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Ufficio Speciale prevenzione e protezione Collana “Cultura della sicurezza” La movimentazione dei CariChi e i movimenti ripetitivi Quaderno informativo n. 13

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Ufficio Speciale

prevenzione e protezione

Collana “Cultura della sicurezza”

La movimentazione dei CariChi

e i movimenti ripetitivi

Quaderno informativo n. 13

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Collana “Cultura della sicurezza”

La movimentazione dei CariChi

e i movimenti ripetitivi

Quaderno informativo N. 13

Ufficio Speciale

prevenzione e protezione

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

CF 80209930587 P.IVA 02133771002

Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione

P.le Aldo Moro 5 – 00185 Roma

T (+39) 06 49694157/158; F (+39) 06 49694149

E-Mail: [email protected]

Web: www.uniroma1.it/uspp

edizione 2014

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Sommario

1 prefazione pag 4

2 ambito normativo pag 5

3 La movimentazione manuale dei carichi pag 6

3.1 Elementi di riferimento Pag 6

3.2 Fattori individuali di rischio Pag 8

3.3 Patologia del rachide Pag 8

3.4 Il carico lombare Pag 9

4.1 Patologia clinica Pag 8

3.5 La valutazione del rischio Pag 11

3.6 Le misure di prevenzione e protezione Pag 12

4 i movimenti ripetitivi pag 13

4.1 La valutazione del rischio Pag 15

4.2 Le misure di prevenzione e protezione Pag 16

5 appendice pag 18

5.1 Norme per la corretta movimentazione dei carichi Pag 18

5.2 Norme per il corretto posizionamento dei materiali su scaffali Pag 23

6 obblighi dei lavoratori pag 24

Pag 3

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Pag 4

1 prefazione

Nel rispetto dell’art. 36 (Informazione ai lavoratori) del D.Lgs. 81 del 9 Aprile2008 e s.m.i., questa pubblicazione è destinata a tutti coloro che operano neisettori della logistica e della movimentazione merci e, più in generale, ailavoratori impegnati nelle attività di movimentazione manuale dei carichi, iviinclusi coloro che eseguono movimenti o cicli di movimenti ripetitivi ad altafrequenza, al fine di promuovere la partecipazione attiva e diretta dei lavoratorinella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, attraverso laconoscenza dei rischi connessi con tale attività.

Per una più attenta analisi della natura dei rischi, propri della movimentazionemanuale dei carichi, è opportuno porre in evidenza che il manifestarsi dellepossibili conseguenze sulla salute e sulla sicurezza, è legata a diversecondizioni, tra le quali, la durata del periodo di esposizione.

Ciò vale a dire che coloro che abitualmente sono impegnati nel manipolare emovimentare dei carichi, risultano più esposti alle conseguenze, in particolarea malattie professionali (ernia del disco, lombalgie croniche, da sforzo…),rispetto ad altri che magari lo fanno solo occasionalmente e possono subireinfortuni, più o meno lievi, (schiacciamenti, abrasioni strappi muscolari)comunque dannosi.

In entrambi i casi rimane, quindi, la necessità di rispettare i consigli e alcunesemplici regole, descritte all’interno di questa pubblicazione, per effettuarecorrettamente le azioni di approccio al carico, ovvero: la presa, la spinta, iltraino, il sollevamento, il trasporto ed il rilascio, che sono, per l’appunto, quelleche possono determinare le criticità più frequenti alla base degli infortuni edelle malattie professionali.

E’ essenziale quindi che i lavoratori agiscano nel rispetto delle procedure disicurezza previste, e che collaborino con il datore di lavoro, il dirigente ed ilpreposto per un efficace azione di prevenzione a beneficio della propria salutee sicurezza.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

2 ambito normativo

Il D.Lgs. n. 151 del 26 marzo 2001 “Testo unico delle disposizioni legislative in materiadi tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 dellalegge 8 marzo 2000 n. 53”, stabilisce, tra l’altro, che le donne in gestazione e fino asette mesi dopo il parto non devono essere adibite al trasporto e al sollevamento di pesi.

I riferimenti normativi e le metodologie applicative adessi correlati che, nell’assieme, regolamentano i diversiaspetti legati alla movimentazione manuale dei carichi,sono:

Il D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. (testo unico della salute esicurezza negli ambienti di lavoro);Il D.Lgs. n. 151 del 26 Marzo 2001.

Il D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., riporta le norme che devono essere applicate alleattività lavorative, comportanti la movimentazione manuale dei carichi. Talenorma, è orientata principalmente agli aspetti organizzativi del lavoro, eobbliga il datore di lavoro ad adottare le misure necessarie per prevenire irischi, e utilizzare mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, percontenere l’esigenza della movimentazione manuale dei carichi da parte deilavoratori.

a tale fine il datore di lavoro:

deve valutare, se possibile, anche in fase di progettazione, le condizioni disicurezza e di salute connesse alle attività lavorative della movimentazionedei carichi, tenendo conto dell’allegato XXXIII;

Per effettuare la valutazione dei rischi, può assumere le norme tecniche oveapplicabili, le buone prassi e le linee guida quali criteri di riferimento perl’adempimento dei propri obblighi. Tra le norme tecniche da assumere comeriferimento, il Testo Unico sulla Sicurezza, richiama specificatamente lenorme Uni iSo 1,2 e 3.

L’allegato XXXIII, in relazione alla prevenzione dei fattori individuali di rischiodella movimentazione manuale dei carichi, stabilisce che bisogna tenere contodell’idoneità fisica a svolgere tale mansione, e delle differenze di genere e dietà dei lavoratori.

Pag 5

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Pag 6

Per movimentazione manuale dei carichi si intendono le operazioni di trasportoo sostegno di un carico, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o inconseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi dipatologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. Perpatologie da sovraccarico biomeccanico si intendono quelle che interessano lestrutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

3 La movimentazione manuale dei carichi

L’allegato XXXiii al d.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., stabilisce che:la prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, inparticolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazionemanuale dei carichi, deve considerare, in modo integrato, il complesso deglielementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio.

Gli elementi di riferimento che nella movimentazione manuale di un caricodebbono essere opportunamente considerati, in quanto possono costituire unrischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari,sono:

3.1 elementi di riferimento

Caratteristiche del carico, quando:

E’ troppo pesante.

E’ ingombrante o difficile da

afferrare.

E’ in equilibrio instabile o il suo

contenuto rischia di spostarsi.

E’ collocato in una posizione tale per

cui deve essere tenuto o

maneggiato a una certa distanza dal

tronco o con una torsione o

inclinazione del tronco.

Può, a motivo della sua struttura

esterna e/o della sua consistenza,

comportare lesioni per il lavoratore,

in particolare in caso di urto.

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Caratteristiche dell’ambiente di lavoro, quando:

lo spazio libero, in particolareverticale, è insufficiente per losvolgimento dell’attività richiesta;il pavimento è ineguale, quindipresenta rischi di inciampo o èscivoloso;il posto o l’ambiente di lavoro nonconsentono al lavoratore lamovimentazione manuale dei carichi aun’altezza di sicurezza o in buonaposizione;il pavimento o il piano di lavoropresenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi;il pavimento o il punto di appoggio sono instabili;la temperatura, l’umidità o la ventilazione sono inadeguate.

esigenze connesse all’attività, quando:

gli sforzi fisici che sollecitano inparticolare la colonna vertebrale, sono troppo frequenti otroppo prolungati;le pause e i periodi di recuperofisiologico sono insufficienti;le distanze di sollevamento, diabbassamento o di trasporto, sonotroppo grandi;il ritmo imposto da un processo nonpuò essere modulato dal lavoratore.

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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Sforzo fisico richiesto, quando:

E’ eccessivo.Può essere effettuato soltanto con unmovimento di torsione del tronco.Può comportare un movimento bruscodel carico.E’ compiuto col corpo in posizioneinstabile.

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3.3 patologia del rachide

ll rachide, o colonna vertebrale, è lastruttura di sostegno della testa e deltronco e di protezione per il midollospinale. Sebbene talvolta ci si riferisceesclusivamente alla colonna vertebrale,con il termine rachide vanno inclusi, oltrealla parte ossea (vertebre), i legamenti, imuscoli, i nervi (col midollo spinale), ivasi sanguigni e i dischi intervertebrali.

Il disco intervertebrale è un vero e proprioammortizzatore naturale, interposto trauna vertebra e l'altra con la funzione diopporsi alle compressione che grava sullestesse, dovute alle tensioni e allesollecitazioni di torsione.

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

3.2 Fattori individuali di rischio

Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela esostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratoreimpegnato nella movimentazione manuale dei carichi, può correre un rischionei seguenti casi:

inidoneità fisica a svolgere il compito in questione tenuto altresì conto delledifferenze di genere e di età;indumenti, calzature o altri effetti personali, indossati dal lavoratore, cherisultano non appropriati;insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione odell’addestramento.

Il disco intervertebrale, consente alle vertebre sovrapposte una certa mobilità,per cui la colonna può, entro certi limiti, flettersi in tutte le direzioni, edeseguire movimenti di rotazione.

La patologia del rachide si manifesta principalmente con dolore, talvoltaaccompagnato da limitazioni motorie più o meno accentuate.

diSCo

intervertebraLevertebre oSSee

Legamenti

nUCLeo poLpoSo

midoLLo SpinaLe

Pag 8

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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La movimentazione manuale di carichi eccessivi, sia assiali che rotazionali,che può provocare:

- un processo degenerativo del disco intervertebrale, che consiste in una lenta e graduale perdita di liquidi, che porta la struttura ad essere più densa e rigida, quindi meno mobile e incapace di ammortizzare i carichi(Trofismo).

- microfessurazioni cartilagineelimitanti, in conseguenza delle quali l'intero disco, sotto sforzo,viene spinto oltre i bordi del piattovertebrale (Protrusione discale)

- fuoriuscita del nucleo polposo daldisco intervertebrale (Ernia del disco)

Tra le principali cause riconducibili alla movimentazione manuale dei carichi,che possono provocare patologie alla regione dorso lombare del rachide, sievidenziano con:

3.4 il carico lombare

Nella movimentazione manuale dei carichi, la compressione deidischi intervertebrali, è uno dei principali fattori da considerareper stabilire un rischio lavorativo da sovraccarico biomeccanicodel rachide lombare.Il carico lombare è la risultante delle forze di compressione chegravano sulle vertebre della zona lombare della colonnavertebrale.L’incidenza del carico lombare è conseguente alla modalità diapproccio al carico adottata dal lavoratore, ovvero alle manovreeseguite al momento della presa, che determina la posizionepre-sollevamento e quindi l’angolo di inclinazione del tronco,durante l’azione di sollevamento.

La postura fissa prolungata, puòcausare:

- alterazioni del trofismo del discointervertebrale

- un processo degenerativo deldisco intervertebrale.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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La tabella evidenzia le differenti incidenze del carico lombare nel sollevamentodi carichi di peso diverso ed osservati in funzione del valore dell’angolo diinclinazione del tronco.

E’ accertato che, rispetto ai lavoratori esposti a carichi lombari inferiori a 250kg, l’incidenza della lombalgia (mal di schiena) risulta:

- 5 volte superiore per quelli sottoposti a carichi lombari da 250 a 650 kg.- 10 volte nei soggetti esposti a carichi lombari superiori a 650 kg.

- Un carico lombare fino a 250 kgfavorisce l’eliminazione delle scoriedel disco intervertebrale.

- Un carico lombare intenso, convalori compresi tra 250 e 650 kg,può provocare possibili danni allecartilagini vertebrali condegenerazione del discointervertebrale.

Si tenga conto che all’atto del sollevamento del carico:

angolo inclinazione del tronco αpeso del carico movimentato

0 Kg 10 Kg 20 Kg 30 Kg

0° 50 Kg 60 Kg 70 Kg 80 Kg

30° 150 Kg 190 Kg 240 Kg 280 Kg

60° 250 Kg 330 Kg 400 Kg 470 Kg

90° 300 Kg 380 Kg 460 Kg 540 Kg

α

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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3.5 La valutazione del rischio

Le patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico rappresentano unfenomeno che investe il mondo del lavoro determinando un numeroconsistente di casi di malattie professionali.

Il verificarsi di tali situazioni è riconducibile, il più delle volte, alla scarsaapplicazione dei principi ergonomici nella progettazione dei posti di lavoro,intesi sia come ambiente strutturale sia come organizzazione del lavoroattraverso l’adozione di specifiche norme e procedure tecnico-operative,rispetto alle quali l’articolo 168 del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i., con rimandoall’allegato XXXIII fa espresso riferimento.

E’ necessario, quindi, considerare in profondità le condizioni di potenzialerischio biomeccanico, avvalendosi di tecniche di analisi quantitativa, i cui esiticonsentono di individuare le possibili soluzioni tecnico-organizzative applicabilial fine di contenere il livello di rischio.

Tra i metodi per la valutazione del rischio da movimentazione manuale deicarichi a cui si riconoscono la fondatezza scientifica e la validità operativa, sievidenziano:

Le norme tecniche della serie ISO 11228, parti 1-2-3 (indicate nell’allegatoXXXIII), relative alle attività di movimentazione manuale (sollevamento,trasporto, traino, spinta, movimentazione di carichi leggeri ad altafrequenza);Le tavole di Snook-Ciriello, ovvero le tabelle dei dati psicofisici per le attivitàdi traino, spinta e trasporto di carichi in piano;Il metodo NIOSH, per attività di sollevamento di carichi, che utilizzandoinformazioni attinenti la movimentazione, consente di determinare il valoredi alcuni parametri utili ai fini della valutazione del rischio, quali: il pesolimite raccomandato, l’indice di sollevamento (o indicatore di rischio) dal cuivalore può dipendere, tra l’altro, l’attivazione di appropriate azioni diprevenzione.

In relazione alle specifiche che caratterizzano la movimentazione manuale dei carichieseguita nell’ambiente di lavoro, si potrà utilizzare, tra quelle indicate, lametodologia più appropriata ai fini della valutazione del rischio.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

tenuto conto di quanto riportato nell’allegato XXXiii, il datore di lavoro:

fornisce ai lavoratori esposti alrischio le informazioni sul peso esulle altre caratteristiche del caricomovimentato;assicura ad essi la formazioneadeguata sui rischi lavorativi e sullemodalità di corretta esecuzionedelle attività di movimentazione;assicura ai lavoratori un adeguatoaddestramento in merito allecorrette manovre e procedure daadottare nella movimentazionemanuale dei carichi.

il medico competente sulla base delle informazioni in suo possesso,ricavate da:

Il datore di lavoro sottopone i lavoratori esposti a rischio a sorveglianza sanitaria.

3.6 Le misure di prevenzione e protezione

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Valutazione del rischio;Fattori individuali di rischio;Esiti delle visite di idoneità allamansione specifica dei lavoratori,anche in relazione alle differenze digenere;

tenendo conto delle esigenzeconnesse all’attività, può fornire delleindicazioni utili anche ai fini delladeterminazione del limite di pesosollevabile.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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4 i movimenti ripetitivi

I potenziali rischi per la salute sonoriconducibili a patologie dasovraccarico biomeccanico dellaspalla, del gomito e del sistemapolso-mano (peraltro già inserite nelnuovo elenco delle malattieprofessionali, pubblicato nel S.O.della G.U. n. 70 del 22 Marzo2008), dovute a microtraumi eposture incongrue degli artisuperiori, a seguito di attivitàeseguite con ritmi continui eripetitivi, in un lasso temporale dicirca la metà del turno di lavoro.

I risultati della sorveglianza sanitariahanno richiamato l’attenzione dellaMedicina del Lavoro sullapericolosità per il sistema muscolo-scheletrico, dei movimenti ripetitivi

I movimenti ripetitivi sono quelli che richiedono una sistematica ripetizione,spesso ad alta frequenza, di movimenti o cicli di movimenti identici con sforzimuscolari degli arti superiori, anche senza movimentazione di carichi o conmovimentazione di carichi di peso singolarmente irrisorio.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

mansioni con sintomatologie correlabili ai movimenti ripetitivie patologie connesse

Nel prospetto che segue sono riepilogate alcune delle mansioni lavorative per le quali èstata accertata una maggiore frequenza di sintomatologie/patologie agli arti superiori.

mansione

lavorativa

Sintomatologia

patologia

Assemblaggio in

catena

Tendinite spalla

polso

Tunnel carpale

Stretto toracico

Dattilografia

Data entry

Lavoro alla

cassa

Tunnel carpale

Stretto toracico

Levigatura

Molatura

Tenosinovite

Stretto toracico

Tunnel carpale

Sindrome De

Quervain

Assemblaggio

sopra la testa

(imbianchini,

meccanici auto)

Tendinite spalla

Sindrome De

Quervain

Taglio-cucito

Tunnel carpale

Stretto toracico

Sindrome De

Quervain

Micro -

assemblaggio

Tensione

cervicale

Stretto toracico

Epicondilite

Tendinite polso

Uso strumenti

musicali

Tendinite polso

Tunnel carpale

Epicondilite

Lavori al banco

(taglio vetri,

ecc.)

Intrappolamento

nervo ulnare

mansione

lavorativa

Sintomatologia

patologia

Costruzioni

Movimentazione

materiali

Magazzinaggio

Stretto toracico

Tendinite spalla

Confezionament

o e

impacchettatura

Tensione cervicale

Tunnel carpale

Sindrome De

Quervain

Guida camion Stretto toracico

Preparazione

cibi

Sindrome De

Quervain

Tunnel carpale

Carpenteria

Sindrome De

Quervain

Tunnel carpale

Macellazione

Sindrome De

Quervain

Tunnel carpale

Distribuzione

postale

Sindromi della

spalla

Sala operatoria

Sindrome De

Quervain

Tunnel carpale

Pag 14

Fonte: SPRESAL-ASL RM-H (Dott. S. Battistini - Prof. A Messineo)

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Pag 15

4.1 La valutazione del rischio

Per il controllo dell’esposizione al rischioderivante dalla movimentazione dicarichi leggeri ad alta frequenza(peraltro espressamente citati nellaparte conclusiva dell’allegato XXXIII delD.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.), non èpresente una regolamentazionespecifica, sia nella normativa Europeache in quella Nazionale.

La norma, utilizza preferenzialmenteil metodo OCRA (OccupationalRipetitive Action), laddove simovimentano carichi leggeri (1-3Kg), ad alta frequenza (>10 Volte alMinuto), per valutare condizioni disovraccarico biomeccanico di trattidiversi dal rachide lombare (Es.spalla, gomito), in tutte le attività disollevamento dei carichi.

Un metodo per valutare e gestire condizioni di movimentazione manualedi carichi leggeri ad alta frequenza, che, in vista di misure correttive,tecniche ed organizzative, può essere di aiuto e supporto alla valutazionedel rischio, è quello proposto dalla Norma ISO 11228-3.

Il rischio, tuttavia, deve essere accertatoe valutato, nel rispetto generale deldisposto dell’art. 28, comma 1 del testoUnico sulla sicurezza del lavoro.

100°

60°

15° 20°0°

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

4.2 Le misure di prevenzione e protezione

Tra le azioni di prevenzione e protezione del rischio specifico, conseguente aimovimenti ripetitivi, vengono significativamente attuate:

La rivalutazione circostanziata delleturnazioni e dei tempi dellelavorazioni che richiedono cicli eritmi ripetitivi e continuativi.

La meccanizzazione el’automazione dei processi cherisultano più gravosi.

L’informazione e la formazione deilavoratori.

La sorveglianza sanitaria che, nelcaso di rilevata sintomatologia acarico degli arti superiori, deveessere attivata in modo mirato.

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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5 appendice

5.1 norme per la corretta movimentazione dei carichi

Non si devono sollevare carichi se il corpo non assume una posizione benequilibrata e il busto una posizione eretta. Per sollevare un carico senzaincorrere in uno sforzo eccessivo è necessario:

Durante il trasporto è opportunomantenere il carico appoggiato alcorpo, con il peso ripartito sullebraccia, evitando rotazioniimprovvise del busto o movimentibruschi.

E’ indispensabile assumeresempre una posizione correttapoiché il peso di un carico incidesulle vertebre lombari in mododifferente a seconda dellapostura assunta.

Afferrare il carico con il palmodelle mani mantenendo le gambedivaricate, con i piedi ad unadistanza di 20/30 cm tra loro,affinché sia garantito l’equilibriodurante l’operazione.

Sollevare il carico gradualmentedal punto di appoggio.

Eseguire il sollevamento con laschiena in posizione eretta e conle braccia rigide in modo tale chelo sforzo sia sopportatoprevalentemente dai muscolidelle gambe.

no

Si

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noNon sollevare un peso a schienacurva.

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

E’ opportuno controllare sempre il carico da movimentare poiché le superficidegli imballi o del componente movimentato possono presentare parti taglienti,pungenti o scheggiate che possono provocare ferite alle mani.

Durante la movimentazione deicarichi è necessario indossareguanti protettivi e calzature disicurezza

I carichi con possibilità di unappoggio a terra e gli imballi digrosse dimensioni devono esserespinti evitandone il sollevamento.

Operare senza curvare la schiena epossibilmente di dorso

Prima di sollevare e trasportaremanualmente un carico ènecessario conoscerne il peso, ilsenso di sollevamento, gli eventualipunti di presa e le caratteristichedel contenuto.

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no

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Pag 19

Non eseguire una torsione delbusto durante lo spostamento di unoggetto.

Non mantenere gli oggettimovimentati lontani dal baricentrodel corpo.

Non assumere una posizionescorretta o fissa quando si è seduti.

no

no

Non inarcare la schiena perraggiungere posizioni alte, mausare scalette portatili a norma.

no

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Gli oggetti da spostare posti suibanchi di lavoro devono esseremovimentati in uno spaziocompreso tra l’altezza massimadelle spalle e quella minima dellemani. Tra punto di prelievo edeposito deve essere prevista unarotazione del corpo entro i 90°.

no

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Evitare il trasporto di un grossopeso con una mano. Se possibile,suddividerlo in due pesi perentrambe le mani.

Non sollevare un caricobruscamente. Se al primo tentativosi ha la sensazione di non riuscirenel sollevamento, chiedere ilsupporto di un’altra persona.

no

Si

Si!Pag 20

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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Per il trasporto su superfici piane,impiegare carrelli manuali o altrimezzi meccanici. Questi nondevono essere sovraccaricati e ilcarico deve essere stabile.

Quando un carico da prelevare èposizionato a distanza, peravvicinarlo impiegare un attrezzotira-pacchi, evitando di assumereposizioni errate.

no

Per mantenere il carico all’altezzadel bacino anche senza bancali,utilizzare, se presenti, piattaforme ecarrelli regolabili in altezza, carrellielevatori o altri mezzi simili.

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Durante il trasporto di carichi surampe o scale, effettuare delle brevisoste.

Limitare il trasporto manuale e,quando possibile, impiegareattrezzature a ruote cingolate omultiple per ridurre gli sforzi fisici.

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Per il trasferimento dei carichi lungo percorsi, ove possibile, fare uso dinastri mobili, fissi, carrelli elevatori, ecc.

Per ridurre gli sforzi derivanti dalsollevamento manuale dei carichiper le operazioni di bancalaturaservirsi, ove possibile, diapparecchi di sollevamento eimbracare i carichi con mezzi idonei(corde di canapa, funi metalliche ocatene).

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La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

Pag 23

5.2 norme per il corretto posizionamento dei materiali su scaffali

L’immagazzinamento con maneggio dei materiali può essere causa diinfortunio. E’ necessario, quindi, procedere con particolare attenzione, eseguendooperazioni corrette per prevenire incidenti alle persone e danni ai materiali.

regole e comportamenti da seguire:

Disporre il materiale in modo da evitare intralcio al passaggio ed eventualisporgenze pericolose; non immagazzinare imballi sul pavimentosottostante le scaffalature.Non caricare i piani delle scaffalature oltre misura. Rispettare l’indicazionedel carico massimo e posizionare i materiali più leggeri nelle zone più alte,accertandosi prima, che gli scaffali abbiano una buona base di appoggio esiano ben ancorati alla parete.

Non arrampicarsi per accedere aipiani più alti degli scaffali mautilizzare le apposite scale o mezzi.Sistemare sempre con ordine imateriali e non depositarli inprossimità di macchine operatrici,apparecchiature elettriche, presidiantincendio e di primo soccorso, viedi esodo e uscite di sicurezza edevitare l’accumulo di materiali daimballo, stracci o rifiuti vari.

Per il trasporto di carichi ingombranti operare in due o più persone. Chirecede (in salita o discesa) deve organizzare la manovra, segnalarepreventivamente gli ostacoli e comandare le operazioni di prelievo edeposito.

Lo spostamento di colli, pesanti oingombranti, deve essere effettuatosu piattaforme di appoggio munitedi ruote pivottanti.

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6 obblighi dei lavoratori

decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i.

i lavoratori devono in particolare:

- contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,all'adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezzasui luoghi di lavoro;

- osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, daidirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale;

- utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparatipericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza;

- utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a lorodisposizione;

- segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al prepostole deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonchéqualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza,adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle propriecompetenze e possibilità e fatto salvo l’obbligo di cui alla lettera f) pereliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandonenotizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;

- non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezzao di segnalazione o di controllo;

- non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono diloro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezzapropria o di altri lavoratori;

- partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzatidal datore di lavoro;

- sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo ocomunque disposti dal medico competente.

...

art. 20 - obblighi dei lavoratori

Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e diquella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono glieffetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione,alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

La movimentazione dei carichi e i movimenti ripetitivi

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Ufficio Speciale

prevenzione e protezione

a cura dell’Ufficio Speciale prevenzione e protezioneResponsabile: Arch. Simonetta Petrone

Addetti: Geom. Antonio ChialastriIng. Federica CiottiArch. Monica MeiIng. Emiliano Rapiti

Università degli Studi di Roma “La Sapienza”CF 80209930587 P.IVA 02133771002Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione P.le Aldo Moro 5 – 00185 RomaT (+39) 06 49694157/158; F (+39) 06 49694149E-Mail: [email protected]

edizione 2014

Editing: Safety & Work S.r.l. Marino (Rm)

Il presente documento è pubblicato sul portale dell’Ateneo al seguenteindirizzo: http://www.uniroma1.it/uspp