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Prof. Stefano Bastianon Corso di laurea in: - Giurisprudenza - Diritto per l’impresa nazionale ed internazionale DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI

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Prof. Stefano Bastianon

Corso di laurea in:

- Giurisprudenza

- Diritto per l’impresa nazionale edinternazionale

DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA

LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI

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Art. 2 CE: La Comunità ha il compito di promuovere, mediantel’instaurazione di un mercato comune e di un’unione economicae monetaria (…), uno sviluppo armonioso, equilibrato esostenibile delle attività economiche, un elevato livello dioccupazione e di protezione sociale, la parità tra uomini edonne, una crescita sostenibile e non inflazionistica, un altogrado di competitività e di convergenza dei risultati economici,un elevato livello di protezione dell’ambiente e il miglioramentodella qualità di quest’ultimo, il miglioramento del tenore e dellaqualità della vita, la coesione economica e sociale e lasolidarietà tra gli SM.

Art. 3 CE: Per realizzare i fini enunciati all’art. 2, l’azione dellaComunità comporta, inter alia, la creazione di un mercatointerno (comune) caratterizzato dall’eliminazione, fra gli SM,degli ostacoli alla libera circolazione delle merci, delle persone,dei servizi e dei capitali.

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Mercato interno (comune)

attraverso cui realizzare gliobiettivi dei Trattati.

Obiettivo in sé, che richiede lasoppressione di tutti gli ostacoli

alla libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali.

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LA NOZIONE DI MERCE

Merce = beni pecuniariamente valutabili e come tali attia costituire oggetto di negozi commerciali-

�Oggetti di interesse storico e artistico

�Rifiuti

�Energia elettrica

�Macchine per il gioco d’azzardo

�Materiale pornografico

�Monete non più in corso legale

�Stupefacenti

Eccezioni: prodotti agricoli, armi, medicinali.

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L’Unione doganale

�Divieto di dazi doganali.

�Divieto di tasse di effetto equivalente.

�Adozione di una tariffa doganale comune (TDC).

Art. 30 TFUE: i dazi doganali all’importazione oall’esportazione e le tasse di effetto equivalente tra gli SMsono vietati.

Art. 31 TFUE: i dazi della TDC sono stabiliti dal Consiglio suproposta della Commissione.

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Zona di libero scambio: abolizione dei dazi tra i paesi chene fanno parte.

Unione doganale: zona di libero scambio + TDC

UE = Unione doganale perfetta

� Destinazione al bilancio UE delle entrate della TDC.

� Funzione interpretativa della Corte di giustizia.

� Libera circolazione stesa anche ai prodotti di Statiterzi, una volta immessi nell’area UE.

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Origine della merce: della libera circolazione beneficiano sia iprodotti originari degli SM sia i prodotti di Stati terzi importatinell’ Unione.

Paese di origine = paese in cui il prodotto è stato fabbricato

Produzioni complesse (più fasi in più Stati): paese in cui si verifical’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale,economicamente giustificata ed effettuata da un’impresaattrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione diun prodotto nuovo od abbia rappresentato una fase importante delprocesso di fabbricazione (c.d. STADIO PRODUTTIVODETERMINANTE).

N.B. I prodotti originari di Stati terzi, LEGITTIMAMENTE importatinella Comunità, si considerano in libera pratica, e quindibeneficiano di tutte le disposizioni previste per i prodotti originaridi SM.

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Dazio doganale:

�onere pecuniario

�denominato propriamente DAZIO DOGANALE

�e riscosso da uno SM in ragione del passaggio di una merceattraverso una frontiera intra-UE.

Tassa di effetto equivalente:

�qualsiasi onere pecuniario imposto unilateralmente aprescindere dalla sua denominazione e dalla sua struttura

�che colpisce le merci in ragione del fatto che esse varcanola frontiera.

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Divieto di imposizioni fiscali discriminatorie

(art. 110 TFUE)

Nessuno SM applica ai prodotti degli altri SM imposizioniinterne di qualsiasi natura superiori a quelle applicate aiprodotti nazionali similari.

Scopo: evitare l’elusione del divieto di dazi doganali e dialtre tasse di effetto equivalente attraverso l’applicazionedi altri tributi aventi carattere discriminatorio.

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Divieto delle restrizioni quantitative all’importazione e all’esportazione e delle misure di effetto equivalente

(Artt. 34 e 35 TFUE).

Scopo: vietare ogni misura che abbia per oggetto o pereffetto di restringere le correnti commerciali tra gli SM e dicreare una disparità di trattamento tra commercio internodi uno SM e commercio intra-UE.

Restrizioni quantitative: divieti espressi di importare oesportare un certo prodotto, in assoluto o al di là di unacerta quantità.

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Corte di giustizia, 11 luglio 1974, Dassonville

Il Sig. Dassonville vuole importare whisky scozzese dallaFrancia in Belgio.

La normativa belga impone che l’importatore sia inpossesso del certificato di origine del prodotto rilasciatodal produttore. Dassonville si rivolge, pertanto, alvenditore francese, ma lui è sprovvisto di tale certificatoperché non richiesto dalla normativa francese.

Dovrebbe rivolgersi al produttore scozzese, maquest’ultimo, che non ha rapporti con Dassonville, si rifiutadi consegnargli il certificato.

LA QUESTIONE

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Il Sig. Dassonville importa ugualmente il whisky scozzese eviene sottoposto a procedimento penale in Belgio.

Dubbio interpretativo del giudice belga:

la nozione di misura di effetto equivalente deveessere interpretata nel senso che vi rientraanche una disposizione come quella prevista daldiritto belga?

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Per misura di effetto equivalente deve intendersi ogninormativa commerciale degli SM che possa ostacolaredirettamente o indirettamente, in atto o in potenza, gli scambiintra-UE.

Di conseguenza, lo SM che richieda un certificato di origine piùfacilmente ottenibile dall’importatore diretto di un prodotto,che non da chi abbia acquistato regolarmente il medesimoprodotto in un altro SM (diverso dal paese d’ origine) dove essosi trovava in libera pratica, pone in essere una misura d’ effettoequivalente ad una restrizione quantitativa incompatibile colTrattato.

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Misure distintamente applicabili: misure che investonodirettamente il momento dell’importazione odell’esportazione (e quindi determinano una differenza ditrattamento rispetto ai prodotti nazionali).

�Controlli sistematici in occasione dell’importazione di unbene.

�Obblighi relativi a documentazioni specifiche perl’importazione o l’esportazione del prodotto.

�Oneri imposti solo agli importatori paralleli.

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Misure indistintamente applicabili: si tratta di misureneutre, che colpiscono sia i prodotti nazionali sia i prodottiimportati, ma che di fatto producono l’effetto di ridurre leimportazioni e con esse la commercializzazione dei prodottiimportati.

A) Normative sui prezzi.

i) Prezzi minimi ad un livello così elevato da escludere cheil prodotto importato possa sfruttare i propri minori costi diproduzione.

ii) Prezzi massimi così bassi da porre il prodotto importatofuori mercato.

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B) Normative sulla qualità e sulla presentazione dei prodotti

i) Principio del mutuo riconoscimento:

Corte di Giustizia, 20 febbraio 1979, Rewe Zentral (Cassis de Dijon)

La società Rewe Zentral voleva importare in Germania dalla Franciauna certa quantità del liquore denominato Cassis de Dijon.

Le autorità tedesche non autorizzano l’importazione in quanto, inbase al diritto tedesco, per commercializzare bevande alcoliche ilcontenuto di alcool deve essere tra il 25% e il 32%, mentre il Cassisde Dijon aveva una gradazione alcolica compresa tra 15% - 20%.

La società impugna il provvedimento davanti al giudice tedesco,sostenendo che la normativa tedesca costituisce una misura dieffetto equivalente ad una restrizione quantitativa all’importazione.

LA QUESTIONE

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Dubbio interpretativo del giudice tedesco:

la nozione di misure di effetto equivalentealle restrizioni quantitative deve essereintesa nel senso che vi rientra anche lafissazione di un contenuto minimo di spirito divino per gli alcolici da bere, fissazionecontenuta nella legge tedesca sul monopoliodell’acquavite, la quale ha come conseguenzache prodotti tradizionali di altri stati membri,il cui contenuto di spirito di vino e inferiore allimite stabilito, non possono essere messi incommercio nella repubblica federale tedesca ?

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LA REGOLA

�Non sussiste alcun valido motivo per impedire che bevandealcoliche, a condizione che esse siano legalmente prodotte eposte in vendita in uno degli SM, vengano introdotte inqualsiasi altro SM senza che possa esser opposto un divietolegale di porre in vendita bevande con gradazione alcolicainferiore al limite determinato dalla normativa nazionale.

�Quindi la questione va risolta dichiarando che la nozione dimisure di effetto equivalente alle restrizioni quantitativeall’importazione va intesa nel senso che ricade del pari neldivieto contemplato da detta disposizione la fissazione diuna gradazione minima per le bevande alcoliche, fissazionecontenuta nella legislazione di uno SM, qualora si trattidell’importazione di bevande alcoliche legalmente prodottee messe in commercio in un altro SM.

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L’ECCEZIONE

�Ostacoli alla libera circolazione delle merci derivanti dadisparità delle legislazioni nazionali devono essereaccettati qualora tali prescrizioni sono finalizzate atutelare esigenze imperative (es., efficacia dei controllifiscali, tutela della salute, difesa dei consumatori, ecc.).

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- Legislazione italiana che vieta lo smercio di pane con ungrado di umidità superiore ad una certa percentuale (CG16/3/97, causa C-358/95, Morellato).

- Legislazione belga che vieta lo smercio di pane il cuitenore di sale eccede un limite massimo (CG 14/7/94mcausa C-17/93, van der Veldt).

- Legislazione tedesca che vieta lo smercio con ladenominazione “bier” di birre legalmente prodotte in altriSM senza determinate materie prime (CG 12/3/97, causa178/84, Commissione c. Italia).

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C) Normative sulle modalità di commercializzazione: nonriguardano i prodotti, ma le modalità dell’attivitàcommerciale (orari di apertura dei negozi, divieto diapertura domenicale)

All’inizio: considerate come misure di effetto equivalente.Applicazione formula Dassonville. Ogni modalità dicommercializzazione poteva essere contestata.

Successivamente: si tratta di misure relative all’attivitàcommerciale, non al prodotto, non preordinate alladisciplina degli scambi e insuscettibili di rendere menofacile l’accesso al mercato per i prodotti importati.

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LE DEROGHE AL DIVIETO DI MISURE DI EFFETTO EQUIVALENTE (art. 36 TFUE)

�Moralità pubblica

�Ordine pubblico

�Pubblica sicurezza

�Tutela della salute e della vita di persone e animali

�Protezione del patrimonio artistico, storico o archeologiconazionale

�Tutela della proprietà industriale

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�Eccezione ad una regola generale.

- Ipotesi tassative

- Stretta interpretazione

�No carta bianca per gli Stati membri. Semplice possibilitàdi deroga per tutelare determinate esigenze. Se taliesigenze sono state oggetto di una normativa europea,nessuna deroga è più consentita.

�Principio di proporzionalità

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�Moralità pubblica: SI divieto di importazione diprodotti pornografici. No se non esiste un divietonazionale di fabbricazione dello stesso prodotto

�Ordine pubblico: maggiori oneri documentali eamministrativi per l’immatricolazione di auto diimportazione parallela. Necessità di combattere iltraffico illecito di autovetture. NO: ci sono altre misure

�Tutela della salute e della vita di persone e animali:si controlli. No controlli già eseguiti nello SM di originee verificabili a semplice richiesta.

�Tutela dei diritti di proprietà industriale.

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I diritti di proprietà industriale (marchi, modelli, ecc.)

Attribuiscono al loro titolare il diritto di impedire lacommercializzazione di prodotti con lo stesso marchio o con unmarchio confondibile, oppure prodotti simili a quelli brevettati.

Lo scopo è quello di consentire al titolare del brevetto di sfruttarloeconomicamente per recuperare le spese sostenute perl’invenzione e al titolare del marchio di evitare che altri siapproprino dei pregi dei suoi prodotti.

Protezione nazionale.

Esaurimento del diritto: il titolare di un diritto di proprietàintellettuale non può opporsi all’importazione e allacommercializzazione di prodotti che sono stati messi in commercionello Stato di esportazione da lui stesso o con il suo consenso.

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