Antonio Magrini. Il Colonnello Guido Piovene (1521-1590) al Servizio di Emanuele Filiberto
La prevenzione del contagio nei lavoratori Andrea Magrini Cattedra di Medicina del Lavoro...
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La prevenzione del contagio nei lavoratori
Andrea MagriniCattedra di Medicina del Lavoro
Università di Roma “Tor Vergata”
A volte ritornano la malattia tubercolareRoma 2014
La tubercolosi costituisce un rischio per gli operatori sanitari?
• Si diffonde per via aerea• La diagnosi è spesso tardiva• La vaccinazione non è efficace• La malattia ha una elevata prevalenza• Alcune azioni sanitarie aumentano il rischio
(Induzione della tosse, broncoscopie etc..)
Sicuramente si!
Tutti vogliono tutelare il lavoratore e il paziente …….
Indicazioni normative specifiche
Indicazioni normative riferibili
al decreto 81
Linee guida ministeriali
Linee guida internazionali
Convinzioni personali
Gli aspetti economici e l’applicabilità delle
soluzioni
La prevenzione del contagio nei
lavoratori
Effettuare una precoce diagnosi,Isolare tempestivamente i pazienti infettanti in locali idonei
Verificare le caratteristiche igieniche dei locali di degenza e dei servizi (areazione, ricircolo, affollamento, cubatura)
Formare i lavoratori sulle modalità di protezione collettiva e individuale
Vaccinare il personale esposto (secondo indicazione del Ministero)
Valutare correttamente i reparti a rischio! (DVR)
Effettuare la sorveglianza sanitaria e la sorveglianza post esposizione
Studiare la suscettibilità individuale dei lavoratori
Quale attività per il medico competente?
Valutare correttamente i reparti a rischio! (DVR)
Effettuare la sorveglianza sanitaria e la sorveglianza post esposizione
Studiare la suscettibilità individuale dei lavoratori
Per fare questo serve un sistema amministrativo di gestione dei dati
Partecipare alla formazione, alla scelta dei
DPI, verificare l’applicazione delle procedure
Un rischio: semplificare facendo tutto a tutti …
Dati dal DVR (reparti a rischio)Mansioni e attività a rischio
Suscettibilità individuale (prima determinazione del TST) successivi controlli IGRA O TST
Profilo di indagine individualeTST o IGRA
Periodicità
Azioni successive al risultato:(follow-up, approfondimento clinico diagnostico, chemioprofilassi, terapia)
Un secondo rischio ….
• Aumentare e concentrare l’attenzione sia operativa che in termini di risorse solo sui test di screening non incrementa direttamente la tutela della salute dei lavoratori (utilizzare solo il test pensando di preservare la salute del lavoratore è fuorviante …)
• Al massimo ci tutela nei confronti dell’organo di vigilanza ….
Reparti e strutture in cui può verificarsi un contatto con soggetti affetti da tubercolosi
• Unità di pronto soccorso/Accettazioni degli ospedali• Servizi di pronto soccorso/Servizi di salvataggio• Reparti di pneumologia (in particolare broncoscopia e induzione dell’espettorato)• Terapia respiratoria con dispersioni aerobiche• Reparti per malati di tubercolosi e malattie infettive• Unità di terapia intensiva• Istituti di anatomia e patologia/Autopsie• Laboratori di micobatteriologia• Servizi per pazienti HIV+
• Servizi per tossicodipendenti• Centri di accoglienza per immigrati
Il rischio di essere infettati
Il rischio di essere infettati dipende dalla:• concentrazione dei micobatteri nell’aria
circostante,• virulenza dei microrganismi, • durata dell’esposizione,• predisposizione individuale della persona che
viene a contatto con l’ammalato, in particolare dallo stato del suo sistema immunitario
Le motivazioni normative delle azioni di prevenzione del rischio Tubercolosi
• La normativa specifica finalizzata al contenimento dell’infezione e alla protezione della collettività
• La normativa generale a tutela degli operatori esposti a rischio biologico (D.Lgs. 81/2008)
Ambedue le normative hanno nel Datore di Lavoro il responsabile nell’attuazione e nel controllo.
Partecipano alla responsabilità il Medico Competente , la Direzione sanitaria, il Responsabile del Servizio
Prevenzione e Protezione, i singoli lavoratori
L’unica prevenzione è la prevenzione ….
• In ambito occupazionale la prevenzione inizia con la valutazione.
• Con la proposta di azioni di contenimento.• Con il rispetto delle azioni di contenimento
proposte.
Consapevolezza del rischio, conoscenza delle azioni di mitigazione, controllo amministrativo.
Sostenibilità economica!
Quale attività per il medico competente?
Valutare correttamente i reparti a rischio! (DVR)
Cronistoria del DVR
Dlgs 626/94 Decreto 81/2008
DVR
DVR
DVR
Datore di lavoro
RSPP
MC
Valutazione dei rischi …… già era tutto indicato dalla norma …….
PROVVEDIMENTO 17 dicembre 1998 Documento di linee guida per il controllo della malattia tubercolare, su proposta del Ministro della sanità, ai sensi dell'art. 115, comma 1, lettera b ), del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. (G.U. Serie Generale n. 40 del 18 febbraio 1999)
Nell allegato 4 …..
2.5.3. Soggetti esposti a rischio professionale: Gli operatori sanitari di ospedali o reparti che assistono frequentemente pazienti con tubercolosi presentano un rischio elevato di contrarre questa patologia. La prevenzione della tubercolosi in questo gruppo di popolazione si fonda su: • 1. Valutazione del rischio di trasmissione
nosocomiale della tubercolosi; • 2. Attivazione di un programma di controllo
modulato sulla base del rischio attuale di trasmissione della tubercolosi;
• 3. Sorveglianza e profilassi individuale degli operatori.
La classificazione per livello di rischio si deve basare su tre parametri: • a) caratteristiche epidemiologiche della tubercolosi nel bacino di
utenza del presidio; • b) numero di casi di tubercolosi contagiosa assistiti nell'anno;
• c) risultati dell'analisi delle conversioni tubercoliniche tra gli operatori sanitari.
Tutti i programmi di controllo devono prevedere una rivalutazione periodica del rischio.
ALLEGATO 4 Criteri dei Centers for Disease Control per la classificazione dei presidi sanitari in base al rischio di trasmissione della tubercolosi1. Rischio minimo. si applica solo ad una struttura nel suo insieme. che non assiste malati TB nei reparti di ricovero o nei servizi ambulatoriali ed e' collocata in una comunita' nella quale non e' stato diagnosticato alcun caso di TB nell'ultimo anno.2. Rischio molto basso. si applica in genere ad una intera struttura.
Dove non sono stati ammessi nelle aree di ricovero pazienti con TB attiva, ma essi possono essere stati valutati inizialmente o trattati ambulatoriamente in un'area per esterni e i pazienti che possono avere una TB attiva e che necessitano di regime di ricovero, vengono trasferiti tempestivamente ad un presidio collegato. Le aree per esterni, in cui puo' avvenire l'esposizione a pazienti con TB attiva, devono essere
valutate per l'assegnazione di ciascuna al proprio grado di rischio.
3. Rischio basso. a) il tasso di cuticonversione non e' maggiore di quello di aree o gruppi funzionali in cui l'esposizione occupazionale al M.T. sia poco probabile o di quello osservato in precedenti indagini nella stessa area o gruppo funzionale; b) non si sono verificati cluster di cuticonversione (due o più cuticonversioni tra gli operatori entro un periodo di tre mesi) c) non e' stata rilevata trasmissione del M.T. da persona a persona d) sono stati esaminati o ricoverati meno di 6 pazienticon TB attiva.
4. Rischio intermedio. Aree o gruppi funzionali di "rischio intermedio" sono quelli in cui si verificano le seguenti condizioni: a) il tasso di cuticonversione non e' maggiore di quello di aree o gruppi funzionali in cui l'esposizione occupazionale al M.T. sia poco probabile o di quello osservato in precedenti indagini nella stessa area o gruppo funzionale; b) non si sono verificati cluster di cuticonversione (due o piu' cuticonversioni tra gli operatori entro un periodo di tre mesi); c) non e' stata rilevata trasmissione del M.T. da persona a persona e d) sono stati esaminati o ricoverati nella struttura sei o piu' pazienti con TB attiva.
• 5. Alto rischio. Le aree o gruppi funzionali della categoria "a rischio elevato" sono quelli in cui:
• a) il tasso di cuticonversione e‘ significativamente maggiore di quello di aree o gruppi funzionali in cui l'esposizione al M.T. sia poco probabile o dei tassi di cuticonversione osservati in precedenza nelle medesime aree o gruppi funzionali e la valutazione epidemiologica suggerisce la trasmissione nosocomiale: o
• b) si e' verificato un cluster di cuticonversioni e la valutazione epidemiologica suggerisce la trasmissione nosocomiale della TB: o
• c) e' stata identificata una possibile trasmissione del M.T. Da persona a persona.
•
Prima del decreto 81 / 2008
• In questa fase il medico competente non veniva consultato nella stesura del DVR che spesso presentava una classificazione del rischio tubercolare tendente a minimizzare il rischio.
• Strategia della negazione del rischio• Non lettura delle linee guida per la TBC
…. Anche dopo il decreto 81 …….
• Non si è registrata quella virtuosa collaborazione del MC alla valutazione dei rischi …..
Cosa accade?
Ruolo del Responsabile del Servizio Prevenzione
ProtezioneRuolo del Medico Competente
Definizione del rischio biologico da Tubercolosi
Ruolo della Direzione sanitaria
Specialisti:Infettivologo, Pneumologo,
Microbiologo etc
Quali obblighi per il medico competente nella VDR alla luce della normativa vigente?
La valutazione del rischio Proposte per la gestione e il contenimento del rischio
Nei casi previsti la Sorveglianza sanitaria
Chi si dovrà occupare degli accertamenti sanitari previsti da
norme «ESTERNE « al decreto 81?
Le possibilità del medico competente nell’incidere sulla
storia naturale della tubercolosi
Infezionesubclinica/
latente
Tubercolosi attivainfettiva
Tubercolosi attivaNon infettiva
Trasmissione
MorteEsposizione
Storia naturale della tuberculosi (1)
Infezionesubclinica/
latente
Trasmissione
Esposizione
Ritardo del paziente
Ritardo del dottore
Terapia preventiva
Chemioterapia
VaccinazioneBCG
Test diagnostici
a performance ottimale
Storia naturale della tubercolosi (3)
Tubercolosi attivainfettiva
Tubercolosi attivaNon infettiva
Morte
Dinamica dell’infezione e della risposta immune verso
Mycobacterium tuberculosis
Dinamica dell’infezione tubercolareIn
tens
ità re
lativ
a
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB: capacità replicativa MTB: numero batteri
Infezione da MTB
Soglia di sensibilità test microbiologici
Dinamica dell’infezione tubercolareIn
tens
ità re
lativ
a
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
MTB: numero batteri
Soglia di sensibilità test microbiologici
TB attiva
Infezione da MTB
Dinamica dell’infezione tubercolareIn
tens
ità re
lativ
a
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
LTBI
LTBI
TB attiva
Soglia di sensibilità test microbiologici
Infezione da MTB
MTB: numero batteri
Neo-assunto: cosa fare all’inizio
BCG-vaccinato
BCG-NON-vaccinato
QFT
QFT-
QFT+
xRay-
xRay+
Profilassi
Screening /terapia per TB attiva
TST
TST-
TST +
xRay-
xRay +
Se disponibile, conferma con QFT
Educazione
Sorveglianza periodica
Profilassi
Educazione
Sorveglianza periodica
Screening /terapia per TB attiva
Nel tempo (< 2 anni)
BCG-vaccinato QFT-neg
Screening nel tempo
QFT+
Infezione recente!!!!
xRay-
xRay+
Profilassi
Educazione
QFT- Sorveglianza periodica
BCG-NON-vaccinatoTST-negativo
TST-
TST +: >10 mm in <2 anni. Seguire protocollo post-esposizione
Infezione recente!!!!
Sorveglianza periodica
xRay-
xRay+
Profilassi
Educazione
Screening /terapia per TB attiva
Screening /terapia per TB attiva
Cosa fare nel caso di post-esposizione nei soggetti noti per essere TST-negativi
TST-
TST-
TST+ (>5 mm if baseline was 0 mm; >10 mm if baseline was 1-10 mm ): infezione recente!!!
xRay-
xRay+ Screening /terapia per TB attiva
baseline after 12 weeks
Profilassi
Educazione e sorveglianza per almeno 2 anni
TST- sorveglianza
TST+ (>5 mm if baseline was 0 mm; >10 mm if baseline was 1-10 mm ) : infezione recente!!!
xRay-
xRay+ Screening /terapia per TB attiva
Profilassi
Educazione
Dinamica dell’infezione tubercolareIn
tens
ità re
lativ
a
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
LTBI
Soglia di sensibilità test microbiologici
MTB: numero batteri
Problema diagnostico #1:
diagnosi di contatto e di infezione
Problema diagnostico #2:Diagnosi differenziale e precoce dei
soggetti che progrediscono verso TB attiva rispetto a soggetti che vanno verso una infezione tubercolare latente (LTBI)
Dinamica della risposta immune anti-MTBIntensità di risposta
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
LTBI
Risposta immune anti-MTB
Soglia di sensibilità test immunologici
MTB: numero batteri
Problema diagnostico #1:
diagnosi di infezione
TST/IGRA Positivi
Dinamica della risposta immune anti-MTBIntensità di risposta
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
LTBI
Risposta immune anti-MTB
Soglia di sensibilità test immunologici
MTB: numero batteri
E’ possibile una diagnosi di contatto ad MTB senza infezione?
TST-positivi
WB-positivi
A. Franchi et al. JOEM 2000
Eccesso di risposta Ab in
assenza di CMI
Problema diagnostico #1:
diagnosi di infezione
TST/IGRA Positivi
Dinamica della risposta immune anti-MTBIntensità di risposta
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Tubercolosi attiva
LTBI
Risposta immune anti-MTB
Soglia di sensibilità test immunologici
MTB: numero batteri
Problema diagnostico #2:L’intensità di risposta sebbene sia indicativa
non permette una chiara distinzione tra soggetti con TB attiva ed LTBI
Dinamica della risposta immune anti-MTBIntensità di risposta
Connel et al. PLOS One 2008Grothe-Petersen et al. Bull World Health Organ. 1959
Dinamica della risposta immune anti-MTBRisposta di memoria = positività al TST
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Risposta immune di memoria anti-MTB
Soglia di sensibilità test immunologici
MTB: numero batteri
Dinamica della risposta immune anti-MTBTipi di risposte cellulari
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
MTB capacità replicativa
Risposta CD8
Soglia di sensibilità test immunologici
MTB: numero batteri
Risposta CD4
Dinamica della risposta immune anti-MTBRisposta effettrice
Inte
nsità
rela
tiva
TB attiva
Inte
nsità
rela
tiva
1-2giorni 1-2mesi 1-2anni
LTBI
DosR
Mf
Attivareplicaz
Analisi del rischio individuale
Nella valutazione del rischio individuale il medico competente considera i seguenti fattori:
Fattori Ambientali: Livello di rischio della struttura (linee guida Ministero della Salute)Presenza di dispositivi di protezione collettivaPresenza di dispositivi di protezione individualiProcedure di protezione aziendali
Fattori individuali: Provenienza geograficaAppartenenza a gruppi a rischioPrecedente vaccinazioneFamiliari o conviventi affettiStoria clinica positiva o sintomatologia suggestiva per patologia tubercolare
Pregresse TST positiviStato sierologico (Quantiferon)
Schema sorveglianza sanitaria lavoratori esposti a rischio biologico
Conclusioni
L’uso appropriato di diverse combinazioni di test immunologici (IGRA, TST, test di memoria, ect) verso diversi tipologie di antigeni di MTB “fase specifici”,
può permettere una più corretta classificazione dell’infezione tubercolare e guidare nella scelta più
appropriata di intervento terapeutico.