La normativa “UNI 11182 Beni Culturali” · Lessico del Degrado Per quanto riguarda il Lessico...

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Politecnico di Milano Facoltà di Architettura e Società Laboratorio di Progettazione dell’Architettura 2 Prof. Marco Cofani Valutazioni Analitiche dei Materiali dell’Edilizia Storica Lessico del Restauro: La normativa “UNI 11182 Beni Culturali”

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Politecnico di Milano – Facoltà di Architettura e Società

Laboratorio di Progettazione dell’Architettura 2

Prof. Marco Cofani

Valutazioni Analitiche dei Materiali dell’Edilizia Storica

Lessico del Restauro:

La normativa “UNI 11182 Beni Culturali”

Lessico del Restauro: quale linguaggio?

UNI 11182 Beni CulturaliMateriali lapidei naturali e artificiali

Descrizione delle forme di alterazione – termini e definizioni

(2006)

NorMaL 1/88 UNI 11182

lacuna, scagliatura,

mancanza, fessurazione

come lo chiamo??

La commissione NorMaL (Normativa Manufatti Lapidei)

è nata con lo scopo di stabilire metodi unificati

per lo studio delle alterazioni

e per il controllo dell’efficacia dei trattamenti conservativi

su manufatti di interesse storico-artistico

Negli anni la commissione si è divisa in

gruppi specifici per ogni ambito della

conservazione

I diversi gruppi hanno elaborato dei documenti

chiamati “Raccomandazioni”

Dal 1996 in poi il NorMaL è entrato a far parte

dell’UNI (Ente Unificazione Italiano)

Le raccomandazioni sono state tramutare in documenti UNI(in molti casi il lavoro è in corso)

Lessico del Degrado

Per quanto riguarda il Lessico del Degrado:

NorMaL 1/88

“Alterazioni Macroscopiche dei Materiali Lapidei”

(1988)

UNI 11182 Beni Culturali

Materiali lapidei naturali e artificiali

Descrizione delle forme di alterazione – termini e definizioni

(2006)

“Alterazione” e “Degrado”

ALTERAZIONE

Una modificazione del materiale che non implica

necessariamente un peggioramento delle sue

caratteristiche sotto il profilo conservativo

DEGRADO

Una modificazione del materiale che implica sempre

un peggioramento delle sue caratteristiche sotto il

profilo conservativo

Suddivisione dei Degradi in Classi

1)

Fenomeni che producono un APPORTO DI MATERIALE ESTRANEO

Questi fenomeni possono:

non trasformare i materiali originali (ALTERAZIONE)

trasformare i materiali originali (DEGRADO)

2)

Fenomeni che producono ASPORTO DI MATERIALE ORIGINALE

3)

Fenomeni che non producono

NÉ ASPORTO NÉ APPORTO DI MATERIALE

Le definizioni UNI 11182 possono essere così suddivise:

ALTERAZIONE per apporto

DEPOSITO superficiale di polveri (particellato atmosferico)

MACCHIE, dovute soprattutto alla vicinanza di metalli.

Esse sono originate dal deposito, nei pori superficiali, di idrossidi di ferro, o

carbonati di rame, trasportati in soluzione dall’acqua, ma che non alterano la

roccia

Degrado per apporto, senza alterazione dei materiali originali:

INCROSTAZIONE: si può inserire in una delle diverse classi solo dopo aver

verificato la provenienza del materiale che la costituisce

COLATURA: si può inserire in una delle diverse classi solo dopo aver verificato

la provenienza del materiale che la costituisce

ALTERAZIONE per apporto

PATINE organiche (non biologiche!!), non portano alterazioni.

Sono dovute alla presenza di proteine o di grassi (oli dati in passato, ad

esempio, oppure derivati dal grasso delle mani). In alcuni casi possono essere

pulite con solventi chimici, ma poiché non alterano i materiali, possono anche

essere lasciate sui monumenti.

Secondo C. Brandi, la patina documenta l’autenticità dell’opera e va quindi

rispettata e conservata

FRONTE DI RISALITA l’inizio del fenomeno è caratterizzato da un apporto di

acqua nelle murature, non concomitante a perdite

PELLICOLA apporto VOLONTARIO di materiale, (azione antropica). Bisogna

verificare se comporta o meno degrado

Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile, generalmente scarsa coerenza e

scarsa aderenza al materiale sottostante

Deposito Superficiale

Deposito Superficiale

Macchia

Variazione cromatica localizzata della superficie,

correlata sia alla presenza di determinati componenti naturali del materiale

(concentrazione di pirite nei marmi) sia alla presenza di materiali estranei

(acqua, prodotti di ossidazione di materiali metallici, sostanze organiche,

vernici, microrganismi per esempio)

Macchia

Macchia

Colatura

Traccia ad andamento verticale.

Frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento parallelo

Incrostazione

Deposito stratiforme compatto e generalmente aderente al substrato.

Si definisce concrezione quando il deposito è sviluppato

preferenzialmente in una sola direzione non coincidente con la

superficie lapidea e assume forma stalattitica o stalagmitica

Patina

Modificazione naturale della superficie non collegabile a fenomeni di degrado

e percepibile come una variazione del colore originario del materiale

Pellicola

Strato superficiale trasparente o semitrasparente di sostanze

coerenti fra loro ed estranee al materiale lapideo (pellicola protettiva,

pellicola con funzioni estetiche, pellicola ad ossalati, ecc.)

Pellicola

Fronte di Risalita

Limite di migrazione dell’acqua che si manifesta con la formazione di

efflorescenze e/o perdita di materiale.

E’ generalmente accompagnato da variazioni della saturazione del colore nella

zona sottostante.

Fronte di Risalita

DEGRADO per apporto

Degrado per apporto che causa anche alterazioni dei

materiali originali:

Formazione di PATINE BIOLOGICHE (soprattutto in aree umide), costituite da

colonie di batteri o da alghe monocellulari

PRESENZA DI VEGETAZIONE costituita da piante superiori, dannosa per la

penetrazione delle radici nelle fratture

COLONIZZAZIONE BIOLOGICA di licheni, funghi o muschi, che sono spesso

causa di aggressioni maggiori alle rocce, specialmente attraverso la soluzione

chimica di alcuni minerali, e in quanto trattengono la pioggia

GRAFFITO VANDALICO

EFFLORESCENZE: depositi superficiali di sali solubili trasportati dalle acque

“circolanti” nei muri

CROSTA originata dalla solfatazione dei carbonati e dalla loro successiva

ricristallizzazione

DEGRADO per apporto

Patina Biologica

Strato sottile ed omogeneo, costituito prevalentemente da microrganismi,

variabile per consistenza, colore e adesione al substrato

Patina Biologica

Colonizzazione Biologica

Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/o macro

organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante superiori)

Colonizzazione Biologica

Presenza di Vegetazione

Presenza di individui erbacei, arbustivi o arborei

Modificazione dello strato superficiale del materiale lapideo.

Di spessore variabile, generalmente dura, la crosta è distinguibile

dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso

per il colore.

Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere,

si presenta disgregato e/o polverulento

Crosta

Crosta

Crosta

Efflorescenza

Formazione superficiale di aspetto cristallino o polverulento o

filamentoso, generalmente di colore biancastro

Efflorescenza

Graffito Vandalico

Apposizione indesiderata sulla superficie di vernici colorate

DEGRADO per Asporto

LACUNE e DISTACCHI probabili nei diversi casi sopra indicati

MANCANZE date da azioni meccaniche dell’uomo

ESFOLIAZIONI e SCAGLIATURE nei casi in cui i sali solubili o il gelo

agiscano nelle microfratture prodotte da sbalzi termici o da lavorazioni

EROSIONE data da fenomeni fisici\meccanici

ALVEOLIZZAZIONE - DEGRADO DIFFERENZIALE - DISGREGAZIONE le

acque circolanti nei muri depositano sali solubili all’interno della roccia,

portandola alla disgregazione; oppure il vento e la pioggia battente possono

asportare le particelle separate, oppure a causa di sbalzi termici, etc….

PITTING nel caso in cui vegetali, come i licheni, scavano con il tallo le rocce

Degrado per asporto di materiale originale nei seguenti casi:

Pitting

Formazione di fori ciechi, numerosi e ravvicinati.

I fori hanno forma tendenzialmente emisferica con diametro massimo di

pochi millimetri

Pitting

Alveolizzazione

Presenza di cavità di forma e dimensioni variabili, dette alveoli, spesso

interconnesse e con distribuzione non uniforme

Alveolizzazione

Degradazione Differenziale

Perdita di materiale dalla superficie che evidenzia l’eterogeneità

della tessitura e della struttura

Degradazione Differenziale

Disgregazione

Decoesione con caduta del materiale sotto forma di polvere o

minutissimi frammenti. Talvolta viene utilizzato il termine

polverizzazione

Disgregazione

Erosione

Asportazione di materiale dalla superficie che nella maggior parte dei

casi si presenta compatta

Erosione

Esfoliazione

Formazione di una o più porzioni laminari, di spessore molto ridotto e

subparallele tra loro, dette sfoglie

Esfoliazione

Scagliatura

Presenza di parti di forma irregolare, spessore consistente e non

uniforme, dette scaglie, generalmente in corrispondenza di soluzioni di

continuità del materiale originario

Mancanza

Perdita di elementi tridimensionali (braccio di una statua, ansa di

un'anfora, brano di una decorazione a rilievo, ecc.)

Mancanza

Distacco

Su malte:

soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra loro che rispetto al

substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi

Su materiali ceramici:

soluzione di continuità tra rivestimento ed impasto o tra due rivestimenti

Distacco

Lacuna

Perdita di continuità di superfici

(parte dell’intonaco e di un dipinto, porzione di impasto o di

rivestimento ceramico, tessere di mosaico, ecc.).

Degrado degli intonaci

Il Degrado senza asporto né apporto

DEFORMAZIONI possono verificarsi con il tempo nei materiali litici tagliati in

lastre sottili ed esposti agli agenti atmosferici

RIGONFIAMENTI dello strato esterno possono essere prodotti da percussioni

perpendicolari alle superfici, che causano microfratture interne, o da agenti

che “spingono” lo stato superficiale

FRATTURAZIONI, che possono essere prodotte da agenti fisici naturali o

dall’uomo, senza che nulla venga asportato

Il degrado senza asporto né apporto di materiale avviene:

ALTERAZIONE CROMATICA

Fratturazione - Fessurazione

Soluzione di continuità nel materiale che implica lo spostamento

reciproco delle parti

Rigonfiamento

Sollevamento superficiale localizzato del materiale di forma

e consistenza variabili

Variazione della sagoma o della forma che interessa l'intero spessore

del materiale

Deformazione

Deformazione

Alterazione Cromatica

Variazione naturale, a carico dei componenti del materiale, dei

parametri che definiscono il colore.

E’ generalmente estesa a tutto il materiale interessato; nel caso

l’alterazione si manifesti in modo localizzato è preferibile utilizzare il

termine macchia

Alterazione Cromatica

Esercitazione

1. Riconoscere i materiali (pietre, intonaci, laterizi) e gli elementi

costruttivi dell’edificio (architravi, infissi, solai, volte)

2. Riconoscere i fenomeni di degrado/alterazione in base alla

UNI 11182 BC (v. legenda)

3. Restituire una mappatura dei materiali e dei degradi (due

elaborati separati) delle superfici analizzate

Come fare:

Osservare da vicino le superfici

Mappare il perimetro di ciascun materiale/degrado

Scattare foto pro-memoria

Approfondirne la descrizione con l’aiuto del docente e della

bibliografia:

Esercitazione

Recupero e restauro degli edifici storici: guida pratica al

rilievo e alla diagnostica

Musso, Stefano F.

2006

Esercitazione