La perdita delle divise straniere sull euro dopo gli...

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C’è uno stile nuovo nella moda: il gioco di squadra Da Milano Unica alle sfilate, ai saloni degli accessori. E anche la politica inizia a fare la sua parte C i sono impressioni che contano più delle paro- le. E vedere gli interve- nuti alla conferenza che ha aperto la XVII edizione di Mila- no Unica, il salone italiano del tessile, colpiva perché rappre- sentavano fino in fondo il fa- moso «gioco di squadra». Tut- te le istituzioni coinvolte nell' industria della moda erano a vario titolo presenti, e non sol- tanto sul palco. Dove Silvio Al- bini, il presidente, commenta- va dati e trend della tessitura che, dopo un primo trimestre negativo, con un calo di produ- zione del 3,3%, ha già visto nel secondo una riduzione delle perdite (-0,4%). «La flessione complessiva per il momento è dell'1,8% e ci lascia sperare in un recupero nel secondo seme- stre. Il saldo commerciale, pe- rò, rimane ampiamente positi- vo, a 846 milioni di euro». È proprio la combattività dell'industria tessile a confer- mare l'eccellenza della filiera, come fenomeno tutto italiano. Sottolineato dalla presenza di Claudio Marenzi, presidente di Sistema moda Italia (l'associa- zione confindustriale del tessi- le-abbigliamento), da Angela Missoni, direttore artistico del- la celebre maison e membro del consiglio direttivo della Ca- mera nazionale della moda, che schierava non soltanto il presidente Mario Boselli, ma anche Gildo Zegna. Mentre Pitti Immagine era rappresen- tato dal presidente Gaetano Marzotto e dall'amministra- tore delegato Raffaello Na- poleone. A chiudere il cerchio, la rappresentanza politica, con l'assessore del Comu- ne di Milano Cristina Tajani, che ha ribadito l'intenzione di lavora- re sull'intera «filiera dello stile», per organizzare dal 2014 un calendario con- giunto, che riunisca i grandi appuntamenti della Milano cre- ativa. Una volontà che si espri- me già da questa stagione con alcuni interventi straor- dinari, come l'autorizzazio- ne alla sfilata dei giovani talenti internazionali indi- viduati da Milano Unica in Galleria Vittorio Ema- nuele II, e organizzata pur tra mille diffi- coltà burocra- tiche gra- zie all' inter- vento diretto dell'assessore e del sindaco Giuliano Pisapia, che ha rivendicato con un cer- to orgoglio come la moda nel 2012 abbia portato alla Lom- bardia un indotto di 28 milioni di euro, di cui 17 a Milano. Il mese della moda, come lo definisce Cristina Tajani, prose- gue con le sfilate della fashion week (dal 18 al 23 settembre) e con le grandi fiere dedicate al- la calzatura e alla pelletteria. Come ha dichiarato il sindaco Pisapia: «Invertiamo la tenden- za: unendo le forze alla fine si vince». Ne è così convinta an- che Angela Missoni, che nel suo intervento, ha detto «vor- rei vedere qui, nel nostro salo- ne del tessile, gli amici di Idea Como, che amano tanto la Vil- le Lumière». Perché purtroppo i setaioli hanno preferito porta- re i propri capolavori a Parigi in un momento in cui si è riu- sciti a rilanciare l'industria e mantenere intatta la filiera. È anche il giudizio di Carlo Calen- da, viceministro dello Sviluppo economico, sicuro che questo riporterà altre industrie a pro- durre in Italia. In questo Siste- ma Paese sarà il manifatturie- ro la grande risorsa e per soste- nerlo con strategie che lo valo- rizzino, il governo ha annuncia- to un stanziamento a supporto della produzione e del sistema fieristico, che vede Pitti prota- gonista. «Coordinatevi, e il go- verno interverrà con esiti più soddisfacenti», ha sottolineato Calenda. L'ottimismo della volontà, insomma, è forte e la settima- na che arriva, secondo gli os- servatori, darà un segno decisi- vo di energia ed entusiasmo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Guida Silvio Albini, imprenditore Vf scommette sull’Italia con Vans e Timberland a cura di Giusi Ferré I n meno di tre mesi i prodotti italiani sui mercati emergenti sono diventati più cari del 10-15%. Colpa della svalutazio- ne delle monete, che in poche setti- mane sono crollate, rispetto all’euro. Si tratta di Paesi molto importanti per il made in Italy, tra i quali l’India, il Brasile, la Russia (nel grafico i prin- cipali numeri). E che vanno ad ag- giungersi a una situazione analoga, se non peggiore, che si registra in Giappone e negli Stati Uniti. Una «fortissima tensione valuta- ria», come ha ricordato il vice mini- stro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nell’inaugurare la scorsa settimana il salone del tessile italia- no, Milano unica. Gli imprenditori so- no preoccupati. Conseguenze «È una situazione grave — dice Claudio Marenzi, proprietario di Her- no e presidente di Sistema moda Ita- lia, l’associazione confindustriale del tessile-moda — che si ripercuote pe- santemente sulle nostre esportazio- ni. Su mercati importanti come il Giappone e gli Stati Uniti scontiamo una forza non giustificata dell’euro. Quanto ai mercati emergenti, si stan- no difendendo, hanno nell’industria dell’abbigliamento e del tessile una delle loro forze. Tutto questo aggra- va una situazione che è già pesante». Dall’inizio dell’anno, per esempio, lo yen giapponese ha perso il 17% ri- spetto all’euro e «i nostri distributori — dice il presidente di Sistema mo- da Italia -—iniziano a lamentarsi per- ché hanno comprato la stagione in- vernale, a inizio anno, con una certa valuta e alla consegna della merce, tra giugno e luglio, l’hanno ricevuta con un costo notevolmente maggio- re. Si sono accollati gran parte di que- sta crescita ma significa una marginalità minore». Se la caduta dello yen «è stata for- temente provocata dalla politica mo- netaria e fiscale messa in pratica tra dicembre e gennaio», cioè è stata un’azione voluta e deliberata del go- verno e della banca centrale giappo- nese, diverso è il motivo della caduta delle monete dei Paesi emergenti, spiega Roberto Mialich, strategist di Unicredit Research. E parte, sostan- zialmente, dalle parole del pronuncia- te il 22 maggio dal presidente del Fed Ben Bernanke nel preannunciare una riduzione dell’intervento della banca centrale americana. «I Paesi emergenti — spiega Mialich — ave- vano attirato parecchi flussi di fondi negli ultimi anni in virtù dei maggio- ri rendimenti garantiti, pur a fronte di un rischio maggiore, rispetto a quelli dell’area euro. Si tratta di ope- ratori che si spostano in fretta e che, non appena sono sorti timori sulle prossime mosse della Fed, si sono ri- tirati». Calcoli fatti da varie istituzio- ni dicono che tra maggio e settembre dai Paesi emergenti sono usciti oltre 61 miliardi di dollari, due terzi in azio- ni e un terzo in obbligazioni, e di que- sti 61 miliardi, 15 si sono diretti verso l’Europa spiegando, in parte, la capa- cità dell’euro di non scendere anche a fronte di una potenziale azione del- la Fed meno espansiva». Deficit «I mercati emergenti hanno una serie di problemi: deficit delle partite correnti, inflazione alta, crescita me- no brillante rispetto agli standard passati, in particolare l’India che ha avuto un rallentamento non margina- le... — sottolinea Mialich —. Quan- do si è diffusa l’idea di una riduzione dell’iniezione di capitali a basso co- sto delle banche centrali, sono usciti — dice lo strategist di Unicredit —. Le banche centrali hanno provato a intervenire o ad alzare i tassi, come in Turchia o India, ma elevare trop- po il livello dei tassi, avrebbe frenato ulteriormente la crescita. Così, alla fi- ne, di fronte all’alternativa tra difen- dere il cambio o penalizzare le econo- mie, molte banche centrali hanno op- tato per la difesa delle economie». © RIPRODUZIONE RISERVATA Al via il nuovo quartier generale T ornano di moda i grandi marchi dell'outdoor che hanno caratterizzato l'abbigliamento degli anni Ottanta. E Vf International, gruppo americano con un fatturato di 10,9 miliardi di dollari e quotato al Ny- se, punta sulla crescita in Italia di Vans e Timberland, ma anche su North Face, Napapijri e Eastpak, alcuni dei 12 brand distribuiti nella Penisola in una trentina di negozi a gestione diretta e un centinaio in franchising. L'azienda di Greensboro, North Carolina, scommette poi su una crescita ulteriore in Europa, il cui quartier gene- rale è a Stabio in Svizzera. E da noi, in particolare a Milano dove ha deciso di concentrare Vans, Wrangler, Lee, Napa- pijri, Eastpak, Kipling, 7 For All Mankind in un nuovo hea- dquarter, nell'ex area industriale della Forgiatura in Via Varesina, presentato nei giorni scorsi da Karl-Heinz Salz- burger, vice president di Vf e group president di Vf Inter- national e da Martino Scabbia Guerrini, presidente Emea della divisione denim e contemporary. Spazio, riqualificato negli ultimi due anni, in cui per ora non è ancora arrivata Timberland, acquistata dal gruppo nel 2011 per due miliardi di dollari e per la quale la società sta completando il processo di integrazione. Una sede di 25mila metri quadrati, realizzata rispettando requisiti di eco sostenibilità, tra cui una classe energetica B, la raccolta differenziata per tutti i 475 dipendenti, la presenza di pan- nelli fotovoltaici, il riutilizzo dell'acqua piovana per l'ali- mentazione degli impianti tecnologici carbon-free. «Vf International, che ha nel suo portafoglio 30 marchi e in tutto il mondo conta 45mila dipendenti, ha realizzato nel 2012 un fatturato di 10,9 miliardi di dollari, prevede quest'anno un incremento del 6% e di arrivare nel 2015 a 12,7 miliardi e nel 2017 a 17,3 miliardi. Dal 2012 realizzia- mo il 37% dei nostri ricavi al di fuori dell'America e abbia- mo l'obiettivo di arrivare al 42%», spiega Salzburger. Il manager aggiunge che nonostante un leggero rallenta- mento (+8% nel 2011), il gruppo ha messo a segno un au- mento dei guadagni di 5 miliardi negli ultimi cinque anni, è cresciuto del 15% in America, del 17% in Asia e dell'11% in Europa. «Nei prossimi cinque anni intendiamo far salire del 21% il nostro sviluppo nei Paesi Emea, del 12% in Ame- rica e del 15% in Estremo Oriente», conclude il vice presi- dent. Il gigante americano ha inserito nel suo piano quin- quennale anche un aumento significativo del numero di negozi: da 1.129 a 1.700 nel 2017. Nei piani c'è un'espansio- ne ulteriore nei Paesi emergenti, soprattutto in Cina, dove è presente con 2mila negozi. Un capitolo importante nelle strategie è infine rappre- sentato dall'investimento nei talenti, che sono di più di ven- ti nazionalità diverse e hanno una media di 30 anni. IRENE CONSIGLIERE © RIPRODUZIONE RISERVATA Banche centrali, industria e strategie Internazionalizzazione Marenzi (Smi): «Così ai aggrava una situazione già pesante» Emergenti Crollano le valute E le griffe soffrono Fil di Ferré DI MARIA SILVIA SACCHI Negozi Martino Scabbia Guerrini La perdita delle divise straniere sull’euro dopo gli annunci della Fed Imprese I freni alla crescita Marchi In tre mesi, Indonesia e India -16%. Male Brasile e Russia La forza dell’euro penalizzante anche negli Usa e in Giappone Brand Karl-Heinz Salzburger Capitali in fuga: tra maggio e settembre si sono spostati 61 miliardi di dollari 10 CORRIER ECONOMIA LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2013

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C’è uno stile nuovo nella moda: il gioco di squadraDa Milano Unica alle sfilate, ai saloni degli accessori. E anche la politica inizia a fare la sua parte

C i sono impressioni checontano più delle paro-le. E vedere gli interve-

nuti alla conferenza che haaperto la XVII edizione di Mila-no Unica, il salone italiano deltessile, colpiva perché rappre-sentavano fino in fondo il fa-moso «gioco di squadra». Tut-te le istituzioni coinvolte nell'industria della moda erano avario titolo presenti, e non sol-tanto sul palco. Dove Silvio Al-bini, il presidente, commenta-va dati e trend della tessiturache, dopo un primo trimestrenegativo, con un calo di produ-zione del 3,3%, ha già visto nel

secondo una riduzione delleperdite (-0,4%). «La flessionecomplessiva per il momento èdell'1,8% e ci lascia sperare inun recupero nel secondo seme-stre. Il saldo commerciale, pe-rò, rimane ampiamente positi-vo, a 846 milioni di euro».

È proprio la combattivitàdell'industria tessile a confer-mare l'eccellenza della filiera,come fenomeno tutto italiano.Sottolineato dalla presenza diClaudio Marenzi, presidente diSistema moda Italia (l'associa-zione confindustriale del tessi-le-abbigliamento), da AngelaMissoni, direttore artistico del-

la celebre maison e membrodel consiglio direttivo della Ca-mera nazionale della moda,che schierava non soltanto ilpresidente Mario Boselli, maanche Gildo Zegna. MentrePitti Immagine era rappresen-tato dal presidente GaetanoMarzotto e dall'amministra-tore delegato Raffaello Na-poleone.

A chiudere il cerchio, larappresentanza politica,con l'assessore del Comu-ne di Milano CristinaTajani, che ha ribaditol'intenzione di lavora-re sull'intera «filiera

dello stile», per organizzaredal 2014 un calendario con-giunto, che riunisca i grandiappuntamenti della Milano cre-ativa. Una volontà che si espri-

me già da questa stagionecon alcuni interventi straor-

dinari, come l'autorizzazio-ne alla sfilata dei giovanitalenti internazionali indi-viduati da Milano Unicain Galleria Vittorio Ema-

nuele II, e organizzatapur tra mille diffi-

coltà burocra-tiche gra-

zie all'i n t e r -

vento diretto dell'assessore edel sindaco Giuliano Pisapia,che ha rivendicato con un cer-to orgoglio come la moda nel2012 abbia portato alla Lom-bardia un indotto di 28 milionidi euro, di cui 17 a Milano.

Il mese della moda, come lodefinisce Cristina Tajani, prose-gue con le sfilate della fashionweek (dal 18 al 23 settembre)e con le grandi fiere dedicate al-la calzatura e alla pelletteria.Come ha dichiarato il sindacoPisapia: «Invertiamo la tenden-za: unendo le forze alla fine sivince». Ne è così convinta an-che Angela Missoni, che nelsuo intervento, ha detto «vor-rei vedere qui, nel nostro salo-ne del tessile, gli amici di IdeaComo, che amano tanto la Vil-le Lumière». Perché purtroppoi setaioli hanno preferito porta-re i propri capolavori a Parigi

in un momento in cui si è riu-sciti a rilanciare l'industria emantenere intatta la filiera. Èanche il giudizio di Carlo Calen-da, viceministro dello Sviluppoeconomico, sicuro che questoriporterà altre industrie a pro-durre in Italia. In questo Siste-ma Paese sarà il manifatturie-ro la grande risorsa e per soste-nerlo con strategie che lo valo-rizzino, il governo ha annuncia-to un stanziamento a supportodella produzione e del sistemafieristico, che vede Pitti prota-gonista. «Coordinatevi, e il go-verno interverrà con esiti piùsoddisfacenti», ha sottolineatoCalenda.

L'ottimismo della volontà,insomma, è forte e la settima-na che arriva, secondo gli os-servatori, darà un segno decisi-vo di energia ed entusiasmo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

GuidaSilvio Albini,imprenditore

Vf scommette sull’Italiacon Vans e Timberland

a cura di Giusi Ferré

I n meno di tre mesi i prodottiitaliani sui mercati emergentisono diventati più cari del10-15%. Colpa della svalutazio-

ne delle monete, che in poche setti-mane sono crollate, rispetto all’euro.Si tratta di Paesi molto importantiper il made in Italy, tra i quali l’India,il Brasile, la Russia (nel grafico i prin-cipali numeri). E che vanno ad ag-giungersi a una situazione analoga,se non peggiore, che si registra inGiappone e negli Stati Uniti.

Una «fortissima tensione valuta-ria», come ha ricordato il vice mini-stro dello Sviluppo economico, CarloCalenda, nell’inaugurare la scorsasettimana il salone del tessile italia-no, Milano unica. Gli imprenditori so-no preoccupati.

Conseguenze«È una situazione grave — dice

Claudio Marenzi, proprietario di Her-no e presidente di Sistema moda Ita-lia, l’associazione confindustriale deltessile-moda — che si ripercuote pe-santemente sulle nostre esportazio-ni. Su mercati importanti come ilGiappone e gli Stati Uniti scontiamouna forza non giustificata dell’euro.Quanto ai mercati emergenti, si stan-no difendendo, hanno nell’industriadell’abbigliamento e del tessile unadelle loro forze. Tutto questo aggra-va una situazione che è già pesante».

Dall’inizio dell’anno, per esempio,

lo yen giapponese ha perso il 17% ri-spetto all’euro e «i nostri distributori— dice il presidente di Sistema mo-da Italia -—iniziano a lamentarsi per-ché hanno comprato la stagione in-vernale, a inizio anno, con una certavaluta e alla consegna della merce,tra giugno e luglio, l’hanno ricevutacon un costo notevolmente maggio-re. Si sono accollati gran parte di que-sta cresci ta ma signif ica unamarginalità minore».

Se la caduta dello yen «è stata for-temente provocata dalla politica mo-netaria e fiscale messa in pratica tra

dicembre e gennaio», cioè è stataun’azione voluta e deliberata del go-verno e della banca centrale giappo-nese, diverso è il motivo della cadutadelle monete dei Paesi emergenti,spiega Roberto Mialich, strategist diUnicredit Research. E parte, sostan-zialmente, dalle parole del pronuncia-te il 22 maggio dal presidente delFed Ben Bernanke nel preannunciareuna riduzione dell’intervento dellabanca centrale americana. «I Paesiemergenti — spiega Mialich — ave-vano attirato parecchi flussi di fondinegli ultimi anni in virtù dei maggio-

ri rendimenti garantiti, pur a frontedi un rischio maggiore, rispetto aquelli dell’area euro. Si tratta di ope-ratori che si spostano in fretta e che,non appena sono sorti timori sulleprossime mosse della Fed, si sono ri-tirati». Calcoli fatti da varie istituzio-ni dicono che tra maggio e settembredai Paesi emergenti sono usciti oltre61 miliardi di dollari, due terzi in azio-ni e un terzo in obbligazioni, e di que-sti 61 miliardi, 15 si sono diretti versol’Europa spiegando, in parte, la capa-cità dell’euro di non scendere anchea fronte di una potenziale azione del-la Fed meno espansiva».

Deficit«I mercati emergenti hanno una

serie di problemi: deficit delle partitecorrenti, inflazione alta, crescita me-no brillante rispetto agli standardpassati, in particolare l’India che haavuto un rallentamento non margina-le... — sottolinea Mialich —. Quan-do si è diffusa l’idea di una riduzionedell’iniezione di capitali a basso co-sto delle banche centrali, sono usciti— dice lo strategist di Unicredit —.Le banche centrali hanno provato aintervenire o ad alzare i tassi, comein Turchia o India, ma elevare trop-po il livello dei tassi, avrebbe frenatoulteriormente la crescita. Così, alla fi-ne, di fronte all’alternativa tra difen-dere il cambio o penalizzare le econo-mie, molte banche centrali hanno op-tato per la difesa delle economie».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Al via il nuovo quartier generale

T ornano di moda i grandi marchi dell'outdoor chehanno caratterizzato l'abbigliamento degli anniOttanta. E Vf International, gruppo americano

con un fatturato di 10,9 miliardi di dollari e quotato al Ny-se, punta sulla crescita in Italia di Vans e Timberland, maanche su North Face, Napapijri e Eastpak, alcuni dei 12brand distribuiti nella Penisola in una trentina di negozi agestione diretta e un centinaio in franchising.

L'azienda di Greensboro, North Carolina, scommettepoi su una crescita ulteriore in Europa, il cui quartier gene-rale è a Stabio in Svizzera. E da noi, in particolare a Milanodove ha deciso di concentrare Vans, Wrangler, Lee, Napa-pijri, Eastpak, Kipling, 7 For All Mankind in un nuovo hea-dquarter, nell'ex area industriale della Forgiatura in ViaVaresina, presentato nei giorni scorsi da Karl-Heinz Salz-burger, vice president di Vf e group president di Vf Inter-national e da Martino Scabbia Guerrini, presidente Emeadella divisione denim e contemporary.

Spazio, riqualificato negli ultimi due anni, in cui per oranon è ancora arrivata Timberland, acquistata dal grupponel 2011 per due miliardi di dollari e per la quale la societàsta completando il processo di integrazione. Una sede di25mila metri quadrati, realizzata rispettando requisiti di

eco sostenibilità, tra cui una classe energetica B, la raccoltadifferenziata per tutti i 475 dipendenti, la presenza di pan-nelli fotovoltaici, il riutilizzo dell'acqua piovana per l'ali-mentazione degli impianti tecnologici carbon-free.

«Vf International, che ha nel suo portafoglio 30 marchie in tutto il mondo conta 45mila dipendenti, ha realizzatonel 2012 un fatturato di 10,9 miliardi di dollari, prevedequest'anno un incremento del 6% e di arrivare nel 2015 a12,7 miliardi e nel 2017 a 17,3 miliardi. Dal 2012 realizzia-mo il 37% dei nostri ricavi al di fuori dell'America e abbia-mo l'obiettivo di arrivare al 42%», spiega Salzburger.

Il manager aggiunge che nonostante un leggero rallenta-mento (+8% nel 2011), il gruppo ha messo a segno un au-mento dei guadagni di 5 miliardi negli ultimi cinque anni,è cresciuto del 15% in America, del 17% in Asia e dell'11%in Europa. «Nei prossimi cinque anni intendiamo far saliredel 21% il nostro sviluppo nei Paesi Emea, del 12% in Ame-rica e del 15% in Estremo Oriente», conclude il vice presi-dent. Il gigante americano ha inserito nel suo piano quin-quennale anche un aumento significativo del numero dinegozi: da 1.129 a 1.700 nel 2017. Nei piani c'è un'espansio-ne ulteriore nei Paesi emergenti, soprattutto in Cina, doveè presente con 2mila negozi.

Un capitolo importante nelle strategie è infine rappre-sentato dall'investimento nei talenti, che sono di più di ven-ti nazionalità diverse e hanno una media di 30 anni.

IRENE CONSIGLIERE© RIPRODUZIONE RISERVATA

Banche centrali, industria e strategie

Internazionalizzazione Marenzi (Smi): «Così ai aggrava una situazione già pesante»

Emergenti Crollano le valuteE le griffe soffrono

Fil di Ferré

DI MARIA SILVIA SACCHI

Negozi MartinoScabbia Guerrini

La perdita delle divise straniere sull’euro dopo gli annunci della Fed

Imprese I freni alla crescita

Marchi

In tre mesi, Indonesia e India -16%. Male Brasile e RussiaLa forza dell’euro penalizzante anche negli Usa e in Giappone

Brand Karl-HeinzSalzburger

Capitali in fuga: tramaggio e settembresi sono spostati61 miliardi di dollari

10 CORRIERECONOMIA LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2013

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Lunedì 9 Settembre 2013 www.ilsole24ore.com f @24ImpresaTerr

Micaela CappelliniAnna Del Freo

Le vacanze sono finite, eperleimpreseèl’oradiprepara-re la campagna d’autunno suimercati dell’export. Ma i Bricsrallentano, la vecchia Europa èincrisi. Il Nordafricaè alle pre-se con l’instabilità, l’escalationinSiria si riverbera a cascata sututtoilMedioOriente,daIstan-bul a Riad. Come orientare lanaveneiprossimimesi?Eccolabussola disegnata da un pooldiespertidel settore.

Il primo consiglio è quello dinon farsi ingannare dalle eti-chette facili. Tra le economiemature, per esempio, ce ne so-noalcunepernullaasfittiche. Ilcaso più noto è quello degliUsa: «Gli Stati Uniti sono in ri-lancio strutturale, non si trattasolodiunafiammata–dicePao-lo Guerrieri, ordinario di eco-nomia internazionale all’uni-versità "La Sapienza" di Roma–. Molto importante il mercatoamericano,soprattuttopersvi-luppare alcune nostre produ-zioni quali i beni di consumo ol’agroalimentare. Gli Stati Uni-ti stanno esercitando una forzadi trazione che si rivelerà mol-to importante neldopo-crisi».

Ilvecchioleoneastelleestri-sce non è l’unico a ruggire: «In

Giappone l’export italiano staandando molto bene, con unacrescita che nei primi mesi diquesto 2013 era già a due cifre –ricordaAlessandroTerzulli,re-sponsabile Analisi e ricercheeconomiche di Sace –. Altret-tanto in ascesa sono le nostreesportazioniversolaGranBre-tagna, dove i segnali di ripresaper certi versi sembrano mi-glioridiquelli statunitensi».

Così come tra le economiemature ci sono quelle dove va-le la pena investire, altrettantova detto per quelle emergenti.Diffidando di chi sostiene che iBrics siano finiti perché il loroPil rallenta. Il secondo consi-glio,infatti,èquellodidiversifi-care:«Per un esportatore– rin-cara Guerrieri – è fondamenta-le mantenere un portafogliocomposito. Bisogna tenere leposizioni sui mercati ricchi e"maturi",ma anche sugli emer-genti, dove i consumi sono co-munque destinati a crescere,senza andare dietro alle sireneallarmistiche di coloro che so-stengono che i Brics stannocrollando. Il mix va bene, per-ché permette alle aziende dicompensare su alcuni mercatiquelloche perdonosu altri».

La crisi siriana apre diversiinterrogativi sugli equilibri dei

PaesidelMediterraneoorienta-leedelGolfocomepossibilide-stinazioni dell’interesse dellenostre imprese. Tansan Burak,partner e managing directordel Boston Consulting group,una soluzione però ce l’ha inmente:«ÈlaTurchia:unmerca-to ideale per riposizionarsinell’area, perché offre sia pro-spettive di crescita interna cheun accesso a potenziali targetuna volta raggiunta una nuovastabilità».

Attenzione, infine, a dazi erestrizioni valutarie, il cui pe-so sul prezzo finale del benepuòpersinotrasformareun’in-teressantecommessadall’este-ro in un affare senza marginidi guadagno. Alla vigilia delG20 la Commisione Ue avevalanciatol’allarmesuunapossi-bile ripresa delle tentazioniprotezionistiche da parte deiPaesi emergenti. «Non credoci sarà una corsa massiccia –prevede Terzulli –, ma è verochelafuoriuscitadicapitalida-gli emergenti crea un deprez-zamentodelle valute che spin-ge i Governi verso misure diprotezione. In ogni caso i dazinel mondo permangono, etroppo spesso le aziende se nesono dimenticate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALMACEF

Summitsull’arredoI NUOVI CONSOLATI LE INIZIATIVE DELL’ICE LA CONGIUNTURA

L’AGENDA

STILI&TENDENZE

IlgruppoamericanoVfsi rafforza inItaliau pagina 15

Come l’agenzia si prepara ad aiutare le imprese

Ledate

OGGI

AGRICOLTURASeminarioInea su “Il

futuro dell’agricolturabiologica inItalia e nell’Ue:qualiopportunità per unamaggiore integrazione dellepolitiche?”. BolognaFiere,Bologna(ore 10,30).

MARTEDÌ 10

CONTI ECONOMICIL’Istat rende noti i dati sui

conti economici trimestralinel secondo trimestre 2013(ore 10).

MERCOLEDÌ 11

IMMOBILIInoccasione dell’apertura

dei lavori del 21mo ForumScenari, presentazione delreport ‘European Outlook2014’. Scenari Immobiliari,GalleriaPassarella 1, Milano(ore 11,30).

GIOVEDÌ 12

ASSICURAZIONIÈ inprogramma da oggi a

domenica il 56mo congressoGaat, Gruppo Agenti diAssicurazioneToro. CentroCongressi Unione IndustrialeTorino, Torino (ore 10,30).

VENERDÌ 13

AZIENDA“Comunicare nelle

relazioni industriali.Trasformare il conflitto inrisorsa”.E’ il temadell’incontro organizzato daConfindustria Ancona e Aidp.Via Roberto Bianchi, Ancona(ore 9,30).

AMBIENTEPresentazione

dell’Osservatoriosull’efficienzaenergetica diDomotecnica. EatalyLingotto, via Nizza, 224,Torino (ore 11,30).

SABATO 14

AUTOPrendeil via il Salone del

Camper di Parma,organizzato da ApcAssociazione ProduttoriCaravan e Camper.Lamanifestazione si conclude il22 settembre. Fiere di Parma.

DOMENICA 15

MODAPrendeil via a Milano

"theMicam", il saloneinternazionalededicato allecollezionimoda per lecalzature e organizzato daAssocalzaturifici. Lamanifestazione proseguiràfino al 18 settembre.

Internazionalizzazione. Le ricette degli esperti per affrontare l’autunno: non abbandonare i Brics e in Medio Oriente puntare sulla Turchia

L’exportfarottasuGiappone,UsaeGbNeimercatimaturi dove la ripresa è in atto ilmade in Italy registra una crescita a due cifre

Le mosse del Sistema Italia all’estero

OSSERVATORIO ISNET

Menoricavieoccupatiper l’impresasocialeu pagina 16

Il Gruppo 24 OreConlasuarivista“Casastile”,

incollaborazioneconMacefeAlessi,ilGruppo24Oreorganizzail13settembreaMilano,alle16.30,ilsecondoSummitnazionalededicatoalsettoretavola,cucinaeregalo.IlSummitsisvolgeràall’internodiMacef2013epunteràadanalizzarel’atteggiamentodegli italianiversol’oggettisticaegliaccessoridiarredo.Lospuntoèun’indaginerealizzataattraversoilpanelHQ24delGruppo24Oresulfeelingdeiconsumatoridifrontealleproposteeaipuntivenditadelmondodellatavola,dellacasaedellacucina.

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TURCHIALacrisisirianalorendeunPaesearischio,macostituiràunabuonabaseperquandopartiràlaricostruzionedell’area

PROTEZIONISMODazierestrizionivalutariepossonotrasformareun’interessantecommessadall’esteroinunaffaresenzamarginidiguadagno

NON SOLO USANuoveopportunitàarrivanodaUsa,GranBretagnaeGiappone,dovel’exportitalianoègiàindecisacrescita

Fonte: Sace

Quattro linee guida per orientarsi nei mercati esteri

MOTORI

LaNissanscommettesullaguidaautomaticau pagina 17

DIVERSIFICAREIBricsrallentano,marimangonoun’opportunità,cosìcomepartedelvecchiomondoèinripresa

+3,8%Gli scambi verso la UeSecondogliultimidatiIstat,agiugnoc’èstatounmoderatoaumentodelleesportazioniitalianeversoiPaesidell’areaUe

-1,7%Gli scambi extra-UePerlostessomesel’IstatsegnalainveceuncalodelleesportazioniitalianeversoiPaesiextra-europei.Fanalinodicodal’areadell’Asean(Sud-Estasiatico),doveagiugnol’exportdelmadeinItalyèscesodioltreil14percento

I prossimi appuntamentiL’autunnodell’Icecominciacon

l’organizzazionedellapartecipazioneitalianaall’Anuga,lagrandefieratedescadell’alimentare,cheapreibattentiil5ottobre.Dall’8,invece,accompagneràlenostreimpresealSalaoDuasRodas,ilsalonedellemotoedellebicidiSanPaolo,mentredal10al12saràlavoltadellaCrexpodiPechino,dedicataagliapparecchimedicali.Dal23al26,infine,seguiràl’interessantePollutec,lafieradelleapparecchiatureanti-inquinamentochesitieneaCasablanca,inMarocco

Più sedi a OrienteIlministerodegliEsteriha

emanatoilprovvedimentoconcuisiprocedeallachiusuradi14sedifraEuropa,AmericaeAustraliaesiapronotrenuoveantenneneiPaesiemergenti:un’ambasciataadAshgabat,capitaledelTurkmenistan,Paesericcodigas;unconsolatonell’areaindustrialediChongqing,inCina;unaltroaHoChiMinhCity,perstarevicinoalleaziendeitalianechefannoaffariconilVietnam.Intotalel’Italiaèpresenteall’esterocon319seditraambasciate,consolatieistitutidicultura,maisuoidiplomaticiall’esterosonolametàdiquellidellaGermania

L’Iceriparteconnovitàim-portanti. Il vecchio Istituto perilcommercioestero,oggiAgen-zia per l’internazionalizzazio-ne, potrà contare su nuovi pro-getti e nuovi fondi. Lo dice ilsuopresidente,RiccardoMon-ti, secondo cui il programmapromozionale per l’anno cheverràsarà il doppio piùricco diquello dell’anno che sta perconcludersi. «La prima grossanovità – spiega Monti – sono ifondi: la nostra dotazione do-vrebbe passare da 22 milioni dieuro a 50 milioni. Ma poi c’è ilsolito effetto moltiplicatore,perché le iniziative hanno lapartecipazione di imprese edentiprivati,per cui i fondi tota-li saranno circa 200 milioni dieuro. La risorse hanno già unacopertura e dovrebbero esserestanziate nel nuovo decretodel Fare. Questo farà sì che leiniziative promozionali passi-nodacirca 350a700».

Altra novità è costituita dalcosiddetto «Progetto exportSud», già inviato al ministero ela cui approvazione è attesaper le prossime settimane. «Sitrattadiunprogettochefapar-

te delle attività straordinarie –dice Monti – ed è stato decisoperchéilcontributodelMezzo-giornoall’exportèmoltosotto-dimensionato sia rispetto allapopolazione sia in rapporto alPil. Solo una parte di questogap, però, è strutturale, e deri-va per esempio dal fatto che ilnostro Mezzogiorno è più lon-

tano di quanto sia il Nord daaree come l’Est o il Nord Euro-pa.Glialtrisonofattorichepos-sonoedevonoesseremigliora-ti. Le risorse per finanziare ilprogetto sono quelli dei Fondieuropeidicoesionedestinatial-le regioni obiettivo uno, dun-que Sicilia, Calabria, Campa-nia e Puglia». Al progettoexportSudsonodestinati50mi-lionidieuro intre anni.

Infine, una terza importantenovitàèl’aperturadeinuoviuf-fici di Maputo – la capitale delMozambico–edelQatarelaria-pertura di quello di Miami, inFlorida. Il Mozambico è infattiun Paese in grande crescita inuncontinentechestadiventan-do strategico per l’internazio-nalizzazione.IlQatarècaratte-rizzatodaungrandissimodina-mismo e Miami è un punto dicollegamento importante an-chetraUsae America latina.

«Infine – conclude Monti –l’Iceprosegue nei suoi obietti-vi. Intanto stiamo facendo unlavoro molto puntuale sugliuffici per spingere i settorichehannoavutodifficoltà(co-me la nautica, tanto per citar-ne uno). Poi cerchiamo attra-verso iniziative di co-marke-ting nella grande distribuzio-ne(nellaqualel’Italiaènotoria-mente un po’ carente) di spin-gere i nostri prodotti affinchévengano valorizzati. Infine, in-sieme a Sace e Simest, cerchia-mo di potenziare le leve di fi-nanziamentoall’export».

A.D.F.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cina

Russia

Turchia

Brasile

Emirati arabi

15.398,1

13.691,1

13.469,2

7.953,6

6.414,2

Valori in milioni di euroLe cinque mete principali tra gli emergenti

Libia

Cina

Filippine

Svizzera

India

18,7%(1.114,1)

11,7%(15.398,1)

10,7%(527,6)

10,3%(34.644,5)

10,3 %(5.414,1)

Tra parentesi i valori assoluti 2014 in milioni di euro

Paesi dove l'export italiano crescerà di più rispetto al 2013

LE PREVISIONI PER IL 2014

PAGAMENTI

Cribis: i «bestpartners»operanonelNord-Ovestu pagina 14

A CURA DI Barbara Nepitelli

NUOVI UFFICIAbreve è prevista l’aperturadelle sedi di Maputo,inMozambico, e delQatar,oltrealla riaperturadiMiami in Florida

L’Iceaumenta ladotedi fondierilancia ilMezzogiorno

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Il Sole-24 OreLunedì9 Settembre 2013 - N. 247 Impresa e territori 15

A MILANOStroili raddoppialeaperturedaCoinStroiligioielli raddoppianeidepartmentstoreCoindiMilano, conun cornerinPiazzaCantore eunoinCorsoVercelli,rafforzandoil legameconilgruppo Coin dopoildebutto nello storediMestreadaprile.StroiliOroGroup,conunacatenadi367 store in 11 Paesi,

hachiuso il2012 conunfatturato increscitadel2,7% rispettoall’esercizioprecedente,aquota200milionidieuro;nelcorsodel 2013continuailpiano di sviluppoperconsolidare la propriapresenzasul mercatonazionalee l’espansionesuquelli internazionali,confocus inCinae FarEast.

Stili&Tendenze

Marta CasadeiInternazionalizzazioneein-

novazione:su queste due parolechiavesifondalastrategiadisvi-luppo di Canclini, azienda tessi-le comasca che produce tessutiin cotone per camicie. Una real-tà familiare fondata nel 1925, einizialmente specializzata nellalavorazione della seta, che oggi,sul piano commerciale, dialogacon successo con oltre 500 bigplayer del settore abbigliamen-to. Marchi che, per la maggiore,sonointernazionali.

L’aziendastavivendounmo-mento positivo: ha chiuso il2012conunfatturatodi34milio-nidieuro,esporràaMilanoUni-caesaràprotagonistadellacon-ferenza 2013 dell’Internationaltextile manufacturers federa-tion (Itmf), in calendario fino adomaniaBregenz, inAustria. IlpresidenteSimoneCanclinisa-ràunodeirelatori, l’unicoitalia-no, e all’Itmf porterà proprio ilcaso della Canclini per raccon-tare come le imprese del setto-retessilesi inserisconoecerca-no di evolversi in un contestocheèsemprepiù globale.«Pro-duciamo tessuti che abbinanoricerca stilistica di alto livello amaterie prime di qualità eleva-ta - dice Canclini - cercando dirispettare tempi di consegnache stanno diventando semprepiù stretti». Il tutto nel tentati-vo di spostare la concorrenzadalprezzoaunmixtraqualitàericerca: «Ogni anno investia-mo circa il 10% del fatturato inricerca e innovazione per esse-resemprepiù competitivi».

La Canclini esporta il 75% delsuogirod’affari:«Aimercatitra-dizionali come Gran Bretagna,Spagna e Francia si affiancanopiazze come la Cina, chequest’anno ha registrato un leg-gero rallentamento ma rimaneimportantissima, e il Sudameri-cachecistadandoriscontrimol-to positivi. Poi ci sono gli Stati

Uniti, in ripresa». La volontà diinternazionalizzazionehaporta-to la Canclini a implementare leproprie strutture nel mondo:«Abbiamoapertodiversimagaz-zini, uno anche in Cina, per po-terserviremeglioepiùinfrettainostriclienti».

L’obiettivo dell’azienda èquello di cavalcare l’onda lungadiunaripresache,secondoCan-clini, «speriamo arrivi a tutti glieffetti neiprossimi anni». Il 2013è stato segnato, ancora una vol-ta, dall’incertezza: «Per noi saràunannostabile,mail periodori-mane ancora difficile». Tra lestrategiecheleimpresedeltessi-lemadeinItalydovrebberomet-tere in atto c’è, secondo Cancli-ni,unrafforzamentodellafilieramadeinItaly:«Lasinergiamon-te-valle va valorizzata», dice.Poi c’è la diversificazione: laCancliniforniscegrandietichet-teenonsolo.«Abbiamoinaugu-rato una divisione che forniscetessutia piccole sartorie in tuttoil mondo: il su misura è semprepiùrichiestoecistadandogran-de soddisfazione», conclude ilpresidente.

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Tessuti. Mix di qualità e ricerca

APortoCervoproseguo-no i grandi eventi velici: do-polaPeriniCup(sivedaIlSo-le 24 Ore del 2 settembre) èstata la volta della MaxiYachtRolexCup,unodeipiùimportanti appuntamentidellastagionediregatechesiavviaaconclusione.Lamani-festazione è organizzata dal-lo Yacht Club Costa Smeral-da in collaborazione conl’Ima (International maxi as-sociation) e con Rolex, titlesponsordell’eventodal 1985.

Lamaisonsvizzerahalega-to il suo nome ai più impor-tanti eventi velici del Medi-terraneo, come la GiragliaRolex Cup o la Rolex Volca-no Race, e c’è chi ipotizza uncoinvolgimentonellaprossi-maCoppaAmerica(OracleeNew Zealand si stanno sfi-dando in questi giorni a SanFrancisco e il vincitore deci-derà regole e luoghi dellaprossima edizione). La flottadella Maxi Yacht Rolex Cupera composta da 37 super-yachtdi lunghezzasuperioreai60piedi(18,29 metri).Traivelisti italiani gli occhi eranotuttipuntatisuVascoVascot-to, tattico di Altair, fresco divittoria al mondiale RolexFarr40aNewport.

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Showroom e uffici. L’edificio La Forgiatura, nella zona ex industriale delle Varesine, che ospita, tra gli altri, i brand Eastpak, Napapijri, NorthFace eVans (le scarpe nella foto a destra)

Sardegna. Yacht in regata

Giulia CrivelliVf è una sorta di gigante si-

lenzioso dello sportswear e delcasualwear: grazie a un portafo-glio dioltre30 marchi,ha chiusoil2012conunfatturatodi10,9mi-liardididollari(8,3miliardidieu-ro), in crescita del 17% a cambicostanti rispetto al 2011. Il 2013promette bene: nel secondo tri-mestreiricavihannoraggiuntoi2,2 miliardi e l’utile i 206 milionididollari(+22%sullostessoperi-ododel 2011).

Karl Heinz Salzburger, vicepresident di Vf e group presi-dent di Vf International, è a Mi-lano per presentare il nuovoheadquarter (come anticipatoda Moda24 del 23 marzo), che,

grazie a una lavoro di riqualifi-cazione durato quasi due anni,occupa l’ex area industriale LaForgiaturaeospitashowroomeuffici di alcuni dei principalimarchi presenti in Italia: Vans,Wrangler, Lee, Napapijri, Ea-stpak, Kipling, 7 For AllMankind. «Come gruppo, nondiamo dati per singoli Paesi, maposso dire che il mercato italia-no è uno dei quattro più impor-tanti in Europa, insieme a Fran-cia, Germania e Regno Unito eintotaleabbiamo475dipenden-ti. Siamo presenti con 12 dei no-stribrandeabbiamo30negoziagestione diretta. Con Eastpak,in particolare, siamo leader dimercatonelsegmentodeglizai-ni – spiega Salzburger –. Milanopoi è strategica: non esiste piùdaanni,né inItalianéaltrove, lafiguradell’agentechevaafarvi-sita ai multimarca, per quantograndi e importanti. Il businesswholesale, che per noi resta ilcanale principale, si appoggia ashowroom polifunzionali, incui i clienti possono ottimizza-

re tempo ed energie».Alla Forgiatura, per ora, non

c’èspazioperTimberland,mar-chio acquisito nel 2011 per circa2 miliardi di dollari: «È la piùgrande operazione mai fatta daVf, un gruppo che ha 110 anni enon ha mai smesso di crescere,ma in modo molto ragionato eprudente. L’operazione Tim-berland è stata perfezionataquando i lavori della nuova se-de, interamente ecosostenibile,erano già iniziati – aggiunge ilpresidente di Vf International–. Ma stiamo già pensando a unpossibile ampliamento».

Vf ha appena presentato unpiano quinquennale che preve-deuncagr(tassomediodicresci-ta annuo) del 10%, che nel 2017potrebbe portare il fatturato a17,3 miliardi. «L’8% della cresci-tasaràorganica,ilrestante2%sa-rà legato ad altre acquisizioni –precisa Salzburger –. Generia-mo circa un miliardo di cashflow all’anno e in giro ci sonomolti marchi interessanti, in re-altà non abbiamo che l’imbaraz-

zo della scelta, sia per quanto ri-guarda le aziende sane che han-no però un problema dimensio-nale, sia per quanto concerneaziende con una bella storia edeibeiprodotti,machehannobi-sognodiunturnaround.»

Unadelleoperazionipiù inte-ressanti degli ultimi anni è stataquella di Napapijri, marchio na-to in Val d’Aosta e acquisito nel2004 che in circa otto anni Vf hatrasformato in brand globale,spingendo soprattutto sul retail.«Nel 2012 i marchi del gruppoavevano in totale 1.129 negozi, ilpiano prevede di arrivare a 1.775entro il 2017. Vans al momento èilbrandconpiùinsegne(354),se-guito da Timberland con 209,ma nei prossimi anni cerchere-mo di riequilibrare la situazionee per Napapijri, in particolare,stiamo cercando una location aMilano, mentre, sempre in città,il piccolo negozio Vans di corsodiPortaTicinesehaunapercen-tuale di sell out tra le più alte almondo»,conclude Salzburger.

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Salzburger: «Ogniannounmiliardodi cash flowperle acquisizioni»

ROLEX/CARLO BORLENGHISTILE+TENDENZELa«maschietta»porta lebretelleInquestastagioneprotagonista indiscussa èunamaschietta risolutacheporta lebretelle, ilparka dilamé, ipantaloni gessati:abitimascolini nella forma,quasimai nellasostanza.Eccoi lookdegli stilisti cheamanola «garçonne».

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Vela e lusso

PortoCervoospita imaxiper il trofeoRolex

Made in Italy. L’azienda ospite all’Itmf

Cancliniprodurràtessutiadhocperpiccole sartorie

Casualwear. Per il gruppo Usa nuovo quartier generale ecosostenibile a Milano

IlcolossoVfrafforzailpresidiodell’Italia

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In Montenapoleone sbarca il primo marchio con capitale cinese, in Porta Nuova l’albergo cinque stelle Palazzo Parigi

Aprono negozi e hotel, il lusso sfida la crisi

CRONACAMILANO ■ VI

VENERDÌ 6 SETTEMBRE 2013

la Repubblica

FRANCO VANNI

IL GARAGE a metà della via ab-bassa la serranda già a mezza-notte, un’ora prima della

chiusura. «Tenere aperto dopouna certa ora non è più sicuro»,tagliano corto in guardiola. «Anostra figlia di 17 anni imponia-mo di tornare a casa in taxi — rac-conta una residente al numero13 della via — io e mio maritoscendiamo ad aprirle il portone.Non è paranoia: fino a un anno faabitavamo in viale Monza ed era-vamo più tranquilli». Anche il ri-storante The Small, all’angolocon piazza Argentina, da temposegnala la situazione «completa-mente fuori controllo» già dopo

le 22. A imporre il coprifuoco aun’intera strada, via Paganini, è ilracket della prostituzione.

In centodieci metri le prosti-tute arrivano a essere anche ven-ti contemporaneamente. Cinesiper lo più, ma non solo. Alcunecompaiono già la mattina e ametà pomeriggio non di rado so-no già una decina. In pratica, ilmercato del sesso a pagamentoin via Paganini si ferma solo dal-le 6 alle 10 del mattino. «Per stra-da sono sudamericane, ragazzedell’Europa orientale, giovanicaraibiche e italiane — raccontaun ufficiale della polizia localeche lavora in zona — . Gli sfrutta-tori, almeno quelli che siamo riu-sciti a individuare, sono per lo

più bulgari, rumeni e italiani. Im-maginiamo ci siano anche cine-si, ma non si fanno vedere. Leprostitute cinesi sono infatti or-dinate in modo gerarchico e so-no le stesse donne più anziane acontrollare le più giovani».

L’ultimo episodio, quello cheha convinto i residenti a rivolger-si alle forze dell’ordine per chie-dere «interventi seri e definitivi»è accaduto nella notte fra lunedìe martedì scorsi. «Intorno all’u-na di notte abbiamo sentito di-verse ragazze urlare — raccontaun uomo che dalla finestra ha as-sistito alla scena — poi alle gridasi sono aggiunte le voci di alcuni,rumore di colpi di mazza, sgom-mate di auto. Poi altre urla, lanci-

nanti». La rissa fra sfruttatori èterminata con due accoltellati,diversi contusi e un fuggi fuggigenerale prima dell’arrivo dellevolanti. Nella notte fra mercoledìe ieri, intorno alle 2, altro episo-dio: una donna trascinata per icapelli dal suo aguzzino, l’inter-vento di un automobilista di pas-saggio, la fuga dell’aggressore apiedi verso corso Buenos Aires.

Fabiola Minoletti, presidentedel comitato di cittadini AbruzziPiccinni, attacca: «Nonostante lenostre segnalazioni a Comune eforze dell’ordine, la presenza diprostitute nella via non fa che au-mentare. L’aspetto più preoccu-pante, oltre all’evidente condi-zione di sfruttamento delle ra- Prostitute in strada. I residenti di via Paganini sono esasperati

Squillo, coltelli e risse tra sfruttatoricoprifuoco nella strada del sessoVia Paganini, appello dei residenti: “Abbiamo paura”

Il caso

LAURA ASNAGHI

SENZA feste e red carpert, a Milanohanno aperto i battenti due nuovi po-li del lusso. Il primo, in Montenapo-

leone, riguarda Giada, la boutique firmatada Claudio Silvestrin, l’archistar del mini-malismo. Il negozio nasce con capitale ci-nese (il proprietario è Mr. Yizheng Zhao,fondatore della Redstone) ma è italiano alcento per cento per quanto riguarda lo sti-le (la creativa è Rosanna Daolio) e la qualitàdei tessuti. Il secondo polo inaugurato ieri,non lontano dal Quadrilatero della moda,è l’hotel cinque stelle di corso di Porta Nuo-va 1. Si chiama Palazzo Parigi ed è un me-ga-albergo con 98 stanze, con tariffe chevanno dai 560 ai 1260 euro a notte. Per il2014, l’hotel avrà anche una spa di 1200metri quadrati e una terrazza panoramica

al decimo piano. L’hotel fa capo al gruppobrianzolo Giambelli, ha uno stile opulentocurato Pierre Yves Rochon, l’interior desi-gn che ha firmato il “decor” dell’hotelGeorge V di Parigi e del Savoy di Londra.

Nonostante la crisi, a Milano tutto ciòche ha a che fare con il lusso, la moda e il li-festyle continua a crescere. Una confermaviene anche dal nuovo polo “la Forgiatu-ra”, un’ex area industriale di 16.500 metriquadrati, in via Varesina, a ridosso di Villa-

pizzone, tornata a vivere grazie a un pro-getto di Pietro Guidobuono Cavalchini eStefano Sirolli, firmato dall’architetto Giu-seppe Tortato. Dei sette edifici che com-pongono quest’area, uno, gigantesco, è di-ventato il quartier generale della Vf, ovve-ro di un conglomerato di marchi dell’abbi-gliamento sportivo di cui fanno parte tra glialtri Timberland, Napapijri, Wrangler,Lee, Kipling, The north face, solo per citar-ne alcuni. Del progetto “la Forgiatura”,l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia DeCesaris ha detto: «È un esempio virtuoso diriqualificazione di un’ex area industrialeche conferma la propria destinazione pro-duttiva adeguandola a settori innovativi,come moda e design. Il tutto con un pro-getto rispettoso dell’ambiente e della salu-te della gente».

gazze, è proprio la crescente vio-lenza di chi gestisce il racket, cheterrorizza i residenti». Secondole informazioni in possesso dellapolizia locale, molte delle prosti-tute in strada in via Paganini so-no le stesse che decine di voltesono state allontanate da vialeAbruzzi, via Sansovino e via Vela.«Non c’è una ragione razionaleper cui ora si concentrano in viaPaganini — spiega l’ufficiale del-la polizia locale — . La concen-trazione è tale da pensare che glisfruttatori stiano sperimentan-do proprio lì una sorta di “via delsesso” per attrarre in poche deci-ne di metri il massimo numero diclienti».

STILE MINIMAL E ORIENTE

In Montenapoleone il primonegozio con capitale è cinese

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Molte ragazze sisono trasferite quiperché allontanateda viale Abruzzi

Non solo vetrine in pienocentro: in un’ex fabbricaa Villapizzone il nuovoquartier generale di Vf