La manipolazione nell'apprendimento del concetto di numero ... · piccoli numeri di singoli...
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La manipolazione nell'apprendimento del concetto di numero fra scuola
dell'infanzia e scuola primariaMariolina Bartolini Bussi
Univesità di Modena e Reggio [email protected]
con contributi di Mara Boni, Rita Canalini e Franca Ferri
Modena, 6 settembre 2011
Le rappresentazioni di quantità sono (forse) le più antiche tracce scritte nella storia dell’uomo.
Un tema universale
Osso di babbuino (Africa)35.000 anni fa
In tutti i paesi del mondo i numeri e l’aritmetica sono parte della prima alfabetizzazione dei bambini, anche nelle scuole poverissime
Un tema universale
Neuroscienze
La ricerca ha messo in evidenza la presenzacontemporanea di:Un sistema per rappresentare in modo
approssimato grandezze numeriche anche grandi;Un sistema per rappresentare in modo preciso
piccoli numeri di singoli oggetti.Questi sistemi prendono in conto le nostre intuizioni
numeriche fondamentali e servono come fondamento per I concetti numerici più sofisticatiche sono unicamente umani.
Feigenson, L.; Dehaene, S. & Spelke, E. (2004)
Neuroscienze
La ricerca ha messo in evidenza la presenzacontemporanea di:Un sistema per rappresentare in modo
approssimato grandezze numeriche anche grandi;Un sistema per rappresentare in modo preciso
piccoli numeri di singoli oggetti.Questi sistemi prendono in conto le nostre intuizioni
numeriche fondamentali e servono come fondamento per I concetti numerici più sofisticatiche sono unicamente umani.
Feigenson, L.; Dehaene, S. & Spelke, E. (2004)
misura
numerosità
• Principio di Iniettività (Gelman & Gallistel)
Primo principio descritto nel modello che governa e definisce il processo del contare a parole secondo Gelman & Gallistel. Il bambino assegna una, e solo una, parola per contare a ciascuno degli oggetti che devono essere contati. In questo modo si realizza una corrispondenza biunivoca tra l’insieme delle parole per contare utilizzate e l’insieme degli oggetti da contare. Il principio di iniettività non è rispettato se si conta due volte lo stesso oggetto, se si usa due volte la stessa parola, se si salta qualche oggetto. Non è richiesto che le parole utilizzate siano numerali e neppure che, nel caso che lo siano, vengano utilizzati secondo la sequenza usuale (uno, due, tre, quattro, ecc.).
Modello di Gelman & Gallistel
Principio di ordine stabile (Gelman & Gallistel)
• Secondo principio descritto nel modello che governa e definisce il processo del contare a parole secondo Gelman & Gallistel. Il bambino utilizza le parole per contare secondo una sequenza stabile, cioè ripetibile. Non è richiesto che la sequenza sia quella usuale: può accadere che la sequenza usata stabilmente sia, ad esempio, uno, due, quattro, sei.
Principio di cardinalità (Gelman & Gallistel)
• Terzo principio descritto nel modello che governa e definisce il processo del contare a parole secondo Gelman & Gallistel. Il bambino riconosce nell’ultima parola pronunciata una proprietà (numerosità, cardinalità) dell’intero insieme.
Modello di Gelman & Gallistel
Principio di astrazione (Gelman & Gallistel)
• Quarto principio descritto nel modello che governa e definisce il processo del contare a parole secondo Gelman & Gallistel. Il bambino ammettaela possibilità ed è in grado di contare oggetti di qualsiasi natura, sia presenti, sia evocati o solo pensati.
Principio dell’irrilevanza dell’ordine (Gelman & Gallistel)
• Quinto principio descritto nel modello che governa e definisce il processo del contare a parole secondo Gelman & Gallistel. Il bambino riconosce che il conteggio non dipende dall’ordine in cui sono contati gli oggetti, cioè che è inessenziale quale parola numero è assegnata ad un certo oggetto.
Modello di Gelman & Gallistel
Come si apprendono i numeri?
Modello di ridescrizione rappresentazionale di Annette Karmiloff Smith
applicato al caso dei numeri.
“un modo tipicamente umano di raggiungere la conoscenza consiste nel fatto che la mente possasfruttare internamente l’informazione giàimmagazzinata (sia essa innata o acquisita) ridescrivendo le sue rappresentazioni o, piùprecisamente, rappresentando in modo nuovo ciòche le rappresentazioni interne già codificano”.
Come si apprendono i numeri?
Modello di ridescrizione rappresentazionale di Annette Karmiloff Smith
applicato al caso dei numeri.
EsperienzePratiche ripetuteManipolazioneConsolidamento
Molto dipende da una dinamica interna.
MACome favorire la ridescrizione?
Artefatto: è una parte dell’ambiente materiale deliberatamente modificata dall’uomo per essere utilizzata con un’intenzione precisa.
Esempi:Le mani per contareIl pallottoliereLe bacchette - cannucceL’abacoIl righello (o linea dei numeri)La pascalinaBee-botAmbienti virtuali (micromondi): es. Focus on bee-bot
Numeri e artefatti
Problemi additivi
(addizione e sottrazione)
Bee-botCardinalità, ordine, comando,
MisuraOrientamento spaziale ……
Costruzione numeri
CardinalitàRaggruppa
mento (dieci)
Linea dei numeriOrdine
Lettura / scrittura
Precedente – successivo
PascalinaLettura
/scrittura+1-1
u, da ….Add. Sottr.
Abacou, da ….
Add. Sottr.
Campi di esperienza
(micromondi)
didattici
Un progetto appena avviato2011-2014
Scuole delle province di Torino, Bologna e Reggio Emilia
Difficoltà di apprendimento in matematica
M. Bartolini Bussi – Anna Baccaglini FrankGiacomo Stella – Maristella Scorza
Le mani che toccano, afferrano, manipolano, accarezzano, indicano, sono cognitivamente molto diverse dalle mani che contano. Nel secondo caso c’è, infatti, l’intenzionalità di utilizzarle per uno scopo che non era quello originario e naturale. I primati non umani usano le mani e le dita anche in modi estremamente raffinati, ad esempio per estrarre il cibo da un contenitore o battere una pietra per rompere noci di cocco. Non c’è invece nessuna osservazione che documenti, nei primati non umani, l’uso delle mani e delle dita per contare (ad eccezione, forse, del caso di quelli addestrati al linguaggio dei segni). Dunque l’utilizzo delle mani per contare richiede il distanziamento dalla mano come parte del proprio corpo e il controllo cosciente dell’azione che si compie. La mano diviene quindi un artefatto, una parte del mondo materiale deliberatamente trasformata per compiere un’azione diversa da quelle naturali.
Le mani
Le mani
Luca Pacioli, 1494Beda, VII secolo
Brian Butterworth (1999), Intelligenza matematica, Milano: Rizzoli.
Capitolo 5Mani, spazio e cervello.
Le Dita, per disposizione della natura e per l’irrevocabile decisione del grande Aritmetico, sono state incaricate di
servire al conteggio, alla stregua di rapide e naturali cifre,
sempre pronte e sotto Mano ad assisterci nei nostri calcoli.(J. Buwler, Chirologia, 1644)
Le mani
B. Butterworth:La rete corticale attivata quando si stanno elaborando numeri è parzialmente sovrapposta con quella utilizzata per il movimentodelle mani e delle dita.
L’agnosia digitale(incapacità di rappresentare mentalmentele proprie dita)è un predittore delle difficoltà aritmetiche.Nella sindrome di Gerstmannsono presenti agnosia digitale e discalculia.
Le mani e il cervello
Qualche idea in prima elementare
(insegnante Rita Canalini)
“ Disegna le tue mani
mentre contano”.
Contare sulle dita nella scuola elementare
RC
Ricerca – azione nelle scuole comunali di Modena (oltre 20 insegnanti).
Scuola dell’infanzia: pallottoliere
inf
Che cos’è?Apertura della conversazione quando l’insegnante mostra ai bambini il pallottoliere già montato.E’ la voce del narratore.Lo scopo è multiplo. L’insegnante vuole far:Evocare la memoria di esperienze;Collegare con altre esperienze;problematizzare (il bambino deve sentire il problema come suo)Imparare il nome “convenzionale” (pallottoliere, che comincia come PALLina).Possibili variazioni Avete mai visto una cosa così?Ne abbiamo a scuola? Sono uguali?Come si chiama?
Che cos’è?
Come è fatto?
Che cosa fa?
Perché lo fa?
inf
Come è fatto?Questo lancio (o rilancio) rappresenta l’entrata in gioco della voce del costruttore.Lo scopo è multiplo. L’insegnante vuole far:rappresentare (verbalmente) le parti dell’artefatto;identificare le componenti e denominarle in modo corretto (aste, fili, palline forate, ecc.)descrivere le relazioni spaziali delle parti con l’uso di opportuni locativi (sopra, sotto, a fianco, dentro, ecc.)descrivere le funzioni delle varie parti (stare in piedi, scorrere, ecc.)Possibili variazioni:Che cosa ci serve per costruirne un altro?Come possiamo dare le istruzioni per costruirne uno così?
Che cos’è?
Come è fatto?
Che cosa fa?
Perché lo fa?
inf
Artefatto: oggetto materiale o simbolico in sé. Strumento: entità mista composta sia da componenti
legate alle caratteristiche dell’artefatto che da componenti soggettive (schemi d’uso messi in campo da un soggetto quando è assegnato un compito da risolvere con l’aiuto di un artefatto). Gli schemi d’uso dipendono dall’artefatto, variano a seconda del compito e, per lo stesso compito, variano da individuo a individuo.
Rif. Rabardel, P. (1995). Les hommes et les technologies, approche cognitive des instruments contemporains. Armand Colin : Paris.
Artefatti e schemi d’uso
Che cosa fa?Si passa ad aspetti funzionali. In alcuni casi le insegnanti predispongono attività specifiche(es. gioco dei birilli) o riprendono attività tradizionali (es. appello) proponendo l’artefatto come aiuto per lo svolgimento del compito. Questo lancio (o rilancio) rappresenta l’entrata in gioco della voce dell’utilizzatore.Lo scopo è multiplo. L’insegnante vuole far:praticare la filastrocca dei numeri(contare le palline) e praticare l’uso del pallottoliere nelle ordinariesituazioni di conteggioPossibili variazioniChe cosa possiamo fare con il pallottoliere?A che cosa serve? Come funziona?Possiamo usarlo quando facciamo l’appello?Durante l’appello: proviamo ad usarlo.
Che cos’è?
Come è fatto?
Che cosa fa?
Perché lo fa?
inf
Perché lo fa?E’ la giustificazione dell’efficacia del suo utilizzo. Questo lancio (o rilancio) rappresenta l’entrata in gioco della vocedel “teorico”. In questo l’insegnante assume in pieno il ruolo del mediatore culturale.L’insegnante vuole far:ricostruire in modo consapevole il sapere matematico accumulato (sedimentato, depositato)sull’artefatto.Possibili variazioni:Spiega bene come si usa per essere sicuri di non sbagliare.(mostrando un pupazzo che sbaglia ad usarlo) Fa bene o fa male? Perché?
Che cos’è?
Come è fatto?
Che cosa fa?
Perché lo fa?
inf
Schema del percorso
Che cos’è?
Come è fatto?
Che cosa fa?
Perché lo fa?
Domande “tipiche” di una didattica laboratoriale.
inf
• Non solo azione …..
ma anche rappresentazione con diversi sistemi semiotici
(il disegno, la messa in forma di un modello … ecc.)
Un tratto comune
Il pallottoliere può essere (ri)esplorato come avvio alla notazione posizionale in base dieci.
E nella scuola elementare?
RC
Perché ad ognuno un “personale” artefatto/strumento?Tre i motivi principali:
1. l’artefatto strumento acquista un peculiare valore affettivo
RC
2) una dotazione individuale di strumenti consente di ricorrervi frequentemente consentendo la reiterazione di gesti e schemi d’uso chiamati, progressivamente, con tempi distesi e grazie all’interazione sociale, ad essere interiorizzati
3) l’assemblaggio-realizzazione dell’artefatto viene proposta dall’insegnante secondo modalità che tendono a far emergere, almeno in parte, il sapere incorporato nello strumento e/o a far ipotizzare schemi d’uso
RC
Un esempio, l’assemblaggio del pallottoliere:
• Per ogni bambino si preparano dei sacchetti contenenti due stanghette in legno, due rettangoli in legno o cartone, ciascuno con 2 fori e 20 perline (pasta forata)
• L’insegnante mostra il contenuto di uno dei sacchetti, le palline vengono contate, e dichiara che sono i pezzi necessari per costruire uno strumento che si chiama pallottolliere e che serve per contare e calcolare. Dichiara di aver perso le istruzioni di montaggio quindi occorre ipotizzare come lo strumento debba essere montato
• Ad ogni allievo viene consegnato il materiale e ciascuno lo esplora provando a realizzare il pallottoliere
• Dopo qualche tempo, si discute sulle varie realizzazioni proposte
RC
Dalla discussione emerge che • in ogni stanghetta vanno infilate 10 palline tante
quante sono le dita delle nostre mani (riferimento all’idea di raggruppamento)
• i rettangoli di legno servono per infilare le due stanghette, dunque non far uscire le palline (ogni strumento è anche il prodotto di soluzioni tecnologiche e come tale ha potenzialità e vincoli)
• la lunghezze delle stanghette è solo in parte occupata dalle palline così, mentre si conta, si possono separare quelle contate da quelle che si devono ancora contare (riferimento al processo di ripartizione , cfr. Gelmann e Gallistel)
RC
La cifra a sinistra “conta” la “fila-decina”
La cifra a sinistra conta la fila-decina che abbiamo circondato con una linea chiusa.La cifra a destra conta le unità.
RC
Pallottoliere e “calcolo mentale”
Vedo due file-decina sul pallottoliere
Sposto una fila-decina
Sposto 7 palline senza contarle perché ne lascio 3 a sinistra(subitizing)
RC
Pallottoliere e “calcolo mentale”
Vedo due file-decina sul pallottoliere
Sposto una fila-decina
Sposto 7 palline senza contarle perché ne lascio 3 a sinistra(subitizing)
20 = 10 + 10
20 – 10 = 10
7 + 3 = 10
20 – 17 = 20 – 10 – 7 = 3
RC
Pallottoliere e “calcolo mentale”
COMPITO
AZIONI sull’ARTEFATTO
SCHEMI D’USO
SIGNIFICATI MATEMATICI
20 = 10 + 10
20 – 10 = 10
7 + 3 = 10
20 – 17 = 20 – 10 – 7 = 3
RC
Mediazione semiotica
Il sostantivo mediazione deriva dal verbo mediare
e si riferisce a un processo con una complessa struttura che
include i partecipanti e le circostanze che sono potenzialmente
rilevanti in questo processo:
- qualcuno che media, il mediatore;
- qualcosa che viene mediato, il contenuto rilasciato dalla
mediazione;
- qualcuno soggetto alla mediazione, il ricevente a cui la
mediazione apporta differenze;
- la circostanza della mediazione;
- i mezzi della mediazione, la modalità;
- il luogo, il sito in cui la mediazione può avvenire. (Hasan)
Compito
Attività Semiotica
Allievo(i)
culturaSapere
Matematico Produzioni collettive
“Testi” matematici
Produzioni individuali
“Testi ”situati
Ruolo dell’insegnante
Bacchette, fascetti, unità, decine
55
1 elementare / 1 semestre
Prima conta dieci bastoncini, lega un
fascetto. Quando hai fatto come conti?
1 da dieci e 1 da uno fa dieci uno
(+ —)
Dalla nostra tradizione
Conti Alberto, Aritmetica per la prima classe elementare , Firenze, Bemporad e Figlio, 1920,
Nota per l’insegnante. Il centesimo, il soldo [5 cent.] e il soldone *10 cent.+ sono d’uso così familiare che molti insegnanti ritengono opportuno di valersene fin dalla prima classe per la rappresentazione concreta dei primi 20 numeri. Però per classi numerose appare poco pratico l’uso di queste monete, in luogo delle quali si preferisce fare uso dei dischi di carta.Certamente l’uso del soldo e del soldone implica un concetto di sostituzione e di equivalenza, che in un primo grado d’istruzione offre difficoltà che non conviene aggiungere alle altre difficoltà offerte dai primi passi. Noi riteniamo preferibile che il fanciullo abbia sotto gli occhi tanti oggetti quante sono le unità del numero rappresentato e troviamo assai pratico l’uso degli stecchini sciolti, e a mazzetti, e a fasci.
Dalla nostra tradizione
problema
Valore posizionale
?
36 -28=
8..
con il “prestito” di una decina
36 – 28?Slego un fascetto e prendo i
bastonciniche mi servono
problema
Legareslegare
36 -28=
8..
con il “prestito” di una decina
Valore posizionale
36 – 28?
ComporreScomporre
Realizzazione della linea dei numeri• Attività di realizzazione di una
linea come la seguente: (la “finestra” può essere spostata avanti e indietro e “nasconde” il numero precedente e il successivo). I numeri maggiori si “incontrano” spostando la finestra da sinistra verso destra, viceversa per i minori
• A terra viene realizzata una linea fino a 15…: i numeri maggiori si incontrano “camminando in avanti” i numeri minori “camminando all’indietro”
• compiti che implicano il ricorso all’artefatto-strumento
RC
Compito
Attività Semiotica
Allievo(i)
culturaSapere
Matematico Produzioni collettive
“Testi” matematici
Produzioni individuali
“Testi ”situati
Ruolo dell’insegnante
Nota storica: la pascalina
…. invenzione che consente di eseguire ogni genere di operazione aritmetica, in modo nuovo e comodo …..Questa macchina semplifica ed elimina nelle sue operazioni tutto quanto è superfluo, il più incompetente troverà tanti vantaggi quanto il più esperto. Senza trattenere o prendere a prestito nulla, la macchina fa da sola quanto l’operatore desidera, senza che lui se ne debba in alcun modo preoccupare.
(B. Pascal, 1645)
Nota storica: la pascalina
William Schickard
1623
Nota storica: la pascalina
Klein (1924) così commenta il senso delle macchine da calcolo ed in particolare della Brunsviga.
Nota storica: la pascalina
Mi sia permesso riassumere osservando che il principio teorico della macchina è molto elementare e rappresenta semplicemente una realizzazione tecnica delle regole che si usano sempre nel calcolo numerico […].
(Felix Klein)
Nota storica: la pascalina
Nell’esistenza di una tale macchina vediamo una incontestabile conferma che solo le regole dell’operazione, e non il significato dei numeri, sono importanti nel calcolo; perché la macchina può seguire solo queste; è costruita per fare esattamente questo; non potrebbe cogliere intuitivamente il significato dei numeri.
(Felix Klein)
Nota storica: la pascalina
Non riterremo dunque accidentale che un uomo come Leibniz, pensatore astratto di primo livello, e uomo di grande talento pratico, sia stato, al tempo stesso, sia il padre della pura matematica formale che l’inventore di una macchina calcolatrice.
(Felix Klein)
Alcuni significati matematici:
Rappresentazione polinomiale dei numeri in base dieci.
Algoritmi di addizione e sottrazione in base dieci.
Collegamento tra aspetti semantici ed aspetti sintattici.
Rappresentazionepolinomiale dei numeri.
Collegamento tra aspetti semantici e
sintattici
Conta usando la pascalina
Prima elementare: Mara BoniMB
Conta usando la pascalina
Prima elementare: Mara Boni
Rappresentazionepolinomiale dei numeri.
Collegamento tra aspetti semantici e
sintattici
MB
Dentro lo schema
La risposta di Alice, colta al volo dall’insegnante e proposta a tutti come modello da imitare, mette a disposizione di tutti il collegamento tra
Artefatto (le ruote, andare avanti, girare, i gesti, diventa, l’uno che si mette con un altro uno, diventa …)
Matematica (i numerali nell’ordine standard, l’operatore +1, …..).
MB
Dentro lo schema
La risposta di Alice, colta al volo dall’insegnante e proposta come modello da imitare, mette a disposizione di tutti il collegamento tra
Aspetti sintattici (la conta realizzata in modo automatico)
Aspetti semantici (il numero degli scatti necessari)
MB
Qualche mese dopo(seconda elementare)
Prova individuale con una pascalina a testa:
Costruisci il numero 23 e spiega con parole e disegni come hai fatto (partendo da zero).
MB
Sono schemi d’uso diversi …
Che sottendono significati matematici diversi:
23 = 0 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1
23 = 2d + 3 u = 20 + 3
La consegna (individuale)
Scrivi le istruzioni d’uso della
Pascalina per l’operazione di
addizione
(caso particolare suggerito:
28 + 14)
FF
Due protocolli
Christian:
Ho scritto il primo addendo, 28, poi ho aggiunto il secondo, ruotando in senso orario la rotella delle unità quattro volte e la rotella delle decine una sola volta. Il risultato è 42.
Orlando:
Ho scritto il numero 28, poi ho girato in senso orario 14 volte la ruota in basso a destra, quella delle unità. Il risultato è 42.FF
Una nuova consegna
Guarda che cosa hanno scritto Christian e Orlando per calcolare sulla pascalina:
28 + 14
Prova a scrivere le espressioni matematiche che rappresentano i due diversi procedimenti.
FF
Una nuova consegna
Guarda che cosa hanno scritto Christian e Orlando per calcolare sulla pascalina:
28 + 14
Prova a scrivere le espressioni matematiche che rappresentano i due diversi procedimenti.
FF
Globalmente
• Usano solo i segni matematici (7/23)
• Usano segni matematici e linguaggio iconico (2/23)
• Usano segni matematici e linguaggio verbale (10/23)
• Usano segni matematici, linguaggio verbale e linguaggio iconico (4/23)
FF
Solo segni matematici (M. Y. N.)
Christian
= (20 + 10) + (4 + 8) =
= 30 + 12 =
= 42
Orlando
= (20 + 8) + (1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1) =
= 20 + (8 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1) =
= 20 + 22 =
= 42
FF
Segni matematici e linguaggio verbale
Le due operazioni sono le stesse, solo che cambia come le svolgono.
Christian: 28 + 1 da + 4 u = 42
Orlando: 28 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 + 1 = 42
(L. F.)
FF
Abaco
• assemblaggio del nuovo strumento secondo modalità analoghe a quelle descritte per il pallottoliere
• emerge un conflitto: perché una base e due stanghette verticali?
• Attraverso la “discussione matematica” si confrontano varie ipotesi finché dall’opacità dello strumento si passa alla trasparenza: la stanghetta a destra “conta” le unità da 0 a 9, quella a sinistra “conta” le decine (l’abaco “incarna” la notazione posizionale).
RC
Una rete di artefatti, funzioni ipotizzate:
• Promuove un distacco dagli strumenti concreti, orienta la riflessione sui saperi matematici
• Rende più ricca e articolata l’attività di carattere semiotico relativa all’interazione con gli artefatti fisici, alla rappresentazione di tale attività e alla progressiva evoluzione di significati matematici
• Il dialogo fra strumenti può generare conflitti cognitivi produttivi rispetto alla costruzione di significati matematici
RC
Significati che possono essere mediati inizialmente.
- Numero (contare)
- Numero (misura)
- Spazio (sistema di riferimento)
- Spazio (percorso)
- Informatica (sequenza di istruzioni, memoria, ecc.)
Un giocattolo programmabile
Ad esempio
Descrivere accuratamente che cosa può fare bee-bot attraverso una esplorazione diretta.
• Movimenti semplici
• Movimenti complessi (percorsi su traiettorie aperte, percorsi su traiettorie chiuse)
• Forma delle traiettorie – esplorazione – scoperta di regolarità.
• E’ possibile far percorrere traiettorie poligonali?
• Di che tipo?
GIACOMO: IL PASSO DEL BEEBOT NON SORPASSA IL FOGLIO
MARCO: PERO’ SE FA DUE PASSI SORPASSA IL FOGLIO
GIACOMO: 3 PASSI SECONDO ME SONO TROPPI NE BASTANO 2inf
SAMIRA: POTREMMO METTERE DEI FOGLI COSI’ CAPISCI
ALESSIA G.: LI METTIAMO IN FILA
inf
Bee-bot: il listato come oggetto
Disegnare la traiettoria del bee-bot su un foglio a quadretti.
Scrivere un programma che riporta a casa bee-bot sulla stessa traiettoria
Camminando all’indietro
Facendo mezzo giro e poi camminando in avanti
Bee-bot nella scuola elementare
AR
Schema generale
Produzione
individuale
di segni
Produzione
collettiva
di segni
Discussione
Matematica
Attività con
l’artefatto
(individuale – piccolo gruppo)
Problemi additivi
(addizione e sottrazione)
Bee-botCardinalità, ordine, comando,
MisuraOrientamento spaziale ……
Costruzione numeri
CardinalitàRaggruppa
mento (dieci)
Linea dei numeriOrdine
Lettura / scrittura
Precedente – successivo
PascalinaLettura
/scrittura+1-1
u, da ….Add. Sottr.
Abacou, da ….
Add. Sottr.
Campi di esperienza
(micromondi)
didattici