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In riferimento al compito educativo, cui la Chiesa in Italia intende dedicarsi per il decen- nio 2011-2020, rivolgendosi ai Vescovi italiani il 27 maggio scorso il Papa ha ricordato che esso «necessita di luoghi credibili: anzitutto la famiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinun- ciabile; la scuola, orizzonte comune al di là delle opzioni ideologiche; la Parrocchia, “fon- tana del villaggio”, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quo- tidiane». È su quest’ultima che qui mi soffer- mo, giacché appare a noi di fondamentale im- portanza che la figura della Parrocchia sia da tutti noi ri-compresa come istituzione educa- tiva presente “tra le case” della gente, in dia- logo con e accanto alle altre agenzie presenti sul territorio con finalità educative e formati- ve. Che la Parrocchia sia un “luogo” potrebbe, forse, essere facile capirlo. Cosa intende, pe- rò, Benedetto XVI quando aggiunge che essa è pure una esperienza? Nel suo significato più generale, questo termine ci rimanda a tutte le modalità – di tipo conoscitivo, spirituale, affet- tivo e religioso – con cui una persona fa pro- pria la realtà dove è chiamato a vivere. Vuol di- re che, attraverso la sua vita espressa nelle sue azioni fondamentali (che sono l’annuncio e l’ascolto della Parola, il dialogo liturgico e personale con Dio e la vita di carità fraterna) la Parrocchia deve fare sperimentare l’amore di Dio, che si comunica, che dialoga, che perdo- na, che riconcilia in sé, che apre il futuro, che incoraggia a ricominciare... Insomma, fare sperimentare tutto quello che il Padre ci dona e ci mostra in Gesù e comunicarlo con azioni e parole «nel tessuto delle relazioni quotidia- ne», come dice il Papa, questo è Parrocchia. Non è un territorio più o meno ampio con una bella chiesa, né sono iniziative varie, ma sle- gate tra loro a fare la Parrocchia, ma la quoti- dianità di rapporti veri che, vissuti in spazi umani e raggiungendo settimanalmente la Pasqua domenicale, fanno sì che, di padre in figlio e di generazione in generazione, si sro- toli – come si legge in un libro-testimonianza di P. e V. Giuntella – «il filo della fede, il gomi- tolo dell’alleluja». X Marcello Semeraro, Vescovo M ENSILE D INFORMAZIONE DELLA D IOCESI S UBURBICARIA DI A LBANO ANNO 3 N . 23 LA PARROCCHIA AL CENTRO APPUNTAMENTI 12 ESERCIZI SPIRITUALI 2 ENERGIA VERDE 3 CONVEGNO DIOCESANO 5 EDUCARE INSIEME 6 NARRARE PER EDUCARE 7 MONS. GUERRUCCI 8 ANNO SACERDOTALE 9 DALLA PARTE DEL PADRE 10 MILLEFLASH 11

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In riferimento al compito educativo, cui laChiesa in Italia intende dedicarsi per il decen-nio 2011-2020, rivolgendosi ai Vescovi italianiil 27 maggio scorso il Papa ha ricordato cheesso «necessita di luoghi credibili: anzitutto lafamiglia, con il suo ruolo peculiare e irrinun-ciabile; la scuola, orizzonte comune al di làdelle opzioni ideologiche; la Parrocchia, “fon-tana del villaggio”, luogo ed esperienza cheinizia alla fede nel tessuto delle relazioni quo-tidiane». È su quest’ultima che qui mi soffer-mo, giacché appare a noi di fondamentale im-portanza che la figura della Parrocchia sia datutti noi ri-compresa come istituzione educa-tiva presente “tra le case” della gente, in dia-logo con e accanto alle altre agenzie presentisul territorio con finalità educative e formati-ve. Che la Parrocchia sia un “luogo” potrebbe,forse, essere facile capirlo. Cosa intende, pe-rò, Benedetto XVI quando aggiunge che essa èpure una esperienza? Nel suo significato piùgenerale, questo termine ci rimanda a tutte lemodalità – di tipo conoscitivo, spirituale, affet-tivo e religioso – con cui una persona fa pro-

pria la realtà dove è chiamato a vivere. Vuol di-re che, attraverso la sua vita espressa nellesue azioni fondamentali (che sono l’annuncioe l’ascolto della Parola, il dialogo liturgico epersonale con Dio e la vita di carità fraterna) laParrocchia deve fare sperimentare l’amore diDio, che si comunica, che dialoga, che perdo-na, che riconcilia in sé, che apre il futuro, cheincoraggia a ricominciare... Insomma, faresperimentare tutto quello che il Padre ci donae ci mostra in Gesù e comunicarlo con azioni eparole «nel tessuto delle relazioni quotidia-ne», come dice il Papa, questo è Parrocchia.Non è un territorio più o meno ampio con unabella chiesa, né sono iniziative varie, ma sle-gate tra loro a fare la Parrocchia, ma la quoti-dianità di rapporti veri che, vissuti in spaziumani e raggiungendo settimanalmente laPasqua domenicale, fanno sì che, di padre infiglio e di generazione in generazione, si sro-toli – come si legge in un libro-testimonianzadi P. e V. Giuntella – «il filo della fede, il gomi-tolo dell’alleluja».

X Marcello Semeraro, Vescovo

M E N S I L E D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A D I O C E S I S U B U R B I C A R I A D I A L B A N O • A N N O 3 N . 23

LA PARROCCHIA AL CENTRO

APPUNTAMENTI 12

ESERCIZI SPIRITUALI 2

ENERGIA VERDE 3

CONVEGNO DIOCESANO 5

EDUCARE INSIEME 6

NARRARE PER EDUCARE 7

MONS. GUERRUCCI 8

ANNO SACERDOTALE 9

DALLA PARTE DEL PADRE 10

MILLEFLASH 11

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Il mondo, con tutte le sue di-namiche e problematiche,irrompe nella vita quotidiana

attraverso i media e in manierapiù diretta attraverso realtàquali i flussi migratori, la crisioccupazionale, ecc. La com-plessità e l’ampiezza dei feno-meni legati alla globalizzazioneprovocano spesso smarrimen-to e incomprensione. La sfidanel cercare integrazione trasingolo e globale, di avviareprocessi di comprensione e didiscernimento di tali fenomeni,ha indotto la Caritas diocesanadi Albano a proporre “Il mondo per quale mondo”, un semi-nario di educazione alla mondialità per studenti delle scuo-le superiori.Due istituti della Diocesi sono stati già coinvolti durante l’an-no scolastico: l’Istituto Socio- Psico- Pedagogico Santa Lu-cia Filippini di Nettuno e il Liceo Classico Ugo Foscolo di Al-bano. Attraverso dinamiche interattive, filmati, dibattiti, si èstimolata una riflessione sulle problematiche internazionalipiù pressanti del nostro tempo, suscitando nei giovani curio-sità, domande e il gusto di essere “cittadini del mondo”. Inparticolare è stato presentato il tema dei conflitti dimentica-ti, anche attraverso la testimonianza diretta di don JamesClarence dello Sri Lanka, poiché Caritas italiana da moltianni si impegna, attraverso azioni di sensibilizzazione e conla presenza attiva, a realizzare progetti per promuovere lapace e la riconciliazione in varie aree di crisi del pianeta.

Eva Cancelli, Renata Covito, Alessandra Trinca

Èarrivata l’estate econ la stagione l’oc-casione che l’Ufficio

famiglia e l’Ufficio cate-chistico offrono aglisposi e ai catechisti difermarsi e riposareun po’ sul cuore dellaParola di Dio.Solo tre giorni: dalle ore

16.30 di venerdì 2 luglioalle ore 18.00 di domeni-

ca 4 luglio, presso l’IstitutoSan Giuseppe a Castel Gan-

dolfo in via Appia km 23,3.Tempo breve, ma ricco e sempre

nutriente per chi vi partecipa, dedicato

all’approfondimento biblico e alla preghiera personale e dicoppia dal tema «“Si, questa terra avrà uno sposo” Is 62,4.Lo sposo e la sposa nella storia di Dio con l’uomo».Riscoprire la nostra storia costruita su una relazione, comestoria nuziale, riassaporare l’intensità e lo spessore di ciò cheil Signore ha disegnato per noi da sempre, quali le Sue atte-se, quali le nostre e lasciarci condurre nel deserto, perché ri-torni a parlare al nostro cuore e alla nostra nostalgia.Le tre giornate saranno residenziali, senza pernottamento,è previsto un contributo per i pasti e l’organizzazione, perproblemi organizzativi – purtroppo – non sarà possibile l’ac-coglienza di bambini e ragazzi. Attrezzatura indispensabile:la Bibbia.Info: Marina e Danilo Badiali 06/93.33.208, [email protected]; e Luisanna e Massimo Camaglia 06/98.54.598,[email protected].

L uis a nna e M a s s im o C a m a g lia

Dalla Diocesi2

Sulle spiagge di Torvaianica dal 4 all’8 agosto, si svolgeràla “Missione di spiaggia” a cura del Servizio diocesanoper la pastorale giovanile. Dopo le spiagge di Lido dei Pi-

ni e di Anzio, Torvaianica vedrà impegnati i giovani missionarinel raccontare ad altri giovani il dono della fede ricevuto e vis-suto. Quanti di noi hanno provato a raccontare davvero la pro-pria fede, senza cadere in banalità e luoghi comuni, facendoin modo che il nostro ascoltatore ne resti affascinato? Il rac-contare la fede, apparentemente semplice, si trasforma nel-l’imbarazzo di non saper trovare le parole giuste e trovarsi di-nanzi ad una esperienza nuova: l’evangelizzare.I missionari s’impegneranno a trasmettere con la propria vitail racconto evangelico di cui essi hanno fatto esperienza, arric-chendo non solo gli altri con la propria fede, ma anche se stes-si, con passi di crescita spirituale. I giovani di età compresa tra

i 18 e i 35 anni che riten-gono interessante que-st’esperienza e voglionoraccontare con noi la gioiadel vangelo, testimonian-do la propria esperienza difede, possono telefonare illunedì, il mercoledì e il ve-nerdì, dalle ore 09.00 alle13.00 allo 06/93.26.84.023-25 o tutti i giorni al345/08.98.63 o inviare unae-mail a [email protected]. Per aggiorna-menti sull’iniziativa si puòvisitare il sito www.pasto-ralegiovanilealbano.it.

Antonio Scigliuzzo

ESERCIZI SPIRITUALI PER SPOSI E CATECHISTI

EDUCAZIONE E MONDIALITÀLa Caritas entra nelle scuole per un seminario di studio

MISSIONE DI SPIAGGIATerza estate di evangelizzazione per la Pastorale giovanile

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Dalle Parrocchie 3

PARROCCHIE SENZA CONFINI

Le Parrocchie di Ciampino unite nel gioco: è stato questo ilmotto e l’intento che ha animato l’iniziativa “Parrocchiesenza confini” domenica 13 giugno. In occasione della fe-

sta patronale, la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha volutoorganizzare un pomeriggio ludico, invitando gli altri oratori delpaese. Hanno risposto all’appello quelli del San Giovanni Batti-sta, della Beata Maria Vergine del Rosario e di Gesù DivinoOperaio. Così Piazza della Pace si è riempita di bambini e ani-matori, ciascuno con le proprie coloratissime magliette, sten-dardi e mascotte. Gli 80 concorrenti dei quattro oratori hannodato inizio al torneo con la divertentissima sigla di “Giochi sen-za frontiere”, dando il via a due ore all’insegna del divertimen-to e di allegre risate, tra lanci di gavettoni, palloncini, staffettee 130 scatole di scarpe...Le squadre erano formate da ragazzi dagli 8 ai 14 anni; a cia-scuno di loro, durante la premiazione conclusiva, è stata rega-lata una pergamena in ricordo del caldo pomeriggio trascorso

insieme, accompagnata daun ghiacciolo rinfrescante. Ecome ogni gara che si ri-spetti, è stato assegnato iltrofeo al primo classificato:l’oratorio di Gesù DivinoOperaio, capitanato da suorMarianna!L’augurio è che questa edi-zione sia la prima di unalunga serie e che semprepiù bambini possano parte-cipare, per divertirsi consemplicità. Ricordando il nostro motto: “Chi non gioca con noinon si diverte!”.

Gli animatori del gruppo “Lavori in Corso”, oratorio Sacro Cuore di Gesù - Ciampino

Dal sole alla lampadina: Cecchina sceglie l’energia al-ternativa. Dopo un attento studio e tante valutazionila Parrocchia San Filippo Neri ha dato il via ad un

nuovo ed intraprendente progetto: realizzare un impiantofotovoltaico per il fabbisogno della chiesa e dell’oratorio. Di-slocato su una superficie di 450 metri quadri il sistema dipannelli è strutturato per offrire una produzione di 19,8kWh. Una quantità considerevole di energia pulita che vieneimmessa direttamente nella rete elettrica e condivisa con letante utenze del territorio.«Il fotovoltaico – commenta il Parroco padre Ciro Cecchini –è un investimento che mira innanzitutto a lanciare un mes-saggio alla comunità: valorizzare quanto il creato ci mette adisposizione nel pieno rispetto di quest’ultimo, combinandoi nostri bisogni con l’armonia di quanto ci circonda».L’impianto, in funzione ormai dal mese di maggio, è statoprogettato e realizzato dall’ingegnere Alessandro Colanto-nio attento estimatore delle grandi opportunità che nascon-dono le energie alternative.A breve, inoltre, partirà una piccola campagna di sensibiliz-zazione pensata dallaParrocchia di Cecchi-na che, prendendo ilvia dall’investimentoda poco realizzato,cercherà di promuo-vere una più attentaconoscenza dell’ener-gia solare nella comu-nità al grido di: «Lau-dato sii, mi Signore,per frate sole…».

Fabrizio Fontana

LA LUCE SI FA ENERGIAIl fotovoltaico sotto il campanile

Sabato 26 giugnopresso i portici delSantuario di Nettuno

si è tenuto “Insegui un so-gno”, il festival musicalededicato ai gruppi emer-genti del territorio, giuntoalla seconda edizione.Band e giovani cantanti sisono susseguiti sul palcoeseguendo canzoni rigoro-samente inedite: si è spa-ziato tra i generi, passandodal rock al pop, dall’hiphop ai suoni più tradizio-nali, usando la dirompente

forza comunicativa della musica. Una giuria di qualità, com-posta da esperti del mondo della canzone e da coreografi eprofessionisti che lavorano nei media locali, ha giudicato leperformance, assegnando al termine del festival tre premi:migliore canzone, miglior testo e migliore esibizione.La manifestazione, però, più che essere una gara ha rappre-sentato un momento di spettacolo e divertimento, durante ilquale i giovani cantanti del territorio hanno potuto dar vocealla loro creatività e alla loro passione per la musica.“Insegui un sogno”, che rappresenta l’evento apripista del-le iniziative che il Santuario di Nettuno propone per i festeg-giamenti di santa Maria Goretti, ha bissato il successo ri-scosso nell’edizione precedente e si è candidato a pieno ti-tolo a diventare un evento tradizionale, come testimoniano ilcoinvolgimento di due emittenti radiofoniche locali, RadioEnea e Radio Omega Sound, e il patrocinio concesso dal-l’Amministrazione comunale.

Giovanni Mazzamati

GRUPPI EMERGENTIA Nettuno un festival per gruppi emergenti

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Convegno Diocesano - Educazione: noi ci crediamo 5

Ad aprire il Convegno diocesano 2010 è stato ilnostro Pastore con una prolusione sull’argo-mento scelto. «Il tema – ha sottolineato il Ve-

scovo Marcello Semeraro – era conosciuto da tempoed è conseguente all’impegno assunto dalla Chiesain Italia d’incentrare sulla dimensione educativa gliOrientamenti pastorali per il decennio 2010-2020».Diversi i termini utilizzati per descrivere il fenomeno,possiamo affermare che come società siamo in pienaricerca e un po’ confusi a riguardo. Nell’antica Greciala crescita del giovane era un processo formativo ar-ticolato, ma mai evasivo rispetto alla realtà dell’esse-re. Noi, e come Chiesa e come uomini, dobbiamo educareuna generazione capace di scelte significative e vere, farcomprendere ai giovani la differenza tra vivere e vivacchiare.La Chiesa ha tentato più volte negli ultimi anni di sensibiliz-zare i fedeli all’emergenza educativa. Il Papa Giovanni Pao-lo II amava ricordare «l’uomo è la via della Chiesa»: l’educa-zione e la comunità cristiana non sono cose diverse, poichéla comunità è sempre educante.Ma oggi qual è il rapporto tra la Chiesa e i giovani? Le Par-rocchie sono interessate ai giovani? La pastorale dedicatempo a scoprire quali sono i luoghi che i giovani abitanooggi? Se la Chiesa non riesce a stabilire un rapporto con igiovani, non riuscirà più a stabilire un futuro per sé stessa.Lei ha la responsabilità di tramandare il patrimonio che

custodisce alle generazioni successive, una missione cheDio stesso le ha affidato.Benedetto XVI afferma che per comprendere l’emergenzaeducativa bisogna andare fino alle radici più profonde del-l’essere. Ormai è radicato nell’uomo un falso concetto diautonomia. Secondo la mentalità del secolo l’uomo do-vrebbe svilupparsi da sé stesso. In realtà è essenziale perla persona l’incontro con un “tu”. Solo nell’incontro conl’altro l’uomo conosce e realizza sé stesso. È necessariosuperare la concezione dell’autonomia e dell’autosuffi-cienza, per educare ad un’apertura e ad un impegno re-sponsabile nei confronti degli altri, anche e soprattuttosotto il profilo sociale e politico.

Rudi Piccolo

È CRISTO CHE EDUCADalla relazione con i giovani nasce il futuro

Negli ultimi due anni il tema dell’educazione èdiventato di forte interresse, sia negli ambien-ti ecclesiali, sia nella società civile. L’allerta

lanciata nel gennaio 2008 dal Pontefice sull’emer-genza educativa, la pubblicazione del rapporto-pro-posta del Comitato per il progetto culturale della CeiLa sfida educativa e, ultimamente (maggio 2010), l’in-dicazione da parte dei Vescovi italiani dell’educazionecome tema centrale per il prossimo decennio, sono isegnali più espressivi di quella che si sta configuran-do una scelta prioritaria.Nella Diocesi di Albano, la lettera pastorale Di gene-razione in generazione dello scorso anno, cogliendole intuizioni e sfide degli anni precedenti, aveva già in-dividuato nel «prendersi cura delle nuove generazio-ni» l’obiettivo primario da approfondire meglio nellaprassi delle comunità parrocchiali. Così il tema indi-cato dal Vescovo per il Convegno pastorale 2010 nonpoteva che essere la questione educativa. Da subito siè scelto di non giungere a conclusioni, ma di avviarecon questo appuntamento diocesano un itinerario cheprevedesse come tappe il Consiglio pastorale dioce-sano e l’incontro dei Direttori degli Uffici pastoralidiocesani. Le relazioni del Convegno sono disponibilisul sito www.diocesidialbano.it.

DA DOVE SIAMO PARTITI?La storia del percorso che ha portato la nostra Diocesi ad interrogarsi sull’emergenza educativa

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Amonsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo Ausiliaredi Milano, è stato chiesto di analizzare “Il ritorno del-l’educare tra vangelo e cultura”.

Punto nodale della sua relazione è che la trasmissione del-la fede non avviene attraverso la consegna di conoscenze,verità e comportamenti, ma nella dinamica tra la testimo-nianza di chi consegna e la coscienza di chi riceve. Per que-sto motivo l’atto con cui la Chiesa trasmette la fede rivesteuna triplice valenza: ha un valore iniziatico, educativo e cul-turale. In questo processo la Pastorale giovanile rappre-senta il momento dell’assunzione consapevole dell’espe-rienza della fede trasmessa che deve diventare la fede vis-suta, mantenendo il rapporto con la comunità degli adulti,

la quale aiuta il gio-vane a trovare unacollocazione nella vi-ta quotidiana.Interessanti i trepossibili percorsi ac-cennati dal VescovoBrambilla:a) La ripresa dellacoscienza della Chie-sa per la trasmissio-

ne culturale. In una socie-tà «della gratificazioneistantanea» l’educazionecorre il rischio di soccom-bere. Il processo educati-vo appartiene alla peda-gogia del vangelo, quindidi ogni cristiano, perchéevangelizzare è educare,sia ai valori che all’impegno nella società.b) L’educazione come punto d’integrazione delle dimensionidella pastorale. Il tema educativo deve diventare il momentodi sintesi dell’azione pastorale. Puntare sulla formazione èun obbligo, non soffermandosi su tesi studiate a tavolino, matenendo presente i tempi dell’uomo per portarlo da una di-mensione funzionale del fare a quella matura dell’essere.c) La comunità cristiana e le altre istanze educative. Un rin-novato slancio nel tema educativo si potrà ottenere graziealla collaborazione tra le diverse agenzie educative. LaChiesa si deve impegnare in questo compito – istituendocanali di conoscenza e iniziative – a promuovere il bene del-la persona a stretto contatto e in sinergia con famiglie, do-centi e studenti (soggetti dell’educazione).

Alessandro Paone

Lavorare in modo sinergico6

Parlare di educazione, di emergenza educativa e di sfi-de richiama indubbiamente una quantità enorme dicontenuti, di forme e di formule, di scenari e di prota-

gonisti. Dopo la prolusione del Vescovo, ecco alcune testi-monianze: rompe il ghiaccio Giusy Raio, psicologa, un ma-trimonio consolidato e tre figli in età adolescenziale: «Sonoottimista, capisco la fase critica dell’adolescenza. Educareper me è stato anzitutto la scoperta di una relazione. Civuole tempo da dedicare alla relazione con i figli, soprattut-to quando sono piccoli». Segue Carlo Pontorieri, il marito emanager: «Sono un po’ più apprensivo. Ti senti coinvolto fi-no all’anima. Dai per scontato alcuni valori e alcune que-stioni di base e ogni volta che un figlio le mette in discus-

sione sembra vogliamettere in discus-sione te, il tuo ruolodi padre».È piena di fiducia an-che Manuela Miocchiche racconta la suarelazione educativacome madre di tre fi-gli prima, poi con isuoi studenti: «In

forme diverse l’impegno educativo per me è stato sempre lostesso. Non puoi fare l’insegnante se non hai una passioneeducativa. I giovani che hai davanti hanno bisogno di fiducia,fiducia da dare e da ricevere».Monsignor Giovanni Cassata esprime la sua voglia di edu-cazione raccontando le ansie di un Parroco che non puòessere tale se non è anche educatore: «Non c’è possibilitàeducativa per una Parrocchia se non con i genitori. Se nonc’è un rapporto sereno tra famiglia e Parrocchia. È neces-sario un rapporto stretto tra tutti coloro che si occupano dieducazione. Non parlo solo di progetti e di formalità, masoprattutto di complicità».«I giovani non hanno bisogno di lunghe prediche. Voglionovedere persone adulte coerenti. Hanno bisogno di dare fi-ducia ad un mondo adulto che li ama. La Parrocchia puòessere lo spazio giusto per alcuni incontri significativi»,replica Luca Vita, giovanestudente universitario chesembra voler incitaretutti alla speranza. «Igiovani hanno bisogno dicredere che è possibileessere felici».

G. Machirolatti

UNA COPPIA DI SPOSI, UNA INSEGNANTE E UN GIOVANETavola rotonda tra le tre agenzie educative

I GIOVANI AL CENTRO DELLA COMUNITÀNell’educazione la comunità si deve far carico dei più giovani

CHIESA, SCUOLA E FAMIGLIA IN

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Memoria in crisi 7

Ne l l ’ u l t i m ogiorno di stu-dio del Con-

siglio pastorale dio-cesano, Cpd, tenuta-si sabato 19 giugnopresso il Seminariovescovile di Albano,si è ripreso il mate-

riale del Convegno diocesano con l’intento di evidenziare al-cune possibili direzioni verso le quali la nostra Chiesa localepossa camminare nei prossimi anni.L’incontro si è aperto con la preghiera e l’introduzione ailavori del Vescovo, che ha posto in primo piano le Parroc-chie intese come «istituzione educativa presente tra le ca-se della gente, in dialogo con e accanto alle altre agenzie».Ripercorrendo il Convegno diocesano Semeraro ha poiposto l’accento su alcune coincidenze tra le diverse rela-zioni consegnando così una traccia con alcune domandeper i membri del Cpd.Nella condivisione dei lavori svolti dai piccoli gruppi sonoemersi alcuni temi ritenuti importanti. Anzitutto, la que-stione delle alleanze educative che, prima ancora di es-

sere strette con le diverse agenzie, deve diventare una re-altà interna alla Parrocchia tra i diversi operatori pasto-rali. In secondo luogo, l’impegno perché ogni Parrocchiasi rinnovi come luogo di esperienza fondata sulla quoti-dianità, in cui l’oratorio sembra essere l’espressione tipi-camente parrocchiale capace di dire e fare questo rinno-vamento con e per i giovani. Un’altra attenzione deve es-sere per la liturgia, che sembra aver perso la sua capaci-tà di coinvolgimento in quanto non riesce più ad esprime-re la festa. L’educazione è possibile solo attraverso la te-stimonianza di uomini e donne credibili perché felici, fe-deli, vicini: sarà importante puntare ancora sulla forma-zione degli educatori impegnando in questo la Diocesi.Il Vescovo nelle considerazioni conclusive ha anche invi-tato ad «alleggerire l’agenda del Parroco» attraverso una«maggiore distribuzione del peso pastorale». Questo ap-punto richiama ancora il tema della sinodalità, degli or-ganismi di partecipazione e della ministerialità laicale. Laquestione educative è compito di tutta la Chiesa, non so-lo di alcuni educatori esperti o incaricati, e di tutti gli uo-mini e le donne di buona volontà.

La segreteria delConsiglio pastorale diocesano

LA FORZA NELLE ALLEANZE EDUCATIVENella testimonianza un esempio per vecchie e nuove generazioni

L’intervento del professor Duccio Demetrio, docente di Fi-losofia dell’educazione presso l’Università degli studi diMilano-Bicocca, ci ha permesso un approccio all’argo-

mento dell’educazione da un punto di vista più scientifico, chenella sua specificità, ha rappresentato una vera ricchezza perla riflessione e la meditazione di ognuno sul tema.L’intervento si è sviluppato in due momenti, nel primo egli haillustrato i tratti fondamentali dell’educazione attraverso varieletture, evidenziando soprattutto l’educazione come progettodi vita, dunque rivolta verso il futuro e le varie possibilità direalizzarsi, e l’auto-educazione, ovvero la capacità di agire susé stessi in vista di una crescita personale verso i valori scelti. Nella seconda parte del suo intervento, il docente ha eviden-ziato alcuni aspetti ineludibili dell’educazione: essa è dinami-ca, non può restare sempre uguale a sé stessa, è capacità diprendersi cura, nel senso di saper agire sia su sé stessi fa-

cendo cose che cifanno bene e che cifanno crescere, siasugli altri attraversoil sostegno e l’acco-glienza.Un altro aspetto de-cisivo è la memoria,

oggi in crisi, che cipermette di com-prendere la nostraidentità inserita inuna storia che ciprecede. Da questaprospettiva nasce l’importanza della narrazione come risco-perta delle storie che fin da bambini ci hanno permesso di ca-pire il mondo in cui viviamo, di attribuirgli significato, di trova-re coraggio ed entrare in relazione con gli altri.Ultimo aspetto ineludibile dell’educazione è la scrittura auto-biografica. Raccontare di sé è il modo attraverso il quale noiriusciamo a prendere maggiore consapevolezza di noi stessi,a oggettivare la nostra interiorità. D’altra parte, il cristianesi-mo si fonda sulla scrittura biografica. In questo senso il pro-fessore, pur essendo non credente, riconosce nelle storieBibbia una sorta di risonanza universale riguardo la ricercadel vero bene, la solidarietà, tutte le aspirazioni più profondedell’umanità. La figura dell’educatore auspicata da Demetrio,è dunque un uomo che ha preso coscienza di sé, si è confron-tato e si confronta con il mondo e la sua storia, desidera conpassione educare altri, ma sa che senza la dimensione del-l’auto-educazione, vanificherebbe gran parte dei suoi sforzi.

Alessandro Mancini

RACCONTANTARE LA PROPRIA STORIALa Bibbia maestra di educazione attraverso la narrazione

NSIEME PER EDUCARE ALLA VITA

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Primo Piano8

MONS. CESARE GUERRUCCICinquant’anni a servizio nella Cattedrale Albanense

Persona buona, amabile neimodi, dallo sguardo sereno edal carattere mite, ma se ne-cessario, di polso fermo e ca-pace di affrontare con dignitàe coraggio le avversità capita-te nel corso della sua lunga eintensa vita. Don CesareGuerrucci, con la sua paca-tezza e la sua ironia, ha attra-versato da protagonista oltrecinquant’anni della storia del-

la città di Albano come Arciprete Parroco della Basilica Cat-tedrale di San Pancrazio dal 1934 al 1985. Il ricordo di donCesare che, su questo numero, Millestrade intende evocare,nasce dalle testimonianze di uomini e donne che, in oltremezzo secolo, hanno apprezzato un uomo e un sacerdote ca-pace di amare e farsi amare dalla sua comunità.

L’uomo e il pastore«Come uomo e pastore – ricorda monsignor Dante Bernini,già Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Albano – l’immagi-ne che offriva di sé era di una persona serena e capace di co-municare serenità: dotato di bella cultura umanistica e teolo-gica, pastore di forti convinzioni spirituali e sacerdotali, impe-gnato a rispondere con fatica e sacrificio alla fiducia accorda-tagli da parte della comunità cristiana. Ho avuto in monsignorGuerrucci un prezioso collaboratore fino al 1985. Successiva-mente, l’ho spesso ascoltato come un profondo conoscitoredella Diocesi e un saggio consigliere».Nato nel 1908, ordinato sacerdote nel 1931, don Cesare – co-me lo chiamavano (e continuano a ricordarlo, semplicemente,così) tutti i suoi parrocchiani – fu dottore in filosofia e in teolo-gia, esaminatore sinodale, Cameriere segreto e Prelato dome-stico di Sua Santità. Soprattutto, però, fu un prete, nel sensopiù sincero del termine: schietto, vicino ai fedeli della sua Par-rocchia (particolarmente a quanti versavano nel bisogno), at-tivo nella Chiesa, animatore della comunità. Morì nel 1991, adAlbano, lasciando nei suoi parrocchiani una traccia indelebiledel suo passaggio nella vita terrena. «Ciò che più mi ha colpi-to in monsignor Guerrucci – testimonia monsignor GaetanoBonicelli, anch’egli già Vescovo di Albano – non è stata la sua

passione perla Cattedrale ela dignità delculto divino,ma la sua “en-tratura”, dicia-mo così, nellagente del rio-ne. Negli annisettanta c’eraancora tantapovera gente,sotto moltiprofili. Parlan-

do con l’Arci-prete era faci-le avere lasensazione diuna sua cono-scenza pro-fonda della si-tuazione edella sua di-screta vici-nanza a quantierano nel bi-sogno».

Protagonista della storiaNei cinquantuno anni di servizio in San Pancrazio, don Cesa-re Guerrucci ha vissuto gli orrori e le tragedie della guerra(perse un fratello nel bombardamento di Albano il 10 febbra-io del 1944), i momenti belli e pieni di speranza della ricostru-zione e del Concilio: «Don Cesare – ricorda don Giovanni Ma-sella, attuale Parroco della Basilica Cattedrale di San Pan-crazio e Viceparroco con don Guerrucci – era un uomo di pro-fonda pietà eucaristica e mariana, a servizio generoso delleanime e caritatevole verso tutti. Un uomo di cultura e di altivalori morali che viveva con una semplicità di bambino. Ricor-do ancora la sua profonda partecipazione alle sofferenze del“suo gregge”, che lo portava alla commozione fino alle lacri-me. Ogni volta che richiamo alla memoria quel racconto delbombardamento del 10 febbraio 1944, narratomi da don Ce-sare, lo rivedo serio e preoccupato, commosso e con le lacri-me agli occhi».Negli anni trenta e quaranta don Cesare curò la formazione deilaici, promuovendo particolarmente l’Azione cattolica, difen-dendone il diritto di testimoniare l’ispirazione evangelica e lafedeltà alla Chiesa nella vita pubblica. Per questo, non manca-rono gli scontri col regime fascista: «Un giorno, duranteun’omelia – ricorda Lucia Guerrucci, nipote di don Cesare –disse che con le armi non si risolveva nulla e che soltanto conla preghiera si potevano risolvere le controversie: tanto bastòper farlo arrestare e portare tutta una notte in questura, in Viadi San Vitale, a Roma. Dopo il bombardamento di Albano, da cuisi salvò nascondendosi sotto un camion, mio zio si prodigò adaiutare gli sfollati e quanti avevano perso i loro cari sotto le ma-cerie. Era una persona buona, presente accanto ai suoi parroc-chiani, senza di-stinzioni: ancoraoggi, quando ascol-to delle testimo-nianze su don Ce-sare, molti lo ricor-dano ancora contanto affetto. Ha at-traversato diversegenerazioni di fede-li di Albano, standovicino a tutti».

di Giovanni Salsano

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Anno sacerdotale 9

SANTIFICATI DALLA PAROLAIl cammino nell’Anno sacerdotale e alcuni frutti nella nostra Chiesa

L’11 giugno, nella solennitàdel Sacratissimo Cuore diGesù, in San Pietro, in un

suggestivo scenario di festa “sa-cerdotale”, si è concluso lo spe-ciale Anno sacerdotale che è sta-to per la Chiesa intera una pre-ziosissima occasione di grazia edi crescita.Nelle intenzioni del Papa l’Annosacerdotale voleva «contribuire a

promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti sacerdo-ti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nelmondo di oggi». Anche nella nostra Diocesi non sono mancatimomenti e iniziative tendenti a mettere in luce la grandezza deldono del sacerdozio ordinato, la sua necessità per la vita dellaChiesa, la sua importanza per l’umanità tutta.I sacerdoti delle diverse zone pastorali hanno vissuto sotto la gui-da del nostro Vescovo un percorso di rivisitazione teologica deiTria munera che costituiscono l’ossatura portante del ministerosacerdotale. Il compito di annunciare il Vangelo, la missione disantificare e l’impegno di guidare le comunità cristiane sono sta-ti oggetto di attenta analisi teologica, la quale ha pure introdottonoi sacerdoti, ancora una volta, nel cuore della nostra identitàministeriale, che ci caratterizza sempre e in ogni momento dellanostra vita come persone abitate da Colui che tutti, in noi, hannoil diritto e la fortuna di vedere e d’incontrare. Non solo sull’alta-re! La nostra identità intesa, dunque, come luogo privilegiato einsostituibile dove realizzare la nostra santificazione.

I sacerdoti di alcune vicarie hanno voluto incontrarsi settimanal-mente per sostare insieme dentro quella Parola che poi, dome-nica, avrebbero spezzato per i propri fratelli e sorelle delle ri-spettive comunità nella Celebrazione eucaristica. Nutrendosidella Parola, ne hanno sperimentato per primi il frutto buonodella fraternità, della comunione presbiterale che apre alla stimadel fratello con il quale si condivide lo stesso dono e la stessamissione.Penso inoltre che non vi sia Parrocchia dove non si siano propo-sti momenti utili per mettere a fuoco l’identità sacerdotale. Hopotuto verificare personalmente il grande e sincero amore che lagente ha per i sacerdoti. L’Anno sacerdotale ha offerto l’opportu-nità di esprimere e rafforzare questo amore, offrendo anche lapossibilità di valorizzare la dimensione sacerdotale della propriavita cristiana.Degno di nota e ricco di significato per la storia della nostra ter-ra è l’intento di sottrarre ad un colpevole oblio tante figure di Pa-stori, a partire dal Cardinale Ludovico Altieri, di cui il nostro Ve-scovo ha avviato la causa di beatificazione, per giungere a tantisacerdoti a noi più vicini.La nostra Chiesa diocesana ha sicuramente contribuito al perse-guimento degli obiettivi che il Papa si prefiggeva. In quale misu-ra poi, personalmente, quegli obiettivi siano stati centrati, a cia-scuno tocca interrogarsi.Si spengono i riflettori sull’Anno sacerdotale, ma rimangono ac-cesi sulla vita di noi sacerdoti che non dobbiamo mai perdere divista questi obiettivi!

mons. Franco MarandoVicario Generale

Nell’obiettivo di promuovere l’impegno di rinnovamento dei sacerdoti per una loro più fortetestimonianza evangelica nel mondo, come sottolineato dal Santo Padre nell’indizionedell’Anno sacerdotale, numerose sono state le uscite di pubblicazioni, rivolte tanto ai pre-

lati quanto ai laici, per approfondire la figura del sacerdote nella società contemporanea.Anno Sacerdotale è il titolo di un sussidio a cura del gesuita padre Max Taggi; offrendo 12 me-ditazioni tratte da testi di grandi autori (Rahner, De La Potterie, Galot, Arrupe, Vanhoye ecc.),rappresenta un buon accompagnamento alla riflessione personale.Monsignor Álvaro del Portillo, già segretario della commissione che nel Concilio Vaticano II haelaborato il decreto sui presbiteri, con il suo Consacrazione e missione del sacerdote ha volutotoccare, invece, i nodi salienti ed ineludibili dell’ascetica sacerdotale, delineano un fecondo iti-nerario spirituale per verificare l’autenticità dell’esperienza vocazionale.

Nella società contemporanea i media, ed in particolare il cinema, hanno contribuito a diffondere diversi stereotipi di sa-cerdote: di questo si occupa Il prete di celluloide, un libro di monsignor Dario Edoardo Viganò,che esaminando alcune interpretazioni, in qualche caso memorabili in altri dimenticate, parla diaspetti culturali con approfondimenti cinematografici inconsueti e curiosi.Ad un’altra forma espressiva si rifà La stola e la croce, una sceneggiatura teatrale a cura deiseminaristi del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni che, a partire dalla figura del Curatod’Ars, offre un contributo per riconoscere l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono non so-lo per la Chiesa, ma per la stessa umanità.Un volume prezioso rivolto tanto ai sacerdoti quanto ai laici che vivono nella comunità parroc-chiale è Cari Sacerdoti, scritto da Benedetto XVI: una summa che raccoglie le esortazioni delPapa rivolte ai sacerdoti nel corso di questi anni di pontificato.

Laura Zanardo

ATTENZIONE ALLA FORMAZIONEAlcune proposte tra i tanti libri pubblicati nell’ultimo anno

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La lettera pastorale del nostro Vescovo10

DALLA PARTE DEL PADRELa confessione come metodo del “dialogo della salvezza”

Al termine dellaConcelebrazioneeucaristica giove-

dì 17 giungo, durantel’appuntamento mensi-le del clero, a conclu-sione dell’Anno pasto-rale e dell’Anno sacer-dotale, il Vescovo haconsegnato ai sacerdotil’ultima sua lettera pa-storale, dal titolo Dallaparte del Padre, una ri-flessione sul tema dellaConfessione.Questa lettera si collo-ca al termine di un an-no in cui la Chiesa uni-versale ha riflettuto, hapregato e ha indirizzatola sua attenzione al sa-cerdozio ministeriale

assumendo come icona il santo sacerdote Giovanni MariaVianney, modello dei sacerdoti e dei confessori in particolare.«Dal Santo Curato D’Ars – ha scritto Benedetto XVI – noi sa-cerdoti possiamo imparare non solo un’inesauribile fiducia nelsacramento della Penitenza che ci spinga a rimetterlo al cen-tro delle nostre preoccupazioni pastorali ma anche il metododel “dialogo della salvezza” che in esso si deve svolgere».Questi i motivi per cui il Pastore della nostra Diocesi ha indi-rizzato la sua riflessione pastorale nella direzione del Sacra-mento della riconciliazione.La lettera è composta di due parti: Un mistero di paternità è il ti-

tolo della prima sezione che affronta il tema del sacramentodella Penitenza sotto gli aspetti più generali che lo compongo-no, l’analisi critica e attenta della situazione attuale, la consape-volezza di un sacramento in crisi, una rilettura appassionata evibrante del Vangelo e in particolare della parabola del padremisericordioso. Fondamentale in questa prima sezione della let-tera il legame tra sacramento della Penitenza come luogo del-l’educazione alla fede, questo legame offre spunti meditativi e diapprofondimento molto utili per il prossimo futuro della Chiesadiocesana e non solo, che nel decennio 2010-2020 affronta le sfi-de dell’educazione.La seconda sezione della lettera dal titolo Un sacramento da ce-lebrare potremmo definirla più “tecnica”. Essa richiama alcunequestioni relative al rito della Penitenza, insieme con qualche in-dicazione di carattere canonico e pastorale, ha pertanto il carat-tere prevalente di una “istruzione” e naturalmente è diretta inprima persona ai sacerdoti. Proprio perché sacramento, il Ve-scovo, pone l’accento sui tempi, i modi e i luoghi della celebra-zione e sull’attenzione e la cura da porre nel vivere questo sa-cramento con la stessa intensità, e con uguale solennità con laquale celebriamo e viviamo gli altri sacramenti.L’ultima parte della lettera è riservata ad alcune questioni spe-ciali, quali ad esempio i peccati riservati che il Vescovo tratta apartire dalla Tradizione, dal Magistero della Chiesa e dalla pras-si diocesana, rimanendo in comunione anche con i precedentiPastori di questa Chiesa locale.Il sacramento della Penitenza è un sacramento di grazia, ce loricorda il Papa: «La Penitenza è grazia; è una grazia che noi ri-conosciamo il nostro peccato, è una grazia che conosciamo diaver bisogno di rinnovamento, di cambiamento, di una trasfor-mazione del nostro essere. Penitenza, poter fare penitenza, è ildono della grazia» (Benedetto XVI ai membri della Commissio-ne biblica, 15 aprile 2010).

Dopo quattro lettere pastorali di ampio respiro sugli “stili”complessivi del nostro essere-Chiesa, questa si concentra in-vece su un tema particolare, il sacramento della Penitenza.Cosa L’ha indotta a scriverla? Al termine di un Anno sacerdo-

tale, che ha veduto noi sacerdoti impegnatia ravvivare nel cuore il dono ricevuto,avendo come modello il Santo Curatod’Ars (che nel ministero del confessio-

nale ha interamente speso la sua vita),ed avendo pure toccato questi argo-

menti negli incontri di formazionepermanente, ho pensato di donare un

ricordo e un’opportunità perché questo“anno” lasci il segno nella nostra vita.

La lettera è, dunque, desti-nata principalmente ai sa-

cerdoti; come, allora,può essere utilmenteletta da tutti gli altri

fedeli? Tengo a precisare che a celebrare il sacramento dellaRiconciliazione siamo chiamati tutti, perché tutti bisognosidella misericordia di Dio. Nella prospettiva, poi, di un decen-nio pastorale interamente dedicato all’educazione, la letteraoffre una lettura del sacramento, proprio in questa prospetti-va e lo indica come “sacramento pedagogico”.

Sentiamo spesso ripetere: «Io mi confesso davanti al Signoree non mi va di dire a un prete ciò che ho fatto». Nella letterane tratto in più parti. Spiego pure come già in prospettiva an-tropologica sia importante discernere e “raccontare” la pro-pria situazione interiore. Questo è vero ancora di più nel sa-cramento della Riconciliazione.

Nella lettera si parla di “crisi” della Confessione. Proprio perquesto insisto s’un rinnovato impegno educativo per questoSacramento. Accenno anche, però, a certe forme mass-me-diali oggi molto diffuse che scimmiottano e deformano questoSacramento («cascàmi di cultura religiosa», le chiama U. Ga-limberti). Forse ne manifestano un inconscio bisogno.

INTERVISTA AL VESCOVO

di Gianluca Vigorelli

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MilleFlash 11

“Concerto della fratellanza”Achva in ebraico significa “fratellanza”: questo il titolo delconcerto promosso nella serata del 23 giugno dall’Asso-ciazione senza frontiere sul sagrato della Basilica Colle-giata di San Barnaba Apostolo a Marino. Ad esibirsi in can-ti religiosi il coro ebraico di Roma Ha-kol, diretto dal mae-stro Andrea Orlando, i cantori della moschea di Roma e icantori del patriarcato di Costantinopoli, infine il coro del-la Diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina.“Abbatti i muri e vedrai gli orizzonti”, questo lo slogandella Onlus costituita nel dicembre 2008 da un gruppo diamici impegnati nel volontariato, per favorire iniziative disolidarietà e dialogo.

a cura di LAURA BADARACCHI

Sostegno a distanza “trasparente”Numeri, ma anche informazionisu progetti, Paesi raggiunti emodalità di utilizzo delle dona-zioni ricevute: all’insegna dellatrasparenza. Sul sito www.so-stegnoadistanza.uniroma3.it sipuò consultare la banca dati del

Sostegno a distanza (Sad) del Lazio: uno strumento scaturi-to dal progetto lanciato dall’Anagrafe del forum Sad insiemeall’Osservatorio povertà del Dipartimento di economia del-l’Università di Roma Tre. L’obiettivo? Fornire un servizio aicittadini e alle associazioni, che possono scambiarsi infor-mazioni, individuare chi lavora nelle stesse zone d’interven-to o con analoghe modalità.

Grottaferrata: apre la casa “Milly e Memmo”Dedicata a due disabili di-strofici, cofondatori dellaprima Comunità di Capo-darco, la casa famiglia “Mil-ly e Memmo” è stata inau-gurata nei giorni scorsi aGrottaferrata; nel 1978 lacoppia fondò proprio nellacittadina la cooperativa so-ciale “Agricoltura Capodarco”, fattoria sociale attiva nellaproduzione biologica. E nella stessa area sorge la nuovastruttura, che può accogliere fino a 14 persone; sono 4 almomento gli aderenti all’esperienza pilota del progetto“Prima del dopo”, per rispondere alla domanda di tante fa-miglie con figli disabili psichici su cosa succederà dopo lamorte dei genitori.

Raccolta nelle scuole di cellulari usatiIn vista del prossimo anno scolastico, circa 400 scuole su-periori della Provincia di Roma hanno ricevuto uno scato-lone per la raccolta dei cellulari usati, insieme alla propo-sta d’incontri formativi sul riciclaggio e la cooperazioneinternazionale. I telefonini finanzieranno progetti in Africagrazie al riuso dei dispositivi ancora funzionanti, riparatise necessario e immessi nel mercato dell’usato. Grazie al-l’iniziativa promossa dal Magis (Movimento e azione deiGesuiti italiani per lo sviluppo), il ricavato contribuirà arealizzare cucine solari in Ciad e a sostenere un ospedaleper bambini malati di Aids in Kenya.

A Lanuvio “Africa in corti film festival”

Si svolgerà a Lanuvio la 1a edizio-ne del concorso “Africa in cortifilm festival”, promosso dalla co-munità giovanile Zampanò all’in-terno del Festival internazionaledi musica, danza e cultura delWest Africa, al via dal 3 al 6 set-tembre presso Villa Sforza. Temadei cortometraggi, della duratamassima di 15 minuti: “L’immagi-ne dell’Africa e dei popoli del Me-diterraneo”, spaziando negli am-biti dell’integrazione e della mul-

ticulturalità. L’iniziativa – con il patrocinio della RegioneLazio, della Provincia di Roma e dei Comuni di Genzano,Lanuvio, Velletri e Albano – è inserita in “Castelli in Africa”(info su www.castelliinafrica.it).

Autismo, una Rete territoriale e interdisciplinareCoordinare tutte le attività sul territorio per assisterechi è affetto da autismo e da altri disturbi generalizzatidello sviluppo, dando così una risposta univoca su pro-grammazione e organizzazione: così il Consiglio provin-ciale di Roma ha sancito all’unanimità la nascita dellarete territoriale interdisciplinare per l’autismo. Compo-sta da rappresentanti di associazioni delle famiglie edella scuola, da un neuropsichiatra infantile delle Asl,da un rappresentante dei pediatri di libera scelta e dalresponsabile dell’Ufficio handicap della Provincia di Ro-ma, la rete raccoglierà i progetti delle istituzioni e delprivato sociale.

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Appunti12

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: mons. Marcello SemeraroDirettore responsabile: dott. Fabrizio Fontana Coordinatore di redazione: don Alessandro Paone

Hanno collaborato:

Animatori del gruppo “Lavori in corso”, Laura Badaracchi, Massimo e Luisanna Camaglia,Eva Cancelli, Renata Covito, Marco Iacobelli, Gualtiero Isacchi, Gianmarco Machiorlatti,Alessandro Mancini, Franco Marando, Giovanni Mazzamati, Antonello Palozzi, JourdanPinheiro, Rudi Piccolo, Giovanni Salsano, Antonio Scigliuzzo, Alessandra Trinca, GianlucaVigorelli, Luca Vita.

Piazza della Rotonda, 11 - 00041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844www.diocesidialbano.it - [email protected]

Stampa: Tipografica Renzo Palozzi

Via Vecchia di Grottaferrata, 4 - 00047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 24.6.2010

DISTRIBUZIONE GRATUITA

Mensile di informazione della Diocesi Suburbicaria di Albano - Anno 3, numero 23 - giugno

APPUNTAMENTIDal 01 al 03 LUGLIOEsercizi spiritualiper gli insegnanti di religioneGli esercizi spirituali organizzati dall’Uf-ficio per l’insegnamento della religionecattolica, Irc, si svolgeranno presso ilSeminario vescovile di Albano, PiazzaSan Paolo 5. Il programma della tre gior-ni si può ritirare presso l’Ufficio stesso.

Dal 02 al 04 LUGLIOEsercizi spirituali alla scuola della Paro-la per le famiglie e i catechistiGli esercizi spirituali organizzati dallaPastorale della Famiglia, in collabora-zione con l’Ufficio catechistico diocesa-no, si svolgeranno presso la casa sanGiuseppe (Castel Gandolfo). Il tema del-la tre giorni è tratto dal libro del profetaIsaia: “Si questa terrà avrà uno sposo”(Is. 62,4).

07 LUGLIOArrivo del Santo Padre a Castel Gandol-fo per il periodo estivoIl Santo Padre arriva nella nostra Dioce-si per trascorrere il periodo estivo.

Dal 04 al 14 LUGLIOGiornate residenziali estive del Vescovocon i seminaristiIl Vescovo trascorrerà, assieme ai semi-naristi ed un gruppo di sacerdoti, alcunegiornate residenziale di preghiera, ri-flessione e riposo a Mazara del Vallo(Provincia di Trapani - Sicilia).

Dal 15 al 18 LUGLIOCampo ministrantiIl Centro diocesano vocazioni (Cdv) ha

organizzato un campo scuola per i mini-stranti dal tema: “Ho una bella notizia, iol’ho incontrato”. Il campo si svolgeràpresso il convento dei padri agostinianidi Carpineto Romano. Il termine per leiscrizioni è fissato per il giorno 30 giu-gno. Per ulteriori informazioni contatta-re il Cdv allo 06/93.12.325 oppure suorFrancesca allo 06/93.20.356.

Dal 04 al 08 AGOSTOMissione di spiaggia - TorvaianicaAnche quest’anno, il Servizio diocesano dipastorale giovanile (Spg) ha organizzato lamissione di spiaggia che si terrà a Torvaia-nica (Pomezia). Il tema scelto: “In cerca diTe”. I giovani, con età compresa tra i 18 e i35 anni, possono chiamare per iscriversipresso il Spg al numero 06/93.26.84.023/5,al cell. 345/40.89.863 oppure inviando unae-mail a [email protected].

07 AGOSTOSolennità della Beata Verginedella Rotonda, Madre di MisericordiaOgni primo sabato del mese di agosto sicelebra la solennità della Madonna dellaRotonda (Albano). La Celebrazione euca-ristica presieduta dal nostro Vescovo siterrà presso il santuario diocesano dellaMadonna della Rotonda alla ore 18.30.

15 AGOSTOSolennità dell’Assunzione dellaBeata Vergine mariaIl Santo Padre presiederà l’Eucaristia,presso la Parrocchia pontificia San Tom-maso da Villanova (Castel Gandolfo) alleore 08.00.

30 AGOSTOAnniversario dellaDedicazione della Basilica CattedraleLa Celebrazione eucaristica presso ilDuomo nell’anniversario della Dedica-zione della Basilica Cattedrale (Albano)sarà presieduta dal Vescovo Mons. Mar-cello Semeraro alle ore 18.30.

Dal 07 al 09 SETTEMBREFraternità sacerdotale in ToscanaUn gruppo di sacerdoti trascorrerà tregiornate residenziali di preghiera e ripo-so in Toscana. Per la prenotazione rivol-gersi presso la segreteria di curia.

08 SETTEMBREAnniversario dell’ordinazione sacerdo-tale del Vescovo

29 SETTEMBREAnniversario dell’ordinazione episcopaledel Vescovo

03 OTTOBRE Convegno diocesano dei catechistiL’annuale appuntamento per gli evange-lizzatori, catechisti e operatori pastoraliimpegnati nell’educazione della fede siterrà presso la Casa dei Padri Somaschi(Ariccia) dalle ore 09.30 alle ore 17.30. Iltema del Convegno riprenderà il cammi-no iniziato lo scorso anno sull’Iniziazionecristiana alla luce della questione edu-cativa, scelta prioritaria degli orienta-menti pastorali della Cei per il prossimodecennio. Per informazioni contattarel’Ufficio catechistico diocesano (Ucd) alnumero 06/93.26.84.052 o inviare una e-mail a [email protected]