LA PAROLA DEI PARROCI “È questo l’ultimo Natale che passiamo … · 2009. 12. 23. · sarà un...

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“È questo l’ultimo Natale che passiamo insieme a voi” COME “STRANIERI” IN QUESTO MONDO È questo l’ultimo Natale che ce- lebriamo insieme a voi, cari fratelli e sorelle . Il Signore, attraverso il nostro Ar- civescovo, ci ha chiamati a pascere un’altra porzione del suo gregge. In questi sette anni, abbiamo affrontato insieme momenti non sempre facili, ma è innegabile che essi ci hanno aiu- tati a maturare una “nuova” dimen- sione del nostro essere Chiesa. Sono i piccoli semi che abbiamo sparso lun- go i solchi di storia delle Parrocchie di Rivignano, Teor, Driolassa, Campo- molle, Torsa e Pocenia. Consapevoli, tutti, che il protagonista è sempre un Altro, è Lui, il Signore che solo può far crescere ( Cfr. 1Cor 3,6ss). Ciò di cui abbiamo voluto farvi partecipi è l’Amore per il Vangelo e l’attenzione verso tutti, senza guarda- re ai particolarismi, bensì tenendo lo sguardo fisso sul fine comune che il nostro Arcivescovo, nella sua Pasto- rale, ha avuto nel cuore: la Comunio- ne. Difficile fare un bilancio, ma al- cuni risultati non si possono negare, tanto che essi fanno parte oramai del- la vita della nostra Forania. Ora anche noi, come la S. Fami- glia di Nazaret, stiamo preparando le valige per raggiungere altre piccole Betlemme, come in quel tempo, an- dremo a chiedere ospitalità ad altri cuori di uomini e donne di “buona volontà”. Pensando a questo, mi è venuto in mente che è stato il Dio Bambino il primo straniero e pellegrino a bussare alle porte del cuore dell’umanità. E la storia ci insegna che là dove Egli ha trovato ospitalità è sbocciata una nuo- va stagione di pace, amore e giustizia per tutti, ma dove non lo hanno accol- to, le tenebre hanno fatto perdere agli uomini il vero senso della loro storia e la coscienza delle proprie origini. C’è un brano della Prima Lettera di Pietro, che intendo offrire alla vo- stra riflessione nell’occasione di que- sto ultimo Natale insieme a voi : “Amatissimi, vi esorto quali stra- nieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che fanno guer- ra alla vostra vita; abbiate in mezzo a coloro che non credono, una vita bella, anche se vi denigrano come se foste dei malfattori e, persuasi dalle vostre opere buone, diano gloria a Dio nel giorno della sua visita” (1Pt. 2, 11-20) Quel “amatissimi”, con il quale inizia la lettera, sta ad indicare la no- stra condizione di Cristiani: chiamati innanzitutto non ad amare, ma a la- sciarci amare. Subito dopo l’autore ci mette di fronte alla nostra realtà e verità: noi cristiani siamo come il Dio Bambino, pellegrini su questa terra, perché, la nostra Famiglia, la Chiesa, ha la sua cittadinanza nei cieli. Per questo S. Pietro ci definisce “stranie- ri” in questo mondo (termine greco “pàroikoi”), ma concittadini dei san- ti e coinquilini di Dio, aggiunge san Paolo (cfr. Ef. 2,19). Questi nostri tempi, forse più che in altri, vedono il cuore di tanti uomini chiudersi in se stessi, amare morbosa- mente se stessi, la propria immagine : è questa la radice di ogni peccato, che si innesta nella paura della morte. Il formalismo religioso, da una parte, e il razionalismo dall’altra, denunciano la chiusura del cuore a Dio. S. Pietro ci dice nella sua lette- ra che per combattere la paura della morte, dobbiamo imparare a vivere da stranieri, da pellegrini, sapendo che il nostro soggiorno qui, su questa terra, è provvisorio. “Il mondo passa, esso e i suoi de- sideri, ma chi fa la volontà di Dio ri- mane per sempre” (1Gv. 2,15-17). Queste parole potrebbero indurci a pensare che essere Cristiani signifi- chi estraniarsi da una vita reale, con- creta; condurre una esistenza in mez- zo al mondo disinteressandosi della vita del prossimo, nel disimpegno. La risposta è Gesù. Egli è venuto a por- tare la salvezza nel mondo, ad inse- gnarci come vivere nel mondo. Così, in tutto il Vangelo, ci viene indicata la strada per diventare come Lui; una strada alta, perché il Cristiano si deve distinguere nel mondo nel condurre una “ vita differente “. (Enzo Bianchi, Una vita differente, Ed. S. Paolo). Vi salutiamo con queste paro- le che ci vengono dall’amore per il Vangelo e la Chiesa : vi auguriamo di vivere l’esperienza che farete insieme ai vostri nuovi parroci da “stranieri“ in questo mondo, ma concittadini dei santi; pellegrini che piantano per un po’ la tenda per levarla poi, quando il Dio Bambino chiamerà a trasferir- la in un’altra terra, in mezzo ad altri “stranieri”. AUGURI DI BUON NATALE E FELICE 2010. Buon lavoro! Il nostro affetto e le nostre preghiere vanno in modo par- ticolare a coloro che ci hanno voluto bene ed hanno saputo con generosità e abnegazione lavorare insieme a noi in questi sette anni. Don Franco e Don Renato LA PAROLA DEI PARROCI ANNO XXI - N° 4 Dicembre 2009 Editore: Parrocchia S. Lorenzo Martire - Via Dante, 5 - 33050 RIVIGNANO (Ud) - Tel. 0432/775123 - E-mail: [email protected] Autorizzazione Tribunale di Udine n. 12/93 dell’11 giugno 1993 - Direttore Responsabile: Mons. Marino Qualizza Stampa: Grafiche T&T snc - Via J. Linussio, 35 - Z.I. - 33050 Rivignano (Ud) - Tel. e Fax 0432/775204 C/C Postale n. 14237333 intestato alla Parrocchia - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB UDINE. TAXE PERCUE Udine TASSA RISCOSSA Italy PERIODICO TRIMESTRALE DELLA ZONA PASTORALE DI RIVIGNANO DATE IMPORTANTI DOMENICA 31 GENNAIO 2010 ore 18.00 Celebrazione Eucaristica di RINGRAZIAMENTO e SALUTO a Don FRANCO e Don RENATO DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010 ore 16.00 Celebrazione Eucaristica di INGRESSO nelle Parrocchie di Don PAOLO e Don SIMONE DUOMO DI RIVIGNANO DATE IMPORTANTI

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“È questo l’ultimo Natale che passiamo insieme a voi”

COME “STRANIERI” IN QUESTO MONDOÈ questo l’ultimo Natale che ce-

lebriamo insieme a voi, cari fratelli e sorelle .

Il Signore, attraverso il nostro Ar-civescovo, ci ha chiamati a pascere un’altra porzione del suo gregge. In questi sette anni, abbiamo affrontato insieme momenti non sempre facili, ma è innegabile che essi ci hanno aiu-tati a maturare una “nuova” dimen-sione del nostro essere Chiesa. Sono i piccoli semi che abbiamo sparso lun-go i solchi di storia delle Parrocchie di Rivignano, Teor, Driolassa, Campo-molle, Torsa e Pocenia. Consapevoli, tutti, che il protagonista è sempre un Altro, è Lui, il Signore che solo può far crescere ( Cfr. 1Cor 3,6ss).

Ciò di cui abbiamo voluto farvi partecipi è l’Amore per il Vangelo e l’attenzione verso tutti, senza guarda-re ai particolarismi, bensì tenendo lo sguardo fisso sul fine comune che il nostro Arcivescovo, nella sua Pasto-rale, ha avuto nel cuore: la Comunio-ne.

Difficile fare un bilancio, ma al-cuni risultati non si possono negare, tanto che essi fanno parte oramai del-la vita della nostra Forania.

Ora anche noi, come la S. Fami-glia di Nazaret, stiamo preparando le valige per raggiungere altre piccole Betlemme, come in quel tempo, an-dremo a chiedere ospitalità ad altri cuori di uomini e donne di “buona volontà”.

Pensando a questo, mi è venuto in mente che è stato il Dio Bambino il primo straniero e pellegrino a bussare alle porte del cuore dell’umanità. E la storia ci insegna che là dove Egli ha trovato ospitalità è sbocciata una nuo-va stagione di pace, amore e giustizia per tutti, ma dove non lo hanno accol-to, le tenebre hanno fatto perdere agli uomini il vero senso della loro storia e la coscienza delle proprie origini.

C’è un brano della Prima Lettera di Pietro, che intendo offrire alla vo-

stra riflessione nell’occasione di que-sto ultimo Natale insieme a voi :

“Amatissimi, vi esorto quali stra-nieri e pellegrini, ad astenervi dai desideri della carne che fanno guer-

ra alla vostra vita; abbiate in mezzo a coloro che non credono, una vita bella, anche se vi denigrano come se foste dei malfattori e, persuasi dalle vostre opere buone, diano gloria a Dio nel giorno della sua visita” (1Pt. 2, 11-20)

Quel “amatissimi”, con il quale inizia la lettera, sta ad indicare la no-stra condizione di Cristiani: chiamati

innanzitutto non ad amare, ma a la-sciarci amare. Subito dopo l’autore ci mette di fronte alla nostra realtà e verità: noi cristiani siamo come il Dio Bambino, pellegrini su questa terra,

perché, la nostra Famiglia, la Chiesa, ha la sua cittadinanza nei cieli. Per questo S. Pietro ci definisce “stranie-ri” in questo mondo (termine greco “pàroikoi”), ma concittadini dei san-ti e coinquilini di Dio, aggiunge san Paolo (cfr. Ef. 2,19).

Questi nostri tempi, forse più che in altri, vedono il cuore di tanti uomini chiudersi in se stessi, amare morbosa-

mente se stessi, la propria immagine : è questa la radice di ogni peccato, che si innesta nella paura della morte. Il formalismo religioso, da una parte, e il razionalismo dall’altra, denunciano la chiusura del cuore a Dio.

S. Pietro ci dice nella sua lette-ra che per combattere la paura della morte, dobbiamo imparare a vivere da stranieri, da pellegrini, sapendo che il nostro soggiorno qui, su questa terra, è provvisorio.

“Il mondo passa, esso e i suoi de-sideri, ma chi fa la volontà di Dio ri-mane per sempre” (1Gv. 2,15-17).

Queste parole potrebbero indurci a pensare che essere Cristiani signifi-chi estraniarsi da una vita reale, con-creta; condurre una esistenza in mez-zo al mondo disinteressandosi della vita del prossimo, nel disimpegno. La risposta è Gesù. Egli è venuto a por-tare la salvezza nel mondo, ad inse-gnarci come vivere nel mondo. Così, in tutto il Vangelo, ci viene indicata la strada per diventare come Lui; una strada alta, perché il Cristiano si deve distinguere nel mondo nel condurre una “ vita differente “. (Enzo Bianchi, Una vita differente, Ed. S. Paolo).

Vi salutiamo con queste paro-le che ci vengono dall’amore per il Vangelo e la Chiesa : vi auguriamo di vivere l’esperienza che farete insieme ai vostri nuovi parroci da “stranieri“ in questo mondo, ma concittadini dei santi; pellegrini che piantano per un po’ la tenda per levarla poi, quando il Dio Bambino chiamerà a trasferir-la in un’altra terra, in mezzo ad altri “stranieri”.

AUGURI DI BUON NATALE E FELICE 2010.

Buon lavoro! Il nostro affetto e le nostre preghiere vanno in modo par-ticolare a coloro che ci hanno voluto bene ed hanno saputo con generosità e abnegazione lavorare insieme a noi in questi sette anni.

Don Franco e Don Renato

LA PAROLA DEI PARROCI

Anno XXI - n° 4Dicembre 2009

Editore: Parrocchia S. Lorenzo Martire - Via Dante, 5 - 33050 RIVIGNANO (Ud) - Tel. 0432/775123 - E-mail: [email protected] Tribunale di Udine n. 12/93 dell’11 giugno 1993 - Direttore Responsabile: Mons. Marino Qualizza Stampa: Grafiche T&T snc - Via J. Linussio, 35 - Z.I. - 33050 Rivignano (Ud) - Tel. e Fax 0432/775204C/C Postale n. 14237333 intestato alla Parrocchia - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB UDINE.

TAXE PERCUE Udine TASSA RISCOSSA Italy

PErIoDICo trImEStrALE DELLA ZoNA PAStorALE DI rIvIgNANo

D a t e i m p o r t a n t i

Domenica 31 gennaio 2010ore 18.00

Celebrazione Eucaristicadi ringraziamEnto e salutoa Don FranCo e Don rEnato

Domenica 7 FeBBraio 2010ore 16.00

Celebrazione Eucaristicadi ingrEsso nelle Parrocchiedi Don Paolo e Don simonE

DUomo Di riVignano

D a t e i m p o r t a n t i

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UN NUOVO ANNO DI PASTORALE

RICCO DI NOVITÀ

DALLA DIOCESI

Domenica 20 settembre in tutta la nostra Diocesi e anche nella nostra forania con una solenne celebrazione, si è dato avvio al nuovo anno pasto-rale. Il cammino di tutta la Diocesi sarà un approfondimento di quanto abbiamo percorso negli anni scorsi, in particolare rifletteremo sull’essere “Comunità cristiane capaci di vivere e trasmettere la fede oggi. Al pozzo di Giacobbe per ascoltarsi”, così come annunciato da mons. Brollo nella so-lennità dei santi patroni Ermacora e Fortunato.

L’anno che abbiamo appena ini-ziato è segnato da dei cambiamenti: il 18 ottobre è arrivato tra noi il nuo-vo arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzoccato e all’inizio del prossimo anno ci sarà l’avvicendarsi dei sacer-doti posti alla guida di alcune delle comunità che compongono la nostra forania: don Franco e don Renato sono stati destinati ad altro incarico ed in mezzo a noi faranno il loro ar-rivo don Paolo Brida e don Simone Vigutto. Nell’attesa di questo cambia-mento la nostra attività, però, prose-gue secondo le indicazioni dell’Arci-vescovo. La nostra forania è chiamata ad impegnarsi perché tutti impariamo a guardare alla realtà che viviamo con occhi nuovi, con gli occhi di Gesù, per essere capaci di ascolto e di acco-glienza, per essere capaci di guardare alla nostra società con uno sguardo profetico che supera l’esteriorità e

punta diritto al cuore dell’uomo. Tutti noi, infatti, siamo chiamati a dialoga-re con tutti, credenti e non credenti, vicini e lontani, così come ha fatto Gesù con la donna samaritana.

Per aiutarci a fare questo sono stati organizzati degli incontri di ap-profondimento suddivisi per ambito di attività. Queste però non si orga-nizzeranno per compartimenti stagni, ma, come già in passato, sarà un in-trecciarsi di iniziative che impegnerà i diversi ambiti. Così per il gruppo giovani e la catechesi dei ragazzi dove riteniamo quanto mai opportuno

proporre la partecipazione alle attivi-tà diocesane stimolando i vari gruppi e cerando di far percepire il valore di eventi che quest’anno svilupperanno il tema della narrazione della fede at-traverso la trattazione del tema della Bellezza e dello Stupore come via per cogliere Dio. Nel concreto il percorso proposto toccherà tre ambiti: la for-mazione dei giovani, la proposta di esperienze, la crescita spirituale.

Catechesi e famiglia continue-ranno insieme per la preparazione al matrimonio e al battesimo. Previsti inoltre alcune iniziative specifiche,

ma aperti a tutti coloro che desidera-no approfondire la propria fede, per i catechisti, per gli operatori della li-turgia, per coloro che si occupano di carità.

A questo punto, però, pare oppor-tuno e doveroso, proprio alla luce dei cambiamenti che segneranno la vita della nostra Chiesa, specificare che ogni attività avviata segue le indica-zioni generali poste dall’Arcivescovo e del vicario foraneo, oltre che dei sa-cerdoti pro tempore posti alla guida delle nostre comunità.

Piera

Una dietro l’altra ci sono giunte le notizie dei cambiamenti, intervenuti o prossimi, in Diocesi e nelle nostre Parrocchie.

Primo: in Diocesi è arrivato il nuovo Arcivescovo, mons. Andrea Bruno Mazzocato: l’avvicendamento era in programma a seguito delle di-missioni dell’Arcivescovo mons. Pie-tro Brollo per raggiunti limiti di età, ma la notizia ugualmente ci ha creato delle nuove aspettative ed attenzioni. Ora abbiamo cominciato a conoscere il nuovo Pastore della Diocesi, a ca-pirne le oggettive difficoltà in una ter-ra che non conosce, ad apprezzare il suo impegno per inserirsi nelle nostre Comunità, a comprenderle nelle loro

Esattamente vent’anni fa il Bol-lettino Parrocchiale cambiava volto: dimensioni, aspetto, colore, titolo; successivamente è stato anche iscritto nel registro del Tribunale. È stato un segno di rinnovamento nella struttura e nella voce della Parrocchia.

Nella scelta, il titolo era un pro-gramma che non riteniamo sia tuttora passato di moda; anzi è forse il mo-mento di ricordarlo ai più giovani ed a quanti – nella distrazione del mondo moderno – l’avessero perso di vista.

Il «Progetto» - dicevamo allora - è lo strumento nel quale si descrive l’obiettivo che si vuole raggiungere, si indicano le tappe successive, le modalità ed i mezzi necessari da uti-lizzare; vi si aggiungono, man mano, le varianti e gli adattamenti opportuni alle situazioni locali o contingenti e le soluzioni per superare gli intop-

VENT’ANNI DI “PROGETTO AMARE”

CAMBIAMENTI NELLA CONTINUITÀ

pi. «Amare» è il comandamento di Cristo: Ama il Signore Dio tuo so-pra ogni cosa, questo è il primo e più grande comandamento; il secondo è simile a questo: Ama il prossimo tuo come te stesso.

“Progetto amare” – dicevamo ancora – vorrà essere uno strumento per attuare nella nostra Comunità di Rivignano questi due comandamenti di Cristo: Lui ha detto che tutto il re-sto poi verrà da solo.

A distanza di vent’anni, ritenia-mo che il “progetto” sia stato com-pletamente realizzato? che il nostro “amare” abbia già raggiunto la qua-lità indicataci da Gesù? La risposta – purtroppo – è ancora vergognosa-mente negativa: c’è ancora necessità di lavorare con impegno su questo “progetto” per realizzare nelle nostre Comunità l’Amore di Gesù.

diversità e componenti. Ci ha assi-curato una continuità dei programmi pastorali, invitandoci a lavorare sul tema di questi ultimi anni: “Trasmet-tere la fede oggi”.

Secondo: come annunciato nelle celebrazioni di domenica 20 settem-bre, i Parroci don Franco e don Re-nato lasceranno le nostre Comunità e la direzione delle nostre Parrocchie per altri incarichi in diocesi: li salu-teremo nell’ultima domenica di gen-naio 2010. Saranno invece fra noi, nuovi Pastori nelle nostre Comunità, don Paolo e don Simone. L’ingresso nelle nostre Comunità sembra ormai fissato per la domenica 7 febbraio, giornata della vita. Siamo pronti ad accoglierli: impareremo a conoscerli, a capire il loro metodo di lavoro; as-sicuriamo loro la nostra disponibilità a collaborare per il bene delle nostre Comunità.

Non possiamo pensare che dopo questi avvenimenti reali tutto resti come prima: sono cambiamenti che lasciano il segno.

Pensiamo all’arrivo di Don Fran-co e don Renato nelle nostre Comu-nità: abituati al “Parroco residente” abbiamo stentato a capire e a digerire che il “Parroco residente” – sempre presente e sempre disponibile – non c’era più, che noi laici avremmo do-vuto assumerci alcune attività (alme-no quelle di carattere pratico, ma-teriale), avremmo dovuto diventare “collaboratori” prima, “corresponsa-bili” o “responsabili” poi, di qualche settore della vita parrocchiale; ancora oggi ci sono alcuni paesani che non si rendono conto delle effettive difficol-tà dei Parroci a seguire sei parrocchie per l’aspetto pastorale, dieci parroc-chie sotto il profilo amministrativo e, al momento in cui scrivo, anche le parrocchie di Ariis e Flambruzzo-

Sivigliano per il periodo di malattia di don Adolfo, al quale auguriamo la più pronta delle guarigioni (Speriamo che per Natale sia di nuovo fra noi con il solito impegno ed il solito zelo pastorale).

Cambiamenti importanti. Ab-biamo già visto la necessità – già paventata qualche anno fa, ma ora realizzata – delle celebrazioni della Parola in sostituzione della Celebra-zione dell’Eucaristia.

Ma resta una continuità: sono le nostre Parrocchie, le nostre Comu-nità, che derivano senza interruzioni dalla fede qui portata dai Santi Erma-cora e Fortunato e trasmessa dai no-stri nonni e dai nostri Genitori. È una continuità importante, quella che fa – delle nostre Comunità e delle nostre Assemblee – “Chiesa”. Una Chiesa viva, partecipe, disponibile ad affron-tare i cambiamenti come sollecito ad operare di più ed ancor meglio. Se guardiamo indietro ai cambiamenti intervenuti dall’arrivo in Parrocchia di don Franco e don Renato dovrem-mo dire che “non tutto il male viene per nuocere”: da quel momento siamo cresciuti, abbiamo cominciato a pren-dere coscienza di quanto eravamo, e siamo, in grado di fare come “colla-boratori corresponsabili” nelle nostre Comunità a fianco ed a sostegno dei nostri Parroci. Il cammino di “trasfor-mazione” (di “conversione”) fatto da molti in questi pochi anni, i risultati raggiunti, le persone ora attivamente coinvolte, ci sono di esempio e di sti-molo per continuare ad operare nel-le nostre Comunità. Questa presa di coscienza dovrà coinvolgerci sempre più ed in maggior numero, anche se dal 7 febbraio avremo – a Rivignano – i “Parroci … residenti”.

Valter

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“Canterò per sempre l’amore del Signore!”. Carissimi amici, fratelli e sorelle nella fede, è con immensa gioia che desidero far giungere ad ognuno di voi, dal più piccolo al più grande, il primo saluto come futuro Vostro parroco-prevosto-foraneo. Il mio animo in questi mesi è un po’ “diviso” - come potete ben capire - per un verso, dalla tristezza umana nel lasciare le care parrocchie di Co-lugna e Plaino che, con la Grazia di Dio e in nome di Gesù Cristo e del-la sua Chiesa, ho cercato di guidare per tredici intensi anni, sulla via della santità. Per un altro verso, dalla gioia trepidante di incontrare tante nuove comunità ecclesiali ricche di fede, di speranza e carità nella Forania di Rivignano-Varmo.

“Canterò per sempre l’amore del Signore!” è un passo del salmo 88 che si canta nella Santa Messa Cri-smale il Giovedì Santo in cattedrale dove si rinnovano ogni anno le pro-messe sacerdotali. Questo salmo che ha caratterizzato fin dall’inizio il mio ministero sacerdotale è inoltre stato musicato - e direi divinamente ispi-rato - dal nostro compianto illustre sacerdote rivignanese mons. Albino Perosa (mio insegnante di musica sa-cra e di canto in seminario).

“Canterò per sempre l’amore del Signore!” penso possa indicare an-che la serenità interiore con la quale ho accolto immediatamente lo scor-so 1° settembre, seppur con stupore, la proposta inaspettata, imprevista e improvvisa dell’arcivescovo Pietro a guidare, con l’aiuto del Signore, la protezione di Maria Santissima e il Vostro amore e impegno per e nella Chiesa, la nostra forania di Rivigna-no-Varmo.

So bene di poter contare su molti doni di Grazia che il Signore ha elar-gito e continua ad elargire in tutti i sacerdoti che mi hanno preceduto e in quelli che continueranno a “donarsi” nelle parrocchie del territorio, in tan-

tissime persone che, con la preghiera silenziosa e magari sofferente, la te-stimonianza di vita, la partecipazio-ne alla vita parrocchiale nei diversi settori, gli organismi di comunione ecclesiale, da tanto tempo cercano di rendere presente la Via, la Verità e la Vita che è Cristo Gesù.

La grande responsabilità che il vescovo mi ha affidato sarà condivi-

sa innanzitutto con il carissimo don Simone Vigutto, sacerdote giovane, zelante ed entusiasta che ho avuto la gioia di conoscere già quando ero suo insegnante di religione alle scuole superiori: ringraziamo Dio, in questi tempi di “sterilità” vocazionale so-prattutto nella nostra terra, per la sua presenza che sarà generosa e preziosa. Con tutti i miei limiti ma anche con un grande desiderio di inserirmi nella nostra forania di Rivignano-Varmo, in questo fiume di Grazia rappresentato efficacemente nel nostro territorio, dallo Stella, vorrei che insieme potes-simo essere il cuore di nome e di fatto per i nostri paesi, attingendo energia e vita dal Cuore trafitto di Cristo, un’ul-teriore espressione per indicare il Suo Amore e cantarlo in eterno.

“Canterò per sempre l’amore del Signore!” potrebbe indicare anche il programma pastorale del nostro cam-mino insieme, un cammino di felicità con Gesù nella Chiesa. Sì, ripartiamo da Gesù, dal suo Cuore. La nostra Chiesa, il nostro sforzo continuo di vi-vere da cristiani ha una fonte, un cen-

tro, un vertice unico: Gesù di Nazaret, uomo della Galilea, falegname celibe, figlio di Maria e di Giuseppe, Figlio di Dio, Signore e Dio. Con la Chie-sa e nella Chiesa apriamo il Vangelo, “bussola” perenne di vita vera, ali-mentiamo quotidianamente la nostra esistenza con la preghiera e attingia-mo ai Sacramenti scaturiti dal costato di Cristo in particolare l’Eucaristia senza la quale non c’è futuro per le nostre comunità e la Riconciliazione che elimina le barriere dell’egoismo e dell’orgoglio che ci impediscono di amare e di vedere negli altri la pre-senza di Dio. Seguiamo con fedeltà e sincera adesione del cuore e dell’in-telletto gli insegnamenti autorevoli e sicuri del Papa, successore di Pietro e dell’Arcivescovo, successore de-gli apostoli e con Maria Santissima continuiamo a dire “Sì” al Signore e alla Sua volontà con tutta la nostra vita per poter cantare in eterno il Suo Amore! Vi auguro con tutto il cuore un santo, sereno e cristiano Natale del Signore!

Don Paolo Brida

Cominciamo a conoscerlo

TAPPE DI VITA

IL SALUTO DI DON PAOLO ALLE SUE “NUOVE” PARROCCHIE

“CANTERÓ PER SEMPRE L’AMORE DEL SIGNORE”

I NUOVI PARROCI

Don Paolo Brida

Don Simone Vigutto

Don Paolo Brida è nato a Udi-ne il 14 Aprile 1962, figlio unico di Luciano (S. Osvaldo - Udine) e Or-saria Luigia (Corno di Rosazzo); battezzato il 19 Aprile 1962 presso la chiesa dell’Ospedale di Udine, vive a S. Osvaldo, quartiere popola-re della periferia sud-ovest di Udine. Infanzia, adolescenza e giovinezza vissuti in parrocchia ove compie tutti i passaggi di vita parrocchiale: chieri-chetto, catechista, soprattutto cantore e animatore dei giovani, teatro ecc. Frequenta l’asilo parrocchiale e la scuola elementare “Silvio Pellico” a Sant’Osvaldo, poi le Medie a Udine alla “Manzoni” e le superiori all’I.T.C. “A. Zanon”, dove si diploma di Ra-gioniere nell’81. Assolve agli obbli-ghi di leva del post-terremoto come Vigile del Fuoco volontario ausiliario nell’82 - ‘83. Nelle vacanze estive ha esperienze lavorative fin da ragazzo come garzone e commesso nel pani-ficio di Sant’Osvaldo. Nell’83 trova lavoro come impiegato alla RIF di Basaldella.

Nell’86 la svolta, dopo qualche resistenza iniziale dei genitori, in particolare della mamma, entra in se-minario a Udine dove inizia gli studi di teologia ed il percorso formativo previsto. Come seminarista, svolge

il servizio nella parrocchia d’origine, nel Seminario minore, nelle parroc-chie di Sevegliano e Sappada.

Il 14 Aprile del 1990, giorno del 28° compleanno di don Paolo, nella notte tra il Venerdì e il Sabato San-to, durante una difficile operazione chirurgica per un aneurisma all’aorta, muore improvvisamente il papà Lu-ciano. Il 29 Settembre del 1991 nella cattedrale di Udine viene consacrato diacono e assegnato alla parrocchia di Gemona del Friuli. Il 3 Maggio 1992 svolge l’ultimo servizio da diacono al Papa Giovanni Paolo II cantando il Vangelo in friulano durante la Messa allo Stadio Friuli.

Il 10 Maggio del 1992 viene con-sacrato sacerdote dall’arcivescovo mons. Battisti. Resta a Gemona come vicario parrocchiale fino al Settembre 1996. Nel 1995 viene nominato diret-tore delle Scuole Cattoliche diocesane appena trasferite all’Istituto Tomadini di Udine e vi insegna religione fino al 1999.

Nel Dicembre 1996 viene no-minato parroco di Colugna e Plaino dove resta fino ad oggi. Dal ‘99 al 2000 è anche amministratore parroc-chiale dei Rizzi.

Dal Marzo 2000 ad oggi è as-sistente ecclesiastico diocesano

dell’UNITALSI. Dal 2002 al 2006 è insegnante di religione alla Scuola Media delle Dimesse a Udine. Dal 2006 al 2007 è amministratore par-rocchiale di Paderno (Udine). Dal 13 Giugno 2009 è stato nominato dal ve-scovo di Tarbes e Lourdes cappellano d’onore della Grotta e dei Santuari di Lourdes.

Dal 7 Febbraio 2010, a Dio pia-cendo, sarà vicario foraneo di Rivi-gnano-Varmo, prevosto di Rivignano, parroco moderatore di Pocenia, Torsa, Teor, Driolassa, Campomolle e am-ministratore parrocchiale di Varmo, Gradiscutta, Belgrado e Canussio.

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CONVEGNO DI PASTORALE GIOVANILE 2009

CRISTIANI ALLA RICERCA DELLA BELLEZZACON PIETRO AL SERVIZIO

DEI PIÙPOVERI

Una mamma racconta

MONDO GIOVANI

I partecipanti della zona di Rivignano al IX Convegno di Pastorale Giovanile tenuto a Lignano Sabbiadoro il 26 e 27 settembre scorsi.

Quest’anno durante il IX conve-gno di Pastorale Giovanile dell’Arci-diocesi di Udine, svoltosi a Lignano sabato 26 e domenica 27 settembre, i partecipanti “over 18” hanno avuto la fortuna di seguire due conferenze del-la teologa Stella Morra. Gli interventi seppur complessi non sono mai stati noiosi anzi gli approfondimenti sono stati più volte divertenti e ci hanno dato la possibilità di confrontarci as-sieme agli altri educatori, catechisti e animatori, di sollevare dubbi, per-plessità e allo stesso tempo di “ricari-care le pile” ritrovando l’entusiasmo e l’energia per ricominciare le attività nelle parrocchie.

Il filo conduttore di entrambi gli interventi è stata l’analisi del Concilio Vaticano II ed in particolare l’appro-fondimento della “Gaudium et Spes” che ci ha permesso di entrare in punta di piedi nel tema scelto dalla Pastora-le Giovanile per far incontrare ancora una volta Gesù ai ragazzi e ai giovani: LA BELLEZZA.

Di seguito vi vogliamo proporre alcune riflessioni che ci hanno parti-colarmente colpito e incuriosito nelle chiacchierate fra animatori nate spon-taneamente dalle provocazioni e dagli stimoli di Stella Morra. Innanzitutto abbiamo cercato la risposta alla do-manda fondamentale: “chi siamo?” Dal Concilio Vaticano II è emersa chiaramente un’affermazione sola: “Tutti, ogni persona, ognuno di noi così com’è -buono o cattivo, musone o espansivo, adolescente o adulto- è una cosa sola: FIGLIO DI DIO”. Dal giorno del Battesimo siamo Figli di Dio e lo restiamo per tutta la vita: questa è l’unica caratteristica che ci

identifica in modo permanente, men-tre essere studenti, operai, insegnanti o preti sono solamente le attività che facciamo per rispondere alla nostra vocazione.

Ognuno di noi dunque, non può dimenticare il dono di essere “figlio di Dio”: è proprio da questa certezza che nasce in noi Cristiani la consa-pevolezza che la Bellezza non è una caratteristica da conquistare: non possiamo diventare belli, siamo già belli in quanto figli di Dio. La stessa “Gaudium et Spes” ribadisce più vol-te che il punto di partenza è l’essere umano, posto in un giardino, senza peccato originale, ad immagine e so-miglianza di Dio, pertanto l’invito è a guardare tutto ciò che è dentro di noi e attorno a noi cercando l’immagine di Dio. La sfida è grande: innanzitutto è sbagliato affermare che tutto ciò che è buono in noi deriva da Dio e tutto ciò che c’è di brutto sia colpa dell’uo-mo e derivi dai suoi sbagli; in realtà è proprio nella complessità dell’interio-rità umana che Dio si rivela comple-tamente. Dobbiamo dunque imparare a scoprire la bellezza, anche in ciò che ci risulta insopportabile, ostile e brutto. Dobbiamo imparare a guar-dare ogni cosa - noi stessi, chi ci sta accanto e il mondo in cui viviamo - con lo sguardo di Dio.

Alcune frasi riassumono questo concetto: “È proprio quando scen-do negli inferni miei personali che trovo Dio.” oppure “Essere cristiano è essere alla bassezza di ognuno di noi.”

Un altro argomento di discussio-ne è scaturito dalla seguente afferma-zione: “Ogni credente non possiede

la verità ma da essa è posseduto.” La verità è così grande che servono tutti gli altri uomini, tutta la storia, tutto il tempo per capirla. Ognuno di noi che ha ricevuto il dono evangelico della verità ha bisogno quindi degli altri, che con la loro vita, ci aiutano a capi-re la nostra vita. Ecco perché nessuno da solo capisce la propria vita.

Per un catechista e per un ani-matore diventa quindi fondamentale condividere alcuni momenti della propria vita con i ragazzi, confron-tandosi con loro e chiedendosi quale sia la consolazione dell’altro (cosa gli piace?). Cambia radicalmente la pro-spettiva dell’educazione: educare alla vita cristiana non è insegnare una dot-trina ma cercare una soluzione insie-me, condividere il proprio dono con gli altri. In quest’ottica è facile intuire come scoprire il senso della propria vita: sono i ragazzi del gruppo che si accompagna a far capire ad ogni edu-catore la propria vita.

Infine è emerso un’ultima pro-vocazione: il Vangelo non si capisce “di per sé”, ad ogni uomo serve che la Chiesa, che è comunità e famiglia, lo aiuti a conformare la propria vita a Cristo. Le riunioni, gli incontri nelle proprie parrocchie e foranie servono proprio a questo: sono luoghi e mo-menti concreti dove scambiare con gli altri la parola della fede e la parola della vita per trovare la misura di Cri-sto nella propria vita, perché nessuno lo può fare da solo. Tutto questo non è la soluzione ai problemi, ma diventa un percorso da compiere, fatto di do-mande, problemi, questioni.

Davide P.

Sono partita per Roma più che altro per accompagnare mio figlio e attratta dall’idea di rivedere una città che avevo visitato anni fa. Quando ci hanno presentato il programma del servizio di volontariato che doveva-mo svolgere non sapevo che tipo di realtà avrei trovato ma l’idea di poter fare qualche cosa per qualcuno mi sti-molava ulteriormente a partire.

Spesso si guarda alla televisione o si legge sui giornali di persone emar-ginate che ti fanno magari pena, ma pensi “tanto sono lontane, sì potrei fare qualche cosa” ma ti limiti a man-dare qualche aiuto in denaro e ti senti la coscienza a posto. Quando invece vieni a contatto con queste persone comprendi quanto è diverso il loro modo di vivere. Noi siamo presi da mille impegni, lavoro, famiglia, corse per raggiungere chissà che cosa e non ti accorgi dell’altro.

In queste comunità invece quello che conta di più è l’attenzione ver-so l’altro. Le persone che arrivano, spesso sono in cerca di un sorriso, una parola, si recano lì certamente per mangiare ma anche per parlare, per condividere con qualcuno i loro problemi e trovare qualcuno disposto ad ascoltarli.

All’inizio di questa esperienza devo dire che avevo anche un po’ di timore, l’idea di andare sui binari del-la stazione mi spaventava un po’ ma invece sono stata colpita dalla digni-tà di queste persone, dal modo in cui ti ringraziavano e soprattutto dalla complicità che c’è tra di loro. Infatti se qualcuno, per esempio, aveva già i panini ti invitava a portarli ad altri che non ne avevano.

Questa esperienza mi ha senz’al-tro arricchita e spero che anche mio figlio e gli altri ragazzi abbiano ri-cevuto e compreso valori che nella nostra società stanno scomparendo. Aiutare le associazioni, le persone che si occupano degli altri in qualsiasi campo penso che sia un modo per cre-scere, per aprire gli occhi alla realtà. Quello che abbiamo intorno non è fat-to solo di belle cose, di divertimento, ma anche di situazioni spiacevoli che un giorno o l’altro potrebbero toccare anche a noi e sapere che c’è da qual-che parte qualcuno che è pronto ad aiutarci ti aiuta ad andare avanti.

Mamma L.

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Ad ogni chiamata i giovani rispondono: Presente!

SAN LORENZO... LE PROVE,LA PIOGGIA, LA FESTA

MONDO GIOVANI

Una bella visione dei labari delle Sezioni dell’AFDS convenuti a Rivignano per la Festa del Dono. A dar una mano c’erano anche i ragazzi degli Animasogni (sempre presenti!)

Collaborazione con la Pro Loco per la distribuzione del baccalà:

È bello servire gli altri perché ho dato una mano agli altri e mi sono resa utile. (Elena)

È stato bello servire la polenta mi ha riportato a qualche mese prima mentre servivo i senza tetto di Roma ... il dare le vivande ... il sorriso … tutti elementi che danno vita a chi la riceve. (Mattia P.)

Confrontarci con altri gruppi di volontariato ... poter essere d’aiuto in una manifestazione così importante per la nostra comunità. Un grazie alla Pro Loco che ha creduto nell’entusia-smo del gruppo Animasogni. (Clau-dia)Serata con e per la “Via di Na-tale”:

Un esperienza molto bella perché so che collaborando a fare le lucet-te e servendo ai tavoli do una mano alle persone che sono ricoverate nella casa Via di Natale (Elena)

Unità ... Utilità … Determinazio-ne nell’aiutare (Zoe)

È stato bello partecipare alla luc-ciolata per la Via di Natale perché per me è importante e mi coinvolge in prima persona e sono stata felice nel vedere il coinvolgimento e l’inte-ressamento della comunità in questo progetto. (Miriam)

Mi sono divertita a camminare nel buio con le nostre candele con i miei amici e con la banda. (Selena)

Ho sentito un senso di collettività camminando vicino alle persone che non conoscevo. La camminata poteva sembrare insignificante, ma con quei pochi chilometri abbiamo avuto la possibilità di aiutare chi soffre. (Yle-nia)Accompagnamento alla Fiera dei Santi delle signore della casa di riposo:

Le attività fatte con il nostro grup-po, gli Animasogni, mi sono sempre piaciute molto, perché oltre a stare con i miei amici, posso crescere e colmare la mia vita di nuove espe-

rienze. Dall’aiuto alla comunità di Sant’Egidio a Roma o accompagnare le anziane della casa di riposo a ve-dere il mercato o a messa..mi sento soddisfatta e felice di trasmettere a chi ho vicino qualcosa...dal sorriso alle emozioni. (Miriam)Servizio al congresso dei dona-tori di sangue e animazione allo stand di sensibilizzazione:

Che bello essere tutti uniti e servi-re così tante persone una bella atmo-sfera. (Elena)

Lavorare per aiutare gli altri è sempre un’esperienza unica che ti rende felice e realizzato per aver aiu-tato l’altro. (Filippo)

È stato bello poter donare dei co-lori (quelli dei palloncini) in una gior-nata così grigia.

Che bello sensibilizzare ad un va-lore così grande come quello del dono del sangue mediante un altro grande valore quello di donare un sorriso. (Claudia)

ATTIVITÀ CON GLI ANIMASOGNI, ED I CRESIMANDI

U n p o ’ d i p e n s i e r i

In occasione della festività di San Lorenzo i ragazzi del gruppo parroc-chiale Animasogni si sono impegnati a preparare i tendoni degli alpini e nel servire la cena. Come responsa-bile del gruppo li vorrei ringraziare perché li ho visti uniti, volenterosi e che, seppur bagnati, continuavano a portare bevande e cibo a chi si tro-vava in oratorio. Dal nostro rientro dal viaggio a Roma vedo in questi ragazzi un nuovo spirito di collabo-razione e la volontà di aiutarsi reci-procamente.

Ma la preparazione del gruppo per le serate di San Lorenzo era ini-ziata molto tempo prima con la scelta della canzone da cantare alla manife-stazione canora. Visto che la prima canzone scelta: “Vola la notte vola” non convinceva, tutti quanti i ragaz-zi hanno voluto proporre la celebre canzone “Domani 21/04/2009” e per rendere il tutto più coinvolgente ... hanno chiesto di cantarla insieme al coro di Teor.

Che bellezza vedere il loro impe-gno, le prove alle fermate del tram mentre ci trovavamo in viaggio a Roma, persino in dormitorio e una volta tornati a Rivignano anche alla domenica quando raggiungevano Teor in bicicletta per partecipare alla Santa Messa e poi provare tutti insie-me.

Oltre a cantare la canzone “Do-mani” ricca di significato i ragazzi hanno voluto fare un’offerta con la quale abbiamo comprato del ma-teriale didattico che poi abbiamo consegnato all’associazione clown

“Friulclaun” che con dei suoi volon-tari si è recata proprio in quei giorni ad Onna per prestare servizio nelle tendopoli.

Concludo questo mio piccolo

ricordo ringraziando i ragazzi per la grinta che riescono anche a tra-smettere al gruppo. Grazie al loro impegno abbiamo raggiunto mol-ti traguardi ed inoltre sono grata

alle nuove arrivate: Claudia, Elena, Mara, Anna, Caterina e Giorgia che ci hanno portato una nuova ondata di allegria ed energia.

Claudia

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UN GEMELLAGGIO “CUCITO” IL CON FILO DELLA MUSICACoro “Le Viole” di Torsa

DON OTTAVIO: NUOVO PARROCO DI FORNI A VOLTRI

FESTA DI SABATO INSIEME

La musica è come terrache ha due emisferi,ed entrambi hanno dei poteri.Uno è rosso e ti aiutaa stare in compagniae l’altro è arancionee simboleggia l’allegria;dalle toppe escono due cori,che fanno sciogliere i cuori.Un filo blu, il filo della musica,li ha cuciti insieme,per formare un grande coroche vale più dell’oro.

È con questa poesia che il coro “Le Viole” ha dato il benvenuto al coro “GM Voices” di Gratkorn (Au-stria). Il concerto tenuto il 17 ottobre presso la Chiesa di Torsa di Pocenia, in occasione della tradizionale festa del Perdon, ha visto la partecipazione dei due cori i quali hanno presentato un repertorio vario che ha spaziato dai brani per i più piccini, a canzoni di musica leggera a pezzi gospel, al-lettando così gli ascoltatori.

Questo gemellaggio è nato otto anni fa grazie alla preziosa collabora-zione di Renzo Gazzetta, nato a Torsa ma residente proprio a Gratkorn. L’in-tento è stato quello di unire due paesi diversi e allargare i nostri orizzonti, sia facendo nuove amicizie sia ascol-tando canzoni diverse da quelle che eravamo abituati a cantare. Ciò che univa ed unisce tuttora i due cori è “il filo della musica” che riesce a toccare nel profondo gli animi delle persone e ad oltrepassare quelle barriere che

Don Ottavio è stato per diversi anni in mezzo a noi come Diacono; ordinato Sacerdote è stato assegnato come collaboratore a Sedegliano ed ora spostato in montagna. Ha fatto il suo ingresso a Forni Avoltri sabato 31 ottobre. E per lui, nonostante i quasi 58 anni, sarà la prima volta da parroco. Don Ottavio Zucchetto non nasconde l’emozione. «Non so se è più legata al fatto di cominciare l’esperienza da parroco –confida – o se è per rincon-tro con la nuova comunità».

Don Ottavio ha alle spalle un per-corso insolito. Dopo essere rimasto vedovo, nel 1993, ha sentito la chia-mata di Dio e ha deciso di intrapren-dere il nuovo percorso, culminato due anni fa con l’ordinazione sacerdotale. «Ho alle spalle un’esperienza diversa rispetto a quella di molti altri sacer-doti - spiega - perché io ho avuto una famiglia, ho due figli, ma penso che sia un motivo di arricchimento per le altre persone che hanno che hanno condiviso con me la realtà del semi-nario e che quindi si appresta a diven-tare sacerdote».

Proprio questo legame con i suoi

figli continuerà a essere vivo anche con il nuovo incarico. All’inizio – racconta don Ottavio – erano preoc-cupati soprattutto per la distanza, ma la perplessità è scomparsa dopo pochi

istanti di riflessione. Hanno detto che anzi sarà un’occasione per venire più spesso a Forni Avoltri».

Don Ottavio comincia una nuova esperienza. Di sicuro don Ottavio si

troverà di fronte una realtà diversa ri-spetto a quella che aveva conosciuto in gioventù, quando aveva fatto il mi-litare proprio a Forni Avoltri. «Vado là per conoscere la realtà».

Il contatto con fedeli sarà una delle priorità del suo operato. «Ho già avuto modo di conoscere qualche persona e ne ho ricavato un’ottima impressione», poi, il resto sarà una scoperta quotidiana per don Zucchet-to. «Voglio presentarmi casa per casa, famiglia per famiglia, con un’atten-zione particolare anche alle persone anziane o ammalate che non sempre riescono a partecipare alla vita di co-munità».

Don Ottavio, ti facciamo i miglio-ri auguri di un buon lavoro nelle tue nuove comunità; ti assicuriamo le no-stre preghiere.

Anche per noi di Rivignano e dintorni, che abbiamo avuto modo di conoscerti, sarà un’occasione per una gita in montagna il piacere di venirti a trovare, seguendo il tuo consiglio: “se vi trovaste a passare di là: fate un fischio!”. Grazie per l’invito!

molto spesso ci separano. I giovani di entrambi i cori hanno cercato di avvi-cinarsi gli uni agli altri: dalla nostra parte c’era chi cercava di ricordare le lezioni di tedesco, in entrambi i cori c’era chi metteva alla prova il suo in-glese e tra i ragazzi austriaci qualcuno diceva qualche frase in italiano, im-parato durante la stagione estiva.

La festa per questa occasione di incontro è stata organizzata con gran-

de coinvolgimento sia dai genitori dei nostri ragazzi, sia dal Consiglio Pastorale Parrocchiale con l’indi-spensabile collaborazione delle As-sociazioni di Torsa: il giorno seguen-te, infatti, la giornata del Perdon del Rosario si è trasformata in una festa per le famiglie. Dopo la celebrazione della Messa, animata da entrambi i cori e conclusasi con la benedizione delle famiglie, la comunità è stata ben

lieta di riunirsi a pranzo, nel campo sportivo, insieme ai giovani coristi di entrambi i gruppi vocali.

Ora il coro “Le Viole” non vede l’ora di raggiungere il coro “GM Voices” a Gratkorn per avere nuova-mente l’occasione di cantare assieme e dimostrare che la musica è un lin-guaggio comune che non ha bisogno di dizionari.

Ilaria

Per fortuna che “ha fatto l’Alpino”, altrimenti per don Ottavio, “uomo di mari-na” proveniente da San Giorgio, sarebbe stata dura a Forni Avoltri. Auguri, don Ottavio: qui hai lasciato un buon ricordo. Continua così: buon lavoro!

Giochi, divertimento, spettacoli e … qualche impegno. Ecco un esempio: le Winx sul palco.

Bimbi è ricominciato “Sabato insieme”! Ci siamo incontrati per la prima volta il 14 novembre e così è ricominciata l’attività di animazione che inizia alle ore 16.00 e si conclu-

de con la partecipazione della Santa Messa delle 18.00.

Devo assolutamente dire che l’inizio di quest’anno è stata una vera e propria avventura: abbiamo cono-

sciuto Robi un bambino che passava tutti i pomeriggi a giocare a videoga-me e a guardare la tv, fino a che un brutto giorno è stato risucchiato dallo schermo e si è trovato intrappolato nel mondo dei cartoni.

Così sono iniziate tante imprese che hanno visto protagonisti i bam-bini presenti: tramite molti giochi siamo entrati nel magico mondo delle Winx, dei Simpson, di Dragonball e delle Mermaid Melody Sirene ed infi-ne abbiamo fronteggiato Gargamella assieme ai Puffi.

Il tutto fra giochi di corsa, di at-tenzione, gare canore, mega puzzle, merende e.... insomma un finimondo!

Come avrete capito ci aspetta un anno di giochi assieme gli Anima-sogni, naturalmente a “Sabato Insie-me”.

Vi aspettiamo!!!

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LA CHIESA DI ROMANSA CONCLUSIONE DEI LAVORI DI RESTAURO

Quest’intervento riguardante la chiesa parrocchiale di Romans di Var-mo, trova ragione a conclusione dei complessi, delicati (e onerosi) lavori di restauro e conservazione cui è stato sottoposto per diversi mesi l’edificio cultuale.

(La progettazione è della Bottega di Architettura s.s. di Rivignano).

Dal punto di vista storico-eccle-siastico, abbiamo scarne notizie do-cumentarie sulla comunità cristiana di Romans, “da sempre” filiale, par-te integrante della Pieve Matrice di S. Stefano di Muscletto; dopo tante aspettative, finalmente fu eretta nel-la propria identità di Parrocchia nel 1940 (un anno prima di Roveredo). Dunque una parrocchia che, nel no-stro assetto foraniale, potremmo defi-nire giovane.

Il paese ha dato i natali a due il-lustri figure di sacerdoti: il filosofo rosminiano Don Sebastiano De Ap-pollonia (1792-1864) e Mons. Luigi Ligutti (1895-1983).

La chiesa, da sempre in sito (in un suggestivo contesto ambientale), a mio avviso, parrebbe edificata nella prima metà del Sec. XV ed è citata per la prima volta in una “riconfinazione dei beni” ad essa appartenuti redatta nel 1515.

Nella relazione della Visita Pa-storale patriarcale del 1595, si evin-ce che “… è filiale della Chiesa di Muscletto, ed abbisogna che l’altare, che è unico, sia provvisto di cusci-no di cuoio e di simile antipendio. L’Icona dell’altare sia rinnovata, e si provveda una Pace più decente. Il calice con la patena si indorino, e si pulisca il coperchio del Battistero. Si provvedano delle tele impennate per le finestre”.

Nella descrizione della Forania varmese del 1710 si legge ancora che “Romans è una filiale (di Muscletto) non sacramentale col fonte battesi-male, con un solo altare di S. Giaco-mo della medesima Titolare, …”.

Nelle citazioni e negli atti docu-mentari archivistici si deduce anche la metamorfosi del Titulus cultuale primigenio di “S. Giacomo Aposto-lo”, nell’attuale composito-binato parrocchiale dei “Ss. Filippo e Gia-como Apostoli”.

Di non grandi dimensioni, la chie-sa di Romans, esternamente è sobria, austera, priva di motivi architettonici, direi in specie accumunata a tante al-tre chiese del territorio. È evidente la sommatoria dei molteplici interventi di ampliamento in epoche diverse. Ha una facciata a capanna con esile tim-panatura con fregio, mentre al centro si conserva una finestra lobata tam-ponata. Il portale è profilato in pietra, con elegante trabeazione, sovrastato da finestrone.

Le pareti laterali, intonacate, si completano del cornicione modanato, mentre la copertura a due falde è in

coppi. Nel tempo, per ragioni logistiche

(essendo la chiesa piccola rispetto alla popolazione), sono state sfondate le pareti laterali del presbiterio e am-pliando la fruibilità con nuovi spazi, così pure l’abside e la sacrestia e de-positi.

L’interno è architettonicamente elegante, classicheggiante, corretto nell’impaginazione dei vari elementi, raccordanti l’aggetto dei cornicioni e la volta centinata.

Dal punto di vista artistico, è da rilevare che la chiesa di Romans, per

ragioni storiche, sociali ed ecclesia-stiche non presenta opere importanti. La comunità era prettamente agreste, modesta, bistrattata dai Conti di Var-mo, pur essendo essi giurisdiscenti dal 1415 e fino in epoca napoleonica.

Si segnala l’elegante ed elaborato altare maggiore marmoreo policro-mo, legato ai modi del Mattiussi, con tabernacolo e ciborio a tempietto, af-fiancato dalle statue lignee degli Apo-stoli Filippo e Giacomo. Fino a pochi decenni fa, la collocazione dell’altare era più arretrata nell’abside.

Nella navata, entro accenno di nicchione, troviamo gli altari laterali marmorei della Madonna e di S. Pie-tro, con le proprie statue devozionali.

Nella parete longitudinale di si-nistra si conserva l’opera d’arte più antica e importante della chiesa: l’af-fresco di Casa Parusso (a seguito di ristrutturazioni edilizie, nel 1983 l’opera pittorica è stata staccata dal muro originario e collocato in perpe-tuo nella chiesa del paese; il dipinto è di proprietà comunale, avendolo ri-

cevuto in dono dalla famiglia in que-stione).

È stata dipinta da Marco Tiu-ssi (doc. 1527 – 1575 ca) pittore spilimberghese, genero e discepo-lo dell’Amalteo, continuatore della grande lezione pordenoniana. Un epigono, forse scorretto nelle forme e debole nel colore, reso estrema-mente popolaresco, che, tuttavia, rap-presenta per noi una pagina preziosa ed insostituibile del patrimonio e dell’identità locale.

Entro struttura architettonica di-pinta, riproducente finti marmi, c’è

la composta scena della “Crocifissio-ne”, con il grande Cristo centrale, sta-tico, affiancato dalle figure dolenti di Maria e di Giovanni (le due immagini sono sovrastate, simbolicamente, dal sole e dalla luna); la rappresentazione è ambientata in un proscenio delimi-tato sullo sfondo da un muro bugnato a punte di diamante (e trova analogia con altro affresco del Tiussi, conser-vato a S. Lorenzo di Sedegliano).

Per la tematica e l’arcaica ricerca iconografica, quest’affresco rappre-senta un unicum nel suo genere nel nostro territorio.

Nella chiesa di Romans si con-serva un antico pregevole dipinto, olio su tela, raffigurante “S. Pietro”, documentato nella Visita Pastorale del 1710. Tra le opere devozionali si segnala l’Ex-Voto di Angelo Peressini (datato 16 ottobre 1905), tavoletta vo-tiva raffigurante il pauroso incidente stradale occorsogli a S. Vito, di buona mano, reso con freschezza cromatica e di movimento nel narrato.

Romans ha il vanto di possedere

La Chiesa di Romans di Varmo, dedicata ai Santi Filippo e Giacomo apostoli.

forse l’unica opera in terra friulana del Fumagalli: suo, infatti, è il bozzet-to preparatorio del finestrone istoriato della facciata, con i “Ss. Apostoli Fi-lippo e Giacomo”. Ambrogio Fuma-galli (1915-1999), lombardo, era un frate benedettino olivetano. Un prota-gonista, con il suo linguaggio artisti-co, della modernità novecentesca at-traverso l’immagine sacra. In tutta la sua produzione, ha saputo rielaborare con espressione emotiva, la pittura di secoli, autori e scuole diverse. Ebbe modo di partecipare all’avanguardia artistica inglese; in seguito, a Roma, divenne amico di Giorgio De Chirico. Il brano di Romans è un lavoro pre-gevole, ispirato, la cui luce traduce i colori della fede, ovvero il messaggio attraverso l’iconografia dei due santi, in una rilettura quotidiana, più vicina alla gente.

Nella sacrestia si segnala il mae-stoso, elegante armadio per appara-ti, affiancato da due inginocchiatoi a muro, che si rifà alle peculiarità stili-stiche deganuttiane. (È sottoposto ad un inderogabile restauro).

La chiesa è depositaria di nume-rosa suppellettile sacra, tra cui un prezioso calice secentesco, di bottega veneziana.

Si segnala anche la consistenza di pregevoli paramenti antichi, presumo di probabile provenienza o donazione dei Conti di Colloredo di Sterpo (la chiesetta privata di “S. Girolamo” di Sterpo per tanto tempo fu assistita dai cappellani e poi parroci di Romans); la località oggi è ascritta alla Parroc-chia di Bertiolo.

Il campanile è accorpato alla fiancata meridionale della navata, in congiungimento con il presbiterio. È stato edificato tra il 1840 e il ’43, “…prima che il precedente ‘mostruoso tramaglio’ crollasse del tutto sulla strada a lato”. Il fusto non ha alcun intendimento architettonico, mentre la struttura della cella campanaria presenta paludamenti rinascimentali; originariamente aveva copertura a quattro falde in coppi.

Uno stacco stilistico netto ci viene dato dalla parte terminale: costruita nel 1903, con materiale (forse) volu-tamente diverso e con una sottolinea-tura di stile decisamente contrastante. Infatti, è intenzionalmente in stile neogotico, decorato con greca di co-ronamento. Il linguaggio è comunque pertinente, avvalorato dall’assolu-to svuotamento interno del tiburio e della lucida agilità della cuspide cu-polata.

Presumibilmente, gli abitanti di Romans ebbero a modello ideale per quest’ultimo intervento architettonico innovativo il campanile del Duomo di Rivignano (comunità contermine, per varie ragioni molto affine alla frazio-ne varmese, ma di maggiore peso so-ciale).

Franco Gover

LE NOSTRE CHIESE

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Dal secondo anno un’iniziativa che si discosta dai “Santi... mbanchi”

I MANIFESTI DEI SANTI ALLE FINESTRETESTIMONIAMO LA RICCHEZZA DELLE NOSTRE ORIGINI CRISTIANE

Quest’anno si è ripetuta per la seconda volta, presso la nostra Co-munità parrocchiale, una singolare e positiva iniziativa che ha voluto met-tere in luce la ricchezza delle nostre origini cristiane e la consapevolezza che credere nelle parole di Gesù è vivere un Paradiso anticipato, dove la morte e le tenebre sono state vinte dalla risurrezione.

Si tratta dell’esposizione di mani-festi con l’immagine di un Santo alla finestra o alla porta di numerose case di Rivignano nella notte fra il 31 otto-bre e il 1° novembre.

La proposta “HOLYwenn” ha avuto la finalità di manifestare la bel-lezza e la grazia della Festa di Ognis-santi, messa “in ombra” da hallowe-en, celebrata alla sua vigilia.

I Santi, venerati nella Chiesa cattolica, sono modelli dai quali tut-ti i cristiani sono tenuti a prendere l’esempio per la loro esistenza vissuta nella grazia e nell’amore divino, per le loro virtù eroiche e per le loro ope-re di carità esemplari e miracolose; anche i non cristiani, ammirando la loro vita e il loro amore verso Dio e il prossimo, possono imparare a cono-scere il Signore Gesù e le meraviglie che Lui compie attraverso le persone che credono in Lui.

Proprio come successe nella vita di San Giovanni Bosco, San Padre Pio ed altre figure rappresentate nei ma-nifesti esposti, il cammino di fede di ciascun battezzato può scontrarsi con usanze e costumi contrari al cristiane-simo. Come loro hanno saputo vivere

la fede con coraggio, combattendo le superstizioni e le le eresie, così anche noi cristiani, nel nostro piccolo, sia-mo chiamati a testimoniare il nostro credo e questa iniziativa ne è un pic-colo segno.

Molti giovani di diverse città italiane, come apparso dai giornali, hanno scelto di celebrare la vigilia del primo novembre in modo diverso da quanto propone “il mondo”, ovvero immersi in preghiera di lode, adora-zione e ringraziamento a Dio per i Santi del cielo. Tutto ciò è ammire-vole ed esemplare e speriamo sia solo l’inizio di un focolaio di preghiera che si diffonda in tutto il mondo così da permettere al Signore di intervenire nella nostra vita e nella nostra storia.

Riflettiamo ora sulle origini della festa di hallowen e su come si pone in contrasto rispetto alle celebrazioni cristiane in onore dei Santi e dei de-funti. In Italia non c’è regione dove oramai non si organizzino feste a tema per Halloween, che è divenuto appuntamento irrinunciabile e di cre-scente successo.

Nei mesi antecedenti questa festa, Gardaland pubblicizzava così: “Ma-gica e terrificante festa di Hallowe-en”; anche a Disneyland Parigi ogni giorno dal 4 ottobre, per arrivare sino alla macabra festa, si organizza una parata con i cattivi di tutte le fiabe.

Il gusto del brutto, del trasandato, del macabro, del cattivo, viene incul-cato subdolamente nella mente delle persone e soprattutto in quella dei bambini e dei giovani.

Gesù però ci ammonì dicendo “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare”.

Questo apparentemente ingenuo carnevalino di cattivo gusto che, er-roneamente, tutti hanno iniziato a catalogare come “cultura popolare e tradizione millenaria”, in realtà è un ritorno a usanze pagane che il cristia-nesimo aveva già vinto: una vera e propria - anche se per certe persone inconsapevole - dichiarazione di apo-stasia anticattolica dei nostri tempi.

La festa di Halloween ha origine da un rito pagano celebrato nelle iso-le britanniche dalle popolazioni cel-tiche. I Celti avevano un calendario che prevedeva 4 grandi festività che davano inizio alle 4 stagioni. Il nuovo anno iniziava proprio il 1° novembre: giorno in cui si celebrava la fine della “stagione calda” e l’inizio della “sta-gione delle tenebre e del freddo”.

La notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre era il momento più solenne di tutto l’anno e per i Druidi (casta sa-cerdotale celtica) rappresentava la più importante celebrazione del loro ca-lendario; questa notte terribile veniva chiamata notte di Samhain e festeg-giata con una sorta di festival della morte in onore delle divinità pagane.

Per i Celti, che erano un popolo dedito all’agricoltura e alla pastori-zia, la ricorrenza che segnava la fine dei raccolti e l’inizio dell’inverno assumeva una rilevanza particolare

in quanto la vita cambiava radical-mente. I Celti credevano che alla vi-gilia di ogni anno nuovo (31 ottobre) Samhain, signore della morte, principe delle tenebre, avrebbe umiliato il dio sole chiamando a sé tutti gli spiriti dei morti e avrebbe sospeso tutte le leggi

È ormai da molto tempo che siamo abituati, e di questo ne siamo felici, ad avere in mezzo a noi p. Domeni-co Meneguzzi, missionario saveria-no. Rientrato in Italia nel 1990 dopo 15 anni di esperienza missionaria in Amazzonia a motivo di alcuni pro-blemi familiari e per assistere la sua mamma Gemma che ci ha lasciato da poco più di un anno, ora sta per realiz-zare il suo sogno di tornare in Brasile per mettersi nuovamente al servizio di quella Chiesa. Per prepararsi a questa nuova avventura p. Domenico è im-pegnato in un corso di aggiornamento a Tavernario, in provincia di Como. Se non ci saranno imprevisti o nuove esigenze, all’inizio del nuovo anno, p. Domenico volerà con destinazione il nord del Brasile.

Si sta avvicinando velocemen-te la sua partenza e la pubblicazione del bollettino natalizio offre a tutti la

LA PARTENZA DI PADRE DOMENICOpossibilità di ringraziare p. Domeni-co per il suo servizio a favore delle nostre comunità. La sua presenza è sempre stata discreta, silenziosa, at-tenta alle esigenze di tutti e di questo non possiamo che essergli grati. Sap-piamo che può essere molto difficile per un padre missionario abituato a ben altre problematiche ed esigenze adattarsi alle necessità di una società ricca come la nostra e ancora di più mettersi al servizio di tante comunità senza averne la responsabilità diretta, rendendosi totalmente disponibile per far fronte a qualsiasi esigenza si sia presentata. Sappiamo che se gli uo-mini fanno dei piani, non è detto che questi non vengano sconvolti dall’im-prevedibile azione di Dio.

Con tutto il cuore auguriamo a p. Domenico di poter realizzare pie-namente il suo desiderio di ritornare in Brasile, anche se egoisticamente

ne sentiamo già la mancanza e lo af-fidiamo con fiducia a Gesù che nasce perché possa essere segno dell’amore infinito del Padre che dona al mondo il suo Figlio perché ogni uomo abbia la salvezza: “Dio di infinita tenerez-za, le tue mani accolgono ogni fram-mento della nostra vita. Ti lodiamo e ti benediciamo per le ore di luce, ma ti siamo ugualmente riconoscenti per quelle in cui ci è difficile capire. Sappiamo che comunque e sempre tu ci stai sussurrando: Non temete, io vi amo”. Questo è l’augurio e la preghie-ra con cui desideriamo accompagnare p. Domenico in questo suo nuovo im-pegno pastorale.

Grazie di cuore per tutto quello che hai saputo dare a tutti noi in que-sti anni e … buon lavoro!

P.

Don Paolo, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi, è stato di recente nomi-nato Cappellano d’onore della Grotta e dei Santuari di Lourdes.

segue a pag. 9

dello spazio e del tempo, permetten-do al mondo degli spiriti di unirsi al mondo dei viventi per torturare quan-ti incontravano. Per questo motivo si attendeva la metà buia dell’anno con grande timore e la si celebrava con ri-spetto cosmico, terrore e panico: era l’inizio del regno semestrale del dio delle tenebre.

Era dunque necessario allontanare questi spiriti del male compiendo dei rituali nei quali ci si mascherava con pelli di animali uccisi, si mangiava e si beveva oltre misura e si danzava fino allo sfinimento. Per mezzo di questi banchetti sontuosi si nutriva-no i morti, lasciando i resti del cibo nelle mense durante la notte affinché i defunti potessero banchettare dopo i vivi.

I Druidi si presentavano con lan-terne fatte con rape svuotate e inta-gliate a forma di viso, in cui si ardeva una candela prodotta con il grasso dei sacrifici animali, o persino umani. Al mattino veniva acceso il fuoco nuo-vo ed essi facevano il giro delle case portando i carboni ardenti presso le famiglie: questo fuoco avrebbe tenuto lontano gli spiriti del male e protet-to le case; in cambio essi chiedevano

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I MANIFESTI DEI SANTI ALLE FINESTRE AVVICENDAMENTODEI PADRI

DI SAN VINCENZOIN MISSIONE NEL VARMESE

Con tre quarti di secolo sulle spalle, sorridono ancora, questi ragazzi del ’34, che festeggiano, partendo dal ringraziamento a Dio, i loro settantacinque anni di presenza a Rivignano e dintorni...

… seguiti a ruota dai giovanotti del ’44, dieci anni in meno, che si affacciano – parole di don Erminio Comuzzi, coetaneo celebrante - alla soglia della pensione: ma va! se hanno ancora negli occhi la voglia di lavorare! Auguri a tutti: abbiate la possibilità di fare ancora tanto del bene … a lungo!

seguito da pag. 8denaro, cibo e sacrifici umani e chi lo rifiutava veniva maledetto.

I colori arancione e nero che con-traddistinguono questa festa pagana, rappresentano rispettivamente i colori agricoli e le tenebre del lungo inver-no.

La festa di Halloween venne por-tata negli Usa intorno al 1840 dagli emigranti irlandesi che fuggivano da una terribile carestia che aveva col-pito la loro patria. Ben presto questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una fe-sta nazionale. Halloween divenne presto un’occasione di divertimento e un fenomeno commerciale di grande business. Pare che ogni anno gli ame-ricani spendano 2 milioni di dollari per questa festa.

Nell’834 Papa Gregorio IV spo-stò la festa di Ognissanti dal 13 mag-gio al 1° novembre, proprio per sra-dicare le superstizioni, i rituali e gli appuntamenti occultisti derivanti da questa festa. Nel X secolo l’Abate di Cluny diede disposizioni per cele-brare il rito di tutti i fedeli defunti a partire dal Vespro del 1° novembre, da anteporsi alla festa delle streghe. La festa attuale di “Ognissanti” risale

al VII secolo, quando Papa Bonifacio IV trasformò il Pantheon a Roma in un santuario cristiano. Nel 1474 Papa Sisto IV rese obbligatoria la solenni-tà in tutta la Chiesa per celebrare la comunione tra la Chiesa Gloriosa e quella peregrinante e sofferente. La riforma protestante contribuì invece ad un graduale ritorno di questa “feste degli spettri” proprio per sminuire la Festività di Ognissanti.

Per il mondo dell’occulto il 31 ottobre è considerata una festa molto importante, un vero e proprio capo-danno di tutto il mondo esoterico. Nel calendario degli occultisti, chiamato “Ruota dell’anno”, esistono festivi-tà importanti chiamate sabbat, ma il sabbat più importate di tutti viene celebrato appunto il 31 ottobre. Pro-prio nella notte di Halloween questi mascalzoni si danno appuntamento nei cimiteri per atti veramente or-ribili (profanazione tombe, messe nere, sacrifici e dissacrazioni varie) e approfittando anche del successo popolare, in feste da loro organizzate, compiono delle vere e proprie inizia-zioni esoteriche (balli sfrenati, droga, consultazione di maghi, tarocchi) nei confronti di ingenui e sprovveduti malcapitati.

La Chiesa ha istituito la festa di tutti i Santi per lodare e ringraziare il Signore d’aver santificato i suoi servi ed averli coronati di gloria nel cielo; per onorare in questo giorno anche quei Santi per i quali non si fa me-moria particolare durante l’anno; per procurarci maggiori grazie col molti-plicare gli intercessori; per stimolarci maggiormente alla virtù portandoci come esempio e modello tanti Santi di ogni età e condizione; per ricordar-ci la ricompensa che godono in cielo tutti i Santi.

Questa promessa di felicità supre-ma ci pone di fronte a scelte morali decisive e ci ribadisce che la vita è un tempo di prova. Il considerare che i Santi erano deboli e fragili come noi, ci deve incoraggiare e stimolare ad imitarli. La santità non deve essere considerato un traguardo irraggiun-gibile, bensì una meta a cui tendere sostenuti dalla Grazia e dalla Mise-ricordia di Dio, non per i nostri, ma per i meriti della passione e morte di Gesù. Ringraziamo il Signore per il dono dei Santi e domandiamo conti-nuamente a Lui la Grazia di poterli imitare per crescere sempre più nella carità.

R.

Padre Piercarlo Beltrando

Contemporaneamente alla nomi-na dei nuovi parroci a Rivignano, è stata prolungata di un secondo anno la missione dei padri di San Vincenzo nelle parrocchie del varmese.

Se da un lato viene confermato un ulteriore prolungamento dello stato di sedi vacanti per le nostre parroc-chie varmesi, dall’altro viene assicu-

rato un secondo anno sotto la guida di ben due sacerdoti disponibili cui va aggiunta la continua disponibilità dell’infaticabile pre Angelo Moratto, ormai coinvolto praticamente in tutta la forania.

Purtroppo, in questo secondo anno di missione, le nostre comunità non godranno più della guida di Padre Piercarlo Beltrando il quale, salutate le parrocchie, ha intrapreso una nuova esperienza missionaria in Sardegna. Partenza accolta con molta tristezza nel varmese in quanto padre Carlo è stato molto apprezzato, non solo per la profondità delle sue riflessioni e la sua disponibilità, ma anche per la sua continua ricerca di calarsi nel con-testo territoriale in cui era inserito, coltivando rapporti personali diretti e manifestando non poco interesse per il nostro contesto linguistico friulano che per lui, piemontese, rappresenta-va una vera novità ed era persino fon-te d’ispirazione di qualche omelia.

Con i doverosi ringraziamenti a padre Carlo, le parrocchie varmesi si preparano ora ad accogliere il lodi-giano padre Antonio Granata, sacer-dote novello, che con padre Vittorino Zerbinati ci accompagneranno per un secondo anno di missione.

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IN PARCO DIVISIONE JULIA CON IL MONUMENTO RINNOVATO

LA FESTA DEGLI ALPINICompletati i lavori della costru-

zione della canonica, che è stata be-nedetta solennemente il 10 agosto scorso, è ancora una volta arrivato provvidenziale l’intervento degli al-pini che, con i lavori fatti al monu-mento dedicato alla “Divisione Julia” hanno contemporaneamente abbellito le adiacenze della canonica. Adesso si ha veramente un bel colpo d’occhio su tutto il complesso delle opere par-rocchiali e in particolare della nuova canonica, anche dal lato Sud.

Dopo trent’anni dalla costruzio-ne dell’elegante monumento dedica-to alla Julia, posto a confine con il cortile della casa canonica e in linea con la sala grande delle opere parroc-chiali, gli alpini hanno provveduto a sistemare diciannove stele in pietra con gli stemmi storici dei reggimenti, gruppi e battaglioni della Divisione Julia, opera di Eligio d’Ambrosio di Castions di Strada.

La buona riuscita dell’operazione è frutto sì della caparbietà di chi ha avuto a che fare con i muli, in tempi ormai lontani, ma anche della presa di coscienza del dovere di trasmettere valori quasi dimenticati, quali, appun-to, il ricordo riconoscente dei nostri Caduti, e di fornire esempi concreti e belli di cose positive, realizzate disin-teressatamente.

Il 27 settembre c’è stata, dunque, la solenne inaugurazione alla quale hanno partecipato centinaia di perso-ne , autorità civili e militari, alpini e rappresentanti delle decine di Gruppi A.N.A. del Friuli con i loro labari, accolti da file ininterrotte di bandiere tricolori.

Era impossibile non emozionarsi visitando la mostra di cimeli milita-ri e di documenti cartacei che, per scelta e sensibilità del giovane alpino di Teor che aveva allestito la mostra, riportavano puntualmente le tragiche vicende belliche di nonni e bisnonni di Teor e Rivignano attraverso i fo-gli matricolari, decorazioni, ricoveri, atti di morte… In questa occasione è stata particolarmente significativa la presenza del borgomastro e di una rappresentanza della cittadina austria-ca di Pörtschach, gemellata con Ri-vignano, con la bandiera della loro associazione combattentistica.

Nei vari discorsi delle Autorità, inframmezzato a riferimenti stori-ci e al ricordo dell’epopea alpina, è stato sempre presente il tema della pace, indispensabile condizione per un autentico sviluppo umano a livello mondiale.

Durante la santa Messa, solen-nizzata dal coro parrocchiale, diretto dalla maestra Serena Dall’O, con la “Messe par furlan” di Oreste Rosso, con particolare attenzione è stata se-guita l’omelia di Mons. Luciano No-bile, attualmente parroco del Duomo di Udine che nella celebrazione ha svelato che il “suo primo amore che non si scorda mai” è stato proprio il paese di Rivignano, dove era arriva-to appena ordinato sacerdote. Con la gioia e il desiderio di rivedere tanti Una pastasciutta fumante ha concluso la Lucciolata di Rivignano.

Forte dell’esperienza maturata un anno fa, Rivignano ha voluto rinno-vare l’appuntamento con la sua se-conda Lucciolata. Con il patrocinio del Comune, l’appoggio della neona-ta Pro Loco, l’aiuto del gruppo Ana, la preziosa collaborazione delle “ra-gazze” della S. Vincenzo e la gioio-sa partecipazione del gruppo giovani “Animasogni”, si è cercato di dar vita ad una manifestazione che coinvol-gesse l’intera comunità. Purtroppo, causa il brutto tempo e il propagarsi, proprio alcuni giorni prima, dell’in-fluenza, non è stata bissata l’affluenza dell’esordio.

Scortato e preceduto dalla Prote-zione Civile e dal Corpo Vigili Ur-bani, rallegrato dagli acuti vivaci e melodiosi della Banda Musicale Pri-mavera, il corteo di persone armato di torce e candele si incamminava a passo moderato, portando la solida-rietà per quelle vie del paese non cal-pestate l’anno precedente.

Arrivati nella sala parrocchiale del Ricreatorio, i presenti sono stati allietati da alcuni brani musicali in tema con la serata, eseguiti dai ragaz-zi di Rivignano e Teor, accompagnati dalla band “Gli Accordi”.

È seguita quindi la proiezione di un filmato realizzato dalla Via di Na-tale.

La parola è passata quindi al sin-daco di Rivignano, avvocato Mario Anzil, che nel ringraziare i presenti e nell’auspicare che l’evento trovi una sua collocazione stabile all’in-terno degli appuntamenti della nostra congregazione, si domandava “…cosa penserà adesso quel mio amico

LA LUCCIOLATA

LA CHIESA DI ROMANSRIMESSA A NUOVO

vedendoci qui tutti riuniti?”, ricor-dando con affetto ed emozione “…quell’amico che due anni fa ci ha lasciato proprio in Hospice, quel gio-vane che abitava solo pochi metri da casa mia, compagno di giochi della mia adolescenza…”

Toccava poi alla sempre concisa ma esauriente direttrice signora Car-men Gallini, che al debutto onorava i presenti dichiarando di sentirsi oramai di casa. Nel portarci le ultimissime da Aviano, poneva l’accento su come il popolo friulano sia continuamente in prima linea in situazioni di solidarie-tà, generosità e aiuto ai più bisognosi e sofferenti, nonostante si sentano an-che all’interno della Casa gli effetti di questa crisi economica che sta attana-gliando le nostre famiglie.

A concludere, come consuetudi-ne, una fumante pastasciutta prepara-

ta dalle Penne Nere.Per la cronaca la partecipazione è

stata di circa 200 presenze e il ricava-to delle offerte, totalmente devoluto alla “Via di Natale” di Aviano, è stato di 2.656 euro.

Gabriele, Mario e Alberto Gori

amici aveva aderito all’invito di esse-re presente alla festa degli alpini.

Commentando il Vangelo della domenica che, nel capitolo 9 di Mar-co, riporta le frasi forti di Gesù “Se la tua mano ti dà scandalo, tagliala: è meglio che tu entri monco nella vita che, con tutt’e due le mani andare nella Geenna… E se il tuo piede ti dà scandalo, taglialo… E se il tuo oc-chio ti dà scandalo, levatelo…” don Luciano ha attualizzato il messaggio

evangelico, invitando a superarne il linguaggio paradossale per giungere ad un messaggio di positività.

Il successivo elogio che egli ha fatto degli alpini, sempre presenti nelle calamità naturali per dare una mano e in prima linea nelle iniziati-ve di solidarietà, è stato espresso con sincero e spontaneo compiacimento.

Rivignano, 15 novembre 2009 Giona Bigotto

Romans ha ora un nuovo motivo d’orgoglio in quanto sono appena ter-minati con successo e senza intoppi i lavori di restauro della parrocchiale, durati circa un anno, che hanno inte-ressato sia la struttura che la dotazio-ne interna della chiesa, la quale ora si presenta del tutto rimessa a nuovo.

Sul piano strutturale, in partico-lare, i lavori sono stati eseguiti dal-la ditta Paron di Rivignano e hanno comportato un isolamento completo dell’edificio dalle infiltrazioni di umi-dità, la sostituzione delle grondaie e il rinnovo dell’intonaco, sia all’interno che all’esterno, interessando tutto il corpo dell’edificio, compreso il tran-setto e le sacrestie.

Sul piano della dotazione si è provveduto alla sostituzione delle cablature dell’impianto di amplifica-zione, ormai obsolete, e al restauro sistematico dei mobili, in particolare dei banchi dell’assemblea che, dopo tanti anni, richiedevano un intervento di conservazione.

È da sottolineare che tutti questi lavori non hanno comportato parti-colari disagi per le funzioni religiose della comunità, non solo per la loro celerità ma anche perché la chiesa è sempre rimasta agibile durante le festività e solo le messe feriali sono state, per un certo periodo, celebrate nella vicina chiesa di Roveredo.

Fortunatamente tutti gli inter-venti sono proceduti speditamente e senza particolari difficoltà, con buon sollievo del committente, il parroco pre Erminio Cossaro. La comunità di Romans può ora, meritatamente e serenamente, celebrare le festività natalizie nella sua chiesa interamente rimessa a nuovo.

Il rinnovato “Monumento alla Julia”.

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NOVANT’ANNI DI PRESENZA DELLE FIGLIE DELLA CARITÀ: PER RIVIGNANO

UNA CONTINUITÀ PREZIOSA

CARITÀ

Sabato 21 novembre, il gruppo di Volontariato Vincenziano e la Con-gregazione delle Figlie della Carità, hanno festeggiato i 90 anni della loro presenza sul territorio.

Mesi fa è stata messa in cantiere la serata ed è stata pensata e voluta come un momento di riflessione per una presa di coscienza maggiore, su quanto è stato seminato e costruito in questi 90 anni.

È stato così programmato un lavo-ro di ricerca di materiale fotografico, articoli, verbali, ricami vari, ecc. ecc. che ci hanno permesso di realizzare una piccola mostra ed un DVD che ha ripercorso tutte le tappe principali ed i momenti più significativi di questi 90 anni, sia della comunità di Rivignano, che di Varmo, Bertiolo e Teor, presso le quali svolgono il loro servizio le nostre suore.

Alle 18 la S. Messa è stata conce-lebrata da padre Piercarlo, assistente spirituale vincenziano, e dal parroco don Franco.

La presenza del coro dei ragazzi e delle donne, è stata davvero ap-

stra con alcuni paramenti sacri e altri lavori personali (tovaglie, lenzuola ecc. ecc.), ricamati dalle abilissime mani delle ragazze che avevano fre-quentato l’asilo ed i corsi di ricamo.

Un grazie particolare va agli am-ministratori comunali di Rivignano, Varmo e Bertiolo che hanno accet-tato l’invito a voler condividere con noi questo momento di riflessione e di festa ed anche alle rappresentanti degli altri Gruppi di Volontariato Vin-cenziano e delle Figlie della Carità, presenti.

Permettetemi però di rilevare una nota stonata: come mai poche perso-ne della nostra comunità, pur presenti numerose alla S. Messa, non si sono fermate a far festa? Peccato per loro perché non hanno potuto godere del bel clima che si respirava in sala e dei bei lavori esposti oltre che del DVD preparato con grande impegno da sr. Elisa con la consulenza storica di Franca.

Paola

prezzata e gradita ed ha contribuito a rendere la cerimonia particolarmente partecipata, gioiosa e più solenne.

Al termine della S. Messa, tutti

sono stati invitati a trascorrere un me-mento conviviale e di festa presso il ricreatorio.

In sala era stata allestita una mo-

Una forte testimonianza di affetto per le Suore dalla Comunità di Rivignano, che chiede loro di “restare” con una continuità preziosa.

Nei giorni 26 e 27 settembre 2009, si sono svolte le consuete Giornate della Carità, su iniziativa del Gruppo di Volontariato Vincenziano. Durante la Celebrazione della S. Messa del 26/9, celebrata dal ns. Assistente Spi-rituale Padre Vittorino, è stato dato avvio all’anno Giubilare, durante il quale, assieme alla Famiglia Vincen-ziana mondiale, celebreremo il 350° anniversario della nascita al cielo dei ns. Santi Fondatori San Vincenzo e Santa Luisa.

Come lo scorso anno, abbiamo proposto la vendita delle torte, il cui ricavato servirà ad aiutare e sostenere le famiglie in difficoltà.

Durante le fasi della preparazione e confezione delle torte, noi volonta-rie siamo state colte da mille interro-gativi. Avremo un numero adeguato di torte da vendere? Le venderemo tutte? Tutti questi dubbi ci rincorre-vano vista la concomitante festa degli Alpini.

Non c’è stata la solita ressa dei “dopo Messa” ma un afflusso lento e costante che ci ha costretto a fare gli straordinari, anche la domenica pomeriggio. In ogni modo ne è valsa la pena!!

Tutte le varie torte sono state vendute ed il ricavato ammonta a € 1315.30, comprese anche le offerte

ANNO GIUBILARE VINCENZIANO BUONA PARTECIPAZIONE

ALLA SOLIDARIETÀ DELLE “TORTE”di alcune persone che non potendo “gustare” con il palato la bontà delle torte, le hanno gustate ed apprezzate, e noi con loro, con il cuore.

Attraverso queste poche righe le volontarie Vincenziane, ringraziano tutte le famiglie che con le loro mani solidali, hanno preparato e confezio-nato le numerose torte e anche tutte le altre che altrettanto solidali, le hanno acquistate e si sono dimostrate sensi-bili al tema della carità.

Paola

FESTA DEL DONO

Quarantotto anni di generosità e solidarietà a beneficio di chi soffre, questo é quello che ha festeggiato, la locale Sezione Donatori di Sangue di Rivignano, assieme al suoi iscrit-ti, simpatizzanti, sostenitori, autorità, unitamente alle 50 sezioni consorel-le, convenute nella nostra comunità per l’occasione, domenica 25 ottobre 2009.

Un traguardo molto importante per il sodalizio locale, che soltanto due anni fa, ospitando il 49° congres-so provinciale, ha ottenuto un gratifi-cante riconoscimento da parte di tutte le sezioni AFDS, ed attualmente È già impegnata al fine di promuovere, con la massima attenzione, le iniziati-ve per festeggiare il mezzo secolo di vita.

La giornata, come da program-ma, e” iniziata alle ore 10.00 con il ritrovo presso la piazza “Tarabane”. A seguire un breve corteo accompagna-to dalla banda musicale “Primavera”, deposizione di un omaggio floreale a ricordo dei caduti e alle ore 11.00, in duomo, S. Messa officiata da Don Franco, accompagnata come consue-tudine dal coro parrocchiale.

Al termine del rito religioso – dopo aver deposto un omaggio flo-reale presso il “Monumento del Do-natore”, – discorsi di circostanza e premiazioni ai donatori benemeriti: complessivamente ben 29 i vari atte-stati di riconoscenza.

Particolare attenzione e stima è stata rivolta ai 19 nuovi donatori, che nell’anno appena trascorso, vincendo l’indifferenza, hanno provato per la prima volta la gioia del dono, nobi-

le gesto che ha rafforzato il costan-te incremento degli ultimi anni, sia per quanto concerne il numero degli iscritti che delle donazioni effettuate.

La giornata si è conclusa, come consuetudine, con il pranzo presso il bocciodromo comunale, con l’augu-rio di ritrovarsi a distanza di un anno a testimoniare nuovamente l’impor-tanza di noi donatori di sangue.

Un grazie a tutti coloro che hanno collaborato nelle diverse forme per una migliore riuscita di questa giorna-ta celebrativa. Come presidente della sezione auspico che anche il futuro ci riservi sempre delle gradevoli sorpre-se, soprattutto con nuovi donatori che rafforzino l’insostituibile attività che ci vede protagonisti da oltre mezzo secolo...

Moreno Papais

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GRAZIE!

PREMESSA – Anche questa volta non siamo in grado di dare com-pletamente le notizie degli impe-gni per il prossimo trimestre, fino a Pasqua. Ci limiteremo alla fine dell’anno, al mese di gennaio e all’inizio di febbraio 2010 e questo per il fatto che dal prossimo 7 feb-braio avremo fra noi i nuovi Parro-ci, don Paolo Brida e don Simone Vigutto: con loro condivideremo le prossime scelte seguendone le indicazioni. Vi raccomandiamo pertanto di seguire attentamente le informazioni che verranno date negli avvisi in Chiesa ed esposte in fondo alle Chiese.

CONFESSIONI - A partire dal gior-no 14 dicembre 2009, prima del-le Messe serali partire dalle ore 16.00, saranno possibili le Confes-sioni in preparazione al Natale, con il seguente calendario: lunedì 14 a Teor; martedì 15 a Pocenia; mer-coledì 16 a Driolassa; giovedì 17 a Torsa; venerdì 18 a Campomolle; poi, per tutte le Parrocchie sabato 19 a Pocenia dalle ore 16,00 alle ore 18,00 e giovedì 24 a Rivignano dalle ore 16,00 alle ore 19,00.

MESSE DELLA NOTTE - La notte di Natale sarà garantita la celebrazio-ne delle tradizionali Messe della Notte nelle seguenti Parrocchie: teor (alle ore 24,00); rivignano (alle ore 24,00); Pocenia (l’orario deve ancora essere definito); la sera di giovedì, Vigilia di Natale, la Messa prefestiva è soppressa. Le celebrazioni nel giorno del Natale avranno i consueti orari festivi.

MESSE E RITI DEL PERIODO NA-TALIZIO - Oltre che a Natale (25 dicembre), anche nei giorni di Ca-podanno (1 Gennaio) dell’Epifania (6 Gennaio 2010) saranno garan-tite le celebrazioni Eucaristiche in tutte le Parrocchie, secondo i consueti orari prefestivi e festivi ordinari. Nella giornata di Santo Stefano saranno celebrate solo le Messe prefestive a rivignano e Pocenia. Il canto del Te Deum di ringraziamento dell’anno che si conclude si farà nella Messa serale prefestiva di giovedì 31 Dicembre 2009 a Rivignano ed a Pocenia; la tradizionale Benedizione aqui-leiese dell’acqua, del sale e della frutta in occasione della Messa prefestiva di lunedì 5 per Pocenia e Rivignano e nelle Celebrazioni Eucaristiche della Comunità del giorno dell’Epifania nelle singole Parrocchie insieme con la Bene-dizione dell’Infanzia; a Rivigna-no questa verrà fatta in occasione della Messa delle ore 11,00 del 6 Gennaio;

SANTA INFANZIA - Per la tradizio-nale iscrizione dei nostri bambi-

ni e ragazzi alla Santa Infanzia nelle festività dell’Epifania e per le relative offerte o per qualsiasi altra eventuale donazione riguar-dante l’infanzia, rivolgersi alle nostre Suore: non si manchi anche quest’anno di aiutare i bambini più poveri, quelli che non hanno nem-meno da mangiare, se non anche tutto ciò che invece i nostri figli anche a Natale possono desiderare, vantare e possedere;

BATTESIMI – È stato predisposto il calendario solo per i battesimi che verranno celebrati nell’anno 2009: sono fissati nelle domeniche 24 gennaio 2010 per le Parrocchie di Rivignano, Teor, Campomolle e Driolassa e 14 febbraio 2010 per le Parrocchie di Torsa e Pocenia, ovviamente durante le Sante Mes-se della Comunità. In preparazio-ne alle celebrazioni del Battesimo sono previsti tre incontri per geni-tori e padrini di tutte le sei Parroc-chie nel Ricreatorio di Rivignano: alle ore 20,30 dei giorni di venerdì 8 gennaio 2010, 15 gennaio e 22 gennaio.

SANT’ANTONIO – In gennaio c’è la festa di Sant’Antonio Abate (il 17): la ricorrenza viene ripresa do-menica 17 gennaio 2010, a teor con una processione dopo la Santa Messa delle ore 10,30; a Pocenia nello stesso giorno si festeggia il Perdon di Sant’Antonio, ma si tratta di Sant’Antonio da Padova, la cui festa per antica tradizione è stata spostata in gennaio per non sovrapporsi a quella della vicina Pieve matrice di Palazzolo del-lo Stella. A Pocenia il Perdon di Sant’Antonio si apre con la Messa solenne delle ore 9,30 e continua con i vesperi e la processione nel pomeriggio alle ore 15,00.

CANDELORA E SAN BIAGIO – Due momenti tradizionali e sentiti all’inizio di febbraio sono la bene-dizione delle candele in occasione della presentazione di Gesù bam-bino al Tempio e la benedizione della gola nel giorno che si ricorda San Biagio. Ecco il calendario: Lu-nedì 1 febbraio: Rivignano e Teor benedizione delle candele; Mar-tedì 2 febbraio: Pocenia e Torsa benedizione delle candele e gola; Mercoledì 3 febbraio Rivignano e Driolassa benedizione della gola; Giovedì 4 febbraio: Teor benedi-zione della gola; Venerdì 5 feb-braio: Campomolle benedizione delle candele e della gola (nelle celebrazioni eucaristiche della Co-munità).

MADONNA DI LOURDES – Campo-molle celebra in modo particolare e sentito tutte le feste mariane; anche l’11 febbraio, in cui si ricorda la

prima apparizione della Madonna a Lourdes, usa ricordare con solen-nità quel momento. Per questo l’11 febbraio la Santa Messa del merco-ledì verrà celebrata alle ore 20,00

a Campomolle e sarà seguita dalla tradizionale processione per le vie del Paese; non ci saranno per quel giorno la celebrazioni delle Messe a Torsa ed a Teor).

LE OFFERTEDUomoParussini Lino 100,00; N.N. 20,00; Collavini Giovanni 30,00; N.N. 10,00; in occ. matr. Mauro Aldo e Mario Zinayda 100,00; N.N. 40,00; in mem. di Costantini Rosa 100,00; in mem. di Rocco Iside 50,00; fam. Gori Giuseppe 100,00; in mem. di Salvador Ottavio, la famiglia 50,00; in mem. di Diana Mirco, Macor Can-dida 100,00; le coppie di Rivignano e Teor in occ. del 30° di matrimo-nio 50,00; Fantin Mario 60,00: in occ. fun. Rocco Iside ved. Morgante 131,50; in occ. fun. Staffetto Angelina ved. Geremia 51,00; in occ. fun. Fer-ro Rosa ved. Delle Vedove 121,00; in occ. fun. Guion Angelo 27,00; Classe 1934 90,00; in occ fun. Deana Mirco 90,00; in occ. fun. Salvador Ottavio 152,00; in occ. fun. Biasiolo Nereo 58,00; in occ. Battesimo Paron Ales-sandro 40,00; in off. fun. Toffanello Valerio 111,00; M.A. 200,00; N.N. 200,00; N.N. 10,00; Rosso Antonia 20,00.

QUArtESEParussini Lino 50,00; N.N. 40,00; fam. Gori Giuseppe 40,00.

PrEStIto E oFFErtECANoNICAPrima dell’avvicendamento dei Par-roci è’ stata disposta la restituzione del “prestito grazioso”. Si invitano gli interessati a passare in Canonica.

rICrEAtorIoin mem. di Alfonso Torresin e Maria, N.N. 100,00; Gruppo Drin e Delaide 500,00; fam. Gori Giuseppe 50,00.

BoLLEttINoParussini Lino 50,00; D’Odorico Sil-vana (100 $ canadesi) 52,19; fam. Gori Giuseppe 50,00; Accaino Maria 10,00; Zignin Galdino 20,00; N.N. 20,00; Fantin Mario 40,00; N.N. 20,00; N.N. 20,00: Bagnarol Luca 82,00; Rosso Antonia 10,00.

I NOSTRI DEFUNTI

Diana Mircodi anni 41

Guion Angelodi anni 93

Salvador Ottaviodi anni 87

Rocco Isidedi anni 77

Toffanello Valeriodi anni 77

GLI IMPEGNI PIÙ PROSSIMI

ANAGRAFE PARROCHIALEBAttESImI

Di Bello Alessandro di Pasqua-le e di Monte Elisa; Drigo Arianna di Luca e di Campagnolo Raffaella; Ebene Marco di Alberto e di Dattero Giulia; Fioravanzo Daniel di Guido e di Bednarova Pavla; Paron Andrea di Stefano e di Battistutta Rita; Paron Alessandro di Raffaele e di Versolato Michela; Vida Alessia di Andrea e di Paron Silvia.mAtrImoNI

Mauro Aldo e Mario Zinayda.

DEFUNtIRocco Iside di anni 77; Staffet-

to Angelina di anni 86; Ferro Rosa di anni 85; Diana Mirco di anni 41; Guion Angelo di anni 93; Salvador Ottavio di anni 87; Biasiolo Nereo di anni 74; Toffanello Valerio di anni 89.

L’eterno riposodona loro...