La nota unitaria di Filctem-Cgil e Femca-Cisl

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Stato di agitazione al gruppo ceramico Cbs. Presidio dei lavoratori dello stabilimento di Cadelbosco del gruppo ceramico Barbolini, da tempo alle prese con la crisi. "Il piano dell'azienda porta a nuovi esuberi" denunciano Cgil e Cisl

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STABILIMENTO GRUPPO CERAMICHE BARBOLINI DI CADELBOSCO DI SOPRA:

PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE

A seguito della situazione di crisi di mercato manifestata dalla Ceramica Barbolini Sassuolo,

con la conseguente intenzione di cessare completamente l’attività nello stabil imento di

Cadelbosco di Sopra, le organizzazioni sindacali FILCTEM CGIL e FEMCA CISL nel marzo

scorso hanno sottoscritto, in presenza dell’Assessore regionale alle attività produttive Giancarlo

Muzzarelli, un piano complessivo di salvaguardia dell’occupazione e della continuità di una

importante realtà produttiva del comprensorio ceramico.

Oggi i sindacati denunciano:

“Nel corso di un incontro (tenutosi il 26 luglio) l’Azienda inaspettatamente ed in palese

contraddizione con l’Accordo sottoscritto (e sopra citato) ha comunicato alle organizzazioni

sindacali l’intenzione di proseguire con l’investimento sul nuovo forno come previsto- anche se

con ampio ritardo rispetto alle previsioni - e di procedere alla fermata del forno numero 2 a

Sassuolo. Di fronte alle proteste dei sindacati, in relazione all’evidente fatto che questa scelta

produceva ulteriori esuberi e riduceva l’oggettivo spazio di recupero dei posti disponibili su

Sassuolo, sono stati convocati altri due incontri (2 e 28 agosto) nel corso dei quali l’Azienda ha

riconfermato sempre questa sua volontà riguardo ad una linea produttiva dove per mesi,

all’opposto, c’era stato un grande carico di lavoro.

Nel corso dell’ ultimo incontro (tenutosi il 30 agosto) in forte contraddizione al piano industriale

costituente parte integrante dell’accordo, la Direzione aziendale ha riconfermato che alla ripresa

successiva alle ferie estive era prevista l’attivazione della nuova 4a linea produttiva (al momento la

partenza è prevista per il 18 settembre c.a.) ma contemporaneamente ha ribadito che non sarà

riattivata la 3a linea.

Ciò, ripetiamo, sarà causa di ulteriori esuberi, dell’indebolimento della competitività aziendale e, di

fatto, della chiusura dell’impianto di macinazione di Spilamberto (MO).

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Nulla è stato illustrato al sindacato in merito alle importanti iniziative ed investimenti commerciali

che l’Azienda avrebbe dovuto mettere in campo,come previsto nel Piano industriale, e che

avrebbero dovuto permettere un rilancio del fatturato tale da supportare la capacità produttiva con

prospettive, anzi, di ulteriore sviluppo.

La nuova pianta organica presentata dall’Azienda comporta un aumento insostenibile dei carichi di

lavoro ed una diminuzione della produttività degli impianti e, di fatto, taglia ulteriormente posti di

lavoro. Inoltre poco o nulla è stato fatto dall’Azienda in questi mesi sul piano della formazione e

riqualificazione professionale,che pure costituiva un elemento qualificante dell’Accordo.

Nell’incontro del 30 agosto l’Azienda ha anche comunicato un ritardo nella partenza del vecchio

reparto, motivandola con non precisate e preoccupanti ritardi con le forniture.

Dopo quasi 6 mesi di trattative non è ancora stato firmato l’Accordo di mobilità previsto dal

verbale: questo a causa di un atteggiamento confuso e pretestuoso mostrato dall’azienda. La firma

dell’Accordo di mobilità è uno degli strumenti, tra l’altro previsto dall’Accordo in Regione, per la

gestione degli esuberi.

L’Azienda, inoltre non ha ottemperato all’impegno né di vendere o di affittare, nè di salvaguardare

gli impianti di Cadelbosco di Sopra (RE), oggi in fase di smantellamento.

Oltre a tutto ciò, e per tutto ciò, lo stato di crescente sofferenza finanziaria dell’Azienda e un

progressivo disimpegno da parte della proprietà nella gestione delle relazioni industriali e della

stessa attività aziendale, di cui purtroppo si colgono numerosi segnali, non fanno ben sperare nella

continuazione dell’attività di questa importante realtà del comprensorio, che occupa tutt’ora più di

250 dipendenti.

Di conseguenza le organizzazioni sindacali Filctem Cgil e Femca Cisl di Reggio Emilia, hanno

proclamato lo stato di agitazione e presidio dei lavoratori nel piazzale antistante l’Azienda”.

FILCTEM CGIL FEMCA CISL

Reggio Emilia, 7 settembre 2012