La Grande Crisi - Le Ragioni Di Una Speranza Di Giovanni Passali

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Diocesi Suburbicaria di Albano Ufficio dell’Economato Incontro con i membri dei Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici Seminario Vescovile - 1 febbraio 2012 La Grande Crisi Le ragioni di una Speranza Capire le ragioni profonde della crisi economica (e monetaria) per ritrovare le ragioni di una possibile Speranza Testo e immagini a cura del Dott. Giovanni PASSALI SOMMARIO 1. Cosa abbiamo capito della crisi? 2. Eccesso di Debito 3. Eccesso di Moneta 4. Definizione di Moneta 5. Moneta e Fiducia 6. Moneta di Stato 7. Strumenti Monetari Complementari 8. Un punto di svolta

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Diocesi Suburbicaria di Albano

Ufficio dell’Economato

Incontro con i membri

dei Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici

Seminario Vescovile - 1 febbraio 2012

La Grande Crisi

Le ragioni di una Speranza

Capire le ragioni profonde della crisi economica (e monetaria)

per ritrovare le ragioni di una possibile Speranza

Testo e immagini a cura del Dott. Giovanni PASSALI

SOMMARIO

1. Cosa abbiamo capito della crisi?

2. Eccesso di Debito

3. Eccesso di Moneta

4. Definizione di Moneta

5. Moneta e Fiducia

6. Moneta di Stato

7. Strumenti Monetari Complementari

8. Un punto di svolta

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“Sebbene innumerevoli siano i mali da cui solitamente sono indeboliti

regni, principati e repubbliche, i principali sono però, a mio giudizio,

quattro: discordia, mortalità, sterilità delle terre, e svalutazione della

moneta. I primi tre sono tanto palesi che nessuno li ignora: ma il

quarto, attinente alla moneta, è considerato solo da pochi e solo dai più

attenti, perché manda in rovina gli stati non d'un sol colpo, ma

gradualmente e nascostamente.”

(“Monetae Cudendae Ratio”, Niccolò Copernico)

CAPITOLO 1 - Cosa abbiamo capito della Crisi?

Ci hanno raccontato che i mutui subprime sono all'origine della crisi. Ma i conti non tornano: come è possibile che una parte dei mutui di un solo stato abbia mandato in crisi l'intera finanza mondiale? Forse l'intero sistema finanziario è un subprime? Della crisi abbiamo capito quello che ci hanno raccontato gli esperti. Ma gli esperti, cosa hanno capito della crisi?

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“Non includere la finanza nei modelli acroeconomici è stato uno dei fallimenti più clamorosi. I nostri calcoli non ritraevano quello che stava accadendo” (Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'economia). “Il rapporto ospita le testimonianze di politici e tecnici che ricoprivano incarichi fondamentali e dichiarano di non capire” (da Il Sole24Ore del 14 Febbraio 2011, oltre tre anni dall'inizio della crisi). Nel frattempo, cosa accadeva nell'economia REALE? Come si stava sviluppando la crisi economica?

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“I prezzi immobiliari sono crollati più che durante la Grande Depressione” Mentre in Italia:

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IN CONLCUSIONE: non hanno capito nulla della crisi. E con l'esplosione della crisi, quale soluzione hanno adottato le Banche Centrali? HANNO STAMPATO MONETA ! Ma questo non crea INFLAZIONE e BOLLE SPECULATIVE? E di fronte al pericolo dell'INFLAZIONE, cosa hanno fatto le Banche Centrali? Si sono preoccupate del BENE COMUNE, oppure dei loro bilanci e dei loro interessi? Le banche centrali hanno comprato ORO, facendone innalzare il prezzo e di fatto contribuendo all'innalzamento generalizzato delle materie prime. Se infatti perfino le banche centrali, che producono moneta, vanno a comprare oro, vuol dire che ritengono la loro stessa moneta di dubbio o scarso valore. Quindi tutti i grandi investitori cercheranno di disfarsi della moneta e acquisteranno materie prime, facendone alzare i prezzi, con conseguenze disastrose per l'economia reale.

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CAPITOLO 2 - ECCESSO DI DEBITO

Questo è il grafico del Debito Totale Usa (governo, famiglie e imprese) in rapporto al Pil. Da notare che siamo ad un livello molto superiore al massimo toccato durante la Grande Depressione degli anni 30. Ma il grafico non è aggiornato, ultimamente il debito totale è cresciuto molto. Ricordiamo che Obama ha ottenuto dal Congresso il superamento della soglia dei 15 trilioni di dollari per il debito federale. Questo invece è il grafico dei paesi che hanno l'euro. Da notare la crescita repentina dal 2008, dovuta ai salvataggi delle banche.

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L'immagine è presa dal sito ufficiale della Bce. Per fronteggiare il DEBITO, gli stessi esperti dicono che occorre la crescita del PIL. Ma nessuno dice mai che, per poter sostenere la crescita del PIL, prima o poi occorre una maggiore quantità di Moneta circolante. Nell'attuale sistema monetario, tutta la Moneta viene creata dal sistema bancario. Il sistema bancario conosce un solo modo di creare Moneta: ADDEBITANDOLA. Una maggiore quantità di Moneta provoca necessariamente una crescita del DEBITO del sistema economico.

CAPITOLO 3 - Eccesso di Moneta

Le banche centrali nascono storicamente con l'intento di sottrarre ai governi la possibilità di creare moneta in eccesso, con il rischio di indurre successivamente una forte inflazione, con effetti disastrosi per l'economia reale. Ma in concreto, come si è comportata la Bce in questi anni? I grafico seguente è stato preso dal sito ufficiale della Banca Centrale Europea (Bce).

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Il grafico mostra con evidenza che la Bce e le banche centrali nazionali hanno aumentato in continuazione la massa monetaria (in questo caso si tratta dell'aggregato monetario M3), senza tenere in minima considerazione i vari cicli economici. Ma tutta questa moneta, dove è finita? Nei mercati finanziari, come confermato anche da un autorevole studio di tre economisti della Banca d'Italia del 2007. La situazione degli Usa, con il dollaro, è ancora peggiore, come mostra il grafico seguente. Per comprendere la gravità della situazione, occorre ricordare che le banche centrali creano solo moneta-debito, per cui tentano di tappare una falla oggi, creando un disastro per domani. La quantità di moneta presente nei mercati finanziari è tale che si stima sia circa 60 colte il Pil del mondo. Solo il nozionale dei derivati OTC (prodotti finanziari speculativi ad alto rischio) è pari a circa 12 volte il PIL del mondo. Ma il gioco è ormai scoperto, e non potrà durare ancora per molto. Le banche saranno pronte per fornire fiumi di denaro, ma nessuno vorrà quel denaro, tutti avranno il terrore di indebitarsi.

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CAPITOLO 4 - Definizione di Moneta

Gli economisti definiscono la Moneta come un qualsiasi strumento che assolve alle tre funzioni monetarie di base:

1. Unità di conto 2. Mezzo di scambio 3. Riserva di valore

Tale definizione è INSUFFICIENTE, poiché non si può definire un oggetto descrivendone le sue funzioni. Si definisce un oggetto descrivendo la sua CLASSE di appartenenza (per esempio, “un bicchiere è un recipiente”). Proprio la confusione sulla definizione di Moneta ha permesso un suo utilizzo disinvolto, senza comprendere fino in fondo le proprietà ed i limiti di tale oggetto e favorendone una gestione senza criteri e soggetta agli inevitabili interessi di parte. Pure la definizione di Moneta come strumento di misura del Valore, seppur necessaria, è insufficiente. Già il giurista prof. Auriti, da sempre critico con l'attuale sistema monetario e finanziario, osservava che la Moneta è “misura del valore e valore della misura”. Quale definizione, allora? Questa è la definizione che io propongo e che mi sembra sufficientemente completa.

La Moneta è uno strumento TEMPORALE di COESTENSIONE del VALORE.

La moneta è ovviamente uno strumento di misura del valore. In che senso la moneta è uno strumento temporale? Occorre ricordare che la moneta nasce come strumento di soluzione nelle quali il baratto comportava un indebitamento e una attesa temporale per completare certe transazioni più complicate, nelle quali l'oggetto desiderato da una delle parti non era disponibile immediatamente.

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In questo caso, l'utilizzo dello strumento monetario produce un risparmio di tempo. A questo corrisponde in concreto il modo di dire che “il tempo è denaro”: lo è letteralmente! In ogni transazione economica si ha anche una “coestensione” del valore. Infatti, per chi vende una penna, il valore non è solo il costo del materiale, ma soprattutto il valore del lavoro, insieme al valore aggiunto dell'opera. Allo stesso modo, anche chi compra la penna, la compra per scrivere, cioè per svolgere un'opera il cui valore eccede il valore del prezzo di acquisto. Quindi per entrambi i soggetti, nell'atto di compravendita si realizza una estensione del valore della compravendita. Cosa comporta questa definizione? Ci si accorge che l'Euro è uno strumento monetario molto limitato, poiché TUTTI gli euro circolanti sono in realtà moneta-debito. Invece di utilizzare una pura Moneta, come moneta utilizziamo un DEBITO. Non solo. Una economia in continua crescita, avrà bisogno di una massa monetaria crescente. Se lo strumento monetario viene creato solo a DEBITO, anche il debito sarà continuamente crescente. Di fronte alle crisi di liquidità di banche e stati, il sistema monetario non ha trovato altra soluzione che creare nuova moneta. Ma con le attuali regole, nuova moneta vuol dire nuovo debito. Il crollo dell'intero sistema monetario e finanziario è più di una possibilità concreta, è una conclusione prevedibile. La questione della definizione della Moneta non è solo una questione tecnica, ma più profondamente una questione culturale. I banchieri e gli esperti si illudono di creare moneta, ma di fatto creano liquidità. Non sono la stessa cosa: la liquidità è statica per definizione; mentre la moneta è circolante per definizione. L'attuale sistema monetario internazionale, orfano e ignaro di una corretta definizione di moneta, mostra qui tutti i suoi limiti. In effetti, mentre nei mercati finanziari è presente una quantità enorme di liquidità, nell'economia reale assistiamo ad un fenomeno di rarefazione monetaria. In queste condizioni, le azioni poste dalle banche centrali non sono efficaci né

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utili all'economia reale. Le banche creano soprattutto liquidità, mentre l'economia reale avrebbe bisogno di Moneta.

CAPITOLO 5 - Moneta e Fiducia

Ma c'è un altro aspetto della questione monetaria che viene ignorato, ed è invece di capitale importanza. La moneta sorge storicamente come strumento per risolvere il rapporto tra debitore e creditore. Ma tale rapporto è da sempre intrinsecamente religioso, tanto che è letteralmente riportato nelle parole del Padre Nostro: “...rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori...”. La natura religiosa di tale rapporto è confermata anche dal prof. Massimo Amato, docente di storia della moneta alla Bocconi di Milano. Così afferma nel sul volume intitolato “Le radici di una fede”: “La relazione debito-credito implica necessariamente non solo un aspetto giuridico, dal momento che essa fa sorgere un'obbligazione ..., ma anche un aspetto religioso. Tale aspetto, ben attestato dalla storia delle lingue indoeuropee, non viene meno, nonostante ogni apparenza, neanche nelle società secolarizzate moderne e ultramoderne. Anche queste riposano su una fede, e forse in un modo tanto più religioso quanto meno consapevolmente ammesso...”. “La ragione dell'eccedenza di senso della relazione debito-credito rispetto alla sua dimensione puramente economica va cercata nello strutturale squilibrio che il rapporto fra debitore e creditore porta con sé.” … (“Le radici di una fede”, M. Amato, 2007, pag. 17-18) La natura religiosa della moneta è del resto ben chiara anche a chi considera la moderna economia liberista come la strada obbligata per lo sviluppo economico del paese e del mondo. Ne è testimonianza il seguente delirante testo, uscito dalla penna non di un invasato, ma del giornalista Mario Pirani, e apparso come editoriale di prima pagina nel quotidiano “La Repubblica” del

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primo giugno del 1994: “...La Banca d' Italia, no: la religione della moneta, o, meglio, della sua difesa è rimasta integra nella sua ortodossia... Una religione al servizio di una divinità altamente simbolica, ma altresì una divinità che, se fedelmente servita, è dispensatrice di beni, mentre, quando viene tradita, si fa implacabilmente vendicativa...” “...I governatori sono i sacerdoti addetti al suo culto. Se non fossero pienamente indipendenti e soggiacessero a poteri esterni la loro qualità liturgica verrebbe meno.” (“La religione di Bankitalia”, Mario Pirani, La Repubblica, 1 giugno 1994) La natura religiosa del rapporto tra debitore e creditore sta nel fatto che la supremazia del creditore può variare nel tempo e addirittura essere messa in discussione nel caso in cui l'insolvenza del debitore costituisca un danno troppo grave (per il creditore o per la comunità). “Nella misura in cui la relazione debitore-creditore è fondamentalmente incerta, e dunque rischiosa, devono essere messe in atto delle procedure, letteralmente dei riti, volte a stabilire, e a stabilizzare, un regime di fiducia nel quale solamente tali relazioni possono avere uno svolgimento ordinato” … “La relazione debito-credito ha luogo all'interno di un regime istituzionale della promessa. Essendo in questo caso l'atto di pagare coniugato al futuro, e non al presente, in gioco è la credibilità, o meglio la verità del pagherò.” “La fiducia che devono reciprocamente scambiarsi debitori e creditori riposa a sua volta sulla fiducia che essi ripongono nella moneta con cui avverrà lo scioglimento della promessa. Questo è il nodo, e anche il cuore, di ogni architettura finanziaria.” “La definizione è questa: è finanziaria ogni architettura che consenta una rituale, ossia periodica e preordinata, chiusura dei conti fra debitori e creditori.” (“Le radici di una fede”, M. Amato, 2007, pag. 21-24) Al contrario, la moderna finanza è caratterizzata dalla CONFUSIONE tra finanza (luogo di pacificazione) e mercato finanziario (dove tutto è merce, anche le monete, anche la fiducia che esse sottendono). Se tutto è merce, se

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anche la moneta diviene merce, senza limiti e senza regole, anche la fiducia diventa merce, anche la fiducia diventa soggetta alle leggi del libero mercato, senza alcun riguardo per il bene del popolo. Il risultato di questa situazione è che la crescita del mercati finanziari NON HA CORRELAZIONE con la crescita effettiva dell'economia reale. Questo provoca anche una variazione del valore della moneta, indotta dai mercati finanziari e non dalla qualità o dalla quantità di produzione di beni reali. La conseguenza principale è che i prezzi dei beni sull'economia reale NON sono determinati dalla legge della domanda e dell'offerta del bene sul mercato reale, ma dal suo valore finanziario, frutto della speculazione. Viene così a cadere il principio fondamentale del “libero mercato”, quello per il quale il prezzo determinato dal libero mercato è sicuramente il prezzo “giusto”, quello determinato dalla legge della domanda e dell'offerta. La conclusione di questo processo è la NON corretta misura del valore di (per esempio):

Stipendi (calo del potere di acquisto) Benzina (speculazione sul petrolio) Pane (speculazione sul grano)

NOTA BENE Con l'attuale architettura finanziaria, la finanza avrà sempre la prevalenza sull'economia reale, poiché la moneta creata dalle Banche Centrali viene consegnata al sistema bancario, il quale utilizza questa moneta dove ottiene i maggiori rendimenti, cioè sul mercato finanziario. Questo provoca un eccesso di liquidità sui mercati finanziari e il fenomeno della rarefazione monetaria nell'economia reale. Occorre dunque un meccanismo che fornisca Moneta libera dal debito all'economia reale. Un possibile meccanismo è una serie terribile di fallimenti (come nella Grande Depressione). Oppure....

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CAPITOLO 6 - Moneta di Stato

Perché occorre che lo stato torni a stampare la sua moneta? Perché così si evita la nascita di moneta-debito, fenomeno che è all'origine dell'attuale crisi. Se tutta la Moneta circolante è moneta-debito, pagare tale debito con la stessa moneta è materialmente impossibile (mancherà sempre la parte relativa agli interessi). Nel bilancio dello stato, le monetine, stampate dallo stato, sono messe tra gli attivi. Nel bilancio della Banca d'Italia, le banconote stampate sono messe tra i passivi (per ragioni storiche, che oggi non hanno più senso). Il passivo nel bilancio della Banca d'Italia è coperto (ovviamente) dai beni presenti nell'attivo, dove sono presenti i Titoli dello Stato. Così il debito della Banca d'Italia diventa un debito dello Stato, cioè un debito di tutti. Un DEBITO IMPAGABILE. Se lo stato può stamparsi la moneta, può evitare di indebitarsi chiedendo la moneta al sistema bancario. E comunque è necessario e opportuno che la Banca Centrale sia posseduta e guidata da organi dello Stato. Del resto, che la stampa di moneta sia gestita da un organo dello stato non è una semplice opzione tecnica. La moneta non è solo una proprietà personale di chi la possiede, ma è anche un bene pubblico, un bene sociale. Occorre ricordare che la Chiesa afferma che “si dovrà soprattutto avere riguardo del pari alla doppia natura, individuale e sociale propria, tanto del capitale o della proprietà, quanto del lavoro” (Quadragesimo anno, 1931). Allo stesso modo il Compendio della dottrina sociale della Chiesa conferma che: “La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto il diritto alla proprietà privata come assoluto ed intoccabile: «Al contrario, essa l'ha sempre inteso nel più vasto contesto del comune diritto di tutti ad usare i beni dell'intera creazione: il diritto della proprietà privata come subordinato al diritto dell'uso comune, alla destinazione universale dei beni »” (n. 177). Questo si pone in diretto contrasto con il liberismo moderno, per il quale la proprietà privata è un principio assoluto, per il quale ciascuno dei suoi beni

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può fare quello che pare e piace. Ma ci sono esempi di una simile struttura? La Banca Centrale del North Dakota non dipende dalla Federal Reserve. Per legge, lo stato deve versare tutti i propri fondi presso la Banca Centrale, che li utilizza sviluppare l'economia locale. I profitti dei prestiti diventano utili per lo stato. Risultati? Zero debito pubblico, disoccupazione 4-5%, reddito persone fisiche 2006-2009 a + 23%.

Su questa delicatissima materia, queste sono le dichiarazioni di Richard Cook (intervista del luglio 2007), per vent'anni altissimo funzionario al Dipartimento del Tesoro USA. “Tornare alla moneta di Stato, libera da interessi; vietare l'espansione del credito creato dalle banche per la speculazione; abolire la Banca Centrale privata come banca d'emissione.” Solo così, dice, si può salvare il mondo dall'imminente crak globale. Cook definisce la globalizzazione e il sistema finanziario globale che su essa

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prospera «un manicomio». «E i matti, come spesso accade in economia, dirigono il manicomio: sono i banchieri centrali e i magnati della finanza. L'economia del pianeta è decisamente in declino, un declino che i finanzieri non possono fermare perché la causa è il sistema di cui loro sono gli operatori». (“The crashing US Economy”, Richard Cook, Global Reserch, 7 Luglio 2007). E queste sono le parole di Mandelbrot, genio matematico, padre fondatore della teoria dei FRATTALI

“Le nostre conoscenza sono così limitate che non facciamo ricorso alla scienza, ma agli sciamani. Affidiamo il controllo dell'economia a un gruppetto di anziani, i direttori delle banche centrali. Non capiamo cosa fanno né perché lo fanno, ma abbiamo una fiducia cieca nella loro capacità di indurre in qualche modo gli spiriti dell'economia a mandarci il sole e la pioggia e a salvarci dal gelo e dalla pestilenza del mondo finanziario”.

(“Il disordine dei mercati”, Mandelbrot-Hudson, 2005, Einaudi, pag. 246)

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CAPITOLO 7 - Strumenti di Moneta Complementare

Per Moneta Complementare si intende qualsiasi strumento monetario che possa parzialmente affiancare la moneta ufficiale. Tali Monete sono stampate e diffuse gratuitamente da un Ente locale (pubblico o privato, anche una associazione) e hanno lo scopo dichiarato di dare sostegno e impulso all'ECONOMIA REALE LOCALE, aumentando la capacità di spesa dei consumatori e la Moneta in circolazione. Come già verificato con successo dall'applicazione del principio di Sussidiarietà in Lombardia, si tratta di spostare il sostegno finanziario dall'offerta alla domanda. Il grande vantaggio dei sistemi di Moneta Complementare è che il finanziamento della domanda non costa Euro. Questo è il vero scopo della Moneta: essere di sostegno ad un determinato ambiente economico. Sarebbe scorretto pretendere di sostenere monetariamente ambienti economici tanto differenti tra loro con lo medesimo strumento monetario. Sicuramente è molto utile uno strumento monetario a livello europeo, a sostegno delle imprese di dimensioni internazionali. Ma sono ugualmente necessarie monete locali, a sostegno dell'economia locale e delle piccole imprese. Il sistema “a moneta unica” è una novità dell'era moderna: nella storia sono sempre esistiti sistemi monetari concorrenti (tra loro complementari). ESEMPI DI MONETA COMPLEMENTARE Ithaca Hours (http://www.ithacahours.com/), nata nel 1991, attiva ancora oggi.

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WIR, presente in Svizzera dal 1934, ora comprende un circuito di circa 60.000 imprese. Il sistema WIR oggi si è così evoluto, che esiste una Banca WIR, che offre servizi sia in franchi svizzeri che in buoni WIR. Progetto SCEC, nato a Napoli e ormai diffuso in diverse regioni in Italia.

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Capitolo 8 - Un punto di svolta decisivo

“Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium.” … “Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta, dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la cività e la vita morale e intellettuale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi.” … “E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamenti per la SPERANZA.” … “Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno governato per parecchio tempo. Ed è la nostra consapevolezza di questo fatto a costituire parte delle nostre difficoltà. Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso”. (Alasdair MacIntyre, “Dopo la virtù” pag. 314, 1981) “Nell'ultima frase di Dopo la virtù affermo che stiamo aspettando un nuovo San Benedetto. La grandezza di Benedetto sta nell'aver reso possibile l'istituzione del monastero centrato sulla preghiera, sullo studio e sul lavoro, nel quale e intorno al quale le comunità potevano non solo sopravvivere, ma svilupparsi in un periodo di oscurità sociale e culturale”. “Quando scrissi quella frase conclusiva nel 1980, era mia intenzione suggerire che anche la nostra epoca è un tempo di attesa di nuove e inattese possibilità di rinnovamento. Allo stesso tempo, è un periodo di resistenza prudente e coraggiosa, giusta e temperante nella misura del possibile, nei confronti dell'ordine sociale, economico e politico dominante nella modernità avanzata. Questa era la situazione di ventisei anni fa, e tale ancora oggi rimane”. (MacIntyre, “Dopo la virtù” pag. 23, prefazione alla seconda edizione italiana, 2007)

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APPENDICE 1

Cosa ha detto la Chiesa nella lettera enciclica “Quadragesimo anno” (1931), mentre nel mondo imperversava la Grande Depressione scoppiata nel 1929? “c) concentrazione della ricchezza 105. E in primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza, ma l'accumularsi altresì di una potenza enorme, di una dispotica padronanza dell'economia in mano di pochi, e questi sovente neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale, di cui essi però dispongono a loro grado e piacimento. 106. Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso, di cui vive l'organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l'anima dell'economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare. 107. Una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota specifica della economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti, cioè, spesso i più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza. 108. A sua volta poi la concentrazione stessa di ricchezze e di potenza genera tre specie di lotta per il predominio: dapprima si combatte per la prevalenza economica; di poi si contrasta accanitamente per il predominio sul potere politico, per valersi delle sue forze e della sua influenza nelle competizioni economiche; infine si lotta tra gli stessi Stati, o perché le nazioni adoperano le loro forze e la potenza politica a promuovere i vantaggi economici dei propri cittadini, o perché applicano il potere e le forze economiche a troncare le questioni politiche sorte fra le nazioni.

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d) funeste conseguenze 109. Ultime conseguenze dello spirito individualistico nella vita economica sono poi quelle che voi stessi, venerabili Fratelli e diletti Figli, vedete e deplorate; la libera concorrenza cioè si è da se stessa distrutta; alla libertà del mercato è sottentrata la egemonia economica; alla bramosia del lucro è seguita la sfrenata cupidigia del predominio; e tutta l'economia è così divenuta orribilmente dura, inesorabile, crudele. A ciò si aggiungono i danni gravissimi che sgorgano dalla deplorevole confusione delle ingerenze e servizi propri dell'autorità pubblica con quelli della economia stessa: quale, per citarne uno solo tra i più importanti, l'abbassarsi della dignità dello Stato, che si fa servo e docile strumento delle passioni e ambizione umane, mentre dovrebbe assidersi quale sovrano e arbitro delle cose, libero da ogni passione di partito e intento al solo bene comune e alla giustizia. Nell'ordine poi delle relazioni internazionali, da una stessa fonte sgorgò una doppia corrente: da una parte, il nazionalismo o anche l'imperialismo economico; dall'altra non meno funesto ed esecrabile, l'internazionalismo bancario o imperialismo internazionale del denaro, per cui la patria è dove si sta bene. e) i rimedi 110. Ora, con quali mezzi si possa rimediare a un male così profondo, già l'abbiamo indicato nella seconda parte di questa enciclica, dove ne abbiamo trattato di proposito sotto l'aspetto dottrinale: qui ci basterà ricordare la sostanza del Nostro insegnamento. Essendo dunque l'ordinamento economico moderno fondato particolarmente sul capitale e sul lavoro, devono essere conosciuti e praticati i precetti della retta ragione, ossia della filosofia sociale cristiana, concernenti i due elementi menzionati e le loro relazioni. Così, per evitare l'estremo dell'individualismo da una parte, come del socialismo dall'altra, si dovrà soprattutto avere riguardo del pari alla doppia natura, individuale e sociale propria, tanto del capitale o della proprietà, quanto del lavoro. Le relazioni quindi fra l'uno e l'altro devono essere regolate secondo le leggi di una esattissima giustizia commutativa, appoggiata alla carità cristiana. È necessario che la libera concorrenza, confinata in ragionevoli e giusti limiti, e più ancora che la potenza economica siano di fatto soggetti all'autorità pubblica, in ciò che concerne l'ufficio di questa. Infine le istituzioni

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dei popoli dovranno venire adattando la società tutta quanta alle esigenze del bene comune cioè alle leggi della giustizia sociale; onde seguirà necessariamente che una sezione così importante della vita sociale, qual è l'attività economica, verrà a sua volta ricondotta ad un ordine sano e bene equilibrato.”

APPENDICE 2

"Ai miei tempi tutti cantavano. Nella maggior parte dei luoghi di lavoro sai cantava. Oggi si protesta. A quei tempi non si guadagnava quasi nulla. Non si ha neppure idea di quanto fossero bassi i salari. Eppure tutti mangiavano. C'era, anche nelle case più umili, una specie di benessere di cui si è perduto il ricordo. Non si facevano i conti. E non c'era bisogno di contare. Ma si potevano crescere i figli. E se ne crescevano. Non esisteva questa paurosa strozzatura economica che ora, da un anno all'altro, ci dà un nuovo giro di vite. Non si guadagnava niente; non si spendeva niente; e tutti campavano. Non c'era questo strangolamento economico di oggi, questo strangolamento scientifico, freddo, geometrico, regolare, netto, nitido, senza sbavature, implacabile, saggio, avituale, costante, come una virtù: una strozzatura, sulla quale non c'è più nulla da dire, e nella quale colui che viene strozzato sembra avere così palesemente torto." (Denaro, Charles Peguy, 1913, La Mala Parte, pag. 18-19).

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APPENDICE 3

Già nel 1651, la provincia del Massachusetts ritenne necessario sfidare l'autorità reale costruendo una zecca per coniare gli scellini cosidetti Pine Tree... Da questo momento cominciò in America una guerra tra il Baratto ed il Cambio, tra il Capitale ed il Sangue, tra le Razzie del Mari e il Credito alle Colonie, tra i prodotti metallici della schiavitù e le emissioni fiduciarie di un popolo libero; una guerra che non è ancora finita e che non finirà mai, almeno fino a quando i principi che Aristotele distillò dalle antiche repubbliche non rivivranno nella aule legislative.... E saranno di nuovo e ancora affermati fino a quando non verranno indissolubilmente inchiodati alla Costituzione di ogni stato libero della Cristianità. Lo scambio è un'azione sociale; il denaro è un meccanismo sociale; è una misura pubblica del valore, l'unità del quale non è una moneta e neppure un bilgietto, ma tutte le monete e i biglietti a corso legale all'interno di una nazione sommati insieme; il denaro, per esse equo, deve essere di una quantità stabile; la stabilità può essere assicorata soltanto dalle regole e dall'autorità nazionale; se vuoi prosperità devi aver fiducia che il governo nazionale conservi la Misura del Valore; se non ti fidi del governo, puoi certamente conservare la misura della moneta nelle tue tasche, ma non potrai assicurarti i profitti che essa potrebbe farti guadagnare; e perseverare in questo stato di cose porterà gli altri, e probabilmente anche te stesso, alla rovina”. (“Storia dei crimini monetari”, Alezander Del Mar, 1899, Excelsior 1881, pag. 135-137)

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DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO Economato diocesano

Piazza Vescovile, 11 - 00041 Albano Laziale (Roma) Tel. 06932684043, Fax 069323844, e-mail: [email protected]