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17/02/2009 12.15.23 1 LA PIANIFICAZIONE STRUTTURALE: QUESTIONI DI METODO E PROCEDIMENTI OPERATIVI SANTE FORESTA LA SEQUENZA LOGICA DELLE ATTIVITÀ DI PIANIFICAZIONE 1. ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE ATTRAVERSO LANALISI TRIDIMENSIONALE: INQUADRAMENTO - INTERPRETAZIONE - PREVISIONE 2. DETERMINAZIONE DEGLI OBIETTIVI 3. IDENTIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI E DEGLI STRUMENTI PER LA LORO REALIZZAZIONE (LEGISLA- TIVI, FINANZIARI, AMMINISTRATIVI, ORGANIZZATIVI E PARTECIPATIVI) 4. DEFINIZIONE DEI CRITERI E DELLE PROCEDURE DI ATTUAZIONE DEL PS 5. FATTIBILITÀ AMMINISTRATIVA, TECNICO-ORGANIZZATIVA, FINANZIARIA E AMBIENTALE ED DEFI- NIZIONE DEGLI INDICATORI RELATIVI AI RISULTATI ED AGLI EFFETTI ATTESI 6. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI 1. Acquisizione delle conoscenze attraverso l’analisi tridimensionale: inquadramento - interpretazione - previsione La fase di acquisizione delle conoscenze è finalizzata alla raccolta sistematica delle informazioni diret- tamente utilizzabili in termini operativi. Il quadro conoscitivo è essenziale per la comprensione dei fe- nomeni e delle loro tendenze ed interrelazioni e, in tal senso, l’analisi costituisce un momento essen- ziale di acquisizione di dati ed informazioni e di attivazione di flussi idonei al loro utilizzo quali indi- catori di verifica del Piano Strutturale (di seguito PS). Trattandosi di conoscenza orientata all’azione, la raccolta sistematica non deve intendersi esclusiva- mente ex novo, in quanto una parte importante delle conoscenze potrà riguardare studi esistenti o do- cumentazione disponibile, in particolare, ad esempio, PRG, Piano Strategico e Programma di Sviluppo Urbano. La fase di acquisizione delle conoscenze ha tre livelli di approfondimento: - 1: Sintesi dei problemi socioeconomici e ambientali, con proposta di tabelle comparative di indica- tori che utilizzino dati esistenti tracciando l’evoluzione delle fenomenologie. Già a questo primo li- vello di conoscenze, potranno essere accertate carenze conoscitive e mancanza di dati da integrare, acquisire e completare. - 2: Il compito di questo livello è quello di interpretare i meccanismi di sviluppo leggendone i punti di forza e quelli di debolezza ed operativamente producendo una sintesi di reinterpretazione. Un ri- sultato importante in quest’ambito è quello della correlazione tra problemi dello sviluppo e strozza- ture e carenze amministrative, gestionali e tecniche; in pratica è necessario definire cosa deve esse- re cambiato nel contesto gestionale per metterlo in grado di portare avanti il processo di costruzio- ne del PS e, simultaneamente garantire le interrelazioni con eventuali livelli di pianificazione stra- tegica e progettazione integrata. - 3: È il livello in cui si sviluppano scenari che considerano quale sarebbe l’evoluzione della situa- zione nel caso non si dovesse attuare il PS e conoscere lo stato di diritto del territorio in termini sia di grandi opzioni urbanistiche, che di singoli episodi urbani. Si tratta di condizioni simili a quell’ambito (situazione senza). In questo ambito, le tecniche utilizzabili sono quelle di simulazio- ne di scenari a diversi livelli: comunale, intercomunale, provinciale e regionale. 2. Determinazione degli obiettivi Gli obiettivi devono necessariamente essere ricavati dalle conoscenze rilevate dalle analisi effettuate e devono essere coerenti con la strategia relativa individuata e/o recepita nel PS. Gli obiettivi si identificano in ciò che l’Amministrazione Comunale si propone di produrre su una si- tuazione data, realizzando determinati risultati anche attraverso altri strumenti di programmazione. Gli obiettivi devono essere qualificanti ed individuabili nel tempo per la necessità di confrontarli con i risultati della pianificazione vigente e si desumono mettendo a punto una strategia che non può che es- sere guidata dai criteri direttori delle politiche a livello provinciale e regionale in coerenza con i prin- cipi che informano l’impostazione del PS. In questa sezione, si tratta di prevedere sia i risultati attesi che gli effetti attesi, dove per risultato s’intende il rapporto tra la pianificazione ed i relativi obiettivi; ad esempio, se un obiettivo è regola- mentare lo sviluppo di un settore, il risultato atteso è la creazioni di “condizioni territoriali favorevoli”

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LLAA PPIIAANNIIFFIICCAAZZIIOONNEE SSTTRRUUTTTTUURRAALLEE:: QQUUEESSTTIIOONNII DDII MMEETTOODDOO EE PPRROOCCEEDDIIMMEENNTTII OOPPEERRAATTIIVVII

SSAANNTTEE FFOORREESSTTAA LLAA SSEEQQUUEENNZZAA LLOOGGIICCAA DDEELLLLEE AATTTTIIVVIITTÀÀ DDII PPIIAANNIIFFIICCAAZZIIOONNEE 1. ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE ATTRAVERSO L’ANALISI TRIDIMENSIONALE: INQUADRAMENTO

- INTERPRETAZIONE - PREVISIONE 2. DETERMINAZIONE DEGLI OBIETTIVI 3. IDENTIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI E DEGLI STRUMENTI PER LA LORO REALIZZAZIONE (LEGISLA-

TIVI, FINANZIARI, AMMINISTRATIVI, ORGANIZZATIVI E PARTECIPATIVI) 4. DEFINIZIONE DEI CRITERI E DELLE PROCEDURE DI ATTUAZIONE DEL PS 5. FATTIBILITÀ AMMINISTRATIVA, TECNICO-ORGANIZZATIVA, FINANZIARIA E AMBIENTALE ED DEFI-

NIZIONE DEGLI INDICATORI RELATIVI AI RISULTATI ED AGLI EFFETTI ATTESI 6. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI 1. Acquisizione delle conoscenze attraverso l’analisi tridimensionale:

inquadramento - interpretazione - previsione

La fase di acquisizione delle conoscenze è finalizzata alla raccolta sistematica delle informazioni diret-tamente utilizzabili in termini operativi. Il quadro conoscitivo è essenziale per la comprensione dei fe-nomeni e delle loro tendenze ed interrelazioni e, in tal senso, l’analisi costituisce un momento essen-ziale di acquisizione di dati ed informazioni e di attivazione di flussi idonei al loro utilizzo quali indi-catori di verifica del Piano Strutturale (di seguito PS). Trattandosi di conoscenza orientata all’azione, la raccolta sistematica non deve intendersi esclusiva-mente ex novo, in quanto una parte importante delle conoscenze potrà riguardare studi esistenti o do-cumentazione disponibile, in particolare, ad esempio, PRG, Piano Strategico e Programma di Sviluppo Urbano. La fase di acquisizione delle conoscenze ha tre livelli di approfondimento: - 1: Sintesi dei problemi socioeconomici e ambientali, con proposta di tabelle comparative di indica-

tori che utilizzino dati esistenti tracciando l’evoluzione delle fenomenologie. Già a questo primo li-vello di conoscenze, potranno essere accertate carenze conoscitive e mancanza di dati da integrare, acquisire e completare.

- 2: Il compito di questo livello è quello di interpretare i meccanismi di sviluppo leggendone i punti di forza e quelli di debolezza ed operativamente producendo una sintesi di reinterpretazione. Un ri-sultato importante in quest’ambito è quello della correlazione tra problemi dello sviluppo e strozza-ture e carenze amministrative, gestionali e tecniche; in pratica è necessario definire cosa deve esse-re cambiato nel contesto gestionale per metterlo in grado di portare avanti il processo di costruzio-ne del PS e, simultaneamente garantire le interrelazioni con eventuali livelli di pianificazione stra-tegica e progettazione integrata.

- 3: È il livello in cui si sviluppano scenari che considerano quale sarebbe l’evoluzione della situa-zione nel caso non si dovesse attuare il PS e conoscere lo stato di diritto del territorio in termini sia di grandi opzioni urbanistiche, che di singoli episodi urbani. Si tratta di condizioni simili a quell’ambito (situazione senza). In questo ambito, le tecniche utilizzabili sono quelle di simulazio-ne di scenari a diversi livelli: comunale, intercomunale, provinciale e regionale.

2. Determinazione degli obiettivi

Gli obiettivi devono necessariamente essere ricavati dalle conoscenze rilevate dalle analisi effettuate e devono essere coerenti con la strategia relativa individuata e/o recepita nel PS. Gli obiettivi si identificano in ciò che l’Amministrazione Comunale si propone di produrre su una si-tuazione data, realizzando determinati risultati anche attraverso altri strumenti di programmazione. Gli obiettivi devono essere qualificanti ed individuabili nel tempo per la necessità di confrontarli con i risultati della pianificazione vigente e si desumono mettendo a punto una strategia che non può che es-sere guidata dai criteri direttori delle politiche a livello provinciale e regionale in coerenza con i prin-cipi che informano l’impostazione del PS. In questa sezione, si tratta di prevedere sia i risultati attesi che gli effetti attesi, dove per risultato s’intende il rapporto tra la pianificazione ed i relativi obiettivi; ad esempio, se un obiettivo è regola-mentare lo sviluppo di un settore, il risultato atteso è la creazioni di “condizioni territoriali favorevoli”

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al settore, l’effetto atteso (impatto) potrà invece essere l’aumento della produttività di quel settore che certamente si manifesterà solamente in tempi più lunghi. 3. Identificazione degli interventi e degli strumenti per la loro realizzazione

(legislativi, finanziari, amministrativi, organizzativi e partecipativi)

In questa fase si definisce il progetto generale del PS con i relativi interventi di attuazione, distinti tra quelli di iniziativa comunale e quelli raccordati alle scelte di sviluppo delle altre comunità locali limi-trofe oltreché con i livelli di pianificazione e programmazione provinciale e regionale, si precisa il contenuto degli interventi possibili, si stimano le risorse finanziarie necessarie e si individuano gli strumenti. Precisati gli interventi ritenuti idonei a raggiungere gli obiettivi e le sinergie con altri piani e programmi, ci si deve necessariamente dotare degli strumenti per la loro realizzazione. Gli strumenti sono di carattere normativo, finanziario, amministrativo, organizzativo e partecipativo e trattandosi di un PS devono agire organicamente. Prima di definire quali possano essere gli strumenti nuovi da ap-prontare, è necessario realizzare una ricognizione di quelli direttamente utilizzabili. In questa fase po-trà essere necessario definire un livello di attuazione di short-run del PRG vigente e/o degli strumenti resi disponibili dalla programmazione 2007-2013 per costruire le fondamenta delle previsioni del PS. Quindi, in ciascuna tipologia, vanno individuati innanzitutto gli strumenti esistenti e quelli non ancora disponibili ma da approntare. È questa seconda la casistica più importante in quanto deve esser tenuta costantemente presente l’adottabilità degli strumenti nuovi progettati e/o in fase di progettazione. 4. Definizione dei criteri e delle procedure di attuazione del PS

Le scelte funzionali costituiscono il momento forte di costruzione del PS. Le scelte territoriali devono consentire di operare in coerenza con i criteri della programmazione, realizzare interdipendenze e si-nergie tra loro e con altre parti del territorio provinciale. 5. Fattibilità amministrativa, tecnico-organizzativa, finanziaria e ambientale e definizione degli indi-

catori relativi ai risultati ed agli effetti attesi

La fattibilità è essenziale per quanto attiene i vari aspetti dell’ambito operativo del PS, non ci si può limitare ai semplici aspetti urbanistici ma devono essere presi in considerazione molteplici livelli di attenzione. Le analisi di fattibilità da eseguire dovranno essere: a) fattibilità procedurale/amministrativa: riguarda l’individuazione di tutti i procedimenti amministra-

tivi necessari a rendere efficace il PS. I procedimenti dovranno essere distinti tra interni ed esterni e tra già realizzati e da realizzare, con la specificazione dei tempi occorrenti per l’espletamento. L’esattezza dell’analisi permette di verificare con sicurezza le reali possibilità di attuazione del PS e le sue interazioni con altri strumenti;

b) fattibilità organizzativa: prevede l’indicazione delle strutture coinvolte nella redazione del PS, della loro funzionalità e del ricorso a soggetti esterni;

c) fattibilità socio-economica: viene valutata l’adeguatezza degli effetti che s’intende conseguire con gli obiettivi che sono stati fissati per il PS;

d) fattibilità finanziaria: riguarda principalmente l’analisi delle disponibilità finanziarie con particola-re riferimento ai Programmi Operativi FESR ed FSE per il periodo 2007-2013;

e) fattibilità ambientale: consiste nell’individuare, al momento della progettazione funzionale del ter-ritorio, la direzione e l’intensità della pressione sull’ambiente, della protezione e/o del migliora-mento sui più rilevanti elementi naturali;

f) impatto e semplicità procedurale: in termini di semplificazione degli adempimenti burocratici ri-chiesti e di analisi dell’impatto della regolazione;

g) orientamento verso la sostenibilità: evidenzia le iniziative che realizzano in modo integrato e inter-settoriale obiettivi di carattere sociale, economico e ambientale.

6. Valutazione degli effetti

La valutazione degli effetti generati dall’attuazione del PS costituisce un’attività altamente specialisti-ca che non può essere considerata attività di routine. Si tratta pertanto di un’attività da svolgere con particolari strumenti o su determinate aree laddove si ritiene opportuno produrre approfondimenti spe-cifici per la qualificazione delle politiche urbanistiche. La valutazione degli effetti del PS è attuabile solo dopo che è trascorso un congruo lasso di tempo dall’adozione e solo su “aree campione” indivi-duate dal decisore politico come rilevanti e significative per dare un ritorno conoscitivo utile alla ri-formulazione delle politiche.

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OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNEE SSTTRRUUTTTTUURRAA PPRROOGGEETTTTUUAALLEE EE SSTTRRUUMMEENNTTII DDII GGEESSTTIIOONNEE DDEELL PPSS Coerentemente con la legge Urbanistica Regionale e le sue Linee Guida per la redazione, adozione ed attuazione del PS, considerate le funzioni assegnate ai Comuni in materia di pianificazione urbanistica si ritiene che la forma di organizzazione sia dotata di sufficiente autonomia decisionale ed operativa per poter operare con tempestività, autorità ed efficacia, eliminando eventuali ostacoli ed interferenze ed, eventualmente, integrando l'Ufficio del Piano esistente. Inoltre è necessario che l'Ufficio del Piano oltre che collaborare con gli addetti alla redazione del PS, instauri forme di "coordinamento" con gli Uffici o Settori dei Lavori Pubblici per la necessaria integrazione tecnico-amministrativa. La redazione del PS, come anche la redazione di altri Piani rappresenta un periodo particolare di im-pegno progettuale, che può essere affrontato anche con la collaborazione di Tecnici specializzati inter-ni ed esterni all’Amministrazione. L'organizzazione per l’elaborazione del PS dovrebbe poter contare su cinque livelli di coordinamento. I cinque livelli sono così individuati: 1. Indagini, statistiche piani e programmi

Conoscenza approfondita di dati attuali e previsionali: statistiche di popolazione, parco progetti, siste-ma della mobilità, elaborazione mappe tematiche, specifiche indagini settoriali, catasto degli spazi pubblici, monitoraggio procedurale, fisico e finanziario di interventi in corso, interrelazione e rapporti con altri strumenti di pianificazione. Queste notizie, continuamente aggiornate ed archiviate in una specifica "banca dati e modelli", consentono in particolare di svolgere le indispensabili "analisi prima e dopo gli interventi previsti dal PS", le "analisi economico-finanziarie". In altre parole si tratta di co-stituire un apposito organismo denominato "Osservatorio del PS". 2. Controllo PS

Cura la redazione e la successiva fase di implementazione del PS e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene - in particolare - al controllo di gestione e alle attività connesse quali, ad esempio, quelle di programmazione territoriale. È indispensabile che l’Ufficio del Piano collabori attivamente con questo livello anche per l'attività di "risposta attiva" nella fase di analisi sullo stato di diritto del territorio. 3. Infrastrutture

Cura la progettazione e attuazione del PS e dei suoi aggiornamenti per quanto attiene alle modifiche delle sedi stradali, delle aree per la sosta, nonché l'impostazione, la progettazione e verifica finale dei progetti di nuove opere infrastrutturali. Ha competenze sulla progettazione di massima delle nuove opere di viabilità. Progetta la riorganizza-zioni della circolazione e della sosta. Collabora con le Aziende ed Enti di trasporto pubblico sui progetti sia di nuove linee e attestamenti, sia di canalizzazioni specifiche e riservate al transito dei trasporti collettivi. Inoltre tale livello deve anche collaborare e verificare gli studi di mobilità, di viabilità e di parcheggi inerenti il PS e gli stru-menti urbanistici esecutivi. 4. Segreteria e Relazioni Pubbliche

Cura specialmente le attività connesse all'informazione pubblica nel settore della pianificazione urba-nistica e della progettazione integrata per lo sviluppo urbano. Organizza le pubbliche relazioni e segue anche le iniziative di altri servizi comunali che hanno atti-nenza con la pianificazione, dovendo direttamente venire a contatto sia con numerosi organismi tecnici e sociali della città, sia con le categorie direttamente interessate. Organizza, assieme agli altri livelli tecnici, campagne informative per il conseguimento del pubblico consenso sul PS, tramite una adeguata azione di marketing conoscitivo (finalità generali, obiettivi spe-cifici, scelte degli interventi): - conferenze stampa per le varie fasi attuative del PS; - comunicati corredati da idonee planimetrie; - predisposizione di "multimedia". 5. Area Giuridico-Amministrativa

Cura le deliberazioni di interesse generale inerenti il PS. Le attività principali sono: - deliberazioni di indirizzo generale sulla pianificazione; - redazione, protocollo e archivio atti;

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- pareri giuridico-amministrativi; - valutazione ambientale; - gestione risorse finanziarie, patrimonio ed economato. Gli strumenti di gestione del servizio, sviluppati con supporti informatici e software dedicati, in parti-colare, contribuiranno a: - classificare il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile, agricolo e forestale, individuando

le risorse naturali ed antropiche del territorio e le relative criticità. In particolare il territorio comu-nale sarà suddiviso in zone nel cui ambito è programmata l'attuazione del PS, con carattere genera-le o specificatamente urbanistico. Saranno considerate le seguenti zone: � Zone comprendenti le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono caratte-

re storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree cir-costanti, che possono considerarsi parti integranti per tali caratteristiche degli agglomerati stessi.

� Zone comprendenti le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dalla zona di cui sopra. Si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edi-fici esistenti non sia inferiore al 12,5 % (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc./mq..

� Zone comprendenti le parti del territorio destinate ai nuovi complessi insediativi che risultano inedificate o nelle quali l'edificazione preesistente non raggiunga il limite di cui sopra.

� Zone comprendenti le parti del territorio destinate ad insediamenti produttivi industriali, com-merciali ed assimilabili.

� Zone comprendenti le parti del territorio destinate ad uso agricolo. � Zone comprendenti le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse gene-

rale. � Zone comprendenti le parti del territorio destinate a strutture, servizi e attrezzature complemen-

tari alle attività turistico-ricettive nonché, servizi e attrezzature di interesse collettivo a gestione pubblica e/o privata.

� Zone comprendenti le parti del territorio destinate impianti tecnologici e relative aree di perti-nenza.

- simulare gli scenari che determineranno le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle tra-sformazioni pianificate;

- definire i limiti dello sviluppo del territorio comunale in funzione delle sue caratteristiche geomor-fologiche, idrogeologiche, pedologiche, idraulico-forestali ed ambientali;

- disciplinare l’uso del territorio anche in relazione alla valutazione delle condizioni di rischio idro-geologico e di pericolosità sismica locale;

- individuare le aree per le quali sono necessari studi ed indagini di carattere specifico ai fini della riduzione del rischio ambientale;

- individuare in linea generale le aree per la realizzazione delle infrastrutture e delle attrezzature pubbliche, di interesse pubblico e generale di maggiore rilevanza;

- delimitare gli ambiti urbani e periurbani soggetti al mantenimento degli insediamenti o alla loro trasformazione;

- individuare gli ambiti destinati all’insediamento di impianti produttivi; - definire i limiti massimi della utilizzazione edilizia e della popolazione insediabile nonché i requi-

siti quali-quantitativi ed i relativi parametri, le aree in cui è possibile edificare anche in relazione all’accessibilità urbana, la aree dove è possibile il ricorso agli interventi edilizi diretti in ragione delle opere di urbanizzazione esistenti ed in conformità alla disciplina generale del Regolamento Edilizio ed Urbanistico;

- delimitare e disciplinare gli ambiti di tutela e conservazione delle porzioni storiche del territorio; individuare le caratteristiche principali, le peculiarità e le eventuali condizioni di degrado e di ab-bandono valutando le possibilità di recupero, riqualificazione e salvaguardia;

- delimitare e disciplinare ambiti a valenza paesaggistica ed ambientale; - qualificare il territorio agricolo e forestale secondo le specifiche potenzialità di sviluppo; - individuare gli ambiti di tutela del verde urbano e periurbano; - individuare le aree necessarie per il Piano di Protezione Civile; - individuare e classificare i nuclei di edificazione abusiva, ai fini del loro recupero urbanistico nel

contesto territoriale ed urbano;

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- indicare la rete ed i siti per il piano di distribuzione dei carburanti in conformità al piano regionale; - individuare, ai fini della predisposizione dei programmi di previsione e prevenzione dei rischi, le

aree, da sottoporre a speciale misura di conservazione, di attesa e ricovero per le popolazioni colpi-te da eventi calamitosi e le aree di ammassamento dei soccorritori e delle risorse.

IILL PPRROOCCEESSSSOO DDII CCOOSSTTRRUUZZIIOONNEE DDEELL PPSS Le Aree Programma

Le Aree Programma individuano realtà territoriali programmatiche in cui poter intervenire con finali-tà e strumenti omogenei la cui coerenza deriva più dall'interdipendenza (flussi di relazioni) che dall'o-mogeneità delle caratteristiche naturali, economiche e sociali anzi, riguardo a queste ultime, è naturale che presentino forti diversità le quali, insieme alla prossimità geografica ed alla condivisione di un'i-dentità culturale rappresentano i presupposti principali all'interdipendenza e quindi alla coesione. Il ricorso al PS costituisce una scelta strategica e un’opportunità concreta per perseguire finalità di rie-quilibrio spaziale ed economico integrando il complesso delle risorse territoriali. Elaborazione del PS

L’individuazione degli obiettivi, delle strategie e delle azioni nel rispetto delle esigenze degli operato-ri, sia pubblici che privati, pone in essere un nuovo sistema di pianificazione partecipata che può rap-presentare una grande responsabilità per gli operatori locali che diventano attori del proprio sviluppo. Per raggiungere tale obiettivo, è necessario un approfondimento dei problemi e un’analisi critica della situazione mirante ad individuare i fattori di successo e gli eventuali vincoli che limitano lo sviluppo che coinvolga attivamente gli operatori e le forze sociali. La metodologia prevede l’attivazione di una serie di procedure al fine di garantire: - il coinvolgimento di tutti i potenziali interessati; - una corretta e utile ricaduta dei benefici; - l’attivazione di sistemi innovativi di sviluppo integrato; - efficienza e tempi rapidi di decisione e realizzazione. Tra gli elaborati del PS

Il PS, a titolo di esempio non limitativo, deve indicare: A) situazione socioeconomica con l’analisi e la diagnosi operativa del territorio comunale; B) obiettivi e finalità di sviluppo locale perseguite con riferimento anche alle attività di programma-

zione a livello comunale; C) definizione della strategia generale, delle linee strategiche, delle priorità e delle linee d’intervento; D) definizione tipologie settoriali d’intervento e livelli di integrazione strategica; E) verifica della coerenza, dell’integrazione e del raccordo con le linee generali della pianificazione a

livello comunale; F) ipotesi di piano finanziario di copertura con l’indicazione del tipo e dell’entità degli eventuali fi-

nanziamenti pubblici previsti, a valere sulle risorse comunitarie, statali, regionali e locali, e dei mezzi propri assicurati per la realizzazione delle iniziative;

G) analisi degli effetti di medio periodo e degli impatti socioeconomici di lungo periodo; H) modalità di monitoraggio. Il quadro delle conoscenze

Il PS, a titolo di esempio non limitativo, deve indicare: - la completezza della diagnosi dell'area interessata dal PS; - la congruità punti di forza/debolezza; - la coerenza fra obiettivi e strategie del PS e fra obiettivi e strategie a livello regionale; - l’esistenza di una strategia di sviluppo integrato capace di promuovere lo sviluppo locale; - la coerenza delle azioni previste con la diagnosi; - la coerenza delle previsioni con le azioni e con gli obiettivi del PS; - integrazione delle funzioni territoriali; - effetti ed impatti previsti; - modalità di attuazione.

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IINNDDIICCAAZZIIOONNII GGEENNEERRAALLII DDII MMEETTOODDOO PPEERR LLAA CCOOSSTTRRUUZZIIOONNEE DDEELL PPIIAANNOO SSTTRRUUTTTTUURRAALLEE Il sistema delle risorse territoriali

L'analisi del sistema delle risorse territoriali è finalizzata alla definizione di un quadro di riferimento oggettivo per interpretare e valutare i sotto sistemi: fisico, ecologico, ambientale, della mobilità, inse-diativo ed economico. Particolare attenzione deve essere prestata alle elaborazioni cartografiche di let-tura del territorio e di analisi dei caratteri delle diverse parti del tessuto urbano. - Il sistema fisico. - Il sistema ecologico-ambientale. - Il sistema della mobilità. - Il sistema insediativo. - Il sistema economico. Le elaborazioni cartografiche

- Carta clinometrica e Carta altimetrica - Carta geomorfologica, idrologica e idrografica - Carta del dissesto - Carta dell'uso reale del suolo - Carta di interpretazione dei tessuti urbani - Carta dei vincoli, delle proprietà pubbliche e del patrimonio storico culturale extraurbano - Carta dello stato di diritto della città esistente - Carta delle reti infrastrutturali Valutazione delle risorse del sistema fisico

Le valutazioni di tali risorse definiscono le condizioni poste alle scelte urbanistiche dai caratteri dei sistemi fisico-morfologico, ambientale, dell'uso del suolo, del rischio di dissesto idrogeologico. Di seguito sulla base delle valutazioni effettuate vengono affrontate le operazioni che consentono di definire alcune condizioni relativamente a: - struttura orografico - idrografica e morfologica del territorio comunale; - rischio di dissesto geomorfologico contenente gli elementi dello studio geomorfologico. Lo studio comprende: - carta geomorfologica, idrologica ed idrografica; - carta del dissesto o pericolosità geologica. Valutazione delle risorse del sistema della mobilità: le reti infrastrutturali

Le elaborazioni connesse alla redazione del PS, mirano a definire consistenza e funzionalità delle reti infrastrutturali. A tal fine vengono definiti alcuni elaborati sintetici riguardanti la mobilità e l'accessi-bilità e, in particolare: - viabilità principale di collegamento, di distribuzione primaria, di distribuzione secondaria, di strut-

turazione dello spazio extraurbano; - tracciati ferroviari e loro ruolo nel sistema di mobilità; - nodi di parcheggio, esistenti e programmati. Interpretazione e valutazione delle risorse territoriali: le risorse del sistema insediativo

L'interpretazione e valutazione dei caratteri delle aree urbane sono effettuate in rapporto alle norme di intervento per la loro riqualificazione: - aree consolidate, organizzate su partiture urbane riconoscibili, nei quali non risultano opportune

operazioni di edificazione con incremento dei volumi e delle superfici utili nette; - aree organizzate su partiture urbane non riconoscibili, nei quali si verifica un livello notevole di di-

somogeneità della morfologia e tipologia degli edifici; - aree urbane che non presentano un disegno morfologico riconducibile ad una logica unitaria. Da tali elaborazioni si traggono elementi di valutazione in merito a: - caratteri del patrimonio delle abitazioni esistenti in rapporto a: dimensione, epoca di costruzione,

regime di proprietà, stato di conservazione, livello di manutenzione; - aree di concentrazione dell'edificazione abusiva: descrizione della situazione delle diverse parti del-

la città, classificazione e delimitazione delle aree di concentrazione dei fenomeni; - patrimonio storico-culturale ed ambientale (aree archeologiche e nuclei abitati di diversa datazione,

beni architettonici e storico-ambientali isolati, ecc.) e dei caratteri del patrimonio insediativo esi-

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stente (tipologie urbanistiche ed edilizie, potenzialità e condizioni per il recupero); - patrimonio di attrezzature pubbliche esistenti in rapporto alla dotazione prevista dalle leggi vigenti; - vincoli e proprietà pubbliche di suoli e di immobili. Caratteri delle diverse parti delle aree urbane

La valutazione dei caratteri delle aree urbane viene effettuata facendo riferimento agli aspetti morfolo-gici relativi al grado di consolidamento ed alle modalità di aggregazione delle diverse parti. Ciò con l'obiettivo di individuare le possibilità e modalità di adattamento e modifica delle aree stesse e per mi-gliorare i caratteri di integrazione con la città: - aree urbane consolidate con impianto morfologico definito - ambiti urbani di conservazione e tutela

- aree urbane consolidate con impianto morfologico parzialmente definito - ambiti urbani di riqualificazione urbanistica

- aree urbane consolidate privi di impianto morfologico riconoscibile - ambiti urbani di adeguamento tipologico e riqualificazione urbanistico-edilizia

- aree urbane con impianto morfologico indefinito aggregati con attività produttive - ambiti urbani di adeguamento tipologico e di riqualificazione urbanistica

- aree urbane morfologicamente definite di scarso valore urbano - ambiti urbani di riqualificazione urbanistica

- aree urbane con impianto morfologico e disegno unitari - ambiti urbani di riqualificazione urbanistica

- aree urbane irregolari con accentuato degrado edilizio ed urbano - ambiti di ristrutturazione e modifica di destinazione d'uso

Lo studio della città e del territorio: ruoli e funzioni

Lo studio riguarda l'organizzazione spaziale degli elementi ordinatori; la riconoscibilità dei luoghi ur-bani; le aree strategiche; la funzionalità ed efficienza del sistema dei servizi e delle attrezzature; le de-stinazioni monofunzionali e l'integrazione delle aree urbane. L'organizzazione spaziale degli elementi ordinatori: la riconoscibilità dei luoghi urbani

Questione centrale del Mezzogiorno, per la sua riqualificazione e l'innesco di processi di sviluppo è la "questione urbana". La qualità della città è condizione per lo sviluppo: convinzione ribadita in molte occasioni negli ultimi anni da parte di forze culturali, politiche e imprenditoriali, sulla base della con-statazione che le condizioni di qualità dell'ambiente urbano sono essenziali per dare forza alla società civile e costituiscono condizioni necessarie per il successo delle azioni connesse allo sviluppo econo-mico e sociale. Gli interventi per la riqualificazione della città non mirano solo all'obiettivo di miglio-rare gli spazi di uso collettivo, ma costituiscono la condizione necessaria per accrescere il valore pro-duttivo della città stessa. La risposta strategica a tali problemi può avvenire attraverso il recupero dell'identità culturale della città e del territorio nel suo complesso. Terminata l'epoca della "grande e-spansione" è necessario un innalzamento generale del livello di qualità e funzionalità, complessivo e specifico, della residenza, delle attrezzature, delle infrastrutture, sia in termini di dotazione, sia in ter-mini di livelli di prestazione dei servizi offerti. Gli interventi possono risultare risolutivi solo quando assicurano la massima produttività dell'impiego delle risorse locali, privilegiano i valori che la storia e la cultura della città hanno accumulato sul territorio, garantiscono il funzionamento ordinario della cit-tà e la qualità dei servizi. Ciò significa porre mano in modo deciso con azioni che consentono di indi-viduare il significato che il patrimonio storico ed ambientale può assumere nel riorganizzare la struttu-ra della città e del territorio ad essa connesso. A tale obiettivo principale si connette strettamente quel-lo della riqualificazione e recupero urbanistico degli insediamenti esistenti. Occorre porsi in termini progettuali nei confronti del problema, definire criteri di valutazione urbanistica e di fattibilità econo-mica, che consentono di stabilire una scala di priorità degli interventi necessari, commisurati agli effet-tivi fabbisogni ed alla disponibilità di risorse. Il quadro di riferimento

- Il quadro di riferimento sociale viene definito mediante l'analisi interpretativa dei fenomeni deter-minanti la configurazione urbanistica e territoriale, la dinamica demografica e le relazioni e com-plessità territoriali.

- Il quadro di riferimento economico viene definito mediante lo studio dei fenomeni caratterizzanti il

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ruolo della città e del suo territorio nei contesti provinciale e regionale e le potenzialità di sviluppo. - La conoscenza del quadro di riferimento legislativo nazionale e regionale in materia di pianifica-

zione territoriale e programmazione economica consente di valutare i contenuti di "opzioni territo-riali", programmi e progetti urbani.

Le linee programmatiche e i criteri-guida per la redazione del PS

- Il momento politico-istituzionale: il ruolo delle strutture tecniche ed amministrative; il coordina-mento con le strutture provinciali e regionali; le "opzioni territoriali" nel contesto regionale e di a-rea vasta; gli obiettivi e le strategie delle politiche urbane e territoriali.

- Il momento tecnico-amministrativo: lo stato di diritto del territorio; lo stato dell'ambiente; i piani di settore; la cartografia aerofotogrammetrica; l'Ufficio del Piano.

- Il momento sociale e culturale: la partecipazione delle forze sociali, economiche e culturali nel pro-cesso di costruzione del PS; la programmazione economica degli interventi; la valutazione degli indicatori economici e sociali; gli Enti che operano nell'ambito del territorio comunale; le relazioni istituzionali e i contributi esterni.

- La definizione degli obiettivi e delle strategie: il Piano Strategico; le metodologie di analisi e i pro-cedimenti operativi; i contenuti del PS; l'analisi interpretativa della realtà attuale e programmata.

Il PS: le verifiche con le forze sociali, economiche, culturali e le istituzioni

- Il processo di partecipazione e verifica delle previsioni del Piano è analizzato mediante uno studio approfondito sui seguenti argomenti: sintesi dei contenuti del Piano; verifiche tecniche ed urbani-stiche; verifiche con gli strumenti di programmazione; costruzione dello schema direttore; obiettivi e contenuti dello schema direttore; modalità e strumenti per l'attuazione.

- Temi del dibattito urbanistico: la città sostenibile; la città accessibile; i sistemi territoriali; la valuta-zione delle previsioni di breve, medio e lungo periodo; gli strumenti operativi.

Tali verifiche passano attraverso: - l'interpretazione dei processi di trasformazione della città e dei rapporti tra componenti economico-

sociali e modificazioni fisiche dello spazio urbano ed extraurbano; - il riconoscimento del valore delle risorse territoriali presenti; - la costruzione di un modello di città, in grado di costituire il riferimento per la definizione delle di-

verse politiche di riqualificazione urbana; - la capacità, a scale diverse, da quella del singolo spazio urbano a quella delle grandi relazioni strut-

turanti l'organismo urbano nella sua complessità, a quella delle relazioni che la città pone nel qua-dro del sistema insediativo (area urbana) su di essa gravitante. Oggetto specifico del PS sono le tra-sformazioni fisiche e funzionali di rilevanza urbanistica, ambientale e paesistica.

Indicazioni per la normativa di PS

- Valorizzazione del patrimonio produttivo agricolo, delle risorse ambientali e del patrimonio storico-culturale: Il PS effettua l'individuazione di tale patrimonio ed il riconoscimento del significato ur-

banistico di esso: della capacità di tali risorse di costituire elementi di riferimento per la costru-

zione dell'assetto urbano.

- Riqualificazione del patrimonio produttivo, industriale-artigianale e dei servizi: Individuazione del

ruolo svolto dalla città, delle modalità con cui assumere nuovi compiti complessi, in rapporto alla

riorganizzazione e riqualificazione della struttura produttiva e delle funzioni terziarie.

- Recupero urbanistico ed edilizio del patrimonio insediativo esistente: Il PS persegue la riqualifica-

zione dei tessuti storici, di quelli periferici-marginali e dei nuclei di recente formazione. Le opera-

zioni di analisi-interpretazione e classificazione delle diverse situazioni presenti nell'ambito del

territorio comunale tendono a mettere in evidenza le diverse situazioni e ad assumere obiettivi pre-

cisi, nei contenuti e nei tempi, in merito alla realizzazione delle urbanizzazioni, al rispetto dei valo-

ri: storico-artistico, archeologico e paesistico-ambientale.

- Modalità di attuazione per l’integrazione equilibrata del patrimonio insediativo: Il PS completa la

dotazione esistente, sulla base di previsioni demografiche ed occupazionali rapportate alle indica-

zioni fornite da altri Piani e Programmi. Attraverso tale completamento si persegue l'obiettivo di

riqualificare il tessuto urbano esistente e soddisfare il fabbisogno di attrezzature per servizi in un

rapporto equilibrato tra residenze, servizi ed attività produttive.

- Organizzazione della mobilità: L'esigenza di fornire una risposta esauriente ai problemi presenti,

sia all'interno del centro urbano che in rapporto all'accessibilità al centro dal territorio circostan-

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te. L’interpretazione storico-morfologica complessiva della città e delle sue trasformazioni. Le ri-

qualificazione e la riorganizzazione dei tessuti e percorsi esistenti per la soluzione dei problemi

tecnici e funzionali.

- Individuazione delle modalità di attuazione degli interventi programmati: Il PS propone modalità

di attuazione degli interventi che consentono di acquisire alla collettività le aree necessarie per

servizi ed altre attività e garantire equità tra i proprietari delle aree.

Modalità e strumenti per attuare le scelte urbanistiche

Le esperienze di pianificazione urbanistica effettuate negli ultimi anni hanno evidenziato che esistono due fasi, con contenuti metodologici distinti, che portano alla costruzione del PS. Una prima è quella che effettua le scelte strategiche, individua i criteri guida, le regole per valorizzare e tutelare le risorse presenti e definisce un progetto preliminare. Ciò al fine di: - esplicitare gli obiettivi che la città persegue nella costruzione del PS, sia negli aspetti socio-

economico-produttivi, che in quelli relativi alla forma della città; - individuare il significato urbanistico che le risorse dell'ambiente storico e naturale possono assume-

re per la costruzione del nuovo modello di città; - individuare i soggetti principali delle azioni sul territorio e le loro modalità di intervento, nonché le

logiche di progettazione che devono essere seguiti per il raggiungimento degli obiettivi fissati. Questa fase consente di: interpretare la qualità delle risorse, di costruire un modello di città, di ricono-scere il valore delle risorse storico-culturali ed ambientali, di definire il sistema dei luoghi e delle at-trezzature della città, di individuare le reti di connessione tra le diverse parti in rapporto alle esigenze primarie di relazione. Definito tale modello complessivo della città è possibile, nella seconda fase, passare a costruire il disegno di dettaglio in tutti gli aspetti che comportano la precisa individuazione delle destinazioni d'uso e delle modalità specifiche di intervento. Le scelte di dettaglio seguono, nella loro definizione, criteri di compatibilità e congruenza con il modello messo a punto. Tale metodo di costruzione del PS consente di innovarne i contenuti, attraverso proposte progettuali che mirano ad adeguare la qualità dell'ambiente urbano alla domanda di spazi e funzioni urbane da parte della comu-nità interessata. Ciò consente di effettuare un controllo della qualità urbana in termini di: 1) dimensio-ne spaziale; 2) relazioni spaziali tra le diverse parti della città; 3) processi di trasformazione e flussi di risorse che essi impegnano. Gli strumenti operativi: definizione degli ambiti d'intervento

I sistemi che interpretano la realtà territoriale oggetto del PS e che sono in grado di costituire il riferi-mento per la costruzione del progetto di assetto, sono: 1) sistema delle risorse fisico-morfologiche, delle qualità del paesaggio e dell'ambiente; 2) sistema della mobilità ed accessibilità ai luoghi centrali ed assi direttori; 3) sistema dei servizi, delle attività produttive, della residenza, delle attrezzature. Gli spazi riconoscibili all'interno del territorio comunale, per la cui caratterizzazione e controllo delle trasformazioni valgono strumenti di interpretazione, di progetto e di normativa differenti, sono: - spazio urbano, articolato in parti distinte per grado di definizione dell'assetto morfologico, tipologi-

co e funzionale dei tessuti costruiti della città; - spazio extraurbano, articolato per caratteri fisico-morfologici e tipologie di antropizzazione. Il progetto di PS raggruppa le parti dello spazio urbano e dello spazio extraurbano in funzione della operatività della normativa, procedendo all'individuazione di ambiti differenziati tra quelli ad attuazio-ne diretta, le cui trasformazioni sono assentite tramite concessione edilizia ed autorizzazione, e quelli ad attuazione indiretta, le cui trasformazioni, salvo quelle ammesse in salvaguardia, sono assentibili solo dopo la formazione di strumenti urbanistici attuativi. GGLLII EELLAABBOORRAATTII DDEELL PPSS Saranno elementi costitutivi del PS gli elaborati e le tavole di seguito elencati, redatti in conformità alla Legge Urbanistica Regionale ed alla Linee Guida.

Elaborati di analisi dello stato di fatto Tavole di inquadramento territoriale

Tavola di inquadramento territoriale - scala 1:100.000

Tavola di inquadramento territoriale - scala 1:50.000

Tavole dei vincoli e delle zone di rispetto esistenti

Nuclei abitati, rete infrastrutturale esistente, beni demaniali, aree di proprietà pubblica e del patrimo-

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nio storico-culturale - scala 1:10.000

Ambito centro storico - scala 1:2.000

Vincoli e zone di rispetto - scala 1:10.000 - 1:5.000

Carta clinometrica - scala 1:10.000

Carta geolitologica - scala 1:10.000

Carta della rigidità sismica - scala 1:10.000

Carta delle indagini in sito - scala 1:10.000

Carta geomorfologica, idrologica e idrografica - scala 1:10.000

Carta dell’uso reale del suolo - scala 1:10.000

Carta delle irrigazioni con zone altimetriche - scala 1:10.000

Carta agro pedologica - scala 1:10.000

Carta della capacità dell’uso agricolo del suolo - scala 1:10.000

Tavole della consistenza edilizia e studio geomorfologico

Consistenza edilizia, condono edilizio, servizi ed attrezzature pubbliche esistenti - scala 1:5.000

Studio geomorfologico - scala 1:10.000 - 1:5.000

Tavola del sistema delle attrezzature di interesse sovracomunale - scala 1:10.000 - scala 1:5.000

Caratteri degli edifici - scala 1:5.000

Destinazione d’uso degli edifici e degli spazi urbani - scala 1:5.000

Elementi di pregio e di degrado degli edifici scala 1:5.000

Elaborati di progetto e normativa

Reti infrastrutturali, vincoli, divisione in zone del territorio - scala 1:10.000 Tavola di azzonamento Zone territoriali omogenee Zone di recupero e Zone con obbligo di pianificazione attuativa Aree per standard - scala 1:5.000

Carta del sistema della mobilità - scala 1:10.000

Regolamento edilizio ed urbanistico

Elaborati di verifica Tavole di raffronto tra lo studio geomorfologico ed il PS - scala 1:5.000

Tavole di raffronto tra il PRG vigente e il PS - scala 1:5.000

Tabelle di verifica degli standard Relazione sul sistema ambientale Elaborazioni per la verifica di coerenza Elaborazioni per la verifica di compatibilità CCOOEERREENNZZAA PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCAA EE SSTTRRAATTEEGGIIEE EEUURROOPPEEEE AASSSSUUNNTTEE CCOOMMEE RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO DDAALL PPSS Introduzione e quadro generale

Circa l’80% dei cittadini europei vive nelle aree urbane1, ossia proprio nelle zone in cui gli effetti dei vari problemi ambientali sono avvertiti con maggiore intensità. Il rumore, la cattiva qualità dell’aria, il traffico intenso, la scarsa manutenzione dell’ambiente costruito, la cattiva gestione ambientale e la mancanza di pianificazione strategica favoriscono l’insorgere di problemi di salute e peggiorano la qualità della vita. Per trovare una soluzione ai principali problemi sanitari connessi alla situazione am-bientale, occorre migliorare radicalmente l’ambiente urbano e la qualità della vita nelle città. In molte zone gli abitanti si allontanano dai centri urbani e preferiscono vivere in periferia, in quanto si rendono giustamente conto che l’inquinamento urbano incide sul loro benessere. L’espansione delle città gene-ra livelli ancora più elevati di traffico e problemi che si alimentano a catena: il centro delle attività si sposta infatti verso la periferia, allontanandosi dal cuore della città, che man mano perde vitalità. Un numero sempre maggiore di aree urbane presenta questi sintomi di eccessiva tensione. Non sorprende quindi che l’inquinamento urbano sia l’immagine che gli europei più frequentemente associano

1 L'espressione "aree urbane" va intesa in senso ampio (ossia come “agglomerati”), in modo da comprendere tutti i tipi di

insediamento urbano.

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all’ambiente2. L’insufficiente attenzione per le conseguenze ambientali delle decisioni adottate e l’assenza di una pianificazione sistematica che assicuri una buona qualità dell’ambiente urbano sono fra le cause prin-cipali dell’attuale situazione, con forti conseguenze sia per l’ambiente che per l’economia delle città e per i loro abitanti. La pianificazione di un elevato livello di tutela ambientale è uno dei presupposti fondamentali per assicurare uno sviluppo urbano sostenibile e per garantire una buona qualità di vita agli abitanti delle città. Tutte le città devono trovare una soluzione ad una serie di problemi ambientali ai quali sono confron-tate: l’obiettivo fondamentale è far sì che ciò avvenga in maniera sistematica. Tuttavia l’intenzione non è quella di prescrivere in maniera vincolante le soluzioni da adottare e gli obiettivi da perseguire, in quanto ciascuna area urbana ha le sue peculiarità, quanto piuttosto di stabilire un solido quadro di riferimento per contribuire a migliorare la gestione dell’ambiente urbano e favorire l’adozione genera-lizzata delle migliori pratiche. Poiché numerosi problemi sono comuni a tutte le città, è evidente la possibilità di elaborare, diffondere e favorire l’attuazione di soluzioni adeguate a livello europeo. Per risolvere tali problemi sono dispo-nibili politiche, azioni e programmi di finanziamento comunitari, ma la maggior parte di questi stru-menti agisce in modo separato, senza tener conto delle specifiche esigenze del singolo contesto urbano o delle potenziali sinergie reciproche. È possibile ottenere buoni risultati mediante un approccio più integrato e mirato, basato sugli strumenti e sulle iniziative esistenti, ed una cooperazione e un coordi-namento più stretti a tutti i livelli di governo. Occorre rivitalizzare la città, per farne un luogo sano, piacevoli e accogliente in cui vivere e permette-re alle comunità e all’economia di prosperare. Al centro di questo processo deve essere l’ambiente. Il PS si concentra sull’ambiente urbano, tenendo conto nel contempo delle relazioni dinamiche con i problemi economici e sociali e rafforzando così il contributo ambientale allo sviluppo sostenibile delle aree urbane. L’ambiente urbano sarà preso in considerazione nell’accezione più ampia possibile, com-prese le importanti conseguenze sanitarie dei problemi ambientali. Il PS esaminerà inoltre i problemi relativi alla qualità della vita degli abitanti delle città e delle comunità urbane, adottando un approccio ecosistemico3. Anche se l’attenzione sarà inevitabilmente posta sull’area urbana in quanto tale, non verrà tuttavia trascurata l’importanza del più ampio contesto regionale. Temi prioritari

Per adempiere al mandato stabilito nel Sesto programma di azione in materia di ambiente, la strategia sarà incentrata su quattro temi orizzontali, essenziali per la sostenibilità a lungo termine. Tali temi pre-sentano un chiaro legame con i pilastri economico e sociale dello sviluppo sostenibile e rappresentano i settori nei quali è possibile ottenere i progressi più significativi: gestione urbana sostenibile, trasporto urbano sostenibile, edilizia sostenibile e progettazione urbana sostenibile. I temi sono trattati separa-tamente ma sono ovviamente strettamente interdipendenti. Gestione urbana sostenibile

Perché la gestione urbana sostenibile è una priorità

Le aree urbane svolgono molte funzioni per i loro abitanti e per coloro che le utilizzano, assicurando la disponibilità di alloggi, di posti di lavoro, l’accesso ai beni e ai servizi, le attività culturali e l’interazione sociale. Per consentire e favorire tali funzioni, le aree urbane dispongono di numerosi e-lementi statici, quali edifici, infrastrutture, spazi verdi, terreni incolti e abbandonati, nonché di una se-rie di elementi dinamici, come i trasporti, l’acqua, l’aria, l’energia ed i rifiuti. Ciascuno di questi ele-menti e di queste funzioni ha un impatto ambientale, che contribuisce all’impatto ambientale comples-sivo della città. Tuttavia le diverse politiche ai vari livelli amministrativi competenti a trattare questi elementi agiscono spesso in maniera isolata le une dalle altre e sono gestite da servizi amministrativi differenti. Le conseguenze ambientali delle decisioni politiche spesso non sono considerate in modo adeguato. L'obiettivo dello sviluppo sostenibile è ridurre tali impatti ambientali, assicurando nel con-tempo un’economia dinamica e una società sana ed equa. Tuttavia molte amministrazioni comunali non attribuiscono sufficiente importanza al miglioramento della qualità e delle prestazioni ambientali

2 Da Eurobarometro 58.0 “Attitudes towards the environment” (Atteggiamento nei confronti dell’ambiente), dicembre

2000. 3 L’approccio ecosistemico mette l’accento sulla città come sistema complesso caratterizzato da continui processi di mu-

tamento ed evoluzione e considera aspetti quali l’energia, le risorse naturali e la produzione di rifiuti come flussi o catene. Il mantenimento, il ripristino, l’incentivazione e la chiusura di tali flussi o catene contribuiscono allo sviluppo sostenibile.

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della città. È poco probabile che un ambiente urbano sano e di buona qualità possa derivare spontane-amente dalla miriade di decisioni adottate individualmente dalle amministrazioni, dalle imprese e dai cittadini attivi nei differenti settori di ciascuna area urbana. Al fine di disporre di un quadro di riferi-mento per guidare e dirigere le scelte di gestione quotidiane sono necessari una visione chiara, una strategia globale e un piano di azione per conseguire gli obiettivi e i traguardi stabiliti. Le scelte di ge-stione devono essere al centro delle attività dell’amministrazione cittadina, anziché essere viste come un compito aggiuntivo rispetto alle normali responsabilità. Ciò comporta una modifica del processo decisionale, in modo tale da spezzare le tradizionali barriere tra comuni confinanti e tra unità ammini-strative all’interno di una stessa amministrazione locale a favore di una maggiore integrazione. Altret-tanto importante è il cambiamento della mentalità: gli elementi fondamentali per una gestione urbana sostenibile sono la partecipazione del pubblico e il ruolo attivo dei cittadini, la trasparenza del proces-so decisionale e la responsabilità. Iniziative comunitarie in corso sulla gestione urbana sostenibile

L’Unione Europea ha creato uno strumento di gestione ambientale globale, il sistema comunitario di ecogestione ed audit (EMAS)4, basato sull’adesione volontaria. Dal 2001, anno in cui il sistema è stato sottoposto a revisione, la registrazione EMAS è stata ottenuta da moltissimi organismi pubblici, fra cui amministrazioni locali. Originariamente concepito per promuovere il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali nelle attività quotidiane delle organizzazioni, nel caso delle amministrazioni lo-cali il sistema costituisce anche un modo per facilitare la gestione dei compiti istituzionali in materia ambientale e delle iniziative volontarie in maniera coordinata, sistematica e verificabile. Questo stru-mento consente alle amministrazioni di analizzare l’impatto diretto e indiretto delle proprie attività sull’ambiente, ad esempio per quanto riguarda la pianificazione territoriale e la selezione dei contraen-ti, ed impone loro di tenere presenti le preoccupazioni delle parti interessate e di rendere conto del proprio operato, comunicando i dati relativi alle proprie attività ambientali. Altre misure necessarie per assicurare la massima diffusione della gestione urbana sostenibile

A lungo termine, la gestione attiva e integrata di tutti gli aspetti ambientali di una determinata area ur-bana è l’unico modo per assicurare un ambiente urbano sano e di buona qualità. È necessario definire espliciti obiettivi, azioni e programmi di monitoraggio ambientale che stabiliscano un collegamento fra le politiche ambientali e le politiche economiche e sociali. È pertanto necessario che le amministra-zioni urbane predispongano un piano di gestione ambientale. Per assicurarne l’attuazione e verificare i progressi compiuti, è indispensabile adottare un apposito si-stema di gestione ambientale. Le direttive comunitarie in vigore impongono alle autorità degli agglo-merati urbani di provvedere alla gestione della qualità dell’aria5 e del rumore ambientale6, e di parteci-pare alla gestione del bacino idrografico7. L’obbligo proposto consentirebbe all’amministrazione urbana di combinare la gestione di questi com-piti e di altri aspetti ambientali nell’ambito di un piano di gestione ambientale unificato. Tale piano potrebbe prendere in considerazione le questioni fondamentali, tra cui il consumo di energia, le emis-sioni di gas ad effetto serra, il consumo e il trattamento delle risorse idriche, i rifiuti, il rumore, la qua-lità dell’aria, la natura e la biodiversità, i trasporti e la mobilità, la progettazione, i rischi naturali e i rischi antropici, l’edilizia sostenibile, le implicazioni sanitarie e la qualità della vita in generale. Poiché le aree urbane spesso si estendono oltre i confini amministrativi della città, il piano dovrebbe applicar-si all’intera area urbana e potrebbe richiedere una cooperazione tra amministrazioni contigue. In linea con il programma per migliorare la governance, i piani di gestione ambientale consentirebbero di accrescere la cooperazione tra vari livelli di governo (locale, regionale e nazionale), tra vari dipar-timenti nell’ambito delle amministrazioni locali, e tra amministrazioni contigue, oltre a favorire una maggiore partecipazione dei cittadini e delle parti interessate. Essi consentirebbero inoltre di rimediare ad altre lacune e difetti dell’attuale gestione ambientale, come la mancanza o la sottoutilizzazione dei

4 Regolamento (CE) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001, sull'adesione volontaria delle

organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), GU L 114 del 24.4.2001, pag. 1. 5 Direttiva 96/62/CE del Consiglio, del 27 settembre 1996, in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria

ambiente, GU L 296 del 21.11.1996, pag. 55. 6 Direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, relativa alla determinazione e alla ge-

stione del rumore ambientale, GU L 189 del 18.7.2002, pag. 12. 7 Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione

comunitaria in materia di acque, GU L 327 del 22.12.2000, pag. 1.

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dati e degli strumenti di gestione, l’eccessiva importanza attribuita allo sviluppo per progetti anziché ad una politica coerente di sviluppo sostenibile e la separazione della pianificazione e dell’esecuzione. Trasporto urbano sostenibile

Perché il trasporto urbano sostenibile è una priorità

I sistemi di trasporto urbano costituiscono un elemento fondamentale del tessuto urbano, in quanto as-sicurano l’accesso della popolazione ai beni, ai servizi, alle opportunità di impiego e alle attività ricre-ative e la circolazione ottimale delle merci, consentendo alle economie locali di prosperare. Tuttavia, se la principale caratteristica delle città è la notevole densità degli edifici, la seconda caratteristica è la presenza di elevati volumi di traffico. Il traffico ha un impatto significativo sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, oltre che sulla qualità complessiva della vita nelle città. I crescenti livelli di congestione del traffico ostacolano la mobilità, con costi sempre maggiori per l’economia. Il trasporto automobilistico nelle città contribuisce inoltre ad uno stile di vita sempre più sedentario, con una serie di effetti negativi sulla salute e sulla speranza di vita, soprattutto per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Andare in bicicletta per trenta minuti al giorno può ridurre del 50% il rischio di malattie vascolari; ciononostante più della metà degli spostamenti inferiori ai 5 km è effettuata in automobile. Secondo un recente studio, nella sola città di Londra, se il 10% degli spostamenti fosse effettuato in bicicletta o a piedi anziché utilizzare l’automobile, sarebbe possibile evitare 100 morti premature e 1.000 ricoveri ospedalieri l’anno8. L’incremento della mobilità determina l’ulteriore sviluppo delle aree urbane, favorendo l’espansione delle città nelle zone rurali circostanti (“proliferazione urbana”). Così come scelte urbanistiche inade-guate possono generare un aumento dei volumi di traffico, l’incremento del traffico e della mobilità può favorire scelte urbanistiche inadeguate, ad esempio per rispondere all’esigenza di ridurre la conge-stione. I due fattori sono indissolubilmente collegati. La mobilità urbana è anche un importante elemento di equità sociale. I servizi, l’istruzione, l’occupazione, le attività ricreative e i beni devono essere accessibili a tutti gli abitanti delle città, a prescindere dal possesso o meno dell’automobile. Le persone che abitano nelle zone più povere della città hanno il più basso tasso di proprietà dell’automobile. Il trasporto pubblico può quindi garantire l’accesso ai beni e ai servizi e presenta evidenti benefici dal punto di vista ambientale. Occorre ripensare la mobilità urbana per ovviare a questi effetti negativi, assicurando nel contempo il mantenimento del potenziale di crescita economica, la libertà di movimento e una migliore qualità del-la vita degli abitanti delle città, e pertanto risulta necessario un quadro di riferimento a livello europeo per promuovere il trasporto urbano sostenibile. Misure necessarie per assicurare la massima diffusione del trasporto urbano sostenibile

Sono state intraprese azioni per far fronte a molti aspetti negativi del trasporto urbano. Gli interventi diretti al miglioramento della qualità tecnica dei veicoli stradali e ad incentivare l’acquisto di veicoli più puliti hanno un’importanza centrale e sono pertanto destinati a proseguire. Tuttavia ai miglioramenti derivanti dalle iniziative attualmente in corso fa riscontro il previsto aumen-to del traffico e della congestione nelle aree urbane. Secondo le stime, tra il 1995 e il 2030 il numero di chilometri percorsi nelle aree urbane dovrebbe aumentare del 40%. In Europa, il parco circolante aumenta di 3 milioni di automobili ogni anno e negli ultimi trent’anni è praticamente triplicato. È quindi evidente la necessità di adottare apposite misure per far fronte ai cre-scenti volumi di traffico, in aggiunta alle misure già in vigore in materia di standard di emissione. Se da un lato i motori sono meno inquinanti di un tempo, dall’altro il numero assoluto di autoveicoli cir-colanti nelle aree urbane genera elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici, contribuendo a molte morti premature. La congestione del traffico, anche con veicoli meno inquinanti, presenta ancora costi economici elevati. Come sottolineato nel Libro bianco sulla politica europea dei trasporti, il problema più grave che le amministrazioni urbane dovranno risolvere - e che si profila più urgente del previsto - “è il controllo del traffico, con particolare riguardo al ruolo dell'automobile privata nei grandi centri urbani (…). La mancanza di un approccio integrato tra politiche urbanistiche e dei trasporti ha decreta-to la supremazia quasi indiscussa dell'autovettura privata.”. Pertanto si prevede di imporre alle capitali degli Stati membri e alle città con popolazione superiore a

8 Soderland N, Ferguson J, McCarthy M, Transport in London and the Implications for Health (I trasporti nella città di

Londra e le relative implicazioni sanitarie), 1999.

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100.000 abitanti di elaborare, adottare e attuare un piano di trasporto urbano sostenibile. Alcuni Stati membri (ad es. Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito) hanno già iniziato ad introdurre disposizioni di questo tipo, ma la Commissione ritiene che tale obbligo possa ora essere stabilito a li-vello comunitario. Nelle intenzioni, il piano per il trasporto urbano sostenibile dovrebbe interessare l’intera area urbana e cercare di ridurre l’impatto negativo dei trasporti, facendo fronte ai crescenti vo-lumi di traffico e di congestione, e dovrebbe essere collegato con le strategie ed i piani regionali e na-zionali. Il piano dovrebbe riguardare tutti i modi di trasporto e cercare di modificare l’equilibrio a favore di modi di trasporto più efficienti, come il trasporto pubblico, la bicicletta e gli spostamenti a piedi. Uno degli obiettivi fondamentali sarebbe la creazione di un sistema di trasporti più efficiente dal punto di vista ambientale e posto a servizio di tutti i cittadini, che hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel-le loro decisioni quotidiane, come la scelta del modo di trasporto. Un elemento essenziale del piano sarebbe il collegamento con l’assetto del territorio. Gli specifici obiettivi, traguardi, soluzioni e pacchetti di misure non dovrebbero essere imposti a livel-lo comunitario, ma dovrebbero essere decisi a livello locale, tenendo conto delle specifiche condizioni e in consultazione con il pubblico, gli operatori economici e gli altri soggetti interessati. Il piano do-vrebbe essere collegato con i piani e gli obiettivi generali di sviluppo ambientale, economico e sociale della città. Edilizia sostenibile

Perché l’edilizia sostenibile è una priorità

Gli edifici e l’ambiente costruito sono gli elementi che caratterizzano l’ambiente urbano; tali elementi conferiscono a ciascuna città una sua particolare fisionomia e una serie di punti di riferimento che cre-ano un senso di identità e di riconoscibilità, rendendo la città un luogo attraente per vivere e per lavo-rare. Pertanto, la qualità dell’ambiente costruito ha una forte influenza sulla qualità dell’ambiente urbano, ma tale influenza non si limita a semplici considerazioni di carattere estetico. Il riscaldamento e l’illuminazione degli edifici assorbono la maggior parte del consumo di energia (42%, di cui il 70% per il riscaldamento) e producono il 35% delle emissioni complessive di gas serra. Gli edifici e l’ambiente costruito utilizzano la metà dei materiali estratti dalla crosta terrestre e produ-cono ogni anno 450 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e da demolizione, ossia più di un quarto di tutti i rifiuti prodotti. In Europa la popolazione trascorre quasi il 90% del proprio tempo all’interno degli edifici: una cattiva progettazione degli immobili o il ricorso a metodi di costruzione inadeguati può avere un effetto signi-ficativo sulla salute dei loro occupanti e può renderne estremamente costosa la manutenzione, il ri-scaldamento e il raffreddamento, con forti ripercussioni soprattutto sulle persone anziane e sui gruppi più svantaggiati della popolazione. Una cattiva progettazione di alcune tipologie di edifici, quali i complessi residenziali, può addirittura favorire comportamenti criminali. Il mutamento delle modalità di progettazione, costruzione, ristrutturazione e demolizione degli edifici e dell’ambiente costruito può quindi consentire un notevole miglioramento delle prestazioni ambientali e dei risultati economici del-le città, nonché della qualità della vita dei cittadini. Nonostante le conoscenze ormai disponibili in materia di edilizia sostenibile, la maggior parte dei nuovi edifici non è costruita utilizzando queste tecniche, la cui efficacia è peraltro ormai sperimentata e, anche qualora lo fosse, il basso tasso di sostituzione degli edifici esistenti (compreso tra lo 0,5 e il 2% l’anno) implica che sarebbe necessario un lungo lasso di tempo prima di poter avere un impatto significativo. L’adeguamento del vecchio patrimonio immobiliare mediante lavori di isolamento potrebbe consentire una riduzione delle emissioni di CO2 degli edifici e dei relativi costi energetici del 42%9. La ristruttu-razione è più complessa della realizzazione di nuovi edifici, in quanto sono necessarie soluzioni diffe-renti a seconda degli edifici, ed è ancora più complessa nel caso di immobili soggetti a tutela, ma la ristrutturazione sostenibile presenta numerosi benefici ambientali rispetto alla demolizione e alla rico-struzione, ad esempio la conservazione dell’energia e dei materiali già presenti. Inoltre la ristruttura-zione e la riqualificazione degli edifici e delle zone storiche contribuiscono a creare nelle comunità lo-

9 Cfr. ECOFYS, “The contribution of mineral wool and other thermal insulation materials to energy savings and climate

protection in Europe” (Il contributo della lana minerale e di altri materiali per isolamento termico al risparmio energetico e alla protezione del clima in Europa), rapporto elaborato per conto dell’ EURIMA (European Insulation Manufacturers Association) nel 2003.

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cali un senso di orgoglio e di consapevolezza del proprio patrimonio. La costruzione sostenibile dei nuovi edifici e delle nuove infrastrutture e la ristrutturazione sostenibile degli edifici esistenti possono portare, entro la metà di questo secolo, ad un sensibile miglioramento delle prestazioni ambientali delle città europee e della qualità della vita dei loro abitanti. Iniziative comunitarie in corso sull’edilizia sostenibile

Numerosi programmi di finanziamento comunitari favoriscono lo sviluppo, la dimostrazione e l’attuazione di attività di gestione del fabbisogno energetico e l’uso delle fonti rinnovabili nei singoli edifici e nei complessi edilizi, o prendono in considerazione altri aspetti dell’edilizia sostenibile. La Commissione ha adottato una proposta di direttiva10 sulla promozione dell’efficienza degli usi fina-li dell’energia e dei servizi energetici, al fine di promuovere una maggiore efficienza energetica e fare in modo che i fornitori dei servizi energetici non si limitino semplicemente a vendere l’energia ma aiu-tino i clienti a migliorare la loro efficienza energetica e a gestire il loro fabbisogno energetico. Nel lungo termine la direttiva dovrebbe modificare radicalmente le modalità di commercializzazione dell’energia, consentendo un notevole risparmio energetico. Altre misure necessarie per assicurare la massima diffusione dell’edilizia sostenibile

Nonostante la disponibilità di tecniche di efficacia ormai sperimentata, la maggior parte degli edifici non è ancora costruita o ristrutturata in modo sostenibile. Il principale ostacolo è la mancanza di inte-resse da parte dei costruttori e degli acquirenti, che erroneamente ritengono che l’edilizia sostenibile sia costosa e guardano con sospetto alle nuove tecnologie, dubitando della loro efficacia e dell’affidabilità a lungo termine. I benefici a lungo termine dell’edilizia sostenibile, quali ad esempio i minori costi di manutenzione e di gestione, la maggiore durabilità ed i prezzi di rivendita più elevati, non sono immediatamente evidenti a breve termine o al momento dell’acquisto iniziale (in media la manutenzione di un edificio lungo tutta la sua vita utile costa fino a 10 volte più del costo di costru-zione). È quindi necessario intervenire per sottolineare questi benefici, in modo tale che gli acquirenti, le banche e gli istituti di credito ipotecario comprendano la differenza tra gli edifici progettati e co-struiti secondo le normali tecniche e quelli progettati e costruiti utilizzando tecniche sostenibili. La direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia ha rappresentato un significativo passo in avanti, ponendo in risalto l’efficienza ambientale a lungo termine. Questo approccio dovrà essere progressi-vamente esteso agli edifici di minori dimensioni, ma soprattutto dovrà essere esteso per comprendere altri elementi fondamentali dal punto di vista ambientale e della sostenibilità, tra cui ad esempio la qualità dell’aria all’interno degli edifici, l’accessibilità, i livelli di rumore, il comfort, la qualità am-bientale dei materiali e i costi del ciclo di vita dell’edificio, nonché la resistenza di quest’ultimo a ri-schi ambientali quali inondazioni, tempeste o terremoti, a seconda dell’ubicazione. Ciò richiederà in primo luogo la messa a punto di una metodologia comune a livello europeo per valu-tare la sostenibilità complessiva degli edifici e delle costruzioni, ivi compresa la determinazione dei costi del ciclo di vita. Tale metodologia dovrà basarsi sulla metodologia attualmente utilizzata per va-lutare il rendimento energetico integrato degli edifici e su altre iniziative esistenti, e dovrà essere svi-luppata in collaborazione con tutti i soggetti interessati. La metodologia dovrà applicarsi non soltanto agli edifici esistenti ma anche ai nuovi progetti edilizi e alle ristrutturazioni importanti, in modo da fa-vorire l’incorporazione di tecniche sostenibili sin dalla fase della progettazione. Le decisioni prese in fase di progettazione determinano infatti i costi del ciclo di vita, il consumo di energia, la qualità dell’aria all’interno degli edifici, e la riciclabilità e il riutilizzo dei rifiuti da demolizione. Progettazione urbana sostenibile

Per “progettazione urbana sostenibile” s’intendono i modelli e il tipo di utilizzazione del territorio in una determinata area urbana. Perché la progettazione urbana sostenibile è una priorità

Le modalità di assetto e utilizzazione del territorio in una zona urbana sono un elemento determinante per definire il carattere di una città, le sue prestazioni ambientali e la qualità della vita dei suoi abitanti. Le decisioni riguardanti l’utilizzazione del territorio devono tutelare l’identità, il patrimonio culturale, l’architettura stradale storica, gli spazi verdi e la biodiversità delle città: decisioni sconsiderate hanno contribuito a creare zone urbane considerate poco gradevoli per vivere e hanno determinato modelli insediativi non sostenibili. La proliferazione urbana è la questione più urgente da affrontare a livello di

10 COM(2003)739.

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progettazione. Le città si stanno espandendo verso le periferie fino alle zone rurali ad una velocità su-periore al tasso di crescita della popolazione (a fronte di un’espansione del 20% negli ultimi 20 anni, nello stesso periodo la popolazione è aumentata solo del 6%). Le zone verdi (terreni agricoli e naturali di valore) sono state sostituite da edifici commerciali e ad uso residenziale a bassa densità. La prolife-razione urbana aumenta la necessità di spostamento e la dipendenza dal trasporto a motore privato, che a sua volta provoca una maggiore congestione del traffico, un più elevato consumo di energia e l’aumento delle emissioni inquinanti. Tutti questi problemi sono più acuti laddove c’è una bassa densi-tà abitativa e le attività quotidiane (domestiche, professionali, acquisti) si svolgono in luoghi diversi: si registra ad esempio un sensibile aumento nell'utilizzo dell'automobile dove la densità di utilizzazione del territorio è inferiore a 50-60 persone per ettaro. In concomitanza con l’espansione delle città verso le periferie, molte di esse presentano vasti appezzamenti di terreno non utilizzato, abbandonato o con-taminato (i cosiddetti brownfield) e moltissime proprietà vuote. Nelle città nelle quali gli abitanti più abbienti abbandonano queste zone meno interessanti e meno prospere può subentrare il fenomeno del-la segregazione sociale. I terreni abbandonati o contaminati e le proprietà abbandonate devono essere riqualificati e restituiti ad un uso produttivo per attenuare le richieste di nuovi insediamenti o sviluppi al di fuori dell'area urba-na. In poche parole, i costi sociali, economici ed ambientali connessi all'abbandono del territorio e del-le proprietà nelle zone urbane sono elevati. L’ubicazione delle infrastrutture è un altro elemento cruciale per l’assetto del territorio. Le città si fan-no concorrenza per attrarre investimenti e offrono incentivi quali siti vergini (o incolti, i cosiddetti greenfield), nei quali i costi per la costruzione di nuovi progetti commerciali sono inferiori. L’ubicazione di centri in cui si concentrano attività lavorative, commerciali e ricreative al di fuori del-le zone urbane - ad esempio attorno agli svincoli autostradali - riduce tuttavia la vitalità economica del centro cittadino come quartiere commerciale, incoraggia l’uso dell’automobile ed esclude i cittadini che non hanno accesso all’auto dai posti di lavoro e dai servizi offerti in quelle località. L’ubicazione degli insediamenti industriali all’interno di una zona urbana pone dunque anche questioni di equità so-ciale se tali insediamenti si trovano principalmente concentrati nei quartieri più poveri. La presenza di spazi verdi in una città influenza fortemente la qualità della vita dei cittadini, perché tali spazi consentono l'esercizio fisico, l'interazione sociale, la possibilità di rilassarsi e di godere di pace e tranquillità. Gli spazi verdi, i parchi e i boschi ben gestiti possono diventare caratteristiche mol-to apprezzate e distintive di una zona urbana: per questo dovrebbero essere protetti e occorre prendere in considerazione la possibilità di creare nuovi spazi verdi e altri spazi pubblici procedendo a riutiliz-zare i terreni abbandonati. Iniziative comunitarie in corso sulla progettazione urbana

La prospettiva europea per lo sviluppo del territorio (European Spatial Development Perspective - ESDP)11 elaborata nel 1999 dal Comitato sullo sviluppo del territorio è stata adottata da tutti gli Stati membri su base volontaria. Il documento definisce obiettivi e linee guida per uno sviluppo del territo-rio equilibrato e sostenibile, nell'ambito del quale un terzo delle 60 soluzioni di indirizzo politico ap-provate affronta il problema di come circoscrivere l'espansione fisica delle città. Sulla scia dell'ESDP, il programma ESPON, la rete europea di osservatori della programmazione territoriale, mette in atto e coordina le attività di ricerca sulla pianificazione del territorio e realizza un quadro di riferimento per la raccolta e l'analisi dei dati territoriali. Varie direttive incidono sull'uso del territorio, in particolare le direttive sulla valutazione d'impatto ambientale (VIA)12 e sulla valutazione ambientale strategica (VAS)13, senza contare la direttiva quadro sulle acque14. L'articolo 12 della direttiva sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose15 (direttiva “Seveso II”) stabilisce che gli Stati membri provvedano affinché nelle rispettive politiche in materia di controllo dell'urbanizzazione, destinazione e utilizza-zione dei suoli e/o in altre politiche pertinenti si tenga conto degli obiettivi di prevenire gli incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze. La partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia di ambiente è un elemento importante delle procedure indicate, come previsto dalla convenzione di

11 ESDP: European Spatial Development Perspective - Towards Balanced and Sustainable Development of the Territory of

the European Union, 1999, ISBN 92-828-7658-6. 12 Direttiva 85/337/CEE, modificata dalla direttiva 97/11/CE. 13 Direttiva 2001/42/CE. 14 Direttiva 2000/60/CE. 15 Direttiva 96/82/CE.

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Aarhus. La proliferazione urbana è una tematica prioritaria per le città europee e in questo contesto è evidentemente vantaggioso destinare i terreni abbandonati, contaminati e in disuso all'interno dei cen-tri cittadini ad altri usi. Alcune città hanno adottato politiche e strategie che sono riuscite a rallentare l'espansione urbana e ad incrementare l’intensità di utilizzo del territorio. Gli Stati membri devono ga-rantire che i sistemi di pianificazione territoriale che adottano raggiungano questi obiettivi. Occorre pertanto approvare incentivi a favore della progettazione urbana sostenibile; le strategie e le politiche per le aree urbane devono inoltre essere collegate alle strategie nazionali e regionali, per garantire così la coerenza fra i vari strumenti ed evitare che le iniziative locali risultino compromesse. LA CONFERENZA DI PIANIFICAZIONE - ARTICOLO 13 DELLA LEGGE URBANISTICA REGIONALE PROPOSTA METODOLOGICA Regole di svolgimento e partecipazione alla conferenza

Alla Conferenza di Pianificazione, presieduta dal Comune, parteciperanno un rappresentante della Re-gione, un rappresentante della Provincia ed un unico rappresentante, opportunamente delegato, per ciascuno degli Enti e/o organizzazioni invitati. È necessario depositare una copia della delega al momento della registrazione dei partecipanti ai lavori della Conferenza o in sede di presentazione delle osservazioni. Le osservazioni e le indicazioni di modifica alla “Proposta di PS” dovranno essere consegnate su sup-porto cartaceo ed informatico alla segreteria della Conferenza. Le suddette osservazioni e indicazioni di modifica dovranno essere ratificate, entro 20 giorni dalla conclusione della Conferenza e, pertanto dai rispettivi Consigli e/o organi collegiali competenti. De-corso tale termine le proposte di variazione non saranno accolte. I suddetti atti di ratifica dovranno pervenire al Comune, che avrà il compito di coordinare ed integrare le risultanze della Conferenza. Il documento di sintesi delle osservazioni elaborato dal Comune, a cui dovranno essere allegate tutte le osservazioni e proposte formulate dai partecipanti alla Conferenza, dovrà essere approvato dal Consi-glio Comunale entro 45 giorni dalla conclusione della Conferenza di Pianificazione. Nell’ambito della Conferenza di Pianificazione potranno essere presentate, sulla base dello studio “Verso la Carta dei Paesaggi” (fornito dalle strutture comunali competenti), anche eventuali proposte in merito alla stesura delle “Linee Guida per la individuazione, tutela e valorizzazione dei paesaggi” è consultabile presso il Servizio Pianificazione Territoriale del Comune. Il testo integrale della proposta di PS con relativi allegati, unitamente alle deliberazioni di Giunta Comunale potrà essere scaricato dal sito web del Comune. Dal sito istituzionale del Comune in area tematica costruita ad hoc dovrà essere scaricabile l’intera documentazione sul PS, integrata con la Presentazione da fare in sede di Conferen-za, con la Carta paesaggistica e con la Proposta di presentazione. Format per la presentazione delle osservazioni e delle indicazioni di modifica alla proposta di PS

Per ognuno dei Quadri Territoriali sarà opportuno distinguere tra osservazioni di carattere generale ed osservazioni puntuali, mettendo in evidenza “aspetti problematici”, “proposte di modifica” ed “ipotesi di emendamento”, seguendo lo schema sotto-riportato: QUADRO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO: ___________________________________________ OSSERVAZIONI DI CARATTERE GENERALE: ____________________________________________ OSSERVAZIONI PUNTUALI: Con riferimento alla parte di PS reso pubblico dal Comune. Aspetti problematici

________________________________________________________________________________ Proposte di modifica

________________________________________________________________________________ Ipotesi di emendamento

________________________________________________________________________________ Parte del PS come reso pubblico

_______________________________________ Parte emendata

_______________________________________ Per gli emendamenti relativi allo studio dei Sistemi Territoriali di Sviluppo, è necessario fornire ulte-riori precisazioni. La proposta di PS propone una perimetrazione del territorio di riferimento classificato in base a diver-

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se dominanti territoriali (in relazione alle caratteristiche ed alle vocazioni dei territori: naturalistica, rurale-culturale, rurale-manifatturiera, urbana, turistica) e, infine, definisce per ciascuno STS una ma-trice degli indirizzi strategici. Perimetrazione, dominanti territoriali e matrice degli indirizzi strategici rappresentano proposte aperte alla discussione, al contributo di approfondimento e precisazione, che verrà sviluppato nel confronto con le realtà locali nell’ambito della Conferenza di Pianificazione: è per questo utile fornire una griglia affinché ogni ente/organizzazione possa più agevolmente sviluppare una verifica di coerenza tra le vo-cazioni e le esigenze del proprio territorio di riferimento e quanto proposto con il PS.

Soggetto / organizzazione proponente:

_________________________________________________________________________________

ricompreso nel sistema territoriali di sviluppo (STS) denominato:

_________________________________________________________________________________

si condivide la perimetrazione

proposta dal PS?

si no Se “no” motivare il perché e la soluzione che si propone.

si condivide la dominante terri-

toriale individuata dal PS?

si

no

Se “no” motivare il perché e la soluzione che si propone.

si condivide il peso attributo a

ciascuno indirizzo strategico

nella proposta di PS?

si

no

Se “no” motivare il perché e la soluzione che si propone.

I Sistemi Territoriali di Sviluppo

In relazione al tema dei STS, la Conferenza di pianificazione è chiamata ad elaborare proposte ed os-servazioni con riferimento prioritario a tre aspetti problematici emergenti: 1. la perimetrazione degli ambiti territoriali; 2. la scelta della dominante; 3. la matrice degli indirizzi strategici. La perimetrazione degli ambiti territoriali

La perimetrazione contenuta nella Proposta di PS è stata definita sulla base di una pluralità di piani, programmi, progetti complessi ed identità amministrative interessanti il territorio comunale. I STS individuati nel territorio del Comune

�� SSIISSTTEEMMII AA DDOOMMIINNAANNTTEE NNAATTUURRAALLIISSTTIICCAA �� SSIISSTTEEMMII AA DDOOMMIINNAANNTTEE AAGGRRIICCOOLLAA EE RRUURRAALLEE �� SSIISSTTEEMMII UURRBBAANNII La scelta della dominante

I STS sono stati classificati in funzione delle diverse “dominanti”, che identificano la prevalente voca-zione del territorio. I soggetti partecipanti alla Conferenza possono proporre motivate modifiche alla classificazione degli STS nell’ambito della suddetta griglia. La matrice degli indirizzi strategici

Gli indirizzi strategici

Le caratteristiche di ogni STS sono precisate all’interno di una matrice di “indirizzi strategici”, così individuati: � 1 Indirizzo strategico Interconnessione (accessibilità attuale - programmi)

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� 2 Indirizzo strategico Difesa della biodiversità � 3 Indirizzo strategico Valorizzazione Territori marginali � 4 Indirizzo strategico Valorizzazione Patrimonio culturale e paesaggio � 5 Indirizzo strategico Recupero aree dismesse � 6 Indirizzo strategico Difesa dal Rischio idrogeologico � 7 Indirizzo strategico Difesa dal Rischio sismico � 8 Indirizzo strategico Difesa dal Rischio rifiuti � 9 Indirizzo strategico Difesa dal Rischio attività estrattive � 10 Indirizzo strategico Riqualificazione e messa a norma delle città � 11 Indirizzo strategico Attività produttive per lo sviluppo locale � 12 Indirizzo strategico _________________________________ � 13 Indirizzo strategico _________________________________ � 14 Indirizzo strategico _________________________________ � 15 Indirizzo strategico _________________________________ � 16 Indirizzo strategico _________________________________ � 17 Indirizzo strategico _________________________________ � 18 Indirizzo strategico _________________________________ A cosa serve la matrice e come va letta

La matrice fornisce una prima, sommaria valutazione dell’incidenza dei diversi indirizzi e dei loro ef-fetti sul territorio. Essa è, tuttavia, una proposta aperta alla discussione, al contributo di approfondimento e precisazione, da svilupparsi da subito nell’ambito della Conferenza di pianificazione. L’utilità della matrice è prevalentemente di carattere metodologico: - costringe, come in tutte le costruzioni di strategia, ad essere selettivi ed a valutare peso ed impor-

tanza relativa delle diverse azioni; - segnala problemi di integrazione di politiche territoriali e settoriali. La lettura per righe delle strategie presenti in ciascun STS postula l’approfondimento delle loro reci-proche influenze. La lettura per colonne evidenzia il modo in cui un indirizzo strategico incrocia i diversi STS ed il peso relativo (valore attribuito) che quell’indirizzo assume in un determinato STS.

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I valori attribuiti agli indirizzi strategici

In termini generali, i valori attribuiti corrispondono al massimo a 5 categorie (elevato, forte, medio, basso, nullo). 1 punto ai STS per cui vi è scarsa rilevanza dell’indirizzo.

2 punti ai STS per cui l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di miglioramento

ambientale e paesaggistico.

3 punti ai STS per cui l’ indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare.

4 punti ai STS per cui l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare.

? Aree su cui non è stato effettuato alcun censimento.

SISTEMI TERRITORIALI

DI SVILUPPO

INDIRIZZI STRATEGICI

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 DOMINANTI

A B C D E F La conferenza di pianificazione ha la finalità di procedere all’esame congiunto del documento preli-minare, per esprimere valutazioni preliminari in merito agli obiettivi ed alle scelte di pianificazione prospettati, nonché per costruire un quadro conoscitivo del territorio e dei conseguenti limiti e condi-zioni per il suo sviluppo sostenibile. La conferenza di pianificazione potrà apportare le opportune mo-difiche ed integrazioni al documento preliminare. Le conclusioni finali della conferenza di pianificazione e i relativi verbali dovranno: - precisare e formalizzare se sia stato possibile, attraverso la valutazione contestuale e coordinata di

tutti gli interessi pubblici coinvolti, raggiungere determinazioni concordate e decisioni convergenti sul contenuto del documento preliminare eventualmente integrato ed emendato;

- contenere espressamente gli assensi o i dissensi manifestati e relativamente a quali parti del docu-mento e se tali dissensi siano stati superati;

- contenere eventuali recepimenti di osservazioni o riserve ed ogni ulteriore elemento utile al prose-guimento del procedimento di approvazione del PS.

Dalle determinazioni finali dovrà inoltre desumersi se sussistano i presupposti per la conclusione dell'accordo di pianificazione di cui all'articolo 13 della Legge Urbanistica Regionale. Alla conferenza di pianificazione partecipano gli enti territoriali e le amministrazioni individuate dall’articolo 13 della Legge Urbanistica Regionale e intervengono inoltre le amministrazioni compe-tenti al rilascio di pareri, intese e atti di assenso. In sede di conferenza di pianificazione si provvederà a realizzare la concertazione con le associazioni economiche e sociali, chiamandole a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategi-che individuati dal documento preliminare acquisendone le valutazioni e le proposte. Ogni amministrazione convocata partecipa alla conferenza con un unico rappresentante, legittimato dagli organi istituzionalmente competenti ad esprimere definitivamente ed in modo vincolante le valu-tazioni e la volontà dell’ente.

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Detto rappresentante potrà delegare le proprie funzioni ad altra persona e potrà farsi affiancare e ac-compagnare durante i lavori della conferenza da altri soggetti. I partecipanti interverranno alla confe-renza muniti di apposito atto/attestazione dell’ente di appartenenza attestante la propria legittimazione a partecipare nonché dell’eventuale provvedimento di delega. Nel corso della prima seduta la conferenza di pianificazione stabilità il proprio programma di lavoro e la data di conclusione dei lavori. Le funzioni di presidenza della conferenza saranno svolte dal Sindaco o in caso di impedimento dal Vicesindaco o dal responsabile dell’Ufficio Urbanistica del Comune. Copia dei verbali contenenti la determinazione di conclusione del procedimento della conferenza di pianificazione saranno inviati agli enti ed amministrazioni convocate. Si considererà acquisito l’assenso dell’amministrazione il cui rappresentante non abbia espresso defi-nitivamente la volontà dell’amministrazione rappresentata e non abbia notificato all’amministrazione procedente, entro il termine di 30 (trenta) giorni dalla data di ricezione delle determinazioni sopracita-te, il proprio motivato dissenso, ovvero nello stesso termine non abbia impugnato la determinazione conclusiva della conferenza. Copia del provvedimento di indizione, unitamente alla convocazione contenente ubicazione luogo data e ora della prima conferenza di pianificazione sarà inviata a tutti i soggetti invitati. L’avviso della con-vocazione sarà inoltre pubblicato all’albo Pretorio del Comune. Il documento preliminare e relativi allegati verranno inoltre depositati presso l’Ufficio Tecnico del Comune. L’Amministrazione procedente assicurerà la pubblicità degli esiti della concertazione istituzionale e di quella con le associazioni economiche e sociali. La Conferenza di Pianificazione

La Conferenza di pianificazione rappresenta una fase necessaria del processo di elaborazione del PS ed ha l’obiettivo principale di realizzare l’integrazione delle diverse competenze degli enti partecipanti per gli aspetti conoscitivi e valutativi. La conferenza esprime valutazioni preliminari, di natura istruttoria, sugli obiettivi generali e sulle scel-te strategiche di piano e sulla individuazione di massima dei limiti e condizioni per lo sviluppo soste-nibile del territorio, riportate in un documento preliminare ed in uno schema di assetto territoriale. La conferenza consente inoltre un confronto con le associazioni economiche e sociali. Più analiticamente la conferenza di pianificazione è chiamata: - a verificare la completezza del quadro conoscitivo del territorio e ad esaminarlo al fine di accertare

la condivisione, da parte delle Amministrazioni partecipanti, dello stato del territorio, dei suoi pro-cessi evolutivi e dei limiti e delle condizioni alla sua trasformazione necessari per assicurare lo svi-luppo sostenibile;

- a raccogliere ed integrare le valutazioni dei soggetti partecipanti in merito agli obiettivi generali ed alle scelte strategiche presentate nel documento preliminare;

- a pronunciarsi sugli esiti della valutazione preventiva di sostenibilità ambientale e territoriale delle previsioni del documento preliminare.

Poiché l’Amministrazione procedente deve comunque considerare le osservazioni, le proposte e le va-lutazioni degli enti ed associazioni partecipanti alla conferenza, è necessario che tali contributi, da ri-portare in apposito verbale, siano adeguatamente documentati, motivati e articolati esplicitando le e-ventuali prescrizioni o le condizioni cui viene subordinata la valutazione positiva. La concertazione istituzionale è dunque una scelta strategica come la strada necessaria per giungere alla formazione del PS e che passa attraverso la conferenza di pianificazione. La fase concertativa del-la conferenza deve mettere i soggetti partecipanti in condizione di potersi esprimere nel merito dei do-cumenti di pianificazione. La conferenza è il passaggio procedimentale in cui tutti i soggetti parteci-panti sono chiamati a dare un contributo conoscitivo e valutativo sui contenuti di tre specifici docu-menti di pianificazione elaborati dall’Amministrazione procedente: il quadro conoscitivo del territorio, il documento preliminare, la relazione sulla VAS e sulla valutazione di sostenibilità. Il quadro conoscitivo comprende, in particolare, l’aspetto descrittivo dei territori interessati e la sua completezza ed adeguatezza si misura in rapporto alla definizione di scenari di riferimento che siano la sintesi ricognitiva dell’effettivo stato del territorio e del sistema della pianificazione e permettano la definizione degli obiettivi e delle scelte del piano e della procedura di VAS ovvero di valutazione di sostenibilità.

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La conferenza ha la precisa finalità di promuovere la condivisione dell’analisi delle potenzialità d’uso e delle criticità e vulnerabilità del territorio e dei sistemi socio economici, ambientali, paesistici, inse-diativi ed infrastrutturali, nonché dei conseguenti fabbisogni di tutela e sviluppo delle risorse naturali e antropiche. Il quadro conoscitivo da condividere in sede di conferenza di pianificazione individua la specifica parte del territorio a cui fa riferimento il documento preliminare per dichiarare gli obiettivi da perseguire e attivare le politiche e le azioni di PS. Le scelte di pianificazione indicate nel documento preliminare hanno la finalità di concorrere ad eli-minare le criticità pregresse e collateralmente quella di soddisfare i nuovi fabbisogni in coerenza con la sintesi descrittiva esposta nel quadro conoscitivo. Il documento preliminare definisce quindi gli “scenari obiettivo”, generali ed articolati, che si vogliono perseguire con il PS, stabilendo le conse-guenti politiche e azioni, di valenza strategica e strutturale di competenza della pianificazione, che si intendono promuovere per attuare quegli stessi “scenari obiettivo”. Le relazioni sulla VAS e sulla valutazione di sostenibilità esplicitano la coerenza tra le scelte di piani-ficazione del documento preliminare con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, nonché gli eventuali ef-fetti negativi sull’ambiente derivanti dalla loro attuazione e collateralmente le mitigazioni idonee a impedirli, ridurli o compensarli.

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LLAA VVEERRIIFFIICCAA DDII CCOOEERREENNZZAA EE CCOOMMPPAATTIIBBIILLIITTÀÀ AAMMBBIIEENNTTAALLEE DDEELL PPSS Elementi di conoscenza per le verifiche di coerenza e compatibilità del PS

Tematismo Obiettivi strategici definiti dalle Linee Guida

Azioni progettuali o normative del PS

Equipe di progettazione Multidisciplinarietà

Documentazione del Piano

Elaborati di base

Elaborati di sintesi

Relazione generale

Relazione geologica

Relazione agro-pedologica

Tavole di progetto

Piano del verde

Piano dei parcheggi

Sistema relazionale

Rete stradale: nuovi tracciati

Riuso della rete stradale esistente

Rispetto delle aree golenali

Rispetto dell’assetto idro-geo-morfologico

Rispetto della distanza dagli insediamenti esistenti o previsti al fine di garantire

la salvaguardia dall’impatto acustico

Previsione di almeno 60 mt. di fascia inedificabile con divieto di apertura di

nuovi accessi lungo le eventuali circonvallazioni

Rete stradale: tracciati esistenti Previsione all’interno dei tessuti urbanizzati di una sistemazione delle reti stra-

dali di tipo gerarchizzato con parcheggi a raso, laterali alla viabilità seconda-

ria

Previsione di sistemazione viaria nei tessuti residenziali atta a favorire il traffi-

co pedonale rispetto a quello automobilistico

Sistema naturalistico ambien-

tale ed agroforestale

Tutela delle aree, secondo la normativa regionale e nazionale, appartenenti al

sistema naturalistico tipologicamente definite dalle Linee Guida, in caso di e-

spansione urbana

Tutela della rete ecologica

Misure per il ripristino della continuità della rete

Verifica degli standard ambientali

Territorio agroforestale Tutela dei suoli ad alta capacità produttiva mediante le azioni previste dalle

Linee Guida

Contrasto del fenomeno della marginalità e dell’abbandono delle aree rurali

mediante le azioni previste dalle Linee Guida

Valorizzazione delle aree agricole marginali o intercluse nelle aree urbano me-

diante le azioni previste dalle Linee Guida

Sistema insediativo

Risparmio del consumo di suolo

Previsioni di occupazione di aree interstiziali

Previsioni di incremento della capacità edificatoria dei tessuti esistenti

Previsioni di operazioni di ristrutturazione urbanistica

Previsioni di interventi di sostituzione nei limiti previsti dalle Linee Guida

Assenza di aree di espansione

Previsioni di incentivi economico- fiscali per il recupero

Salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico- culturale

Previsioni di recupero del patrimonio edilizio esistente di valore storico- cultu-

rale

Previsioni di una specifica normativa, dedotta dallo studio storico- morfologico

dei tessuti edilizi di base, di indirizzo sia per le aree di completamento che per

le eventuali nuove espansioni

Esistenza di una normativa tratta dal “Piano del Colore“ e dal “Piano del

Verde”

Miglioramento della qualità ambientale e della salubrità degli insediamenti

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Tematismo Obiettivi strategici definiti dalle Linee Guida

Azioni progettuali o normative del PS

Sottosistema residenziale

Rispetto nella scelta localizzativa dei fattori escludenti:

Aree con pendenze superiori al 70%

Aree protette o di valore elevato del sistema naturale

Aree con pericolosità idrogeologiche preclusive

Aree boscate

Suoli ad eccellente e buona produttività

Aree colturali di valore paesistico

Previsione di una normativa specifica per la salvaguardia dell’identità cultura-

le del tipo estrinseco (paesaggistico) e del tipo intrinseco (coerenza dei lin-

guaggi architettonici)

Rispetto della previsione di indici edificatori

Rispetto del limite di altezza di tre piani nei centri minori

Esistenza di una normativa per la valutazione dell’impatto visuale per gli edifi-

ci di altezza superiore a tre piani

Sottosistema turistico

Esistenza di una normativa specifica per il recupero e la valorizzazione

dell’architettura rurale di valore storico- documentario

Individuazione del patrimonio storico- documentazione ai fini turistici

Sottosistema produttivo e com-

merciale

Previsioni di piani di dettaglio per la realizzazione dell’edilizia produttiva

Previsione di normativa che favorisca i processi di rilocalizzazione nelle aree

industriali

Previsione di una viabilità specifica di servizio che non interferisca negativa-

mente con la viabilità ordinaria

Compatibilità con la situazione idrogeologica e sismica del territorio

Compatibilità con la capacità portante di tutti i sistemi a rete esistenti o in pre-

visione

Standard urbanistici

Rispetto delle caratteristiche quantitative

Rispetto delle caratteristiche qualitative localizzative

Rispetto delle caratteristiche qualitative prestazionali

Standard ambientali

Pianificazione paesistica

Prevenzione dei rischi

Controllo dell’equilibrio della bio-potenzialità territoriale

Previsione di standard ambientali

Previsione di progettazione attuativa per la tutela attiva delle aree appartenenti

al sistema naturalistico da utilizzare quali standard ambientali

Identificazione degli areali del rischio sismico

Identificazione del rischio sismico locale

Studio della vulnerabilità edilizia

Identificazione della pericolosità idrogeologica

Esistenza di una normativa per la tutela delle geo-risorse e dei geositi

OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNEE DDEELL LLAAVVOORROO EE DDEELLLLEE RRIISSOORRSSEE MMAATTEERRIIAALLII EE PPRROOFFEESSSSIIOONNAALLII CCHHEE SSAA--

RRAANNNNOO IIMMPPEEGGNNAATTEE NNEELLLLOO SSVVOOLLGGIIMMEENNTTOO DDEEII SSEERRVVIIZZII L’organizzazione

La relazione illustra la proposta operativa per l’organizzazione e la gestione dei servizi fina-lizzati all’elaborazione di un PS. Tale scelta, relativa all’organizzazione del lavoro, indicata anche dall’attuale normativa re-gionale, comporta che le procedure di tipo informatico siano integrate all’elaborazione del Pi-ano Strutturale stesso. La proposta avanzata si basa sulla volontà di usufruire dei vantaggi del sistema informativo anche nella parte gestionale del Piano; quanto affermato al fin di poter raggiungere elevati li-velli qualitativi dell’operazione e della riduzione dei tempi di elaborazione. Elaborare un Piano Strutturale avvalendosi degli attuali sistemi informativi geografici (azione combinata di software di tipo Gis e Cad) significa modificare sostanzialmente, dal punto di vista operativo (ma in ultima istanza anche concettuale), non soltanto le metodologie di inda-gine, ricerca ed analisi sul territorio, ma anche quelle d’impostazione complessiva delle pro-cedure di elaborazione e sviluppo del progetto di Piano. Questa necessità comporta una orga-

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nizzazione della struttura operativa ed un coinvolgimento completo e costante della compo-nente informatica che non può risultare solo componente esterna. Vi è inoltre l’aspetto legato ai tempi di elaborazione del processo di pianificazione che com-porta, di conseguenza, ricadute di ordine economico. L’utilizzo di tecniche informatiche in-novative comporta una sostanziale riduzione dei tempi di elaborazione, in particolare della fa-se di analisi e di quella cosiddetta propositiva del Piano, solo nel caso in cui esse siano inte-grate e poste alla base del processo di costruzione ed elaborazione del Piano. Questa impostazione del problema ha portato come prima conseguenza la necessità di struttu-rare un nucleo operativo esterno (NOE - il Gruppo di progettazione del PS) in grado di utiliz-zare tutti gli strumenti informatici indispensabili e che, nello stesso tempo, possedesse le ne-cessarie conoscenze in campo urbanistico per fornire supporto alle operazioni di indagine, di ricerca, di studio e, in ultimo, di elaborazione del progetto di Piano. Nell’elaborazione informatizzata del Piano la fase iniziale assume un ruolo fondamentale e strategico per la sua gestione: si auspica che la stessa venga pertanto delineata in stretta colla-borazione con l’Amministrazione Comunale e con chi per essa dovrà coordinare il nucleo o-perativo interno (NOI - Strutture tecniche e amministrative del Comune) sì da garantire la ba-silare rispondenza e armonia tra l’insieme delle attrezzature e le metodologie di lavoro comu-ni tra NOE e NOI che si andranno ad adottare. La proposta di organizzazione del lavoro tiene conto dell’attuale coordinamento dell’organico che opera nelle Strutture dell’Amministrazione Comunale, secondo lo schema operativo e la metodologia di lavoro di seguito illustrate: � Organizzazione e allestimento dell’Ufficio di Piano con definizione delle attrezzature

hardware e software necessarie; � Formazione del personale individuato dall’Amministrazione Comunale finalizzata alla ge-

stione degli elementi base del sistema computazionale, dei sistemi di disegno digitale (si-stemi CAD) nonché alla capacità di utilizzo e manipolazione di banche dati di tipo alfanu-merico da relazionare alle cartografie digitali disponibili (eventuali sistemi GIS);

� Organizzazione della struttura dei dati attraverso i quali sarà gestito il Piano Strutturale in-formatizzato.

Valutazione dei tempi di espletamento del presente programma: da 30 a 60 giorni dalla data di affidamento dell’incarico. Detta operazione di coordinamento sarà effettuata in strettissima relazione con i competenti Uffici Tecnici del Comune e con tutti i diversi settori dell’Amministrazione coinvolti nel pro-cesso di formazione dello Strumento Urbanistico. Quello che chiameremo d’ora in poi Gruppo di coordinamento del processo informatico as-sieme: � al Responsabile ed agli Operatori dell’Ufficio di Piano; � all’insieme delle Consulenze Specialistiche esterne che l’Amministrazione utilizzerà per la

redazione del Piano; � all’insieme del gruppo formato dai Progettisti del Piano Strutturale da Consulenti esterni e

dal Dirigente del Settore Urbanistica quali coordinatori dell’Ufficio di Piano; � all’Assessore all’Urbanistica quale componente dell’Amministrazione Comunale; completerà l’equipe tecnico-operativa di elaborazione del Piano Strutturale e del Regolamento Edilizio Urbanistico, il tutto come di seguito schematizzato. Nel dettaglio si descrivono i compiti assegnati alle varie figure di cui sopra: Operatori dell’Ufficio di Piano

Formato da architetti, ingegneri, pianificatori con il compito di: � svolgere tutte le ricerche previste dal programma di lavoro (ad esclusione di quelle specia-

listiche nell’eventualità che siano affidate a consulenti esterni); � elaborare tutte le tavole del Piano, sia quelle di analisi che di progetto, in formato digitale e

secondo le specifiche stabilite dal responsabile dell’informatizzazione. Responsabile del gruppo di operatori

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Un responsabile dell’area tecnica dell’Amministrazione (urbanistica), con il compito di coa-diuvare il lavoro del gruppo di operatori sella base del programma operativo elaborato assie-me ai progettisti responsabili del Piano. Ha inoltre il compito di effettuare il raccordo tra le operazioni che si svolgeranno tra l’Ufficio di Piano e gli altri Uffici e Settori. Gruppo di Progettazione del Piano

Gruppo di progettazione formato dai progettisti e dal dirigente del settore urbanistica. Il grup-po ha la responsabilità generale del Piano ed il compito di: � elaborare la strategia operativa del Piano e le linee guida per l’elaborazione dello stesso; � confrontare le strategie di scelta con l’Amministrazione Comunale e verificarne l’assenso; � verificare il lavoro dell’Ufficio durante tutta la fase di elaborazione del Piano e la definiti-

va stesura del Piano Strutturale e del Regolamento Edilizio Urbanistico. In sintesi i responsabili dell’Ufficio di Piano impostano e verificano la stesura: � del programma operativo; � delle attività di ricerca; � dell’attività generale di progettazione del Piano; � degli eventuali progetti e studi specifici; � della struttura normativa del Piano. Gruppo di coordinamento progetto informatico

Formato dai progettisti con il compito di impostare il sistema informativo del Piano Struttura-le e di dirigere le operazioni di informatizzazione all’interno dell’Ufficio di Piano. Gruppo di Coordinamento

Formato dal Dirigente del Settore Urbanistica e dai progettisti del Piano, riunisce nella forma più allargata le seguenti figure: � Dirigente del Settore Urbanistica; � Progettisti del Piano; � Consulenti esterni; � Responsabile del gruppo di operatori; � Responsabile del sistema informativo. Particolare attenzione riveste la redazione degli elaborati riferiti al sistema ambientale alcuni dei quali anche quale obbligatorio adempimento di legge. Più precisamente l’Ufficio di Piano verrà coinvolto nella redazione dei seguenti strumenti: � analisi del rischio geologico; � analisi del rischio idraulico; � analisi del sistema della mobilità; � analisi del sistema paesaggistico-ambientale; � analisi socioeconomiche.

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SCHEMA ORGANIZZATIVO

PROGETTAZIONE DEL PIANO ⇒⇒⇒⇒ PROGETTISTI

Operatori Ufficio di Piano ⇒⇒⇒⇒ Architetti, ingegneri, pianificatori

Rischio Geologico ⇒⇒⇒⇒ Geologo

Rischio Idraulico ⇒⇒⇒⇒ Ingegnere/…

Sistema della Mobilità ⇒⇒⇒⇒ Specialisti

Sistema Paesaggio e Ambiente ⇒⇒⇒⇒ Specialisti

Progetto Informatico ⇒⇒⇒⇒ Specialisti

Analisi Socioeconomiche ⇒⇒⇒⇒ Specialisti

INFORMATIZZAZIONE DEL PIANO STRUTTURALE - SINTESI DELLE FASI OPERATIVE FASE 1

⇒⇒⇒⇒ ⇒⇒⇒⇒ ⇒⇒⇒⇒

FASE 2

⇒⇒⇒⇒ ⇒⇒⇒⇒ ⇒⇒⇒⇒

FASE 3

Organizzazione e alle-stimento dell’Ufficio di Piano. Definizione delle at-trezzature hardware e software necessarie.

Formazione del perso-nale individuato dalla Amministrazione Co-munale. Capacità di gestione software CAD e GIS.

Organizzazione della struttura dati attraverso i quali sarà gestito il Pi-ano Strutturale infor-matizzato. Redazione dei temi co-stituenti il PS.

DIAGRAMMA ORGANIZZAZIONE UFFICIO DI PIANO

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DESCRIZIONE DELLE FASI DEL PIANO OPERATIVO DI LAVORO Organizzazione e allestimento dell’Ufficio di Piano con definizione delle attrezzature

hardware e software necessarie

Organizzazione logistica delle postazioni di lavoro del personale, del materiale hardware e delle attrezzature per l’editing grafico. Definizione in dettaglio del materiale hardware e scelta dei sistemi software che saranno utilizzati nell’iter di realizzazione del PS. Fasi di Organizzazione delle metodologie di lavoro e formazione del personale individuato

dall’Amministrazione Comunale

Si descrivono di seguito nel dettaglio le tre fasi di cui sopra previste per la formazione del personale e organizzazione delle metodologie operative: Fase I L’organizzazione del lavoro unita alla formazione professionale verranno attuate in modo

graduale e progressivo mediante applicazione delle nozioni teoriche a metodologie operati-ve di lavoro. Tale fase operativa prevedrà quindi l’applicazione dei sistemi informativi ai temi territoriali, il tutto relativamente alle strategie e fasi operative coordinate ed in modo da tale raggiungere da subito una proficua capacità di gestione. In tale prima fase verranno esposti gli elementi fondamentali dei sistemi GIS e dei sistemi di disegno digitale tipo CAD; si tratterà quindi di affrontare argomenti quali l’interfaccia grafica, l’uso delle viste, il caricamento dei dati, la visualizzazione e l’interrogazione elementare dei database asso-ciati. In questo stessa fase si inizierà ad operare con il disegno vettoriale, l’organizzazione dei layer, il caricamento di immagini georeferenziate, l’importazione ed esportazione di file vettoriali georeferenziati in sistemi di coordinate note. Per l’intera fase I si prevede l’impiego del gruppo di coordinamento del progetto informati-

co per una durata di 40 ore. Fase II In una seconda fase verrà analizzato il progetto finalizzato all’associazione di documenti,

associazione che è in grado di condurre a elaborazioni molteplici e indipendenti. Verranno realizzate in questo nuove viste e verranno introdotti nuovi temi, potranno essere effettuate interrogazioni e riproduzioni delle banche dati geografiche e verranno creati layuot di stam-pa per i formati grafici di uscita più comuni. Per l’intera fase II si prevede l’impiego del gruppo di coordinamento del progetto informa-

tico per una durata di 40 ore. Fase III Al termine delle due precedenti fasi di formazione, ossia una volta acquisita la sufficiente

capacità di autonomia nell’utilizzo dei programmi di tipo CAD e GIS, verrà dato inizio alla fase di digitalizzazione dei temi che andranno a costituire il Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale. In questa fase gli operatori verranno seguiti, all’interno dell’Ufficio di Piano, nella scelta delle procedure di digitalizzazione e nell’archiviazione dei dati in banche struttu-rate secondo le più comuni codifiche. Durante la fase di digitalizzazione verrà acquisita, se-condo le estensioni più comuni, tutta la cartografia messa a disposizione dell’Ufficio. Tale cartografia sarà quindi georeferenziata nelle scale necessarie per l’elaborazione del PS e quindi digitalizzata con strumenti di tipo CAD; tali strumenti permetteranno l’esportazione dei file verso gli strumenti GIS di tipo più comune. Al termine della fase di digitalizzazione verranno realizzati i layout di stampa secondo le modalità grafiche richieste dalla normativa regionale vigente in materia di pianificazione urbanistica. In questa fase verranno strutturate le banche dati del Piano Strutturale e verranno estratti i temi dai quali si potrà avviare il quadro conoscitivo. Per l’intera fase III e l’assistenza continua per tutta la durata complessiva della redazione del Piano Strutturale si prevede l’impiego del gruppo di coordinamento del progetto informati-

co per un complessivo a forfait pari a 80 ore. Alle tre precedenti fasi operative, in sede finale ne dovrà essere prevista una ulteriore: Fase IV Associazione di documenti di tipo word a singoli tematismi del Piano Strutturale tramite

collegamenti, link, fra le classi di zoning ed i relativi articoli. Collegamento tra le schede e il relativo edificato. Per l’ulteriore fase IV si prevede l’impiego del gruppo di coordinamento del progetto in-

formatico per un complessivo a forfait pari a 20 ore.

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IINNDDIICCAAZZIIOONNII MMEETTOODDOOLLOOGGIICCHHEE Il Piano Strutturale ha l’obbligo di promuovere congiuntamente sia un sistema pianificatorio organico che sollecitare le forze politiche di maggioranza e di opposizione verso forme di col-laborazione destinate a definire un assetto del territorio che vada oltre le divisioni o lottizza-zioni partitiche. Potrebbe essere un’occasione senza precedenti, soprattutto per le valenze tec-nico-scientifiche che esse possano assumere, se si individuasse una metodologia di pianifica-zione che, nel rispetto della legge e dei vari approfondimenti possibili, fosse capace di costi-tuirsi come un contributo evolutivo al processo pianificatorio che auspica la legge stessa riu-scendo a stabilire un maggior rapporto collaborativo e partecipativo fra gli attori pubblici, fra questi e gli attori privati, e soprattutto fra dimensione pubblica e collettività. Il Piano Urbanistico costituisce un evento importante per la storia della città e dell’urbanistica in un periodo segnato da trasformazioni importanti e da una nuova Legge Urbanistica Regio-nale (L.R. n. 19 del 2002 e ss.mm.ii.) che ha cambiato radicalmente il quadro di riferimento istituzionale; il PS è lo strumento di indirizzo e la regia per lo sviluppo del territorio: indivi-dua una prospettiva per la città (visione e missione), delinea le strategie e gli obiettivi perti-nenti (proposizioni guida), traduce quest’ultimi in precisi progetti articolati fra di loro (forma

del piano). Compito del PS è quello di garantire alla Città di domani in’ottica sostenibile una maggiore qualità diffusa (missione), promuovendo innanzitutto un processo di maturazione delle parti di territorio che oggi necessitano di consolidamento e riqualificazione, di maggiori servizi o nuove attrezzature collettive, di una rete idraulica funzionante così come reti di collegamenti efficienti. Si dovrà indispensabilmente partire dall’individuazione di stati generali (ovvero la situazione pianificatoria in essere) per fissare il punto di partenza. L’intero percorso di elaborazione del PS sarà caratterizzato da opportunità di confronto, oltre che dalla collaborazione con gli altri livelli amministrativi e i comuni confinanti (incontri bi-laterali e conferenza di pianificazione), anche dall'ascolto delle organizzazioni economiche e sociali (incontri e tavoli tematici), dal dialogo con gli operatori privati, dalla consultazione delle associazioni per la tutela di interessi diffusi e dalla partecipazione dei singoli cittadini (assemblee e gruppi di lavoro). La partecipazione non può esaurirsi in uno sterile confronto Comune/Provincia/Regione, ma deve essere allargata alle forze imprenditrici, sociali e profes-sionali per favorire il maggiore consenso e rapporti collaborativi. Il gruppo di progettazione provvederà ad evitare ogni tipo di confronto asettico. L’ipotesi per un Piano di Assetto del Territorio Comunale nasce da un dibattito ampio, favori-to dalla presenza di più scenari progettuali capaci di ottenere dimensioni sostenibili dal punto di vista urbanistico, ambientale e paesaggistico. PPRREESSEENNTTAAZZIIOONNEE EE DDEELL GGRRUUPPPPOO DDII LLAAVVOORROO Il Gruppo di lavoro, non si configura assolutamente come una sommatoria casuale di tecnici, ma è il risultato da un lato sia di precise scelte di professionalità individuate come necessarie ed indispensabili per l’elaborazione di un PS, soprattutto per le molteplici implicazioni che si svolgono all’interno di una proposta progettuale complessa di questo tipo, dall’altro della condivisione di impostazioni, di filosofia di azione, di obiettivi e metodologie di lavoro: tutti i componenti sono motivati ed in sintonia di intenti, anche se con formazioni, vissuto profes-sionale e caratteristiche generazionali diverse. L’Associazione tra i soggetti risponde all’obiettivo di costituire un ampio gruppo di lavoro che possa mettere a sistema le competenze e le esperienze sia di studio che di progettazione di ciascuno dei componenti, consolidatesi nell’ambito della pianificazione territoriale e ambien-tale, e possa in tal modo rispondere alla complessità delle azioni da svolgere. La redazione del Piano richiede una composizione nel gruppo di lavoro di professionalità tra loro complemen-tari e specifiche per ogni attività da svolgere.

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Tale articolazione mira a fornire al lavoro un forte contenuto professionale e specialistico, il solo che possa garantire il successo rispetto ad obiettivi complessi del Piano: l’organizzazione è concepita per un prodotto interdisciplinare, che integra le diverse specializzazioni, che mette in sinergia le varie fasi, perché esse sono tra loro collegate. I professionisti con maggiore esperienza che fanno parte del gruppo di lavoro - figure con competenze specialistiche elevate ed esperienze concrete di applicazione in campo nazionale relativamente ai settori fondamentali della pianificazione del territorio, quali la tutela della specificità dei paesaggi e delle geografie sociali, della conservazione dei beni naturalistici e del recupero dei beni storici, della programmazione socio-economica - trasferiscono la loro professionalità a quelli di più recente formazione: soltanto attraverso l’interscambio di cono-scenza e la trasmissione di valori fondativi si può pensare di costruire una realtà nuova, intesa come fondamento per un nuovo avvenire della società. Il gruppo di lavoro lega una profonda esperienza urbanistica con una valida conoscenza delle realtà locali, unendo una serie di posizioni concettuali ed operative che sono il presupposto per uno sviluppo urbanistico e territoriale che non risulta fondato su enunciati ripetitivi, ma su proposizioni capaci di creare sviluppo, certezza e qualità di vita nell’ottica di fornire un con-tributo evolutivo a tutto il processo pianificatorio italiano. Nel dettaglio il gruppo degli urbanisti garantisce tre livelli di coordinamento: il primo relativo alle differenti disciplinarietà del Gruppo, il secondo con l’Ufficio di Piano Comunale e il terzo con la Conferenza di Pianificazione. L’organizzazione del lavoro si baserà sulla preliminare messa a punto collegiale di ipotesi progettuali derivate dal Documento di Indirizzo Comunale nonché da un approccio conosci-tivo, fortemente supportato dall’Ufficio di Piano, in costante e progressiva definizione, secon-do una logica “cognitiva” più che meramente “razional-comprensiva”, da verificare, rimodu-lare ed aggiornare sulla base della procedura di VAS oltre che, ovviamente, dagli esiti e dalle sollecitazioni proposte dalla Conferenza di Pianificazione. Per adempiere al mandato stabilito nel Sesto programma di azione in materia di ambiente, la strategie saranno incentrate su quattro temi orizzontali, essenziali per la sostenibilità a lungo termine. Tali temi presentano un chiaro legame con i pilastri economico e sociale dello svi-luppo sostenibile e rappresentano i settori nei quali è possibile ottenere i progressi più signifi-cativi: gestione urbana sostenibile, trasporto urbano sostenibile, edilizia sostenibile e proget-tazione urbana sostenibile. MMEETTOODDOO EEDD OORRGGAANNIIZZZZAAZZIIOONNEE DDEELL LLAAVVOORROO La Direzione scientifica del piano ha il compito di controllare la corretta esecuzione delle fasi di servizio proposto e di valutarne i risultati di volta in volta raggiunti. Egli indirizzerà e gui-derà il gruppo di lavoro nelle varie fasi di progetto avvalendosi della propria tecnica organiz-zativa consolidata per l’espletamento di servizi di settore. Tutti i componenti del Gruppo, ma anche l’Ufficio di Piano, avranno così la contemporanea possibilità di organizzare nel modo più efficace e corretto le indagini disciplinari e le ipotesi progettuali di settore e, al tempo stesso, di confrontarle/adeguarle con quelle complessive di PS. Sulla stessa base sarà possibile impostare un Piano di comunicazione che potrà seguire tutto il processo di formazione del PS con l’obiettivo di costruire condivisione delle scelte progettuali. Le attività di ascolto, le forme di comunicazione e le diverse modalità di partecipazione sono elementi divenuti ormai indispensabili nell’elaborazione e promozione di piani e progetti. La stessa Legge Urbanistica Regionale richiede all’Amministrazione di accompagnare il proces-so di redazione del piano urbanistico con attività di ascolto della collettività locale, garanten-do: - la concertazione con le associazioni economiche e sociali, in merito agli obiettivi strategi-

ci e di sviluppo da perseguire;

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- la consultazione delle associazioni costituite per la tutela di interessi diffusi, in relazione ai contenuti degli strumenti stessi;

- la promozione di una corretta e tempestiva informazione, attraverso specifiche forme di pubblicità.

Il percorso di formazione del PS sarà fin dall'inizio da attività di informazione e consulta-zione: incontri, seminari tematici, sopralluoghi sul territorio, la presentazione di alcune fasi del lavoro saranno attività importanti nel processo di costruzione di un percorso progettuale trasparente e condiviso. Alla base del percorso di partecipazione saranno posti i seguenti obiettivi: - comunicare alla società le attività del piano; - valorizzare la conoscenza locale; - riscoprire e interpretare la memoria locale, coinvolgendo tutte le associazioni di storia e

memoria locale, le scuole di diverso livello, raccogliendo inoltre le ricerche che spesso vengono sviluppate su questi temi;

- analizzare i luoghi ed i temi urbani di attualità e le relative politiche attivate o richieste, coinvolgendo le diverse associazioni di cittadini;

- valutare le conseguenze delle trasformazioni future della città, incoraggiando la diffusione di una maggiore consapevolezza degli effetti delle politiche di trasformazione urbana;

- verificare il consenso attorno ad immagini ed ipotesi condivise. Da un lato potranno essere adeguatamente divulgati e spiegati i principi portanti delle strate-gie perseguite, dall’altro si potrà favorire una informazione allargata su tutti gli argomenti og-getto di analisi e di studio con finalità di public learning, predisposta anche per fornire ade-guati feed-back di supporto e verifica. L’applicazione iterativa di queste procedure renderà possibile anche sperimentare e mettere a punto con l’Ufficio di Piano un primo modello di pianificazione continua. L’esperienza di partecipazione non deve risolversi con la consegna del documento di riferi-mento e orientamento e la sua presentazione alle plenarie pubbliche MMOODDAALLIITTÀÀ DDII CCOOIINNVVOOLLGGIIMMEENNTTOO DDEEII PPRROOFFEESSSSIIOONNIISSTTII CCOOMMPPOONNEENNTTII IILL GGRRUUPPPPOO DDII LLAAVVOORROO

AANNCCHHEE IINN RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO AALLLLAA PPRREESSEENNZZAA DDII GGIIOOVVAANNII PPRROOFFEESSSSIIOONNIISSTTII La formazione del gruppo di lavoro è stata effettuata coinvolgendo sin dalle prime fasi propo-sitive professionisti esperti non solo di pianificazione urbanistica alle varie scale ma anche di quei settori disciplinari che concorrono alla definizione strutturale-strategica del futuro Piano Strutturale. Il coinvolgimento così predisposto appare completo ed esteso a tutte le fasi della progettazio-ne (procedure di VAS e Conferenza di pianificazione incluse) comprendendo così anche la messa a punto degli aspetti più specificamente strategici del PS. Nel rispetto della normativa nazionale e regionale vigente, ma anche in piena condivisione con i relativi principi ispiratori sono stati chiamati a far parte del Gruppo di Progettazione dei giovani professionisti iscritti all’Albo da meno di cinque anni. Per la corretta gestione del progetto di piano si prevede una opportuna ripartizione delle fun-zioni organizzative e gestionali mediante la creazione di una serie di tavoli operativi autono-mi, ma, allo stesso tempo, integrati e sinergici, in grado di garantire un quadro di analisi com-pleto ed esaustivo per una corretta articolazione della proposta programmatica. Lo staff di progetto sarà articolato secondo le seguenti unità operative: - Gruppo territoriale, urbanistico e ambientale - Gruppo analisi e proiezioni socio-economiche e territoriali - Tematiche infrastrutturali e valutazione delle risorse del sistema della mobilità - Tematiche di tutela e conservazione dei beni storici ed ambientali - Valutazione delle risorse del sistema fisico - Quadro delle conoscenze e sistema delle risorse - Studio della città e del territorio: ruoli e funzioni e caratteri delle aree urbane

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QQUUAADDRROO PPRROOGGRRAAMMMMAATTIICCOO EE SSTTRRUUMMEENNTTII DDII CCOOMMUUNNIICCAAZZIIOONNEE Il Piano Strutturale si configura come un’occasione per elaborare scelte strategiche e struttura-li di assetto e sviluppo del territorio con finalità di tutela sia dell’integrità fisica locale che di salvaguardia dell’identità culturale. A tal fine si individuano due tipologie di obiettivi: Obiettivi generali del PS

� Promuovere un ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del sistema produttivo. � Assicurare che i processi di trasformazione siano compatibili con la sicurezza e la tutela

dell'integrità fisica e con l'identità culturale del territorio. � Migliorare la qualità della vita e la salubrità degli insediamenti urbani. � Ridurre la pressione degli insediamenti sui sistemi naturali e ambientali anche attraverso

opportuni interventi di riduzione e mitigazione degli impatti. � Promuovere il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e sociale del territorio

urbano, attraverso interventi di riqualificazione del tessuto esistente. � Prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti

dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqua-lificazione.

Obiettivi specifici del PS

� Valutare la consistenza, la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse naturali ed antropi-che.

� Fissare i limiti e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni piani-ficabili.

� Individuare le infrastrutture e le attrezzature di maggiore rilevanza, per dimensione e fun-zione.

� Classificare il territorio comunale in urbanizzato, urbanizzabile e rurale. � Suddividere il territorio comunale in ambiti, per i quali specifica le caratteristiche urbani-

stiche e funzionali, gli obiettivi sociali, funzionali, ambientali e morfologici e i relativi re-quisiti prestazionali.

Ogni fase preliminare del percorso di formazione del PS coinciderà con l’elaborazione di spe-cifici strumenti (un Documento di Obiettivi, capace di anticipare gli argomenti e la forma del Documento Preliminare, chiarendo il percorso di ricerca che il gruppo di lavoro ha intenzione di intraprendere di concerto con le aspettative della società locale; un Quadro Conoscitivo come strumento di valutazione delle caratteristiche riguardanti lo stato del territorio e i suoi

processi evolutivi - riferimento necessario per la definizione degli obiettivi di piano e la valu-tazione di sostenibilità; un Documento Preliminare, elemento costitutivo del Piano Strutturale, in cui si evidenziano sia le scelte strategiche che gli obiettivi generali che si intendono perse-guire con il piano - esso inoltre individua le condizioni, attraverso la valutazione degli impatti delle scelte operate, per ottenere percorsi orientati ad uno sviluppo sostenibile) finalizzati a valutare la compatibilità ambientale degli scenari proposti e le relative condizioni di sostenibi-lità. Nasce l’ipotesi per un piano di assetto del territorio comunale, si avvia il confronto con il ter-ritorio, con la sfera pubblica, con gli stakeholder ed il terzo settore. L’esperienza partecipativa non può risolversi solo con una mera presentazione o la consegna del documento di riferimento, essa deve diventare un percorso continuo già dalla fase di reda-zione e approvazione del Piano stimolando il radicarsi di una nuova consapevolezza, fra tutte le componenti coinvolte, verso l’elaborazione di un nuovo scenario di sviluppo sostenibile. Soltanto attraverso la condivisione delle scelte si raggiungerà questo obiettivo. Per la fase di Consultazione e per favorire la massima divulgazione delle scelte operate ed in via di definizione nello strumento urbanistico si utilizzeranno diversi strumenti di comunica-zione quali: laboratori di partecipazione (intesi come opportunità per realizzare un’esperienza significativa e incisiva di confronto aperto e continuo tra istituzioni e cittadini sugli interventi ritenuti strategici anche alla luce di nuove opportunità future per permettere un dibattito e una

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discussione ampia, consapevole, su termini e regole comuni); conferenze stampa (in accordo con l’Amministrazione); finestre giornalistiche (pubblicate sui mezzi di informazione quoti-diana, concepite , in accordo con gli uffici di stampa locali e in collaborazione con l’amministrazione, come elementi di apertura divulgativa verso la società); sito internet,

newsletter, forum (concepiti come strumenti di inter-comunicazione multimediale in modo ta-le da permettere da un lato alla comunità di partecipare attivamente all’attività pianificatoria, dall’altro per favorire la divulgazione rispetto tutte le fasi di processo fra tutti gli attori coin-volti nella definizione delle strategie di piano); spot video, audio, brochure e pieghevoli (con-cepiti anche come strumentazione informativa di supporto ai diversi step che caratterizzeran-no il percorso di formazione del piano); seminari di formazione (per i dirigenti, i funzionari e il personale tecnico per favorire azioni di sensibilizzazione su come approcciare al pubblico rispetto le tematiche connesse al Piano Strutturale quali la condivisione degli obiettivi, la par-tecipazione rispetto le strategie, nonché sulla metodologia di gestione ed attuazione del piano stesso); incontri di informazione/ascolto (per favorire il confronto fra pubblico - privato, co-munità e associazioni interessate).