La Gru Partigiana, ottobre 2011

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L’estate 2011 è stata particolarmente intensa, basta pensare alle proposte di abolizione delle feste nazionali del 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno contenute nella finanziaria. L’A.N.P.I. intende promuovere la partecipazione dei cittadini per una mobilitazione permanente sul tema della democrazia e della non violenza su scala globale, come già indicato da Aurelio Peccei, intellettuale antifascista torinese arrestato e torturato nel 1944 dai fascisti nelle famigerate carceri di via Asti a Torino, dove ha condiviso la cella con il nostro Presidente Antonio Falbo. Nel 1968 Peccei fondò il Club di Roma, aprendo la strada alla critica dei limiti dello sviluppo e alla pratica della sostenibilità antropica in equilibrio con le risorse finite del pianeta. Per questo occorre stringere di più i contatti con tutte le associazioni, i movimenti e i cittadini che combattono ogni giorno per la tutela dei diritti e dei beni comuni, Emergency, Comitati Acqua Bene Comune, ARCI, ATTAC, il movimento studentesco, i NO TAV, le Agende Rosse, le donne di “Se non ora quando”, il Coordinamento Torino Pride, il Coordinamento 15 Ottobre, le associazioni di giovani immigrati… sono solo alcuni dei soggetti con cui costruire insieme un vasto fronte di evoluzione democratica italiana, iniziando dall’attuazione della volontà del popolo italiano, sancita con la vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011, la prima grande vittoria democratica contro la politica neoliberista conquistata sul territorio nazionale: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali! Partecipa anche tu, è aperto il tesseramento 2012: Ora e sempre: Resistenza! Sommario a pagina 2 Anno 1 Periodico della Sez. A.N.P.I. Grugliasco “68 Martiri” n° 3, ottobre 2011

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Periodico della Sezione ANPI "68 Martiri" Grugliasco

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L’estate 2011 è stata particolarmente intensa, basta pensare alle proposte di abolizione delle feste nazionali del 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno contenute nella finanziaria. L’A.N.P.I. intende promuovere la partecipazione dei cittadini per una mobilitazione permanente sul tema della democrazia e della non violenza su scala globale, come già indicato da Aurelio Peccei, intellettuale antifascista torinese arrestato e torturato nel 1944 dai fascisti nelle famigerate carceri di via Asti a Torino, dove ha condiviso la cella con il nostro Presidente Antonio Falbo. Nel 1968 Peccei fondò il Club di Roma, aprendo la strada alla critica dei limiti dello sviluppo e alla pratica della sostenibilità antropica in equilibrio con le risorse finite del pianeta. Per questo occorre stringere di più i contatti con tutte le associazioni, i movimenti e i cittadini che combattono ogni giorno per la tutela dei diritti e dei beni comuni, Emergency, Comitati Acqua Bene Comune, ARCI, ATTAC, il movimento studentesco, i NO TAV, le Agende Rosse, le donne di “Se non ora quando”, il Coordinamento Torino Pride, il Coordinamento 15 Ottobre, le associazioni di giovani immigrati… sono solo alcuni dei soggetti con cui costruire insieme un vasto fronte di evoluzione democratica italiana, iniziando dall’attuazione della volontà del popolo italiano, sancita con la vittoria referendaria del 12 e 13 giugno 2011, la prima grande vittoria democratica contro la politica neoliberista conquistata sul territorio nazionale: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali! Partecipa anche tu, è aperto il tesseramento 2012: Ora e sempre: Resistenza!

Sommario a pagina 2 �

Anno 1 Periodico della Sez. A.N.P.I. Grugliasco “68 Martiri” n° 3, ottobre 2011

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SSOOMMMMAARRIIOO

33 –– CCoonnssuullttaa AAnnttiiffaasscciissttaa ddii FFuullvviioo NNNNNNNNOOOOOOOOTTTTTTTTIIIIIIIIZZZZZZZZIIIIIIIIEEEEEEEE DDDDDDDDAAAAAAAALLLLLLLLLLLLLLLL’’’’’’’’ AAAAAAAA........NNNNNNNN........PPPPPPPP........IIIIIIII........ 44 –– RRiisscchhiiaa ddii ssppaarriirree aa UUddiinnee iill llaaggeerr ddeeii ccrrooaattii ee ddeeggllii sslloovveennii 55 –– LL’’AANNPPII ssuullllaa mmaanniiffeessttaazziioonnee ddeell 1155 oottttoobbrree 66 –– 1155 oottttoobbrree:: iioo cc’’eerroo,, eeccccoo ccoossaa hhoo vviissttoo ddii CCeecciilliiaa 77 –– UUnn ppeennssiieerroo ppeerr iill CCoommppaaggnnoo GGiiuusseeppppee SSeerrrraa

IIIIIIIINNNNNNNNIIIIIIIIZZZZZZZZIIIIIIIIAAAAAAAATTTTTTTTIIIIIIIIVVVVVVVVEEEEEEEE 88 –– DDoonn GGaalllloo:: rreessiisstteennzzaa ee ssoolliiddaarriieettàà ddii AAlleessssiiaa 1100 –– AArrttee RReessiisstteennttee ddii FFeeddeerriiccoo

1111 –– IInniizziiaattiivvee iinn pprrooggrraammmmaa!! 1122 –– CCrroonnaaccaa ddii uunnaa mmaarrcciiaa ddii ppaaccee ddii SStteeffaannoo AAAAAAAATTTTTTTTTTTTTTTTUUUUUUUUAAAAAAAALLLLLLLLIIIIIIIITTTTTTTTAAAAAAAA’’’’’’’’ 1133 –– IInntteerrvviissttaa aall PPrreessiiddeennttee AAnnttoonniioo FFaallbboo ddii LLaauurraa 1144 –– VVeerrddee,, bbiiaannccoo ee rroossssoo.. AAtttteennzziioonnee aarrrriivvaa iill nneerroo!! ddii GGaabbrriieellee

1155 –– EEmmeerrggeennccyy ssuull 1100°° aannnniivveerrssaarriioo ddeellll’’ aaggggrreessssiioonnee mmiilliittaarree iinn AAffgghhaanniissttaann

LLLLLLLLaaaaaaaa RRRRRRRReeeeeeeeddddddddaaaaaaaazzzzzzzziiiiiiiioooooooonnnnnnnneeeeeeee

ddaa ssiinniissttrraa::

TTaanniiaa NNiiccoo,, RRiiccccaarrddoo PPiiccccoollii,, GGlloorriiaa FFaabbbbrrii,, FFuullvviioo GGrraannddiinneettttii,, FFaabbrriizziioo GGrraannddiinneettttii,, SSiillvviioo VVaauuddaaggnnoottttoo,, AAlleessssiiaa TTeeooffiilloo,, LLiivviioo SSeerraa,, FFeeddeerriiccoo NNaassoo,, SStteeffaannoo DDaarrcchhiinnoo iinn ffoottoo aa BBaallmmaarroossssaa,, NNooaassccaa ((TTOO)),, dduurraannttee iill 33°° wweeeekk--eenndd ddii ffoorrmmaazziioonnee mmiilliittaannttii ddeellllaa SSeezziioonnee

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L'A.N.P.I. invita la cittadinanza a partecipare alla Consulta Antifascista Comunale

Oggi viviamo in un clima di revisionismo politico e mediatico della storia, di nostalgie fasciste e di metodi autoritari, di cancellazione dei diritti conquistati in decenni di lotte e sacrifici e di continui attacchi alla Costituzione della Repubblica nata dalla Resistenza, volti all'eversione dello Stato democratico e repubblicano. Esponenti dei partiti di destra , attualmente al governo, vogliono eliminare i valori della guerra di Liberazione: inneggiano al nazifascismo , rievocano personaggi del ventennio dedicando loro monumenti e strade, propongono provvedimenti razzisti in Parlamento e negli enti locali, perseguono la frantumazione del territorio nazionale e persino la secessione , insultano l'identità unitaria nazionale rappresentata dal tricolore italiano e di cui quest'anno ricorrono i 150 anni. Noi dell’ANPI vogliamo ricordare i provvedimenti di chiaro stampo neofascista più recenti e più vergognosi (ce ne sono tanti) del governo Berlusconi e dei suoi alleati, di ieri e di oggi: - la proposta di cancellazione della XII disposizione finale della Costituzione, che vieta la ricostituzione del partito fascista; - la proposta di legge Fontana n°3442 del 28 aprile 2011, con cui si tenta ancora una volta di equiparare i Partigiani ai repubblichini di Salò, servi del Terzo Reich nazista; - la proposta di spostamento delle feste nazionali di Liberazione dal nazifascismo (25 aprile), della Repubblica (2 giugno) e la festa internazionale dei lavoratori (1° maggio), di fatto cancellandone la memoria e il significato. Inoltre il governo Berlusconi vuole cancellare la volontà popolare espressa democraticamente dalla maggioranza assoluta dei cittadini nei referendum del 12 e 13 giugno scorsi e soffocare la cultura dei beni comuni e della transizione a stili di vita più sostenibili, in equilibrio con l'ecosistema, nuova frontiera globale per una democrazia autenticamente compiuta. Ecco perché l'Antifascismo non rappresenta solo la memoria del passato, ma i cardini dell'impegno e della lotta nel presente: - sia per la difesa del patrimonio storico, politico e morale della Resistenza , contro vecchi e nuovi revisionisti di qualunque provenienza; - sia per la concreta attuazione della Costituzione ; - sia per l’organizzazione della mobilitazione con l'obiettivo di costruire nel concreto una Democrazia radicata nei territori e fondata sul lavoro, sui diritti e sui beni comuni. Un segnale incoraggiante è rappresentato dai tanti giovani che scelgono di aderire all'ANPI per rilanciare l'Antifascismo del XXI secolo con una "nuova stagione" di militanza politica , da vivere con impegno, passione, determinazione e creatività. In quest’ottica, l’ANPI sta collaborando con il presidente del Comitato Medaglia d’Argento, Giuseppe Rizzo, per istituire la Consulta Antifascista comunale permanente, che sostituirà il Comitato e di fatto ne costituirà l’evoluzione. Noi dell’ANPI auspichiamo l'adesione alla Consulta Antifascista di numerosi cittadini, associazioni, gruppi, circoli, movimenti, parrocchie, comitati di quartiere per ribadire ancora una volta, dopo 67 anni dall'eccidio nazifascista dei 68 Martiri del 29 e 30 aprile 1945, che Grugliasco è stata, è e sarà sempre Antifascista. L'ANPI, come sempre, sarà presente in forze e farà la propria parte.

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Nel campo di Visco i fascisti rinchiusero più di tremila persone

Rischia di sparire a Udine il lager dei croati e de gli sloveni Il campo di concentramento di Visco (Udine), lager dell’esercito italiano che tra il 1941 e il 1943 ha ospitato circa 3 mila sloveni e croati, rischia di diventare un centro commerciale. Di questo ne hanno parlato anche alcuni media nazionali rimarcando i disastri prodotti dalla pulizia etnica fascista. Fra il 1941 e l’8 settembre del 1943 il regime fascista e l’esercito italiano misero in atto un sistema di campi di concentramento in cui furono internate decine di migliaia di civili jugoslavi, in particolare sloveni e croati, oltre a serbi e montenegrini. Nel lager di Visco furono rinchiusi moltissimi bambini e donne. Il presidente della SKGZ (l’Unione Culturale Economica Slovena – Slovenska Kulturno Gospodarska Zveza) Rudi Pavsic, la maggiore delle organizzazioni

rappresentative della comunità slovena del Fiuli Venezia Giulia, riguardo a questa vicenda ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nella missiva Pavsic evidenzia come le vicissitudini storiche hanno messo a dura prova gli sloveni in Italia che hanno subito soprattutto le conseguenze dell’odio fascista durante il ventennio più buio della storia italiana. Nonostante ciò non hanno mai ceduto all’odio ed alla discriminazione razziale, dimostrando una forte volontà nella difesa della propria identità, della propria lingua, della cultura e dei diritti sociali. Il prezzo che il popolo sloveno ha pagato per difendere i valori della libertà e della democrazia è stato molto alto. Molti degli appartenenti alla comunità slovena sono stati deportati nei vari campi di

concentramento e campi di lavoro sparsi in tutta Europa. Lo scrittore Boris Pahor ne è

una testimonianza vivente. Il

fascismo ed il nazismo hanno scritto anche sulla pelle degli sloveni le pagine più buie della storia mondiale, mietendo soprattutto vite di vittime innocenti. Rab (Arbe), Visco, Gonars e molti altri campi di concentramento rimarranno nella storia come singoli della negazione della dignità umana. L’opinione pubblica internazionale ha indicato questi fatti tra i più feroci accanimenti verso l’essere umano, la cui genesi va ricercata proprio nel nazismo e nel fascismo. Senza il nazismo ed il fascismo non ci sarebbe stata la Seconda guerra mondiale e le sue ripercussioni successive. Gli sloveni sono stati vittime di questi orrori. Insieme agli ebrei ed ai rom erano iscritti negli elenchi dei popoli da annientare. Pavsic, nella lettera al presidente Napolitano, esprime inoltre la preoccupazione che assilla le forze democratiche slovene ed italiane in merito agli avvenimenti di Visco ed esprime la convinzione che dal Quirinale si dovrebbe intercedere, affinché questo simbolo della sofferenza di migliaia di esseri umani venga risparmiato e protetto.

tratto da “Patria Indipendente” del 25 settembre 2011

Questo articolo ci è stato gentilmente concesso da “Patria Indipendente”, periodico della Resistenza e degli ex-combattenti, rivista nazionale dell’A.N.P.I. È il giornale di tutti gli Antifascisti, che, come te, onorano la Resistenza, sostengono la Repubblica, praticano la Costituzione. Vi troverai approfondimenti storici e sull’attualità sociale e politica. Merita il tuo sostegno! Per abbonarsi a “Patria Indipendente”: Annuo : 25 € Sostenitore : da 45 € Arretrati : 5 € a copia Versamento sul c/c 609008, intestato a “Patria Indipendente”.

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L'A.N.P.I. sui fatti di Roma: "Non è con leggi eccezionali che si reprime la viol enza"

Questo il documento che il Comitato nazionale dell'ANPI ha approvato il 19 ottobre, a commento dei gravi incidenti avvenuti a Roma durante la grande manifestazione del 15 ottobre. Il Comitato Nazionale dell’ANPI, a fronte dei gravissimi fatti accaduti sabato scorso a Roma; nell’esprimere la più sentita solidarietà a tutti coloro - e in particolare ai giovani - a cui è stato impedito di esercitare liberamente e pacificamente un diritto costituzionale, tanto più rilevante in quanto contemporaneamente veniva esercitato in tutto il mondo (e senza incidenti), ed a tutti coloro che hanno subito danni dalla violenza di un gruppo di estremisti reazionari; condanna , nel modo più fermo, il comportamento di coloro che sono scesi in campo solo per praticare la violenza ed impedire una civile manifestazione di protesta, producendo danni gravissimi a persone e cose; ribadisce che è compito dello Stato garantire la libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di riunione, per cui non ha senso rispondere ad un atto di odiosa violenza con divieti che, prima ed invece di colpire i violenti, finiscono per limitare i diritti dei cittadini, al di là e al di fuori della Carta Costituzionale; depreca che una incomprensibile gestione dell’ordine pubblico non solo non sia riuscita a prevenire quanto accaduto ma addirittura abbia esposto la città di Roma, i manifestanti pacifici (che peraltro non hanno potuto svolgere la loro manifestazione) e gli stessi agenti di polizia e carabinieri a subire violenze ed attacchi, non essendo preparati e attrezzati adeguatamente per respingerli; si oppone fermamente ad ogni ipotesi di interventi polizieschi ed autoritari sulla scia delle emozioni suscitate dalla sciagurata giornata di Roma; non è con leggi eccezionali che si reprime la violenza, ma applicando rigorosamente la normativa vigente e prevenendo ogni tentativo di violenza; esprime seria preoccupazione per i rigurgiti di aut oritarismo e di fascismo che si affacciano continuamente, in varie forme, nel nostro Paese approfittando di un “clima” ritenuto favorevole e della disgregazione della vita politica e istituzionale del nostro Paese; si appella alla coscienza civile ed alla sensibilit à di tutti i cittadini perché rispondano alla violenza con le armi della democrazia, vale a dire con l’esercizio dei fondamentali diritti civili e politici, la partecipazione, la manifestazione convinta di una decisa volontà di svolta e di cambiamento, verso un sistema politico e istituzionale rispondente finalmente ai principi contenuti nella Costituzione; ribadisce che solo l’unità di tutte le forze democr atiche può salvare il nostro Paese dal degrado civile, sociale e politico in cui è precipitato e che ormai è divenuto intollerabile per ogni cittadino consapevole dei diritti inalienabili e degli stessi fondamenti della democrazia.

Roma, 19 ottobre 2011

IL COMITATO NAZIONALE A.N.P.I.

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15 ottobre 2011: io c’ero, ecco cosa ho visto Ho deciso di partecipare alla manifestazione del 15 Ottobre a Roma perché mai fino ad ora avevo assistito ad un movimento di protesta contro il sistema politico, economico e finanziario a livello mondiale. Già in viaggio verso Roma si potevano percepire diverse aspettative in merito alla manifestazione: i giovani temevano scontri mentre gli adulti speravano in una manifestazione pacifica. Giunti nella capitale, appena fuori dalla stazione Termini, ho notato gruppi di persone con caschi e spranghe che passavano senza timore davanti alla polizia. Quest'ultima, anche di fronte all'evidenza delle loro intenzioni, non ne ha fermato neanche uno per identificarlo: erano le ore 12.30. Davanti all’Università La Sapienza era evidente che la tensione stesse salendo e che la manifestazione non sarebbe stata del tutto pacifica; ma anche qui non vi era

traccia della polizia. Alle 14.30 del pomeriggio mi trovavo con il gruppo del movimento non violento all'imbocco di Via Cavour. Eravamo veramente tantissimi: un fiume di gente che ricopriva piazza della Repubblica, Via Cavour e le vie circostanti. Il corteo non è avanzato per quasi un' ora a causa dell'affluenza di gente dalle vie laterali e dalle prime incursioni dei “black block”. Quando siamo riusciti ad avanzare, ho visto uno scenario da guerriglia urbana: macchine bruciate, vetrine distrutte, cassonetti rovesciati. Ma intorno a me vedevo soltanto un immenso corteo pacifico di cittadini. Grazie ai cellulari che ci fornivano notizie in tempo reale abbiamo appreso che la polizia non era intervenuta minimamente a fermare i “black block”, anzi, erano gli stessi manifestanti a cercare di arginarli e allontanarli. Mentre gran parte dei manifestanti era ancora in via Cavour, la testa del corteo era quasi giunta in piazza San Giovanni. Da li a poco si è trovata chiusa tra la guerriglia dei “black block” e la risposta della polizia. Avevamo capito tutti che quest'ultima aveva ricevuto ordini di non intervenire se non dopo che l'immagine di un corteo pacifico fosse irrimediabilmente rovinata. Io come tanti non sono neanche riuscita a raggiungere piazza San Giovanni. Era ormai tardi e dovevamo tornare ai pullman per ritornare verso casa. Sulla via del ritorno il sentimento comune era di delusione per una manifestazione rovinata , per aver perso l'occasione di far sentire la nostra voce. Ora rimane la speranza di trovare un modo per riuscire ed agire e mostrare la nostra indignazione.

Cecilia Rendina

“Agitatevi, perchè abbiamo bisogno del vostro entusiasmo.

Organizzatevi, abbiamo bisogno della vostra forza. Studiate, abbiamo bisogno della vostra intelligenza.” Ordine Nuovo, 1919, Antonio Gramsci

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Un pensiero per il compagno Giuseppe Serra L’8 Novembre, presso la Chiesa di San Cassiano a Grugliasco, si è svolto il funerale del compagno Giuseppe Serra, Partigiano combattente in Val Sangone nella 43° Divisione Autonoma “Sergio De Vitis”, Brigata “Secondo Nebiolo”. Classe 1928, salito in montagna a sedici anni insieme al papà Camillo, è stato per circa 30 anni protagonista della vita politica cittadina nel Partito Socialista ricoprendo sia il ruolo di consigliere comunale e sia quello di assessore. “Non ero politicizzato, no, però in casa mia avevo sentito parlare contro il duce e ricordare i tempi in cui c'era libertà di parlare, e di far sciopero per farsi valere: questo mi è servito, era solo un'infarinatura ma voleva dire essere già abituati a certi discorsi.” (testimonianza di Giuseppe Serra a cura di Gianni Oliva, 1989)

tessera 2012

sono aperte le iscrizioni

Domenica 9 ottobre abbiamo portato il saluto della nostra Sezione alla commemorazione di Ernesto Guevara e dei suoi compagni uccisi in Bolivia nel 1967. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, dal Comune e dall’ANPI di Collegno. Tra le istituzioni presenti, ricordiamo il Sindaco di Collegno, l’Assessore Paolo Macagno, l’Assessore Tiziana Manzi, il Presidente ANPI di Collegno Sen. Luciano Manzi (primo sindaco in Europa a dedicare una piazza ad Ernesto Guevara), il Presidente dell’Associazione Italia-Cuba e il console generale di Cuba in Italia. Sono circa le 18.00 quando Don Gallo, prete partigiano e fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, entra al museo della Pace e della Resistenza di Collegno: sciarpa rossa al collo, intona Bella Ciao accompagnato da tutti i presenti.

Ecco alcuni stralci del suo lungo intervento �

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RESISTENZA E SOLIDARIETÀ Don Gallo alla commemorazione in ricordo del Che e dei suoi compagni

«Il mio compito qui è ricordare a voi che siete cittadine e cittadini sovrani, ma questo proprio per appartenenza alla famiglia umana, unica, perché tutti discendiamo dallo stesso ceppo ancestrale... Dalla striscia di Gaza un ragazzo, un mio amico, Vittorio Arrigoni, che messaggio ci ha lasciato? Diciamolo tutti insieme: RESTIAMO UMANI, RESTIAMO UMANI, RESTIAMO UMANI! » «C'era un periodo in cui Fabrizio De Andrè mi chiedeva di leggergli in continuazione un passaggio della biografia di Einstein: lui, grande fisico ma ebreo, deve lasciare la Germania perché è iniziato il nazifascismo. Arriva a New York, all'ufficio immigrazione, e alla domanda di un ufficiale che gli chiede: «Tu, di che razzia sei?», Einstein alza gli occhi sorridente e risponde: "UMANA"». «Io sono stato un giovanissimo partigiano. A liberazione avvenuta (avevo 17 anni e 2 mesi), il generale Alexander, comandante in capo delle truppe alleate, rilasciò ai partigiani un certificato insieme a 10.000 lire. Ricordo

che molti comandanti lo rifiutarono perché sul diploma invece di esserci scritto “partigiano” c'era scritto “patriota”. Ricordate che il patriottismo è l'ultimo rifugio dei furfanti! Pensate solo a quante “missioni di pace” abbiamo visto negli ultimi 20 anni. La Russa appena è stato nominato Ministro della Difesa ha messo la mimetica e non l'ha più tolta... Anche mio fratello rinunciò a quel diploma, così io stasera non sono manco caporale. Però, a chi lo vuole, io stasera do il certificato da partigiana e partigiano. Cosa significa essere nella Resistenza? Essere part igiano e partigiana. E che vuol dire? Scegliere da che parte stare! Io sarò sempre coi Cubani! Qualunque difficoltà abbiano! Sono anni che compagni continuano a sparare a zero contro Fidel Castro e gli altri compagni cubani. State zitti, si fa presto a chiacchierare! ». « È crisi di sistema, cari compagni. Voi oggi dovete dare una risposta al capitalismo. Dovete pensare a tutti i disastri che da anni e anni porta il capitalismo. Pensate alle distruzioni, alla situazione del mondo, alla finanza, alla crisi. Ricordate che, avendo il monopolio dell'informazione, i primi scopi del capitalismo sono questi: primo, distruggere le istanze collettive e lo stare insieme (guardate come hanno diviso i sindacati, che si sono lasciati dividere); secondo, distruggere l'essere in sé, che vuol dire la coscienza critica, il pensare. Bisogna ricostruire i rapporti». «Nel ‘68 io ero alla Statale di Milano, avevo 40 anni. C'era un'assemblea come questa, preparavano un corteo. Il leader era Mario Capanna, di cui sono amico ancora adesso. Un ragazzo si alza e dice: “Compagni e compagne, non andiamo più in corteo. Basta! La polizia ci ha già dato tante di quelle botte...il potere è forte!”. Mario Capanna, era un vero leader, si alzò e disse: “Il potere è forte? NO! I poteri sono fortissimi: poteri economici, poteri delle mafie, il potere moralistico della chiesa cattolica, a volte l'integralismo islamico e le religioni...”. E si buttò per terra. Poi si alzò di scatto: “I poteri sono fortissimi, ma non sarà perché noi strisciamo per terra? SU LA TESTA!”.. Ecco cos'è la Resistenza: quando uno comincia ad alzare la testa, prende coscienza». «Vi devo dire un segreto...tu, console, non dirlo in giro: sono, da anni, consigliere di Papa Ratzinger. Mi chiama quando vuol sentire la voce de popolo. Due mesi fa, arriva uno dei miei drogati e dice: “Guarda, giù di sotto è arrivata una limousine, sono in 2, vogliono te” “Davvero? E da dove arrivano?” “C'è una targa, ma non ci capisco niente: SCV”. E un altro ragazzo lì, che ce l'ha sempre con i preti: “Diglielo al Gallo, SCV vuol dire: Se Cristo Vedesse!”... Pensate, era il Papa: “Caro Don Andrea, ti abbiamo fatto chiamare, perché tu sei sempre in mezzo al popolo. Tu sai che con il nostro predecessore, abbiamo sempre sostenuto il governo Berlusconi. E

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l'abbiamo fatto per il bene delle anime, per il bene della Chiesa...”. Io stavo per dire: “No, Santo Padre, l'avete fatto per l'ICI, gli aiuti alle scuole cattoliche...Rompete i coglioni con la bioetica e la sessuofobia...”. Ma non ho detto niente, volevo vedere dove andava a parare. Allora mi guarda: “Sai, adesso ci è venuto qualche dubbio...”. (Ce n'è voluto di tempo!) “E quindi, Don Andrea, cosa dice il popolo? Berlusconi è un uomo di fede?” “Santo Padre! Guardi che si sta sbagliando! È Fede che è un uomo di Berlusconi!» «Dicono che le ideologie non ci sono più...FALSO! Le ideologie, i valori esistono, sono nel cuore di ciascuno di noi...solo che ce li lasciamo rubare e avvelenare...». «Una volta un cardinale mi ha convocato, e mi ha mostrato delle lettere dicendomi: “Guarda cosa scrivono di te i fedeli! Che stai con le puttane, con i drogati, con gli ultimi, fai i cortei..”. E io, cercando di sdrammatizzare: “Ma scusi, eminenza, Gesù come si sarebbe comportato?”. Lui è rimasto stizzito: “Ah, ma se la metti su questo piano..”. Ma su che piano la deve mettere un Cristiano, se non seguire Gesù!» «La prima cosa che nasce dall'Assemblea Costituente è l'unità! Matrice comunista, matrice socialista, matrice liberale, matrice monarchica, il Partito d'Azione, la matrice cattolica, la matrice repubblicana. E nasce la Costituzione... Mi ha colpito, qualche mese fa, quello che mi ha detto il procuratore generale antimafia, il Dr Grasso, alla settimana dei diritti: “Gallo, pensa, basterebbe applicare la Costituzione e la mafia sarebbe sconfitta”». «Nelle scuole, per il centocinquantesimo dell'Unità d'Italia, si doveva festeggiare leggendo il discorso di Piero Calamandrei sulla Costituzione: Quando io leggo nell’art. 2, “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, o, nell’art. 11, “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, la patria italiana in mezzo alle altre patrie, dico: ma questo è Mazzini; o quando io leggo, nell’art. 8, “tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge”, ma questo è Cavour; nell’art. 5, “la Repubblica una e indivisibile riconosce e promuove le autonomie locali”, ma questo è Cattaneo (io dico.. quando uno della Lega Nord parla di secessione è da arrestare!); o quando, nell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate, ”l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi; e all’art. 27, “non è ammessa la pena di morte”, ma questo, è Beccaria». «Io sono venuto qui stasera a mettermi in discussio ne, compagni. Dopo avervi visto, domani sarò più uomo, sarò più cristiano, più non violento , più anticapitalista, più antifascista. E come sempre, sopra a tutto, metto una spruzzatina di ana rchia, davanti a qualunque sopruso. E allora su la testa!».

Don Gallo chiude il suo discorso sventolando una

bandiera della pace e pronunciando queste parole, e noi con lui:

«HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!»

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Prossime iniziative Novembre – Dicembre 2011

Sabato 19 Novembre h 10.30-12.00 Torino, Teatro Regio, piazza Castello 215

Grande raduno partigiano

L’ANPI Provinciale di Torino, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Torino e tutte le altre associazioni partigiane, ha organizzato un grande raduno partigiano al Teatro Regio di Torino. A tutti i Partigiani e i Patrioti verrà consegnata una pergamena di riconoscimento e una spilletta a forma di fiore, la rosa rossa “Bella Ciao”, ideata da un compagno dell’ANPI di Ravenna. Si tratta di un evento storico, senza precedenti, inquadrato nell’ambito delle iniziative dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Domenica 20 Novembre h 9.30-12.00 Grugliasco, piazza 66 Martiri

Presidio Antifascista: apertura tesseramento ANPI

Al gazebo sarà possibile iscriversi all'ANPI; ricevere notizie sull'attività della Sezione, dell'ANPI Provinciale e Nazionale; abbonarsi a Patria Indipendente, rivista nazionale ANPI; trovare copie del giornalino di Sezione "La Gru Partigiana" e altre pubblicazioni in offerta libera; cantare canzoni partigiane; prendere visione di fotografie storiche di Grugliasco; ci sarà anche qualcosa da mangiare. In caso di maltempo, l'iniziativa si svolgerà presso la Sezione ANPI, via La Salle 4, secondo piano. La tessera ANPI ordinaria costa 15,00 €, per gli studenti delle scuole superiori 10,00 €.

Domenica 4 Dicembre h 9.30-12.00 Grugliasco, piazza 66 Martiri

Presidio Antifascista: ricordo degli attentati neof ascisti

Grugliasco 4/12/1969 Tentativo di incendio alla Sezione comunista “66 Martiri” che si trova nell’omonima piazza di Grugliasco. Nei giorni precedenti si sono verificate altre provocazioni alla FIAT Mirafiori, alla Pianelli e Traversa di Rivoli, e alla sede di una sezione del PSIUP di Torino. Fonte: Questionario del Comune di Torino, “L’Indagine sull’Attività Neofascista in Piemonte Aprile 1975”

Domenica 4 Dicembre h 15.00-18.00 Grugliasco, Sezione ANPI, via la Salle 4

Formazione militanti ANPI: i 68 Martiri di Gruglias co h 15.00 Proiezione video "La lunga scia di sangue" h 16.00 Dibattito e presentazione documenti storici L'ANPI di Grugliasco organizza un pomeriggio di formazione per militanti, iscritti e simpatizzanti sulla strage nazifascista dei 68 Martiri di Grugliasco. Sarà proiettato il video “La lunga scia di sangue” a cui seguirà dibattito. Saranno analizzati i documenti storici e le testimonianze riguardanti l'eccidio. Saranno inoltre presentati documenti inediti che gettano nuova luce sulle responsabilità italiane dell'eccidio.

Gazebo: Domenica 11 Dicembre Grugliasco, piazza 66 Martiri h 9.30-12.00 Presidio Antifascista per la Pace e la Democrazia:

Domenica 18 Dicembre Grugliasco, piazza 66 Martiri h 9.30-12.00 Presidio Antifascista per la Pace e la Democrazia

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In cammino: cronaca di una marcia della pace È sempre così. Quando ti svegli dopo un lungo viaggio notturno su un bus, non sai dove cominciare a descrivere i dolori che provi in quell’istante. Provi a smuoverti da quello che è stato il tuo letto, staccandoti come una figurina Panini e lasciando un’ombra di sudore ancorata al sedile. Scendi dal pullman e incroci uno sguardo altrettanto devastato. Fai un cenno in cui provi ad esprimere tutta la tua solidarietà, mentre l’altro risponde uguale. Un istante dopo sei in coda per prendere qualcosa da mangiare. Arranchi un piede dopo l’altro e alla fine sei al bancone. Biascichi: “Un cappuccino e un croissant, per favore”. Un paio di sorsate di quella sbobba calda e senti finalmente che il cervello non è più in standby. Uscito dal locale vedi il tuo gruppetto seduto per terra. Senti di voler portare anche a loro un po’ della tua felicità mattutina e entusiasta gli chiedi: “Dove sono gli altri?”. Una voce ti risponde: “In bagno”. Istintivamente volgi lo sguardo ad una coda che prosegue anche fuori dal bar. Un’oretta dopo il gruppo è finalmente in marcia. Ma appena girato l’angolo ecco che rimane imbottigliato in mezzo ad una piazza piena di gente. Più volte ti balena in testa: “Ma cosa o chi stiamo aspettando?”. Ma non importa: cominci a sentirti parte di questa moltitudine di persone venuta da ogni parte del Bel Paese, è qui tutta intorno a te, crede nei tuoi stessi ideali. E poi c’è il tuo gruppo, come dimenticartelo? Cominci a familiarizzare, a chiacchierare un po’ timidamente.

Vedi che qualcosa si smuove là davanti. Si montano gli striscioni, poi si inizia a cantare qualche canzone, a leggere dei brani dai libri, a recitare poesie. E poi il tempo comincia a scorrere velocemente. Anche quando interrompi il tuo parlare, alzando gli occhi osservi tutto intorno a te una fiumana enorme di tanti altri gruppi in perfetta serenità. A quel punto ogni minima preoccupazione non può che svanire. Forse sei ancora lontano, le tue

gambe cominciano a protestare, hai finito i panini e hai ancora un appetito tremendo, ma quello che conta è il camminare tutti assieme verso una stessa meta, per gli stessi valori. Non te ne sei quasi accorto e tra mezz’ora parte il pullman! Magari volevi salire fino su ad Assisi, non ci sei mai stato. Certo che il tuo gruppo si è preso un po’ troppe pause! Però è altrettanto gratificante sdraiarsi “comodi” per terra, addormentandosi insieme agli altri; oppure ripensando a quanti passi ti sei lasciato alle spalle. Sei di nuovo sull’autobus. Ormai parlare è quasi impossibile, dato che uno

dopo l’altro i tuoi compagni di viaggio stanno crollando. Sfogli tutti i volti che hai incontrato o anche solo notato. Sono tantissimi, e sono solo una minima parte di quelli che effettivamente erano lì a marciare. Tutti per la pace. Il popolo non vuole la guerra , che da sempre è solamente un mezzo usato da alcuni per guadagnare denaro e potere, nulla di più. Di questo sei certo. E ti addormenti, consapevole di doverti preparare per molti altri viaggi.

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“Quella scena terribile mi si presenta ogni volta c he la ricordo”

Laura Nico, giovanissima militante della nostra Sezione, intervista il Presidente Antonio Falbo sulla sua esperienza di Partigiano

«Non è un'Italia che noi volevamo». Le parole del Partigiano Antonio Falbo, Presidente dell’ANPI “68 Martiri di Grugliasco, sono pesanti come piombo. Spesso lui si chiede se ne è valsa la pena partecipare alla Resistenza, combattere per la libertà; una libertà di cui spesso noi – che non abbiamo provato ciò che si definisce “dittatura” – abusiamo, calpestiamo sotto i piedi come fosse uno straccio vecchio. Sono cambiate molte cose dalla Resistenza ad oggi. Il partigiano ha sottolineato che la Resistenza non è stata solo “rossa”; bensì è stata una lotta a cui parteciparono tutti coloro che volevano combatterlo: volontari, partigiani, civili, parroci. Per quanto riguarda il signor Falbo, lui era un giovanotto allora: aveva solamente 20 anni, apparteneva alla 90° brigata “Matteotti” e combatteva nelle Valli di Lanzo. Ricordare quegli attimi ancora oggi lo fa commuovere: le sue mani tremano e nei suoi occhi bagnati dalle lacrime si legge

chiaramente l'angoscia di quei momenti terribili. «Quella scena terribile mi si presenta ogni volta che la ricordo»; questa è stata la frase per introdurre la descrizione di quattro giovani (fra cui anche Valentino, compagno di gioco di Antonio Falbo) che furono massacrati e successivamente impiccati dai Tedeschi vicino a Porta Susa. Anche Falbo ha passato momenti di vero terrore: per tre mesi è rimasto prigioniero dei fascisti nella caserma di via Asti, perché tradito da un amico di sempre, Vito La Manna: per il solo fatto che sapeva suonare la tromba è riuscito a fuggire. Questa pagina di storia è stata tragica; lo raccontano le storie dei Partigiani e le

agghiaccianti foto scattate nei campi di concentramento. Tutto ciò deve insegnare molto a chiunque, che siano bambini, ragazzi o adulti. Noi dobbiamo ritenerci fortunati perché abbiamo conosciuto da vicino, abbiamo sentito da viva voce queste storie da persone che hanno "toccato con mano" queste esperienze. Auguro ai posteri e a tutti noi di imparare molto dai libri di storia e di riuscire a capire fino a fondo, molto più di quanto abbiamo fatto fino ad oggi affinché questo non accada più. Né oggi. Né mai. Per questo partecipo all’ANPI: la memoria genera impegno.

Laura Nico

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Verde, bianco e rosso. Attenzione arriva il nero! In un periodo di fazioni politiche colorate, torna in voga il nero

In un periodo di subbuglio ideologico e politico come quello che stiamo vivendo oggi in Italia se ne sentono e vedono di tutti i colori... Pensiamo alle continue ed esasperanti grida di "se-cce-ssio-ne! Se-cce-sio-ne! Se-cce-sio-ne!" che echeggiano nel nord d'Italia, urlate da uomini in VERDE pronti ad armarsi contro il napuli o il calafricano, che utopicamente sognano una stato padano; pensiamo alle pagine in BIANCO che vorrebbero lasciare, e lascieranno, nella storia o sulla nostra Costituzione; pensiamo alle toghe "ROSSE" così definite da Silvio Berlusconi. Fino a qui tutto nella norma, abbiamo creato pure il tricolore, frasi del genere le sentiamo tutti i giorni sui TG ormai non ci preoccupiamo neanche più. Dovremmo preoccuparci molto di più di idee nostalgiche di alcuni uomini. Il problema si è presentato nel luglio 2005, quando Gaetano Saya veniva indagato e arrestato ai domiciliari per aver creato all'interno del Dipartimento studi strategici antiterrorismo (Dssa) una sorta di «polizia» parallela nel settore della lotta al terrorismo. Ed è qui si presenta il nuovo colore: il NERO. Il nero delle divise fasciste, il nero della negazione dei diritti dell'uomo... Gaetano Saya si ripresenta diversi anni dopo il suo arresto con un

“Programma per la liberazione dell’Italia” (http://gaetanosaya.org/?page_id=571) che si snocciola in 25 punti, che riprendono il concetto di nazionalismo del ventennio fascista, citano teorie del super uomo e del concetto di razza, e promettono lavoro e tenore di vita più alti di quelli odierni grazi e a riforme che ricordano "vagamente" la battaglia del grano. Se si fosse limitato a stendere un programma non sarebbe stato un problema, ma oltre a questa stesura, il leader del partito ultranazionalista italiano, sta recludanto uomini attraverso il suo sito internet. E' possibile infatti sostenere il partito con una donazione di circa 90 € grazie alla quale si avrà la tessera e una divisa, composta da pantalone, cintura, camicia, cravatta di colore rigorosamente nero o

ocra(ci ricordano niente?!); anche le donne possono aderire, non come iscritte ma come simpatizzanti. Vorrei sottolineare che le metafore dei colori sono del tutto estranee al pensiero politico di ogni singolo cittadino: se ti vesti di nero non sei un fascista o se ti vesti verde non sei un leghista. Quello di cui dovremmo preoccuparci maggiormente non è il colore del vestito/divisa che indossano un partito politico e i suoi appartenti, ma è il contenuto dei programmi e il bacino umano a cui attinge il partito stesso. Dovremmo essere cittadini ITALIANI, che quindi si riconoscono nella COSTITUZIONE, anche quando votiamo.

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Comunicato di Emergency sul 10° anniversario dell'a ggressione militare in Afghanistan

Cari amici di Emergency, ricorre in questi giorni il decimo anniversario dell’ennesima aggressione militare in Afghanistan. Quella cui orgogliosamente partecipa anche il nostro paese. La casta politica italiana dal 2002 a oggi ha sempre approvato in modo bipartisan le spese per la guerra in Afghanistan - camuffata da “missione di pace”. Per tenervi una media di 3.000 soldati, ha speso fino a ora quasi 4 miliardi di euro. Il danaro delle nostre tasse per la guerra, contro la nostra Costituzione, contro le nostre coscienze.

In dieci anni Emergency ha speso in Afghanistan 55 milioni di euro. Con poco più dell’1 per cento di quello che i governi italiani hanno speso per la guerra, Emergency ha realizzato 3 Centri chirurgici, un Centro di maternità, una rete di 29 Posti di primo soccorso e Centri sanitari, curando oltre 3 milioni di persone di tutti i grupp i sociali, di tutte le parti politiche, di tutti i credo religiosi. Il lavoro di Emergency, non i blindati, è il pezzo di Italia che gli afgani apprezzano. Le vittime non capiranno mai le motivazioni di chi porta lutti e miseria, le ragioni di chi semina terrore per combattere il terrorismo, di chi pratica la guerra per fare finire la guerra. Che cosa avrebbe potuto fare l’Italia per gli sfortunati cittadini afgani, che sopravvivono in mezzo alla guerra da ormai trentacinque anni? Come si traducono 4 miliardi di euro? In migliaia – non centinaia – di ospedali, cliniche, scuole. Peccato che i soldi ci siano sempre per la guerra, mai per costruire la pace e i diritti. Persino i soldi che i cittadini hanno deciso di destinare agli aiuti umanitari attraverso il 5 per mille non sono ancora stati erogati. I soldi sono lì, nelle loro banche, i cittadini li hanno versati nel 2009, ma il governo preferisce tenerseli il più a lungo possibile. Questo sta creando a Emergency grandi difficoltà economiche, perché i nostri ospedali e le nostre cliniche non possono aspettare i tempi della politica, hanno bisogni urgenti, immediati, concreti. Per questo vi rivolgiamo un appello a sostenere economicamente Emergency ora più che mai. Per poter continuare a lavorare, a curare persone, a portare umanità nella barbarie della guerra. Grazie Gino Strada 7 ottobre 2011

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A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Ente Morale D.L. N°224 del 5 Aprile 1945

Sezione “68 Martiri” di Grugliasco

DIFENDI LA DEMOCRAZIA!

ADERISCI ALL’A.N.P.I.!

Cos’è l’A.N.P.I.? L’A.N.P.I. è l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, fondata nel 1944 ed elevata a Ente Morale il 5 Aprile 1945, aperta a tutti i cittadini democratici e antifascisti che si riconoscono nei valori della Costituzione nata dalla Resistenza e si impegnano a continuarne il cammino.

Cos’è la RESISTENZA? La RESISTENZA è il termine che indica l’impegno comune di liberi individui, partiti, movimenti e forze armate che si opposero politicamente e militarmente alla costituzione della Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini e all’occupazione nazista del Terzo Reich. La Resistenza costituisce il fenomeno storico in cui si individuano le origini della Democrazia e della Repubblica italiana .

Perché aderire all’A.N.P.I.? Per vivere attivamente il proprio impegno civile quotidiano. Per tutelare la Costituzione dai tentativi di stravolgimento. Per condividere i valori di Libertà , Democrazia e Antifascismo . Per la Giustizia e per la Pace, per la tutela dei Beni Comuni . Per essere Cittadini del Mondo .

GENERAZIONE DOPO GENERAZIONE

GLI STESSI VALORI

Info e contatti: Fulvio 349/8880282 Sede: riunione venerdì 21.00-23.00 in Sezione, via La Salle 4 a Grugliasco

Sito web: www.anpigrugliasco.blogspot.com

Facebook: ANPI Grugliasco e-mail: [email protected]