La percezione del welfare nel territorio della Asl di Lecco · sondare operatori so iali e sindai...

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Indagine rivolta a sindaci e operatori sociali a cura del Dipartimento Dipendenze ASL Lecco - Gennaio 2013 La percezione del welfare nel territorio della Asl di Lecco

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Indagine rivolta a sindaci e operatori sociali

a cura del Dipartimento Dipendenze

ASL Lecco - Gennaio 2013

La percezione del welfare nel territorio della Asl di Lecco

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ASL di Lecco - Gennaio 2013

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LA PERCEZIONE DEL WELFARE NEL TERRITORIO DELLA ASL DI LECCO

I RISULTATI a cura del

DIPARTIMENTO DIPENDENZE

CONTRIBUTI

Direzione Sociale ASL di Lecco

Osservatorio Dipendenze ASL di Lecco

Servizio Famiglia ASL di Lecco

Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci della Provincia di Lecco

CNR

Hanno collaborato

Agostoni Costanza, Castellani Angelo, Corrado Giulio, Fogliato Elisa, Fumagalli

Miriam, Goggia Giovanna, Marabelli Sandra, Mazzoleni Giorgio, Montebello

Roberta, Pellegrini Carlo, Riboldi Franco, Rovida Damaris, Stucchi Giovanna, Zelano

Giovanni

Stesura degli Atti a cura di Franco Riboldi, con la collaborazione di Carlo Pellegrini e

Lorenzo Tavani.

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La Regione Lombardia fonda la propria identità e il proprio modello di governo sulla sussidiarietà, come metodo di comportamento e regola da perseguire attraverso la semplificazione, la capacità di fare rete con il territorio …. Le competenze di natura gestionale, in una prospettiva sussidiaria, sono conferite ai livelli istituzionali e ai soggetti (anche privati) più vicini ai bisogni da soddisfare e in grado di farlo con maggiore economicità ed efficienza.... (Libro Verde, Regione Lombardia 2010)

Il passaggio dalla centralità della gestione amministrativa alla programmazione e interazione con il territorio permette di ridare centralità alla persona ed alla sua responsabilità. Nel programmare un Welfare così connotato, Regione Lombardia pone al centro i bisogni della persona e della famiglia, per attorno a questi disegnare e coordinare politiche integrate che promuovano lo sviluppo di opportunità con il concorso di una pluralità di soggetti e attori sociali, in primo luogo la stessa famiglia. ( Libro Bianco, Regione Lombardia 2011)

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PREMESSA Introduco con piacere i risultati di questa indagine sul welfare locale, che l’ASL di Lecco ha promosso nell’anno appena trascorso. La grande disponibilità dei sindaci e degli operatori sociali nel partecipare all’iniziativa è un segno evidente del comune interesse a confrontarsi sulla questione, a interrogarsi sui bisogni della popolazione e soprattutto sulle risposte più adeguate per soddisfarli. Fare ricerca nel sociale, in tempi come questi, può sembrare un lusso per una ASL. In realtà il progetto di riforma del welfare, che Regione Lombardia sta sostenendo, impone una lettura attenta, scrupolosa, dei problemi locali e di come li si sta affrontando. Nel sostanziale cambio di rotta di questa riforma, centrato sul passaggio dall’offerta alla domanda, lo sforzo maggiore che dobbiamo fare è proprio nella lettura e nell’interpretazione dei bisogni. Non serve a nulla pianificare servizi sulla base di tradizioni, convinzioni o presunzioni. E’ necessario capire ciò che serve realmente al territorio, alle persone che vi abitano, alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ai disabili, ai malati. Così, quando il Dipartimento per le Dipendenze ha presentato l’intenzione di sondare operatori sociali e sindaci in merito alle tematiche della droga e dell’alcol, mi è sembrato opportuno non perdere l’occasione per raccogliere altre informazioni da questi osservatori privilegiati. Chi meglio di questi soggetti è in grado di valutare le evoluzioni dei fenomeni sociali e l’impatto che hanno i servizi sui bisogni della gente? Certo il questionario è stato impostato in modo del tutto originale per indagare le percezioni, ma non per questo viene distorto il dato di realtà, anzi sono spesso le percezioni, il modo come si pensa, le reazioni emotive che si creano davanti ai problemi, le vere molle che spingono ad agire e a fare interventi. L’elaborazione di questi dati è stata fatta con l’intento non solo di mettere in risalto criticità e differenze di opinioni, ma anche per colmare eventuali vuoti informativi e soprattutto per stimolare alla riflessione. L’invito quindi, per chiunque operi nel sociale, è quello di prendere in mano seriamente questo materiale e di utilizzarlo come strumento di lavoro. Non è solo la restituzione formale e dovuta di un questionario, è anche un modo per aggiornarsi e sviluppare nuove idee. E’ soprattutto di queste che c’è bisogno oggi per produrre benessere e migliore qualità di vita.

Massimo Giupponi Direttore Sociale della ASL di Lecco

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INTRODUZIONE Il presente lavoro è l’analisi dei dati raccolti con l’indagine “La percezione del welfare nel nostro territorio: problematicità e risorse. Il punto di vista degli amministratori locali e degli operatori sociali”. Tale indagine, promossa dal Dipartimento Dipendenze della ASL di Lecco in collaborazione con il Centro Nazionale Ricerche (CNR), si è svolta nel periodo maggio-giugno 2012. Obiettivo iniziale dello studio era quello di indagare la problematicità del consumo di sostanze, i fattori di rischio e l’adeguatezza degli interventi di prevenzione in atto nel territorio secondo la percezione degli amministratori e degli operatori sociali dei Comuni; tema collegato con il corso di formazione per gli Amministratori sulla prevenzione del disagio giovanile (promosso sempre dal Dipartimento Dipendenze) e realizzato nel periodo ottobre-novembre 2012. Recependo le indicazioni della Direzione Sociale della ASL, l’indagine è stata estesa ad altri aspetti del welfare locale. Si è colta così l’occasione per sondare, attraverso la percezione di importanti “testimoni privilegiati”, il livello di criticità e l’adeguatezza degli interventi in atto circa i problemi sociali più significativi presenti nella provincia di Lecco. Obiettivi

Conoscere le percezioni degli amministratori e degli operatori sociali sulla presenza e l’entità nel territorio di criticità sociali per orientare specifici interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a partire dai bisogni

Confrontare il percepito con i dati e le evidenze di cui si è in possesso, soprattutto per individuare eventuali aree di sommerso

Valutare l’efficacia percepita degli interventi già in atto. Contenuti e Metodi Per realizzare l’indagine si è utilizzato un questionario anonimo compilato online nell’apposito link predisposto dal CNR. Ad ogni Comune è stato richiesto di compilare 2 questionari, uno da parte di un operatore dei Servizi Sociali e uno da parte del Sindaco (o, eventualmente da un suo delegato). In sede di presentazione (avvenuta tramite lettere inviata dal Direttore Generale della ASL) si è sottolineata l’importanza della compilazione distinta dei due questionari, con le percezioni di entrambe le parti (tecnica e politica), dato il diverso angolo di visuale del compilatore. Il questionario proposto è articolato in 3 sezioni:

problematicità

adeguatezza dei servizi e delle risorse

prevenzione, contrasto, sostegno

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Per ogni sezione si è indagata la percezione del compilatore nei confronti di situazioni problematiche, servizi e interventi locali, mediante una scala valutativa da 1 a 100, suddivisa in 5 gradi in base al punteggio: nullo = 0; basso = 5 – 25; medio = 30 – 50; alto = 55 – 75; elevatissimo = 80 – 100. La percezione indagata non rappresenta il dato reale, bensì l’interpretazione soggettiva della realtà, l’opinione che la persona si crea con l’esperienza, il contatto concreto con le situazioni, le informazioni che riceve. Spesso la percezione anticipa il dato di realtà, lo integra, lo rielabora. Altre volte lo sostituisce, ne prende il posto (da qui l’offerta di soluzioni senza partire dal bisogno). E’ un oggetto di analisi incredibilmente utile in campo sociale, esplorando non solo le competenze ma anche la dimensione umana, la vicinanza affettiva alla questione, la motivazione a cercare risposte. Partecipanti Hanno aderito all’iniziativa la quasi totalità dei comuni della Provincia di Lecco (86 su 88: l’Unione dei Comuni lombarda della Valletta è stata considerata come un unico Comune).

I sindaci che hanno risposto al questionario sono stati 73 (83% del totale). Il 12% ha un’età compresa nella fascia 30-39 anni, il 32% in quella 40-49 anni, il 30% in quella 50-59 anni e il 26 % in quella superiore ai 59 anni. Rispetto al titolo di studio il 5% dei sindaci ha il diploma di media inferiore, il 7% di qualifica superiore ( 3 anni), il 53% di maturità, il 4% di laurea breve (3 anni), il 30% di laurea e il 12% non ha risposto. Gli operatori sociali che hanno risposto al questionario sono stati 70 (81,4 % del totale). Il 20% ha un’età compresa nella fascia 20-29 anni, il 44% in quella 30-39 anni, il 16% in quella 40-49 anni, il 19% in quella 50-59 anni e l’1 % in quella superiore ai 59 anni. Rispetto al titolo di studio il 3% degli operatori sociali ha il diploma di maturità, il 77% di laurea breve (3 anni) e il 20% di laurea.

Distretto ASL

Comuni totali

Comuni partecipanti

Sindaci Operatori sociali

Bellano 32 30 27 22

Lecco 32 32 25 28

Merate 24 24 21 20

tot. 88 86 73 70

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Presentazione dei dati Nell’elaborazione dei dati si è cercato di interpretare la percezione degli intervistati mettendola a confronto con il dato di realtà. Ciò al fine di rendere questa presentazione non solo l’esito di un questionario ma uno strumento per riflettere sulle proprie conoscenze e approfondire le problematiche welfare del proprio territorio. I dati raccolti sono sintetizzati e rappresentati attraverso due grafici per ogni item esaminato. Nel primo grafico viene messo a confronto il grado di percezione dei sindaci con quello degli operatori sociali, mentre nel secondo è raffigurato il punteggio medio delle percezioni, di entrambi i gruppi intervistati, distinto per distretto (Bellano, Lecco, Merate). Il confronto tra “politico” e “tecnico” è una costante quotidiana del lavoro nel sociale, dove ideali, valori e rappresentanze partitiche devono necessariamente confrontarsi con la concretezza dell’operare. L’analisi del fattore geografico approfondisce ulteriormente tale confronto focalizzandolo attraverso la lente della realtà locale. Un modo per contestualizzare meglio la percezione sui problemi e sulle riposte che a questi vengono date. (N.B.: i dati del primo grafico sono lievemente arrotondati per difetto o per eccesso).

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Prima sezione PROBLEMATICITA’

Nelle politiche di welfare i veri protagonisti sono quanti vivono a stretto contatto con i bisogni della gente e sono chiamati in prima battuta a dare risposte. In questa sezione iniziale del questionario si sono indagate le principali difficoltà di carattere sociale che affrontano oggi amministratori e tecnici degli Enti Locali. Due domande esplorano la loro percezione di problematicità attraverso visuali differenti: da un lato passando in rassegna un lungo elenco di criticità, vecchie e nuove, ampiamente riconosciute come tali a livello regionale e nazionale; dall’altro focalizzando l’attenzione sulle età o le condizioni di vita con maggiore complessità di bisogno e maggiori ripercussioni negative sul vissuto familiare. E’ una ricognizione su fronti diversi, ma complementari, del vivere sociale per valutare il disagio percepito nel proprio territorio e confrontarlo con il dato di realtà.

PRIMA DOMANDA

Ritiene che nel suo Comune i fenomeni sotto indicati rappresentino attualmente un problema ed, eventualmente, di quale livello di problematicità?

1. Abbandono scolastico 11. Disagio mentale

2. Immigrazione 12. Altre dipendenze non da sostanza

3. Disoccupazione 13. Incidenti stradali sotto effetto di alcol e/o stupefacenti

4. Alcolismo 14. Prostituzione

5. Suicidi/tentati suicidi 15. Spaccio di sostanze stupefacenti

6. Criminalità 16. Nuove povertà

7. Incidenti sul lavoro 17. Diffusione della tossicodipendenza

8. Vandalismo giovanile 18. Consumo di stupefacenti tra giovani non tossicodipendenti

9. Zone abitative di marginalità 19. Consumo di alcol tra giovani non alcoldipendenti

10. Diffusione del gioco d’azzardo

Possibili risposte:

- Non esiste

- Non ne ho notizia - Esiste, ad un livello di problematicità: nulla, bassa, media, alta, elevatissima (nulla: 0 bassa: 5-25 media: 30-50 alta: 55-75 elevatissima: 80-100 )

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1. Abbandono scolastico Il fenomeno dell’abbandono scolastico comporta una carenza delle competenze di base per una piena partecipazione nella società. Rappresenta un significativo “fattore di rischio” per molte espressioni di disagio sociale (tossicodipendenza, alcoldipendenza, delinquenza minorile …).

I dati del questionario evidenziano una percezione del problema molto più sentita negli operatori sociali rispetto ai sindaci. Ben il 78 % degli amministratori locali considera nulla o bassa questa problematica che nel territorio lecchese non è affatto di scarsa entità : il 14,4 % degli studenti delle scuole superiori lecchesi non termina il ciclo di studi prescelto (una percentuale elevata, ma inferiore alla media nazionale che nel 2011 sfiora il 21%). Riferisce di non aver notizia del fenomeno il 12 % dei sindaci e il 30 % degli operatori sociali, con un tasso di disinformazione significativamente più alto nel distretto di Bellano. Analizzando i dati per distretto si rileva, per quanto riguarda gli operatori Sociali, una maggior sensibilizzazione ai bisogni della popolazione in formazione nel Distretto di Lecco. Per quanto riguarda invece i sindaci è il Distretto di Merate quello dove il problema è maggiormente sentito. 2. Immigrazione E’ questo un fenomeno che pone il territorio costantemente di fronte a bisogni nuovi e complessi (accoglienza, accompagnamento, sistemazione abitativa, inserimento lavorativo, integrazione …), mettendolo fortemente alla prova nelle sue capacità di adattamento e di risoluzione dei problemi. Non si rilevano significative divergenze di percezione tra sindaci e operatori sociali rispetto a tale problema, collocato dagli intervistati tra quelli a gravità medio-elevata. Bassissime le percentuali dei disinformati al riguardo.

0%

14%

30%35%

2%

19%30%

48%

7%1% 1%

12%

Abbandono scolasticoProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

14

23

17

7

13

20

Bellano

Lecco

Merate

Abbandono scolasticoPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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Il dato di realtà conferma il grado di percezione, connotandosi la provincia di Lecco tra le province lombarde con più alto tasso immigratorio (8,1 %, 2011). Rispetto alla diversificazione territoriale c’è una lieve prevalenza del distretto di Merate rispetto a quello di Lecco nel percepire una maggior problematicità. Ciò coincide con un più alto tasso immigratorio in tale distretto (8,7%) rispetto alla media provinciale.

3. Disoccupazione Il fenomeno riguarda tanto la popolazione adulta quanto quella giovanile con gravi ripercussioni sulle prospettive future e sullo stile di vita, specie dei giovani. La mancanza di ruolo, l’insicurezza economica, la perdita di autostima si traducono spesso in disinvestimento, apatia, isolamento sociale, rifugio nell’alcol o nella droga.

Analizzando i dati del questionario emerge una percezione di problematicità di grado elevato in entrambi i gruppi di intervistati , anche se una quota non indifferente di sindaci (29%) ritiene il fenomeno di lieve entità. Anche il dato di

7%16%

30% 31%

16%

0%

12%

22%

35%

18%11%

2%

ImmigrazioneProblematicità percepita

Operatori sociali Sindaci

34

52

60

28

49

50

Bellano

Lecco

Merate

ImmigrazionePunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

2%6%

30% 30% 28%

4%2%

29% 27%31%

11%

0%

Disoccupazione Problematicità percepita

operatori sociali sindaci

53

63

72

32

52

60

Bellano

Lecco

Merate

DisoccupazionePunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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realtà tende a smorzare le preoccupazioni locali, visto che il tasso di disoccupazione nella provincia lecchese riferito al 2011 è di 5,6, con una media nazionale del 9,6 %. Incoraggiante è pure la disoccupazione giovanile che, a fronte di una dato nazionale del 32,6%, si colloca su valori decisamente meno alti (20,9%, ISTAT 2011). Resta il fatto che uno su cinque dei giovani lecchesi tra i 15 e i 24 anni risulta disoccupato. Il livello di informazione al riguardo appare adeguato per tutti i sindaci e per quasi tutti gli operatori sociali. Il Distretto dove la problematicità è più avvertita sia da parte degli operatori sociali che dei sindaci è il distretto di Merate. Seguono nell’ordine il distretto di Lecco e quello di Bellano .

4. Alcolismo Le gravi forme di dipendenza associate all’assunzione di bevande alcoliche si ripercuotono pesantemente tanto sulla sfera psicofisica della persona quanto su quella sociale e familiare. Sono spesso espressioni di un disagio ad origine multifattoriale.

Al riguardo c’è una sostanziale convergenza di percezione in entrambi i gruppi intervistati: il fenomeno è avvertito prevalentemente come un problema di gravità medio- alta sia dai sindaci come dagli operatori sociali. E’ comunque discreta anche la percentuale di amministratori e tecnici che attribuiscono all’alcolismo una problematicità minore. Il 7% dei sindaci e l’11% degli operatori sociali non ha notizie in merito alla sua diffusione nel territorio. Importante indicatore della realtà locale sono i servizi specialistici di riferimento per gli alcolisti (Servizio Alcologia di Lecco e Sert di Merate) che nel 2011 hanno seguito complessivamente 425 pazienti. Da rilevare che le persone effettivamente affette da tale dipendenza sono sicuramente di più nel territorio, vista la tendenza di tale patologia a restare molto a lungo nel “sommerso” (stime nazionali attribuiscono un rapporto di 1 a 10 tra pazienti seguiti

0%

37% 38%

14%

4% 7%3%

28%33%

19%

6%11%

AlcolismoProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

60

33

40

40

39

34

Bellano

Lecco

Merate

AlcolismoPunteggio medio delle percezioni per

distretto

sindaci operatori

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dai servizi e alcolisti del sommerso). Rispetto alla localizzazione territoriale, mentre per i sindaci non si rilevano sostanziali differenze di percezione, per gli operatori sociali si osserva una significativa maggior percezione di problematicità nel distretto di Bellano, rispetto agli altri due distretti.

5. Suicidi/tentati suicidi Questa tipologia di eventi è spesso la conseguenza di problematiche di vario genere (disagio mentale, alcol dipendenza, tossicodipendenza, malattie croniche invalidanti, problemi finanziari, separazioni affettive, isolamento sociale ….). Gesti estremi che sottintendono estreme richieste d’aiuto.

Al riguardo c’è un’alta percentuale di intervistati, in entrambe le categorie, che percepisce il problema inesistente o di lieve entità. Peraltro, nella provincia lecchese, il numero di suicidi per 100.000 residenti è di 6,2 (ISTAT 2010), superiore alla media delle province lombarde ( 5 suicidi x 100.000 abitanti). Il numero di TS provinciale (5,3 TS x 100.000 abitanti) è invece inferiore alla media lombarda ( 5,9 TS x 100.000 abitanti), ove però si consideri che quest’ultimo evento viene segnalato con minor scrupolosità (le statistiche stimano 8 - 25 tentati suicidi per ogni suicidio portato a termine). Fa riflettere la consistente quota di operatori sociali (36%) che non è a conoscenza del problema. In riferimento alla localizzazione territoriale non si rilevano significative differenze di percezione tra distretti, ove si escluda una maggior percezione di problematicità negli operatori sociali del distretto di Bellano. 6. Criminalità I comportamenti delittuosi riconoscono alla loro origine ragioni ambientali , socio-economiche, psicopatologiche, educative, culturali. Esprimono per lo più segnali di disattenzione del territorio, richiamandolo a non delegare totalmente questo problema alle forze dell’ordine e agli organi di giustizia.

7%

47%

8%2% 0%

36%

22%

50%

8%2% 3%

15%

Suicidi/tentati suicidi Problematicità percepita

operatori sociali sindaci

20

15

11

11

14

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Bellano

Lecco

Merate

Suicidi/Tentati suicidiPunteggio medio delle percezioni per

distretto

sindaci operatori

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Rispetto a tali comportamenti si ravvisa una leggera prevalenza degli operatori sociali nel percepirne la gravità, anche se una grossa quota di intervistati (57% dei sindaci e 41% degli operatori sociali) non li riconosce affatto come aspetti preoccupanti del vivere sociale. Non hanno notizie al riguardo il 4 % dei sindaci e il 14 % degli operatori sociali. Peraltro la loro diffusione nella provincia lecchese non è irrilevante: nel 2011 nella provincia di Lecco si sono registrate 12.122 denunce per reato, in pratica 3564 reati per 100.000 abitanti (fonte Ministero dell’Interno). Un certo incremento rispetto agli anni precedenti si è evidenziato in merito alla cosiddetta “criminalità predatoria”: furti in appartamento, furti di automobili, furti in negozi e borseggi. Analizzando le percezioni degli intervistati in base alla localizzazione territoriale non si rilevano significative differenze negli operatori sociali dei tre distretti, entre per i sindaci la problematicità è più alta nel distretto di Merate, seguono Lecco e Bellano. Rilevante nel distretto di Bellano la differenza di percezione tra sindaci e operatori sociali. 7. Incidenti sul lavoro Gli infortuni correlati alle attività lavorative rappresentano un problema rilevante sotto il profilo sanitario, sociale ed economico in considerazione della sofferenza che tali eventi causano e degli alti costi che il sistema deve sostenere. Spesso sono la conseguenza di una mancata opera di prevenzione che investe tutte le agenzie e le istituzioni del territorio. I dati rilevati dal questionario evidenziano in entrambi i gruppi intervistati una scarsa percezione di problematicità. Forse anche perchè il dato di realtà provinciale al riguardo non sempre è aggiornato e pubblicizzato in modo adeguato: colpisce l’alta quota di operatori sociali (62%) che non ha notizia del fenomeno.

10%

31% 31%

15%

2%

14%12%

45%

33%

6%0%

4%

Criminalità Problematicità percepita

operatori sociali sindaci

38

32

31

18

24

32

Bellano

Lecco

Merate

CriminalitàPunteggio medio delle percezioni per

distretto

sindaci operatori

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Le statistiche nazionali (fonte INAIL, 2011) rilevano una riduzione del fenomeno sia per gli infortuni (calo del 6,6 %) sia per i casi mortali (calo del 5,4%), dati che però vanno considerati nel contesto di un’occupazione in calo. Nella provincia lecchese il fenomeno rispecchia l’evoluzione nazionale, con 4357 infortuni e un tasso d’incidenza /1000 addetti di 42,4 (fonte INAIL 2010). Rispetto alle percezioni per distretto non si rilevano sostanziali differenze territoriali nell’ambito di entrambi i gruppi intervistati, ove si escluda una relativa maggior problematicità percepita dai sindaci del meratese.

8. Vandalismo giovanile La soddisfazione nel danneggiare beni pubblici o privati è una manifestazione emblematica del disagio giovanile. Dietro l’atto distruttore, spesso accompagnato da alcol o droghe, si muovono carenze educative, esperienze traumatiche, rifiuto dell’autorità, ricerca di sensazioni forti, abbandono sociale … Non sempre la responsabilità è da attribuire al singolo individuo.

7%

27%

4% 0% 0%

62%

10%

51%

16%3% 0%

20%

Incidenti sul lavoroProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

17

9

15

16

17

24

Bellano

Lecco

Merate

Incidenti sul lavoroPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

4%

29%40%

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1%10%7%

47%

27%

11%4% 4%

Vandalismo giovanileProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

41

29

34

27

27

35

Bellano

Lecco

Merate

Vandalismo giovanilePunteggio medio delle percezioni per

distretto

sindaci operatori

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Analizzando i dati raccolti si nota come la percentuale più alta degli operatori sociali (40%) percepisce il vandalismo giovanile come un problema di media gravità, mentre la percentuale più alta dei sindaci (47%) lo percepisce di bassa gravità. La quota di intervistati senza opinioni al riguardo è relativamente bassa. E’ una percezione non tanto legata al numero di episodi quanto alla cronaca locale, all’allarme sociale suscitato dal gesto distruttivo, mix di rivendicazione, bisogno dimostrativo, violenza . Peraltro anche sul piano dei numeri nella provincia lecchese il dato di realtà è abbassante inquietante: nel periodo compreso tra marzo 2011 e marzo 2012 si sono registrate 2070 denunce per danneggiamento (fonte SDI, 2012), tipologia di reato seconda solo ai furti . Il dato, anche se presumibilmente non va attribuito soltanto ai giovani (molte denunce sono infatti contro ignoti), è comunque rappresentativo di uno stile comportamentale molto diffuso e di facile “presa” tra le giovani generazioni. Rispetto alle percezioni per area distrettuale, mentre non si rilevano differenze significative tra i due gruppi di intervistati per i distretti di Lecco e Merate, si rileva una discreta discrepanza di percezione tra sindaci e operatori sociali nel distretto di Bellano. 9. Zone abitative di marginalità Si tratta di agglomerati rurali o di edilizia popolare connotati dalla presenza di nuclei familiari con basso tasso di istruzione e basso livello socio-economico. Aree a rischio di “ghettizzazione”, specie per immigrati ed extracomunitari, che richiamano maggior attenzione nella programmazione del bisogno abitativo.

Il problema è percepito con una certa pregnanza dal 33 % degli operatori sociali e dall’8% dei sindaci. Non ha notizia di tale criticità d’insediamento il 9% degli operatori sociali e l’ 8% dei sindaci. Nella provincia lecchese le zone abitative di marginalità sono dislocate un po’ su tutto il territorio anche se più consolidate di altre sono alcune aree correlate al flusso straniero (Kossovari e albanesi in Valsassina, ivoriani e ghanesi nel lecchese,

21%

37%

19%11%

3%9%

48%

36%

7%1% 0%

8%

Zone abitative di marginalitàProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

23

26

22

6

12

13

Bellano

Lecco

Merate

Zone abitative di marginalitàPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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senegalesi nell’alta Brianza). Si tratta di zone in parte frutto della programmazione (o mancata programmazione) urbanistica degli scorsi decenni, con notevole frammistione degli spazi (luoghi residenziali e luoghi produttivi, edilizia recente ed edilizia storica, parti progettate e parti cresciute per accumulazione e stratificazione successive) in parte frutto delle dinamiche immigratorie, con insediamenti legati alle opportunità lavorative, alla vicinanza di parenti o connazionali, alla disponibilità di alloggi a basso costo se non passibili di abusivismo (edilizia popolare, spopolamento da parte dei residenti di caseggiati rurali isolati o prospicienti strade fortemente trafficate). Osservando i risultati del questionario per area distrettuale non si rilevano significative differenze di percezione negli operatori sociali dei tre distretti. Nel distretto di Bellano si rileva la minor percezione di problematicità da parte dei sindaci (e la relativa maggior differenza di percezione tra i due gruppi di intervistati).

10. Diffusione del gioco d’azzardo La ricerca di premi/emozioni investendo beni personali sul futuro esito di eventi definisce il cosiddetto “gioco d’azzardo” (scommesse sportive , slot machine, gratta e vinci …). E’ una ricerca rischiosa, che in presenza di vulnerabilità individuali può sfociare in comportamenti compulsivi (gioco d’azzardo patologico), mettendo a repentaglio risorse economiche, lavoro, salute, affetti e relazioni.

Analizzando i dati del questionario emerge in entrambi i gruppi intervistati una discreta percezione di problematicità, pur prevalendo negli operatori sociali ( 51 % ) rispetto ai sindaci (39%). Rilevante è la quota di rispondenti senza un’adeguata informazione al riguardo (27% degli operatori sociali e 19% dei sindaci). Peraltro la dimensione del fenomeno nella provincia di Lecco non manca di indicatori significativi: la provincia lecchese è collocata al 19° posto (su 103) come spesa annua pro capite per il gioco d’azzardo: 1398 euro procapite

3%

19%24%

20%

7%

27%

16%

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4%

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Diffusione del gioco d'azzardoProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Diffusione del gioco d'azzardoPunteggio medio delle percezioni

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nel 2011 (Agicos, 2011); sono stimati in provincia circa 150.000 “giocatori sociali” e 3800 “giocatori problematici” (Human Highway e Saman con BWin su dati ISTAT); si contano circa 2200 slot machines/vlt distribuite su tutto il territorio lecchese (AAMS e ISTAT 2011); nel 2011 il servizio dipendenze dell’ASL ha preso in carico 63 persone/famiglie. Rispetto alle differenze territoriali nella percezione del fenomeno non si rilevano significative differenze di punteggio tra gli operatori sociali dei tre distretti, mentre per quanto riguarda i sindaci il punteggio è sensibilmente più elevato nel distretto di Merate (quasi sovrapponibile a quello degli operatori sociali). 11. Disagio mentale Nella sua accezione più strettamente patologica il disagio psichico si riferisce ad uno stato di cronica sofferenza che rende spesso avvilente e senza prospettive la vita del malato, condizionandolo, insieme alla sua famiglia, alla solitudine e all’esclusione sociale. E’ una sofferenza complessa che richiede alla collettività uno sforzo non solo sul piano economico - assistenziale, ma anche su quello ancor più difficile della comprensione e dell’accettazione.

I dati del questionario a questo riguardo rivelano una maggior percezione di problematicità negli operatori sociali (80%) rispetto ai sindaci (49%), con un bassissimo livello di disinformazione in entrambe le categorie (2% per i sindaci e 3% per gli operatori sociali). Indicativa di diffusione del disagio mentale nel territorio è la popolazione seguita dai Centri Psico Sociali (CPS) di Lecco e Merate, che nel 2011 ammonta a 3944 soggetti (2411 per il CPS di Lecco – di cui 1857 di Lecco e 554 di Bellano - e 1533 per il CPS di Merate). Tale popolazione rappresenta l’1,4% dell’intera popolazione provinciale. Il numero complessivo di nuovi casi seguiti dai servizi (873) è indicativo dell’incidenza del fenomeno nel territorio, che appare particolarmente significativa per le sindromi nevrotiche (472) e le sindromi affettive

0%

17%

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3% 3%4%

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Disagio mentaleProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Disagio mentalePunteggio medio delle percezioni

per distretto

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(113). Considerando l’utenza complessiva (ovvero utenti vecchi e nuovi) le patologie più seguite sono le sindromi nevrotiche (1284), la schizofrenia (1211) e le sindromi affettive (944). Osservando i dati per area distrettuale si nota una maggior similitudine di percezione tra le due categorie di intervistati nel distretto di Merate, mentre la maggior divergenza di percezione è rilevabile nel distretto di Bellano.

12. Altre dipendenze non da sostanze Accanto al gioco d’azzardo altri comportamenti gratificanti stanno sempre più connotando la modernità, diffondendosi soprattutto tra la popolazione giovanile. Comportamenti che possono sfuggire al controllo e trasformarsi in “dipendenze senza droga”: attaccamenti patologici a nuove tecnologie (internet, cellulare…), a relazioni (dipendenze affettive), allo shopping, al sesso, al cibo, all’attività fisica sino al rischio in sé (sport estremi, ricerca di sensazioni forti …).

Dal questionario emerge una percezione di problematicità significativa per il 49% degli operatori sociali e per il 39 % dei sindaci, con un’alta percentuale di rispondenti senza adeguate informazioni utili alla costruzione di percezioni (29% degli operatori sociali e 22 % dei sindaci). In effetti la mancanza di servizi di riferimento sul territorio rende molto soggettiva la percezione al riguardo e per lo più riferibile a ricerche sociali nazionali e regionali. Per alcune forme più diffuse (come le tecnodipendenze) è possibile stimare il fenomeno a livello provinciale, mentre per altre dipendenze siamo ancora ad un livello iniziale di approfondimento scientifico. Il rischio delle nuove tecnologie, studiato soprattutto nelle giovani generazioni (anche se non riguarda solo quelle) si stima coinvolgere il 10% degli utilizzatori di cellulari, pc, videogames, ipad…. (il limite di 2 ore è stato stabilito come rischioso dalle linee guida internazionali). In particolare in Lombardia si stima che un terzo dei quindicenni passi più di 2 ore al giorno davanti alla TV, il 10-15% degli stessi si dedichi per oltre due ore ai videogames, il 29 % per oltre due ore alla navigazione

4%

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19%

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Altre dipendenze non da sostanzeProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Altre dipendenze non da sostanzePunteggio medio delle percezioni per

distretto

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in internet (social network, e-mail, studio …) mentre il 62% utilizzi ogni giorno il cellulare o gli SMS per comunicare con i pari (Rapporto HBSC 2009-2010-Regione Lombardia). Rispetto alle differenze territoriali emerse dal questionario colpisce l’alto punteggio degli operatori sociali di Bellano rispetto agli altri distretti e ai sindaci dello stesso distretto. 13. Incidenti stradali sotto effetto di alcol e/o stupefacenti Frequenti cause di morte (prima causa di morte per i giovani tra i 18 e i 24 anni) e di invalidità, gli incidenti stradali sono per lo più imputabili a inosservanze, disattenzioni, mancato rispetto del codice della strada. Induce soprattutto a riflettere la guida sotto effetto di alcol e droga, per la sua alta frequenza, la gravità delle sue conseguenze e la sua evitabilità.

I risultati dell’indagine evidenziano una certa preoccupazione per questo tipo di problema soltanto nel 27% degli operatori sociali e nel 22 % dei sindaci. Alta è la quota degli intervistati che riferisce di non avere adeguate informazioni al riguardo (51% degli operatori sociali e 23 % dei sindaci). Il dato di realtà non è peraltro irrilevante, anche se in diminuzione rispetto al 2010 (rapporto ACI-Istat, 2012): nel 2011 gli incidenti stradali in provincia di Lecco sono stati 1005 (1080 nel 2010), 10 le vittime (17 nel 2010) e 1320 i feriti (1406 nel 2010). Secondo una stima dell'Istituto Superiore di Sanità, gli incidenti provocati da conducenti in stato psicofisico alterato da alcol e droga corrispondono al 30% del totale dei sinistri che avvengono nel nostro Paese. Studi internazionali stimano che gli incidenti stradali con esito fatale sono causati in oltre il 50% dei casi da guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di droghe. Osservando i dati del questionario per area distrettuale si evidenzia una percezione di problematicità più alta negli operatori sociali del distretto di Merate e in quelli del Distretto di Bellano.

7%14% 16% 11%

0%

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Incidenti stradali sotto effetto di alcol/stupefacenti

Problematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Incidenti stradali sotto effetto di alcol/droghe

Punteggio percezioni per distretto

sindaci operatori

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14. Prostituzione La mercificazione dell’esperienza sessuale è un fenomeno che vede uomini e donne combattere contro la propria dignità. In gioco non solo criminalità, sfruttamento, mancanza di leggi, bisogni economici o liberazione sessuale, ma anche umiliazione, rifiuto di sé e sconfitta dei valori umani.

Osservando i dati del questionario colpisce l’alta quota di intervistati che non ha notizia del fenomeno (56% degli operatori sociali e 30% dei sindaci). Il 32 % degli operatori sociali e il 59 % dei sindaci percepiscono il problema come scarsamente importante. Per contro notizie di cronaca e recenti ordinanze di sindaci locali (multe elevate ai clienti di prostitute) rivelano di fatto un problema territoriale allertante. Pur mancando dati statistici provinciali, le stime ufficiali (Commissione Affari sociali della Camera, 2010) si riferiscono a un fenomeno in forte espansione su tutto il territorio nazionale coinvolgente circa 60.000 donne (la metà non italiane). Oltre il 65% di queste donne pratica la prostituzione in strada (da qui le suddette ordinanze per prevenire incidenti), il 30% in albergo e il 5% in case private. Il dato di realtà va peraltro esteso alla prostituzione maschile, ancor più misconosciuta di quella femminile, e al mercato del sesso via internet, che sta aprendo nuovi e incontrastati scenari di disinibizione sessuale anche tra i più giovani. Esaminando il questionario per area distrettuale non si rilevano significative differenze territoriali (ove si escluda il punteggio di percezione più basso nei sindaci del distretto di Bellano). 15. Spaccio di sostanze stupefacenti La cessione di sostanze stupefacenti ad altre persone, a livello terminale della catena, è un reato che cela spesso il bisogno di mantenere la propria dipendenza, più che reali volontà delinquenziali. E’ la trasgressione nella trasgressione che vincola ancor di più il malato alla sua malattia e a tutto ciò che la circonda.

9%

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ProstituzioneProblematicità percepita

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Bellano

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ProstituzionePunteggio medio delle percezioni

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sindaci operatori

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Il questionario rivela una percezione di problematicità complessivamente uguale in entrambi i gruppi intervistati (44% degli operatori sociali e 44% dei sindaci) anche se nel gruppo degli operatori sociali si diversifica nelle gradazioni più alte.

Consistente è la quota di intervistati senza notizie al riguardo (36% degli operatori sociali e 18% dei sindaci). In effetti non è facile il confronto di questa percezione con il dato di realtà. Tra gli indicatori del fenomeno si possono considerare i dati forniti dalle forze dell’ordine: nel 2011 i carabinieri del comando provinciale di Lecco hanno perseguito 47 episodi correlati alla droga, con oltre 50 persone denunciate all’autorità giudiziaria per spaccio, 20 soggetti arrestati e il sequestro di 2,3 Kg di droga. Le persone segnalate alla prefettura per uso di stupefacenti sono state più di 140. Ulteriori informazioni sulla reale entità del fenomeno spaccio si possono dedurre dalle dimensioni del consumo: stando alle stime nazionali (rapporto di 1: 4 tra tossicodipendenti seguiti dai servizi e sommerso) nel territorio della provincia gli utilizzatori di droghe pesanti sono circa 3.000 soggetti (che si rapportano a un consumo medio complessivo di 2-3 kg di droga al giorno o, se si vuole, 700 - 1000 kg all’anno). Rispetto alle differenze territoriali espresse dal questionario colpisce l’alto punteggio medio di problematicità attribuito allo spaccio dagli operatori sociali del distretto di Bellano.

16. Nuove povertà Crisi economica, precarizzazione del lavoro e aumento del costo della vita stanno esponendo sempre più famiglie a condizioni di vulnerabilità e povertà. Nel moderno concetto di povertà non c’è solo la povertà di mezzi economici, ma anche la perdita di certezze, di relazioni, di aspettative nonché l’ansia della precarietà costante e la frustrazione dell’esclusione sociale.

3%

17% 20% 17%

7%

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Spaccio di sostanze stupefacentiProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Spaccio di sostanze stupefacentiPunteggio medio delle percezioni

per distretto

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Il questionario mette in luce al riguardo una considerevole percezione di problematicità in entrambi i gruppi intervistati.

Per l’84% degli operatori sociali e il 70 % dei sindaci le nuove povertà rappresentano una difficoltà importante per le famiglie della provincia lecchese. Bassa la quota dei rispondenti senza adeguata informazione (3% degli operatori e 7% dei sindaci). Le statistiche nazionali (ISTAT 2011) riportano scenari critici: l'11,1% delle famiglie italiane è da considerarsi relativamente povero (per un totale di 8.173.000 persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3.415.000 persone). La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011 euro. In Lombardia si stimano circa 900mila famiglie che nel 2011 hanno fatto fatica ad arrivare a fine mese: si tratta del 21% dei nuclei familiari (Camera di Commercio di Monza e Brianza,2011). Osservando i dati del questionario per area distrettuale si rileva che i sindaci con un punteggio medio di percezione più alto sono quelli del Distretto di Merate, in sintonia con gli operatori sociali dello stesso di distretto. Nel distretto di Bellano si registra la forbice più alta tra operatori sociali (i più sensibili della provincia) e sindaci (i meno sensibili).

17. Diffusione della tossicodipendenza La tossicodipendenza è un grave problema di salute, ad origine multifattoriale, che coinvolge chiunque senza distinzione di età, sesso o estrazione sociale. L’assoggettamento a una o più sostanze tossiche impedisce una piena adesione alla vita familiare e sociale, proiettando nel territorio forti richieste di aiuto e di prevenzione. A questo riguardo c’è una significativa differenza nella percezione del fenomeno tra sindaci ed operatori sociali.

1%

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21%

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Nuove povertàProblematicità percepita

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Nuove povertàPunteggio medio delle percezioni

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Mentre la stragrande maggioranza dei primi considera il fenomeno di livello medio-basso , nei secondi la percezione di problematicità è di gran lunga prevalente.

Il dato di realtà provinciale è in parte sfuggente nei suoi aspetti dimensionali. I servizi specialistici per le dipendenze (SERT di Lecco-Bellano e SERT di Merate) confermano con i loro numeri (689 pazienti nel 2011) un reclutamento abbastanza stabile negli anni. A questi numeri vanno ad aggiungersi anche quelli del Servizio Multidisciplinare Integrato di Lecco (155 pazienti tossicodipendenti nel 2011). Peraltro esiste un sommerso ancor più difficile da stimare rispetto a quello dell’alcolismo vuoi per le maggiori implicazioni legali di tale consumo vuoi per la maggior reattività sociale che questo comporta. Da rilevare anche alcuni cambiamenti qualitativi del fenomeno (comparsa sul mercato di nuove sostanze) con consumatori sempre più giovani che raramente entrano in contatto con i servizi. Comprensibili sono le quote di intervistati (21 % degli operatori sociali e 12 % dei sindaci) che riferiscono di non possedere sufficienti elementi di valutazione. Analizzando i dati per distretto non si rilevano grandi differenze di percezioni nei sindaci, mentre è significativa la maggior problematicità percepita negli operatori sociali del distretto di Bellano rispetto a quelli degli altri due distretti.

18. Consumo di sostanze stupefacenti tra giovani non tossicodipendenti L’utilizzo di “droghe ricreative” (cannabis, ecstasy, smart drugs … ) da parte dei giovani, è spesso una risposta mascherata ai bisogni della crescita. Piacere e sensazioni nuove si mischiano a ricerca d’identità, atti dimostrativi, senso di appartenenza e fughe dalla realtà. Il questionario evidenzia una discreta percezione di problematicità da parte di entrambi i gruppi intervistati (51 % degli operatori sociali e 50 % dei sindaci). Rispetto al grado di informazione il 30 % degli operatori sociali e i 16% dei sindaci riferiscono di non avere notizie.

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Diffusione della tossicodipendenzaProblematicità percepita

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Diffusione della tossicodipendenzaPunteggio medio delle percezioni

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Per un confronto con il dato di realtà non è di grande utilità l’afferenza ai servizi per le dipendenze (visto che i giovani consumatori vi accedono di rado). Più funzionali al riguardo sono altri “osservatori privilegiati” (scuola, prefettura, servizi per i giovani, consultori …) spesso oggetto di ricerche qualificate. Significativa per la Provincia di Lecco è la ricerca ESPAD del CNR: nell’anno 2011 il 28% degli studenti tra i 15-19enni riferisce di aver assunto una o più sostanze psicoattive illegali almeno una volta nella vita ed il 21% nell’ultimo anno.

Osservando i dati per area distrettuale si rileva che il punteggio più alto è quello degli operatori sociali del distretto di Bellano; seguono gli operatori sociali e i sindaci del distretto di Merate. 19. Consumo di alcol tra giovani non alcoldipendenti Rifugio, sfogo, evasione, senso di appartenenza, mezzo di comunicazione, piacere a “basso costo”: sono questi i significati che portano l’alcol a stretto contatto dei giovani e molto più vicino che un tempo al fenomeno droga. E’ un bere spesso occasionale ma esagerato, spinto, proibito, dove birra, superalcolici e drink si intercalano facilmente ad altre droghe nel disinteresse più completo verso ciò che potrà accadere. Gli intervistati evidenziano una percezione di problematicità tra quelle più elevate riscontrate nel questionario (57% degli operatori sociali e 69% dei sindaci). Colpisce l’alta percentuale (24%) di operatori sociali che non ha notizie al riguardo. In effetti il fenomeno è poco osservabile direttamente dai servizi, mentre lo si stima più facilmente attraverso indagini campionarie come la ESPAD (CNR). In base alle rilevazioni del 2011 circa il 90% della popolazione studentesca provinciale (15-19 anni) riferisce di aver bevuto alcolici almeno una volta nella vita, l’83% circa lo ha fatto nell’ultimo anno, il 72% nell’ultimo mese (quota superiore a quella nazionale e regionale) e per il 5,4% il consumo è stato frequente, quasi quotidiano. Il

1%

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Consumo di sostanze stupefacenti tra giovani non tossicodipendenti

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Consumo di sostanze stupefacenti tra giovani non tossicodipendenti

Punteggio percezioni per distretto

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35% circa degli studenti della provincia riferisce di aver praticato il binge drinking, nell’ultimo mese, ha cioè assunto 5 o più bevande alcoliche in un’unica occasione.

Osservando i dati per area distrettuale si osserva una discreta unitarietà di percezione in entrambi i gruppi intervistati. Prevalente comunque è il punteggio degli operatori sociali di Bellano, seguito da quelli degli operatori sociali e dei sindaci di Merate.

3%

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Consumo di alcol tra giovani non alcoldipendenti

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operatori sociali sindaci

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Bellano

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Consumo di alcol tra giovani alcoldipendenti

Punteggio percezioni per distretto

sindaci operatori

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Prima sezione PROBLEMATICITA’

(seconda parte) Questa seconda parte della prima sezione è indirizzata alle problematicità tipicamente riconducibili alla dimensione familiare in relazione alle fasi della vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta e anzianità. Si aggiunge una ricerca sulla disabilità come condizione che impegna la famiglia ad una gestione del quotidiano più faticosa e responsabile. SECONDA DOMANDA

Pensando alle famiglie del suo Comune, quale livello di problematicità riscontra nelle seguenti aree?

1. Infanzia

2. Adolescenza

3. Giovani

4. Adulti

5. Anziani .

6. Disabilità

Possibili risposte:

- Non esiste

- Non ne ho notizia - Esiste, ad un livello di problematicità: nulla, bassa, media, alta, elevatissima (nulla: 0 bassa: 5-25 media: 30-50 alta: 55-75 elevatissima: 80-100 )

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1. Infanzia Parlare dell’infanzia significa parlare dei “primissimi” bisogni del bambino che vanno dall’accudimento alla necessità di impostare il migliore e possibile percorso di sviluppo personale e maturativo.

Viene segnalata bassa/media problematicità sia da parte degli operatori, sia dei sindaci. Da osservare una percentuale non insignificante di operatori (11%) che ha risposto “non ne ho notizia”. Presumibilmente perché non direttamente impegnati con questo gruppo di soggetti. Analizzando i distretti si osserva a Bellano una differenza significativa tra la percezione degli operatori (punteggio medio 22) e sindaci (punteggio medio 10), pur nell’ambito di una problematicità di grado basso (5-25). 2. Adolescenza La fase adolescenziale è caratterizzata da un rapido evolversi di trasformazioni dal punto di vista fisico, mentale e relazionale della persona.

9%

41% 36%

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InfanziaProblematicità percepita

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InfanziaPunteggio medio delle percezioni per

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sindaci operatori

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AdolescenzaProblematicità percepita

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AdolescenzaPunteggio medio delle percezioni

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Sia la dimensione familiare, sia quella sociale vengono sollecitate a porsi in relazione con le richieste del giovane in crescita, per accompagnarlo nel percorso di acquisizione di una nuova e stabile identità. La problematicità percepita è prevalentemente di grado medio sia per sindaci che per operatori. Apprezzabile è la quota di operatori (26 %, sommando alta ed elevatissima) che percepisce l’adolescenza come un’età molto problematica. Sicuramente meno preoccupati al riguardo appaiono i sindaci. Analizzando i singoli distretti, mentre non si osservano differenze significative nel territorio di Lecco e Merate, a Bellano si rileva una forbice non indifferente nel punteggio medio delle percezioni di operatori (44) e sindaci (28). 3. Giovani Questa fascia di età fa da ponte fra l’adolescenza e la fase tipica degli adulti. Si stanno consolidando le acquisizioni che hanno caratterizzato la fase adolescenziale e i bisogni ora espressi riguardano invece la definizione e la costruzione di una propria carriera professionale. Su questa fascia possono facilmente incidere gli aspetti critici congiunturali. Gli interventi di supporto in quest’area svolgono azioni di prevenzione, informazione, orientamento e aggregazione; propongono percorsi educativi per sviluppare maggiore autonomia, offrono opportunità esperienziali e progetti che promuovono l’avvicinamento al mondo del lavoro.

Anche per questa fase di vita si conferma, come per l’adolescenza, una prevalente percezione di problematicità medio-alta per gli operatori e medio-bassa per i sindaci. Presumibilmente pesano in questa differenziazione il maggior coinvolgimento dei “tecnici” nella gestione quotidiana dei disagi di tale età e la maggior vicinanza anagrafica di questo gruppo di intervistati. Anche in questo caso è

1%

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GiovaniProblematicità percepita

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il distretto di Bellano quello che segnala una differenza significativa fra le risposte degli operatori (punteggio medio: 48) e dei sindaci (punteggio medio: 29). 4. Adulti Le domande che i servizi possono facilmente trovarsi di fronte con queste persone riguardano la situazione personale e, spesso, la situazione del nucleo familiare. Da bisogni primari di sussidio a richieste di riammissione in percorsi lavorativi, abitativi, ecc. L’attuale contesto socio-economico, caratterizzato da nuove fragilità e precarietà (crisi economica, perdita dell’occupazione, mutamento del modello familiare) sta portando alla luce una crescente fatica da parte delle persone e delle famiglie ad acquisire e mantenere condizioni di autonomia, di benessere sociale ed economico.

Domina la valutazione media con il 40% degli operatori e il 42% dei sindaci. Sommando però la valutazione alta con quella elevatissima, riscontriamo un 47% di operatori e un 19% di sindaci. Preoccupa il futuro dei giovani ma preoccupa ancora di più il presente degli adulti. Analizzando i singoli Distretti, vediamo che è ancora Bellano a mostrare una differenza significativa fra le risposte degli operatori (57) e dei sindaci (26). Sicuramente la percezione degli operatori si eleva per il contatto più diretto e gravoso con le richieste portate da questi soggetti ai servizi. 5. Anziani Il prolungarsi dell'aspettativa di vita, uno dei maggiori indicatori del grado di sviluppo socioeconomico, costituisce nel contempo uno dei problemi più complessi della nostra epoca. Gli indici di invecchiamento confermano anche localmente l’incremento costante della popolazione anziana (popolazione ultra 65 anni = 20,3%) con una distribuzione

0%

11%

40%30%

17%

1%7%

25%

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15%

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AdultiProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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AdultiPunteggio medio delle percezioni

per distretto

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territoriale che evidenzia valori più elevati nel Distretto di Bellano (popolazione ultra 65 anni = 21,5%). Nell'economia familiare e della vita individuale cresce la dimensione del tempo dell'invecchiamento portando con sé, spesso, il declino dell'autosufficienza con la sua complessa fenomenologia. L’età anziana, nel ciclo di vita familiare, è un passaggio faticoso poiché mette la famiglia a contatto con la sofferenza, il decadimento e la comparsa di nuovi bisogni (non solo di carattere assistenziale). E’ un’area problematica, appesantita dall’assenza di reti familiari o, quando sono presenti, dai problemi di sovraccarico dei caregivers.

L’anzianità è percepita prevalentemente come problematica di grado medio sia dagli operatori (39%) che dai sindaci (38%). Va però osservata la percentuale di risposte “alta” e “elevatissima” che, sommate, danno un 46% per gli operatori e 27 % per i sindaci. Indicativo di come questa fascia di popolazione metta a contatto gli amministratori e i tecnici del sociale con bisogni importanti che occupano uno spazio rilevante negli interventi richiesti. Di un certo rilievo è il 32% di sindaci che percepisce l’anzianità come scarsamente problematica: forse più un auspicio a non considerarla come una sorta malattia quanto una fase naturale della vita anch’essa ricca di soddisfazioni e meritevole di essere vissuta. Nell’analisi per distretti ancora una volta si nota per Bellano la differenza fra risposte degli operatori (55) e dei sindaci (41).

6. Disabilità Si è voluto aggiungere un’esplorazione sulla disabilità in quanto condizione che impegna la famiglia in una riorganizzazione obbligata del suo funzionamento, con una gestione del quotidiano spesso ai limiti della criticità. Disabilità da intendersi in senso lato quale condizione di presenza di un membro con ridotta autonomia e a cui

0%

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39%36%

10%1%1%

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22%

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AnzianiProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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AnzianiPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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vanno offerti interventi di sostegno e accompagnamento sia allo sviluppo di una propria capacità, sia di integrazione sociale. Le famiglie delle persone disabili vivono una realtà complessa, devono superare quei momenti di crisi e di difficoltà che ogni famiglia normalmente può attraversare (impegni, assenze, malattie) con maggiori difficoltà, in quanto occorre garantire la cura e la tutela del familiare disabile.

Le percezioni si collocano soprattutto nell’ambito della problematicità “media” ma se ci si espande verso l’alto o, viceversa verso il basso, si possono fare delle valutazioni interessanti. Accorpando le risposte “alta” ed “elevatissima” otteniamo una percentuale di risposte date dagli operatori del 42% e dei sindaci del 19%. La risposta “bassa” vede segnalare un 10% di operatori contro, invece, il 34% dei sindaci. I dati confermano una tendenza negli amministratori ad un pensiero più positivo al riguardo (peraltro non indifferente sul piano quantitativo), forse più da intendersi come scarsa incidenza del problema nel proprio territorio o come percezione di efficacia degli interventi di sostegno, che non come mancato riconoscimento di tale problematica. In tutti i distretti è confermata la maggior problematicità percepita dai tecnici rispetto ai politici. Nel distretto di Bellano tale differenza appare più marcata.

0%10%

47%

29%

13%1%3%

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14%5% 3%

DisabilitàProblematicità percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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DisabilitàPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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Seconda sezione ADEGUATEZZA DEI SERVIZI E DELLE RISORSE

Nel sistema del welfare uno degli assi portanti è rappresentato dai servizi, sia pubblici che privati. Superato il dualismo concorrenziale oggi sono i temi della continuità assistenziale e della programmazione congiunta a reggere il confronto tra pubblico e privato. In questa seconda sezione si sono prese in considerazione tre aree di indagine. Una prima area ha riguardato i Servizi comunali e gli Uffici di Piano, che sono gli organismi più a contatto con l’immediato bisogno dei cittadini, servizi di primo orientamento o che traducono operativamente gli orientamenti politici territoriali. Un secondo blocco ha esplorato i servizi dedicati (servizi specialistici mirati a bisogni specifici): tossicodipendenze, salute mentale, famiglia; a seguire l’incidenza degli interventi tipici del terzo settore e dei servizi socio sanitari. L’ultima parte si è spostata sul tema della sicurezza, un tema strategico per il welfare, teso a garantire i diritti di tutti e lo sviluppo della coesione sociale. TERZA DOMANDA

Ritiene che i seguenti servizi/risorse in ambito locale siano adeguati rispetto alle esigenze dei cittadini del suo Comune?

1. Servizi comunali

2. Uffici di Piano

3. Servizi pubblici e privati per le alcol - tossicodipendenze

4. Servizi pubblici e privati di salute mentale

5. Consultori Familiari pubblici e privati

6. Terzo Settore

7. Servizi sociali e sanitari

8. Polizia Locale

9. Forze dell’Ordine

Possibili risposte:

- Non sono in grado di valutare

- Si nella seguente misura: nulla, bassa, media, alta, elevatissima (nulla: 0 bassa: 5-25 media: 30-50 alta: 55-75 elevatissima: 80-100 )

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1. Servizi comunali I servizi comunali rappresentano il livello di prossimità più immediata con la popolazione. E’ il luogo in cui, prima degli altri vengono accolte le domande, i bisogni e, non ultimi, anche gli atteggiamenti delle persone in difficoltà. Sono per questo motivo il presidio dove viene agito il maggior grado di coinvolgimento dei soggetti intervistati.

I risultati si attestano su una percezione di adeguatezza medio - alta in entrambi i gruppi intervistati, con una leggera tendenza dei sindaci a prevalere nei valori più elevati. Si osserva in entrambi i gruppi un curioso 1% alla voce “non ne ho notizia”, poco significativo statisticamente ma forse meritevole di approfondimento. L’analisi per distretto mostra una minor percezione di adeguatezza nel territorio del distretto di Bellano, seppur con punteggio medio comunque soddisfacente. Da considerare le caratteristiche tipiche di un territorio con ampia dimensione geografica e presenza diffusa di comuni di piccolissima entità. 2. Uffici di Piano Il Piano di Zona (L.328/2000) rappresenta il principale strumento locale di programmazione triennale per gli interventi sociali e sociosanitari. Promosso dai Comuni e da diversi soggetti istituzionali è sostanzialmente un piano regolatore del funzionamento dei servizi. E’ uno strumento indispensabile per governare il processo di costante adeguamento del sistema all’evoluzione dei problemi ed è definito da un organismo tecnico intercomunale: l’Ufficio di Piano. Nella provincia di Lecco si riconoscono tre ambiti (Lecco, Bellano e Merate) ognuno con il proprio Ufficio di Piano ed il proprio Piano di zona. La percezione prevalente in entrambi i gruppi intervistati si colloca ad un livello di adeguatezza media (54% degli operatori sociali e 42 % dei sindaci). Rilevante è la percentuale di sindaci che mostra una

0%7%

49%

33%

10%1%0%

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38% 36%

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Servizi comunaliAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

Merate

Servizi comunaliPunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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grande soddisfazione al riguardo degli Uffici di Piano (sommando il valore alta adeguatezza ed elevatissima si raggiunge il 47% dei sindaci).

Meno rappresentato questo livello di percezione dalla quota degli operatori sociali (solo 22% sommando alta ed elevatissima) cui si aggiunge un emblematico 14% degli stessi intervistati che ha risposto: “non ne ho notizia”. L’analisi per distretto non offre grosse diversità locali. I sindaci, in ogni ambito territoriale, sembrano percepire una maggior adeguatezza degli Uffici di Piano rispetto agli operatori sociali. 3. Servizi pubblici e privati per le Alcol -Tossicodipendenze I servizi pubblici per le dipendenze si stanno sempre più connotando come riferimenti locali significativi non solo per i diretti interessati (quanti soffrono di dipendenza patologica), ma anche per le famiglie, la scuola e altre istituzioni. Non più solo “luoghi di cura” , ma anche spazi aperti alla consulenza, alla prevenzione, alle nuove forme di dipendenza, all’integrazione con altri servizi. Nella provincia lecchese, accanto all’offerta pubblica (Sert di Lecco-Bellano, SerT di Merate, Servizio Alcologia di Lecco) si collocano anche offerte del privato: un Servizio Multidisciplinare Integrato (SMI) con sede a Lecco, con analoghe funzioni e modalità operative; 5 Comunità Terapeutiche (strutture residenziali con utenti anche di altre province) con sedi a Molteno (CAL), Calolziocorte (Il Gabbiano), Colico (Il Gabbiano), Sirtori (Atipica), Oliveto Lario (Villa San Giorgio); 5 gruppi di auto aiuto “Alcolisti Anonimi” con sede a Bellano, Colico, Lecco, Merate, Monticello; 7 gruppi di auto aiuto “Club Alcolisti in Trattamento” (CAT) con sede a Calolziocorte, Lecco, Oggiono, Molteno, Introbio, Paderno d’Adda, Casatenovo.

0%9%

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Uffici di pianoAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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Uffici di PianoPunteggio medio delle percezioni per

distretto

sindaci operatori

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In entrambi i gruppi intervistati prevale una percezione di adeguatezza media di questi servizi. (51 % degli operatori sociali e 37 % dei sindaci). Da considerare che il 24% dei sindaci e il 17% degli operatori ha una percezione di adeguatezza alta/elevatissima. Non irrilevante è la quota di intervistati che segnala di “non averne notizia” (21% degli operatori sociali e 16 % dei Sindaci). In realtà la domanda del questionario si estende a più informazioni e il dato raccolto non permette di differenziare se la mancata conoscenza riguarda i servizi pubblici o quelli privati (più recenti e meno pubblicizzati). L’analisi per distretto evidenzia una percezione di adeguatezza media per quanto riguarda le sedi periferiche di tali servizi (Bellano e Merate) mentre per quanto riguarda le sedi centrali (Lecco), tra cui c’è anche lo SMI, si rileva una percezione di adeguatezza di grado medio - alto (soprattutto da parte degli operatori sociali).

4. Servizi pubblici e privati di salute mentale I Servizi di salute mentale si rivolgono a pazienti con disturbo psichico sviluppando programmi di prevenzione, cura, riabilitazione, reinserimento sociale e lavorativo, sostegno ai familiari. Costituiscono una fitta rete si strutture, estesa su tutto il territorio provinciale, le cui ottiche di riferimento sono l'integrazione degli interventi e la continuità terapeutica. L’offerta pubblica fa riferimento al Dipartimento di Salute Mentale (DSM) che si articola in: le organizzazioni apicali di Psichiatria e di Neuropsichiatria; il Centro Psicosociale (C.P.S.) di Lecco-Bellano e il C.P.S. di Merate, articolati a loro volta in ambulatori siti a Bellano, Introbio, Mandello, Calolziocorte e Oggiono; i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (S.P.D.C.) negli Ospedali di Lecco e di Merate; le Comunità Residenziali ad alta assistenza (C.R.A.) di Bosisio Parini e di Cernusco Lombardone; la Comunità Riabilitativa a media assistenza (C.R.M.) di Casatenovo e la Comunità Protetta a media assistenza (C.P.M.) di Garlate; i Centri Diurni di Lecco e Merate; la Comunità Protetta ad alta assistenza (C.P.A.) di Rogeno; gli appartamenti

1%9%

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4%19%

37%

21%

3%16%

Servizi pubblici e privati per le Alcol - Tossicodipendenze

Adeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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50

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Bellano

Lecco

Merate

Servizi pubblici e privati per leAlcol - Tossicodipendenze.

Punteggio percezioni per distretto

sindaci operatori

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di Residenzialità Leggera (Calolziocorte, Olginate, Cesana Brianza, Lecco e Casatenovo). L’offerta del privato accreditato comprende: la C.P.A. “Il Poggio” di Rogeno, la C.R.M. “Il Volo” di Monticello e la Comunità Protetta a bassa assitenza (C.P.B.) “Casa Sara” di Lecco.

I dati raccolti segnalano come prevalente una percezione di adeguatezza media in entrambi i gruppi intervistati. Bassa è la quota dei “disinformati” (6% degli operatori e 7 % dei sindaci). Fa riflettere il 27% dei sindaci che percepisce come “poco adeguati” questi servizi. Nell’analisi per distretto non si notano significative differenze di percezione nei tre diversi ambiti territoriali (il punteggio medio è sempre riferito a un’adeguatezza media).

5. Consultori Familiari pubblici e privati I Consultori Familiari (L. 405/1975) sono nati per rispondere ai vari bisogni della famiglia, della donna, della coppia, dell’infanzia e dell’adolescenza. In queste strutture operano professionisti (psicologi, assistenti sociali, ginecologi, ostetriche, infermieri e assistenti sanitarie) cui è possibile rivolgersi per avere consulenze su relazioni familiari e di coppia, sessualità, contraccezione, interruzione di gravidanza, per difficoltà nell’educazione dei figli o per difficoltà di inserimento nell’ambiente scolastico. Vengono inoltre offerti servizi quali: assistenza ginecologica e ostetrica durante la gravidanza; incontri relativi a igiene, svezzamento, necessità di conciliazione famiglia/lavoro e ad altre tematiche inerenti la crescita; prevenzione dei tumori (PAP Test); adozione e affidamento familiare; attività di ascolto e orientamento per i giovani, attività di educazione sanitaria. Nella provincia di Lecco i consultori familiari pubblici (afferenti alla ASL) sono 12 (Bellano, Calolziocorte,Casatenovo, Cernusco Lombardone, Costa Masnaga, Galbiate,

0%

16%

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3% 6%1%

27%41%

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Servizi pubblici di salute mentaleAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

Merate

Servizi pubblici e privati di salute mentale

Punteggio percezioni per distretto

sindaci operatori

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Introbio, Lecco, Mandello del Lario, Oggiono, Olgiate Molgopra, Olginate e Valmadrera), mentre quelli del privato sociale sono 2 (Lecco e Merate).

L’analisi svolta evidenzia come la quota prevalente degli intervistati, di entrambi i gruppi, abbia una percezione di sufficiente adeguatezza rispetto a questi servizi. Significativi e meritevoli di approfondimento sono due rilievi: il 27 % dei sindaci che rivela una percezione di scarsa adeguatezza di tali servizi e il 23 % degli operatori sociali che risulta disinformato al riguardo. Da sottolineare che la mission dei consultori è centrata, non solo sulla dimensione individuale e familiare, ma anche su quella sociale. Osservando i dati per area distrettuale si hanno riscontri abbastanza simili.

6. Terzo Settore Il Terzo Settore è composto dal mondo del volontariato, dell’associazionismo sociale, delle cooperative di solidarietà. Raggruppa le organizzazioni che svolgono attività di erogazione di servizi di pubblica utilità, non perseguendo una logica di profitto ma di solidarietà. Nella DGR 1353/2011 vengono definiti e valorizzati i soggetti del Terzo Settore (fondazioni, associazioni riconosciute e non, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, enti di patronato, impresa sociale) cui viene riconosciuto il titolo a collaborare alla programmazione dei piani di zona. A livello locale l’ASL, sin dal 2008, recependo le direttive regionali, ha costituito il “Tavolo permanente di consultazione con i soggetti del Terzo settore”. Ciò con gli obiettivi di facilitare i processi di raccordo e consultazione tra la ASL e i soggetti del terzo settore e di dare concreta attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale. Fanno attualmente parte di questo tavolo: ASVAP di Lecco e Provincia Onlus (Lecco),

3%

14%

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Consultori Fam. pubblici e privatiAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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Consultori Fam. pubblici e privatiPunteggio medio delle percezioni

per distretto

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Associazione Compagnia delle Opere (Lecco), Consorzio Consolida società cooperativa sociale (Lecco), Provincia Lombarda dell’Ordine dei Chierici Regolari Somaschi (Milano), INAS: Istituto Nazionale Assistenza Sociale (Roma), COO.DIP. Coordinamento Privato per le Dipendenze (Molteno -LC), SO.LE.VOL.: Solidarietà Lecco Volontariato (Lecco), ANTEAS (Lecco), Casa don Guanella (Lecco), Associazione Fabio Sassi Onlus (Merate), ARCI: Comitato Provinciale (Lecco), Auser Provinciale (Lecco), Associazione Alleanza per la salute (Lecco), Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Centrale (Lecco Onlus), Cooperativa Sociale OmniaLanguage (Lecco), Associazione Onlus L’Altra Metà del Cielo – Telefono Donna (Merate). Nell’ottica di rafforzare il raccordo tra istituzioni e terzo settore, nel gennaio 2012 è stato approvato dal Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci (e recepito nei Piani di Zona) un documento che definisce la partecipazione di una rappresentanza del terzo settore alle Assemblee Distrettuali e ai lavori degli Uffici di Piano.

I dati presentano una percezione di adeguatezza più che buona assestandosi i valori prevalenti nel range medio alto. Osservando le estremità si rileva che il 13% degli operatori sociali e il 14 % dei sindaci appaiono disinformati al riguardo. E’ possibile che le caratteristiche territoriali spieghino questo dato. Una mappatura puntuale evidenzia come la presenza del Terzo Settore non sia equamente rappresentata, concentrandosi su zone particolari, come ad esempio i contesti a maggior urbanizzazione. Nell’analisi dei dati per area distrettuale non si osservano significative differenze, assestandosi i valori proprio al limite tra l’adeguatezza media e quella alta.

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Terzo SettoreAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

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Terzo SettorePunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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7. Servizi sociali e sanitari Il riferimento è a tutti quei servizi a valenza sociale e/o sanitaria presenti nel territorio che non sono stati presi in considerazione nelle altre domande. E’ il caso dei servizi rivolti ad anziani e disabili, come ad esempio le Residenze Sanitarie Assistenziali (R.S.A.) strutture socio-sanitarie residenziali destinate ad accogliere, temporaneamente o permanentemente, anziani non autosufficienti (se ne contano 7 nel distretto di Bellano, 6 nel distretto di Merate e 11 nel distretto di Lecco). E’ il caso delle cure domiciliari, rivolte a persone multiproblematiche, portatori di patologie croniche, inguaribili a breve aspettativa di vita (le cure domiciliari integrate o ADI sono gestite dal Dipartimento Fragilità della ASL con sedi operative a Bellano, Merate, Oggiono, Lecco, Introbio). E’ il caso dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, come ad esempio i Centri di Aggregazione Giovanile o C.A.G. (di cui 4 nel distretto di Lecco e 4 nel distretto di Merate).

Analizzando i dati del questionario si rileva una quasi totale concentrazione delle risposte nelle fasce dove l’adeguatezza di questi servizi risulta più che soddisfacente. In particolare i sindaci hanno una percezione di adeguatezza molto alta (61% contro il 44% degli operatori, sommando alta + elevatissima) mentre tra gli operatori prevale la percezione di adeguatezza media (50% contro il 36% dei sindaci). Il dato disaggregato sui tre distretti vede in ogni ambito territoriale i Sindaci esprimere maggior soddisfazione. Il punteggio medio è quasi in tutti gli item collocato nella fascia di adeguatezza alta (55-75).

8. Polizia Locale La Polizia Locale, distinta in municipale e provinciale, è una risposta al bisogno di sicurezza che riguarda non solo l’ordine pubblico, ma anche la sicurezza ambientale, stradale, alimentare, del lavoro.

0% 3%

50%41%

3% 3%0% 4%

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Servizi sociali e sanitariAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Servizi sociali e sanitariPunteggio medio delle percezioni per

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La Polizia Municipale dipende funzionalmente dal Comune, che può istituirla sia singolarmente sia in associazione con altri comuni. L’obiettivo prioritario è quello di garantire il presidio e la sicurezza del territorio, assicurando il rispetto delle norme e della legalità. La Polizia Provinciale è il Corpo di Polizia Locale dell’Ente Provincia che, attraverso nuclei specializzati e sedi territoriali, garantisce le attività di: polizia ambientale, polizia ittico-venatoria, polizia stradale, polizia amministrativa e giudiziaria, interventi di Protezione Civile in caso di calamità naturali, vigilanza sulle acque del Lario e i laghi minori.

L’analisi fatta mostra quanto la distribuzione nelle diverse fasce di risposta sia diffusa. La maggiore concentrazione è nella percezione di adeguatezza media in entrambi i gruppi intervistati (42% dei sindaci e 37% degli operatori). Consistente è anche la quota di rispondenti più che soddisfatta (32 % degli operatori e 33% dei sindaci, sommando alta ed elevatissima). Va segnalata la percentuale di risposte: “non ne ho notizia” che è del 20 % degli operatori e del 4% dei Sindaci. E’ probabile che si tratti di realtà di bassa o bassissima dimensione dove tale servizio di fatto non risulta presente. Tale ipotesi sembra essere sostenuta dall’analisi dei dati disaggregati per territorio. Il territorio dei tre distretti è particolarmente disomogeneo. Lecco con maggiore urbanizzazione. Merate più diffuso ma ugualmente coeso territorialmente. Bellano che invece ha un territorio molto vasto (il maggiore dei tre distretti) con scarsa popolazione. Con ulteriori due differenziazioni fra il territorio a lago (riviera) e il territorio montano della Valsassina. Analizzando i dati disaggregati abbiamo per Lecco e Merate percentuali abbastanza simili di soddisfazione, con prevalenza sia a Lecco che a Merate, dei sindaci sugli operatori. Il dato di Bellano, invece, si differenzia, perché viene raccolta una percentuale di soddisfazione del 37 % da parte dei sindaci e del 51% degli operatori. Una differenza interessante, che sembra

1%

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Polizia LocaleAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

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Polizia LocalePunteggio medio delle percezioni

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sindaci operatori

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esprimere una minor soddisfazione da parte di chi ha funzioni di carattere politico gestionale, rispetto a chi opera direttamente sul campo, come gli operatori. 9. Forze dell’Ordine Nella provincia lecchese sono presenti: l’arma dei carabinieri, la polizia di stato, la guardia di finanza, il corpo forestale dello stato, la polizia penitenziaria. Sono servizi preposti principalmente al controllo sociale, con azioni non solo volte al perseguimento dei reati (l’arma dei carabinieri nel 2011 ha perseguito quasi il 90% dei reati commessi in provincia: 11.924) ma anche di tipo preventivo (servizi perlustrativi e di pattugliamento, polizia di quartiere, ordine pubblico nelle manifestazioni sportive e sociali, sorveglianza speciale, controllo della circolazione stradale, controlli amministrativi ed ambientali). La polizia penitenziaria (carcere) e i comandi provinciali di carabinieri, polizia di stato (questura), corpo forestale dello stato e guardia di finanza hanno sede a Lecco. Stazioni dei carabinieri sono dislocate su tutto il territorio (Olginate, Bellano, Casargo, Cremella, Merate, Calolziocorte, Colico, Mandello del Lario, Valmadrera, Brivio, Casatenovo, Introbio, Oggiono).

L’analisi svolta evidenzia come prevalente un grado di adeguatezza percepita “più che soddisfacente” nei sindaci (48%, sommando alta ed levatissima), mentre negli operatori prevale una percezione di adeguatezza media (37%), anche se non lontana è la percezione di adeguatezza ottimale (35%). I dati relativi ai distretti mostrano la maggior soddisfazione dei sindaci nei distretti di Lecco e Merate, e la maggior soddisfazione degli operatori (seppur di poco) nel distretto di Bellano.

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0%10%

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Forze dell'OrdineAdeguatezza percepita

operatori sociali sindaci

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Bellano

Lecco

Merate

Forze dell'OrdinePunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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Terza sezione PREVENZIONE, CONTRASTO, SOSTEGNO

Nell’ultima parte del questionario si è indagata la percezione di efficacia rispetto agli interventi attuati per contrastare le dipendenze e per sostenere la famiglia che, nel progetto di riforma del welfare lombardo, assume un ruolo centrale da protagonista. Un primo gruppo di interrogazioni esplora gli interventi centrati sulla prevenzione nel territorio, con azioni a carattere “universale”, rivolte alla popolazione generale e azioni “selettive”, dirette a gruppi più vulnerabili o in contesti/aree a rischio. Il secondo blocco di domande sonda gli interventi specifici “a sostegno” della famiglia, connotandosi la stessa quale “risorsa territoriale” potenzialmente efficace nella risoluzione dei problemi. E’ nell’ottica della sussidiarietà il senso delle tante azioni volte a sostenerla e a valorizzarla. QUARTA DOMANDA

Quali tra questi interventi di prevenzione al consumo di alcol e sostanze sono stati attuati nel suo comune? E con quale livello di efficacia?

1. Informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione

2. Promozione di stili di vita sani

3. Interventi di inserimento lavorativo e sociale

4. Azioni di sorveglianza e/o controllo

5. Protocolli interistituzionali

6. Interventi di tipo urbanistico/ambientale

Possibili risposte:

- Non so valutare

- Non è stato attuato

- Si nella seguente misura: nulla, bassa, media, alta, elevatissima (nulla: 0 bassa: 5-25 media: 30-50 alta: 55-75 elevatissima: 80-100 )

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1. Informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione Quando si parla di prevenzione spesso scatta l’associazione con gli interventi di informazione e di sensibilizzazione. Questa modalità di fare prevenzione è stata molto utilizzata in passato sia per interventi rivolti a gruppi di popolazione in generale (es. genitori o adulti) sia per specifici target (es. studenti di una scuola). Le ricerche effettuate evidenziano come tale intervento da solo non sia produttivo rispetto all’obiettivo di modificare i propri atteggiamenti e comportamenti in quanto le informazioni prodotte non sempre tengono conto di una serie di variabili e specificità del target (es. sesso, età, esperienza con le sostanze, ruolo ecc). D’altra parte però esiste anche la necessità di correggere alcune informazioni errate che possono modificare la percezione delle problematiche e condizionare l’approccio alle sostanze psicoattive. Questo tipo di intervento risulta più efficace se associato ad altre strategie ad esempio quelle di carattere educativo - promozionale.

Dalla ricerca emerge che questa tipologia preventiva ha ricevuto nella media un giudizio medio - alto rispetto alle altre tipologie presentate. Entrando più nel dettaglio delle risposte emerge che gli amministratori locali sono più critici rispetto agli operatori sociali. Gli operatori sociali del distretto di Lecco sono coloro che hanno espresso il punteggio più alto nella valutazione di efficacia. Inoltre circa 1/4 degli operatori sociali e 1/3 degli amministratori risponde di non averle effettuate nel proprio comune. Questa diversificazione fa emergere che forse è in corso una revisione critica di questa strategia anche se è valutata ancora con una certa efficacia. 2. Promozione di stili di vita sani La promozione di stili di vita sani sta riscuotendo molto interesse in questi ultimi anni per la provata efficacia nei programmi di educazione alla salute in quanto presuppone l’attivazione delle persone stesse come principali attori del proprio

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11%

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11%4%

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Informazione e sensibilizzazioneEfficacia percepita

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Informazione e sensibilizzazionePunteggio medio delle percezioni

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cambiamento. Sono attuati con programmi di lungo periodo (uno o più anni), vanno a incidere e a modificare le abilità personali e sociali, favoriscono un processo di responsabilizzazione e correggono le informazioni scorrette aumentando così la capacità di resistenza all’utilizzo di sostanze psicoattive. Questi interventi richiedono un intervento precoce e così sono spesso realizzati nelle scuole.

Nella media generale questa strategia di intervento è quella ritenuta maggiormente efficace. Se si sommano le percentuali delle valutazioni, da media ad alta, risulta che gli amministratori la ritengono più efficace rispetto agli operatori sociali, che, per quasi 1/3, rispondono di non averli attuati nel proprio territorio. Sul totale di coloro che hanno risposto, invece, sono gli operatori sociali quelli che esprimono un livello medio di efficacia maggiore, soprattutto quelli che lavorano nei comuni del distretto di Lecco. 3. Interventi di inserimento lavorativo e sociale Questa tipologia di intervento caratterizza maggiormente i progetti di reinserimento sociale ma ha anche una valenza preventiva soprattutto per quei soggetti che presentano delle fragilità e necessitano di essere accompagnati e sostenuti. E’ una prevenzione più esperienziale dove si è “costretti” a misurarsi con le proprie capacità e abilità personali, lavorative e relazionali. Inoltre il lavoro è generalmente percepito come un fattore che dovrebbe favorire il benessere della persona.

0%

10%

29%

13%7%

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Promozione di stili di vita saniEfficacia percepita

operatori sociali sindaci

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Promozione di stili di vita saniPunteggio medio delle percezioni per

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Sommando le percentuali delle valutazioni medio - alte c’è una sostanziale corrispondenza tra le valutazioni degli amministratori e degli operatori. Questa misura, con la promozione di stili di vita sani, è quella ritenuta più efficace, soprattutto dagli operatori sociali e soprattutto nel distretto di Lecco. Questo dato andrebbe letto insieme all’elevata percezione della problematicità della disoccupazione. In quest’ottica la disoccupazione potrebbe essere letta come sinonimo di aumento del rischio di marginalità sociale e quindi anche di forme di dipendenza o disagio. 4. Azioni di sorveglianza e/o controllo Le azioni di sorveglianza e controllo hanno la funzione di presidiare il territorio per limitare la microcriminalità, gli atti di vandalismo e di piccolo spaccio e contribuiscono ad aumentare la percezione di sicurezza da parte della popolazione.

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Inserimento socio-lavorativoEfficacia percepita

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Inserimento socio-lavorativoPunteggio medio delle percezioni per

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Azioni di sorveglianza/controlloEfficacia percepita

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Bellano

Lecco

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Azioni di sorveglianza/controlloPunteggio medio delle percezioni

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Analizzando tutte le risposte emerge come la percentuale della bassa o nulla efficacia e della media- alta efficacia, secondo gli amministratori, sia pressoché identica. Mentre per gli operatori sociali emerge una maggior considerazione di questi interventi che sono ritenuti di media – alta efficacia. Questo dato è confermato analizzando i punteggi dati da coloro che hanno risposto rispetto all’efficacia, ed è evidente soprattutto nel distretto di Bellano. Il risultato non è così scontato in quanto coloro che organizzano e gestiscono alcune di queste azioni, le ritengono meno efficaci. 5. Protocolli interistituzionali I protocolli interistituzionali sono uno strumento che viene utilizzato da più istituzioni che, strategicamente, si accordano per definire modalità comuni per gestire specifiche tematiche o servizi. L’aspetto vantaggioso di questi strumenti è che permettono di affrontare un argomento con modalità condivise e raccordate, favoriscono la creazione di un pensiero e una cultura comune, promuovono la crescita di un sistema preventivo “diffuso” sul territorio facilitando la creazione di reti istituzionali.

Tra le strategie proposte nel questionario questa è stata la meno attuata e tra le più difficili da valutare nella sua efficacia, inoltre ha avuto un basso numero di rispondenti. Tra coloro che hanno risposto sull’efficacia prevale la bassa valutazione degli amministratori. Mentre nella media tra coloro che hanno risposto conferma la maggior valutazione da parte degli operatori sociali con il picco per quelli del distretto di Lecco. Per quanto riguarda la prevenzione dell’abuso di alcolici è attivo sul territorio della Provincia il protocollo “Prevenzione dei rischi connessi all’abuso di sostanze alcoliche in occasione di manifestazioni autorizzate dalle Amministrazioni locali”, promosso dal Tavolo Sicurezza della Prefettura di Lecco, che però non è stato

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Protocolli interstituzionaliEfficacia percepita

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Bellano

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Protocolli interistituzionaliPunteggio medio delle percezioni per

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sindaci operatori

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ancora attuato in gran parte dei comuni. Questo dato mette in luce un aspetto critico di questo strumento: la necessità di curare e gestire adeguatamente le fasi di conoscenza, diffusione e attuazione. 6. Interventi di tipo urbanistico/ambientale Spesso si parla di interventi di prevenzione rivolti al territorio inteso come comunità locale e si fa meno riferimento al territorio inteso come luogo, come paese. Anche gli interventi urbanistici e ambientali hanno importanti risvolti preventivi non solo per certe tipologie di malattie ma anche per la creazione di quei fattori ambientali (servizi aggregativi, decoro ambientale, vivibilità, sicurezza, spazi culturali, adeguati spazi verdi …) che favoriscono il benessere socio relazionale della persona evitando il rischio della marginalità. Per l’attuazione di questi interventi è importante l’attivazione non solo delle risorse amministrative ma è necessario favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla costruzione del proprio ambiente di vita.

Un po’ come avvenuto per gli accordi interistituzionali, questa tipologia di interventi è di difficile valutazione e poco attuata, anche se interventi urbanistici e ambientali sono realizzati dalle amministrazioni locali. Analizzando il punteggio medio di chi ha risposto, solo nel distretto di Merate si evidenzia una valutazione più alta degli amministratori, mentre negli altri due distretti la valutazione più alta è degli operatori sociali. Questi risultati pongono l’attenzione sul fatto che questi interventi possono avere anche degli impatti importanti sulle politiche preventive in senso più ampio.

1%

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Interventi urbanistico/ambientaleEfficacia percepita

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Bellano

Lecco

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Interventi urbanistico/ambientalePunteggio medio delle percezioni

per distretto

sindaci operatori

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Terza sezione PREVENZIONE, CONTRASTO, SOSTEGNO

(seconda parte) Questa seconda parte della terza sezione indaga la percezione di efficacia rispetto ai principali interventi a sostegno della famiglia (genitorialità, conciliazione famiglia-lavoro, disagio giovanile, non autosufficienza e difficoltà economica) promossi da Regione Lombardia, ASL di Lecco ed Enti locali. QUINTA DOMANDA

Quali tra questi interventi di supporto alle famiglie sono stati attuati nelle seguenti aree nel suo comune? E con quale livello di efficacia?

1. Genitorialità

2. Conciliazione famiglia-lavoro

3. Disagio giovanile

4. Non autosufficienza

5. Difficoltà economica .

Possibili risposte:

- Non so valutare

- Non è stato attuato

- Si nella seguente misura: nulla, bassa, media, alta, elevatissima (nulla: 0 bassa: 5-25 media: 30-50 alta: 55-75 elevatissima: 80-100 )

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1. Genitorialità Quando si parla di interventi a sostegno della genitorialità ci si riferisce a una vasta gamma di azioni, effettuate o promosse da contesti pubblici (ASL, consultori, scuole, centri per famiglie) o privati (liberi professionisti, associazioni, etc.), che cercano di evidenziare e valorizzare le risorse proprie all’interno della famiglia soprattutto quando questa si trova a dover affrontare situazioni di difficoltà. Questi interventi hanno una valenza protettiva e preventiva importante in quanto favoriscono la crescita sana dei figli e consolidano il ruolo genitoriale.

Dalla ricerca emerge che gli amministratori considerano più efficaci gli interventi a sostegno della genitorialità rispetto agli operatori sociali che mantengono un giudizio più bilanciato. Non trascurabile è la disparità della percentuale di chi risponde che questi interventi non sono stati attuati; forse c’è una discrepanza nel considerare alcuni interventi come sostegno alla genitorialità. Tra i distretti sono gli intervistati di quello di Lecco che esprimono il punteggio più alto nella valutazione di efficacia (sia per gli amministratori che per gli operatori). 2. Conciliazione famiglia - lavoro Per conciliazione famiglia – lavoro si intendono tutte le politiche volte a sostenere le famiglie nella loro quotidianità, al fine di aiutarle a conciliare la vita lavorativa con i carichi di cura familiari. La conciliazione tra vita privata e lavorativa è sempre più riconosciuta come fondamentale per il benessere e la crescita sostenibile della società. In seguito all’approvazione della delibera n. 50 del 27/01/2011 “Rete per la conciliazione: approvazione schema di accordo di collaborazione territoriale e individuazione dei soggetti promotori e provvedimenti conseguenti (DGR 381/2010 di Regione Lombardia )”, in data 1 aprile 2011, è stato siglato dagli enti promotori l’ Accordo Territoriale sulla Conciliazione Famiglia Lavoro della provincia di Lecco. Gli

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GenitorialitàEfficacia percepita

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GenitorialitàPunteggio medio delle percezioni

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enti firmatari sono: Regione Lombardia, ASL di Lecco, Amministrazione Provinciale, Camera di Commercio, Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, Ambiti territoriali di Lecco, Merate e Bellano, Consiglio Provinciale di Parità. A seguire altri enti hanno scelto di aderire all’Accordo Territoriale: Confindustria Lecco, Confartigianato Lecco, API Lecco, Lecco CDO, Lecco Confcommercio, Confcooperative Lecco, CNA Lecco, ANCE Lecco, ALPL Lecco, Confesercenti Lecco, Consorzio Consolida, Consorzio Lariano, CISL Lecco, CGIL Lecco, UIL Lecco, Fondazione Pietro Carsana.

Questo nuovo strumento che dovrebbe concorrere a migliorare il benessere della famiglia, dei lavoratori e favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è considerato ancora poco efficace sia dagli operatori che dagli amministratori. Il dato è confermato nella media delle valutazioni distinta per distretti: il punteggio, in tutti e tre i distretti, si colloca nella fascia medio bassa. E’ uno strumento che, pur ritenuto molto utile dalle politiche di welfare attuale, ma poco conosciuto e diffuso, risulta ancora difficile da valutare nel suo impatto sulle famiglie del territorio. 3. Disagio giovanile Non c’è un’interpretazione univoca sul concetto di disagio giovanile in quanto può essere letto in un’ottica evolutiva o in un’ottica patologica. Il disagio non patologico non compromette lo sviluppo generale della persona ma fa parte del processo di crescita mentre il disagio considerato patologico evidenzia le difficoltà dei giovani ad assolvere i compiti evolutivi richiesti e può sfociare in alcuni sintomi quali l’isolamento, l’apatia, l’ansia, condotte devianti. Gli interventi di supporto in quest’area svolgono azioni di prevenzione, informazione e orientamento, aggregazione, propongono percorsi educativi per sviluppare

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Conciliazione famiglia-lavoroEfficacia percepita

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Conciliazione famiglia-lavoroPunteggio medio delle percezioni per

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maggiore autonomia, offrono opportunità esperienziali e progetti che promuovono l’avvicinamento al mondo del lavoro.

La considerazione al cosiddetto “disagio giovanile” è giudicata mediamente bassa dai partecipanti alla ricerca, in egual misura dagli amministratori e dagli operatori. Analizzando il punteggio medio, distinto per distretti, si scosta dagli altri l’alto punteggio dato dagli operatori sociali del distretto di Bellano. Questa tipologia di interventi viene associata spesso alle azioni di prevenzione della dipendenza che si ritiene debbano essere effettuate prevalentemente dai servizi specialistici. Inoltre è difficile valutarne la loro efficacia perché i risultati non sono evidenziabili immediatamente se non per quanto concerne la partecipazione o il gradimento.

4. Non autosufficienza Con la definizione di non autosufficienti si identificano i cittadini che, per motivi diversi legati all’età o a particolari condizioni di disabilità presentano una o più patologie di natura fisica, psichica o sensoriale che possono comportare difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione socio familiare. Come conseguenza c’è la difficoltà a prendersi cura della propria persona e a richiedere un intervento da parte di terzi. Gli interventi di supporto alle famiglie nell’area della non autosufficienza tendono a favorire il più possibile il mantenimento al domicilio dei soggetti fragili, evitando il ricorso all’istituzionalizzazione, laddove la stessa non si configura come intervento appropriato. Gli interventi messi in campo sono progetti per il potenziamento dei servizi socio assistenziali, per il sostegno ai caregiver e per la qualifica del lavoro delle assistenti familiari. I CDD (centri diurni per disabili) e le CSS (comunità socio-sanitarie per disabili) rappresentano nella rete dei servizi della provincia lecchese una risposta al bisogno della persona con disabilità per favorire la sua integrazione sociale, sviluppare al massimo le potenzialità residue e migliorare la

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Disagio giovanileEfficacia percepita

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Disagio giovanilePunteggio medio delle percezioni

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qualità di partecipazione alla vita. Le RSD diventano un’opzione quando vengono meno le condizioni in grado di garantire la permanenza al proprio domicilio. Nel 2011 le percentuali di saturazioni di tali strutture sono state per i CDD: 90,79 % (su 215 posti accreditati); per le CSS: 66,74 % (su 97 posti accreditati); per le RSD: 90,47 % (su 149 posti accreditati).

L’attenzione per l’area della non autosufficienza è particolarmente sentita sia dagli amministratori che dagli operatori: entrambi danno un giudizio medio alto sulla loro efficacia. Tra le misure indicate in questa parte del questionario è quella che ha avuto il punteggio medio più elevato. Probabilmente il sostegno a persone non autosufficienti è un tema che coinvolge molto il territorio e che è considerato un buon elemento per aumentare il benessere non solo della persona ma dell’intero nucleo famigliare. 5. Difficoltà economica L’attuale contesto socio-economico, caratterizzato da nuove fragilità e precarietà (crisi economica, perdita dell’occupazione, crisi del modello familiare) sta portando alla luce una crescente fatica da parte delle persone e delle famiglie ad acquisire e mantenere condizioni di autonomia, di benessere sociale ed economico. La famiglia vive un’esperienza di maggiore vulnerabilità, affrontando disagi sociali sempre più complessi, che influiscono sui bisogni di protezione, di cura, di sostegno e di sicurezza presenti nelle diverse fasi della vita familiare: infanzia, adolescenza, età giovanile, età adulta.

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Non autosufficienzaEfficacia percepita

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Gli interventi per superare le difficoltà economiche sono considerati più efficaci dagli amministratori che dagli operatori. Analizzando la media delle valutazioni il giudizio si colloca in un punteggio mediamente alto. Tra i vari distretti, è quello di Bellano che esprime una considerazione più critica. Questi interventi sono erogati in base a regolamenti degli enti locali o a requisiti statali o regionali. In genere costituiscono uno strumento per aiutare le famiglie in particolari situazioni socio demografiche o in situazioni di emergenza. Non sono interventi esaustivi ma hanno spesso una caratteristica temporale per facilitare la ripresa di un’autonomia economica del nucleo famigliare.

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Difficoltà economicaEfficacia percepita

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Difficoltà economicaPunteggio medio delle percezioni

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CONCLUSIONI

I dati raccolti costituiscono un punto di osservazione originale per conoscere la dimensione del welfare nella Provincia di Lecco. Ovviamente sono solo indicativi di percezioni, di interpretazioni soggettive del reale, ma rappresentano anche un modo innovativo e più che attendibile per monitorare il sociale. Partire dalle emozioni suscitate dai problemi, dalle sensazioni di adeguatezza dei servizi e di efficacia degli interventi, consente una lettura del bisogno e dell’offerta così come vengono vissuti dalla gente, in modo veritiero, senza timori, condizionamenti, retaggi o presunzioni. Il confronto a livello percettivo tra sindaci (fattore politico) e operatori sociali (fattore tecnico) non serve tanto per capire chi è più vicino al dato di realtà o per stilare graduatorie su urgenze e priorità, quanto per stabilire il punto di incontro tra il sociale ideale e il sociale possibile, tra la programmazione degli interventi e la realizzazione degli stessi. Concludiamo questa presentazione riportando sinteticamente i riscontri più significativi di ogni sezione del questionario, sottolineando il fatto che non ha molto senso creare classifiche o graduatorie, se queste sono la scusante per dimenticarsi dei problemi apparentemente minori (con relative soluzioni). Nel progetto di riforma del welfare lombardo al centro dell’interesse c’è la persona con tutti i suoi bisogni. Se il problema riguarda poche persone, e quindi viene posizionato dopo altri, non significa affatto che è un problema “minore”, ancor più se fonte di disagio e sofferenza.

Prima sezione : Problematicità’ Rispetto alle percezioni inerenti i diversi aspetti sociali è la DISOCCUPAZIONE, l’aspetto con il maggior grado attribuito di problematicità; seguono le NUOVE POVERTA’, il CONSUMO DI ALCOL e DROGHE TRA I GIOVANI, l’IMMIGRAZIONE ed il DISAGIO MENTALE. Ad ALCOLISMO, SPACCIO DI DROGHE, DIFFUSIONE DELLA TOSSICODIPENDENZA e DEL GIOCO D’AZZARDO viene attribuito un grado medio di problematicità. Nei Distretti di Merate e di Lecco, DISOCCUPAZIONE, NUOVE POVERTA’ ed IMMIGRAZIONE sono gli aspetti sociali che preoccupano maggiormente, con gradi elevati e medio-alti di problematicità attribuita. Nel distretto di Bellano, invece, sono il CONSUMO DI ALCOL TRA I GIOVANI e l’ALCOLISMO a preoccupare maggiormente, seguono il CONSUMO DI DROGHE TRA I GIOVANI, le ALTRE DIPENDENZE e la DISOCCUPAZIONE (7° posto). Sono gli operatori sociali ad associare un grado più elevato di problematicità, soprattutto in riferimento a DISOCCUPAZIONE, NUOVE POVERTA’, CONSUMO DI DROGHE TRA I GIOVANI e DISAGIO MENTALE.

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Nel distretto di Bellano le differenze di attribuzione tra operatori sociali e sindaci risultano statisticamente significative per la maggior parte degli aspetti. Rispetto alle condizioni di vita che incidono sul vissuto familiare, le aree per le quali il grado di problematicità percepito risulta medio-alto sono, nell’ordine: ADULTI, ANZIANI e DISABILITA’, seguite da GIOVANI e ADOLESCENTI. L’area dell’INFANZIA risulta percepita come scarsamente problematica. Nel distretto di Merate la problematicità attribuita alle diverse aree componenti la famiglia risulta elevata, superiore a quella degli altri distretti: in tutte le aree si rilevano punteggi più elevati, in particolare per ADULTI e DISABILITA’. Sono gli Operatori Sociali a percepire come più problematiche tutte le aree, in particolare ADULTI, ANZIANI e DISABILITA’. Nel distretto di Bellano le differenze tra le percezioni dei sindaci e quelle degli operatori sociali sono statisticamente significative in tutte le aree, mentre nel distretto di Merate si osservano in corrispondenza di ADULTI e DISABILITA’.

Seconda sezione: Adeguatezza dei servizi e delle risorse Un numero abbastanza sostenuto di sindaci ed operatori Sociali ha dichiarato di NON SAPER VALUTARE il grado di adeguatezza, soprattutto in riferimento a SerT, Consultori Familiari e Terzo Settore. Tra coloro che hanno espresso un giudizio, i SERVIZI SOCIO-SANITARI, quelli COMUNALI, le FORZE DELL’ORDINE, gli UFFICI DI PIANO ed il TERZO SETTORE sono quelli per i quali il grado percepito di adeguatezza risulta alto; seguono, con un grado medio-alto, la POLIZIA LOCALE, i SERT, i SERVIZI DI SALUTE MENTALE ed i CONSULTORI FAMILIARI. Si è rilevato come siano i sindaci ad esprimere un punteggio più elevato di adeguatezza, in riferimento ai SERVIZI SOCIO-SANITARI TERRITORIALI e agli UFFICI DI PIANO. Rispetto alle differenze di percezione su ambito distrettuale si rileva la tendenza dei sindaci dei distretti di Lecco e Merate a percepire un maggior grado di adeguatezza di servizi e risorse rispetto ai sindaci del distretto di Bellano.

Terza sezione: Prevenzione, contrasto sostegno Non pochi sindaci ed operatori Sociali hanno riferito che nei Comuni di appartenenza questi interventi NON SONO STATI ATTUATI (per circa 1/4 dei rispondenti); un’altra parte riferisce di NON SAPER VALUTARE il grado di efficacia, soprattutto in riferimento alle AZIONI DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO, all’ATTUAZIONE DEI PROTOCOLLI INTERISTITUZIONALI in materia e agli INTERVENTI URBANISTICO/AMBIENTALI. Sono gli interventi di PROMOZIONE DEGLI STILI DI VITA SANI, di INSERIMENTO SOCIO-LAVORATIVO e di INFORMAZIONE/SENSIBILIZZAZIONE RIVOLTI ALLA

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POPOLAZIONE GENERALE ad essere percepiti come i più efficaci. Nei Comuni del distretto di Bellano si rilevano i punteggi inferiori di efficacia attribuita. Sono gli operatori sociali ad attribuire i punteggi più elevati, in particolare quelli dei Comuni del distretto di Lecco, con differenze statisticamente significative in riferimento alle AZIONI DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO e all’ATTUAZIONE DEI PROTOCOLLI INTERISTITUZIONALI. Gli interventi di CONCILIAZIONE FAMIGLIA-LAVORO e di GENITORIALITA’ per il 25% e 22% dei rispondenti NON SONO STATI ATTUATI. Gli interventi a favore della NON AUTOSUFFICIENZA sono stati percepiti con un grado elevato di efficacia, in particolare presso i distretti di Lecco e Merate. In entrambi questi distretti seguono gli interventi a sostegno delle DIFFICOLTA’ ECONOMICHE e della GENITORIALITA’; a Bellano seguono invece gli interventi contro il DISAGIO GIOVANILE.

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ASL di Lecco - Gennaio 2013

Quando ero giovane e libero e la mia immaginazione non aveva limiti, sognavo di cambiare il mondo. Come divenni più grande e più saggio, scoprii che il mondo non avrebbe potuto essere cambiato, così ridussi la mia visione e decisi di cambiare solo il mio paese, ma anche questo sembrava essere inamovibile. Come crebbi, al crepuscolo della mia vita, in un ultimo disperato tentativo, decisi di cambiare solo la mia famiglia, quelli più vicino a me. Ma anche questi non volevano niente di tutto ciò. E ora, che sono legato al mio letto di morte, capisco che se solo avessi cambiato per primo me stesso, forse, con l'esempio, avrei potuto cambiare la mia famiglia. Dalla loro ispirazione e con il loro incoraggiamento avrei quindi potuto cambiare in meglio il mio paese. E chi lo sa, avrei potuto forse cambiare il mondo.

(dalla tomba di un Vescovo dell'Abbazia di Westminster)