La Pelletteria Fiorentina - Femcacisl...La Relazioni Industriali nella Pelletteria Fiorentina...
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La Relazioni Industriali
nella Pelletteria Fiorentina
Intervento di Giovanni Rizzuto Seg. Gen. Femca Cisl Firenze Prato
SEMINARIO NAZIONALE MODA
FEMCA CISL NAZIONALE – 9 ottobre 2014
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• GUCCI; GOVERNANCE DELLA FILIERA
• PROGETTO LEGALITA’: LA QUALIFICAZIONE DI FILIERA DELLA PELLETTERIA
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Gucci e Sindacato danno esempio di Governance della Filiera
• Gucci è una realtà industriale molto complessa, variegata e articolata. I volumi prodotti dal territorio fiorentino ramificano una filiera di aziende che conta intorno ai 5000 addetti.
• L’esigenza di governare l’apparato produttivo con organicità e controllo per il mantenimento di livelli qualitativi elevati è tutt’oggi una sfida di politica industriale a cui il sindacato risponde prontamente, con la consapevolezza dell’importanza di contribuire a determinare le ricaduta sul territorio
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Il percorso
1. Accordo di sostenibilità sociale
2. Accordo di sostenibilità economica
3. Accordo di sostenibilità competitiva
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La Sostenibilità Sociale
• A seguito della prima “invasione” cinese all’interno del circondario fiorentino, le organizzazioni sindacali lanciano l’allarme “legalità” nel settore moda
• Nel 2004 il Protocollo firmato da Gucci con le Organizzazioni Sindacali è una risposta di politica industriale che tenta di governare una filiera fino adallora non regolamentata, non controllata e non monitorata.
• L’accordo sottoscritto tra Azienda, Sindacato e Regione prevede :
– La mappatura delle aziende che compongono la filiera
– Regolamentazione dei requisiti delle aziende di sub fornitura tra prima fascia e seconda fascia: le aziende devono essere certificate SA 8000 e hanno una clausola rescissoria unilaterale nel caso di non riscontro dei criteri “socialmente responsabili” da adottare.
– Viene esclusa la possibilità di sub-sub fornitura alla terza fascia.
– Una agenzia preposta ai controlli deve rendere conto ma al comitato appositamente costituito : azienda – sindacati – regione toscana.
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La sostenibilità economica
• Nel settore della moda, nella fascia del lusso, la flessibilità dei picchi produttivi snerva e collassa la filiera produttiva, composta delle piccole e medie imprese.
• Gli artigiani sollevano il problema della produttività e remunerazione della filiera. Si aggregano così nel sistema di relazioni industriali partecipative già consolidato tra Gucci e Organizzazioni Sindacali.
• Si allarga la platea delle relazioni e viene sottoscritto il protocollo di sostenibilità economica tra Azienda Gucci, Sindacato, Cna e Confindustria che prevede:
– Viene individuata una soluzione al “minutaggio” e al “costo/minuto”, ovvero quanti minuti servono per produrre una borsa e quanto viene ripagata al minuto. Non c’è ufficialmente una tariffa minima, ma una analisi e monitoraggio costante dei singoli bilanci aziendali, per verificare se i componenti della filiera mantengono redditività. Questo lavoro viene svolto dalla UNIFI e condiviso dai soggetti firmatari del comitato.
– Attenuazione dei picchi produttivi con il tentativo di organizzare tutto quanto è programmabile.
– Accesso al credito. È Gucci che nei confronti degli istituti bancari fa da garante per consentire l’approvvigionamento finanziario utile
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La sostenibilità competitiva
• Il mercato del lusso richiede alta qualità di produzione e mantenimento di alti standard di know how ,
• Grazie ad un clima di relazioni industriali partecipative e consolidate viene siglato nel 2014 un accordo che alza l’asticella sugli investimenti per mantenere e migliorare la capacità competitiva: – Innovazione tecnologica e manageriale
– Formazione professionale per le maestranze con l’alta scuola di pelletteria.
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PROGETTO LEGALITA’:
LA QUALIFICAZIONE DI FILIERA DELLA PELLETTERIA
• La concorrenza sleale sul territorio, la tendenza all’abbassamento
dei costi e quindi della qualità come unica forma di competizione impone adesso di trovare un percorso per la protezione dei grandi valori del territorio fino ad un vero e proprio patto industriale.
• Nel settore della pelletteria, l’attenzione alle politiche di valorizzazione del capitale umano e di controllo sull’eticità della filiera di produzione costituisce un fattore competitivo su cui molte imprese del territorio fondano oggi le loro strategie.
• Nella linea di questo indirizzo, è rilevante il riferimento a normative legate alla subfornitura.
• L’adozione di standard gestionali e di sistemi di controllo sulla catena di fornitura permette di limitare i rischi di interruzione della produzione, si rivela premiante sotto il profilo delle garanzie sociali, della credibilità, dell’immagine aziendale e incoraggia l’assunzione di comportamenti trasparenti e virtuosi.
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Obiettivo del progetto
• Il Protocollo di Legalità ha quale obiettivo primario la sensibilizzazione delle imprese ad essere parte attiva nella qualificazione e sostenibilità del sistema delle filiere della moda, nel rispetto delle regole e della concorrenza leale.
• Con il Protocollo saranno anche rafforzati i meccanismi di cooperazione e i circuiti informativi tra mondo imprenditoriale e associativo e forze dell’ordine.
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Gli elementi cardine del protocollo
• consegnare la mappatura aggiornata dell’intera catena di subfornitura, ogni 6 mesi, alle organizzazioni di rappresentanza al fine di elaborare utili misure di prevenzione e di supporto in accordo con gli enti preposti al controllo;
• definire le modalità per destinare i volumi impiegati dalle aziende nelle quali vengono riscontrate delle non conformità ad aziende ritenute conformi, per favorire l’occupazione e il lavoro regolare e l’eventuale riassorbimento della manodopera in condizioni di legalità;
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Elenco degli impegni delle imprese
Effettuare una selezione qualificata dei partner commerciali, prevedendo contrattualmente che impegnino a:
• autorizzare l’acquisizione, trattazione e conservazione dei dati personali necessari; • fornire i dati necessari per la richiesta di documentazione antimafia; • comunicare le eventuali variazioni dei dati riportati nel certificato camerale, con particolare
riferimento a quelle intervenute dopo il rilascio della • documentazione antimafia in relazione ai soggetti di cui all’art. 85 del Codice antimafia; • consegnare copia del DURC; • osservare la disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro; • rispettare le prescrizioni normative relative al diritto del lavoro e applicare i CCNL di
riferimento; • rispettare la tracciabilità dei flussi finanziari per i pagamenti di importo pari o superiore a
1.000 euro; • denunciare i fenomeni estorsivi subiti dagli stessi o dai propri dipendenti familiari e
collaboratori; • inserire nei contratti con i vendors clausole risolutive espresse a garanzia del rispetto degli
adempimenti sopra richiamati.
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Attori coinvolti:
• Associazioni Datoriali e Organizzazioni Sindacali • Ministero dell’Interno • Prefettura • Autorità di controllo e di pubblica sicurezza (Guardia di
Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato) • ASL • Agenzia delle Dogane • CCIAA Firenze • Regione Toscana • Amministrazioni locali • Brand del territorio • Organi di stampa
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Attività del progetto
• Avviare un tavolo di lavoro e di confronto sui modelli adottati per il controllo della filiera
• Condividere informazioni, sviluppare capillari processi di monitoraggio, definire un modello di tracciabilità dei processi produttivi e qualificazione della filiera.
• Adottare una metodologia di monitoraggio di conformità della filiera
• Dotarsi di una piattaforma condivisa di raccolta, aggregazione ed elaborazione delle informazioni strategiche delle filiere di produzione in grado di:
• produrre indicatori aggregati di valorizzazione del territorio • costruire una comunicazione che renda trasparenti i
risultati e i valori del territorio
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