LA GESTIONE DEL GRUPPO NELLA PALLAVOLO · LA SQUADRA L’ALLENATORE dirige l’intera struttura, ed...

49
LA GESTIONE DEL GRUPPO NELLA PALLAVOLO Dott.ssa Silvia Bernardelli

Transcript of LA GESTIONE DEL GRUPPO NELLA PALLAVOLO · LA SQUADRA L’ALLENATORE dirige l’intera struttura, ed...

LA GESTIONE DEL GRUPPO NELLA

PALLAVOLO

Dott.ssa Silvia Bernardelli

Il gruppo

Il gruppo è un insieme dinamico di persone che si percepiscono vicendevolmente come più o

meno interdipendenti e che sono considerate dagli altri come appartenenti a quel gruppo

Caratteristiche di un gruppo

� Interazione

� Attrazione interpersonale

� Interdipendenza

� Sentimento di identità collettiva

Un gruppo non è un semplice Un gruppo non è un semplice Un gruppo non è un semplice Un gruppo non è un semplice

insieme di persone!!insieme di persone!!insieme di persone!!insieme di persone!!

Il gruppo si costituisce come un sistema, nel quale gli elementi sono tra loro interdipendenti e la somma di questi elementi va a costituire qualcosa di nuovo e di più della semplice

somma delle parti.

Al centro di questo sistema ci sono GLI ATLETI E LA SQUADRA

L’ALLENATORE dirige l’intera struttura, ed è

PARTE INTEGRANTE del team, con cui condivide tutti gli aspetti relativi alla vita del gruppo

squadra

Il gruppo squadra come gruppo di lavoro

Un gruppo costituito da un numero ristretto di persone con competenze complementari, con uno scopo comune, con obiettivi di performance

e basato su un approccio al lavoro con responsabilità individuali e collettive.

� Considerato come gruppo formale (ruoli, regole e compiti …)

� Creato appositamente per il raggiungimento di uno scopo specifico

� Avente da una parte un responsabile, dall’altra un organigramma ben definito.

L’allenatore

L’allenatore è la figura centrale della squadra e integra diverse funzioni:

• Professionista: possiede una cultura specifica riguardo ciò che deve trasmettere alla squadra (conoscenze tecniche, tattiche..)

• Insegnante: insegna la materia della pallavolo

• Educatore: è di esempio al gruppo, introduce le regole, trasmette lezioni di vita

• Psicologo: deve capire i giocatori, motivarli e dare gli stimoli giusti

Caratteristiche del gruppo

� Vicinanza: è possibile comunicare anche al di fuori delle ore di allenamento

� Soddisfazione dei bisogni: “essere parte di un gruppo” è uno di questi

� Ideologia: condivisione di uno stile di comportamento

� Obiettivo comune

� Comunicazione faccia a faccia

Per poter raggiungere queste caratteristiche, bisogna fare attenzione a:

� Le regole

� Lo stile di gestione (leadership)

� Le responsabilità

� La motivazione

� Atteggiamento dell’allenatore

� Comportamenti anomali

Le regole

La prima cosa da fare quando si entra in un nuovo team è capire a quali consuetudini esso è legato, quali possono essere mantenute e quali devono essere eliminate/modificate.

L’allenatore deve comunicare, in modo chiaro:

� Le sue aspettative rispetto al comportamento da tenere in allenamento (orario di arrivo, i momenti in cui si può scherzare quelli in cui bisogna essere concentrati sul compito..)

� Le sue aspettative rispetto al comportamento da tenere durante le partite (orario di arrivo, approccio mentale alla partita e al riscaldamento, farsi trovare sempre pronti per eventuali sostituzioni in campo …)

L’allenatore, pur tenendo al rispetto delle regole proposte, non deve applicarle in maniera troppo

rigida, perché potrebbe scontrarsi con le esigenze dei singoli atleti (soprattutto nelle

squadre non professionistiche).

L’allenatore deve tenere presente che deve essere disponibile al dialogo e cercare la soluzione ai problemi che si presentano, scegliendo il compromesso migliore tra le esigenze della squadra e dell’atleta.

Lo stile di gestione

Lo stile di gestione della squadra deve essere mantenuto costantecostantecostantecostante, e bisogna cercare di non farsi influenzare dai risultati positivi/negativi, o

da questioni esterne.

Mostrando competenza tecnica e tattica, capacità di insegnamento e di gestione del

rapporto umano si otterrà, col tempo, la fiducia fiducia fiducia fiducia del gruppo.del gruppo.del gruppo.del gruppo.

È molto importante capire chi all’interno del gruppo riveste il ruolo di opinion leader:

colui/colei che, con la sua opinione, è in grado di influenzare tutta la squadra.

Confrontandosi con lui si potrà capire l’umore generale e adottare la gestione di conseguenza, in modo da costruire un rapporto costruttivo con il gruppo, evitando il ricorso all’autoritarismo.

La leadership

L’allenatore è il LEADERLEADERLEADERLEADER del gruppo squadra:

colui che con le sue proposte e azioni è in grado di influenzare e modificare comportamenti, atteggiamenti ed emozioni dei

componenti del gruppo.

3 stili di leadership3 stili di leadership3 stili di leadership3 stili di leadership:

Leader autoritario:Leader autoritario:Leader autoritario:Leader autoritario: mira ad una dipendenza assoluta da parte dei membri, è molto rigido, utilizza sanzioni e punizioni, è diffidente e

prende decisioni senza consultare nessuno

Leader laissez-faire: Leader laissez-faire: Leader laissez-faire: Leader laissez-faire: non è un leader, la sua presenza o assenza non determina differenze, non dà insegnamenti al gruppo. Con questo leader regna l’anarchia e il disordine

LEADER DEMOCRATICO

Instaura un rapporto nel gruppo, privilegia una struttura comunicativa aperta dove ognuno può partecipare; non si impone ma convince, ripone

fiducia nel gruppo

Il comportamento di un buon leader deve modularsi in base agli atleti che ha di fronte, in modo da favorire le

potenzialità dei singoli e del gruppo:

� Gruppo di atleti che non hanno ancora acquisito una maturità tale da essere in grado di assumersi un compito con sicurezza e capacità: Stile direttivoStile direttivoStile direttivoStile direttivo

� Gruppo con maturità medio-bassa, i giocatori stanno acquisendo fiducia ed efficacia, anche se non sono ancora pronti per esercizi di difficoltà media: stile stile stile stile direttivo e di relazione direttivo e di relazione direttivo e di relazione direttivo e di relazione (il comportamento direttivo permette di colmare le lacune tecniche, fisiche e organizzative, mentre quello di relazione permette di sostenere la partecipazione e l’autostima)

� Gruppo a maturità medio- alta, gli atleti mostrano competenza, ma non ancora a livelli ottimali di motivazione e interazione tra i membri: stile del coinvolgerestile del coinvolgerestile del coinvolgerestile del coinvolgere (coinvolgerli nelle decisioni e nella strutturazione dei percorsi aumenta l’autostima)

� Gruppo a maturità alta, i membri hanno raggiunto un livello ottimale in tutti gli aspetti tecnici, fisici e relazionali: dopo aver individuato l’esercizio, il leader può delegaredelegaredelegaredelegare le responsabilità agli allievi

Le caratteristiche di una leadership

efficace� Sapere che il proprio ruolo è servire, non essere servito

� Creare una cultura nella quale tutti si sentano parti importanti dell’organizzazione

� Dare direttive chiare

� Separare l’errore dalla persona che sbaglia

�Mettere l’accento sul lavoro di squadra, piuttosto che sull’individualità

� Accettare critiche e rimproveri

Indicazioni per la gestione del

gruppo-squadra� L’allenatore e la società, stabiliscono le regole (non devono essere tante) che devono essere sempre rispettate.

� La comunicazione e il dialogo devono essere alla base de rapporto. Quando questo si interrompe è necessario interrogarsi, riflettere e cercare da ambo le parti di “ricucire”… Se richiesto, bisogna saper motivare le proprie scelte.

� Le “punizioni”(sanzioni) o i provvedimenti

� Saper “punire” in modo adeguato e saper premiare allo stesso modo; mettere in evidenza i comportamenti corretti, che devono essere d’esempio per tutti (rinforzi positivi).

� L’allenatore deve sapere che costituisce un modello di riferimento e quindi deve essere d’esempio per i ragazzi e le ragazze (se l’allenatore arriva in ritardo all’allenamento anche i ragazzi si sentiranno autorizzati a farlo).

Il paradosso della panchina

La formazione che scende in campo dall’inizio dovrebbe essere quella con le giocatrici più adatte al tipo di gioco che si vuole fare. Non sempre questo funziona e quindi devono entrare le riserve.

Non è infrequente che, una giocatrice partita in panchina, salga in campo con tanta grinta e voglia di dimostrare le proprie capacità da contagiare anche le compagne in campo.

La gestione delle riserveLa gestione delle riserveLa gestione delle riserveLa gestione delle riserve

È molto importante motivare anche chi solitamente non gioca da titolare: chi parte in

panchina entra in una fase di gioco critica, in cui è richiesta una prestazione migliore di quella che

ha fornito il giocatore titolare, e quindi di grandissima responsabilità.

Le riserve devono comprendere che, quando saranno chiamate in causa, dovranno farsi trovare pronte e determinate perché dal loro rendimento dipenderà l’esito dell’incontro.

Le responsabilità

Un buon allenatore deve essere capace di assumersi le proprie responsabilità rispetto alle

proprie scelte riguardo:

• L’aspetto tecnico: l’allenamento sulle fasi del gioco in cui si è più in difficoltà e la gestione della partita

• L’aspetto tattico e gestionale: un allenatore non può pretendere che i propri giocatori risolvano con efficacia situazioni di gioco che non sono state adeguatamente provate in allenamento.

La motivazioneLa motivazione è una componente psicologica

slegata dalle capacità tecniche o fisiche dell’atleta, è generata dallo spirito di

competizione personale, verso i compagni o verso gli avversari.

Una spinta interiore che, supportata da fattori Una spinta interiore che, supportata da fattori Una spinta interiore che, supportata da fattori Una spinta interiore che, supportata da fattori esterni, mi permette di indirizzare le energie al esterni, mi permette di indirizzare le energie al esterni, mi permette di indirizzare le energie al esterni, mi permette di indirizzare le energie al raggiungimento di un obiettivo che mi sono raggiungimento di un obiettivo che mi sono raggiungimento di un obiettivo che mi sono raggiungimento di un obiettivo che mi sono

prepostoprepostoprepostopreposto

Gli atleti che imparano meglio e più velocemente sono quelli che cercano di superare i propri limiti; questi atleti innalzano il livello di agonismo

La motivazione allo sport

� Gioco: per i bambini è l’esperienza più ricca, stimolante e accattivante

� Agonismo: permette di incanalare in attività socialmente accettabili e riconosciute, l’innata aggressività che ci è stata trasmessa geneticamente dai nostri primitivi antenati

� Affiliazione: lo sport soddisfa le necessità di stare insieme, conoscere gente nuova, sentirci parte di un gruppo

� Autoaffermazione: soddisfa il bisogno di chi

Fasi che il nuovo team è chiamato ad

affrontarePer raggiungere il risultato desiderato il gruppo passa attraverso una serie di cambiamenti che

vengono riassunti in 5 passaggi:

� FORMING formazione

� STORMING tempesta

� NORMING regolamentazione

� PERFORMING rendimento

� FORMING: fase in cui il gruppo si costituisce. I membri analizzano la situazione e determinano il ruolo che avranno all’interno del gruppo. Caratterizzato da ansia e dipendenza. I membri ricercano la guida di un leader

� STORMING: all’interno del team sorgono conflitti. I componenti possono mostrare ostilità e la posizione del leader viene messa in discussione, perché alcuni membri del team possono reagire in maniera emotivamente forte alle richieste del tecnico che cerca di strutturare il gruppo. Fase necessaria al raggiungimento del risultato desiderato: è il

� NORMING: superata la fase precedente, il gruppo comincia a raggiungere equilibrio e armonia, collabora per il raggiungimento dell’obiettivo, condivide le informazioni e le difficoltà che verranno a presentarsi e sviluppa FIDUCIA RECIPROCA.

In questa fase si stabiliscono le regole di comportamento che contribuiscono a favorire i processi decisionali e a risolvere eventuali conflitti.

Il team capirà che il disaccordo, nel senso di confronto costruttivo all’interno del gruppo, favorisce la soluzione dei problemi

� PERFORMING: Ci troviamo di fronte ad una squadra perfettamente funzionante, che lavora in funzione del raggiungimento dell’obiettivo.

Ogni membro è responsabilizzato ed è in grado di prendere iniziative.

La squadra, condotta da un buon tecnico, sa compiere valutazioni su di sé e sui compagni, e sa mettere in atto eventuali azioni correttive.

• ADJOURNING: (rinnovamento) i membri diminuiscono i contatti tra loro, sono consapevoli che il compito del gruppo è finito.

Atteggiamenti dell’allenatore

� Considerare (già nelle fasi di formazione del gruppo e della preparazione iniziale) le aspettative positive sull’andamento della stagione, aiuta a propagare ottimismo e fiducia in sé e nella squadra. Un atteggiamento negativo porta il gruppo a giustificare le proprie prestazioni negative e a scaricare le proprie responsabilità.

� A volte ci ritroviamo di fronte ad atlete convinte di essere le uniche a ricevere continui rimproveri (di solito quelle da cui ci si aspetta

� Durante la gara è fondamentale immedesimarsi nei propri atleti e cercare di

capire quale sarà il loro atteggiamento durante il gioco.

Capire in anticipo lo stato d’animo dei giocatori in campo ci permette di effettuare dei cambi al momento giusto, magari inserendo una riserva più motivata e grintosa capace di motivare i

compagni.

Gli atteggiamenti legati alla gestione della gara costituiscono il punto in cui si instaura il rapporto

di fiducia tra atleta e tecnico.

Spesso però costituiscono il punto in cui il rapporto si inasprisce, soprattutto se si

rimarcano errori grossolani, perché i giocatori esperti si accorgono quando commettono questi

errori.

Nella gestione dei cambi bisogna dare sicurezza, dare indicazioni su ciò che si vuole dal giocatore che entra in campo e motivarlo, e spiegare al giocatore che esce in cosa dovrebbe migliorare.

Durante i cambi sarà opportuno comunicare sempre le cause delle situazioni negative e dare

spiegazioni tecniche/tattiche, non dare l’impressione di non riuscire a gestire la

situazione.

Nei tempi chiamati dalla squadra avversaria, nel caso di situazioni a noi favorevoli, bisogna

cercare di capire cosa correggeranno gli avversari e dare indicazioni a riguardo, caricando i ragazzi.

A volte può servire alzare un po’ il tono di voce, ma bisogna tenere presente che questo

atteggiamento non sempre aiuta, e a volte su

Il rinforzo

Qualsiasi evento suscettibile di aumentare la probabilità di emissione di una risposta

I rinforzi possono essere positivi o negativi a seconda che tendano ad incoraggiare o inibire un

dato comportamento.

Un rinforzo valido per un atleta, può non esserlo per un altro.

� Rinforzo positivo fornito: ci congratuliamo per un esercizio ben svolto

� Rinforzo negativo fornito: critichiamo lo scarso impegno messo nell’esercizio appena svolto

� Rinforzo positivo non fornito: dopo aver ripreso gli atleti più volte per la mancanza di precisione in un esercizio, gli atleti migliorano e noi non diciamo più nulla

� Rinforzo negativo non fornito: l’atleta dopo un esercizio si aspetta un incoraggiamento dall’allenatore, che non viene fornito

o Cosa rinforzare:Cosa rinforzare:Cosa rinforzare:Cosa rinforzare:

Rinforzare la prestazione e non solo il risultato

Rinforzare per l’impegno e non solo per il successo

Rinforzare per i piccoli miglioramenti

Rinforzare non solo per le abilità sportive, ma anche per il comportamento e le abilità cognitive

o Quando rinforzare:Quando rinforzare:Quando rinforzare:Quando rinforzare:

Spesso in presenza di compiti nuovi

Con gli atleti più giovani

Comportamenti anomali

� Le coppie fisse o “giocatrici gemelle”: l’allenatore dovrebbe decidere gli abbinamenti negli esercizi a coppie per evitare che le atlete si favoriscano tra loro. Le atlete in questione tendono

a modulare l’esercizio a loro favore. Questo è controproducente: un atleta deve confrontarsi con più

compagni, per allenarsi alle diversità dei colpi e delle tecniche

� Il rifiuto dell’errore: A volte gli atleti finiscono con lo scaricare la responsabilità di un errore commesso sui compagni, l’arbitro

o l’allenatore.

È importante che chi sbaglia si renda conto dei motivi del suo errore e cerchi di correggersi. Scaricare le proprie responsabilità è autobloccante e preclude la possibilità di correggersi e migliorarsi.

� Quando si insegnano nuove tecniche, alcune giocatrici, che si trovano in difficoltà, reagiscono con un rifiuto (rivelando bassa autostima). Attraverso questo atteggiamento si tenta di rimuovere l’ostacolo invece di affrontarlo. Una buona tecnica sarebbe spiegare che gli insuccessi iniziali sono normali nelle fasi dell’apprendimento e solo col tempo, dopo molto impegno, si otterranno i risultati desiderati.

Sollevando l’atleta dallo stress da prestazione gli si permetterà di lavorare in tranquillità in vista

Per ogni esercitazione vanno spiegati i CONTENUTI e gli OBIETTIVI dell’esercizio.

La COMUNICAZIONE è determinante per una corretta gestione del gruppo, è il fondamento sul quale costruire il rapporto con i singoli giocatori e

la squadra.

Essa si basa su due livelli: il contenuto (cosa dico), e la relazione (come lo dico). Questi due livelli devono essere convergenti affinché la

comunicazione sia efficace

La comunicazione inoltre può essere di tre tipi:

• Verbale: quello che si dice è prevalentemente consapevole e controllato

• Paraverbale : il tono della voce è relativamente consapevole e controllato

• Non verbale: l’atteggiamento del corpo (la postura, i movimenti, l’espressione del volto, il

respiro..) è difficilmente consapevole e controllato

È importante fare in modo che i tipi di È importante fare in modo che i tipi di È importante fare in modo che i tipi di È importante fare in modo che i tipi di comunicazione coincidano in modo da dare un comunicazione coincidano in modo da dare un comunicazione coincidano in modo da dare un comunicazione coincidano in modo da dare un

messaggio univocomessaggio univocomessaggio univocomessaggio univoco

Intenzione di chi comunica

MESSAGGIOInterpretazione

di chi riceve

CONTESTO AMBIENTALE

LA COMUNICAZIONE

LA comunicazione

� Tutto è comunicazione

� È impossibile non comunicare. Anche senza volerlo, il nostro corpo, la nostra voce e le nostre espressioni comunicano sempre qualcosa

� Quello che comunichiamo non corrisponde a ciò che diciamo o facciamo, ma a ciò che viene ricevuto o percepito

� La comunicazione avviene attraverso due canali: uno legato alla sfera cognitiva

Regole pratiche per una buona

comunicazione� Non dare mai niente per scontato: le nostre aspettative, obiettivi e princìpi, non coincidono sempre con quelle dei nostri giocatori. Comunicare e motivare ogni decisione ci qualifica agli occhi della squadra.

� Definire un contenuto in modo chiaro e diretto; non evasivo o dispersivo in quanto può creare distrazioni o errate interpretazioni

� Essere concisi. Focalizzare subito l’obiettivo del dibattimento

� Ascoltare il proprio interlocutore senza troncare il discorso

� Non imporre le proprie idee in maniera autoritaria

� Rivolgere le domande lasciando il tempo di rispondere

� Ripetere eventuali frasi che potrebbero essere considerate confuse, per fornire informazioni il più possibile corrette ed esaurienti

� Fare sentire l’interlocutore a proprio agio

� Manifestare la propria disponibilità allo scambio verbale

Cosa ostacola la comunicazione?

� Far valere il proprio ruolo/status

� Parlare sull’altro

� Sollecitare soluzioni affrettate

� Utilizzare etichettamenti

� Rigettare responsabilità

� Negare i sentimenti altrui

� Contraddire per principio

GRUPPO MASCHILE E GRUPPO FEMMINILE A

CONFRONTO

� Le donne sono più diligenti o più resistenti agli stress;

� Le donne sono più conseguenti nel seguire un piano di allenamento una volta intrapreso;

� Le donne tendono a interpretare le critiche come un fatto personale, si sentono respinte in quanto persone;

� Le donne agiscono in modo cauto di fronte a nuove sfide sportive;

� Per le donne la posizione sociale all’interno del gruppo di allenamento è molto più importante rispetto ai maschi.

Considerazioni sul settore femminile

La gestione di un gruppo femminile è più complessa di un gruppo maschile. Le ragazze non sentono solo la competizione per il posto in squadra, ma mostrano sensibilità anche verso questioni extra-sportive

Spesso le ragazze portano in palestra i propri problemi personali, sottraendo attenzione al lavoro. La MOTIVAZIONE è la soluzione a questo

Aggressività e rivalità

Dott.ssa Silvia Bernardelli

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!GRAZIE PER L’ATTENZIONE!GRAZIE PER L’ATTENZIONE!GRAZIE PER L’ATTENZIONE!