LA PEDICULOSI DEL CAPO Lorella Guerzoni Paolo Gagliano SISP ASL TO 4.

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LA PEDICULOSI DEL CAPO

Lorella Guerzoni

Paolo Gagliano

SISP

ASL TO 4

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Argomenti della conversazione

• Che cosa è la pediculosi

• Come si curano i pidocchi

• Come si prevengono

• Pediculosi nella scuola: la normativa e la ricerca di soluzioni concordate

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Infestazione di un insetto che parassita l’uomo dal tempo degli Egizi e …

forse ancor prima

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Un illustre antenato del pidocchio

Pidocchio fossile, 44 milioni anni

(Megamenopon)

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Tre tipi di pidocchi infestano l’uomo

• Il pidocchio del capo

• Pediculus

capitis

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Il pidocchio del corpo

Pediculus corporis o Pediculus vestimenti

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Il pidocchio del pube

Phthirus pubis

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La singolarità della specie umana

Scimpanzè

Gorilla

Filogenesi pidocchi Filogenesi primati

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PIDOCCHIO DEL CAPO

• Pidocchio adulto

• Misura 2/ 4 mm

• Colore bianco grigiastro

• Ha tre paia di zampe uncinate

• Habitat naturale: capigliatura umana

• Più a rischio i bambini e le donne

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• Può vivere per 30 giorni nutrendosi regolarmente

• Ma … se posto lontano dai capelli sopravvive al massimo 24/48 ore

• Si trova soprattutto sulla cute del capo dove succhia il sangue circa ogni tre ore

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• La femmina depone nella sua vita fino a 300 uova (LENDINI)

• Le salda alla base del capello con secrezione ghiandolare adesiva

• Le lendini sono grandi 0,3/0,8 mm di forma ovale e colore bianco lattescente traslucido

• La loro presenza = diagnosi; pidocchio adulto si vede raramente

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LENDINI

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LENDINI

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• Dopo 6/9 giorni si schiudono dando origine ad una ninfa che assomiglia ad un pidocchio adulto ma di dimensioni ridotte

• La ninfa inizia subito a succhiare il sangue e nell’arco di 7/10 giorni diventa insetto adulto

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Il ciclo del pidocchio

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SINTOMI

• Il prurito è il sintomo predominante dovuto ad una reazione allergica del nostro organismo al liquido che il pidocchio inietta quando succhia il sangue, in alcuni casi possono esserci irritazione della cute e lesioni da “grattamento “

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SINTOMI

• Il prurito comincia 30 giorni dopo la prima infestazione

• Rischio diffusione a causa di soggetti senza sintomi

• Può diventare insopportabile

• Raramente diventa generalizzato

• A volte le lesioni si infettano

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COME SI TRASMETTE

• contatto diretto accostamento testa-testa di almeno 30 secondi

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CONTATTO INDIRETTO

• Tramite gli oggetti personali

• Spazzole, pettini • Cuscini, peluche• Sciarpe e cappelli• Indumenti venuti a

contatto con il soggetto infetto possono veicolare il parassita

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MA … RIPETIAMO

• Il pidocchio è un parassita obbligato che ha bisogno di sangue per nutrirsi

Se non riesce a trasferirsi su un nuovo ospite umano muore dopo 1-2 giorni

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E’ IN AUMENTO RISPETTO AL PASSATO?

L’introduzione del DDT nel 1939 modificò

la lotta contro gli insetti.

Gli insetticidi organoclorurati praticamente

sconfissero la pediculosi nel dopoguerra

Ma per motivi ambientali ne fu vietato l’uso nel 1972 negli Stati Uniti e nel 1978 in Italia.

Il problema si ripresentò dopo pochi anni.

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COME SI CURA

• Trattamenti specifici con prodotti insetticidi che si acquistano in farmacia su indicazione del medico pediatra o del medico di base.

• Nessun prodotto è efficace al 100% contro le lendini; è necessario ripetere il trattamento dopo 7/10 giorni.

• Importante la rimozione manuale delle lendini.

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Rimozione lendini con pettine

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• Tra i “rimedi della nonna” resta valido l’utilizzo dell’aceto in soluzione - acqua e aceto in parti uguali - per “scollare” le lendini dal capello e rimuoverle più facilmente

MA LA NONNA AVEVA RAGIONE?

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CONTROLLO DELL’AMBIENTE

• Non dimentichiamoci di alcuni importanti accorgimenti riguardo l’ambiente domestico

• Indumenti e biancheria da letto utilizzati nelle 48 ore precedenti lavate in lavatrice a 60°

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• Lavare a secco gli oggetti che non

possono essere lavati a 60°

• Sigillare in sacchi di plastica nera per

10 giorni tutti gli indumenti e gli oggetti che non si possono o non si vogliono lavare a secco

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• Lavare in acqua e sapone a 60° spazzole e pettini

• Utilizzare l’aspirapolvere per i mobili e i pavimenti

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Gli accorgimenti e la terapia riguardano tutto il nucleo familiare

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COME PREVENIRE?

Non esistono né farmaci preventivi, né repellenti efficaci

Soli provvedimenti utili: sorveglianza continua (genitori, insegnanti, pediatri), terapia precoce dei casi sospetti e collaborazione

La Regione Piemonte aveva stilato nel 2000 un protocollo completo per gestire la pediculosi nelle scuole dando un ruolo a tutti i soggetti interessati

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RACCOMANDAZIONI PER LA

PREVENZIONE E GESTIONE

DELLA PEDICULOSI NELLE SCUOLE

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La famiglia

La responsabilità principale della prevenzione, identificazione e trattamento della pediculosi è dei genitori del bambino che frequenta una collettività. Non spetta ai genitori la diagnosi dell’infestazione, tuttavia tra le normali cure parentali si dovrebbe includere il controllo periodico della testa del bambino per identificare eventuali lendini o parassiti.

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Il pediatra o il medico di famiglia

Il medico curante (pediatra o medico di famiglia) è responsabile dei problemi di salute, della diagnosi e della terapia di tutte le patologie che possono interessare i suoi assistiti. In passato, limitatamente alla pediculosi, i servizi di Igiene o di Medicina scolastica si sono sostituiti al curante in tale attività, tuttavia attualmente l’artificiosa e inopportuna divisione dei compiti appare irrazionale, non essendo comprensibile perché tutte le patologie trasmissibili (dalla varicella alle comuni malattie respiratorie a eziologia virale o batterica) e le parassitosi siano di pertinenza del curante tranne la pediculosi. I medici curanti devono possedere le conoscenze per gestire efficacemente il problema in tutti i suoi aspetti, inclusa l’educazione sanitaria dei genitori.

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Il farmacista

Il farmacista molte volte è la prima figura professionale (se non l’unica) che viene consultata dai genitori riguardo alla pediculosi. Per poter esercitare tale ruolo chiave, il farmacista deve possedere le conoscenze necessarie a trasmettere informazioni corrette e deve far riferimento alle indicazioni regionali in materia. E’ quindi opportuno che il SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) coinvolga anche tali categorie nelle iniziative di informazione e formazione sull’argomento.

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I Servizi di Sanità Pubblica

Il SISP del Dipartimento di Prevenzione della ASL ha tra i suoi compiti la sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive e diffusive, nonché (in modo non esclusivo) l’informazione e l’educazione sanitaria della popolazione in tema di prevenzione. La diagnosi e la terapia delle patologie infettive e parassitarie (inclusa la pediculosi) non è un suo compito istituzionale. Nella gestione della pediculosi, al SISP può essere quindi affidata in via generale: • l’informazione e l’educazione sanitaria delle famiglie • l’informazione e l’educazione sanitaria degli insegnanti e dei dirigenti scolastici • l’informazione e l’educazione sanitaria degli insegnanti referenti per l’educazione alla salute • l’informazione e la formazione dei pediatri e dei medici di famiglia • l’informazione e la formazione dei farmacisti • la gestione delle notifiche di pediculosi ai sensi del DM 15.12.90,

“Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive”.

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La scuola

• Sebbene le famiglie abbiano la principale responsabilità nell’ambito della prevenzione, identificazione e trattamento della pediculosi, la scuola ha un ruolo fondamentale nel sostenere le famiglie in tale attività.

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Ruolo del dirigente scolastico

• Il Dirigente scolastico ha un ruolo chiave nel gestire la pediculosi nell’ambito della comunità scolastica. Il suo compito è quello di mantenere la comunicazione tra i genitori, gli insegnanti e il SISP e di sensibilizzare al problema i genitori e gli insegnanti.

• Tali azioni, per essere efficaci, devono essere intraprese indipendentemente dall’eventuale presenza di casi all’interno della scuola, preferibilmente nei periodi in cui non sono stati ancora segnalati casi (per es. all’inizio dell’anno scolastico e durante gli incontri con i genitori che precedono l’apertura della scuola).

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Il ruolo degli insegnanti

Il ruolo educativo degli insegnanti e quello svolto dagli incaricati per l’Educazione alla Salute rappresentano il mezzo più idoneo per una corretta diffusione delle informazioni sulla gestione della pediculosi e il migliore tramite tra il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e le famiglie. Pur non essendo incluso tra i soggetti con titolarità alla Segnalazione di malattia infettiva, il Dirigente scolastico è coinvolto nella sorveglianza della pediculosi e, più in generale, delle malattie infettive; l’art. 40 del DPR 22.12.67 n. 1518 prevede infatti che l’insegnante “qualora rilevi negli alunni segni sospetti di malattia infettiva deve avvertire, in assenza del medico scolastico, il Direttore della scuola o il Capo d’istituto”.

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Il ruolo dei rappresentanti dei genitori

• Analogamente a quanto avviene per altri aspetti dell’attività scolastica, i rappresentanti dei genitori costituiscono un importante tramite tra l’istituzione e le famiglie. Poiché è impossibile che il SISP possa esplicare un’efficace informazione incontrando tutti i genitori, la soluzione più razionale è quella di rivolgersi ai loro rappresentanti, che provvedono a diffondere le informazioni presso le famiglie.

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Il problema della riammissione• Ai fini della riammissione scolastica, la

Direttiva della Regione Piemonte del 1/6/2000 (Raccomandazioni per l’applicazione in Piemonte delle misure di profilassi per esigenze di Sanità Pubblica e per l’adozione di provvedimenti nei confronti di soggetti affetti da alcune malattie infettive e nei confronti di loro conviventi e contatti) stabilisce che il bambino può essere riammesso a scuola “… il giorno dopo il primo trattamento, poiché il rischio di trasmissione è ridotto dalla terapia …”

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Chi certifica la non contagiosità?

• “L’avvenuto trattamento può essere certificato dal medico curante o dichiarato per iscritto da uno dei genitori/tutori”.

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Il medico curante ha un ruolo?

• “In presenza di criticità non altrimenti controllabili, la Direzione Scolastica e il SISP hanno comunque la facoltà di richiedere la certificazione del medico curante per la riammissione scolastica dei bambini con infestazione”.

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Alla ricerca di una soluzione concordata

Normativa con limiti, non sempre applicabile

Affrontiamo insieme i pidocchi e mettiamo in comune dubbi, certezze, idee e proposte

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Abbiamo, però, molte certezze

In conclusione, ora sappiamo che il pidocchio:

• Non vola e non salta

• Non si trasmette dagli animali

• Non preferisce una classe sociale o un’etnia

• Colpisce allo stesso modo capelli puliti e sporchi

• E’ facilmente eliminabile con i trattamenti comuni

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE

Lorella Guerzoni

Paolo Gagliano

SISP

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