La globalizzazione 1.significato e origini (1-4) 2.leconomia (5-14) 3.la rivoluzione tecnologica...

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la globalizzazione 1. significato e origini (1-4) 2. l’economia (5-14) 3. la rivoluzione tecnologica (15-18) 4. sviluppo e sottosviluppo (19-38) 5. le istituzioni della globalizzazione (39-45) 6. cultura e società (46-53)

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la globalizzazione1. significato e origini (1-4)

2. l’economia (5-14)

3. la rivoluzione tecnologica (15-18)

4. sviluppo e sottosviluppo (19-38)

5. le istituzioni della globalizzazione (39-45)

6. cultura e società (46-53)

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Il termine “globalizzazione”

• è la traduzione di “the global” (l’orizzonte globale), coniato dall’economista Theodore Lewitt nel 1983

• originariamente è usato in ambito economico, per indicare

LA DIMENSIONE MONDIALE

DELLA NUOVA ECONOMIA

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A quando risale? • Le più remote origini sono le scoperte e

conquiste geografiche dei sec. XV e XVI• è messa in moto sul finire dell’Ottocento

dal capitalismo • Si delinea nel 2° dopoguerra

(interdipendenza planetaria dell’economia, ruolo egemone degli USA)

• Prende corpo negli anni 70 : il capitalismo mondiale si riorganizza per superare la crisi

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Che cosa è? Un processo di interdipendenza e mondializzazione che riguarda

economia – società – cultura - ambiente crescente interconnessione che influisce sulla vita di ognuno

il mondo è sempre più unificato

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2. La globalizzazione in economia

- integrazione del commercio (mercato globale)

- decentramento produttivo (delocalizzazione) delle MULTINAZIONALI

- liberalizzazione dei mercati finanziari

- rivoluzione tecnologica

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Il mercato globale

• È lo scambio commerciale tra differenti compratori e venditori oltre le frontiere degli Stati-nazione

• È lo scambio commerciale tra i diversi paesi del mondo

• Venditori principali : le multinazionali, che a loro volta comprano (materie prime, forza-lavoro …)

• Compratori: i consumatori di ogni paese

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Che cosa viene scambiato nel mercato globale

• Si vendono e si comprano merci (vestiti, automobili, alimenti, ma anche servizi, tecnologie …)

• Si vende e si compra danaro

• Si vendono e si comprano materie prime

• Si vende manodopera

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Le multinazionali

• Mega-imprese che operano in molti paesi tramite le filiali

• il 70-90% della produzione (lavorazione – assemblaggio – commercializzazione) è dislocato in paesi diversi da quello d’origine

• Capitali e funzioni direttive sono fortemente accentrati

• Sedi principali sono nei paesi ricchi

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Con il decentramento produttivo

(delocalizzazione) :

- si opera nei paesi in cui manodopera e/o materie prime sono a basso costo, legislazione fiscale e vincoli ambientali più blandi

- Si regge la concorrenza e si incrementano i profitti, poi investiti in borsa

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Economia mondiale squilibrata• Tendenza delle multinazionali a creare

monopoli dei vari settori produttivi• enorme potere decisionale nella politica

internazionale da parte di pochi gruppi finanziari

• Nessun controllo sulla mobilità dei capitali• Merci, capitali, servizi concentrati in Usa,

Europa, Giappone, e ora anche Cina • Ingigantirsi dei flussi di commercio nei paesi

ricchi, diminuzione sempre maggiore nei paesi poveri (Africa, America Latina)

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flussi di commercio

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la finanza senza frontiere

• liberalizzazione e forte integrazione dei mercati finanziari, senza alcuna vigilanza.

• aumento gigantesco delle transazioni borsistiche grazie a : de-regulation, informatica, telecomunicazioni

• Estrema velocità delle operazioni, che sfruttano ogni possibilità di guadagno su tassi di interesse e cambi

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Le società finanziarie

• manovrano risorse 72 volte maggiori a quelle del commercio globale di merci e servizi

• a scopo unicamente speculativo muovono somme di danaro anche superiori all’ammontare di un bilancio pubblico

• mettono in discussione la piena sovranità degli Stati

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Potere economico e potere politico

La “libertà” da ogni regola dei mercati finanziari comporta sempre maggiore

SEPARAZIONE tra potere economico sovra-nazionale e potere politico degli Stati-nazione

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elettronica, informatica, telecomunicazioni

sono essenziali alla globalizzazione

• Volare in aereo costa 7 volte meno di 60 anni fa

• Il costo di una telefonata in Usa di 3 minuti è sceso da 240 a 3 dollari …

3. La rivoluzione tecnologica

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L’economia globalizzata si basa su tali progressi tecnologici

con Internet :- scambio in tempo reale di informazioni- controllo della produzione nelle filiali

- commercializzazione dei prodotti- compravendita titoli e azioni- investimento di capitali …

new economy = net economy

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Dai “beni” ai “servizi”

• informatica e telematica comportano il passaggio dai beni (materiali) ai servizi (immateriali)

• Rifkin: è in atto una progressiva “de-materializzazione delle merci” :

“l’economia globale privilegia forme intangibili di potere, raccolte in pacchetti di informazione e di capitale intellettuale”

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ESPORTAZIONE DI SERVIZI PER IL COMMERCIO E GLI AFFARI

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4. Sviluppo e sottosviluppo

L’espansione economica è disomogenea

• il reddito pro-capite in 40 paesi ricchi, dal 1990, aumenta ogni anno del 3%. In 55 paesi “in via di sviluppo” diminuisce sempre più

• Le aree geografiche più in crisi sono quelle più esposte al commercio globale

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Crescita della Ricchezza 1975-2002

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Previsione ricchezza mondiale 2015

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Nord-Sud del mondo : aumenta il divario

• estrema competitività degli investitori : riduzione dei costi di produzione, decentramento produttivo (soprattutto dagli anni 70)

• sfruttamento della manodopera minorile (Turchia, Pakistan, America latina, Asia)

• Impoverimento dell’80% della popolazione mondiale per l’ingiusta ripartizione di beni

• differenza del tenore di vita ricchi-poveri: 125 a 1

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Lavoro Minorile

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Sconfiggere il sottosviluppo : promessa disattesa

1993: la Conferenza Mondiale dei Diritti

Umani definisce universale e inalienabile il

DIRITTO ALLO SVILUPPO

ma è impossibile laddove si uniscono povertà degrado ambientale incremento demografico

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Perché i paesi “in via di sviluppo” si impoveriscono sempre più?

• Perché per cercare di restituire i prestiti occidentali puntano solo sull’esportazione dei beni primari (agricoltura – allevamento – materie prime)

• Perché sono esposti alla domanda maggiore o minore di beni che viene dall’Occidente

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Interdipendenza tra sviluppo e sottosviluppo

• I paesi poveri sono costretti a uno SCAMBIO INEGUALE : a parità di prezzo le merci esportate hanno un valore maggiore di quelle importate dall’Occidente (valore = lavoro)

• Anche se la popolazione (58%) è impegnata in agricoltura, ciò non basta ad assicurare l’autonomia alimentare

Intere regioni del pianeta sono emarginate dallo sviluppo economico

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Incremento di guadagno dovuto alle esportazioni a fronte di una minore spesa per le importazioni. Le aree più piccole indicano i paesi il cui declino commerciale è funzionale all’incremento di

quelli più grandi

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… di conseguenza : i flussi migratori

Immigrazione netta

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Anni 70-80: crisi e conseguenze

• anni 70 : impennata del prezzo del petrolio, stabilita dall’Opec (Organizzazione dei paesi produttori). Strategie dell’Occidente :

- incremento dei tassi di interesse, aumento del prezzo del denaro, riduzione dell’intervento statale, ricerca nuovi giacimenti, politiche neo-liberiste.

- Investimento di capitali nel Sud del mondo con prestiti a basso tasso di interesse (senza buona ricaduta economica).

• Anni 80 : riduzione del prezzo del petrolio. Ripresa economica in Occidente, impoverimento dei paesi poveri (esportatori di greggio o meno) e aumento del debito estero

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Perché?

• l’aumento dei tassi di interesse (dal 1979, Federal Reserve) e la rivalutazione del dollaro rende proibitivo il costo del danaro per i paesi poveri

• Anni 80: i debiti del Terzo Mondo, già consistenti, aumentano vertiginosamente. Si inverte il corso del danaro: da Sud a Nord.

Il debito estero spesso supera il Pil : occorrono altri prestiti solo per pagare gli interessi.

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I creditori e le loro condizioni

• Creditori : il FMI, la Banca Mondiale, e altri potenti consorzi bancari

• Condizioni : i P. A. S. =

Piani di aggiustamento strutturale

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I PAS

I prestiti vengono concessi a patto che nei

paesi debitori vi sia:

• Riduzione della spesa sociale (chiusura scuole, ospedali, tagli ai sussidi pubblici)

• Privatizzazione del settore statale

• Eliminazione delle barriere doganali

• Svalutazione della moneta

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Conseguenze : impossibile lo sviluppo del Sud del mondo

• I paesi indebitati devono puntare tutto sull’esportazione di prodotti agricoli e di materie prime.

• Devono farlo a qualsiasi costo, anche depredando l’ambiente naturale

• Accrescono la dipendenza dal Nord

• Anni ‘90 : il debito verso FMI e BM ha superato il milione di miliardi di dollari.

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Una nuova mappa geopolitica Inclusi nella globalizzazione• USA• GIAPPONE e “TIGRI ASIATICHE” (Corea,

Singapore, Taiwan, Hong Kong)• UE• Dagli anni 70-80 : Cina e India

Esclusi dalla globalizzazione• tutti gli altri paesi, a cominciare dall’AFRICA

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• Il 20% della popolazione mondiale consuma l’83% delle risorse

• 11 milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione

• 1.300.000.000 di persone dispongono di un dollaro al giorno per sopravvivere

• Nei paesi poveri c’è scarsissimo accesso a risorse vitali, come l’acqua

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Nessuno può tollerare un mondo in cui più di un milione di bambini, letteralmente, sta morendo per un bicchiere d’acqua o un bagno. Kevin Watkins, direttore della sezione Human Development Reports delle Nazioni Unite

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Vivere con meno di dieci dollari al giorno

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5. Le istituzioni della globalizzazione

• Il Fondo Monetario internazionale (FMI)

• La Banca Mondiale (BM)

• L’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO)

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Le origini

• 1944: alla conferenza di Bretton Woods, (che istituisce FMI e BM) viene scelto il dollaro come moneta stabile a cui ancorare le altre valute

• il dollaro è usato per tutte le transazioni internazionali

• leadership degli USA

• Stretta integrazione dei sistemi capitalistici

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• FMI e BM sono create per garantire agli Usa il controllo della finanza e influenzare le politiche economiche dell’ “area del dollaro”.

• Sono istituzioni neo-liberiste, favorevoli alla de-regulation

• Il diritto di voto è legato all’entità del capitale versato per costituire il fondo. “Un dollaro, un voto”.

- Massimo potere agli Usa (17%) e ampio potere di veto nelle decisioni comuni.

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F.M.I. : Il diritto di voto è legato all’entità del capitale versato per costituire il fondo.

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Compiti del FMI

- Garantire l’ancoraggio delle operazioni commerciali al dollaro. Aiutare i paesi membri in deficit

- Dagli anni 70 (Nixon : fine della convertibilità del dollaro in oro) il FMI si trasforma in un esattore per conto dei paesi investitori. Da qui i P. A. S. imposti ai paesi debitori.

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Compiti della BM

- secondo dopoguerra : aiuti economici per la ricostruzione dell’Europa (piano Marshall)

- Dagli anni 60 tramite l’IDA (International Development Association ) offre prestiti convenienti ai paesi poveri. (Ma i prestiti servono soprattutto a fronteggiare il debito estero)

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L’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO)

• Erede del GATT (Accordo Generale su Tariffe e Commercio) nasce nel 1995 dopo anni di negoziati iniziati con l’Uruguay Round

• Si occupa di commercio, agricoltura, servizi, investimenti, diritti di proprietà intellettuale

• impone l’economia di mercato neo-liberista, è un pilastro della globalizzazione

• Tende alla privatizzazione del settore pubblico• Conta 143 aderenti. Ha ampi poteri normativi e

decisionali. Controlla le politiche economiche degli Stati membri.

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6. La globalizzazione dal p.d.v. culturale e sociale

• Generalizzazione dei modelli di cultura e di consumo dell’Occidente, soprattutto americano. Svago e divertimenti standard.

K. Omhae : la “generazione Nintendo”

• Diffusione mondiale di marchi occidentali (Reebok, Nike, Coca-Cola, McDonald …)

• Ruolo pervasivo delle tecnologie informatiche (Internet, mass-media…)

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alcuni pro e contro

PRO:

• La globalizzazione opera una positiva interazione tra “globale” e “locale”. Z.Bauman parla di “glocalizzazione”. (Es. Big Mac senza carne bovina in India). Prodotti globali adattati alle culture locali

Contro: • Occidentalizzazione (Mcdonaldizzazione) del

mondo. Prodotti globali che si impongono sulle culture locali. Rischio : omologazione culturale, perdita d’identità di soggetti e di popoli

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altri pro e contro

PRO• le tecnologie informatiche (es. Internet) permettono

lo scambio veloce di informazioni e conoscenze. • Annullano le distanze geografiche. Favoriscono

l’incontro tra persone e/o culture diverse, per un “dialogo globale”

CONTRO• Per usare le tecnologie informatiche bisogna

possedere un pc, accedere alla rete, parlare inglese (80% dei siti) …

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Inclusi ed esclusi, “globali” e “locali”

• L’88% dei fruitori di Internet ha un livello medio-alto di reddito e cultura e risiede nei paesi sviluppati

• Un pc costa quanto un mese di salario di un operaio americano, e come 8 anni di reddito di un abitante del Bangladesh

• In Asia meridionale (23% della popolazione mondiale) solo l’1% fruisce di Internet

• Ecc ecc. …

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ACCESSO A INTERNET

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La sfida del secolo

• Rimodellare i rapporti Nord-Sud del mondo• Distribuire più equamente le risorse• Azzerare i debito estero• Aiutare i paesi del Terzo Mondo a rendersi

indipendenti, sviluppando l’economia con le proprie risorse naturali e umane

• Affrontare l’emergenza ambientale

Sono tutti obiettivi dei NO-GLOBAL

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Il movimento no-global : pensare globalmente, agire localmente

• Acquista visibilità planetaria per la prima volta a Seattle, nel 1999, manifestando contro un vertice del WTO.

• Dal 2001 a Porto Alegre (Brasile) il movimento si riconosce nel World Social Forum. Comprende diversi gruppi (sinistre, ambientalisti, organizzazioni contadine , ecc.)

• Si riuniscono periodicamente in occasione di vertici ufficiali (es. il Forum Economico Mondiale, in gennaio, o i G8)

Parola d’ordine : un altro mondo è possibile

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soluzioni globali per problemi globali

• Contro la globalizzazione dei profitti e dello sfruttamento

• Per una globalizzazione dei diritti e dello sviluppo sostenibile

“in un pianeta vittima della globalizzazione negativa, tutti i problemi di fondo sono globali, essendo globali non ammettono soluzioni locali, in nessun caso. (…) Il futuro della democrazia e della libertà o sarà garantito su scala planetaria, o non lo sarà affatto” (Z.Bauman, 2006)