SPERANZA OLTRE LA CRISI: LA CHIESA ACCANTO AL MONDO...

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"Come trovare oggi, il "coraggio di annunciare il Vangelo di Dio" (cf 1Ts 2,2). Alla domanda, abbiamo la possibilità di rispondere con la proposta non di una serie di verità astratte, di una morale o di una filosofia di vita, ma di una persona: Gesù Cristo, crocifisso e risorto. E' questo il cuore del nostro mes- saggio, come insegnano i Vangeli, le prime comunità cristiane e l'ininterrotta testimonianza dei santi nella storia della Chiesa" (cf.Conferenza Episcopale Italiana, Incontriamo Gesù, Edizioni EDB, Bologna, p.48). L'Introduzione ed i quattro capitoli degli Orientamenti " Incontriamo Gesù", si pre- sentano con una piccola "Lectio" dei primi due capitoli della Prima lettera di san Paolo ai Tessalonicesi .E' il primo scritto del Nuovo testamento che precede sia i quattro Vangeli che gli Atti degli Apostoli. La lettera ai Tessalonicesi, scritta verso l'anno 50-51 d.C., ha evidentemente un duplice fine: il primo teologico, quello cioè di mostrare, anche se solo in modo emble- matico, come una riflessione sull'annuncio e la catechesi nel più ampio orizzonte del- l'evangelizzazione non possa in alcun modo allontanarsi dalla Scrittura: è dalla forza della Parola che la comunità cri- stiana perennemente attinge per testimo- niare Gesù Risorto. Lo afferma Papa Francesco nell' Evangelii gaudium:"Lo studio della sacra Scrittura dev' essere una porta aperta a tutti i credenti. E' fonda- mentale che la Parola rivelata fecondi radicalmente la catechesi e tutti gli sforzi per trasmettere la fede" (EG 175). L'impegno allora fondamentale per ogni catechesi è rivolgersi ed attingere alla Parola di Dio, e non utilizzare la Scrittura come mezzo per dimostrare o sostenere alcune formule di catechesi. E' il punto di rinnovamento determinante, perché n'ostensione con i giovani e con le persone che soffrono. Così l'Arcivescovo Nosiglia vuole caratterizza- re l'ostensione solenne che, dal 19 aprile al 24 giugno 2015, chiamerà nuovamente a raccolta il «popolo della Sindone», per vedere e pregare davanti a quell'Immagine, che ricorda con tanta forza espressiva la Passione e la morte di Gesù Cristo. Perché i giovani, perché i malati? L'ostensione del 2015 è stata con- cessa da Papa Francesco per la coinciden- za con i 200 anni dalla nascita di san Giovanni Bosco, fondatore della famiglia salesiana: un «giubileo» che richiamerà a Torino da ogni parte del mondo i giovani (e i meno giovani) che hanno frequentato scuole, oratori e campi sportivi nel nome di don Bosco. Lo stesso Francesco sarà a Torino il 21 giugno: l'ha annunciato nel- l'udienza in piazza San Pietro il 5 novem- bre scorso. Per lui il viaggio sarà anche un abio Salvatore è nato nel 1975, scrit- tore e regista, inizia la sua carriera artistica in teatro. Formato e diretto da grandi maestri – Enzo Garinei, Walter Manfrè, Corrado Veneziano, Giorgio Albertazzi – ha interpretato ruoli in impor- tanti produzioni teatrali, televisive e cine- matografiche. Fondatore del Magna Grecia Awards, ha diretto spot sociali e numerose opere teatrali. Ha scritto Cancro, non mi fai paura (2008), La paura non esiste (2010), Ti cerco da sempre (2010). Ha scelto la scrittura come terapia alla sua sofferenza e per essere testimone vivo di una fede che sposta le montagne, ha pubblicato con successo il volume A braccia aperte fra le nuvole (2012). E' stato lui l'ospite dell'inaugurazione dell'as- sociazione culturale Ascoltiamo, presso la sala della Vittoria della Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, insieme alla presenza del Vescovo S.E. Giovanni D'Ercole, nella quale ha avuto l'opportunità di presentare il suo ultimo libro “Il tuo nome è Francesco”. Il nuovo gruppo no profit si è appena costituito allo scopo di promuove- re l’arte in tutte le sue forme, favorire l’in- contro tra persone di età diversa ed orga- nizzare eventi a favore di altre associazio- ni di volontariato. Particolare è la storia del giovane autore che, dopo aver combat- tuto contro un cancro alla tiroide, si trova nel 2008 a dover affrontare la morte del padre in un incidente stradale. Proprio da questo tragico evento prende spunto il suo ultimo libro, raccontando di un figlio che non ha ottenuto ancora giustizia visto che il processo per l’incidente è caduto in pre- scrizione, ma che, grazie ad un pellegri- naggio spirituale compiuto ad Assisi sulle orme di San Francesco, decide di perdo- nare, vivendo sulla propria carne quella misericordia che è stata la parola d’ordine che ha dato avvio al pontificato di papa Francesco. Lo abbiamo intervistato al ter- mine del suo intervento. Che momento è stato la presentazione del suo ultimo libro? Non è stato un momento simbolico ma un momento di incontro con il terzo settore che fa continuare a vivere e continuare a sognare i malati, se questo lo facciamo passare attraverso la linea del cuore, il muscolo che soffre e gioisce insieme a noi, quando pensiamo che tutto sia Natale, il malato ha la sua sofferenza interiore. Donare il mio libro è stato un onore, un piccolo gesto simile ad una carezza; insie- me agli altri tre precedentemente scritti è strettamente connesso con il mondo del cancro e farlo qui ad Ascoli è stato bello, stiamo celebrando la cultura della vita insieme con l'uscita del libro del Vescovo D'Ercole. EDITORIALE di Baldassare Riccitelli [email protected] di Margherita Anselmi FOCUS LVP L’ INTERVISTA di Raffaele Casola IN EVIDENZA Segue a pagina 2 Segue a pagina 2 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, CN/AN Anno CV numero 22 Sabato 27 Dicembre 2014 | Euro 1.00 - Contiene IP Segue a pagina 2 La voce del Territorio Tel. 0736 250182 sms 347 550696 ASCOLI Radio 103.00 87.5 98.1 F R E Q U E N Z E F R E Q U E N Z E enerdì 11 dicembre presso la chiesa di San Marcello (Ascoli Piceno) si è tenuto un incontro, fortemente voluto da mons. Giovanni D’Ercole, organizzato da Pastorale Sociale e del lavoro, Pastorale Giovanile, Pastorale delle Comunicazioni Sociali e Progetto Culturale sul tema del lavoro, in un’ottica di speranza e crescita. L’ascolto, la fiducia e la sinergia hanno preso voce negli interventi che hanno testimoniato concrete esperienze di vita, difficili situazioni occupazionali e nuove prospettive lavorative. La tavola rotonda, alla presenza del vescovo di Ascoli Piceno e del vescovo di S. Benedetto, ha visto la presenza del Sindaco di Ascoli e dell’Assessore alle politiche ambien- tali del Comune di San Benedetto, di Antonio Angelini, in rappresentanza dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, dell’imprenditore Giuliano Tosti, della lavoratrice Loredana Tosti, di Monica Luzi e Gianmarco Seghetti. La serata è stata allietata dall’Istituto Gaspare Spontini, inoltre è stato proiettato un video sui lavori “reinven- tati”. Ricca di spunti e di riflessioni, la serata ha proposto interessanti sollecitazioni, rivolte al mondo produttivo, alla corresponsabilità delle parti sociali, al mondo giovanile e della scuo- la, alla Chiesa e all’associazionismo. Nel sot- tolineare la centralità della persona e la dignità del lavoro, si è particolarmente insistito sulla necessità di elaborare un progetto di bene comune, capace di trasformare desideri e sogni in “gesti concreti”. La Chiesa, tuttavia, si pone accanto al mondo del lavoro con il “Progetto Policoro”, un segno di speranza, “nato nel lontano 1995 dal sogno di mons. Operti – ha spiegato don P. Sabatini - al fine di unire i vari carismi e le varie competenze, per farsi volano alla voca- zione dei giovani e dare vita alla possibilità di un lavoro dignitoso, onesto e al servizio del- l’uomo”. Questa esperienza, già presente in varie regioni d’Italia, si propone di attivare “C L’ITALIA DISEGUALE. INTERVISTA A GIUSEPPE DE RITA PAGINA 9 PAGINA 3 ANNO DELLA VITA CONSACRATA DIO CI AFFIDA IL SUO VANGELO F U SPERANZA OLTRE LA CRISI: LA CHIESA ACCANTO AL MONDO DEL LAVORO iniziative imprenditoriali e di cooperazione, al fine di valorizzare iniziative lavorative, capa- ci di porre in sinergia le forze presenti sul ter- ritorio, oltre l’assistenzialismo, dando vita a progetti occupazionali autosufficienti e pro- duttivi. La stessa diocesi di Ascoli ha attivato il “Progetto Policoro”, che si pone come sog- getto di coordinamento tra le varie realtà ter- ritoriali, accanto ai giovani lavoratori, studen- ti e disoccupati, per sostenerli e indicare loro una prospettiva occupazionale. Al riguardo sono previsti una serie di incontri nelle Vicarie, focus tematici su specifici aspetti ine- renti il lavoro, tra la diocesi di Ascoli e S. Benedetto, e una specifica informazione rivolta al mondo della scuola. La Chiesa - ha concluso il nostro Vescovo – esperta in umanità, deve farsi suscitatrice di ottimismo, condividendo speranze e difficol- tà, fragilità e sofferenze. Libera da interessi, essa ricorda che occorre lo sforzo di tutti per capire che la crisi va vinta grazie all’equo e responsabile contributo di ogni categoria sociale. Affinché tutto ciò possa attuarsi, per realizza- re le aspettative dei giovani e prospettare un futuro di speranza, ci si è infine affidati alla preghiera, guidata dai nostri Pastori. Chi intendesse approfondire queste temati- che, o offrire il proprio contributo, può farlo sia scrivendo una mail all’indirizzo: [email protected] oppure #policoroascoli. FABIO SALVATORE: QUANDO IL MALE DIVENTA FORZA D'ANIMO V OSTENSIONE DELLA SINDONE LA VITA PICENA ORA HA IL SUO SITO VISITA www.lavitapicena.net

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"Come trovare oggi, il "coraggiodi annunciare il Vangelo di Dio"

(cf 1Ts 2,2). Alla domanda, abbiamo lapossibilità di rispondere con la propostanon di una serie di verità astratte, di unamorale o di una filosofia di vita, ma diuna persona: Gesù Cristo, crocifisso erisorto. E' questo il cuore del nostro mes-saggio, come insegnano i Vangeli, leprime comunità cristiane e l'ininterrottatestimonianza dei santi nella storia dellaChiesa" (cf.Conferenza Episcopale Italiana,Incontriamo Gesù, Edizioni EDB, Bologna, p.48).

L'Introduzione ed i quattro capitoli degliOrientamenti " Incontriamo Gesù", si pre-sentano con una piccola "Lectio" dei primidue capitoli della Prima lettera di sanPaolo ai Tessalonicesi .E' il primo scrittodel Nuovo testamento che precede sia iquattro Vangeli che gli Atti degli Apostoli. La lettera ai Tessalonicesi, scritta versol'anno 50-51 d.C., ha evidentemente unduplice fine: il primo teologico, quello cioèdi mostrare, anche se solo in modo emble-matico, come una riflessione sull'annuncioe la catechesi nel più ampio orizzonte del-l'evangelizzazione non possa in alcunmodo allontanarsi dalla Scrittura: è dallaforza della Parola che la comunità cri-stiana perennemente attinge per testimo-niare Gesù Risorto. Lo afferma PapaFrancesco nell' Evangelii gaudium:"Lostudio della sacra Scrittura dev' essere unaporta aperta a tutti i credenti. E' fonda-mentale che la Parola rivelata fecondiradicalmente la catechesi e tutti gli sforziper trasmettere la fede" (EG 175).L'impegno allora fondamentale per ognicatechesi è rivolgersi ed attingere allaParola di Dio, e non utilizzare la Scritturacome mezzo per dimostrare o sostenerealcune formule di catechesi. E' il punto dirinnovamento determinante, perché

n'ostensione con i giovani e con lepersone che soffrono. Così

l'Arcivescovo Nosiglia vuole caratterizza-re l'ostensione solenne che, dal 19 aprile al24 giugno 2015, chiamerà nuovamente araccolta il «popolo della Sindone», pervedere e pregare davanti aquell'Immagine, che ricorda con tantaforza espressiva la Passione e la morte diGesù Cristo. Perché i giovani, perché imalati? L'ostensione del 2015 è stata con-cessa da Papa Francesco per la coinciden-za con i 200 anni dalla nascita di sanGiovanni Bosco, fondatore della famigliasalesiana: un «giubileo» che richiamerà aTorino da ogni parte del mondo i giovani(e i meno giovani) che hanno frequentatoscuole, oratori e campi sportivi nel nomedi don Bosco. Lo stesso Francesco sarà aTorino il 21 giugno: l'ha annunciato nel-l'udienza in piazza San Pietro il 5 novem-bre scorso. Per lui il viaggio sarà anche un

abio Salvatore è nato nel 1975, scrit-tore e regista, inizia la sua carriera

artistica in teatro. Formato e diretto dagrandi maestri – Enzo Garinei, WalterManfrè, Corrado Veneziano, GiorgioAlbertazzi – ha interpretato ruoli in impor-tanti produzioni teatrali, televisive e cine-matografiche. Fondatore del MagnaGrecia Awards, ha diretto spot sociali enumerose opere teatrali. Ha scrittoCancro, non mi fai paura (2008), La pauranon esiste (2010), Ti cerco da sempre(2010). Ha scelto la scrittura come terapiaalla sua sofferenza e per essere testimonevivo di una fede che sposta le montagne,ha pubblicato con successo il volume Abraccia aperte fra le nuvole (2012). E'stato lui l'ospite dell'inaugurazione dell'as-sociazione culturale Ascoltiamo, presso lasala della Vittoria della Pinacoteca Civicadi Ascoli Piceno, insieme alla presenza delVescovo S.E. Giovanni D'Ercole, nellaquale ha avuto l'opportunità di presentareil suo ultimo libro “Il tuo nome èFrancesco”. Il nuovo gruppo no profit si èappena costituito allo scopo di promuove-re l’arte in tutte le sue forme, favorire l’in-contro tra persone di età diversa ed orga-nizzare eventi a favore di altre associazio-ni di volontariato. Particolare è la storiadel giovane autore che, dopo aver combat-tuto contro un cancro alla tiroide, si trovanel 2008 a dover affrontare la morte delpadre in un incidente stradale. Proprio daquesto tragico evento prende spunto il suoultimo libro, raccontando di un figlio chenon ha ottenuto ancora giustizia visto cheil processo per l’incidente è caduto in pre-scrizione, ma che, grazie ad un pellegri-naggio spirituale compiuto ad Assisi sulleorme di San Francesco, decide di perdo-nare, vivendo sulla propria carne quellamisericordia che è stata la parola d’ordineche ha dato avvio al pontificato di papaFrancesco. Lo abbiamo intervistato al ter-mine del suo intervento.Che momento è stato la presentazionedel suo ultimo libro? Non è stato un momento simbolico ma unmomento di incontro con il terzo settoreche fa continuare a vivere e continuare asognare i malati, se questo lo facciamopassare attraverso la linea del cuore, ilmuscolo che soffre e gioisce insieme anoi, quando pensiamo che tutto sia Natale,il malato ha la sua sofferenza interiore.Donare il mio libro è stato un onore, unpiccolo gesto simile ad una carezza; insie-me agli altri tre precedentemente scritti èstrettamente connesso con il mondo delcancro e farlo qui ad Ascoli è stato bello,stiamo celebrando la cultura della vitainsieme con l'uscita del libro del VescovoD'Ercole.

EDITORIALEdi Baldassare [email protected]

di Margherita Anselmi

FOCUS LVP

L’ INTERVISTAdi Raffaele Casola

IN EVIDENZA

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enerdì 11 dicembre presso la chiesa diSan Marcello (Ascoli Piceno) si è tenuto

un incontro, fortemente voluto da mons.Giovanni D’Ercole, organizzato da PastoraleSociale e del lavoro, Pastorale Giovanile,Pastorale delle Comunicazioni Sociali eProgetto Culturale sul tema del lavoro, inun’ottica di speranza e crescita.L’ascolto, la fiducia e la sinergia hanno presovoce negli interventi che hanno testimoniatoconcrete esperienze di vita, difficili situazionioccupazionali e nuove prospettive lavorative.La tavola rotonda, alla presenza del vescovodi Ascoli Piceno e del vescovo di S.Benedetto, ha visto la presenza del Sindaco diAscoli e dell’Assessore alle politiche ambien-tali del Comune di San Benedetto, di AntonioAngelini, in rappresentanza dei sindacati Cgil,Cisl e Uil, dell’imprenditore Giuliano Tosti,della lavoratrice Loredana Tosti, di MonicaLuzi e Gianmarco Seghetti. La serata è stataallietata dall’Istituto Gaspare Spontini, inoltreè stato proiettato un video sui lavori “reinven-tati”.Ricca di spunti e di riflessioni, la serata haproposto interessanti sollecitazioni, rivolte almondo produttivo, alla corresponsabilità delleparti sociali, al mondo giovanile e della scuo-la, alla Chiesa e all’associazionismo. Nel sot-tolineare la centralità della persona e la dignitàdel lavoro, si è particolarmente insistito sullanecessità di elaborare un progetto di benecomune, capace di trasformare desideri esogni in “gesti concreti”.La Chiesa, tuttavia, si pone accanto al mondodel lavoro con il “Progetto Policoro”, unsegno di speranza, “nato nel lontano 1995 dalsogno di mons. Operti – ha spiegato don P.Sabatini - al fine di unire i vari carismi e levarie competenze, per farsi volano alla voca-zione dei giovani e dare vita alla possibilità diun lavoro dignitoso, onesto e al servizio del-l’uomo”. Questa esperienza, già presente invarie regioni d’Italia, si propone di attivare

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L’ITALIA DISEGUALE.INTERVISTA AGIUSEPPE DE RITA

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ANNO DELLA VITACONSACRATA

DIO CI AFFIDA IL SUO VANGELO

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SPERANZA OLTRE LA CRISI:LA CHIESA ACCANTO AL MONDO DEL LAVORO

iniziative imprenditoriali e di cooperazione, alfine di valorizzare iniziative lavorative, capa-ci di porre in sinergia le forze presenti sul ter-ritorio, oltre l’assistenzialismo, dando vita aprogetti occupazionali autosufficienti e pro-duttivi. La stessa diocesi di Ascoli ha attivatoil “Progetto Policoro”, che si pone come sog-getto di coordinamento tra le varie realtà ter-ritoriali, accanto ai giovani lavoratori, studen-ti e disoccupati, per sostenerli e indicare lorouna prospettiva occupazionale. Al riguardosono previsti una serie di incontri nelleVicarie, focus tematici su specifici aspetti ine-renti il lavoro, tra la diocesi di Ascoli e S.Benedetto, e una specifica informazionerivolta al mondo della scuola.La Chiesa - ha concluso il nostro Vescovo –esperta in umanità, deve farsi suscitatrice diottimismo, condividendo speranze e difficol-tà, fragilità e sofferenze. Libera da interessi,essa ricorda che occorre lo sforzo di tutti percapire che la crisi va vinta grazie all’equo eresponsabile contributo di ogni categoriasociale. Affinché tutto ciò possa attuarsi, per realizza-re le aspettative dei giovani e prospettare unfuturo di speranza, ci si è infine affidati allapreghiera, guidata dai nostri Pastori.Chi intendesse approfondire queste temati-che, o offrire il proprio contributo, può farlosia scrivendo una mail all’indirizzo: [email protected] #policoroascoli.

FABIO SALVATORE: QUANDO ILMALE DIVENTA FORZA D'ANIMO

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OSTENSIONE DELLA SINDONE

LA VITA PICENA ORA HA IL SUO SITO VISITA www.lavitapicena.net

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FOCUS

Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

OSTENSIONE DELLA SINDONEsegue dalla prima paginaEDITORIALE

ancora si usa la Scrittura come mezzo didattico, per dimostrare alcune nozioni dottrinali piùche l'esperienza fondamentale di incontrare il vero volto di Gesù crocifisso e risorto.C'é poi il secondo fine che è ecclesiale: attraverso la citazione della prima lettera ai

Tessalonicesi, la più antica testimonianza della Scrittura del Nuovo Testamento, si mostra comeveramente l'evangelizzazione è strettamente connessa con l'identità della Chiesa, la sua naturapiù intima " (cf. Guido Benzi, in "Ufficio Catechistico Nazionale, Incontriamo Gesù, EDB 2014,p.42). Nelle prime righe della prima lettera ai Tessalonicesi Paolo si rivolge ai pagani convertitidella città di Tessalonica e li definisce senza alcuna difficoltà "chiesa", cioè 'assemblea' (v.1),proprio come si chiamava la comunità cristiana di Gerusalemme. Sono una comunità di salvatidal Padre e da Gesù, sono oggetto dello stesso gesto di elezione e di amore; appartengono alpopolo chiamato da Dio alla salvezza, che vive l'esperienza originaria di chiesa partecipandodella nuova vita del Cristo risorto, suo Signore, e di Dio Padre, il Dio dei cristiani. Tutta la let-tera è scritta sotto il segno del ringraziamento: il grazie ai Tessalonicesi per il loro impegno nellafede ed un ringraziamento a Dio per questa storia che ci dona, per questo mondo in cui ci faoperare in obbedienza al suo disegno di salvezza. La Chiesa ha nel suo intimo una dimensioneverticale, che fonda la sua origine nel mistero della Trinità. Essa è insieme degli uomini e di Dio,non come un legame esterno, funzionale, ma come unità viva e reale, presenza nel mondo dellapersona di Gesù Risorto. Negli incontri di aggiornamento del 29 e 30 dicembre i primi due capi-toli della lettera di san Paolo ai Tessalonicesi ci permetteranno di entrare nel vivo dell'Inno diringraziamento per i dono della fede in Gesù che salva, della fede nello Spirito che pone nel-l'uomo il desiderio di Dio e fede nella Chiesa che, attraverso la Parola e i sacramenti, porta nellavita la possibilità do seguire Gesù (cf. G Benzi, o.c., p.45).

Baldassare Riccitelli

LVP

DIO CI AFFIDA IL SUO VANGELOsegue dalla prima pagina

L’ INTERVISTA FABIO SALVATORE: QUANDO IL MALE DIVENTA FORZA D'ANIMOsegue dalla prima pagina

Precedentemente a questo libro ha scritto: “Ho conosciuto il dolore”.Si, in questo libro ho voluto raccontare la lotta contro il cancro e l'incontro più importante dellamia vita, ossia con Dio, che ha cambiato radicalmente la mia vita. Di questo libro vorrei metterein risalto una frase che racchiude il succo dell'intera opera: “È necessario ascoltarsi per amarsi edonarsi. Meglio essere scomodamente se stessi che ingannarsi tutti i giorni”. Io, scoprendo il can-cro, ho scelto la via del dialogo e del racconto. La vita è dolore e passione. Gioia e lacrime. Rabbiae orgoglio. Io vivendo il cancro ho conosciuto la vita. Senza inutili affanni, la vita è diventata ilcancro....Hai cominciato a scrivere riguardo la tua esperienza per poi continuare su questa strada?Ho avuto grande voglia di guardarmi dentro: la scrittura è terapia, ti aiuta tantissimo, riesci adesprimere tutto quello che senti dentro, i tuoi dolori, i tuoi sentimenti, le tue luci e i tuoi fari spenti,è qualcosa di grande. Mentre rilegavamo i tre libri rendendolo un unico volume, ho avuto la pos-sibilità di rileggere quello che avevo scritto, mi sono meravigliato perché pensavo di non aver maipensato quelle frasi, non mi riconoscevo, ne ho fatta di strada e per questo è davvero emozionante.Ho potuto ripensare ai tanti momenti della mia vita; non è facile, ma ce la facciamo.L'ottimismo deve essere la medicina per sconfiggere la malattia.L'ottimismo è fondamentale, deve essere l'arma vincente e non accetto le frasi fatte, l'ottimismo tidà la carica e la voglia di andare avanti. Non esiste che tu hai diritto a vivere un determinato tempo,è un processo biologico e ognuno può incontrare il proprio cancro, si può vivere a lungo ma condei cancri interiori che non porteranno tanto lontano. Questo è il messaggio che dobbiamo darealla gente, i mezzi di comunicazione devono dare speranza, non deprimere, perché la speranza èuna cosa certa, leale e vera che portiamo nel nostro cuore.

Raffaele Casola

«ritorno alle radici»: da Torino e dalle colline del Monferrato la famiglia Bergoglio partì,come tanti altri emigranti piemontesi, alla volta dell'Argentina. Quanto ai malati, il collega-mento con la Sindone è diretto: chi conosce la sofferenza, sul proprio corpo o nello spirito,chi vive accanto a persone ammalate sperimenta nel profondo il mistero del dolore; e ancheper questo è tanto più aperto a «riconoscere» e cercare di alleviare la sofferenza altrui, perquanto possibile. L'attenzione al mondo della malattia porta alla ragione autentica, vera del-l'ostensione: contemplare il Volto del Signore per uscire a «servire i fratelli». È il senso delmotto che il Custode Nosiglia ha scelto per questa esposizione: «l'Amore più grande». Leparole di Gesù in Giovanni 15 ricordano che non c'è amore più grande di chi dà la vita. E dun-que proprio per questo rendono manifesto l'amore di Dio per noi, che abbiamo ricevuto la vitadi Dio in Cristo. Ma l'«amore più grande» ci invita, ci spinge a riconoscere il Signore nei fra-telli – nei poveri, nei bisognosi, nei sofferenti. L'ostensione della Sindone, celebrazione e pellegrinaggio religioso, spirituale, momento fortedi vita della Chiesa, è anche una grande occasione per Torino e per il suo territorio: per farsiconoscere, proporre un'accoglienza che, negli ultimi anni, è cresciuta in quantità e qualità.Saranno soprattutto i giorni vicini a quelli della visita di Francesco a mostrare un «voltonuovo» di Torino, quando verranno migliaia di giovani per incontrare il Papa. Come nelleostensioni più recenti (dal 1998 in poi) Torino e il Piemonte si sono mobilitati per organizzarel'evento. Nel Comitato organizzatore siedono, insieme alla diocesi, la Città, la Provincia diTorino, la Regione Piemonte, con le due fondazioni bancarie (San Paolo e CRT), i Salesianie la Direzione regionale per i Beni artistici. La coincidenza con l'Expo di Milano dovrebbefavorire il flusso di visitatori anche su Torino. Si vuole realizzare un'ostensione che garantiscaa tutti la possibilità di vedere la Sindone e di conoscere meglio le realtà – ecclesiali e non solo– di Torino e del suo territorio. Per questo, come in passato, la visita alla Sindone è comple-tamente gratuita, pur essendo obbligatoria la prenotazione (anch'essa gratuita). Si prenotaesclusivamente via Internet, attraverso il sito ufficiale della Sindone, www.sindone.org.Durante i giorni lavorativi è attivo un servizio telefonico di informazione, al numero011.5292550 (le tariffe dipendono dal proprio gestore telefonico).

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

TERZA PAGINA

Si è conclusa dieci giorni fa la proceduracon cui la Fondazione Cassa di Risparmiodi Ascoli Piceno ha individuato il soggettodel Terzo Settore a cui ha affidato in como-dato gratuito come Gestore sociale, ilCircolo Sportivo Fondazione Carisap diMonticelli di Ascoli Piceno, di cui laFondazione stessa è proprietaria. Dopo la pubblicazione di un invito a mani-festare interesse, a cui hanno risposto cin-que diverse realtà del Terzo Settore, laFondazione ha identificato il soggettocomodatario nel Consorzio di CooperativeSociali Cattoliche, Società Cooperativa aResponsabilità Limitata Il Picchio, consede ad Ascoli Piceno, che da vent’anniopera nel territorio del Piceno.Con tale contratto di comodato, che saràstipulato entro gennaio 2015 e che concor-rerà alla realizzazione delle finalità previ-ste nel Piano Pluriennale della Fondazione,quest’ultima concederà l’uso gratuito alConsorzio Il Picchio dell’intera strutturadel Circolo, per realizzare un progettosociale che ne favorisca l’utilizzo da partedella comunità, innescando collaborazioniproficue soprattutto nei settori della fami-glia, della disabilità, dei giovani e deglianziani, con lo scopo di creare occasioni diaggregazione e collaborazione sul territo-rio ascolano.Per avvantaggiare tale progetto, laFondazione ha ultimato i lavori per l’ab-battimento delle barriere architettoniche eper l’adeguamento della struttura alle nor-mative vigenti.Il Picchio da parte sua, partendo daun’analisi dei fabbisogni rilevati dall’espe-

rienza nella conoscenza del territorio ed inparticolare per sanare la richiesta in campooccupazionale, ha presentato una propostaper la creazione di un sistema relazionale,di cui il Circolo sarà perno, attraversoazioni ed iniziative che coinvolgerannodiversi soggetti del Terzo Settore, dandovita ad una rete sociale che vedrà coinvoltenumerose realtà competenti nei diversi set-tori del progetto: Centro Sportivo Italiano(C.S.I.); Associazione cristiana lavoratoriitaliani (ACLI); Centro Turistico ACLI;Unione Sportiva ACLI; Associazione Cosedi Questo Mondo; Cooperativa sociale IlSorriso; Cooperativa sociale PuliziaFacchinaggio Mense; CooperativaLignum; Cooperativa sociale Pulchra;Associazione Tekne Centro Studi MusicaModerna; Cooperativa sociale AngeloBoni; Cooperativa sociale Il Melograno;Cooperativa sociale Il Legame;Associazione L’OROdentro; AssociazioneAnniverdi.Il Picchio, inoltre, porrà particolare curanell’attività di monitoraggio e valutazionedel processo, attuando un’analisi quantita-tiva, qualitativa ed etica dei risultati attesi.A ciò sarà preposto anche un ComitatoEtico, di cui faranno parte almeno duemembri esterni super partes, che avrà ilfine di supervisionare la componentesociale dell’iniziativa. Soddisfatto il Presidente della FondazioneCarisap, Vincenzo Marini Marini, che hadichiarato che: “Si tratta dell’ennesimadimostrazione di come, attraverso la colla-borazione tra soggetti del Terzo Settore,sia possibile produrre utilità sociale”.

Il Santo Padre Francesco ha dedicato l’anno2015 alla Vita Consacrata.Questo anno, che va dal 29novembre 2014 al2 febbraio 2016, è stato pensato nel contestodei 50 anni dal Concilio Ecumenico VaticanoII e della ricorrenza dalla pubblicazione delDecreto Perfectae Caritatis, sul rinnovamen-to della Vita Consacrata.In questi 50 anni, la Vita Consacrata ha com-piuto certamente un cammino di apertura e diconsapevolezza, di larghi orizzonti e difedeltà al Signore che, pur nelle difficoltàdella vita moderna, mostra il suo volto mise-ricordioso e continua a chiamare operai nellasua messe.La Diocesi di Ascoli Piceno desidera rinno-vare la freschezza della vita di appartenenzaal Signore ed invita i Consacrati ad esseretestimoni profetici per svegliare il mondocon la loro presenza, soprattutto dove si tro-vano i più poveri e bisognosi.Apertura anno vita consacrata e obiettiviNella nostra Diocesi, questo anno speciale èstato iniziato con una Veglia Mariana presie-duta dal Vescovo Mons. Giovanni D’Ercole,presso la chiesa delle Monache Claustrali diSant’Onofrio, alle ore 21.00. Abbiamo scelto questa sede per essere incomunione tra noi religiosi e religiose impe-gnate nel sociale e le Claustrali di Ascoli e diOffida. La chiesa era gremita, erano presentianche dei laici, che si sono uniti alla nostrapreghiera ed hanno chiesto al Signore moltevocazioni alla vita consacrata.All’omelia, il Vescovo si è soffermato sullalettera del Santo Padre, in cui sono illustratigli obiettivi per l’anno della Vita Consacrata.E’ un invito a guardare il passato con gratitu-dine, vivere il presente con passione, lascian-doci interpellare dal Vangelo, secondo laSpirito dei Fondatori .Terzo obiettivo è abbracciare il futuro consperanza, senza paura, perché, dice Gesù,”iosono con te” (Ger 1,8).Attese per l’anno della vita consacrata1. Certamente la principale attesa è la gioia.Essere felici, nella vita fraterna, seguireCristo con il volto gioviale e la vita realizzataunicamente in Cristo.2. Il Papa affida a noi religiosi un’importantemissione: svegliare il mondo, perché la notacaratteristica della vita consacrata è la

Profezia: testimoniare come Gesù ha vissutosu questa terra.3. Essere esperti di “comunione”: accoglien-za, attenzione, rispetto… 4. Uscire da sé, andare verso le persone cheattendono, le famiglie in difficoltà, i bambiniabbandonati, i giovani alla ricerca di senso edi vita.Dare la vita per amore, è questa la più bellatestimonianza del Vangelo.OrizzontiIl Papa invita laici, famiglie, gruppi, movi-menti, a partecipare in modo attivo e adaccompagnare con la preghiera i Religiositutti in questo anno speciale, in cui si vuoleproporre al mondo una particolare forma disequela Cristi. Partecipare ringraziando ilSignore per il dono ricevuto dai Fondatori eper la fedeltà di tanti consacrati al propriocarisma.Maria, la Mamma di Gesù, la prima chiama-ta, ci guidi in questo anno e ci aiuti a farrisplendere la bellezza e la santità dellaChiesa attraverso la riscoperta del valoredella Vita Consacrata e della fedeltà delpopolo di Dio.Durante la Veglia, il Vescovo ha pregato einvitato a pregare ogni giorno per leVocazioni. Infatti già da tempo ha propostodi recitare la Salve Regina dopo ogni cele-brazione eucaristica, in tutte le chiese dellaDiocesi.La veglia si è conclusa con il canto delMagnificat.Altre iniziativeRitiro mensile alle Religiose tenuto dalVescovo.Giornata per la Vita Consacrata, il 2 febbraio2015, in Cattedrale.Ritiro ed incontri di preghiera mensili, coin-volgendo anche i giovani.Momento forte: la Quaresima.Altri momenti di incontro e di preghierasaranno comunicati dalla Delegata Usmi edal responsabile Cism.Pur tra difficoltà e debolezze, vogliamo inquesto anno dire al mondo la bellezza dellaVita Consacrata e testimoniare la Gioia diappartenere a Cristo, unico e vero fondamen-to della vita.Grazie a Papa Francesco, grazie al nostroVescovo Giovanni.

di Suor Carmela Sacino, Delegata Usmi Diocesana, [email protected]

AFFIDATO IN COMODATOGRATUITO IL CIRCOLO SPORTIVOFONDAZIONE CARISAP

ANNO DELLA VITACONSACRATA29 novembre 2014-2 febbraio 2016

F.F. DI FRATINI FRANCESCOEDILIZIA E COLORE

TEL./FAX 0736.249255 CELL. 380.3011422

[email protected]

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

ATTUALITÀ di don Paolo Sabatini

SPAVALDO MA FRAGILE

Spavaldo ma fragile: non è solo un titolo,ma è un ritratto, quello di un adolescente.Già da tre anni presso il centro giovanilel'Impronta ci troviamo con genitori, edu-catori ed insegnanti per riflettere su tema-tiche inerenti l'adolescenza e comprenderemeglio come può migliorare il nostro ser-vizio educativo. Quest'anno il percorso è stato organizzatoin collaborazione con l'equipe diocesanadegli oratori della diocesi di SanBenedetto del Tronto con la quale stiamocondividendo moltissimi percorsi. Lerelatrici invitate sono state la dott.ssaMariaChiara Verdecchia, pedagogista,formatrice e counselor, docente pressol'Università di Urbino, insieme alladott.ssa Paola Bastarelli, psicoterapeuta. La prima novità di quest'anno rispetto aiprecedenti è stato proprio l'approcciopedagogico, che ha dato all'edizione ilnumero di 2.0 e non 3. Abbiamo cercato dirispondere alle domande concrete di colo-ro che hanno partecipato, fornendo stru-menti educativi pratici basati sulla cono-scenza fondamentale della vita e delledinamiche relazionali dell'adolescente. Ilprimo giorno è stato quello basato propriosulla conoscenza del mondo del teenager,del suo non ritrovarsi più nel suo corpo,della sua instabilità, della sua necessitàcontinua di comunicare e di evadere.Abbiamo dato uno sguardo al suo mondo,perché è impossibile educare chi nonconosciamo, e non possiamo dare perscontato di ricordare come eravamo noi daadolescenti. Tolti i giudizi e i pregiudizi cisiamo interrogati su come possiamo edobbiamo trasmettere i valori e comunica-re la passione per la vita ad un adolescen-te. Il secondo giorno di formazione infattiè stato basato proprio sulla relazione edu-cativa e poi sulla relazione didattica.Imparare ad insegnare, e con questo a tra-smettere l'amore, restando sempre in unarelazione matura, forte e stabile. Tirando le somme sull'andamento del per-corso posso dire di essere stato estrema-

OLTRE LE SBARRE di Teresa Valiani, direttore di “Io e Caino”

BUON NATALE, DENTRO E FUORI

Vi ho visto ridere, piangere, studiare, lavorare,imprecare contro uno o contro il mondo, impe-gnati in imprese impossibili, lottare contro imulini a vento. E vincere. Vi ho visto ancheperdere. E quando perde uno, qui dentro per-dono tutti.Ho sentito gli stessi discorsi ripetersi a ognicambio di turno di lavoro. E vi ho visto inte-stardirvi su posizioni “deliranti”, ma vi hovisto anche cambiare idea, pronti ad aprire permettersi in discussione.Vi ho visto entrare, carichi di rabbia e rancore.Poi vi ho visto fuori, su Facebook o per strada:volti nuovi, sorrisi inaspettati, capelli lunghi,finalmente, intorno a un viso improvvisamentepiù giovane.Ho visto le vostre famiglie piangere al Nataledella sala grande, davanti alle poesie dei bam-bini e al telo blu che nasconde le sbarre. E hovisto i vostri figli ridere di una felicità attesa datempo, nelle foto al mare, abbracciati al papà.Finalmente.Vi ho visti arrabbiati, con me, quando le posi-zioni si scontrano, naturalmente. Vi ho visto“friggere” quando mi scappa di urlare, perchécerte volte le sparate proprio grosse e chissà

quante me ne vorreste dire. Che qualche volta,poi, me le dite pure. E allora urlate anche voi,che l’assistente di turno si avvicina al gruppoper vedere se siamo ancora tutti interi.Vi ho visto controllarvi, oltre l’impossibile,quando le situazioni non permettono altro. E viho ammirato per questo. Anche.Vi ho visto trasformati, su un palcoscenico o suun foglietto a quadretti.Ho visto il dolore, l’attesa, la speranza e la ras-segnazione in volti impegnati a trattenere tuttele emozioni, barricati per smettere di soffrire.Ricordo ognuno di voi. Quelli che mi hannoaccolto la prima volta in redazione, tre anni emezzo fa. Quelli che sono usciti, quelli chesono stati trasferiti. Quelli che, malgrado tutto,se ne sono andati. Quelli che non ci sono più equelli che spuntano improvvisamente da inter-net da qualche parte del mondo.Ci sono stati momenti piacevoli, ma anchegiornate faticose. Per tutti.Queste poche righe per augurare a voi e allevostre famiglie un anno migliore di quello checi sta lasciando e un Natale di pace e serenità.Buone feste ragazzi,Teresa

mente soddisfatto per il grande coinvolgi-mento dei partecipanti. Abbiamo toccato ipunti fondamentali della relazione educa-tiva e della vita dell'adolescente senzaabbandonare le persone dopo averle diso-rientate. Abbiamo fornito indicazioni,strumenti, abbiamo risposto a tantissimedomande, aiutando coloro che educano neiloro dubbi. Per chi fosse interessato, tutti imateriali del corso sono disponibili suwww.ascoligiovane.it nella sezione docu-menti. Altre News dalla Pastorale GiovanileCome ogni anno il 1 gennaio gli uffici dipastorale giovanile, familiare e sociale edel lavoro organizzano la S. Messa per lapace in duomo alle ore 18. Quest'annoabbiamo arricchito il messaggio di pacecontinuando il nostro gemellaggio con ilSermig di Torino. Il tema dato è "Insiemeper promuovere la cultura della pace". Dadiversi anni l'arsenale della pace aiutacostantemente le popolazioni del mediooriente. Vogliamo contribuire anche noi,ma raccogliendo primariamente materialescolastico: quaderni, penne, zaini, rismeecc. Il messaggio che vogliamo lanciare èquello che per costruire la pace dobbiamolavorare sui cuori, aprendoli allo Spirito, esulle menti, rendendole libere mediante lacultura. Per questo motivo si parla di cul-tura di pace: contribuiamo personalmentea donare un aiuto per la cultura a chi nonpuò averlo, per aiutare a costruire un futu-ro di pace. Sarà presente l’1 gennaio induomo anche un giovane del Sermig perfare la sua testimonianza di servizio. Insieme al materiale scolastico ovviamen-te siamo disponibili a raccogliere qualsiasialtro materiale che vogliate donare, daimedicinali, a prodotti per igiene personaleecc. L'elenco completo di quanto necessario èsempre su www.ascoligiovane.it nellasezione eventi, e anche sul nostro profilofacebook: pastorale giovanile ascoli ewww.facebook.com/centrolimpronta .

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Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

di Roberto Gregori | [email protected]À E TERRITORIO UNIVERSITÀ E TERRITORIO PICENO SI CONFRONTANOSUL BELLO, IL BUONO ED IL BENFATTO

Si è svolto giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6dicembre scorsi un ciclo di conferenze daltitolo “Pensieri e visioni sul Bello, Buono eBenfatto”, primo appuntamento pubblico delDistretto Culturale Evoluto Piceno, progettoche ha come capofila il ConsorzioUniversitario Piceno, partner scientifico la

Scuola di Architettura e Design dell’Universitàdi Camerino, realizzato con il co-finanziamento della Regione Marche e con ilcontributo della Ccia di Ascoli Piceno. Sonostati tre giorni di stimoli, confronto e scambiosui concetti di Bello, Buono, Benfatto,attraverso il filo conduttore del design. Laprogrammazione pensata dalla Scuola diArchitettura e Design “Eduardo Vittoria”,coordinatore scientifico del progetto, hainvitato una vasta platea di relatori, moderatida Vanni Pasca, che hanno esplorato a fondogli argomenti. Buona la partecipazione distudenti, addetti ai lavori, docenti universitari,rappresentanti di aziende e cittadinanza, attentiagli interventi che si sono susseguiti. Andandocon ordine giovedì 4 dicembre si è parlato diBello, esplorando la bellezza come eventoinaspettato, che genera stupore, che va oltre ilconvenzionale. Alle riflessioni del professoredi estetica Mario Perniola, che avvalendosi diun parallelismo tra filosofia e moda ha calato ilconcetto di bello nella contemporaneità, èseguita l’analisi psicoanalitica del ricercatoreMatteo Bonazzi incentrata sull’innesto tra

psicoanalisi, bellezza e design e sullatrasformazione dell’estetica contemporanea.Ha infine concluso la prima sessionel’architetto Franco Raggi, dissertando sullegame tra design e bellezza, soffermandosi sulrapporto tra funzione, forma e messaggio di unoggetto.Protagonista di venerdì 5 il Buono. È stato ilFood Design l’argomento principe. Ilsemiotico Dario Mangano attraverso uninsieme di tesi ha descritto il food designpartendo dall’imprescindibile “buono dapensare”, si è concentrato sui sensi, sullepercezioni e sui processi il contributo del fooddesigner Paolo Barichella che ponel’attenzione sulla creazione di soluzioniefficaci sempre di più “fuori dal piatto”. Infineil giornalista Antonio Attorre, presidenteonorario di Slow Food Marche, ha focalizzatoi problemi che può risolvere il food design,innanzitutto contro la banalizzazione delprodotto, esplorando casi marchigiani concreti.Sabato è stata infine la volta del Benfatto. Sonostate le definizioni di benfatto, le sueapplicazioni, i suoi legami con design e cultura

i temi dei contributi della giornata. Innanzitutto il benfatto collocato tra lamoltiplicazione dei dettagli e lamoltiplicazione delle alternative, come haspiegato il professor Paolo Maria Fabbri. PoiIl benfatto tutt’uno con il “ben progettato”nelle parole dell’imprenditore EugenioPerazza, presidente di Magis, un’aziendache da quarant’anni investe nel design, perpassare poi al benfatto definito “pensierocon le mani” illustrato dal sociologo MauroFerraresi che indaga il Made in Italy nellesue sfaccettature. Per concludere Il benfattotra fab lab e maker space, come harichiamato il sociologo Betram Niessen.Sono state in definitiva tre giornate chehanno visto Ascoli Piceno ed il suo territorioprotagonisti di un dibattito finalizzato allacreazione di una nuova modalità di crescitaeconomica: nuovi progetti che hanno comefilo conduttore i concetti del buono, bello ebenfatto sotto “l’egida” del Design e messiin atto da realtà pubbliche e private conproposte mirate, diversificate e speriamodestinate a durare nel tempo.

IL FUMETTO DI JACK

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

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PICENA TRASPORTI SRLZ.I.Campolungo - Ascoli PicenoTel.0736/43628 - Fax 0736/43737email [email protected].

GIOVANI D’IMPRONTA di Marta Rocchi | [email protected]

PRUDENZA

vedere in quale direzione muoversi per con-seguire il bene.Tommaso ovviamente non si ferma qui.Come per ogni virtù, ne elenca varie parti.Senza scendere in dettagli troppo tecnici, èinteressante considerare come siano partiintegranti della prudenza la memoria, inquanto permette di ricordare l'esperienzapassata; l'intelletto, che riguarda la cono-scenza del presente; la ragione, inerente l'usodi tali conoscenze; la docilità, che è disponi-bilità ad imparare dagli altri; e la sagacia, cheè la capacità di apprendere attraverso la pro-pria ricerca personale. Ci sono poi ancheprevidenza, circospezione e cautela, che pro-babilmente si avvicinano di più al senso diprudenza celato nelle espressioni iniziali.Il ritratto completo della prudenza disegnatoda Tommaso comprende anche l'enunciazio-ne dei vizi che si oppongono alla prudenza,tra i quali ad esempio il dolo, la frode, latroppa apprensione per i beni o l'eccessivapreoccupazione per il futuro.La prudenza viene connotata come aurigavirtutum, colei che tiene le redini delle altrevirtù: come ogni virtù, inoltre, esiste prati-candola. Si è prudenti agendo in modo pru-dente.Una seppur leggera lettura di Tommaso portaa concludere che talvolta ciò che si pensariguardo le virtù in realtà è solo una partedella ricchezza che esse contengono. Levirtù non sono teorie, o modi di “dover esse-re”. Sono la possibilità straordinaria di vive-re la vita pienamente, e abitare le relazioninel loro essere già centuplo.

Essere prudenti alla guida, o fare una sceltaprudente. "La prudenza non è mai troppa".Non l'ho fatto per prudenza.In queste espressioni è racchiuso il nucleodell'attuale senso comune riguardo la pru-denza: una qualità propria di chi sa trattener-si, non rischia, resta fermo su una posizioneper non incorrere in un pericolo.Ma è davvero questa la prudenza? Tommasod'Aquino dedica la seconda sezione dellaseconda parte della sua Summa Theologiae(la cosiddetta secunda secundae, II-II) allostudio degli atti umani: in particolar modo,nelle questioni da 47 a 170 affronta lo studiodelle quattro virtù cardinali, enunciandocome prima di queste proprio la virtù dellaprudenza. La lettura degli articoli relativialla prudenza sono la scoperta di una incre-dibile ricchezza: infatti la prudenza è descrit-ta come la perfezione della ragione pratica,ovvero di quella parte della ragione umanache ha come fine la realizzazione concreta diciò che avverte come bene. In parole sempli-ci: una persona prudente agisce in modo pro-porzionato rispetto agli obiettivi buoni chevuole conseguire. Dunque, già dalla soladefinizione, è possibile notare l'incompletez-za della prudenza come comunemente inte-sa: non si tratta di una caratteristica di chi satrattenersi, bensì di una virtù (ovvero unadisposizione abituale a compiere il bene) cherende misurate tutte le azioni. Si può dire chechi affronta un rischio (ad esempio una per-sona che salva la vita ad un'altra in una situa-zione di pericolo) è prudente perché, nell'im-mediatezza, ha saputo ponderare le mosse e

REGALATI O REGALAUN’ABBONAMENTOPER L’ANNO 2015

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VOCI DEL DIALETTO ASCOLANO di Enzo Morganti | [email protected]

LE VOCI DI NATALE NEL DIALETTOASCOLANO

IL MIUR SI STUDIA 50% ASSUNZIONIGRADUATORIA ISTITUTOE 50% CONCORSO

La liturgia dell’ avvento predispone icuori alla santificazione del Natale. Il pen-siero allora corre verso la letteratura e aquella dialettale che più ci interessa e cheha prodotto pagine e pagine di versi sultema delle festività e delle tradizioni lega-te alla nascita di Gesù Salvatore. Quest’anno la lieta atmosfera natalizia è stataturbata purtroppo dalla perdita di un caris-simo amico, Piero Saldari, poeta dialettalee in lingua, persona sensibile e ricca dirisorse umane, amante della montagna,attento osservatore della natura, pellegri-no e fautore del Cammino di Santiago. Latriste notizia è giunta proprio mentre mipredisponevo alla stesura di questo perio-dico testo sulle “ Voci del DialettoAscolano”. “La vita Picena” si era giàoccupata di Piero poeta e voce del dialettoascolano nel numero a data 11 giugno2011. In altre occasione ne avevamo par-lato per segnalare premi ricevuti in occa-sione di concorsi riservati alla poesia dia-lettale. Vogliamo credere che il nostropoeta si sia trasferito nei cieli a tener com-pagnia agli angeli in ascolto dei suoiversi.A Natale l’ abbraccio augurale cheamiamo dare ai nostri lettori avviene inversi e i versi sono quelli del dialetto asco-lano. La scelta è cadute su due autori. Ilprimo non poteva essere che Piero Saldaricon la poesia Natale, una breve ma intensalirica che descrive la notte santa e la trepi-da attesa di Gesu Bambino, rivelando inpoche righe il senso religioso dell’ uomo.La seconda, il cui titolo è pure Natale, èstata scritta appositamente per La vitaPicena da Anna Panichi Speranza. La rin-graziamo per la disponibilità ricordandoche abbiamo parlato della sua poesia nelnumero uscito il 12 maggio del 2012.Il tema è attualissimo e chiama in causa latribolata quotidianità degli extra comuni-tari attraversata dalla indifferenza dei pas-santi impegnati negli acquisti per le festi-vità. Ai nostri lettori porgiamo gli auguri

MONDO DELLA SCUOLA di Simona Flammini

Dopo il piano straordinario di assunzioni, ilMinistero sembrerebbe analizzare un siste-ma che consentirebbe di assumere il 50% deidocenti dalla seconda fascia delleGraduatorie d'Istituto e il 50% da concorso. Il tutto, ovviamente, dopo l'assunzione ditutti i precari delle Graduatorie ad esauri-mento previsto dal piano straordinario conte-nuto nelle linee guida del Governo "LaBuona scuola" e finanziate dalla Legge distabilità.Una soluzione che non farebbe altro se nonriprodurre il sistema attuale che prevede ladivisione al 50% dei posti disponibili traGraduatorie ad esaurimento e concorso a cat-tedra. In pratica si sostituirebbe la

Graduatoria ad esaurimento con la secondafascia d'istituto.Una notizia che lascia sorpresi, dato che neltesto delle linee guida per la riforma "LaBuona scuola" si fa riferimento ad assunzionisolo da concorso e che il concetto è stato riba-dito più volte nelle interrogazioni parlamenta-ri che hanno affrontato l'argomento. Lo stessoSottosegretario Toccafondi ha, recentementeconfermato (si tratta di una interrogazioneparlamentare) che "a scuola si entra per con-corso".Certo, non sarebbe il primo passo indietro delGoverno nei confronti delle linee guida dellariforma.

CHIUSO PER LA GUERRARIAPERTURA DOPO LAVITTORIOSA PACE

Michele D’Andrea, illustre relatore e sto-rico di formazione (membro di una com-missione di studio a Palazzo Chigi), harievocato la Grande Guerra per far com-prendere, ai 200 studenti delle ScuoleSecondarie di II grado, della Provincia diAP, lo sviluppo ed il significato dellaPrima Guerra Mondiale, la più sanguinosae la più “moderna”. Il suo interventomagistrale dal titolo “Chiuso per la guerrariapertura dopo la vittoriosa pace” haincantato la platea studentesca, che dalleore 9.00 era presente a Palazzo deiCapitani, nella Sala della Ragione ha emo-zionato gli adulti alle ore 18.00 con unareplica trionfale.Il fascino dell’intervento nasce da una col-loquiale ed appassionata chiacchierata,per raccontare, con testimonianze reali edinedite, la vita di 70 milioni di uominimobilitati, e rispettive famiglie, attraversoimmagini, filmati, memorie musiche, fatti,curiosità e aneddoti, che si nascondonodietro il velo della “Storia Ufficiale”.L’evento, organizzato dall’Usr Marche-Ufficio V, Ambito Territoriale di AscoliPiceno e Fermo, in collaborazione con ilComune di Ascoli Piceno si inserisce nel-l’ambito delle iniziative legate alleCommemorazioni del Centenario dellaGrande Guerra ed ha voluto richiamare

alla mente quel passato così lontano, maallo stesso tempo ancora vicino a noi. Una tragedia immensa, forse la più grandedel secolo scorso, è stata vista e raccontatain modo diverso e persino divertente. Unincontro per ripercorre, in chiave umoristi-ca ma non per questo meno profonda, laprima guerra mondiale, per molti versiassurda, cruenta, inumana.Silvia Bruni, studentessa dell’IstitutoTecnico Tecnologico “E, Fermi” di AscoliPiceno ha egregiamente accompagnato ilrelatore, con il clarinetto, nel raccontare“le canzonacce” di trincea dei nostri sol-dati.Michele D’Andrea ha voluto raccontare laGrande Guerra senza il filtro della storiaufficiale, grazie ad un vivace ed appassio-nante mosaico di memorie, canzoni evideo-proiezioni, i cui protagonisti sonopiccoli eroi quotidiani, uomini e donneattraversati da uno dei più violenti terre-moti della Storia. In un’ epoca di bombe“intelligenti” e guerre “umanitarie”, questipreziosi testamenti di memoria diventanoun monito per tutti, e uno stimolo allacostruzione di un futuro di pace. Racconticome schegge di vita, aneddoti fulminanti,parole a volte delicate come cristallo, avolte taglienti come lame affilate.

più cordiali per un Natale di pace e per ilnuovo anno che sia portatore di buonieventi alimentati dalla fede e dalla speran-za per un’ esistenza migliore.

NATALEDa lendana se sente la cambanaSenà a festa.L’ aria nnè ppiù gelata,ma lu ghiacce se spezza sott’ a liscarpe.Da la fenestra endra la luceDell’ albere… de Natale…de luspiazzeE li frechì dormeSotta li cheperte, nda ‘ngelitte.Vienne Gesù,te stenghe aspettà,nen vede l ‘ora d’ abbracciatte.

Piero Saldari

NATALEDecembre è l’ uddeme mese dell’anneche vola ne l’ attesa senza affannede la festa più dogge che ce siach’ a lu core dà calore e poesia.Pe li strade se fa li luminariee sti cose se sa è planetarieperché Natale è festa pe’ lu munnepure s’ è tande gruosse e tunne,tunne.Pure la cettànostra è ‘ndà ‘nu‘ngande (1)relluccheca de luce e suone sande.Se vede tande albere (2) de Natalema pe’ me è lu presepie che vale.Iera seme ‘rrevate a lu Battende,li luce ndà lu sole relucèndet’ accechié che la robba in abbon-danzapresentata può che tant’ eleganza.Tutte chemprié spumande e panettonepandore, frestinghe e gruosse torronee li regale p’ amice e pariendepe’ fa tutte felice e cundiende.Loche fore ce stié nu peverittela ma tesa, nen pertié gebbittetremié furia da la testa a li piétutte senza ‘uardallu se ne scié.Quaccune facié la contrecavatape’ nen vedé ‘lla faccia desperata,chiste s’ abbotta de rosbìffe e sala-me,se ne frega de chi more de fame.Può se sende li campane che sonada pié de la cettà fine a l’ Iconape recurdacce che Gesù è“AMORE”,ugne peveritte è “Nostro Signore”.Llu cenciò che parié come tandede botta lu so viste tra li Sandee Gesù lu pegghiava pe’ li màe accuoste a sé lu facié assettà.

Anna Speranza Panichi (Natale 2014)

Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

GASTRONOMIA SALUMERIAla genuinità del gusto

VIA TOLIGNANO 0736 46989

VIA MONTICELLI 0736 344267

VIA DEL TRIVIO 0736 259729

NUOVO SERVIZIO CATERING ASCOLI PICENO

IL LAVORO È PER L’UOMO di AnnaLaura Biagini

“Il posto fisso è monotono”, questa l’opi-nione dell’ex premier Mario Monti, chesuscitò l’ira dei giovani disoccupati italiani.Certo è che, noioso o no, ormai il postofisso è un concetto obsoleto nel mercato dellavoro, un retaggio del ‘900, quando ilcapofamiglia doveva sfamare famiglienumerose con un solo reddito. La buonanotizia è che secondo gli economisti, la finedel posto fisso non significherà precarietà,ma innovazione. Il talento ne beneficeràcon una mobilità stimolante. A farne lespese però potrebbe essere la generazionedi passaggio, educata ad un mercato dellavoro che non esiste più, costretta a ripen-sarsi facendo appello a tutte le risorsedisponibili, non solo lavorative, ma soprat-tutto umane.Da qui la necessità di piani formativi adhoc, per rafforzare le abilità, le competenzerelazionali, linguistiche e professionali dacui ripartire per crearsi una carriera fatta didiverse opportunità e non in un’unica tipo-logia contrattuale. La chiave quindi èl’istruzione, che proponga percorsi didatticipersonalizzati, e il mondo del lavoro, chepunti sulle potenzialità distintive dei singoliterritori. Un esempio di tutto ciò è fornito dallenumerose start up emergenti, spesso createda giovani che ragionano già secondo lenuove logiche occupazionali, fondate suinnovazione e imprenditorialità. Anche setutto questo suona come “l’arte di arran-giarsi” in realtà è proprio il contrario.L’auto-creazione del lavoro, porta ad unconcetto nuovo, finora raro, la possibilitàcioè di far combaciare passione e guada-gno. Non solo, la libertà di inserire scelteetiche all’interno della carriera, trasforma-no la professione in un servizio alla comu-

nità. Il territorio del Piceno è emblematicoda questo punto di vista. La decennaleindustrializzazione imposta dall’esterno,ha creato un periodo di prosperità, seguitoda una rovinosa disoccupazione. La men-talità prevalente del posto fisso è ancoraradicata, creando disagi e delusioni in chiè in cerca di occupazione. Eppure, dadiversi settori, arrivano segnali di ripresalegati al rinnovamento. Uno di questi è ilmondo delle cooperative sociali, chehanno scelto di gestire servizi socio-sani-tari ed educativi, oppure attività finalizzateall'inserimento nel mercato del lavoro dipersone svantaggiate.Le cooperative sono una forma particolaredi imprenditoria, nate dal bisogno di sosti-tuire in diversi campi gli enti pubblici,soprattutto nell’erogazione di servizi. Unesempio di auto-gestione della societàcivile, che fornisce benessere non soloeconomico ma anche relazionale, operan-do direttamente nel welfare. Finiti i tempi degli appalti, è iniziata l’eradel comodato gratuito, che permette allecooperative di operare in libertà, madovendosi comportare come una veraazienda, puntando al profitto e non solo alservizio. Miglior qualità del prodotto, pub-blicità, reputazione e radicamento nel ter-ritorio sono fondamentali per la sostenibi-lità dei progetti, che ora non possono piùcontare sui finanziamenti pubblici ma chetraggono forza dalla rete sociale che sicreano intorno, dall’onestà con cui opera-no e dall’ascolto dei bisogni degli utentiche costituiscono la loro mission. Il Picenoha già accolto questa sfida e per il nuovoanno saranno tante le novità da tenered’occhio.

TALENTO, L’EVOLUZIONE DEL POSTO FISSO

L’anno che si sta chiudendo è stato segnatoda una crescente preoccupazione sul lavo-ro che scompare, sui giovani costretti a“emigrare” oppure a vegetare senza farnulla, sulle fabbriche che chiudono. Chetipo di società ci aspetta? Risponde ilsociologo Giuseppe De Rita, presidentedella Fondazione Censis.Nel 2014 abbiamo preso coscienza che ilnostro Paese è in grave difficoltà,soprattutto occupazionale. I giovani ita-liani sono l’anello debole della società?Certo, sono un anello debole, ma non sonoi soli e non è neppure colpa loro. Le fami-glie sono più ‘liquide’ di 5 anni fa, in uncerto senso si sono ‘arricchite’, però non cisono aspettative positive. Una volta spera-vano nella casa nuova, nell’auto. Oggiinvece non si muove nulla, perché si limi-tano a tutelarsi per il domani e a sostenerei figli. Fuori dalla famiglia non c’è dinami-ca e le stesse imprese, che di soldi nehanno più di prima, non investono perchénon vedono opportunità. Il sistema così èimballato. Ma se poco o nulla si muovepagano tutti, giovani e anziani.Dal 2007 ad oggi gli occupati ufficialisono passati da 23,3 milioni a 22,3,abbiamo perso 1 milione di posti di lavo-ro. I disoccupati nel frattempo sono sali-ti da 1,5 a 3,4 milioni. Che fare di frontea queste cifre sconfortanti?Lo sconforto in sé non è commentabile.Invece dobbiamo dire, più realisticamente,che il sistema ha reagito a questa disoccu-pazione con un aumento enorme del‘nero’, del ‘sommerso’, dei redditi ancheloro ‘sommersi’. Lo provano la crescita deirisparmi che, se il lavoro ufficiale diminui-sce, per forza devono venire dal sommer-so. La tragedia è che una volta, quandoscoprimmo questo fenomeno, esso rappre-sentava una fase di passaggio versol’emersione. Oggi invece appare più triste,come un lavoro di arrangiamento. La fami-glia in sé ha più soldi, potrebbe garantireun reddito ulteriore, ma i giovani tendonoal lavoro sommerso in attesa di tempimigliori.Il Jobs Act con l’eliminazione dell’art.18 per i nuovi assunti e il contratto atutele crescenti può essere un punto disvolta?Il Governo ha deciso un provvedimentoche ha una strada obbligata: trasformare lafungaia dei contratti atipici in contratti atempo indeterminato. Così facendo faràuna bellissima figura, avrà qualche centi-

di Cinzia MascettiNON SOLO ECONOMIA

naio di migliaia di contratti in più rotta-mando una selva di forme contrattuali ati-piche e in più garantendo alle aziende unpo’ di soldi, senza porre problemi in casodi licenziamento perché per i primi 3 annisi dovrà corrispondere una mensilità emezza per anno. Si favorisce una puliziadel sistema e maggiore elasticità.Ma con pochi posti di lavoro disponibili,siamo forse giunti alla “concorrenza”tra genitori e figli?Concorrenti, forse; sicuramente non con-flittuali. Questo momento non favorisce ilconflitto, non lo crea né lo mette in atto. Ilconflitto, oggi, è quasi ‘mediatico’: controla casta, contro i ladri, i potenti, i corrotti.Ma non può diventare collettivo, che portaalla piazza. Semmai crea rancore, gossipnegativo, scandalo, nervosismo diffuso.Dobbiamo tenere fermo un concetto: lasocietà è più stabile di quello che sembra.Il vero problema dei conflitti è nell’au-mento delle diseguaglianze tra gruppi,classi, categorie.Tornando al Jobs Act, non si rischia dicreare una ulteriore categoria di privile-giati, i protetti dall’art. 18 per i prossimi20-30 anni rispetto a tutti gli altri espo-sti ai licenziamenti?La società italiana è piena di diseguaglian-ze e d’ingiustizie storiche: basta pensarealle pensioni-baby con i 19 anni 6 mesi e 1giorno di lavoro; o al sistema pensionisticoretributivo rispetto a quello contributivo.Nel lavoro resta l’art 18 per i vecchi assun-ti, ma tutti tendono agli indennizzi. Le verediseguaglianze storiche abissali, semmai,le troviamo e le avremo ancora a lungosulle pensioni concesse negli ultimi decen-ni.In conclusione, non dobbiamo aspettar-ci che scocchino scintille tra anziani egiovani?Direi di no. I meccanismi generazionali sivanno invece ‘incarognendo’ dentro lefamiglie per altri motivi, non legati allavoro, ai soldi, ma alle dinamiche dellapsicologia profonda. Sono venuti a galla inquesti ultimi anni l’ondata dei problemi edelle scelte partite negli anni ‘70 e ‘80,sulle libertà individuali, del tipo ‘il corpo èmio e lo gestisco io’. Questa soggettività aoltranza ha portato e sta ancora compor-tando attriti generazionali profondi, mache sono così appunto ‘profondi’ che resta-no confinati nella malattia psichica piutto-sto che emergere chiaramente come fattorisociali organizzati.

L’ITALIA DISEGUALEFamiglie più ricche ma la paralisi fa male a giovani e anziani

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Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

ITINERARI PICENI di Franco Laganà

Presentata anche a Radio Ascoli nella rubrica“Un Mondo di Libri”, la guida escursionistica“Salaria quattro regioni senza confini”pubblicata quest’anno inizia a diffondersi aconclusione di un intenso lavoro sviluppato dadieci sezioni del Club Alpino Italiano poste inquattro regioni contigue – Marche, Abruzzo,Umbria e Lazio – nell’ambito dellecelebrazioni per i 150 anni del Sodalizio. Già inprecedenti articoli ho accennato all’iniziativa;si tratta di un progetto di valorizzazione di unavasta area dell’Appennino centralecontraddistinta da ben due parchi nazionali,Monti Sibillini e Gran Sasso-Monti della Laga,attraversata in epoca romana dall’antica viaconsolare e divisa per secoli dal confine traStato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Lesezioni CAI (per le Marche: Ascoli Piceno e S.Benedetto del Tronto) hanno individuato erecuperato una serie di sentieri storiciconcatenandoli tra loro fino a creare due lunghicammini: il primo, “coast to coast”, va da SanBenedetto del Tronto fino a Roma, il secondosi snoda lungo la dorsale appenninica, daSpoleto a L’Aquila. Nel 2013 i due itinerarisono stati percorsi per intero a piedi ed inmountain bike, in contemporanea con altri dueitinerari storici già collaudati, la Francigena danord e la Micaelica da sud, nell’ambito del“Cammina CAI 150” conclusosi a Romadavanti a San Pietro il 28 settembre con l’arrivodi centinaia di escursionisti che avevanointrapreso i tre Cammini. Alla redazione dellaguida, edita da Carsa, hanno partecipato unfolto gruppo di sessanta soci appartenenti acittà e territori diversi e ciò costituisce un fattoinusuale che evidenzia la forte componentesociale del progetto. La guida è composta da240 pagine ed offre una serie di saggiintroduttivi dove sono evidenziati gli elementiunitari più significativi; gli itinerari sonosuddivisi in cinque aree omogenee, ciascunadelle quali è percorribile in 4-5 tappe per untotale di 425 km a piedi e 475 in bici. Ciascunatappa è illustrata da una cartina e da una

LA NUOVA GUIDA DEL CAMMINODELLA SALARIA

ARTE SACRA di Michele Picciolo

Pizzoli (AQ). Nel 1989 Filippo Todiniseguito da Andrea de Marchi proposeinvece una sua paternità a Nicola di Ulisseda Siena sulla scorta di elementi stilistici etecnici molto convincenti che ci permetto-no di ricostruire finalmente la presenza inAscoli di questo importante artista senesestrettamente legato alla bottega diBartolomeo di Tommaso da Foligno chegiunse nel nostro territorio dopo aver lavo-rato nell’area nursina. Nicola trascorreràad Ascoli alcuni periodi di soggiorno doveè documentato la prima volta nel 1457 daun salvacondotto da Norcia per Ascolidove nel 1458 affrescò un S. AntonioAbate nella chiesa di S. Pietro Martire egli affreschi del Convento di S. Domenicocon il noto ciclo della Crocefissione, nel1469, probabilmente di ritorno da Fermo,lavorerà invece per i Benedettini di SanLorenzo a Rotella. Non ci sembra secon-dario all’interno della pur difficile rico-struzione della presenza di Nicola daSiena in area ascolana rammentare comedagli studi di De Marchi e Mazzalupi sievince che il maestro a capo dell’impor-tante bottega a cui Nicola appartenevafosse Bartolomeo di Tommaso da Foligno,lo stesso a cui i Francescani del ConventoMaggiore di S. Francesco, in occasionedel Capitolo Generale Provincialedell’Ordine tenutosi in Ascoli nel 1431,avevano chiesto di completare un grandepolittico per l’altare maggiore della basili-ca (forse bifronte), precedentemente com-missionato ad un certo Magister Perum.L’analisi dei punzoni delle aureole e delletecniche di doratura, identiche a quelle deisanti rappresentati nel polittico di S.Eutizio in Val Castoriana di Spoleto attri-buito a Nicola da Siena, le labili traccedella decorazione della cornice inferiore eil modus operandi nella stesura del coloredei due maestri risultano vicinissime, inol-tre le misure, seppure parziali, della tavolaascolana suggeriscono la dimensionemedio-grande di uno scomparto centraleprobabilmente cuspidato di un polittico diuna certa importanza. Quest’opera seppu-re frammentaria attribuibile a Nicola daSiena rappresenta dunque un documentoimportante della presenza di significativimaestri del tardogotico in Ascoli.Con questa dolcissima immagine inviamoa tutti i nostri lettori gli Auguri di un SantoNatale

Tra i numerosi tesori d’arte conservati nelMuseo Diocesano, un’opera poco cono-sciuta ma di singolare pregio è sicuramenteun dipinto frammentario realizzato a tem-pera su tavola (cm.128x54) nella primametà del sec. XV. Rappresenta l’immaginedi una raffinata Madonna assisa su untrono ligneo che volta verso sinistra sostie-ne ed indica con la mano affusolata ilBambino Gesù ritto in piedi sulle sueginocchia che, coperto da un sottilissimovelo trasparente, regge in mano un pomo,chiaro riferimento iconografico a Colui chesi fa carico dei peccati dell’umanità. I voltisono circondati da aureole decorate suibordi con perline e rosette realizzate inpastiglia a foglia oro. Maria ha il capovelato coperto da un manto blu listato inoro e indossa una veste di velluto rosso conelementi decorativi ormai frammentari, gliincarnati perlacei delle figure sono arric-chiti di raffinati toni rosati e il volto delbambino è realizzato con un forte naturali-smo e una particolare attenzione nella trat-tazione dei riccioli dei capelli. Un angeloposto sulla sinistra, in parte ancora leggibi-le, regge una preziosa cortina di velluto blulavorata con motivi a grata e a cardo borda-ta in oro che si staglia sulla spalliera rossadel trono e lascia presupporre la presenzadi un’analoga figura simmetrica posta sullato destro. La preziosa opera, anche se giuntaci forte-mente lacunosa nella facies pittorica, costi-tuisce uno dei più raffinati esempi di artetardogotica che si sono conservati inAscoli. La tavola tagliata sul lato destro esuperiormente, fu rinvenuta e individuatafortunosamente nel 1964 ridotta a pedanad’altare nell’antica chiesa di San MicheleArcangelo di Lisciano e restaurata nel1966 dall’allora Sovrintendenza allaGallerie delle Marche fu collocata inMuseo dove per diversi anni è stata espostanella Sala dell’Eden. Posta in deposito percirca un decennio dallo scorso anno è stataricollocata nella sezione dedicata alleopere quattrocentesche del MuseoDiocesano di Arte Sacra. Dopo il restauroeffettuato nel 1966 la tavola fu documenta-ta per la prima volta da Alberto Rossi nel“Catalogo della mostra di opere d’arterestaurate” che propose in chiave dubitati-va l’ipotesi di una sua attribuzione aMatteo o Jacopo da Campli per affinitàiconografiche con una tavola conservata a

descrizione dell’itinerario, sia a piedi che inmtb, seguite da approfondimenti culturalirelativi alle emergenze più interessantiincontrate lungo il percorso. Il trattomarchigiano è composto da tre tappe: da S.Benedetto a Spinetoli lungo la ciclopedonalesull’argine del Tronto, in attesa del suocompletamento fino ad Ascoli; da qui adAcquasanta Terme lungo la cresta per Coperso,Talvacchia e Cervara (in bici si percorre laSalaria vecchia); infine, da Arquata per Pescara,Tufo e Capodacqua, fino a raggiungereAccumoli. E’ da rilevare come la Salariaescursionistica, insieme alla sua consorellaFlaminia e agli altri nuovi Cammini come laLauretana e l’Assisi-Ascoli, vadano a costituireil nucleo vitale della rete escursionisticamarchigiana (Resm) voluta dalla RegioneMarche. Nella puntata di Radio Ascoli, i treconduttori Maura, Luciano e Maurizio hannosottolineato i contenuti culturali della guida chepermette di visitare, sperando sempre di trovarliaperti, tanti luoghi nascosti - chiese, rocche,piccoli borghi, aree archeologiche - disseminatiin un territorio ancora integro. Alcuni esempi: ilpiccolo museo archeologico a Cittareale,oppure la chiesa di S. Vittoria a MonteleoneSabino, dalle cui catacombe fu prelevato ilcorpo dell’omonima santa che i monaci farfensitrasferirono nei loro possedimenti piceni sulColle Matenano. Significative risultano anchele vicende della transumanza delle greggi, il cuiallevamento ha costituito un’importante fontedi ricchezza per l’Appennino. Dunque, perNatale, perché non regalare, o regalarsi, unaguida della Salaria e programmare qualchebella escursione? Le sorprese nonmancheranno.

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO.UNA PREZIOSA MADONNA CONBAMBINO

SU RADIO ASCOLI ASCOLTA “DIARI DI VETTA” 1° E 3° GIOVEDI

DEL MESE ALLE ORE 19.05(QUINDICINALE )

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

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IL DIRITTO DI SOGNAREC’è un’Italia che vorremmo

di Domenico Delle FoglieLA FAMIGLIA AL CENTRO VITA DAL SEMINARIO a cura di Michele Montanari (Fano) e Marco Petracci (Macerata)

FINESTRA APERTA SUL NOSTROSEMINARIO REGIONALEIntervista al nuovo padre spirituale don Mariano Piccotti

di Agente Generale ENRICO SALVIAGENZIA GENERALE ASCOLI PICENO

via del trivio, 1 (galleria Alesi)Tel. 0736/259476 - Fax. 0736/255714

Agenzie nei principali comuni della provincia

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Libera, coraggiosa, giusta, buona, aperta, pacifi-ca e pacificata. Direte che sogniamo a occhiaperti. Noi preferiamo scommettere sui nostrisogni che svelano il seme di Dio che è statopiantato in noi. Un seme che è la radice delnostro umanesimo. Un seme morto aGerusalemme, lanciato nel cuore dell’Europa ein quella terra prediletta che è l’ItaliaNel passaggio da un anno all’altro è giustosognare. Così come è giusto sperare. Purtroppol’anno che abbiamo alle spalle è stato durissimoe tante nostre famiglie hanno sofferto. Ma intanti abbiamo saputo resistere e costruire, nono-stante tutto.Ma ora, in barba ai “purtroppo” e ai “nonostan-te”, proviamo a sognare l’Italia che vorremmo.L’Italia che amiamo e che conta su di noi, citta-dini e credenti.Noi sogniamo un’Italia libera. Dai suoi vizi (opeccati?), dagli inaccettabili silenzi omertosi,dagli orizzonti culturali ristretti, dai tic del “poli-ticamente corretto”, dalle invidie sociali, dallerestrizioni mentali, dalle reazioni sociali stereo-tipate, dalle fughe consolatorie e assolutorie nel“così fan tutti”, dalle reazioni irrazionali alleemergenze. Dunque, un’Italia libera di testa. Noi sogniamo un’Italia coraggiosa. Capace didare un calcio alle proprie paure, di tornare arischiare come ha fatto in tanti frangenti dolorosidella propria storia civile ed economica, di lan-ciare il cuore oltre l’ostacolo, di guardare piùlontano dei prossimi tre mesi, di intravedere unorizzonte comune. Dunque, un’Italia di donne euomini consapevoli delle proprie forze e dei pro-pri talenti.Noi sogniamo un’Italia giusta. Dove i giovaniabbiano la parte che spetta loro di diritto, dove ilfuturo non sia una lotteria sociale, dove l’ascen-sore sociale sia rimesso in moto, dove la giusti-zia degli uomini sia tale da rendere meno pesan-te il fardello dei cittadini, dove tutti paghino lagiusta dose di tasse perché tutti ne tragganobeneficio, dove i diritti basilari siano garantiti a

tutti senza distinzione alcuna di sesso razza cul-tura e religione. Insomma, un’Italia in cui lagiustizia sociale sia cercata e praticata.Noi sogniamo un’Italia buona. Nella quale ibuoni non siano considerati fessi, in cui gli one-sti meritino il rispetto di tutti, in cui i disonestisiano oggetto della riprovazione sociale, in cuiil volontariato sia stimato, in cui lo sguardo nonsia sempre velato dall’ombra del sospetto, in cuisia ancora possibile tendere la mano a chi sta unpasso indietro, in cui camminare e crescereinsieme sia la norma. Dunque, un’Italia in cui ilbene sia considerato un vantaggio competitivorispetto al male.Noi sogniamo un’Italia aperta. All’Europa e alMondo. All’accoglienza senza retropensierirazzisti e malmostosi. Alle intelligenze più vivee giovani. Alle forze fresche che vengono su daiterritori. Ai suoi giovani eternamente in panchi-na. Ai suoi vecchi che giorno dopo giorno sonoconsiderati un peso insostenibile. Ai figli chetardano a venire. Insomma, un’Italia aperta alfuturo.Noi sogniamo un’Italia pacifica e pacificata.Che rifiuti la violenza in ogni sua forma, sappiacontenere l’esasperazione sociale causata daldisagio, gestisca la protesta dentro i cardini delrispetto reciproco, non alimenti lo scontro diclasse e il conflitto sociale, sappia portare intutti i consessi internazionali la voce di chi amala pace e rifiuta la guerra come forma di solu-zione dei conflitti tra i popoli. Un’Italia, dun-que, che scelga la pace per sé e per gli altri,senza se e senza ma.Direte che sogniamo a occhi aperti. Noi prefe-riamo scommettere sui nostri sogni che svelanoil seme di Dio che è stato piantato in noi. Unseme che è la radice del nostro umanesimo. Unseme morto a Gerusalemme, lanciato nel cuoredell’Europa e in quella terra prediletta che èl’Italia. A noi tutti, italiane e italiani, credenti enon credenti, la responsabilità di farlo rifiorire.L’umanesimo…

Il nuovo anno, come accennato lo scorso mese,è iniziato con una novità: l’arrivo di donMariano Piccotti della diocesi di Jesi comenuovo padre spirituale per il nostro Seminarioregionale. Don Mariano dà il cambio a mons.Roberto Peccetti della diocesi di Ancona dopodiversi anni di servizio. In questa finestra voglia-mo conoscerlo meglio.Don Mariano, come si è svolto fino ad oggi iltuo ministero nella chiesa di Jesi?Da oltre quaranta anni sono prete nella Chiesa diJesi. Ho avuto incarichi diocesani, prima nelCentro vocazioni, poi all’Ufficio Catechistico,quindi come vicario per la pastorale. Da ventianni sono parroco a Castelplanio e da dieci annianche a Poggio san Marcello. Dopo il servizioper le vocazioni è nato, per volontà delle Suoreadoratrici del Sangue di Cristo, un centro di spi-ritualità a Castelplanio, nel quale io da semprelavoro in comunione con loro e altri laici.Come hai reagito a questa nuova proposta?Ho reagito bene, anche se un po’ sorpreso. Beneperché quest’attenzione alla vita e al discerni-mento spirituale l’ho sempre vissuta. Sorpresoperché non me lo aspettavo proprio.Secondo te, perché sei stato scelto per guidarespiritualmente i seminaristi delle Marche?Non lo so. Forse per quello che, di fatto, ho vis-suto sia all’inizio del mio ministero come diret-tore del Centro Vocazioni, iniziando la pastoralevocazionale giovanile, sia per la presenza alCentro di Spiritualità “Sul Monte” dove le atti-vità sono tutte finalizzate alla crescita spirituale.Penso ai dieci anni di proposta di Esercizi

Spirituali nella vita Ordinaria (Evo) e ai tantiritiri ed esercizi, sempre portati avanti in comu-nione con altre vocazioni.Con quale stato d’animo cominci questo nuovoservizio? E cosa vorresti donare ai giovaniseminaristi?Ho iniziato ad ascoltare le storie vocazionali diquesti giovani che hanno deciso di essere qui.Da un lato c’è la meraviglia per quello che sentoe per quello che penso il Signore abbia fatto conloro e per loro. Ora sento anche la responsabili-tà di rispondere a quanto chiedono o esprimono,perché il percorso di discernimento sia secondoil cuore di Dio. Vorrei donare quanto ho vissutoanch’io in questi quaranta anni e più di sacerdo-zio, cioè la gioia del Vangelo, la fede nella pre-senza del Risorto, la speranza in un futuro cer-tamente buono, la carità pastorale. Questo sen-timento di carità ormai deve prendere corpo inuna capacità di scovare i carismi, farli emergereper il servizio al Regno di Dio nella Chiesa,senza atteggiamenti di dominio e di protagoni-smo.Ringraziando don Mariano per queste parole eper il suo servizio al Seminario marchigianocogliamo l’occasione per augurare a tutti i letto-ri un Santo Natale nel Signore e un sereno efelice anno nuovo da parte di tutta la comunitàdel Seminario! Ci vediamo il prossimo mese! A presto!Foto: don Mariano Piccotti con i seminaristiMichele Montanari e Marco Petracci

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Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

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LA VITA PICENAQuindicinale della Diocesi di Ascoli PicenoAutorizzazione del Tribunale di Ascoli Piceno n. 178 del 27/12/1980

Direttore ResponsabileGiampiero Cinelli

Direzione e RedazioneLargo Cattaneo, 2 – 63100 Ascoli PicenoTel. 0736 250182 - Fax 0736 [email protected]

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Chiuso in redazione il 29/12/2014

LA VOCE DELLE COMUNITÀ | Valle Castellanadi don Giuseppe Piccioni | [email protected]

QUINDICI GIORNI di Stefania Mistichelli

Lunedì 8 Dicembre, Nonostante le proibitive condi-zioni atmosferiche, una piccola comunità di fedeli siè ritrovata nella solitaria chiesa di Piano Maggioreper onorare la Madre Santissima con il titolo diImmacolata. Alcuni dei fratelli presenti, arrivatianche da molto lontano, ricordano ancora le celebra-zioni a cui hanno assistito fin da fanciulli e che l’an-tica comunità di Pianomaggiore dedicava alla SantaVergine in quella tradizionale ricorrenza. Con la loropartecipazione hanno inteso offrire una testimonian-za di quella devozione e rafforzare per sé ed anche intutta la zona l’omaggio riconoscente verso la Madredel cielo . Non è stato agevole ,ad oltre 1000 metri diquota, sotto una nebbia fittissima e con l’aria rigida

che sferzava con violenza alberi e prati. D’altra parte , per ravvivare quella antica devozione,da alcuni anni, è stata posta in quella chiesa una nuovissima immagine in legno di notevolebellezza. E’ valsa la pena arrivare lassù, con sacrificio, per la celebrazione della S. Messaanche in quel lembo di montagna e a quella quota e per accendere almeno un lume votivo difronte a quella immagine. Molto raccolta e partecipata la celebrazione e, in mezzo a quel pic-colo popolo in preghiera, si trovava anche il piccolo Guerino il quale, ci auguriamo, da gran-de, possa raccontare ad altri suoi coetanei di quella importante devozione. Alla fine, visto iltempo, ognuno, in fretta, ha ripresa la via del ritorno a casa ma con nel cuore un’evidente sod-disfazione che traspariva dal volto di tutti. Con essi, ancora una volta, intendiamo compia-cerci per la testimonianza della loro fede, con la certezza che sarà la Madonna stessa a river-sare su tutti una particolare benedizione.

Normalmente il 2 novembre è giornodedicato al ricordo dei defunti.Quest’anno però ha coinciso con ladomenica e piccolo borgo diVallinquina si è rianimato come ai beitempi quando quelle ricorrenzerichiamavano l’attenzione dei paesanie di molti emigrati. Davvero eccezio-nale l’evento celebrato quest’anno: Il50° di matrimoni di Finocchi Sestilioed Elda Pietro. Si erano sposati inquella chiesa di S. Nicola il 31Ottobre del 1964. Da quel giorno laloro storia ha decollato in modo incre-dibile. I tempi erano ancora difficili e

le risorse scarseggiavano: Mettendo insieme però le loro molteplici abilità, con giova-nile slancio e generosità, hanno raggiunto traguardi insospettabili. Lui abile artigianorestauratore, con la sua calma, ha lasciato segni evidenti della sua sensibilità artistica,lei cresciuta alla scuola di mamma Rosa e assai dinamica e risoluta, oltre che cuoca raf-finata, all’occorrenza, ha saputo anche uscire di casa per dare una mano nell’orto edovunque poteva esser utile il suo intervento. Dopo qualche anno di rodaggio a Pizzo,frazione ora completamento disabitata, hanno scelto l’emigrazione verso Folignano e dalì nella definitiva sistemazione in zona “ Le Tofare”, dove Sestilio si è progettata ecostruita una casa che è come una villa senza però trascurare l’amore per la terra dallaquale, lavorandola con impegno e competenza, han saputo ricavare prodotti di assolutagenuinità. Il loro programma di vita apparve ben delineato fin dall’inizio: anzitutto lafamiglia come dolce luogo di accoglienza e dove i 5 figli, oltre che un’attenzione pre-murosa, hanno trovato la serenità di una guida autorevole ma, al tempo stesso, pazienteed illuminata. Hanno potuto liberamente sviluppare le loro capacità sotto il loro occhiovigile e comprensivo. Ma anche all’esterno hanno saputo intrattenere rapporti di ami-chevole solidarietà secondo quanto appreso dalle loro famiglie di origine. Non solo que-sto però: Elda e Sestilio sono diventati importante cerniera di collegamento specie confratelli e sorelle di lei, tutti emigrati in Canada e le sorelle di lui. Quella casa è stata sem-pre la più frequentata ed in essa tutti hanno trovato una parola di sostegno e di generosaospitalità. La loro attenzione poi si è rivolta anche al passato: oltre a mantenere vivi icontatti con la terra di origine, hanno voluto curare la memoria dei vecchi conservando,a Vallinquina, la casa di Emidio e Rosa. Anche quella casa, posta davanti alla chiesa diS. Nicola, era stata sempre aperta a tutti. Ora però è stata restaurata in modo tale che,entrandoci, ci si sente attratti e non si vorrebbe più uscirne per quanto tutto diventa pia-cevole e rilassante. Allora non una sola giornata di festa si sono meritati in questi 50anni, ma una festa continua e che non si può esprimere con parole, ma che sentiamosbocciare spontanea dal cuore non solo dei familiari, ma di tutti noi e che si riveste diinfinita gratitudine mentre li vediamo ancora sulla “breccia” pronti a donare, si trattasseanche della sistemazione di una semplice mansarda, fino all’ultima loro risorsa.

L'ANNIVERSARIO:TANTE INIZIATIVE PER RICORDARE L’AMATOPRESIDENTE COSTANTINO ROZZIVenti anni fa ci lasciava Costantino Rozzi e la città non si è lasciata sfuggirel'occasione per ricordarlo. Dai calzettoni rossi e le magliette celebrative indossatidai giocatori nel corso della partita Ascoli – Santarcangelo, al “pre-derby” giocatotra politici e vecchie glorie calcistiche alla vigilia dell'Ascoli – Ancona finoall'iniziativa dell'associazione Solo x l’Ascoli che ha pensato di regalare a tutti itifosi un poster nel corso della fiera di Natale. In moltissimi, infine, hannopartecipato alla Messa celebrata Giovedì 18 Dicembre a Villa Pigna di Folignanonella chiesa di San Luca Evangelista.INDAGINE TREND MARCHE: SEGNI DI MIGLIORAMENTONELL'ARTIGIANATOArriva qualche timido segnale di ripresa nel settore dell'artigianato, secondol’indagine “Trend Marche”, realizzata dall’Osservatorio integrato sulla piccola emedia impresa delle Marche, a cura di Cna e Confartigianato Marche. I dati parlanodi un fatturato in crescita nella prima parte del 2014, dell’1,5 per cento rispetto allostesso periodo dell’anno precedente mentre gli investimenti hanno registrato unincremento del 27 per cento. Dal lato dei costi, si registra un aumento della spesaper retribuzioni (+2,5 per cento) ed un dimezzamento (-59 per cento) di quella perla formazione, che finirà per incidere pesantemente sulla loro competitività. Lalieve risalita del fatturato e la ripresa degli investimenti, secondo l’indagine di Cnae Confartigianato, è dovuta quasi esclusivamente ad un “rimbalzo”, dopo la cadutadell’anno scorso, che aveva registrato un crollo degli investimenti del 32,7 percento. A far crescere, seppure con percentuali modeste, il fatturato delle impreseartigiane marchigiane, sono stati soprattutto il terziario e le costruzioni, mentre ilmanifatturiero continua a perdere fatturato.EXPORT: LE MARCHE TRAINANO L'ITALIAAnche nei primi nove mesi del 2014 le Marche sono state tra le regioni che hannocontribuito maggiormente a sostenere l'export nazionale, facendo registrare unincremento delle vendite all'estero del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2013.Un risultato superiore sia rispetto alla media nazionale (+1,4%) sia a quelladell'Italia Centrale (+2%). Lo rende noto Confindustria Marche che spiega come inespansione siano state sia le vendite verso i Paesi europei (con un +10,5%) sia versoi Paesi extra Ue (+2,8%). Rispetto al 2013, il peso dell'export della regione sultotale nazionale è salito dal 3% al 3,2%. A livello provinciale Ascoli Piceno(+15,6%) e Ancona (+10,4%) hanno registrato una variazione superiore alla mediaregionale; positivi ma inferiori alla media sono i risultati di Macerata (+2,2%) ePesaro Urbino (+1%) mentre Fermo ha registrato una flessione dell'1,1%.MUORE TIFOSO DELL'ASCOLI PICCHIO CADENDO DA UN MURETTOStava andando ad assistere la partita Ascoli-Santarcangelo quando AlbertoDurastanti, di 61 anni, di Castorano, che ieri pomeriggio era caduto da un murettoalto pochi metri. Durastanti è deceduto nel reparto di rianimazione dell'ospedaleMazzoni per i traumi riportati nella caduta. "Profondo cordoglio" è stato espressoda dirigenza, tecnici e giocatori dell'Ascoli Picchio per la morte di AlbertoDurastanti. Vicinanza è stata espressa anche dal Vescovo di Ascoli MonsignorGiovanni D'Ercole. I tifosi hanno polemizzato sulle restrizioni per l'accesso allostadio.SENTIERI TUTELATI: SUCCESSO DEL CAIImportante risultato per la sezione ascolana del CAI. Il comune di Ascoli infatti, aseguito di una osservazione del Cai, ha inserito nel nuovo piano regolatore unanorma espressamente dedicata alla tutela, alla manutenzione e promozione dellarete sentieristica, che entrerà in vigore con l’approvazione definitiva del PRG,prevista per il 2015. La norma, proposta e recepita dal Comune, prevede che isentieri siano individuati da un’apposita tavola tecnica, da redigere incollaborazione con il CAI e che i sentieri così individuati non possano essere chiusida nessun tipo di barriera; che debbano essere manutenuti e curati a bassissimoimpatto ambientale; che, nell’autorizzare interventi edilizi dei privati, si debbatenere conto dell’uso pubblico perpetuo dei sentieri. Infine, il Comune potràrichiedere arretramenti di recinzioni e manufatti, anche per consentire il ripristinodei sentieri abbandonati, la manutenzione di quelli esistenti, l’apertura di nuovipassaggi pedonali.

I DIECI DELL’IMMACOLATA

GIORNO DI FESTA A VALLINQUINA

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

TECNO... LOGICI di Lindo Nepi | [email protected]

Se il 2014 è stato l'anno in cui abbiamoiniziato a familiarizzare con le stampanti3D, i bitcoin e i droni, per il nuovo annoprepariamoci ad imparare una serie di nuovitermini (tutti rigorosamente in inglese) checaratterizzeranno il panorama tecnologico.Non si tratta ovviamente di imparare unaserie di nuove parole, ma di prepararsi adalcune novità tecnologiche che prestoentreranno nella nostra quotidianità.Secondo Samsung ad esempio, nel 2015crescerà il numero di utilizzatori di servizidi pagamento tramite smartphone. Non cisarà più bisogno di portarsi appresso ilborsellino, ma basterà avere un “digitalpurse” o “electronic wallet”: portafogliovirtuale che ci permetterà di acquistare neinegozi utilizzando lo smartphone(attingendo ovviamente dal nostro conto).Assisteremo dunque alla progressivascomparsa di contante e carte di creditoplastificate? E' troppo presto per dirlo,anche perchè, come sempre accade in questicasi (ricordiamoci la diffidenza mostrata damolti fino a qualche anno fa nei confrontidei pagamenti online), il consumatorepreferisce, prima di usare questa modalitàdi pagamento evoluta, valutare beneeventuali pro e contro. Altro termine di cuisentiremo parlare spesso sarà “power hour”,l'ora in cui siamo più produttivi durante lagiornata lavorativa. Sarà possibile utilizzareapposite APP per monitorare gli orari in cuile prestazioni lavorative sono al massimo,per capire di quante ore di sonno hannobisogno e quando è ora di fare una pausaper ricaricarsi. L'APP elaborerà i nostri dati

NON SOLO PER SPORT

LE QUERCE VOLLEY DI MONTICELLI:UN CENTRO SPORTIVO EDEDUCATIVO

di Francesco Cinciripini | [email protected]

L’Associazione sportiva dilettantistica “LeQuerce” di Monticelli nasce nel 1992 conl’intento di portare via da sotto i palazzi iragazzi del quartiere di Monticelli di Ascoli,che a quei tempi non offriva loro niente aparte qualche spazio verde. L’Associazione“Le Querce” è stata sempre al servizio delQuartiere di Monticelli attraversol’organizzazione di eventi quali: pedalate,passeggiate, gite, feste etc., con lo scopo diaggregare sempre più i componenti esoprattutto le centinaia di ragazzi (e le lorofamiglie) che nei vari anni si sono alternati,all’avviamento Sportivo del Calcio e dellaPallavolo. Un riconoscimento prestigioso èarrivato dalla FIPAV che ha attribuitoall’associazione la qualifica di “ScuolaFederale di Pallavolo”. Una delle animedell’associazione è Jacky Torelli, allenatrice enon solo, che abbiamo voluto incontrare perconoscere meglio l’associazione e lei stessa.Intanto ci spiega che è di origine brasiliana, edin quella nazione ha cominciato la sua attivitàdi giocatrice di pallavolo e frequentata lascuola superiore di educazione fisica. Avendodei bisnonni italiani, ha pensato di venire inItalia per continuare a giocare a pallavolo efinire gli studi universitari acquisendo ildiploma dell’ISEF. Ciò che ha fatto,diventando poi anche allenatrice. E’ arrivataall’Associazione Le Querce avendo ricevutoil graditissimo invito del presidenteMarinucci; graditissimo perché lei era già aconoscenza della serietà dell’associazione edei suoi dirigenti, anche perché aveva unafiglia iscritta ad essa. Oggi l’attivitàdell’associazione comincia dal mini-volleypresso la scuola elementare di Monticelli, conun gran numero di bambine iscritte; proseguecon l’under 13, che si rivolge alle allieve dellascuola media; c’è anche l’under 14, con un bel

per indicarci un orario lavorativo adattoalle nostre necessità e adeguato alle nostre“power hour”. Si tratta di un utilizzo dellatecnologia per garantire un maggiorbenessere delle persone, grazie alle APPsarà possibile capire quando si è piùproduttivi e quando invece è bene prendersiuna pausa e liberare la mente (così affermal'indagine Samsung). Questo potrebbeportare ad una revisione del classico orariodi lavoro (9-17) in maniera tale da ridurrelo stress e organizzare al meglio la propriagiornata lavorativa attorno alle ore dimaggiore produttività.Altre novità riguarderanno lo streaming:saranno sempre più le persone chepreferiranno guardare video tramiteinternet anziché sulla tv tradizionale,aumenterà anche l'uso di APP dedicate aottimizzare il consumo energetico e laguida nel traffico cittadino. Il 2015 sarà poi l'anno del coding(programmazione di software), che prestodiventerà una materia di studio già dallescuole elementari. Secondo le stime dellacommissione europea, nel 2020 ci saranno900.000 posti di lavoro nel settore dell'ICTe gran parte dei posti di lavororichiederanno almeno competenzeinformatiche di base. In questo contestodiventa fondamentale saper usare ilcomputer, non solo per navigare su internet(o per giocare), ma per creare software erealizzare progetti multimediali. Con tuttequeste novità, sarà sicuramente un2015tecno...logico!

I TREND TECH DEL 2015Le novità tecnologiche del nuovo anno

numero di ragazzine dell’ultimo anno dellascuola media. Tutte già fanno attivitàagonistica, che viene poi svolta nellecategorie giovanili dell’under 16 e under 18.Senza contare il settore mini-volley, oggi “LeQuerce” partecipano a ben 8 campionati. Mala società guarda anche al mondo sociale esviluppa progetti che riguardano il valoreeducativo dello sport; negli ultimi quattroanni sono stati organizzati incontri conpersonalità e testimoni importanti, anche alivello nazionale, che hanno aiutato a farriflettere su di esso, come Don AlessioAlbertini, consulente nazionale del CentroSportivo Italiano, che si è intrattenuto sultema dell’agonismo e mondo giovanile. Sispera di ripetere questa esperienza anche ilprossimo anno. Nel periodo di Natale sisvolge da tre anni un torneo solidale, in cui leragazze delle Querce s’impegnano adospitare coetanee del Camerun, e raccolgonovestiario e denaro da mandare alle compagneafricane. Jacky Torelli conclude esprimendola convinzione che lo sport è una ricchezzache va “sfruttata” nel modo giusto, nel sensoche bisogna spiegare ai ragazzi l’importanzadel vivere e del condividere insieme momentidi vita ed attività, dello spirito dicollaborazione, della responsabilità, tuttecose che poi vanno “trasportate” dallo sportnella vita di tutti i giorni. Quindi lo sport, insintonia con le famiglie e la scuola, èun’attività fondamentale per lo sviluppo deiragazzi di oggi. E noi siamo pienamented’accordo con lei!

Conosciamo una delle anime della società: Jacky Torelli

ASCOLTA SU RADIO ASCOLI “MERCOLEDÌ SPORT”

IL MERCOLEDI ALLE ORE 19.10

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Quindicinale della Diocesi di Ascoli Piceno

CON UN LIBRO IN MANO di Luciano Luciani | [email protected]

Una domanda. Cosa può offrireoggi la parola poetica ad unasocietà umana che già trabocca diparole e di messaggi di ognigenere? Una possibile risposta puòessere trovata nella nuova raccoltadell’ascolano AlessioAlessandrini, “Somiglia piùall’urlo di un animale”, che prendein prestito un verso dell’urbinatePaolo Volponi: “Urlo giusto dipacificazione e gioia, disvelamento e risarcimento” (comesi legge nel risvolto di copertina).La plaquette raccoglie le lirichescritte tra il 2008 e il 2013, havarie sezioni, mafondamentalmente si può dividerein due parti. Nella primaprevalgono gli aspetti negativi delmondo contemporaneo. Nella

Berlino della DDR “Non si ascoltano che sorrisi muti”e “Un silenzio irrealeassorda Berlino”, ed ecco allora “la paura di scovarci anche noi svuotate /sagome senza ossigeno, / automi dagli sguardi / troppo felpati”, tanto che gliuomini sembrano “inevitabilmente / evaporati”, poiché “E’ davvero morto ilpadre” e “vegliamo il nostro / esteso funerale occidentale”. La crisi della nostra“sazia Europa” è evidenziata dall’antitesi di “un lenzuolo sui tanti cadaveri neri”e “la neve […] tornata a colmare / distanze nel bianco”. Un sussulto: “E’ questal’aria da fine del mondo”? “E’ questa l’era glaciale del tutto / bianco intorno”?Sì, perché anche la natura è smarrita: i gabbiani – una presenza costante nelleliriche e simbolo di questo turbamento - sono diventati “recalcitranti al mare /isterici”, “Instradano rotte dove non dovrebbero andare / estranei, stranieri comesono io”. A volte si è tentati di darsi “alla fuga, in mare aperto”, scappare con“la carrozza e / quattro bianchi cavalli al traino” o fare la “(Rivoluzione)”… Mala bramosia peggiore è accettare la parola “assuefazione”, perché questo è “ildelitto perfetto”. E’ necessario allora imboccare una diversa strada, dare unsenso nuovo alla parola, “occorre prendere aria, / uscire sul greto, guardare unpo’ più in là. // Il bianco ora è totale. / Ci tocca riparare. // La poesia è il soloradar / che ci potrà salvare”. Insomma c’è un approdo possibile e questo non puòessere che l’incontro con la natura, con gli altri esseri viventi, con le persone,occorre riscoprire “l’amore…”. Giustamente nell’introduzione Lucilio Santoniscrive:”La salvezza è abitare il pronome plurale, non per ingannarsi nel ritrovarel’oggetto perduto, che è perduto per sempre in una immemorabile lontananza ditempo, di spazio e di parole, ma per vivere la nostalgia, quella dolce e voluttuosamalattia del ritorno”. Ecco allora la donna che, “nel grembo, / rigeneral’umano”. Una nuova nascita riporta la vita (“Avanzi senza lume / e porti la lucedella parola / amore e della parola madre”), ma anche la gioia e il canto, perchéquesto “piccolo piccino” ha un nome, “si chiama Diego / e porta con sé ilbuonumore”. Il nuovo nato (figlio dell’autore) annuncia un nuovo mondo, unanuova forma di umanità, la morte non ha più dominio sul mondo, Diego ha unafunzione messianica… Il linguaggio di Alessandrini è a volte “ermetico”, maricco di suggestioni misteriose e di vera poeticità, tanto da richiamare perintensità poeti contemporanei come Tomas Tranströmer e Yves Bonnefoy, maanche il nostro Milo De Angelis.Alessio ALESSANDRINI, Somiglia più all’urlo di un animale, Ancona, Italic,2014, pp. 166, € 16,00.

RISORSA VOLONTARIATO di Grazia Castelli | [email protected]

Il Coordinamento Marche solidali ha lanciatoper il mese di dicembre 2014, una campagnadi solidarietà per realizzare una raccolta fondiper finanziare i progetti aventi il tema el'obiettivo di favorire la cooperazione interna-zionale delle associazioni socie, che dureràfino a Natale, con il nome: "Adotta un proget-to". Marche Solidali è il coordinamento delleassociazioni e delle organizzazioni non gover-native che si trovano nella regione Marche,che condividono le medesime finalità, tra lequali quelle a sostegno della cooperazioneinternazionale e della solidarietà internaziona-le, quelle volte a sensibilizzare sui temi del-l'educazione allo sviluppo e delle migrazioni.Il Coordinamento Marche solidali è nato nel2012 dalla volontà di creare uno spazio comu-ne per lavorare in rete e collaborare su obiet-tivi condivisi da più associazioni marchigia-ne; quali il confronto e la collaborazione conle istituzioni pubbliche, la progettazione euro-pea, la formazione, la gestione dei progetti e

MARCHE SOLIDALI: "ADOTTA UN PROGETTO"

di una banca dati di volontari, l'educazioneallo sviluppo, la programmazione di eventi ela sensibilizzazione della società civile sulletematiche internazionali della pace e dei dirit-ti umani. Le associazioni ed i gruppi divolontariato che aderiscono alCoordinamento Marche solidali sono 30,hanno tutti sede nella regione Marche ed ope-rano in tutto il mondo. L'iniziativa "Adotta unprogetto" ha lo scopo di voler sostenere i lorointerventi nei paesi esteri: Cambogia, Brasile,Perù, Rwanda, Uganda, Etiopia, Afghanistan,Tunisia, Costa d'Avorio, Paraguay, India,Tanzania, Camerun, Burkina Faso, Namibia,Togo. La campagna solidale "Adotta un pro-getto" significa far conoscere l'operato delle30 associazioni marchigiane impegnate incontesti internazionali, per favorire edaumentare la consapevolezza di come ilnostro destino sia intrecciato a quello deglialtri abitanti della terra. La nostra ricchezza,la nostra salute, il nostro clima, dipendonoanche da quello che succede oltre i nostriconfini. "Adottare un progetto" significa sce-gliere di sostenere una realtà e delle personeche dall'altra parte del mondo vivono in con-dizioni disagiate e di sofferenza, al fine dicreare legami positivi con loro, per offrirgli lapossibilità di vivere in un ambiente più sano,più giusto e più equo. "Adottare un progetto"significa avere a cuore i temi della coopera-zione internazionale e della solidarietà inter-nazionale e di tutte le associazioni che agi-scono per la promozione della pace e deidiritti umani. Per ulteriori informazioni o peraderire al progetto è possibile visitare il sitohttp://marchesolidali.com/ o la pagina face-book dedicata all'iniziativa.

ASCOLTA SU RADIO ASCOLI “UN MONDO DI LIBRI” IL LUNEDI ALLE ORE 19.10

ASCOLTA SU RADIO ASCOLI “VOLONTARI IN FM” IL GIOVEDI ALLE ORE 16.05 (QUINDICINALE)

LA POESIA PUO’ SALVARCI

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n. 22 | Sabato 27 Dicembre 2014

IN SALUTE del dott. Duilio Ortenzi

La stomatite è un processo infiammatorio,acuto o cronico, che interessa la cavità orale diindividui di qualunque fascia di età.Tale infiammazione può essere localizzata inun punto preciso della mucosa orale o interes-sarla in maniera diffusa e generalizzata. Lastomatite può comportare differenti sintomi,tutti localizzati nel cavo orale: gonfiore,arrossamento, ulcere orali (afte), e, in alcunicasi, perdite di sangue. Questi segni sono asso-ciati ad una sensazione di dolore, che si mani-festa mentre si mangia, si parla oppure ci silava i denti.Può localizzarsi all'interno delle guance, supalato, lingua, gengive e/o labbra. Talvoltasono associate a piccole ulcere dolorose, defi-nite afte della bocca.La forma più frequente che riscontriamo neinostri studi è sicuramente la Stomatite aftosa,sia negli adulti che nei bambini. Circa 1 per-sona su 5 sviluppa regolarmente una fastidiosaafta in bocca.Con il termine afta si indica una lesione dellamucosa orale caratterizzata da un'abrasione odulcerazione del diametro di 2-5 millimetri,anche se in alcuni casi può raggiungere dimen-sioni maggiori. Le afte sono dolorose e si pre-sentano singole o a gruppi. Talvolta l’area dellamucosa inizia a formicolare o si infiammaprima che compaia l’afta vera e propria, l’ul-cerazione appare in circa 24 ore. Le ulcereaperte possono avere un rivestimento bianco ogiallo, oltre ad un “alone” che le circonda.Saltuariamente le stomatiti possono essereaccompagnate da sintomi quali febbre, gon-fiore dei linfonodi e un po’ di sonnolenza o sin-tomi dell’influenza.Nonostante non si conosca esattamente cosaprovochi le ulcere orali, molti sono i fattori dirischio tra cui la dieta: le persone che hannouna carenza nutrizionale di acido folico, vitam-ina B12 e ferro, sembrano essere più soggetteallo sviluppo di afte, a maggior ragione seintolleranti. Le afte possono inoltre indicare unproblema al sistema immunitario.Lesioni della bocca dovute ad un morso sullabbro interno, oppure ad un lavaggio dei dentieccessivamente vigoroso vanno a danneggiarela delicata parete interna della bocca e pare

siano un’ulteriore causa delle ulcere orali.Anche lo stress emotivo sembra essere un fat-tore. Uno studio effettuato su studenti univer-sitari ha dimostrato una maggior incidenza diafte durante periodi di stress, come ad esem-pio all’avvicinarsi di un esame.Anche se chiunque può manifestarle, i giovanie gli adolescenti ventenni sembrano avere piùspesso problemi di stomatiti, e le donne hannoil doppio delle probabilità di svilupparlerispetto agli uomini. Alcune di esse manifes-tano ulcere orali all’inizio del loro periodomestruale.Sebbene le afte non siano contagiose, la mag-giore tendenza allo sviluppo può essereriscontrata all’interno di un nucleo familiare.Possono essere necessarie fino a due setti-mane perché guariscano, durante questotempo possono essere dolorose, anche se iprimi 3 a 4 giorni di solito sono i peggiori.Le afte possono essere facilmente trattate confarmaci da banco, eventualmente indicato dalodontoiatra o dal farmacista.Nel caso la prescrizione preveda un’appli-cazione locale, in primo luogo asciugate l’areacon un panno. Usate quindi un cotton-fioc perapplicare una piccola quantità di farmaco,avendo cura di non reimmergere il bastoncinonella soluzione dopo aver toccato l’afta.Infine evitate di mangiare o bere per almeno30 minuti, per essere sicuri che il medicinalenon venga immediatamente lavato via e abbiail tempo per agire. Le afte possono ancheessere trattate con alimenti, integratori e med-icinali in grado di aumentare le difese immu-nitarie. La propoli si rivela un prodotto moltoutile per le afte, a patto che non la si utilizzisotto forma di estratto alcolico. In ambitofitoterapico si ricorre all'uso di piante stom-atiche, le quali sono in grado di agire sulleaffezioni del cavo orale come stomatiti, gen-giviti, afte e glossiti.Utili sono anche collutori a base diClorexidina per evitare che le ulcere si infetti-no e collutori a base di Aloe Vera o emulsionilenitive presenti in farmacia. Se sviluppatestomatiti che durano più di 2 settimane o nonsiete in grado di mangiare o bere a causa deldolore, rivolgetevi al vostro dentista.

CONTRO LE MAFIE di Paola Senesi

è questo il vero obiettivo raggiunto per noidi Libera: aver cercato di trasmetterel’amore per il proprio territorio e, attraver-so la cura della propria comunità, aver cer-cato di creare una nuova conoscenza ecoscienza che veda tutti impegnati inprima linea.Importante l’intervento del Prefetto che,come sempre, ha ritenuto fondamentaleincontrare i ragazzi e lanciare un messag-gio di speranza: perché per ricostruire unPaese abbiamo bisogno che ciascuno siimpegni e faccia il proprio dovere, semprein collaborazione con le istituzioni e con lacomunità circostante.Purtroppo le notizie delle cronache,soprattutto negli ultimi giorni, ci racconta-no un’Italia preda della corruzione e delleforme più violente di criminalità, un paeseostaggio dell’interesse di pochi: noi comeLibera cerchiamo di aiutare i ragazzi adorientarsi insieme a noi in questo clima: afronte di molti disonesti, ci sono tante per-sone oneste ad ogni livello e per aiutareloro dobbiamo sentirci chiamati in causa ecercare di ricostruire in noi i valori di giu-stizia e di ricerca della verità. Allora ilnostro compito di adulti è cercare di rega-lare a questi ragazzi un nuovo sguardo sulmondo che li veda protagonisti, che dav-vero li convinca che solo attraverso illavoro serio, lo studio approfondito ed unnuovo modo di “stare insieme” è possibilerestituire dignità, verità e diritti alle perso-ne. Nel giorno in cui una nuova minacciaha colpito un magistrato serio ed onestocome Lombardo a Reggio Calabria, iragazzi hanno deciso di inviare a lui unmessaggio di solidarietà per fargli sentirela loro vicinanza e la loro stima, perché èfondamentale non lasciare soli coloro chesi battono per riportare la giustizia nelpaese ed è fondamentale sentirci tutti partedi un’Italia nuova.

Lo scorso 17 Dicembre 2014 pressol’Istituto Alberghiero “Buscemi” di SanBenedetto del Tronto si è tenuta la giornataconclusiva dal titolo Azzurro LIBERA tuttialla presenza di S.E. Prefetto GraziellaPatrizi, dell’Assessore del Comune di SanBenedetto del Tronto Fabio Urbinati, dellareferente regionale di Libera Paola Senesi,della Camera di Commercio di AscoliPiceno rappresentata da Bruno Traini, delCentro Agroalimentare con l’amministra-tore delegato Avv.to Valeria Senesi .L’evento si è collocato all’interno di unprogetto che ha visto la costituzione di unarete regionale degli alberghieri delleMarche che parteciperanno al bando delMiur “La mia scuola per l’Expo” con lacollaborazione di Libera: il progetto nascedall’idea di far sposare prodotti alimentaritipici del territorio (e per San Benedetto delTronto si è trattato di pesce azzurro) con iprodotti delle terre confiscate alle mafie.Il percorso ha previsto diversi incontri coni ragazzi della scuola di San Benedetto delTronto e i volontari del Coordinamento diLibera Ascoli Piceno: insieme è statacostruita una rete di consapevolezza e dicoscienza critica che ha visto i ragazzicome veri protagonisti. Protagonisti di unanuova cultura della cooperazione e delcibo: è possibile trasmettere anche attra-verso la creatività culinaria dei messaggipositivi e consapevoli.Sono stati gli stessi studenti infatti a creareed inventare dei menu utilizzando sia i pro-dotti locali che quelli provenienti dalleterre confiscate alle mafie e sono stati glistessi ragazzi a trasmettere a tutti i presentiil senso di quanto hanno realizzato. Lorostessi hanno affermato che attraverso unaattività pratica sono riusciti a sviluppareuna maggiore conoscenza del territorio,una maggiore responsabilità negli acquisti,potenziando anche il lavoro di squadra: ed

AZZURRO “LIBERA” TUTTILE STOMATITI AFTOSE

viale indipendenza 51/c, 63100 Ascoli PicenoInfo 0736 780396

viale indipendenza 51/c, 63100 Ascoli PicenoInfo 0736 780396

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ACCADRÀ Dal 28 dicembre 2014 al 10 gennaio 2015 Appuntamenti del Vescovo

NOTIZIE UTILI di d.g.g.

di Stefania De Santis | [email protected]

A livello ecclesialeGIORNATA MONDIALE DELLA PACEGiovedì 01 gennaio, alle ore 11.30, in Cattedrale: Messa per la Pace per le autorità civili e militari, lepersone impegnate nella vita politica e negli organismi ecclesiali e sociali e le associazioni divolontariato. Animerà il Coro “Voci della Città”. Gli scout consegneranno la luce della pace diBetlemme. Verrà consegnato il Messaggio del Santo Padre Francesco “Non più schiavi ma fratelli”.Alle ore 18.00, in Cattedrale, Messa per le famiglie, i giovani e i lavoratori per la pace. Verrà raccoltomateriale scolastico (cancelleria varia) insieme a medicinali che insieme al Sermig di Torino verrannodonati alle popolazioni del Medio Oriente.UFFICIO MIGRANTES – S. MESSA PER LE COMUITÀ STRANIERE IN ITALIADomenica 04 gennaio 2015, alle ore 15.30, presso la chiesa Sacro Cuore ad Ascoli Piceno verràcelebrata la S.Messa multietnica (per italiani e comunità straniere in Italia). Sono invitate tutte lecomunità straniere e loro amici italiani. Dopo la S. Messa, nel salone della parrocchia, è previsto unmomento conviviale.PARROCCHIA S.MARCELLO: INCONTRI SULLA FAMIGLIAIn occasione della imminente ricorrenza di S. Marcello Papa, nei giorni 9, 16 e 23 gennaio p.v.“Famiglie a Convegno”, 3 incontri con le famiglie su: "Che sta succedendo in famiglia". “E questinostri carissimi figli?” e “Il sacramento del matrimonio".Nel territorioMOSTRE"Oltre il tempo e lo spazio" Mauro BrattiniGalleria d’Arte Contemporanea "Osvaldo Licini" fino al 31 gennaio 2015. Orari: dal martedì al venerdìdalle 10,00 alle 17,00 sabato, domenica, festivi e prefestivi dalle 10,00 alle 19,00"Un cibo per ogni tempo"Fino al 27 marzo 2015 dal lunedì al venerdì ore 9,00/13,00 presso l’Archivio di Stato di Ascoli Piceno.La mostra mette in risalto documenti relativi all’alimentazione nel territorio ascolano dal sec. XIII alsec. XX, prendendo in considerazione i vari livelli ed ambiti sociali: monastico, istituzionale (Anzianidel Comune), quotidiano e domestico dei privati cittadini.MUSICANatale in GospelDomenica 28 dicembre ore 21.30, teatro Ventidio Basso, concerto organizzato dall’associazionemusicale Ancoraincoro. Biglietti in vendita presso la biglietteria del Teatro Ventidio Basso Corale Polifonica Cento TorriIl 3 gennaio 2015 ore 21,00 concerto per il nuovo anno: "Magnificat" di A. Vivaldi. Chiesa di SanBenedetto martire in San Benedetto del Tronto alto.Il 4 gennaio 2015 ore 18,00 "Musica e Grande Guerra tra l'800 ed il '900". Sala della Ragione delPalazzo dei Capitani, Ascoli Piceno.TEATROPinocchioIl 30 dicembre, ore 20.00, teatro Ventidio Basso, musical per bambini organizzato dal Cri di AscoliPiceno. Info: 0736.244970Stagione di Prosa 2014/15 al Ventidio Basso"Il Visitatore"Il 6 e 7 gennaio 2015, ore 20.30 di Éric-Emmanuel Schmitt per la regia di Valerio Binasco, conAlessandro Haber e Alessio Boni. In questa commedia, che con eleganza conduce al sorriso e al riso,che offre spunti di pensiero e di commozione con sorprendente leggerezza, l’autore sembra coltivare lasperanza che gli uomini quando si incontrano e si parlano - di Religione, della Storia, del Senso dellaVita - possono, forse, cambiare il mondo.Info abbonamenti per la stagione e riduzioni: biglietteria del teatro in Piazza del Popolo (0736/244970);www.ilteatroventidiobasso.itNATALE E CAPODANNONatale in AscoliFino al 6 gennaio 2015, 10.00 - 24.00, piazza Arringo. Torna anche quest'anno "Natale in Ascoli" conmercatino, le tombole, gli asinelli e la pista di pattinaggio su ghiaccio. Il 6 gennaio inoltre si terrà ilconsueto spettacolo con le "Befane in Piazza", alle ore 12 in Piazza del Popolo. Per l’occasione le tariffedel parcheggio di Torricella e dei parcheggi a raso saranno dimezzate nel periodo 15 dicembre - 6gennaio. Capodanno in Piazza 2015Mercoledì 31 Dicembre 2014, piazza del Popolo dalle ore 23:00. Per il sesto anno consecutivol'Associazione Culturale Ascoli da Vivere, in collaborazione con il Comune di Ascoli Piceno, presentail Capodanno in Piazza 2015. La notte del 31 dicembre Piazza del Popolo si trasformerà in unagigantesca pista da ballo: musica, cabaret, intrattenimento.

Giovedì 1 Gennaio 2015 - ore 11.30S.Messa in Cattedrale per la Giornata Mondiale della Pacecon consegna del messaggio del Santo Padre alle autorità cittadineGiovedì 1 Gennaio 2015 - ore 18.00S.Messa delle famiglie e dei giovani per la pace, in CattedraleDomenica 4 Gennaio 2015 - ore 15.30S.Messa multietnica presso la chiesa Sacro Cuore (a cura dell'Ufficio Migrantes)Lunedì 5 Gennaio 2015 - ore 15.30Piazza Arringo. Saluto ai bambini del Movimento Diocesano dell'Opera di Maria impegnati nell'iniziativa"Pasquella de' lu' bon core" finalizzata alla raccolta di doni - richiesti ai negozianti del centro storico - dadestinare a bambini e ragazzi della "Casa di Gigi" e del "Centro accoglienza della Vita".Martedì 6 Gennaio 2015 - ore 11.30S.Messa pontificale in CattedraleMartedì 6 Gennaio 2015 - ore 16.00S.Messa in chiusura della mostra di presepi presso la chiesa di S.Maria delle Piane a Quintodecimo diAcquastanta Terme (AP)

Compleanno dei sacerdoti e diaconiLuciani don Vincenzo 03 gennaioPalucci don Bartolomeo 04 gennaioGut don Boguslaw Enrico 08 gennaioDomizi don Bernardo 10 gennaioTanziani don Giuseppe 14 gennaioNiyonkuru don Fidel 15 gennaioPresciutti don Aurelio 15 gennaioIn memoriaMignini don Pacifico 01 gennaioGalosi don Nicola 08 gennaioVolpi don Severino 10 gennaioCanali don Raffaele 10 gennaioSebastiani mons. Luigi 11 gennaioCapriotti mons. Carlo 13 gennaioNardi don Gino 14 gennaioGuidotti don Vittorio 14 gennaioLattanzi don Felice 14 gennaioGiachini don Nazareno 15 gennaioPer pensareA tutti gli uomini e le donne che vivono neiterritori delle nostre diocesi auguro di sentirsi inquesto Natale, cercati, amati, e trovati da Dio chepone la sua tenda in mezzo a noi.L’aurora che avanza e la luce che risplende èquella del suo amore per ognuno di noi.Mons. Luigi Conti –vescovo

Cattiveria o quasiNon si ingrassa da Natale a capodanno mada Capodanno a Natale.Anonimo

Stavolta no! Anche perché almeno a Natalenon vorremmo essere… cattivi!O no?

L’angolo della poesiaL'anno nuovoIndovinami, indovino,tu che leggi nel destino:l’anno nuovo come sarà?Bello, brutto o metà e metà?Trovo stampato nei miei libroniche avrà di certo quattro stagioni,dodici mesi, ciascuno al suo posto,un carnevale e un ferragosto,e il giorno dopo il lunedìsarà sempre un martedì.Di più per ora scritto non trovonel destino dell’anno nuovo:per il resto anche quest’annosarà come gli uomini lo faranno.Gianni Rodari

Il bene ed il male sono nelle nostre mani enei nostri cuori. Sta a noi scegliere. E scegliere ci richiede un perché.

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CONVEGNO ROBERTO STRULLISabato 10 gennaio presso la Sala della Ragione sita nel Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo sisvolgerà un Convegno per ricordare Roberto Strulli, ex portiere dell'Ascoli morto il 15 febbraio 1965in seguito a uno scontro di gioco. L'iniziativa, nata per volontà dell'Associazione Solo x l'Ascoli incollaborazione con la società Ascoli Picchio e il Comune, si terrà in occasione del 50° anniversariodella morte del portiere dell'allora Del Duca Ascoli morto nel vecchio stadio Ballarin durante il derbytra Sambenedettese e Ascoli. Sarà presente Roberto Strulli junior, è prevista la partecipazione di alcunidirigenti dell'Ascoli Picchio e di ex bianconeri dell'epoca che ricorderanno il compagno scomparsocinquant'anni fa.CINECIRCOLO: RICORDO DI MASSIMO TROISIIl Cinecircolo “Don Mauro-Nel corso del tempo” propone nel mese di gennaio un ricordo di MassimoTroisi scomparso nel 1994 con la proiezione di tre suoi film: Ricomincio da tre (1981, 110'), Non ciresta che piangere (1984, 107'), Il postino (1994, 108'). Prevista la presenza di importanti ospiti.