La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica

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Enigma, tra storia e progresso Al Museo della Tecnica Elettrica di Pavia la macchina  che ha cambiato il ‘900 

lanciando  un ponte verso l’era dell’informatica 

 

 

 

Soldati tedeschi utilizzano un modello a tre rotori di Enigma 

   Arthur Scherbius fu un  ingegnere e un  inventore tedesco; nel 1918 fondò  la sua società Scherbius & 

Ritter e quello stesso anno progettò e brevettò  la più famosa delle sue  invenzioni: Enigma, una macchina cifrante elettro‐meccanica basata  su dei  rotori a cilindro. L’ingegnere prese  ispirazione dal disco cifrante descritto da Leon Battista Alberti nel De cifris  (1467),  il primo sistema di cifratura polialfabetica  in cui  la chiave di risoluzione varia continuamente.  

La macchina Enigma aveva l'aspetto di una macchina per scrivere con due tastiere: una vera inferiore, e la seconda nella quale i tasti erano sostituiti da lettere luminose che si accendevano ogniqualvolta veniva premuto un  tasto  sulla  tastiera effettiva:  la  sequenza delle  lettere che  si  illuminavano dava  il messaggio cifrato (o quello in chiaro, se si batteva il testo cifrato). 

Il  suo  funzionamento  si basava  su  tre dischi cablati, detti "rotori", che avevano 26 contatti per  lato (uno per ogni lettera dell'alfabeto tedesco). I cablaggi interni dei dischi mettevano in comunicazione stabile ciascuna  lettera  su  un  lato  con  una  lettera  dell'altro  lato.  Il  primo  disco  ruotava  di  una  lettera  ad  ogni pressione  di  tasto,  il  secondo  ruotava  di  una  lettera  ogni  volta  che  il  primo  compiva  un  giro  e  il  terzo ruotava di una  lettera quando  il  secondo  finiva un  giro.  I  contatti del  terzo  e ultimo  rotore  venivano  a 

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toccare  gli  omologhi  di  un  disco  "riflettore"  che,  cablato  in modo  da  trasferire  la  tensione  fra  contatti diversi del medesimo  lato, scambiava  il collegamento della  lettera del  terzo  rotore e  rispediva  indietro  il contatto attraverso tutti e tre i rotori. Grazie al "riflettore" la macchina poteva così funzionare anche come decodificatrice, era soltanto necessario riportare rotori e spinotti nella configurazione giornaliera prevista dai cifrari.  

La destinazione di Enigma sarebbe dovuta essere  il mercato commerciale,  il prototipo  fu esposto al Congresso Internazionale dell’Unione Postale e Scherbius pensava che i maggiori acquirenti sarebbero stati i grandi industriali, dato che una delle eredità della prima guerra mondiale era stata proprio la nascita e la diffusione dello spionaggio industriale, deleterio per la già difficile ripresa economica della Germania.  

Inaspettatamente,  la  macchina  fu  acquistata  dagli  stati  maggiori  degli  eserciti  di  diversi  paesi: Germania, Giappone, Polonia, Stati Uniti.  

L’inventore  adattò  il  congegno  alle  esigenze  militari  e  dal  1929  una  versione  con  scambiatori modificati  di  Enigma  (in  modo  da  proteggere  i  messaggi  nel  caso  in  cui  qualcuna  delle  macchine  in circolazione fosse caduta in mani nemiche) diventò il principale strumento per quasi tutte le comunicazioni radio tedesche, soprattutto durante la guerra. L’esercito tedesco nutriva piena fiducia in quella che veniva considerata  la macchina  inviolabile,  soprattutto  dopo  che  dagli  iniziali  tre  rotori  si  passò  ad  utilizzarne cinque e,  infine, quattro  scelti casualmente da un  set di otto, aumentando esponenzialmente  le già 150 trilioni possibili combinazioni diverse. 

Già dal 1931 però, un  impiegato dell’Ufficio Cifra dell’esercito  tedesco, Hans‐Thilo  Schmidt,  si  rese responsabile di una fuga di notizie: per anni il funzionario passò informazioni ai servizi segreti francesi, tra cui  i  manuali  operativi  di  Enigma.  Furono  però  i  polacchi  (preoccupati,  a  ragion  veduta,  della  loro vulnerabilità  in  caso  di  guerra  contro  la  Germania)  a  decifrare  per  primi  Enigma  nel  1932,  dopo  aver assemblato un team di esperti crittografi per lavorare sui progetti comprati dalla Francia. 

Bomba, la macchina progettata dal team guidato da Marian Rejewski per simulare il funzionamento di Enigma e decifrarne i messaggi, non fu però in grado di affrontare il progressivo incremento di complessità della “macchina perfetta” e decriptarne le comunicazioni in tempo per anticipare le operazioni tedesche. 

 

Ricostruzione di Bomba esposta al museo di Bletchley Park 

  La svolta ebbe sede ottanta chilometri più a nord di Londra, nella  località di Bletchley Park, quartier 

generale dell’unità crittografica del Regno Unito  (GC&CS).  Il Comandante Alastair Denniston coordinò un 

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eterogeneo  gruppo di  analisti: matematici,  linguisti,  campioni  di  scacchi, persino  esperti  di  cruciverba  e papirologia, nonché  i membri del  team di Marian Rejewski,  fuggiti dalla Polonia dopo  l'invasione nazista. Con  il  fondamentale  apporto di Alan  Turing, pioniere dell’informatica,  il  team  inglese progettò  il  codice Ultra,  in  grado di  forzare  le  chiavi di  codifica  tedesche.  Il  lavoro degli  esperti di Bletchley Park, unito  a spedizioni  militari  della  marina  inglese  come  l’Operazione  PRIMROSE  (attraverso  la  quale  l’Inghilterra s’impossessò di una macchina Enigma e del suo manuale di istruzioni trafugandoli da una nave meteo, nel 1941), concesse alle forze alleate un notevole vantaggio.  

Un esempio delle possibilità strategiche offerte da Enigma è la battaglia di Gaudo.  Mavis  Batey,  una  delle  brillanti  donne  che  lavoravano  a  Bletchley  Park,  riuscì  a  decifrare  l’Enigma 

navale italiana per la prima volta. Grazie alle informazioni recuperate la flotta britannica inflisse, nel Marzo del  ’41  a  Sud dell’isola di Creta, pesanti danni  alle navi della Regia Marina  italiana, difese dal  comando dell’ammiraglio Angelo Iachino. 

Battaglia di Gaudo, corazzata Vittorio Veneto                                  Mavis Batey, esperta di cruciverba 

  Quella di Enigma può  sembrare  la  storia di una  sconfitta, ma è un'importante  tappa del progresso 

tecnologico che,  lungo  tutto  il  ‘900, ci ha portato alla  realtà che  conosciamo.  La macchina  infallibile,  tra spionaggio industriale, guerra, radio e perfino informatica è un efficace emblema della modernità.  

La crittografia oggi non è una scienza morta; in un’epoca in cui l’informazione è la risorsa più preziosa e  si  rende  necessaria  la  protezione  dei  dati  on‐line,  i  più  sofisticati  circuiti  bancari  utilizzano metodi  di cifratura non diversi da quelli utilizzati dalla macchina di Scherbius, per fare un esempio. 

 Il  terreno  comune  tra Macchina Enigma, crittografia ed  informatica è  rappresentato dall'algoritmo. Fondamentale fu l'apporto del genio di Alan Turing per il perfezionamento di Bomba e Ultra. La Macchina di  Turing  (1936)  è  uno  strumento  teorico  che  manipola  i  dati  contenuti  su  un  nastro  di  lunghezza potenzialmente  infinita  secondo un  insieme prefissato di  regole ben definite, cioè, appunto,  secondo un algoritmo. 

L'importanza  della MdT  deriva  dal  fatto  che  permette  di  compiere tutte le  elaborazioni  effettuate mediante le macchine (elettroniche o meccaniche) apparse nella storia dell'umanità, incluse le elaborazioni che  oggi  si  eseguono  con  le  tecnologie  più  avanzate  e  gli  odierni  computer,  e  perfino  le  dimostrazioni matematiche che l'umanità ha raccolto nel corso della sua storia, a partire da Euclide. 

Infatti, fu proprio grazie ai principi di funzionamento della Macchina di Turing che Max Newman (un matematico  della  “squadra”  di  Bletchley  Park)  progettò  il  calcolatore  elettronico,  Colossus,  nel  1944, riuscendo  a  contrastare  ancora  una  volta  il  potere  tecnologico  tedesco.  L’asse  aveva  infatti  iniziato  a utilizzare una nuova cifratrice che potremmo definire  il perfezionamento di Enigma, Lorenz SZ40/42, che usava 32 caratteri codificati con il codice Baudot, un codice binario, in cui ogni carattere era codificato con 5  bit  (0  o  1);  la macchina  tedesca  si  ispirava  direttamente  al cifrario  di  Vernam,  considerato  il  cifrario perfetto. 

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Statua in onore di Alan Turing, Sackville, Manchester 

 I grandi meriti di Turing e di tutto il team di Bletchley Park sono stati taciuti a lungo per ragioni polito‐

strategiche.  Innanzitutto i crittografi erano raramente informati degli importantissimi effetti del loro lavoro, sia in 

campo strategico che  in  termini di vite umane salvate, e, una volta  finita  la guerra,  il governo britannico impose  a  tutti  coloro  che  avevano  lavorato  alla decriptazione  il divieto di parlare o  scrivere di qualsiasi argomento  trattato  in quel periodo. Tale  silenzio  impedì  che Turing e  gli altri  suoi  colleghi  ricevessero  i riconoscimenti in campo scientifico a cui avrebbero avuto diritto. Ad Alan Turing è stato però riservato un curioso omaggio dal  colosso dell’informatica Apple,  il  cui  simbolo, una mela morsa,  è  ispirato  alla mela intrisa di cianuro con cui il matematico si suicidò nel 1954, in seguito alla persecuzione perpetrata nei suoi confronti dal governo britannico a causa della sua omosessualità. 

In  ogni  caso,  dati  e  informazioni  sulle  attività  segrete  di  Bletchley  Park  cominciarono  a  essere pubblicate,  previa  autorizzazione  dei  servizi  segreti  inglesi,  solo  nel  1974  e  l’Imperial War Museum  ha dedicato una grande mostra celebrativa alla guerra segreta condotta nella tranquilla residenza di campagna non prima del 1997.  

Nonostante  la  tendenza  alla  liberalizzazione,  che  include un progetto per digitalizzare  e diffondere progressivamente on‐line  i documenti di Bletchley Park,  i misteri che circondano  la vicenda  sono ancora molti.  I  dubbi  sulla morte  di  Turing,  le  difficili  scelte  di Winston  Churchill  (stratega  e  primo ministro britannico  durante  la  guerra)  che,  si  pensa,  avrebbe  deciso  di  non  evacuare  città  sottoposte  a bombardamento tedesco pur di non tradire i progressi nella decifrazione dei messaggi in codice dell’asse e infine,  il  curioso  “rapimento” di una macchina Enigma avvenuto nel 2000  costituiscono  solo alcuni degli aspetti che tengono il fascino della macchina perfetta più vivo che mai. 

       

D.ssa Lara Betti Dr. Andrea Pigazzini 

Museo della Tecnica Elettrica  

  

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La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica  Facente  parte  della  Collezione  Sirti  Spa,  questo  oggetto  è  sempre  stato  uno  dei  più  ammirati 

all'interno  dell'area  espositiva.  Nell'ambito  della Quinta  Sezione  del Museo,  Enigma  era  collocata  nella vetrina che segna l'inizio dell'esposizione dedicata all'informatica. 

  

  

  Oggi, la nuova collocazione della Macchina Enigma è stata individuata nella sotto sezione dedicata alla 

rice‐trasmissione proprio per il suo forte legame storico‐tecnico con il mondo delle comunicazioni radio. 

Ed infatti, proprio in occasione della Notte Europea dei Ricercatori, il mondo dei radioamatori si è attivato 

con  deciso  impegno:  l’attività  radioamatoriale  del  DIPLOMA  ENIGMA,  legato   all’Evento  Enigma  del 26 

Settembre 2014 è cominciata il 12 Settembre 2014. 

L’Evento Enigma in programma rappresenta la conclusione di questo spaccato delle radiocomunicazioni nel XX secolo che, grazie proprio alla ricerca, ha portato dai primordiali apparati di Marconi e dalle valvole, alle comunicazioni satellitari, ai cellulari, alle reti wifi. 

Esso consiste nello scambio di messaggi, codificati per mezzo della macchina cifrante “ENIGMA”, tra un  certo  numero  di  stazioni  radio‐amatoriali,  via  radio  in  modalità  telegrafica  “CW”,  coordinato congiuntamente dal Museo Tecnico Navale, dalla Sezione ARI della Spezia e dalla Associazione Rover Joe, che avranno una stazione radio installata all’interno del museo stesso.  

Tale  evento  sarà  preceduto  da  un  periodo  di  due  settimane  durante  il  quale  tutte  le  stazioni radioamatoriali potranno attivare collegamenti tra loro e con le stazioni Enigma e Jolly nelle varie modalità radioamatoriali  (SSB, CW, PSK31, RTTY, SSTV,…) per acquisire  il punteggio necessario all’ottenimento del Diploma, (dal sito dell'A.R.I. n.d.r.). 

  

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Il programma della serata di venerdì prevede un'apertura straordinaria del Museo dalle ore 18.00 alle ore 24.00.  In particolare dalle ore 19.00 alle ore 21.30 e dalle ore 23.00 alle ore 24.00 sono previste due fasce di collegamento radio con la stazione radio di La Spezia, con trasmissioni codificate a mezzo Enigma a scopo dimostrativo. 

Durante  l'intera  serata  il  gruppo  radioamatori  di  Vigevano  è  a  disposizione  del  pubblico  per dimostrazioni di codificazione e trasmissione‐ricezione e quindi decodificazione. 

All'Evento Enigma partecipano, in ambito museale ‐ Beni Culturali le seguenti istituzioni: Museo della Scienza e della Tecnologia – Milano, Associazione Rover Joe – ARI Fidenza , Museo della Tecnica elettrica dell’università di Pavia – ARI Vigevano , Museo Tecnico Navale della Marina Militare‐ La Spezia ,  ognuna dotata di una Macchina Enigma originale e funzionante. A completare la "maglia radio" 22 stazioni radio dotate di un emulatore di Macchina Enigma.       

  

          Cartolina QSL dell'A.R.I. Vigevano appositamente prodotta per l'Evento Enigma ‐ Enigma Award 

           

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La nuova sezione del Museo dedicata alla radio rice‐trasmissione  Il Museo  della  Tecnica  Elettrica  si  arricchisce  di  una  nuova  esposizione  permanente.  Essa  è  dedicata  al mondo dell'elettrotecnica di pertinenza delle radio rice‐trasmittenti. Grazie alla continua collaborazione con la sezione di Vigevano dell'Associazione Radioamatori Italiani ed agli oggetti  presenti  nella  Collezioni  Sirti  Spa  è  stato  possibile  allestire  un'esposizione  di  radio  italiane, americane e tedesche appartenenti, principalmente, al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale.  L'allestimento è  reso ancora più  interessante dalla donazione effettuata dalla Famiglia Volpi  ‐ Pedone  in ricordo dell'Ing. Gianpietro Volpi  (I2BVX) e della  sua passione proprio per  la  radiantistica. Di particolare pregio  il  ricevitore  ed  il  trasmettitore  Geloso  e  la  stazione  rice‐trasmittente  auto‐costruita  sempre  con componentistica originale Geloso. 

A completare l'esposizione, un'altra donazione da parte del Sig. Bruno D'Amato di Bellizzi (SA) ed il prestito 

del trasmettitore BC191 del Sig. Carlo Pria Presidente dell'A.I.R.E. Associazione Italiana per la Radio d'Epoca. 

Una vetrina dedicata a Guglielmo Marconi, in particolare al famoso esperimento condotto nel 1895 a Villa 

Griffone ed, in fine, una vetrina dedicata alla Macchina Enigma. 

      

               Donazione Volpi     

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               Donazione D'Amato (in alto a destra) ed alcuni degli oggetti della Collezione Sirti Spa         

                                                    Oggetti Collezione Sirti       

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 La vetrina dedicata a Guglielmo Marconi                                                 La Macchina Enigma dalla Collezione Sirti               

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Gli oggetti in esposizione  

   

BC191, radio trasmettitore militare per la gamma delle onde medie e corte, con copertura da 400 kHz a 12,5 Mhz. Di progetto e produzione americana (Signal Corps), è stato utilizzato a partire dal 1942. Costituisce la parte trasmittente di una stazione ricetrasmittente mobile (veicolare) SCR193 insieme al ricevitore BC312. Principalmente usata dall'esercito americano e successivamente da altri eserciti della NATO (tra le quali Italia e Francia). 

Prestito Pria 

 BC312,  radio ricevitore militare per la gamma delle onde corte, con copertura da 1,5 a 18 MHz. Di progetto e produzione americana (Signal Corps), è stato utilizzato a partire dalla fine della seconda guerra mondiale (1944). Rappresenta  la  parte  ricevente  (e  di  comando)  di una stazione  ricetrasmittente mobile (veicolare)  insieme al trasmettitore BC191. 

Collezione Sirti Spa  

 

Complesso a microonde per puntamento antenne, uso militare. Nato 1950.  

Collezione Sirti Spa 

 

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 BC 778 E. Radiotrasmettitore telegrafico di soccorso per scialuppe di salvataggio, detto "Gibson Girl" per la sua 

tipica forma. Pacif Division ‐ USA, 1944

Collezione Sirti

 

Telescrivente aritmica mod. n° 15. Stampante su foglio, in uso presso Signal Corps ‐ USA, TELETYPE ‐ 1939. 

Collezione Sirti

  

Radiotelefono veicolare tipo AN‐GRC 9 con alimentatore tipo Dy 88 ‐ Signal Corps USA, 1945‐1960.

 Collezione Sirti 

Radioricevitore veicolare professionale per onde corte 

tipo BC 632 in uso presso il Signal Corps‐USA, 1945.  

Collezione Sirti 

   

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Ricetrasmettitore per collegamenti terra‐aria sulle frequenze decimetriche, USA‐Army ‐ 1944.

Collezione Sirti

 Rettungsboot‐Station SE102, Telefunken. Ricetrasmettitore d’emergenza uso marina militare e/o marina  commerciale.  Alimentazione manuale. Fine anni ‘50.  

Donazione D'Amato

 

 

 BC611, radioricetrasmettitore telefonico portatile detto "Walkie Talkie" nella gamma HF, in uso presso il Signal 

Corps‐USA.E.R.L. Inc, 1943.

Collezione Sirti

 

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Frequenzimetro eterodina da 125 kHz a 20 MHz tipo BC 221 AH (campale). Signal Corps USA, 1943  Collezione Sirti 

Radioricevitore professionale plurigamma (6 gamme d'onda da 1,5 a 25 MHz) in uso presso la guardia costiera 

americana tipo CGR‐32‐1.RCA, 1936

Collezione Sirti 

Apparato per telegrafia acustica campale, in uso presso Signal Corps ‐ USA‐ WINSLOW CO.  Collezione Sirti 

Radioricevitore professionale plurigamma da 10 MHz a 400 MHz con sintonia a scala espansa tipo professionale.

Hammarlund, 1940

Collezione Sirti 

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Radiotelefono zainabile tipo BC 1000, funzionante nella gamma 40‐50 MHz in uso presso Signal Corps‐USA, 1943.  Collezione Sirti 

Radioricetrasmettitore telegrafonico tipo 18 MK3 per brevi distanze in uso presso il Genio Militare,

 di costruzione inglese, 1942

Collezione Sirti 

Radio rice‐trasmettitore telegrafico professionale nella banda delle onde medio‐corte e, per brevi  distanze, nella banda metrica.  Tipo MKIII ‐ R19. Costruzione canadese, operazione “cassa depositi e prestiti” URSS,  1945.  Collezione Sirti 

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Complesso didattico per insegnamento del "Morse", a doppio oscillofono 

a valvola e con generatore di disturbi. Tipo MKIII, TRASMISSIONI GB, 1940. 

Radioricevitore professionale plurigamma  per onde lunghe‐medie‐corte tipo R1155A  in uso presso la marina inglese, 1942.  Collezione Sirti   

Complessi radiotelefonici ricetrasmittenti nella banda dei 5 mt. Utilizzati su mezzi mobili (n.3), Imcaradio ‐ 1939

Collezione Sirti 

Trasmettitore radiotelegrafico a scintilla strappata, su onda di soccorso di 600 mt, per uso navale, completo di tasto, Officine Marconi ‐ 1920  Collezione Sirti 

  

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Radioricevitore professionale plurigamma per onde lunghe‐medie‐corte tipo AR 18 in  uso presso 

l'Aeronautica Italiana, MLR ‐ 1942

Collezione Sirti 

Radioricetrasmettitore professionale tele‐grafonico, nella banda delle onde corte, tipo TR 7A, in uso presso l'Esercito Italiano, Magneti Marelli ‐ 1940  Collezione Sirti 

Stazione radio tipo RF4, utilizzata dall'Esercito Italiano, Allocchio Bacchini ‐ 1939

Collezione Sirti 

Ricetrasmettitore di bordo Fu.G. 17 dell'aviazione tedesca, per collegamento e particolarmente per radio guida incursioni ‐ Frequenza 40‐48 MHz, Lorenz ‐ 1941  Collezione Sirti 

Page 20: La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica

Radioricevitore professionale plurigamma per onde lunghe‐medie‐corte tipo Torn. E. b. in uso presso l'esercito 

tedesco, Telefunken ‐ 1940

Collezione Sirti 

Ricevitore completo di demodulatore per telescriventi delle sedi fisse degli alti comandi delle forze armate. Gamme 100 KHz ‐ 27 MHz costruzione tipo Siemens & Halske, Minerva ‐ 1942  Collezione Sirti 

Complesso telestampante campale, sistema Siemens‐Hell, via filo o via radio. In uso presso l'Esercito tedesco ed Italiano. I caratteri alfanumerici venivano realizzati a 

mosaico di impulsi, Siemens ‐ 1940

Collezione Sirti 

Trasmettitore militare campale utilizzato dall'esercito tedesco‐mod. LS 100/108 potenza 100 W, Lorenz ‐ 1939  Collezione Sirti 

     

Page 21: La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica

    

Radioricevitore campale completo di accessori tipo P312 (copiato dal ricevitore Torn.Eb.Tedesco), produzione 

russa ‐ 1948 ‐ 1965.

Collezione Sirti 

Radiotelefono tipo P5 n. 10146,  produzione russa ‐ 1941.  Collezione Sirti 

Ricevitore professionale per onde corte tipo UKW. E.e., in uso presso l'esercito tedesco, 

Telefunken ‐ 1944

Collezione Sirti 

     

 

Page 22: La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica

  

Radiotelefono zainabile tipo Feldfunksprecher B,  gamma da 211 a 240 MHz, in uso presso  l'esercito tedesco, 1943.  Collezione Sirti 

Complesso radiotelefonico ricetrasmittente per ponte radio a microonde tipo Funkgerat 01 gamma da 476 a 526 MHz, in uso presso l'esercito tedesco completo di 

antenna a losanga, 1941.

Collezione Sirti 

Ricevitore campale per comandi unità mobili,  tipo L.Wc A per onde lunghe e medie,  Telefunken ‐ 1937  Collezione Sirti 

    

Page 23: La Macchina Enigma al Museo della Tecnica Elettrica

 

Radio ricevitore Geloso G209, fine anni Cinquanta

Donazione Fam. Volpi 

Radio trasmettitore Geloso G222, fine anni Cinquanta  Donazione Fam. Volpi 

Complesso trasmittente ricevente autocostruito. Componenti originali Geloso, fine anni Cinquanta.

Donazione Fam. Volpi