, ‘bancarelle’ esibivano tutti i tipi di beni che il
cuore o il palato potessero desiderare. C'erano pesci, tra i quali riconobbi il
tonno, lo sgombro e altri; c'era carne di molte varietà assieme ad un
incredibile assortimento di verdure. Più predominanti, però, erano i fiori che
sembravano riempire l'area. Era chiaro che queste persone si deliziavano coi
fiori, che erano indossati nei capelli o tenuti in mano da tutti. I ‘compratori’,
si servivano da soli quello che gli serviva, dando niente in cambio, né soldi
né altro che potesse sostituirli. La mia curiosità attirò il nostro gruppo nel
cuore del mercato, proprio attraverso i corpi delle persone; un’esperienza
che trovai molto interessante.
Tutte le mie domande ricevevano risposta appena mi venivano in mente:
“Non usano soldi perché tutto appartiene alla comunità. Nessuno imbroglia,
la vita comunitaria è perfettamente armoniosa. Col passare del tempo, gli è
stato insegnato ad obbedire a leggi ben fondate e ben studiate che si
adattano molto bene a loro.”
La maggior parte di queste persone erano tra i 160 e 170 centimetri
d’altezza, con pelle leggermente marrone e capelli ed occhi neri; molto simili
alla razza Polinesiana di oggi. C'erano tra loro anche alcune persone
bianche, di dimensioni maggiori, alti circa due metri, con capelli biondi e
occhi azzurri e, in gran numero, alcuni neri. Questi ultimi erano alti come i
bianchi, e sembravano essere di diversi ‘tipi’, inclusi alcuni come i Tamil e
altri sorprendentemente simili ai nostri Aborigeni in Australia.
Andammo giù verso il porto dov'erano ormeggiate navi di tutte le forme e
dimensioni. I moli erano costruiti con pietre gigantesche provenienti, come
mi fu detto, dalla cava di Notora nel sud-ovest del continente.
L'intero porto era stato costruito artificialmente. Potemmo vedere alcune
sofisticate attrezzature in funzione, attrezzature per costruire navi, macchine
da carico e da riparazione...
Le navi nel porto rappresentavano, come ho detto, una vasta gamma di stili:
dalle navi a vela dello stile del diciottesimo e diciannovesimo secolo, ai
moderni yacht; dalle barche a vapore alle ultra moderne navi da carico ad
idrogeno. Le navi enormi, ancorate nella baia, erano i vascelli ‘anti-
magnetici’, ‘anti-gravità’ di cui mi avevano parlato.
Quando non erano in azione, galleggiavano sull'acqua; quando invece
stavano trasportando le loro diverse migliaia di tonnellate di carico,
viaggiavano ad una velocità tra i 70 e i 90 nodi, appena sopra l'acqua; e
questo, senza fare alcun rumore.
Mi fu anche spiegato che i vascelli ‘classici’ presenti nel porto,
appartenevano a persone di terre lontane: India, Giappone, Cina; che erano
state colonizzate da Mu, ma che non avevano ancora la capacità di trarre
vantaggio dall'emancipazione tecnologica. A questo proposito, imparai anche
da Lationusi, che i leader di Mu, tenevano segrete molte delle loro
conoscenze scientifiche, ad esempio, l'energia nucleare, l'anti-gravità e gli
ultra suoni. Questa politica assicurava il mantenimento della loro supremazia
sulla Terra e garantiva loro sicurezza.
La scena fu ‘tagliata’ e ci trovammo di nuovo sul campo di atterraggio,
osservando una visione notturna della città. Era illuminata quasi
uniformemente, da grandi globi, com'era il Sentiero di Ra, la strada che ci
condusse al palazzo di Savasana. Globi posizionati sui colonnati scolpiti
lungo il viale, lo illuminavano come se fosse giorno.
Mi fu spiegato che questi globi, che erano di forma sferica, convertivano
energia nucleare in luce e avevano la capacità di lavorare per migliaia di
anni nel futuro senza esaurirsi. Confesso che non capii, ma ebbi fiducia che
fosse così.
Un altro cambio di scena e fu luce del giorno. Il gran viale ed i giardini del
palazzo furono invasi da folle di persone vivacemente vestite e c'era
un’enorme palla bianca attaccata alla cima alla piramide.
Apparentemente, il Re, che avevo visto meditare nella piramide, era morto
appena prima che la folla si riunisse.
Con molto rumore, la palla esplose ed un unanime grido di gioia si levò dalle
persone. Questo mi stupì, visto che la morte normalmente ispira lacrime, ma
i miei compagni così mi spiegarono:
“Michel! Non ti ricordi ciò che ti abbiamo insegnato. Quando il corpo fisico
muore, il corpo Astrale è liberato. Anche queste persone lo sanno e
celebrano l'evento. Nel giro di tre giorni, il corpo Astrale del Re lascerà la
Terra per ricongiungersi con il Grande Spirito, perché questo Re ha condotto
una vita esemplare durante i suoi anni finali sulla Terra, nonostante le
responsabilità molto difficili ed i compiti che doveva assolvere.”
Non avevo alcuna risposta e mi vergognai di essere stato ripreso da Thao
per la mia smemoratezza.
Improvvisamente l’arredamento cambiò ancora. Ci ritrovammo sui gradini
frontali del palazzo. Una folla enorme si estendeva davanti a noi fino a dove
l’‘occhio’ poteva vedere, e accanto a noi c'era un’assemblea di dignitari, tra
cui una figura vestita nel più fine abbigliamento immaginabile. Doveva
essere il nuovo Re di Mu.
Qualcosa di lui attirò la mia attenzione. Mi era familiare, era come se lo
conoscessi, ma non abbastanza da riconoscerlo, così com'era preparato. In
un flash ebbi la risposta da Lationusi: “Sono io Michel,” mi disse, “nel corso
di un'altra vita. Non mi riconosci, ma sei consapevole delle mie vibrazioni
astrali in quel corpo.”
In effetti, Lationusi stava sperimentando lo straordinario dentro lo
straordinario! Lationusi si vedeva vivere una vita precedente, mentre era
ancora nella sua vita presente!
Dalle mani di uno dei dignitari, il nuovo Re ricevette un magnifico copricapo
, che subito indossò.
Un grido di gioia si alzò dalla folla. Il continente Mu, la nazione più
altamente sviluppata del pianeta e governatrice di più della metà di esso,
aveva il suo nuovo Re.
La folla sembra in delirio dalla gioia. Migliaia di palloncini, color granato e
arancione, salirono al cielo, ed un'orchestra cominciò a suonare. I musicisti
dell’‘orchestra’, che erano almeno duecento, suonavano da piattaforme
volanti stazionarie, situate tutto attorno ai giardini, al palazzo e alla
piramide. Su di ogni piattaforma un gruppo di musicisti suonava assieme
con strani strumenti indescrivibili e in modo tale che il suono era distribuito
come attraverso giganteschi altoparlanti stereofonici.
La ‘musica’ non era proprio di un genere a noi familiare. Oltre ad un tipo di
flauto che produceva note di una frequenza molto speciale, tutti gli
strumenti modulavano suoni della natura; per esempio l’ululare del vento, il
ronzio delle api sui fiori, i canti degli uccelli, il suono della pioggia che cade
su un lago o delle onde che si infrangono su una spiaggia. Era tutto così
sapientemente organizzato; il suono di un'onda poteva originare dai giardini,
rotolare verso di te, passare sopra la tua testa e finire con lo schiantarsi sui
gradini della Grande Piramide.
Non avrei mai immaginato che degli esseri umani, non importa quanto
emancipati, potessero compiere un’impresa come questo arrangiamento
orchestrale.
La folla, i nobili ed il Re sembravano ‘sperimentare’ la musica da dentro le
proprie anime, talmente erano estasiati. Mi sarebbe piaciuto rimanere di più,
per ascoltarne ancora e ancora, per impregnarmi di questi suoni della
natura. Persino nella mia situazione astrale-psicosferica, la musica ‘penetrò’
e l’effetto fu indescrivibile. Mi fu ‘ricordato’ che non eravamo là per piacere...
La scena svanì.
Immediatamente, fui testimone di una riunione straordinaria, presieduta dal
Re e ristretta ai suoi sei consiglieri. Mi fu detto che la questione era seria,
quando il Re si riuniva solo con questi sei.
Il Re era invecchiato significativamente, perché eravamo balzati avanti nel
tempo di vent'anni. Ognuno dei presenti sembrava preoccupato, mentre
discutevano il valore tecnico dei loro sismografi ed io ero in grado di capire
tutto in un centesimo di secondo: potevo seguire il corso delle loro
discussioni come se fossi stato uno di loro!
Uno dei consiglieri sosteneva che l'apparecchio si era, in più occasioni,
dimostrato inaffidabile e non c'erano grandi motivi di preoccupazione. Un
altro affermava che il sismografo era perfettamente accurato visto che lo
stesso aveva ben operato al tempo della prima catastrofe, che si era
verificata nella zona occidentale del continente...
Mentre parlavano, il palazzo iniziò a tremare, come le foglie di un albero al
vento. Il Re si alzò, gli occhi sbarrati di sorpresa e paura: due dei suoi
consiglieri caddero dai loro posti. Fuori, un grande frastuono sembrava
venire dalla città.
La scena cambiò e all'improvviso fummo fuori. La luna era piena e
illuminava i giardini del palazzo. Tutto era tornato calmo, troppo calmo.
L'unico suono udibile era un sordo brontolio proveniente dalla periferia della
città…
Improvvisamente, i servi corsero fuori del palazzo e si affrettarono in tutte
le direzioni. Molte delle colonne che sostenevano i globi che illuminavano il
viale giacevano a terra, fracassate. Uscendo in fretta dal palazzo, il re e il
suo ‘entourage’ salirono su una piattaforma volante e si diressero
immediatamente all'aeroporto. Noi li seguimmo. Attorno ai vascelli volanti
sul campo e nel terminal regnava la confusione. Alcune persone fuggivano
verso le navi, urlando e spingendo. La piattaforma volante del Re si mosse
rapidamente verso uno dei veicoli che sostava lontano dagli altri: lui e i suoi
seguaci si imbarcarono. Altri veicoli stavano già decollando, quando un
rumore assordante salì dalle profondità della Terra, uno strano continuo
suono, come di tuono.
L'aeroporto, di colpo fu sventrato come un foglio di carta, ed un'enorme
colonna di fuoco ci avvolse. I vascelli che erano appena decollati furono
intrappolati nel mezzo delle fiamme ed esplosero. Le persone che correvano
sul campo d’aviazione scomparvero nei crepacci. Il vascello del Re, ancora a
terra, prese fuoco ed esplose.
In quel momento, come se la morte del Re fosse stato un segnale,
vedemmo la grande piramide rovesciarsi come un blocco unico nel crepaccio
che si estendeva lungo l'altopiano e si allargava ogni secondo. La piramide
rimase un momento in equilibrio sul bordo del crepaccio poi, con un tremito
violento, fu inghiottita nelle fiamme.
La scena cambiò ancora. Apparve una visione del porto e della città che
sembravano ondulare come onde nell'oceano. Gli edifici cominciarono a
crollare, accompagnati da grida di terrore, nelle scene di orrore che
apparivano e scomparivano tra le fiamme.
Si verificarono assordanti esplosioni, che appresi originavano dalle
profondità sotto la superficie della Terra. L’intera ‘periferia’ sprofondò nella
terra; poi enormi pezzi di continente seguirono l'esempio. L'oceano si
precipitò a riempire le voragini che si erano create e improvvisamente
l'intero altopiano di Savasana sprofondò nelle acque, come un enorme
transatlantico che affonda, ma molto più velocemente. Si formarono potenti
gorghi e, al loro interno, potei vedere gente aggrapparsi disperatamente ai
relitti, cercando invano di sopravvivere.
Fu terribile per me, essere testimone di un tale cataclisma, pur sapendo che
si era verificato 14.500 anni fa.
Iniziammo un ‘giro’ molto rapido del continente, incontrando ovunque, gli
stessi disastri. L'acqua si rovesciò in onde gigantesche sulle rimanenti
pianure, sommergendole. Ci avvicinammo ad un vulcano che aveva appena
eruttato e nelle vicinanze, vedemmo rocce che iniziavano a muoversi con
moto regolare, come se una mano gigantesca le sollevasse sopra la colata di
lava, creando una montagna davanti ai nostri occhi. Tutto questo sembrò
accadere in così breve tempo, tanto quanto l'altopiano di Savasana a
scomparire.
La scena svanì di nuovo per ripetersi poi in un'altra ancora.
“Stiamo arrivando in Sud America, Michel, dove il cataclisma non ha ancora
avuto effetto. Daremo uno sguardo alla costa qui e al porto di Thiacuano.
Per quanto riguarda il periodo, siamo tornati indietro proprio al momento
precedente la prima scossa, quando il Re di Mu era in riunione con i suoi
consiglieri.”
Eravamo sulle banchine del grande porto di Thiacuano. Era notte e la luna
piena illuminava il paesaggio, anche se molto presto sarebbe tramontata. Ad
oriente, un lieve schiarirsi del cielo annunciava l'approssimarsi dell'alba.
Tutto era tranquillo. I guardiani pattugliavano le banchine dove numerose
barche erano ormeggiate.
Alcuni festaioli turbolenti stavano entrando in un edificio dove brillava una
piccola luce notturna. Qui, potemmo vedere alcuni dei globi sferici di Mu, ma
solo alcuni.
Volammo sopra il canale, nel quale si potevano vedere molte imbarcazioni
dirigersi nella direzione del mare interno (l’odierno Brasile).
Il nostro gruppo ‘si fermò’ sul ponte di un bel veliero. Una leggera brezza
proveniente da ovest spingeva la nave da dietro. Montava vele piccole,
poiché attraversava una zona congestionata da troppe imbarcazioni.
Era una nave a tre alberi, di stile abbastanza moderno, lunga circa 70 metri.
A giudicare dalla forma dello scafo, era capace di notevole velocità in mare
aperto.
Un attimo dopo ci trovammo in una grande cabina per marinai, arredata con
una dozzina di cuccette, tutte occupate.
Dormivano tutti, tranne due uomini di circa trent’anni di età, che dal loro
aspetto venivano probabilmente da Mu. Sedevano ad un tavolo, assorti in un
gioco che poteva ben essere il mahjong. La mia attenzione fu attirata da uno
dei due, forse più vecchio del suo compagno, i cui lunghi capelli neri erano
legati dietro con una sciarpa rossa. Ero attratto da lui come un pezzo di ferro
da un magnete e in un istante ero su di lui, portando i miei compagni con
me.
Come passai ‘attraverso’ di lui, sentii una stimolazione quasi elettrica e una
sensazione d'amore, che non avevo mai provato prima, invase il mio essere.
Sentii un’indefinibile unità con lui e gli passai attraverso varie volte.
“Si può spiegare facilmente, Michel. In quest’uomo, tu sei riunito col tuo
corpo Astrale. Sei tu, in una delle tue vite precedenti. Tuttavia, sei qui come
osservatore e rivivere quel tempo non ti serve. Non esserne coinvolto.”
Con rammarico, ‘seguii’ le mie compagne indietro sul ponte.
Improvvisamente, in lontananza a ovest, udimmo una grande esplosione,
poi un'altra più vicino. Sempre ad occidente, il cielo cominciò a brillare.
Ancora più vicino, tra esplosioni ancora più acute, osservammo l'eruzione di
un vulcano che illuminò il cielo occidentale per un raggio di 30 chilometri.
Fummo consapevoli di un'agitazione febbrile nel canale e nel porto, dalle
grida che venivano emesse e dalle sirene che suonavano.
Udimmo passi di corsa e i marinai da sotto si riversarono sul ponte. Tra loro,
potei vedere il marinaio che ‘indossava’ il mio corpo Astrale spaventato
come i suoi compagni e provai un’enorme ondata di simpatia per il mio ‘sé’
preso dal panico.
Alla periferia della città, nel bagliore del vulcano, vidi una sfera luminosa
volare molto rapidamente nel cielo ed infine scomparire dalla vista.
“Si, quello era uno dei nostri veicoli spaziali”, spiegò Thao. “Osserverà il
cataclisma da molto in alto. Ci sono diciassette persone a bordo che faranno
il possibile per aiutare i sopravvissuti, ma questo servirà a molto poco.
Guarda.”
La terra cominciò a tremare e rimbombare. Altri tre vulcani emersero da
sotto la superficie del mare vicino alla costa, solo per essere inghiottiti dalle
acque con la stessa rapidità con cui erano apparsi. Allo stesso tempo, questo
provocò l’insorgere di un'onda di marea di circa 40 metri di ampiezza, che
correva verso la costa con un rumore infernale. Prima di raggiungere la
città, comunque, la terra sotto di noi cominciò a salire. Il porto, la città e la
campagna di là di essa, un'intera sezione del continente, salì rapidamente
bloccando l'assalto delle onde. Per vedere meglio, salimmo più in alto. Mi
ricordava un animale gigantesco che inarcava la schiena per stirarsi, dopo
essersi districato dalla tana.
Le urla della gente ci raggiunsero come grido Dantesco. Erano pazzi dal
panico, perché stavano salendo con la città, come in un ascensore, e
sembrava che la loro salita non si fermasse mai.
Le navi furono fatte a pezzi da rocce scagliate dal mare, e osservai come il
marinaio che avevamo lasciato indietro, fu letteralmente polverizzato. Uno
dei miei ‘sé’ era appena tornato alla fonte.
Sembrava che la Terra stesse completamente rimodellato la sua forma. La
città scomparve, quando spesse nuvole nere rotolarono rapidamente da
ovest, inondando la terra di lava e cenere fuoriuscite dai vulcani. Mi vennero
in mente due parole per descrivere quel momento: ‘grandioso’ e
‘apocalittico’.
Si offuscò tutto e percepii le mie compagne strette intorno a me. Fui
consapevole di una nuvola grigio-argento che si allontanava da noi ad una
velocità vertiginosa e poi apparve Thiaoouba. Ebbi l'impressione che
stavamo tirando i fili d'argento, per tornare rapidamente ai nostri corpi fisici
che sembravano aspettarci, grandi come montagne e riducendosi mentre ci
avvicinavamo.
I miei occhi astrali apprezzarono la bellezza dei colori, qui in questo pianeta
‘dorato’, dopo aver sopportato gli incubi che ci eravamo appena lasciati alle
spalle.
Sentii le mani che toccavano il mio corpo fisico, allontanarsi. Aprendo gli
occhi mi guardai intorno. La mia compagna si alzò in piedi, sorridente e Thao
mi chiese se andava tutto bene.
“Molto bene, grazie. Sono molto sorpreso che ci sia ancora luce fuori.” Dissi.
“Certo che c'è ancora luce, Michel. Quanto tempo pensi siamo stati via?”
“Veramente non so. Cinque o sei ore?”
“No,” disse Thao divertita. “Non più di quindici lorse, circa quindici minuti.”
Poi, prendendomi entrambe per una spalla, Thao e Biastra mi guidarono
fuori della ‘camera di rilassamento’, scoppiando a ridere per la mia aria stupefatta. Lationusi ci seguiva, meno esuberante nel suo divertimento.
9
La nostra 'cosiddetta' civiltà
Quando ebbi pagato i miei rispetti e detto addio a Lationusi e alle sue
compagne, lasciammo il villaggio e salimmo, ancora una volta, a bordo della
piattaforma volante, per ritirarci nel mio doko. Prendemmo una strada
diversa questa volta, volando sopra grandi campi coltivati, e fermandoci
abbastanza a lungo perché io potessi ammirare le coltivazioni di grano che lì
cresceva con pannocchie molto grandi. Il nostro percorso ci portò anche
sopra una città dall'aspetto interessante: non solo tutti gli edifici erano
‘doko’, dal più grande al più piccolo, ma non c'erano neanche vere strade a
collegarli. Compresi il motivo di questo: le persone qui erano in grado di
muoversi da un posto all'altro 'volando', con o senza un Lativok, in modo
che le strade vere e proprie erano inutili. Passammo vicino a persone che
entravano e uscivano da doko enormi, simili nelle dimensioni a quelle di uno
spazioporto.
“Queste sono le 'fabbriche' dove è preparato il nostro cibo,” spiegò Thao. “La
manna e le verdure che hai mangiato ieri nel tuo doko, sono state preparate
qui.”
Non ci fermammo, ma continuammo a volare sopra la città e poi sopra
l'oceano. In poco tempo raggiungemmo l'isola dove era situato il mio doko.
Lasciando il nostro veicolo nel solito posto entrammo dentro.
“Ti rendi conto,” disse Thao, “che non hai mangiato nulla da ieri mattina?
Perderai peso a questo ritmo. Non hai fame?”
“Sorprendentemente, non sono particolarmente affamato, e tuttavia, sulla
Terra, faccio quattro pasti al giorno!”
“Non è proprio così sorprendente, amico mio. Qui il nostro cibo è preparato
in modo tale che le calorie contenute negli alimenti vengono rilasciate ad
intervalli regolari nel corso di un due giorni. Continuiamo ad essere nutrite,
senza sovraccaricare i nostri stomaci. Questo consente anche alle nostre
menti di rimanere chiare e attente e, dopo tutto, le nostre menti devono
avere la priorità, non è vero?” Annuii il mio consenso.
Ci servimmo varie pietanze colorate e un po’ di manna, poi, mentre ci
godevamo un bicchiere di idromele, Thao chiese, “Che ne pensi della tua
permanenza a Thiaoouba, Michel?”
“Cosa ne penso? Forse dopo la mia esperienza di questa mattina, dovresti
piuttosto chiedermi cosa penso del pianeta Terra! Mi è sembrato in quei...
quindici minuti, che fossero passati anni. Alcuni momenti furono,
ovviamente, terribili, ma altri sono stati coinvolgenti. Posso chiederti, perché
mi avete portato in quel viaggio nel tempo?”
“Una domanda molto interessante, Michel. Sono contenta che tu l’abbia
chiesta. Abbiamo voluto mostrarti che, prima della vostra attuale cosiddetta
civiltà, ci sono state, sulla Terra, 'vere' civiltà.
“Non ti abbiamo 'rapito', come tu potresti dire, e portato a diversi miliardi di
chilometri solo per mostrarti la bellezza del nostro pianeta.
“Tu sei qui perché appartieni a una civiltà che ha preso una svolta sbagliata.
La maggior parte delle nazioni sulla Terra credono di essere molto avanzate,
ma non è così. Piuttosto, le loro culture sono decadenti, dai leader e dalle
cosiddette classi d’élite. L'intero sistema è distorto.
“Lo sappiamo perché abbiamo mantenuto sotto osservazione molto da vicino
il pianeta Terra, particolarmente durante gli anni recenti, come ti ha
spiegato il grande Thaora. Siamo in grado di studiare ciò che sta accadendo
da molti punti di vista. Possiamo vivere in mezzo a voi in corpi fisici o in
presenza astrale. Non siamo solo presenti sul vostro pianeta, siamo in grado
di influenzare il comportamento di alcuni dei vostri leader, fortunatamente
per voi. Ad esempio, il nostro intervento ha impedito alla Germania di essere
la prima nazione ad avere l'uso della bomba atomica, perché sarebbe stato
disastroso per il resto delle persone sulla Terra se il nazismo avesse
trionfato alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Come ti renderai conto,
ogni regime totalitario significa un grande passo indietro per la
civilizzazione.
“Quando milioni di persone sono mandate alle camere a gas semplicemente
perché sono Ebree, i loro assassini non possono vantarsi di essere un popolo
civile.
“Ancora meno, i Tedeschi possono credere di essere il popolo eletto. Per
agire come hanno fatto, devono essere caduti più in basso di qualsiasi tribù
di cannibali.
“I Russi, che inviarono migliaia di persone a lavorare nei campi di
concentramento e ne eliminarono altre migliaia, sulla base che queste
rappresentavano un pericolo per il 'regime', non sono migliori.
Sulla Terra, c'è un grande bisogno di disciplina, ma la ‘disciplina' non
significa dittatura. Il Grande Spirito, il Creatore stesso non obbliga alcuna
creatura, umana o altro, a fare qualcosa contro la loro volontà . Noi tutti
abbiamo libero arbitrio e dipende da noi disciplinare noi stessi al fine di
migliorare spiritualmente.
Imporre la propria volontà su di un altro, in un modo che priva l'individuo
del privilegio di esercitare la propria libera volontà, è uno dei più grandi
crimini che l'uomo possa commettere.
“Quello che sta accadendo ora in Sud Africa è un crimine contro tutta
l'umanità. Il razzismo stesso è un crimine...”
“Thao,” interruppi, “c'è qualcosa che non capisco. Tu dici che avete impedito
ai Tedeschi di essere i primi ad avere la bomba atomica, ma perché non
avete impedito a tutti i paesi di averla? Devi ammettere che, al punto a cui
siamo giunti con le armi atomiche, siamo seduti su un vulcano. Cosa dici di
Hiroshima e Nagasaki, non vi sentite in qualche modo responsabili?”
“Michel, naturalmente tu guardi a queste cose in un modo molto
semplificato. Ogni cosa per te è nera o bianca, ma ci sono anche molte
sfumature di grigio. Se la Seconda Guerra Mondiale non fosse stata fermata,
come è stato con il bombardamento e la distruzione di queste due città, ci
sarebbero stati molti più morti, tre volte tante vittime quante ce ne sono
state con le bombe atomiche. Come tu dici nella tua lingua, abbiamo ha
scelto il minore dei due mali.
“Come ti ho detto prima, noi possiamo 'dare una mano', ma non ci
occupiamo dei dettagli minimi di una situazione. Ci sono regole molto rigide
da seguire. La bomba doveva esistere, proprio come su tutti i pianeti essa,
alla fine, viene scoperta. Una volta in esistenza noi possiamo osservare ciò
che ne consegue, come spettatori, o possiamo intervenire. Se interveniamo,
è per dare un vantaggio alla 'parte', che è più sincera e più rispettosa della
libertà individuale.
Se alcuni dei leader che leggono il tuo libro non ti credono, o dubitano di ciò
che è scritto, sfidali a spiegare la scomparsa di miliardi di 'aghi' messi in
orbita attorno alla Terra diversi anni fa. Chiedi loro di spiegare anche la
seconda scomparsa di miliardi o più 'aghi' messi ancora una volta in orbita.
Loro sapranno a cosa ti riferisci, non aver paura. Siamo noi responsabili per
la scomparsa di questi 'aghi', giudicandoli potenzialmente disastrosi per il
vostro pianeta.
“Noi, a volte, impediamo ai vostri esperti di 'giocare con i fiammiferi', ma è
importante non contare sulla nostra assistenza, quando si commettono degli
errori. Se giudichiamo opportuno 'dare una mano', lo facciamo, ma non
possiamo, e non vogliamo salvarvi automaticamente dal disastro, perché
significherebbe contravvenire la Legge Universale.
“Vedi, Michel, le armi atomiche sembrano mettere paura nei cuori delle
persone della Terra, e ammetto che sono una spada di Damocle sospesa
sopra le vostre teste, ma non sono il vero pericolo.
“I veri pericoli sulla Terra, in ordine di ‘importanza’ sono: primo il denaro,
poi i politici; terzo i giornalisti e le droghe e quarto le religioni. Questi
pericoli non si riferiscono in alcun modo alle armi nucleari.
“Se le persone sulla Terra vengono spazzate via da un cataclisma nucleare, i
loro esseri Astrali andranno dove devono dopo la morte e l'ordine naturale di
morte e rinascita sarà mantenuto.
“Il pericolo non sta nella morte del corpo fisico, come milioni di persone
credono: il pericolo esiste nel modo in cui uno vive.
“Sul vostro pianeta, il denaro è il peggiore di tutti i mali. Prova adesso, ad
immaginare la vita senza denaro...
“Vedi,” disse Thao che 'lesse' i miei sforzi, “non puoi nemmeno immaginare
una vita simile, perché sei coinvolto nel sistema.
“Tuttavia, solo due ore fa, hai visto che il popolo di Mu era in grado di
soddisfare i propri bisogni senza spendere soldi. Hai notato, lo so, che le
persone erano molto felici e molto avanzate.
“La civiltà di Mu ruotava attorno alla comunità, sia spiritualmente che
materialmente, ed ha prosperato. Naturalmente, non si deve confondere la
'comunità' con il 'comunismo', come esiste in alcuni paesi della Terra. Il
comunismo, così com’è praticato sulla Terra, è la parte essenziale dei regimi
totalitari e non democratici, e, in quanto tale, è degradante per l'Uomo.
“Purtroppo, per quanto riguarda il denaro, è difficile aiutare in modo
costruttivo sulla Terra perché l'intero sistema è basato su di esso. Se la
Germania ha bisogno di 5000 tonnellate di lana Australiana, non può inviare,
in cambio, 300 Mercedes e 50 trattori. Il vostro sistema economico non
funziona in questo modo, è, quindi, difficile migliorare il sistema.
“D'altra parte, molto potrebbe essere ottenuto per quanto riguarda i politici
ed i partiti politici. Siete tutti nella stessa barca... ed è un paragone utile da
fare quello tra un paese o un pianeta e una barca. Ogni barca deve avere il
suo capitano, ma per funzionare bene richiede abilità e spirito di
cooperazione tra i marinai, nonché il loro rispetto per il loro capitano.
“Se, oltre ad essere competente, di esperienza e veloce a pensare, il
capitano è anche giusto e onesto, ci sono grandi probabilità che il suo
equipaggio darà il meglio con lui. In ultima analisi, è il valore intrinseco del
capitano, a prescindere dalla sua politica o tendenze religiose, che
determinerà l'efficacia del suo operato.
“Immagina, per esempio, che un capitano debba essere eletto dal suo
equipaggio, più per ragioni politiche che per la sua abilità nella navigazione e
la sua freddezza in momenti di pericolo. Per immaginare meglio la
situazione, supponiamo di star osservando un’effettiva elezione. Siamo in
piedi sul ponte di comando dove 150 membri dell'equipaggio sono radunati
con tre candidati per il comando di una nave. Il primo è un democratico, il
secondo un comunista, e il terzo un conservatore. Tra i membri
dell'equipaggio ce ne sono 60 con tendenze comuniste, 50 democratici e 40
conservatori. Ora sto per mostrarti che questa vicenda non può essere
condotta in modo appropriato.
“Il candidato comunista è costretto a fare certe promesse ai democratici e
conservatori, se vuole vincere, perché gli sono ‘garantiti’ solo 60 dei voti.
Egli deve convincere almeno 16 uomini, provenienti dagli altri partiti, che è
nel loro interesse eleggere lui. Ma sarà in grado di mantenere le promesse
che fa? E, naturalmente, lo stesso vale per gli altri due candidati.
“Quando uno o l'altro di questi capitani è in mare, troverà sempre che un
numero significativo del suo equipaggio sarà fondamentalmente contrario a
che lui abbia il comando, quindi ci sarà sempre un rischio significativo di
ammutinamento.
“Naturalmente, questo non è il metodo con cui un capitano ottiene il suo
comando, per fortuna. Ho semplicemente voluto illustrare i pericoli che sono
insiti nell’elezione di dirigenti sulla base di pregiudizi politici piuttosto che
per la loro capacità di condurre la gente, onestamente, nella giusta
direzione.
“Mentre siamo in tema, mi preme sottolineare un altro punto. Quando il
nostro 'capitano eletto' è in mare, egli è il solo ed unico leader della nave,
mentre, quando un leader di partito è eletto come capo di stato, viene
immediatamente affrontato dal 'Leader dell'Opposizione'. Fin dall'inizio della
sua leadership, che le sue decisioni siano buone o cattive, sarà
sistematicamente criticato dal partito avverso che spinge per le sue
dimissioni. Come può un paese essere governato adeguatamente sotto un
tale sistema, Michel?”
“Avete una soluzione?”
“Certo, e ti è già stata descritta. L'unica soluzione è quella di seguire
l'esempio del governo di Mu.
“Che è di mettere come capo di stato un leader il cui unico obiettivo è il
benessere del popolo; un leader non motivato da falso orgoglio o
dall’appartenenza ad un partito o da avidità pecuniaria personale; di farla
finita con i partiti politici ed il risentimento, il rancore, l'odio che regna tra
loro e di porgere la mano al tuo vicino di casa, accettarlo e lavorare con lui,
indipendentemente dalle differenze che si possono avere. Egli è dopo tutto,
nella stessa barca con te, Michel. Egli è parte dello stesso villaggio, della
stessa città, della stessa nazione, dello stesso pianeta.
“Di che cosa è fatta la casa che hai scelto come rifugio, Michel?”
“Di mattoni... legno, tegole, gesso, chiodi...”
“Infatti, e di cosa sono fatti tutti questi materiali?”
“Atomi, naturalmente.”
“Perfetto. Adesso questi atomi, come tu sai, devono connettersi molto da
vicino, per formare un mattone o qualsiasi altro materiale da costruzione.
Che cosa accadrebbe se questi atomi si respingessero a vicenda anziché
unirsi, come fanno?”
“Disintegrazione.”
“E ci siamo. Quando allontani i tuoi vicini, tuo figlio o tua figlia, se non sei
sempre pronto ad aiutare anche coloro che non ti piacciono, contribuisci alla
disintegrazione della tua civiltà. E questo è ciò che sta accadendo sulla
Terra, sempre più, attraverso odio e violenza.
“Considera due esempi ben noti a tutti sul tuo pianeta, che dimostrano che
la violenza non è una soluzione. Il primo è Napoleone Bonaparte: per mezzo
delle armi fu in grado di conquistare tutta l'Europa e stabilì, come leader
nazionali, i suoi fratelli, per diminuire il rischio di tradimento.
“È ampiamente accettato che Napoleone fosse un genio e, anzi, un
organizzatore e legislatore competente poiché, 200 anni dopo, molte delle
sue leggi ancora esistono in Francia. Ma cosa ne è stato del suo impero,
Michel? Si disintegrò rapidamente perché fu stabilito tramite l'uso delle armi.
“Hitler, allo stesso modo, cercò di conquistare l'Europa con la forza e tu sai
cosa accadde.
“La violenza non paga e mai lo farà. La soluzione si trova, invece, nell’amore
e nella coltivazione della mente. Hai mai notato che, in tutto il mondo, ed in
particolare in Europa, avete avuto l’emergere di molti dei più grandi scrittori,
musicisti e filosofi nel diciannovesimo secolo e all’inizio del ventesimo?”
“Sì, credo sia così.”
“Sai perché?”
“'No.”
“Perché, assieme all'avvento dell’energia elettrica, il motore a combustione
interna, l'automobile, l'aeroplano e così via, il popolo della Terra trascurò la
coltivazione della propria spiritualità e si concentrò sul mondo materiale.
“Adesso, come ha spiegato il grande Thaora, il materialismo rappresenta
una delle più grandi minacce per la vostra vita attuale e le vostre vite future.
“Dopo i politici, avete il problema dei giornalisti e reporter. Ci sono alcuni tra
loro, anche se purtroppo rari, che cercano di fare il proprio lavoro di
diffusione di informazioni onestamente e sinceramente, selezionando con
attenzione le loro fonti; ma siamo molto allarmati dal fatto che la maggior
parte di essi cerca solo sensazionalismo.
“Anche le stazioni televisive, trasmettono sullo schermo sempre più scene di
violenza. Se i responsabili fossero obbligati a studiare psicologia, prima di
essere in grado di intraprendere tale pesante responsabilità, si farebbe un
passo nella giusta direzione. I tuoi reporter cercano e si nutrono delle scene
di violenza, omicidi, tragedie e catastrofi; siamo nauseati dal loro
comportamento.
“I leader di un paese, i giornalisti, di fatto ognuno che, dalla sua posizione, è
in grado di esercitare un'influenza sulle persone, ha una responsabilità
enorme nei confronti di milioni di persone che sono, né più né meno, che i
suoi simili. Troppo spesso, anche quelli che sono stati eletti alle loro
posizioni dal popolo, dimenticano gli obblighi che hanno a questo riguardo,
tranne che fino a pochi mesi prima di nuove elezioni, quando si rendono
conto che il popolo è scontento e potrebbe votare loro contro.
“Questo non è il caso dei vostri giornalisti, però, in quanto non hanno avuto
bisogno di ispirare fiducia nel popolo, per raggiungere le loro posizioni,
eppure hanno un potere simile di influenzare in modi che sono buoni o
cattivi.
“Infatti, sono in grado di fare veramente bene, quando attirano l'attenzione
del pubblico sui pericoli e le ingiustizie, e questa dovrebbe essere la loro
funzione principale.
“Per tornare alla necessità che queste persone che occupano posizioni
importanti capiscano e applichino la psicologia, ti darò un buon esempio per
illustrare ciò che voglio dire. In TV vediamo il seguente servizio: un giovane
ha appena preso un fucile e ucciso sette persone, tra cui due donne e due
bambini piccoli. Il giornalista mostra le macchie di sangue ed i corpi,
aggiungendo che l'assassino aveva imitato lo stile di un attore, noto per i
suoi ruoli nei film violenti. E il risultato? L'assassino sarà fiero di sé; non solo
ha raggiunto la 'notorietà nazionale', è anche stato paragonato con uno degli
eroi più popolari dei film violenti moderni. Ma oltre questo, un altro pazzo
simile, che vede i servizi e ascolta i commenti di giornalisti che prestano
attenzione ingiustificata a questo odioso crimine, sarà ispirato a cercare
anche lui il suo momento di 'gloria' nazionale.
“Una tale persona è di solito un fallito; un represso, frustrato, inibito;
qualcuno ignorato, che anela ad essere riconosciuto. Ha appena visto il
servizio in televisione e sa che tutta la violenza è trasmessa, ed è talvolta
esagerata dai reporter TV e dai giornalisti. Forse la sua immagine apparirà
sulla prima pagina di tutti i giornali, e perché no? Poi andrà davanti al
giudice e, forse, gli daranno un appellativo simile a 'Jack lo Squartatore' o
'Lo strangolatore dal Guanto di Velluto'. Non sarà più collocato tra i comuni
mortali. Il danno che tale reportage irresponsabile può fare è
inimmaginabile. Sconsideratezza ed irresponsabilità non sono qualità
evidenti nelle nazioni civilizzate. È per questo che dico, sulla Terra, non
avete nemmeno raggiunto la prima lettera della parola civiltà.”
“Quindi, qual è la soluzione?”
“Perché fai una domanda simile, Michel? Sei stato scelto perché sappiamo
come pensi, e so che tu conosci la risposta alla tua domanda. Comunque, se
insisti, potrai sentirla dalla mia bocca. Giornalisti, reporter e chiunque altro
la cui funzione sia quella di diffondere l'informazione non dovrebbero
dedicare più di due o tre righe a tali casi di omicidio. Potrebbero
semplicemente dire: ‘Abbiamo appena saputo dell’omicidio di sette persone
da parte di un pazzo irresponsabile. Questo omicidio si è verificato in tale
città ed è un evento spiacevole in un paese che si ritiene civile.’ Punto.
“Quelli che cercano il loro giorno o settimana di gloria metterebbero
sicuramente da parte l'omicidio come mezzo per conseguirlo, se i loro sforzi
ricevessero così poca pubblicità in cambio. Non Sei d'accordo?”
“Di cosa dovrebbero essere composti, allora, i loro servizi?”
“Ci sono così tante cose degne di essere mostrate: resoconti di eventi
meritevoli che migliorano la psiche delle persone della Terra, piuttosto che
lavargli il cervello in un modo negativo. Cronache di come qualcuno abbia
rischiato la vita per salvare un bambino che stava annegando, per esempio,
o di assistenza data ai poveri per migliorare la loro condizione.”
“Certo, sono completamente d'accordo con te, ma sono sicuro che la
circolazione dei giornali dipende dalle notizie sensazionali che contengono.”
“Ed eccoci di nuovo alla radice di ogni male che ho menzionato prima: il
denaro. Questo è la maledizione che mina la tua intera civiltà, eppure, in
questo particolare caso, la situazione potrebbe essere invertita se i
responsabili fossero motivati a cambiare. Non importa su quale pianeta, i
pericoli più gravi per l'umanità sono, in ultima analisi, di carattere
psicologico, piuttosto che di natura materiale.
“Le droghe, allo stesso modo, influiscono sulla psiche dell’individuo; non solo
rovinano la salute fisica, esse invertono anche il processo individuale di
evoluzione universale. Allo stesso tempo, in quanto inducono stati di euforia
o di paradisi artificiali, attaccano anche direttamente il corpo Astrale.
Elaborerò ulteriormente su questo punto perché è di grande importanza.
“Il corpo Astrale può essere danneggiato solo da due cose: le droghe e le
vibrazioni causate da certi tipi di rumore. Considerando solo le droghe, deve
essere capito che hanno un'influenza che è totalmente contro Natura. Esse
'asportano' il corpo Astrale in un’altra sfera in cui non dovrebbe essere. Il
corpo Astrale dovrebbe essere o in un corpo fisico o con il suo Sé Superiore,
del quale è una parte. Quando è drogato, il corpo Astrale di un individuo è
come 'addormentato' sperimentando sensazioni artificiali che distorcono
completamente il suo giudizio. È nella stessa situazione di un corpo fisico
durante un’importante operazione chirurgica. Se ti piace, è come uno
strumento che pieghiamo o rompiamo usandolo in modo errato o per un
compito per il quale non era stato destinato.
“A seconda del periodo di tempo che una persona è sotto l'influenza di
droghe, il suo corpo Astrale va in declino o, più esattamente, è destinato a
diventare saturo con dati falsi. Il 'recupero' per il corpo astrale può
richiedere diverse vite: per questo motivo, Michel, le droghe dovrebbero
essere evitate a tutti i costi.”
“C'è qualcosa che non capisco allora,” interruppi. “Per due volte, adesso, mi
avete dato droghe da prendere al fine di liberare il mio corpo Astrale dal mio
corpo fisico. Non mi avete, quindi, fatto un disservizio?”
“No, per niente. Abbiamo usato un farmaco che non è un allucinogeno, al
fine di assistere un processo che potrebbe accadere del tutto naturalmente
con una formazione adeguata. Non è una droga che 'acceca' e quindi non
presenta alcun pericolo per il tuo corpo Astrale ed i suoi effetti sono a
brevissimo termine.
“Tornando ai problemi del tuo pianeta, Michel, la soluzione dipende
dall'amore, non dal denaro. Richiede che la gente si innalzi al di sopra di
odio, risentimento, gelosia e invidia, e che ogni persona, sia essa spazzino o
leader della comunità, metta il suo vicino prima di se stessa, offrendo la
propria mano a chi ne ha bisogno.
“Ogni persona ha bisogno, sia fisicamente che mentalmente, dell’amicizia
del suo prossimo, non solo sul vostro pianeta, ma su tutti i pianeti. Come
disse Gesù, quando lo mandammo da voi quasi 2000 anni fa: ‘Amatevi l’un
l’altro’, ma naturalmente...”
“Thao!” interruppi di nuovo, quasi bruscamente questa volta. “Cosa hai
appena detto riguardo a Gesù?”
“Gesù, Michel è stato inviato sulla Terra da Thiaoouba quasi 2000 anni fa,
proprio come Lationusi andò sulla terra e ritornò.”
Di tutto ciò che mi era stato spiegato, fu questa rivelazione inaspettata, a
scioccarmi di più. Allo stesso tempo, l’Aura di Thao cambiò rapidamente
colore. La soffice ‘nebbia’ d’oro intorno alla sua testa diventò quasi gialla, e
la dolce pioggia di colori dalla cima della sua testa, esplose di nuova
energia.
“Un grande Thaora ci sta chiamando, Michel. Dobbiamo andare
immediatamente.” Thao si alzò in piedi.
Adattai la mia maschera e la seguii fuori, molto incuriosito da questa
improvvisa interruzione e dalla fretta insolita. Salimmo a bordo della
piattaforma volante e ci innalzammo, verticalmente, sopra i rami degli
alberi. Presto stavamo volando sopra la spiaggia, e poi l'oceano, viaggiando
a una velocità molto superiore che in precedenza. Il sole era abbastanza
basso nel cielo e sfiorammo acque che erano verde smeraldo o perfetto blu-
azzurro, se posso descrivere i colori in termini Terrestri.
Enormi uccelli, con un'apertura alare di circa quattro metri, incrociarono il
nostro cammino proprio davanti a noi ed i raggi del sole illuminarono le
piume di colore rosa brillante delle loro ali e le piume verde brillante delle
loro code.
In poco tempo raggiungemmo l'isola e Thao portò giù la piattaforma di
nuovo nel parco, in quello che sembrava essere esattamente lo stesso posto
di prima. Mi fece segno che dovevo seguirla e partimmo; lei camminava ed
io correvo dietro di lei.
Questa volta non ci avviammo al doko centrale, ma prendemmo una strada
diversa, che ci portò alla fine ad un altro doko, delle stesse enormi
dimensioni del doko centrale.
Due persone, entrambe più alte di Thao, ci aspettavano sotto la luce
d'ingresso. Thao parlò loro a bassa voce; poi si avvicinò ed ingaggiò una
breve consultazione, dalla quale ero escluso. Si fermarono, lanciando
sguardi curiosi nella mia direzione, ma senza sorridere affatto. Potei vedere
le loro Aure, che erano meno brillanti di quella di Thao, una sicura
indicazione che non erano così altamente evolute in spirito.
Per un tempo considerevole, aspettammo senza muoverci. Gli uccelli del
parco si avvicinarono, guardandoci. Nessuno, a parte me, li degnò di alcuna
attenzione, le mie compagne erano apparentemente assorte nei loro
pensieri. Ricordo chiaramente che un uccello, simile ad un uccello del
paradiso, venne e si fermò tra Thao e me; per tutti gli dei, proprio come se
volesse essere ammirato.
Il sole sarebbe tramontato presto e mi ricordo che guardavo i suoi ultimi
raggi in alto tra gli alberi, che accendevano scintille di porpora e d'oro tra i
rami. Uno stormo di uccelli batté rumorosamente le ali sotto un baldacchino,
rompendo il silenzio che si era creato. Come se questo fosse stato un
segnale, Thao mi chiese di togliere la maschera, chiudere gli occhi e
prendere la sua mano in modo da poter guidare i miei passi. Molto
incuriosito, feci come lei mi chiese.
Muovendomi avanti, sentii la resistenza della luce, ora a me familiare,
mentre entravamo nel doko. Mi venne detto telepaticamente di tenere gli
occhi socchiusi e abbassati e di seguire Thao da vicino. Avanzammo di circa
30 passi prima che Thao si fermasse tenendomi al suo fianco. Ancora per
telepatia, mi indicò che adesso potevo aprire gli occhi e guardarmi attorno;
cosa che feci abbastanza lentamente. Davanti a me c'erano tre figure
straordinariamente simili a quelle che avevo incontrato in precedenza. Come
gli altri, sedevano a gambe incrociate, la schiena dritta, su blocchi coperti di
tessuto, ogni posto era di un colore complementare al suo occupante.
Thao ed io eravamo in piedi accanto a due posti simili fino a quando,
telepaticamente, e senza un gesto, fummo invitati a sedere. Mi guardai
attorno con discrezione, ma non vidi alcuna traccia dei due personaggi che
avevamo incontrato all'ingresso: forse erano dietro di me...?
Come in precedenza, gli occhi del Thaori mi diedero l'impressione di essere
illuminati da dentro, ma questa volta fui subito in grado di vedere le loro
Aure, risplendenti di colori vivaci tutte molto piacevoli per gli occhi.
La figura centrale si alzò in levitazione, senza alterare la propria posizione, e
lentamente galleggiò verso di me. Si fermò davanti e leggermente al di
sopra di me, mettendo una delle sue le mani alla base del mio cervelletto e
l'altra sul lato sinistro del mio cranio. Ancora una volta, sentii il mio corpo
invaso dalla sensazione simile ad un fluido di benessere, ma questa volta
quasi svenni.
Togliendo le mani, tornò al suo posto. Forse dovrei spiegare che i dettagli
riguardanti la posizione delle sue mani sulla mia testa mi furono forniti in
seguito, da Thao, poiché, ancora una volta, ero al di là di me, in quel
momento, per poter registrare tali dettagli. Eppure mi ricordo ancora un
pensiero che mi venne in mente, un pensiero piuttosto fuori luogo in quel
momento, quando riprese il suo posto: ‘Probabilmente non vedrò mai una di
queste figure usare le proprie due gambe come fanno tutti gli altri.’
10
Un alieno diverso e le mie vite precedenti
Era trascorso un periodo di tempo, non ho idea quanto, quando, d'istinto,
voltai la testa verso sinistra. Sono sicuro che la mia bocca si spalancò e
rimase così. Una delle due persone che avevo incontrato in precedenza
veniva verso di noi da sinistra, accompagnando una persona, molto strana in
apparenza, per la spalla. Per un attimo pensai che questa persona fosse un
Capo Pellerossa, come li vediamo nei film. Cercherò di descriverlo come
meglio posso.
Era molto piccolo di statura, forse 150 centimetri, ma la cosa che più colpiva
in lui era che era largo tanto quanto era alto, proprio come un quadrato. La
sua testa era completamente rotonda e direttamente appoggiata sulle sue
spalle. Ciò che a prima vista mi aveva fatto venire in mente un capo
Indiano, furono i suoi capelli, che erano più come piume, colorate di giallo,
rosso e blu, piuttosto che capelli. I suoi occhi erano completamente rossi e
la sua faccia ‘appiattita’ quasi come quella di un Mongoloide. Non aveva
sopracciglia, ma le ciglia erano quattro volte più lunghe delle mie. Gli era
stato dato un abito come il mio, anche se di colore molto diverso. Gli arti
che si estendevano oltre la veste erano dello stesso colore azzurro, del suo
volto. La sua Aura, a tratti argentata, brillava vivace e attorno alla testa
c’era un forte alone d'oro.
La pioggia di colori dalla cima della sua testa era molto più piccola di quella
di Thao, elevandosi solo di qualche centimetro in aria. Fu, telepaticamente,
invitato a sedere, a circa una decina di passi alla nostra sinistra.
Ancora una volta, la figura centrale levitò verso il nuovo arrivato e mise le
mani sulla sua testa, ripetendo la procedura che avevo sperimentato.
Quando fummo tutti seduti, la grande figura cominciò a rivolgersi a noi.
Parlò nella lingua di Thiaoouba ed io fui completamente stordito nello
scoprire che capivo tutto ciò che diceva, come se avesse parlato nella mia
lingua madre!
Vedendo la mia agitazione, Thao telepatizzò, ‘Si, Michel, hai un nuovo dono.
Ti sarà spiegato in seguito.’
“Arki,” stava dicendo il Thaora, “questo è Michel, dal pianeta Terra. Ti do il
benvenuto su Thiaoouba, Arki. Possa lo Spirito illuminarti”
Rivolgendosi a me, continuò. “Arki è venuto a farci visita dal pianeta X.”
(Non sono autorizzato a rivelare il nome di questo pianeta, né la ragione per
cui mi è proibito di farlo.) “E lo ringraziamo, in nome dello Spirito e di tutto
l'Universo, proprio come ringraziamo te, Michel, per la tua disponibilità a
collaborare con noi nella nostra missione.
“Arki è venuto nella sua Agoura su nostra richiesta, specialmente per
incontrare te, Michel.
“Volevamo che tu vedessi con i tuoi occhi e toccassi con le tue mani, un
extra-planetario molto diverso dalla tua razza. Arki abita un pianeta della
stessa categoria della Terra, anche se è molto diverso, per certi aspetti.
Queste 'differenze' sono essenzialmente fisiche ed hanno contribuito, nel
corso del tempo, all'aspetto fisico delle persone.
“Abbiamo anche voluto mostrarti alcune cose, Michel. Arki e i suoi simili
sono altamente evoluti tecnologicamente e spiritualmente, cosa che
potrebbe sorprenderti considerando che trovi il suo aspetto 'anormale',
addirittura mostruoso. Comunque, puoi vedere dalla sua Aura che è
altamente spirituale e buono. Abbiamo anche voluto mostrarti, con questa
esperienza, che possiamo darti, per un periodo, il dono non solo di vedere le
Aure, ma di capire tutte le lingue, e questo, senza ricorrere alla telepatia.”
È proprio così, pensai tra me e me.
“Sì, che lo è,” rispose il Thaora. “Adesso, avvicinatevi, voi due. Parlate
assieme, toccatevi, se volete; in una parola, fate conoscenza.”
Mi alzai e Arki fece altrettanto. Quando fu in piedi, le sue mani quasi
toccavano il pavimento. Ognuna aveva cinque dita, come le nostre, ma
aveva due pollici, uno nella stessa posizione dei nostri e l’altro dove sono i
nostri mignoli.
Ci avvicinammo l’un l’altro e lui allungò il braccio verso di me, il polso in
avanti ed il pugno chiuso. Mi sorrideva, rivelando una serie di denti diritti e
regolari, proprio come i nostri, ma verdi. Tesi la mia mano, in risposta, non
sapendo cos'altro fare, ed egli si rivolse a me nella sua lingua, ora
perfettamente comprensibile.
“Michel, sono molto lieto di incontrarti e avrei voluto darti il benvenuto come
ospite sul mio pianeta.” Lo ringraziai calorosamente, e pieno di emozione,
iniziai la frase in francese e la finii in inglese, ma lui non ebbe difficoltà a
capirmi!
Continuò. “Su richiesta del grande Thaora, sono venuto su Thiaoouba dal
pianeta X, un pianeta che somiglia al tuo in molti modi. È due volte più
grande della Terra, con 15 miliardi di abitanti, ma, come la Terra e gli altri
pianeti della prima categoria, è un 'Pianeta del Dolore'. I nostri problemi
sono molto simili ai vostri: abbiamo sofferto due olocausti nucleari durante
la nostra esistenza sul pianeta e sperimentato dittature, criminalità,
epidemie, cataclismi, un sistema monetario e tutto ciò che è ad esso
associato, religioni, culti e altre cose.
“Tuttavia, ottanta dei nostri anni fa (il nostro anno dura quattrocentodue
giorni di 21 ore) abbiamo avviato una riforma. In effetti, la riforma è stata
messa in moto da un gruppo di quattro persone di un piccolo villaggio sulle
rive di uno dei nostri più grandi oceani. Questo gruppo, composto di tre
uomini e una donna, predicava pace, amore e libertà d’espressione.
Viaggiarono fino alla capitale del loro paese e chiesero un colloquio con i
leader. La loro richiesta fu negata perché il regime era dittatoriale e militare.
Per sei giorni e cinque notti, i quattro dormirono di fronte alle porte del
palazzo, mangiando niente e bevendo poca acqua.
“La loro perseveranza attirò l'attenzione del pubblico e dal sesto giorno, una
folla di 2000 persone si radunò davanti al palazzo. Con voci deboli, i quattro
predicarono alla folla di unirsi nell'amore per cambiare il regime; fino a
quando le guardie posero fine al loro 'sermone' sparando ai quattro e
minacciando di sparare ai membri della folla se non si fossero dispersi. Cosa
che ben presto fecero, per genuina paura delle guardie. Tuttavia, un seme
era stato piantato nella mente della gente. Di riflesso, migliaia di loro si
resero conto che, senza una comprensione pacifica, erano impotenti,
assolutamente impotenti.
“Fu passata parola tra la gente: ricchi e poveri, datori di lavoro e dipendenti,
lavoratori e capireparto, e un giorno, sei mesi più tardi, l'intera nazione
arrivò a un punto morto.”
“Cosa intendi per 'arrivò a un punto morto’?” Chiesi.
“Le centrali nucleari chiusero, i sistemi di trasporto si fermarono, le
autostrade vennero bloccate. Tutto si fermò. Gli agricoltori non
consegnarono i loro prodotti, radio e reti televisive cessarono di trasmettere,
i sistemi di comunicazione chiusero. La polizia fu impotente di fronte a tale
unità, perché, nel giro di poche ore, milioni di persone aderirono al 'cessate
il lavoro'. Sembrò, in quel periodo, che la gente avesse dimenticato i propri
odi, gelosie, differenze di opinione in quanto unita contro ingiustizia e
tirannia. Le forze di polizia e l’esercito sono composti da esseri umani e
questi esseri umani avevano parenti e amici tra la folla.
“Non era più una questione di uccidere quattro persone sovversive.
Avrebbero dovuto ucciderne centinaia di migliaia solo per 'liberare' un
impianto di energia.
“Di fronte alla volontà del popolo, la polizia, l'esercito ed il Dittatore furono
costretti a capitolare. Le uniche morti che si verificarono durante l'incidente
furono quelle dei 23 fanatici che formavano la guardia personale del
Tiranno: i soldati furono costretti a sparare, per raggiungerlo.”
“Lo impiccarono?” Chiesi.
Arki sorrise. “Perché? No, Michel. La gente aveva finito con la violenza. Fu
deportato, invece, in un luogo dove non poteva fare danni ulteriori, ed
infatti, il loro esempio, ispirò il suo cambiamento. Ritrovò, ancora una volta,
il sentiero dell’amore e rispetto per la libertà individuale. Morì, infine, pentito
per tutto ciò che aveva fatto. Adesso, questa nazione è quella di maggiore di
successo sul nostro pianeta, ma, come sul vostro, ci sono altre nazioni sotto
il dominio di violenti regimi totalitari e stiamo tutti facendo ciò che è in
nostro potere per aiutarle.
“Sappiamo che tutto ciò che facciamo in questa vita è un apprendistato, che
ci offre la possibilità di crescere ad un'esistenza superiore e anche di
liberarci per sempre dei nostri corpi fisici. Devi sapere, anche, che i pianeti
sono suddivisi in categorie e che è possibile, per popolazioni intere, emigrare
su un altro, quando il loro pianeta è in pericolo, ma nessuno può farlo se il
nuovo pianeta non è della stessa categoria.
“Essendo noi stessi sovrappopolati e disponendo di una tecnologia altamente
avanzata, abbiamo visitato il tuo pianeta, al fine di creare là un
insediamento; un'idea che abbiamo deciso di abbandonare perché il vostro
grado di evoluzione ci avrebbe portato più danno che benessere.”
Non ero molto lusingato da quella riflessione e la mia aura deve averlo
indicato chiaramente ad Arki. Lui sorrise e continuò. “Mi dispiace, Michel, ma
sto dicendo la mia senza ipocrisia. Abbiamo visitato ancora la Terra, ma solo
come osservatori, interessati a studiare e imparare da voi, dai vostri errori.
Non siamo mai intervenuti, perché questo non è il nostro ruolo, e non
avremmo mai invaso il vostro pianeta, in quanto ciò sarebbe stato per noi
un passo indietro. Voi non siete da invidiare, materialmente,
tecnologicamente o spiritualmente.
“Tornando ai nostri corpi Astrali, un corpo Astrale non può assolutamente
passare ad un pianeta superiore finché non è sufficientemente evoluto.
Stiamo parlando, naturalmente, di evoluzione spirituale e non tecnologica.
Questa evoluzione si verifica grazie al corpo fisico. Hai già imparato delle
nove categorie di pianeti; i nostri sono al fondo della scala ed i pianeti
migliorano di gradino in gradino fino ad essere come questo pianeta. A noi,
nel nostro attuale corpo fisico, è consentito di rimanere qui solo nove giorni.
Secondo la Legge Universale, il decimo giorno, i nostri corpi fisici
morirebbero e né Thao, né il grande Thaora, che ha il potere di far rivivere i
morti, sarebbero in grado di prevenire o invertire il processo. La natura ha
delle regole molto rigide con protezioni ben stabilite.”
“Ma se dovessi morire qui, forse il mio corpo Astrale potrebbe rimanere qui e
potrei reincarnarsi come un bambino di Thiaoouba...?” Ero pieno di
speranza, dimenticando, per un momento, la famiglia che amo sulla Terra.
“Tu non capisci, Michel. La Legge Universale richiede che tu ti reincarni sulla
Terra, se non hai ancora finito il tuo tempo là. Ma è possibile che quando
morirai sulla Terra, quando verrà il tuo momento, il tuo corpo Astrale si
reincarni in un corpo su un altro pianeta più avanzato... un pianeta di
seconda o forse terza categoria, o anche questo, a seconda del tuo attuale
grado di sviluppo.”
“E' possibile quindi, saltare tutte le categorie e ritrovarsi reincarnati in un
pianeta di nona categoria?” Chiesi, ancora pieno di speranza, perché, molto
decisamente, consideravo Thiaoouba come un vero paradiso.
“Michel, puoi prendere un po' di minerale di ferro e del carbonio, scaldarli
assieme alla giusta temperatura, e produrre acciaio puro? No. In primo
luogo devi scremare la spazzatura dal ferro; poi rimetterlo in pentola per
trasformarlo di nuovo e ancora e ancora... per tutto il tempo necessario alla
produzione di acciaio di prima qualità. Lo stesso vale per noi; dobbiamo
essere 'ritrasformati' più e più volte fino ad emergere perfetti, per poi alla
fine ricongiungerci con lo Spirito, che, essendo egli stesso perfetto, non può
accettare la minima imperfezione.”
“Sembra così complicato!”
“Lo Spirito, che ha creato tutto, l’ha voluto in questo modo e sono sicuro
che, per lui, è molto semplice; ma per un povero cervello umano, lo
ammetto, è a volte difficile da comprendere. E più si cerca di arrivare alla
Sorgente, più diventa difficile. Per questo motivo, abbiamo cercato, ed in
certi luoghi con successo, di abolire religioni e sette. Esse, a quanto pare,
desiderano raggruppare le persone e aiutarle ad adorare Dio o gli dèi e a
comprendere meglio, eppure fanno tutto molto più complicato e del tutto
incomprensibile con l'introduzione di riti e leggi inventate da sacerdoti che
guardano ai propri interessi personali, piuttosto che seguire la natura e la
Legge Universale. Vedo dalla tua Aura che tu già ti rendi conto di alcune di
queste cose.”
Sorrisi, perché era vero, e chiesi, “Sul tuo pianeta, puoi vedere le Aure, e
leggerle?”
“Pochi di noi l’hanno imparato, me compreso, ma in questo campo siamo
appena più avanzati di voi. Tuttavia, studiamo l'argomento enormemente
perché sappiamo che questo è ciò che è necessario per la nostra
evoluzione.”
Si fermò lì, improvvisamente, e capii che era un ordine telepatico
proveniente dal grande personaggio, a farglielo fare.
“Adesso devo andare, Michel e sarò completamente felice di farlo, se
avendoti parlato, sono stato in grado di assistere te e le creature tue
compagne, sulla Terra e tutto l'Universo.”
Tese la mano verso di me ed io feci altrettanto. Nonostante la sua bruttezza,
avrei voluto baciarlo e tenerlo fra le braccia. Magari l’avessi fatto...
In seguito seppi che rimase ucciso, assieme ad altri cinque, quando la sua
navicella esplose appena un'ora dopo aver lasciato Thiaoouba. Sperai che la
vita continuasse per lui su un pianeta più ospitale... ma forse sarebbe
tornato sul suo per aiutare la sua gente, chi lo sa? Avevo incontrato, all’altro
lato dell’universo, un fratello che, come me, esisteva su un Pianeta di
Dolore; studiava, presso la stessa scuola per, un giorno, ottenere la felicità
eterna.
Quando Arki lasciò la stanza con il suo mentore, mi sedetti di nuovo vicino a
Thao. Il Thaora che mi aveva dato il dono di capire tutte le lingue, si rivolse
a me nuovamente.
“Michel, come Thao ti ha già detto tu sei stato scelto da noi per visitare
Thiaoouba, ma il motivo essenziale della nostra scelta non ti è stato rivelato.
Non è solo perché hai una mente già risvegliata e aperta, ma anche, e
soprattutto, perché tu sei uno dei rari soukou che abitano al presente la
Terra. Un ‘soukou’ è un corpo Astrale che ha vissuto ottantuno vite in corpi
fisici umani, e ha vissuto quelle vite su pianeti diversi o diverse categorie.
Per varie ragioni, i ‘soukou' ritornano a vivere su pianeti inferiori, come la
Terra, quando potrebbero benissimo continuare a 'salire la scala' senza mai
tornare indietro. Tu sai che il numero nove è il numero dell’Universo. Tu sei
qui nella Città dei Nove Doko, fondata sulla Legge Universale. Il tuo corpo
astrale ha nove volte nove vite, cosa che ti porta alla fine di uno dei grandi
cicli.”
Ancora una volta, ero completamente sbalordito. Sospettavo di non star
vivevo la mia prima vita, soprattutto dopo il mio viaggio a Mu, ma ottantuno
vite! Non sapevo che se ne vivessero così tante...
“È possibile viverne molte di più, Michel”, disse il Thaora, interrompendo i
miei pensieri. “Thao è alla sua 216a, ma altre entità ne vivono molte di
meno. Come ho detto, tu sei stato scelto tra i pochissimi 'soukou' che vivono
sulla Terra, ma perché tu acquisisca una conoscenza completa durante il
soggiorno sul nostro pianeta, abbiamo previsto per te un altro viaggio nel
tempo. In modo che possa capire meglio cos’è la reincarnazione, e quale sia
il suo scopo, ti permetteremo di rivedere le tue precedenti esistenze. Questo
viaggio nel tempo ti sarà utile quando scriverai il tuo libro e ne
comprenderai pienamente lo scopo.”
Aveva appena finito di parlare, quando Thao mi prese per le spalle e mi fece
girare su me stesso. Mi portò verso la camera di rilassamento, una
caratteristica, a quanto pareva, di ogni Doko. I tre Thaori ci seguirono,
sempre levitando.
Thao mi indicò che dovevo sdraiarmi su un grande pezzo di stoffa che era
proprio come un cuscino d'aria. Il Thaora 'capo' si posizionò dietro la mia
testa, mentre gli altri due tenevano ciascuno una delle mie mani. Thao mise
le mani a coppa sopra il mio plesso solare.
Il leader poi appoggiò il dito indice di entrambe le mani sopra la mia
ghiandola pineale, ordinandomi telepaticamente di fissare le sue dita.
Pochi secondi dopo, ebbi l'impressione di scivolare all'indietro, ad una
velocità incredibile, attraverso un buio tunnel senza fine. Poi, all'improvviso,
emersi dal tunnel in quello che sembrava essere una galleria di una miniera
di carbone. Diversi uomini, con indosso piccole lampade sulla fronte stavano
spingendo carrelli; altri, un po’ più in là, stavano aggredendo il carbone con
picconi o lo spalavano nei carri. Mi trasferii verso la fine della galleria dove
potei esaminare uno dei minatori da vicino. Mi sembrava di conoscerlo. Una
voce che veniva da dentro di me disse, ‘È uno dei tuoi corpi fisici, Michel.’
L'uomo era molto alto e ben fatto. Era coperto di sudore e di polvere di
carbone e lavorava come spalatore di carbone in un carrello.
La scena cambiò bruscamente, proprio come quando ero nella psicosfera su
Mu. Appresi che era chiamato Siegfried, quando uno degli altri minatori,
all’ingresso del pozzo della miniera, chiamò il suo nome in tedesco, che
capivo perfettamente, ed io non parlo o capisco quella lingua. L’altro
minatore chiese a Siegfried di seguirlo. Si diresse verso un vecchio
capannone, un po' più grande di tutti gli altri, in questa apparente strada
principale del villaggio. Li seguii entrambi all'interno, dove ardevano
lampade ad olio e gli uomini erano seduti ai tavoli.
Siegfried si unì a un gruppo di loro. Gridarono qualcosa a un bruto che
indossava un grembiule sporco e, poco dopo, questi portò loro una bottiglia
e alcune coppe di peltro.
Un'altra scena si sovrappose a questa. Sembrava che fosse alcune ore più
tardi. Il capannone era lo stesso, ma ora, Siegfried stava barcollandone
fuori, visibilmente ubriaco. Si diresse verso una fila di baracche più piccole,
ognuna delle quali aveva camini da cui saliva, arricciato, un fumo nerastro.
Bruscamente, aprì la porta di una di queste ed entrò, con me alle sue
calcagna.
Otto figli, progredendo in età da un anno in avanti, ogni dodici mesi,
sedevano ad un tavolo immergendo i cucchiai in ciotole piene di una pappa
dall’aspetto poco appetitoso. Tutti loro alzarono la testa alla comparsa
improvvisa del padre, guardandolo con occhi spaventati. Una donna, di
medie dimensioni, ma di forte aspetto, con capelli di un colore biondo
sporco, si rivolse a lui in modo aggressivo: ‘Dove sei stato e dove sono i
soldi? Tu sai bene che i bambini non hanno avuto fagioli da due settimane,
e, ancora una volta, sei ubriaco!’
Si alzò e si avvicinò Siegfried. Come alzò la mano per schiaffeggiare il suo
volto, lui le afferrò il braccio e, col pugno sinistro, la colpì cosi forte, che la
fece volare all'indietro.
Cadde a terra, colpendo con la parte posteriore del collo il focolare del
camino, e fu uccisa all'istante.
I bambini piangevano e urlavano. Siegfried si chinò sulla moglie i cui gli
occhi spalancati guardavano senza vita nei suoi.
‘Freda, Freda, dai, tirati su,’ gridò, la sua voce piena di angoscia. La prese
tra le braccia per aiutarla, ma lei non stava in piedi. Improvvisamente,
mentre lei continuava a fissarlo immobile, si rese conto che era morta. Ora
sobrio, si precipitò verso la porta e fuggì nella notte, correndo e correndo,
come se avesse perduto la sua mente.
La scena, ancora una volta, cambiò e Siegfried apparve saldamente legato
tra due guardie, una delle quali stava mettendogli un cappuccio sulla testa.
Anche il boia ne indossava uno con buchi tagliati per gli occhi. Era un uomo
imponente e teneva nella sua mano enorme il manico di un’ascia a lama
larga. La guardia fece inginocchiare Siegfried, piegandolo in avanti in modo
che la testa poggiasse sul blocco di esecuzione. Ora, il carnefice si fece
avanti e assunse la sua posizione. Un prete recitò frettolosamente delle
preghiere, mentre il boia alzava lentamente l’ascia sopra la sua testa.
Alquanto improvvisamente, la lasciò cadere sul collo di Siegfried. La testa
della vittima rotolò al suolo, facendo indietreggiare la folla di diversi passi.
Avevo appena assistito alla morte violenta di uno dei miei tanti corpi fisici...
La sensazione fu così strana. Fino al momento della sua morte, ero pieno di
un grande affetto per quest’uomo, e anche se aveva sbagliato, provavo
grande pena per lui. Al momento della sua morte, tuttavia, come la sua
testa rotolava a terra tra il mormorio della folla, provai un profondo senso di
sollievo per lui, così come per me.
Immediatamente, mi si presentò un'altra scena. Davanti a me c'era un lago,
le sue lucenti acque blu riflettevano i raggi di due soli che pendevano
piuttosto bassi sull’orizzonte.
Una piccola barca, decorata riccamente, ma delicatamente, con sculture e
dipinti, procedeva attraverso il lago. Era guidata da uomini di media
grandezza e di carnagione rossastra, con lunghe pertiche che immergevano
in acqua. Sotto una specie di baldacchino e seduta su un trono riccamente
decorato, c’era una donna bella e giovane dalla pelle dorata. Il suo viso di
forma ovale, era illuminato da begli occhi a mandorla e lunghi capelli biondi,
che le scendevano fino alla vita.
Era rilassata e sorridente, mentre la giovane compagnia, che aleggiava
intorno a lei, la intratteneva a cuor leggero. Seppi, istantaneamente, che
questa graziosa creatura era me stesso in un'altra vita.
La barca procedeva costantemente verso un molo d’attracco, il quale
conduceva a un vasto sentiero delimitato da piccoli arbusti fioriti. Questo
sentiero scompariva tra gli alberi che circondavano quello che sembrava
essere un palazzo, dai tetti a vari livelli e di vari colori.
Con un cambio di scena, fui trasportato all'interno del palazzo per ritrovarmi
in una stanza riccamente decorata.
Una parete si apriva su un giardino; un giardino in miniatura molto ordinato
di sorprendente varietà e colori.
Servi dalla pelle rossastra, vestiti di un perizoma verde luminoso, si davano
da fare per servire un centinaio di ospiti circa. Questi ‘ospiti’ erano di
entrambi i sessi e tutti riccamente vestiti. Avevano lo stesso tipo di pelle
leggermente dorata come la donna sulla barca. In contrasto con la
carnagione dei servi, queste persone avevano pelli del colore che ottengono
le donne bionde sulla Terra dopo numerose sessioni di abbronzatura.
La donna giovane e carina della barca, si sedette, in quello che sembrava
essere il posto d’onore, in un sedile dall’alto schienale. Si poteva ascoltare
musica, soffice ed incantevole, che sembrava emanare dal fondo della sala,
nonché dal giardino.
Uno dei servi aprì una grande porta per far entrare un giovane alto, forse
190 centimetri di statura e di simile carnagione dorata. Il suo portamento
era fiero e la sua costituzione atletica.
Capelli biondo rame incorniciavano un viso dai tratti regolari. Avanzò con
passo determinato verso la giovane donna e si inchinò davanti a lei.
Sussurrandogli qualcosa, lei fece un cenno ai servi che portarono una
poltrona simile alla sua e la posero al suo fianco. Il giovane si sedette e la
donna gli diede la mano, che lui tenne nella sua.
Improvvisamente, ad un suo segnale, un gong suonò più volte, e cadde il
silenzio. Gli ospiti si voltarono verso la coppia. Con voce alta e chiara, diretta
alla servitù così come agli ospiti, la giovane donna parlò: ‘A tutti voi, riuniti
qui, voglio che sappiate che ho scelto un compagno. E questo è lui, Xinolini,
e avrà, da questo momento e con il mio consenso, tutti i diritti ed i privilegi
reali, dopo di me. Egli, infatti, sarà la seconda potenza del regno, dopo di
me, Regina e capo. Chiunque gli disobbedisca o gli faccia del male in alcun
modo ne risponderà a me. Il primo figlio che avrò da Xinolini, sia maschio o
femmina, sarà il mio successore. Io, Labinola, Regina di questa terra, ho
così deciso.’
Fece un altro segnale, e il suono del gong indicò la fine del suo discorso. Uno
per uno, gli ospiti si inchinarono a fondo davanti a Labinola, baciarono i suoi
piedi prima e poi quelli di Xinolini in gesto di sottomissione.
Questa scena scomparve in dissolvenza per essere sostituita da un'altra,
nello stesso palazzo, ma in un'altra stanza, dove la famiglia reale sedeva sui
troni. Qui, Labinola stava amministrando la giustizia. Tutti i tipi di persone
sfilavano davanti alla Regina e lei ascoltava attentamente ognuno di loro.
Accadde una cosa straordinaria. Scoprii che ero in grado di entrare nel suo
corpo. È piuttosto difficile da spiegare, ma per un tempo considerevole,
mentre ascoltavo e guardavo, ero Labinola.
Potrei capire assolutamente tutto ciò che era stato detto, e quando Labinola
pronunciava suo giudizio, ero in totale accordo con le sue decisioni.
Potevo udire nel brusio della folla, i commenti di ammirazione per la sua
saggezza; mai una volta si rivolse verso Xinolini e mai chiese il suo
consiglio. Sentii un grande orgoglio invadermi, sapendo che ero stato questa
donna in un'altra vita e sentii, durante questo tempo, la leggera sensazione
di formicolio che stavo iniziando a riconoscere.
Tutto scomparve di nuovo e fui nella più lussuosa delle camere da letto.
Risultò essere quella di Labinola, che giaceva, completamente nuda, sul
letto. Tre donne e due uomini le si aggiravano attorno. Mentre mi
avvicinavo, potei vedere il suo viso, gocciolante di sudore e sfigurato dal
dolore delle doglie.
Le donne, ostetriche, e gli uomini, i medici più eminenti del regno,
sembravano preoccuparsi. Il bambino stava arrivando in posizione podalica e
Labinola aveva perso molto sangue. Questo era il suo primo figlio ed era
esausta. La paura era evidente agli occhi di ostetriche e medici e sapevo che
Labinola si rendeva già conto che stava per morire.
La scena si spostò in avanti di due ore e Labinola aveva appena esalato il
suo ultimo respiro. Aveva perso troppo sangue. Anche il bambino era morto,
soffocato prima di poter emergere nel mondo. Labinola, questa graziosa
creatura di ventotto anni, così bella e buona aveva appena liberato il suo
corpo Astrale, il mio corpo Astrale, per vivere un'altra vita.
Altre scene stavano già apparendo, rivelando altre vite su altri pianeti, come
uomo, donna e bambino. Due volte fui un mendicante e tre volte un
marinaio. Ero un portatore d’acqua in India, un orefice in Giappone, dove
vissi fino a novantacinque anni d’età; un soldato romano; un bambino nero
in Ciad divorato da un leone all'età di otto anni; un pescatore indio sul Rio
delle Amazzoni, morto a quarantadue anni, lasciando dodici figli; un capo
Apache morto a ottantasei anni; alcune volte un contadino, sulla Terra così
come su altri pianeti; e per due volte un asceta sulle montagne del Tibet e
su un altro pianeta.
A parte quando fui Labinola, Regina reggente di un terzo di un pianeta, la
maggior parte delle mie vite furono molto modeste. Vidi scene di tutte le
mie ottanta vite precedenti, alcune delle quali mi impressionarono molto.
Non ho tempo per descriverle tutte in questo libro, perché riempirebbero un
volume per conto proprio. Forse un giorno lo farò.
Alla fine dello ‘show’, ebbi l'impressione di muovermi a ritroso nel ‘tunnel’ e
quando aprii gli occhi, Thao e i tre Thaori stavano sorridendo gentilmente.
Quando fu accertato che ero davvero tornato indietro nella mia pelle attuale,
il leader si rivolse a me con le seguenti parole: “Abbiamo voluto mostrarti le
tue vite passate, in modo che tu possa notare che variano, come se fossero
attaccate ad una ruota. Poiché una ruota è fatta per girare, ogni punto su di
essa che è in cima sarà presto in fondo, è inevitabile, lo vedi?
“Un giorno sei un mendicante e poi puoi essere una regina, come ad
esempio Labinola che, ovviamente, non solo era nella parte superiore della
ruota, ma anche imparò molto e molto aiutò gli altri. E tuttavia, in molti
casi, un mendicante imparerà tanto quanto un re e in alcuni casi imparerà
molto di più.
“Quando eri un asceta sulle montagne, tu donasti assistenza a molte più
persone che nella maggior parte delle altre tue vite. Ciò che più conta non
sono le apparenze, ma ciò che sta dietro a loro.
“Quando il tu corpo Astrale prende un altro corpo fisico è, molto
semplicemente, per imparare di più, e ancora di più...
“Come ti abbiamo spiegato, è per il bene del tuo Sé Superiore. È un
processo di continuo perfezionamento, che può verificarsi in modo
altrettanto efficace nel corpo di un mendicante, come in quello di un re o di
un minatore. Il corpo fisico è solo uno strumento. Lo scalpello ed il martello
di uno scultore sono strumenti; essi non raggiungeranno mai la bellezza per
conto proprio, ma contribuiscono ad essa nelle mani di un artista. Una
statua meravigliosa non potrebbe essere creata con le mani nude
dell'artista.
“Si dovrebbe sempre tenere a mente questo punto principale: un corpo
Astrale, in tutti i casi, deve essere conforme alla Legge Universale e,
seguendo la natura il più strettamente possibile, può raggiungere l'obiettivo
ultimo tramite il percorso più veloce.”
Con questo, i Thaori ripresero il loro posto e noi riprendemmo il nostro.
Durante la mia permanenza nel doko, il sole era tramontato; tuttavia, non
ritennero necessario spiegare il perché dell'atmosfera luminosa che ci
permetteva di vedere almeno a quindici metri di distanza all’interno del
doko.
La mia attenzione era ancora concentrata sui Thaori. Mi guardavano con
gentilezza, circondati da una nebbia d'oro che diventava sempre più densa,
nella quale scomparvero, proprio come avevano fatto durante la mia prima
visita.
Questa volta, Thao gentilmente mise la mano sulla mia spalla e mi chiese di
seguirla. Mi guidò verso l'ingresso del doko, e in un attimo fummo
all'esterno. Era completamente buio e non brillava alcuna luce ovunque
tranne che all’ingresso. Potevo vedere non più di tre metri davanti a me e mi
chiedevo come avremmo trovato la piattaforma volante. Ricordai poi che
Thao poteva vedere di notte come di giorno. Ero curioso di avere la prova di
questo; come un tipico terrestre, cercavo la prova! Mi fu data
immediatamente. Thao mi sollevò senza fatica e mi sedette sulle sue spalle,
proprio come noi sulla Terra portiamo i nostri piccoli.
“Potresti inciampare”, spiegò, mentre procedevamo lungo il sentiero ed,
infatti, lei sembrava sapere esattamente dove stava andando, proprio come
se fosse giorno. In breve tempo, mi mise giù sul sedile del Lativok e si
sedette accanto a me. Appoggiai la mia maschera, che avevo tenuto in
mano, sulle ginocchia, e quasi subito decollammo.
Devo dire che, nonostante la mia fiducia in Thao, mi sentivo a disagio a
volare 'alla cieca'. Volammo tra gli immensi alberi del parco e potevo anche
vedere le stelle che risplendevano come al solito così brillantemente. Si
erano formate grandi nuvole dopo il tramonto ed i dintorni erano
completamente oscuri nel buio. Accanto a me, tuttavia, potevo vedere l’Aura
di Thao ed il 'bouquet' in cima alla sua testa, che era particolarmente
brillante.
Prendemmo velocità e sono sicuro che viaggiammo tanto veloci nel buio,
quanto di giorno. Sentii alcune gocce di pioggia pungermi il viso. Thao
spostò la sua mano verso un punto della macchina e non sentii più la
pioggia. Nello stesso istante, ebbi l'impressione che ci fossimo fermati e mi
chiesi cosa stesse accadendo, perché sapevo che eravamo sopra l'oceano. Di
tanto in tanto, in lontananza sulla nostra sinistra, potevo vedere luci colorate
che si muovevano.
“Che cos’è?” Chiesi a Thao.
“Le luci agli ingressi dei doko sulla costa.”
Cercavo di capire perché i doko fossero in movimento, quando,
all'improvviso, nel buio che sembrava anche più spesso, una luce venne
direttamente verso di noi e si fermò accanto a noi.
“Siamo da te”, disse Thao. “Andiamo.”
Mi sollevò di nuovo. Sentii una leggera pressione, come quando si entra in
un doko e poi sentii la pioggia direttamente sul mio viso. L’acquazzone era
molto forte, ma in pochi passi, Thao fu sotto la luce ed entrammo nel doko.
“Siamo arrivati appena in tempo,” osservai.
“Perché? Per la pioggia? No, piove già da un bel po’ adesso. Ho attivato il
campo di forza, non l’hai notato? Hai smesso di sentire il vento, non è vero?”
“Sì, ma pensavo che ci fossimo fermati. Non capisco affatto.”
Thao scoppiò in una risata che mi mise di nuovo a mio agio e indicava che la
spiegazione del mistero stava per essere svelata.
“Il campo di forza non solo tiene fuori la pioggia, ma anche il vento, così non
avevi più punti di riferimento per giudicare se ci muovevamo o no. Vedi, non
si deve fare affidamento sulla percezione.”
“Ma come hai potuto trovare questo posto in tale oscurità?”
“Come ti ho detto, noi possiamo vedere tanto bene di notte quanto di
giorno. È per questo che non usiamo illuminazione; mi rendo conto che per
te non è conveniente, ora non mi puoi vedere, ma, in ogni caso, abbiamo
avuto una giornata molto piena e penso che sia meglio per te che tu riposi
adesso. Lascia che ti aiuti.”
Mi accompagnò alla zona di rilassamento, augurandomi la buona notte.
Chiesi se lei sarebbe rimasta con me, ma spiegò che abitava abbastanza
vicino; non le serviva neanche il veicolo. Con questo, se ne andò ed io mi
distesi e ben presto mi addormentai.
Il mattino seguente, mi svegliai al suono della voce di Thao, che si chinava
su di me, bisbigliandomi all’orecchio.
Osservai, come feci la prima volta, che questa zona di rilassamento era ben
degna del proprio nome, perché non avrei mai sentito Thao, se non si fosse
chinata su di me per parlare; il suono qui era molto attutito. Inoltre, avevo
dormito profondamente, senza svegliarmi nemmeno una volta. Ero
perfettamente riposato.
Mi alzai e seguii Thao verso la piscina. Fu in quel momento che mi raccontò
dell'incidente accaduto ad Arki. Fui molto rattristato dalla notizia e mi
vennero le lacrime agli occhi. Thao mi ricordò che Arki stava procedendo
verso un’altra esistenza e doveva essere ricordato come un amico che ci ha
lasciato per andare altrove.
“È davvero triste, ma non dobbiamo essere egoisti, Michel. Altre avventure e
altre gioie sono probabilmente in serbo per Arki.”
Mi lavai e quando mi riunii a Thao, godemmo di un pasto molto leggero e
bevemmo un po’ di idromele. Non avevo fame. Alzando gli occhi, potevo
vedere il cielo grigio e la pioggia che cadeva sul doko. Era interessante
osservare, come le gocce di pioggia non scorrevano giù per il doko come
avrebbero fatto su una cupola di vetro. Al contrario, esse semplicemente
scomparivano quando raggiungevano il campo di forza del doko. Guardai
Thao e lei mi sorrise, dopo aver visto la mia sorpresa.
“Le gocce sono dislocate dal campo di forza, Michel. Si tratta di fisica
elementare, almeno per noi. Ma ci sono cose più interessanti da studiare e,
purtroppo, hai così poco tempo. Ci sono ancora molte cose che devo
insegnarti, in modo che i tuoi simili possano essere illuminati, quando
scriverai il tuo libro, come il mistero di Cristo, di cui ho parlato ieri, quando
siamo stati interrotti dall’arrivo di Arki.
“In primo luogo, devo parlarti dell’Egitto e di Israele, così come di Atlantide,
il famoso continente così spesso nominato sulla Terra e oggetto di così tanta
controversia.
“Atlantide, come il continente di Mu, esisteva ed era situato nell’emisfero
settentrionale, nel mezzo dell'Oceano Atlantico. Era attaccato all'Europa e
collegato all’America da un istmo e all’Africa da un altro istmo alla latitudine
circa delle Isole Canarie. La sua area era leggermente superiore a quella
dell'Australia.
“'Era abitato dal popolo di Mu, approssimativamente 30.000 anni fa, infatti,
era una colonia di Mu. C'era anche una razza bianca lì, persone alte e bionde
con gli occhi azzurri. Erano i Maya, colonizzatori molto eruditi di Mu, che
governavano il paese, e che lì costruirono, una replica della Piramide di
Savanasa.
“Diciassettemila anni fa, esplorarono completamente il Mediterraneo,
passando attraverso il nord Africa, dove conobbero gli arabi, (discendenti
dell’incrocio tra Bakaratiniani gialli e neri) con molta nuova conoscenza in
più, sia materiale che spirituale. La scrittura numerica, per esempio, ancora
utilizzata dagli Arabi, proveniva da Atlantide, e naturalmente da Mu.
“Andarono in Grecia, dove fondarono una piccola colonia e l’alfabeto Greco
corrisponde quasi esattamente a quello di Mu.
“Finalmente arrivarono ad una terra che i nativi chiamavano Aranka e che
voi conoscete come Egitto. Lì, stabilirono una forte colonia con un grande
uomo, chiamato Toth, alla sua testa. Stabilirono leggi che incarnavano le
credenze di Mu ed i principi organizzativi di Atlantide. Migliorarono gli
impianti, introdussero nuove tecniche per l'allevamento dei bovini, nuovi
metodi di coltivazione e la ceramica e la tessitura.
Toth era un grande uomo di Atlantide, estremamente ferrato si
materialmente che spiritualmente. Fondò villaggi, eresse templi e, poco
prima della sua morte, costruì quella che voi oggi chiamate la Grande
Piramide. Ogni volta che questi grandi colonizzatori giudicavano che la
nuova colonia aveva il potenziale per diventare grande, materialmente e
spiritualmente, costruivano una piramide speciale, uno strumento, come sei
stato in grado di vedere di persona a Mu. In Egitto, costruirono la Grande
Piramide sullo stesso modello della Piramide di Savanasa, ma in scala tre
volte ridotta. Queste piramidi sono uniche e, al fine di svolgere il proprio
ruolo come ‘strumento’, le loro dimensioni e specifiche devono essere
rispettate precisamente, così come il loro orientamento.”
“Sai quanto tempo ci volle?”
“Fu abbastanza veloce, appena nove anni, perché Toth e i sui mastri
architetti conoscevano i segreti dell’anti-gravità da Mu, e i segreti per il
taglio della roccia e l'uso di, chiamiamoli ‘elettro-ultra-suoni’.”
“Ma sulla Terra, gli esperti ritengono che sia stata costruita dal Faraone
Cheope.”
“Non è così, Michel. Naturalmente, questo non è l'unico errore che hanno
fatto gli esperti sulla Terra. D'altra parte, posso confermare che il faraone
Cheope utilizzò questa piramide, come era stata concepita per essere
utilizzata.
“I Maya-Atlantidei non furono gli unici a esplorare e colonizzare. Scomparsi
da migliaia di anni, i Naga avevano colonizzato la Birmania, l'India e, infine,
raggiunto le coste dell’Egitto, circa alla latitudine del Tropico del Cancro. Essi
fondarono anche una colonia di successo ed occuparono l’alto Egitto.
Entrambi i gruppi di colonizzatori introdussero tipi simili di miglioramento. I
Naga fondarono una grande città chiamata Mayou, sulle rive del Mar Rosso.
Gli indigeni della regione andarono alle loro scuole, assimilandosi
progressivamente ai coloni e producendo la razza egiziana.
“Tuttavia, circa 5000 anni fa, i Naga nel nord dell'Egitto ed i Maya-Atlantidei
cominciarono a lottare per una ragione che è abbastanza ridicola. Gli
Atlantidei, la cui religione differiva in modo significativo dalla religione di Mu,
credevano nella reincarnazione dell'anima (corpo Astrale) nel paese dei
propri antenati. Pertanto, essi sostenevano che l'anima viaggiava verso
occidente da dove erano venuti. I Naga avevano una credenza simile, tranne
che sostenevano che l'anima tornava ad est, dal momento che erano venuti
da oriente.
“Per due anni furono effettivamente in guerra su questa differenza, ma non
fu una guerra terribilmente crudele, in quanto entrambi i gruppi erano
formati da persone fondamentalmente amanti della pace, e alla fine
diventarono alleati e formarono un Egitto unificato.
“Il primo Re dell’Egitto Unificato, sia basso che alto, fu chiamato Mena. Fu
lui che fondò la città di Memphis. Fu eletto con lo stesso metodo utilizzato a
Mu, un metodo che non sopravvisse a lungo in Egitto, a causa del sorgere di
un clero potente che a poco a poco mise i Faraoni sotto il proprio controllo.
Questa situazione continuò nel corso degli anni con importanti eccezioni tra i
Faraoni che avevano ceduto al clero. Una di tali eccezioni fu quella del
Faraone Athnaton che fu avvelenato dai sacerdoti. Prima di morire, fece la
seguente dichiarazione: ‘Il il tempo che ho trascorso su questa terra è stato
un'epoca in cui la semplicità della Verità non è stata compresa ed è stata
respinta da molti.’ Come spesso accade nelle sette religiose, i sacerdoti
Egiziani distorsero la Verità, anche se era semplice, al fine di avere una
presa migliore sulle masse. Avevano fatto loro credere nel diavolo e in
diversi esseri divini, così come altre sciocchezze del genere.
“Si deve anche dire che prima della guerra e del successivo patto di pace
che vide Mena insediato come Re d'Egitto, la popolazione, composta di
Maya-Atlantidei e Naga in proporzioni uguali, aveva stabilito una civiltà
sofisticata in entrambi l’alto e basso Egitto.
“Il paese era prospero. Fiorirono l’agricoltura ed il pascolo e durante il regno
di Mena, raggiunse quasi il culmine di questa civiltà in ascesa.
“Adesso, a questo punto, dobbiamo tornare indietro nel tempo. Arki ha detto
che la Terra è ancora visitata da extra-terrestri e, come sai, è stata
regolarmente visitata nel passato. Ma, questo devo approfondirlo.
“La Terra è visitata, così come molti altri pianeti abitabili sparsi in tutto il
Universo. A volte gli abitanti di alcuni pianeti, sono costretti ad evacuare,
perché il loro pianeta sta morendo. Ora, come Arki ha anche spiegato, non
puoi cambiare pianeta come cambi casa. Deve conformarsi ad un ciclo che è
ben consolidato; in caso contrario, possono accadere catastrofi di
conseguenza. Questo è quello che è successo 12.000 anni fa. Degli esseri
umani lasciarono il pianeta Hebra per visitare la galassia in cerca di un
nuovo pianeta della stessa categoria del loro, perché sapevano che, in un
millennio a venire, il loro pianeta sarebbe diventato totalmente inabitabile.
“Una navicella spaziale, in grado di raggiungere velocità estremamente
elevate, incontrò gravi problemi durante il suo volo di ricognizione e fu
costretta ad atterrare sul tuo pianeta. Atterrò nella regione di Krasnodar,
una città nella Russia occidentale. Inutile dire che, al tempo non c’era alcuna
città, nessun popolo, nessuna Russia.
“A bordo del veicolo spaziale gli astronauti erano otto: tre donne e cinque
uomini. Queste persone sono di circa 170 centimetri di altezza, con gli occhi
neri, bella pelle e lunghi capelli castani. Fecero un atterraggio ben riuscito e
cominciarono le riparazioni del loro vascello.
“Trovarono la forza gravitazionale più forte che sul loro pianeta e,
inizialmente, ebbero qualche difficoltà a muoversi attorno. Stabilirono un
accampamento nei pressi della nave spaziale, immaginando che le
riparazioni richiedessero un certo tempo. Un giorno, durante il lavoro, si
verificò un incidente che causò una tremenda esplosione che distrusse metà
della nave e uccise cinque dei cosmonauti. Gli altri tre, essendo ad una certa
distanza, rimasero illesi. Erano Robanan, un uomo, e Levia e Dina, due
donne.
“Sapevano bene cos’era in serbo per loro. Provenienti da un pianeta di
categoria superiore, non appartenevano alla Terra, dov’erano di fatto
prigionieri, e quindi poterono prevedere le disavventure che si sarebbero
abbattute su di loro. L’incidente non fu una grande sorpresa.
“Per diversi mesi, i tre rimasero sul luogo, poiché la stagione era calda.
Avevano alcune armi e furono in grado di procurarsi selvaggina, avendo
perso nell'esplosione le razioni di manna e roustian. Alla fine arrivò il freddo
e decisero di spostarsi più a sud.
“La forza gravitazionale rese le lunghe distanze a piedi estremamente difficili
per loro, cosicché il loro viaggio a sud verso climi più caldi divenne un vero e
proprio ‘Calvario’. Passarono vicino al Mar Nero, nella direzione dell’Israele di
oggi. Il viaggio durò mesi, ma erano giovani e, sorprendentemente, ce la
fecero. Il clima divenne più clemente, e perfino caldo, quando raggiunsero le
latitudini più basse. Si fermarono lungo un fiume, fondando là un campo
permanente, più che permanente, poiché Dina era in cinta di diversi mesi. Al
termine della gravidanza, diede alla luce un figlio che chiamarono Ranan.
Allora, anche Levia era incinta e qualche tempo dopo, lei pure ebbe un figlio,
Rabion.
“Queste persone di Hebra si acclimatarono in questo luogo che era ricco di
selvaggina, miele e piante commestibili e là fondarono la loro discendenza.
Fu dopo molto tempo che fecero la conoscenza di alcuni nomadi di
passaggio. Questo fu il loro primo contatto con i Terrestri. I nomadi erano in
dieci e, avendo trovato le donne Robanan di loro piacimento, decisero di
ucciderlo e prendere tutto ciò che aveva, incluse le donne.
“Robanan aveva ancora la sua arma e, anche se pacifista, fu costretto ad
usarla e uccise quattro dei suoi aggressori che fuggirono di fronte a tale
potere.
“Questa gente fu molto rattristata dal fatto di essere dovuta ricorrere a tale
misura, e vide in ciò un altro segno che si trovava su un pianeta proibito loro
dalla Legge Universale…”
“Non capisco,” interruppi. “Pensavo non fosse possibile saltare categorie in
avanti, ma che sarebbe stato possibile andare su pianeti inferiori.”
“No, Michel, né avanti né indietro. Se vai avanti, ignorando la Legge
Universale, morirai; se vai indietro, ti esponi a condizioni peggiori perché la
tua spiritualità avanzata non può esistere in un ambiente materialista.
“Se vuoi, posso farti un esempio infantile. Immagina un uomo abbigliato
impeccabilmente con scarpe lucide, calzini bianchi e vestito stirato. Tu
obblighi quest’uomo a camminare attraverso un cortile, immerso per 30
centimetri nel fango. Inoltre, insisti che metta questo fango in una carriola
con le mani. Non c'è bisogno di chiedere in che stato si troverà, quando avrà
finito.
“Nondimeno, il nostro gruppo di extraterrestri fondò la propria discendenza e
divennero gli antenati degli Ebrei di oggi.
“La Bibbia fu scritta in seguito dagli scribi che ripercorsero la storia di questa
gente, distorcendola, perché la leggenda si mescolò con la realtà.
“Posso affermare che l'Adamo della Bibbia, non solo non fu il primo uomo
sulla Terra, ma che si chiamava Robanan e non aveva una moglie chiamata
Eva, ma due mogli di nome Levia e Dina. La razza degli ebrei si sviluppò da
questi tre, senza mescolarsi con altre razze, perché, per tradizione, si
sentivano superiori e, in effetti, lo erano.
“Tuttavia, devo assicurarti che la Bibbia non è il prodotto dell’immaginazione
degli scribi, né è stata abbellita. C'era molta verità in essa. Dico ‘c’era’
perché nei vari consigli della Chiesa Romana Cattolica, la Bibbia è stata
notevolmente rivista, per motivi che sono chiari: soddisfare le esigenze del
Cristianesimo. È per questo che ieri ho detto, che le religioni sono una delle
maledizioni della Terra. Devo anche spiegarti diversi altri punti biblici.
“Poco dopo l'arrivo degli Ebrei sulla Terra, li abbiamo aiutati in diverse
occasioni. Li abbiamo anche puniti. Ad esempio, la distruzione di Sodoma e
Gomorra è stata causata da uno dei nostri veicoli spaziali. Gli abitanti di
quelle due città davano un cattivo esempio e agivano pericolosamente per le
persone in contatto con loro. Provammo vari mezzi nel tentativo di rimetterli
sulla strada giusta, ma invano. Dovevamo essere spietati.
“Ogni volta che leggi nella Bibbia: ‘E il Signore Dio disse questo o quello’,
dovresti leggere: ‘e gli abitanti di Thiaoouba dissero...’.”
“Perché non salvarli in principio e portarli di nuovo sul loro pianeta o un altro
della stessa categoria?”
“Questa è, naturalmente, una domanda ragionevole, Michel, ma c'è un
intoppo. Non possiamo predire il futuro, più di 100 anni in anticipo. A quel
tempo pensavamo che, essendo un piccolo gruppo, non sarebbero potuti
sopravvivere e, se l'avessero fatto, si sarebbero mescolati con le altre razze
e quindi sarebbero stati assorbiti da altri popoli e resi ‘impuri’. Pensavamo
che questo sarebbe accaduto entro un secolo, ma non fu così. Anche adesso,
come sai, la razza è ancora pura quasi quanto lo era 12.000 anni fa.
“Come ti ho detto, per mezzo dei concili di religiosi, i preti cancellarono o
modificarono molte cose nella Bibbia, ma altre sopravvissero e possono
essere facilmente spiegate.
“Nel capitolo 18, versetto 1, lo scriba si riferisce al nostro apparire di quella
volta, dicendo: ‘Il Signore Dio gli apparve tra le querce di Mamre, mentre
sedeva all’ingresso della sua tenda nel calore del giorno.’ Lo scriba parla di
Abramo in questo capitolo. ‘Egli, Abramo, alzò gli occhi e vide tre uomini in
piedi lì vicino. Quando li vide corse loro incontro e cadde a terra davanti a
loro. Ed egli disse: Signore e Maestro, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, ti
prego di non andare lontano dal tuo servo.' Abramo invita i tre uomini a
rimanere. Lo scriba si riferisce a loro come uomini un minuto e tuttavia uno
di loro è anche chiamato ‘il Signore Dio’. Parla con loro e ogni volta è quello
denominato ‘il Signore Dio’, che risponde. Ora, i preti della Chiesa Romana
Cattolica pensano che questo sia in contraddizione formale con le loro
opinioni, come fanno molte altre religioni, perché ti diranno che nessuno può
immaginare il volto di Dio, che ne rimarrebbe accecato. In un certo senso
hanno ragione, poiché il Creatore, essendo puro spirito, non ha volto!
“Secondo lo scriba, Abramo dialoga con il Signore Dio, come avrebbe fatto
con un signore di alto rango sulla Terra. Ed il Signore Dio gli risponde ed è
accompagnato da altri due ‘uomini’, lo scriba non parla di ‘angeli’. Non è
strano che Dio scenda sulla Terra sotto forma di uomo, accompagnato, non
da angeli, ma da uomini? In realtà, in questo passo, ed in molti altri versi
della Bibbia, è facile per chi è in buona fede vedere che Dio non ha mai
parlato ad alcun essere umano.
“Non avrebbe potuto farlo, poiché sono i corpi astrali che aspirano a Lui e
non Dio che si china verso di loro. Ciò sarebbe come un fiume che scorre
all’indietro, non hai mai visto un fiume che scorre dal mare alla montagna,
vero? Un passo della Bibbia, due ulteriori pagine avanti di quella appena
citata, è anche molto divertente: capitolo 19, versetto 1: ‘I due angeli
arrivarono a Sodoma, e Lot era seduto alle porte di Sodoma. Quando Lot li
vide, si alzò per andare a baciare la terra davanti a loro’, poi riesce a farli
andare a casa sua, e all'improvviso, nel verso cinque, ‘Essi chiamarono Lot e
gli dissero: Dove sono gli uomini che sono entrati in casa tua?’ Ora, lo scriba
si riferisce a loro come uomini. Successivamente, nel verso 10, ‘Gli uomini
allungarono la mano, fecero entrare Lot e chiusero la porta.’ Verso 11, ‘Ed
accecarono ognuno all'ingresso della casa, dalla persona più piccola alla più
grande, in modo che era inutile per loro cercare di trovare la porta.’
“È facile vedere la mancanza di precisione in questo passaggio, dove lo
scriba inizia parlando di due angeli, poi parla di due uomini, e poi descrive
due uomini accecare la gente. Secondo la Bibbia, un tale ‘miracolo’ richiede
almeno un angelo! Ecco, mio caro, un altro buon esempio di confusione negli
scritti Terrestri. Gli ‘uomini’ sono semplicemente i nostri uomini di
Thiaoouba.
“Così guidammo e aiutammo gli ebrei, perché sarebbe stato un peccato
lasciare che una razza così spiritualmente evoluta sprofondasse
nell’ignoranza e nella barbarie solo perché aveva accidentalmente commesso
l'errore di venire su un pianeta che non le era appropriato. Li aiutammo nei
secoli che seguirono, ed è questo che alcuni scribi hanno tentato di spiegare
scrivendo i resoconti che hanno formato la Bibbia. Spesso erano in buona
fede; a volte, hanno distorto i fatti, anche se non volutamente.
“Le uniche volte che questa distorsione fu fatta volutamente, e per ragioni
molto specifiche, come ho detto, dalla Chiesa Romana, fu in occasione dei
Consigli di Nicea 325, Costantinopoli nel 381, Efeso nel 431 e Caledonia nel
451. Ce ne furono anche altri, ma di minore importanza. La Bibbia non è il
Libro di Dio, come molte persone sulla Terra credono sia; è semplicemente
un documento di storia antica molto modificato e pieno di abbellimenti
aggiunti da scrittori diversi dagli scribi originali. Per esempio, torniamo in
Egitto e al tempo dell’Esodo, che interessa alla gente della Terra. Sto
ristabilendo la verità a questo riguardo, per te e per gli altri, prima di
proseguire.
“Torniamo, quindi, in Egitto, dove scopriamo che i discendenti dei
cosmonauti sono diventati il popolo Ebraico (il nome deriva da quello del loro
pianeta, Hebra). Sin dall’arrivo accidentale sul vostro pianeta, questa razza
ha incontrato grandi difficoltà; le ha sperimentate allora e le sperimenta
ancora.
“Come sai, gli Ebrei sono molto intelligenti in confronto con le altre razze;
hanno una religione che è molto diversa, e non si mescolano con le altre
razze. I matrimoni sono quasi sempre tra i loro simili. A causa
dell’inesorabile Legge Universale, hanno sempre sofferto per le persecuzioni,
molte delle quali si sono verificate negli ultimi tempi. Come risultato, i loro
corpi astrali furono liberati e quindi in grado di procedere direttamente ai
pianeti più evoluti ai quali appartengono.
“Sai anche che, un gruppo di Ebrei viaggiò con Giuseppe, figlio di Giacobbe,
in Egitto, dove fondarono una discendenza, ma anche là suscitarono l’odio
degli Egiziani e sempre per le stesse ragioni non dichiarate: la loro
intelligenza e, in particolare, la loro solidarietà di fronte alle avversità. L'azione fu necessaria.”
11
Chi era Cristo?
“Questo accadde durante il periodo del faraone Seti I. Era un periodo in cui
gli abitanti della Terra diventarono tutti materialisti. In Egitto, nell'alta
società era normale assumere droghe; lo stesso valeva per la Grecia. La
fornicazione con animali non era per niente rara, cosa che è assolutamente
contraria alla Natura ed alla Legge Universale.
“Essendo la nostra missione di aiutare quando lo riteniamo necessario,
decidemmo di cambiare il corso che la storia stava prendendo, intervenendo
a quel punto. Dovevamo portare gli Ebrei fuori dall’Egitto, perché non
potevano più evolversi come popolo libero mentre erano sotto il dominio
malefico degli Egiziani. Fu deciso di inviare un uomo, capace e giusto, a
condurre gli Ebrei via dall'Egitto, verso la terra che avevano occupato in
precedenza, vale a dire, subito dopo il loro arrivo sulla Terra.
“Sul pianeta Naxiti, un pianeta di ottava categoria, un uomo di nome Xioxtin
era appena morto. Il suo Corpo Astrale era in attesa di reincarnarsi su
Thiaoouba, quando, invece, gli fu proposto di poter diventare il liberatore
degli Ebrei. Egli accettò e andò sulla Terra come Mosè.
“Mosè, poi, nacque in Egitto da genitori Egiziani. Suo padre era l'equivalente
di un sottotenente dell'esercito.
“Mosè non è nato Ebreo, questo è un altro degli errori della Bibbia. La storia
del piccolo bambino Ebreo mandato alla deriva nelle acque e salvato da una
principessa è molto romantica ma sbagliata.”
“Che vergogna! Ho sempre amato questa storia. È molto bella, come una
favola!”
“Le favole sono davvero molto belle, Michel, ma è necessario che tu ti occupi
della verità, non della fantasia. Promettimi che riferirai solo ciò che è la
verità?”
“Certamente, non aver paura, Thao, le tue istruzioni saranno seguite alla
lettera, per così dire.”
“Ti stavo spiegando che Mosè nacque in una famiglia Egiziana di militari. Il
padre si chiamava Lathotes. Fino all'età di dieci anni, Mosè giocò spesso con
i bambini Ebrei. Un bambino bello e amabile, era popolare tra madri Ebree
che lo coccolavano offrendogli dolci. A loro volta, vinsero il suo cuore ed egli
arrivò ad amare i suoi amici Ebrei come fratelli. Questo, naturalmente, era il
motivo per cui si era incarnato, ma devi renderti conto che, dopo aver visto
in un lampo davanti a sé la sua vita come Mosè e dopo aver accettato di
vivere quella vita, tutti i ricordi furono cancellati dalla sua memoria. Egli
passò attraverso ciò che alcuni Naga hanno chiamato ‘Il Fiume dell'Oblio’;
questo accade se uno accetta o rifiuta una possibile reincarnazione.
Naturalmente c’è una ragione per questo.
“Se, per esempio, ti ricordi che intorno ai quarant'anni, perderai in un
incidente stradale la moglie e due figli amati, e che tu stesso saresti stato
costretto su una sedia a rotelle, la conoscenza potrebbe farti venire la
tentazione di toglierti la vita piuttosto che affrontare i problemi conseguenti,
oppure potrebbe spingerti a comportarti scorrettamente in altre sfere. Così,
il ‘film’ viene cancellato, qualcosa come quando tu ‘svuoti’ un nastro
registrato.
“A volte, per sbaglio, la macchina non cancella tutto e tu puoi ricordare brevi
porzioni di ciò che sarebbe dovuto essere stato cancellato. Naturalmente, le
mie analogie sono stravaganti quando parlo di ‘film’ e ‘registrazioni’, ma
spero che esse ti diano un'idea di quello che sto tentando di spiegarti. In
realtà, il processo coinvolge l'elettro-fotonica, che per la gente della Terra
non significa ancora niente. Questo, infatti, si verifica spesso nei ‘film’ che il
Sé Superiore mostra ad un corpo Astrale, ed è il motivo per cui molte
persone dicono, in varie occasioni nel corso della loro vita: ‘L’ho già visto’,
oppure: ‘L’ho già sentito’ e sanno quale sarà la prossima azione o parola. In
Inglese, la gente chiama questa sensazione ‘dejà vu’.”
“Si, capisco bene ciò che stai dicendo. L'esperienza più strana che ho avuto
fu quando ero in Africa Equatoriale Francese. Ero nell'esercito e facevamo le
manovre a circa 600 chilometri dalla base. Stavamo avvicinandoci al confine
col Chad e mi trovavo in piedi assieme ad altri soldati nella parte posteriore
di un camion da trasporto per truppe, guardando la strada.
“Improvvisamente, ‘riconobbi’ la strada come se fossi stato lì appena un paio
di settimane prima. Ero come ipnotizzato da questo tratto di strada che
finiva con una curva ad angolo retto. ‘Riconobbi’ la strada, però, ero anche
sicuro che, dietro la curva, avrei visto una piccola capanna di paglia, isolata,
al riparo di un albero di mango. Ero sempre più convinto che così sarebbe
stato e, quando il camion fece la curva, eccola là: una capanna di paglia,
solitaria, sotto un albero di mango. Poi tutto finì così, non ‘riconobbi’ più
niente. Il mio viso sbiancò.
Il mio compagno più vicino mi chiese se mi sentivo bene e gli spiegai quello
era accaduto. La sua risposta fu: ‘Devi essere venuto qui da bambino’.
Sapevo che i miei genitori non avevano mai messo piede in Africa, ma scrissi
loro lo stesso, tanto fortemente l'esperienza mi aveva colpito. La loro
risposta fu: ‘No, e nemmeno tu ci hai mai lasciati per poter fare un tale
viaggio quando eri piccolo’.
“Così, il mio amico suggerì che potevo essere andato là nel corso di una
precedente esistenza, perché credeva nella reincarnazione. Cosa ne pensi a
riguardo?”
“È ciò che ti ho appena spiegato Michel. Un segmento abbastanza lungo del
tuo ‘film’ non ti è stato cancellato e ne sono contenta, perché questo illustra
molto bene ciò che ti stavo spiegando in riferimento a Mosè.
“Lui voleva aiutare gli Ebrei ma, siccome scelse di entrare in quel mondo nel
modo naturale, come un bimbo appena nato, fu obbligato a ‘dimenticare’ ciò
che sarebbe stato il corso della sua vita.
“Tuttavia, in rari casi, come appunto questo, il corpo Astrale è così ‘carico’ di
conoscenza ed esperienza dalle vite precedenti che non ha nessuna difficoltà
ad adattarsi a ciò che deve imparare nel suo nuovo corpo fisico. Mosè fu
inoltre avvantaggiato in quanto fu mandato ad una buona scuola con
numerose strutture di insegnamento. Ebbe enorme successo nei suoi studi e
si guadagnò l'entrata in una ben superiore scuola di scienze, guidata da
sacerdoti ed esperti Egiziani. A quel tempo, gli Egiziani avevano ancora
scuole superiori per soddisfare le esigenze di un’elite molto limitata,
insegnando alcune delle conoscenze che Thot aveva portato da Atlantide
molto tempo prima. Era vicino alla fine dei suoi studi, quando fu testimone
di un incidente che ebbe grande importanza nella sua vita.
“Provando sempre grande amicizia per gli Ebrei, spesso passeggiava con
loro, nonostante le urgenti raccomandazioni di suo padre di non farlo. Gli
Ebrei erano sempre più disprezzati dagli Egizi, e suo padre consigliò Mosè di
non mescolarsi con questa razza.
“Tuttavia, quel giorno stava camminando nei pressi di un cantiere edile in
cui alcuni Ebrei stavano lavorando sotto la guida di soldati Egiziani. Da
lontano vide un soldato colpire un Ebreo, che cadde a terra. Prima che
potesse intervenire, un gruppo di Ebrei si scaraventò sul soldato e lo uccise;
poi lo seppellirono velocemente in un basamento fatto per sostenere una
colonna enorme.
“Mosè non seppe cosa fare, ma fu visto da un paio di Ebrei mentre si
allontanava. Credendo che li avrebbe denunciati, gli Ebrei furono presi dal
panico e si affrettarono a spargere la voce che fosse stato Mosè ad uccidere
il soldato. Quando arrivò a casa, suo padre lo stava aspettando e gli
consigliò di scappare immediatamente nel deserto. Il fatto citato nella
Bibbia, che Mosè andò nel paese di Madian è vero, com'è anche vero il suo
matrimonio con la figlia del sacerdote di Madian. Non ho però intenzione di
approfondire ulteriormente i dettagli. Volevamo salvare questa gente dalla
schiavitù in cui era caduta e, peggio ancora, dalle grinfie dei sacerdoti
malefici che erano un pericolo per la loro psiche.
“Più di un milione di anni prima, salvammo un altro gruppo di persone dalle
mani di altri pericolosi sacerdoti, se ti ricordi, ed è cosa interessante, perché
si tratta in pratica dello stesso posto. Vedi come la storia si ripete
continuamente?
“Mosè guidò gli ebrei dall'Egitto com'è descritto nella Bibbia, ma, prima di
continuare, devo correggere alcuni errori, dal momento che sappiamo che
molte persone sulla Terra sono interessate a questo famoso Esodo.
“Prima di tutto, il Faraone all'epoca era Ramsete II, che era il successore di
Seti I. Seconda cosa, gli Ebrei erano 375.000 e, quando arrivarono sul Mare
di Canne e non sul Mar Rosso, tre nostre navi spaziali aprirono le acque, che
erano poco profonde, per mezzo del nostro campo di forza. Lasciammo che
le acque si richiudessero, ma non un singolo soldato Egiziano annegò,
semplicemente perché non seguirono gli Ebrei nell'acqua. Il Faraone, a
dispetto delle enormi pressioni ricevute dai sacerdoti, non ritirò la sua
promessa di lasciare che gli Ebrei andassero.
“La manna, distribuita ogni giorno, proveniva dal nostro veicolo spaziale.
Devo spiegarti che la manna non è solo molto nutriente, come già sai, ma si
può anche comprimere molto, che è il motivo per cui molte astronavi la
trasportano a bordo. Tuttavia, se lasci la manna esposta troppo a lungo
all'aria, diventa morbida e marcisce entro diciotto ore.
“È per questo che raccomandammo agli Ebrei di prenderne solo lo stretto
necessario per un giorno; e quelli che ne presero di più, presto videro di
aver fatto un errore e capirono di dover seguire i consigli del ‘Signore Dio’,
che in realtà eravamo noi.
“Gli Ebrei non impiegarono 40 anni per raggiungere Canaan, ma solo tre
anni e mezzo. Infine, la storia del monte Sinai è pressoché vera.
“Atterrammo sulla montagna in modo da non essere visti dal popolo. A quel
tempo era preferibile che queste persone semplici credessero in un Dio,
piuttosto che in extraterrestri che vegliavano su di loro, aiutandoli.
“Così, questa è la spiegazione del popolo Ebraico, Michel, ma non è ancora
finita. Ai nostri occhi, queste erano le uniche persone che seguivano la
giusta direzione, cioè, la direzione della spiritualità. Tra loro, e più tardi, tra i
loro grandi sacerdoti, c'era qualcuno che vociferava che stava arrivando un
Messia e li avrebbe salvati. Non lo avrebbero reso noto al popolo, perché
stavano riferendo una parte della conversazione che noi avemmo con Mosè
sul monte Sinai. Da allora, gli Ebrei hanno aspettato l'arrivo del Messia,
anche se egli è già venuto.
“Facciamo ora un salto nel tempo. Gli ebrei, ritornati nella terra dove si
erano sistemati in origine, erano adesso organizzati meglio. Fondarono una
civiltà notevole, madre di grandi re legislatori, come Salomone e David, per
citarne solo due.
“Osservammo che queste persone, in seguito alla morte di Salomone,
stavano avviandosi verso l'anarchia e si lasciavano influenzare da sacerdoti
malvagi. Alessandro il Grande invase l'Egitto, ma alla fine, non fece nulla di
costruttivo per il mondo. I Romani gli succedettero, costruendo un immenso
impero che fu orientato più verso il materialismo che la spiritualità.
“Grandi popoli, come i Romani, erano tecnologicamente avanzati per il loro
tempo, sempre relativamente parlando, ovviamente. Ma portarono con sé un
assortimento di dei e credenze, tanto da creare confusione spirituale, e,
certamente non sufficiente a condurre il popolo verso la Verità Universale.
“Questa volta, decidemmo di dare una ‘grossa mano’. Piuttosto che darla in
un terreno spiritualmente sterile come Roma, lo facemmo in Israele,
pensando che gli Ebrei erano molto intelligenti, avendo antenati
spiritualmente molto evoluti. Li considerammo adeguati per propagare la
Verità universale.
“Il popolo Ebraico fu scelto all’unanimità dai Grandi Thaori. Sulla Terra,
furono denominati il ‘Popolo Eletto’ ed il nome non poteva essere più
appropriato, perché erano davvero stati ‘eletti’.
“Il nostro piano era di catturare l’immaginazione pubblica con l'invio di un
messaggero di pace. La storia della nascita di Gesù, come tu la conosci, con
la Vergine Maria come madre, è abbastanza vera. L'apparizione di un angelo
dell'annunciazione è corretta sotto ogni dettaglio. Inviammo una nave
spaziale e una di noi apparve dinnanzi alla vergine, che era davvero vergine,
dicendole che stava per restare incinta. L'embrione le fu impiantato mentre
era sotto ipnosi.
“Vedo, Michel, che stai avendo enorme difficoltà a credere ciò che ti sto
raccontando. Non dimenticare mai che noi abbiamo LA conoscenza, non hai
visto nemmeno un decimo di ciò che possiamo fare. Ascolta con attenzione e
ti darò alcuni esempi per aiutarti a capire quello che sto per dirti”.
Thao smise di parlare e sembrò concentrarsi. Mentre la guardavo, il suo viso
diventò sfuocato e, istintivamente, mi strofinai gli occhi. Naturalmente
questo non aiutò, e, infatti, diventò progressivamente trasparente finché
potei addirittura vedere attraverso di lei. Infine, non era più là, era
completamente scomparsa.
“Thao”, chiamai un po’ preoccupato, “dove sei?”
“Qui, Michel.”
Feci un balzo, perché la sua voce arrivò come un sussurro molto vicino al
mio orecchio. “Ma sei completamente invisibile!”
“Adesso si, ma tra poco mi vedrai ancora. Guarda!”
“Bontà mia, cosa ti è successo?”
Alcuni metri davanti a me, vidi la sagoma di Thao, completamente dorata e
raggiante, come se dentro di lei bruciasse un fuoco, dalle fiamme brevi ma
intense. Lo stesso per il suo viso, era riconoscibile, ma i suoi occhi
sembravano sprigionare piccoli raggi ogni volta che parlava.
Cominciò a levitare a qualche metro dal suolo, senza aver mosso un muscolo
del suo ‘corpo’; poi iniziò a muoversi per la stanza, così velocemente che
avevo problemi a mantenere gli occhi su di lei.
Alla fine si fermò sopra il suo posto e mise la sua forma spettrale a sedere.
Era come se fosse fatta di una nebbia luminosa, era ancora riconoscibile
come Thao e, tuttavia, quasi trasparente. L'istante successivo se n'era
andata. Mi guardai intorno, ma era completamente svanita.
“Non cercare ulteriormente, Michel, sono tornata.” Infatti, era lì, ancora una
volta, in carne ed ossa, seduta al suo posto.
“Come riesci a farlo?”
“Come ti ho già spiegato, noi abbiamo LA conoscenza. Possiamo resuscitare i
morti, guarire i sordi e i ciechi, far camminare i paralitici, possiamo curare
tutte le malattie che tu conosca. Siamo maestri, non della Natura, ma nella
Natura, e possiamo fare la cosa più difficile di tutte, possiamo generare la
vita spontaneamente.
“Rilasciando raggi cosmici, possiamo creare ogni genere di creatura vivente,
incluso l'uomo.”
“Vuoi dire che siete esperti nel ‘bambino in provetta’?”
“Niente affatto, Michel. Tu ragioni come un Terrestre. Noi possiamo creare
un corpo umano, ma questo è fatto solo dai Grandi Thaori, con infinita cura
perché come sai, il corpo umano dev’essere abitato da vari corpi: il
fisiologico, l'astrale ed altri. In caso contrario sarebbe solo un robot. È perciò
richiesta una perfetta conoscenza per una simile impresa.”
“Allora, quanto tempo è necessario per creare un bambino?”
“Non hai colto a sufficienza quello che ho detto, Michel. Non sto parlando di
un bambino, ma in questo caso di un essere umano adulto. Un uomo di
venti o trent'anni, può essere creato dai Thaori in circa 24 ore.”
Come ci si può aspettare, ero completamente sbalordito da questa
conclusione. Avevo viaggiato in una navicella spaziale ad una velocità varie
volte quella della luce e ritrovato me stesso miliardi di chilometri da casa
mia. Avevo incontrato extraterrestri, viaggiato in corpo Astrale, viaggiato nel
tempo tanto da essere testimone di eventi accaduti migliaia di anni prima.
Potevo adesso vedere le Aure e comprendere linguaggi che non avevo mai
udito prima. Avevo anche visitato brevemente, l'universo parallelo della
Terra. Credevo di sapere quello che c'era da sapere, per un Terrestre, di
queste persone e delle loro capacità, grazie alle spiegazioni che mi erano
state fornite. Adesso, mi stava dicendo, che ciò che mi era stato mostrato
finora, era solo un antipasto. Le mie ospiti potevano creare un essere umano
in ventiquattro ore!
Thao mi osservava, leggendomi come un libro aperto.
“Adesso che mi segui in ciò che dico, Michel, finirò la storia che interesserà
molti dei tuoi simili, riguardante ciò che la Bibbia ha un po’ distorto.
“Quindi, il nostro ‘angelo’ impiantò un embrione, cosicché Maria, una
vergine, si ritrovò gravida. Agendo in questo modo, speravamo di attrarre
l'attenzione della gente ed enfatizzare che la venuta di Gesù era realmente
un evento straordinario. Alla nascita del bambino, apparimmo davanti i
pastori nello stesso modo che ti dimostrato alcuni momenti fa. Non
inviammo i tre famosi ‘saggi’, essi fanno parte della leggenda introdotta
successivamente sugli eventi reali. Tuttavia, guidammo davvero i pastori e
un gruppo di persone verso il luogo in cui era nato Gesù. Ciò fu compiuto
inviando una delle nostre sfere e rendendola luminosa. L'effetto ottico creato
in questo modo la fece sembrare come una stella su Betlemme. Se
dovessimo fare una cosa simile oggi, la gente griderebbe: ‘UFO’!
“Alla fine, i sacerdoti, e quelli che i sacerdoti chiamavano ‘profeti’, appresero
della nascita. In considerazione dei fenomeni della stella e degli ‘angeli’, i
profeti annunciarono al popolo la nascita del Messia, riferendosi a lui come il
Re degli Giudei.
“Re Erode, tuttavia, aveva spie in ogni quartiere, così come fanno la maggior
parte dei leader. Quando gli riferirono questi eventi così importanti, trovò
tutto molto difficile da capire e si spaventò. A quei tempi, le vite delle
persone valevano poco per i loro governanti, ed Erode non esitò ad ordinare
la morte di 2.606 bambini della regione.
“Mentre i bambini venivano uccisi, evacuammo, sotto ipnosi, Maria,
Giuseppe e il bambino Gesù, assieme a due asini, nella nostra nave spaziale,
depositandoli poi in un luogo molto vicino all'Egitto. Vedi come i fatti sono
stati distorti?
“Adesso, ci sono altri dettagli che sono stati riportati coscienziosamente, ma
sono imprecisi a causa della mancanza di informazioni. Lasciami spiegare. Il
bambino Gesù, nato a Betlemme, dimostrò, tramite i miracoli che accaddero
alla sua nascita, di essere molto speciale ed era, infatti, il Messia. Così
catturammo l'immaginazione della gente, ma quando nasce un bambino, il
suo corpo Astrale non può ‘sapere tutto’ riguardo alle sue conoscenze
precedenti. Questo fu anche il caso di Mosè, eppure fu lo stesso una grande
persona.
“Avevamo bisogno di un messaggero che fosse in grado di convincere
l'umanità che c'era un'altra vita oltre questa, attraverso la reincarnazione
del corpo Astrale, ecc. Questo non era più comunemente accettato da
quando la civiltà sulla Terra era andata sempre più degradandosi in seguito
alla scomparsa di Atlantide.
“Tu sai che quando vuoi spiegare qualcosa che non è un fatto materiale,
anche ai tuoi amici più intimi, ti scontri con lo scetticismo. Le persone
cercano prove materiali e se non le vedono con i propri occhi, non ci
crederanno.
“Al fine di trasmettere il nostro messaggio, avevamo bisogno di qualcuno
che si comportasse come un ‘essere straordinario’, come qualcuno che viene
dal ‘cielo’, che facesse cose che sembrassero miracoli. Tale persona sarebbe
stata creduta e il suo insegnamento ascoltato.
Come sai, un corpo Astrale reincarnato in un bambino, passa attraverso “Il
Fiume dell'Oblio” e le sue conoscenze materiali precedenti sono cancellate.
Pertanto, il bambino nato a Betlemme non sarebbe stato in grado di fare
‘miracoli’, anche se fosse vissuto fino a 100 anni d’età. In ogni caso, era un
essere superiore, come Mosè. Questo è dimostrato dal modo in cui stupì i
dottori del tempio all'età di dodici anni. Come alcuni giovanissimi d’oggi sulla
Terra, che sono chiamati ‘geni’ perché sembrano avere un calcolatore nel
cervello, Gesù era una persona in cui abitava un corpo Astrale molto
evoluto. Eppure, anche se avesse studiato nelle più avanzate scuole della
Terra, tra i Naga, per esempio, non avrebbe comunque potuto acquisire la
conoscenza per resuscitare i morti o curare i malati.
“So che sulla Terra, ci sono persone che credono che Gesù, dall'età di dodici
anni, fino al suo ritorno in Giudea, studiò nei monasteri dell’India e Tibet.
Così è come tentano di spiegare la discrepanza che esiste nella Bibbia,
quando Gesù semplicemente sparì da Betlemme.
“Lasciò la casa dei genitori all'età di quattordici anni, accompagnato dal
fratello dodicenne Ouriki. Viaggiò in Birmania, India, Cina e Giappone. Suo
fratello accompagnava Gesù in ogni luogo, finché Ouriki fu accidentalmente
ucciso in Cina. Gesù tenne una ciocca di capelli di Ouriki con sé, perché lo
amava tanto.
“Gesù aveva cinquant'anni quando arrivò in Giappone, dove si sposò ed
ebbe tre figlie. Infine morì nel villaggio Giapponese di Shingo, dove aveva
vissuto per quarantacinque anni. Fu sepolto a Shingo, che si trova sull'isola
principale del Giappone, Honshu, e accanto alla sua tomba ce n’è un'altra,
contenente una piccola scatola che raccoglie la ciocca di capelli di Ouriki.
“Chi dei tuoi simili cerca la prova, può andare a Shingo, conosciuto
precedentemente come Herai, nel distretto di Aomori.
“Ma, ora torniamo alla nostra missione... L’unico messaggero che potevamo
inviare sulla terra doveva essere uno di noi. Il ‘Cristo’ che morì sulla croce, a
Gerusalemme, era chiamato Aarioc. Fu portato da noi nel deserto di Giudea,
in quanto si era offerto di cambiare il suo corpo fisico. Così abbandonò il suo
corpo di ermafrodita, che era a lungo vissuto su Thiaoouba, e prese il corpo
di Cristo, creato per lui dai nostri Thaori. Così facendo, mantenne totalmente
la conoscenza che possedeva su Thiaoouba.”
“Perché non fu in grado rimanere nel suo corpo e semplicemente ridurlo di
dimensione come fecero Latoli e Biastra davanti a me? Non poteva stare
abbastanza a lungo in un corpo così ‘ristretto’?”
“C'era un altro problema, Michel, doveva assomigliare ad un essere umano
della Terra sotto tutti gli aspetti e, poiché noi siamo ermafrodite, non
potevamo rischiare che gli Ebrei si accorgessero che il messaggero di Dio era
per metà femmina.
“Possiamo rigenerare un corpo a volontà, che è il motivo per il quale hai
visto così poche bambine su Thiaoouba. Possiamo anche creare un corpo,
come ho appena spiegato, e possiamo ridurlo di dimensione. Non guardarmi
in questo modo, Michel. Mi rendo conto che è difficile per te assimilare tutto
questo e credere a ciò che ti dico, ma ti abbiamo già rivelato dati sufficienti
per farti capire che siamo in grado di padroneggiare la maggior parte dei
fenomeni naturali.
“Gesù, che veniva da Thiaoouba, fu da noi portato nel deserto, e tu sai cosa
accade dopo. Sapeva che si sarebbe scontrato con numerose difficoltà e che
sarebbe stato crocefisso. Sapeva tutto, perché aveva ‘pre-visto’ la sua vita
con noi, ma l'aveva fatto come corpo Astrale in un corpo fisico.
“Ricordava, proprio come tu ricorderai e sempre ricorderai il tuo viaggio a
Mu e l’aver visto le tue vite precedenti.
“Ripeto che le visioni viste dai corpi Astrali in corpi fisici non vengono
cancellate nel modo in cui lo sono le visioni viste dai corpi Astrali con il Sé
Superiore. Perciò egli sapeva tutto e sapeva anche esattamente cosa fare.
Naturalmente, aveva il potere di resuscitare i morti, curare i ciechi e i sordi,
e, quando fu crocefisso e morì, eravamo lì per portarlo via e rianimarlo.
Facemmo rotolare la pietra del sepolcro, rapidamente lo portammo sulla
nostra nave spaziale, che era posizionata nelle vicinanze e lì lo rianimammo.
Al momento giusto, riapparve di nuovo, fornendo così la prova della sua
immortalità, dimostrando che c'era davvero vita dopo la morte e
rigenerando la speranza tra il popolo, persuadendoli che appartenevano al
Creatore e che ognuno di noi possiede una scintilla della Sua divinità.
“Così, tutti i suoi miracoli furono eseguiti per dimostrare che quello che
predicava era vero?”
“Si, perché gli Ebrei e i Romani non avrebbero mai creduto in lui se non si
fosse messo alla prova. Un buon esempio della forza dello scetticismo tra la
gente sulla Terra è quello della Sindone di Torino. Sebbene milioni credano
nella venuta di Cristo e pratichino, più o meno, il Cristianesimo, erano
ansiosi di conoscere il risultato della ricerca degli esperti, se la Sindone coprì
o no Cristo dopo la sua ‘morte’. Ora sai la risposta a questo. Tuttavia, la
gente cerca le prove e più prove e ancora più prove, perché il dubbio regna
nelle loro menti. Il Buddha, un Terrestre, che acquisì la comprensione
attraverso il proprio studio, non disse, come i tuoi simili fanno: ‘Io credo’,
ma piuttosto, ‘Io so’. La fede non è mai perfetta, ma la conoscenza lo è.
“Quando tornerai sulla Terra e racconterai la tua storia, la prima cosa che ti
sarà chiesta saranno le prove. Se ti dessimo, ad esempio, un pezzo di
metallo che non esiste sulla terra, ci sarà sempre tra gli esperti che lo
analizzano, chi insisterà a chiederti che tu provi che il metallo non sia stato
creato da un abile alchimista di tua conoscenza, o qualcos'altro del genere.”
“Mi darai qualcosa come prova?”
“Michel, non deludermi. Non avrai alcuna prova materiale, precisamente per
i motivi che ti ho appena spiegato: non sarebbe questo il punto.
“La fede è niente in confronto alla conoscenza. Il Buddha ‘sapeva’ e quando
tornerai sulla Terra, anche tu sarai in grado di affermare ‘io so’.
“C'è una storia ben nota di Tommaso che voleva toccare le ferite di Cristo,
perché vederle con i propri occhi non lo aveva convinto abbastanza; e lo
stesso, quando le toccò, era ancora dubbioso. Sospettava qualche tipo di
trucco magico. Non conoscete nulla della Natura sul vostro pianeta, Michel,
e, non appena si verifica qualcosa che è un po’ oltre la vostra comprensione,
tutti affermano che è magia.
Levitazione = magia, invisibilità = magia, e invece stiamo solo applicando le
leggi naturali. Piuttosto dovreste dire, levitazione = conoscenza, invisibilità
= conoscenza.
“Così, Cristo fu stato mandato sulla Terra per predicare amore e spiritualità.
Dovette lottare con persone che non erano molto evolute, parlando loro per
parabole. Quando rovesciò i tavoli dei mercanti nel tempio, arrabbiato per la
prima ed unica volta, stava facendo una dichiarazione contro il denaro.
“La sua missione era quella di trasmettere un messaggio d’amore e bontà,
‘amatevi l’un l’altro’ e anche di illuminare la gente riguardo la reincarnazione
dei corpi astrali e l'immortalità. Questo fu tutto distorto dai sacerdoti nel
tempo che seguì e numerosi disaccordi portarono alla nascita di varie sette,
che affermano tutte di seguire gli insegnamenti di Cristo.
“I Cristiani, nel corso dei secoli, hanno anche ucciso in nome di Cristo.
L'inquisizione ne è un buon esempio, ed i Cattolici Spagnoli in Mexico si
comportarono peggio delle più selvagge tribù, tutto in nome di Dio e Cristo.
“Le religioni sono una vera maledizione sul tuo pianeta, come ti ho detto e
come ti ho dimostrato. Per quanto riguarda le nuove sette che stanno
nascendo e fiorendo in tutto il mondo, sono basate sul controllo e sul
lavaggio del cervello. È terribile vedere giovani, in salute di corpo e spirito,
gettarsi ai piedi di ciarlatani che sostengono di essere Guru o grandi maestri,
mentre questi ultimi sono maestri solo su due cose, parlare e raccogliere
favolose somme di denaro. Questo, naturalmente, dà loro potere ed
l’enorme orgoglio di vedere se stessi dominare folle intere di persone che si
sottomettono a loro, anima e corpo. Non molto tempo fa, ci fu addirittura un
leader che chiese ai suoi seguaci di commettere suicidio, ed essi obbedirono.
Poiché sulla Terra si amano le ‘prove’, ce n'è una eccellente da dargli: la
Legge Universale proibisce il suicidio, se quel ‘maestro’ fosse stato vero, lo
avrebbe saputo. Nel chiedere loro questo sacrificio, ha presentato la più
grande prova della sua ignoranza.
“Sette e religioni sono una maledizione sulla Terra e quando vedi che il Papa
accantona milioni di franchi o dollari per i suoi viaggi, quando potrebbe
accontentarsi di molto meno, e usare il denaro disponibile per aiutare i paesi
colpiti da carestie, non puoi convincermi che è la parola di Cristo a dirigere
tali azioni.
“C'è un passaggio nella tua Bibbia che dice: ‘È più facile per un cammello
passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare in Paradiso’.
“Il Vaticano è senz'altro la chiesa più ricca del vostro pianeta, eppure i preti
hanno fatto voto di povertà. Non hanno nessuna paura di essere dannati,
(eppure credono nella dannazione), perché dicono che è la Chiesa ad essere
ricca non loro. Questo è veramente solo un gioco di parole visto che
compongono loro la chiesa. È come il figlio di un multimiliardario che
sostiene di non essere lui ricco, ma solo il padre.
“La Chiesa non ha alterato il passo della Bibbia con riferimento alla
ricchezza. Lo ha usato a proprio beneficio, perché non è preferibile che il
ricco diventi povero a vantaggio della Chiesa?
“Le giovani generazioni sulla Terra sono in processo di auto esame. Sono
giunte ad un punto di svolta, gli eventi le hanno portate a sentirsi sole, più
di ogni altra generazione di giovani prima di loro. Non è aderendo a sette o
gruppi religiosi che si libereranno dalla loro solitudine.
“In primo luogo, se vuoi ‘elevarti’ è necessario meditare e poi concentrarsi,
che sono cose diverse, anche se spesso vengono confuse tra loro. Non serve
andare in qualche posto speciale, perché il più grande e bel tempio
dell'uomo è dentro se stesso. Là, egli può entrare in contatto con il suo Sé
Superiore, mediante la concentrazione, e chiedere al suo Sé Superiore di
aiutarlo a superare le difficoltà materiali Terrene. Ma alcuni hanno bisogno di
comunicare con altri esseri umani, e allora possono incontrarsi per questo
scopo. Quelli tra loro che hanno più esperienza saranno in grado di dare
consigli, ma nessuno dovrebbe mai mettersi nella posizione di maestro.
“Il Maestro venne 2000 anni fa, o dovrei meglio dire ‘uno dei maestri’, ma
gli uomini lo crocifissero. Tuttavia, per circa 300 dei tuoi anni, il messaggio
che portava con sé fu seguito. Dopo di che è stato distorto e ora, sulla Terra
siete tornati ad un punto che è peggiore di 2000 anni fa.
“Le giovani generazioni di cui ho appena parlato, sono in aumento nel tuo
pianeta e si accorgono, poco a poco, della verità di molte cose di cui ti ho
parlato. Ma devono imparare a guardare dentro se stesse per le risposte.
Non dovrebbero aspettare che l'aiuto arrivi loro da ‘altrove’, o saranno deluse.
12
Viaggio straordinario incontrando 'persone' straordinarie
Quando Thao ebbe finito di parlare, potei vedere chiaramente che la sua
aura era diventata opaca. Fuori, la pioggia era cessata e il sole risplendeva
su enormi nuvole bianche, colorandole di blu e rosa. Gli alberi, i cui rami
ondeggiavano ad una brezza leggera, sembravano rinfrescati e un migliaio di
arcobaleni ballavano nelle goccioline d'acqua che si aggrappavano alle loro
foglie. I canti dolci degli uccelli, davano il benvenuto al ritorno del sole,
mescolandosi con il dolce suono musicale degli insetti e la luce. Quel
momento fu il più magico che avessi mai sperimentato. Nessuno di noi
aveva voglia di parlare e lasciammo che le nostre anime si riempissero
appieno della bellezza che ci circondava.
Fu il suono di risate e voci allegre che ci risvegliarono dal nostro pacifico
stato. Voltandoci, vedemmo Biastra, Latoli e Lationusi avvicinarsi, ognuna
volando con la propria Tara.
Atterrarono proprio di fronte al doko ed entrarono senza fare scalpore,
grandi sorrisi illuminavano i loro volti. Ci alzammo per dare loro il benvenuto
e furono scambiati saluti nella lingua di Thiaoouba. Ero ancora in grado di
capire tutto ciò che veniva detto, anche se non ero in grado di parlare la
lingua. Questo però non sembrava un problema, in quanto avevo poco da
dire, e, in ogni caso, se parlavo Francese, coloro che non erano in grado di
capire le mie parole, comprendevano il mio messaggio telepaticamente.
Una volta rinfrescate con bevande di idromele, fummo tutti pronti a ripartire.
Misi la mia maschera e seguii loro tutte fuori, dove Latoli mi si avvicinò e
attaccò una Tara attorno alla mia vita. Poi, nella mia mano destra, mise un
Litiolac. Ero molto eccitato al pensiero che stavo per essere in grado di
volare come un uccello. Sin dal primo giorno in cui sono atterrato su questo
pianeta e ho visto le persone volare con questo mezzo, sognavo di fare lo
stesso, ma stava accadendo così tanto e così in fretta che, devo dire, non mi
aspettavo che la possibilità si sarebbe presentata.
“Latoli,” chiesi, “perché utilizzate Tara e Litiolac per volare, quando quasi
tutte voi siete in grado di levitare?”
“La levitazione richiede grande concentrazione e grande dispendio di
energia, Michel, anche per noi, e ci consente di viaggiare solo a sette
chilometri all'ora. La levitazione è utilizzata durante certi esercizi psichici,
ma è un mezzo di trasporto povero. Questi apparati sono basati sullo stesso
principio della levitazione nel senso che neutralizzano ciò che potremmo
chiamare ‘la forza magnetica fredda’ del pianeta. È la stessa forza che voi
chiamate ‘gravità’ e che trattiene tutti i corpi a terra.
“L'uomo, come un pezzo di roccia, è fatto di materia, ma, neutralizzando la
forza magnetica fredda, elevando alcune vibrazioni di alta frequenza,
diventiamo ‘senza peso’. Poi, per spostare e dirigere il nostro movimento,
introduciamo vibrazioni di una frequenza diversa. Come puoi vedere,
l'apparato che lo realizza è per noi molto semplice. Questo stesso principio
fu utilizzato dai costruttori delle piramidi di Mu, Atlantide ed Egitto. Thao ti
ha già parlato di ciò, ma adesso sperimenterai di persona l'effetto
dell’antigravità.”
“Che velocità si può raggiungere con questi apparati?”
“Con questo in particolare, puoi viaggiare a circa 300 chilometri l’ora e a
qualsiasi altitudine tu scelga, ma è tempo di andare, le altre stanno
aspettando.”
“Pensi che sarò in grado di utilizzarlo adeguatamente?”
“Certo. Ti insegnerò come, e tu devi prestare particolare attenzione quando
parti. Potresti avere un incidente grave se non segui le mie istruzioni alla
lettera.”
Mi stavano tutte osservando, tuttavia era Lationusi a sembrare la più
divertita dalla mia ansia. Tenni il mio Litiolac saldamente in mano, la cinghia
di sicurezza legata al mio avambraccio. Ciò significava che se lasciavo
andare il Litiolac, sarebbe rimasto con me.
Avevo la gola secca. Devo dire che non mi sentivo molto fiducioso, ma mi si
avvicinò Latoli e mise un braccio attorno alla mia vita, assicurandomi che
non mi avrebbe lasciato andare prima che avessi avuto dimestichezza con
l'apparato.
Mi spiegò anche che non dovevo preoccuparmi della Tara legata alla mia
vita, ma che il Litiolac doveva essere tenuto saldamente. In primo luogo,
dovevo tirare abbastanza saldamente un grande pulsante, che rendeva
l'apparato utilizzabile; un po' come girare la chiave di accensione in una
macchina. Apparve una piccola luce indicando la messa in funzione. Il
Litiolac era un po' come a forma di pera. Si teneva con la base verso il basso
e la sua cima finiva con un ‘cappello’ a forma di fungo, senza dubbio allo
scopo di evitare che le dita scivolassero. La ‘pera’ era afferrata intorno al suo
‘collare’.
Latoli spiegò che questo Litiolac era stato fatto appositamente per me,
poiché le mie mani erano circa la metà delle loro in dimensione e non sarei
stato in grado di utilizzare un modello standard. Inoltre, è importante che la
dimensione della 'pera' sia esattamente adatta alla mano che la tiene. Era
leggermente soffice, come se fatta di gomma e riempita d'acqua.
Ricevute le istruzioni presi il Litiolac così forte che Latoli ebbe appena il
tempo di afferrarmi prima che ci innalzassimo in aria.
Facemmo un balzo di tre metri buoni. Le altre erano attorno a noi, ferme in
aria ad un'altezza di circa due metri dal suolo e tutte scoppiarono in una
risata alla sorpresa di Latoli.
“Attenta”, le disse Thao, “Michel è un uomo d'azione. Se gli metti
un’apparecchiatura in mano, la usa subito!”
“Se premi il Litiolac come hai appena fatto, con una pari pressione generale,
salirai verticalmente. Se la pressione è leggermente maggiore con le dita,
andrai a sinistra; con il pollice, andrai a destra. Se vuoi andare giù, rilasci la
pressione o, per scendere più rapidamente, puoi premere sulla base con la
mano sinistra.”
Mentre parlava, Latoli mi fece praticare i movimenti e salimmo ad una quota
di circa cinquanta metri, quando udimmo la voce di Thao. “Ben fatto, Michel.
Dovresti lasciare che lo faccia solo adesso, Latoli. Si è fatto l'idea.”
Mi sarebbe piaciuto che tenesse i propri pensieri per sé. Non condividevo per
niente la sua opinione e mi sentivo molto più sicuro sotto l’‘ala’ protettiva di
Latoli, e lo dico senza giochi di parole! Mi lasciò andare rimanendomi,
tuttavia, vicino e alla stessa altezza.
Gentilmente, liberai la mia presa sul Litiolac e terminai di salire. Rilasciando
ulteriormente la pressione, iniziai a scendere; rassicurato, premetti
uniformemente attorno a tutto il 'collare' e fui sparato verso l'alto come una
freccia, così in fretta che le mie dita gelarono e continuai a salire.
“Rilassa la mano, Michel. Rilassa la mano,” gridò Latoli che, in un batter
d'occhio, mi aveva raggiunto.
Oh! Mi fermai, o quasi, ad approssimativamente 200 metri d’altitudine,
sopra l'oceano, perché avevo inavvertitamente premuto di più col mio pollice
‘gelato'. Le altre si unirono al nostro incontro a 200 metri. Dovevo avere una
strana espressione in viso, perché anche Lationusi scoppiò in una risata, e
quella fu la prima volta che la vidi ridere.
“Delicatamente, Michel. Questo apparato è molto sensibile al tatto. Credo
che possiamo andare avanti adesso. Ti mostriamo la via.”
Partirono lentamente, Latoli rimanendo al mio fianco. Mantenemmo la stessa
altitudine. Premendo con il palmo della mano, avanzavo senza problemi e
notai subito che ero in grado di accelerare a mio piacimento, semplicemente
regolando la pressione sul Litiolac. La pressione delle dita regolava l'altezza
e la direzione.
Feci ancora qualche sterza inaspettata, soprattutto quando la mia attenzione
fu distratta da tre personaggi imponenti che attraversarono il nostro
cammino. Passando, mi lanciarono uno sguardo, ovviamente piuttosto
sbalordite alla mia vista.
Dopo un periodo di circa mezz'ora, cominciai a padroneggiare la macchina;
sufficiente almeno per volare con successo sopra l'oceano. Non essendoci
ostacoli da superare, accelerammo progressivamente ed ero persino in
grado di volare in formazione vicino alle mie compagne, senza allontanarmi
troppo spesso.
Era così esilarante, non avrei mai potuto immaginare una sensazione simile.
Poiché l'apparecchio creava una sorta di campo di forza intorno a me,
rendendomi senza peso, non c'era la sensazione di essere sospesi, come in
una mongolfiera, né vi era la sensazione di essere trasportati da ali. Inoltre,
essendo completamente circondato dal campo di forza, non potevo
nemmeno sentire il vento frustare la mia faccia. Ebbi l'impressione di essere
una parte integrante dell'ambiente, e più mi allenavo a controllare
l'apparecchio, più acquisivo piacere nell’usare questo nuovo mezzo di
locomozione. Volli mettere alla prova la mia capacità di controllo e così
discesi un po', solo per risalire nuovamente. Lo feci più volte, scegliendo di
guadagnare o perdere quota sulle altre. Infine, mi avvicinai a Thao e
telepaticamente le comunicai la mia euforia, informandola sulla mia
intenzione di sfiorare l'oceano che si estendeva a vista d'occhio sotto di noi.
Lei accettò e tutto il gruppo mi seguì a livello dell'acqua.
Fu assolutamente fantastico essere in grado di sfiorare velocemente le
creste delle onde ad una velocità di circa 100 chilometri l’ora, come se
fossimo tutti dei potenti dei, conquistatori della gravità. Di volta in volta,
lampi d'argento indicavano che stavamo sorvolando banchi di pesci.
Nel mio entusiasmo, non ero consapevole del tempo, ma credo che il viaggio
fosse durato tre karse.
Non importa da che parte giravo la testa, vedevo solo la linea dell'orizzonte.
Poi, all'improvviso, Thao mi disse telepaticamente: “Guarda là, Michel.”
Lontano, sulla superficie dell'acqua, riuscii a vedere un puntino che crebbe
rapidamente fino a rivelarsi come un’isola montuosa di dimensioni
considerevoli.
Potemmo ben presto distinguere delle rocce enormi, di colore bluastro-nero,
che s’immergevano taglienti nelle acque blu-verdi del mare. Aumentando
l'altitudine, godemmo della veduta dall'alto di tutta l'isola. Non c'erano
spiagge in vista, le enormi rocce nere vietavano l'accesso dal mare. Le onde
che si infrangevano alla base delle loro masse imponenti, erano iridescenti
sotto i raggi del sole, riflettendo colori luccicanti che contrastavano con il
nero uniforme del basalto.
A metà strada lungo le pendici che fronteggiavano la terraferma, crescevano
foreste di alberi giganteschi, il loro fogliame stranamente blu scuro e oro; i
loro tronchi rosso sangue. Questi alberi ricoprivano ripide pendenze proprio
fino al bordo di un lago verde smeraldo. In alcuni punti, la superficie del lago
era oscurata da ciuffi di nebbia d'oro.
In mezzo al lago, come se galleggiasse sulle acque, si riusciva a distinguere
un doko enorme, la sua punta verso l'alto. Appresi in seguito che il suo
diametro era di circa 560 metri.
Le sue dimensioni eccezionali non erano, però, la sua unica particolarità,
anche il suo colore era diverso. Tutti i doko che avevo visto fino a quel
momento su Thiaoouba erano di un colore biancastro, anche quelli della città
dei Nove doko. Questo, però, sembrava essere fatto d’oro puro. Era lì,
splendente al sole e nonostante la sua forma a uovo molto comune, il suo
colore e le dimensioni lo rendevano maestoso. Qualcos'altro mi sorprese
enormemente: non c’era il riflesso del doko nelle acque del lago.
Le mie compagne mi guidarono verso la cupola del doko dorato. Volammo
lentamente, a livello dell'acqua e, da questa prospettiva, era ancora più
impressionante. A differenza di altri doko, questo non aveva alcun punto di
riferimento per indicare un ingresso.
Seguii Thao e Latoli che presto scomparvero all'interno.
Le altre due erano al mio fianco, ognuna mi afferrava un braccio, in modo da
non cadere in acqua, perché, con mia grande sorpresa, avevo lasciato
andare il mio Litiolac. Ero letteralmente sbalordito da quello che vidi.
Ecco cosa scoprii all'interno del doko:
Potei vedere circa duecento persone galleggianti in aria senza l’aiuto di
qualsiasi apparato. I corpi sembravano essere addormentati o in profonda
meditazione. Il più vicino a noi galleggiava a circa sei metri sopra l'acqua,
perché all'interno degli Doko non c'era pavimento. La sezione inferiore
dell’'uovo' era effettivamente in acqua. Come ho già spiegato, una volta
all'interno di un doko si può vedere fuori, come se non ci fosse nulla tra te e
il mondo esterno. Così, in questo caso, ebbi una vista panoramica del lago,
le colline e la foresta sullo sfondo e, vicino a me in mezzo a questo
'paesaggio', galleggiavano circa duecento corpi. Fu completamente
sbalorditivo, come potete ben immaginare.
Le mie compagne mi guardavano in silenzio e, a differenza delle altre volte,
quando la mia sorpresa le aveva fatte sorridere, rimasero serie.
Guardando i corpi più da vicino, cominciai a notare che erano in genere più
piccoli di quelli delle mie ospiti e alcuni avevano forme straordinarie e
talvolta mostruose.
“Cosa stanno facendo? Stanno meditando?” Sussurrai a Thao, che era al mio
lato.
“Prendi il tuo Litiolac, Michel. È appeso al tuo braccio.”
Obbedii, e lei poi rispose alle mie domande. “Sono morti. Questi sono
cadaveri.”
“Morti? Da quando? Sono morti tutti insieme? C'è stato un incidente?”
“Alcuni di loro sono qui da migliaia d’anni e il più recente, credo, è qui da
sessant'anni. Credo che nel tuo stato attuale di sorpresa, tu non sia in grado
di operare in modo efficace il tuo Litiolac. Latoli e io ti guideremo.”
Ognuna di loro mi prese sotto braccio e cominciammo a vagare tra i corpi.
Senza eccezione, erano tutti completamente nudi.
Tra gli altri, vidi un uomo seduto nella posizione del loto. Aveva i capelli
lunghi e di colore rosso-biondo. Doveva essere alto due metri in posizione
eretta. Aveva la pelle dorata ed era particolarmente bello per essere un
uomo; era, infatti, un uomo e non un ermafrodita.
Un po' più in là giaceva una donna, la cui pelle era ruvida come quella di un
serpente, o la corteccia di un albero. Sembrava essere giovane, anche se il
suo strano aspetto rendeva difficile valutarne l’età. La pelle era di colore
arancione ed i suoi capelli corti e ricci erano verdi.
Più sorprendente, però, erano i suoi seni. Essi erano abbastanza grandi, ma
ognuno aveva due capezzoli, separati l'uno dall'altro di circa dieci centimetri.
Doveva essere vicina ai 180 centimetri di altezza. Le sue cosce erano sottili
e muscolose e i polpacci abbastanza corti. Su entrambi i piedi c’erano tre
alluci enormi, ma le sue mani erano esattamente come le nostre.
Passammo dall’uno all'altro, a volte fermandoci, a volte passando e basta,
come si fa tra le figure di cera in un museo.
Gli occhi e la bocca di tutte queste persone erano chiuse e tutte assumevano
una o due posizioni: - o sedute nella posizione del loto, o sdraiate sulla
schiena con le braccia lungo i fianchi.
“Da dove vengono?” Sussurrai.
“Vari pianeti.”
Trascorremmo un po’ di tempo davanti al corpo di un uomo,
apparentemente nel fiore della sua ‘vita’. Aveva luminosi capelli castani,
lunghi e ricci. Mani e piedi erano come i miei. La sua pelle era di carnagione
familiare, quella di qualcuno della Terra. In altezza, doveva essere circa 180
centimetri. Il suo viso era liscio, con caratteristiche nobili ed aveva un
pizzetto soffice sul mento.
Mi voltai verso Thao i cui occhi erano fissi sui miei. “Si potrebbe dire che è
venuto dalla Terra,” dissi.
“In un certo senso l’ha fatto, ma in un altro, non l’ha fatto. Tu lo conosci
molto bene avendone sentito parlare.”
Incuriosito, esaminai il suo volto più da vicino, fino a quando,
telepaticamente, Thao disse, “Guarda le sue mani e piedi, così come il
fianco.”
Thao e Latoli mi portarono più vicino al corpo e potei chiaramente vedere
cicatrici sui suoi piedi e polsi, così come una ferita lunga circa 20 centimetri
sul suo fianco.
“Che cosa gli è successo?”
“Fu crocifisso, Michel. Questo è il corpo di Cristo, del quale ti abbiamo
parlato questa mattina.”
Fortunatamente le mie ospiti avevano anticipato le mie reazioni e mi
sostennero sotto le braccia, perché sono convinto che non sarei stato in
grado di manovrare il mio Litiolac.
Eccomi là a fissare il corpo di Cristo, adorato ed invocato da così tanti uomini
e donne sulla Terra, l'uomo che è stato oggetto di così tanta controversia e
così tanta ricerca nel corso degli ultimi 2000 anni.
Allungai la mano per toccare il corpo, ma mi fu impedito di farlo dalle mie
compagne, che mi allontanarono.
“Il tuo nome non è Tommaso. Perché devi toccarlo? C’è qualche dubbio nella
tua mente?” disse Thao. “Vedi, confermi ciò che dicevo questa mattina: tu
vuoi la prova.”
Mi vergognai terribilmente del mio gesto e Thao capì il mio rimpianto.
“Lo so, Michel che è stato istintivo e lo capisco. In ogni caso, non è possibile
toccare questi corpi, nessuno può farlo a parte uno dei sette Thaori. In
realtà, possono farlo solo i Thaori che mettono questi corpi in stato di
conservazione e levitazione, come tu li vedi, e solo loro.”
“Questi sono i corpi reali che avevano durante la loro vita?”
“Certo.”
“Ma come vengono conservati? Quanti di loro sono qui e perché?”
“Ricordi che ti dissi, quando ti abbiamo prelevato dal tuo pianeta, che
c’erano domande che tu avresti posto alle quali non avremmo dato risposte?
Ti ho spiegato poi, che avresti imparato da noi tutto ciò che ti serve sapere,
ma che certe cose sarebbero rimaste un ‘mistero’, perché tu non devi
documentare certi punti. La domanda che hai appena fatto, non può avere
risposta per questo motivo. Tuttavia, sono in grado di dirti che ci sono 147
corpi in questo doko.”
Sapevo che sarebbe stato inutile indagare ulteriormente, ma mentre
vagavamo tra i corpi, feci un'altra domanda scottante:
“Avete il corpo di Mosè? E perché sono tutti in levitazione in questo doko
senza un pavimento solido?”
“Abbiamo solo il corpo di Cristo dal tuo pianeta. Sono in levitazione per
essere perfettamente conservati, e le proprietà specifiche delle acque di
questo lago aiutano a questa conservazione.”
“Chi sono tutti gli altri?”
“Vengono da vari pianeti dove ciascuno ha avuto un ruolo molto importante
da svolgere.”
Uno dei corpi lo ricordo bene. Era alto circa cinquanta centimetri e formato
esattamente come un essere della Terra, ad eccezione che era giallo scuro e
non aveva occhi. Invece, aveva un tipo di corno al centro della fronte. Chiesi
come fosse in grado di vedere e mi fu detto che c'erano due occhi alla fine
della protuberanza, sfaccettati come quelli di una mosca. Potei vedere le
palpebre chiuse con diverse fessure.
“La natura è molto strana,” mormorai.
“Come ho già detto, ogni corpo che vedi qui, viene da un differente pianeta,
e sono le condizioni in cui devono vivere, a determinare i dettagli dei corpi
fisici degli abitanti.”
“Non vedo nessuno assomigliare ad Arki.”
“E neanche lo vedrai.”
Non so perché, ‘sentii’ che non dovevo proseguire ulteriormente su questo
argomento.
Durante questa macabra visita, vidi corpi simili a quelli dei Pellerossa Nord
Americani, ma non lo erano. Vidi altri simili ai neri Africani, ma non lo erano;
né era il corpo di un Giapponese che vidi fluttuare nell'aria. Come Thao
aveva detto, Cristo era l'unico corpo qui che si può dire, venne dalla Terra.
Dopo un tempo indeterminabile, in questo luogo straordinario e affascinante,
le mie guide mi accompagnarono fuori. Una leggera brezza profumata che
trasportava il profumo del bosco ci accarezzò e mi fece un gran bene, perché
dopo una tale visita, nonostante sia stata estremamente interessante, mi
sentivo abbastanza prosciugato. Thao, naturalmente, se ne accorse subito e
disse con voce viva, “Sei pronto, Michel? Stiamo andando a casa.”
Queste parole, pronunciate intenzionalmente in francese e con
un’intonazione decisamente ‘Terrestre’, mi rinfrescarono almeno quanto la
brezza della sera. Tenendo in mano il mio Litiolac, mi sollevai in aria con le
altre.
Sorvolammo la foresta gigante che si arrampicava sul pendio roccioso della
montagna. Sulla sua cima, potemmo ancora una volta, ammirare l'oceano
che si estendeva a perdita d'occhio. Dopo quel macabro pomeriggio, ed in
contrasto con esso, trovai questo pianeta, ancora più bello. Ricordo che mi
tornò in mente, per un attimo, che forse questo era tutto un sogno o
un'illusione, o forse, il mio senno stava abbandonandomi?
Come al solito però, Thao era di guardia ed intervenne con un ordine
tagliente che risuonò telepaticamente nella mia testa come lo schioccare di
una frusta, fugando i miei vaghi dubbi: “Se non premi il tuo Litiolac, Michel,
finirai per fare un bagno e, se non ci affrettiamo, la notte ci sorprenderà.
Cosa che potrebbe essere per te un po' scomoda, non ti pare?”
Infatti, perso nei miei pensieri, ero sceso fino a quasi toccare le onde.
Premetti il mio Litiolac con fermezza e partii su come una freccia, unendomi
a Thao e alle altre che erano in alto nel cielo.
Il sole era già abbastanza basso e il cielo era totalmente chiaro. L'oceano
aveva assunto un colore arancione che era sorprendente. Non avrei mai
immaginato che l'acqua potesse apparire di tale tonalità. Chiesi,
telepaticamente, a riguardo e mi fu spiegato che, a volte, in questo
momento della giornata, immense macchie di plancton colorato d’arancione
salgono alla superficie. Queste acque, a quanto pare, contenevano enormi
quantità di plancton. Che spettacolo: il cielo era azzurro-verde, il mare era
arancione, ed ogni cosa era avviluppata nella luce dorata che, in questo
pianeta, sembrava venire da nessuna parte e da ogni parte.
Improvvisamente, le mie compagne salirono di altitudine e le seguii.
Eravamo a circa mille metri sopra il mare e acceleravamo nella direzione da
cui eravamo arrivati, credo da nord, a circa 300 chilometri l'ora.
Guardando in direzione del sole al tramonto, potei scorgere un’ampia, fascia
nera sulla superficie dell'acqua. Non dovetti chiedere, la risposta arrivò
subito.
“E’ Nuroaka, uno dei continenti. E’ grande come tutta l'Asia.”
“Stiamo andando a visitarlo?” Chiesi.
Thao non rispose, cosa che mi sorprese alquanto. Era la prima volta che
ignorava la mia domanda. Pensai che forse i miei poteri telepatici non erano
stati sufficienti e, quindi, posi nuovamente la domanda, in Francese, alzando
la voce.
“Guarda laggiù”, disse.
Girando la testa, vidi una vera e propria nuvola di uccelli di tutti i colori, in
procinto di incrociare il nostro percorso. Temendo una collisione con essi,
discesi di diverse centinaia di metri. Mi sfiorarono ad una velocità incredibile,
ma erano loro a viaggiare così in fretta, o noi? Pensai che forse erano le
nostre velocità combinate a farli sparire così in fretta, ma proprio allora,
qualcosa mi stupì enormemente.
Guardando sopra di me, vidi che Thao e le altre non avevano cambiato la
loro altitudine. Come avevano fatto a non scontrarsi con questo squadrone
alato? Dando un’occhiata a Thao, mi resi conto che aveva seguito i miei
pensieri e mi venne in mente che gli uccelli erano apparsi in un momento
molto opportuno, proprio quando avevo posto la mia domanda.
Conoscendo Thao, sapevo che aveva le sue ragioni per 'ignorarmi' e lasciai
cadere la questione. Decisi, invece, di approfittare di questa opportunità di
volare senza ali e mi lasciai inebriare dai colori intorno a me, che
cambiavano gradualmente mentre il sole calava verso l'orizzonte.
I colori pastello che pennellavano il cielo, erano di una maestà indescrivibile
dalla mia penna. Pensai di aver già assistito a tutte le sinfonie di colore
possibili su questo pianeta, eppure mi sbagliavo. Dalla nostra altitudine,
l’effetto dei colori del cielo, a volte contrastanti con quelli del mare e,
talvolta, perfettamente complementari tra loro, fu spettacolare. Com’era
incredibile che la natura potesse coordinare una tale gamma di colori,
sempre mutevoli, sempre bella... Sentii ancora una volta, l'inizio
dell’ebbrezza che mi aveva, in precedenza, fatto svenire, e ricevetti l'ordine,
breve e chiaro: “Chiudi immediatamente gli occhi, Michel.”
Obbedii e la sensazione di ubriachezza si dissipò. Tuttavia, non è facile
pilotare un Litiolac e rimanere in formazione con gli occhi chiusi, soprattutto
quando uno è un novizio in materia. Inevitabilmente, deviai a destra e a
sinistra, su e giù.
Un altro ordine fu dato, questa volta meno urgente: “Guarda la schiena di
Lationusi, Michel. Non toglierle gli occhi di dosso e guarda le sue ali.”
Aprii gli occhi e vidi Lationusi di fronte a me. Stranamente, non mi sorprese
per niente che gli fossero spuntate ali nere e le fissai con tutta la mia
concentrazione. Dopo un certo tempo, Thao mi si avvicinò dicendo in
Francese: “Siamo quasi arrivati, Michel, seguici.”
Trovai altrettanto naturale che Lationusi avesse adesso perduto le sue ali.
Seguii il gruppo giù verso l'oceano, dove si poteva distinguere, come un
gioiello su un tovaglia colorata, l'isola dov’era situato il mio doko. Ci
avvicinammo rapidamente tra un tripudio di colori fantastici mentre il sole si
tuffava tra le onde. Dovetti affrettarmi verso il mio Doko. L’ebbrezza,
causata dalla bellezza dei colori, minacciava di sopraffarmi ancora, e fui
costretto a chiudere gli parzialmente occhi. Volavamo ora a livello del mare
e, in poco tempo, attraversammo la spiaggia e ci immergemmo nel fogliame
che circondava il mio Doko. Il mio atterraggio, tuttavia, non ebbe successo e
mi ritrovai all'interno del doko a cavalcioni dello schienale di un sedile.
Latoli fu subito al mio fianco. Premette il pulsante del mio Litiolac,
chiedendomi se stavo bene.
“Sì, ma quei colori!” Balbettai.
Nessuna rideva del mio piccolo incidente e tutte sembravano un po' tristi.
Era così inconsueto per loro che ne fui allibito. Ci sedemmo tutti e ci
servimmo idromele e piatti di cibo rosso e verde.
Non ero molto affamato. Mi tolsi la maschera e cominciai a sentirmi più me
stesso. La notte cadde rapidamente, come capita a Thiaoouba e noi
sedemmo nell’oscurità. Ricordo di essermi meravigliato del fatto che, mentre
io riuscivo a malapena a distinguere ciascuna di loro, loro potevano vedermi
con la stessa facilità come se fosse giorno.
Nessuno parlava, sedemmo in silenzio. Alzando gli occhi, potei vedere le
stelle apparire una ad una, risplendendo colorate come se uno spettacolo di
fuochi d'artificio si fosse 'congelato' in cielo. Su Thiaoouba, poiché i loro
strati di gas nell'atmosfera differiscono dai nostri, le stelle sembrano essere
colorate e anche molto più grandi di quanto appaiano a noi sulla Terra.
Improvvisamente, ruppi il silenzio chiedendo, abbastanza naturalmente,
“Dov'è la Terra?”
Come se il gruppo avesse semplicemente atteso questa domanda, si
alzarono tutte insieme. Latoli mi prese in braccio come un bambino e
andammo fuori. Le altre facevano strada e seguimmo un ampio sentiero che
portava alla spiaggia. Là, sulla sabbia umida della battigia, Latoli mi mise a
sedere.
Minuto dopo minuto, il firmamento fu illuminato da sempre più stelle, come
se una mano gigante stesse accendendo un lampadario.
Thao mi si avvicinò e quasi in un sussurro con una voce triste e a stento
riconoscibile come sua: “Vedi quelle quattro stelle, Michel, appena sopra
l'orizzonte? Formano quasi un quadrato. Quella in alto a destra è verde e più
brillante rispetto alle altre.”
“Sì, credo sia quella, sì, forma un quadrato, la verde, sì.”
“Ora vai a destra del quadrato e leggermente più in alto. Vedrai due stelle
rosse abbastanza vicine.”
“Sì.”
“Tieni gli occhi su quella a destra e vai un pochino più alto. Puoi vedere una
piccola stella bianca? È appena visibile.”
“Penso di sì... sì.”
“E alla sua sinistra un po' più in alto ce n’è una piccola gialla.”
“Sì, è vero.”
“La piccola bianca è il sole che illumina il pianeta Terra.”
“Così, dov’è la Terra?”
“Invisibile da qui, Michel. Siamo troppo lontani.”
Rimasi lì, a guardare quella stella minuscola che sembrava così insignificante
in un cielo pieno di grandi gioielli colorati. Quella stella minuscola, tuttavia,
stava forse in quel momento riscaldamento la mia famiglia e la mia casa,
facendo le germinare e crescere le piante...
“La mia famiglia”, le parole sembravano così strane. “Australia”, da questo
punto di vista era difficile immaginare che fosse l’isola più grande sul mio
pianeta, specialmente quando anche la Terra era invisibile a occhio nudo.
Eppure, mi è stato detto che appartenevamo alla stessa galassia e l'Universo
e composto da migliaia di galassie. Cos’eravamo noi, poveri corpi umani? Appena poco più di un atomo.
13
Ritornare a ‘casa’
Le lastre di ferro zincato sul tetto scricchiolano sotto i raggi del sole
bruciante e, anche nella veranda, il calore è quasi insopportabile. Guardo il
delizioso gioco di luce e ombra in giardino e ascolto il canto degli uccelli,
mentre si rincorrono nel cielo azzurro pallido, e sono triste.
Ho appena messo la parola fine al termine del dodicesimo capitolo di questo
libro che mi è stato chiesto di scrivere. Il compito non è sempre stato facile.
Spesso i dettagli mi sfuggivano e trascorrevo ore cercando di ricordare certe
cose che Thao aveva detto e cose particolari che voleva io scrivessi. Poi,
quando ero completamente esasperato, tutto mi tornava in mente, ogni
dettaglio, come se una voce stesse dettando le parole alle mie spalle, ed
iniziavo a scrivere così tanto da farmi venire i crampi alla mano. Per periodi
di circa tre ore, a volte di più, a volte meno, le immagini si affollavano nella
mia testa.
Mentre scrivevo il libro, con le parole che si prendevano a gomitate tra loro
nella mia mente, ho spesso desiderato saper stenografare, e adesso, di
nuovo, la strana sensazione è tornata.
“Sei lì, Thao?” Mi ritrovo a chiedere, mai ricevendo risposta. “E' una di voi?
Thao? Biastra? Latoli? Lationusi? Vi prego di darmi un segno, un suono. Per
favore rispondete!”
“Mi hai chiamato?”
Avevo parlato ad alta voce e mia moglie era venuta di corsa. Era in piedi
davanti a me, guardandomi da vicino.
“No”
“Lo stai facendo periodicamente, non è vero, di parlare da solo. Sarò
contenta quando questo libro sarà finito e tu 'tornerai sulla Terra’,
letteralmente!”
Se ne andò. Povera Lina. Non ha certamente avuto vita facile, in questi
ultimi mesi. Come dev’essere stato per lei? Si alza una mattina e mi trova
disteso sul divano, mortalmente pallido con difficoltà a respirare e
disperatamente bisognoso di dormire. Le chiesi se avesse trovato la mia
nota.
“Sì,” disse, “ma dove ti sei cacciato?”
“So che lo troverai difficile da credere, ma sono stato prelevato da
extraterrestri e portato sul loro pianeta. Ti dirò tutto, ma per ora, per
favore, lasciami dormire il più a lungo possibile. Adesso vado a letto, mi
sono disteso qui per non svegliarti.”
“La tua stanchezza, non è, suppongo, causata da qualche altra ragione?” Il
suo tono era dolce-amaro e riuscivo a sentire la sua preoccupazione.
Tuttavia, mi lasciò dormire e trascorsero trentasei ore buone prima che
aprissi un occhio. Mi svegliai per trovare Lina china su di me, con l'aria
ansiosa di un’infermiera che guarda qualcuno gravemente ammalato.
“Come stai?” Mi chiese. Ho quasi chiamato il medico. Non ti ho mai visto
dormire così a lungo senza mai muoverti ed in più sognavi e chiamavi nel
sonno. Chi è questo 'Arki’ o ‘Aki', che hai nominato? E 'Thao'? Me lo vuoi
dire?”
Le sorrisi e la baciai. “Ti racconterò tutto.” Mi venne in mente, poi, che
migliaia di mariti e mogli devono dire questa stessa frase, non avendo
alcuna intenzione di spiegare 'tutto'. Desiderai aver detto qualcosa un po'
meno volgare e comune.
“Sì, ti ascolto.”
“Bene, e devi ascoltarmi attentamente, perché ciò che ho da dire è serio,
molto serio. Ma non voglio raccontare la stessa storia due volte. Chiama nostro figlio, così posso raccontarla a tutti e due.”
Tre ore dopo, avevo in gran parte finito il mio racconto della straordinaria
avventura che avevo avuto. Lina, che è il membro meno credulo della
famiglia, quando si tratta di tali questioni, aveva capito, da certe espressioni
e certe intonazioni della mia voce, che mi era accaduto qualcosa di
veramente serio. Quando uno vive ventisette anni con una persona, certe
cose non si possono nascondere.
Fui assediato da domande, soprattutto da mio figlio, perché ha sempre
creduto nell’esistenza di altri pianeti abitati da esseri intelligenti.
“Hai delle prove?” Chiese Lina. Mi ricordai delle parole di Thao: “Cercano
prove, Michel, e sempre più prove.” Fui un po' deluso che la domanda
venisse da mia moglie.
“No, nessuna, ma quando avrai letto il libro che devo scrivere, saprai che
dico la verità. Non dovrai 'credere', lo saprai.”
“Riesci a immaginarmi raccontare ai miei amici: ‘Mio marito è appena
tornato dal pianeta Thiaoouba’?”
Le chiesi di non parlare della questione a nessuno, dal momento che i miei
ordini erano di non parlarne e di scrivere il libro. Sentivo che era meglio
così, in ogni caso, perché le parole possono perdersi nella brezza mentre ciò
che è scritto, rimane.
Giorni e mesi sono passati e ora il libro è finito. Tutto ciò che resta da fare è
di pubblicarlo. Su questo argomento, Thao mi aveva assicurato che ci
sarebbero stati alcuni problemi. Questo fu in risposta ad una domanda che
avevo chiesto nel veicolo spaziale al nostro ritorno verso la Terra.
Il 'veicolo spaziale', quante cose questa parola fa venire in mente...
Quell’ultima sera, sulla spiaggia, Thao aveva indicato la minuscola stella che
è il sole che ora mi faceva sudare. Prendemmo poi la piattaforma volante e
ci dirigemmo verso la base spaziale, rapidamente e senza dire una parola.
Una nave spaziale, preparata per la partenza immediata, ci attendeva.
Durante il nostro breve viaggio verso la base, avevo osservato nell’oscurità,
che le Aure delle mie compagne non risplendevano brillantemente come al
solito. I colori erano più sommessi e rimanevano vicino ai loro corpi. Questo
mi sorprese, ma non dissi nulla.
Quando salimmo a bordo del veicolo spaziale, pensai che stessimo partendo
per un viaggio, forse con una missione specifica, su un pianeta vicino. Thao
non mi aveva detto niente.
Il nostro decollo andò secondo le normali procedure e fu tranquillo. Osservai
come il pianeta dorato diventava rapidamente più piccolo, presumendo di
ritornare in poche ore, o forse il giorno successivo. Trascorsero diverse ore
prima che Thao, finalmente mi rivolgesse di nuovo la parola.
“Michel, lo so che hai notato la nostra tristezza. È molto reale, perché ci
sono alcune separazioni che sono più tristi di altre. Le mie compagne ed io ci
siamo molto legate a te e, se siamo tristi, perché, alla fine di questo viaggio,
dobbiamo separarci. Ti stiamo riportando sul tuo pianeta.”
Ancora una volta, sentii una fitta al lato dello stomaco.
“Spero che tu non te la prenderai con noi, per essere partiti così in fretta. Lo
abbiamo fatto per risparmiarti il rammarico che sempre si prova quando si
lascia un luogo in cui si è stati bene, e lo so che tu ti sei enormemente
affezionato al nostro pianeta e alla nostra compagnia. È difficile non
pensare, 'questa è la mia ultima notte' o 'questa è l'ultima volta che vedrò
questo o quello’.”
Abbassai lo sguardo e non ebbi assolutamente niente da dire. Sedemmo
insieme in silenzio per un po' di tempo. Mi sentivo pesante, come se le mie
membra e organi fossero di piombo. Voltai la testa lentamente verso Thao,
per guardarla di nascosto. Sembrava ancora più triste e qualcosa di diverso
mancava. Improvvisamente, capii: era la sua Aura.
“Thao, cosa mi sta succedendo? Non riesco più a vedere la tua aura.”
“È normale, Michel. Il grande Thaori ti ha dato due doni: la capacità di
vedere le Aure e comprendere le lingue, per servirtene come strumenti nel
tuo apprendimento, ma solo per un tempo limitato.
“Questo tempo è appena trascorso, ma non esserne rattristato; dopo tutto,
questi doni tu non li avevi quando ti sei unito a noi. Ciò che porterai indietro
con te è conoscenza, dalla quale tu e milioni dei tuoi simili potrete trarre
profitto.
“Non è questo più importante che capire le lingue o essere in grado di
vedere le Aure, quando non sei in grado di leggerle? È la lettura delle Aure
che conta, dopo tutto, non la percezione di esse.”
Accettai il suo ragionamento, ma ero comunque deluso, perché mi ero
presto abituato alla radiosità attorno a queste persone.
“Non essere dispiaciuto, Michel”, disse Thao leggendo i miei pensieri. “Sul
tuo pianeta, la maggior parte delle persone non ha le Aure radiose, sono
lontane da questo. I pensieri e le preoccupazioni di milioni di Terrestri sono
così strettamente legati a questioni materiali, che le loro Aure sono piuttosto
cupe; saresti deluso.”
La guardai da vicino; molto consapevole del fatto che presto non l'avrei più
vista. Nonostante le sue grandi dimensioni, era così ben proporzionata; il
suo bel viso piacevole era senza una ruga; la bocca, il naso, le sopracciglia,
tutto era perfetto. Improvvisamente, la domanda che si stava preparando
nel mio subconscio da così tanto tempo saltò alla mia mente quasi
involontariamente.
“Thao, c'è una ragione perché tutte voi siete ermafrodite?”
“Sì, ed è importante, Michel. Ero sorpresa che tu non abbia chiesto questa
domanda prima.
“Vedi, siccome noi esistiamo su un pianeta superiore, tutto ciò che abbiamo
di materiale, è anche superiore, come hai visto da te stesso. I nostri vari
corpi, tra cui il corpo fisico, devono essere anche superiori, e in questo
campo, abbiamo progredito tanto quanto è possibile progredire. Siamo in
grado di rigenerare i nostri corpi, impedire loro di morire, resuscitarli e
persino, a volte, crearli. Ma in un corpo fisico, ci sono altri corpi, come ad
esempio l'astrale, in effetti, ce ne sono nove in tutto. Quelli che ci
interessano in questo momento, sono il corpo fluidico e il corpo fisiologico. Il
corpo fluidico influenza il corpo fisiologico che, a sua volta, influenza il corpo
fisico.
“Nel corpo fluidico, tu possiedi sei punti principali che noi chiamiamo Karola
e che gli yogi sul tuo pianeta chiamano Chakra. Il primo chakra è quello
situato tra i tuoi due occhi, appena un centimetro e mezzo sopra il tuo naso.
È il 'cervello' del tuo corpo fluidico, se ti piace; corrisponde alla ghiandola
pineale, che è situata molto più indietro nel tuo cervello fisico, ma
esattamente sullo stesso livello. È stato, ponendo un dito su questo Chakra
che uno dei Thaori fu in grado di liberare in te il dono della comprensione
delle lingue.
“Ora, nella parte inferiore del corpo fluidico e appena sopra gli organi
sessuali, si trova un Chakra molto importante, che noi chiamiamo
Mouladhara, e che i vostri yogi chiamano Sacro. Sopra questo Chakra, e
all’incontro con la colonna spinale, è il Palantius.
“Ha la forma di una molla avvolta e raggiunge la base della colonna spinale
solo quando è rilassato.
“Perché si rilassi, richiede il compimento dell'atto sessuale tra due partner
che non solo devono amarsi l’un l’alto, ma anche avere un’affinità spirituale
tra di loro. Solo in quel momento e in queste condizioni il Palantius si
estenderà fino alla colonna spinale, trasferendo energia e doni speciali al
corpo fisiologico che poi influisce sul corpo fisico. La persona interessata
sperimenterà felicità nel godimento sessuale, che è di gran lunga superiore
al normale.
“Quando, sul tuo pianeta, senti tali espressioni tra le persone molto
innamorate come: 'eravamo al settimo cielo', 'ci sentivamo di luce', o
'galleggiavamo nell’aria', puoi essere certo che le coppie erano in accordo
fisico e spirituale e 'fatte le une per le altre ', almeno per un po'.
“Alcuni Tantrici sulla Terra hanno raggiunto questo punto, ma non è facile
nemmeno per loro, perché, ancora una volta, le loro religioni, con rituali
ridicoli e proibizioni, creano un vero e proprio ostacolo al raggiungimento di
questo obiettivo. Quando guardano la foresta, non vedono gli alberi.
“Torniamo alla nostra coppia di innamorati: L'uomo ha sperimentato un
grande piacere trasformato in vibrazioni benefiche per il Palantius, grazie ad
un amore che è genuino e all’assoluta compatibilità. Tutte queste sensazioni
di felicità sono state liberate dal compimento dell'atto sessuale. Le
sensazioni di felicità non sono le stesse per la femmina, ma il processo è lo
stesso.
“Ora, per rispondere alla tua domanda. Sul nostro pianeta, con i corpi che
sono entrambi di sesso maschile e femminile, possiamo ottenere, a volontà,
le sensazioni, sia maschili che femminili. Naturalmente, questo ci porta una
gamma molto più ampia di piacere sessuale che se fossimo mono-sessuali.
Inoltre, il nostro corpo fluidico può esistere al suo meglio. Il nostro aspetto
è, inutile dirtelo, più femminile che maschile, almeno per quanto riguarda le
nostre facce e i seni. Non sei d'accordo, Michel, che come regola generale,
una donna ha una faccia più bella di un uomo? Ebbene, noi preferiamo avere
facce che siano belle, piuttosto che non attraenti.”
“Che ne pensi dell’omosessualità?”
“L'omosessuale, sia femminile che maschile, è un nevrotico (quando non è
una questione di ormoni) e i nevrotici non possono essere condannati, ma
come tutti i nevrotici, dovrebbero cercare una cura. In tutte le cose, Michel,
considera ciò che la Natura ha decretato e avrai le risposte alle tue
domande.
“La natura ha dato ad ogni cosa vivente la possibilità di riprodursi, così che
le varie specie possano continuare. Secondo la volontà del Creatore, maschi
e femmine sono stati creati in tutte le specie. Con gli esseri umani, tuttavia,
e per le ragioni che abbiamo già spiegato, ha aggiunto qualità che non ha
dato ad altre specie. Per esempio, una donna può fiorire nell’adempimento
sessuale, sperimentando una serie di sensazioni sessuali che possono
liberare il Palantius e portare ad enormi miglioramenti nel suo corpo fisico
attraverso il corpo fluidico. Questo può succedere in numerosi giorni del
mese senza che lei rimanga incinta. Una mucca, d'altra parte, accetterà il
toro solo in poche determinate ora del mese e, quindi, è motivata soltanto
dall’impulso a procreare. Quando è gravida non è più ricettiva alle 'avances'
del toro. Ecco un confronto tra due creazioni della Natura. La prima è un
essere piuttosto speciale, in possesso di nove corpi, mentre la seconda
possiede solo tre corpi. Evidentemente, il Creatore ha messo particolare
attenzione nel porre, dentro di noi, molto più di un corpo fisico. A volte, sul
tuo pianeta, queste cose speciali sono denominate 'scintille divine', ed è una
definizione appropriata.”
“Che ne pensi dell'aborto volontario?”
“E' un atto naturale?”
“No, ovviamente no.”
“E allora perché me lo chiedi, sai già la risposta.”
Ricordo che Thao rimaste come persa nei propri pensieri per un po’ di
tempo, guardandomi senza parlare; poi riprese:
“Per circa centoquarant'anni sul vostro pianeta, l'uomo ha accelerato la
distruzione della Natura e l'inquinamento dell'ambiente. Questo è accaduto
dopo la scoperta dell’energia a vapore e del motore a scoppio. Vi rimangono
solo pochi anni per arrestare l'inquinamento prima che la situazione diventi
irreversibile. Uno dei principali inquinanti sulla Terra è il motore a petrolio e
questo potrebbe essere sostituito subito con un motore a idrogeno che non
causerebbe alcun inquinamento. Su certi pianeti, questo si chiama 'motore
pulito'. Prototipi per un tale motore, sono stati costruiti da vari ingegneri sul
tuo pianeta, ma essi devono essere prodotti industrialmente, al fine di
sostituire i motori a benzina. Non solo questa misura significherebbe la
riduzione del settanta per cento dei livelli attuali di inquinamento da rifiuti di
combustione, ma sarebbe anche più economica per i consumatori.
“Le grandi società petrolifere sono terrorizzate dall'idea che questo motore
sia reso popolare, perché ciò significherebbe una perdita di vendite del loro
petrolio e la successiva rovina finanziaria.
“Anche i governi, che impongono tasse enormi su questi petroli,
soffrirebbero allo stesso modo. Vedi, Michel, si ritorna sempre al denaro. A
causa di esso, hai un completo contesto economico e finanziario che si
oppone al progresso verso cambiamenti radicali nell'interesse di tutta la vita
umana sulla Terra.
“La gente sulla Terra si lascia prendere in giro, tiranneggiare, sfruttare e
portare al macello da alleanze politiche e finanziarie che sono talvolta anche
associate a ben note sette e religioni.
“Quando queste alleanze non riescono a conquistare le persone con
campagne pubblicitarie intelligenti destinate al lavaggio del cervello, esse
cercano di riuscirci attraverso canali politici, ed in seguito con la religione o
tramite una sapiente miscela del tutto.
“I grandi uomini che vogliono fare qualcosa per l'umanità sono stati
semplicemente eliminati. Martin Luther King è un esempio; Gandhi è un
altro.
“Ma le persone della Terra non possono più permettersi di lasciarsi trattare
così e farsi portare al macello come greggi di pecore da leader che esse
stesse hanno democraticamente eletto. Le persone costituiscono la
stragrande maggioranza. In una nazione di un centinaio di milioni di
abitanti, è assurdo che un gruppo di finanzieri che comprende forse un
migliaio di persone possa decidere il destino degli altri, come il macellaio fa
al macello.
“E’ questo gruppo che ha soffocato veramente per bene il business del
motore a idrogeno in modo che non sia più menzionato.
“Queste persone non sono per niente interessate a quello che può accadere
al tuo pianeta nei prossimi anni a venire. Egoisticamente, cercano i loro
guadagni, aspettandosi di essere morte prima che 'tutto ciò che deve
succedere' succeda. Se la Terra scompare, a causa di orribili cataclismi,
presumono che avverrà dopo la loro morte.
“Ecco che stanno facendo un grosso errore, perché l'origine dei disastri a
venire è l'inquinamento che sta crescendo ogni giorno sul tuo pianeta, e le
sue conseguenze si sentiranno molto presto, molto prima di quanto tu possa
immaginare. La gente della Terra non deve fare come il bambino a cui è
stato proibito giocare col fuoco; il bambino non ha esperienza e, a dispetto
del divieto, disobbedisce e si brucia lo stesso. Una volta bruciato, 'sa' che gli
adulti avevano ragione. Lui non giocherà di nuovo col fuoco, ma pagherà la
sua disobbedienza con alcuni giorni di sofferenza.
“Purtroppo, nel caso che ci riguarda, le conseguenze sono molto più serie
rispetto alla scottatura di un bambino. È la distruzione del tuo pianeta, che è
a rischio, senza una seconda possibilità se non poni la tua fiducia in coloro
che ti vogliono aiutare.
“È di nostro interesse vedere che i movimenti ecologici di recente
costituzione stanno guadagnando in popolarità e potere, e che i giovani della
Terra 'portano' altre persone sensibili con loro nella lotta contro
l'inquinamento.
“C'è una sola soluzione, come ha detto Arki: il raggruppamento degli
individui. Un gruppo è tanto potente quanto è grande. Quelli che tu chiami
conservatori stanno diventando sempre più forti e continueranno a farlo. Ma
è essenziale che la gente dimentichi il proprio odio, il risentimento, e
soprattutto le loro differenze politiche e razziali. Questo gruppo dev’essere
unito a livello internazionale, e non dirmi che è così difficile, perché esiste
già sulla Terra una organizzazione internazionale non-violenta e molto
grande: la Croce Rossa Internazionale, che sta funzionando efficacemente
da un bel po' di tempo.
È essenziale che questo gruppo ambientalista includa nei propri programmi
non solo la conservazione dell'ambiente dai danni diretti, ma anche dai
danni indiretti, come quelli che derivano dai fumi: fumi di scarico dei veicoli,
i fumi delle fabbriche, e così via.
“Anche le acque reflue delle grandi città e delle fabbriche, che sono trattate
chimicamente, sono nocive e vengono riversate nei sistemi fluviali e negli
oceani. L’inquinamento che proviene dagli Stati Uniti ha già causato la
sterilità di più di quaranta laghi in Canada a causa delle piogge acide che ha
provocato. La stessa cosa sta accadendo nel Nord Europa dovuta
all'inquinamento delle fabbriche Francesi e della Ruhr Tedesca.
“Veniamo ora ad un altro tipo di inquinamento che non è di poca
importanza, anche se la gente potrebbe facilmente evitarlo. Come ti disse il
grande Thaora, il rumore è un degli inquinanti più nocivi perché sconvolge i
tuoi elettroni e sbilancia il tuo corpo fisico. Non ti ho ancora parlato di questi
elettroni e vedo che non mi segui molto bene.
“Un normale corpo Astrale umano contiene circa quattro miliardi di triliardi di
elettroni. Questi elettroni hanno una durata di circa dieci miliardi di triliardi
dei tuoi anni. Furono creati al momento della creazione. Il tuo corpo Astrale
li contiene e, quando muori, il diciannove per cento si ricongiunge agli
elettroni dell’Universo, in base a quanto è richiesto dalla Natura per formare
un nuovo corpo o un nuovo albero o animale, e l'ottantuno per cento si
ricongiunge con il Sé Superiore.”
“Non ti seguo molto,” interruppi.
“Lo so, ma intendo aiutarti a capire. Un corpo Astrale non è proprio quello
che potresti chiamare un puro spirito. Sulla Terra, c’è la convinzione che lo
spirito è fatto di nulla. Questo è falso. Il corpo Astrale è composto di miliardi
di elettroni, che sposano esattamente la tua forma fisica. Ciascuno di questi
elettroni ha una ‘memoria’ e ciascuno è in grado di conservare tante
informazioni quante sono contenute in tutti i libri che riempiono gli scaffali
della libreria di una città media.
“Vedo che mi guardi con gli occhi sbarrati, ma è come dico. Queste
informazioni sono codificate, come in un microfilm contenente tutti i piani di
un impianto industriale che una spia sarebbe in grado di nascondere in un
gemello, anche se molto più miniaturizzati di quello. Alcuni fisici sulla Terra
sono consapevoli di questo fatto, ma il pubblico in generale non è stato
informato. Il tuo corpo Astrale trasmette e riceve messaggi per mezzo di
questi elettroni, attraverso il canale del tuo cervello, verso e da, il tuo Sé
Superiore. Le informazioni vengono trasmesse senza che tu ne sia
consapevole, grazie ad una corrente elettrica debole emessa dal tuo
cervello, in armonia con i tuoi elettroni.
“Dal momento che è il Sé Superiore ad aver inviato questo corpo Astrale nel
tuo corpo fisico, è nell'ordine naturale delle cose che il tuo Sé Superiore
riceva informazioni dal tuo corpo Astrale.
“Come tutte le cose elettroniche, il corpo Astrale, strumento del Sé
Superiore, è uno strumento ben delicato. Durante le ore di veglia, è in grado
di inviare messaggi di estrema urgenza al Sé Superiore, ma il Sé Superiore
cerca molto di più quello.
“Così, durante il sonno, il tuo corpo Astrale lascia il corpo fisico per riunirsi al
Sé Superiore, per trasmettere le informazioni richieste o ricevere
informazioni o ordini. Avete un vecchio modo di dire in Francese: 'la notte
porta consiglio'. Questo proverbio emerge da un’esperienza comune. Nel
corso degli anni, le persone notarono che, al risveglio la mattina, spesso
avevano le soluzioni ai loro problemi.
“A volte è così e a volte non lo è. Se la 'soluzione' sarà redditizia per il Sé
Superiore puoi essere certi che ti sarà data, se non lo sarà, aspetterai
invano.
“Ora, quelle persone che, attraverso esercizi molto avanzati e speciali, sono
in grado di staccare i propri corpi Astrali dal corpo fisico, saranno in grado di
vedere un sottile filo argenteo-azzurro, come quello che hai visto tu stesso,
che collega i loro corpi fisici e astrali. I loro corpi Astrali, allo stesso modo,
sono visibili per tutto il tempo che dura la separazione. Sono questi stessi
elettroni, che costituiscono il tuo corpo Astrale, che creano l'effetto visibile
del filo.
“Vedo che segui quello che sto dicendo e che hai capito. Lasciami concludere
spiegando i pericoli del rumore. Il rumore attacca direttamente gli elettroni
del tuo corpo Astrale creando parassiti, per usare un termine radiotelevisivo.
Se stai guardando uno schermo televisivo e noti diverse macchie bianche,
questa è l’indicazione che un ‘piccolo’ parassita è al lavoro. Allo stesso
modo, se qualcuno sta operando con uno strumento elettrico vicino a casa
tua, saranno prodotti parassiti di così grandi dimensioni sul tuo schermo da
distorcerne completamente l'immagine.
“La stessa cosa si verifica con il corpo Astrale, ma purtroppo non ne sarai
consapevole allo stesso modo in cui lo sei con uno schermo televisivo; ed è
molto peggio, dal momento che il rumore danneggia i tuo elettroni. Eppure
la gente dice: 'Oh, ci abituiamo ad esso’. Il tuo cervello è ‘teso’, per così
dire, e la tua psiche avvia i meccanismi di auto-difesa, ma non il corpo
Astrale; un parassita invade i suoi elettroni, il che, ovviamente, ha
conseguenze disastrose per il tuo Sé Superiore.
“I suoni che arrivano alle tue orecchie sono chiaramente molto importanti.
Un pezzo particolare di musica può elevarti ad uno stato di euforia, mentre
un altro pezzo, anche se molto carino, non avrà alcun effetto su di te o,
forse, ti irriterà. Fai un esperimento: prendi un pezzo che ti piace di musica
soffice di violino, pianoforte o flauto e suonala più forte che puoi. La
sofferenza ai tuoi timpani non sarà così grande come il disagio che sentirai
dentro. La maggior parte dei tuoi compagni esseri umani sulla Terra
considera l'inquinamento acustico di interesse trascurabile, ma il rumore del
tubo di scappamento di una motocicletta è da tre a quattro volte peggiore
dei vapori nocivi che scarica. Mentre i fumi influenzano la tua gola e i
polmoni, il rumore colpisce il tuo corpo Astrale.
“Tuttavia, nessuno è mai stato in grado di scattare una fotografia del tuo
corpo Astrale e, così, la gente non si preoccupa di esso!
“Poiché ai tuoi compagni terrestri piacciono le prove, lascia che considerino
questo: ci sono persone sulla Terra che sono sincere e affermano di aver
visto i fantasmi, non mi riferisco ai ciarlatani.
“Quello che hanno visto è in realtà il diciannove per cento degli elettroni che
non compongono il corpo Astrale. Questi elettroni si distaccano dal copro
fisico tre giorni dopo la sua morte. Infatti, come risultato di alcuni effetti di
elettricità statica, questi elettroni possono essere visti con la stessa forma
del corpo fisico. A volte, prima di essere riutilizzati dalla Natura, sono
'vaganti', ma anch’essi hanno memorie e ritornano ad 'infestare' i luoghi che
conoscevano, i luoghi che amavano o odiavano.”
“O odiavano?”
“Sì, ma tu dovresti scrivere non uno ma due libri, se dovessimo occuparci di
questo argomento.”
“Riesci a vedere nel mio futuro? Sicuramente lo puoi, dal momento che sei
in grado di fare cose molto più difficili.”
“Hai ragione. Abbiamo 'pre-visto' la tua intera vita, fino alla morte del tuo
attuale corpo fisico.”
“Quando morirò?”
“Tu sai benissimo che non te lo dirò, quindi perché me lo chiedi? È molto
dannoso conoscere il futuro e coloro a cui viene predetta la propria sorte
commettono un duplice errore. In primo luogo, il o la chiromante potrebbero
essere dei ciarlatani, e in secondo luogo, è contrario alla Natura sapere cosa
riserva il futuro, perché altrimenti, la conoscenza non sarebbe cancellata nel
'fiume dell'oblio'.”
“Molte persone credono nell'influenza delle stelle, e seguono i segni dello
Zodiaco. Cosa ne pensi di questo?”
A questo, Thao non rispose, ma sorrise...
L'intero viaggio di ritorno fu come lo era stato il primo. Non facemmo
fermate, ma fui in grado, ancora una volta, di ammirare i soli, le comete, i
pianeti ed i colori.
Quando chiesi a Thao se sarei stato riportato indietro ancora attraverso
l’universo parallelo, rispose affermativamente. Mi chiesi perché e lei spiegò
che era il modo migliore poiché significava che non dovevano confrontarsi con le reazioni dei testimoni.
Fui ri-depositato nel mio giardino esattamente nove giorni dopo averlo
lasciato e, ancora una volta, nel bel mezzo della notte.