La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio in chiave generazionale

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1 © 2015 Ipsos. LA PERCEZIONE DELLA VIOLENZA DI GENERE IN ITALIA: una tipologia di approccio in chiave generazionale ROSA SHOCKING 2 violenza e stereotipi di genere: generazioni a confronto e prevenzione Roma, 17 novembre 2015

Transcript of La percezione della violenza di genere in Italia: una tipologia di approccio in chiave generazionale

1 © 2015 Ipsos.

LA PERCEZIONE DELLA

VIOLENZA DI GENERE IN

ITALIA:

una tipologia di approccio in

chiave generazionale

ROSA SHOCKING 2

violenza e stereotipi di genere:

generazioni a confronto e prevenzione

Roma, 17 novembre 2015

2 © 2015 Ipsos.

FASE QUANTITATIVA L’INDAGINE DEL 2014 HA FOTOGRAFATO UN’ ITALIA

ANCORA PARZIALMENTE ANCORATA A LUOGHI COMUNI, SPECIE IN RELAZIONE AI RAPPORTI TRA

UOMINI E DONNE. QUEST’ANNO SI È VOLUTO FARE UN PASSO AVANTI. SI È VOLUTO ENTRARE IN QUESTO QUADRO GENERALE DI ANCORAGGIO AI LUOGHI

COMUNI PER OSSERVARNE LE DIVERSE SFUMATURE IN UN’OTTICA GENERAZIONALE.

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La violenza domestica è spesso frutto del fatto che le donne a

volte sono esasperanti

Per evitare di subire violenza le donne non dovrebbero indossare

abiti provocanti

Ogni tanto gli uomini diventano violenti per il troppo di amore nei

confronti di una donna

Se un uomo viene tradito è normale che si arrabbi anche al punto

di diventare violento

Se una donna viene picchiata dal marito, dovrebbe provare a

trovare una forma privata per chiarire e sistemare le cose prima di

denunciarlo

La violenza domestica è spesso frutto di un raptus momentaneo

dell'uomo

Quello che succede in una coppia non deve interessare agli altri

Se una donna che viene picchiata non lascia il marito, in fondo se

verrà picchiata di nuovo sarà anche colpa sua

I casi di violenza domestica dovrebbero prima di tutto essere

affrontati all'interno della famiglia

Se sento i miei vicini litigare non intervengo per non essere

indiscreto

Un uomo cresciuto in una famiglia violenta sarà probabilmente un

marito violento

Se una donna viene picchiata dal marito, dovrebbe lasciarlo

GRADO DI ACCORDO

PER CIASCUNO

DELLE

SEGUENTI

AFFERMAZIONI

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UNO SGUARDO GENERAZIONALE

È trasversale al tema

generazionale il fatto che

se una donna viene

picchiata dal marito

allora deve lasciarlo

L’ereditarietà della

violenza famigliare è una

convinzione che cresce

con l’aumentare dell’età

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I giovani sembrano

leggermente

enfatizzare la

necessità di

privacy riguardo

agli episodi di

violenza all’interno

della coppia

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I giovani sembrano poi

enfatizzare l’aspetto

istintivo legato alla

violenza, soprattutto in

seguito a quello che

viene percepito come

una provocazione

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Un ruolo più attivo

della donna è

invece

riconosciuto

soprattutto dai più

anziani, seppur

sempre all’interno

della cerchia

famigliare

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Dalle risposte fornite a tutti i 12

atteggiamenti sono stati creati 3 sottogruppi:

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FASE QUALITATIVA LA FASE QUALITATIVA AVEVA LO SCOPO DI

INDAGARE APPROFONDITAMENTE LA PROSPETTIVA INDIVIDUALE SULL’ARGOMENTO.

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Dalla parte delle donne senza se e

senza ma

1 donna di 56 anni

1 donna di 27 anni

1 uomo di 63 anni

Tra moglie e marito non

mettere il dito

1 donna di 47 anni

1 donna di 35 anni

1 uomo di 44 anni

Il maschio inconsapevole

1 donna di 57 anni

1 uomo di 40 anni

1 uomo di 30 anni

PER DARE UNA

MAGGIOR PROFONDITÀ

INTERPRETATIVA A

CIASCUNO DEI 3 GRUPPI INDIVIDUATI,

SOPRATTUTTO IN

CHIAVE DI DIFFERENZE

GENERAZIONALI, SONO STATI REALIZZATI 11

COLLOQUI INDIVIDUALI

DELLA DURATA DI

CIRCA UN’ORA CIASCUNO

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PREMESSA AGLI ATTEGGIAMENTI DEI PROFILI

• L’atteggiamento nei confronti della violenza di genere è intrinsecamente

connesso alla maggiore o minore accettazione del fatto che il ruolo dell’uomo

e della donna sono cambiati e non si ispirano più a modelli tradizionali

• Non c’è più, almeno idealmente, un modello unico cui ispirarsi e che diventa

un contenitore rassicurante, un mondo di regole comportamentali che

determinano ciò che è giusto o ingiusto

• I ruoli sono più fluidi

…. SU QUESTO SFONDO

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C’E’ UN TEMA GENERAZIONALE

• I PIÙ MATURI tendono ad agire un modello relazionale più fusionale, che si

ispira ad un modello genitoriale

• Un partner uomo che svolge un accudimento di tipo paterno

• Una partner donna che accudisce sul piano pratico

• I PIÙ GIOVANI si muovono in un’ottica di maggiore autonomia soggettiva

• Per lo più ritengono superata la questione «di genere», considerandolo

un tema del passato il tema riemerge solo in alcuni soggetti in una

prospettiva revanscista

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C’E’ UN TEMA DI GENERE

• Gli UOMINI sono i soggetti più in crisi, come peraltro recita una vasta

letteratura sull’argomento

• I più consapevoli vedono questo cambiamento come un’opportunità

per giocare un ruolo diverso, per uscire dallo stereotipo del maschio

forte e potere così finalmente giocare le proprie parti più femminili

• I meno consapevoli si sentono spaesati e defraudati del loro ruolo di

dominus all’interno della relazione

• Le DONNE sono quelle che hanno (e tuttora stanno) «guadagnato posizioni»

• In alcune è ancora presente il dubbio che sia conveniente appropriarsi

di un ruolo più proattivo/maschile

“Come se già non bastasse essere moglie, madre e lavoratrice…..”

14 © 2015 Ipsos. Qualcuno volò sul nido del cuculo

«L’UNICA COSA ALLA QUALE POSSA VERAMENTE

PENSARE È LA MERA ESISTENZA DELLA MIA VITA CON

O SENZA MIA MOGLIE.

IN TERMINI DI RAPPORTI UMANI LA GIUSTA POSIZIONE

DI UNA PERSONA AD UN’ALTRA, LA FORMA E IL

CONTENUTO. IO NON PARLO SOLO DEL RAPPORTO

CON MIA MOGLIE MA DELLA MIA VITA»

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DALLA PARTE DELLE DONNE SENZA SE E SENZA MA

Un gruppo in cui è fondata la profonda convinzione che LA RELAZIONE

UOMO-DONNA DEBBA ESSERE NUTRIMENTO DEI SOGGETTI che formano la

coppia. La relazione è un arricchimento reciproco ed è un mutuo sostegno ai bisogni dell’altro un modello femminile nuovo, evoluto è

visto come stimolo e arricchimento della relazione di coppia

• I GIOVANI UOMINI si sentono rassicurati dal potere esprimere

anche una sensibilità più femminile

• Le GIOVANI DONNE percepiscono che il loro equilibrio come

persone rappresenta la chiave per l’instaurarsi di una buona

relazione

• Gli UOMINI MATURI vivono questo nuovo modello come una

possibilità di apprendimento relazionale

• Le DONNE MATURE vivono questo ruolo come conquista, da

rinforzare e sostenere giorno per giorno

“la donna per me è affetto,

disponibilità, una presenza

che ti fa star bene, ti aiuta nei momenti difficili, ti consiglia, ti guida nelle decisioni importanti… è una donna oggi carismatica,

decisa, che sa quel che vuole… e l’uomo non è più come prima, l’Autorità… oggi conta saperla coccolare, farla sentire importante, e anche

difenderla ma senza

morbosità”

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DALLA PARTE DELLE DONNE SENZA SE E SENZA MA

Un profilo che NON HA DUBBI SULLA NECESSITÀ DI DEPRECARE LA

VIOLENZA, soprattutto all’interno delle relazioni e cioè quando ad essere

coinvolto è l’ «oggetto di amore»

La violenza –sia fisica che psicologica- è prevaricazione e dunque

in NETTA CONTRADDIZIONE CON L’IDEA DI UNA RELAZIONE DI

SCAMBIO FRUTTUOSA e di crescita dei soggetti coinvolti

Senza dubbio, si STA DALLA PARTE DELLA VITTIMA e si condanna chi non

riesce a mettere in atto un comportamento relazionale più adulto,

articolato e davvero di amore

“io sono contro la violenza, contro la guerra come

principio…e soprattutto trovo assurdo quelli che ammazzano la moglie e dicono che l’han fatto per amore… una

cosa paradossale far del male a chi ami, chi è amato si aspetta solo amore e non di essere menato”

17 © 2015 Ipsos. Pomodori verdi fritti alla fermata del treno

«SE TU MI VUOI BENE,

SE TU MI SEI AMICA

TI VOLTI E TE NE VAI

IMMEDIATAMENTE»

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FRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO

Un profilo in cui è molto SENTITA E VALORIZZATA LA DIMENSIONE PRIVATA

DELLA RELAZIONE, in un’accezione quasi di segreto

a soggettività è ciò che più importa nella relazione uomo-donna e

questo è il motivo per cui in questo target la differenza generazionale è

sfumata

Un profilo che ragiona ancora in termini di genere e che rivela una

frattura fra

• La PARTE RAZIONALE/SOCIALE CHE DEPRECA LA FISSITÀ DEI

RUOLI

• La parte PIÙ EMOTIVA CHE È ANCORA SALDAMENTE LEGATA A

UNO SCHEMA DI RELAZIONE UOMO-DONNA PIÙ TRADIZIONALE

La contrattazione, la mediazione sono il mantra della relazione

• non esiste in sé un comportamento inaccettabile, esiste una misura, un limite di tolleranza che la coppia stessa si dà

• va da sé che nessun esterno in questo contesto ha il diritto di

prendere una posizione rispetto alle regole che la coppia ha

condiviso al suo interno

“l’amore vero, puro, è quello che nasce a 15 o 16 anni e dura tutta la vita dove oggi per fortuna uomo e donna hanno pari ruolo, perché è giusto che

la donna abbia tutta la sua autonomia decisionale… anche se nella coppia c’è sempre un leader e questo per me deve essere l’uomo… la donna è consigliera ma

l’uomo può a volte anche fare a meno del consiglio”

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FRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL DITO

Rispetto alla CONDANNA O ALL’ACCETTAZIONE DELLA VIOLENZA NON SI

HA UNA POSIZIONE APRIORISTICA dunque, ma è la misura ad entrare in

gioco ancora più del comportamento in sé

Si ritengono non accettabili gli atti di violenza «vera» ed estrema

Ma gli altri tipi di violenza –sia fisica che piscologica- sono elementi

troppo soggettivi, nei quali non è bene ingerirsi: SOLO CHI È

ALL’INTERNO DELLA RELAZIONE CONOSCE LA SOGLIA DI

SOPPORTAZIONE

E inoltre, l’ingerenza da parte di un esterno rischia di «peggiorare» la

situazione

“forse la nuova donna non

piace a tutti i maschi, non hanno più la loro placida pallina antistress con cui potevano giocherellare tornati a casa dal lavoro, non sono più visti come un Dio, e allora cresce la violenza sulle

donne… ma anche le donne sanno usare la violenza, quella psicologica… e non è sempre lei a soccombere, perché le parole, le offese, le denigrazioni possono far più male delle botte… e certe

volte l’uomo fa bene a intervenire anche duramente per contenere certi errori della moglie che non sempre è capace di fare quello che vorrebbe esser capace di fare

20 © 2015 Ipsos. La ragazza del lago

«L’ASSASSINO LA

RAGAZZA LO

CONOSCEVA, SI

FIDAVA.

NON PRENDETEMI PER

PAZZO MA FORSE

ANNA POTEVA ESSERE

D’ACCORDO CON CHI

LA UCCIDEVA»

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IL MASCHIO INCOLPEVOLE

Al di là del genere e al di là della generazione, in questo profilo il nuovo

femminile non è stato sedimentato e l’accettazione è lungi da venire

Il GENERE È CIÒ CHE GUIDA OGNI DISCORSO anche a livello verbale

parlano di maschi e femmine che hanno ambiti emotivi, comportamenti

e quindi ruoli molto distinti

Un profilo che ritiene possibile l’interazione fra i sessi solo se ciascuno

rimane nel proprio ambito e riesce ad esprimersi all’interno degli

stereotipi di genere, ossia:

• La DONNE, il soggetto debole, la parte accogliente della

coppia, colei che deve sapere contenere le intemperanze del

marito

• L’UOMO, il dominus, governa e tiene sotto controllo la famiglia

e la coppia

Il «NUOVO FEMMINILE» è vissuto in modo critico da tutti:

• Le donne si sentono delegittimate nel loro ruolo e non

capiscono il desiderio di «invadere» un territorio maschile

• Gli uomini si sentono detronizzati e quindi in qualche misura

giustificati a reagire.

“a me va bene la

donna indipendente

però allora non deve

approfittarsi dell’essere

donna e chiedere

all’uomo di fare il

cavaliere e offrire da

bere… se vuoi la parità

pagati da bere tu”

“adesso le donne si

sentono superiori a noi,

intoccabili… ma io dico

che oggi non si difende

l’uomo con lo stesso

peso con cui si difende

la donna… ad esempio

perché se ci si separa

deve esser sempre lei a

tenersi casa e figli?”

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IL MASCHIO INCOLPEVOLE

Riguardo alla violenza, L’ATTEGGIAMENTO È DI PROFONDA GIUSTIFICAZIONE

anche perché viene sempre inserita in una dinamica di colpevolizzazione-

discolpa, di azione-reazione e comunque sempre scatenata da

comportamenti inopportuni della donna

• Dai litigi per il «controllo del territorio» nella coppia

• Alla violenza psicologica –prettamente femminile- che l’una

esercita sull’altro

• All’incapacità di reagire delle donne, vista dalle donne come

un atto di debolezza (o forse di complicità?) che è giusto sia

punita

L’unica violenza inaccettabile è quella reiterata, intenzionale

/premeditata e tesa a FAR MALE DAVVERO

“la violenza può essere perdonabile: ad esempio il marito esasperato dal tradimento che molla due sberloni o lei che va in giro mezza nuda e bevuta alle 4 del mattino dopo la

discoteca e si trova il magrebino abituato solo a donne velate che le salta addosso, dico che se l’è cercata” “se stai con uno che ti

mena e continui a starci assieme vuol dire che ti piace cosi e allora son cavoli tuoi”

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LA COMUNICAZIONE

• Se i primi due profili considerano doveroso parlare di violenza

di genere, ritengono che sia un FENOMENO IN AUMENTO,

ascrivibile a una crisi di ruolo che il «maschio» non riesce più a

gestire e invocano un modo di comunicare sulla questione

che sia più EDUCATIVO E MENO DA SCOOP GIORNALISTICO

• Il terzo profilo ha un approccio opposto: innanzitutto si ritiene

che si tratti di un argomento affrontato solo «pro domo media»

-in fondo gli atti di violenza ci sono sempre stati e si ritiene

inopportuno offrire ad essi un palcoscenico. MA IN PIÙ, SI

RITIENE CHE LA DIFESA DELLA DONNA SIA ECCESSIVA: in fondo

non sono più soggetti così deboli

“è giusto che i media ne parlino, dovrebbero farlo di più, serve a fare crescere una coscienza civile… dovrebbero però cercare di parlare e di indagare di più sulle cause di questo fenomeno e fare meno gossip e morbosità del singolo episodio”

“oggi ‘sta storia della

violenza alle donne è

pompata dai media, ma

prima succedeva lo stesso,

oggi poi loro vanno in giro

meno vestite e ci stanno più

immigrati…”

“se ne parla tanto perché

c’è una lobby delle donne

che non c’è per gli uomini…

ma oggi le donne sono pari

a noi, sanno difendersi da

sole, non hanno bisogno di

queste cose”

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GRAZIE

Nando Pagnoncelli Presidente Ipsos

[email protected]

Chiara Berardi Direttore di Ricerca UU

[email protected]