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biblohaus BH 2011 è un modo per diffondere la cultura editoriale e bibliografica, un appuntamento con la letteratura tipografica e bibliotecaria, con la modernità e il senso dei caratteri di stampa, è una via d’accesso al mondo della carta e alla sua tradizione millenaria. links utili giallo bibliografico due parole un libro segnalazioni biblohaus libri illustrati italiani cultura editoriale spigolature editoriali tipografia in letteratura bibliomanie tesi di laurea spigolature tipografiche strenne einaudi tra cataloghi editoriali anniversari editoriali tra letteratura e cinema metereologia tipografica numero 11 gennaio febbraio newsletter della casa editrice cantieri

Transcript of a e cinema ea ati italiani bibliomanie iali iali links utili · Protagonisti dell’editoria...

biblohausBH

2011

è un modo per diffondere

la cultura editoriale e bibliografica,

un appuntamento

con la letteratura tipografica

e bibliotecaria,

con la modernità

e il senso dei caratteri di stampa,

è una via d’accesso al mondo della carta

e alla sua tradizione millenaria.

links utili

giallo bibliografico

due parole un libro

segnalazioni biblohaus

libri illustrati italiani

cultura editoriale

spigolature editoriali

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tesi di laurea

spigolature tipografiche

strenne einauditra

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ratura e cinema

metereologia tipografica

numero 11gennaio febbraio

newsletter della casa editricecantieri

Protagonisti dell’editoria italianadel ’900: Dario Neri e Carlo Pirovano.

Due interessanti pubblicazioni racconta-no, in modi diversi, il nascere e lo sviluppodi una delle grandi case editrici italiane:l’Electa. Nata nel 1945 a Firenze ad operadi Dario Neri, fin dagli inizi l’editrice fio-rentina si avvale dell’egida del grande cri-tico e storico dell’arte Bernard Berensonche, come ricorda Nicki Mariano, la fede-le e storica assistente del maestro, avevaeletto la città toscana come sua nuovapatria facendola rivivere nelle magnifichecollezioni d’arte e nella straordinariabiblioteca della sua villa “I Tatti”. L’Electanasce all’indomani della catastrofe bellicain cui l’enorme patrimonio artistico delPaese è stato fortemente danneggiato, senon distrutto, e l’identità culturale nazio-nale ha bisogno di un forte slancio. Il fon-datore, Dario Neri, nasce a Vescovado diMurlo (Siena) il 22 maggio 1895; muore aMilano nel 1958. La casa editrice, fin daiprimi decenni, è una realtà editoriale didimensioni contenute, autonoma e moltocaratterizzata culturalmente ed artistica-mente. Tale peculiarità persiste anche nelprimo trentennio della direzione di CarloPirovano, dal 1964 al 1994; mentre gli ulti-mi decenni, fino al 2008, sono segnati dauna notevole progressione ed allargamen-to dei confini anche per l’accorpamento,avvenuto nel 1994, in seno al megagruppoMondadori. Il resto è storia di oggi el’Electa resta un punto di riferimento ine-ludibile per storici dell’arte, collezionisti,lettori colti, operatori artistici, direttori ecuratori di musei. om

Per saperne di più:

Susanna Ragionieri, Per Neri editore, in Dario

Neri. Dipinti, incisioni, libri, Siena, NuovaImmagine, 1995, pp. 51-69

Carlo Pirovano maestro di editoria, Milano,Electa, 2009 [edizione fuori commercio,stampata per i 70 anni di Carlo Pirovano]

Nicky Mariano, Quarant’anni con Berenson,introduzione di Kenneth Clark, Firenze,Sansoni, 1969, p. 321: “[…] Dalla sua rin-novata attività come autore, nacquero tut-tavia piacevoli contatti con nuovi editori. Ilprimo e più importante fu quello conl’Electa Editrice e col suo fondatore DarioNeri, presentato a B.B. da Roberto Papini.Dario Neri era una persona incantevole elo chiamavamo l’uomo delle cinque pro-fessioni e cioè pittore, industriale, editore,possidente di campagna e capitanodell’Onda, una delle contrade di Siena checorrono il Palio. Fu il nostro nume tutelaredurante ogni visita che facemmo a Sienadopo la guerra e lo fu anche in occasionedel nostro primo Palio, di cui B.B. halasciato una graziosa descrizione nel suosaggio Vedere e Sapere. Fu Neri che nellacampagna di Campriano gli fece incontra-re il Sani, un suo boscaiolo naturalmentedotato per la scultura”

Carlo Emilio Gadda, [Per il pittore Dario

Neri, 1946], a cura di Giovanni Agosti, orain «I Quaderni dell’Ingegnere. Testi estudi gaddiani», n.1, nuova serie, settem-bre 2010, Milano, Fondazione PietroBembo / Ugo Guanda Editore, pp. 43-47

Tra i libri di Osmoc, Föns e zioTito: bibliografia come itinera-rio nel meraviglioso.

Ecco una bibliografia di scritti che sareb-bero potuti esistere se solo li avessimo cer-cati “con più attenzione”:

Nella biblioteca di Osmoc, daMichele Mari, Di bestia in bestia.Una storia vera tra languore ed ardo-re, Milano, Longanesi, 1989.Contributi ad un’idea del discorso; J. Frisinga,Belma ludens; E. Uco, Sublimazione nel gioco,

sublimazione del gioco o gioco della sublimazione?;L. Turcimanno, Gli ananassi e le ananassi? Un

dubbio che non faceva dormire Cavour; L.Turcimanni, Amor di parola; N. Paolinelli-R.Boscovich, I proverbi d’Italia; A. Tron, La

coscienza evidente. Trent’anni con Eutimio

Centovézzoli; E.O. Rozzi, Il sonno della ragione

genera mostri?; Castiglione Casteseprio,Anglauro Fileuro, De coito; Cecidisse,Saggiuolo bibliografico; U.D. Calalzio-Séptici,Una vita per la bibliografia: l’esempio di un mae-

stro; L. Meglialoro-Camé, L’elementarità del

cerebro; Guittone de’ Ponticelli, Il signor

Pappa fu Prometeo; Jannaccone, Per una mona-

dologia del parlato; S.A. Fantastizòma, Impipa

o impippa? La più antica querelle italiana;Pseudo-Carducci, Matteo o dell’ambiguità;Roscellino, Notti lussuriose; Adeodato

Balestrucci, traduttore dell’intraducibilità tradu-

cendo, L’Anacreonte del ’95 e le postille montiane;Giannino Trotelli, Ricordi d’Oltreuropa;Paolella, Ietius, sive de feritate; Usi e costumi dei

Protolapponi; Souvenirs d’une maitresse baltique;Chomenti a’ poemi famosi; Preistoria e storia della

Bestia trionfante; Studi sul romanzo d’orrore nel

Settecento lombardo; Historiarum quae extant.

Bibliografia dello scrittore FrankFøns da: Mikkel Birkegaard, I delittidi uno scrittore imperfetto, trad diBruno Berni, Milano, Longanesi, 2010.Zona pericolo; Se i muri parlano; Tutto in fami-

glia; Un piatto freddo; Angolo morto; Un dente di

troppo; I muri parlanti; Il demone fuori; Il demo-

ne dentro; Fratelli di sangue; Una donna da poco;

Il nome del padre; I delitti di uno scrittore; Quelli

come noi; Una pallottola in canna; I delitti dello

scrittore imperfetto.

Da: Juan Villoro, Il libro selvaggio, trad.di Elena Rolla, Milano, Salani, 2010.Ponti mobili, Tutto sui ragni, Quelli che soffrono

fumando, Il pulcino dalmata, Bombardieri di

bombe d’acqua, Viaggio sul fiume a forma di

cuore, Incendio sul fiume a forma di cuore, Una

scoperta sul fiume a forma di cuore, Libro selvag-

gio, Delizie disgustose, Libro di divinazione dei

libri, Un amico sul fiume a forma di cuore,Orologio a lettere, Le mille e una briciola, I caval-

li vapore non sono ferrati, Sincronie di tempo,Mezzanotte sul fiume a forma di cuore, L’uomo

che dorme.

Ultime da Apice.

Nuovi Fondi, Archivi, Collezioni e volumisi aggiungono al già ricco patrimoniobibliografico e archivistico del CentroApice (Archivi della Parola dell’Immaginee della Comunicazione Editorialedell’Università di Milano, presieduto daAlberto Cadioli e diretto da ClaudiaPiergigli). I Fondi: Stamperia Valdonega,Elio Vittorini, Aldo Carpi Arpesani,Gualtieri di San Lazzaro e Maria Papa; gliArchivi: Gaspare Barbiellini Amidei,Guido da Verona, Giovanni Giudici,

culturaeditoriale

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Mario Soldati; la Collezione SpartacoCadioli di ex libris.E nuove pubblicazioni nate dal patrimoniodel Centro:

Cento ex libris della Collezione di Spartaco

Cadioli, Milano, Apice, 2009, p. 119, ill., s.i.p.

Wick(ed) Children. Strane storie per giovani letto-

ri, a cura di Nicoletta Vallorani, Milano,Skira/Centro Apice, 2010, p. 87, ill., s.i.p.

Editoria a Roma 1940-1960 nellepagine di un (bellissimo) catalogoantiquario

Alla memoria e al lavoro di Gioia Sebastiani.

Per coloro che hanno letto, e spero apprez-zato, le pagine che Roberto Palazzi,Giampiero Mughini, Gioia Sebastiani,Mauro Chiabrando, Massimo Gatta,Giuseppe Iannaccone e PasqualeAcquafredda, hanno negli ultimi annidedicato a Federigo Valli, alle sue straordi-narie Edizioni Documento e in genereall’editoria a Roma durante e dopo il fasci-smo, questo raffinato e documentato cata-logo nove della Libreria Ardengo di Romane costituisce un tassello fondamentaleperché, oltre che interamente illustrato dacopertine e frontespizi, integra e in moltipunti aggiorna i dati bibliografici fornitidai contributi sopra citati. La realtà edito-riale romana (anche riguardo alle galleried’arte), compresa tra guerra e dopoguerra,è una di quelle sfide bibliografiche chefinora nessuno storico dell’editoria ha

voluto, o saputo, affrontare compiutamen-te. Ci si è finora limitati a contributi in rivi-ste, capitoli di libri, articoli, brevi incursio-ni nel mare magnum dell’editoria a Romadurante e dopo il fascismo. Inoltre, consi-derata la dispersione e la distruzione mate-riale di interi archivi e depositi editoriali,tale ricognizione risulta ancora più com-plessa e frustrante. Accogliamo, quindi,con vero piacere bibliografico il catalogo cheArdengo pubblica a coronamento, imma-gino, di una lunga e complessa ricerca. Unlavoro minuzioso nel quale sono censitedecine di sigle editoriali (alcune del tuttosconosciute anche agli addetti ai lavori),tipografie, gallerie d’arte, come viene sin-tetizzato nella breve pagina introduttiva,tutte in rigoroso ordine alfabetico, parten-do dalle “edizioni stampate in proprio,senza editore” (con libri di Spartacus,Alcide De Gasperi, Giannetto Avanzi,Giorgio De Chirico, Francesco Possenti),proseguendo con le democristiane“Edizioni 5 Lune”, dove segnalo, per gliinteressi della nostra rivista, il curiosoEditoria e pubblica opinione (1957), diGiambattista Vicari; per proseguire con“A.V.E. Editrice”, le semiclandestine“Edizioni delle Catacombe”, via via pas-sando per “Documento” di FederigoValli”, “Polin”, fino a “La Vita” e alle“Edizioni della Galleria dello Zodiaco”.Ho citato l’editore Polin non a caso. Sitratta di un minuscolo e semisconosciutoeditore che ebbe però il merito di pubbli-care in prima edizione, nel 1946, Ladri di

biciclette di Luigi Bartolini, romanzo centra-le del neorealismo italiano e sulla cui trava-gliata vicenda editoriale rimando sia allebelle pagine che gli ha dedicato GiampieroMughini che a quelle altrettanto belle diLucia Di Maio. Questo catalogo lo valuta2.600 euro, giudicandolo a ragione unodegli “introvabili” del novecento letterarioitaliano, finalmente però “trovato” daqualcuno in questo catalogo di vendita. Di

Polin editore non si sa quasi nulla, masoprattutto si conosceva solo questoromanzo di Bartolini, pubblicato qui pove-ramente in prima edizione (sarà poiLonganesi a renderlo editorialmente cele-bre nel 1948, e Zavattini con l’omonimofilm), ma con una straordinaria copertinain odore di futurismo dello stesso Bartolini.Leggendo a pagina 124 del catalogoArdengo scopriamo, invece, che Polinaveva siglato almeno altri tre libri: Piccola

città dell’Ohio (s.d., ma anni ’40), diSherwood Anderson, tradotto da OrsolaNemi; Giovanna la Pazza (1945), di MichaelPrawdin, tradotto da Francesco Glaentzer(prima edizione italiana), con bella coper-tina illustrata; e infine le Fiabe romantiche (5aprile 1945), di Wieland, Goethe eNovalis, con la medesima traduzione diGlaentzer, numero 1 della “Collezione delbengalino”. C’è da rimanere attoniti difronte alla ricchezza editoriale, ma ingenerale artistico-culturale, di questo ven-tennio romano, che come ho già dettoandrebbe indagato con maggiore comple-tezza, come il catalogo Ardengo testimo-nia anche visivamente. Una ricchezza dicollane, collezioni, tipografie, autori, illu-stratori, all’interno di un ricco ventaglio disigle editoriali, molte delle quali appendicidi gallerie d’arte di cui Roma è da semprenotoriamente ricca. E tra le gallerie d’artecome dimenticare “La Margherita” diGaspero del Corso e Irene Brin (ma MariaVittoria Rossi, lo pseudonimo glielo creò ilsolito Longanesi), con le omonime edizio-ni, che il catalogo Ardengo puntualmenteregistra alle pp. 72-73 con due preziose erare edizioni: Cronache romane (aprile-mag-gio 1944), di Orfeo Tamburi, con 12 suelitografie, e il celebre Gott mit Uns (1945), diRenato Guttuso, con 24 sue tavole e unoscritto di Antonello Trombadori. Oppuretutti e quattro i numeri della preziosa col-lana “La Margherita”, curata da FederigoValli, con titoli destinati a pochi fortunati:

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La Cetonia di Moravia (1944), in 55 esem-plari con 1 acquaforte di Luigi Bartolini,Forte come un leone di Gianna Manzini(1944), in 300 esemplari con 6 disegni ineditidi Scipione, La nostra anima di Savinio(1944), in 300 esemplari con 2 litografiedello stesso Savinio e infine Agostino diMoravia (1944), in 500 esemplari con 2litografie di Guttuso (con prezzi di conse-guenza). O ancora le due misteriose erarissime plaquettes, sempre targateDocumento Editore, firmate con pseudo-nimi per via delle illustrazioni fortementeerotiche, di Adolphe (Renzo Vespignani),Tous bas (1945), in soli 300 esemplari e con16 incisioni dell’autore, e di Jean Barbe(Mino Maccari), On s’amuse (1945), in 300esemplari e con 16 incisioni in legno del-l’autore; oppure i due numeri della collanadi rarità galanti dei secoli XIV, XV e XVI“L’Orchidea” (Documento Editore) doveapparvero nel 1944 Gli Stratagemmi d‘amore

di Gentile Sermini, in 105 esemplari e con4 acqueforti di Savinio e Gli allegri amanti diPietro Fortini, in 105 esemplari e con 6linoleum di Orfeo Tamburi (ma l’esemplareofferto manca di 5 linoleum); tutti libri cheabbiamo imparato ad amare dalle pagined’un estasiato Mughini. E chi può afferma-re, in tutta onestà, di conoscere anche solouno dei titoli pubblicati dai seguentimicroeditori, semiclandestini e misteriosi,attivi a Roma negli anni ‘40: A.V.E., Vega,L’Ape, L’Arnia, Il Canzoniere, LaCapitale, La Caravella, Catapulta,Delfino, Vittorio Ferri, La Vita, Il Pozzo,Edizioni della Bussola, Edizioni delleCatacombe, Porfini, Edizioni Italiane, IlMaglio, La Sibilla, Stella, Tapra, Tariffi ole Edizioni del Tempo, prima che questocatalogo li proponesse al lettore? Ma moltealtre sigle sono rappresentate, compreseRizzoli, Mondadori, Longanesi e Einaudinel loro periodo romano. Che altro dire senon invitare i nostri lettori a procurarsiquesto catalogo e conservarlo gelosamentein libreria, possibilmente accanto a queitesti che hanno finora indagato, e dragato,quegli anni drammatici ma di enorme ric-chezza editoriale, artistica e culturale e neiquali hanno lavorato scrittori celebri, notie sconosciuti (e che il prezioso indice fina-le riassume). mg

Roma 1940-1960. Catalogo nove,Roma, Libreria Ardengo, dicembre 2010,176 p., ill., s.i.p. (info: www.ardengo.com,e-mail: [email protected])

Per saperne di più:

Roberto Palazzi, L’editoria in Italia dall’8 set-

tembre 1943 al 25 aprile 1945, «Futilità»,n.0, aprile 1978, pp-3-8: ora in Id., Scritti di

bibliografia, editoria e altre futilità, a cura diMassimo Gatta e Mauro Chiabrando,

introduzione di Corrado Bologna, scritti diMario Perniola, Piero Piani, Pietro Spirito,Macerata, Biblohaus, 2008, pp. 23-35.

Giampiero Mughini, Le Edizioni Documento,«Panorama», 2 luglio 1989, p. 101.

Giampiero Mughini, A via della Mercede

c’era un razzista. Pittori e scrittori in camicia

nera, Milano, Rizzoli, 1990.

Giampiero Mughini, Sfogliando la

Margherita, «Panorama», 4 novembre1994, p. 133.

Giampiero Mughini, Gli anni da cui tutto ebbe

inizio, in Id. Che belle le ragazze di via Margutta

(I registi, i pittori e gli scrittori che fecero della

Roma degli anni Cinquanta la capitale del

mondo), Milano, Mondadori, 2004, pp.74-125.

Gioia Sebastiani, Libri e riviste. Catalogo delle

Edizioni delle riviste italiane fra le due guerre

(1919-1943), Milano, All’Insegna delPesce d’Oro, 1996.

Gioia Sebastiani, Editoria a Roma dopo la

Liberazione: le edizioni Documento, in Gli archi-

vi degli editori. Studi e prospettive di ricerca, acura di Gianfranco Tortorelli, Bologna,Pàtron, 1998, pp. 157-182.

Mauro Chiabrando, Libri a Roma città aper-

ta. L’editoria capitolina negli anni della guerra,«Charta», n.45, 2000, pp. 40-43.

Mauro Chiabrando, Un “Documento” dimen-

ticato. La rivista e i libri di Federigo Valli,«Charta», n.69, 2004, pp. 46-51.

Massimo Gatta, Un editore in guerra: Federigo

Valli. La rivista Documento e le edizioni Documento

Libraio Editore (1941–1946), «Nuova storiacontemporanea», n. 4, luglio-agosto 2008,Firenze, Le Lettere, pp. 154-160.

Giuseppe Iannaccone, Le edizioni di

Documento, «Wuz», n.1, gennaio-febbraio2005, pp. 20-25.

Lucia Di Maio, Ladri di biciclette di Bartolini,«Wuz», n.2, marzo 2003, pp. , pp. 5-7.

Sotto le stelle del ’44. Storia arte e cultura dalla

guerra alla Liberazione, a cura di C.Piermattei Masetti, Follonica, Zefiro, 1994[catalogo della mostra].

Steno [Stefano Vanzina], Sotto le stelle del ’44.

Un diario futile, a cura e con un saggio diTullio Kezich, (Creare due, tre, molti Flaiano),Palermo, Sellerio, 1993.

Realismi (1939-1960). Vent’anni di cultura ita-

liana fra guerra e ricostruzione. La biblioteca di

Libero De Libero, Gussago, L’Arengario stu-dio bibliografico, 1996.

Pietro Acquafredda, Il “Documento” rimosso di

Alberto Savinio, «Nuova storia contempora-nea», n.6, novembre-dicembre 2002, pp. 61-90.

Pietro Acquafredda, Alberto Moravia e il

“Documento” mensile, «Nuova storia contempo-ranea», n.1, gennaio-febbraio 2008, pp. 75-98.

Gianni Borgna, Città aperta. Vita culturale a Roma

dal ’44 al ’68, da un’idea di AntonioDebenedetti, Roma, Istituto Luce, 2008[DVD].

Prendendo spunto da un interessante edocumentato contributo di Ugo Rozzo del1997, dedicato alla bibliomania, forniamoai nostri lettori “bibliomani” qualche ulte-riore “dritta” bibliografica in ordine tem-porale, utile ad integrare bibliografica-mente lo scritto di Rozzo. Cogliamo l’oc-casione per annunciare ai lettori che unadelle prossime novità Biblohaus, in uscitanel 2011, sarà proprio un saggio di UgoRozzo sulla bibliomania. Gli scritti citatifanno parte del Fondo bibliografico di“Cantieri”, che si ringrazia. mg

Ai molti felici che dai libri sono amati e cercati

Alberto Nota, Il bibliomane, Milano, pressoPaolo Cavalletti Libraio sulla Corsia de’Servi, num. 600 [Milano, tipografiaSonzogno], s.d. [ma 1829, cfr. CLIO, n. 4,p. 3259]; ristampa a cura di MariaCristina Misiti, prefazione di PieroInnocenti, Novara, Interlinea, 2001[ristampa in facsimile dell’edizione diTorino, G. Pomba, 1842].

Jean Baptiste Le Rond D’Alembert,Bibliomanie, in Encyclopédie ou Dictionnaire rai-

sonné des sciences, des art set des métiers, vol. II,Paris, Briasson-David-Le Breton-Durand,1751, (p. 228).

Cesare Beccaria, Il bibliomane (1759), in Id.,Scritti filosofici e letterari, a cura di L. Firpo,G. Francioni, G. Gaspari, Milano,Mediobanca, 1984, (pp. 237-[241]), con la

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bibliomanie

riproduzione dell’autografo della primapagina (p.241).

Leopoldo Cicognara, Osservazioni sulla

bibliomania, in Vita di S. Lazzaro monaco e pit-

tore preceduta da alcune osservazioni sulla biblio-

mania, Brescia, per Nicolò Bettoni, 1807,(pp. 1-35).

Thomas Frognall Dibdin, The Bibliomania,

or Book Madness, London, Longman, 1809;II ediz. London, Chatto & Windus, 1876.

Domenico Rossi, Della bibliomania degli ereti-

ci seguita da un dialogo intorno alla traduzione

della Bibbia di Gioanni Diodati, Valenza,Società Editrice della PropagandaCattolica [Tipografia Biagio Moretti], 1857.

Jean Baptiste Felix Descuret, Della biblioma-

nia, in Id., La medicina delle passioni ovvero le

passioni considerate relativamente alle malattie,

alle leggi e alla religione, Napoli, Rondinella,1860, (pp. 563-566)

Nicola Carteggi, Un Bibliomane ad un suo

amico, in Id., Al chiaro di luna. Versi, Milano,Natale Battezzati, 1879-80 (cit. in G.Marcenaro, ma non presente nell’indiceICCU-SBN).

Louis Bollioud-Mermet, Crazy Book-

Collecting or Bibliomania, New York, Duprat& Co., 1894 [prima edizione in inglese,stampata fuori commercio solo per i mem-bri dell’esclusivo circolo di bibliofili The

Grolier Club di New York].

Francesco Lumachi, Bibliomani celebri (Don

Vincente, Guglielmo Libri, A.M.H. Boulard,

Richard Heber), in Id., Nella repubblica del libro,prefazione di Piero Barbèra, Firenze,Lumachi, 1907, (pp. 15-81), stampato in250 esemplari.

Stefan Zweig, Mendel il bibliofilo, in Id., La

paura, Milano, Sperling & Kupfer, 1938

(pp. 89-130); ristampato col titolo Mendel

dei libri, Milano, Adelphi, 2008.

Lawrence S. Thompson, Notes on

Bibliokleptomania, New York, The New YorkPublic Library, 1944.

Holbrook Jackson, The Anatomy of Bibliomania

(1932), London, Faber & Faber, 1950.

Armando Petrucci, Bibliomania Perennis, inCatalogo delle Edizioni dell’Elefante 1964-

1984, Roma, Edizioni dell’Elefante, 1984(pp. 3-29); ristampato in Bibliomania Perennis.

Mostre delle Edizioni dell’Elefante. Prologhi e

testi di occasione, Roma, Edizionidell’Elefante, 2002, (pp. 89-113).

Aneddotica sulla bibliomania, a cura di RobertoPalazzi, Roma, Pierre Marteau, 1987.

Octave Uzanne, La collezione “curieuse” di un

bibliofilo: le cabinet d’un eroto-bibliomane, Schio,Guido Tamoni, [Vicenza, TipografiaRumor], 1991, edizione stampata in 500esemplari numerati.

Gustave Flaubert, Bibliomania, presentazio-ne di Marcello Dell’Utri, Milano,Immaginaria, 1992.

Luciano Canfora, Bibliomania, in Id., Libro e

libertà, Roma-Bari, Laterza, 1994, (pp. 45-46).

Charles Nodier, Il bibliomane, traduzione,premessa e nota di Fernando Tempesti,Firenze, G.P.L., febbraio 1994, edizionefuori commercio stampata per gli amicidalla Tipografia Giuntina di Firenze, inoccasione della Festa del libro 1994.

Nicholas A. Basbanes, A Gentle Madness.

Bibliophiles, bibliomanes and the eternal passion

for books, New York, H. Holt & Company, 1995.

Giuseppe Marcenaro, Bibliomania, in Id.,Libri. Storie di passioni, manie e infamie, Milano,Bruno Mondadori, 2010, (pp. 151-160).

Giancarlo Petrella, Tasche in-quarto. Appunti

di bibliomania, “Charta”, n.112, novembre-dicembre 2010, (pp. 28-32).

Ugo Rozzo, Furor bibliographicus ovvero la

bibliomania, in Libri tipografi biblioteche.

Ricerche storiche dedicate a Luigi Balsamo,Firenze, Leo S. Olschki Editore, 1997, vol.II, (pp. 441-461), stampato anche comeEstratto completo.

C. Nodier, Il bibliomane, Novoli, BibliothecaMinima 2001.

Alberto Castoldi, Il libro che uccide,Bergamo, BUP, 2002.

Louis Bollioud-Mermet, Sulla bibliomania, acura di Pino Di Branco, Milano, La vitafelice, 2003.

John Baxter, Una libbra di carta. Confessioni di un

bibliomane, Milano, Sylvestre Bonnard, 2003.

Bibliomanie. Passioni, malattie e dannazioni di

chi ama troppo i libri, a cura e con una intro-duzione di Coralba Colomba, Torino,Marco Valerio editore, 2003. Contiene:Bibliomania di Gustave Flaubert (1836), Il

bibliomane Boulard di Jean B.F. Descuret(1841), L’inferno del bibliofilo di CharlesAsselineau (1860).

Alberto Castoldi, Bibliofollia, Milano,Bruno Mondadori, 2006.

Giampiero Mughini, La collezione. Un biblio-

folle racconta i più bei libri italiani del Novecento,Torino, Einaudi, 2009.

A volte coi libri scattano dei simpatici eimprevedibili cortocircuiti attraverso iquali fili staccati nel tempo e nello spaziotrovano una loro collocazione, riannodan-dosi intorno a vicende e personaggi. Cosìaccade, ad esempio, con il primo logo scel-to dalla Mondadori per la celebre Collanadi poesia “Lo specchio”. Chi dei nostri let-tori ha letto le belle pagine dell’ultimo

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spigolatureeditoriali

libro di Giuseppe Marcenaro, Libri. Storie di

passioni, manie e infamie (Milano, BrunoMondadori, 2010), ricorderà certamentel’accenno alla cinquecentina edita aFirenze dai Giunti nel 1560, Primo libro del-

l’opere toscane di M. Laura Battiferri degli

Ammannati. Ebbene, come consiglia l’auto-re, dovremmo lasciarci avvolgere dallarêverie che il titolo ispira, evocando in noiil celebre dipinto che Agnolo Bronzinofece alla poetessa toscana (Urbino 1523 –Firenze 1589, tra l’altro sposa di un certoVittorio Sereni, proprio lei una poetes-sa…), colta dal pittore in una intensità attonita,

con le dita affusolate tra le pagine di un “petrar-

chino”; e veder lei nell’atto di dedicare i propri versi

agli amici suoi; proprio al Bronzino, il pittore del

suo ritratto (pp. 129-130). Il Bronzino, anchein altri suoi celebri ritratti di nobildonne,amerà coglierle nell’atto di tenere le ditadentro a un piccolo libro, per segno dellalettura interrotta. Ebbene proprio quelledita affusolate tra le pagine di un petrarchino

saranno il particolare scelto dall’ufficiografico della Mondadori, riprodotto acolori in copertina della Collana de LoSpecchio, un particolare ripreso però daun altro celeberrimo dipinto del Bronzino,il Ritratto di Eleonora d’Aragona. E di rêverie

in rêverie come non pensare a quelle ditacome a una sorta di protosegnalibro, lostesso gesto che Don Abbondio adotta colmessale tenuto dietro la schiena, l’indicecome segno della lettura interrotta, che laPerugina utilizzerà per un elegante segna-libro disegnato da Federico Seneca negli

anni Trenta,dove comparela scritta ripresadai Promessi

Sposi: “….chiu-deva il brevia-rio, tenendovidentro, persegno, l’indicedella manodestra…”, eaggiungendovi

il pubblicitario: “…perché non aveva ilsegnalibro della Perugina”. Magia dei libri,dell’editoria, della letteratura om

Per saperne di più:

Silvia Santini, “Lo specchio” e la scelta della

poesia, in Libri e scrittori da collezione. Casi edi-

toriali in un secolo di Mondadori, a cura diRoberto Cicala e Maria Villano, presenta-zione di Gian Carlo Ferretti, Milano, ISU-Università Cattolica, 2007, pp. 111-129; edella stessa Santini, L’evoluzione della coperti-

na nello “Specchio”, in Libri e scrittori da colle-

zione, cit., p. 263

Anniversari di grafica editoriale

L’Einaudi ha per tradizione curato parti-colarmente la sua grafica editoriale, sem-pre affidata a grandi grafici, da Molina, aMunari a Steiner. Ma è con ammirazioneche segnaliamo un piccolo particolare cheriguarda più la grafica paratestuale, che edito-riale. Ci riferiamo al chiudilettera cheriproduciamo, utilizzato per i cartoncini diauguri 2010 dalla casa editrice di via

Biancamano. Il disegno è quello di uno deicelebri quattro loghi usati dalla casa editri-ce, ripresi dall’emblema risalente a primadel 1574, presente nel volume di PaoloGiovio, Dialogo delle imprese militari et amorose.Giovio l’ideò per l’impresa di GirolamoMattei Romano (lo struzzo con nel beccodei chiodi), aggiungendo poi il mottoSpiritus durissima coquit, il cui senso è che uncuore generoso ha la forza di smaltire ognigrave ingiuria. E questo bellissimo struzzoè poi passato a rappresentare nel mondo lostile Einaudi. Lo struzzo del chiudiletterariprodotto, però, fu disegnato da GiacomoManzù giusto 50 anni fa (1961), in occasio-ne della pubblicazione, presso Einaudi,della raccolta in edizione limitata dei suoiQuarantun disegni di Giacomo Manzù. Gli altridue loghi einaudiani sono quelli disegnatida Pablo Picasso nel 1951, come donoall’editore, quando questi andò a farglivisita ad Antibes. Il grande artista stavalavorando a un ciclo di illustrazioni per Le

storie naturali di Jules Renard, dove figuravaappunto uno struzzo, che l’artista regalò,nella sua versione originale, a un GiulioEinaudi entusiasta. Infine troviamo lostruzzo stilizzato che nel 2000 GiulioPaolini disegnò in occasione della Fiera diFrancoforte, e nel quale l’immagine dellostruzzo gioviano di oltre quattro secoliprima rivive attraverso una innovativa

interpretazione. A questa ultima evoluzio-ne della grafica einaudiana ben si adatta iltitolo, davvero bello, che la casa editricediede alla plaquette stampata in soli 250esemplari da Enrico Tallone nel 2001, inoccasione dell’apertura del proprio sitointernet (www.einaudi.it): La tradizione del

futuro (di cui abbiamo parlato in Cantieri n. 9).Si ringrazia il Fondo bibliografico diCantieri. md

Recensire cataloghi editoriali:Edizioni Henry Beyle, Milano

Perec l’avrebbe forse definito come unTentativo di esaurire, nello spazio chiuso di una

stanza, alle 9 di mattina del 25 novembre 2010,

la recensione di un catalogo editoriale di 13x9,5

cm per 3 grammi di peso, come fosse un romanzo

contemporaneo. E’ a Perec, al suo genio asso-luto, che s’affida il bibliorecensore, fiducio-so che sia praticabile questo nuovo genereparaletterario. Perec come fideiussore diun tentativo di leggere un catalogo con gliocchi del critico. L’autore di questo librino,dal titolo razionalista Catalogo 1, è anonimo.

Ma dall’emblematico sottotitolo, Inverno

2010-2011, e dallo stile complessivo dellesue due pagine non numerate, intuisco chipossa celarsi dietro l’anonimato. Un libri-

no-farfalla, l’avrebbe apostrofato il Montaledi quando tentava di comprendere l’incompren-

sibile (per lui) lavoro editoriale di VanniScheiwiller, i cui librini sfuggivano ad ogniclassificazione e si perdevano sugli scaffalidelle librerie, scomparendo alla vista.Chissà cosa avrebbe pensato il poeta degliOssi di seppia del nostro editore, HenryBeyle di Milano, omaggio non velato aStendhal, il quale ha appena mandato inlibreria questo librino anonimo. Lo stessoStendhal a cui si deve quella meravigliosapatologia, la Sindrome di Stendhal, che colpi-sce alcune persone quando queste vengo-

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tra cataloghieditoriali

no a contatto con troppa Bellezza. Il catalogo,quindi, come archetipo di una lettura altra

del mondo e che negli ultimi tempi èdiventato genere letterario a sé. E’ ancoraPerec che ritorna in questa catalogazionedelle cose e della realtà; testimone e autorestesso di uno dei titoli di questo librino, ilquarto: Brevi note sull’arte e il modo di riordina-

re i propri libri, ancora un catalogo, appun-to, classificazione, elencazione di modi, digesti, di azioni. Ed è proprio dal suo (diPerec) Penser/Classer che è ripreso il quartotitolo del librino, il quale si divide in duecapitoli: Piccola biblioteca degli oggetti letterari ePiccola biblioteca dei luoghi letterari. GiorgioManganelli e Giampaolo Dossena cisarebbero andati a nozze con questi capi-toli. Poi essi si dividono ulteriormente perlasciare agio all’estensore di affrontare latrama da punti di vista letterari diversi.Quattro i titoli in cui si articola il primocapitolo: Il sabato del bibliofilo, Il libraio inve-

rosimile, Consigli ai bibliofili e, appunto, Brevi

note sull’arte e il modo di riordinare i propri libri.

L’estensore munifico convoca qui scrittorie poeti a dialogare di libri: RaffaeleCarrieri, Giovanni Papini, Umberto Saba,Georges Perec. Vorremmo conoscerlo dipersona questo simpatico autore-demiurgoin grado di far riapparire dal buio deltempo titoli così intriganti e dimenticati, escrittori così fascinosi, per palati fini. Ilsecondo capitolo, invece, ha (per ora) unsolo titolo, Primavera a New York, firmato daGiuseppe Prezzolini, prima del suo autoesilio luganese dove morì. Pagine di unatersa intelligenza, perfette ed essenzialicom’era il “grande vecchio”. Entrambi icapitoli di questo Catalogo 1 hanno un carat-

tere straordinario che viene da lontano, daquel Claude Garamond, incisore e stam-patore francese il cui maestro, AntoineAugereau, editore, incisore, umanista efine letterato, verrà arso vivo insieme aisuoi libri dalla furia del fanatismo oscurantistadei teologi della Sorbona e dalla sua longamanus inquisitoriale, in Place Maubert aParigi, il 24 dicembre del 1534, senza nep-pure concedergli di celebrare, cristiana-mente, il santo Natale. Lo ricorda AnnaCuneo in uno struggente romanzo storico,Il maestro di Garamond (Milano, Sironi, 2010),che illumina non poco quella triste vicen-da, comune a molti editori, tipografi elibrai, il cui unico torto, nel corso dei secoli,fu di guardare oltre il buio del dogmatismoreligioso. Oltre al carattere c’è però anche uncorpo (monotype corpo 12) e ancora un mate-

riale, sul quale tutte queste lettere sono stam-pate, e che qui parla tedesco: carta Zerkall-Bütten a bordi intonsi dove si conservanole barbe, quegli sfrangiamenti naturali,come fili di tappeto persiano, nella cartaprodotta manualmente. Ma l’estensore diquesto librino convoca anche artisti con-

temporanei per celebrare adeguatamentequesti capitoli: Walter Valentini, SandroMartini, Enrico Della Torre, ElianaVicari, Francesco Radino. Poeti, scrittori,artisti e lettori alla tavola d’Henry Beyle,brindano. E affida la stampa a un maestrodella tipografia come Rodolfo Campi (diQuinto de’ Stampi, Rozzano), anch’egli discheiwilleriana memoria. Mentre a guardia dellacopertina c’è un magnifico gattone tra nume-ri e lettere, sgattaiolato dalla matita di Assadour.L’artista, nato a Beirut il 12 agosto 1943, ha stu-diato all’Accademia Pietro Vannucci diPerugia e alla Scuola Nazionale Superioredi Belle Arti di Parigi Atelier Coutaud. Èun segno lieve il suo, fatto di memoria epoesia. Il gattone in copertina è iscrittocome nella circonferenza del mondo.Questo librino è edito dalle edizioni HenryBeyle di Milano (www.henrybeyle.com),semiclandestine come tutte le cose visionariee altamente essenziali, e che riesconoancora a suscitare nel lettore un sentimento.Libro che circolerà in poche, preziose copie, 600e 500 esemplari a seconda dei titoli.Edizioni come queste hanno un cuore, avreb-be detto Goffredo Parise, come scrisse nellasplendida lettera a Raffaele La Capriainviata dalle nebbie mattutine di Salgareda il10 dicembre 1972, col suo Piave negli occhi.E dietro queste edizioni c’è ovviamente unuomo, autore ora svelato anche di questoCatalogo 1. Un uomo di libri, di antiche pas-sioni librarie e che viene da lontano col suomestiere di far libri. Si chiama Vincenzo C.e lo salutiamo con simpatia. Si ringrazia ilFondo bibliografico di Cantieri. mg

Catalogo editoriale EdizioniAgnelli

Nel 2011 ricorrono gli 80 anni dalla pub-blicazione di un raffinato ed elegante cata-logo delle Edizioni Agnelli di Milano. Lacopertina, molto bella, è illustrata daUmberto Zimelli (1898-1972), artista, illu-stratore, incisore e cartellonista a cui sidevono anche una serie di illustrazioni, di vagosapore Art Deco, per copertine di romanziediti da Agnelli ma anche da Zanichelli.Abbiamo ricordato questo catalogo ancheper la sua notevole rarità, presente in soledue biblioteche pubbliche italiane(Biblioteca Ist. Gramsci di Bologna eBiblioteca Ricottiana di Voghera, fonteICCU). In futuro Cantieri si occuperàancora delle edizioni Agnelli. Si ringrazia ilFondo bibliografico di Cantieri per i volumimessi a disposizione. om

Edizioni Agnelli, Milano, Agnelli, 1931,copertina a colori di Umberto Zimbelli, p. 8, ill.

Per saperne di più:

Giacomo Agnelli, Casa editrice Giacomo

Agnelli, Milano, Agnelli, 1926.7

Callisto Calderari, Le edizioni Agnelli di

Lugano. Libri, periodici, Bellinzona,Casagrande, 1999 [Bibliografia Luganesedel Settecento, 1].

Callisto Calderari, Le edizioni Agnelli di

Lugano. Fogli, documenti, cronologia, con la col-laborazione di Beatrice Lampietti eGianna Ostinelli Lumia, Bellinzona,Casagrande, 2002 [Bibliografia Luganesedel Settecento, 2].

Callisto Calderari, L’arte della stampa da

Milano a Lugano. La tipografia Agnelli specchio

di un’epoca, Lugano, Edizioni Città diLugano Archivio Storico, 2008.

Fabrizio Mena, Stamperie ai margini d’italia.

Editori e librai nella Svizzera italiana 1746-

1848, Bellinzona, Casagrande, 2003.

Francesca Cantieri, I cataloghi a stampa della

Giacomo Agnelli (1866-1922), «La Fabbricadel Libro. Bollettino di storia dell’editoriain Italia», a.XV, 2/2009, pp. 36-43.

Buon compleanno a: Gallimard,Empirìa e Il Lavoro Editoriale

La famosa casa editrice franceseGallimard, fondata da Gaston Gallimard,festeggia il centenario (1911-2011).Mentre in casa nostra la casa editriceEmpirìa festeggia i suoi primi 25 anni conun bel volume composto da brevi scritti epoesie di autori e amici dell’editrice.Introdotto da un testo di Marisa Di Iorio,fondatrice e nume tutelare della casaromana, il libro si snoda lungo un percor-so elegante di memorie. Un compleannoimportante per una casa editrice di ricerca.Bella la copertina, disegnata da DinoPatanè, che firma anche un contributointerno. E infine segnaliamo un ulteriore

anniversarieditoriali

compleanno, per il quale è stato pubblica-to un elegante e raffinato Catalogo storico,stampato in occasione dei 30 anni dellacasa editrice marchigiana Il LavoroEditoriale, diretta da Giorgio Mangani,che in esso figura con una interessanteconversazione con Barbara Pasquinelli,Trent’anni di lavoro editoriale. Cantieri torneràin futuro ad occuparsi di questa casa editri-ce. Per ora invitiamo i nostri lettori a pro-curarsi copia del Catalogo, utile strumento dilavoro (con il sempre prezioso Indice dei nomi

finale), per approfondire la storia di unadelle più vivaci case editrice di cultura ita-liane; catalogo dedicato alla memoria diValerio Paci (Ancona, 1942-1994). mg

Empirìa 25, album dei venticinque anni, Roma,Empirìa, 2010, 66 p., ill., s.i.p. [info:www.empiria.com, [email protected]]

Il Lavoro Editoriale. Catalogo storico (1979-2009),

Ancona, Il Lavoro Editoriale, dicembre2009 [Arti Grafiche Piceni], p. 149, s.i.p. info: www.illavoroeditoriale.com

Il recente volume Nicola D’Arcangelo stampatore

d’arte, a cura di Giovanna Millevolte, rap-presenta il risultato di una serie di felici,ma non fortuiti, incontri verificatisi fra l’in-tuito della curatrice e la raffinata produ-zione tipografica di Nicola D’Arcangelo,fino a qualche anno fa quasi completa-mente sconosciuta, fra gli ‘illuminati’ eredidel tipografo e una sensibile istituzione cul-turale pubblica, fra studiosi affermati, gio-vani ricercatori e uno dei più qualificatiistituti privati che operano nel campo dellatipografia e dell’editoria in Italia. Già in unlavoro apparso nel 2005, GiovannaMillevolte aveva indirizzato le indaginisulla famiglia di tipografi e editori abruz-zesi De Arcangelis/D’Arcangelo, rico-struendone le diverse e intricate vicendeaziendali, fra le quali si stagliava, per qua-lità e originalità della vasta produzione,quella di Nicola D’Arcangelo (Atri, 1893 –Pescara, 1975). Su quest’ultima la studiosaha opportunamente focalizzato le successi-ve attenzioni rilevando e catalogando unaingente quantità di materiali che, nel 2007,è stata donata dagli eredi di Nicolaall’Università degli Studi dell’Aquila. Aimanufatti più significati del FondoD’Arcangelo, così formato, è stato dedica-to un “Percorso espositivo” permanente,del quale la pubblicazione costituisce ilcatalogo, mentre una parte dei prodotti digrafica, insieme a caratteri e a attrezzatu-re, è stata destinata al Museo del Caratteree della Tipografia della Tipoteca ItalianaFondazione di Cornuda. Nel documentatosaggio d’apertura, la curatrice delinea illungo percorso tracciato dallo “stampatored’arte”, evidenziando sia gli aspetti piùstrettamente tecnici della sua ricca produ-zione, sia le relazioni e i contatti instauratidal D’Arcangelo con ambienti e colleghi aldi fuori dell’Abruzzo, sia, infine, la possibi-lità di individuare, attraverso l’attività deltipografo, i cambiamenti sociali e econo-mici avvenuti nel tessuto cittadino diPescara, centro in cui Egli trasferiscel’azienda nel 1926. Enrico Sturani, in unbreve ma denso intervento, rivolge losguardo alle cartoline realizzate daD’Arcangelo, rimarcando le peculiaritàcromatiche e lo “stile asciutto, chiaro,schietto che sfiora l’astrazione senza mairisultare rigido o secco”. Massimo Gatta,dopo aver disegnato lo scenario nazionaledella grafica pubblicitaria nel ventennio1933-1953, individua e analizza le cifreconnotanti la continua “ricerca grafica”cui D’Arcangelo ha improntato l’interaattività. Il catalogo è scandito dalle sezioninelle quali è stato suddiviso il materiale

(calendari, calendari tascabili, cartoline,grafica d’occasione, carte intestate, bozzet-ti, bozzetti e campionari di carte Fabriano,grafica pubblicitaria, manifesti e locandi-ne, catalogo libri), tutte curate da AlessiaCacchiò e Pamela Graziosi, a eccezionedella prima, a cura di GiovannaMillevolte. Anche in una breve e sommariapresentazione, quale questa, non si puòfare a meno si sottolineare l’impegno profuso ela qualità dei risultati raggiunti dalle duegiovani ricercatrici, immediatamente desu-mibili dal nitore delle schede introduttive edalla completezza delle didascalie apposte alleillustrazioni. L’efficace impianto descritti-vo funge da cornice ideale alle stupenderiproduzioni delle (stupende) opere diD’Arcangelo; l’eleganza e il pregio dellastampa del volume concorrono a far sì che,nella percezione del lettore, la bellezza delleforme e il rilievo dei contenuti converganoprogressivamente fino a coincidere. gp

Nicola D’Arcangelo stampatore d’arte, a cura diGiovanna Millevolte. Contributi critici diEnrico Sturani e Massimo Gatta,Cornuda, Tipoteca Italiana Fondazione,2010, 151 p., ill., s.i.p.

Vedi anche:

Marco Di Francesco (a cura di), Guida al

Fondo D’Arcangelo. Introduzione diGiovanna Millevolte, [contributi di]Alessia Cacchiò, Marco Di Francesco,Giovanna Millevolte, Pamela Graziosi,L’Aquila, Edizioni l’Una, 2010.

Giovanna Millevolte, I De Arcangelis tipogra-

fi editori. Tracce e indizi per una storia d’impresa,

due paroleun libro

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L’Aquila, Textus, 2005.

Giovanna Millevolte, Giorgio Palmieri,Luigi Ponziani (a cura di), Tipografia e edito-

ria in Abruzzo e Molise. Il XX secolo. Atti delConvegno. Teramo – L’Aquila, 25-27maggio 2005, Soveria Mannelli,Rubbettino, 2007.

Illustrati italiani di gran pregio(e di gran peso)

Diciamo subito che questo volume, più cheun libro illustrato italiano di gran pregio, èun’opera d’arte in forma di libro. Avrei desi-derato pubblicarne la copertina ma le suedimensioni (45x33 cm), da antico messalemedievale, di quelli che venivano incatenati aiplutei lignei nei conventi perché non lirubassero tanto erano splendidi e preziosi, melo hanno impedito non essendoci in com-mercio uno scanner adatto per tali dimensioni.Per la verità, avendone la possibilità, anchequest’ultimo capolavoro targato GiancarloBeltrame/Giuseppe Zanasi/Antonio Saliolaandrebbe incatenato per evitare che lopossano trafugare dalle librerie di queglihappy few (solo 233 le copie stampate) chelo posseggono. Ma in fondo di cosa stiamoparlando? Ma ovvio, di Le Petit Chaperon

Rouge, col testo originale di CharlesPerrault del 1697, la prima traduzione initaliano del 1727, la versione di CarloCollodi del 1876, il testo originale dei fratelliGrimm del 1812 e infine la prima versio-ne in italiano del 1897, il tutto “dipinto” acolori da Antonio Saliola. Chi ben conoscei capolavori tipografici, editoriali e artisticidi Giuseppe Zanasi, il raffinato e coltolibraio antiquario bolognese, oggi editoredi gran classe, forse non si stupirà di sfo-gliare una tale meraviglia in tempi, comegli attuali, nei quali il libro è diventato,ahimè, sempre più un tristo congegno virtualedi microchips e microbites che, arrogante-mente, impedisce al povero lettore l’utilizzodei suoi cinque i sensi per apprezzare adegua-tamente un bel volume. FortunatamenteGiuseppe Zanasi, con quest’ultima operad’arte in forma di libro (cartaceo), ripaga isuoi fedeli cultori offrendo un’opus che,oltre che di indubbio interesse filologico,soddisfa il gusto, il tatto, l’olfatto, l’udito ela vista del lettore e chiude in straordinariabellezza questo 2010. Le preziose 233 copie,numerate e firmate a matita da AntonioSaliola, sono state stampate a dicembrepresso le Grafiche Morandi per l’industria-le e bibliofilo vicentino GiancarloBeltrame, con la cura generale di Zanasi.Mi piace segnalare, inoltre, la copertina intela grigia con inciso in oro un lungo testoin corsivo dove si consiglia, tra l’altro, di

stare alla larga dai Lupi piacevoli e com-piacenti che inseguiscono le giovani citelle fino

nelle strade, e nelle case ancora, lupi questimolto più pericolosi di quelli cattivi e sel-vatici. Molto eleganti sono poi i caratteri incorsivo del testo che, nelle varie versioni filolo-giche stampate, seguono lo stile tipograficodell’epoca. Il tutto è racchiuso in una car-tella in tela chiusa da un nastro in seta, conall’interno un magico maxi-segnalibro acolori a ricordarci dove siamo giunti con lalettura di questo quadro cartaceo. A fare dacicerone a questo volume dipinto daAntonio Saliola c’è poi un quartino sciolto,all’interno del volume, con un saggio diAntonio Faeti, Il bosco e il salotto. Di più nonsappiamo, di più non diciamo. Coloro chepotranno sfogliarlo e goderne non hannobisogno di altre inutili parole; coloro cheinvece non potranno sfogliarlo e goderne sidovranno accontentare di queste poche einutili parole, ben poca cosa rispettoall’esperienza tattile e visiva che il librooffre. A tutti, però, il nostro augurio per un2011 dove ancora si potranno sfogliare talimeraviglie in forma di libro. Si ringrazia ilFondo bibliografico di Cantieri per lacopia messa a disposizione.mg

Per saperne di più:

Luigi Mascheroni, Giuseppe Zanasi, che

Pinocchio l’ha raccontato da par suo, «laBiblioteca di via Senato», a. II, n.11,dicembre 2010, pp. 38-39

Le Edizioni del Buon Tempo di LucioPasserini.Finalmente un agile strumento di lavoro edi studio in grado di familiarizzare con ilibri stampati privatamente al torchio daLucio Passerini, “[…] un gioco serio e leg-gero, nato per il gusto di ideare e fabbrica-re piccole edizioni stampate a torchio, conl’idea di esplorare soluzioni nuove usandoi mezzi semplici della stampa tradizionalee la complicità di artisti amici” (dall’alettainterna). Ottimamente stampato dalleGrafiche Antiga, con l’ormai consolidatasupervisione di un professionista comeSandro Berra, il catalogo si presenta findalla copertina sobrio, elegante ed essen-ziale. Segnaliamo, per gli amanti della gra-fica dal palato fine, gli interni delle aletteche contengono particolari fotograficidella composizione tipografica e dellastampa, la stessa allegata in originale adalcune copie. Come sempre l’essenzialerisiede nei particolari. Suddivise in quattrosegmenti, il Buon Tempo ha finora pubbli-cato 44 titoli, così ripartiti: 19 nella sezioneUna poesia, 5 in Codicilli, 2 in Lxedp e 18 inAlbum; mentre 3 sono i titoli di prossima

pubblicazione. Tra le mani ho, ad esempio,lo straordinario La Passeggiata (2006), poe-sia di Aldo Palazzeschi, un divertimentotipografico composto a mano presso laTipoteca Italiana Fondazione di Cornuda,utilizzando un ampio ventaglio di caratterioriginali italiani del Novecento, presenti nell’ar-chivio della Tipoteca, e posso dire che è unaedizione straordinaria per impatto tipo-grafico e forza visiva. Complimentandocicon Passerini per il suo lavoro di ricerca,sottolineiamo l’importanza di queste espe-rienze artigianali legate alla tipografia tra-dizionale, tanto più preziose in momenticome questi in cui sembra offuscarsi e per-dersi per sempre la straordinaria tradizionee forza tipografica italiana. kb

Il Buon Tempo. Le edizioni del torchio privato di

Lucio Passerini, qui per la prima volta raccolte in

volume e illustrate, a cura di Lucio Passerini,scritti di Claudio Zambianchi, MarinaBindella, Lucio Passerini Crocetta delMontello, Grafiche Antiga, 2010, p. 59,ill., s.i.p. [catalogo della mostra bibliografi-ca di Roma, Biblioteca Vallicelliana,novembre 2010, stampato in 500 copie,più alcune decine con allegata una stampatipografica originale, stampata al torchio efirmata] info: [email protected]

I mestieri del libro affascinano sempre piùgli autori di noir, italiani e stranieri. Ilromanzo di oggi è di un’autrice catanese,Valentina Pattavina, archeologa di forma-zione, collaboratrice editoriale di Einaudi,esordiente nella narrativa. La libraria di

Orvieto (Fanucci, Roma 2010) è un gialloironico, assai ben scritto, di godibilissimalettura. L’intreccio poliziesco è – comespesso accade – una sorta di alibi, quasi unpretesto, per descrivere la provincia italia-na, la città di Orvieto (meravigliosa, cometutti sappiamo), ma soprattutto per tessereun elogio nei confronti del mestiere dellibraio: e ad Orvieto, effettivamente, esistela Scuola italiana per librai, animata dalla“vera” libraia di Orvieto, Enza Campino,insieme a suo fratello. L’autrice ammettenel libro di aver sempre coltivato il deside-rio di fare la libraia, possibilmente tra ibouquinistes del Lungo Senna a Parigi: ilvecchio Sylvestre Bonnard ne sarebbestato felice. Il racconto è intriso di citazio-ni letterarie e, al contempo, di riferimenticinematografici, il tutto sul filo dell’ironia.Si gioca con il lettore: quante citazioni riu-scirà a riconoscere? Personalmente, ne hoscovate parecchie, ma sono certo chemolte altre si celano nel gioco a specchicostruito dalla Pattavina con il suo pubbli-co. Si ritrovano i classici – da Dante eAriosto ai grandi romanzieri russi, dai

libri illustratiitaliani

metereologiatipografica

giallobibliografico

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greci e i latini sino a Francesco Redi,Dickens, Flaubert e Pirandello –, ma poi siarriva ai giallisti della scuola tradizionale(la Christie, Simenon) e a Neruda e aSartre e a molti altri. Il tutto è condito dal-l’analisi – direi quasi filologica – delle(reali) scritte murali che la Pattavina scovae riporta nel libro come se si trattasse diantiche epigrafi (è pur sempre archeologa!).Come sulle montagne russe o, se si preferi-sce, in un vertiginoso gioco del domino oveuna tessera ne attrae un’altra, inesorabil-mente. Un bel libro, insomma: un esempiodi quel modo di raccontare che StefanoBartezzaghi ha scolpito nel suo recentissi-mo, bellissimo Scrittori giocatori (Einaudi,Torino 2010): da non perdere. od

Tipografi nel romanzocontemporaneo

Qualche anno fa il nostro collaboratoreMassimo Gatta scrisse, per il periodicoCharta (www.novacharta.it), un interessan-te e curioso articolo dedicato alla tipogra-fia, e ai tipografi, nel romanzo contempo-raneo. Tema quanto mai attuale oggi, con-siderata la presenza nelle librerie di unaserie di romanzi nei quali i protagonistisono appunto i tipografi, gli incisori dicaratteri, i correttori di bozze, le stampe-rie. In particolare tre recenti romanziaffrontano lo straordinario mondo dellatipografia, antica e moderna, vista qualefenomeno di mutamento socio-culturale eanche motivo di persecuzione a causa del-l’intolleranza religiosa. Il bel romanzo diTom Harper riguarda nientemeno cheJohann Gutenberg, ideatore della stampa acaratteri mobili, la cui vicenda ruota, trapassato e presente, intorno al ritrovamentodi una antica carta da gioco medievale, laquale conterrebbe un segreto che qualcu-no ha interesse a mantenere nascosto.Molto ben scritto, il romanzo offre unaserie di interessanti informazioni biografi-che sia sullo stampatore magontino, dellacui vita ben poco si conosce, che di coluiche avrebbe illustrato la sua Bibbia dettadelle 42 linee (tipografiche), l’artistaKaspar Drach. Vicenda certamenteromanzata ma nella quale Harper riesce,attraverso una scrittura tersa, intrigante epiena di colpi di scena, a far rivivere l’at-mosfera delle prime stamperie e dei proto-tipografi alle prese con la loro straordina-ria innovazione tecnologica, terribilmentepericolosa per il potere costituito. La stessadiabolica innovazione che permea l’eccel-lente romanzo storico di Anna Cuneo,autrice italo-svizzera, che ruota intornoalla vicenda reale di Antoine Augereau,incisore e stampatore, maestro del più cele-

bre incisore di caratteri ClaudeGaramond. Augereau, editore, umanista,geniale stampatore e incisore di caratterida stampa, sarà infatti vittima a Parigi del-l’intolleranza e del fanatismo religioso cattolico,impersonato da Noel Beda e dall’interafacoltà di teologia della Sorbona, e accusatodi essere l’autore di manifesti blasfemiaffissi sui muri di Parigi. La vicenda di talepersecuzione, narrata dallo stesso allievoGaramond costretto ad assistere al suppli-zio del suo maestro, ruota intorno al tristedestino di Augereau, giustiziato il 24dicembre del 1534 in Place Maubert aParigi, bruciato sul rogo alimentato daglistessi libri da lui stampati. Tale fatto rie-cheggia quello di Jean Calas accusato diaver ucciso, il 13 ottobre 1761, il propriofiglio Marc-Antoine. La vicenda darà lospunto a Voltaire per scrivere uno deigrandi classici della filosofia, il Traité sur la

tolérance, quanto mai attuale in questi nostritempi di crescente intolleranza verso ildiverso. Del romanzo della Cuneo mipiace segnalare in particolare il capitoloVII nel quale Garamond e Augereau giun-gono a Venezia per incontrare il grandetipografo-editore Aldo Manuzio, nella cuistamperia possono vedere i caratteri corsi-vi incisi da Francesco Griffo e usati nel De

Aetna di Pietro Bembo (1470-1547). AncheGriffo fu segnato da un tragico destino(venne impiccato). E sui suoi caratteri cor-sivi segnalo un interessante studio di JamesClough. Intorno a loro ruotavano celebriumanisti e stampatori: Erasmo, Rabelais,Marot, Tory, Esteienne, De Colines.L’autrice de Il maestro di Garamond si è moltodocumentata per affrontare un tema cosìcomplesso come la vicenda biografica diGaramond del quale, come per gran partedegli stampatori del tempo, che eranospesso anche umanisti e uomini di lettere,ben poco si conosce della loro biografia.Invece di bildungsroman si tratta per il belromanzo dello spagnolo Pablo d’Ors doveil sogno del protagonista, August Zollinger,è da sempre quello di fare il tipografo.Dopo varie avventure e disavventure esi-stenziali attraverso le quali il Nostro passaper crescere (casellante ferroviario, soldato,impiegato comunale, calzolaio), finalmen-te finirà per fare quello che ha sempredesiderato di fare fin da bambino: il tipo-grafo. Infine un’ultima segnalazioni dalmondo della letteratura ci indica un altrotipografo protagonista di un romanzo.Questa volta è un giallo italiano diGianluca Morozzi. Nemo Quegg, grigio etranquillo tipografo di provincia uccide,con un coltello da cucina, una persona inmezzo a una folla di bambini e genitori inun circo. È questo è solo l’inizio di Cicatrici,il resto al piacere dei lettori. kb

Tom Harper, La città dei libri proibiti, Roma,Newton Compton Editori, 2010, p. 467, €14,90

Anna Cuneo, Il maestro di Garamond,Milano, Sironi Editore, 2010, p. 480, €19,90

Pablo d’Ors, Avventure dello stampatore Zollinger,Macerata, Quodlibet, 2010, p. 137, €12,50

Gianluca Morozzi, Cicatrici, Parma, UgoGuanda, 2010, p. 231, €16,00

Si consigliano inoltre:

Francesco Lumachi, I martiri del libro, in Id.,Historie per gli Amici de’ Libri da Francesco

Lumachi libraio fiorentino raccolte narrate e pub-

blicate, Firenze, Lumachi, 1910, pp. 69-110; ristampa, Roma, Robin, 2003.

Bibliofobia. Dell’odio per i libri e della loro distru-

zione, prefazione di Roberto Palazzi,Roma, Pierre Marteau, 1988.

Aldo Manuzio e il corsivo tipografico 1501-

2001. La creazione del libro moderno,Alpignano, Tallone, ottobre 2001 [1022esemplari su diversi tipi di carte]. Catalogo

tipografiain letteratura

10

della mostra, Milano, PinacotecaAmbrosiana, 25 ottobre-2 dicembre 2001.

James Clough, Aldo, Francesco e il De Aetna.

La fortuna del carattere inciso da Griffo per

Manuzio nel dialogo del Bembo, Cornuda,Tipoteca Italiana Fondazione, 15 ottobre2005 [500 esemplari numerati].

Lucien X. Polastron, Libri al rogo. Storia della

distruzione infinita delle biblioteche, Milano,Bonnard, 2006.

Massimo Gatta, Argentei bagliori a inchiostro misti.

Sulla tipografia nella letteratura, «Charta»,n.90 (2007), settembre-ottobre, pp. 42-47

Fernando Baez, Storia universale della distru-

zione dei libri. Dalle tavolette sumere alla guerra

in Iraq, presentazione di Marino Sinibaldi,Roma, Viella, 2007.

Giuseppe Fumagalli, Leo S. Olschki,Biblioteche immaginarie e roghi di libri, a cura diPaolo Albani, Campobasso, Palladino, 2007.

Auguri di carattere

Con la consueta eleganza tipografica laTipoteca Italiana Fondazione di Cornudaha pensato di augurare ai propri amicibuone feste e buon 2011 con un raffinatobiglietto stampato con il carattere tipogra-fico Hastile 48 pt, disegnato da AlessandroButti nel 1941 per la Società Nebiolo diTorino. Il biglietto è stato impresso in 150esemplari numerati a mano. AncheCantieri augura ai propri lettori un felice 2011,all’insegna dell’amicizia e della buonatipografia. Si ringrazia il Fondo bibliogra-fico di Cantieri per il biglietto e la plaquetteTallone messi a disposizione. md

Per saperne di più:

[Enrico Tallone], Omaggio ad Alessandro Butti,

creatore di tipi, Alpignano, StamperiaTallone, 2002 [stampato con caratteri Butti, in300 copie non numerate e fuori commercio]

Bricciche tipografiche

“Quando mi hanno detto che c’era unclub esclusivo di amanti di Totò, in cuipoteva entrare solo chi rispondeva a unadomanda a cui nessuno sapeva rispondere:qual è il nome della ditta delle nuove mac-chine della tipografia di Peppino DeFilippo ne La banda degli onesti. E io la sape-vo: Bordini e Stecchetti di Torino”.Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile

felicità, Torino, Einaudi, 2010, p. 27.

“Una volta a Cosenza c’erano tre fratellitipografi: Athos, Porthos e Aramis. Inizio

di un romanzo? No, storia vera (eranoamici di papà)”, Antonio D’Orrico, in«Sette», 11.11.2010.

Inizia nel 1966 (con Cogne di PieroGiacosa, in 1800 esemplari) la bella tradi-zione Einaudi di volumi editi fuori com-mercio, con tirature che oscillano tra le350 e le 1800 copie, stampati per partico-lari ricorrenze e destinati, fuori commer-cio, agli amici della casa editrice torinese.Da allora decine di volumi hanno arricchi-to il già magnifico catalogo editoriale,anche se alcuni di questi volumi non vena-li, stranamente, non compaiono nel catalo-go storico delle pubblicazioni (ultimo quel-lo pubblicato nel 2008, stampato in occa-sione dei 75 anni dalla fondazione,anch’esso fuori commercio e destinato agliamici). Appena giunte dalla storica sede divia Biancamano sono invece queste impor-tanti Lettere editoriali di Massimo Mila(1910-1988), musicologo, scrittore e appas-sionato di montagna, riunite e stampate inun elegante volume [1000 esemplarinumerati, per il Natale 2010]. “Cantieri”si ripromette di dedicare in futuro maggio-re spazio a queste raffinate ed elegantistrenne einaudiane, e annuncia per il 2011 lapubblicazione di una plaquette ad essededicata dal nostro collaboratore MassimoGatta, dal titolo Einaudi sibi et amicurum.

Una collana lunga 45 anni (1966-2011). Perora buona lettura con queste lettere invia-te dal musicologo a vari esponenti e scrit-tori-consulenti della casa torinese (daGiulio Einaudi, a Pavese, da Vittorini aFossati, a Davico Bonino). Ricordiamo,infine, che la ricca biblioteca di Mila (circa12.000 volumi, 2.600 edizioni discografiche,

strenne einaudi

spigolaturetipografiche

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ecc.), dopo un periodo di incertezze circa ilsuo futuro è stata acquistata dallo Stato italianoe destinata alla Biblioteca nazionale centraledi Firenze, dove affianca i Fondi di LuigiDalla Piccola e di Vittorio Gui. gn

Massimo Mila, Lettere editoriali, a cura, econ un saggio, di Tommaso Munari(Massimo Mila e la casa editrice Einaudi), tra-scrizione di Giovanna Andrea Tira,Torino, Einaudi, novembre 2010 [stampa-to in 1000 copie numerate], p. 137, s.i.p.

Segnaliamo il neonato link dellaFondazione creata a Roma da PabloEchaurren e dalla moglie Claudia Salaris.Superfluo dilungarsi su entrambi, chi amae conosce le avanguardie artistiche delNovecento, in particolare il Futurismo,non ha bisogno d’altro.www.fondazioneechaurrensalaris.it

Fondazione Echaurren Salaris, Via F.Coletti 22, 00191 Roma. T +39 06 3212 715, F +39 06 32 12 715.Segnaliamo, inoltre, il modernissimo link dellarilegatrice e restauratrice di origine spagnolaCarmencho Arregui www.outofbinding.com.

Tra letteratura e cinema: Steno

Il grande Steno (Stefano Vanzina) neiricordi autobiografici del figlio Enrico. Enel libro una miniera di ricordi, aneddoti,ritratti sospesi tra cinema e letteratura,come quelli di Mario Soldati e LeoLonganesi in fuga da Roma verso Napoli.Enrico Vanzina, Una famiglia italiana,Milano, Mondadori, 2010, p. 158, ill.,€18,00.

Vedi anche:

Francesco Flora, Viaggio di fortuna, Milano,Gentile Editore, 1945 [L’Italia sgomenta e

disorientata del settembre 1943 in un fortunoso

viaggio tra Roma e Napoli, dalla fascetta edi-toriale].

Leo Longanesi, Parliamo dell’elefante.

Frammenti di un diario, Milano, Longanesi, 1947.

Mario Soldati, Fuga in Italia, Milano,Longanesi, 1947.

Steno, Sotto le stelle del ’44. Un diario futile, a curadi Tullio Kezich, Palermo, Sellerio, 1993. rs

Mordiglia, Irene, Editoria per il presente: I

Libri bianchi Einaudi (1957-1966), rell. LucaBaldissara, Carlo Ginzburg, Università diPisa, facoltà di Lettere e filosofia, corso dilaurea in Storia e civiltà, a.a. 2007-2008.

Delaini, Silvia, La promozione alla lettura in

Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori: la

Valigia per viaggiare nel mondo del libro, rel.Federica Venier, corr. Luisa Finocchi,Università degli studi di Bergamo, facoltàdi Lingue e letterature straniere, corso dilaurea specialistica in Comunicazione ededitoria multimediale, a.a. 2007-2008.

Colasuono, Stefania, Giacomo Debenedetti e

Alberto Mondadori: “Biblioteca delle Silerchie”

del Saggiatore, rel. Roberto Cicala,Università Cattolica del Sacro Cuore -Milano, facoltà di Lettere e filosofia, corsodi laurea in Lettere moderne, a.a. 2007-2008.

Biondi, Mara, Sibilla Aleramo e Mondadori:

Casi editoriali, rel. Roberto Cicala,Università Cattolica del Sacro Cuore -Milano, facoltà di Lettere e filosofia, corsodi laurea in Lettere moderne, a.a. 2008-2009.

Campa, Valentina, Cesare Zavattini e

Valentino Bompiani tra scrittura e lavoro editoria-

le, rel. Alberto Valerio Cadioli, corr. IrenePiazzoni, Università degli studi di Milano,facoltà di Lettere e filosofia, corso di laureamagistrale in Culture e linguaggi per lacomunicazione, a.a. 2008-2009.

Cattaneo, Elisa, La “Biblioteca Romantica”

Mondadori (1930-1942): “Un’enciclopedia fan-

tastica dell’uomo moderno”, rel. RobertoCicala, Università Cattolica del SacroCuore - Milano, facoltà di Lettere e filoso-fia, corso di laurea in Lettere moderne,a.a. 2008-2009.

Comi, Silvia, Il lavoro editoriale di Alberto

Tedeschi dal 1929 al 1979: cinquant’anni dedi-

cati ai gialli Mondadori, rel. BrunoPischedda, corr. Mauro Novelli, Universitàdegli studi di Milano, Facoltà di lettere efilosofia, Corso di laurea magistrale inCulture e linguaggi per la comunicazione,a.a. 2008-2009.

tesi di laurea

tra letteraturae cinema

links utili

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l’abbonamento annuale a cantieri 2011 (5 numeri) costa € 25, per richiederlo: [email protected],numeri arretrati € 5 cadaunocompresa spedizione.

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