La Gioia della Pasqua!!! - Parrocchia del Tabernacolo · Tutto questo è possibile se teniamo...

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La Gioia della Pasqua!!! L'angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto” (Mt. 28,5) Carissimi amici, è da oltre un anno che Papa Francesco è tra noi e continuamente ci ripete parole che ci in- vitano alla gioia, al punto di dirci:“Questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non sia- te uomini e donne tristi”. Così, la prima parola che Papa Francesco vuo- le stampare nei nostri cuori è la gioia e questa gioia è la gra- zia che ci viene donata con la Pasqua, gioia che scaturisce, “come acqua che zampilla”, con la risurrezione di Cristo. Pasqua, come voi ben sapete, vuol dire “passaggio”. Passag- gio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla tristez- za alla gioia. Nella Veglia Pasquale, l’ange- lo dirà alle donne di “non ave- re paura”, perché il Signore, nostra speranza, è risorto e le invita ad annunciare ai disce- poli la risurrezione del Signo- re. Quale trepidazione e gioia allo stesso tempo, anche se l’incredulità degli Apostoli ha cercato di ferma- re quella gioia che si era scatenata in loro. An- che l’incontro di Maria di Màgdala con il Risor- to è una esplosione di gioia. Da questi brani possiamo dedurre che l’incon- tro con il Risorto produce una gioia scatenante che invita anche a noi a fare lo stesso, comuni- care in famiglia, nel lavoro, in strada la gioia del Cristo risorto. Non sempre però vediamo in noi questi frutti, a volte la vita, le difficoltà di ogni giorno, pre- valgono sullo spirito che l’angelo comunica alle donne; “non abbiate paura”, è un invito alla fiducia, a lasciarci guidare da Lui, a vivere la fede, che produce gioia e in essa le opere di carità. Papa Francesco in una delle sue bellissime omelie ci dice. “non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sen- tiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegnia- moci mai: non ci sono si- tuazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”. Infatti, la mancanza di fi- ducia, frena la gioia che si prova avvicinandoci al Ri- sorto che vuole che parteci- piamo alla sua stessa vita. Paolo ci dice, “se siete risorti con Cristo, cer- cate le cose di lassù”. E’ questo la Pasqua per noi? O forse, non siamo riusciti ad accogliere il messaggio di Cristo e, continuiamo, nel grigio- re dei nostri giorni? Non vivremo mai la gioia di Cristo se non ci avviciniamo, se non beviamo del “vino delle nozze” se “non mangiamo il pa- ne che da la vita”, se non ci lasciamo coinvolge- re come la samaritana, il cieco nato, Marta la sorella di Lazzaro, che abbiamo visto nelle set- timane scorse.

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Page 1: La Gioia della Pasqua!!! - Parrocchia del Tabernacolo · Tutto questo è possibile se teniamo pre-sente che: Amare è “Volontà d’ Amore” e pertanto richiede una decisione fondata

La Gioia della Pasqua!!! L'angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso.

Non è qui. È risorto” (Mt. 28,5)

Carissimi amici,

è da oltre un anno che Papa Francesco è tra

noi e continuamente ci ripete parole che ci in-

vitano alla gioia, al punto di dirci:“Questa è la

prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non sia-

te uomini e donne tristi”.

Così, la prima parola che Papa Francesco vuo-

le stampare nei nostri cuori è

la gioia e questa gioia è la gra-

zia che ci viene donata con la

Pasqua, gioia che scaturisce,

“come acqua che zampilla”,

con la risurrezione di Cristo.

Pasqua, come voi ben sapete,

vuol dire “passaggio”. Passag-

gio dalla morte alla vita, dalle

tenebre alla luce, dalla tristez-

za alla gioia.

Nella Veglia Pasquale, l’ange-

lo dirà alle donne di “non ave-

re paura”, perché il Signore,

nostra speranza, è risorto e le

invita ad annunciare ai disce-

poli la risurrezione del Signo-

re. Quale trepidazione e gioia

allo stesso tempo, anche se

l’incredulità degli Apostoli ha cercato di ferma-

re quella gioia che si era scatenata in loro. An-

che l’incontro di Maria di Màgdala con il Risor-

to è una esplosione di gioia.

Da questi brani possiamo dedurre che l’incon-

tro con il Risorto produce una gioia scatenante

che invita anche a noi a fare lo stesso, comuni-

care in famiglia, nel lavoro, in strada la gioia

del Cristo risorto.

Non sempre però vediamo in noi questi frutti,

a volte la vita, le difficoltà di ogni giorno, pre-

valgono sullo spirito che l’angelo comunica alle

donne; “non abbiate paura”, è un invito alla

fiducia, a lasciarci guidare da Lui, a vivere la

fede, che produce gioia e in essa le opere di

carità.

Papa Francesco in una delle sue bellissime

omelie ci dice. “non chiudiamoci alla novità

che Dio vuole portare nella

nostra vita! Siamo spesso

stanchi, delusi, tristi, sen-

tiamo il peso dei nostri

peccati, pensiamo di non

farcela. Non chiudiamoci

in noi stessi, non perdiamo

la fiducia, non rassegnia-

moci mai: non ci sono si-

tuazioni che Dio non possa

cambiare, non c’è peccato

che non possa perdonare

se ci apriamo a Lui”.

Infatti, la mancanza di fi-

ducia, frena la gioia che si

prova avvicinandoci al Ri-

sorto che vuole che parteci-

piamo alla sua stessa vita.

Paolo ci dice, “se siete risorti con Cristo, cer-

cate le cose di lassù”. E’ questo la Pasqua per

noi? O forse, non siamo riusciti ad accogliere il

messaggio di Cristo e, continuiamo, nel grigio-

re dei nostri giorni? Non vivremo mai la gioia

di Cristo se non ci avviciniamo, se non beviamo

del “vino delle nozze” se “non mangiamo il pa-

ne che da la vita”, se non ci lasciamo coinvolge-

re come la samaritana, il cieco nato, Marta la

sorella di Lazzaro, che abbiamo visto nelle set-

timane scorse.

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Catechismo, II anno in preparazione alla cresima e il “Dialogo nel buio”…

Una nostra ragazzina chie-de: “Ma cosa hanno in co-mune?

Ebbene abbiamo proposto questa esperienza per tanti motivi, non ultimo la condi-visione di un momento pro-fondo: che scuote, fa ri-flettere e mette a nudo i nostri sensi.

Qui abbiamo sperimentato veramente cosa prova chi non possiede la vista, abbia-mo usato le mani per vede-re, l' udito per capire.

“Mi sono reso conto che le persone hanno bisogno di aiuto”, “A me bruciavano gli

occhi e vedevo dei lampi nel buio”. “Io ero agitatissima e ho dovuto calmarmi per

poi comprendere che tutto il mio corpo lentamen-te si adattava”… “Io ho avuto paura di per-dermi”, “io ho avuto la sen-sazione di essere sottoso-pra”…

Questi i commenti, ma an-che la consapevolezza di una esperienza unica che ci ha insegnato ad ascoltare le nostre sensazioni, a scende-re dentro di noi, ad usare gli occhi del cuore per sin-tonizzarci con i nostri veri bisogni e quelli altrui ed arrivare più in profondi-tà ,fino a scoprire la pre-ghiera.

Le catechiste Elena e Lucia e i loro 12ragazzi

Papa Francesco ci dice: “Accetta allora che

Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo

come amico, con fiducia: Lui è la vita!

Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’

un piccolo passo: ti accoglierà a braccia

aperte.

Se sei indifferente, accetta di rischiare: non

sarai deluso.

Se ti sembra difficile seguirlo, non avere

paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è

vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e

la forza per vivere come Lui vuole”.

Questo è l’atteggiamento, carissimi amici,

che produce la gioia, “la grazia della gioia”

alla quale siamo chiamati e che, non sempre

siamo in grado di accogliere.

Su, “raddrizziamo le nostra ginocchia in-

fiacchite” e guardiamo in alto, Cristo nostra

pasqua è Risorto e con lui la nostra Gioia.

Tantissimi auguri a tutti voi per una

Santa Pasqua nella gioia del Risorto, che

Lui e Maria Madre della Speranza, vi ac-

compagnino sempre nelle fatiche di ogni

giorno.

P. Vincenzo e la Comunità

dei Missionari e Missionarie Identes

Tra le luci dell’universo, vi è la famiglia.

• Se cristiana, la famiglia è anche luogo di fede.

Il matrimonio è scelta d’amore: non è solo sensibilità e sentimento, ma volontà e decisio-ne. E’ scelta di accogliere per sempre l’altra persona nella vita: è legarsi per donarsi.

Fare coppia e sposarsi è scegliere non solo una persona (moglie o marito), ma una forma di vita. L’amore coniugale – come ogni forma d’amore – non si nutre di esperienze eccezionali, ma del quotidiano, dove ognuno fa i conti con i propri limiti, umori, sensibilità, entusiasmo, aspirazioni. E con quelli del coniuge e degli altri.

Dio ci ha creati per amore e ci ha fatti per amare: fuori da questa esperienza, la persona non sa più chi sia, quale senso abbia il suo vivere. E’ un albero secco, un deserto arido e senz’acqua. L’amore è un continuo “esodo” per andare incontro alla persona che si ama; è ri-nunciare a qualcosa di sé, dei propri gusti e programmi. Non è perdere la propria personalità, ma arricchirla nella comunione con l’altro.

LUCE PER LA FAMIGLIA

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Nell’anno della Famiglia ci è stata formu-lata la richiesta dal “Gruppo del Tabernaco-lo” di intraprendere un percorso da vivere nel quotidiano con lo scopo di migliorare la comunicazione tra i coniugi. Questa solleci-tazione ci ha particolarmente coinvolto in quanto è un ambito che ci appassiona e con-tinuiamo ad elaborare ed approfondire an-che personalmente.

I Linguaggi dell’Amore sono la cassetta degli attrezzi per incontrare il mondo dell’altro: imparare la lingua “straniera” della persona che abbiamo a fianco ci per-mette di accettare la diversità dell’altro, ma anche di capire che il “nostro modo”

NON è l’ “unico modo”. Tutto questo è possibile se teniamo pre-

sente che: Amare è “Volontà d’ Amore” e pertanto richiede una decisione fondata non solo sulla spontaneità del sentimento, ma orientata alla costruzione e al manteni-mento del progetto famiglia, questa per noi è la vera “novità”!!

Decidere di fare “esercizi” con questi strumenti ,viverli e trasmetterli è aderire ad una scelta di diffondere l’“ Amore rice-vuto” da Colui che conosce meglio di noi il nostro vero bene !

a.c. e m.l.

Mi hanno chiesto di scrivere queste poche righe una settimana fa e solo dopo sette giorni riesco a fermarmi a pensare...perché i ritmi di una famiglia con tre figli piccoli do-ve si lavora in due sono sempre un po’ velo-ci. Ma gli incontri sui 5 linguaggi dell’amore ci

hanno insegnato proprio questo: l’importan-za di fermarsi e ascoltare. A volte fra marito e moglie sembra di parla-

re due lingue diverse ma quanto è bello sa-pere che è possibile imparare la lingua dell’altro! E’ vero è più faticoso, è come quando si

impara una lingua straniera...all’inizio non si cap i s ce n u l l a . . .ma p i ano p i a -no...impegnandosi...i risultati sono stupefa-centi.

Bisogna però avere voglia di fermarsi, sce-gliere di fermarsi, di ascoltare e di parlare. Gli incontri sui 5 linguaggi dell’amore ci

hanno aiutato anche perché è bello sentire che più o meno tutte le coppie sono uguali e confrontarsi, come sempre, ridimensiona tutto. Il fatto poi di essere insieme a tanti amici,

con i bambini amici fra loro che aspettano l’incontro delle famiglie per trascorrere del tempo insieme, ha arricchito ancora di più le serate! Grazie allora a chi ha pensato, organizzato

gli incontri e dedicato il suo tempo a “insegnarci” questa nuova lingua e grazie a tutte le famiglie che hanno condiviso con noi

questo bel cammino! Bibi e Matteo

I linguaggi dell’Amore:

una chiave per costruire la famiglia “Key Family”

Il “per sempre” dell’amore di Dio per il mondo si riflette nel “per sempre” dell’amore coniugale.

Molte sono le vocazioni e le responsabilità su questa terra, ma quella di generare ed educare i figli è una delle più umili e grandiose. Procreare un uo-mo ha un tempo, ma educare una persona non ha tempo. Dura tutta la vita dei genitori e continuerà dal Cielo.

Quanta fiducia e pazienza, quanta forza e tene-rezza occorrono per educare i ragazzi e i giovani! Essi avranno fiducia in se stessi se sentiranno la fi-ducia dei genitori; saranno sereni se respireranno serenità in casa; impareranno ad amare se saranno amati. Per educare, i genitori dovranno essere loro per primi delle persone mature: la loro sta-bilità interiore non deve dipendere dal denaro e dalla carriera, dal successo, dalla salute e dall’apparenza, ma dall’essere ognuno ben radicato dentro di sé.

Oggi forse tutto questo sembra una realtà dei tempi andati.

Ma c’è da chiedersi: il cosiddetto uomo moderno è più felice di quello “antico”?

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SANTA PASQUA 2014SANTA PASQUA 2014

Liturgie penitenziali:

Venerdì 11 marzo, ore 21 – Risurrezione

Martedì 15 marzo, ore 21 - Tabernacolo

Mercoledì 16 marzo, ore 21,00 - Gesù Adolescente

13 Aprile DDOMENICAOMENICA DELLEDELLE PPALMEALME

ore 10,45 Solenne benedizione delle

Palme e dell’ulivo nel viale

17 Aprile GGIOVEDÌIOVEDÌ SSANTOANTO

ore 18 S. Messa “in Coena Domini”

Al termine della Messa Adorazione

continua fino alle 24

18 Aprile VVENERDÌENERDÌ SSANTOANTO

Adorazione continua dalle ore 6 alle 15

ore 18 Celebrazione della Passio ne

e Morte del Signore

ore 21 Via Crucis

19 Aprile SSABATOABATO SSANTOANTO

ore 21 Veglia Pasquale - S. Messa

20 Aprile DDOMENICAOMENICA DIDI PPASQUAASQUA

S. Messe ore 9 – 11 – 18

21 Aprile LLUNEDÌUNEDÌ DELLDELL’A’ANGELONGELO

S. Messa ore 8.30

PARROCCHIA

del TABERNACOLO

Missionari e Missionarie Identes

Via Swinburne, 4b –16148 Genova

Tel. 010/387291

[email protected] Stampato in proprio

NOTIZIE e

DATE da RICORDARE

INCONTRO CELLULE E ADULTI

Martedì 6 maggio - ore 9,15

INCONTRO SCUOLA VICARIALE

Venerdì 9 maggio

Resurrezione - ore 21,00

INCONTRO FAMIGLIE “I 5 LINGUAGGI DELL’AMORE”

Sabato 12 aprile -ore 19,00

Sabato 24 maggio - ore 19,00

PRIME COMUNIONI

Domenica 11 maggio ore 11,00

BIVACCO ACR Monteleco 17-18 maggio

CRESIMANDI a ROMA

23-24-25 maggio

Trofeo Cassola sabato 7 giugno

Festa della Comunità

Domenica 8 giugno

Campeggio Gioventù Idente

7-13 luglio

Campo ACR

Rollieres 14-20 Luglio

Campo famiglie Val Seriana 9-17 agosto

Sacramento dell’UNZIONE degli INFERMI

“Signore, se vuoi, puoi guarirmi”

Da Gesù la Chiesa ha ricevuto il mandato di prendersi cura degli ammalati ed

essa lo fa anche attraverso il SACRAMENTO dell’UNZIONE degli INFERMI.

Siamo tutti invitati SABATO 3 MAGGIO alle ORE 18

a partecipare alla Celebrazione Comunitaria

del Sacramento dell’Unzione degli Infermi.