La Prima Mossa

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•25ECONOMIA&FINANZAMERCOLEDÌ 22 FEBBRAIO 2012 IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE

LETAPPEPERAPRIREUN’AZIENDA

Dopo le eventuali autorizzazioni peravviare l’attività, bisogna iscriversi allaCamera di Commercio, all’Inps, all’Inail eaprire la partita Iva con un’unica domandaon line, attraverso il software ComUnica

In caso di uno studio di professionistiiscritti a un albo, andare dal notaio perl’atto costitutivo e lo statuto. Per leimprese individuali, rivolgersi al Suap(sportello unico attività produttive)

Analizzare il segmento di mercato in cui sivuole operare, guardare i dati e preparareun business plan. Esaminare i possibiliconcorrenti e le prospettive del comparto.Focalizzare lo studio sul territorio

Lemosseburocratiche

ALESSANDRO LORI, SOCIO DI KKT

«L’idea nata aMontrealOra cresce nell’incubatore»

Ecco i giovani che fecero l’impresaCome il sogno si trasforma in lavoro

Botteghe artigiane, start-up, aziende virtuali: tre storie toscane in vetrina

LAURA CONTEMORI ha 31anni. E’ una persona dallamarcata vena artistica. Lasua ‘Bottega Creativa’, a Pi-stoia, è un laboratorio-nego-zio, aperto nel luglio scorso,nel quale crea e vende pu-pazzi e abbigliamento perbambini. Come si legge sulsito internet, è «una verabottega artigianale dove dalniente si creano emozioni».Com’è nata l’idea diaprire un’attività?

«Ho iniziato a cucire pupaz-zi per mio figlio, che oggiha 5 anni. Volevo realizzaredegli oggetti particolari. E’partito tutto come un hob-by. Ho visto che le cose checreavo erano apprezzate dal-lemie amiche.Facevo il gra-fico pubblicitario, ma conla crisi il lavoro non c’era.Un giorno ho visto il fondonel quale ho creato ilmio la-boratorio. Me lo sono im-maginato già arredato, è sta-to un attimo: hodeciso di li-cenziarmi e di cambiare la-voro».Come ha fatto fronteall’investimento inizia-le?

«Houtilizzato unaparte del-la liquidazione. Le spesenon sono statemolte. Tuttoquello che c’è in negozio èfatto da me».

Quanto tempoc’èvolu-to per avviare l’impre-sa?

«Poco. In duemesi ho aper-to. A giugno ho visto il fon-do, a luglio è iniziata la mianuova avventura».Quali difficoltà ha in-contrato?

«In realtà non ho dovuto af-frontare grossi problemi».Chi o cosa ti è stato piùutile nella fase di startup?

«Sicuramente essere iscrit-ta a un’associazione di cate-goria. La Cna mi ha datouna grossa mano nella faseiniziale, sbrigando al postomio tutte le pratiche buro-cratiche».I prossimi obiettivi?

«Nonne ho idea. Sonomol-to creativa, non penso mol-to al lato commerciale. Pro-babilmente sono un po’ in-cosciente. Non sono proiet-tata verso il futuro. Penso alpresente, cercando di far co-noscere alla gente gli ogget-ti che realizzo. Non facciograndi piani pluriennali.La mia attività, nonostantela crisi, sta andando bene ela mia più grande soddisfa-zione è vedere che ciò chefaccio piace agli altri».

mo.pi.

Lasceltadel settore Le iscrizioni

FORNIRE consulenze eprodotti software tecnologi-camente avanzati in gradodimigliorare le performan-ce di aziende ed enti. Eccol’obiettivo dello spin offKkt, che ha sede all’inter-nodell’Incubatore dell’uni-versità di Firenze, Ne par-liamo con uno dei tre soci,l’ingegner Alessandro Lo-ri, 30 anni.Com’è nata l’idea?

«Tutto è iniziato 5 anni fa.Io e Mirko Maischberger,soci dello spin off insiemeal professor Fabio Schoen,cullavamo il sogno di crea-re un’azienda di questo ti-po. In seguito, gli studi han-no portatome nella SiliconValley eMirko aMontreal.E proprio a Montreal pen-sammo che le nostre alter-native eranodue: o rimane-re all’estero oppure tornarea casa per sviluppare l’ideache ci frullava nella testa.Haprevalso la seconda ipo-tesi».Comeèpartito l’investi-mento iniziale?

«Abbiamo buttatonell’azienda tutti i nostri ri-sparmi, tra anni di dottora-to e consulenze aziendali.L’investimento complessi-vo è stato di 21mila euro».Quanto tempoc’èvolu-to per avviare l’impre-

sa?«Poco, i tempi tecnici. Eral’ottobre 2010 quando perla prima volta siamo andatiall’Incubatore. Abbiamofatto unmaster in Businessadministration. E poi ci so-no stati messi a disposizio-ne dei consulenti, che cihanno aiutato a stilare unbusiness plan. A luglio2011 siamo andati dal nota-io. E abbiamo costituito lasocietà».Quali difficoltà hai in-contrato?

«La difficoltà maggiore èrappresentata dal cambiodi mentalità. Da ricercato-ri ci siamo trasformati inimprenditori. Se prima ra-gionavamo sui numeri,adesso dobbiamo farlo inun’ottica aziendale».Chi o cosa vi è stato piùutile nella fase di startup?

«La fase di ‘pre-incubazio-ne’ è stata fondamentale. Èstato lì che ci hanno apertogli occhi sulla programma-zione dell’attività».I prossimi obiettivi?

«Vogliamo arrivare ad esse-re un’azienda stabile perpoi espanderci ancheall’estero.Usciremodall’In-cubatore, cercheremo unasede a Firenze».

Elettra Gullè

LAURA CONTEMORI, «BOTTEGA CREATIVA»

«Dai pupazzi permio figlioalla vendita di emozioni»

UNO DEI loro lavori piùcreativi è stato quello diriempire Montelupo Fio-rentino di cappelli per pro-muovere un parrucchieredella zona. Isabella Cambied Elisa Barbieri sono duegiovani consulenti di co-municazione strategica,che insieme arrivano a 61anni di età. Il loro originaleChocolate Factory studio(www.chocolatefactorystu-dio.com) è on-the-go. Nonesiste una sede fisica. Sonoloro che vanno «dove è ne-cessario». Hanno clienti intutta Italia.Com’è nata la vostraidea?

«Ai tempi dell’università.Eravamo compagne di stu-dio a Perugia e avevamounsogno nel cassetto: aprireun’attività tutta nostra. Co-sì, una volta laureate, abbia-mo proseguito gli studiall’estero e ci siamo ritrova-te per avviare l’attività».Come avete fatto fron-te all’investimento ini-ziale?

«Abbiamo cercato di ridur-re il più possibile i costi.Nienteufficio e niente viag-gi in prima classe. Poi, ilfatto che tutte le spese era-nodivise ametà ci ha aiuta-to molto. Anche oggi non

abbiamo una sede e dun-quenon paghiamoun affit-to. Lo studio è il nostrocomputer portatile».Quanto tempoc’èvolu-to per avviare l’impre-sa?

«Circa 6-7 mesi. Ci siamoprese un po’ di tempo percapire come posizionarcisul mercato a livello di co-municazione, abbiamo va-lutato quello che facevano inostri concorrenti e ci sia-mo costruite la nostra iden-tità: il nome, quali servizioffrire, quindi il sito inter-net, i biglietti da visita, lacarta intestata e l’aperturadella partita iva…»Qualidifficoltàavete in-contrato?

«La mentalità italiana.L’essere giovani spesso è si-nonimo di inaffidabilitàpiuttosto che di novità».Chi o cosa vi è stato piùutile nella fase di startup?

«Il nostro sostegno recipro-co.Neimomenti di difficol-tà è stato fondamentale so-stenersi a vicenda».I prossimi obiettivi?

«Avendo un backgroundinternazionale, vorremmoriuscire ad uscire dai confi-ni italiani».

mo.pi.

NONÈVERO che non vogliono lavorare,che cercano il posto fisso e non amanorischiare. Ci sono generazioni di giova-ni che non si perdono un bando di con-corso, un’occasione di finanziamento,uno stage in grandi o piccole aziende,

un contributo per avviare un’attività.E’ la «meglio gioventù» e non è certouna prerogativa solo toscana o dell’Ita-lia di Mezzo. Ma è quella che noi voglia-mo far salire alla ribalta, additare comebuon esempio, esaltare per farla diven-

tare un modello da seguire.Tutte le settimane cercheremo storie digiovani che hanno fatto l’impresa, chesi sono affrancati da qualunque etichet-ta offensiva, frutto dell’eloquio di un mi-nistro o della fantasia di un regista, e

che hanno dimostrato di poter fare affa-ri. O crearsi un lavoro in proprio, senzaaspettare segnali dal cielo o da qualcunaltro. Sono tanti i giovani imprenditori,molti self-made young. E un bel pezzodi futuro è loro.

ISABELLA CAMBI E ELISA BARBIERI

La fabbrica del cioccolatoche va dove c’è il cliente

Raccontateci la vostra storia di giovani imprenditori.Scrivete a: [email protected]

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•31ECONOMIA&FINANZAMERCOLEDÌ 29 FEBBRAIO 2012 IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE

LASOCIETA’ PIU’ SEMPLICE

Il Conservatore del registro delle impresedella Camera di Commercio consiglia diaspettare la conversione del decreto primadi costituire questo tipo di società. Ci si puòrivolgere agli uffici per avere informazioni

Il decreto non è stato ancora convertito, staterminando l’iter in commissione alSenato, poi ci sarà il voto in aula. Ultimamodifica, l’atto costitutivo della ssrl saràautenticato a costo zero dal notaio

Con le norme sulle liberalizzazioni i giovaniunder 35 possono costituire una srlsemplificata con il capitale minimo di 1euro, anzichè di 10mila euro, sommaminima prevista dal codice civile finora

Achepuntosiamo

ANDREAGUAZZORA, THUS

«Con i led al fosforoho acceso ilmio futuro»

L’attimo fuggente dei giovani imprenditori«Bisogna cogliere al volo ogni occasione»Dai contributi per aprire ai corner virtuali, come avere certezza del domani

Lanovitàdel decreto

Lisa Ciardi

ANTICIPARE le tendenzenel mercato e credere inun’idea. È il segreto di chivuole mettersi in proprio esicuramente quello diFran-cesca Bianchi, 29 anni, sar-ta e stilista di Scandicci(Fi), che dopo aver perso ilposto sicuro si è inventataun lavoro, captandounado-manda in aumento, quelladi abiti da sposa low cost.Potendo contare su unaprofessionalità da spende-re e avendo notato la cre-scente richiesta di matri-moni a prezzi ridotti, Fran-cesca ha creato un negoziodi abiti on line, DivaMara-buSposaFirenze.com e unsito di consigli per chi vuo-le un matrimonio a prezziaccessibili labitofalasposa.blogspot.com.«Tutto è nato dopo unperi-odo di lavoro come dipen-dente in due grandi mar-chi di abbigliamento - rac-conta -. Credevo sarebbestata la mia strada, ma acausa della crisi mi sono ri-trovata a casa. Era il 2010 ead aggravare la situazionec’era il matrimonio immi-nente conmiomarito». So-lo due possibilità: andare

avanti e affrontare le spesedella cerimonia nonostan-te le ristrettezze o non far-ne di nulla. Ma Francescaha intuito una terza via:«Ci siamo immersi nell’uni-verso dei matrimoni lowcost - racconta - e su Inter-net ho scoperto unmondo.Per il vestito, in particola-re, nei negozi normali eraimpossibile trovare qualco-sa amenodimille euro.Al-la fine, ho conosciuto la ti-tolare di una sartoria diBo-logna, Caterina, che oltre afarmi un vestito bellissi-mo,miha incoraggiato a se-guire la sua strada». È natocosì il negozio virtuale diFrancesca. «In due anni,ho servito decine di ragaz-ze dalla Toscana e da altreregioni che continuano aportarmi le amiche.Rispar-mio sull’assenza di speseper il negozio. Ci si sente,ci si scrive e si fanno pocheprove. Per gli accessori poi,occorre usare quelli che hosul momento, altrimenti ilprezzo sale». Stando a que-ste regole, un abito diFran-cesca costa in media dai650 agli 850 euro. «Oggimisento realizzata perché fac-cio il lavoro che amo allemie regole». Non tutto ilmale viene per nuocere.

Achi rivolgersi

PER AVVIARE un’impresaservono un po’ di soldi da in-vestire. Ma perché tutto quelche si tocca diventi oro, oc-corre essere dotati di genio edi un pizzico di follia. Loconferma la storia di AndreaGuazzora, 40 anni, origina-rio di Schio, astrofisico con ilpallino dei led. Una passioneche lo ha portato a sviluppa-re una nuova tecnologia, iled a fosforo remoto, di pro-prietà di Thus Italia, aziendadiAltopascio, della quale è ti-tolare dallo scorso settembre.Com’è nata l’idea?

«Mi sonooccupato di opotoe-lettronica e led a partire dal2003, prima come dipenden-te, poi come consulente e infi-ne come imprenditore, fon-dando una società produttri-ce di lampioni stradali a led aPadova, e poi rilevando laThus».Come ha fatto fronteall’investimento inizia-le?

«La prima società a Padova èstata costituita con un pooldi investitori, per questa hofatto tutto da solo».Quanto tempo c’è volu-to?

«Nonmolto: 5mesi,ma è be-ne precisare che per la Thussi tratta di un re-avviamento,in quanto l’impresa esistevagià».

Qualidifficoltàha incon-trato?

«La maggiore è la crisi delsettoredel lighting, che sta at-tanagliando tutta Europa».Chio cosaèstatopiùuti-le nella fasedi start up?

«L’esperienza padovana nelsettore è stata la palestra ne-cessaria, che ha messo in lu-ce la validità delle mie intui-zioni e la bontà della tecnolo-gia».Che cos’è il leda fosfororemoto?

«E’ un led tradizionale, dalquale viene separato lo stratodi fosforo che normalmentegli viene steso sopra, renden-do il nuovo sistema costitui-to da due moduli spaziati inaria: il led genetico, senza fo-sfori a contatto, e un suppor-to esteso quale vetro o poli-carbonato contenente appun-to i fosfori. Con questo siste-ma si produce una sorgentedi luce assolutamente nuovae mai vista prima nel merca-to dell’illuminazione».I prossimi obiettivi?

«Raddoppio del fatturato2011, ampliamento gammaprodotti, avvio della retecommerciale internazionalee di un paio di importantipartnership».

mo.pi.

GIACOMOARZELA’, POLAB

«Lamia sfida?Averele antenne dritte sulmondo»

COGLIERE l’attimo, sfruttare ogni oc-casione, seguendo il consiglio di Orazioe di Lorenzo il Magnifico. E’ il distillatofilosofico che sta dietro a tutte le storieche sono arrivate alla nostra e-mail, rac-contate da lettori, da associazioni di ca-

tegoria, da giovani imprenditori. Sepol-te le speranze del posto fisso sotto la la-pide di una crisi pesante e di nuove nor-me sul lavoro, invece di restare precaria vita, i giovani, non solo toscani, cerca-no di carpire qualunque chance si pari

loro davanti per far germogliare un’ideae per ampliare l’orizzonte del proprio fu-turo. Ognuna di queste avventure im-prenditoriali, coronate o meno da suc-cessi di fatturati, comincia con la consa-pevolezza che nulla sarà più regalato.

Bandi pubblici per contributi ad aprireaziende, spin off universitari, corner vir-tuali o no dove lanciare prodotti scoper-ti o sperimentati: questo lo spaccato diuna «meglio gioventù» che vuole realiz-zare la sua impresa: lavorare.

Raccontate la vostra storia di giovani imprenditoriScrivete a: [email protected]

TommasoMassei· CASCINA

A31ANNI si è caricato sul-le spalle una responsabili-tà non da poco: diventaresocio dell’unica società pri-vata in Italia a realizzareper le pubbliche ammini-strazioni (fino ad oggi 400Comuni e 14 Regioni) ipiani per la localizzazionedelle antenne di telefonia.In Polab – nata come spin-off del Polo Tecnologicodi Navacchio – GiacomoArzelà, 31 anni, è entratocome stagista. Ma poi nonsi è fatto scappare l’oppor-tunità, insieme a MatteoCitti di entrare in societàcoi fondatori Alfio Turcoe Benedetto Michelozzi.«Un posto fisso in Italianon è una garanzia sul fu-turo. Entrare come sociodell’impresa per cui lavora-vo vuol dire impegnarsi af-finché cresca.E’ una cresci-ta personale e professiona-le che non ha paragoni eche altri giovani dovrebbe-ro vedere come opportuni-tà».Come è nata l’idea didiventare imprendito-re?

L’opportunità di prosegui-re più dall’interno un pro-getto nato circa diecianni prima, mi è sem-brata una stimolantesfida. Non sapendose potesse ricapi-tarmi una stessaopportunità,l’ho colta coninevitabile ti-more ma an-che con enor-me entusiasmo.

Che difficoltà hai in-contrato?Chi ti haaiu-tato?

Cambia la prospettiva, mal’essere già inserito in unteam di lavoro collaudato,ha permesso di non trovar-ci impreparati. Da dipen-dente le responsabilità edil peso delle scelte sono emeno pesanti, mentre unagestione richiede cono-scenze e tempipiù articola-ti. L’essere insediati all’in-terno del Polo Tecnologi-co di Navacchio, inoltre,ci ha senza dubbio favori-to.I prossimi obiettivi?

Consolidare la posizionedi leader nazionale nel no-stro settore. Le tecnologiee la normativa sono in rapi-da evoluzione: ne è unesempio la legge toscanache indica ai Comuni itempi e le procedure per re-digere i Piani delle anten-ne. E poi sono in cantierealtre iniziative, tra cui unprossimo brevetto su uno

strumento anco-ra non presen-te sul merca-to.

FRANCESCA BIANCHI, SCANDICCI

«Abiti da sposa lowcostIlmatrimonionon è un lusso»

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•23ECONOMIA&FINANZAMERCOLEDÌ 7 MARZO 2012 IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE

I BANDI PERAPRIREUN’IMPRESA

Per partecipare alla graduatoria sui fondidisponibili, la domanda per il PacchettoGiovani («Domanda di aiuto») deve esserepresentata via web entro le 13 del 31marzo. Informazioni su www.giovanisi.it.

Per accedere al premio il giovane deveavere tra i 18 e i 40 anni, deve insediarsiper la prima volta a capo di un’aziendaagricola e deve ottenere la qualifica diimprenditore agricolo professionale.

I giovani che hanno intenzione di iniziareun’attività imprenditoriale in Toscanapossono usufruire di un premio di primoinsediamento, che va dai 20.000 ai 40.000euro secondo l’importo degli investimenti

I requisiti

IL SONDAGGIO

Ente pubblico o società privatapurché ci sia la busta paga

Amicizie e fortuna, i segreti per il futuroI giovani sognano ancora il posto fissoSondaggio Demopolis-La Nazione sul lavoro ai tempi della crisi

I contributi di avviamento

Johara Camilletti

DEIANIRA Rosamilia, diFucecchio, ha 26 anni edogni settimana il suo ban-co itinerante di prodotti ti-pici toscani la porta sullepiazze di tutta Italia. Così,grazie ad un’attività eredi-tata dai genitori ed un piz-zico d’inventiva questa gio-vaneha reinventato unme-stiere.Comeè nata la tua atti-vità?E’ il lavoro chehaisempre voluto fare?

«Ho studiato per diventareragioniera e dopo il diplo-ma ho lavorato quattro an-ni nel settore; tuttavia ilmio lavoro non mi davasoddisfazioni perché senti-vo il bisogno di un contat-to umanomaggiore. A queitempi aiutavo imiei genito-ri con il loro furgone chevendeva hot dog e patatineprevalentemente fuori da-gli stadi. Navigando su in-ternet ho notato la grandequantità di fiere di prodot-ti tipici delle varie regioni:così è nato il banco «Tenta-zioni toscane». Ho apertouna partita Iva tuttamia edho ampliato l’attività fami-liare».

Quali sono gli orari deltuomestiere?

«Lavoro tre giorni a setti-mana (venerdì, sabato e do-menica) ed nei giorni di fe-sta dalle 7 di mattina alle 8di sera. Il sacrificiomaggio-re è lo spostamento: a voltearrivo a percorrere 500 kmper partecipare ad una fie-ra. Durante la settimanami occupo di ordinare lamerce: noi acquistiamo di-rettamente dal produttoree vogliamo la garanzia chei maiali siano nati, cresciu-ti e lavorati in Italia».Quali prodotti sonomaggiormenteapprez-zati?

«Finocchiona, porchetta,pane toscano, salame e pro-sciutto salato vanno a ruba.Vendiamo anche Chianti,Brunello, Vin santo, riccia-relli e panforte. I nostri pro-dotti sonomolto amati nel-le altre regioni, soprattuttoinLiguria. Inoltre di noi to-scani vengono apprezzatisoprattutto la simpatia edil calore, calore che perso-nalmente nonho perso gra-zie a questo mestiere chemi mette in contatto con ilpubblico e chemi ha dona-to nuovo entusiasmo».

Come faredomanda

NAVIGANTI senza timone al-la ricerca di un posto di lavo-ro. E’ la fotografia della situa-zione in cui si trovano i gio-vani toscani, come appare daun sondaggio dell’IstitutoDemopolis tra i lettori under40deLaNazione.Lanecessi-tà di orientamento e informa-zione è il primo dato cheemerge: il 66% degli intervi-stati ha confessato di non co-noscere i settori con maggio-ri possibilità di inserimentolavorativonella propria regio-ne.Al classico passaparola, chesi conferma come principalestrumentodi ricercadi unpo-sto, se ne affiancano di nuo-vi.Non sempre ortodossi, tral’altro, perché oltre all’inviodei curricula, l’iscrizione aicentri per l’impiego e la ricer-ca attraverso la rete internet,nelle credenze dei ragazzi ser-ve altro per inserirsi presto ebene nel mondo del lavoro.

OLTRE un intervistato sudue ha infatti confessato dicontare sull’appoggio di ami-cizie e conoscenze, a discapi-to della fiducia che una voltasi riponeva più volentieri neipercorsi di stage e nei servizidi orientamento proposti dascuole e università. I numeriparlano chiaro: il 70% dei

giovani che hanno partecipa-to al sondaggio concordanosul fatto che serva conoscerepersone che contano, o gode-re di un appoggio politico.Solo in seconda battuta arri-vano la fortuna (51% di cita-zioni) e l’appoggio familiare(31%). Purtroppo in questomomento storico, è indub-bio che nell’immaginario col-lettivo le virtù del merito ab-biano la peggio. Nonostantetutte le parole spese e gli sfor-zi veri o presunti del Gover-no per riqualificarle. Infatti,il 45% degli intervistati, me-no di 1 su 2, sostiene che ser-va essere preparati professio-nalmente e culturalmente.

IL POSTO FISSO rimane co-munque una priorità, forseproprio per le difficoltà chesi percepiscononella realizza-zione occupazionale. Secon-do l’indagine di Demopolis,solo il 18% dei giovani chehanno partecipato al sondag-gio preferirebbero lavorareinproprio,mentre il 42%vor-rebbe lavorare alle dipenden-ze nel settore pubblico e il35% nel comparto privato,ma sempre alle dipendenze.Il sondaggio conferma unavolta di più quanto sia diffici-le oggi trovare la bussola escegliere la strada da percor-rere in tempi di precarietà.

GIULIA BIAGI E BRUNA BERTACCINI

«Valmondà le pagellea dieci università italiane»

L’ITALIA del 2012 non sembra essereun Paese per giovani. La transizione ver-so il mondo adulto, trovare un impiego,realizzarsi nella vita, di questi tempi èun cimento non privo di ostacoli. L’in-dagine condotta dall’Istituto Nazionale

di Ricerche Demopolis fra i giovani let-tori under 40 del quotidiano online “la-Nazione.it” lo racconta. L’indagine de-moscopica, diretta da Pietro Vento conla collaborazione di Maria Sabrina Tito-ne e Giusy Montalbano, è stato realizza-

ta da Demopolis in esclusiva per La Na-zione. I dati sono stati rilevati in un son-daggio condotto - dal 22 febbraio al 4marzo 2012 - con metodologia cawi tra igiovani navigatori del sito lanazione.it.Al campione demoscopico in rientro

(860 giovani di età compresa tra i 18 ed i39 anni) è stata applicata una pondera-zione sulle variabili di quota in relazio-ne al genere, alla fascia di età ed all’areadi residenza. Supervisione della rileva-zione online di Marco Tabacchi.

Raccontate la vostra storia di giovani imprenditoriScrivete a: [email protected]

Elettra Gullè· FIRENZE

UN’AZIENDA nata per ri-chiesta del mercato. È ori-ginale la storia di ValmonSrl, spin-off dell’Universi-tà di Firenze che sviluppa,produce e commercializzasistemi informativi statisti-ci di supporto alla valuta-zione e al monitoraggiodelle politiche accademi-che. Valmon è nata tre an-ni fa dal gruppo di ricercad’Ateneo, che fa parte deldipartimento di statistica.«In un secondo momentoè stato avviato l’iter per ilriconoscimento comespin-off universitario»,spiegano Giulia Biagi,27enne dottoranda, e il ri-cercatore Bruno Bertacci-ni. Valmon, oltre ad offri-re collaborazioni agli stu-denti e ai dottori di ricer-ca, dà lavoro a tre persone.Com’è nata l’idea?

Ci si rese presto conto cheper il dialogo con il mon-do esterno era necessariocostituire una società. Diqui l’ideadella Srl, che ope-ra da tre anni conbuoni ri-sultati.Comeavete fatto fron-te all’investimento ini-ziale?

«Non c’è stato un investi-mento iniziale; la socie-tà è nata dalle richiestedel mercato. È statograzie alle prime com-messe che abbiamopo-tuto investirenell’azienda».Quanto tempo c’èvoluto per avviarel’impresa?

Le richieste daparte delleaziende e de-gli Atenei so-no arrivatein gran nu-mero, e tut-

te insieme. Nel 2007 nonavevamo scelta: o diceva-mo di no, oppure fondava-mo l’impresa».Quali difficoltà aveteincontrato?

Nessuna. Abbiamo la for-tuna di poter trasferireall’esterno il nostro knowhow universitario.I vostri progetti?

Il nostro fiore all’occhielloè il sistema informativostatistico per la valutazio-ne della didattica, utilizza-to in dieci Atenei, che per-mette di elaborare automa-ticamente i questionarielettronici degli studenti.Stiamopoi cercandodi dif-fondere il nostro sistemadi erogazione dei test d’ac-cesso, che quest’anno ver-rà utilizzato anche perun’attività di orientamen-to degli studenti di alcuniistituti superiori di Firen-ze. Abbiamo sviluppatoun sistema informativo sta-tistico per la direzione ab-bonamenti Rai».L’Ateneo cosa ci gua-dagna?

«Partecipa agli eventualiutili. Epoi godedelle licen-ze gratuite per l’accesso atutti i nostri sistemi infor-mativi».

DEIANIRA ROSAMILIA, FUCECCHIO

«Dalla partita doppia alle fierePorto in giro i sapori toscani»

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•27ECONOMIA&FINANZAMERCOLEDÌ 14 MARZO 2012 IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE

IDEA: E SEAPRISSI UNAFARMACIA?

Non si sa quando usciranno i concorsiper l’assegnazione delle aperture.Dall’entrata in vigore della legge leregioni dovranno provvedere entro120 giorni all’emissione dei bandi

Tra farmaci e attrezzature ladotazione iniziale deve essere di circa250mila euro. Alla cifra vanno aggiuntii costi di locazione. I giovani laureatisenza aiuti familiari sono penalizzati

Saranno 142 le nuove farmacie daaprire in Toscana, in 80 Comuni. Aibandi per le nuove licenze potrannopartecipare solo singoli farmacistiiscritti all’albo, da soli o in due

I bandiL’investimento

LABORATORIOGINISKI, FIRENZE

«Siamo tre liutai moderniche lavorano con la musica»

La fantasia della generazione 2.0Vecchi mestieri rivisitati con Internet

Checosadice il decreto

UN’AVVENTURA low cost.È questa la chiave del suc-cesso del parco divertimen-ti «Saltalbero», giovane ebella realtà nel comune diRapolano Terme, in pro-vincia di Siena, nata nel2009 dall’idea di tre amici.Marco, Benedetta e Filip-po, di ritorno da una gitain un parco negli Appeninisi sono interrogati sul desti-no di una loro azienda agri-cola che stentava il passoma che aveva spazi inutiliz-zati (20 ettari di bosco).Marco Meniconi, agrono-mo, racconta così la genesidi una sfida alla crisi cheha le carte in regola per vin-cere: «L’agricoltura non at-traversa un momento feli-ce, per cui destinammo lospazio verde che nonutiliz-zavamo, a ospitare questaavventura. Vogliamo ren-dere le due attività comple-mentari: ci piacerebbe au-toapprovvigionare il no-stro ristorante coi prodottidell’orto biodinamico».Dall’ispirazione all’inau-gurazione, quanto tem-po è passato?«In tutto un anno tra auto-rizzazioni, labirinti buro-cratici e rapporti con lebanche, anche se il Comu-ne di Rapolano ha collabo-rato e ci ha sostenuto».

Quali attività si possonosvolgere da voi?«Unmix di avventura e di-dattica: da noi oltre a sen-tirsi un po’ Indiana Jonesnei 7 percorsi acrobatici, siimpara a conoscere il bo-sco. Quest’anno organizze-remo campi estivi e ci pia-cerebbe coinvolgere lescuole. C’è uno spazio pereventi e musica dal vivo,abbiamo campi da calcettoe beach volley, e allestiamoiniziative equestri. Siamo iprimi nella zona delle Cre-te ad essere partiti con unprogetto simile e aspettia-mo la concorrenza».Saltalberoèunnomecu-rioso, una trovatapubbli-citaria?«In effetti il nome resta su-bito in mente. Quanto allanostra campagna di comu-nicazione passa anche e so-prattutto dal web, nono-stante il passaparola servaancoramolto più di quantosi possa credere. Abbiamouna pagina su Facebook(‘Saltalbero’) e un sito(www.saltalbero.it). Il no-stro è un prodotto scaccia-crisi: per venire qui si spen-de meno che ad andare almare nel weekend. Moltiquest’anno ci hannopensa-to, anche turisti stranieri».

Irene Carlotta Cicora

Luca, agricoltore di 22 anni: «Il premio giovani è una beffa»

Raccontate la vostra storia di giovani imprenditoriScrivete a: [email protected]

ELISA,MAMMA SUL WEB

«Fiorentini si cresceanche grazie alla rete»

· FIRENZE

LORENZOGianneschi, Clau-dio Di Marco e Alberto Ro-sin. Sono loro i tre «liutaimo-derni», come amano definir-si, che riparano, costruisco-no e restaurano strumentimusicali a plettro. Il loro la-boratorio professionale, pre-miato dalla Salvatore Ferra-gamo quale ‘artigianato arti-stico d’eccellenza’, si chiamaGiniski ed è a Firenze.Com’è nata la vostraidea?

«Come spesso accade l’ideanasce da un bisogno e, nellapiù classica tradizione arti-gianale fiorentina, adunbiso-gno si deve dare soluzione.Ma non ci si sveglia la matti-na e si decide di fare questolavoro; lo si costruisce annoper anno, competenza percompetenza».Come avete fatto fronteall’investimento inizia-le?

«Siamo stati cauti, ma ci ab-biamomesso tutto ciò che po-tevamo. Questo è un lavorostrettamente legato a noi stes-si e non si finiscemai di inve-stire in se stessi».Quanto tempo c’è volu-to per avviare l’impre-sa?

«Burocraticamente parlandola cosa è breve, anche perchésiamo cresciuti a stadi, dallaprima partita Iva a vari rias-setti societari. Questo è un la-

voro artigianale che crescecon le richieste dei clienti.L’avviamento, inteso comeesperienza imprenditoriale,si può valutare in un’incuba-zione di 10 anni».Quali difficoltà avete in-contrato?

«La più grande è culturale.In Italia, paese di melomani,lamusica da un lato è un lus-so non sempre facilmente ac-cessibile, dall’altronon è con-siderato un lavoro, ma unhobby.A chi è nel campodel-la musica viene sempre chie-sto “si, ma che lavoro fai ?”.Una difficoltà pratica ed eco-nomicamente gravosa, inve-ce, è l’abbondanza di ‘im-provvisati’ che, senza alcunafiscalità artigianale, né tantomeno esperienza, arrotonda-no il loro vero stipendio».Cosaèstatopiùutilenel-la fase di start up?

«Una sana incoscienza giova-nile. Le nostre famiglie checi hanno supportato e soppor-tato. L’ambiente fiorentino.La fortuna di alcuni insegna-ti illuminati che ci vedevanocome persone che cercavanounmodo di esprimersi attra-verso una delle arti più uni-versali».I prossimi obiettivi?

«Ampliare la gamma di pro-dotti offerti emagari raggiun-gere il più ambizioso obietti-vo per una piccola ditta:l’estero».

Monica Pieraccini

Lavoro, le «ricette»dei giovani contro lacrisi. Le nostre storiesono anche sul web.Racconta la tua.Clicca su

www.lanazione.it

«SECONDO me il premio giovani è unatruffa. Mi sono iscritto nei coltivatori di-retti il primo gennaio 2010, ho fatto do-manda per il premio giovani presso lacoldiretti di Pescia, pagando fattura allamano 180 euro più 181 euro d’iscrizione

agli imprenditori agricoli. Sono stato ingraduatoria per quasi 2 anni, pochi gior-ni fa mi è stato detto che sono fuori pre-mio». E’ la lettera che Luca Martini, 22anni, agricoltore di Pescia, scrive dopola presentazione del «premio giovani»

voluto dalla Regione. «Le mando il bi-lancio entrate e uscite del 2010. Olio pro-dotto 420 kg per 9 euro, 3780 euro. Paga-to frantoio 480 euro. benzina e gasolio330 euro; contributi Inps 2200 euro; con-cimi 350 euro; rame 80 euro;riparazione

tagliaerba 85 euro; attrezzi da lavoro 80euro; tassa Camera di commercio 80 eu-ro; sindacato coldiretti 361 euro. Perdi-ta totale, 266 euro. Da mangiare me lodà la mia famiglia, tutte le settimane ilmio babbo mi dà la paghetta».

ONLINE

MARCO MENICONI, ‘SALTALBERO’

«Il bosco diventa un parcoUn’avventura per tutti»

· FIRENZE

DIVENTAREmammaspes-so significa rinunciare alleambizioni professionali, avolte perdere il lavoro. Mac’è chi riesce a fare di que-sto momento della vitauno stimolo per una nuo-va attività. Elisa Staderiniha 35 anni ed è mamma diTeseo. «Prima della gravi-danza lavoravo come arre-datrice in uno studio di ar-chitettura – racconta - maho perso il lavoro perchésono diventata mamma.Per una donna con prole ècomplicato trovare unanuova occupazione. Co-minciai a ‘dare di matto’in casa tra pannolini, puli-zie e cucina. Cercai qual-che iniziativa dove portaremio figlio che andasse ol-tre i soliti giardini, ma eradifficile avere notizie».Alla fine dell’estate ebbel’idea: creare un sito dedi-cato alle iniziative di Fi-renze e dintorni per i piùpiccoli. Con l’aiuto delma-rito informatico ha creatoil portale Fiorentinisicre-sce.it. «Un’iniziativa – spie-ga – nata dall’esigenza miacome mamma, ma che hareso felici molti genitori».Il cuore del progetto sonole attività delle ludoteche,le feste in piazza, i musei ei teatri per bambini, le bi-bliotechededicate ai ragaz-zi. Ci sono rubriche curateda esperti come il pedago-gista, la psicologa, la logo-pedista, il pediatra, il gine-cologo, la consulente peri-natale per chiarire i dubbisu come crescere bene ilproprio piccolo o come vi-vere al meglio la gravidan-za. «Abbiamoanche inseri-to gli annunci per la tataideale, servizi utili, l’elen-co dei centri commercialie i ristoranti provvisti dispazi gioco, nursery e me-

nu per bambini, ma anchefumetti inediti e disegnida stampare e colorare, fa-vole e ricette scritte su mi-sura per piccoli cuochi».Da Firenze, le segnalazio-ni si sono allargate a tuttala Toscana.

CISONVOLUTI 5mesiper-ché l’idea diventasse real-tà. I costi sonoper lo più re-lativi all’hosting e alle bol-lette, sfruttando per il por-tale soluzione informaticaregalata dal marito che sioccupa di quesgto settore.«Ma il prezzo maggiore èl’impegno quotidiano:ogni mattina fino alle 14,orario in cui Teseo esce dascuola, e poi dopo cena». Inumeri delle visite sono increscita: 19 mila al mese e1500 iscritti alla newslet-ter gratuita. I primi guada-gni sono già arrivati: «Nel2011 ho fatto 7900 euro difatturato, ma tolte le tassea me son rimasti meno di4000 euro in un anno».Spesso le viene offertoscambio merci al posto disoldi. «Sono comunquemolto soddisfatta e speroquanto prima di poterprendere qualcuno che miaiuti nel lavoro».

Manuela Plastina

Page 6: La Prima Mossa

• 20 CRONACHE IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE MERCOLEDÌ 21 MARZO 2012

CHI PUO’ FINANZIARELAMIA IDEA?

Il soggetto attuatore è FidiToscana. Lasocietà ha creato Fidi Toscana Giovani, ladomanda va inviata ai soggetti finanziatorie a Fidi Toscana, secondo il modellodisponibile su www.fiditoscanagiovani.it

Possono accedere alle agevolazioni piccoleemedie imprese con sede legale inToscana, iscritte al registro. Le impresedevono essere costituite da giovani «under40», donne, lavoratori in mobilità o cassa.

Garanzie su finanziamenti e operazioni dileasing fino a unmassimo di 250mila euroe durata massima del finanziamento di 15anni, contributo al taglio degli interessi,assunzione di partecipazioni di minoranza.

I requisiti

SUPERDUPERHATS, FIRENZE

«Abbiamo tirato fuoriun’impresadai cappelli»

L’artigianato è il settore rifugioper chi è in cerca di nuove strade

Leagevolazioni

UN FORNETTO, paste sin-tetiche e tanta fantasia perlavorare inproprio. È la sto-ria di Martina Vangelisti,26 anni, di Sesto Fiorenti-no, una laurea in archeolo-gia nel cassetto, un’espe-rienza come lavoratrice pre-caria che va avanti ormaida cinque anni e una stradaintrapresa da poco nellacreazione di bijoux. «Hoconcluso l’Università nel2008 - spiega - conquistan-do una laurea in Storia eTutela dei Beni Archeolo-gici. Da allora, nonostantei tentativi, non ho mai tro-vato una vera occasione dilavoro nel mio campo. Perlavoro intendo, chiaramen-te, qualcosa di retribuito.perché di esperienze non pa-gate e di stage ce ne sono inquantità. Così, ho voltatopagina, iniziando a lavora-re prima come assicuratri-ce e poi in qualità di com-messa in diversi settori,sempre a tempo determina-to». Ma Martina non ha la-sciato che il precariato fos-se un limite ai suoi proget-ti. «Mi sono sposata un an-no e mezzo fa - racconta - e,nei periodi in cui non lavo-ro, abbiamo solamente lostipendio di mio marito,

che è l’impiegato. Da quil’idea di trovare qualcosadi diverso per arrotondaree, contemporaneamente,per coltivare una vera pas-sione». È iniziata così l’av-ventura della creazione dibijoux in paste sintetiche ebigiotteria da vendere a fie-re e mercatini.

«DALL’ANNO scorso neho fatto una sorta di lavoro- continua Martina - anchese continuo ad accettaretutti i contratti che riescoad avere come commessa.Ho iniziato a partecipare al-le fiere del fumetto dovequeste opere d’ingegno ecreatività vanno molto dimoda e, di volta in volta,mi affido alle associazioniche lanciano iniziativeespositive per vendere ciòcheproduco con tanto amo-re. Per ora quello che gua-dagno mi serve più che al-tro per arrotondare, ma levendite aumentano. Speroquindi che questa possa di-ventare molto presto un’at-tività a tempo pieno». Conun obbiettivo già chiaro inmente: creare un negoziocon una propria linea diproduzione.

Lisa Ciardi

Achi rivolgersi

Oltre 45milioni di euro in «premi giovani», 4.300 domande presentate

GIONATAN TORRICELLI, INSONO

«Facciamo saltare il tappose un oleodotto si blocca»

· FIRENZE

LA SOCIETÀ, SuperDuperHats, è nata solo un anno fa,ma è già un successo. I tregiovani designer fiorentini,Matteo Gioli e Ilaria e Vero-nica Cornacchini, hannopre-sentato i loro cappelli fatti amano a Pitti e alla settimanadellamodadi Parigi.Delle lo-ro creazioni si parla già in tut-ta Europa e il loro marchio èdiventato un must interna-zionale.Com’è nata la vostraidea?

«Dalla passione per il cappel-lo. Li abbiamo sempre indos-sati, anche prima di impara-re a farli. E’ stata questa pas-sione che ci ha spinto a cerca-re i nostri primi maestri, An-na Maria Niccolini, modistafiorentina, e Giampiero Bel-lucci, uno degli ultimi fale-gnami che scolpisce con im-mensa maestria le forme dilegno per fare cappelli».Come avete fatto fronteall’investimento inizia-le?

«Abbiamo cercando di sfrut-tare al meglio le risorse cheavevamo, iniziando con mol-to poco. La fase di start up èsenza dubbio la più diffici-le».Quanto tempo c’è volu-to per avviare l’impre-sa?

«In poco meno di un anno,

dal primo cappello realizzatocon le nostre mani siamo riu-sciti a costruire una solida ba-se di partenza, che ci ha por-tato prima a Pitti ImmagineUomo e poi in tutta Europa».Quali difficoltà avete in-contrato?

«Inutile dire che le difficoltàpiù grosse sono state di tipoeconomico. Ilmomento stori-co non aiuta, è molto difficileper chi ha un’attività da an-ni, figuriamoci per chi iniziaora… Non è facile trovare ibandi giusti per avere finan-ziamenti o aiuti».Cosaèstatopiùutilenel-la fase di start up?

«I consigli dei nostri amici,che già lavoravano nel mon-do dellamoda, e degli altri ar-tigiani,che avevano prima dinoi affrontato gli stessi pro-blemi. E il sostegno dei no-stri genitori, anche se, alla fi-ne, se non si prova sulla pro-pria pelle, non ci si rendemai conto di cosa può esserepiù o meno adatto per la pro-pria crescita».I prossimi obiettivi?

«Cercare di riportare l’amoreper il cappello nell’era mo-derna, rimanendo ben atten-ti a mantenere l’altissimaqualità dei nostri prodotti ela totale artigianalità. Speria-mo anche di sbarcare moltopresto oltreoceano».

mo.pi.

ALTRESTORIE di giovani con la lampa-dina accesa in testa, che riescono a sca-varsi una nicchia in un mondo ostile.Spin off universitari, aziende innovati-ve, persino la riscoperta di artigianatiparticolari: un mondo in perenne evolu-

zione, che regala speranze in mezzo aun diluvio di cifre quasi tutte negative.E intanto, colpiti dal tono della letteradi Luca Martini, il giovane agricoltoreche aveva definito il «premio giovaniuna beffa», i dirigenti della Regione che

si occupano di bandi a favore delle im-prese giovanili, forniscono i loro nume-ri: «La delusione del giovane agricolto-re è comprensibile, non sarebbe rientra-to tra i progetti finanziati. Ma dal 2006 aoggi la Regione ha lanciato 4 bandi e pa-

gato a oltre 1.100 giovani premi di40.000 euro a fondo perduto ciascuno,per un totale di circa 45 milioni di euro.Le domande presentate sono state oltre4.300, è stato finanziato 1 progetto su 4.Le informazioni su www.giovanisi.it»

Raccontate la vostra storia di giovani imprenditoriScrivete a: [email protected]

MARTINA VANGELISTI

«Sogno di aprire un negoziodove vendere i miei bijoux»

· FIRENZE

STUDIANO i flussi.Dall’esterno, senza inseri-re alcun dispositivo, riesco-no a monitorare i flussi in-terni a una condotta. Eccouno dei campi d’azione diInSono, spin off dell’Ate-neo fiorentino compostoda sei soci, ai quali prestopotrebbero aggiungersi,come dipendenti, altri dueingegneri. «Questo se alcu-ne importanti commesseandranno in porto», sorri-de Gionatan Torricelli, in-gegnere 35enne entrato inInSono insieme ad altridue ex assegnisti di ricercadi Ingegneria: Giulio Pelo-si, 30 anni, e Fabio Cioriadi 28. Supervisore è il do-cente Leonardo Masotti.Com’è nata l’idea?

«Tutto è partito dai proget-ti di ricerca che sono statiattivati tra il laboratorioUltrasuoni e controlli nondistruttivi del dipartimen-to di Elettronica e Teleco-municazioni e un colossocome Eni Spa. È stata pro-prio l’Eni a cercare il pro-fessor Masotti. Da lì, era laprimavera del 2008, è ini-ziato il nostro cammino.Per crescere professional-mente, una tappa obbliga-ta è stata la costituzionedello spinoff, grazie al qua-le possiamo proseguire nel-la nostra ricerca e realizza-re nuovi prototipi.Comeavete fatto fron-te all’investimento ini-ziale?

Grazie ai nostri risparmi.E ai contratti di ricerca ga-rantiti dall’Eni. Così, sia-mo partiti senza chiederenessun prestito. Certo, ab-biamo un capitale socialepiccolo. Io e gli altri due so-ci siamo presenti all’inter-no dell’azienda col 51%.All’inizio, ognuno di noiha investito circa 2mila eu-ro.

Quanto tempo c’è vo-luto per avviare l’im-presa?

Non è stato difficile. A lu-glio scorso ci siamocostitu-iti come Srl. E dal 10 feb-braio anche UniFi parteci-pa al capitale. Essere accre-ditati come spin off ci dàuna visibilità maggiore.Ci raccontate alcuniprogetti che state por-tandoavanti?

Ci occupiamo di flussime-tria. Per capirci, noi inter-veniamo in casodi tubazio-ni otturate o di flussi ano-mali. Siamo in grado,dall’esterno, di rilevare sequalcosa di ‘strano’ sta ac-cadendo all’interno dei tu-bi. Un grosso vantaggio,perché così facendo i gran-di gruppi industriali, no-stri principali committen-ti, non devono fermare lemacchine per controlli diquesto tipo. Risultato:massimizzano la produzio-ne. E risparmiano sullamanutenzione. Noi cimuoviamo nel campodell’industria petrolchimi-ca, ma anche in quello ali-mentare. E poi facciamocontrolli sui prodotti, siaintermedi che finiti,nell’ambito della produzio-ne meccanica.

Elettra Gullè

Page 7: La Prima Mossa

• 26 ECONOMIA&FINANZA IL GIORNO - Il Resto del Carlino - LA NAZIONE MERCOLEDÌ 4 APRILE 2012

LANUOVANORMATIVASUI TIROCINI INAZIENDA

Il giovane individua l’azienda presso laquale effettuare il tirocinio. L’aziendastipula una convenzione con il soggetto(centri impiego, sindacati ecc.). Dettagli suwww.giovanisi.it, sezione ‘tirocini’.

Possono accedere al contributo dellaRegione sul rimborso dei tirocini sia isoggetti privati che pubblici. Ilcofinanziamento è concesso per i tirocinisvolti da giovani tra i 18 e i 30 anni

E’ prevista una retribuzione di almeno 500euromensili per i tirocini extra curricolaricon la possibilità da parte del soggettoospitante di richiedere un rimborso di 300euro da parte della Regione.

I contributi

CLEMINA CARLUCCI, ESTETISTA

«Un fondo di garanziaper sognare con la bellezza»

Ci sono posti di lavoro vacantiE i giovani cominciano ad adattarsi

I tirocini

· PISA

ESSEREACASA.È la sensa-zione che si prova in unbed&breakfast, la sua formu-la ricettiva vincente. Un po’perchè il gestore èmolto piùospitale di un cameriere dialbergo, e un (bel) po’ per-ché in tempi di crisi, doveandare al bar costa come unbiglietto del treno, è natura-le cercare di risparmiare.Alberto Franceschi, classe1984 laureando in geologia,nel 2010 ha intuito di averele carte in regola per avviareun’attività tutta sua: un im-mobile molto grande giàsuddiviso e tanta voglia dimettersi in gioco. Così haaperto a Gello, Pisa, il b&b“La dimora del bassotto”.«Durante un viaggio inAmerica ho realizzato chepagare un extra per avere lacolazione in unhotel a 4 stel-le è un furto, e poi più cheuna gabbia dorata dove rin-chiudersi, i turisti cercanounpuntod’appoggiodove ri-posarsi giusto il tempo cheserve per ripartire l’indoma-ni».Dalla teoria alla prati-caquanto tempoèpas-sato?

«A settembre 2010 ho avutol’idea, a marzo 2011 abbia-mo aperto.Per i permessi co-

munali i tempi d’attesa sonostati brevi, non me lo aspet-tavo e ne sono stato felice. Imiei genitori mi danno unamano, e per la scelta del no-me mi hanno ispirato i mieidue bassotti, Arturo e Zoe.Portano il nome di un fu-metto degli anni ‘60: sonodiventati subito le mascot-te».Perché i turisti vi scelgo-no?

«D’inverno la clientela è so-prattutto italiana, nella zonavengono organizzati conve-gnimedici: il boomèduran-te l’estate. Tanti stranieri, enon solo giovani. Siamo poiconvenzionati con le termedi San Giuliano, offriamo ilnoleggio di bici e mettiamoa disposizione il servizio dipersonal shopper. Ci vuoletempo per rientrare dellespese sostenute,ma gli affarivanno bene».Pensate di espander-vi...

«Vede, io suono il pianofor-te da quando avevo 6 anni, epiù che un hobby suonarecol mio gruppo soul/blues,“The Never Wings” è comeun secondo lavoro. Sogno diorganizzare al b&b eventimusicali estivi. Ma c’è tem-po, siamo ‘giovani’».

Irene Carlotta Cicora

Come faredomanda

Nonostante la disoccupazione record, molte occasioni non sfruttate

DIVAL TOSCANA, FIRENZE

«Tanti esami sui farmaciL’affare degli anticorpi »

ALBERTOFRANCESCHI, PISA

«Vacanze da un geologoEsami in Bed&breakfast»

· FIRENZE

C’E’ CHI sogna il principe az-zurro e chi di aprire un cen-tro estetico. E’ il caso di Cle-mina Carlucci, 36 anni, chenon ha mai abbandonato ilsuo sogno nel cassetto. Pri-ma ha lavorato come dipen-dente, poi ha aperto una pri-ma attività di estetica, che hadovuto chiudere. Ma non hamollato e nel 2009 è final-mente riuscita ad avviare unnuovo centro estetico, in viadi Scandicci, a Firenze.Perché aprire un centroestetico?

«Dopo tanti anni di specializ-zazione nel settore, ho volutoavviare un’attività tutta mia.E’ un centro estetico natura-le, dove non uso macchinari,ma punto tutto sullamanualità. E’ una piccola at-tività artigianale, che mi dàgrandi soddisfazioni».Come ha fatto fronteall’investimento inizia-le?

«Sono stata fortunata. Graziead un consorzio di garanziasono riuscita ad ottenere unfinanziamento, che sto anco-ra pagando. Senza quellonon sarei riuscita a realizzareil mio sogno».Quanto tempo c’è volu-to per avviare l’impre-sa?

«Nonmolto, in realtà. A fine

marzo 2009 ho trovato il fon-do che mi piaceva. A luglioho aperto.Enel frattempo so-no riuscita anche a fare i lavo-ri di ristrutturazione, vistocheprima i locali erano occu-pati da una lavanderia».Qualidifficoltàha incon-trato?

«Ho avuto tanti problemicon i dipendenti. Non sonomai riuscita a trovare la per-sona giusta. Il punto di forzadella mia attività è la qualità.E invece ho finito con il per-dere tanti clienti perché lestagiste o le dipendenti chehanno lavorato con me nonavevano voglia di dare il me-glio. Così, per il momento,anche semi dispiace, hodeci-so di stare da sola».Chio cosaèstatopiùuti-le nella fase di start up?

«Come ho già detto, il finan-ziamento è stato determinan-te. Per il resto, ho contatomolto su me stessa».Prossimi obiettivi?

«Mi piacerebbe trovare unapersona in gamba, che vengaa lavorare con me e mi aiutinella mia idea di ampliare iservizi. Nonostante sia spe-cializzata in riflessologia e intrattamenti per la cura delcorpo, continuerò a puntaresull’estetica. Mi sono resaconto che è quello che i clien-ti preferiscono».

mo.pi.

IL RITRATTO DELL’ISTAT è impietosoanche per la Toscana. Quando la foto-grafia parla del 16,2% di disoccupazionegiovanile, di perdita di peso del titolo distudio, visto che tra i 30enni disoccupa-ti ci sono più laureati che diplomati, c’è

qualche reazione che deve scattare.Oltre agli spin-off universitari, alleaziende create da un’idea, ci sono dueaspetti del dramma lavoro emersi inquesti giorni: un’agenzia turistica cerca100 animatori, ma alle selezioni all’uni-

versità si sono presentati solo in 26. Ildistretto della pelle fiorentino è prontoa buttare sul tavolo centinaia di occasio-ni per giovani, ma stenta a trovare ragaz-zi affascinati dal mestiere del «pellettie-re». Se non si vuole alzare bandiera

bianca, cadendo nella frustrazione deltramonto del posto fisso, non è più pos-sibile lasciare così ampi vuoti nel mer-cato del lavoro. Per questo ci sono giova-ni che ripongono la laurea nel cassettoe si adattano a tutti i mestieri.

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· FIRENZE

VALIDAZIONE di farmaci.In tre parole, ecco il cam-po d’azione di Dival-To-scana, spin off dell’Univer-sità di Firenze. Una realtàgiovanissima, la costituzio-ne dell’azienda risale a ne-anche un mese fa. A spie-garci di cosa si occupa Di-val è Annarosa Arcangeli,docente di Patologia gene-rale, uno degli undici socidello spin off. «Dauna par-te valutiamo l’efficacia te-rapeutica dei farmaci,dall’altra la loro potenzialetossicità – spiega Arcange-li -. Ma facciamo anche ri-cerca e sviluppo, conl’obiettivo di individuarenuovi modelli attraversocui dimostrare la validità ela non tossicità di un pro-dotto farmaceutico. Svilup-piamo pure nuovi farmaci,in particolare anticorpi». Iclienti di Dival sono ricer-catori dell’Università o diaziende farmaceuticheche, per testare i farmacida loro prodotti, si rivolgo-no allo spin off fiorentino,che ha sede all’Incubatoredi Sesto. Ma le commessepossono arrivare anche daimprese del territorio e daaziende tessili che voglio-no assicurarsi che i loroprodotti non causino aller-gie. Ampio il ventaglio deisoci: oltre ad Arcangeli, cisono altri due professori,quattro giovani - due ricer-catrici e due assegnisti diricerca, - un’azienda chimi-ca di Empoli, ColorobbiaItalia, unmedico veterina-rio dell’Asl di Prato e uningegnere gestionale, cheriveste il ruolo di ammini-stratore delegato. Infine,l’Ateneo.Com’è nata l’idea?

E’ venuta ame, dopo30 an-ni di lavoro adUniFi e do-

po che, sei anni fa, avevocostituito un laboratoriocongiunto con l’IstitutoToscano Tumori. Così,sulla base di quest’espe-rienzadi validazione di far-maci e di produzione dimodelli di studio hopensa-to di coinvolgere il mio te-am nella costruzione diunapiccola azienda che po-tesse stare in piedi.Chi vi ha aiutato?

Il rettore Tesi crede moltonegli spin off. Poi, fonda-mentale è stato il percorso,durato un anno, all’inter-no dell’Incubatore. Lì ab-biamo imparato a stendereun business plan. E siamostati seguiti da un tutor.L’investimento iniziale?Siamopartiti da un capita-le sociale di 70mila euro.Tra noi, c’è chi ha contri-buito con mille euro e chicon 20mila. D’altra parteabbiamo età diverse.Alcuniprogetti chesta-te portando avanti?

Il nostro fiore all’occhielloè un progetto finanziatodalla Regione e che vedeColorobbia come capofila.Obiettivo: ottenere un si-stema iper-nano per dia-gnosticare e curare il tumo-re al pancreas, che è moltonascosto e altrettantomali-gno.

Elettra Gullè