La memorabile guerra

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La memorabile guerra tra le formiche rosse e le formiche nere e la ancor più memorabile pace Ideata da Andrea Vaglio Laurin e il nonno Antonio

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la guerra tra le formiche rosse e nere e la ancor più stupefacente pace

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La memorabile guerra tra le formiche rosse e le formiche nere

e la ancor più memorabile pace

Ideata da Andrea Vaglio Laurin e il nonno Antonio

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INDICE

1 - Il prato delle formiche nere 32 - La conquista del primo formicaio

63- Altri formicai vengono attaccati

114 - La grande invasione

145 - La battaglia definitiva 206 - Le cavallette 38

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Novembre 2011

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Il prato delle formiche nere

C’era una volta un prato.Un grande prato di montagna, scosceso, con pietre disseminate ovunque, probabilmente a causa di una slavina avvenuta migliaia di anni prima.In alto terminava sotto un costone di roccia, in basso in un bosco con alberi ad alto fusto, pini, abeti, faggi e un intricato sottobosco di rovi, felci, arbusti ed erba dura che anche le mucche si rifiutavano di brucare. Un torrente ne segnava i confini dalla parte dove sorge il sole, dall’altra parte, dove tramontava, non si sapeva come, dove e se finisse. Nessuna formica vi era arrivata e, se arrivata, non era tornata a riferire.Era da sempre il prato delle formiche nere, perlomeno per quanto in là poteva spingersi il ricordo. Lo abitavano due specie: la fusca cunicularia che costruiva il formicaio sotto le pietre, e la fusca carpentiera che preferiva il legno.Queste ultime utilizzavano specialmente alberi caduti o si annidavano sotto la corteccia.Era molto tempo che vivevano in pace tra loro.

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I formicai delle formiche fusca cunicularia erano i più numerosi.Per fortuna, vi era molto spazio a disposizione e, cosa più importante, vi era abbondanza di cibo. Afidi belli e grassi abbondavano sugli steli d’erba e sugli arbusti, piccoli lombrichi tra l’erba o nascosti sotto terra, insetti vari morti che potevano essere spolpati e divenire cibo. Nelle gallerie dei formicai abitava la regina e venivano allevate le uova..Quando diviene necessario aprire un nuovo formicaio, la regina delle formiche cunicularia, invia degli specialisti per scegliere la pietra più idonea. Doveva essere ben conficcata nel terreno, per non venire facilmente capovolta e nascondere le entrate. Doveva trovarsi in un rialzo del terreno, affinché la pioggia non vi penetrasse e il formicaio non si trovasse sommerso dal formarsi di pozzanghere.Su quel prato ogni tanto, capitavano mucche o pecore o capre. Per le formiche erano enormi masse che oscuravano il sole e calpestavano il loro territorio in modo incomprensibile. Due danni ne potevano derivare: uno sicuro, l’altro possibile.Il sicuro era costituito dall’erba che spariva dentro immense caverne brucanti e, purtroppo, con l’erba anche i prelibati afidi; il secondo che, con quelle che dovevano essere le loro zampe, potevano spostare le pietre sotto le quali si trovava un formicaio. Allora, per quel formicaio, era la fine

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Vi era anche un’altra possibilità tutto sommato positiva: lasciavano cadere una massa fumante che presto diveniva il regno di lombrichi e piccoli animaletti che potevano essere trasformati in cibo e, cosa ancor più apprezzata, quella massa fumante poteva cadere proprio sopra la pietra di un formicaio, mimetizzandolo e riparandolo dalle intemperie.Tutto questo doveva essere messo in conto nella ricerca e scelta della pietra sotto la quale costruire un formicaio.Un’altra caratteristica la pietra doveva avere: essere più piatta possibile. Non solo sotto la pietra non doveva crescere l’erba, ma poteva essere utilizzata come tetto per il deposito delle uova fecondate. In parecchi mesi dell’anno il sole riscaldava quella superficie e il caldo aiutava le uova a crescere e a dischiudersi.La vita trascorreva tutto sommato tranquilla nel prato delle formiche nere.Vi erano naturalmente le solite liti e le solite beghe, poiché le formiche nere cunicularia erano fortemente territoriali e un formicaio non ammetteva alcuna violazione di quello che riteneva il suo spazio vitale.Se una colonna di formiche cercatrici intersecava quella di un altro formicaio, sorgeva il problema di chi aveva il diritto di precedenza. Volavano parole grosse, poi venivano chiamate da tutte due le parti, le formiche guerriero che costituivano la guardia e ciò complicava la situazione, poiché, non solo si udivano fremere le antenne, ma

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venivano anche esibite le mandibole. Ci scappava facilmente qualche zampa staccata, qualche addome sventrato, antenne tranciate e, non era raro, che qualche formica ci rimettesse la testa. La zuffa non si spegneva facilmente e avrebbe potuto durare chissà quanto, con feriti e morti da ambo le parti, se qualcuno, vista questa astiosa confusione, non fosse corso a chiamare le guardie guerriero del formicaio della pietra antica.Il formicaio della pietra antica era il più vecchio, il più grande ed il più autorevole. Si era insediato sotto la più grande pietra piatta che esisteva nel prato. Da lì erano partite tutte le regine delle formiche fusca cunicularia che avevano fondato nuovi formicai. La Regina, che si chiamava RRRPPP, era considerata la Regina Madre e le sue guardie guerriero erano rispettate, temute e obbedite.Erano loro ad accorrere sul luogo della zuffa e, con le buone o con le cattive, risolvevano la situazione e rimettevano le cose a posto.Le formiche nere fusca erano gelose del loro territorio, ma anche ospitali. Formiche singole o gruppi, anche di specie diversa, rimaste senza formicaio, venivano ospitate, purché rispettassero le loro regole. Questa era la legge.Tutti la conoscevano, come sapevano che vi era molta severità con coloro che sgarravano.

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2 - La conquista del primo formicaio

Fu così che un giorno, quando la neve si era del tutto sciolta, si presentò all’entrata di un piccolo formicaio, che si trovava vicino al costone di roccia, un gruppo di formiche sbandate. Niente di particolarmente strano se non che erano formiche rosse rufa del tipo solenopsis invicta, quelle che non avevano pungiglione attaccato all’addome, ma emettevano un getto di acido formico.Erano considerate pianta grane, aggressive e non molto affidabili. Furono ricevute all’entrata del formicaio dal capo delle guardie che le esaminò con particolare attenzione.Quelle formiche non gli andavano molto a genio, ma la legge dell’ospitalità gli imponeva di ascoltare che cosa avevano da dire.Come tutti sanno le formiche comunicano tra loro con le antenne e queste cominciarono a vibrare:- Chi siete? – chiese con sicuro e autorevole vibrare di

antenne il capo delle guardieA dire tutta la verità, vi era anche una malcelata ostilità in quella domanda.- Siamo formiche rosse che hanno perduto il loro formicaio

– rispose la formica rossa che stava proprio dirimpetto al capo delle guardie e possedeva mandibole lunghe e possenti.

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- Sicuramente un guerriero – pensò il capo delle guardie, e ad alta voce chiese – Che cosa è successo?

- Il nostro formicaio era su uno spiazzo nel costone di roccia, quello proprio sopra di voi. La neve ci ha ricoperti. Poi è venuto il ghiaccio. Quando si è sciolto, il formicaio è scivolato giù, trascinato dall’acqua, portando con sé uova e Regina. Ci siamo salvati solo noi. Chiediamo ospitalità.

Il racconto era plausibile, ma il capo delle guardie non era del tutto convinto fosse la verità.Chiamò alcune guardie, ordinò loro di sorvegliare: nessuno doveva entrare finché lui non fosse tornato.- Vado dalla Regina a comunicare la vostra richiesta

d’asilo. – disse – Dovete attendere finché non torno.Si recò dalla Regina e riferì per filo e per segno ciò che era

avvenuto e la richiesta d’asilo.- Che razza sono? –

chiese- Formiche rosse.- Questo l’ho capito,

ma di che razza?- Rufa solenopsis

invicta.- Brutta razza!Vi fu silenzio mentre la Regina pensava.- Non mi piace. Brutta razza!La Regina continuò a pensare.

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- Se rispettano le nostre regole di vita, non possiamo rifiutare loro l’ospitalità. È la legge…però…

- Però?- Però devi dire loro che siamo un piccolo formicaio di

periferia. Possiamo dare ospitalità solo a …a…a dieci formiche, di cui solo cinque guerriero.

- Bene mia Regina. Sei saggia. Farò come comandi.Ritornò all’ingresso del formicaio e rivolgendosi al guerriero delle formiche rosse che aveva parlato ,disse con voce solenne:- Sua Maestà, la nostra Regina, dice che la nostra legge ci

impone di darvi ospitalità. Però…Lasciò volutamente sospeso il discorso per attirare ancor più l’attenzione e sottolineare l’importanza di quanto stava per dire.- Però non più di dieci di voi potranno entrare, delle quali

non più di cinque guerriero.Il capo delle guardie scandì bene le parole, con insistenti ed appropriati movimenti delle antenne.Anche quelle del guerriero vibrarono, dicevano che non era soddisfatto della decisione che gli era stata comunicata.- Non è possibile! Siamo molte di più.- L’ordine della nostra Regina è tassativo: dieci e non più

di cinque guerriero. – gli rispose con malcelata soddisfazione il capo delle guardie.

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Ne seguì una discussione che si fece sempre più accesa, ma non ci fu niente da fare. Così aveva deciso la Regina: prendere o lasciare.- E le altre dove dovrebbero andare? – insistette con tono

sostenuto ed un frenetico vibrar d’antenne il guerriero delle formiche rosse.

- Sono libere di andare dove vogliono. Cercarsi un altro formicaio…cercare un altro prato…mi hanno detto che camminando verso dove muore il sole, seguendo il costone di roccia, vi sono ancora prati…per lo meno per le formiche nere. – concluse con evidente malizia.

Quello che il capo delle guardie ignorava era che quei prati erano già stati conquistati dalle formiche rosse.Il guerriero si girò indispettito, senza rispondere e andò a parlottare con le sue compagne che aspettavano poco lontano.Fu un intenso vibrare di antenne, confuso e insistente, ma quanto si stavano dicendo era un bisbiglio non decifrabile dal capo delle guardie.Lo scambio di opinioni durò a lungo, infine la formica guerriero si presentò al capo delle guardie:- Va bene. Accettiamo.Il capo delle guardie chiamò due sottoposti.- Portate queste formiche rosse nella galleria degli ospiti. –

poi rivolgendosi alle formiche rosse precisò – Le regole che dovrete rispettare sono semplici. Primo: obbedire agli

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ordini; secondo: rispettare il lavoro delle nostre operaie; terzo; lavorare per il formicaio. È tutto chiaro?

- È tutto chiaro. – risposero le formiche rosse ospiti.Niente da dire, le cose procedettero bene, tanto che anche il sospettoso capo delle guardie cominciava a ricredersi, rimanendo comunque vigilante e diffidente.- Tutto bene? - chiedeva la Regina- Finora tutto bene, mia Regina – rispondeva il capo delle

guardie, dando a significare che lui del tutto tranquillo non era ancora.

In apparenza andava tutto bene: le formiche rosse rispettavano i patti e non creavano grane di alcun tipo. In realtà, di nascosto, stavano realizzando il loro piano.Le formiche rosse che non erano state ospitate, non erano andate lontano, ma erano rimaste nella vicinanza del formicaio.Il piano era semplice.Dobbiamo, prima di tutto, tener presente che le formiche non ospitate erano tutte guerriero dalle potenti mandibole.Una formica guerriero ospite si celava in una galleria nascosta, costruita dalle operaie rosse nottetempo, e una che era all’esterno la sostituiva entrando così nel formicaio.Piano semplice ma terribile. Dopo poco tempo, con questo sistema, le formiche rosse guerriero dentro il formicaio erano divenute cinquanta. Cinquanta terribili guerrieri dalle potenti mandibole!

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Il capo delle guardie continuava ad essere preoccupato e diffidente. Chiese udienza alla Regina e le disse:- La legge dell’ospitalità, mia Regina, è stata ampiamente

osservata. È ora che se ne vadano.- Sei preoccupato?- Sì, mia Regina, sono preoccupato! Si sono comportate

bene, troppo bene. Non mi fido. Troppo obbedienti, tutto troppo facile…non mi fido. Sì, mia Regina, sono po’ preoccupato.

- Bene! Di loro di andarsene,- Grazie, mia Regina.Il capo delle guardie chiamò il guerriero delle formiche rosse e gli comunicò l’ordine della Regina. Con suo immenso stupore si sentì rispondere;- Certamente, capo delle guardie. Ti avrei avvisato io.

Domani abbiamo intenzione di andarcene. Porgi i nostri ringraziamenti alla tua Regina.

Il vero ringraziamento giunse la mattina e fu funesto.Le formiche nere operaie erano già uscite per la quotidiana ricerca di cibo, scortate dalle guardie, quando, improvvisamente, senza alcun preavviso di allarme, davanti all’entrata del formicaio si presentò un grande numero di formiche rosse guerriero.Il capo delle guardie dette immediatamente l’allarme solo per scoprire che, dentro al formicaio, le principali gallerie erano già occupate dalle formiche rosse guerriero.

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In pochissimo tempo le poche formiche nere guerriere che riuscirono a reagire furono sopraffate e uccise, la Regina assassinata, e le uova distrutte.Man mano che le formiche nere operaie rientravano dalla ricerca di cibo, furono catturate ed uccise assieme alle guardie di scorta.Il sole non era ancora sceso su quella tragica giornata che il formicaio delle formiche nere sotto il costone di roccia era caduto sotto le zampe delle formiche rosse rufa solenopsis invicta.

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3 - Altri formicai vengono attaccati

Poche formiche nere scamparono alla strage e trovarono rifugio presso altri formicai amici. Alla Regina RRRPPP del formicaio della pietra antica, la notizia la portò GGGRRR, il comandante supremo delle guardie, che a sua volta era stato avvisato da una guardia che aveva incrociato una colonna di un formicaio che sorgeva poco discosto dal costone di roccia.il racconto era confuso ed in alcune parti contraddittorio. Risultava comunque chiaro che la conquista del formicaio da parte delle formiche rosse era frutto di un piano elaborato sfruttando la legge dell’ospitalità.La Regina RRRPPP radunò d’urgenza il Consiglio e volle conoscere il parere dei suoi dignitari.Come, non spesso ma sempre capita, vi fu un confuso vibrare di antenne che comunicavano indignazione, preoccupazione, maledizioni, progetti inattuabili e così via, finché la Regina non intervenne con autorità:- Ho ascoltato abbastanza, ho udito discorsi inutili. Si

inviino messaggeri a tutte le Regine dei formicai del prato. Comunichino che viene sospesa la legge sul diritto d’asilo per le formiche rosse di qualsiasi specie e razza. Si predisponga un servizio di vigilanza che avvisi di eventuali incursioni su altri terreni appartenenti alle formiche nere. Non si può rischiare una guerra con le formiche rosse per riconquistare il terreno perduto,

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finché non conosciamo quanti dei loro formicai si trovino nelle vicinanze. Questo è tutto.

Le formiche nere non erano per loro natura aggressive e perciò non avevano delle spie e degli informatori.Passarono parecchi giorni. Le formiche sorveglianti segnalarono movimenti, ma niente che potesse essere, anche potenzialmente, pericoloso.Le formiche nere, gelose del loro territorio e disposte a tutto pur di difenderlo, non essendo aggressive, non capirono che quei movimenti erano solo un inganno.Le rosse, per natura aggressive, erano abili a nascondere le loro intenzioni con mosse che non destavano né apprensione né allarme.Così, inaspettatamente, quando si poteva ritenere che si fossero acquietate, uno schieramento di migliaia di formiche rosse guerriero dalle potenti mandibole invasero contemporaneamente i territori di tre formicai di formiche nere. La mancanza di qualsiasi preavviso, il numero degli invasori e la loro feroce determinazione resero vana ogni difesa. Alla sera dello stesso giorno, il terreno invaso era cosparso di corpi di formiche uccise, con il corpo smembrato.La maggioranza di quei corpi erano di formiche nere.Una ecatombe!Alle formiche rosse rufa solenopsis invicta non interessano i formicai conquistati, li distruggono dopo aver sterminato gli occupanti.

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A loro interessa il territorio per il cibo. I formicai li costruiscono secondo le loro esigenze.La notizia giunse in fretta al formicaio della pietra antica e la Regina RRRPPP convocò il Consiglio. Il dolore e la preoccupazione tennero a freno l’agitarsi delle antenne, Tutti erano consci che la nuova invasione aveva reso inevitabile la guerra, ma una guerra con le più grosse e terribili formiche rosse non poteva essere presa se non con paura e difficoltà.Le decisioni definitive furono espresse dalla Regina RRRPPP che ordinò al comandante supremo dell’ esercito GGGRRR di eseguirle immediatamente.- Si inviino messaggeri a tutte le Regine per annunciare

che la guerra è inevitabile. Sono sospese tutte le liti tra formicai affinché le operaie possano uscire per cercare cibo senza alcuna scorta. I comandanti le guardie dovranno tenere pronti tutti i guerrieri e farli accampare il più vicino possibile alla pietra antica. Il piano di guerra sarà elaborato dai comandanti, sotto la direzione di GGGRRR, comandante supremo del mio esercito.

Alcune antenne vibrarono il loro dissenso, ma gli ordini della Regina furono eseguiti.Il comandante supremo RRRPPP, per prima cosa, costituì una rete a raggiera di sorveglianza che si estendeva dai confini dei territori invasi fino alla pietra antica. Le formiche addette vennero chiamate formiche arancione.

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Gli ordine a loro dati erano precisi e dettagliati: comunicare ogni movimento di formiche rosse sia guerriero, sia operaie, sia di altri tipo, anche piccolo, anche notturno.Il piano elaborato, portato a conoscenza delle Regine richiedeva attesa e pazienza.Fu tenuto segreto.

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4 - La grande invasione

Per molti giorni la vita sembrò scorrere senza alcun particolare accadimento da entrambe le parti in conflitto, ma la tensione rimaneva al massimo. Ogni formicaio del prato, rosso o nero che fosse, era consapevole che il momento dello scontro stava avvicinandosi.XXXZZZ, comandante generale dell’esercito delle formiche rosse, un individuo dal grande addome, dalle enormi mandibole e dalle lunghe antenne, si aspettava un attacco dalle formiche nere per riconquistare il terreno perduto e lui era pronto ad accoglierle.- Impossibile che non reagiscano. – diceva ai suoi –

Impossibile!Non reagivano. Le formiche nere, contro ogni previsione, non reagivano.Veniva riferito che avevano aumentato la sorveglianza, niente di più. Continuavano la loro vita con i ritmi di sempre, anche se le colonne per la ricerca di cibo sembravano meno folte.- Hanno paura – riferì alla sua Regina NNNZZZ – hanno

certamente paura.- Allora cosa suggerisci?- Suggerisco una strategia risolutiva: un attacco

concentrato, violento, con tutte le forze a disposizione, al formicaio della pietra antica. Conquistato quello, tutto il prato sarà nostro.

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- Non è troppo audace? Si difenderanno strenuamente.- Certo, mia Regina, si difenderanno strenuamente, ma se

siamo preparati e agiremo con determinazione, non avranno scampo. Penso che potremmo sorprenderli per la terza volta. Non è un problema eliminare le loro sentinelle.

- Prepari l’invasione – disse la Regina – Mi avvisi prima di sferrare l’attacco. Radunerò il Consiglio Supremo.

I giorni passavano e niente succedeva nel campo delle formiche nere: stesse colonne di operaie, nessuna particolare precauzione, nessuna preparazione militare.Il comandante

generale disse alla sua Regina:- Sono pronto. Attendo l’ordine per attaccare.Il Consiglio Supremo si riunì e la decisione fu unanime: attaccare.Il servizio di vigilanza predisposto dalle formiche nere si accorse subito di quello che stava succedendo.

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La prima ad accorgersene fu la formica arancione PPPCCC che era la più vicina alla frontiera.Se ne accorse dagli steli d’erba che si piegavano senza che ci fosse vento. Intuì che quel piegamento era dovuto a migliaia di formiche che avanzavano compatte: era l’esercito delle formiche rosse rufa solenopsis invicta.- Pepeperepè – era il convenuto segnale di allarme.- Che c’è, che c’è, che c’è – era la risposta convenzionale

di un’altra formica arancione e a sua volta avvisava che vi era un messaggio in arrivo.

- Pepeperepè - Che c’è, che c’è che c’è – e così via.Dopo cinque passaggi il segnale arrivò al formicaio della pietra antica e il comandante supremo GGGRRR rispose:- Che c’è, che c’è, che c’è. – che significava che rimaneva

in attesa di conoscere il messaggio.Il messaggio giunse attraverso la catena delle formiche arancione.- Pepeperepè. Esercito nemico in marcia verso di noi.Pausa per permettere la trasmissione.- Tre colonne di formiche guerriero che convergono su di

noi.Richiesta del comandante supremo GGGRRR.- Quante sono?Risposta: - Migliaia. 5.000 stimate…forse di più.

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Si trattava di un esercito poderoso quale il prato non aveva mai visto.- Pepeperepè.- Che c’è, che c’è, che c’è.I messaggi continuarono.- Le tre colonne si sono congiunte…avanzano dritte verso

la pietra antica.- Quale schieramento adottano?- In linea…ogni linea 100 formiche guerriero.- Bene. Ritirati. – ordinò il comandante supremo GGGRRR

alla formica arancione PPPCCC.Troppo tardi, l’ordine di ritirarsi giunse troppo tardi.- Pepe… - fu l’ultimo fremito delle antenne della formica

arancione.PPPCCC venne uccisa.Fu ricordata come il primo eroe caduto.Il comandante supremo GGGRRR mandò un battaglione di 500 formiche guerriero ad ostacolare la marcia degli invasori.Erano tutti volontari. Sapevano che andavano a morire, ma sapevano anche che era una mossa necessaria.Marciarono contro le formiche rosse in cinque linee di cento guerrieri ognuna.Lo scontro avvenne a non molta distanza dall’entrata principale del formicaio della pietra antica.

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L’impatto fu violento, non ci fu scampo per le prime due linee delle nere, travolte dall’impeto e la possanza delle rosse.Viste distrutte le loro prime due linee, le altre si ripiegarono pur continuando a combattere.- Attacco disperato – disse il Comandante generale

XXXZZZ delle rosse ai suoi luogotenenti – Avanti con decisione.

Giunsero in vista dell’entrata principale del formicaio. Era davanti a loro Le formiche nere guerriero che si lanciarono contro per difenderla, erano ormai ridotte a poco più di una linea.In quel momento le assalitrici ebbero la prima sorpresa.Dalle alte erbe alla loro sinistra saltò fuori un forte contingente di nere guerriero che assalì con ferocia un fianco dello schieramento delle rosse.La sorpresa, lo schieramento proteso in avanti, furono fattori essenziali perché le nere potessero portare morte e distruzione.Il comandante generale XXXZZZ, ripresosi in fretta dalla sorpresa, ordinò che le truppe lasciassero perdere, per il momento, l’entrata del formicaio nemico e si girassero per affrontare le schiere che le avevano assalite di sorpresa Il comando fu immediatamente eseguito, le rosse si girarono di novanta gradi e presero a contrastare le nere. L’addestramento, le mandibole più possenti e la determinazione furono i fattori che permisero all’ esercito

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delle formiche rosse guerriero di riprendersi, prima riuscendo a bloccare, poi a fare indietreggiare le nere, infliggendo loro perdite significative.Proprio allora scattò la seconda sorpresa.Un altro contingente di guerriere nere, più numeroso del primo le assalì alle spalle. Le file delle rosse vacillarono, le nere ne facevano una strage. Le rosse erano certamente delle grandi e indomite combattenti, ma non avevano mandibole sull’addome ed erano assalite alle spalle.Il comandante generale XXXZZZ, si rese conto che il suo esercito era in una posizione di debolezza e correva il rischio di essere sopraffatto. Ordinò una rapida ritirata solo per scoprire che un terzo contingente del nemico la bloccava. Le potenti, invincibili formiche rosse guerriero erano cadute in trappola! Erano circondate!Infatti, dalla entrata principale del formicaio della pietra antica, uscì un quarto scaglione. I formicai delle formiche nere del prato erano riusciti a mettere insieme un esercito di ben 7.000 formiche guerriero, che ora circondava l’esercito invasore. Oltre la strategia della sorpresa, questa era stata la carta vincente: essere state capaci di unirsi, formiche fusca cunicularia e fusca carpentiere, contro la minaccia delle formiche rosse.

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Anche se circondate le formiche rosse guerriero, inferiori di numero e pressate da tutte le parti, si difesero con indomabile ardore, ma alla fine ebbero la peggio e furono completamente annientate. Ben poche riuscirono a salvarsi e raggiungere il loro territorio.I morti accertati delle rosse furono 4.800.Tra loro anche il comandante generale XXXZZZ.Le perdita da parte delle formiche nere ammontarono a 3.000 unità.Era la prima volta che l’esercito delle potenti e invincibili formiche rosse subiva una così cocente sconfitta.La Regina rossa NNNZZZ, conosciuta l’ampiezza della sconfitta, disse:- Troppa presunzione. Delle formiche pacifiste ci hanno

battuto in astuzia e strategia militare….Ci serva di lezione…ci vorrà almeno un anno per riprenderci.

La Regina nera RRRPPP ed il suo popolo furono lieti della vittoria, ma non esultarono: troppi morti. La Regina non pensò nemmeno per un momento di ordinare al suo decimato esercito di riconquistare il territorio finito sotto le zampe delle formiche rosse.Vi era bisogno di pace: questo era il desiderio di tutte le Regine dei formicai del prato e la vittoria conseguita portò un periodo di tranquillità che durò tutta la stagione

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5 - La battaglia definitiva

Il comandante supremo GGGRRR mise sull’avviso alla sua Regina RRRPPP:- Torneranno più cattive e numerose. Non potremo

difendere il formicaio della pietra antica né gli altri formicai. Non cadranno in un’altra imboscata.

- Hai un piano?- Sì, mia Regina…ma è un piano che impone disagi e

sacrifici anche a te, mia Regina.- Sentiamo, comandante.Il Comandante con un vibrare di antenne, simile ad un sussurro, glielo comunicò. Quando ebbe terminato la Regina rimase in silenzio per molto tempo, le antenne immobili, senza il minimo fremito.- Comandante GGGRRR, sei cosciente che avremo molte

perdite e che, ciononostante, l’esito non è sicuro?- Lo so, mia Regina. L’unica sicurezza che abbiamo è che,

dopo la vittoria conseguita, le Regine di tutti i formicai ci appoggeranno. Sanno che l’alternativa è la scomparsa del nostro e dei loro formicai da questo prato che è sempre stato delle formiche nere fusca.

- Lo so. Ci giochiamo tutto…Anche la sopravvivenza. Il tuo piano è coraggioso e…complicato. Raduna i comandanti di tutti i formicai. Illustra loro cosa vuoi fare. Ascolta le loro obiezioni. Dovranno approvarlo esplicitamente. Poi vieni a riferirmi.

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Non fu facile per il comandante GGGRRR convincere i suoi colleghi della fattibilità della sua proposta. Ci vollero tre riunioni ed una infinità di antenne vibranti, poi, con qualche piccola variazione, il piano venne approvato.L’esito degli incontri fu riferito alla Regina RRRPPP che dette il suo assenso così come fecero le altre Regine.La realizzazione del piano cominciò subito, poiché prevedeva tempi lunghi e una mobilitazione generale.Niente appariva in superficie, tutto si svolgeva silenziosamente tra gli steli d’erba. Il lavoro e l’impegno fu veramente intenso e continuo.Poi la neve coprì tutto senza che si rallentasse il ritmo della preparazione.Venne la primavera e la neve si sciolse. Nel territorio delle formiche niente sembrava mutato. Tutto sembrava rimasto eguale.Le spie delle formiche rosse riferirono al nuovo comandante generale BBBLLL che, nel territorio delle formiche nere, niente era accaduto durante l’inverno e niente stava accadendo e che, con la buona stagione, le formiche operaie nere avevano cominciato ad uscire regolarmente per il cibo. Nessun segno di preparazione o mobilitazione militare. Unica annotazione: le liti tra formicai erano sensibilmente diminuite. La spiegazione che si dette di questo comportamento fu l’aver insieme conquistato una vittoria importante.

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Dopo l’amara sconfitta dell’anno precedente, il comando delle formiche rosse non si fidava più, anzi, più la vita sembrava scorrere pacificamente nel territorio delle nere, più dubitavano e si preoccupavano.Il lavoro delle spie fu intensificato: niente.Riferirono che le formiche nere avevano ripreso la sorveglianza a raggiera con l’utilizzo delle formiche arancione.Fu giudicata una precauzione normale e scontata.La Regina NNNZZZ, però, non si sentiva tranquilla; le sue antenne erano in continua agitazione: subodorava un tranello.Il disastroso attacco dell’anno precedente era stato effettuato in quel modo perché ci si era fidati delle spie e le formiche nere erano giudicate pavide e incapaci. La Regina NNNZZZ chiamò a rapporto il comandante generale BBBLLL e pose alcune domande:- Non mi fido, non sono tranquilla, non credo alle nostre

spie. Le formiche nere ci ingannano. Come facciamo a saperne di più?

- Non saprei, mia Regina.- Vada e trovi una soluzione.Il comandante generale radunò tutti i comandanti dei formicai rossi che si erano istallati sotto il costone di roccia che delimitava a nord il prato e pose loro il problema: trovare un nuovo mezzo per spiare le formiche nere.

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La soluzione giunse per caso da uno sconosciuto comandante di un piccolo formicaio periferico.Mentre gli altri discutevano, lui continuava a lamentarsi delle mosche.Sì, proprio delle mosche, che avevano invaso il suo territorio e disturbavano non solo le colonne delle operaie, ma anche le esploratrici. Anche se i comandanti vicino a lui cercavano di zittirlo con un robusto agitare di antenne, lui continuava nelle sue lamentazioni. Diceva che le masse enormi che oscuravano il sole si erano fermate per molto tempo a brucare l’erba e avevano rilasciato cumuli fumanti di escrementi e, da allora, era cominciata l’invasione delle mosche.- Le mosche! – urlò, scuotendo freneticamente le antenne,

BBBLLL il comandante generale – Le mosche! Ecco la soluzione.

Il brusio delle antenne dei comandanti cessò immediatamente e tutti rimasero con le mandibole aperte, in

attesa.- Certo, le mosche! – ripeté il comandante generale – le

mosche possono volare, possono vedere dall’alto cosa

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succede nel prato tra gli steli d’erba…possono vedere le formiche.

Le antenne rimasero immobili: non era chiaro dove il comandante generale volesse andare a parare.- È possibile contattare le mosche? Dove abita la loro

Regina?I comandanti si guardarono l’un l’altro: nessuno sapeva qualche cosa. Il mondo delle formiche era un mondo completamente estraneo. Le mosche avevano il loro mondo, come le formiche avevano il proprio.Il comandante che aveva sollevato il problema delle mosche, si chiamava CCCNNN, interloquì:- Le mosche non hanno regina. Ognuna vive per conto suo.

Si parlano con il loro ronzio, si dicono dove si può trovare cibo.

- Sembra che tu le conosca meglio degli altri. Puoi contattarle?

- Non lo so, si può provare.- Prova.Era un ordine e CCCNNN, comandante di un piccolo formicaio di periferia, ci provò.Riferì al comandante generale due giorni dopo.- È difficile…cambiano continuamente discorso e non

fanno che ripetersi.- Va bene, ma allora?

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- Allora, comandante, ho spiegato cosa desideravamo da loro. Le mie antenne si sono tutte arrossate per lo sforzo.

- Che cosa hai detto loro? – è proprio dei comandanti generali non considerare le fatiche e gli incidenti che possono capitare ai sottoposti.

- Mi hanno risposto che a loro non interessava cosa stessero facendo le formiche nere…a loro interessa volare, ronzare e affondare la proboscide nel cibo.

- Sono disposte, sì o no, ad andare nel territorio delle formiche nere?

- Rispondono: c’è da mangiare?- Possiamo dire loro di sì.- E se poi non è vero?- Per saperlo devono andare a vedere. Prova. – anche

questa volta era un ordine.- Va bene, comandante generale. Voglio però avvisarvi che

non so quanto siano affidabili.- Prova.Trascorse una settimana e il comandante CCCNNN si recò dal comandante generale.- Sono andate e sono tornate. Mi hanno detto che non era

vero che c’era molto cibo, che in quel territorio vi erano altre mosche, che le formiche nere stavano facendo tutto quello che fanno le formiche da sempre e che vicino alla pietra antica vi era una grande confusione.

- Nient’altro?- Nient’altro, comandante.

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- Le mosche assaltano le formiche?- Mai. hanno paura di essere morse e divorate. Le mosche

non si cibano di formiche, le formiche sì delle mosche morte.

- C’è qualche animale che può mangiare le formiche nere?- Sì. Il formichiere.- Questo lo so. ma è meglio non chiamarlo. Ha la cattiva

abitudine di mangiare anche quelle rosse.- Ci possono essere le rane. Però non distinguono tra

formiche rosse e nere. Non distinguono i colori.Fu tutto.Le formiche nere, però, si erano accorte di quel andirivieni di mosche provenienti dal territorio delle formiche rosse e si insospettirono.Il comandante supremo RRRPPP radunò i comandanti e disse:- Vi siete accorti della insistenza e petulanza delle

mosche? O sono aumentate o provengono dal territorio delle formiche rosse…ci sono sempre sopra.

Solo alcuni comandanti confermarono l’osservazione del comandante supremo, altri assicurarono che non avevano notato niente di strano.- Cercano cibo e quando lo trovano chiamano le altre. –

dissero i più – Può darsi che qualcuna venga dal territorio delle rosse…può darsi che là gli escrementi fumanti delle masse che brucano si siano già seccati e allora addio vermi.

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Il comandante supremo ascoltò con le antenne protese ed immobili. Poi disse:- Può darsi, può darsi…troppi può darsi. Siate vigilanti e

riferitemi.Bastò un giorno perché il comandante QQQXXX di un formicaio che sorgeva vicino al confine con le rosse, venisse a riferire.- Abbiamo intercettato che cosa si dicono le mosche.

Vengono per spiarci e riferire alle formiche rosse.- Si conosce cosa andranno a riferire?- Non di preciso. A quello che ho capito solo che c’è molto

movimento attorno alla pietra antica.Il comandante generale radunò ancora una volta i comandamenti.- Le mosche possono attaccarci?- No! – fu la risposta unanime – Possono tentarlo se siamo

allo scoperto, non certamente se ci muoviamo nell’erba…non siamo mai stati loro cibo…a loro l’acido formico non piace…hanno paura di noi. Sanno che se le prendiamo ne facciamo nostro cibo.

- Quindi ci spiano.Dopo un momento di pausa, continuò:- Possiamo chiedere anche noi a qualche insetto del prato,

che vada a vedere cosa stanno combinando le formiche rosse?

La risposta venne da DDDSSS, vice comandante del formicaio della pietra antica:

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- Ho tentato di utilizzare le farfalle per individuare dall’alto il cibo. Niente da fare. Dicono sempre di sì, ma una volta preso il volo, si dimenticano di tutto, tranne dei fiori, poi…non credo vadano dove scelgono di andare. Partono per andare di qua, poi, un colpo di vento e vanno di là…Ho provato con le libellule, più veloci…qualche cosa si viene a sapere, ma anche loro sono troppo condizionate dal vento.

- Si può chiedere loro collaborazione?

- Ritengo di sì…perlomeno vale la pena di tentare…odiano le formiche rosse. Se si posano vicino a loro, vengono assalite. Le odiano.

- Dica loro che se ci aiutano non le assaliremo

più e rispetteremo i loro morti. Dica che a noi interessa conoscere se formiche rosse guerriero stanno arrivando dai territori situati dove muore il sole.

Le libellule persero un giorno a giocare con l’erba e i fiori, a far risplendere le ali al sole. Le libellule, si sa, sono molto vanitose ed amano veder risplendere al sole le loro ali. Poi, finalmente, partirono verso la grande parete di roccia. Tornarono dopo cinque giorni. Perlomeno alcune tornarono,

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altre rimasero a ridosso del costone, poiché lo trovarono molto adatto ai loro giochi.Quelle che tornarono riferirono:- Molte assassine rosse (così loro chiamavano le formiche

rosse rufa solenopsis invicta) entrano nel prato sotto il costone di roccia – poi fecero una pausa e ripresero – molte assassine rosse escono dal prato sotto il costone.

Di più dalle libellule non si seppe, raccontarono come, ad un certo punto, uno sciame di mosche le disturbarono e che se ne dovettero venire via.Il comandante supremo RRRPPP seppe così che anche le formiche rosse si erano accorte di essere spiate. Seppe anche, o meglio, ebbe conferma che tra le mosche e le libellule vi era un agitarsi di antenne e uno sbattere di ali, ma non si assalivano. Al massimo si davano noia.La guerra tra le formiche rosse e nere rimaneva, come era giusto, una questione di formiche.Nel frattempo, le formiche rosse stavano mobilitando un esercito impressionante. Il comandante generale BBBLLL riteneva di poter schierare per l’invasione 10.000 guerrieri. Uno sforzo immane anche per le aggressive formiche rosse, tenuto conto delle perdite subite l’anno precedente.- Mia Regina – disse, a primavera inoltrata, il comandante

generale BBBLLL alla regina NNNZZZ – l’esercito è pronto, ad un suo comando può mettersi in marcia.

- Le spie e gli informatori cosa dicono?

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- Niente di rilevante, come sempre. Tutto sembra tranquillo. Sembra che si ritengano al sicuro dopo averci sconfitto l’anno scorso.

- E le mosche ?- Niente! Niente di rilevante oltre quello che sapevamo.

Hanno riferito di un gran movimento presso la pietra antica. Abbiamo la sensazione che anche esse ci spiino con le libellule. Le mosche però le hanno disturbate e se ne sono andate.

- Tu credi alle spie e alle mosche?- No! Per questo il piano militare prevede che si proceda

su tre colonne di 3.000 guerrieri l’una, partendo da posizioni diverse. Mille guerrieri rimarranno di riserva, in retroguardia, sotto il mio comando. Un contingente d’avanguardia sarà predisposto davanti ad ogni colonna. L’obbiettivo è circondare il formicaio della pietra antica, prima di sferrare l’attacco decisivo. Una imboscata è sempre possibile, ma difficile con una strategia di tale fatta.

La Regina volle comunque una riunione del Consiglio Supremo, anche se questa decisione ritardava l’invasione. - La sconfitta dell’anno precedente brucia ancora e

richiede cautela. – disse congedando il comandante generale.

Il Consiglio Supremo dette il suo assenso al via dell’invasione, ma impose si mandassero, ancora una volta, tutte le spie, gli informatori e le mosche per un’ulteriore

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ispezione e si perfezionassero le linee di comunicazione tra le varie colonne.L’ispezione non dette nessun risultato: nel territorio delle nere nessun segnale percepibile di mobilitazione. Una sola novità, difficile da valutare e capire: le libellule avevano disturbato fina a cacciare le mosche. Una ritorsione a quanto avvenuto nel loro territorio dove le mosche avevano cacciato le libellule? O per impedire alle mosche di vedere qualche cosa di importante? Mah! Non era facile saperlo di preciso.Il via all’invasione fu dato che la primavera stava finendo.Il “peperepè” delle formiche arancione cominciò frenetico,così come il che “c’è,che c’è, che c’è” con richieste di ulteriori notizie e precisazioni.Le mosche, curiose come tutti gli insetti o perché la marcia dell’esercito delle rosse non permetteva di ronzare e mangiare in pace, volavano a sciami sopra le colonne delle formiche rosse guerriero.I comandanti di ambedue gli schieramenti ritenevano che le cose procedessero secondo previsto.Nemmeno l’attacco improvviso da parte delle formiche nere alla colonna centrale delle rosse, destò stupore: era scontato.Quello che non era scontato, fu la violenza con cui fu lanciato.

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Mille formiche nere guerriero avevano atteso, nascoste nell’erba, che la colonna nemica passasse per assalirne la retroguardia. L’attacco fu violento.Le libellule, dalle diafane ali che riflettevano il sole, si alzarono in volo e andarono a cozzare contro gli sciami delle mosche, disturbandosi a vicenda.Numerose formiche rosse guerriero furono abbattute prima che il comandante la colonna desse l’ordine di invertire lo schieramento. Il combattimento continuò con furore, senza esclusione di colpi, mentre formiche rosse messaggero partivano alla volta delle altre colonne, con l’ordine di convergere per stringere le nere in una tenaglia.La strage fu enorme da ambo le parti. Non ci fu pietà per nessuno, né si fecero prigionieri. Le mille formiche nere guerriero furono annientate.Fu considerato un attacco suicida, ma il loro annientamento costò un numero ancor maggiore di morti tra le fila delle rosse.Quest’ultime, ricompattato lo schieramento, ripresero a marciare su tre colonne, sempre con l’obbiettivo di circondare il formicaio della pietra antica.L’accerchiamento fu completato il giorno dopo, senza che avvenissero ulteriori combattimenti o agguati.Il comandante generale BBBLLL fermò l’avanzata delle colonne e diede riposo ai guerrieri.

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In realtà era ancora sospettoso. Si aspettava un agguato e si domandava dove fosse andato a finire l’esercito delle formiche nere che l’anno prima li aveva così clamorosamente sconfitti.Inviò un centinaio di guerrieri in avanscoperta con l’ordine di non accettare nessun scontro, ma solo di tornare a riferire. Le mosche, disturbate dalle libellule, non erano utilizzabili. Sopra le antenne frementi dei combattenti si era formato un carosello di insetti alati che si frammischiavano, si allontanavano solo per ritornare. Era la loro maniera di partecipare alla battaglia.Le formiche rosse guerriero, mandate in avanscoperta, tornarono senza mai essere state molestate o attaccate, anzi un gruppo riferì:- Non abbiamo incrociato nessun guerriero. Siamo arrivate

a distanza di vista dall’entrata principale del formicaio. Uno schieramento lo difende. È comandato dal loro comandante supremo GGGPPP.

Altro gruppo di spie relazionò:- Abbiamo percorso tutta la circonferenza della pietra

antica. Nessun guerriero.- Incredibile! – disse con le sue lunghe antenne il

comandante generale BBBLLL – Incredibile! – ripeté ad alta voce.

Fece avvisare le altre colonne di avvicinarsi e prepararsi ad un eventuale improvviso attacco. Diede ordine alla colonna centrale di avanzare con cautela.

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Le formiche rosse guerriero del contingente centrale si mossero tenendo le antenne ritte e le mandibole aperte.Giunsero in vista dell’entrata principale del formicaio della pietra antica.Le nere rimanevano immobili, davanti al loro formicaio con le antenne ritte ma non vibranti.Un ordine arrestò le rosse a pochi passi dalle schiere nemiche, sempre inspiegabilmente ferme.Il comandante generale BBBLLL continuava a temere una trappola .Niente si muoveva: le nere rimanevano immobili.Il comandante generale BBBLLL, si alzò sulle zampe posteriori per dare l’ordine d’attaccare, ma fu preceduto da un urlo ripetuto da mille antenne frementi.- Addosso all’invasore! Aaaaddossooo! Il comandante supremo GGGPPP, che per primo aveva lanciato l’urlo, si lanciò contro le linee nemiche.Quella frazione di tempo d’anticipo sconcertò le formiche rosse guerriero.Non c’è peggio dello sconcerto, in uno scontro frontale. Le nere sbaragliarono le prime file delle rosse, nonostante la loro mole più grande e le possenti mandibole.Le formiche nere guerriero, però, erano solo cinquecento. Il loro slancio fu bloccato, poi furono assalite da ogni lato e distrutte senza pietà.Nessuna si salvò, ma, ancora una volta, le rosse avevano pagato un prezzo pesante per la loro vittoria.

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GGGPPP, il comandante supremo delle formiche nere, giaceva morto, con l’addome squarciato, le antenne tranciate e una mandibola staccata. Giaceva in mezzo a dieci formiche rosse guerriero morte.Il comandante generale BBBZZZ inviò subito un messaggero alla Regina NNNZZZ:- Esercito nemico annientato. Il loro comandante supremo

caduto. Ci apprestiamo ad entrare nel formicaio della pietra antica.

Entrarono con molta cautela e circospezione, dirigendosi verso la galleria dove doveva trovarsi la Regina delle formiche nere.Le sorprese furono molte.

Nelle gallerie che attraversarono: *non incrociarono nessuna formica operaio;*non trovarono nessuna formica guerriero;*non trovarono nessun uovo;*non trovarono la Regina;*i depositi erano vuoti.La conclusione che trasse il comandante generale BBBLLL fu conseguente:- Abbiamo conquistato un formicaio vuoto.La domanda che si pose fu altrettanto conseguente:- Dove sono andate?

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All’interno di un formicaio, così immenso come era quello che avevano conquistato, dovevano trovarsi migliaia di formiche e migliaia di uova.Convocò i comandanti delle colonne e il capo delle spie e degli informatori. La riunione ebbe luogo nell’immenso locale dove la Regina RRRPPP deponeva le uova.- Ora è chiaro il significato degli assalti violenti, disperati e

suicidi. Volevano farci credere che stavano difendendo un formicaio funzionante e la loro Regina. Migliaia di nere guerriero, compreso il comandante supremo, si sono sacrificate allo scopo che conquistassimo un formicaio vuoto. Abbiamo conquistato a caro prezzo un formicaio che non ha per noi alcun valore e loro rimangono padrone del territorio, proprio ciò che a noi interessa…Sono qui intorno…devono essere qui intorno…Domani, tutte le spie e gli informatori dovranno spingersi in tutte le direzioni. Provate anche con le mosche, anche se ho poca fiducia su quello che riusciranno a vedere Voglio sapere, e lo voglio sapere in fretta, dove si sono rifugiate…L’esercito non si muoverà finché non lo sapremo. Massima all’erta. Hanno l’esercito intatto e ci hanno certamente teso una trappola.

La notte scese.Il possente esercito delle formiche rosse rimase accampato all’esterno del formicaio della pietra antica, continuando a circondarlo.

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Il comandante generale e i comandanti le colonne, con le formiche guerriero di scorta, rimasero all’interno del formicaio conquistato.Nella notte, avvenne quello che nessuno avrebbe mai nemmeno immaginato potesse succedere.In numerose pareti delle gallerie si aprirono dei buchi attraverso i quali passarono migliaia di formiche nere guerriero. Compirono una strage silenziosa senza incontrare la minima resistenza. I comandanti dell’esercito invasore e le loro scorte furono uccisi. Nessun supersite. Nessun rumore percepito all’esterno.Le formiche nere ripassarono dai buchi che avevano aperto e li sigillarono di nuovo.L’ardito e segreto piano delle formiche nere fusca era stato il seguente.Le formiche nere, utilizzando tutte le forze disponibili dei formicai riuniti, avevano costruito un nuovo formicaio poco distante da quello della pietra antica, non sotto una pietra ma solamente sotto terra, con una sola entrata mascherata e resa invisibile. Poi, avevano aperto dei cunicoli di raccordo con il vecchio formicaio e da quei cunicoli erano sbucate silenziosamente per compiere la loro missione.

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Avevano costruito il nuovo formicaio e le gallerie di raccordo con quello della pietra antica, con l’aiuto dei grilli talpa, particolarmente esperti e capaci nell’aprire gallerie.Con il sorgere del sole,

un luogotenente dell’esercito delle formiche rosse, non vedendo uscire nessun comandante, entrò nel formicaio per informarsi sugli ordini e si avvide dello sterminio. Si precipitò fuori, chiamò gli altri luogotenenti, li portò all’interno del formicaio affinché si rendessero conto dell’accaduto. Ne uscirono sconvolti. Inviarono una squadra all’interno per una rapida ispezione. Tornò poco dopo e relazionò:- Solo i nostri comandanti morti e le loro scorte. Nessuna

altra presenza.Mistero! Di fronte a quel mistero, la confusione aumentò. Nessuno sapeva cosa fare e come comportarsi. In mancanza dei comandanti, nessuno aveva l’autorità di decidere. I luogotenenti giunsero ad un compromesso:*nessuno doveva entrare nel formicaio per paura di un’altra imboscata;

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*si sarebbe continuato a presiedere il formicaio dall’esterno, affinché nessuno potesse uscire;*si sarebbe inviato un messaggio urgente alla Regina NNNZZZ per sapere cosa dovevano fare.Il messaggero giunse dopo che altre notizie, più urgenti e sconvolgenti, furono riferite alla Regina delle formiche rosse, da alcune superstiti L’esercito delle formiche nere era entrato nel territorio conquistato l’anno precedente, aveva assalito e distrutto un formicaio con tutte le formiche rosse che lo abitavano comprese la Regina e le uova.La formazione di un esercito di 10.000 formiche rosse guerriero era stato possibile sguarnendo i formicai delle loro guardie, perciò le formiche nere guerriero avevano avuto un facile gioco, nel conquistare il formicaio delle rosse.La Regina NNNZZZ temette che l’esercito delle nere, vista l’audacia e la sicurezza con cui si era mosso, puntasse ora verso il suo formicaio, privo anch’esso di una efficace difesa.Inviò un messaggio urgente all’esercito accampato presso la pietra antica. L’ordine diceva:- Il luogotenente XXXVVV è nominato comandante

generale con la facoltà di fare le nomine che riterrà opportune. L’esercito deve essere ricondotto a marce forzate a difesa del mio formicaio, che corre il rischio di essere investito dall’esercito delle formiche nere.

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Gli ordini vennero eseguiti, ma ancora una volta l’astuzia delle formiche nere sorprese le potenti ed invincibili formiche rosse.Infatti, l’esercito delle nere non si diresse, come pensava la Regina delle rosse NNNZZZ verso il suo formicaio, ma attese l’esercito delle rosse per sorprenderlo in una imboscata.

L’attacco, con una tattica a tenaglia, avvenne dove il nemico meno se lo aspettava: quando l’esercito fu rientrato nel territorio che considerava suo.La sorpresa, la stanchezza per la marcia forzata, il rilassamento poiché si sentiva al sicuro e la poca esperienza dei comandanti, condussero il grande esercito delle formiche rosse rufa solenopsis invicta ad un’altra cocente e spietata sconfitta.

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Gli eserciti, sia delle formiche rosse e nere, non fanno prigionieri e non hanno pietà. Questo significò strage da una parte e dell’altra. Nessun guerriero si arrendeva, preferiva la morte, poiché sapeva che quella era l’unica sorte possibile per i guerrieri.La battaglia fu talmente violenta, che dal luogo dove si svolse, fuggirono tutti gli insetti che lì abitavano. Grilli, ragni saltatori, cavallette, farfalle e perfino grossi afidi abbandonarono quello spazio. Le lucertole si rifugiarono sui sassi che numerosi sorgevano lì attorno e immobili seguirono la battaglia. Anche le mosche e le libellule cessarono di disturbarsi e il carosello alato si fermò. Rimasero in aria ad osservare la battaglia, o meglio sarebbe dire, la strage.Lo sterminio delle formiche rosse guerriero fu totale; delle diecimila guerriero che componevano l’esercito, si salvarono sole poche unità e queste divennero messaggere del disastro.La Regina NNNZZZ a quel annuncio non fece alcun commento, non diede ordini, nemmeno quello di salvare le uova, consapevole che tutto era alla mercé delle formiche nere vincitrici. Aspettò nella sua cella che venissero a darle la morte.Si sbagliò ancora una volta. L’esercito delle formiche nere aveva vinto, ma dalla battaglia era uscito decimato. Le formiche rosse guerriero

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sapevano combattere e uccidere e avevano combattuto e ucciso.La Regina delle formiche nere RRRPPP apprese da un messaggero la vittoria, dichiarò il comandante supremo GGGNNN eroe nazionale per avere ideato il piano e sacrificato la vita per realizzarlo. Richiamò i resti del suo esercito.NNNZZZ, la Regina dalle rosse, sollevata di non aver subito l’onta dell’invasione del suo formicaio, diede disposizioni che più nessun preparativo si facesse per invadere il territorio delle formiche nere finché lei era viva. Due sconfitte così disastrose erano sufficienti. Non più guerre e invasioni sotto il suo regno. Quello che era avvenuto era avvenuto. Se alla Regina delle nere andava bene la situazione attuale, andava anche per lei.

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6 - Le cavallette

Il tacito patto tra le Regine funzionò. Per lungo tempo nel prato si ebbe la pace.Vi furono brusii di antenne da parte di alcuni comandanti delle formiche rosse che volevano ci si preparasse ancora una volta ad invadere il territorio delle nere e vendicare le due sconfitte.Ci fu un analogo brusio di antenne da parte di comandanti delle formiche nere, che incitavano a riprendersi i territori sotto il costone di roccia, ricordando a tutti le splendide vittorie conseguite.Il no delle rispettive regine fu categorico: niente avventure, la pace fa bene a tutti.Anche nel mondo delle formiche, la tranquillità e la sicurezza non sono di casa. Questa volta il pericolo venne da fuori ed era un pericolo mortale per tutte le formiche del prato, rosse o nere che fossero.Sembra che la notizia la portassero gli uccelli migratori.

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Le prime ad apprendere del pericolo furono le formiche nere del legno, le fusca carpentiera, sia perché vivevano sotto gli alberi, sia perché erano le più

minacciate.La notizia era la seguente: in un prato lontano, le cavallette stavano radunandosi a milioni. Era il segnale che si sarebbero alzate in volo per mangiare ogni filo d’erba che avessero trovato lungo il cammino.E lungo il cammino si trovava proprio il prato delle formiche. La distruzione che le cavallette riuscivano a compiere era devastante: nessun filo d’erba, nessuna foglia, nessun rovo, nessuna arbusto, nessun vegetale di alcuna specie sarebbe sopravissuto al loro passaggio. Tutto, ma proprio tutto, sarebbe stato divorato in poco tempo e la fame avrebbe ucciso i piccoli abitanti. Grilli, ragni, anellini, farfalle, mosche, zanzare, api, bombi, tutti sarebbero scomparsi.YYYVVV, la Regina delle formiche del legno fusca carpentiera, ordinò al suo comandante di recarsi dalla

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Regina madre RRRPPP del formicaio della pietra antica, a chiedere aiuto.La Regina chiese a sua volta al suo nuovo comandante supremo CCCWWW se si avessero ricordi di invasioni di cavallette nel loro prato.- Ricordi no, mia Regina, ma racconti sì.- E cosa dicono?- Dicono che è impossibile contrastare una invasione di

cavallette.- Perché?- Sono milioni…miliardi. Coprono tutto con i loro corpi. Solo

molti guerrieri nostri riescono ad abbattere una cavalletta. Impossibile contrastarne milioni.

- Allora non c’è niente da fare?- Bisognerebbe trovare il modo che non si potessero

posarsi sul prato.- Come?- Non lo so, mia Regina, ci penserò.- Pensaci in fretta. Non abbiamo molto tempo.Il comandante supremo ci pensò, ma nessuna idea gli venne.Nel frattempo giungevano notizie sempre più allarmanti: le cavallette cominciavano a muoversi, per il momento solo a piccoli gruppi.Quel muoversi a piccoli gruppi fece venire in mente al comandante generale un possibile piano.

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- È rischioso, mia Regina, molto rischioso. Richiede anche la collaborazione delle formiche rosse, poiché tutto il prato è interessato. Sarà necessario anche un accordo con le talpe, i grilli talpa, bruchi e qualsiasi altro insetto o animale che sappia scavare gallerie.

- Sentiamo questo piano?Il comandante supremo lo espose. La Regina chiese:- Probabilità che arriviamo in tempo?- Se vi sarà la collaborazione di tutti gli abitanti del prato,

sì.- Probabilità di riuscita?- Sconosciuta. Nessuno ha mai provato prima.- Secondo il tuo parere?- Poche…le alternative sono: o andarsene dal prato, ma

non si saprebbe dove andare, o cercare che qualche formica sopravviva per rifondare i formicai.

- Prepariamoci anche a questa ultima alternativa. Contatti le formiche rosse, le talpe, i grilli talpe e tutti gli abitanti del prato per saggiare le loro intenzioni.

Da quel momento il ritmo di lavoro del comandante supremo fu frenetico. Inviò un messaggero al comandante generale delle formiche rosse JJJZZZ con l’invito ad un incontro urgente. All’ordine del giorno un unico punto: l’imminente invasione delle cavallette.L’incontro fu accettato. Il comandante generale JJJZZZ confermò la notizia dell’invasione e disse che le formiche

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rosse non avevano predisposto alcun piano. Si stavano preparando per la sopravvivenza. Il comandante supremo CCCWWW espose il suo piano. Vi fu silenzio, poi il comandante generale JJJZZZ disse:- La mia Regina mi ha conferito l’autorità di accettare

qualsiasi piano avesse qualche probabilità di riuscita. Il suo piano, anche se poche, qualche probabilità di essere efficace ce l’ha. Accettiamo.

Anche gli altri abitanti del prato accettarono. Tutti erano consapevoli che l’alternativa era la morte.Tutte le categorie di insetti, senza distinzione, operaie, guerrieri, grilli talpa, le stesse talpe si misero al lavoro.Fu un lavoro immane e frenetico. Il prato fu letteralmente

traforato di gallerie sotterranee e bucherellato di fori. Il lavoro non era ancora completamente finito, che il primo sciame di cavallette si profilò all’orizzonte. Era quello che il comandante supremo CCCWWW si aspettava ed il suo piano prevedeva.

Dette immediatamente l’allarme e comandò che tutti andassero al loro posto di combattimento. Lo sciame che si abbatté sul prato, era costituito da qualche migliaio di cavallette. Era un piccolo sciame.La difesa attiva cominciò a dispiegarsi.

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Prevedeva due forme di approccio, da esercitarsi contemporaneamente. La prima sfruttava le caratteristiche delle formiche rosse. L’addome delle formiche rosse non terminava con un aculeo, ma aveva un piccolo foro da dove emettevano spruzzi di acido formico. Questo acido era assolutamente innocuo per le formiche, ma risultava molto urticante per gli altri insetti, comprese le cavallette. Le formiche rosse, infilarono il loro addome nei buchi e cominciarono ad emettere il loro acido, contemporaneamente, dagli altri buchi, uscivano le formiche nere guerriero che attaccavano le cavallette azzannandole all’addome. Le piccole ferite che infliggevano, oltre ad essere dolorose facilitavano l’azione urticante e dolorosa dell’acido formico rilasciato dalle rosse.Se le cavallette dirigevano le loro grandi mandibole contro le formiche che le assalivano, queste sparivano sotto terra, per ricomparire da altri buchi.Il dolore dei morsi e l’urticamento dell’acido formico costrinsero, prima alcune, poi la maggioranza delle cavallette ad alzarsi in volo per sfuggire ai tormenti.Era quello che il piano prevedeva: non ucciderle, ma farle scappare.Il grande sciame di cavallette che stava sopravvenendo per invadere tutto il prato, nel vedere le proprie compagne alzarsi in volo e fuggire, ritennero che in quel prato non ci

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fosse cibo o che questo fosse velenoso per loro e proseguirono il loro volo senza scendere sul prato.Il piano era riuscito, il prato era salvo e con il prato tutti gli insetti e gli animaletti che vi abitavano.L’unione e l’astuzia fanno la forza e portano alla vittoria anche contro un nemico mille volte superiore.

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