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4 D ella Storia del bridge sono un ca- pitolo importante da anni, quel- lo che avevano fatto sino a ieri era già leggendario, ma questa settima vittoria consecutiva nei Campionati Europei, li fa diventare non una leggenda ma la leggenda del brid- ge. Eh sì, c’è leggenda e leggenda, infat- ti. Il luogo dove sto scrivendo questo ar- ticolo, è Creta. E qui a Creta, e poi in tutta la Grecia, sono nate e si sono dif- fuse quelle leggende che, nel loro insie- me, costituiscono quella che viene defi- nita la Mitologia greca. I personaggi leg- gendari di cui ancor oggi si tramandano le gesta sono tanti. Un conto però è es- sere dei Castore, dei Polluce, dei Perseo, dei Giasone, un conto è essere Teseo. Tutti gli altri personaggi della mitologia sono infatti legati ad uno o al massimo due avvenimenti che li hanno resi, ap- punto, leggendari. Teseo è l’eroe onni- presente. Esordisce, giovanissimo, co- me spalla di Giasone alla ricerca del Vello d’Oro in quell’impresa che può essere considerata la madre di tutte le leggende; affina poi le sue qualità alla scuola di Ercole, l’altro grandissimo, e poi via, da solo, a compiere gesta delle quali si parla ancora a distanza di mil- lenni. Forse il paragone è eccessivo, for- se tra due o tremila anni non si parlerà più di loro, ma la loro storia è molto si- mile alla sua. Nati bridgisticamente, chi prima chi dopo, nel momento in cui i loro grandi maestri e padri spirituali erano in fase di abbandono, i nostri, come Teseo con Ercole, hanno però fatto in tempo ad ap- prendere dai nostri ercole, ossia da Bel- ladonna, da Garozzo, da Forquet e dagli altri grandi, i segreti dell’arte del brid- ge, i segreti dell’arte del vincere sem- pre, comunque e su tutti e, infine, han- no appreso tutto ciò che c’è da mettere in atto per diventare la leggenda. Negli ultimi undici anni i nostri sono stati, come Teseo, onnipresenti. Non c’è stata Olimpiade, Bermuda Bowl, Rosen- blum, Campionato Europeo nei quali Norberto Bocchi, Giorgio Duboin, Lo- renzo Lauria e Alfredo Versace non sia- no stati o protagonisti assoluti e vinci- tori incontrastati o, nella peggiore delle ipotesi, coprotagonisti ai quali la vitto- ria finale è sfuggita per un nonnulla. Molte volte, ancora come per gli eroi greci, è sembrato che il completo suc- cesso finale sfuggisse loro per l’inter- vento del Fato al quale, magari invo- lontariamente, qualcuno di loro aveva recato offesa e quindi Lui, data la sua indole capricciosa e permalosa comune 7° TITOLO EUROPEO CONSECUTIVO PER IL BLUE TEAM LA LEGGENDA Alberto Benetti Tutti insieme appassionatamente, i Campioni e le Campionesse d’Europa.

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Della Storia del bridge sono un ca-pitolo importante da anni, quel-lo che avevano fatto sino a ieriera già leggendario, ma questasettima vittoria consecutiva nei

Campionati Europei, li fa diventare nonuna leggenda ma la leggenda del brid-ge. Eh sì, c’è leggenda e leggenda, infat-ti. Il luogo dove sto scrivendo questo ar-ticolo, è Creta. E qui a Creta, e poi intutta la Grecia, sono nate e si sono dif-fuse quelle leggende che, nel loro insie-me, costituiscono quella che viene defi-nita la Mitologia greca. I personaggi leg-gendari di cui ancor oggi si tramandanole gesta sono tanti. Un conto però è es-sere dei Castore, dei Polluce, dei Perseo,dei Giasone, un conto è essere Teseo.Tutti gli altri personaggi della mitologiasono infatti legati ad uno o al massimodue avvenimenti che li hanno resi, ap-

punto, leggendari. Teseo è l’eroe onni-presente. Esordisce, giovanissimo, co-me spalla di Giasone alla ricerca delVello d’Oro in quell’impresa che puòessere considerata la madre di tutte leleggende; affina poi le sue qualità allascuola di Ercole, l’altro grandissimo, epoi via, da solo, a compiere gesta dellequali si parla ancora a distanza di mil-lenni. Forse il paragone è eccessivo, for-se tra due o tremila anni non si parleràpiù di loro, ma la loro storia è molto si-mile alla sua.

Nati bridgisticamente, chi prima chidopo, nel momento in cui i loro grandimaestri e padri spirituali erano in fasedi abbandono, i nostri, come Teseo conErcole, hanno però fatto in tempo ad ap-prendere dai nostri ercole, ossia da Bel-ladonna, da Garozzo, da Forquet e daglialtri grandi, i segreti dell’arte del brid-

ge, i segreti dell’arte del vincere sem-pre, comunque e su tutti e, infine, han-no appreso tutto ciò che c’è da metterein atto per diventare la leggenda. Negliultimi undici anni i nostri sono stati,come Teseo, onnipresenti. Non c’è stataOlimpiade, Bermuda Bowl, Rosen-blum, Campionato Europeo nei qualiNorberto Bocchi, Giorgio Duboin, Lo-renzo Lauria e Alfredo Versace non sia-no stati o protagonisti assoluti e vinci-tori incontrastati o, nella peggiore delleipotesi, coprotagonisti ai quali la vitto-ria finale è sfuggita per un nonnulla.Molte volte, ancora come per gli eroigreci, è sembrato che il completo suc-cesso finale sfuggisse loro per l’inter-vento del Fato al quale, magari invo-lontariamente, qualcuno di loro avevarecato offesa e quindi Lui, data la suaindole capricciosa e permalosa comune

7° TITOLO EUROPEO CONSECUTIVO PER IL BLUE TEAM

LA LEGGENDAAlberto Benetti

Tutti insieme appassionatamente, i Campioni e le Campionesse d’Europa.

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a tutte le divinità dell’Olimpo, avessedeciso di vendicarsi. Ma nulla e nessu-no, nemmeno il Fato, hanno potuto piùniente per contrastare la loro marciatrionfale, almeno in Europa, da quandoaltri due eroi, Fulvio Fantoni e ClaudioNunes, si sono affiancati ai precedentiquattro.

Non che prima del loro arrivo si fossevinto di meno (sto sempre parlando diEuropa) ma certo le vittorie di Vilamou-ra, di Malta, di Tenerife e di Salso, nonerano date per certe già prima dei Cam-pionati. A Vilamoura fu anzi una quasisorpresa; a Malta non si partì certo coni favori del pronostico; a Tenerife, a me-tà Campionato, sembravamo tagliati fuo-ri e nella Salso dei record, infine, nes-suno dava per scontato che la nostrasquadra avrebbe vinto. E vinto nel mo-do che tutti ricordiamo: con 5 turni dianticipo. Solo a Montecatini, forse, unamancata vittoria dell’Italia, anche se laFrancia di allora era avversaria temibi-lissima, avrebbe costituito una sorpre-sa. Al contrario, dopo l’esordio dei Fan-tunes alla Bermuda di Montecarlo nel2003, a Malmoe, negli Europei del 2004,non c’era una sola persona che fosse di-sposta a giocare un centesimo contromille euro sulla mancata vittoria del-l’Italia.

Si parlò lì e se ne è parlato ancora quia Varsavia, di un nostro ritiro obbligatodagli Europei perché gli stessi, con que-sti sei Azzurri in campo, perdono diogni interesse in quanto il titolo è pra-ticamente già assegnato prima dell’ini-zio.

Chi sostiene questa teoria dice la cosanel contempo più vera e più ridicolache si possa sentire. Vera perché, ap-punto, è vero: con questa Italia in cam-po, l’Oro è di fatto già assegnato primadell’inizio dei giochi; ridicola perché,partendo dal principio che i dominato-ri certi di un evento non dovrebberoprendere parte allo stesso, lo sport smet-terebbe di esistere. In tutti gli sport cisono stati dei momenti storici in cuialcuni Grandi, da Clay a Moses, da Bub-ka a Mercx, da Valentino Rossi al Gran-de Torino, erano o sono, come Valenti-no, talmente più forti di tutti gli altri,che il competere con loro era, od è, pra-ticamente impossibile. Bene, non ho maisentito dire in passato, né sento dire og-gi di Rossi, che, forse, sarebbe il caso chenon partecipasse alle competizioni cau-sa la perdita di interesse delle stesse.Senza scomodare de Coubertin (l’im-portante è partecipare etc. ) ormai ogget-tivamente superato, voglio solo sottoli-neare due punti. Uno che sono proprioi Maradona, i Borg, i Coppi e, perchéno, i… Lauria, a dare linfa vitale ai ri-spettivi sport creando, appunto, le leg-gende delle quali tutto lo sport ha biso-gno e senza le quali, probabilmente, sa-

rebbe stato un fenomeno minore e pas-seggero. Due che un Campionato Euro-peo non si gioca solo per la vittoria maanche per un posto sul podio o per unpiazzamento che consenta alla propriasquadra di partecipare ai Mondiali. Co-munque più scrivo in proposito e piùmi rendo conto che insistere nel cerca-re di spiegare perché quella di sostene-re che i nostri magnifici 6 non dovreb-bero partecipare agli Europei sia un’as-surdità totale è non dico inutile mapeggio. È come cercare di spiegare per-ché un muro è un muro o un albero unalbero. O lo si vede e lo si capisce o…si è ciechi e ottusi.

E così siamo a quota 7 in a row, ossiadi fila come dicono quelli del Bolletti-no. Io e molti dei nostri campioni dicia-mo… 6 e tre quarti. Non perché questavittoria non sia piena ed assoluta o val-ga, tecnicamente, meno delle altre sei,ma perché un Europeo – il primo Eu-ropeo dell’era del nuovo blue team –senza Sandro Pez, il grande tifoso eamico della Nazionale Azzurra e senzagli altri grandi amici degli azzurri, i na-zionali libanesi, è un Europeo al qualemanca un qualcosa.

Quota 7 significa migliorare ulterior-mente un record, 6 vittorie di fila, che atutti pareva già insuperabile e che, ve-rosimilmente, rimarrà insuperato. Insu-perato sì, ma non è affatto detto che nonverrà ancora migliorato dai nostri. An-zi, salvo stravolgimenti al momento nonipotizzabili, non si vede proprio chipossa essere in grado di impedirci diarrivare ad un record di vittorie conse-cutive a due cifre. Con questa vittoriaLauria raggiunge, in solitario, con settevittorie, il secondo posto assoluto tra i

vincitori di tutti i tempi dietro il suogrande maestro Giorgio Belladonna chevinse dieci volte, e si mette in pole po-sition per attaccare un altro record de-tenuto, guarda caso, da un altro grandecampione italiano, Dano De Falco. Ov-vero quello del maggior numero di annitrascorsi tra la prima e l’ultima vittoriain un Europeo. Dano vinse per la primavolta a Ostenda nel 73 e per l’ultimavolta a Tenerife nel 2001. 28, quindi, glianni passati tra la sua prima e la sua ul-tima vittoria. Lorenzo vinse per la pri-ma volta a Losanna nel 79, ovvero 27anni fa. Se, come altamente probabile,vincerà ancora a Pau nel 2008, gli annitrascorsi tra la prima e l’ultima vittoriasaranno 29 e anche quel record sarà suo.Duboin e Bocchi, che, dopo Verona,hanno superato Lauria nella classificamondiale, che vede quattro italiani nel-le prime quattro posizioni, inserendosial primo posto, migliorano un altro in-credibile record già loro: quello di cin-que vittorie consecutive, portandolo a 6(Lauria e Versace erano assenti a Malta99).

Versace, da parte sua, non credo mi-gliori alcun record ma, data la sua età ela sua classe, penso abbia aggiunto unaltro mattoncino a quella costruzioneche lo porterà ad essere il più grandevincitore che la Storia del Bridge ricor-di. Fantoni e Nunes, ultimi ma non cer-to gli ultimi, divengono l’unica coppianella storia ad aver vinto due Europeicon due partecipazioni.

Il punto è che, al momento, non èipotizzabile che, in un futuro più o me-no prossimo, i nostri non continueran-no a migliorare i rispettivi record. Nonè ipotizzabile perché non si vede pro-

Lauria-Versace durante Italia-Svezia.

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prio quando, come e, soprattutto, chi,sia in grado di invertire la tendenza,ossia sia in grado di contrastare gli Az-zurri. Diciamoci la verità: come ho scrit-to, rischiando in proprio, sulla cronacagiornaliera per Bd’I online, a metà delcammino il Titolo era già praticamenteassegnato. Non tanto e non solo per ilvantaggio che gli italiani avevano giàacquisito nei confronti dei loro insegui-tori, ma soprattutto perché… nessunodi loro aveva dato segno di improvvisisquilibri mentali. E questo bastava eavanzava. Infatti l’unica incognita realealla quale ci troviamo di fronte all’ini-zio di un Europeo rispetto ad una vitto-ria italiana, è ormai questa: i nostri seialfieri sono ancora tutti, o, almeno, quat-tro di loro, capaci di intendere e di vo-lere? Si o no? Se, dopo tre o quattroincontri, si vede che la risposta a questadomanda è “sì”, il Campionato può con-siderarsi archiviato. Tanto per la cro-naca, ecco alcuni dati sul percorso de-gli Azzurri in questi Europei. Prima giàal termine del primo giorno di gare,l’Italia, a metà del cammino, aveva 27

punti di vantaggio sulla seconda, inquel momento l’Ungheria e addirittura41 sulla terza. A due terzi del cammino,il nostro vantaggio sulla seconda, di-ventata la Norvegia, ammontava a 40punti. A tre incontri dalla fine… erava-mo già matematicamente Campionid’Europa. Quello che divide in questomomento storico i nostri da tutti glialtri è un vero e proprio baratro insupe-rabile per chiunque.

Già che in una stessa epoca ed in unastessa nazione siano nati sei mostri co-me questi, rende arduo per chiunquecercare di competere con loro. Se aquesto si aggiunge che, ricordiamoloancora una volta, grazie a Maria TeresaLavazza e a Francesco Angelini, questisei mostri possono dedicarsi al bridgecome unico impegno lavorativo delleloro esistenze, il solo pensare di scon-figgerli è utopistico. Non mi stancheròmai di ripetere che, ad armi pari, i no-stri vincerebbero comunque molto spes-so perché più forti degli altri, se poi adarmi pari non si gioca, non ce n’è dav-vero per nessuno. Chiarisco il concettodi armi pari: non è che i nostri quandogiocano ricorrano a particolari magie ofacciano uso di doti paranormali (co-me, purtroppo per me, uno di loro si di-verte a fare sempre più spesso, in altricampi, ai miei danni. Ma questa èun’altra storia… ), ma semplicementeperché il lavoro e lo studio che questisei giocatori, già fenomenali, dedicano

al bridge, consente loro di affrontareuna serie infinita di situazioni in cui glialtri devono più o meno indovinare, conassoluta e totale cognizione di quelloche sta succedendo. Quest’anno, inparticolare, me ne sono reso conto insala BBO nella quale erano regolarmen-te presenti gli Azzurri in quel momen-to panchinati. Tutte le volte che si crea-va una situazione in cui una coppiastraniera dovesse scegliere tra due di-chiarazioni che potevano essere equi-vocate o fraintese, o tra due linee dicontrogioco da seguire, qualcuno chie-deva ai Nazionali presenti cosa avreb-bero fatto. Bene, tutte le volte, puntual-mente, la risposta era “Noi non ci sa-remmo trovati in questa situazione per-ché precedentemente avremmo fattoquesto e questo e quindi ora la situa-zione sarebbe stata molto più chiara”.Ovvio, stiamo parlando di esseri umani(anche se Teseo, in fondo, proprio uma-no umano non era… ) non di divinità.Anche loro, di conseguenza, sono sog-getti all’errore. Ma oggi è come se, ap-punto un Valentino Rossi, già di per sédi gran lunga superiore a tutti, lottassecontro avversari che usassero delle mo-to costruite, diciamo, vent’anni fa.

E non mi riferisco tanto ai sistemigiocati (con la sola eccezione dei Fan-tunes, quasi tutte le coppie più forti delmondo giocano, più o meno, lo stessosistema) sulla bontà dei quali si basòbuona parte delle fortune del grandeBlue Team, quanto al lavoro che i nostrihanno fatto per esaminare e cercare dirisolvere tutte le infinite situazioni chepossono venire a crearsi in fase di lici-ta e in quella di controgioco.

La cronaca day by day di questi Cam-pionati con le mani più interessantigiocate dagli Azzurri, è stata pubblicatasu Bd’I online ed è ancora leggibile. Dialcuni siparietti molto divertenti di na-tura più o meno bridgistica che metto-no in luce alcuni aspetti umani dei no-stri eroi che, vi assicuro, nella vita sonopersonaggi interessanti almeno quantolo sono nel bridge, non parlerò perchéè in preparazione un libro, Dietro lequinte, nel quale di questo si tratteràdiffusamente e quindi non voglio ri-schiare che qualcuno, non trovando que-sta anteprima né interessante né diver-tente, non compri poi il libro con con-seguente mia perdita dei diritti d’auto-re. Quindi… quindi su queste paginecercherò di rievocare i momenti salien-ti di questo Europeo.

Cominciamo con la partenza.Normale quella di Duboin da Torino,

quella di Bocchi da Barcellona e quelladei Fantunes, di Ortensi e del sotto-scritto che raggiungono Fiumicino condiversi mezzi ma tutti in tempo e senzaparticolari disavventure in itinere.

Anomala quella di Lauria e Versace.

LA LEGGENDA

Una coppa per due: Massimo Ortensi e Maria Teresa Lavazza.

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Evidentemente deve essersi inceppa-to qualcosa nei meccanismi paranor-mali di Lorenzo che, specialista nelpredire sciagure per Versace e per me,sciagure che poi si verificano puntual-mente, stavolta deve aver premuto ilbottoncino sbagliato e, nel cercare dicolpire in qualche modo Alfredino, chearrivava in taxi con lui, si è ritrovato acondividere con l’incolpevole Versace,una mattinata da tregenda.

In sintesi: 14 chilometri di raccordoanulare percorsi in una direzione perpoi rendersi conto che continuare eraimpossibile causa lavori in corso; in-versione di marcia operata dal tassistache pare fosse il solo appartenete allacategoria a Roma non a conoscenza didetti lavori; ira funesta di Lauria neiconfronti del succitato con conseguen-te fusione del motore del taxi (di nuo-vo, col tassista, come con Alfredo pocoprima, nella mattinata del 12 AgostoLorenzo sembra non funzionare bene:riesce infatti a colpire chi è oggetto deisuoi strali ma rimane sempre coinvoltonelle disgrazie); pagamento di lauto pe-daggio nei confronti del tassista, ormaisenza taxi funzionante ma ancora dota-to di un fisico del tipo “con questo èmeglio non litigare”; chiamata di un al-tro taxi da Roma e ulteriore pagamentodi esoso pedaggio per il nuovo taxi che,al suo arrivo, aveva già il tassametro aquota Euro 48 e spicci; infine arrivo alcheck in all’ultimo minuto con conse-guente assegnazione dei posti più sco-modi.

Una partenza, insomma, alquanto mo-vimentata.

Neanche il tempo di fare una docciae via, alla Cerimonia d’Apertura. Dettecerimonie, come le loro colleghe “dichiusura”, sono generalmente quantopiù di noioso si possa immaginare.Quelle “d’apertura” lo sono in modoparticolare perché prive di quei valoriemozionali che le altre, soprattutto pernoi italiani, hanno quasi sempre. AnnaMaria Torlontano è una fuoriclasse nelcercare di renderle quanto meno sop-portabili ma spesso, senza alcuna suacolpa ma a causa della loro natura in-trinseca (discorsi, ringraziamenti disponsor etc.), si rivelano il contrario.

Anche qui la Cerimonia stava proce-dendo su binari che presto avrebberoportato alla caduta tra le braccia diMorfeo della maggior parte dei presen-ti, quando sul palco è salito WaldemarMalicki, che si è messo al piano e hacominciato a suonare intervallandopezzi classici e pezzi moderni, a com-mistioni tra gli uni e gli altri e a battutee racconti esilaranti. Mi dicono sia unodei cinque pianisti più bravi del mon-do. Ne prendo atto ma non sono asso-lutamente in grado di confermarlo.

Quello che posso dirvi è che il piano

sembrava essere un prolungamento delsuo corpo o meglio, date le rispettivedimensioni, lui sembrava un accessoriodel piano; lui e il suo strumento dive-nivano un tutt’uno, batteva sui tasti conla stessa naturalezza con cui noi cam-miniamo o respiriamo o come, almenonoi italiani sino a qualche anno fa, pren-devamo in mano carte distribuite. In-somma, una vera delizia ascoltarlo. Quiin Polonia studiare il piano sin da pic-colissimi è infatti normale come da noilo era giocare a carte in un bar, in un’o-steria, o in un… oratorio, sin dalla piùtenera età. Non è quindi un caso che ipiù grandi pianisti del mondo siano esiano stati i polacchi come non è uncaso che i più forti giocatori di carte delmondo siano e siano stati gli italiani.Ma quella degli Azzurri in campo quirappresenta l’ultima generazione di ita-liani nati con le carte in mano. L’ultimagenerazione che è stata fatta sedere adun tavolo da gioco mentre i loro coeta-nei australiani si tuffavano in piscina,quelli brasiliani passavano ore ed ore algiorno a palleggiare su un campo di cal-cio, quelli orientali trascorrevano le gior-nate in una scuola di arti marziali,quelli scandinavi e canadesi su piste dasci di fondo o su un campo di hockeysul ghiaccio e quelli americani, infine,su un campo di basket, di baseball o dirugby. Non è di nuovo quindi un casoche gli atleti di queste nazioni abbiano,per anni, dominato nei rispettivi sporttradizionali.

Oggi questo fenomeno sta scompa-rendo quasi del tutto. La globalizzazio-ne ha influito anche in questo settore.Quasi tutti i bambini e, poi, i ragazzi

del mondo fanno, su per giù, le stesseidentiche cose e quindi la prevalenzadi una scuola in un qualche settoresportivo si attenua sempre di più colpassare degli anni. La stessa cosa staper succedere nel nostro bridge. Ab-biamo dominato il mondo per vent’an-ni e lo stiamo dominando di nuovo daaltri 11 con della gente nata con le cartein mano che era riuscita ad emergere inun Paese in cui quasi tutti erano gioca-tori di carte. In un futuro non moltolontano, l’Italia non avrà più questovantaggio sulle altre nazioni e non èquindi da escludere che, tra un bel po’di anni, quando i nostri Azzurri lasce-ranno, dovremo partire alla pari con glialtri e sperare di trovare il fuoriclassenon tra i milioni di giocatori che, in unmodo o nell’altro, si avvicinavano allecarte, ma tra le poche decine di mi-gliaia di persone che si avvicinerannoal bridge senza aver fatto gavetta con lecarte in mano in sedi non ufficiali.

Per ora così non è. Speriamo che duriil più a lungo possibile.

E che non sia ancora così lo si capi-sce subito: nei primi sei incontri l’Italiaconquista 132 dei 150 punti in palio esi stacca subito in testa alla classifica.Diciamo che non si trattava di sei in-contri proibitivi: l’Estonia, gli amici diSan Marino, la Romania, la Lettonia, laSerbia e il Galles sono stati i nostri av-versari all’avvio. Quella di fare sempreo quasi il pieno contro squadre non diprimissimo rango è una delle tante ca-ratteristiche che rendono la nostra squa-dra imbattibile soprattutto in competi-zioni in cui, dopo il Round Robin, nonci sono Ottavi, Quarti, Semifinali e Fi-

Alfredo Versace e Fulvio Fantoni alle prese con i conteggi.

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nale. Gli altri, i cosiddetti nostri anta-gonisti di maggior peso, spesso e volen-tieri non riescono a fare altrettanto equindi arrivano allo scontro diretto connoi in situazioni di classifica decisa-mente più precarie.

Quali erano qui, ammesso che ve nefossero, i nostri rivali più accreditati?Diciamo subito che, a differenza che aMalmoe, a Varsavia tutte le Nazionalieuropee sono scese in campo con le lo-ro formazioni migliori. Ma questo bastaa rendere una di loro una rivale davve-ro pericolosa per gli Azzurri? La miaopinione è che, al momento, non basti.Questi Europei lo hanno dimostrato perl’ennesima volta. Dispiace che, proprioall’ultimo momento, Balicki e Zmud-zinski, abbiano dato forfait e non sianoscesi in campo per la Polonia. Con loroai nastri di partenza, anche i polacchiavrebbero schierato la migliore squadrapossibile per poi perdere regolarmente,potrei scommetterci, contro di noi. Lealtre erano tutte al top: la Norvegia re-cuperava Helgemo e Helness, la Sveziascendeva in campo con la sua forma-zione più forte come pure l’Inghilterrae la Francia che riproponeva una for-mazione per metà composta da tre gio-catori dominatori del bridge mondialea cavallo tra gli ottanta e i novanta: Chem-la, Levy e Mouiel. L’Olanda affiancavaa quattro dei sei giovani Orange finali-sti a Instanbul, una coppia di veteranivalore mondiale assoluto: Westra e Ra-mondt. Anche le nazioni dell’Europaorientale si sono presentate con forma-zioni che, se pur prive di nomi altiso-nanti, esprimevano il meglio che possaesprimere il bridge dei rispettivi Paesi.

Nessuna di queste squadre ha unapartenza bruciante come l’Italia.

Dopo questi primi sei incontri ci aspet-ta la Danimarca, bestia nera degli Az-zurri degli anni bui.

I danesi si difendono bene ma alla fi-ne vengono sconfitti di misura. L’ulti-mo incontro della terza giornata, l’otta-vo del Campionato, ci vede opposti allaSvezia una delle squadre che, sulla car-ta, dovrebbe costituire un pericolo. Ilrecente successo degli svedesi alla Ro-senblum di Verona, secondo posto, sem-bra dar credito a questa ipotesi. Co-munque, tanto per farli giocare comodi,al momento di sederci ai tavoli abbia-mo già 14 punti di vantaggio su di loro.

L’incontro si svolge su un piano disostanziale equilibrio e lo si sarebbe per-

so, seppure di poco, se gli svedesi, adun certo punto, non fossero stati presidalla sindrome azzurra, un’altra dellenostre armi più o meno segrete. Dicesisindrome azzurra quello stato emozio-nale che colpisce spesso e volentieri al-cuni nostri avversari anche esperti e ti-tolatissimi quando sono seduti contro inostri. Le cause della sindrome sonopiù che comprensibili: giocare controavversari che ti bastonano regolarmen-te da più di un decennio non aiutacerto a sentirsi rilassati e tranquilli. Glieffetti possono essere davvero deva-stanti come nella mano in cui detta sin-drome ha colpito Fredrik Nystrom nelquattordicesimo board dell’incontro.

Board 14Dich. Est - Tutti in prima

� R 5� A 10 9 8� D 10 7 6 4� 7 5

� 8 6 2 N � A F 10 9 4 3� D 6 5 2 O E � R 7 4� R F 8 5 S � –� F 2 � R 8 6 3

� D 7� F 3� A 9 3 2� A D 10 9 4

In sala chiusa Biornlund apre in Estdi 2�, se le gioca e, su attacco di Fantedi cuori di Nunes, va 1 down contro unadifesa che non sbaglia una carta. Inaperta Lauria apre a livello 1, Versace loappoggia e lui chiude a manche. L’at-tacco, già abbastanza sindromatico diNystrom è Asso di fiori. Certo non di-spiace, ma la strada per la manche è an-cora proibitiva. Il suo ritorno, semprepiù sindromatico, è di piccola piccheper la piccola del morto e quella di

Bertheau in Nord (anche lui evidente-mente contagiato anche se in modo mol-to meno grave). L’incredulo Lauria fa lapresa di 10 e riesce addirittura a nonscoppiare a ridere quando, sul suo As-so, vede cadere prima la Dama di Sud epoi il Re di Nord. A questo punto con 6picche, una fiori e un taglio di fiori almorto, le prese sono diventate 8 e cen’è un’altra a cuori sicura. Per arrivarea 10, però, di prese a cuori bisognereb-be farne 2 e con le cuori ben divise…

Quindi cuori per la Donna di Ovest el’Asso di Nord che ritorna di 10. Lo-renzo prende di Re, studia a lungo e poigioca… piccola fiori verso il Fante seccodel morto. Tutti i commentatori, sia inRama che su BBO, si convincono che ilnostro, intuita la cattiva divisione dellecuori, stia tentando un colpo esclusiva-mente psicologico contro Sud che havisto in difficoltà. Vedendo le carte diSud, che a fiori è rimasto con D 10 9 4,tutti però concordano col dire che ilcolpo è destinato a fallire. Tutti quelliche non sono studiosi della sindromeazzurra, aggiungo io. Nystrom infatti stabasso e consente a Lorenzo di fare colFante di fiori la decima indispensabilepresa necessaria al mantenimento delcontratto. Nel dopo partita il romanospiega a tutti che il suo non è stato asso-lutamente un colpo psicologico ma tec-nico “Dalla velocità con la quale Ber-theau era tornato col 10 di cuori dopoaver preso con l’Asso”, spiega Lorenzo,“avevo capito che il palo non poteva es-sere ben diviso e quindi che la mia uni-ca speranza di fare la mano restasse cheSud fosse partito a fiori con A D 10 X Xo con A D 9 X X. Nord, fornendo il 5sull’attacco aveva infatti segnalato ildoubleton e se la sua seconda carta fos-se stata il 10 o il 9, Sud non avrebbeavuto difesa. Prendendo di Dama e ca-dendo il 10 o il 9 del compagno, infat-ti, sarebbe poi stato costretto a giocare

Un’occhiata in sala commento Rama di Casa Italia.

LA LEGGENDA

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stessa proprietà dei nostri ve ne sonopochi e quei pochi sono sparsi in variesquadre. Gli altri, la stragrande maggio-ranza, sono umani che fanno erroricome la maggioranza di noi. Non è uncaso infatti che in sala BBO, quando siassiste ad un incontro ed è presente insala uno dei nostri (vittima preferitaVersace), quasi tutte le volte in cui ungiocatore deve fare una dichiarazione oun ritorno, sono gli altri, ovvero gli uma-ni, a prevedere, a meno che la sala inquel momento non sia particolarmentemal frequentata, cosa farà il giocatorein oggetto e sono loro, i nostri campio-ni, a sbagliare clamorosamente e rego-larmente le previsioni con tanto di in-sulti finali da parte di tutti. Questo per-ché i meccanismi mentali della stra-grande maggioranza dei nostri avversa-ri sono molto più simili a quelli di unforte giocatore che non a quelli di un fe-nomeno. Loro, i nostri, sono talmentediversi che, spesso, non si rendono nean-che conto di come un pur ottimo gioca-tore possa non fare determinati ragio-namenti per loro normalissimi. Dopol’incontro con la Bulgaria arriva quello

fiori da verso la mia forchetta di Re – 8o quadri liberandomi il Re nel colore.Per cui ho giocato l’unica chance tecni-ca possibile. Certo, stando le carte co-me stavano, ero destinato all’insucces-so, ma certe volte… ”.

Anche con gli svedesi si vince di mi-sura ma, ad un terzo del cammino il no-stro vantaggio sui secondi, in quel mo-mento gli olandesi, è già di 18 punti.

A seguire si gioca contro un’altra diquelle squadre che, almeno in quel mo-mento, essendo terza, era, anche lei, da-ta come possibile temibile avversaria:la Bulgaria. Come successo a tante squa-dre in questi ultimi anni, lo scontro di-retto con l’Italia ha notevolmente ridi-mensionato le velleità dei bulgari.

Verso l’inizio di quest’articolo, soste-nevo che i nostri vincerebbero moltospesso anche lottando ad armi pari.Questa mano contro i bulgari nella qua-le non entrano in gioco particolari gad-gets dichiarativi dei nostri, è una delletante prove della veridicità di quantoda me sostenuto.

Board 18Dich. Est - NS in zona

� 10 7 2� R F 6 2� –� A D 8 6 5 3

� F 9 5 N � A D 4 3� 3 O E � A 10 9 8 5 4� R D 10 7 5 3 S � 9 6� 10 9 4 � F

� R 8 6� D 7� A F 8 4 2� R 7 2

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Versace Stefanov Lauria Aronov– – 1 � contro2 � 3 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Marashev Fantoni Petkov Nunes– – 1 � passo1 � 2 � 3 � 3 SApasso passo 4 � passopasso contro fine

Come vedete, nessuna arma segreta,solo tanto judgement.

In aperta Lauria, che dopo il 2� diVersace sul contro di Sud sa (come inpura teoria dovrebbe sapere chiunque)che a cuori non c’è futuro, decide diaver fatto più del suo dovere aprendo epassa sul 3� di Nord. Lo stesso fa Ver-sace che, dopo aver detto di avere unamonocolore debole a quadri, non ritie-

ne di non dover aggiungere altro. Ele-mentare, no?

Tanto elementare non deve essere per-ché in chiusa, dove Nunes non si sognaneppure di contrare con le carte di Sud,Petkov, dopo la risposta ambigua delcompagno e l’intervento di 2 � di Fan-toni in Nord non solo, a differenza diLauria, non passa, ma fa una dichiara-zione che lascia intendere che, a cuori,prenda solo lui. Nunes, che era passatoin prima istanza, butta là un 3 SA chesi batte solo con attacco picche perl’Asso e ritorno quadri e infine Est, nonancora sazio, si chiama la manche acuori che Fantoni puntualmente contraper un + 800 per noi.

Diciamo che è bridge di tutti i giorni,senza nulla di particolarmente conven-zionale ma con tanta classe da una par-te. Guardate che la licita di Petkov, nonha nulla di strano. Forse in pochi, conle sue carte, avrebbero dichiarato 3�.Ma in tanti, in tantissimi, tra i giocatoriqui presenti hanno finito col giocare 4�in questo board. Questo è un altro pun-to che vorrei sottolineare: di giocatoriin grado di valutare una mano con la

CAMPIONATI EUROPEI A SQUADRE OPENVarsavia 12/26 agosto 2006

Classifica squadre Open1) Italia 6612) Irlanda 5943) Norvegia 5904) Svezia 5825) Olanda 5816) Polonia 5797) Islanda 5728) Francia 5549) Ungheria 537

10) Inghilterra 53411) Germania 53312) Bulgaria 52712) Turchia 52714) Israele 51115) Danimarca 50916) Spagna 50317) Scozia 49218) Russia 49119) Croazia 46220) Finlandia 46021) Belgio 45322) Bielorussia 45223) Serbia 45124) Grecia 44525) Estonia 44026) Svizzera 43427) Galles 43328) Portogallo 42829) Lettonia 42430) Romania 39631) Lussemburgo 39032) Lituania 37833) San Marino 372

Squadre OpenItalia-Estonia 20/10Italia-San Marino 25/4Italia-Romania 25/0Italia-Lettonia 16/14Italia-Serbia 23/7Italia-Galles 23/7Italia-Danmarca 16/14Italia-Svezia 16/14Italia-Bulgaria 21/9Italia-Irlanda 11/19Italia-Turchia 22/8Italia-Portogallo 25/2Italia-Russia 16/14Italia-Norvegia 17/13Italia-Scozia 25/4Italia-Olanda 19/11Italia-Islanda 11/19Italia-Spagna 23/7Italia-Francia 18/12Italia-Svizzera 21/9Italia-Grecia 25/4Italia-Israele 19/11Italia-Croazia 22/8Italia-Inghilterra 17/13Italia-Lussemburgo 25/5Italia-Finlandia 25/1Italia-Lituania 25/0Italia-Germania 22/8Italia-Polonia 10/20Italia-Belgio 24/6Italia-Bielorussia 23/7Italia-Ungheria 14/16Italia-Bye 18/–

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con l’Irlanda che ci vede sconfitti per laprima volta dopo nove vittorie conse-cutive ma che non ci impedisce di man-tenere la testa della classifica semprecon un buon margine sui secondi, oragli ungheresi. Poi tre vittorie consecuti-ve contro Turchia, Portogallo e Russiaci consentono di arrivare ad un altromatch considerato decisivo, quello con-tro la Norvegia, con 34 punti di vantag-gio sugli scandinavi terzi dietro noi el’Ungheria. Già in questo momento de-vo però confessare che per me, di deci-sivo, ormai non c’era più niente. Il cam-pionato era già finito e un’eventuale scon-fitta contro la Norvegia non avrebbe cam-biato niente. In questo match siamo par-ticolarmente aggressivi e, dopo essereandati sotto di 16 soprattutto a causa diun misunderstunding tra Lauria e Ver-sace, rientriamo in gioco e vinciamo per17 a 13 grazie a due manche chiamate efatte da noi (una con tanto di contro) emancate dagli avversari negli ultimi dueboard del match.

Board 19Dich. Sud - EO in zona

� 9 5 3� 9 6� 9 4 2� D 9 8 4 3

� 10 7 N � A D F 8 6 4 2� A 8 5 3 O E � F 7 2� 7 6 3 S � 10 5� A R 10 7 � 2

� R� R D 10 4� A R D F 8� F 6 5

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Versace Helness Lauria Helgemo– – – 1 �passo passo 3 � passo4 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Brogeland Fantoni Salensminde Nunes– – – 1 �passo 1 SA 2 � passo3 � passo 3 � fine

Da notare come né Helgemo né Nu-nes abbiano ridichiarato al secondo tur-no di licita.

Comunque in aperta Versace, dopol’intervento di Lauria, con Asso, Asso/Re non si fa certo pregare per chiamaremanche e lo fa in un secondo. Lorenzo,che ha visto Helness passare sull’aper-tura del compagno, ci mette ancormeno a tirare l’Asso di picche in testa ea realizzare 10 prese.

In chiusa Fantoni non può passaresull’apertura del compagno perché i dueromani non hanno nel loro sistema aper-ture forzanti assolute e quindi… lo sonotutte. I norvegesi la manche non la chia-mano e si arriva all’ultimo board condue punti di svantaggio.

Board 20Dich. Ovest - Tutti in zona

� 3� D 9 7 6 4 3 2� A 10 6� A 7

� R 5 N � D F 8 7� F O E � A 8 5� R D F 9 8 5 3 2 S � 4� F 5 � R 10 8 3 2

� A 10 9 6 4 2� R 10� 7� D 9 6 4

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Versace Helness Lauria Helgemo1 � 1 � contro 1 �4 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Brogeland Fantoni Salensminde Nunes1 � 1 � 1 � passo2 � 2 � passo 3 �4 � 4 � contro fine

Dopo il contro di Lauria su 1� Ver-sace, in aperta, non ha dubbi sull’infor-mazione da dare al compagno “ho aper-to ma posso giocare solo a quadri e houna mano che fa schifo”. Nel dare que-sta informazione però, sale ad un livel-lo tale che sia per Nord che per Sud di-chiarare le cuori diventa pressoché im-possibile. Alfredo si gioca così 4� e va1 down.

In chiusa Brogeland, considerato ildiverso andamento della dichiarazio-ne, non vede la necessità di autofarsiun mezzo barrage e dichiara a livello 2dando a Fantoni modo di ripetere lecuori. A questo punto Nunes, giusta-mente passato su 1� di Salensminde,appoggia il compagno che poi chiude amanche. Est, non inopinatamente con-tra ma Fulvio non è dichiarante da farsisfuggire dieci prese quando questesono fattibili. E così si finisce col vin-cere, come detto, 17 a 13.

Con la Scozia si fa un quasi pieno epoi eccoci ad affrontare un’altra dellesquadre cosiddette pretendenti al tito-lo: l’Olanda.

I due guadagni più grossi – 13 puntia colpo – nel match che ci vede vitto-riosi per 19 a 11, si ottengono ancorauna volta non grazie a vantaggi deri-vanti da un miglior sistema giocato magrazie ad una migliore valutazione del-le mani.

Board 10Dich. Est - Tutti in zona

� A R 9 5� F 8 2� 8 5 3� D F 9

� D 2 N � 7� A R 10 6 4 O E � D 9 7� D 7 6 2 S � A F 10 9� A 6 � 10 8 5 4 3

� F 10 8 6 4 3� 5 3� R 4� R 7 2

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Versace Vestra Lauria Ramondt– – passo 2 � (multi)2 � 3 � 4 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

De Wjis Bocchi Muller Duboin– – passo passo1 � passo 2 � 2 �passo 3 � passo 3 �fine

Ecco ancora una mano in cui si gua-dagna applicando con giudizio alcuni

Giorgio Duboin

LA LEGGENDA

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principi generali del bridge. Il che sem-bra una cosa facile ma in realtà non loè affatto.

In aperta Versace non ha problemi adentrare con 2� sulla multi di Ramondt.Westra cerca di complicare la vita agliitaliani ma Lauria, in base al principiosempre applicato dalla coppia ovveroche se c’è possibilità di far manche, so-prattutto in zona, questa va chiamata,dichiara 4� e Versace non ha difficoltàa fare 10 prese pagando una presa percolore atout escluso.

In chiusa Duboin ad aprire in zona, acompagno non passato e, soprattutto,con quelle picche, non ci pensa nem-meno. Ma poi, una volta che il compa-gno è in grado di sapere che le sue pic-che non sono un gran che (se no avreb-be sottoaperto visto che ora le sta co-munque dichiarando), entra con 2�quando il carrello gli ritorna. Norberto,da parte sua, fa una dichiarazione chenon aiuta certo gli olandesi a chiarirsile idee. La licita muore sul 3� di Gior-gino che mantiene il contratto.

E ancora

Board 13Dich Nord - NS in zona

� –� 10 6� R D 5� A F 10 9 8 7 3 2

� D F 9 8 6 2 N � A R 4 3� 9 7 4 O E � R 8 5 3 2� 7 6 4 S � F 8� 5 � D 4

� 10 7 5� A D F� A 10 9 3 2� R 6

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Versace Westra Lauria Ramondt– 5 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

De Wjis Bocchi Muller Duboin– 1 � contro surcontro (5�)2 � 3 � 3 � contropasso 4 � passo 5 �passo 6 � fine

Posso immaginare che qualcuno oradirà che chiamare 6� è roba da nulla eche della mano avrei dovuto parlare sedi fiori ne avessero chiamate 7. Ma se-condo me quello che conta, invece, èl’approccio iniziale. Westra, considera-to uno dei più forti giocatori non italia-ni del mondo, valuta la sua mano comeuna nella quale ci sia bisogno di tappa-re al più presto la bocca agli avversari. Bocchi nell’incontro con l’Olanda.

Norby, al contrario, vede che basta pocoin mano al compagno per fare slam equindi mantiene la licita a livelli bassi.Questa della capacità di valutazionedelle proprie carte è una delle ragioniche mi fanno sostenere che i nostri, an-che senza superpoteri, vincerebbero co-munque. Giorgino, che ha ben di più diquel poco che basta, forza in tutti i mo-di, ma né lui né il compagno possonoavere dati sufficienti per chiamare ilgrande non essendo quantomeno cono-scibile, da parte di Sud, la presenzaquantomeno della Dama di quadri inNord.

Ed ecco la classifica delle prime 10 do-po quest’incontro:

ITALIA 319UNGHERIA 292NORVEGIA 278SVEZIA 277IRLANDA 277OLANDA 270GERMANIA 269ISLANDA 266POLONIA 259INGHILTERRA 255

A metà del cammino quindi, con 16incontri giocati su 32 (più il bye), bat-tute già quattro delle sei possibili riva-li, con la sola Ungheria ancora relativa-mente vicina e la terza a più di 40 pun-ti, il campionato è praticamente finito.Ammesso e non concesso che gli Az-zurri possano avere un calo, l’Unghe-ria, onestamente, pare squadra non at-trezzata a vincere un Europeo e tutte lealtre sono troppo, troppo distanti.

Evidentemente gli Stati formati daisole dell’Atlantico il cui nome iniziaper “I” e finisce con “landa”, in questiEuropei devono avercela particolar-mente con noi perché è proprio controgli islandesi che perdiamo il secondoincontro dei Campionati dopo averneperso uno contro l’Irlanda. Poi una se-rie di vittorie contro Spagna, Francia,Svizzera, Grecia, Israele, Croazia e In-ghilterra crea il vuoto tra noi e gli inse-guitori. Soprattutto l’Ungheria che, co-me previsto da molti, è crollata ed è arischio-qualificazione. Da evidenziarela facilità con la quale abbiamo battutoi francesi (18/12) senza forzare minima-mente. Una decina d’anni fa una cosadel genere non sarebbe stata neppureipotizzabile. Con Lussenburgo, Finlan-dia e Lituania si fa il pieno. Ancora ungrosso risultato con la Germania e si ar-riva a quello che molti alla vigilia (so-prattutto prima del ritiro di Balicki eZmudzinski) pensavano sarebbe stato ilmatch che avrebbe deciso della vittoriain questi Europei, quello con la Polo-nia. Ora è un match di nessuna rilevan-za per noi e un match nel quale la Po-

lonia deve assolutamente vincere persperare di qualificarsi per la BermudaBowl. E infatti vince. Ma vince perché ipolacchi prendono grossi rischi e sonopremiati dalla sorte non perché, comequalcuno ha avuto la faccia tosta diventilare, gli italiani li abbiano lasciativincere. A parte ogni altra considera-zione, non si vede come e perché l’Ita-lia dovrebbe favorire l’ingresso ai Mon-diali di una squadra che, dopotutto,rappresenta una delle scuole bridgisti-che più evolute e che, con un semprepossibile ritorno dei due desapareci-dos, costituirebbe un pericolo per tutti.Eh, chers amies, soprattutto chi, in pas-sato, ha molto vinto, dovrebbe sapernon vincere con più classe.

E siamo così all’epilogo. A tre incon-tri dalla fine gli altri e a due più il byenoi, si fanno due conti e ci si accorgeche, se anche facessimo zero punti con-tro le due avversarie che ci restano daincontrare e la seconda, la Norvegia, fa-cesse il pieno, ovvero 75 punti, sarem-mo comunque Campioni d’Europa per-ché la Norvegia farebbe 57 punti più dinoi che, di vantaggio, ne abbiamo ora58.

Bene, a rischio di incorrere nelle iredei sei giocatori-amici che compongo-no la Nazionale italiana, ho avuto lanetta impressione che questa strabi-liante vittoria si sia ottenuta senza mai,o quasi mai, mettere la quinta. Il fatto èche le tre coppie italiane sono in gradodi prevalere su tutti anche mettendo almassimo la quarta e, talvolta, viaggian-do addirittura in folle. Questo significache i nostri hanno giocato male? Certa-mente no. Ma, altrettanto certamente,questo non verrà di sicuro ricordato co-

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me l’Europeo nel quale hanno dato ilmeglio di loro. Quello che mi ha fattomolto piacere è stato rivedere Giorginoe Norby tornare a giocare ad ottimi li-velli (tra l’altro primi nella Butler) do-po un periodo per loro non felicissimo.Voglio chiarire che quando parlo diprova non eccezionale, di periodi nonfelici, di quarte, di folle e via dicendo,il termine di paragone è sempre e soloquello con altre prestazioni fornite dal-le tre coppie azzurre. Gli altri sono in-dietro anni luce e, visto che molti si in-terrogano e mi interrogano in proposito,dichiaro che per me le cose stanno così:stanno indietro anni luce non perché sisia abbassato il livello del loro gioco,ma perché i nostri sono sei veri e pro-

pri fenomeni nati per giocare a bridge. Sarà perché davo questa vittoria per

scontata, sarà perché ci si abitua a tutto,sarà perché la nuova Varsavia, ormaibrutta copia di una metropoli dell’Eu-ropa Occidentale, non è certo una città

che aiuti a provare forti sensazioni, stadi fatto che non mi emoziono neancheun po’. E vi assicuro che se c’è un tifo-so sfegatato degli Azzurri, questo sonoio. Forse, se non fossi dovuto partireprima, avrei provato qualche brividuc-cio durante l’esecuzione dell’Inno Na-zionale alla Cerimonia di Chiusura, manon ci giurerei anche perché questo miostato d’animo, ho avuto modo di con-statare, era comune a quasi tutti gli altrisupertifosi. Rona in testa. Credo che lacosa, come ho sostenuto nell’ultimo ar-ticolo di cronaca su Bd’I online, sia do-vuta a questo: l’ennesima impresa com-piuta da Giorgino, Norberto, Lorenzo,Alfredo, Fulvio, Claudio e, non dimen-tichiamoli mai, da Maria Teresa e Mas-simo, sarà pure, come dicevo all’iniziodi questo pezzo, un’impresa leggenda-ria, ma è anche, soprattutto, un’impre-sa Storica e, di fronte alla Storia, non cisi commuove.

Forse è meglio così.Di lacrime avremo modo di versarne

a fiumi a Shangai tra poco più di unanno.

E sono SETTE... alla prossima.

Claudio Nunes

LA LEGGENDA

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AVarsavia, oltre all’Open, si sonosvolti i campionati europei a squa-dre Signore e Seniores. Le nostrerappresentanti sono arrivate 9e

su un campo di 22 partenti dopoaver effettuato un girone all’italiana com-pleto di 21 incontri di 20 mani. I Senio-res azzurri, invece, sono arrivati 6i su16, dopo un eliminatoria di 15 incontri,servita a stabilire il girone finale ad 8squadre, e 7 ulteriori incontri, sempresulla distanza di 16 mani a turno, 4board in meno delle gare parallele. Nei2 campionati si giocavano le stesse ma-ni dell’Open, e questo ...... è impietoso(sostituire i puntini con un’espressionea scelta tra spesso, raramente, quasi sem-pre, a volte, quasi mai, normalmente,chiaramente).

L’organizzazione capillare, ramifica-ta, avvolgente, ha permesso di seguirecarta per carta il cammino di tutte lesquadre, in tempo reale per i contratti erisultati ed in lieve differita per licita egioco, un servizio aggiuntivo rispettoalla gran mole d’incontri trasmessirigorosamente in diretta da BBO eSwan.

Gli incroci tra i tavoli dei vari cam-

VARSAVIASIGNORE E SENIORES

Franco Broccoli

La squadra francese, vincitrice dell’Europeo a Varsavia.

Il podio dei Seniores a Varsavia.

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pionati sono stati spesso ...... (scelta tracuriosi, interessanti, imbarazzanti,simili, paralleli, strani).

Il rendimento delle nostre formazioniin queste due manifestazioni collatera-li all’Open è stato alterno. Vediamo.

SIGNORENon confonda il piazzamento finale:

le azzurre non sono mai state in partita.Hanno sempre orbitato tra la fine dellaprima e l’inizio della seconda pagina,ovvero a metà classifica. Il 9° postoconclusivo è stato raggiunto ottenendo49 punti, su 50, negli ultimi 2 incontri(fine campionato, avversarie demotiva-te, aria di smobilitazione, pressione in-feriore). Non c’è, perciò, recriminazio-ne per qualcosa che è sfuggito. Il piaz-zamento finale è stato acquisito dal bas-so e non perso dall’alto. Delusione? No,non eccessiva. Il pronostico è stato ri-spettato. Il pronostico di chi? Degli ad-detti ai lavori. E chi sarebbero questiaddetti ai lavori? Alcuni di quei gioca-tori che, nel campionato parallelo,hanno vinto con 3 turni d’anticipo (leg-gi alcuni azzurri dell’Open). E quandol’avrebbero fatto questo pronostico?Perché sono tutti bravi a parlare a cosefatte… Questo pronostico è stato fatto il16 agosto, il giorno precedente all’ini-zio del campionato Signore. E che cosaavrebbero detto? Che sarebbe stata unachimera raggiungere la qualificazioneper i prossimi mondiali, ovvero arriva-re entro il 6° posto, mentre salire addi-rittura sul podio, invece, avrebbe rap-presentato la connotazione di… duechimere a braccetto. E chi sarebberoquesti novelli Tiresia? No, aspetta, i Ti-resia nostrani ci vedono benissimo, alcontrario dell’antico titolare, chiamato,è vero, a un compito più arduo ed inquesto aiutato dalla cecità. Chi vuoiche siano i nostri indovini? Sono i soli-ti, i più estroversi, quelli che commen-tano sempre, ma con la preoccupanteaggiunta di uno di loro che, invece, nonparla mai, ma che stavolta ha volutoesprimersi (Ooohhh! Stupore… ). Tra ilserio e il faceto, tra il dire e il fare, tra illusco e il brusco (saranno state le 18.30),questo altrimenti silenzioso azzurro hadetto che l’obiettivo minimo era già sta-to raggiunto: l’iscrizione. E allora? Eallora niente, se la qualificazione sareb-be stata una sorpresa e non un obiettivominimo, questa sorpresa non c’è stata.Sì, ma perché? Per una forte disconti-nuità di rendimento, per poca tenuta,per un calar frequente di prestazionenel corso degli incontri, con molte falsepartenze e pochi recuperi. Probabil-mente anche per avere giocato a livelloinferiore rispetto alle singole indivi-dualità. Sì, inferiore, ma non troppo. Altop della forma attuale questa squadraavrebbe combattuto per la qualificazio-

CAMPIONATI EUROPEIA SQUADRE LIBERE, SIGNORE E SENIORES

Varsavia 12/26 agosto 2006

Classifica squadre Signore1) Francia 3982) Olanda 3913) Inghilterra 3844) Germania 3785) Danimarca 3506) Croazia 3467) Polonia 3458) Austria 3359) Italia 328

10) Norvegia 32410) Spagna 32412) Svezia 31213) Scozia 29614) Finlandia 29415) Israele 29116) Turchia 27817) Ungheria 27518) Russia 26519) San Marino 25820) Irlanda 25121) Grecia 24722) Islanda 210

Classifica Squadre SenioresPool di qualificazione

1) Turchia 2772) Germania 2703) Francia 2674) Danimarca 2655) Svezia 2586) Italia 2447) Polonia 2258) Olanda 2188) Scozia 218

10) Inghilterra 21711) Finlandia 20712) Israele 19613) Svizzera 19314) Galles 18915) Irlanda 18016) Estonia 154

Pool finale1) Germania 3512) Svezia 3373) Francia 3354) Danimarca 3275) Polonia 3176) Italia 3157) Turchia 3048) Scozia 272

ne, eventualmente accolta, nel caso,sempre come gradita sorpresa. Si parladi squadra nel suo insieme e totale (8elementi, giocatrici e organi tecnici),perché alla fine i punti non si dividonoper coppia. Il crudo dato agonistico(come da tabella), quello che poi rima-ne, è rappresentato solo da un nome,Italia, e 2 numeri, posizionamento e

punti ottenuti. Altro non c’è, oppurenon conta. Quello che rimane, inoltre, èla classifica con 8 squadre sopra e 13sotto. Sì, ma le squadre qualificate so-no piene di mostri sacri… Beate loro! Epoi non è completamente vero. Proce-do in ordine di classifica. La Franciaaveva una coppia nuova di zecca, for-mata da sconosciute (frutto di selezioni

Squadre Signore – Incontridell’ItaliaItalia-Scozia 8/22Italia-Polonia 15/15Italia-Francia 15/15Italia-Irlanda 20/10Italia-Norvegia 13/17Italia-San Marino 15/15Italia-Spagna 20/10Italia-Russia 17/13Italia-Svezia 15/15Italia-Turchia 19/11Italia-Croazia 10/20Italia-Inghilterra 16/14Italia-Finlandia 16/14Italia-Islanda 10/20Italia-Austria 20/10Italia-Danimarca 9/21Italia-Germania 11/19Italia-Ungheria 25/2Italia-Olanda 5/25Italia-Grecia 24/6Italia-Israele 25/3

Squadre Seniores – Incontridell’ItaliaItalia-Finlandia 15/15Italia-Svezia 10/20Italia-Francia 16/14Italia-Estonia 25/5Italia-Olanda 17/11Italia-Inghilterra 15/15Italia-Danimarca 20/10Italia-Scozia 11/19Italia-Polonia 10/20Italia-Germania 23/7Italia-Israele 18/12Italia-Turchia 10/20Italia-Irlanda 18/12Italia-Svizzera 24/6Italia-Galles 12/18

Girone FinaleItalia-Francia 20/10Italia-Germania 13/17Italia-Danimarca 25/2Italia-Turchia 19/11Italia-Scozia 13/17Italia-Polonia 11/19Italia-Svezia 6/24

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a coppie), l’Olanda una coppia di 43anni (no, non a testa, una di 23 e una di20!), l’Inghilterra sì (4 mostri sacri e 2comprimarie), la Germania a metà (3 e3), la Danimarca tutte giovani, la Croa-zia, senza c.n.g. né coach, al primo ri-sultato importante in campo femminile(complimenti!). Va bene, ma ce ne sonodecine di nazioni in questa situazionedi penuria di successi… Che hanno vin-to tutto quello che è stato vinto nel-l’Open dall’Italia? E quali sarebberoqueste nazioni, di grazia? Bravo, tuttibravi voi, tutti Commissari Tecnici. Nonsapete nemmeno quali sono i proble-mi… Ecco, appunto, per questo c’è l’or-ganizzazione gerarchico/funzionale ago-nistico/sportiva.

Perché, in caso contrario, come icampionati europei fanno da qualifica-zioni per i mondiali, così i campionatiitaliani…

SENIORESQui l’obiettivo minimo è stato centra-

to. Una qualificazione per niente scon-tata, in partenza, è stata ottenuta conrelativa tranquillità finale. Un rilassa-mento dell’ultimo giorno di gara ha poispodestato la squadra. Sì, stavano co-modamente seduti su un gradino delpodio (terzo con qualche sprazzo di se-condo), quando 3 sconfitte hanno cam-biato la musica dell’inno. Pazienza,qualcosa si è acchiappato, qualcosa diimportante, un 6° posto di finale a 8che comporterà la trasferta in Cina peri mondiali del 2007. Con che squadra

non si sa, in quanto Arturo Franco(grande prestazione, grande indiscussocampione, un vero piacere vederlo allamanovra) ha già detto che non si reca inposti non raggiungibili con la macchi-na. Vuol dire che si provvederà adun’anestesia totale per il viaggio aereo.Tanto gli piace molto la cucina cinese,sarebbe un peccato non fargliela gusta-re in loco…

La squadra ha avuto un rendimentoalterno tendente al positivo. Le elimi-natorie, che hanno rappresentato unoscoglio per formazioni più titolate dellanostra, sono state superate con sicurez-za e il secondo girone all’italiana havisto gli azzurri tra i protagonisti. Lorostessi dicono che si poteva fare meglioe di molto. Bene, non c’è che da dimo-strarlo…

UN APPLAUSO

A Gunnar ANDERSSON. Chi è? Ilc.n.g. della Svezia Open. Perché unapplauso? Perché poco dopo la metàdel campionato, con la sua squadra inpiena zona qualificazione, ha rispeditoa casa per direttissima uno dei suoi gio-catori, Peter FREDIN (uno dei suoi mi-gliori giocatori, ingaggiato permanente-mente nei national americani). Preso,impacchettato e rimandato in patria,senza se e senza ma. E perché ciò? Per-ché, nel post incontro, era solito bor-bottare contro il compagno. La Svezia,quando è successo il fatto, era 6a. Han-no proseguito in 5, con le 2 coppie baserimaste, ma anche con qualche incon-tro disputato dal (felice) orfano di Fre-din. Sono arrivati 4i.

LE NOSTRE SIGNOREGianna ArrigoniGabriella OlivieriSimonetta PaoluziIlaria Saccavini

Claudia Pomares Y De MorantVanessa TorielliGuido Resta Capitano non giocatoreDano De Falco Coach

I NOSTRI SENIORESFranco BaroniMarco RicciarelliEzio FornaciariCarlo MarianiPaolo FarinaArturo FrancoGiovanni Maci Capitano non giocatore

✰ ✰ ✰

Ci sono incontri e incontri. Italia/Fran-cia è sempre speciale. Sarà per la vici-nanza, la competizione, l’agonismo, que-sto confronto ha sempre un sapore par-ticolare rispetto agli altri. Tecnicamen-te, al momento, la formazione transal-pina è tra le più pericolose, una dellecandidate certe a qualsiasi vittoria fina-le.

Board 1Dich. Nord - Tutti in prima

� A 6 2� 6 4 2� R D 9� D 10 6 5

� 8 N � D F 10 4 3� A R F 9 7 3 O E � 10 8 5� 8 2 S � 5 4� 8 4 3 2 � A F 9

� R 9 7 5� D� A F 10 7 6 3� R 7

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard– passo passo 1 �2 �* contro 3 � 3 �passo 5 � fine

Sull’apertura di 1� di Sud, la Olivie-ri entra in multi*, mostrando un nobilecome se avesse sottoaperto di 2�. Do-po il contro di punteggio di Nord, laArrigoni salta a cuori dichiarandosi di-sponibile a giocare volentieri questocolore e (ancor di più, nel caso) le pic-che. Sud, nella necessità di completarela descrizione della mano, non tieneconto di questa indicazione implicitafornita dal salto/accettazione di Est eNord, con delle buone cerniere nei colo-ri della compagna, chiude a manchenel minore. Sono mani così, che ci vo-lete fare, uno le dichiara e poi si accor-ge che ci sono 3 perdenti. È la vita…

Attacco: Re di cuori e picche, 5�–1

VARSAVIASIGNOREE SENIORES

Gianna Arrigoni e Gabriella Olivieri, impegnate contro la Francia.

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Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi– passo passo 1 �2 � 3 � passo 4 �fine

La variazione sul tema, in questa sa-la, comincia da Ovest che dà la certez-za nel colore d’intervento. Ecco, vede-te?, la sicurezza delle cuori in Ovest in-canala il comportamento licitativo del-la Saccavini che, con buoni valori nelcolore di apertura e qualcosaltro in gi-ro, chiede il fermo per giocare la man-che a SA. Questa disponibilità non arri-va e la coppia si ferma al parziale gros-so (10 prese, non sono poche!). Stessoinizio, stesse levée, segnatura italiana.5imp all’Italia.

Board 6Dich. Est - E/O in zona

� R 9 4 3� R 7 5� 10 2� R 10 7 4

� D F N � A 10 2� D F 9 6 4 2 O E � 3� 9 6 5 S � A R F 8 7 3� F 6 � A 9 8

� 8 7 6 5� A 10 8� D 4 � D 5 3 2

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard– – 1 � passo2 �* passo 2 SA passo3 �** passo 3 SA fine

* multi (ancora? Sì, è andata bene prima… )** detengo le cuori corredate dal massimo di quel-

lo che posso avere

Avete capito le Arrivieri (senza dub-bio meglio di Oligoni), appena scattauna convenzione favorevole, la ribadi-scono, anche se in situazione diversa.Sull’apertura naturale di Est, Ovest mo-stra una sesta nobile debole. Est inter-roga ed Ovest, con una mano da FAME(no, non fraintendete, vuol dire FAnti eDaME), dà il massimo. Chiusura obbli-gata a SA. Sud ha attaccato fiori e la Ar-rigoni, dopo aver preso, ha tirato Asso eRe di quadri, si è trasferita al morto conil 9 di quadri, ha intavolato la Dama dipicche, rimanendo in presa, ha rigioca-to il Fante di picche per l’Asso dellamano (Nord ha provato a non coprire,ma nessuno si è distratto) e ha assem-blato 9 prese con 6 quadri, 2 picche e 1fiori.

Questa mano è piaciuta anche ai no-stri seniores che, con Ricciarelli alla ma-novra in Ovest, hanno dichiarato e fattoil contratto di 4�.

In sala chiusa Signore, invece:

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi– – 1 � passo1 � passo 3 � fine

Licita naturale, contratto parziale, sur-levée. 3�+3 dopo l’attacco picche diSud. 10 imp all’Italia.

Board 7Dich. Sud - Tutti in zona

� D F 10 8 5� A 8 5� 9� D F 10 8

� 3 N � R 9 6 4 2� 10 9 4 O E � R 6 3� D 8 7 6 2 S � R 10 3� 9 7 6 5 � A R

� A 7� D F 7 2� A F 5 4� 4 3 2

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard– – – 1 �passo 1 � passo 1 SApasso 2 �* passo 2 �**passo 2 � fine

Gli asterischi che vedete mostranol’interrogativa di Nord per conoscerel’eventuale appoggio terzo a picche del-la compagna e la successiva risposta ne-gativa. Nessuno ha altro da aggiungereanche perché 2� si fanno cedendo 2fiori, 1 cuori e 2 picche. Dopo l’attaccoAsso di fiori, è quello che succede.

La festa dei cartellini è nell’altra sala:

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi– – – 1 �passo 1 � 1 SA passopasso contro passo passosurcontro passo 2 � passopasso contro passo passo2 � passo passo controfine

E non si può mica entrare impune-mente in licita con il proditorio intentodi fischiare il parziale! Traduco: se conle carte di Est decidi che vale la pena dimostrare il punteggio (occhio, con laquinta di sviluppo nel colore di Nord),poi devi essere disposto a pagarne ilfio. Traduco: ora contriamo tutto. Il bel-lo, per modo di dire, è che 2� si fareb-bero, ma tra il dichiarare ed il manterec’è esattamente la stessa differenza chec’è tra il dire ed il fare (che poi è la stes-sa cosa. Mi pagano per riga… ). Fattosta che Ovest, dopo l’attacco atout, rea-lizza solo 7 prese proseguendo la battu-

Ilaria Saccavini e Simonetta Paoluzi nello stesso incontro con le transalpine.

Claudia Pomares

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ta delle quadri (non è questo il caso, maquando le due linee giocano volentierilo stesso colore, c’è qualcosa che nonva… ). Nella fattispecie è l’Asso secon-do di picche che, cadendo, può pro-muovere il Re di picche come presa uti-le, ma Ovest, al momento, ha giocatopicche al Re. 2�x –1.

Board 8Dich. Ovest - Tutti in prima

� 9 2� R 8 6� A F 4 3 2� F 10 2

� A D 6 N � R 8 5� A 9 5 4 O E � F 10 2� 10 6 S � D 7� A 6 4 3 � R D 9 8 5

� F 10 7 4 3� D 7 3� R 9 8 5� 7

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard1 � passo 1 SA fine

In E/O, si fanno 10 prese con atoutfiori, 8 con atout cuori ed 8 senza atout.La ragione fondamentale di queste ulti-me 8 prese è che la difesa in N/S fa pri-ma ad incassarne 5 sull’attacco. Non èsuccesso in quanto Sud, nel caso, haattaccato con il 4 di picche, 1SA+2, 150

punti per l’Italia.Però non bisognerebbe limitarsi a con-

tare le prese a disposizione degli orizzon-tali. Cambiamo linea, oltre alla sala…

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi1 � 1 � 2 �* 3 �passo passo contro fine

* forzante (vorrei vedere!) con le fiori

Nell’ambiente confortevole della salachiusa, la Saccavini interviene e la cop-pia italiana strappa il parziale alle av-versarie, nel senso che non se la sonosentita di elevare il livello fino a 4�.Attacco Fante di cuori, 3�x –1. È pocacosa, ma vuol dire combattere.

A proposito di combattere:

Board 9Dich. Nord - E/O in zona

� D 10 9 2� R D 6� 9 8 3 2� A 3

� 7 6 3 N � R 4� 10 5 O E � A F 7 4 3 2� A D 6 4 S � 10� 9 8 6 5 � R F 7 4

� A F 8 5� 9 8� R F 7 5� D 10 2

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard– passo 1 � passo1 SA passo 2 � fine

Nel silenzio avversario, Arrivieri per-vengono al loro naturale parziale. Dopol’attacco 9 di cuori, la Arrigoni cedecon grazia 2 picche, 2 fiori e 1 cuori, ri-servandosi di realizzare il resto e se-gnando 110. Avete notato la licita? Perragioni sistematiche Est ha ripetuto ilcolore invece di dire il secondo, le fiori.Nell’altra sala, invece…

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi– passo 1 � passo1 SA passo 2 � contropasso 2 � fine

… Est dichiara i suoi 2 colori e la Pao-luzi, in Sud, con gli altri 2, dopo il pas-so iniziale, reputa che sia arrivato il mo-mento di mostrarli. La Saccavini, per-ciò, dichiara uno dei contratti a dispo-sizione della propria linea (l’altro è 3�)e lo realizza dopo l’attacco 10 di qua-dri. 6 imp per l’Italia.

Board 14Dich. Est - Tutti in prima

� 5 2� 7 6 5 4 3� 8 3� A D 8 3

� F 9 N � A 7 6� R F 10 2 O E � A D 9 8� 9 2 S � A F 10 4� R 10 7 6 4 � F 9

� R D 10 8 4 3� –� R D 7 6 5� 5 2

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviard– – 1 SA 2 �*contro 2 � passo 3 �passo 3 � passo 4 �fine

* picche

Questa manche non si farebbe. Ci so-no problemi di fuorigioco, di affranca-mento del secondo colore, insomma,un sacco di problemi. Però non è nem-meno così immediato il down. La Arri-goni, proteggendo la sua sontuosa rettanel secondo colore di Sud (quadri), haattaccato cartina di picche. Nord, inpresa con un onore maggiore del morto,ha proceduto con fiori impasse, quadrial Re, fiori per l’Asso e quadri. La Arri-goni è entrata con l’Asso ed ha giocatoin ordine di rango i restanti due Assi.La dichiarante, in seguito, ha cedutoun’altra presa a quadri. 4� mi.

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi– – 1 SA 2 �3 �* passo 4 � 4 �contro fine

* quarta di cuori senza il fermo a picche

La Paoluzi, in Sud, entra in bicolorecon 2� e poi, forte di una distribuzio-ne più marcata, compete sulla mancheavversaria. Come vedete il contratto di4� sarebbe destinato a cadere, ma que-sto non lo sa nessuno, anche se la Sac-cavini lo sospetta fortemente.

Ovest ha aggiunto il contro finale eha attaccato cuori, per il taglio della Pao-luzi che, in un copione già visto, haproseguito fiori impasse, quadri Dama,fiori Asso e quadri.

Est è entrata con l’Asso e ha giocatopiccola picche. Re di picche e cartinadi quadri. Ovest ha tagliato di Fante pri-ma del morto, ma a disposizione delladifesa rimaneva solo la carta che non sipuò evitare di cedere, renonce a parte,l’Asso d’atout. 4�x mi, 5 imp per l’Ita-lia.

Board 20Dich. Ovest - Tutti in zonaVanessa Torielli.

VARSAVIASIGNOREE SENIORES

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ri, e per la posizione di classifica. LaDanimarca, infatti è una delle squadrefavorite nel seniores, una formazioneforte ed esperta con elementi recente-mente trasferiti dalla nazionale open.

I nostri sono a caccia della qualifica-zione e non hanno intenzioni di faresconti. Come si evince da subito:

Board 1Dich. Nord - Tutti in prima

� R 3 2� A R D 5 4� F 6 5� D 6

� 10 8 7 5 N � A D F� F 8 7 O E � 6 3 2� 7 S � A D 10 8� F 10 9 5 3 � A 4 2

� 9 6 4� 10 9� R 9 4 3 2� R 8 7

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller Fornaciari– 1 � contro passo1 � contro surcontro 2 �fine

Lo vedete il fumo dalle narici di Kir-sten Moller? Non ha torto. Ha una robu-sta apertura di 1SA (fermo a cuori aparte), è posizionato dopo l’apertore, hatutte le ragioni per scodare. Ma questofumo si dirada improvvisamente quan-do la linea avversaria gli licita il suocolore, il migliore che ha. “E allora – sisarà detto, a ragione – tanto vale lasciar-li giocare… ”. Sbagliato, a 52 carte. 2�si fanno (e Fornaciari le realizza dopol’attacco Fante di fiori) come si fanno2� sull’altra linea, con qualche acro-bazia. Pensate che se fosse Nord a gio-care le quadri, potrebbe totalizzare ad-dirittura 9 prese, e senza errori in con-trogioco.

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Franco Lund Farina S. Moller– 1 � contro passo1 � fine

Per ragioni strettamente connesse alsistema, Farina, sull’1� obbligato diFranco, sa che deve moderare da subitoeventuali velleità. La licita si spegne eFranco, dopo l’attacco Re di cuori, in-cassa 7 prese. 5 imp. Per l’Italia.

Com’era la storia di battere il ferrofinché è caldo?

Board 2Dich. Est - NS in zona

� 3� D 9 7 6 4 3 2� A 10 6� A 7

� R 5 N � D F 8 7� F O E � A 8 5� R D F 9 8 5 3 2 S � 4� F 5 � R 10 8 3 2

� A 10 9 6 4 2� R 10� 7� D 9 6 4

OVEST NORD EST SUD

Olivieri D’Ovidio Arrigoni Gaviardpasso 1 � passo 1 �3 � 3 � passo 4 �fine

Stavolta le ragioni alla base del passoiniziale di Ovest non solo solo sistema-tiche ma anche stilistiche. La licita,perciò, procede normalmente in dire-zione della manche che si fa. Il par sa-rebbe 5�x –2, ma, al buio, è faticoso,incerto, discutibile. Dopo l’attacco 4 diquadri, la dichiarante ha anticipato fio-ri e, alla fine, si è ritrovata con 11 prese.4� +1. Sembrerebbe un risultato repli-cato, ma allora perché sarebbe riportatoin questo racconto? (Ma che simpatico!).

OVEST NORD EST SUD

Pigeaud Saccavini Fischpool Paoluzi1 � 1 � 1 � passo2 � 2 � passo 2 �3 � passo passo 3 �passo passo contro fine

Est, al tavolo, si sente padrona. La com-pagna ha aperto e lei ha punti, il singo-lo nel colore dirimpetto, il controllod’atout, la timida licita avversaria (al-meno nelle intenzioni), insomma tuttoquello che ci vuole per un contro puni-tive. Dopo l’attacco 4 di quadri la Sac-cavini non si scervella più di tanto e al-linea 9 prese. 3�x mi.

ITALIA/DANIMARCA SENIORES(con alcuni sprazzi di

ITALIA/SPAGNA SIGNORE)

Match particolarmente importante esentito, e per la caratura degli avversa-

Paolo Farina

QUANDO CI PENSA IL SISTEMA (ITALIA FRANCIA SENIORES)

Board 13Dich. Nord - Tutti in zona

� 9 8 6� R 10 9 2� 5� R D 9 3 2

� R 10 4 2 N � A 3� D F 8 7 5 4 O E � A� – S � A 10 9 7 4 3 2� 10 6 4 � A 7 5

� D F 7 5� 6 3� R D F 8 6� F 8

Questa mano è abbastanza antipati-ca. La divisione dei colori non per-mette svolazzamenti. Il par della ma-no è 2� in E/O per 8 prese. È chiaroche la linea è destinata ad eccedere, einfatti, il down pagato dagli orizzon-tali nel seniores raccoglie l’unani-mità. Quasi, l’unanimità…

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

Grenthe Mariani Vanhoutte Franco– passo 1 � passo1 � passo 3 � passo3 � passo 3 SA fine

Contratto senza speranza, 2 down e200 punti per l’Italia. Un risultato pra-ticamente normale, guardando la sa-la. Però…

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Ricciarelli Stoppa Baroni Stretz– passo 1 �* 1 �contro fine

* forte

Eccola qua, l’unica segnatura in E/Odi tutto il palazzo. L’apertura di 1� èforte, 1� è un’interferenza quantome-no indicativa d’attacco, contro mostrapunti, e poi… e poi… e poi 500, per1�x –2. 12 imp per l’Italia.

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� 8 7 3 2� F 3� 8 4 2� R 8 6 5

� D 6 4 N � 5� D 9 8 2 O E � R 7 6 5� A F 7 5 S � R D 10 6� 9 3 � A D 10 4

� A R F 10 9� A 10 4� 9 3� F 7 2

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller Fornaciari– – 1 � 1 �contro 2 � 3 � fine

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Franco Lund Farina S. Moller– – 1 � 1 �contro 2 � 3 � 3 �4 � fine

Sapete come funziona, no? Inerzia,abbrivio, una spintarella. In una licitainizialmente fotocopiata, Fornaciari, inaperta, decide di non competere pernon prestare il fianco all’eventuale rial-zo avversario, mentre Steen Moller su-

pera le 3� con 3�. Alt. Nessuna iner-zia: Franco aveva già preparato il car-tellino del 4�, competizione o menodell’avversario (attenzione alla lesa mae-stà… ). Attacco Re di picche (Asso inaperta) e ritorno quadri, 10 prese viaimpasse a fiori, perdendo 2 atout e lapicche.

Dopo una parità targata 11 prese apicche, arriva una remissione di 7 imp:

Board 4Dich. Ovest - Tutti in zona

� 9 7� D 8 5 3� F 8 2� D F 3 2

� D 8 5 4 N � F� A F 2 O E � R 10 9� 4 S � A D 10 7 6 3� A 10 9 7 5 � 8 6 4

� A R 10 6 3 2� 7 6 4� R 9 5� R

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller Fornaciari1 � passo 1 � 1 �passo passo 2 � fine

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Franco Lund Farina S. Moller1 � passo 1 � 2 �passo passo 3 � fine

Parziale a quadri, stesso inizio di gio-

co con Sud che intavola un onore a pic-che e prosegue Re di fiori. Differenze: inostri, in chiusa, di quadri ne giocano3, gli avversari 2. Altra differenza: Kirs-ten Moller entra con l’Asso di fiori egioca quadri per il 10, realizzando 9 pre-se, quelle a disposizione. Farina invecetraccheggia. Dopo l’Asso di fiori giocapicche taglio e fiori. Nord entra e pro-segue nel colore fino all’estinzione, conSud che scarta tutte le cuori che ha.Farina taglia la quarta fiori con il 10 diquadri. Ormai le atout della difesa sisono raddoppiate. Il dichiarante si fer-ma a 7 prese, e il board dice tutti in zo-na. A conti fatti 310 punti per loro.

Pensate che, a proposito d’indovina-re, in E/O si fanno 3SA. No, non è statoun contratto molto gettonato (nessunpretendente in questo girone).

Sapete, il bridge è un gioco di prese(!) e per una presa che va…

Board 5Dich. Nord - NS in zona

� A 10 8 5 4� 8 7 6 4� –� A R 6 4

� 9 6 N � R D F 7 2� R F 5 2 O E � A 9 3� A D 10 5 S � R 6 3� D 9 7 � 10 2

� 3� D 10� F 9 8 7 4 2� F 8 5 3

Le due sale

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller FornaciariFranco Lund Farina S. Moller– 1 � passo passocontro passo passo 2 �contro fine

Giocando a picche Nord fa 4 prese.Con atout quadri Sud ha a disposizione5 prese. Non è uscita la ciambella di sal-vataggio delle fiori, che avrebbe com-portato la bellezza (!) di 7 prese. Consi-derando che in E/O ci sono 3SA, perfortuiti che siano, è un peccato per que-sta sparizione delle fiori. Torniamo aifatti. I 7 imp appena persi hanno l’ela-stico: sempre a quadri si gioca, stavoltain Sud, e sempre con lo stesso attacconelle due sale (stavolta il 9 di picche).C’è un’importante differenza rispettoalla mano precedente: la mazza. Si gio-ca contrati nelle due sale e Fornaciarirealizza una presa in più di Steen Mol-ler, sei contro cinque. Non è poco, inquesta situazione, è la differenza tra 800incassati e 500 pagati. Ritornano i 7 impappena lasciati.Filippo Palma e Guido Resta.

VARSAVIASIGNOREE SENIORES

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Trasferiamoci un attimo dalle SIGNO-RE:

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

C. Viola Saccavini M. Viola Paoluzi– 1 � passo 1 SApasso 2 � passo 2 �fine

La risposta di 1SA della Paoluzi in-torbida le acque delle avversarie. Tuttifelici, specialmente Est, apparentemen-te. Il contratto di 2� cade di tre prese,ma non c’è il contro. Differenza fonda-mentale rispetto all’altra sala dove lalicita replica quella dei seniores (e del-la maggior parte dei tavoli).

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Pomares Santos Torielli Matut– 1 � passo passocontro passo passo 2 �contro fine

Attacco fiori, 2�x –3, 800 punti e, aconti fatti, 11 imp per l’Italia.

Nel SENIORES ne arrivano altri 5 im-mediatamente dopo:

Board 6Dich. Est - EO in zona

� –� F 7 4� A R D F 5 4 2� 5 4 3

� D 10 9 8 7 N � A 6 3� D 8 6 O E � A 10 9 3� 6 S � 10 3� R D 8 6 � A 10 7 2

� R F 5 4 2� R 5 2� 9 8 7� F 9

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller Fornaciari– – 1 � 1 �2 � 2 � passo passo3 � 3 � fine

Fornaciari entra immediatamente inlicita e fa sparire le picche avversarie(poi vedremo se è un bene o un male).Mariani manifesta il suo colore, ma ilcompagno sparisce dal tavolo. E allora,anche considerando il vuoto a picche,colore d’intervento del dirimpettaio,Nord decide di non spingere troppo eferma le macchine a 3�, che è il mas-simo realizzabile in linea. Kirsten Mol-ler ha attaccato Asso di cuori e ha pro-seguito nel colore. 3�mi, +110.

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Franco Lund Farina S. Moller– 1 � passo1 � 5 � fine

Va bene tirare, in generale, ma quan-do è troppo… Lund alza la posta, manessuno va a vedere per il piatto (che,come da libro, piange). Due prese di ca-duta.

Parlavamo delle picche. Nel paesedelle carte viste si fanno 3� in E/O, sì3�, nonostante la quinta in Sud. Per-ciò, in assoluto, il top senza difesa sa-rebbe 4�x –1 (per 100 punti).

Che gioco il bridge!

Ritrasferiamoci nel SIGNORE:

Board 7Dich. Sud - Tutti in zona

� D 6 5 4 3� 10 6� A 9 2� D 7 5

� R F 2 N � 8 7� A O E � R D F 7 5 4 3� D 10 8 7 S � R 5 4 3� A R F 3 2 � –

� A 10 9� 9 8 2� F 6� 10 9 8 6 4

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

C. Viola Saccavini M. Viola Paoluzi– – – passo1 � passo 1 � passo2 � passo 3 � passo3 SA passo 4 � passo4 � passo 5 � passo6 � fine

E no! Mancano 2 Assi. Non si può! LaPaoluzi attacca con l’Asso di picche etorna nel colore. La dichiarante, in se-guito, paga l’Asso di quadri.

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Pomares Santos Torielli Matut– – – passo1 � passo 1 � passo2 � passo 4 � fine

Rapido, efficace, silenzioso (ci sono icartellini licitativi… ). 13 imp per l’Ita-lia.

Torniamo agli azzurri.

Nel board 8, che segue, si perdono 5imp per eccesso di licita:

Board 8Dich. Ovest - Tutti in prima

� D 9 6 3� D 10 4� 4 2� R 7 6 5

� A F 5 N � 8 7 4� A F 9 3 2 O E � 5� F 9 3 S � D 8 5� A 4 � D F 10 9 8 3

� R 10 2� R 8 7 6� A R 10 7 6� 2

Sala aperta

OVEST NORD EST SUD

J. Auken Mariani K. Moller Fornaciari1 � passo passo 2 �fine

Sala chiusa

OVEST NORD EST SUD

Franco Lund Farina S. Moller1 � passo 1 SA 2 �contro passo 3 � fine

I nostri giocano 2� in sala aperta e3� in chiusa, 4 down in tutto (2 di quae 2 di là). Ed è tutto giusto, per modo didire, in quanto le prese teoriche possi-bili a disposizione dei 2 contratti sonoproprio quelle.

E pensare che, sempre in quel paesedelle carte viste, si fanno 3SA in N/S…

Hai capito, in N/S ci sono massimo 6prese con atout quadri, ma 9 a senzaatout.

È un gioco ingiusto, questo…

(Continua)

Arturo Franco

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Il secondo posto conquistato ai Cam-pionati Europei lo scorso anno hameritato agli juniores azzurri il dirit-to a partecipare all’11ª edizione deiWorld Youth Bridge Team Champion-

ships.Sede di gara Bangkok, 18 le nazioni

rappresentate. Scendiamo in campo conlo stesso sestetto di Riccione 2005, valea dire Andrea Boldrini, Stelio Di Bello,Francesco Ferrari, Fabio Lo Presti, Al-berto Sangiorgio e Matteo Sbarigia. Ca-pitano Giagio Rinaldi, da quasi diecianni alla guida gli azzurrini; sotto lasua direzione tecnica i nostri hannoconquistato due campionati europei edue mondiali. Una coppia siederà fissa,quella costituita da Fabio e Stelio, dueprofessionisti di grande esperienza in-ternazionale, per l’ultima volta impe-gnati in una manifestazione giovanile.Attorno a loro a rotazione le altre duecoppie, Andrea & Matteo, Alberto & Fran-cesco. Obiettivo: la semifinale. Avver-sari: quelli di sempre, soprattutto USA1,i campioni del mondo in carica (Sidney2005) e Polonia (i campioni continenta-li). Dovremo sudarci un posto al solecontro Francia, Norvegia, Israele; senza

contare qualche sorpresa che può veni-re dall’Estremo Oriente, come ormai legrandi competizioni internazionali cihanno insegnato.

Alla trasferta thailandese partecipa-no anche gli “School”, vale a dire i ca-detti (under 20), accompagnati da Rug-gero Pulga: fino all’ultimo momentonon si è sapeva chi avrebbe preso l’ae-reo per la Thailandia. Saranno infinedella spedizione Alessandro Cattabia-ni, Giuseppe Delle Cave, Robin Fellus,Matteo Presti, Giancarlo Trimarchi eLeonardo Fruscoloni. Numerosi forfaithanno stravolto la fisionomia della squa-dra e la nostra partecipazione vuole piùche altro onorare il diritto conquistato aparteciparvi. Non a caso i cadetti con-cluderanno dodicesimi (su 16 squadrepartecipanti), più o meno quanto si po-teva chiedere loro.

Ma torniamo agli juniores. Non stare-mo a raccontarvi della fase preliminare(17 turni di Round Robin) che dopo unavvio stentato, anche in ragione di uncalendario che ci opponeva nei primiturni le formazioni più ostiche, i nostri,inanellando una serie di larghe vittorienelle ultime sessioni, conquistavano il

terzo gradino del podio a pari punti conla sorprendente Singapore. Prima USA1 e seconda la Polonia: come nelle pre-visioni. Questa la graduatoria al termi-ne del Round Robin:

rank Squadra VP1. USA 1 3282. Polonia 3093. Italia 3043. Singapore 3045. Francia 3016. Israele 2937. Norvegia 2918. Egitto 2639. USA 2 261

10. Hong Kong 25111. Brasile 24712. Ungheria 24413. Canada 24314. Cile 23615. Australia 21916. Giappone 18817. Thailandia 15618. Giordania 88

Le semifinali vedranno USA1 vs Sin-gapore e Polonia vs Italia. Negli ultimianni non siamo mai riusciti a venire a

CAMPIONATI MONDIALI GIOVANILIBangkok, 22 luglio-9 agosto 2006

UN ARGENTOPER IL FUTURO

Giuliano De Angelis

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OVEST NORD EST SUD

Buras Sangiorgio Ara. Ferrari– – 2 � passo2 SA passo 3 � passo4 � fine

Risultato: 4� –1.Più combattuta quella di aperta:

OVEST NORD EST SUD

Di Bello Kalita Lo Presti Koto.– – passo passo1 � contro 1 �* 2 �2 � 4 � 4 � 4 �fine

*� = �

Una volta che Kalita ha avuto mododi esprimere la sua forza (il contro e poil’appoggio a salto appaiono, anzi, unasovradichiarazione non da poco… ), aSud non costa nulla mostrare le suequattro carte di picche. Così Polonia in-scrive a verbale 11 imps.

Alla ripresa del gioco è tutt’altra mu-sica: nei primi nove board subiamo unparziale di 1 a 39. I nostri denuncianodifficoltà di vario genere, soprattutto insede di gioco e controgioco.

Per fortuna ci soccorrono i board 12 e13 grazie ai quali segniamo la bellezzadi 25 imps. Prima Di Bello/Lo Prestichiamano una bella manche a fiori, do-po apertura avversaria. Il board succes-sivo, poi, ancora una volta, Araszkie-wicz-Buras pretendono di giocare slam:infattibile. In ogni caso i polacchi han-no recuperato lo svantaggio e ci hannoanzi sorpassato: 77/83.

L’incontro si decide all’inizio dellaterza sessione quando nei primi setteboard segniamo sulla colonna buona labella cifra di 55 a 0!

Qui Krzysztof Buras non trova la stra-da per battere lo slam a cuori chiamatoda Ferrari-Sangiorgio: è il board 2, dich.Est, NS in zona:

� 9 7 3� F 3 2� R 9 6 3� A D 10

� A 6 N � R D F 8 5� A R 7 O E � D 10 8 6 5� A F 10 5 S � D 2� R F 8 3 � 5

� 10 4 2� 9 4� 8 7 4� 9 7 6 4 2

Infatti, solo l’attacco iniziale a quadriaffonda lo slam, mentre quello a fioricostituisce un’occasione per Francescoche non manca infatti di prendersi lachance di tagliare due fiori di mano:cade l’Asso e il Re affrancato permette

lo scarto della quadri perdente.

Al board 4 (dich. Ovest, tutti in zona)le nostre due coppie in campo mettonoa segno addirittura una doppia man-che!

� D F 6� R 9 6 5 4 2� 2� 9 6 3

� A 4 3 N � 9 5 2� F O E � A 10� F 7 6 5 S � R D 8 4� F 10 7 4 2 � A R D 8

� R 10 8 7� D 8 7 3� A 10 9 3� 5

Realizzare dieci prese a cuori è bana-le, arduo è semmai domandare il con-tratto (con 15 punti sulla linea vertica-le!), come fanno Di Bello-Lo Presti. Nel-l’altra sala Francesco Ferrari è alle pre-se con la manche a SA sulla linea EO.Tutto sta nell’ispirazione di Sud che de-ve scegliere quale seme maggiore muo-vere. Il povero Buras non ha informa-zioni di sorta e opta per le picche: lafrittata è fatta! +15 imps per i nostri co-lori.

Nella seconda metà della sessione i po-lacchi recuperano una ventina di imps,grazie ad una serie di piccoli swing, maormai abbiamo preso un certo margine:134/109.

Il quarto e ultimo turno di gioco è in-credibilmente equilibrato: ben nove lemani pari e altre sei spostano da 1 a 3imps. Il solo swing degno di questonome, anzi un mega-swing, dell’ordinedi 17 imps, è a nostro favore e mette laparola fine al match.

Ancora protagonista Fabio Lo Presti,questa volta alle prese con uno slam (6�) in Est: board 13, dich. Nord, tutti inzona:

� R 4� R 10 6� F 10 8 4 2� 8 7 2

� A F 9 8 2 N � D 10 7 5 3� A D F 7 O E � 9 2� 6 S � A R D 9 5� A D 5 � 9

� 6� 8 5 4 3� 7 3� R F 10 6 4 3

Contratto onestissimo che sembra ri-posare sulla riuscita del sorpasso a pic-che ovvero di quello a cuori. Fabio per-corre una strada tutta sua: non effettuanessuno dei predetti sorpassi nei semi

capo della formazione bianco-rossa; mase vogliamo disputare la nostra terzafinale, dobbiamo superare l’“incubo po-lacco”.

Il recupero effettuato nell’ultima par-te della fase di qualificazione deve avertonificato i nostri e contribuito a moti-varli. Partiamo bene e dopo 16 boardsiamo 45 a 27, compreso l’1 imps dicarry over che paghiamo ai nostri av-versari. Sono loro ad apparire poco con-centrati: vedi lo sciagurato attacco cheKotorowicz esperimenta contro il 4 Pic-che di Lo Presti (board 4, dich. Ovest,tutti in zona).

� D 7� F 3� F 9 6 2� A R 8 5 2

� R 6 5 N � A F 10 9 2� A R 8 6 O E � D 7 4� 7 5 4 3 S � A D 10 � D 9 � 10 4

� 8 4 3� 10 9 5 2� R 8� F 7 6 3

La realizzazione del contratto, lo stes-so in entrambe le sale, sembra affidataalla felice ispirazione del giocante nel-l’individuare la posizione della Donnadi atout. Araszkiewicz non sembra es-sere in giornata di vena e si ritrova sot-to. Kotorowicz, dicevamo, inventa l’at-tacco di Re di quadri! Fabio non deveindovinare più niente; si permette pe-raltro di pizzicare anche la Donna neraed emerge con undici levée. +13.

Al board 9 Araszkiewicz-Buras pre-tendono troppo dalle carte e chiamanouno slam che i nostri contrano addirit-tura. Down 1 e sono altri 13 imps.

Il board successivo Kotorowicz si rifàin maniera un po’ avventurosa, trovan-do questa imbattibile manche a picche.Board 10, dich. Est, tutti in zona.

� A R F 4� A F 8 2� 8 6 5 2� D

� 7 5 2 N � 9 8� D 9 7 5 O E � R 10 6 4 3� R 3 S � A� A R 10 9 � 8 7 6 5 3

� D 10 6 3� –� D F 10 9 7 4� F 4 2

La licita di chiusa è quanto mai sem-plice:

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nobili, bensì, dopo aver battuto l’Assodi atout e cercato la caduta (hai vistomai!) di Fante e 10 di quadri, effettuaquello a fiori! Fabio è stato il solo amantenere il contratto con attacco cuo-ri; solo il rappresentante di Singapone,impegnato contro USA1, è pervenuto altraguardo grazie però allo sterile attac-co in atout. Verosimilmente a dirigere ilnostro nella giusta direzione è stato ilcontro, lanciato da Kalita, alla cue bid acuori effettuata da Stelio, nel corso del-la lunga sequenza licitativa che ha con-dotto la nostra coppia al contratto dislam. Un nuovo documento per rivan-gare la famosa questione: contrare lecue-bid riesce più di aiuto alla linea deidifensori o a quella degli attaccanti?

Chiudiamo con il confortante risulta-to di 154 a 116. Ci aspettano gli StatiUniti che hanno faticato un po’ più delprevisto per sbarazzarsi di Singapore.Siamo di fronte per la terza volta: nel1999, a Fort Lauderdale, battemmo laformazione di casa giusto in finale; men-tre a Parigi, tre anni fa, avemmo la me-glio per mezzo imp, dico mezzo imp!,nella semifinale “da infarto” che ci aprìle porte della passeggiata finale controla Danimarca e al secondo titolo iridatodella nostra storia. Alcuni dei protago-nisti di quest’ultima sfida sono ancoraoggi in campo, da una parte e dall’altra.In verità Stelio Di Bello era già in Flo-rida, sette anni fa; per lui è la terza fina-le mondiale: un record, suppongo.

Gli americani godono di un carry-over di modesta entità, 5 imps, che co-stituisce anche lo svantaggio con cuichiudiamo la prima sessione, chiusasicon un interlocutorio 18 a 18.

La seconda sessione comincia con ilbotto (board 1, dich. Nord, tutti in pri-ma):

� 7 6� A F 8 5 4 2� D 9� A F 10

� 8 4 N � A 5 3 2� D 9 3 O E � R 10 7 6� F 6 4 S � 10 7� D 9 8 5 2 � R 7 4

� R D F 10 9� –� A R 8 5 3 2� 6 3

Gli americani hanno ragione di pre-tendere lo slam a quadri con le carte diNS e incamerano 11 imps. Altrettantise ne vanno al board successivo (n. 2,dich. Est, NS in zona):

� R 10 6 3� A D 7 3� D F 7� F 4

� F N � A D 8 5 2� 8 5 2 O E � R 6 4� A R 10 3 2 S � 9 5� A D 5 3 � R 6 2

� 9 7 4� F 10 9� 8 6 4� 10 9 8 7

Matteo Sbarigia non trova la stradaper realizzare la manche a SA, nono-stante che le carte sembrino tutte favo-revoli per il dichiarante. In entrambe lesale l’attacco è di Fante di cuori. Seguia-mo le mosse di Joe Grue, in azione nel-la sala aperta: in presa col Re rosso, sitrasferisce al morto a fiori e lascia gira-re prima il Fante di picche e poi unaquadri. Stelio incassa la quarta cuori eribatte il Fante di fiori. Quando Joe siritrova in mano, dopo due giri nel semee dopo aver incassato l’Asso di picche,ha la situazione ormai chiara.

Nord è segnato col Re di picche, Sudcon la quarta fiori, dunque le quadri so-no 3/3.

Poiché, come è noto, piove sul bagna-to, guardate che ti inventa John Kranyakal board 9 (dich. Nord, EO in zona):

� F 9 7 5 4 2� 5 4� R 9 2 � D 9

� 8 6 3 N � R� A D F 6 O E � R� 10 4 S � A D 7 6 5 3� A 10 5 2 � R 7 6 4 3

� A D 10� 10 9 8 7 3 2� F 8� F 8

In entrambi i tavoli gli Est hanno ilmodo di rendere la loro grande bicolo-re minore e adesso tocca ai loro partnerconcludere. In chiusa, Andrea Boldriniprova un ragionevole 5�, mentre in a-perta…

OVEST NORD EST SUD

Kranyak Di Bello Grue Lo Presti– 2 � 4 � passo6 � fine

Che volete? Le fiori 2/2 e il Re di qua-

dri sottomesso danno ragione al biondoyankee. –13 imps.

Per fortuna, al board precedente, unanalogo tentativo di rapina, perpetratoin chiusa, era stato sventato, e ai board7 e 14 i nostri avevano messo a segnodue manche mancate dagli americani.Vediamo come Stelio Di Bello manovrale carte della prima smazzata (n. 7, dich.Sud, tutti in zona):

� R 10 8 7 6 3 2� A F 4� D 6 2� –

� D N � F� 10 9 3 2 O E � R D 8� A 7 S � R 10 5 4 3� F 10 9 8 3 2 � A 7 6 4

� A 9 5 4� 7 6 5� F 9 8� R D 5

Contro le 4� di Nord in chiusa l’at-tacco di Re di cuori da parte di Sbarigiaaffonda sul nascere le ambizioni di Jo-shua Donn; in aperta, il suo compagnodi squadra Joe Grue sceglie di esordirecol Fante di atout. Stelio intavola unonore di fiori e si libera di una cuori;un’altra va sul secondo onore nero. Spo-stiamoci al momento decisivo, nel fina-le: quadri alla Donna; e poi quadri peril 9.

Sicché il secondo set di 16 board siconclude a favore degli USA 57 a 47:siamo sotto di 15, è vero, ma la strada èancora lunga.

Sembra che il terzo turno riesca fata-le: ieri aveva propiziato la nostra vitto-ria contro la Polonia; oggi sembra getta-re un abisso incolmabile fra noi e l’orodi questi campionati. Si chiuderà infat-ti con un pesante bilancio: 11 a 67. Sigioca malaccio in entrambe le sale e gliamericani, invece, appaiono scatenati.E assistiti dalla fortuna!

A dimostrazione della prima tesi ba-sta dare un’occhiata al board 1 (dich.Nord, tutti in prima):

� 10 5 2� D 6 3� 10 4 3� R F 8 3

� A R F 9 8 4 N � D 6 3� A 8 7 4 O E � R F 10 2� 2 S � F 9 7 5� D 10 � 7 6

� 7� 9 5� A R D 8 6� A 9 5 4 2

CAMPIONATIMONDIALIGIOVANILI

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Tutti i NS a 5 Fiori (contrati e non)sul 4 P della linea EO. Un down, dov’èil problema? O meglio, in aperta, pa-ghiamo il pedaggio del due down (lisci)perché alla vista del 10 di atout, Fabio,ligio ai dettami della scelta ristretta,impassa. Ma, tutto sommato, “fin quitutto bene”. È in chiusa che succede lacatastrofe. Dopo l’Asso di picche d’e-sordio, Francesco Ferrari ha la malau-gurata idea di avanzare il singolo diquadri che mette Jason Feldman in gra-do di inquadrare la situazione nel se-me. Effettua infatti il doppio sorpassonel colore ai danni di Est, scarta duecuori sulle quadri e mantiene il con-tratto! Invece che +3, o tutt’al più un“no contest”, ci troviamo a sopportareun –12!

Al board 7 (dich. Sud, tutti in zona)Ferrari-Sangiorgio chiamano questo po-vero slam a cuori, con il Re di piccheesposto ai quattro venti. Infatti l’attaccodi Fante di picche affonda il contrattoprima ancora che il giocante abbia mo-do di prendere in mano le redini delgioco.

� F 3� D 2� 10 7 5� 10 9 6 5 4 3

� 10 6 2 N � R 8 5 4� F 9 7 6 3 O E � A R 8 5� F 6 S � A R 4 3 2� R D F � –

� A D 9 7� 10 4� D 9 8� A 8 7 2

In altre giornate, ma poche in verità,Nord avrebbe potuto detenere entrambigli Assi neri e lo slam giungere in porto.Pertanto, in termini di probabilità, valepiù o meno il 6 Cuori chiamato da Donn-Feldman al board 14 (dich. Est, EO inzona):

� R D 4� A 2� A 3� A R 10 5 4 3

� F 9 8 6 N � A 10 2� F 4 3 O E � 10 8 5� D F 10 4 S � 8 6 2� 7 2 � D 9 8 6

� 7 5 3� R D 9 7 6� R 9 7 5� F

È vero che l’attacco di Asso di picchetoglie da ogni ambascia il giocante, male cuori 3/3 sono un miracolo non dapoco. I lettori più attenti osserveranno:

ma se l’attacco iniziale è stato di Assodi picche, vuol dire che il contratto loha giocato Nord? Eh, sì; perché altri-menti sarebbe bastato che Ovest avesseesordito con una picche qualunque perbattere. Né si può pretendere che Al-berto Sangiorgio fosse lui a muovere unapicche sotto Asso che, il caso vuole, sa-rebbe risultata esiziale al giocante peruna questione di tempi e di comunica-zioni.

Visto che siamo in tema di slam a cuo-ri, guardate le carte del board 2 del quar-to turno, che così ci portiamo avanticon la cronaca (dich. Est, NS in zona):

� R D 2� 8� A 9 5 4 � D 9 4 3 2

� A 5 4 3 N � 7� F 10 9 5 2 O E � A D 6 4 3� R S � D F 10 7 6 2� A 10 8 � 5

� F 10 9 8 6� R 7� 8 3� R F 7 6

Qui la situazione è più semplice ri-spetto ai casi precedenti e il contrattoriposa né più, né meno che sulla posi-zione del Re di atout; che è sfavorevol-mente piazzato per i nostri colori. La-scio ai lettori più diligenti fare i contidi quanto ci son costati questi ultimiepisodi fra andare e venire…

Perdiamo anche questo turno 48 a 19e ormai lo scarto che ci separa dal tito-lo mondiale appare incolmabile: centopunti esatti! 108 a 208. Il quinto turnosi dipana senza ulteriori sussulti e cam-bia di poco i termini della questione,sicchè affrontiamo gli ultimi 16 boardin ritardo di 96 imps.

E qui succede che lo squadrone a stel-le-e-strisce viene colpito da un ben no-to malessere, la paura di vincere. Lastessa sindrome che aveva permesso aSingapore, in semifinale, di risalire da–56 a –15. Un complesso di fattori psi-cologici che sembrò attanagliare anchei nostri nella semifinale di Parigi, quan-do iniziammo l’ultima sessione sopradi 60,5 imps per chiuderla con… mez-zo punto di vantaggio! Il parziale allorafu di 22 a 82.

Questa volta capiterà di peggio: saràdi (ancora!) 82 a 1! C’è qualcuno che sasegnalarmi uno scarto d’ordine supe-riore in una manifestazione ad alto li-vello? No, no, gli italiani subirono “sol-tanto” 76 a 11 dalla Danimarca nelquarto di finale delle Olimpiadi del1996…

Torniamo alle cronache: al board 3(dich. Sud, EO in zona) gli americani

riprovano uno dei loro 6 Cuori: questavolta è uno slam serio rispetto ad altriche vi abbiamo raccontato in preceden-za, battuto soltanto dall’attacco a qua-dri.

� R 7 6 5� 8 7 5 3� R 10 3� F 2

� A F 3 2 N � D 10 8� F 6 4 2 O E � A R D 10 9� A 6 5 S � F 2 � A 5 � R 8 7

� 9 4� –� D 9 8 7 4� D 10 9 6 4 3

Il fatto è che in aperta i nostri lo slamlo giocano dalla parte di Ovest e Nordnon trova l’attacco quadri. In chiusa ildichiarante è invece Lall, in Est, e Sba-rigia si trova al bivio. Francamente nonè che se ne sappia tanto delle mani del-la linea orizzontale da poter dire chel’attacco di quadri s’impone. Sta di fat-to che il buon Matteo estrae il 9 di qua-dri, una carta che vale 17 imps!

Che aggiunti ai 15 che seguono im-mediatamente, grazie al risultato delboard successivo, ad un quarto del per-corso abbiamo recuperato più di un ter-zo dello svantaggio. Ma non tutte lesmazzate permettono che si navighi aquota slam… Anche se in verità, inqueste competizioni ad alto livello, daun po’ di tempo a questa parte, si hal’impressione che di slam ce ne sianoun po’ troppi, e un po’ troppe siano lemani-monstre. Smazzate che certamen-te di spettacolo ne fanno tanto ed ecci-tano più suspense di un parziale a fio-ri…

Dicevamo del board 4 (dich. Ovest,tutti in zona):

� 8 6 4� R D F 6 2� 10 6 5� A R

� A R D F 3 N � 10 9 7 2� 8 4 O E � 10� R F 9 8 7 S � D 4 3� 6 � 9 8 7 4 3

� 5� A 9 7 5 3� A 2� D F 10 5 2

Un altro 6 Cuori, questa volta dei no-stri, contro cui Lall e Greenberg sonobravi a trovare una difesa quanto maieconomica, vantaggiosa addirittura con-tro la manche. La licita in chiusa:

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OVEST NORD EST SUD

Green. Boldrini Lall Sbarigia1 � 2 � 3 � 4 �5 � passo 5 � 6 �passo passo 6 � controfine

Ben dichiarato da parte di tutti, iné-somma; non altrettanto si può dire del-la dichiarazione in aperta…

OVEST NORD EST SUD

Lo Presti Grue Di Bello Kranyak1 � passo 3 � passo4 � fine

Quanto mai Joe Grue non è entrato inlicita con le carte di Nord? Anche JohnKranyak appare un po’ abbottonato... Èuna formalità per Fabio mettere in filadieci levée mentre il pubblico in vu-graph e gli angolisti su BBO comincia-no a sfregarsi gli occhi. La situazione sifa interessante…

Joe Grue invece non deve essere mol-to sveglio, ovvero continua a fare espe-rimenti con esiti fallimentari. Comequando, al board 9 (dich. Nord, EO inzona), scommette che Fabio voglia tur-lupinarlo e va per le fiori 3/0… Capire-te con diagramma davanti agli occhi:

� 6� D 8 7� 10 3 2� A R 10 9 7 5

� A 9 8 4 3 N � R D F 10 5 2� A 6 5 2 O E � 9 4� F 7 5 S � R 8 6� 6 � D F

� 7� R F 10 3� A D 9 4� 8 4 3 2

Tutti giocano 5 F; i nostri hanno con-trato (hanno due punti onori più degliavversari… ); gli americani, strettamen-te coperti, no. Sicché sembra che deb-bano rompere il digiuno (in questo tur-no non hanno mai segnato; stanno su-bendo un parziale di 55 a 0!) e aggiudi-carsi i primi 3 imps.

In aperta il controgioco va: Re di pic-che; cuori all’Asso e Fabio – eccoci tor-nati al punto – avanza una fiori. Joe de-ve essersi fatto l’idea che fosse una mos-sa subdola da DF terzi e, per non per-dere la faccia, è stato basso. Down onee 11 imps per i nostri colori! Siamo 66

a zero! Adesso sulla rete corrono le scom-messe perché a questo ritmo, se le manici assistono e gli americani continuanoad essere affetti da questa sorta di scle-rosi, il traguardo dei cento punti nonsembra più proibitivo! Non a caso il ca-pitano USA abbandona la sala del vu-graph.

Al board 14 la differenza di una levéein un parzialino a SA consente agliUSA di segnare il loro primo (e resteràunico) imps di questa sessione finale.Grazie al board successivo mettiamonel carniere altri 10 imps: la manchegiusta , quella che si fa, è 3 SA e non 5Quadri. E quando sul tavolo viene col-locato il board n.16 (dich. Ovest, tuttiin zona) lo score totale segna 235 a 217.Impossibile; 18 imps in un sol colposono uno sproposito; occorrerebbe unadifferenza di almeno 1750 punti.

La mano però promette bene…

� 5 4� R F 8 6 4 3� 5 3 � A R 7

� A D N � R 10 2� A D 7 5 2 O E � 9� 8 6 S � A R D F 10 9 2� D F 9 8 � 5 4

� F 9 8 7 6 3� 10� 7 4� 10 6 3 2

In Est, con quel popo’ di carte sull’a-pertura del compagno, Stelio prova aprocurare uno sconquasso e spara 6Quadri. In effetti anche gli americani inchiusa non sono stati da meno, ma 6SA da Ovest si prestano ad un facilecontro da parte di Boldrini: Asso e Redi fiori, un down.

Lo slam a quadri, in effetti, viene bat-tuto non solo dal banale attacco a fiori,ma anche da quello a cuori che rompelo squeeze ai danni di Nord. E Kranyak,certo senza saperlo, avanza il suo sin-golo rosso. Infatti, in caso di attacco apicche o a quadri, sono sicuro che Ste-lio non avrebbe mancato di costringereNord ad asciugarsi il Re rosso ovveroun onore alto di fiori per concluderecon una messa in mano. Avremmo con-quistato 16 imps e perduto ugualmenteil match e il titolo per la miseria di 2imps. Dopo il danno, anche la beffa? No,no, scusate, almeno io preferisco chesia finita così…

Scrivevo nell’ultimo commento allevicende di questo campionato:

“Siamo stati in gara per 32 smazzate.Il secondo turno ci ha visto soccombe-re di una manciata di imps solo in ra-gione di una follia di John Kranyak che

ha sparato a volo uno slam a fiori, tro-vando le atout 2/2 e il Re di quadri sot-tomesso. Un board che ci è costato unaventina di imps tra andare e venire. Poila terza sessione ha messo la parola finesui giochi. Gli americani hanno dimo-strato, al di là delle doti tecniche e del-l’esperienza ben note, una grande de-terminazione ed efficacia, unite ad unascioltezza in fase di competizione e digioco della carta veramente impressio-nanti. Il che non toglie che anche lorosiano stati colpiti dalla sindrome dellapaura-di-vincere a 16 smazzate dallamèta”. I nostri hanno sfoderato un brid-ge forte ed efficace; la sorte finalmentenon ci è stata nemica. Ci abbiamo pro-vato; non si è vinto, è vero, ma il risul-tato rimane di prestigio assoluto e con-ferma la bontà della nostra scuola. Rin-graziamo quindi, “i protagonisti di que-sto ennesimo successo, cominciandoda Stelio Di Bello, alla sua terza finalemondiale (due vinte); e da Fabio LoPresti, alla sua seconda (una vinta). È laloro ultima gara con la maglia della na-zionale juniores: sono già dei protago-nisti del bridge nazionale e internazio-nale e li ritroveremo nelle competizio-ni che contano. Daranno addio alla na-zionale per raggiunti limiti di età ancheFrancesco Ferrari e Matteo Sbarigia,sicché su Andrea Boldrini (ancora peruna stagione) e Alberto Sangiorgio (an-cora per due) ricadrà una pesante ere-dità”. Sarà difficile ripetere a breve ri-sultati quali quello di Riccione 2005 equesto, Bangkok 2006. Ma se tante, co-me abbiamo visto, sono le partenze, ri-mane salda una presenza e una garan-zia, quella del capitano; e sono sicuroche, prima o poi, Gianpaolo Rinaldi sa-prà di nuovo stupirci.

CAMPIONATIMONDIALIGIOVANILI

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TORNEO INTERNAZIONALE A SQUADREMONTE CARLO

Sporting d’hiver10-12 novembre 2006

Venerdì 10alle 15.30 o alle 21.15 (a vostra scelta)

QUALIFICAZIONI

Sabato 11 (pomeriggio)

FASE INTERMEDIA

Sabato 11 (sera) & Domenica 12FASI FINALI

Domenica 12 (pomeriggio)

CONSOLAZIONE

extra: Sabato (sera): Torneo a coppie

Cocktail e distribuzione dei premi dei tornei: Domenica 12, ore 19.00 (circa)

MONTE PREMI: oltre Euro 20.000maggiori informazioni, iscrizioni e prenotazioni:

e-mail: [email protected]: www.federation-bridge.mc

Quote di iscrizione (squadre di max 6 giocatori)

Squadra ‘open’: Euro 250; Squadra Signore: Euro 150; Squadra Juniores: gratuita

Prenotando e versando la relativa quota di iscrizione entro il 30 ottobresarà applicato uno sconto di Euro 50,00

L’Organizzazione tecnica preciserà in sede di gara le modalità di svolgimento, dipendenti dal numero disquadre effettivamente presenti. Le fasi di qualificazione si svolgeranno entrambe con le stesse modalità

Organizzazione generale: Federazione Bridge di MonacoOrganizzazione tecnica: Gianni Bertotto e Patrick Chalard

Arbitri: Antonio Riccardi, Christian Bordonneau – Scoring: Marco Mazzurega, Luciano De Simone

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Mi convinco sempre di più cheper un bambino andare a scuo-la qualche annetto fa fosse nondico più divertente, ma sicura-mente più interessante di oggi.

Anche se su quegli scomodi banchi po-sti in aule tassativamente prive di ogniforma di riscaldamento, in inverno bi-sognava sedersi con guanti (i geloni era-no sempre in agguato), cappotto e cap-pello in ambienti per lo più maleodo-ranti (anche il 90% delle case era privadi riscaldamento, quindi la pulizia per-sonale… ). E sono sempre più convintodi questo per un motivo molto sempli-ce: su quei banchi sedevano individuiche portavano lì il proprio background,la propria personalità, la propria cultu-ra e non, come avviene ora, esseri vi-venti che sembrano prodotti in serie suscala mondiale con un passato, un pre-sente ed un futuro praticamente identi-co vuoi che siano nati in un paesino delveronese, vuoi in un sobborgo di Tokio,vuoi downtown Sidney.

Ma perché a quei bambini fossero da-ti in pasto, da imparare a memoria, Car-ducci e le sue Odi Barbare, me lo spie-gavo poco allora e me lo spiego menoancora oggi. Quello che invece riesco aspiegarmi molto bene è perché il prota-gonista dell’ode sopra citata, Teodori-co, re degli Ostrogoti, sicuramente nonafflitto da problemi di sfratto, di conse-guente ricerca di casa e, magari, di equocanone, avesse scelto, come molti po-tenti prima e dopo di lui, Verona comepropria dimora. Verona nasce già bene-detta dal Signore per la sua posizionegeografica che la vede situata in riva al-l’Adige a pochi chilometri dal Lago diGarda, dalle Alpi, dalla valle del Po epoi, col passare dei secoli, diventa sem-pre più bella grazie all’opera dell’uomoche in poche altre parti del mondo èriuscito a creare tante meraviglie comequi e in tanti posti da qui raggiungibiliin meno di un ora. Verona è talmentebella da far accettare di buon grado an-che ad un indisciplinato cronico comeme i divieti di accesso nel centro stori-co (al contrario dei divieti di fumo chequi nella sede di gara, come altrove, in-frango ormai sempre più spesso e, so-prattutto, volentieri, con un piacere che

in me cresce in modo proporzionale alfanatismo nazista di chi continua a met-terli senza ormai più alcun senso dellamisura).

Vedere Piazza delle Erbe intasata daltraffico, è un qualcosa che, a differenzadel fumo passivo, farebbe davvero maleal cuore.

La bellezza della città, quella dei din-torni, la funzionalità della sede di gara,la facilità di raggiungimento della stes-sa da ogni parte d’Europa, non sono pe-rò riuscite a far sì che questi Campiona-ti, dal punto di vista della partecipazio-ne, fossero un successo al livello spera-to. O almeno così dicono i più. Io nonsono del tutto d’accordo. Prima vi do inumeri e poi provo a spiegarvi il per-ché. Vediamo, gara per gara, il numerodei partecipanti confrontato con quellodi Lille 98 e di Montreal 2002.

Lille Montreal VeronaRosenblum 233 160 173McConnell 56 36 39Squadre Senior 38 31 42Coppie Miste 625 434 482Coppie Open 660 328 400Coppie Donne 120 99 102Coppie Senior 100 72 102

Quelli che parlano non dico di insuc-cesso ma, quantomeno, di successo par-ziale di Verona 2006, basano il loro ra-gionamento su un assioma sul quale so-no almeno inizialmente d’accordo: i nu-meri di Verona vanno confrontati conquelli di Lille (decisamente migliori) enon con quelli di Montreal (decisamen-te peggiori). Verona è situata, come Lil-le, nel cuore dell’Europa e non, comeMontreal, nel Nord del continente Nord-americano e quindi ha un bacino d’u-tenza paragonabile a quello della cittàfrancese e non a quello della canadese.Non fa una piega ma si dimentica unparticolare: a Lille si è giocato nel 98, aVerona si gioca nel 2006 e, tra il 98 e il2006, il Vecchio Continente è stato col-pito dalla più grossa catastrofe abbattuta-si sullo stesso dalla fine della SecondaGuerra Mondiale ai giorni nostri: l’in-troduzione dell’Euro con conseguenteavvicinamento allo stato di semipover-tà di una grossa fetta di abitanti del con-tinente. In altre parole, se Lille era unagita programmabile per una famiglia dibridgisti francesi con reddito medio infranchi, Verona lo è stata solo per que-gli italiani, tedeschi e altri europei conreddito dal medio-alto in su.

Per i grandi sponsor e per i miliarda-

VERONA... L’EVENTOAlberto Benetti

Sul castello di Verona batte il sole a mezzogiornodalla chiusa al pian risuona solitario un suon di corno

Fantoni e Nunes

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ri infatti, 98, 2002 o 2006, Lille, Mont-real o Verona, non fanno molta differen-za, ma per gli altri, sì. E quando si parladi grandi numeri, come nel nostro caso,la differenza la fanno i moltissimi altri,non i pochi miliardari. Non è un casoche il settore senior sia in controten-denza, ovvero in espansione: per perso-ne di una certa età è più probabile chesi sia raggiunta una certa tranquillitàeconomica e che, comunque, si abbia-no minori preoccupazioni per il futuroe anche, probabilmente, meno alterna-tive più interessanti sul come investireil proprio tempo libero.

Poi, inutile nascondercelo, il bridgesta invecchiando. Anzi, ma questa è unamia personalissima opinione, in un fu-turo lontano verrà ricordato, come il ci-nema (nel senso di andare al cinema) ocome il calcio, come un fenomeno tipi-co, almeno al livello di fenomeno dimassa, della seconda metà del nove-cento.

Concludendo: se il paragone con Mont-real è improponibile per motivi geogra-fici, quello con Lille lo è ancora di piùper motivi economici e se l’affluenzadei bridgisti a Verona non è stata diquelle da far gridare al miracolo, tantomeno è stata così scarsa da poter farparlare di un insuccesso anche solo par-ziale.

Al contrario, di grande successo sipuò parlare con riferimento all’organiz-zazione dei Campionati e di insuccessototale, assoluto, senza precedenti negliultimi due lustri si può parlare con rife-rimento ai risultati ottenuti dai coloriitaliani. Insuccesso e conseguente delu-sione che è stata solo mitigata ma noncerto cancellata dalla stupenda meda-glia conquistata proprio l’ultimo giornoda Fulvio Fantoni e da Claudio Nunes.Stavolta non è stato Oro come quattroanni fa, ma va benissimo anche così.

L’organizzazione, dicevo, è stata otti-male da ogni punto di vista ed ha per-messo a giocatori, giornalisti e tifosi dimuoversi in un ambiente in cui tuttofunzionava alla perfezione.

Nessuna pecca quindi? Sì, una peccac’è stata. La vastità del terreno di giocoe l’impossibilità di dividere lo stesso inambienti più controllabili, ha fatto sìche nelle gare a coppie le stesse, o sin-goli componenti delle stesse, avesseroun’eccessiva libertà di movimento e unaconseguente eccessiva possibilità di pro-curarsi, volendo o al limite anche non

volendo, qualche informazione di trop-po sulle mani da giocare.

Se qualcuno lo abbia fatto, non so dir-vi. Credo e spero di no. Ma stavolta nonposso dichiararmi d’accordo con quan-to dettomi in merito da Di Sacco.

Maurizio, al quale va una grossissimafetta di merito per la pressoché perfettaorganizzazione di Verona 2006, del qua-le apprezzo sempre di più i molteplicimeriti, e col quale, malgrado le nostremolte differenze caratteriali e compor-tamentali (lui non credo lo farebbe maie, in ogni caso, non si sentirebbe maiorgoglioso di infrangere un divieto difumo) mi trovo quasi sempre d’accor-do, sostiene che sia praticamente im-pensabile mettere in piedi un serviziodi sicurezza in grado di garantire l’im-possibilità assoluta, per tutti, di procu-rarsi in anteprima delle informazionisu una smazzata. E sin qui sono d’ac-cordo con lui: questo è sacrosantamen-te vero.

Ma quando afferma che, in fin deiconti, non si può organizzare un even-to come questo partendo dal presuppo-sto che ci siano dei disonesti e che laprobità e l’onestà dei giocanti deve es-sere data per scontata, comincio ad ave-re qualche dubbio. Non perché non siaanch’io convinto, come lui, che la stra-grande maggioranza dei bridgisti sia one-sta e corretta, ma perché ho forti dubbisulla soglia di onestà di chiunque. Mispiego: di gente disposta ad introdursinottetempo in casa altrui per rubare cen’è davvero poca. Se però cominciamoa pensare a quanti sarebbero quelli che,notando che qualcuno ha dimenticatoche so… un computer con tanto di arti-colo sugli Europei su un treno cheporta da Malmoe all’aereoporto di Co-penaghen, si guarderebbero bene dal-l’avvertirlo ma, al contrario, aspettereb-bero che l’idiota integrale fosse scesodal treno per appropriarsi del computerstesso, le percentuali dei semi-disone-sti comincerebbero a salire in modovertiginoso. E poi, non dimentichiamomai che… l’occasione fa l’uomo ladro.In futuro quindi nessun controllo stileKGB o Gestapo, ma neanche una totaleanarchia logistica che dia a molti, ma-gari anche involontariamente, la possi-bilità di sapere prima qualcosa sulle ma-ni da giocare.

A parte questo, ripeto, tutto è statoperfetto.

Come, Fantunes a parte, tutto è statoun disastro dal punto di vista dei risul-tati. Cerchiamo, gara per gara, di capireil perché e il percome.

ROSENBLUM

Livello qualitativo: molto buono (tut-ti i migliori presenti ma, salvo eccezio-ni, abbastanza sparpagliati)

Risultati degli italiani: pessimi.

In sede di cronaca giornaliera che man-davo appunto giornalmente (se no cherazza di cronaca giornaliera sarebbe?)da Verona e che veniva pubblicata sem-pre e ancora giornalmente su Bridge d’I-talia online (dove tra parentesi si puòancora leggere), facendo i pronosticiprima dell’inizio della competizione,sostenevo che la squadra Angelini fos-se, alla pari con quella di Nickell, leg-germente favorita su un lotto di altrequattro o cinque squadre.

Bene, devo confessarlo: mentivo spu-doratamente.

In realtà, nel mio intimo, ero convin-to che la squadra romana fosse strafa-vorita, a lunghezze, nei confronti di tut-te le altre. Ma sapete… la scaramanzia.

Però, dovete darmi atto che pensareche una squadra dove sapevo avrebbe-ro giocato fissi i quattro sesti della no-stra Nazionale, ovvero Fantoni e Nu-nes, due panzer per i quali giocare 56mani al giorno è uno gioco da ragazzi e,di là, Lauria e Versace, una coppia sullaquale ogni commento è superfluo, conSementa pronto a sostituire quello deidue che avesse necessitato di un turnodi riposo, non fosse strafavorita, era dav-vero arduo. Oddio, due segnali cheavrebbero dovuto mettermi in guardiac’erano ma, lì per lì, non gli ho dato (hodato loro non si usa più) la invece do-vuta importanza.

Primo: il sensitivo Lauria (quello chead Estoril sentiva che stavolta si sareb-be vinto), qui non riusciva a cogliere al-cun segnale positivo e si diceva abba-stanza preoccupato.

Secondo: Versace sosteneva che que-sti di Verona fossero, in realtà, dei Cam-pionati del Mondo per squadre di capi-tani-mecenati-giocatori e che quindi laforzata assenza di Angelini togliesse alteam romano parte degli stimoli sem-pre e comunque necessari per raggiun-

Benito Garozzo

VERONA...L’EVENTO

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gere il risultato migliore.Forse, se soprattutto una sera, mentre

eravamo a cena davanti a San Zeno, al-tra meravigliosa chiesa con annessa me-ravigliosa piazza, avessi notato che, inprima mondiale assoluta, i due eranod’accordo su qualcosa anche se, moresolito, accusandosi a vicenda di esserloper ragioni ridicole, avrei rielaborato lemie convinzioni sulla per me quasi cer-ta vittoria.

Le cose sono andate peggio che nellepeggiori non previsioni: superata la fa-se di qualificazione (e sin qui, per loro,siamo a livello di timbratura di cartelli-no), la squadra ha perso, nei Trentadue-simi, contro gli americani-egiziani diSchwartz con i quali, sulla carta, do-vrebbe vincere 99 volte su cento. Il tur-no del tracollo è stato il terzo ma, giànel primo, perso di pochissimo, si pote-vano notare dei segnali non certo posi-tivi che si manifestavano sin dalla pri-ma mano. Si inizia infatti così:

Board 1 dich. Nord - Tutti in prima

� F 9 3� R F 9 2� 7 5� R D 8 3

� 7 4 N � R 8 6� A 10 5 3 O E � D 4� A F 9 2 S � R 10 8 4 3� 10 7 4 � F 6 2

� A D 10 5 2� 8 7 6� D 6� A 9 5

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Willenken Fantoni Schwartz Nunes– passo passo 1 SAfine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Versace El Ahmadi Lauria Sadek– passo passo 1 �passo 2 � passo 2 �fine

Nunes gioca, in assoluto, un contrat-to peggiore di quello giocato da Sadek,ma non basta. Su attacco di piccolacuori, mettendo il Re, potrebbe fare lestesse 10 prese fatte dall’egiziano inchiusa, ma passa il Fante, Schwartz en-tra di Dama e, rinviando quadri assicu-ra alla sua linea le prime sette prese e ilrelativo down. 6 imp per loro. Una tra-gedia? No: un segno.

Come un segno è stato, a mio giudi-zio, l’esito degli ultimi due board neiquali i romani sono stati costretti a ce-dere la leadership precedentemente con-quistata.

Board 13Dich. Nord - Tutti in zona

� 10 5� F 7 6 5 4� A 3� A D 9 7

� A F 9 8 7 3 2 N � R 4� D O E � 3� D 9 6 4 S � R 10 7 5� R � F 8 6 4 3 2

� D 6� A R 10 9 8 2� F 8 2� 10 5

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Willenken Fantoni Schwartz Nunes– passo passo 2 �2 � 3 � contro 4 �4 � fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Versace El Ahmadi Lauria Sadek– 1 � passo 2 SA3 � fine

Qualche chiarimento: in aperta Fan-toni non può, per sistema, aprire a li-vello 1 (darebbe una mano di 14 o più)e, per giusta decisione, neppure a livel-lo 2 in bicolore con quelle cuori. Ladichiarazione nelle due sale ha, di con-seguenza, un andamento molto diver-so. Sta di fatto che avviene una di quel-le cose che avvengono ogni morte dipapa: Lauria e Versace non chiamanouna manche che i loro avversari chia-mano.

Sia ben chiaro: stiamo parlando diuna manche che si fa con 19 in linea esolo indovinando le quadri (Willenkenle indovina) ma il dato resta. General-mente, in altri momenti, avviene esat-tamente il contrario.

Il tempo si chiude con un board nelquale avviene l’esatto contrario di quan-to avvenuto nel board 1.

Board 14Dich. Est - Tutti in prima

� A 7 6� 9 8 5 4� 6 3� F 9 8 7

� 9 3 N � R F 8 4� A D F 3 O E � 10 6 2� 9 8 4 S � R 10 7 5� A 5 4 2 � D 10

� D 10 5 2� R 7� A D F 2� R 6 3

Aperta

OVEST NORD EST SUD

Willenken Fantoni Schwartz Nunes– – passo 1 �1 � passo 2 � passopasso contro surcontro 2 �fine

Chiusa

OVEST NORD EST SUD

Versace El Ahmadi Lauria Sadek– – passo 1 SAfine

Come nel primo board e ancora prin-cipalmente per ragioni legate al sistemagiocato, in una sala si giocano 2�, sta-volta dai nostri, e, nell’altra, loro gioca-no 1 SA. E ancora una volta il risultatodel board (+ 6 per loro) dipende nontanto e non solo da questo quanto dalcontrogioco e dal gioco messo in attonelle due sale. In assoluto non sapreiquale sia il contratto migliore tra i duegiocati nei due tavoli. Certamente lo di-venta il secondo dopo l’attacco di pic-cola fiori di Alfredo e, soprattutto, do-po il mancato ritorno cuori di Lorenzoentrato in presa sul secondo giro difiori giocato dal dichiarante dopo che ilsuo Re aveva catturato il 10 di Lauria.

Quelle citate non sono mani eclatan-ti, ovvero non sono mani nelle quali iromani hanno fatto delle cose orripi-lanti. Sono, al contrario, mani che di-mostrano come per gli angeliniani nonsia stato un periodo di grandi indovi-nate e di grossa fortuna. Ma il vero mo-tivo per il quale sono usciti di scenatanto prematuramente è un altro: nonhanno giocato ai livelli ai quali giocanoabitualmente. Soprattutto i Fantunes, perloro stessa ammissione, hanno giocatodecisamente sottotono in assoluto e an-che, più specificatamente, rispetto a co-me un paio di giorni dopo giocherannoil coppie.

Versace e Lauria hanno giocato nor-malmente bene se li si considerasse unacoppia normale, ma non certo bene seli si considera, come fa una scuola dipensiero in questo momento maggiori-taria, la coppia più forte del mondo.

E, parlando di coppie più forti delmondo, spostiamo ora il discorso sullasquadra Lavazza nelle cui file milital’altra coppia che molti considerano lapiù forte del mondo: Bocchi-Duboin.

Voglio subito chiarire una cosa: que-sta squadra non era, a mio avviso, tra legrandi favorite del Campionato. Gior-gio Duboin mi ha più volte spiegato unpaio di cose, ossia che a questi livelli ilbridge è un gioco nel quale possono pre-valere solo dei professionisti e che, performare una coppia, anche tra due gio-

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catori molto dotati, occorre (ribadisco:stiamo parlando di coppie che voglionovincere Mondiali e cose del genere) unminimo di 3 anni.

Nella squadra Lavazza due coppie sutre non hanno queste caratteristiche:Ferraro-Madala, a mio avviso una cop-pia potenzialmente in grado di compe-tere alla pari con chiunque, giocano in-sieme solo da alcuni mesi e quindi han-no bisogno di ulteriore rodaggio. La clas-se c’è, i risultati si vedranno ma, perora, bisogna fare ancora gavetta.

D’Avossa e Di Bello sono, al contra-rio, una coppia sulla carta ben collau-data ma una coppia che, in realtà, giocainsieme in pochissime occasioni e, so-prattutto, una coppia di non professio-nisti (e non credo che, in particolarecon riferimento a D’Avossa, giovane incarriera in tutt’altro campo, abbiano al-cuna intenzione di diventare tali). An-che loro, sia ben chiaro, sono in grado,dato il livello di classe individuale dalquale partono, di formare una coppiaeccezionale ma, al momento e a questilivelli, non lo sono.

Per quanto riguarda Bocchi e Duboin,infine, non credo che, considerando cheNorby si è sposato poco più di un meseprima dei Mondiali, stiano attraversan-do il momento migliore della loro gran-de storia bridgistica ma, ammesso chesia così, la cosa ha sicuramente una va-lenza momentanea e non preoccupan-te.

Malgrado tutto questo comunque an-che i lavazzini, hanno giocato al di sot-to delle aspettative (sono usciti nei Se-dicesimi). Anzi, se andiamo a vederequali sono le due squadre che si sonogiocate la Finale, direi che per i torine-si, giocando al massimo, nessun tra-guardo sarebbe stato precluso a priori

Devo a questo punto precisare chetutto quanto ho affermato sinora sia par-lando della squadra Lavazza ora che,prima, della squadra Angelini, non èfrutto di deduzioni che sono stato ingrado di trarre grazie alla mia sconfina-ta cultura e alla mia ineguagliata scien-za in materia di bridge ma, esclusiva-mente, un riassunto di quanto dettomiin varie occasioni dai diretti interessati.«Ma allora a Verona che ci stavi a farese non hai guardato che qualche fram-mento di incontro delle nostre due squa-dre più rappresentative?», potrebbe di-re qualcuno. La risposta è semplice: so-no stato preso in contropiede e, certo

che avrei avuto modo di seguire le duesquadre nelle ultime fasi del Campio-nato, in quelle iniziali ne ho seguite al-tre, open e donne che avevano minoripossibilità di arrivare in fondo. Questosempre a causa della famosa cronacagiornaliera che mi vedeva costretto aseguire in contemporanea molti avve-nimenti e a fare, di conseguenza, dellescelte su quali seguire.

Comunque, se anche uno solo di voiavesse un minimo dubbio in proposito,vi garantisco che le opinioni e i giudizidei protagonisti delle vicende di cui siparla, hanno certamente una valenzainfinitamente superiore a quella cheavrebbero i miei commenti derivanti dasituazioni viste al tavolo.

La squadra Villa Fabbriche, specienella versione che vede Failla e Attana-sio in campo con i soliti Pulga, Rinaldi,Lo Presti e Mazzadi, è senza ombra didubbio la più forte squadra italiana…dilettanti. Non è andata benissimo (eli-minata ai Sedicesimi) ma neanche ma-le: non credo che l’obiettivo finale dellacompagine potesse spingersi oltre gliOttavi o, al massimo, i Quarti dove, ap-punto, si incontrano solo dei professio-nisti. E poi è stata eliminata da unasquadra americana, quella della Hen-ner Welland che schierava, oltre allacapitana e il suo compagno Jacobus, ledue migliori coppie della Nazionalesvedese. Squadra sulla carta non tra lesuperfavorite ma che, evidentemente,stava attraversando un periodo di for-ma smagliante visto che ha raggiunto laFinale dove è stata battuta da una squa-dra di un’altra sponsor donna, quella diRose Meltzer che schierava, oltre allacapitana e al suo partner Larsen, Helge-mo-Helness e Sontag-Bates.

La presenza di quattro svedesi in una

squadra americana e di due norvegesinell’altra evidenzia una sempre mag-giore tendenza, tra i bridgisti di verticeeuropei, di andare a giocare in Americacon sponsor che, in Europa, non riesco-no a trovare. L’Italia bridgistica non sa-rà mai grata abbastanza a Maria TeresaLavazza e Francesco Angelini che han-no permesso ai nostri migliori talenti,ormai da qualche lustro, di poter gioca-re insieme e senza problemi economicidi sorta, in Italia.

Tra le non moltissime altre squadreitaliane iscritte una, anzi l’unica, che siè fatta onore è stata quella di Clair dovePaolo giocava con Totaro, Brunelli conDarbi e Fogel con Palmieri. Ha raggiun-to, a pari merito con le altre due sopracitate, il miglior risultato ottenuto dasquadre nostrane qui a Verona, ovvero iSedicesimi, dove è stata eliminata dauna squadra cinese della quale, ovvia-mente, non conosco (nel senso del lorovalore tecnico, non di nomi che, co-munque, vi risparmio) i componenti. Inogni caso, considerando il livello sem-pre crescente del bridge cinese e il fattoche questi sei siano stati mandati qui,certo non dovevano essere dei trovatel-li. Da una squadra di dilettanti assoluti,non ci si poteva attendere di più. Han-no fatto meglio del previsto. Bravi!

Questo Bravi!, se da un lato mi fa pia-cere scriverlo per dare risalto all’ottimaprestazione dei veneti, dall’altro lo scri-verlo mi fa un certo effetto negativo sepenso che questa è l’unica nota positi-va sulla Rosenblun degli italiani. Ro-senblum che, per inciso e, soprattutto,per ricordarlo ai tanti giratori di carteche non mi meraviglierei se lo ignoras-sero, abbiamo dominato nelle ultimedue edizioni vincendole entrambe conAngelini nel 1998 e con la Lavazza nel2002.

Tutto questo è estremamente delu-dente. Ma è anche preoccupante?

Direi di no.I risultati i Verona, infatti, non sono

stati peggiori di quelli ottenuti, in garea squadre con caratteristiche molto si-mili a questa di Verona, a Mentone nel2003 e a Tenerife lo scorso anno.

Ma, dopo Mentone, abbiamo vinto,nel raggio di poco più di un anno, unEuropeo (Malmoe 2004) e un’Olimpia-de (Istanbul 2004) e abbiamo conqui-stato l’argento, nel modo che tutti ricor-derete, nella Bermuda Bowl giocata pro-prio a pochi chilometri da Mentone, aMontecarlo, solo qualche mese dopo.

Dopo Tenerife, poi, abbiamo addirit-tura conquistato, nello stesso anno, laBermuda Bowl: il più importante trofeodel mondo del bridge che l’Italia nonvinceva dal 1975.

Evidentemente l’atmosfera forse unpo’ vacanziera e sicuramente meno ago-nistica che caratterizza questo tipo di

Antonio Sementa

VERONA...L’EVENTO

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manifestazioni, non si addice ai nostriche, sono certo, saranno in grado di di-mostrare a Varsavia, tra poco più di unmese (forse quando leggerete queste ri-ghe lo avranno già fatto)* di essere sem-pre, comunque e di gran lunga, i piùforti di tutti.

(*Questo articolo è stato scritto a lu-glio).

McCONNELL

Livello qualitativo: massimo raggiun-gibile oggi

Risultati delle italiane: pessimi.

È stata la competizione a squadredonne di più alto livello qualitativo disempre. Lo è stata per due ragioni. Pri-mo perché attualmente gli Usa sono incondizione di formare almeno quattrosquadre in grado di vincere tutto (unpo’ come nel basket maschile); in ognialtro tipo di competizione possonoschierarne al massimo due, qui tuttequelle che volevano e lo hanno fattoschierando tutte le più forti. Secondoperché data la diversa realtà esistentetra il bridge maschile e quello femmini-le e data la quasi totale inesistenza disponsor in questo settore, le miglioriamericane, già di per sé fortissime, sisono accasate con alcune delle migliorieuropee (Auken-Von Arnim, D’Ovidio-Willard, Gromova-Ponomareva) forman-do delle compagini più forti di qualsia-si possibile Nazionale targata USA oaltro. Ed è stata infatti proprio una diqueste squadre miste, ovvero quella incui le due russe giocavano con la Mol-son, la Solokow, la Steiner e la Letizia avincere il titolo.

Livello alto anzi, eccelso, e quindinessuna possibilità per le nostre? Secon-do me assolutamente no.

Ma prima di esporvi le mie teorie inproposito, lasciate che faccia una pre-messa.

Non sono una persona modesta pernatura, anzi. Nel bridge però, forse pro-prio perché la mia non modestia è taleda non farmi sentire alcun bisogno didover dimostrare alcunché girando del-e carte su un tavolo sono, di fatto, unapersona modesta.

Una delle pochissime che girano nelnostro ambiente.

In tutti i sensi: come giocatore nonmi considero certo un fenomeno e, co-me giornalista, mi considero passabilee questo soprattutto grazie all’amiciziache mi lega a molti giocatori e alla con-seguente possibilità di avere delle noti-zie, tecniche e non, in esclusiva.

Come può entrarci tutto questo conuna cronaca della McConnell Cup?

È presto detto: sto per esprimere deipareri sul nostro bridge femminile e stoper dire che i miei pareri, in questo

campo, valgono più di quelli di chiun-que altro. Quindi… è un eccezione allaregola che mi vede, nel bridge, semprepronto a pensare che le opinioni, so-prattutto tecniche, degli altri continomolto più delle mie.

In questo caso no. No perché sonol’unico al mondo che, quando si parladel valore assoluto delle giocatrici ita-liane, sa di cosa si sta parlando. Ovvia-mente non per dono divino ma perchésono l’unico che, negli ultimi anni, haseguito assiduamente le nostre giocatri-ci e, anche se più sporadicamente masempre molto più di chiunque altro, havisto all’opera le giocatrici straniere dimassimo livello. Si può essere il Diodel bridge in terra, ma non si possonoesprimere giudizi basati solo su qual-che racconto di mani fatto dalle inte-ressate e/o su qualche mano di cui si èletto, più o meno attentamente e conmaggiore o minore interesse, su un bol-lettino o su Bridge d’Italia.

Inoltre i giudizi, per lo più negatividiciamocelo, che alcuni esprimonosulle nostre bridgiste si basano infattisu due presupposti sbagliati: primo cheil bridge femminile di vertice sia unqualcosa di vagamente paragonabile albridge maschile di vertice, secondo chele altre siano molto più brave dellenostre.

Sul primo punto non credo ci sia mol-to da dire: sono due giochi completa-mente diversi ai quali, se non altro, gliuomini professionisti dedicano un la-voro e uno studio assolutamente im-pensabili per le donne dilettanti.

Un errore, una sequenza dichiarativasbagliata (anche teorica, da sistema) cheper loro sono impensabili, per le donnesono normale il primo e obbligatoria la

seconda. L’errore infatti, a livello dibridge femminile, è parte essenziale delgioco; la non perfezione del sistemagiocato poi, è causata dal tempo che ledonne ripeto, dilettanti, possono dedi-care al bridge. Impelagarsi a giocare si-stemi troppo complicati anche se teori-camente migliori, comporterebbe, cau-sa poco allenamento e conseguenti di-menticanze, più danni che vantaggi.

Detto questo, va detta un’altra cosaconcernente il secondo punto: la situa-zione italiana è identica a quella del re-sto del mondo dove, tranne rarissime,sparpagliatissime e ormai datatissimeeccezioni, giocano tutte (le migliori) co-me le nostre. «Ma come fai a sostenereuna cosa del genere se poi non la bec-chiamo mai?». Perché non la becchia-mo mai non lo so né ho pronta una so-luzione che ci consenta di cominciare aprenderla, ma vi assicuro, dopo anni eanni di angolismo al tavolo delle piùforti coppie straniere, che tra queste ele nostre non ci sono differenze. O, al-meno, non differenze tali da giustifica-re la continua assenza delle nostre daposizioni di vertice. Tutto questo signi-fica che le squadre italiane dovrebberopartire coi favori del pronostico? Asso-lutamente no.

Significa però che le nostre dovreb-bero e potrebbero salire sul podio dicia-mo una volta su tre agli Europei e arri-vare con la stessa frequenza ai Quarti diFinale in competizioni tipo questa, leOlimpiadi e la Venice Cup. Il che, negliultimi tre lustri, non è mai successo. Lagrande, indimenticabile vittoria di Men-tone ci ha regalato una grande gioia manon fa statistica né inversione di ten-denza rispetto ai soliti deludenti risul-tati. Colpa quindi dei responsabili del

Lauria e Versace

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con onore a tutte le manifestazioni eu-ropee anche se con risultati talvoltabrillanti talaltra meno ma sempre di-mostrando tanta, tanta sportività e unacorrettezza esemplare.

Il modo di vivere il bridge nella mini-repubblica è davvero ammirevole e in-vito tutti a toccare con mano quanto af-fermo partecipando al torneo a squadreche l’instancabile Fiorenzo e i suoiconsoci/e organizzano ogni anno aLuglio. Ne vale la pena.

Per motivi che non starò a ripetere,ho avuto modo di seguire solo un tem-po dell’incontro giocato delle mento-niane contro le future vincitrici dellaMcConnell, un altro dell’Ottavo di fina-le, del Gruppo Midi contro le quotatis-sime cinesi poi giunte in Semifinale equalche mano giocata nel Coppie dallaArrigoni e dalla Olivieri contro la Gro-mova e la Ponomareva, ovvero controla coppia più titolata del mondo.

Bene, non ho mai avuto l’impressio-ne che le nostre fossero tecnicamentepiù deboli o psicologicamente più fra-gili delle loro rispettive avversarie. Conun’unica eccezione: il fatto che in unaoccasione una delle giocatrici, peraltroanche un’amica, mi abbia chiesto dispostarmi nell’altra sala perché, se no,si emozionava. La cosa, in se, non è cer-to grave ma, nel bridge dei giorni no-stri, basta elevarsi un minimo di livelloper ritrovarsi a giocare sotto i riflettori.Quindi bisogna farci l’abitudine. Se cisi emoziona per la presenza di un Be-netti qualsiasi all’angolo… addio.

È comprensibile, per carità, ve lo diceuno che, trovandosi nel bel mezzo diuna settimana di completo relax in Gre-cia, si è improvvisamente ritrovato agiocare in diretta su BBO con… non unsolo Lauria, ma addirittura due: primaCristiana e poi Lorenzo. Vi assicuroche, non tanto nel primo caso quantonel secondo, ci si può emozionare ailimiti della perdita di ogni facoltà men-tale.

O meglio… io mi posso emozionare aquesti livelli perché io non faccio ilgiocatore. Chi vuol fare il giocatore (o lagiocatrice), non può permetterselo. Al-lenarsi anche per questo.

Premesso che il numero di smazzateseguito non è certo così alto da dimo-strare scientificamente alcunché, tornoa ribadire che né la Rosetta e la DeLucchi contro due cinesi, né la Capriatae la Golin contro la Seamon-Molson ela Sokolow, né la Arrigoni e la Oliviericontro le russe mi hanno mai dato l’im-pressione di essere inferiori alle avver-sarie sotto nessun punto di vista.

Le prime, insieme alle loro compa-gne, (ancora un “Brave!” a tutte) nel-l’Ottavo hanno giocato alla pari controuna squadra sicuramente tra le più fortipresenti e hanno ceduto solo nel finale.

settore? Direi di no. Non solo e nontanto perché mi sembra che in questiultimi anni la Federazione si sia impe-gnata a fondo nel cercare di ottenere ilmeglio dalle nostre giocatrici, quanto esoprattutto perché sono convinto chetecnici e dirigenti, nel nostro come intutti gli altri sport, contino veramentepoco (o niente) sui risultati ottenuti sal-vo il caso in cui qualcuno, come nelbridge maschile, non prendesse sei don-ne e le mettesse in condizione di dedi-carsi solo ed esclusivamente al bridge.

Il che, al momento, non è ipotizzabi-le che avvenga né in Italia né in alcunaaltra parte del mondo eccezion fatta, midicono, e comunque in modo del tuttoparticolare, per la Cina.

Eppure, ve lo assicuro, quando unanostra coppia di vertice si siede controuna qualsiasi altra coppia, al tavolo nonsolo si capisce che tra le due non c’ègrossa differenza ma anche, lo si perce-pisce.

Lo si percepisce dall’atmosfera gene-rale, dal modo di comportarsi delle purblasonatissime avversarie e dal rispetto(talvolta quasi reverenziale) che le stes-se dimostrano nei confronti delle no-stre e dei sistemi che giocano. Qui era-no impegnate tre squadre italiane. Duefederali, una composta dalle trionfatri-ci di Mentone: Ferlazzo-Manara, Capria-ta-Golin e Buratti-Forti e l’altra dai quat-

tro sesti della Nazionale che ci rappre-senterà a Varsavia (Saccavini-Paoluzi ePomares-Torielli) più la Gigliotti e la DeBiasio che, a Varsavia, saranno sostitui-te dalla Arrigoni e dalla Olivieri. Inol-tre c’era una terza squadra, quella delGruppo Midi composta da Rosetta-DeLucchi e da Duboin-Tamburelli che, senon fosse stato per l’handicap di essereformata da solo quattro giocatrici,sarebbe stata all’altezza delle altre due.Il fatto che, alla fine sia stata quest’ulti-ma squadra la sola a superare il turnodi qualificazione, dimostra la validitàdi questo mio assunto ma non certo chequesta sia, in assoluto, una squadra mi-gliore delle altre due. Meno ancora di-mostra, però, che sia… peggiore. In ognicaso, ancora una volta, a parte il pas-saggio agli Ottavi delle quattro del Grup-po Midi, delusione totale e assoluta.

Un altro, anche se fugace, momentodi gloria, lo si è vissuto quando la squa-dra mista San Marino-Italia compostadalla più classica delle coppie femmi-nili della Repubblica romagnola, Per-lini-Stacchini, dall’altra sanmarinenseFilippi che giocava con la perugina Ur-bani e dalle toscane Mirolli e Cottone,alla fine del quarto turno di qualifica-zione si è trovata in testa alla classificadel proprio girone dopo aver battuto lequotatissime tedescoamenricane dellaBeker, squadra che poteva contare sullaAuken, la Von Arnim, la Deas, la Palmere la Sanborn (scusate se è poco). Anchese non strettamente connesso con l’ar-gomento di cui si tratta consentitemi aquesto punto di ricordare come i brid-gisti sanmariensi ed il loro vate Fioren-zo Fiorini ormai da anni tengano alto ilnome del loro bridge (che è un po’ an-che il nostro) partecipando sempre e

Bocchi-Duboin

VERONA...L’EVENTO

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Le seconde, nell’ultimo incontro diqualificazione che le vedeva contro leamericane poi vincitrici della coppa main quel momento niente affatto sicuredel passaggio del turno, hanno giocatoun match sicuramente alla pari con ungrosso errore in controgioco per parte(ci sta tutto). La sconfitta delle nostre èpraticamente derivata da una mano nel-la quale, sedute in Ovest dovete attac-care con queste carte:

� –� A F 7 5� 9 8 5 2� A 8 5 4 2

dopo che alla vostra destra Sud ha aper-to di 1� preparatorio, e ha poi dichia-rato poi 1 SA su 1� della compagnache ha chiuso a 3 SA. Dovete attaccaree mi sembra il classico caso in cui biso-gnerebbe avere una monetina a tre fac-ce per decidere come. La dichiarante po-trebbe avere la quarta sia di fiori che dicuori, quasi certamente non quella diquadri palo nel quale però, per far dan-ni seri, dovreste trovare la canasta inmano alla compagna. In mancanza dimonetina direi (in questo confortato daaltri ben più validi pareri) che l’attaccodi piccola fiori sia il più giusto… alme-no in linea teorica.

Questa la smazzata completa:

� R 5 3 2� 8 6 3� A 7 6 4� R D

� – N � A 8 7 6 4� A F 7 5 O E � 10 9 4� 9 8 5 2 S � D 3� A 8 5 4 2 � 10 6 3

� D F 10 9� R D 2� R F 10� F 9 7

La Molson mi ha personalmente spie-gato che la sua dichiarazione di 1SA,assolutamente fuori sistema, è scaturitadalla considerazione che, priva di valo-ri di taglio, preferiva giocare la manchea senz’atout con una presa in meno dafare. Questo la dice lunga sulla scienzadichiarativa delle altre rispetto alle no-stre non perché il ragionamento sia diper sé assurdo ma perché di modi perarrivare ad appurare se giocare 3 SA sia,in questo caso specifico, meglio che gio-care 4�, ce ne sono altri più tecnici emeno rischiosi. Comunque lei dichiaracosì, la Golin fa l’attacco della mano(qualsiasi altro avrebbe battuto), lei lagioca benissimo (dopo l’attacco fiori ladifesa non ha più chance di battere perpropri meriti causa l’impossibilità, perOvest, di tenere nello stesso tempo ret-

te e vincenti. Provare per credere) e man-tiene l’impegno. Si perde per questo. Visembra poi così assurdo che io sosten-ga che si giochi alla pari con chiunquevisto che si perde in un modo similecontro le future campionesse?

E non pensate che anche le altre, co-me le nostre, possano essere vittime disbandamenti paurosi quando le Cam-pionesse Olimpioniche e le detentricidella McConnell Victoria Gromova e Ta-tiana Ponomareva giocano così questiboard contro le nostre Gianna Arrigonie Gabriella Olivieri?

Finale Coppie - Board 25Dich. Nord - EO in zona

� D� 8 7 5 4� 8 5 4 3� F 9 6 2

� F 10 8 7 6 5 4 3 N � A 9� 9 O E � D F 10 6� A S � F 10 9 6� D 10 3 � A 7 5

� R 2� A R 3 2� R D 7 2� R 8 4

OVEST NORD EST SUD

Olivieri Gromova Arrigoni Ponomareva– passo 1 � contro4 � passo passo controfine

Attacco Asso di cuori e quadri. Gabriel-la prende, gioca picche per la Dama e ill’Asso del morto da dove gioca cuori.Quando Sud copre col Re (ma sarebbestato lo stesso se avesse lisciato), sco-pre: 4� contrate+ 1. Tutto abbastanzanormale?... Vedremo.

Finale coppie - Board 26

Dich. Est - Tutti in zona

� 8 5� A R 9� F 9 8 4� D F 10 6

� R 9 6 4 N � A 7 3 2� D 10 8 5 2 O E � F 6 3� 7 6 5 S � A� 2 � A R 9 8 5

� D F 10� 7 4� R D 10 3 2� 7 4 3

OVEST NORD EST SUD

Olivieri Gromova Arrigoni Ponomareva– – 1 � passo1 � passo 1 � passo2 � passo 4 � fine

L’attacco è Re di quadri. Gianna pren-de, tira Re e Asso di picche e poi giocacuori al 10 per il R di Nord che ripetequadri. Taglio e scarto dell’ultima qua-dri del morto sulla seconda testa difiori prima di rigiocare cuori. 4� fatte.Tutto abbastanza normale?...

Vedremo.

Finale Coppie - Board 27Dich. Sud - Tutti in prima

� A 8 4 2� A 2� R D 7 5 4� A 2

� D 10 7 N � R 9 6� 9 5 4 O E � D F� 9 2 S � A F 8 6 3� R D 9 8 4 � 10 6 3

� F 5 3� R 10 8 7 6 3� 10� F 7 5

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Sud gioca 4�. Per fare la mano deveriuscire a scartare una picche su un ono-re di quadri prima di pagare due presenel nobile nero e deve riuscire a taglia-re una fiori al morto. La difesa ha modoe tempo per impedirle di realizzare en-trambe le manovre. Le nostre ci riesco-no. 4� –1.

Anche qui tutto regolare?... Vedremo.Anzi vediamo subito se in questo, co-me nei due board precedenti, tutto è sta-to normale.

Giudicate voi: il primo board dà allenostre l’82%, il secondo il 79% e il ter-zo l’85%. Il che vuol dire che, media-mente, oltre l’80% delle giocanti di unaFinale mondiale non hanno saputo trar-re da questi 3 board gli stessi vantaggitratti da Gabriella e Gianna o, altra pos-sibilità, che la coppia più titolata delmondo sia incappata in errori di valu-tazione e di gioco evitati da oltre l’80%delle giocanti. Cosa significa tutto que-sto? Da un punto di vista tecnico e sta-tistico poco e niente ma, ancora unavolta, è un ennesima anche se piccolaconferma di due mie consolidate con-vinzioni: che le nostre non sono infe-riori a nessuno e/o che tra le altre, dimarziane non ce ne sono. Spero che aVarsavia le azzurre saranno così carineda potermi permettere di dire, il 26 Ago-sto «Lo vedete? Sono forti come dicevoio e stavolta l’hanno dimostrato».

SQUADRE E COPPIE SENIOR

Anche qui, non come nello squadreOpen ma quasi, avevamo molto da per-dere e poco da guadagnare. Anche senon siamo Campioni in carica comenell’open, infatti, è ancora fresco il ri-cordo della strepitosa vittoria dellasquadra Fornaciari nello squadre e diAbate-Morelli nel coppie a Tenerife unanno fa. Teoricamente vittorie di valoreminore rispetto a quelle di chi ha vintoqui o a Montreal ma, sul piano pratico,di valore assolutamente equivalente vi-sto che negli European Open (Tenerife)potevano, ed hanno di fatto giocato,squadre provenienti da ogni parte delmondo esattamente come qui e a Mont-real.

I riflettori, sul fronte italiano, eranopuntati sulla squadra che ci rappresen-terà agli Europei, ovvero quella di For-naciari che vedeva il capitano giocarecon Mariani, Ricciarelli con Baroni e, alposto di Abate-Morelli presenti a Tene-

rife, Arturo Franco con Farina. Si gio-cano 10 turni di swiss e le prime 8, sul-le 42 iscritte, vanno nei Quarti. Né lasquadra di cui sopra né l’altra su cui siappuntava l’attenzione di molti vistoche poteva contare su Garozzo in cop-pia con la Dupont, su De Falco che gio-cava con Romanin e su Cedolin-Balbisono riuscite ad inserirsi nelle prime 8mentre l’impresa è riuscita alla squadraMarino (Marino, Bettinetti, Battistone,Melli, Jelmoni, Bertolucci) che però èstata poi eliminata, con onore, va detto,nei Quarti dagli americorussoisraelianidi Markowicz futuri vincitori del Mon-diale. Loro (i mariniani intendo), han-no fatto il loro dovere e anche qualcosadi più, tutte le altre squadre italiane pre-senti si sono adeguate alle prove forni-te dagli open e dalle donne dando il lo-ro piccolo ma sentito contributo alla cau-sa della delusione generale.

Molte critiche sono state mosse allaformula applicata: incontri troppo cortie troppe poche le squadre contro lequali ci si misura rispetto al totale dellepartecipati. In una parola troppa inci-denza della sorte sull’esito finale. Ri-peterò sino alla nausea che formule cheaccontentino tutti non esistono e nonesisteranno mai. Queste critiche comun-que, come altre sentite in diverse occa-sioni, non sono però del tutto prive difondamento (quello del critico, in tuttii sensi, giuro che è il mestiere più faci-le del mondo) anche se, per quanto ri-guarda la seconda, va sottolineato chein un Campionato riservato ai Senior incui, nel novanta per cento dei casi, nonci sono squadre storiche e quindi facil-mente valutabili da un punto di vistatecnico, sarebbe davvero arduo sceglie-re delle teste di serie e formare dei giro-ni che abbiano anche solo una parven-za di pari qualità. Per quanto riguardal’incidenza della sorte, questa, nel brid-ge, è e sarà sempre un fattore se non de-terminante almeno decisamente influen-

te. La critica più seria che poteva esse-re fatta alla formula (ma che non ho sen-tito), era quella di tagliare fuori dai gio-chi prematuramente un grosso numerodi squadre rendendo così, per queste, laprosecuzione del campionato una noio-sa formalità.

Tornando alle cose di casa nostra, irisultati ottenuti dalla squadra Forna-ciari possono essere considerati allar-manti in chiave di Europei che si gio-cheranno tra poco più di un mese?

Preoccupanti forse sì, ma allarmantidecisamente no. No soprattutto perchéquella che molti considerano la coppia– sicurezza della squadra, Baroni – Ric-ciarelli, dopo aver attraversato (per am-missione degli stessi interessati) un mo-mento – no nel corso del Campionato asquadre, si è poi ripresa cogliendo unconfortante quinto posto nel Coppie.Sono sicuro, conoscendo e seguendo(bridgisticamente parlando, s’intende)da anni Franco e Marco che l’eccezio-ne, per quanto riguarda il loro rendi-mento, è quella rappresentata dal ren-dimento avuto nello squadre e la rego-la da quello avuto nel coppie. Su loropenso si possa tranquillamente contarecosì come si potrà contare su Ezio For-naciari e Carlo Mariani che, relata refe-ro, hanno fatto bene anche qui. Il veropunto è quello di capire quanto potràrendere la coppia new entry, ovvero lacoppia formata da Franco e da Farina omeglio quanto quest’ultimo sarà in gra-do di dare giocando col grande Arturo.Ancora una volta infatti, come avvieneda ormai quasi 40 anni, Arturo vienepresentato come uno dei più grandi ge-ni bridgistici di sempre ma anche comeun distruggicompagno. Devo dire cheper quanto appare a me e per come Fran-co si relaziona con me tutte le non mol-te volte che abbiamo occasione di in-contrarci e di parlare, mi riesce diffici-le vederlo nella veste di distruggitore dialcunché. A me sembra la persona più

Fantoni e Nunes con la coppia cinese.

VERONA...L’EVENTO

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tranquilla e paciosa del mondo. Ma co-me francologo, a differenza di come su-peresperto di bridge femminile, non so-no certo un’autorità planetaria assoluta.Pertanto, prendendo per buono quantomi viene detto e visto che un Campio-nato Europeo non si può giocare inquattro, posso tranquillamente afferma-re che, ottimisticamente ipotizzato unbuon rendimento medio delle altre duecoppie, il nostro Europeo Senior dipen-derà molto dalla capacità di Arturo diadattarsi al bridge di Farina che, comequello di quasi tutti gli altri mortali, èun bridge di livello inferiore al suo, edalla capacità di Farina di sopportaresgrullate di testa e sferzanti rimproveridi Franco a fronte di suoi errori pre-sunti o reali che siano. Confesso di averconosciuto Farina in questa occasione.Mi è parsa una persona simpatica, gen-tile e decisamente intelligente (moltodivertente quel suo libro su bridge e cu-cina) e quindi qualora (ma sono sicuroche non succederà), Arturo dovesse gio-care a fare l’Arturo anche a Varsavia,lui sarà sicuramente in grado di reggeree di giocare al meglio. Ma non ce ne sa-rà bisogno, vero Arturo? In conclusio-ne… moderato ottimismo per Varsavia.

Nel coppie, vinto da Nico Klaver eRoald Ramer, oltre a quella di Baroni eRicciarelli, buona la prova di De Falco-Resta, noni e di Fornaciari-Mariani, tre-dicesimi.

COPPIE MISTE

Anche qui avevamo molto da perde-re (Rossano-Vivaldi Oro a Lille e Bu-ratti-Mariani Oro a Bellaria) e abbiamoperso di tutto e di più. Ma prima di par-lare dei risultati ottenuti dagli italianiin questa specialità, comunque assolu-tamente in linea con quelli generali,cioè pessimi, va fatta una dovuta preci-sazione: ovvero che coppie italiane, pra-ticamente, non erano iscritte. Non insenso letterale, ovviamente, ma nel sen-so che nessuna delle coppie che hadato onore e medaglie all’Italia in que-sti ultimi anni nella specialità, con lasola eccezione di Lavazza-Duboin, Oro,ma nello squadre, agli Europei di O-stenda del 2002, era presente ai nastridi partenza. Al contrario, il resto delmondo era rappresentato al meglio equindi non c’è da meravigliarsi più ditanto del pessimo risultato dei nostricolori.

Cerchiamo di capire perché sia suc-cesso quello che è successo. Il bridge, èormai acclarato, a certi livelli è un gio-co riservato esclusivamente ai profes-sionisti. Bene, prendiamo ad esempiole due coppie miste più titolate e pro-babilmente più forti d’Italia: Rossano-Vivaldi e Buratti-Mariani: tre dei quat-tro giocatori citati sono professionisti e

quindi dal bridge devono trarre profittio, comunque, il bridge per loro nonpuò essere fonte di perdite. Premessoche quanto sto dicendo è solo ed esclu-sivamente frutto di mie deduzioni eche nessuno degli interessati mi haneanche vagamente fatto capire una co-sa del genere, trovo assolutamente nor-male che dei professionisti non parteci-pino ad una gara che per loro costitui-rebbe solo un esborso (non indifferen-te) di denaro visto che nessuno sponsorha alcun interesse ad ingaggiarli. Glisponsor, nel bridge, sono infatti tali so-lo ed esclusivamente per passione (noncredo che ci sia nessuno al mondo chepensi che il fatturato di gruppi come La-vazza o Angelini possa avere una varia-zione anche impercettibile o possa ave-re una qualche pubblicità economica-mente rilevante in seguito ai risultatiottenuti nel bridge) e quindi è impen-sabile che qualcuno paghi qualcun al-tro solo perché, magari, giochi con lamaglietta con il logo di una determina-ta azienda, negozio, albergo o quant’al-tro. Se poi sia compito o interesse dellaFederazione dare un contributo econo-mico a queste coppie e se magari l’ab-bia in effetti proposto, non saprei dirlo.Diciamo che, non trattandosi di un tipodi competizione per Nazioni, la cosa nonè certamente un dovere. Si può quindidiscutere sull’opportunità della stessama non certo sull’obbligatorietà. Unicoargomento contrario a questa tesi che èaddirittura ridicolo citare è che le altreFederazioni (ancora Cina esclusa), nonlo fanno. Ridicolo per almeno due mo-tivi: primo l’Italia, nel bridge, è una na-zione assolutamente all’avanguardiarispetto a tutte le altre e sarebbe quindinormalissimo che fosse lei la prima adindicare nuove vie; secondo l’Italia è,sempre e in ogni campo, un paese tal-mente anomalo che non ci sarebbe nien-te di strano se lo fosse anche in questocaso. Comunque rimane un fatto: glialtri (pur non assistiti) hanno parteci-pato, noi no. Perchè? È presto detto: ba-sta guardare il podio: Oro McCallum-Granovetter, Argento Levin x 2, BronzoStansby x 2, per rendersi conto che percoppie americane i cui componenti sa-rebbero comunque dovuti arrivare a Ve-rona (con viaggio pagato), per le squa-dre (ovviamente sponsorizzate) un paiodi giorni dopo, arrivare due giorni pri-ma, ha avuto, dal punto di vista econo-mico, un’incidenza davvero irrilevantee quindi hanno partecipato.

Della inesistente partecipazione ita-liana a questa gara (praticamente, salvorarissime eccezioni, erano iscritte solocoppie aventi diritto in seguito ai fami-gerati Simultanei), parlavo col DelegatoAtleta Amedeo Cecere il quale, comeme, si diceva stupito dell’assenza tota-le di tutte quelle altre coppie al vertice

dei valori italiani, ma formate da nonprofessionisti, che hanno disertato inmassa l’evento. Secondo Amedeo è in-spiegabile che gente per la quale il brid-ge è un interesse primario, non abbiacolto l’opportunità di disputare un Cam-pionato del Mondo in Italia. Concordoal cento per cento con lui ma questonon ci aiuta minimamente a capire ilperché ciò sia avvenuto.

Le ragioni possono essere molteplici(Cecere-Pomares, ad esempio, sono gran-di appassionati, sono una coppia mistadi valore assoluto ma… hanno due figlipiccoli e fanno due lavori seri). Una diqueste, e giuro che è l’ultima volta chene parlo, potrebbe essere di nuovo cer-cata nei catastrofici effetti del disastroEuro, un’altra nel fatto che molti, nonpotendo comunque assentarsi da casa edal lavoro per periodi troppo lunghi,hanno dovuto fare delle scelte ed han-no scelto Rosenblum, McConnell e/ocoppie Open o Donne.

Questi però, a parte l’effetto Euro cheha tragicamente colpito solo noi euro-pei, sono problemi comuni a tutti, nonsolo agli italiani e quindi non spiegano,se non in minima parte, il perché glialtri abbiano partecipato e noi no. Se-condo me la vera ragione della grandeassenza di coppie italiane va cercatanel fatto che gli agonisti italiani veriche, è inutile giocare con i numeri, nonsono più di tre o quattrocento, hannomediamente, nel corso dell’anno, im-pegni agonistici dalle tre alle sei voltepiù numerosi di quelli di tutti gli altribridgisti del mondo e quindi, ancorauna volta, c’è necessità di operare dellescelte e Verona, pur essendo l’eventopiù importante della stagione, non eracerto quello più a buon mercato. Atten-zione: questa mia non vuole essere inalcun modo una critica: il fatto che l’of-

TORNEO A COPPIE IMPVi riproponiamo la classifica finale del torneoa coppie a IMP, perché in quella pubblicatasulla rivista precedente, in conseguenza del so-lito “copia e incolla”, sono scomparsi i miglio-ri degli italiani, i sardi Giuseppe De Montis eGiorgio Zanardi, giunti quindicesimi con pun-teggio positivo di 69,5. Ci vorranno perdonare.

COPPIE IMP - CLASSIFICA FINALE

1. Tezcan Sen-Okay Gur 178.52. Bobby Richman-Zoltan Nagy 149.13. Irina Ladyzhensky-Al. Ladyzhensky 124.54. Gary Gottlieb-Peter Fredin 117.75. Laurent Thuillez-Wilfried Libbrecht 116.96. McKenzie Myers-Joel Datloff 111.67. Chuck Burger-Howard Perlman 110.68. Dan Manea-Gabriel Balita 106.09. Tommy Garvey-John Carroll 95.4

10. Manuel d’O. Capucho-Krzysztof Lasocki 87.5

............................

15. Giorgio Zanardi-Giuseppe De Montis 69.535. Enrico Longinotti-Giampaolo Franco 2.141. Stefano Cata-Giancarlo Marini –19.355. Angela De Biasio-Donatella Gigliotti –52.558. Valerio Giubilo-Guido Bonavoglia –63.8

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ferta sia così ampia e variegata dà modoa tutti di giocare a bridge quando, co-me, dove e quanto vogliono ma, ripetoè una constatazione di fatto: le gare sonotante, quelli che possono permettersi digiocarle tutte davvero pochissimi, quin-di bisogna operare delle scelte. Ergo…

Poco da dire per quanto riguarda lacronaca: Alfredo il Grande, che da pro-fessionista serio qual è, ha affrontatoanche quest’impegno con la dovutaconcentrazione, è stato in testa, in cop-pia con la svizzera Chantal Haemmerli,sino alla fine del primo turno di finaleper poi però chiudere solo al sessante-simo posto; Manuela Gemignani e Leo-nardo Cima (Bravi!!!), hanno corso co-perti ma poi, grazie ad un finale da ur-lo, sono riusciti ad inserirsi al decimoposto in classifica e, infine, Irene Ba-roni e Enrico Guerra (Bravi!!! Anche aloro) hanno colto un ottimo secondo po-sto nel Consolation qui elevato al rangodi un non meglio definito Plate. Altrodirvi non è che non so, neanche chenon vo’, ma proprio altro a dire non c’è.

COPPIE SIGNORE

Visto che anche in questo evento inmateria di cronaca concernente coppieitaliane non è che ci sia molto da dire,se non che, come nel Misto, anche quile nostre hanno brillato per latitanza to-tale di risultati appena appena positivi,proviamo a fare un discorso generalesul perché questo sia accaduto premet-tendo subito che, tra i tanti, questo eral’insuccesso più prevedibile.

Partiamo da lontano. Il Bel Paese, untempo, era un Paese nel quale, a bridge,si giocava nei Circoli e nel quale il brid-ge si imparava guardando i più forti gio-catori locali che, in qualche caso eranoanche i più forti giocatori del mondo edei veri e propri capi scuola. Valga sututti l’esempio di Napoli e di Chiaradia.Ma li si guardava giocare cosa? Partitalibera e tanto, tanto duplicato. Il torneoa coppie, che veniva giocato una voltaalla settimana, era l’eccezione. Non c’èquindi da meravigliarsi se anche allorai risultati ottenuti dalle nostre squadresia Open che (allora) Signore, composteda giocatori e giocatrici formatesi ap-punto in queste scuole fossero infinita-mente migliori di quelli ottenuti dallenostre coppie. Sia ben chiaro: non stosostenendo che un Benito Garozzo, unGiorgio Belladonna, una Rina Jabes o

una Anna Valenti siano stati quelli chesono stati perché allora si facevano piùduplicati e meno tornei, sto solo dicen-do che è abbastanza spiegabile che l’im-postazione generale del bridge di alloraportasse i nostri e le nostre dedicarsi equindi ad emergere più (tanto di più) incompetizioni a squadre che non in quel-le a coppie. Segnatamente le nostre Si-gnore, tra la fine degli anni sessanta edi primi settanta, sono state certamente,se non l’equivalente del favoloso BlueTeam, una squadra che partiva sempretra le superfavorite in tutte le competi-zioni di livello europeo e mondiale euna squadra che ha colto molti ed impor-tanti successi (Europei e Olimpiadi). An-che in quel periodo però, nel coppie,non contavamo affatto e questo, anchese non completamene, è almeno par-zialmente spiegabile per le ragioni so-pra esposte.

Quello che non si spiega, o almeno,quello che io non mi spiego, è perchéanche oggi nel coppie donne non si con-ti niente. Addirittura molto, molto me-no che nello squadre.

Non me lo spiego perché i Circoli dicui sopra (attualmente denominati As-sociazioni Sportive) sono, con rarissi-me eccezioni delle quali non ho co-munque conoscenza diretta, diventatitutti dei veri e propri torneifici. Ovveroluoghi in cui si fa un torneo il pomerig-gio e uno la sera sette giorni su sette oquasi. Il che, a mio parere, porterà, intempi più o meno lunghi alla morte delbridge. Ma questa è un’altra storia, nondivaghiamo troppo. A questi torneificiapprodano in massa tutti gli allievi ap-pena finiti i tre anni di corso, se nonprima e lì cominciano a competere consignore che passano il pomeriggio o, disera, con campioni che si stanno alle-nando senza soluzione di continuità econ l’unico scopo di prendere un pre-mio e/o di fare punti rossi (si chiamanoancora così?) che consentano loro di sa-

lire di categoria. Non è quindi difficileprevedere per loro un futuro se non di-sperato (nel senso di privo di speran-ze), almeno decisamente più in salita diquello di chi, anni fa, poteva sedersiall’angolo di un Forquet, di un Pabis, diuna D’Andrea o di una Robaudo, di ve-derli all’opera e poi, magari, di poteranche parlare di bridge con loro senzal’assillo di vedere la classifica e senzal’ansia di sentirsi dire che, in quellacerta dichiarazione o giocata, loro ave-vano ragione e il compagno torto.

Detto tutto il male possibile dei tor-neifici (potrei continuare ma pensopossa bastare), devo onestamente rico-noscere che un merito, almeno a livellopuramente teorico (visti i risultati dellenostre), dovrebbero averlo: ovvero do-vrebbero dare alle nostre giocatrici, gran-di consumatrici degli stessi, una buonaopportunità di allenarsi per competi-zioni a coppie. In poche parole, vistoche è dimostrato che la quasi totalitàdelle nostre giocatrici ha un tempo de-cisamente limitato da dedicare al brid-ge, il dato che lo facciano in competi-zioni in qualche modo omogenee conquella giocata a Verona, dovrebbe por-tare qualche risultato positivo. Il chenon è e, come al solito, io non possoesservi di nessun aiuto nel cercare dicapire il perché questo non avvenga.

In sede di cronaca da ricordare lebuone prestazioni fornite dalla Baroni edalla Campagnano e della Severgnini edella Gentili nelle qualificazioni che lehanno viste, rispettivamente, terminareal quinto e al settimo posto. Le due cop-pie però, come tutte le altre coppie ita-liane entrate in Finale, tra le quali il mi-glior piazzamento lo hanno ottenutoGabriella Olivieri e Gianna Arrigoni,non sono mai entrate in zona-podio enon hanno certo mai impensierito laLevitina e la Sanborn, vincitrici delCampionato né le altre coppie che aspi-ravano a salire sul podio.

Giorgio Duboin e Maria Teresa Lavazza.

VERONA...L’EVENTO

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Per concludere direi che in questaspecialità, a differenza di molte altre,più che un ritorno ad un inesistente glo-rioso passato, bisognerebbe augurarsiun qualche repentino cambiamento checonsenta alle nostre di diventare effetti-vamente competitive.

COPPIE OPEN

Credo che raramente l’espressionedulcis in fundo sia stata usata in unafattispecie più adatta di questa. I Fan-tunes, con il loro splendido Bronzo,sono infatti riusciti a rendere molto,molto meno amaro il gusto che, comun-que, ci rimane in bocca dopo questedue settimane veronesi. Qui infatti, co-me a Montreal quattro anni fa, Claudioe Fulvio sono stati, per tutti noi italia-ni, i protagonisti assoluti dell’ultimagiornata di questi Campionati quandol’enorme terreno di gioco era ormaiquasi deserto eccezion fatta per i tren-tasei tavoli dove settantadue coppiestavano contendendosi il titolo di Cam-pioni del Mondo. Settantadue si fa perdire perché come a Montreal il finale fucaratterizzato da un appassionante te-sta a testa tra i nostri da una parte e Ziae Rosenberg dall’altra con continui edemozionantissimi sorpassi e controsor-passi, qui le corse di tutti noi da un ta-volo all’altro, dalla sala Rama alla saladove si giocava erano tutte legate al-l’ansia di sapere subito anzi, subitissi-mo, come fossero andate le cose tra idue romani, Fu e Zhao e Levin e Wein-stein.

Lì fu Oro, qui è stato Bronzo, lì arrivòdopo il trionfo della Lavazza nella Ro-senblum, qui è arrivato dopo una seriedi insuccessi dei quali già sapevate datempo e dei quali avete appena riletto.Ma l’impresa compiuta dai nostri duealfieri è stata, se possibile, ancora piùentusiasmante di quella perché arrivatadopo che Claudio e Fulvio, come da lo-ro onestamente ammesso, non avevanocerto offerto una grande prova nella ga-ra a squadre. Il riuscire ad entrare inpartita dopo un paio di giorni da unadebacle di quella portata, il riuscire amantenere la concentrazione e a dare ilmassimo pur avendo iniziato l’ultimasessione di gioco con ol-tre due puntipercentuali e mezzo di svantaggio daiprimi, i francesi Bompis e De SainteMarie e con davanti, e non di poco,coppie come quella formata da Fu eZhao, o da Levin e Weinstein o daPszczola e Balicki, dimostra ancora unavolta, qualora ce ne fosse bisogno, chequesta coppia, che tutti noi ammiriamoogni giorno di più, ha uno, se non ilprincipale dei suoi punti di forza, nelcarattere e nella tenuta psicologica chenon li vede mai darsi per battuti.

Con questa impresa i Fantunes scri-

vono un’altra pagina di Storia del Brid-ge diventando l’unica coppie che, in qua-rantaquattro anni, sia riuscita a salireper due volte sul podio in questo Cam-pionato. A livello individuale qualcu-no ha fatto meglio di loro: il brasilianoMarcelo Branco ha conquistato due Ori(New Orleans 78 e Ginevra 90) ma condue compagni diversi: Cintra prima epoi quel Chagas che, sul podio, è salitoaddirittura tre volte (oro nel 90 appun-to con Branco e bronzo nell’ 82 e 2002),ma a livello di coppie, ripeto, nessunoera mai riuscito a fare quello che hannofatto Fulvio Fantoni e Claudio Nunes.Grandi!!!!!!

Dicevo che l’ultima sessione era ini-ziata con i nostri al decimo posto ma,dopo 16 board, ovvero più o meno algiro di boa, erano riusciti a recuperaretante posizioni e veleggiavano tra il se-condo e il terzo posto. A questo puntoperò, nel board 17, capita un incidentu-colo che ditemi voi se non avrebbestroncato le gambe a chiunque… tranneai Fantunes.

Finale Coppie - Board 17Dich. Nord - Tutti in prima

� 9 6� D 5 3� R 2� R D 10 8 5 4

� D F 10 8 5 N � 7 4 2� 8 7 O E � A R 10 6 2� D F 9 8 S � 6 5 4� 7 2 � A 6

� A R 3� F 9 4� A 10 7 3� F 9 3

OVEST NORD EST SUD

Nunes Vainikonis Fantoni Martens– passo passo 1 � (bil)1 � 3 � contro passo3 � passo passo 3 SApasso passo contro fine

Come è facile vedere a carte viste, l’at-tacco cuori batte, tutti gli altri, no. Nu-nes attacca Dama di picche e Martensnon ha difficoltà ad allineare 9 presecedendo l’Asso di fiori. 3 SA contrati efatti. Zero anche in Cina. Cina che, quirappresentata da Fu e Zhao, è sempremeno viCina. Bene, credete che al ter-mine della mano ci sia stato un solocommento? Niente di niente. Si imbus-sola, si prendono le carte del board suc-cessivo e…

Finale Coppie - Board 18Dich. Est - NS in zona

� D 6 5� 10 7 3� A R D 2� F 5 3

� 10 8 4 N � A R 9� 9 O E � R D F 8 4 2� 9 8 S � 5 4� A R D 9 8 7 2 � 10 6

� F 7 3 2� A 6 5� F 10 7 6 3� 4

OVEST NORD EST SUD

Nunes Vainikonis Fantoni Martens– – 2 � (ap. sbil) passo3 � passo 3 � (min) passo4 � fine

Niente di eccezionale? Può darsi. Ma

Marco Ricciarelli e Irene Baroni.

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sta di fatto che i Fantunes sono una del-le sole 7 coppie EO su 36 che riesce astar fuori dalla manche a SA o a cuori(4� non si fanno). Ripeto: forse non c’èniente di eccezionale ma che questo ot-timo risultato sia arrivato 30 secondidopo il TRESENZACONTROMI, fa me-ritare ai nostri un encomio solenne perla tempra dimostrata. Non, ovviamente,per la dichiarazione e l’attacco del board17

E che del famoso board 17 non si siarisentito più di tanto, lo dimostrano an-cora nel board 19 dove Claudio e Ful-vio chiamano, contro Multon e Zimmer-mann un 7� che viene mancato da 11delle coppie EO in gara con queste car-te in linea e questa dichiarazione:

Fantoni� A R 9 3 2� R F 8 6 4� A 9� A

NO E

S

Nunes� D 6� A D 7 5� 8 7 4 2� R 10 4

NORD SUD

1 � 2 �2 � 2 SA3 � 4 �4 � 4 �4 � 5 �5 � 6 �7 �

Nel board 21 i nostri sferrano un at-tacco che, prima di vedere i risultati deidiretti concorrenti, si poteva pensarefosse quello decisivo

Finale Coppie - Board 21Dich. Nord - NS in zona

� 7� A 8 3� A D 9 2� 7 6 5 4 3

� R 9 6 5 N � D F 4 3� F 9 6 4 O E � 7 2� 7 6 S � R 10 4 3� A D 8 � F 10 9

� A 10 8 2� R D 10 5� F 8 5� R 2

OVEST NORD EST SUD

Nunes Ciechomski Fantoni Jurek– passo passo 1 �passo 1 � passo 2 �passo passo contro surcontro2 � passo passo controfine

L’attacco è di singolo di picche daNord. Claudio entra di 9 dopo che Sudha fornito il 2 e continua con quadri alRe e quadri per il Fante di Sud chesembra aver capito tutto ma che però,

invece di giocare Asso di picche e pic-che, prova a confondere le acque gio-cando il 2 di fiori. Il dichiarante stabasso ed entra di 10 al morto da dovemuove quadri per il taglio di mano. OraAsso di fiori e Dama di fiori per il tagliodi Sud che, di nuovo, non gioca atoutma prosegue con Re di cuori e cuori perl’Asso di Nord che gioca ancora quadri.Sud non taglia, Claudio sì e proseguecon cuori taglio. La difesa riesce adincassare solo l’Asso di atout che, insie-me alla quadri, al taglio a fiori e alledue teste di cuori, porta a 5 il totaledelle sue prese. 2� contrate e fatte!Bene, pur essendo questa mano un topassoluto e pur avendo i nostri presouna mano molto buona nel board suc-cessivo controgiocando al meglio con-tro un parziale a picche degli avversari,guadagnano abbastanza, ma non mol-tissimo nei confronti dei cinesi e fannopa-ri, o quasi (138 punti loro 129 gliamericani sui 140 disponibili nei 2board) con Levin e Weinstein. Pensate ache ritmi si sta marciando.

Tutte le altre coppie in campo però,da questo punto in poi, sono di fattotagliate fuori dalla lotta per il primatoche diventa una faccenda privata cino-americo-italiana.

Si va avanti su ritmi altissimi sinoagli ultimi due board che i nostri si tro-vano a giocare contro gli olandesi Vin-cent Ramondt e Berry Westra in quelmomento quinti ad un punto percen-tuale circa di distacco dai romani, terzi.Se da un lato quindi si gioca per cerca-re di ottenere una medaglia di metallopiù pregiato, dall’altro si gioca per cer-care di rimanere sul podio il che, dopoil primo dei due board, sembra esser di-ventato alquanto problematico.

Finale Coppie - Board 29Dich. Nord - Tutti in zona

� A 9 8� 3 2� 9 3� R D F 9 8 3

� D 10 7 6 4 N � R F 5 3� 9 6 4 O E � F 8 7 5� D S � A 10 5 4� A 6 5 2 � 4

� 2� A R D 10� R F 8 7 6 2� 10 7

OVEST NORD EST SUD

Westra Fantoni Ramondt Nunes– 2 � passo 2 �passo 2 � passo 3 �passo 3 � passo 3 SAfine

L’attacco di Westra è a picche e Clau-

VERONA...L’EVENTO

Arturo Franco e Dano De Falco.

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dio non ha scampo: 4 picche e due Assisono il pedaggio minimo da pagare. I no-stri segnano –200 e ottengono solo 9dei 70 punti disponibili.

Ora siamo veramente al redde ratio-nem: un’altra mano negativa potrebbecostare il podio. Ma ancora una volta idue alfieri azzurri dimostrano di nonesser soggetti a sindrome da risultatonegativo e, nell’ultimo board giocato…

Finale Coppie - Board 30Dich. Est - Tutti in prima

� D F 10 3 2� F 10 6 5 2� D F� R

� 8 4 N � A 6 5� R D 8 O E � 9 7� A 8 7 3 S � R 10 6 4� 5 4 3 2 � D 9 8 7

� R 9 7� A 4 3� 9 5 2� A F 10 6

OVEST NORD EST SUD

Westra Fantoni Ramondt Nunes– – passo 1 SA (deb)passo 2 � passo 2 �passo 2 � passo 2 �fine

Il merito dei due in questa mano nonè tanto quello di aver stoppato a livellosicurezza (a 3 si va già sotto) laddovequalche coppia si è spinta un po’ trop-po, quanto quello di aver sfruttato ilmancato attacco a quadri di Westra, diaver fatto 9 prese pagando in tutto unaquadri, due cuori e l’Asso di atout e,soprattutto… di aver conquistato 52 deisettanta punti disponibili e il conse-guente Bronzo.

Prendendo spunto da questi ultimidue board, vorrei sfiorare appena un ar-gomento del quale si discute un po’: ov-vero quello riguardante la bontà del si-stema giocato dai Fantunes. Lungi dame l’idea di esprimere un parere tecni-co in merito, lasciate che ne esprima al-meno uno empirico.

Li seguo ormai da anni e vi assicuroche il sistema che giocano, indubbia-mente alquanto anomalo rispetto a quel-li giocati dalla maggiorana degli altrigrandi porta, a conti fatti, più vantaggiche svantaggi. Molti (si fa per dire: i po-chissimi che conoscono a fondo il siste-ma e sono all’altezza di esprimere giu-dizi in merito) non apprezzano partico-larmente l’efficacia delle loro aperturea livello 2. Io però, nel mio piccolo, honotato che, ammesso e concesso che leaperture a livello 2 siano quantomenolacunose, esse consentono però alla cop-

pia romana di restringere al massimo lepossibilità di distribuzione e di punteg-gio dell’apertore quando questi apre alivello 1 e, inoltre, le volte in cui cau-sano danni agli avversari, sono, ripeto,per quanto ho visto io in anni di ango-lismo, percentualmente superiori a quel-le in cui portano i nostri fuori contrat-to. Il che, chiaramente, non significache Claudio e Fulvio, potendo contaresulla collaborazione totale dei loro com-pagni di squadra tra i più forti sistemi-sti del mondo, non potrebbero apporta-re al sistema qualche ritocco che lo ren-derebbe ancora più efficace di quantogià non sia. Ma i risultati ottenuti dallacoppia romana nell’ultimo quadrien-nio: 2002 Campioni del Mondo a Cop-pie, 2003 Coppa dei Campioni e Ar-gento ai Mondiali al loro esordio in Na-zionale, 2004 Coppa dei Campioni, Oroagli Europei e Oro alle Olimpiadi, 2005Coppa dei Campioni e Oro nella Ber-muda Bowl oltre a un’infinità di CoppeItalia e di Campionati Italiani vinti, mifa dire, sicuro di interpretare l’opinionedella stragrande maggioranza dei letto-ri, che una coppia come questa, che sifa ammirare non solo per i risultati maper l’etica e la correttezza che sempredimostra, sono fiero e felice che giochiper l’Italia e non per altre Nazioni. Che

modifichino o non modifichino il siste-ma, io ringrazio il Dio del bridge che hadeciso di farli nascere qui e non altro-ve. Noi ce li teniamo, gli altri continui-no ad invidiarceli.

Come pure, da anni, ci invidiano unaaltra coppia: quella formata da GiorgioDuboin e Norberto Bocchi che hannoottenuto il miglior piazzamento tra lealtre coppie italiane in gara, quindice-simi. Mi rendo perfettamente conto chequesto risultato poco aggiunge al blaso-ne dei due (per citare le loro vittoriedovrei consultare 20 anni di Bridge d’Ita-lia, mi limito a ricordare 2 Olimpiadi,una Bermuda Bowll, una Rosenblume… 5 Europei) ma comunque… è un ri-sultato. Un risultato che, tra l’altro, do-vrebbe consentire a Giorgino Duboin dispodestare Lorenzo il Magnifico comeleader della classifica mondiale. Credoche sia così ma visto che mi dicono (ionon ho la più palla idea di come vi siacceda) che il sito della WBF è fermo al3 giugno, non sono in grado di confer-marvi il dato. Quello che sono in gradodi confermarvi è che la classifica deimaster è ormai affare privato tra italia-ni il che, dopo la fatal Verona, serve aricordarci che, Verona o no, i padronidel mondo siamo ancora noi.