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1 La Presidente propone la trattazione dell’ordine del giorno n. 65 avente per oggetto: approvazione del regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo lecito. SINDACO: Presentiamo in Consiglio la delibera relativa al regolamento di contrasto del gioco d’azzardo patologico di cui abbiamo ampiamente trattato in Commissione la scorsa settimana e che sapete essere il frutto di un lavoro che il Consiglio ha sollecitato a partire da un ordine del giorno approvato all'unanimità, ormai più di un anno fa. Si tratta di un'iniziativa che pone il Comune di Bergamo all'avanguardia nel contrasto della ludopatia e che abbiamo cercato di affrontare con la maggiore serietà, completezza e approfondimento del tema necessari anche per evitare che il regolamento possa essere impugnato con successo da chi, verosimilmente, non sarà entusiasta delle disposizioni che vi sono contenute. Mi fa piacere, oggi, condividere con voi una presentazione, quindi prima ancora che del regolamento, delle ricerche che sono state poste alla base del provvedimento e per questo abbiamo chiesto, insieme al capo di gabinetto che ha coordinato il progetto, a Simone Feder e al professor Maurizio Fiasco di essere con noi oggi. Simone Feder, in particolare, ha curato l'indagine sugli stili di vita dei giovani, che per la prima volta è stata fatta a Bergamo su un campione molto esteso, ragazzi delle scuole medie e superiori della città. Maurizio Fiasco vi darà un quadro più complessivo delle ricerche che sono state condotte e di come si colloca, dunque, questo provvedimento anche nel panorama nazionale, insomma del tentativo di ridurre i danni del gioco d'azzardo patologico. Maurizio Fiasco, sociologo, è uno dei massimi esperti di ludopatie, presidente di ALEA e della Consulta nazionale antiusura. Credo che nell'ordine sia a Maurizio prima la parola. DOTT. MAURIZIO FIASCO: Ringrazio il Sindaco e il Consiglio comunale per questo invito e soprattutto ringrazio i tecnici dell'Amministrazione per l'intenso lavoro fatto insieme con una ricognizione in profondità, nei servizi dell'Amministrazione, che ha consentito di reperire nella città degli elementi utili importantissimi per quella che, lo dico non per piaggeria, è la prima valutazione d’impatto del consumo di massa di gioco d'azzardo che sia stata mai operata nel nostro Paese. Sembrerebbe strano che si fanno valutazioni d’impatto ambientale per tante materie, ma per questa materia delicatissima dell’arruolamento, della diffusione di questo consumo, che era estremamente moderato in Italia fino ad una quindicina di anni fa, mai sia stata operata istituzionalmente una preliminare valutazione d’impatto.

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La Presidente propone la trattazione dell’ordine del giorno n. 65 avente per oggetto: approvazione del

regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo

lecito.

SINDACO:

Presentiamo in Consiglio la delibera relativa al regolamento di contrasto del gioco d’azzardo patologico di

cui abbiamo ampiamente trattato in Commissione la scorsa settimana e che sapete essere il frutto di un

lavoro che il Consiglio ha sollecitato a partire da un ordine del giorno approvato all'unanimità, ormai più di un

anno fa.

Si tratta di un'iniziativa che pone il Comune di Bergamo all'avanguardia nel contrasto della ludopatia e

che abbiamo cercato di affrontare con la maggiore serietà, completezza e approfondimento del tema

necessari anche per evitare che il regolamento possa essere impugnato con successo da chi,

verosimilmente, non sarà entusiasta delle disposizioni che vi sono contenute.

Mi fa piacere, oggi, condividere con voi una presentazione, quindi prima ancora che del regolamento,

delle ricerche che sono state poste alla base del provvedimento e per questo abbiamo chiesto, insieme al

capo di gabinetto che ha coordinato il progetto, a Simone Feder e al professor Maurizio Fiasco di essere

con noi oggi.

Simone Feder, in particolare, ha curato l'indagine sugli stili di vita dei giovani, che per la prima volta è

stata fatta a Bergamo su un campione molto esteso, ragazzi delle scuole medie e superiori della città.

Maurizio Fiasco vi darà un quadro più complessivo delle ricerche che sono state condotte e di come si

colloca, dunque, questo provvedimento anche nel panorama nazionale, insomma del tentativo di ridurre i

danni del gioco d'azzardo patologico. Maurizio Fiasco, sociologo, è uno dei massimi esperti di ludopatie,

presidente di ALEA e della Consulta nazionale antiusura.

Credo che nell'ordine sia a Maurizio prima la parola.

DOTT. MAURIZIO FIASCO:

Ringrazio il Sindaco e il Consiglio comunale per questo invito e soprattutto ringrazio i tecnici

dell'Amministrazione per l'intenso lavoro fatto insieme con una ricognizione in profondità, nei servizi

dell'Amministrazione, che ha consentito di reperire nella città degli elementi utili importantissimi per quella

che, lo dico non per piaggeria, è la prima valutazione d’impatto del consumo di massa di gioco d'azzardo che

sia stata mai operata nel nostro Paese.

Sembrerebbe strano che si fanno valutazioni d’impatto ambientale per tante materie, ma per questa

materia delicatissima dell’arruolamento, della diffusione di questo consumo, che era estremamente

moderato in Italia fino ad una quindicina di anni fa, mai sia stata operata istituzionalmente una preliminare

valutazione d’impatto.

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Tutte le valutazioni che sono state realizzate ex ante erano tese a rilevare la profittabilità dell'introduzione

di questo o di quell'altro gioco per denaro, con denaro, e a fini di lucro. È la prima volta che si riesce a fare

una valutazione d’impatto in profondità e, ulteriore novità, disponendo addirittura di dati puntuali che

riguardano il territorio del Comune di Bergamo e, in generale, i singoli comuni della provincia.

Sembrerebbe strano, ma nel sistema statistico nazionale dei dati di rilievo pubblico come quelli sul

consumo di gioco non sono integrati eppure dovrebbe esservi un obbligo legislativo. No, non si tratta né di

dati riservati né di dati tanto meno sensibili. Si è riusciti ad avere questo grazie alla tenacia dei tecnici

dell'Amministrazione e, lo voglio ricordare, anche in particolare del capo di gabinetto, il dottor Sanchez.

Quindi, un esemplare valutazione d’impatto, che può mettere a disposizione una metodologia replicabile in

altri contesti, perché i criteri sono di tipo universale, che è partita da una misura quantitativa secondo i dati

ufficiali, ripeto è la prima volta che si riescono ad avere in modo puntuale, questa valutazione ha coinvolto

l’Amministrazione, i corpi sociali intermedi e le rappresentanze degli interessi diffusi, c'è stato un

approfondimento dei servizi comunali, si sono esaminate delle evidenze epidemiologiche dell'osservatorio

presso l'ASL, si sono esaminate delle evidenze in particolare - anche questo è un tratto estremamente

interessante, che poi può suggerire una polis per l'Amministrazione - sulla popolazione anziana e in quella

minorile.

Il collega Simone Feder ha, ovviamente, molto, molto accuratamente sviluppato questi altri aspetti. La

valutazione d’impatto a che cosa muove? Muove ad individuare i riflessi di un'offerta commerciale di gioco

pubblico d'azzardo oltre i confini tradizionalmente mantenuti in Italia fino a una quindicina di anni fa, fino a

diventare capillare, pervasiva, insistente e rivolta a tutte le tipologie di popolazione per sesso, per età, per

condizione sociale, per condizione familiare con riflessi sulle relazioni interpersonali e sui doveri di

assistenza intro-familiare.

Quella che per noi sembra un'eccezionalità nei paesi dove si è formata l'industria del gioco d'azzardo e

nei paesi anglosassoni è un obbligo di legge in via ordinaria. Nella slide, vedete, ci sono alcuni riferimenti,

ma in sostanza, nel Regno Unito, in Gran Bretagna per esempio, quando si deve legiferare sul gambling, sul

gioco per denaro, si è obbligati a dotarsi, da parte dello Stato, da parte delle amministrazioni competenti, di

una valutazione di impatto. Perché? Perché ci sono dei costi sociali nascosti, ci sono delle ricadute di questo

consumo dove azzardo è sinonimo di rischio irrazionale. Perché si chiama gioco d'azzardo? Non solo perché

c'è il denaro, perché pone a rischio dei beni importanti e pone a rischio senza nessun criterio di razionalità.

Per questo motivo, lo Stato aveva tradizionalmente mantenuto una forte cautela nell’autorizzare delle forme

di gioco in denaro. Diciamo che per un secolo, dall'unità fino agli anni novanta del novecento,

sostanzialmente il paradigma che era seguito dallo Stato era autorizzare limitate modalità per contenere e

controllare. La ratio del monopolio si giustificava su questo paradigma, essendo una condotta rischiosa,

rischiosa per valori di convivenza civile e anche per valori protetti dall'ordinamento, la prerogativa della

regolazione monopolistica di questa attività commerciale doveva essere posta in capo allo Stato. Dalla metà

degli anni 90 del secolo scorso il paradigma cambia, si trova nel gioco una leva per incrementare le entrate

fiscali e tributarie dello Stato e, quindi, si moltiplicano le modalità tradizionali di gioco, si raddoppiano, si

triplicano con puntate infrasettimanali la possibilità di puntare al lotto e si introduce il superenalotto, si

introducono le lotterie istantanee, poi si passa a portare l’installazione di gioco nei luoghi della quotidianità,

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con sale, con strutture dedicate fino al punto che, praticamente, tutto lo spazio della convivenza civile di

qualsiasi comunità piccola o grande o estesa che sia è saturato da un'offerta pervasiva.

Cito, a memoria, qualche numero, ma li troverete nel report, 470.000 slot machine, oltre 15.000 punti di

raccolta di scommesse e 163.000 punti dove si distribuisce una forma o l'altra di gioco. L'ultima fase è il

passaggio dalla leva fiscale ad una politica di promozione - si usa proprio nella relazione, mi pare nel 2004

del Ministro delle finanze al Parlamento si parla di sostenere l'industria del gioco. Quindi, da una

regolazione monopolistica per contenere, per limitare i danni ad una emanazione di provvedimenti

promozionali. Ripeto, il tutto senza una valutazione preventiva e neanche successiva, dobbiamo dire,

d’impatto.

Di qui, la ricognizione che è stata svolta dal Comune e quindi questa rilevazione ci ha spinto a valutare da

quali strati sociali proviene il gettito, che effetti ha il consumo di gioco d'azzardo definibile gioco d'azzardo

industriale di massa. Perché gioco d'azzardo industriale di massa? Perché è un gioco d'azzardo dove le

soglie di accesso al consumo sono praticamente sparite, sono inesistenti, se tu devi andare in un casinò

devi spostarti e comunque la variabile spazio-tempo incide, se il gioco è ovunque, è ubiquitario non esistono

soglie di accesso. E' industriale perché? Perché il reclutamento dei consumatori al gioco avviene con

l'applicazione delle più tipiche metodologie dell'organizzazione industriale, quindi uso delle tecnologie, uso di

un marketing, di un marketing segmentato, di un marketing che punta ad una fidelizzazione di un pubblico.

Ci sono elementi di questa valutazione che poi voi troverete nel report e non aggiungo molte parole.

In particolare si è valutato - e qui è anche un altro tratto di originalità - la peculiarità dei singoli giochi fino

a porre sotto osservazione dei giochi che nella loro facilità, nella loro immediatezza, nella loro frequenza e

soprattutto nella loro collocazione in luoghi innocui - pensiamo ai bar, pensiamo ai pubblici esercizi -

sembrerebbero essere molto distanti dal determinare un rischio.

Un rischio, ripeto, per le relazioni interpersonali, ma anche per la condizione dello stesso giocatore

patologico. Cioè, che cosa significa tutto questo? Significa, sostanzialmente, che l’ubiquitarietà del gioco ha

degli effetti sia sul singolo giocatore che ha già sviluppato una dipendenza, sia sul giocatore che ha

sviluppato una dipendenza e che è incamminato su una via di remissione del sintomo di guarigione, ma

soprattutto su una cerchia molto più ampia, che di solito non viene considerata, di persone che pure non

partecipano al gioco.

Introduciamo qui, recuperandolo da una brillante elaborazione che ha fatto la collega Daniela Capitanucci

dell'associazione di Varese, un concetto molto potente dal punto di vista esplicativo, che è quello di azzardo

passivo. Cioè, la sofferenza da azzardo non riguarda soltanto il giocatore patologico, ma i suoi disturbi si

prolungano sulla cerchia delle persone prossime, perché gli effetti comportamentali, gli effetti nella vita di

relazione di ogni giorno sono caratterizzati dal malessere, spesso dalla trascuratezza degli obblighi di

assistenza. Sono tutti aspetti che sono stati denunciati dagli operatori che sono stati sentiti nella

ricognizione.

Conflitti, conflitti intra-familiari, conflitti coniugali, disagi, immiserimento delle condizioni di vita che si

riversano sui figli, trascuratezza degli anziani e trascuratezza anche dei congiunti che richiedono particolari

cure. Ci sono danni nel contesto sociale relazionale anche ad una cerchia più allargata di vicinato, di

ambiente di lavoro e pensiamo a postazioni di servizio di particolare delicatezza nei corpi militari, nelle

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strutture di soccorso, nelle strutture che gestiscono servizi di particolare complessità e pericolo se mal

maneggiati.

Quindi, ci sono dei danni di azzardo passivo che non possono non essere contabilizzati in una

valutazione allargata dell'impatto che ha il gioco d'azzardo sul territorio. Infine c'è la necessità di assicurare,

con l'interruzione dei ritmi della esposizione all'offerta di gioco d'azzardo, di tutelare quei giocatori che hanno

intrapreso un percorso di cura, un percorso di cura come ci dicono le neuroscienze, perché la sofferenza da

gioco d'azzardo è una sindrome neuro psico-biologica, cioè ha dei riflessi anche di tipo organico e quando la

persona che ha intrapreso un percorso di cura che i clinici hanno organizzato, strutturato, elaborato per lui, il

trovarsi continuamente esposto a sollecitazioni va ad interferire il programma terapeutico e lo espone ad un

rischio molto, molto serio e molto grave di recidivismo e di ricaduta, per cui è necessario creare nel corso

della giornata delle fasce orarie che siano libere da questa induzione, cioè che questa saturazione nell'arco

delle 24 ore, perché di questo si tratta, sia interrotta.

Quindi, fermare ad intervalli la macchina impedisce nei già sofferenti da GAP il fallimento dello stesso

programma - GAP sta per gioco d'azzardo patologico - e impedisce il fallimento del programma terapeutico

perché questa induzione continua nell'arco delle 24 ore, appunto, è un fattore che induce potentemente alla

recidiva. E’ interessante perché se la ratio del monopolio dello Stato era basata su considerazione di ordine

pubblico, quindi di impedire l'impatto di comportamenti rischiosi per valori centrali dell'ordinata convivenza

civile e, quindi, la funzione regolativa era interamente assorbita dallo Stato, che la esercitava, fino ad un

passato abbastanza recente, fino alla metà degli anni 90, per il tramite del Ministero dell'Interno, quando da

questa ratio monopolistica, legata proprio al contenimento degli effetti perniciosi per la legalità, per l'ordinata

convivenza civile, si passa invece ad una ratio di tipo industriale, commerciale, cioè di costruzione di una

economia, è evidente che il motivo di esclusione delle autonomie locali regionali dal ruolo nella regolazione

ottimale di questo fenomeno viene a decadere. Cioè, è come dire, è lo Stato che ha rinunciato alla sua

funzione, alla ratio stessa che ne aveva fatto fondare il monopolio esclusivo e quindi laddove le

conseguenze riguardano il welfare, riguardano le relazioni interpersonali, riguardano l'integrità di valori che

sono affidati, anche in omaggio al principio di sussidiarietà, all'Amministrazione locale, cioè si forma un

dovere diretto dell'Amministrazione ad intervenire.

Concludo con un esempio dell'aspetto paradossale, perché tutto questo è accaduto purtroppo nella

disattenzione dell'opinione pubblica e anche dell'opinione pubblica più qualificata. Alla metà degli anni 90

furono introdotte, sempre alla ricerca di nuove entrate fiscali e tributarie, quelle che all'epoca si chiamavano

lotterie istantanee, molto diverse dagli attuali gratta e vinci. Cosa erano le lotterie istantanee? Erano la

trasposizione sul tagliando di cartoncino del meccanismo della lotteria a estrazione ad una data prefissata,

cioè, invece, di aspettare la data prefissata il risultato si sapeva subito. In documenti parlamentari si ricava

che vi fu un’indagine sul perché questa sperimentazione si rivelò un fallimento, cioè le prime lotterie

istantanee produssero addirittura un deficit, un risultato negativo per lo Stato tant'è che si dovette attingere,

si legge in atti parlamentari, nella relazione annuale del Ministro delle Finanze, al fondo di riserva per coprire

le perdite pari a 30 miliardi delle lire dell'epoca dal mancato successo delle lotterie istantanee. Quindi, quelle

lotterie istantanee provocarono quello che nel linguaggio giornalistico si chiama un flop. Allora si andò ad

indagare le ragioni di questo flop per cambiare il paradigma. Nel cambiamento del paradigma, documentato

anche questo in atti parlamentari, è descritto perfettamente il meccanismo della dipendenza che si vuole

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generare. Ovviamente, l'estensore del documento non era assolutamente consapevole, però ad una lettura

tecnica emerge. Consentitemi un minuto per leggervi proprio la citazione di questa relazione de sul triennio

96/98. Si dice “nelle lotterie istantanee il giocatore è psicologicamente convinto di essere il protagonista

esclusivo del gioco, in quanto nel tempo che intercorre tra l'acquisto del biglietto, l'operazione di abrasione

della zona occultata egli viene a conoscenza dell'esito della giocata, escludendo qualsiasi intervento di altri

soggetti, cioè il rituale della lotteria. Inoltre, alle basi delle regole del gioco ed ai messaggi pubblicitari che ha

recepito, ha acquisito la consapevolezza di avere una elevata probabilità di vincita e che il premio vinto,

almeno fino ad un certo importo, gli sarà pagato immediatamente. Cioè, si passa dai pochi premi di grande

entità alla frammentazione, alla polverizzazione nel payout di piccoli premi di esigua entità, che attivano,

comunque, un meccanismo di gratificazione e, quindi, spingono a reiterare l'esperienza alla ricerca di una

gratificazione successiva". Quindi, il paradigma industriale è incautamente formulato in termini sovrapponibili

al paradigma della dipendenza da GAP. Prosegue questa relazione nell’enumerare i fattori di successo

commerciale, perché le lotterie istantanee si trasformarono in gratta e vinci, con quel meccanismo del "ti

piace vincere facile, ti piace vincere spesso, ti piace vincere subito", quindi della polverizzazione delle

gratificazioni. Dice “pertanto gli elementi fondamentali caratterizzanti le lotterie istantanee per assicurarne il

successo sono: 1) elevato numero dei premi, ancorché di basso importo - quindi la gratificazione frequente -

2) attivazione di una vasta rete di vendita più capillare possibile; 3) introduzione periodica di nuove tipologie

di gioco, anche coesistenti e lasciando in vita, fino ad esaurimento, quelli introdotti in precedenza - cioè una

continua staffetta di nuove tipologie che, infatti, se voi andate in un qualsiasi pubblico esercizio troverete

diverse tipologie di gratta e vinci - 4) organizzazione di centri di distribuzione per l'approvvigionamento

continuo ed immediato dei biglietti ai venditori; 5) cessione al venditore del pacchetto di 500 biglietti al netto

dell’agio e al netto del valore di un certo numero di premi presenti in ciascun pacchetto - in sostanza, il

bonus e l’'incentivazione come meccanismo di vendita al venditore- ed infine azione promozionale e

pubblicitaria ad elevata incisività, soprattutto in occasione dell'introduzione di nuove tipologie da gioco”.

Cosa significa questo? Significa che viene lanciato un prodotto commerciale con modalità molto

aggressive di conquista di spazi di mercato, senza avere assolutamente previsto quello che le neuroscienze

e la neurobiologia ci dice su questo meccanismo di continuo rinforzo della gratificazione, con effetti di

induzione alla dipendenza da gioco d'azzardo. Quindi, è evidente che è una macchina, è una struttura che

ormai è diventata difficilmente sostenibile per il modello anche di relazioni interpersonali che caratterizzano

le nostre comunità.

Nel report tutto questo è documentato in rapporto alle varie fasce della popolazione, in rapporto alla

popolazione anziana. Ci sarebbero molte altre cose da dire, per esempio sulle correlazioni tra il profilo clinico

di molti anziani e questa continua ricerca di gratificazione. Pensiamo agli anziani parkinsoniani, questa è

un'indicazione che ci è stata data dai medici, gli specialisti nella materia, cioè c’è un effetto molto preciso,

tant’è che ci sono persino delle pronunce della Corte di Cassazione.

Io mi fermo qui, ringrazio ancora l'Amministrazione per questa fiducia.

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SINDACO:

Volevo soltanto reintrodurvi il dottor Simone Feder, che, invece, come vi anticipavo, ha focalizzato la sua

ricerca sull'universo dei giovani e - si tratta della più importante ricerca mai fatta su giovani e gioco d'azzardo

- tenete conto che in Italia è vietato il gioco per gli under 18, nonostante questo ascolterete quali sono le

evidenze sul nostro territorio.

DOTT. SIMONE FEDER:

Ringrazio l'Amministrazione che ci ha permesso di fare questo importante lavoro, non posso dimenticarmi

neanche il provveditorato agli studi e tutto il suo staff e in primis anche i giovani che ci han creduto. Abbiamo

prodotto questa indagine dal nostro centro studi "Semi di Melo" che è un centro studi nato in collaborazione

tra Casa del Giovane e fondazione Exodus, che si occupano da anni di queste problematiche. Si è cercato di

individuare quali sono i fattori di rischio per incentivare poi i fattori protettivi sui giovani, quindi c'era la

necessità di indagare su questo mondo, sui comportamenti, sugli stili di vita.

Tenete presente che noi abbiamo raccolto 20.000 questionari in quest'anno in Italia anche per comparare

un po' le divergenze che ci sono tra nord e sud, ma anche tra istituto nello stesso ambito territoriale. E’ nato,

quindi, questo strumento, mi piace ricordarlo che è uno strumento nato dal basso, nato dai giovani. E' nato

nelle scuole e si è creato, si è costruito con i giovani nelle scuole, inizialmente era stato somministrato in

forma cartacea poi l'abbiamo reso un po' più appetibile, cosa che abbiamo fatto anche in questo territorio,

rendendolo accattivante e mettendolo online. E’ significativa poi la collaborazione con tutto lo staff

dell'Università Bicocca, il ramo statistica, che ci aiuta nell'analisi dei dati.

Entriamo poi nel vivo, vi darò un po' di numeri. Questa sera ci concentreremo solo come focus sul gioco

d'azzardo, ma lo strumento è ampissimo, ci sono 253 variabili e riguarda un po' tutti questi ambiti, pensate al

mondo dei social, pensate al mondo anche del consumo delle sostanze e altro. Innanzitutto mi piace

ricordarlo che su tutto un ambito, l'ambito 1 di Bergamo, su tutte le scuole ne sono state selezionate alcune,

comunque si attestano all'incirca sulla metà dei giovani, che vivono negli istituti sia delle scuole statali che le

scuole paritarie, questo mi preme sottolinearlo, per cui nessuna scuola è stata esclusa. Le scuole medie,

chiamiamo secondaria di primo grado o meglio medie, 2.827 questionari, l'età media di questi ragazzi è di

13,6 anni, non c'è distinzione di genere pressappoco metà femmine metà maschi; mentre le scuole superiori

11.494 questionari, 30 istituti, l'età media 17 anni. Stiamo parlando di un campione, comunque, dove la

stragrande maggioranza è minorenne, il 77% delle scuole superiori è minorenne. La prima domanda, hai già

giocato d'azzardo? Il 28% delle scuole medie ci rispondono i ragazzi di sì, e il 58,2% nelle scuole superiori.

Quando siamo andati un po' a chiedere qual è la tipologia di azzardo cui ha giocato, ecco a voi quello che ne

è emerso. I gratta e vinci - poi mi piace correlarli con altre variabili che vi farò vedere - si attestano su uno su

due; un ragazzo su 2 alle scuole superiori ha grattato, ha acquistato un gratta e vinci. Poi si alza il mondo

delle scommesse, 24,2%, ma rimane anche molto alto questo delle slot machine.

La spesa settimanale in azzardo, voi pensate che spendono settimanalmente in azzardo il 15,5% dei

nostri ragazzi delle scuole superiori - stiamo parlando del vostro ambito 1 di Bergamo - e 13,7 delle scuole

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medie. Pensate che analizzando un po' i comportamenti disfunzionali, io negli anni, è ormai dal 2000 che

continuo a raccogliere dati, anche perché, come diceva benissimo il professor Fiasco, la valutazione bisogna

capire su che cosa valutare in questo mondo e raccogliere dati per noi è fondamentale per interrogarci e

capire meglio, si spende di più in azzardo rispetto all'alcol e al tabacco, cosa che cinque anni fa questo non

esisteva. Quando siamo andati a vedere come spendono settimanalmente i ragazzi la paghetta, attenzione

che è un dato significativo che già vi diamo è che chi si avvicina, chi ha quest’impatto con l'azzardo poi

afferma di continuare a spendere e voi pensate che negli istituti di secondo grado, quindi le scuole superiori,

il 48% settimanalmente gratta un gratta e vinci, scommette il 24% e il 10% di loro, quasi l’11%, gioca con le

slot. Ma guardate anche il gratta e vinci nelle scuole medie, il 22% settimanalmente gratta un gratta e vinci.

Azzardo giornaliero dei nostri giovani verso quello che potrebbe essere definita la patologia da gioco

d'azzardo patologico, che è un disturbo come è un disturbo da sostanza. Voi pensate che nel nostro

campione indagato la percentuale di giovani - ahimè saranno e sono già tutt'ora dei gambler - quindi persone

che giocano tutti i giorni si attestano dallo 0 5 al 2,9%. Pensate come si distribuisce, a che cosa giocano

giornalmente i nostri giovani, come vedete rimane alto sempre più il mondo delle scommesse ma anche alle

scuole superiori oltre alle scommesse online tutto il mondo delle slot machine e dei gratta e vinci. Abbiamo

chiesto ai giovani, perché, secondo te, la gente gioca d'azzardo? Non vi sono differenze tra scuole medie e

scuole superiori rispondono pressappoco uguale. La maggior ritiene che la motivazione che spinge le

persone è la volontà di arricchirsi, così come il gusto della sfida nel 18%, pochi il divertimento. Quando

andiamo a chiedere loro, ma che significato dai tu alla parola azzardo? Che cos'è per te? Un brainstorming,

l’azzardo? Pensate che il 45% dei giovani, quasi uno su due, lo associa a rischio, attenzione che per i

giovani questa è un’arma a doppio taglio considerare il rischio, ma il 36% lo considera malattia, solo una

bassa percentuale, siamo al 3%, che lo associa al divertimento.

Siamo andati a vedere anche che differenza di percezione hanno chi dichiara di giocare e chi dichiara di

non giocare. Vedete come colpisce la differenza di percezione tra chi gioca d'azzardo abitualmente e chi no.

Cioè, aumentano le percentuali in chi gioca di guadagno, fortuna, abilità e divertimento e si abbassano,

rispetto a chi non gioca, il rischio, la percentuale di rischio e di malattia. Conosci i luoghi - altra domanda -

dove puoi giocare d'azzardo anche se sei minorenne? Il 51%, uno su due dei ragazzi delle scuole medie,

conosce dove andare e 7 su 10 dei ragazzi delle scuole superiori conosce dove andare e, allora, si è andati

a vedere i minorenni soprattutto dove giocano d'azzardo. Pensate che nei bar 66% di loro va con le slot

machine, il mondo delle scommesse, ma così anche il gratta e vinci; mentre nelle tabaccherie acquistano di

più soprattutto 56,7% i gratta e vinci, ma anche, purtroppo, il mondo delle slot è molto gettonato anche nelle

sale slot e sale scommesse, quindi i minorenni ci dicono di andare a giocare, il 22%, anche lì e così anche a

scommettere.

Altra domanda che a me preoccupa è soprattutto quest’azzardo che sta entrando nel mondo della cultura

familiare, perché la domanda era secca, c'è qualcuno in famiglia che gioca abitualmente? Andando a

definire questo abitualmente, cioè ogni giorno o quasi, voi pensate che nel nostro territorio - dico nostro

perché ormai mi sento un po' parte, perché ci sono da un po' su questi dati - più dell’ 8%, direi 8,6 per le

scuole di primo grado quindi scuole medie e 8,30 dichiara di avere papà o la mamma o il fratello che gioca

abitualmente, cioè tutti i giorni o quasi e avere gli zii o i nonni più del 16%. Quindi abbiamo un 24% che

dichiara di avere parenti stretti nella parentela che giocano d'azzardo abitualmente.

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Vado verso la fine, quando si è andati a vedere all'interno del campione i parenti stretti come genitori o

fratelli, le persone che hanno dichiarato di avere in famiglia il papà o la mamma o il fratello che gioca

d'azzardo abitualmente, sono persone che spendono in azzardo quasi il 30% di loro, ma addirittura giocano

d'azzardo quotidianamente il 19,2%. E’ chiaro che se lo impari in famiglia poi difficilmente… il problema è

che rischiano di rimanere impigliati dentro questa rete, perché guardate come crolla la percentuale se

dichiara di non aver genitori, crolla con l'1,4%, mentre se hai chi dichiara di avere zii o nonni o nonne che

giocano d'azzardo abitualmente la percentuale si attesta sul 10,6%.

L'ultima che vi presento questa è una slide, anzi la penultima, se andate a vedere un po' quindi che ruolo

hanno i genitori e gli amici nell’iniziarti al gioco di azzardo e, come vi ho detto prima, attenzione che spesso

chi inizia poi continua, pensate che il ruolo dei genitori, soprattutto sotto i 10 anni, è fortemente connotato

dall'iniziazione gratta e vinci, come vedete gli istogrammi arancioni, e alle slot machine, meno di 10 anni.

Perché, guardate che il campione che abbiamo indagato dichiara che prima di 10 anni il 31% di loro ha già

grattato un gratta e vinci e il 23% di loro ha già giocato a una slot, mentre guardate sopra i 15 anni il ruolo

degli amici, scommesse e slot machine. L'ultima slide è questa, abbiamo in questa popolazione - e mi preme

sottolinearlo anche perché il focus non va posto solo in questa ricerca sull'azzardo, ma va posto su tutto il

mondo degli stili di vita giovanili - in questa popolazione il 14%, più del 14% non abita con almeno un

genitore. Perché dico questo? Perché poi, correlando i dati, emerge che all'aumentare dell'età le scuole

superiori chi non vive con la mamma, o meglio si può anche dire chi vive col papà, poi fate voi le vostre

considerazioni, dichiara di essere più vulnerabile all'azzardo.

SINDACO:

Ringrazio moltissimo Maurizio Fiasco e Simone Feder per la loro esposizione, mi sembra che abbiano

condensato in un tempo non troppo esteso il senso di un impegno che ha visto l'Amministrazione impegnata

e coinvolta, ma non da sola perché, come è stato detto, ci siamo mossi in piena collaborazione con altre

istituzioni, con l’ATS, con il provveditorato, traendo forza e motivazione dall'ordine del giorno che ho

richiamato, ma anche dal fatto che in questo territorio siano molti i soggetti, le associazioni, gli enti che si

sono, negli ultimi tempi, finalmente mobilitati per cercare di porre un argine a questo problema, anche il

mondo dei media, come sapete, ci ha dato una mano nel rendere esplicito il problema e anche nel dare, in

qualche modo, gratificazione a quei baristi che hanno accettato di convertire un po' la loro attività, decidendo

di fare a meno delle macchinette nei propri locali.

Vorrei integrare un po' l'esposizione che è stata fatta con qualche numero e poi cercare di arrivare

velocemente al contenuto del regolamento. Feder vi ha già detto quale è stato l'esito della ricerca sui

giovani. Quella più estesa - ora non andrò a ricostruire le singole fonti - ci mette di fronte ad un dato molto

preoccupante, come ho già anticipato in Commissione, che riguarda le dimensioni del fenomeno. Dimensioni

che davvero si fa fatica a realizzare finché non si vedono i numeri, questi numeri ci dicono che nella

provincia di Bergamo la spesa pro capite per gioco d'azzardo è stata nel 2015 di 1.637 euro a persona,

quando si dice a persona evidentemente dagli 0 ai 100 anni. Se voi considerate che una famiglia media è

composta da 2,4 persone, vuol dire che una famiglia mediamente ha speso 4.000 euro in provincia. Sembra

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già molto, ma in città è molto di più, è il 54% in più, la spesa arriva a 2.536 euro a persona, sono 6.086 euro

per una famiglia media di 2,4 componenti. Perché si gioca di più in città? È un bel tema. Io credo che

dipenda in parte dal fatto che la città, come sappiamo, raccoglie durante la giornata una popolazione che

arriva da fuori e che viene in città per studiare, per lavorare, per acquistare, per incontrare e, quindi,

tendenzialmente aumenta la popolazione a cui ci dobbiamo riferire. Noi qua calcoliamo una spesa procapite

mettendo a denominatore il numero dei residenti, 120.000. La seconda ragione è che sappiamo, grazie a

questa ricerca, che la capillarità dell'offerta di gioco è decisamente superiore in città rispetto ad altri luoghi

del territorio provinciale, l'offerta è ancora più pervasiva. Vedete in questa tavola alle mie spalle che vi dice

quanti siano i punti di gioco, in questo caso non stiamo considerando la rete dei gratta e vinci, delle lotterie

istantanee, sono ben 115 in città. I Comuni che vedete sotto sono quelli dell'ambito 1, 115 esercizi, quindi

sono bar, tabaccherie, luoghi dove ci sono le macchinette, 6 sale VLT, altre sale dove si gioca. Il totale fa

131, diviso per la superficie della città vuol dire un punto di gioco ogni 0,31 km quadrati e quindi, quello che

noi pensiamo è che ci sia una correlazione tra le dimensioni e la capillarità dell'offerta e le dimensioni del

consumo.

La tavola sulla densità, per esempio, qua vedete la densità e la concentrazione dell'offerta di slot

machine e VLT e video lotterie. Bergamo a confronto con Milano, con la Lombardia e con la media nazionale

e verifichiamo che siamo sopra i parametri di riferimento e, quindi, abbiamo 7,21 apparecchi di gioco ogni

1.000 abitanti, quando la media per Milano è di 5,39, in Lombardia 6,43, in Italia, 6,14, le altre sono delle

simulazioni rapportate a quanti sono gli apparecchi per 1.000 contribuenti o pensionati, visto che sono

categorie particolarmente esposte

Idem per quello che riguarda i gratta e vinci. A Bergamo ci sono in provincia 2.113 punti di distribuzione

dei gratta e vinci, sono dati del 2012, gli ultimi disponibili, vuol dire 1,93 ogni 1.000 abitanti, anche in questo

caso siamo sopra i valori di Milano, della Lombardia e la media nazionale che è di 1,56. Allora, non ci

stupiamo tanto nel vedere che mentre in Italia negli ultimi anni il fenomeno, pur di dimensioni clamorose è

rimasto sostanzialmente stabile, nella nostra provincia è ulteriormente cresciuto tant'è che nel 2015

registriamo una crescita ulteriore del 4,65%. A questa crescita del consumo, con una relazione altrettanto

evidente, corrisponde una crescita delle persone che si sono rivolte, riconoscendo i tratti della patologia, ai

servizi dell’ATS, in particolare al Sert, che come sapete è il servizio che si prende cura delle dipendenze.

Vedete in questa tabella dal 2005 al 2014 siamo passati da 28 a 228 persone che sono state seguite, sì è

decuplicato il numero delle persone assistite eppure sappiamo che è un'assoluta minoranza rispetto a quelli

che avrebbero realmente bisogno.

Questa è la situazione. Noi non partiamo da zero, perché a Bergamo già la scorsa amministrazione si era

occupata del problema, aveva prodotto un regolamento, che aveva, diciamo, mescolato questo tema ad una

regolamentazione più diffusa degli esercizi commerciali, si parlava anche dei kebab in quel regolamento, vi

ricordo, ma nello specifico, per esempio, aveva anticipato la normativa regionale che nel 2013 ha posto un

limite, una distanza minima dai luoghi sensibili per l'autorizzazione di nuove installazioni.

Questa legge regionale, la n. 8, è una legge all'avanguardia a cui noi oggi facciamo riferimento, è un po’,

diciamo, il cappello normativo a cui ci leghiamo, non tutte le regioni hanno legiferato nello stesso modo e

però, purtroppo, non è una legge retroattiva e, quindi, ciò che è installato resta installato fino alla scadenza

della concessione e le concessioni sono molto lunghe, quindi non sono imminenti le scadenze ed in più

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sappiamo che alcune tipologie di gioco, per esempio le apparecchiature che stanno in rete, sulla rete

nazionale, cioè le video lotterie, per esempio, non vengono autorizzate dal Comune, quindi esulano dal

nostro potere discrezionale, vengono autorizzate dalla Questura direttamente e non si tiene conto, al

momento, di questa norma regionale per non parlare del gratta e vinci, che, invece, è oggetto di una

concessione in esclusiva ad un operatore, il quale, a sua volta, contrae contratti, accordi privati con i singoli

gestori dei punti di vendita. Quindi, non sappiamo oggi quanti siano i punti di distribuzione del gratta e vinci,

abbiamo dati del 2012 e, come veniva anticipato, è la prima volta che in Italia abbiamo a disposizione dei

dati sulla diffusione del gratta e vinci e, purtroppo, non sono dati recentissimi.

Questa è la premessa, ho ricordato anche la legge regionale e ho ricordato la collaborazione con tutti gli

enti con i quali ci siamo relazionati. La ricerca offre al provvedimento di cui oggi ci occupiamo un retroterra di

tipo scientifico, analitico che nessuno ha mai, in Italia, per il momento, costruito a supporto di provvedimenti,

in qualche modo, simili al nostro, già qualcuno si è occupato di regolamentare gli orari ed ha pure vinto

presso il Tar di Milano, però si tratta un po' di casi isolati senza, in quell'occasione considerare i gratta e

vinci.

Noi in questo caso cerchiamo di dare un supporto alla nostra decisione, perché sapremo che

probabilmente qualcuno cercherà, come dicevo, di opporsi. Ci sono quattro punti della relazione che

abbiamo ascoltato che mi sono appuntato e che vorrei ricordare prima di parlare del regolamento. Il primo è

il tema della capillarità dell'offerta, che è stata definita ubiqua, capillare, invasiva, insistente, rivolta a tutti i

target con riflessi sulle relazioni interpersonali e sugli obblighi affettivi familiari, questo è il problema. Se il

gioco che noi sosteniamo debba essere legale, non vietato, fosse concentrato in pochi luoghi, in qualche

modo selezionati, segregati, io credo che gli effetti sarebbero molto diversi sulla popolazione, il problema è il

fatto che c'è una macchinetta ad ogni angolo di strada perfettamente accessibile, perfettamente integrata nei

luoghi che noi frequentiamo normalmente.

Il secondo tema evidenziato è quello dell'azzardo passivo, ovvero non esiste soltanto la sofferenza di chi

contrae una dipendenza come quella da sostanze, esiste il disagio, la sofferenza dei suoi familiari, dei

coniugi, dei figli, dei parenti, dei vicini, dei colleghi di lavoro ed è questa la ragione per cui l'Amministrazione

comunale ritiene di dover intervenire, non è una violazione della libertà individuale, uno può anche decidere

di farsi del male, volendo, se vuole buttare soldi dalla finestra, in questo caso sta procurando sofferenza

anche ad altre persone, in una forma molto più estesa.

La necessità a fronte di queste premesse, di costruire degli argini. Ad una prima osservazione può

sembrare un po' estemporanea la scelta di intervenire sugli orari, invece credo che il prof. Fiasco abbia ben

spiegato come creare delle zone franche, degli intervalli liberi dalla possibilità di giocare costituisca un

efficace provvedimento contro la compulsività con cui tante persone vengono mosse verso gli apparecchi di

gioco. Fermare ad intervalli la macchina. Infine, per la prima volta, ripeto, in Italia la sottolineatura del rilievo

della rischiosità delle lotterie istantanee, che fino ad oggi sono sempre rimaste un po' fuori, ritenute quasi

innocue, tutto sommato, e la conseguente necessità di includerle nel provvedimento.

Queste sono le premesse. Di che cosa tratta per l'appunto il nostro regolamento?

Non di tutti i giochi, abbiamo detto, per cui di alcuni giochi tradizionali non si occupa ed esclude

esplicitamente il bingo, il lotto e, con un emendamento che approfitto per presentare, anche il superenalotto

che ha esattamente la cadenza trisettimanale di estrazione del gioco del lotto e che, quindi, non consente,

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per sua natura, di alimentare comportamenti compulsivi. Il bingo a sua volta, per quello che emerge dalle

ricerche, a parte il fatto che è molto poco diffuso, si associa, invece, a comportamenti sociali ad una

convivialità, alla condivisione, ci sono persone che volentieri passano il tempo, giocano insieme, cenano

magari anche insieme e per questa ragione pensiamo che non abbia le caratteristiche per essere

considerato un gioco rischioso.

I criteri a cui ci ispiriamo sono la legge regionale, cioè quella che vi ricordavo già oggi pone il limite dei

500 metri come minimo di distanza da luoghi sensibili scuole, chiese, oratori, case di riposo ecc.; un principio

di tutela della concorrenza, per cui evitiamo di fare l'errore di vietare alcuni giochi e di consentirne degli altri,

della stessa categoria quantomeno, perché questo potrebbe essere un’alterazione della concorrenza e

potrebbe essere un presupposto di ricorso. La terza ragione è quella che già abbiamo accennato di

preservare alcuni tempi della giornata, che sono quelli naturalmente dedicati alle relazioni familiari. Non c'è

stato il tempo di raccontarvela, però se avrete l'occasione e la voglia di leggere la relazione sono descritti

molti casi anche singoli, ma molto numerosi, di genitori che dimenticano i figli a scuola, perché sono

impegnati a giocare, non li vanno a prendere all'uscita da scuola oppure se li portano al bar mentre

continuano a giocare, li tengono lì fermi mentre loro insistono a cercare la fortuna, pensionati che non

tornano a casa all’ora dei pasti ecc. ecc. Quindi cerchiamo di dare una difesa alla sfera delle relazioni

familiari che sappiamo essere costitutive anche delle relazioni sociali, non soltanto nel microcosmo della

famiglia, ed andiamo a disporre, oltre a quanto già la regione ha stabilito, qualche ulteriore prescrizione, per

esempio, quella della distanza minima di 100 metri da banche, bancomat, banche dei pegni e negozi di

Compro Oro. Non vi sembri anche questa una stranezza, l'evidenza è quella di molte persone che mentre

giocano vanno ad alimentare il proprio portafoglio andando a fare un bancomat, entrando in banca,

impegnando una catenina, un gioiello senza staccarsi dalla macchina e quindi riuscire anche soltanto a

distanziare fisicamente i luoghi di gioco da queste fonti di denaro può essere un elemento di difesa delle

persone. Vietiamo il gioco nei circoli e nelle associazioni private, evitiamo il gioco in esterno, perché ormai ci

sono anche degli apparecchi di gioco che, come i distributori di sigarette, distribuiscono i gratta e vinci per la

strada, fuori da qualunque tipo quindi di presidio fisico, di controllo, di osservazione.

Poi c'è il tema degli orari che non viene precisato nel regolamento, perché sarà oggetto di un'ordinanza

non appena il regolamento diventerà esecutivo, se lo approverete, ma che, vi anticipo, prescrive lo stop ad

ogni tipo di gioco, gratta e vinci compreso, dalle 7:30 alle 9:30 della mattina, dalle 12:00 alle 14:00, dalle

19:00 alle 21:00. Sono gli orari in cui cerchiamo di restituire le persone, anche quelle più legate, in modo

patologico al gioco, agli spazi di relazione familiare che possono dare loro, invece, qualche sollievo. Infine,

prescriviamo l'esposizione in dimensioni e con caratteristiche ben precise del divieto di gioco per i minorenni.

Sapete che dovrebbe essere in vigore, ma abbiamo ascoltato quanti sono i minorenni che, invece, hanno la

possibilità di giocare. Spesso il divieto viene o non affisso o affisso un bigliettino che nessuno vede, in

questo caso diciamo che deve essere grande, in formato A4, scritto in quattro lingue in modo che nessuno

possa far finta che non ci sia. Prescriviamo l'esposizione dell'autotest, che ormai avrete imparato a

conoscere anche voi, è una semplice formula, sono tre domande rispondendo alle quali in modo sincero

chiunque di noi può capire se ha qualche problema col gioco e quindi ha bisogno di farsi aiutare telefonando

al numero verde. Vietiamo l'esposizione della pubblicità delle vincite, che è spesso lo specchietto delle

allodole che è fatto per attirare dicendo qui si sono vinti 100.000 euro, qua se ne sono vinti 300.000, qui

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1.000.000, questa cosa non è più possibile così come non sarà più possibile all'esterno dei locali avere delle

scritte di grande evidenza lampeggianti che richiamano all'offerta di gioco. Da ultimo, ribadiamo un impegno,

che era già contenuto nell'ordine del giorno che avevate votato, per quello che ci riguarda, a non ospitare in

alcun modo negli spazi di nostra proprietà o delle nostre società partecipate municipalizzate la pubblicità del

gioco.

E’ la ragione per cui abbiamo detto grazie, no! quando una delle grandi aziende del gioco si è proposta di

sponsorizzare, con un importo anche importante, l'attività del teatro Donizetti, ma ci è sembrato giusto

declinare quella proposta.

Questo è il contenuto del regolamento, io spero di essere stato esauriente, mi fa piacere richiamare di

nuovo il fatto che se arriviamo a questo risultato che vede l'amministrazione di Bergamo un passo avanti ad

ogni altra questo si deve al fatto che qui si è cominciato a ragionare presto su un tema che chi ci ha

preceduto lo ha fatto, ha aperto la strada e abbiamo trovato lungo il percorso molte collaborazioni utili ad

arrivare a questo risultato.

PRESIDENTE:

Oltre all'emendamento che già il Sindaco ha presentato, collegato a questa delibera è stato presentato un

ordine del giorno, per cui do la parola al consigliere Camerlingo per presentarlo.

CONSIGLIERE CAMERLINGO:

Volevo aggiungere un particolare molto rapido a questa delibera che giudico estremamente importante,

perché il contrasto alle ludopatie, che io chiamo anche ludodipendenze, è una delle azioni principali che

dobbiamo fare non solo in ambito sanitario, ma anche sociale per questa città e per questa provincia dati i

numeri.

E' vero, noi siamo più avanti degli altri perché abbiamo qualche numero. Io ho guardato un momento per

prepararmi a questa sera ed ho visto che i dati nazionali sono completamente dispersi, ma, più o meno,

rischia una ludodipendenza tra l'1 e il 4% della popolazione generale. Ora, solo il 5% di questa afferisce al

Sert o si avvicina ad un percorso di recupero, che è francamente una quantità irrisoria di persone, per cui

sfruttando un'esperienza precedente che abbiamo già fatto a Bergamo nell'anno 2010, quando con un piano

stroke siamo riusciti a recuperare mezzo punto percentuale di mortalità nell'anno successivo attraverso un

battage pubblicitario che passava attraverso tutti i media disponibili e un lavoro capillare sulla popolazione,

avevo pensato di riprovare a vedere se era possibile che il nostro Sindaco e la nostra Giunta si

adoperassero per estendere e massimizzare attraverso tutti i canali di comunicazione possibili,

l’informazione sui servizi di recupero, in modo da vedere se questo 5% si potesse, anche solo minimamente,

aumentare e guardando un pochino le esperienze in altre malattie e situazioni almeno al 20% che sarebbe

già un risultato straordinario.

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PRESIDENTE:

Grazie. Apro la discussione e do la parola al consigliere Tentorio.

CONSIGLIERE TENTORIO:

Ho ascoltato sia in Commissione che in quest'aula la relazione degli esperti e l’ampia illustrazione del

Sindaco e ribadisco la condivisione del mio gruppo a questa delibera.

I dati che sono stati presentati e illustrati sono davvero scioccanti, 2.500 euro a testa per ogni cittadino

della città di Bergamo, neonati e moribondi inclusi, è un dato davvero spaventoso. Anche gli esperti hanno

confermato, illustrando i risultati delle loro indagini, quanto il fenomeno sia importante, delicato e

particolarmente diffuso nella nostra comunità. Ho preso atto, con piacere, che questa iniziativa

dell'Amministrazione si inserisce da un lato in precedenti iniziative di legge della regione Lombardia, che lo

stesso Sindaco ha detto essere stata all'avanguardia nel settore, e ad una serie di iniziative anche

dell'assessore Foppapedretti, di cui ricordo in particolare l'impegno condiviso con il provveditorato, con

l'allora all'ASL e con la Curia. Quindi, è un percorso che riprende dopo circa due anni con un

approfondimento sicuramente positivo e con un miglioramento del regolamento che non possiamo che

condividere.

Due osservazioni: una, ricordo che esistono dei locali comunali che sono locati per il gioco d'azzardo. E'

vero che si dice che questi contratti dureranno fino ad esaurimento, però è un problema anche umano di cui

l'Amministrazione deve farsi carico, non faccio nomi, ma sono noti. L'altra, invece, è un osservazione

negativa: un progetto di questa natura, di questa ampiezza, di questa profondità anche di impostazione non

può limitarsi alla città di Bergamo. Del concetto di grande Bergamo si sono riempiti la bocca una serie di

sindaci, direi però che se proprio non vogliamo fare un coinvolgimento istituzionale che non è possibile, un

contatto con gli assessori di competenza dei singoli Comuni dell'hinterland, mi sembra assolutamente

doveroso, altrimenti il rischio che il giocatore d'azzardo in quelle due ore della mattina, del mezzogiorno e

della sera superi i confini comunali e vada in auto, in bicicletta o anche a piedi in un comune vicino è

purtroppo assai concreta.

Quindi, ribadisco il voto positivo già anticipato in Commissione, non posso non sottolineare come

Governo e Parlamento abbiano dimostrato una ben scarsa sensibilità. Ci rendiamo conto - e il Sindaco lo

aveva ripetuto - che il gettito di questi giochi d'azzardo è veramente rilevante e, quindi, una difficile

quadratura del bilancio dello Stato richiede probabilmente anche queste somme, ma in termini morali la cosa

è scandalosa. Il fatto che ci siano addirittura delle sollecitazioni, delle propagande, delle diffusioni di

messaggio che provengono da normative nazionali è veramente inaccettabile.

Due elementi, che ho già citato in Commissione, rendono ancora più grave questa critica. Il primo è lo

spaventoso condono che è stato concesso ai gestori di slot machine, che se la sono cavata, dopo anni e

anni di violazioni fiscali della normativa, con una sanzione veramente modesta; nessun cittadino, forse

qualche multinazionale, ha avuto mai la possibilità di condonare le sue colpe in modo così drammaticamente

modesto. La seconda notizia, che desidero richiamare come elemento negativo di nuovo statale, è che ho

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sentito in una recente comunicazione radio che è stato stabilito che il gettito di questi giochi d'azzardo in

Sardegna venga destinato alla regione, con quale intensità la regione si attiverà per contenere il gioco

d'azzardo quando il gettito va a lei diventa una domanda del tutto superflua.

Ribadisco il voto favorevole su questa delibera, siamo lieti che essa rappresenti un ulteriore passo in

avanti rispetto alle precedenti iniziative regionali e di questo Comune, lamento, in modo veramente forte, che

a livello nazionale questo atteggiamento non sia assolutamente rispettato e dove il male nasce dal centro è

difficile poi in periferia contenerlo.

CONSIGLIERE GREGORELLI:

Riteniamo la delibera positiva, visti i dati gravi sempre più in aumento, un primo passo, ma necessario

per cercare di risolvere questo problema.

Ricordo l'ordine del giorno presentato dal Movimento 5 Stelle nel 2014, votato all'unanimità, dove

chiedevamo un regolamento che limitasse il più possibile questo problema, in attesa di una legge nazionale

puntuale e seria. Quello era un ordine del giorno di indirizzo, ora diventa operativo con questo regolamento.

Ricordo anche la campagna pubblicitaria di sensibilizzazione partita dall'Amministrazione “Azzardo

Bastardo”, ma purtroppo anche l'ordine del giorno di qualche mese dopo dove si appoggiava l'apertura del

casinò di San Pellegrino.

Riteniamo importante aver preso l'impegno di non rinnovare il contratto alle attività in essere; chiediamo,

come già chiesto in Commissione, che non ci sia una riduzione della sanzione da 500 a 333 euro circa, se

saldata nei termini previsti. Il Sindaco aveva detto che si sarebbe informato e avrebbe dato una risposta.

Inoltre chiediamo che ogni gruppo consiliare chieda ai propri riferimenti in Parlamento di impegnarsi a

presentare una vera proposta di legge nazionale nel più breve tempo possibile.

Concludo dicendo che speriamo che il Governo Renzi prenda in considerazione questa richiesta, visto

che ha concesso 22.000 nuove licenze per le sale gioco.

CONSIGLIERE TREMAGLIA:

Io intendo, ovviamente, ringraziare tutti per l'esposizione veramente dettagliata, io ho avuto la fortuna di

ascoltarla sia in sede di conferenza stampa di presentazione sia, ovviamente, in Commissione. Stasera l'ho

riascoltata volentieri, perché ci aiuta, o meglio ci costringe, a riflettere su quello che significa, da un punto di

vista sociale soprattutto, questa vera e propria piaga che è quella della ludopatia.

È evidente che stiamo vivendo un periodo molto particolare forse della storia della nostra nazione, è

evidente che stiamo vivendo sicuramente un periodo molto negativo dal punto di vista economico, questo

rende ancora più incredibile il dato che abbiamo analizzato che è il dato centrale, cioè che si spenda nella

nostra città, che è una città fortunatamente benestante, ma che purtroppo è stata colpita comunque dalla

crisi economica, che si spenda, dicevo, la cifra di 2.500 euro a testa, come ricordava anche il Sindaco - e nel

conto sono inclusi tutti gli abitanti della città, sia che abbiano 0 anni sia che ne abbiano 150 - 2.500 euro a

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testa significa grossomodo 6.000 euro a famiglia - anche questo ci ricordava il Sindaco - è una cifra

incredibile e significano 500 euro al mese che per moltissime persone, per moltissime famiglie fanno tutta la

differenza che possiamo immaginare, il fatto che nonostante la crisi, nonostante la differenza che tutto

questo denaro può comportare per le tasche di una famiglia, il fenomeno del gioco d'azzardo non sia solo

ancora esistente, ma sia addirittura in crescita, segnala purtroppo la drammaticità di questo fenomeno.

Da questo punto di vista io sono d'accordo con gli interventi che mi hanno preceduto più o meno in tutto,

nel senso che mi sembra assolutamente evidente da un lato che si dia un messaggio molto sbagliato in

tante sedi, anzitutto purtroppo, in Parlamento. Abbiamo già avuto modo di rilevare in sede di conferenza

stampa di presentazione, ma anche nel dibattito in Commissione e senz'altro anche questa sera in

Consiglio, che purtroppo non esiste una vera e propria differenza tra destra e sinistra nei Governi che si

sono susseguiti al Governo della nostra nazione quanto all'atteggiamento nei confronti di questa piaga.

Senz’altro va registrato con spirito positivo e con soddisfazione il fatto che Regione Lombardia nel 2013 con

la legge regionale n. 8, si sia dotata del regolamento di cui abbiamo parlato e sul quale questo regolamento

comunale si basa. Io, personalmente, sono orgoglioso, come rappresentante di Fratelli d'Italia, che la nostra

rappresentante, l’assessore Beccalossi si sia da sempre, l'ha ricordato anche lei pubblicamente - anche

quando si trovava a Roma, anche quando il centro-destra era al Governo - si è sempre spesa contro tutto

ciò che riguarda la ludopatia, contro tutto ciò che riguarda il gioco d'azzardo e le disgrazie, le tragedie che ne

conseguono e che sono state ricordate giustamente. Sono orgoglioso, quindi, dell'assessore Beccalossi,

sono orgoglioso anche del Comune di Bergamo nel momento in cui decide di adottare questo regolamento.

Sono felice oltre che orgoglioso del fatto che, secondo me correttamente, il Sindaco e l'amministrazione

abbiano dato il taglio che è giusto dare a questo regolamento, che è un regolamento innanzitutto figlio di un

enorme lavoro tecnico - e anche qui voglio ringraziare ovviamente gli uffici, la dottoressa Azzi che è

intervenuta anche in presentazione - perché c'è veramente alle spalle di questo regolamento un lavoro

encomiabile, un lavoro di approfondimento indispensabile e ringrazio, dicevo, il Sindaco e l'amministrazione,

perché il taglio giusto è quello che stiamo cercando di dare tutti, cioè questo non è un provvedimento di

destra o di sinistra. Ripeto, io ho ricordato con orgoglio l'assessore Beccalossi, ma con lo stesso orgoglio

sono felice che questo Comune, a prescindere dal colore che lo governa, ha dimostrato negli ultimi anni, con

una giunta e con un'altra, un'attenzione verso il tema. Qualsiasi intervento in questa direzione mi sembra

non solo ben accetto, ma addirittura da incoraggiarsi. Sono d'accordo che, purtroppo, tante volte a livelli non

locali ma a livelli nazionali superiori al nostro si dia forse il messaggio sbagliato, mi rendo conto che esistono

delle ragioni economiche, mi rendo conto che esistono delle ragioni di cassa, mi rendo conto altrettanto, ma

con dispiacere, che delle volte le ragioni di cassa, le ragioni economiche ricadano poi sotto altro modo con

costi sociali, che nella maggior parte dei casi sono costi sociali che finiscono in tasca o meglio che vengono

sottratti poi dalle tasche degli enti locali.

Se la sorte di vero e proprio indulto, il concordato con alcune delle società più importanti del gioco

d'azzardo italiano, ha senz'altro avuto un aspetto economico positivo per le casse della nostra nazione, del

nostro Stato, sia senz'altro il fatto che esista il gioco d'azzardo costituisce una tassa di dimensioni

importantissime per le casse del nostro erario, questo, purtroppo, non significa che questa entrata

corrisponde a un costo.

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Purtroppo, nella maggior parte dei casi se non nella totalità, questo costo è un costo che devono

affrontare, per come funziona la ripartizione delle competenze, le regioni, i comuni e finché c'erano anche le

province sotto un certo aspetto. Quindi, ritengo questo purtroppo un'ipocrisia, forse un'ipocrisia necessaria,

ma che ciò non di meno resiste come ipocrisia; sono felice che il Comune di Bergamo, così come già la

Regione Lombardia, decidano di non essere totalmente complici di questa ipocrisia e che anzi prendano

un'azione che io mi auguro possa essere d'esempio per tanti altri comuni della Lombardia, così come spero

che le azioni della Lombardia, in termini di legislazione a questo riguardo, siano d'esempio per tanti altre

regioni d'Italia e mi unisco anch'io nell'appello ai nostri rappresentanti a Roma, di ogni partito e di ogni

schieramento, perché tengano ben presente che, assieme alle ragioni economiche, senz'altro indispensabili

nella vita di una nazione, esistono ragioni sociali ben più importanti come in questo caso, che vanno

altrettanto, se non di più, tutelate e delle quali bisogna tenere in considerazione quando si tratta di fare i

conti con il benessere dei propri cittadini.

Quindi, ringrazio ancora tutti e, ovviamente, anticipo già il mio voto favorevole a questo regolamento.

CONSIGLIERE PECCE:

Ovviamente, molto favorevole a questa delibera tanto più da parte mia che sono stata attiva sul campo

nella precedente amministrazione almeno dal 2012/2013 e la prosecuzione, quindi, del lavoro

dell'Amministrazione precedente, che aveva cercato tutti i modi e tutti i mezzi a sua disposizione per

arginare il problema, quindi ben venga questa delibera che con modi e modalità diverse prosegue su questo

cammino.

L’abbiamo detto tutti, i dati sono spaventosi ed allarmanti e io ritengo che sia giusta la definizione che ha

dato il nostro Sindaco quando ha parlato di assedio per quanto riguarda la presenza dell'offerta.

Devo dire che ho ascoltato con molto interesse le relazioni tecniche, mi è sembrata una cosa molto

intelligente quella di basare il discorso su degli studi che poi permettessero un discorso scientifico più

difficilmente contestabile, dato che la difficoltà dei comuni è proprio quella poi di trovarsi di fronte a dei

procedimenti che vengono impugnati dai gestori. Io ho seguito con molto interesse, tra l'altro riprenderò un

po' il tema del dottor Fiasco, che mi sembra che abbia inquadrato con grande completezza il ruolo dello

Stato. Qui è stato richiamato in diverse occasioni, però con parole tecniche questo inquadramento direi che

è, un po' per la prima volta, stato espresso in questo Consiglio. Direi che il nuovo regolamento offre delle

novità in quanto lavora sugli orari, lavora sui gratta e vinci e parla di 100 metri di distanza da bancomat e

compro oro e ancora, con un'altra azione interessante, intelligente, prosegue per quanto riguarda la

campagna pubblicitaria con un messaggio positivo. Secondo me, queste sono tutte iniziative molto

interessanti. L'Amministrazione precedente e anche la legge regionale di cui si parlava prima sempre del

2013, la legge a nome dell'assessore Beccalossi avevano preso in esame un po' alla radice il problema, cioè

tentavano di bloccare la proliferazione dei punti di richiamo, che potrebbero essere sale giochi, VLT, sale

scommesse ecc. per esempio inserendo il discorso dei 400 noi avevamo detto, 500 dice la Regione, metri

dai luoghi sensibili. Si va un po' al cuore del problema, però con grosse difficoltà, come diceva la relazione

del dottor Fiasco. E’ giusto che si ponga in Consiglio comunale e in Giunta l'attenzione a questo problema,

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perché c'è la volontà di agire e di reagire come amministrazioni comunali di fronte ad una situazione

paradossale - lo diceva il dottor Fiasco - perché ci troviamo di fronte ad uno Stato che anziché pensare

soprattutto al bene comune, salvo poi correre ai ripari, dopo spiego anche un po' come, è avido di introiti che

provengono da attività gestite a volte con modalità al limite del lecito, che lucrano sulle fasce più deboli e che

creano nuove gravi patologie. È peggio che per il tabacco e tra l'altro, come diceva anche il collega Tentorio,

c’è un'azione molto, molto fiacca nei confronti delle lobbies che avevano accumulato dei forti debiti e che,

comunque, vengono favorite anche per quanto riguarda la tassazione.

Diciamo che è peggio che per il tabacco, perché con parole molto tecniche il dottor Fiasco parlava

dell'azione promozionale che, ad un certo punto, lo Stato conduce nei confronti di chi viene e deve essere

attirato a giocare. In realtà cos’è successo? Che a metà degli anni 90 un funzionario del Ministero delle

Finanze si è lamentato per il basso numero di giocatori. In conseguenza di questo si è arrivati a proporre di

stimolare la propensione per il gioco, una follia. Detto fatto sì e proceduto sistematicamente a fare leggi

liberalizzatrici, ad utilizzare una tecnologia accattivante, ad impostare un’industria organizzata capillarmente

e a fare campagna di marketing. Ed eccoci ai numeri di oggi. Se nel 2013 si parlava di 8 miliardi di entrate,

nei due anni precedenti si parla di 12 miliardi e con un aumento esponenziale, 12 miliardi che però

dovrebbero, secondo taluni, confermarsi anche nell’anno corrente, secondo altre scuole non sarà più così.

Comunque, dicevo, che è giusto parlare di questo tema in Consiglio comunale, perché sono stati i propri

Comuni con i loro cittadini - Bergamo ne è un esempio pratico e concreto - ad insorgere contro il problema

del gioco d'azzardo. Perché sono stati i comuni che si sono trovati con le mani legate di fronte ad una legge

nazionale sul gioco che è di esclusiva competenza dello Stato, il quale interviene per mezzo delle Questure

a concedere nuove aperture delle sale giochi e perché sono i comuni che quando hanno cercato di regolare

gli orari di apertura e di chiusura, di stabilire le distanze minime dei luoghi sensibili si sono trovati spesso a

vedere respingere questi interventi dal TAR e perché sono stati i comuni che, come dichiara il manifesto dei

sindaci, hanno trovato tutti gli escamotage possibili, che hanno usato tutti i mezzi a loro disposizione per

salvaguardare il buon governo della città e il benessere dei cittadini.

Cosa hanno dovuto fare? Ricorrere a PGT, ordinanze, regolamenti. E adesso, come è stato più volte

ripetuto, è lo Stato che deve intervenire, perché io mi sono un po' informata, che cosa sta facendo lo Stato

adesso? Non è vero che non sta facendo niente, però sta mettendo le pezze, perché ho trovato che mette a

disposizione 50 milioni di euro nella legge di stabilità con il fondo per il gioco di azzardo patologico, obbliga

a mettere avvertimenti sul pericolo della ludopatia. Riguardo i giochi online usa strumenti come

l'autolimitazione e il conto di gioco; per quanto riguarda le regioni invita a prendere iniziative di prevenzione,

poi tutela i minori con sanzioni inasprite che arrivano fino alla chiusura e alla revoca dell'autorizzazione,

organizza dei progetti educativi gioco online e fa una specie di decalogo addirittura quando istituisce un

osservatorio nazionale sulle dipendenze. Ci sono anche 15 milioni di euro per l'indennizzo economico agli

esercizi commerciali che rimuovono dai propri locali - e che non è poco, questo è interessante - gli

apparecchi per il gioco lecito istallati però precedentemente al 31 dicembre 2013. Poi ci sono diversi milioni,

10 milioni per il piano nazionale. Manca la legislazione di Stato che affronti il tema radicale per limitare la

proliferazione di sale giochi, VLT e scommesse e questo, l'abbiamo detto e ripetuto, potrebbe proprio venire

dalla città di Bergamo, dalla nostra Amministrazione tramite il nostro Sindaco, forte di tutto il lavoro del suo

Consiglio.

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Io volevo dire che poi, tra l'altro, la festa durerà poco, perché 12 miliardi, secondo le previsioni, non ci

saranno più: il gioco online, due per mille entrate nello Stato, sta prendendo piede e tutti gli studi sociologici

dimostrano come non entrerà più, non sarà più interesse né dello Stato né dei gestori, perché questo

soppianterà ben presto il gioco delle sale.

CONSIGLIERE CARRETTA:

Vorrei partire anch'io con un rapido ringraziamento per i nostri due ospiti, che ci hanno esposto una

relazione molto interessante e molto tecnica, molto approfondita, ma anche chiara ed efficace credo e infatti

poi su questo mi ricollegherò nella parte finale del mio intervento.

Oggi ci troviamo in aula per discutere e auspicabilmente votare all'unanimità un regolamento che è

davvero innovativo a livello italiano e questo non può che renderci tutti molto orgogliosi di questa

Amministrazione, ma, in generale, del nostro Comune. Soprattutto, ho apprezzato lo sforzo, dicevo in

premessa, di affiancare a questo regolamento un lavoro puntiglioso, ben fatto di letteratura, diciamo così,

scientifica e la finalità di contrasto al cosiddetto azzardo passivo. Credo che queste due strade siano un po'

le chiavi di lettura del nostro regolamento, siano molto, molto intelligenti e credo che ciascuno di noi dovrà

poi anche divulgarle con i propri amici, colleghi, consiglieri di in tutta Italia, perché credo siano

particolarmente interessanti. Credo anche che questo regolamento rientri in un discorso di politiche in cui lo

Stato non dismette il suo ruolo anche d'intervento attivo sociale e non sta semplicemente sulla riva del fiume

in un atteggiamento molto, se vogliamo, magari più liberale, di lasciar fare al mercato, di lasciar fare

all'uomo, ma credo che delinei in maniera corretta il pubblico, quindi con questo regolamento, una cornice di

quadro proprio in cui permettere il gioco, perché il gioco va permesso. Il proibizionismo storicamente non ha

mai portato a risultati, però con delle regolamentazioni e credo che serva soprattutto più monitoraggio e

anche su questo poi ci ritorno. I dati che abbiamo ascoltato sono allarmanti per usare un eufemismo: gli

oltre 2.500 euro procapite che si spendono nella nostra città, il 15% dei giovani che dichiara di giocare

d'azzardo, un ragazzo su due delle superiori che gratta il gratta e vinci abitualmente - e questo è un

importante novità del regolamento, importantissima - e, ad esempio, mi ha stupito molto questo dato che più

del 50% dei ragazzi delle scuole medie conoscono un luogo preciso in cui possono andare a giocare,

diciamo illegalmente, visto che il gioco in teoria è vietato ai minori di 18.

Ma c'è di più, cioè quello che, secondo me, dovrebbe interrogare un Consiglio comunale e i politici sono

anche le motivazioni, non sono solo i dati, le conseguenze di un fenomeno. Le motivazioni, purtroppo, sono

ampie, alcune sono insite, credo, nella genetica dell'uomo, tanto è vero che abbiamo notizia di giochi,

fenomeni di gioco sin dai poemi dell'antichità, dell'antica Grecia, degli antichi romani per cui, evidentemente,

c'è una parte emotiva impulsiva e irrazionale del nostro essere che è attratta dal rischio, è attratta dallo

scommettere continuamente anche contro se stessi. Ma c'è anche un tema aggiuntivo, secondo me, in parte

figlio della crisi economica che viviamo, che è il desiderio citato come uno dei principali motivi di guadagno.

Perché? Perché siamo in una società in cui l’aver sempre di più è uno dei valori, purtroppo, fondanti, dei

messaggi con cui noi continuamente siamo bombardati, far soldi, guadagno permettersi ai soggetti. Quindi

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anche questo è un riflesso, purtroppo, di questa nostra società che ormai spero ci siamo convinti tutti che è

stata smodatamente consumista e questi sono degli effetti.

Ma c'è anche di più, secondo me, e mi collego ad un altro punto che a me sta molto a cuore, che,

purtroppo, noi non riusciamo a toccare in questo regolamento, che è il tema del gioco online, che riguarda

soprattutto i giovani, per evidenti motivi, ma che anche questo ha uno specchio, ha dietro un riflesso sociale

che è un po' il tema della solitudine. Paradossalmente, nell'epoca dell'interconnessione, nell'epoca in cui

ciascuno di noi ha centinaia, forse migliaia, di amici sui social network, però ci si chiude nelle proprie gabbie,

dietro i propri schermi e si gioca da soli, perché poi tendenzialmente il gioco è pressoché in solitudine.

Credo quindi e qui arrivo alla parte finale del mio intervento di richieste, di sollecitazioni, di suggestioni,

credo che il Governo, soprattutto sul sistema del gioco online, debba necessariamente fare di più e arrivo

alle proposte che faccio, che sono, spero, migliorative di questo regolamento, non sono, ovviamente, in

forma di emendamento, sono più di riflessioni politiche. La prima è una richiesta di dare ampia diffusione

delle relazioni che ci avete fatto e ci avete fatto ascoltare nelle nostre scuole, nei nostri oratori, nei nostri

spazi giovanili, perché soprattutto i giovani che sono la fascia più, probabilmente, con i pensionati più

coinvolta, abbia percezioni magari anche con delle presentazioni che giochino sui dati numerici, trovando

delle modalità interattive, perché sono un modo molto efficace di fare comunicazione quello di mettere di

fronte i ragazzi a questi dati, ovviamente affiancando la comunicazione, per cui ringrazio ancora Christophe,

il capo di gabinetto perché quello che sta mettendo in campo è ottimo a mio avviso, è molto importante.

La seconda è una richiesta, ovviamente, non spetta al Comune, ma di dare una stretta sulle pubblicità.

Adesso io non so se posso farlo e lo faccio però il nome io ho una pay-tv dove vedo le partite di calcio e

rimango inorridito tutte le sere quando, tra un tempo e l'altro, c'è il punto scommesse, viene fatta la pubblicità

delle scommesse in tempo reale e si incentiva sostanzialmente il gioco istantaneo, compulsivo.

Credo che questo sia, soprattutto in fasce protette, veramente agghiacciante, non si può continuare ad

avercene a che fare.

La terza, concordo con il consigliere Tentorio, estendiamoci, parliamo di aree omogenee e quindi

cerchiamo davvero di diffondere questa nostra buona pratica.

La quarta è molto generica, me ne rendo conto, ma serve sul Governo che è vero che stiamo parlando di

una delle principali aziende italiane per fatturato, però credo che ormai anche l'opinione pubblica si stia

dimostrando più matura per affrontare il tema e infine, il mio cavallo di battaglia che forse è irrealistico, però

io continuo a crederci, come per le sigarette dopo una certa ora devi utilizzare per forza la tessera sanitaria

per l'acquisto, credo che imporre l'acquisto dei giochi gratta e vinci e quant'altro con tessera sanitaria, per

permettere di tenere monitorati i dati di acquisto e di consumo soprattutto sui giocatori compulsivi, possa

essere significativo e importante anche nell'ottica di coinvolgere maggiormente i cittadini coinvolti al Sert,

che va un po' sulla scia dell'ordine del giorno del collega Camerlingo, che ringrazio

Per cui, grazie del lavoro e andiamo avanti così su questo tema.

CONSIGLIERE RIBOLLA:

Sarò velocissimo, visto che la collega Pecce ha già fatto un'ampia analisi della questione.

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Come vedete poi anche noi stiamo indossando le magliette che ci sono state fornite che poi verranno

utilizzate per fare una foto comune, perché su questa battaglia credo che non ci siano schieramenti politici,

ma è una battaglia di civiltà, una battaglia per i nostri concittadini e soprattutto per quelli più deboli.

Come Lega Nord, l'ha già ricordato la consigliera Pecce, ci siamo occupati di questa problematica già

nella passata amministrazione, avevamo anche organizzato un convegno dal titolo “Gioco Malato”,

coinvolgendo parlamentari e anche la dottoressa Azzi, che ci aveva portato la sua esperienza e le attività

che venivano già allora fornite dall'allora ASL. Infatti, il problema della ludopatia e il problema, in particolare,

del gioco d'azzardo è un problema che sempre di più interessa la nostra popolazione, la popolazione

italiana, ma per quanto riguarda Bergamo i cittadini bergamaschi.

Sappiamo che Bergamo, purtroppo, ha il triste primato di città dove il gioco d'azzardo porta ad una spesa

di oltre 2.500 euro annuali e questo parametro ci paragona ormai alla città che fino a poco tempo fa era la

capitale italiana del gioco d'azzardo che era Pavia e quindi sono dati molto preoccupanti, è un problema che

colpisce molto di più di quello che, probabilmente, noi, come semplici cittadini possiamo vedere, perché è un

problema che, l'ha ricordato anche prima Carretta, da un lato è in parte nascosto, perché la gente che va a

giocare la si vede probabilmente nei bar o nelle sale slot, sale che tra l'altro al di fuori sono oscurate, oppure

giocano a casa con il cellulare, con il computer per quanto riguarda il gioco online.

Quindi, è un problema molto diffuso sul quale noi abbiamo cercato con la scorsa amministrazione, con

l'assessore Foppapedretti di porre dei primi rimedi scontrandoci anche talvolta con le leggi in vigore, in

particolar modo con le restrizioni che il Governo, tramite la Questura imponeva. Mi ricordo che ai tempi

avevamo fatto anche una raccolta firme e una manifestazione fuori da palazzo Marino a Milano, proprio con

tutti i sindaci che aderivano alla campagna del lancio contro il gioco d'azzardo e interessando anche i

parlamentari e il Governo. Governo che, devo dire, è abbastanza latitante su questa battaglia e anche negli

scorsi anni i precedenti governi non sono stati da meno. I 100 miliardi di tasse evase permangono e anzi è

stata fatta anche una sanatoria, il governo Renzi, ad oggi, non ha fatto particolari passi avanti da questo

punto di vista, però noi sappiamo che questo problema è sentito dalla popolazione, che, tra l'altro, già negli

scorsi anni ma anche ora, e l’interpellanza che ha presentato la consigliera Pecce ne è l’evidenza, ci

sottopongono la problematica dell'apertura di nuove sale slot, di nuove sale VLT, che, purtroppo, anche

nonostante i regolamenti fatti, continuano ad aprire. Fortunatamente qualcuna chiude anche come ha

ricordato la consigliera Pecce, però ce ne sono tante altre che aprono, perché il gioco d'azzardo è in

continuo aumento.

La Regione Lombardia ha fatto anch'essa un'importante legge con l'assessore Beccalossi, ma, in

generale, con tutta la Giunta Maroni, che è all'avanguardia e che ha permesso di inserire delle distanze dai

luoghi sensibili, come già avevamo fatto anche noi con la precedente Amministrazione. Ha introdotto anche

degli sgravi sull'Irap per i locali che avessero poi eliminato le slot machine e quindi la nostra Regione in

questo tema è avanti, è all'avanguardia e una delibera come questa, che riprende anche il lavoro da un lato

fatto della precedente amministrazione, dall'altro appunto si rifà alla delibera regionale, permette quindi di

mettere dei chiari paletti che, dal nostro punto di vista, come Lega Nord, sono assolutamente positivi, perché

limitano la possibilità di giocare e di buttar via soldi, perché è questo che capita e ci sono tante famiglie che,

purtroppo, sono sul lastrico per questa problematica, che poi diventa, a tutti gli effetti, una malattia.

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Io non ho altro da aggiungere se non che apprezziamo come Lega Nord questa delibera perché va sul

solco di quanto fatto della precedente amministrazione, dall'amministrazione regionale e, come ho detto sin

dall'inizio, credo che questa sia una problematica che interessa i cittadini, le famiglie e che va senz'altro al di

là dei colori politici.

CONSIGLIERE SERRA:

Interveniamo perché è doveroso ringraziare il Sindaco, che ha preso a cuore la richiesta del Consiglio di

intervenire su questa materia non solo per principi, ma con una materia regolamentare e operativa.

Ringrazio anche gli esperti, che ci hanno dato un quadro quantitativo e completo anche se, purtroppo,

agghiacciante della materia e, soprattutto, ringrazio Christopher Sanchez che è stato regista appassionato di

questa iniziativa e della campagna che è in programmazione.

Sono anche orgoglioso che questa iniziativa, questo regolamento venga adottato a Bergamo, perché è

un'iniziativa innovativa che, credo, sarà riferimento per altre città, lo dico con orgoglio, dicevo, perché altri

capigruppi di Parma e di altre città hanno chiesto al Partito Democratico oggi e a me di inviare loro il

materiale e la delibera che andiamo oggi ad approvare.

E’ stato fatto prima un intervento del consigliere Carretta, che diceva come il gioco appartenga un po' alla

nostra civiltà e alla nostra storia e mi sono interrogato su questo tema. Voglio però anche sottolineare che

nella letteratura, nei nostri ricordi, al gioco viene sempre accostato non un'immagine di divertimento, ma un

momento triste o, comunque, un disvalore, ma penso solo, a mente, durante la notte della presa della città di

Troia, i soldati giocavano a dadi, ma gli stessi soldati romani si giocano la tunica di Gesù Cristo sotto la

croce a dadi o, per arrivare alla tragedia immane, ricordo il giocatore di Dostoevskij.

Oggi però il gioco non è più individuale, il gioco d'azzardo è diventato un consumo di massa, abbiamo

parlato prima negli interventi di industrializzazione del gioco che diventa compulsivo e patologico. Stiamo

davanti a un business della disperazione e soprattutto dell'ignoranza - forse manca un po' di nozione di

calcolo probabilistico - ma se c'è una probabilità su 622 milioni per vincere al superenalotto,

paradossalmente per vincere alla lotteria il gioco è quasi alla pari, quasi onesto, si vince 36 volte e c'è una

possibilità su 37, questo è il quadro. Se si ci si pensasse a che possibilità abbiamo quando si compra un

biglietto delle varie lotterie, ci sarebbe da scantonare razionalmente la tentazione.

I numeri, abbiamo detto, locali sono impressionanti, ma voglio anche citare quelli nazionali, l'industria del

gioco, perché ormai si parla di un'industria, supera i 90 miliardi di euro e dobbiamo anche dirci che 12

miliardi vanno allo Stato. Se da una parte lo Stato incassa 12 miliardi, dobbiamo ricordarci di mettere

sull'altro piatto della bilancia i costi sociali, i costi sanitari di questi comportamenti, che hanno assunto ormai

dimensioni pervasive nella nostra popolazione, patologici. I conti, dunque, per lo Stato non tornano; se

sembra facile incassare è altrettanto facile spenderli in interventi necessari e a questi costi, difficilmente

stimabili, dobbiamo anche aggiungere i costi dell'usura, i costi delle mafie che approfittano di questi momenti

di gioco e tante altre situazioni deleterie.

Viene da chiedersi, visto che tutti negli interventi precedenti ci siamo detti che lo Stato,

indipendentemente dal colore dell'amministrazione e del Governo, ha sempre puntato a fare entrate sul

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gioco, soprattutto ultimamente - c'era una diapositiva molto interessante mi pare degli anni 80 - c'è anche

da chiedersi ma che etica ha questo Stato? Sembra un’osservazione, una provocazione banale, ma noi che

facciamo amministrazione, che facciamo politica dobbiamo chiederci e dobbiamo anche chiederci se non sia

proprio necessario, sia auspicabile che dagli enti locali, dal Comune di Bergamo e dagli altri enti locali parta

una rivisitazione delle politiche politiche finanziarie dell'amministrazione statale che, necessariamente,

devono fare i conti non con gli interessi di cassa, ma con i cittadini.

CONSIGLIERE CECI:

A nome del gruppo di Forza Italia, fin da subito esprimo il mio parere e anche convinzione che questo sia

un ottimo provvedimento.

E' una delibera che trova le sue radici nella passata amministrazione dove a luglio del 2013 abbiamo

approvato il manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo e abbiamo approvato anche delle

norme per tenere distanti da scuola ed altri luoghi sensibili le sale gioco. Trova le sue radici anche in una

ottima legge regionale, anzi due leggi, la legge n. 8/2013, ma anche la recente legge regionale n. 11/2015,

che, con intelligenza, ha aggredito il problema sotto vari profili: sotto il profilo della sicurezza, sotto il profilo

della viabilità, sotto il profilo dell'inquinamento acustico e sotto il profilo del governo del territorio e

urbanistica, quindi un attacco a 360 gradi per trovare le norme che poi hanno resistito anche davanti al Tar e

al Consiglio di Stato.

Hanno trovato anche in questa delibera un aggancio alla puntuale e pesante, in senso positivo,

campagna che è stata fatta dai giornali locali - proprio martellante direi, correttamente martellante - proprio

per denunciare tutte le strutture e tutti i problemi che il gioco d'azzardo e la ludopatia hanno creato in una

città campione, tra virgolette, a 2.500 euro l'anno, proprio campione in Italia per il gioco d'azzardo.

Il paradosso - è stato spiegato bene da chi mi ha preceduto - è un paradosso legato alla

macroeconomia, cioè uno Stato che ha voluto e incassa circa 12-15 miliardi, secondo le stime più

aggiornate, è praticamente diventato un capitolo assolutamente irrinunciabile di cassa, quindi su 84 miliardi

di gettito, equamente diviso tra organizzatori, tra gestori, tra produttori di macchinette e lo Stato, è diventato

per lo Stato impossibile rinunciare a un capitolo di cassa che porta dai 12 ai 15 miliardi di gettito.

Ecco qui il paradosso legato ai comuni, alle province, alle regioni che cercano, in qualche modo, di ridurre

il gioco e di limitarlo, mentre dall'altra parte lo Stato - è stato già detto da chi mi ha preceduto - con 20.000

nuove licenze sta facendo deflagrare il problema.

Ben venga questa delibera, che non ha assolutamente colore politico proprio perché come Comune che

è primo o tra i primi in classifica per il gioco, deve essere e vuole essere - quindi ringrazio i relatori, ringrazio

il Sindaco e tutti quelli che hanno contribuito a questa delibera - anche in prima linea contro le ludopatie,

contro il gioco d'azzardo, specialmente perché dietro la ludopatia ci stanno quelle fasce deboli, quei drammi

familiari e personali che noi, come amministratori, abbiamo l'obbligo di combattere. Di paradosso ce n'è

anche un altro: il gioco si sviluppa e cresce in un momento di crisi. Proprio la crisi ha determinato le

scorciatoie per cercare, probabilmente, di guadagnare qualche soldo e quindi di arrivare più facilmente a dei

modelli di ricchezza e di benessere che spesso sono solo in televisione, solo sui giornali.

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Quindi, il nostro voto sarà convintamente e totalmente favorevole a questa delibera.

CONSIGLIERE ONGARO:

Ringrazio anch'io il Sindaco e lo staff, che hanno prodotto questa documentazione e studiato il

regolamento a cui certamente va il nostro voto favorevole.

Ci saranno dei problemi da affrontare, come presumibilmente ricorsi al TAR che saranno fatti, data una

contraddizione forse tra queste e la legislazione nazionale che dovrà essere modificata in un coordinamento

un po' più armonico.

Poi l'altra questione che voglio sottolineare è che, come diceva anche il mio amico Niccolò, giovane di

belle speranze, che il proibizionismo è sempre rischioso. Allora il problema è anche quello accanto a questo

regolamento che limita, come dicevo in Commissione l'offerta, riducendo quindi l'offerta. Apro una parentesi

da questo punto di vista, anche per le facilità di controllo, c'era da prendere in considerazione la possibilità di

limitare il gioco anziché nelle tre fasce orarie che è complicato controllare, per esempio limitarlo solo alle ore

notturne dalle 21:00 alla 01.00, ma sono questioni che potremo verificare e vedere in seguito. Però, la cosa

più importante è che la nostra battaglia non è tanto contro il gioco in sé perchè come tante passioni non è né

bene né male, ma contro la dipendenza, che è l'elemento fondamentale.

Togliere, quindi, una sorta di carattere punitivo, moralistico che potrebbe, invece, attraverso la

proibizione, come è noto, incentivare la voglia di giocare, perché questo è uno degli elementi che è noto,

provvedimenti di questo genere possono anche scatenare o liberare impulsi contrari, esattamente contrari.

Quindi, di incentrare la campagna culturale di formazione più che contro il gioco contro la patologia e la

dipendenza dal gioco, perché di per sé non è che il gioco sia patologico, ma delle volte anche piacevole, ma,

ripeto, l'aspetto e quest'altro e penso che dovremmo studiare più attentamente questo secondo aspetto della

questione se vogliamo ottenere dei risultati per sanare quella che è diventata effettivamente una piaga.

Anch’io sono rimasto stupefatto dalle cifre che vengono investite in questa cosa e certamente è

necessario porre un limite. Cominciamo a limitare l'offerta, ma certamente dovremo studiare dei modi più

approfonditi per far diminuire anche la domanda, questa è un po' la campagna a cui dobbiamo prepararci.

SINDACO:

Io desidero ringraziare tutti i consiglieri che sono intervenuti, perché, mi pare, abbiano colto appieno il

senso della scelta che facciamo questa sera insieme. Mi fa piacere che i contributi dei due esperti che ci

hanno fatto compagnia questa sera siano stati apprezzati. Io mi sono preso qualche appunto e rispondo

puntualmente.

Ho ben chiaro che ci sono alcuni locali del Comune che sono locati ad esercizi commerciali all'interno dei

quali si vendono anche schede gratta e vinci, il regolamento dice chiaramente che questa cosa al rinnovo

non sarà consentita, ma cercheremo, con gli strumenti legali che avremo a disposizione e anche con un po'

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di moral suasion, se è possibile, di indurre i locatari a dismettere questa attività, che sono in evidente

contraddizione col senso di quello che il Comune vuole fare.

Il tema dell'estensione di questo regolamento ad altri comuni è assolutamente una priorità, sono del tutto

d'accordo. Era necessario consolidare, in qualche modo, in un dispositivo il lavoro di questi mesi, adesso ci

siamo, il passo successivo è cercare di farlo condividere il più possibile da altre città. Anch'io ho ricevuto

richieste di avere la documentazione, quindi, evidentemente, la cosa ha avuto qualche eco anche su scala

nazionale, ma prima che tutto dai comuni a noi vicini. Io, domani, ho in agenda un incontro con i sindaci della

zona urbana di Bergamo, porterò loro il testo del regolamento, cercherò di dedicare un po' di tempo alla sua

presentazione e li inviterò, ovviamente, a farlo proprio.

Lo dico anche ai consiglieri questo, visto che poi magari non tutti i comuni poi parteciperanno, ci sono

alcuni che non sono in questa fase pienamente inclini alla collaborazione su scala sovracomunale, vi chiedo

però, almeno su questo tema, di coinvolgere i vostri colleghi che amministrano i comuni vicini, perché è vero

che se ci fermiamo al perimetro della nostra città abbiamo fatto poca cosa in fondo. Così, però, intendo

anche provare, usando tutte le collaborazioni che sarà possibile attivare, parlamentari, consiglieri regionali a

portare questa iniziativa del Comune di Bergamo all'attenzione più ampia possibile.

E' stata citata l’assessore Beccalossi, è stata presente quando abbiamo illustrato l'indagine che ha dato

spessore e contenuto al nostro provvedimento, sicuramente sarà disponibile, credo, a recepire la nostra

iniziativa e, a sua volta, a divulgarla su scala regionale. Così mi riprometto di interessare il Governo, in

particolare il sottosegretario Baretta, che già aveva dato qualche segnale di vero interesse sul tema, però

che non ha prodotto nulla di concreto al momento e, quindi, cercheremo di portare il regolamento, i dati che

gli stanno alle spalle ed anche alcuni suggerimenti che sono emersi nel dibattito all'attenzione di chi deve poi

decidere su scala nazionale.

L'ordine del giorno del consigliere Camerlingo è assolutamente opportuno, il tema dell'informazione,

della comunicazione è l'altra faccia dell'iniziativa che abbiamo assunto. Non ho dedicato spazio, durante il

mio primo intervento, ad illustrarlo, però sapete che è partita una campagna di comunicazione molto estesa,

la trovate sui muri della città, negli spazi di affissione, nelle locandine affisse sui pullman, appese sui

pullman, in flyer e volantini che abbiamo cercato di disseminare ovunque possibile. Questa campagna ha

esattamente l'obiettivo sollecitato, però l’ordine del giorno vorrei che fosse votato, se i consiglieri saranno

d'accordo, che è quello di far capire, in termini più estesi possibili, qual è il problema e che se ne può uscire

se se ne prende consapevolezza e ci si rivolge a chi può offrire un aiuto, tant'è che ovunque è presentato il

numero di telefono, il numero verde a cui risponde direttamente il servizio sanitario organizzato dall’ATS di

Bergamo, il Sert. In precedenza, si passava da una specie di centralino regionale, che poi doveva smistare.

In questo caso sono direttamente gli operatori che rispondono. I due/tre mesi di campagna - più breve,

quindi, di quella che noi adesso abbiamo iniziato e che invece durerà un anno - nel 2015 produssero già un

effetto, perché 80 persone alzarono il telefono e chiamarono chiedendo aiuto e si presentarono poi al Sert.

Tanto per darvi dei numeri, è vero che 228 più circa i 60 che vengono assistiti da altre strutture, quindi in

totale 280 della provincia di Bergamo sono una piccola parte delle persone che avrebbero bisogno di essere

aiutate, ma pensate che in provincia di Milano sono 350, quindi nel rapporto sono moltissime, in realtà,

quelle che a Bergamo già si sono, in qualche modo, avvicinate ai servizi sanitari a dimostrare il fatto che il

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lavoro fatto in precedenza, rispetto ad oggi, già qualcosa prodotto. Dobbiamo fare di più, perché continua ad

essere però una piccola percentuale.

Infine, mi sembra assolutamente da raccogliere il suggerimento di portare nelle scuole, nei luoghi

frequentati dai giovani, negli oratori possibilmente, quindi anche qui attivando diverse collaborazioni, ufficio

scolastico provinciale, la Diocesi che è sempre stata, devo dire, sensibile su questo tema, i dati che oggi vi

abbiamo presentato e che, in realtà, sono molto più ricchi di come abbiamo potuto esporli, perché credo che

metterei ragazzi di fronte a uno specchio possa essere una cosa utile e, quindi, certamente lo faremo.

Grazie ancora per i vostri contributi.

PRESIDENTE:

Grazie. Consigliere Gregorelli, prego ma non...

CONSIGLIERE GREGORELLI:

Solo per chiedere se ci si era informati presso uffici sul discorso della sanzione, se c'era un

aggiornamento.

ASSESSORE GANDI:

Ho controllato, credo che la soluzione sia nella legge sulla depenalizzazione che dispone la disciplina in

ordine alle sanzioni amministrative, la n. 689/81. L’articolo 16 prevede come funzioni il pagamento in forma

ridotta, stabilisce che può essere nella misura di un terzo del massimo edittale o del doppio di un terzo, però

il comma 2 dell’articolo 16 consente ai comuni che adottino provvedimenti che prevedano sanzioni di

derogare al comma 1 e quindi di imporre un pagamento in misura superiore.

Quindi, noi siamo stati più severi di quanto la legge nazionale non prevede in linea di principio, abbiamo

previsto uno sconto perché questo discende dai principi che regolano la materia delle sanzioni

amministrative, della depenalizzazione, però siamo stati più severi di quanto il legislatore nazionale non

abbia di per sé previsto, quindi, mi sembra, che abbiamo fatto, anche sotto questo profilo, un lavoro

ineccepibile.

Poiché nessun altro chiede la parola, la Presidente mette in votazione palese l’emendamento presentato

dal Sindaco e contrassegnato con il n. 1.

Eseguita la votazione, attraverso espressione elettronica del voto, si ha il seguente risultato: n. 30 voti

favorevoli.

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La Presidente proclama l’esito della suddetta votazione, riconosciuto dai presenti, e dichiara che il

preindicato emendamento è stato approvato all’unanimità.

CONSIGLIERE PECCE, per dichiarazione di voto:

Riprendo un po' l'invito, che avevo fatto al nostro Sindaco, di portare a Roma le richieste che vengono da

questo Consiglio, che vengono da questa città.

Voglio ricordare rapidamente quali sono stati i passi che sono stati fatti fino ad oggi. Qui li metto un po' in

fila, fin dal 2012 il regolamento attinente al commercio, in particolare alla salvaguardia dei borghi storici,

inserendo una norma che vieta le sale slot e altri esercizi sempre a rischio ludopatia a meno di 400 metri da

luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto, oratori, cimiteri, naturalmente incontrando la solita difficoltà a far

rispettare le normative, perché il comune è esautorato a favore dello Stato, questo è il tema fondamentale da

portare avanti.

Devo dire che gli stessi cittadini si sono mossi, perché nel momento in cui le sale slot o le sale

scommesse venivano ad aprire sotto casa loro, vicino alle scuole dei figli, se ricordate, abbiamo avuto

veramente una reazione popolare, si sono costituiti addirittura dei comitati e c'è stata una reazione e poi

spesso e volentieri però, purtroppo, le sale che dovevano aprire hanno aperto. Ancora una volta manca la

legge dello Stato.

Ci siamo mossi poi in Consiglio comunale innanzitutto spingendo con forza l'adesione al manifesto dei

sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo. Come voi sapete, questo è un fatto importante, trasversale in

modo assoluto, è partita dalla Lega autonomie Lombardia e dall'associazione Terre di Mezzo e quindi è stata

una tappa importante.

Ci sono stati una serie di ordini del giorno, tra l'altro a mia firma, che chiedevano, che proponevano,

sgravi fiscali ai negozi virtuosi, tant'è che era partito un progetto “Sono sostenibile” per i negozi che rifiutano

le slot machine, anche a scapito della loro entrata economica. Avevamo fatto anche un altro ordine del

giorno, vietando la pubblicità sui mezzi pubblici in generale collegata a società in house comunali e mi

sembra che questo sia stato ricordato anche durante la Commissione; poi abbiamo chiesto la collaborazione

con la Questura per la mappatura delle sale gioco e VLT e anche perché, questo è importante, la Questura

mandi, quando si devono aprire queste sale, agli uffici competenti la compatibilità urbanistica e, quindi, in

questo modo, ci informano come comune, perché potrebbero anche non farlo, del fatto che si sta aprendo

una nuova sala.

Abbiamo aderito alla proposta della legge di iniziativa popolare e abbiamo condiviso profondamente le

proposte di legge della Regione Lombardia. Quindi, abbiamo una città pronta ad essere rappresentata dal

suo Sindaco anche nei luoghi centrali del nostro Stato.

Volevo anche fare una riflessione, che sono riuscita solo ad accennare prima, perché se si svilupperanno

davvero le cose come sembra si stiano indirizzando, lo stesso Stato si troverà a dover affrontare una

situazione completamente nuova, dove le entrate non saranno più così importanti – 12/15.000 euro – proprio

perché si andrà sempre più affermando il gioco online e sempre meno quello nelle sale, quindi portiamoci

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avanti, bisogna dire anche questo allo Stato: attenzione, non ci sarà più da raccogliere dalla gallina dalle

uova d’oro perché le cose evolveranno.

La ringrazio per quello che vorrà fare, signor Sindaco, e speriamo che i risultati possano condurre sia il

Comune, sia la Regione, sia lo Stato finalmente verso la stessa direzione.

CONSIGLIERE TREMAGLIA, per dichiarazione di voto:

Mi sono dimenticato prima di ringraziare il collega Camerlingo per l'ordine del giorno, che abbiamo già

votato e ho votato volentieri a favore e lo ringrazio adesso essendomi dimenticato di farlo prima. Ah, vabbè

allora scusate, sì ho fatto confusione di tutto, abbiamo votato l'emendamento, voteremo l’ordine del giorno.

Voglio ringraziare il collega Camerlingo per l'ordine del giorno che ci ha sottoposto e che condivido

assolutamente e che quindi voterò.

CONSIGLIERE NESPOLI, per dichiarazione di voto:

Grazie agli esperti che è stato un piacere ascoltare, grazie al Sindaco, al capo di gabinetto che hanno

pensato anche questa formula molto istruttiva per tutti.

Come Lista Gori, noi non possiamo che approvare convintamente. Questo regolamento che riguarda la

gestione del gioco d'azzardo nella nostra città indica strategie molto ben precise e pone delle iniziative che lo

contrastano. Condividiamo tutti gli obiettivi, perché riducendo le ore del gioco e in particolare quelle che

possono sottrarre il ludopatico al tempo familiare, che stasera abbiamo scoperto si chiama azzardo passivo,

non lo conoscevamo in questa terminologia, diventa molto importante. Limita anche le conseguenze sociali

dell'offerta di gioco su fasce di consumatori più fragili, quindi abbiamo visto oggi, anche molto interessante,

tutta la parte relativa all’appeal che hanno i minori e soprattutto i minori dove esistono già le famiglie che

giocano, per cui anche questo potrebbe essere un tema da divulgare negli organi appropriati, presso i

comitati genitori, nelle scuole. Qui l'invito è anche all'ufficio scolastico territoriale, insieme all’ATS, a valutare

dei percorsi con dei format, magari snelli, ma incisivi affinché si sensibilizzino proprio i ragazzi.

Ci sono già dei format in atto, che sviluppano il senso critico rispetto alle dipendenze, ma sono format

anche abbastanza corposi e faticosi, magari pensare a delle modalità più snelle per intercettare i giovani,

perché sono poi i futuri giocatori, anzi sono già i giocatori attuali, che tenderanno ad implementare

crescendo.

Interessante anche l'aspetto che ha questa delibera in termini di voler arginare la dequalificazione

territoriale-commerciale, che implica, piuttosto che anche le infiltrazioni criminali dell'economia cittadina,

perché anche queste non sono da sottovalutare.

La legge regionale del 2013 ha dato dei segnali in merito, ma la riforma sanitaria, in mano alle regioni, è

ancora in fase di definizione, per cui alcuni compiti riguardano l’ATS altri le A.S.S.T. per cui anche gli enti

locali hanno una parte molto importante, in termini di protagonismo, a gestire progettualità di rete nei

confronti della prevenzione su tutti i target su cui abbiamo visto, che sono più a rischio e non solo.

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Siamo convinti che sia fondamentale l'azione di rete fra tutte le istituzioni, oltre al fatto che sia molto

importante che al tavolo provinciale per la prevenzione del gioco d'azzardo si siedano tutti i comuni della

provincia di Bergamo e firmino il codice etico che viene sottoscritto.

Ai comuni resta una bella patata bollente da gestire, nel senso che, oltre alla gestione fisica di questi

esercizi commerciali che cerchiamo di limitare con questa delibera, rimane, comunque, la gestione a livello

sociale in cui versano le famiglie vittime di questa problematica, per cui i minori su cui ricadono le difficoltà

familiari delle famiglie che hanno risvolti economici compromessi dal gioco d'azzardo, per esempio, le

situazioni di abbandono familiare, il disagio e l'emarginazione in cui vengono trascinate le famiglie delle

vittime del gioco d'azzardo oltre al degrado urbano e commerciale, che, comunque, impoverisce l'offerta

urbana.

Quindi è importantissimo che un'amministrazione faccia questa riflessione, prenda le dovute precauzioni,

come stiamo facendo, e che sia anche pioniera in questa scelta, che faccia capire il valore economico-

sociale, ma soprattutto, sociale-educativo che si vuole portare avanti. Secondo noi, questo è il grande valore

etico che ci si pone, cioè amministrare una città significa amministrare per il bene del cittadino da tutti i punti

di vista, dal livello urbanistico, al livello commerciale, al livello sociale, ma i valori etici sono la base su cui ci

si pone.

Per cui, da questo punto di vista, Bergamo con questa indagine tra l'altro molto scientifica, molto

consolidata, che non è così scontata quando si fanno scelte politiche-amministrative seguire questo

percorso, significa fare una scelta etica, fare una scelta etica implica poi delle conseguenze, delle azioni ben

precise.

CONSIGLIERE ZENONI, per dichiarazione di voto:

Mi si passi la battuta, per questa Amministrazione stasera è una bella scommessa.

Io penso che siamo tutti serenamente convinti di giocarcela questa scommessa perché, al netto di quello

che è stato detto stasera, di tutte le drammaticità del fenomeno, di come è stato ampiamente spiegato e che

tutti noi conosciamo, sappiamo che dall'altra parte abbiamo un sistema imponente che si basa sul gioco e il

Governo stesso basa anche delle iniziative importanti in ambito culturale - gli scavi di Pompei, giusto perchè

è stato pubblicizzato mesi fa - sono pagate da iniziative legate al gioco, al gioco d'azzardo.

Quindi, noi ci stiamo prendendo anche una bella responsabilità. Noi, sicuramente, abbiamo fatto parte di

questo percorso, per cui lo appoggiamo e ci impegneremo sicuramente a diffondere, per quanto nelle nostre

possibilità, con i nostri consiglieri, con le nostre reti - di cui andiamo fieri - in internet questa delibera, questa

scrittura, perché penso che si possa diffondere e poi vedremo come andrà a finire.

CONSIGLIERE MINUTI, per dichiarazione di voto:

Per annunciare il nostro voto favorevole. Sicuramente è un'iniziativa che riteniamo positiva, ovviamente,

come è stato detto anche da altri consiglieri durante gli interventi, è sempre un po' spiacevole dover rilevare

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come in questo paese spesso ai comuni tocca fare iniziative che cercano di contrastare fenomeni che i nostri

concittadini vivono sulla propria pelle tutti i giorni, fenomeni sociali come questi che hanno ripercussioni

pesanti sulla vita delle persone, mentre a livello centrale, nazionale, si permettono e anzi vengono incentivati

i giochi e le leggi attuali permettono, invece, il proliferare di queste situazioni.

Ci terrei anche a sottolineare come è un po' il paese delle contraddizioni. L’abbiamo visto in occasione

dell'approvazione in questo Consiglio comunale dell'ordine del giorno sul Casinò di San Pellegrino, dove in

questo paese è vietato aprire Casinò, che alcune località sono anche, diciamo così, attrazioni turistiche in

alcuni luoghi, però prolificano ovunque sale slot, sale VLT, sale scommesse legali e illegali neanche come

nei paesi del terzo mondo, perché penso che veramente, come in Italia, non vi sia un altro paese dove ad

ogni due passi in una città si incontri una sala scommessa, una sala gioco, una sala slot ad ogni angolo, in

ogni periferia, in ogni via.

Quindi, queste contraddizioni sono lì sempre da vedere, un po' le contraddizioni di cui il nostro paese

soffre, forse, a volte, anche chi ha maggiore responsabilità rispetto a noi dovrebbe dare sicuramente il buon

esempio, questa, comunque, è una buona iniziativa per cui la sosterremo.

Poiché nessun altro chiede la parola, la Presidente mette in votazione palese la proposta di

deliberazione presentata dalla Giunta comunale modificata in conformità all’emendamento testé

approvato.

Eseguita la votazione, attraverso espressione elettronica del voto, si ha il seguente risultato: n. 30 voti

favorevoli.

La Presidente proclama l’esito della suddetta votazione, riconosciuto dai presenti, e dichiara che la

preindicata proposta di deliberazione è stata approvata all’unanimità.

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“”

IL CONSIGLIO COMUNALE

Vista l’allegata proposta, che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

Visti i pareri favorevoli espressi sulla suddetta proposta di deliberazione rispettivamente dal responsabile

della direzione interessata in data 23 maggio 2016 in ordine alla sola regolarità tecnica e dal responsabile di

ragioneria in data 24 maggio 2016 in ordine alla sola regolarità contabile, ai sensi dell’art. 49, c.1, del D. Lgs.

267/2000.

Visto il parere favorevole espresso dal segretario generale sotto il profilo di legittimità, ai sensi

dell'articolo 27, c. 2, dello statuto comunale.

Visto il parere favorevole espresso dalla I e IV Commissione consiliare permanente in seduta congiunta

nella seduta del 30.05.2016.

Ritenuto di accogliere tale proposta per i motivi ivi indicati, ai quali si fa integrale rinvio.

D E L I B E R A

1) Di prendere atto dei contenuti dell’allegata relazione.

2) Di approvare l’allegato regolamento, che forma parte integrante e sostanziale del presente

provvedimento.

“”

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Poiché nessun altro chiede la parola, la Presidente mette in votazione palese l’ordine del giorno collegato

presentato dai consiglieri Camerlingo, Fracassi, Nespoli, Deligios, Carretta, Amaddeo, Riccardi, Rota, Milesi,

Eynard, Serra, Magni, Vergalli, Russo, Cassina, Bruni, Paganoni, Ongaro, Gregorelli, Zenoni, Benigni, Ceci,

Ribolla, De Rosa, Minuti, Tentorio, Pecce, Tremaglia contrassegnato con il n. 1.

Eseguita la votazione, attraverso espressione elettronica del voto, si ha il seguente risultato: n. 30 voti

favorevoli.

La Presidente proclama l’esito della suddetta votazione, riconosciuto dai presenti, e dichiara che il

preindicato ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

(Esce dall’aula il consigliere Ceci; sono presenti n. 29 consiglieri).