La Madonna del Divino Amore storie d’amore, e invocare il fuoco dello Spirito su tutte le fa -...

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La Madonna del Divino Amore Anno 84 - N. 1 Maggio 2017 ROC (ex 20/B legge 662) - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/2/2004 n. 46) art. 1, comma 1, C

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La Madonnadel Divino AmoreAnno 84 - N. 1 Maggio 2017

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2 BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL DIVINO AMOREWWW.SANTUARIODIVINOAMORE.IT

VIA DEL SANTUARIO, 10 [KM 12 DELLA VIA ARDEATINA) - 00134 ROMA - ITALY

LETTERA DEL RETTORE 3

CHI È GESÙ? 4

INTERVISTA A ROBERTA BOESSO 6

ACCOMPAGNA UN SEMINARISTA 8

PASQUA 2017 10

CONFESSARSI IN UN SANTUARIO? 12

FRANCESCO E GIACINTA DUE SANTI BAMBINI 14

PREGHIAMO CON MARIA 15Sommario LA MADONNA

DEL DIVINO AMORE

Direttore responsabileGiuseppe DaminelliAutorizzazione del Tribunale di Roma n. 56 del 17.2.19B7

EditriceParrocchia S. Maria del Divino AmoreVia del Santuario, 10 - 00134 RomaTel. 06 713518 - Fax 06 71353304C/C Postale N. 721001

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I N F O

3BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

Sotto il segno di Maria continuiamo il nostro cammino consuo figlio Gesù. Con la carica spirituale dell’anno della Mi-sericordia viviamo per così dire un altro giubileo, quello

dell’apparizione della Madonna di Fatima in Portogallo, il tredi-ci maggio 1917, cent’anni fa.L’attualità del messaggio di Fatima consiste nella sintonia asso-luta con l’annuncio del Vangelo: “conversione e preghiera”,quello che ci chiede la Madonna, per accogliere il dono della pa-ce che solo il Signore può darci. Diceva San Giovanni Paolo II il13 maggio 1982 “Se la Chiesa ha accolto il messaggio di Fatimaè soprattutto perché esso contiene una verità e una chiamata,che nel loro fondamentale contenuto sono la verità e la chiama-ta del Vangelo stesso. Convertitevi, (fate penitenza) e credete alVangelo” (Mc 1,15), sono queste le prime parole del Messia rivol-te all’umanità. Il messaggio di Fatima è nel suo nucleo fonda-mentale la chiamata alla conversione e alla penitenza, come nelVangelo.”Chiamati a camminare nella gioia dell’amore, Papa Francesco conl’esortazione apostolica Amoris Leatitia, ci incoraggia a scoprire ivalori della famiglia, cellula primaria della società. Tuttavia se lacellula è malata tutta la società ne risente; allora per curare e sal-vare la famiglia bisogna essere perseveranti nell’esercizio della mi-sericordia, che si traduce in gesti concreti di perdono e accoglien-za, avendo ben chiaro che il medico è Gesù. Al n. 59 della esorta-zione il Santo Padre sottolinea che ”Il nostro insegnamento sul ma-trimonio e la famiglia non può cessare di ispirarsi e di trasfigurarsialla luce di questo annuncio di amore e di tenerezza, per non diven-tare mera difesa di una dottrina fredda e senza vita. Infatti, non sipuò neppure comprendere pienamente il mistero della famiglia cri-stiana se non alla luce dell’infinito amore del Padre, che si è manife-stato in Cristo, il quale si è donato sino alla fine ed è vivo in mezzo anoi. Perciò desidero contemplare Cristo vivente che è presente intante storie d’amore, e invocare il fuoco dello Spirito su tutte le fa-miglie del mondo.”Le sfide da affrontare sono tante nella vita di ognuno di noi nel-la lotta contro il peccato che disgrega la vita sociale in una si-tuazione crescente di corruzione e di antipolitica che genera al-trettante situazioni di miseria, violenza e disperazione, ma nonperdiamoci d’animo. Presi per mano dalla Madonna del DivinoAmore, con la corona del santo Rosario, la partecipazione ai sa-cramenti troveremo la forza necessaria per camminare spediti inmezzo alle tempeste e alle difficoltà della vita e testimoniare co-sì, con gioia, la fede nel Cristo Risorto.Il Santuario della Madonna del Divino Amore è proprio questoluogo di grazia dove i pellegrini, attratti dalla tenerezza dellaMadre, trovano ristoro per riprendere il cammino.Ave Maria

Don LucianoLettera del R

ettore

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Per gli ebrei che se neinteressano è un rabbi-no, mentre per i cri-

stiani è Dio stesso che si fauomo. Rabbi Gesù è nato probabil-mente nel 3 a.C. in Palesti-na, e per poterne compren-dere la maniera di ragiona-re, è necessario restituirlo al-la sua terra, alla sua culturaed al suo tempo. Egli nasce in una famiglia diGiudei osservanti e, come ta-le viene educato, in un mo-mento storico in cui la cultu-ra e la spiritualità israelite,subiscono un forte attaccoda parte dell’ellenismo ed incui l’Impero Romano dominatutti i paesi che si affaccianosul bacino del Mediterraneoed anche oltre. Il potere politico nella Pale-stina di duemila anni fa, ècosì distribuito: I Romani Erode il Grande (prima), edErode il Tetrarca (poi) Il Sinedrio I Romani sono gli oppressorie gli sfruttatori delle terreconquistate. Gestiscono ilpotere con la forza del loroesercito. Sia Erode il Grandeche suo figlio Erode il Tetrar-ca, furono dei re a “sovranità

limitata” che governarono acavallo del periodo storico incui visse Gesù. Facevano daanello di congiunzione fra ilSinedrio ed il Governatoreromano che risiedeva in Giu-dea. Il Sinedrio (Sanhedrin),sorta di senato politico reli-gioso, era formato dai Sad-ducei (Zaddokim), dai Farisei(Perushim) e da alcuni saggi.Benché i Sadducei fossero inminoranza, avevano il con-trollo politico del paese,mentre i Farisei erano riusci-ti ad avere quello religioso.Di fatto tutti i Sadducei e lamaggior parte dei Fariseimembri del Sinedrio, eranodei veri collaborazionisti cor-rotti. I Sadducei ed i GranSacerdoti, avevano il con-trollo del Tempio e del suotesoro, assieme al monopoliodei banchi cambiavalute equello della vendita deglianimali destinati al sacrificionel Tempio.I Farisei, erano i custodi delletradizioni e della cultura

d’Israele che cercavano dipreservare dalla colonizza-zione culturale ellenica, ar-ricchendo la Torah di Mosè(“Insegnamento”), di normeinterpretative (Torah orale)onde alleggerirne l’applica-zione e per questo eranobenvisti dalla popolazione.Gli Scribi erano dei veriscienziati delle scritture, inmaggioranza poveri perchédedicavano la loro vita allostudio. Non tutti i Fariseierano Scribi, e non tutti gliScribi erano Farisei.Ma Rabbi Gesù era Fariseo? Ormai molti esegeti sia cri-stiani che ebrei tendono adinquadrarlo in tal senso.Gesù appartiene al mondodei rabbini, per nascita,educazione, conoscenzadella Torah.“Ora il bambino cresceva e sifortificava, era pieno di sa-pienza e la grazia di Dio erasopra di lui. I genitori di Gesùandavano ogni anno a Geru-salemme per la festa di Pa-squa...”, dice Luca (2,40-41).Ingiunge alla folla e ai suoidiscepoli di seguire le pre-scrizioni degli scribi e dei fa-risei: “Gli scribi e i farisei sonoseduti sulla cattedra di Mose:fate dunque tutto quello che

CHI È GESÙ?

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vi dicono”. Ma raccomanda dinon comportarsi come loro:“Ma non fate come loro fan-no, perché dicono ma nonfanno” (Matteo 23,2-3). Gesù si sottopone addiritturaal rito tradizionale del mezzosiclo che i giudei erano ob-bligati a dare ogni anno peril tempio.“Quando arrivarono a Cafar-nao, quelli che raccoglievanole due dracme si rivolsero aPietro e gli dissero: Il vostromaestro non paga le duedracme? Si, rispose“ (Matteo17,24-25). “La tradizione delmezzo siclo era un’innova-zione dei farisei. Essa non erapraticata né dai sadducei nédagli esseni, il che indica cheGesù è vicino ai farisei. Nonsappiamo ugualmente se isadducei e gli esseni si reca-vano alla sinagoga, e nem-meno se praticavano lo stes-so genere di rituale dei fari-sei. In ogni caso, le pratichedi Gesù in materia, il fatto direcarsi di sabato in sinagoga,di leggere la Torah e poi unbrano dei Profeti e di assiste-re ad un sermone, corrispon-dono piuttosto agli usi e co-stumi dei farisei, così comerisultano dalle fonti rabbini-che”. Ma allora chi vuole la mortedi Gesù? I Sadducei. Probabilmenteessi non perdonano al Rabbidi averli ridicolizzati distrug-gendo i banchi dei cambia-valute presenti nella Spiana-ta del Tempio e di aver perciòmesso in discussione la loro

maggior fonte di denaro.Inoltre da bravi collaborazio-nisti sono ben felici di conse-gnarlo ai padroni Romani. IFarisei e gli Scribi membri delSinedrio. Gesù li ha spessissi-mo umiliati pubblicamenteper la loro decadenza. I Ro-mani. Gli invasori hanno bi-sogno di crocifiggere ciclica-mente qualcuno, onde man-tenere calma la popolazione.Non dimentichiamo che percontrollare la Giudea, Romaera costretta a tenervi stan-ziate in permanenza due Le-gioni a causa delle numeroserivolte giudee. Gesù ha ungrande seguito popolare ed ècerto un sobillatore, infattiviene consegnato a Pilatodai collaborazionisti. Sullasua croce i Romani scrive-ranno una motivazione poli-tica: ”Re dei Giudei”.Chi non vuole la morte diRabbih Jeshuah? Il popolo. In questo senso iVangeli sono espliciti. Eraben visto dalla polazione,poiché come tutti gli uomi-ni di Adonai, era in grado difare miracoli ed era contro icorrotti. I Farisei e gli Scribifedeli alla Torah. Gesù è unodi loro. Nei Vangeli gliesempi dell’elogio e del ri-spetto nutrito nei confrontidi Gesù sono numerosi. Egliera un vero Maestro, cono-sceva perfettamente nonsolo la Torah, ma tutte lescritture, osservava la tradi-zione. Cosa significa ciò? Si-gnifica che era un Giudeopraticante.

Questo concetto è stato persecoli trascurato ed ignoratosia da parte cristiana chegiudaica. Mentre da partecristiana si è effettuato unvero e proprio rapimento, daquella giudaica si è avutauna vera e propria rimozionesalvo alcune piccole eccezio-ni ai riferimenti a Gesù pre-senti nel Talmud, sono po-chissimi.Gesù di Nazareth, dottoredella Torah, insegnava stan-do seduto come tutti gli scri-bi (4), e molte delle cose chediceva non erano nuove, mala differenza fra lui e gli altrirabbini, era che “Egli parlavacome uno che ha autorità”,cioè, non solo Gesù accen-tuava sempre le sentenzegià note, ma anziché parlarein forma interrogativa, comeda secoli era in uso fra i rab-bini, egli diceva “Io vi dico”e d “Amen!” (“così è!”, “senzaombra di dubbio!”). Solo un piccolissimo con-fronto un confronto fra leparole di Gesù e la Tradizio-ne giudaica: (Matteo 7,12) Tutto quanto volete che gliuomini facciano a voi, anchevoi fatelo a loro: questa in-fatti è la Legge ed i Profeti. Tradizione giudaica: Non fa-re a nessun altro ciò che nonti piace; questa è la Torah in-tera e tutto il resto non è chespiegazione. Va e impara!Chi è Gesù? … Il Figlio diDio fatto uomo e sul qualeho scommesso per la vitaeterna...

J.J.C.

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L’icona venerata nel nuovo Santuariodella Madonna del Divino Amore è sta-ta realizzata da Roberta Boesso. A lei

abbiamo rivolto alcune domande per megliocomprendere la genesi e la realizzazione diquesta opera sacra.

Gentile Roberta, lei è l’artista che ha realiz-zato l’icona della Madonna del Divino Amo-re venerata nel Nuovo Santuario: come ènato questo “progetto”?Si è trattato di un progetto capitatomi ina-spettatamente. Ricordo quando dal Vicariatodi Roma, Mons. Parmeggiani, allora segreta-rio del Card. Ruini mi convocò per commis-sionarmi tale opera perché era desiderio del-la Diocesi di Roma farne dono al Santo PadreGiovanni Paolo II in occasione del suo 25º an-no di pontificato. Solo successivamente ap-presi che il Papa avrebbe a sua volta donatol’icona al Nuovo Santuario romano del Divi-no Amore.

Quale tecnica ha utilizzato per realizzarel’opera?La tecnica usata per la realizzazione dell’ico-na è stata quella dell’antica tradizione bizan-tina e romanica che ha espresso la fede dellacomunità cristiana con un linguaggio figura-tivo e cromatico che, pur tra differenze di va-rie scuole, era sostanzialmente lo stesso sia inOriente che in Occidente. Ho utilizzato mate-riali provenienti dal mondo vegetale, minera-le ed animale (come il legno, l’acqua, i pig-menti naturali, l’uovo come legante, la collaanimale, l’oro....) perché anche la natura, do-no di Dio, è chiamata a partecipare a questacelebrazione del divino.La fase iniziale nel realizzare l’icona è stataquella di preparare accuratamente la tavolalignea. Ho utilizzato assi di tiglio opportuna-mente assemblate e trattate per ricevere, nel-

la fase successiva, il fondo bianco di gesso.Su quest’ultimo ho eseguito il disegno con lamassima cura, evitando che anche il minimoparticolare potesse essere lasciato al caso ecercando di disporre le forme con sobrietà edarmonia. L’ho realizzato interamente a manolibera, avendo come riferimento l’antica ico-na della Madonna del Divino Amore, rispet-

tando il più possibile l’impronta compositivaoriginaria, ma apportando opportune modi-fiche là dove erano presenti piccole imperfe-zioni e disarmonie. Per la fase successiva della doratura delleaureole ho usato foglie d’oro zecchino. Per lesue caratteristiche d’ inalterabilità, durata esplendore, l’oro è il più adatto tra gli elemen-ti ad esprimere il divino. Ho applicato le fo-glie con la tecnica della doratura a bolo chemi ha permesso di brunire, ovvero lucidarel’oro, e realizzare i raggi come presenti nel-l’originale.

INTERVISTA A ROBERTA BOESSO

7BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

A questo punto ho dipinto l’icona ricorrendoalla tecnica molto antica della tempera al-l’uovo, una mescolanza di pigmento in polve-re avente come legante il tuorlo d’uovo. Hosteso i colori per strati alternando schiari-menti, ombreggiature e velature. In ultimo,come protettivo finale, ho applicato l’olifa,un particolare olio di lino che penetrando fi-no al legno, conferisce alla stesura cromaticafreschezza, trasparenza e vivezza.

Qual è il legame e il dialogo che l’icona delNuovo Santuario instaura con l’antica e ori-ginale immagine dipinta in affresco nell’An-tico Santuario?Tra l’antica icona della Madonna del DivinoAmore venerata nell’antico Santuario e quellada me realizzata, vi è un profondo legame edialogo garantito dal rispetto di una tradizio-ne iconografica. È stata senza dubbio un’espe-rienza molto intensa e arricchente spiritual-mente, che mi ha permesso di vivere maggior-mente lo spirito di servizio alla Chiesa intesacome Chiesa-Madre e popolo di Dio: “Ciò cheil Vangelo ci dice con la Parola, l’icona ce loannuncia con i colori e ce lo rende presente”(Concilio di Nicea 787). Questo è il carisma chedistingue l’arte iconografica da qualsiasi altraraffigurazione religiosa: in forza quindi del ri-to di benedizione anche l’icona della Madon-na del Divino Amore è luogo in cui Dio è pre-sente, tempio della sua santità e come talesantifica l’ambiente in cui si trova.

La sua icona è stata donata a Papa Giovan-ni Paolo II in occasione del 25° anniversariodi pontificato in San Pietro il 31 dicembre2003. Fu proprio lo stesso pontefice a vo-lerla poi collocare nel Nuovo Santuario. Co-me ricorda questo evento così importante?Il 31 dicembre 2003 è un giorno indelebilenel mio cuore. Ricordo ancora adesso conemozione il momento in cui, entrata in SanPietro, ho visto in lontananza la mia icona,così piccola rispetto agli immensi spazi inter-ni della Basilica. Crescente l’emozione quan-

do dalla base del cupolone si attivò una luceche come un faro illuminò improvvisamentel’icona in procinto dell’inizio della celebrazio-ne liturgica; rivivo la commozione nel vederei primi fedeli accostarsi ed inginocchiarsi da-vanti ad essa in preghiera e poi il Santo Pa-dre soffermarsi davanti all’immagine contutto l’amore e la sua devozione per la nostraMadre celeste. Il Signore mi ha donato lagrazia di capire, immersa in quel fiume di fe-deli, da Giovanni Paolo ai cardinali, dai reli-giosi alle famiglie, ai giovani, alle comunità e

ai singoli fedeli lì tutti convocati dal Signorein quella celebrazione dei Vespri e del TeDeum di ringraziamento, il dono immenso diessere parte del Corpo mistico di Cristo in cui,ognuno, è parte attiva e fruttuosa solo nellamisura in cui mette a servizio i talenti ricevu-ti da Dio, corrispondendo così sempre più al-la specificità della propria vocazione sotto laguida premurosa e luminosa di Maria, stradasicura al Divino Amore!

Cosa è per lei il Santuario del Divino Amore?Il Santuario del Divino Amore è, sicuramen-te, un luogo privilegiato scelto dalla nostraMamma come faro per attirare il cuore deisuoi figli al porto sicuro del Divino Amore,unica meta del nostro pellegrinaggio terreno.

F.P.

8 BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

2 aprile 2017. Ammissione agli ordini sacri di Matteo Henrique Atoide e Aneesh Jose Koonamplav.

Ha presieduto la celebrazione S.E. Mons. Paolo Lojudice Vescovo del settore sud di Roma.

Sentiamoci corresponsabili nel promuovere e sostenere le vocazioni; ognifedele può dare il suo contributo alle spese necessarie per lo studio e i bi-sogni materiali dei seminaristi. Proponiamo agli amici ed ai devoti del San-tuario di prendersi a cuore un semi narista ed accompagnarlo con la pre-ghiera e con un aiuto materiale fino all'ordinazione sacerdotale.

Per un contributo si può usare: Banca di Credito Cooperativo di Roma Ag. 119IBAN: IT73 Z08327 03241 0000 0000 0550Per ulteriori informazioni 06.713511 23E-mail: [email protected]

ACCOMPAGNA UN SEMINARISTA

9BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

26 marzo 2017. Lettorato di Liyo Varghese Vembil.

Liturgia Eucaristica presieduta

da S.E. Mons. Piergiacomo De Nicolò.

25 marzo 2017. Annunciazione del Signore, Rinnovo dei voti delle Suore e dei Sacerdoti Figli

e Figlie della Madonna del Divino Amore.

10 BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

PASQUA 2017

7 aprile:

Domenica delle Palme al Divino Amore

13 aprile:

Giovedì Santo

S. Messa

in Coena Domini

Veglia di Pasqua

11BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

14 aprile: Venerdì Santo due momenti della Via Crucis

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Il Santuario del Divino Amore offre ognigiorno per molto tempo il servizio del Sa-cramento della Riconciliazione: una cap-

pella del Santuario è sempre aperta con sa-cerdoti a disposizione per vivere bene questoimportante gesto della chiesa.Come mai molte persone scelgono di venirsi aconfessare in un Santuario? Perché non lo vi-

vono nella loro parrocchia, magari dove van-no a messa ogni domenica?Innanzitutto credo che questa scelta sia in-nestata su una prassi molto interessantedella Chiesa: l’assoluta libertà di ogni fede-le di poter vivere un sacramento così delica-to nel modo più libero possibile e con chivuole. E’ interessante che il Diritto Canonico

non impone ai fedeli di vivere in un determi-nato territorio o situazione il Sacramento del-la Riconciliazione: questo perché ci deve esse-re la massima libertà di poter vivere nel modopiù sereno (per esempio con un sacerdote chenon ti conosce) il Sacramento.Credo che questo primo fatto sia davvero vin-cente e da ribadire anche oggi. A volte in par-rocchia conosco troppo il parroco oppure neho troppo a che fare per la gestione parroc-chiale e quindi non mi sento abbastanza libe-ro poi di poter andare a fondo delle questioni

CONFESSARSI IN UN SANTUARIO?

LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Il fatto invece di “darsi” del tempo, sceglierevolontariamente di prenderel’auto e di recarsi al Santuario perla Confessione diventano azioniche parlano di una libertà (quella del “penitente”) che ha scelto di dare importanzaal gesto che sta facendo.

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personali… ecco che la confessione in un san-tuario, in un luogo in cui “non mi conoscono”è davvero un sacramento della libertà, che sipuò vivere in un contesto più “sereno”.Inoltre credo che ci sia un gesto molto antro-pologico dietro il “venire” al Santuario: ed èquello dell’esplicitazione di una scelta. Mispiego con altre parole.A volte il cristianesimo che abbiamo “sottocasa” diventa scontato, proprio perché non micosta tempo e fatica: posso andare in parroc-chia esattamente mentre vado a fare la spesa,nel quartiere. Questa è una cosa bella, peresempio, nella pratica di fare la “visita” inChiesa, “salutando” il Signore proprio mentrecompio i gesti più quotidiani della mia vita.Ma a volte come tutte le cose “troppo sempli-ci” diventano anche scontate. Pensiamo aquante volte arriviamo tardi a messa, oppure“giusti giusti” nell’orario… eppure se andassi-mo a un concerto di un cantante che ci inte-ressa non avremmo problemi a fare ancheun’ora di coda per “prepararci” all’evento. Ec-co: questo dice quanto per noi poco è impor-tante l’appuntamento dell’eucarestia proprioperché non lo prepariamo quasi per nulla…Il fatto invece di “darsi” del tempo, sceglierevolontariamente di prendere l’auto e di recar-si al Santuario per la Confessione diventanoazioni che parlano di una libertà (quella del“penitente”) che ha scelto di dare importanzaal gesto che sta facendo.Ecco perché si viene volentieri a confessarsiin Santuario: perché si è “deciso” di farlo ecertamente la qualità delle confessioni che siascoltano è decisamente alta, perché una per-sona “ha scelto” di venirci. Non ci è “capitataper caso”. E’ un gesto che “costa” un po’ ditempo e diventa “efficace” già per il fatto chenon è scontato, ma ci si è impegnati un po’ afarlo. Non è questo il senso del pellegrinag-gio? La fatica del camminare aiuta a entra-re nei misteri del Signore…Si viene in Santuario a confessarsi ancheperché si cerca un confessore capace diascoltare, di non guardare l’orologio, chenon ha impegni parrocchiali che lo sovrasta-

no, ma che dia tutto il tempo a vivere benequesto sacramento.Si viene in Santuario a confessarsi proprioperché a volte si cerca anche una certa con-tinuità del sacerdote, che diventa un po’“padre spirituale” della persona che trova quiquella “qualità” di sacerdote capace di veroascolto che magari non trova da altre parti.Credo poi che un luogo come quello di unSantuario sia abitato dalle preghiere di tan-te persone… e quindi diventa davvero un“luogo dello Spirito”, dove si può “toccarecon mano” più facilmente il mistero del Si-gnore.

Gesù è ovunque, in ogni chiesa e in ogni luo-go, ma il Santuario diventa un po’ un’oasi neldeserto che, cercata da molte persone, diven-ta segno di quella “preghiera della Chiesa” chesostiene ciascuno anche quando la fede delsingolo vacilla.Credo che siano queste le motivazioni chespingono molti a venire qui a vivere il Sacra-mento della Riconciliazione. In questo annodella Misericordia è una grande responsabili-tà quella che ha il nostro santuario di offrireai pellegrini sempre più una “casa del perdo-no” in cui possano trovare sosta e sollievo spi-rituale di una certa qualità. Il Signore benedi-ca i nostri confessori perché sappiano svolge-re al meglio il loro ministero qui in Santuario.

F.B.

Due dei tre pastorelli di Fatima sarannopresto santi. Sono Francisco e Giacin-ta Marto, che con Lucia de Jesus Rosa

dos Santos, - poi divenuta suor Lucia e mortaultranovantenne - assistettero alle apparizio-ni della Madonna a Fatima nel 1917. Papa Francesco ha promulgato il decreto chericonosce un miracolo realizzatosi con la lorointercessione. Manca ancora la data del rito dicanonizzazione, ma non si esclude che possaessere durante il viaggio del Papa a Fatima,il 12 e 13 maggio prossimi.

Per la terza pastorella, suor Lucia, morta nel2005, si è conclusa lo scorso mese la fase dio-cesana del processo canonico e - a meno diuna sorpresa del Papa - i tempi per la sua ca-nonizzazione sono più lunghi. Ma Francisco eGiacinta sono solo i più famosi tra i 34 nuovisanti per i quali stamattina Papa Francesco hafirmato i decreti.Per Francisco, morto nel 1919 a 11 anni, e perla sorellina Giacinta, morta nel 1920 a diecianni, è stato riconosciuto un unico miracoloattribuito alla loro comune intercessione. Lostesso era accaduto nel Duemila, quando Gio-vanni Paolo II li aveva beatificati: un solo mi-racolo - anche se erano state istruite due cau-se inizialmente distinte - perché si riconoscel’unicità della vita e della vocazione dei duepastorelli.

I SANTI BAMBINI Francisco e Giacinta saranno tra i più giovanisanti della storia della Chiesa, due bimbi conla loro voglia di giocare e i loro capricci, conle loro paure e il loro affidamento totale e fi-ducioso alla Madonna, la madre di Gesù chenelle sue apparizioni profetizzò anche la loromorte in giovane età. Due bimbi santi, esem-pio di quella santità dei più fragili e degli ul-timi che Papa Francesco non smette di indica-re ai cristiani. Nel 1981 la Chiesa ha introdotto per i proces-si di canonizzazione la categoria dei “fanciul-li”, che vanno dai 7 anni - e per questo hannolo stato di moralità, - alla prepubertà. L’eser-cizio delle virtù eroiche loro richiesto deve te-nere conto dell’età, del sesso, dell’ambiente,della vocazione personale e delle grazie rice-vute e non si deve pretendere da un fanciullol’eroicità a livello adulto.I due fratelli, che subirono persecuzioni e fu-rono anche imprigionati per indurli a rivelarequanto la Madonna aveva detto loro durantele apparizioni, sono morti entrambi di in-fluenza spagnola, offrendo la propria soffe-renza e morte “per l’espiazione dei peccati delmondo”. APPARIZIONI E SEGRETI Le apparizioni di Fatima sono riconosciute co-me vere dalla Chiesa cattolica ma essendo “ri-velazione privata”, i singoli cristiani non sonoobbligati a crederci. L’ultima parte dei segretiche la Madonna rivelò ai tre piccoli veggenti,il cosiddetto “terzo segreto di Fatima”, è statopubblicato nel Duemila da papa Wojtyla, chevi riconobbe la profezia dell’attentato di AlìAgca, al quale il papa polacco era scampatonel 1981.Con buona pace di tutti i “fatimi-sti”, non c’è più nulla da rivelare dei segreti diFatima, come hanno autorevolmente afferma-to papa Wojtyla e l’allora cardinale Ratzingerproprio nell’anno del grande giubileo.

14 BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

FRANCESCO E GIACINTADUE SANTI BAMBINI

15BOLLETTINO N. 1 - MAGGIO 2017

MAGGIO AL DIVINO AMORE PREGHIAMO CON MARIA

Lunedì 1 MaggioPreghiamo per il Papa e i vescoviMartedì 2 MaggioPreghiamo per i governantiMercoledì 3 MaggioPreghiamo per medici e infermieriGiovedì 4 MaggioPreghiamo per i SacerdotiVenerdì 5 MaggioPreghiamo per i defuntiSabato 6 MaggioPreghiamo per le famiglieDomenica 7 MaggioPreghiamo per le vocazioniLunedì 8 MaggioPreghiamo per parenti e amiciMartedì 9 MaggioPreghiamo per le SuoreMercoledì 10 MaggioPreghiamo per i genitoriGiovedì 11 MaggioPreghiamo per i SeminaristiVenerdì 12 MaggioPreghiamo per gli insegnanti e i catechistiSabato 13 MaggioPreghiamo per gli ammalatiDomenica 14 MaggioPreghiamo per le opere del SantuarioLunedì 15 MaggioPreghiamo per l’unità dei cristianiMartedì 16 MaggioPreghiamo per coloro che vivono lontano dalla fede

Mercoledì 17 MaggioPreghiamo per gli anzianiGiovedì 18 MaggioPreghiamo per i poveri e gli emarginatiVenerdì 19 MaggioPreghiamo per tuttii pellegrini di questoSantuarioSabato 20 MaggioPreghiamo per la paceDomenica 21 MaggioPreghiamo per le coppie che desiderano il dono di un figlioLunedì 22 MaggioPreghiamo per i benefattoridel SantuarioMartedì 23 MaggioPreghiamo per i bambini e per gli orfaniMercoledì 24 MaggioPreghiamo per i fidanzatiGiovedì 24 MaggioPreghiamo per la conversionedei peccatoriVenerdì 26 MaggioPreghiamo per tutti coloro che sono vittime di drogheSabato 26 MaggioPreghiamo per le vittime di tutte le guerreDomenica 28 MaggioPreghiamo per i giovaniLunedì 29 MaggioPreghiamo per i missionariMartedì 30 MaggioPreghiamo per i laiciMercoledì 31 MaggioPreghiamo per i sofferenti

“Il nostro voto d’amore risolve in gioia tutto quello che noi affrontiamo per amore della Madonna”

(22.5.56 - Servo di Dio don Umberto Terenzi)

Ogni giorno alle ore 21.00 S. Rosario (antico Santuario).Ogni Sabato alle ore 21.00 S. Rosario e Fiaccolatanei viali del Santuario.

SPIRITUALITÀ

SANTUARIOAperturaGiorni feriali: 6.30-20.00Giorni festivi: 6.00-20.00(ora legale 5.00-21.00)

ORARIO SANTE MESSEAntico SantuarioFeriali ore 7.00-8.00-9.00-10.00-11.0012.00-17.00-18.00-19.00(ore 17.00 sospesa nell’ora legale);Festivi ore 6.00-7.00-13.00(ora legale anche ore 20.00)

Nuovo SantuarioSabato ore 17.00-18.00(ora legale 18.00-19.00)Festivo (ore 5.00 dalla domenica dopoPasqua all’ultima di ottobre)Ore 8.00-9.00-10.00-11.00-12.00-16.0017.00-18.00-19.00

Cappella Spirito SantoBattesimi:Sabato ore 17.00 - Domenica ore 11.30Matrimoni in Cripta

LITURGIA DELLE OREGiorni feriali: ore 7.40 Lodi mattutine,ore 19.45 Vespri.Giorni festivi: ore 9.15 Lodi mattutine,ore 17.15 Vespri.

ALTRE FORME DI PREGHIERANuovo Santuario – Cappella del SantissimoAdorazione Eucaristica continuata (ore 8.00-22.00) Domenica ore 19.00Processione Eucaristica. Antico SantuarioGiorni feriali ore 16.00 (ora legale 17.00)Adorazione Eucaristica e S. Rosario.Giorni festivi ore 10.15, 11.15, 16.15 S.Rosario. Ore 12.00 Angelus ore 15.00Coroncina della Divina Misericordia.

CONFESSIONICappella Antico SantuarioGiorni feriali ore 6.45-12.45 e 15.30-19.30.Giorni festivi ore 5.45-7.45.

Cappella Nuovo SantuarioSabato ore 15.30-18.45 (ora legale 19.45).Giorni festivi ore 7.45-12.45 e 15.30-19.45.

VEGLIA DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONIAntico SantuarioOre 21.00 di ogni giovedì.

PELLEGRINAGGIO NOTTURNO A PIEDIDal 1° sabato dopo Pasqua all’ultimo diOttobre. Partenza ore 24.00 da Roma,piazza di Porta Capena. Ore 5.00 arrivo e Santa Messa. Pellegrinaggi straordinari: 7 dicembre Immacolata, vigilia di Pentecostee 14 agosto Assunta.

PARROCCHIA – Chiesa “Santa Famiglia”AperturaGiorni feriali 16.00-19.00Giorni festivi 10.00-12.00Orario Sante MesseFestivi: ore 10.00Feriali: ore 17.15 dal lunedì al venerdì e ore 10.00 il sabato.Battesimisabato ore 17.00 e domenica ore 11.30in date prestabilite.