La Gazzetta delle Aste - Ottobre 2015

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Per valutare il rapporto danni- benefici di un provvedimento normativo occorre avere una visione d’insieme Molti musei del passato sono nati dalle raccolte di re e nobili; molti musei futuri nasceranno dalle collezioni delle banche Ecco quali sono i punti principali della riforma del mercato dell’arte promossa dal progetto Apollo Prestiti contro arte: un giro d’affari che dai 10 miliardi di dollari attuali potrebbe arrivare fino a 100 miliardi La Gazzetta delle Aste Periodico semestrale d’informazione Anno 10° Ottobre 2015 n° 15 Proprietario ed Editore: Associazione Nazionale Case d’Asta piazza dei Caprettari, 70 00186 Roma Registrazione Tribunale di Milano n. 675 del 27/09/2004 Direttore Responsabile Gabriele Crepaldi LA GAZZETTA DELLE ASTE N el corso dei secoli molti grandi banchieri si sono appassionati all’arte, in tutte le sue espressioni, e hanno svolto un importante ruolo come mecenati, sostenendo la carriera di tanti pittori, scultori, architetti, musicisti o scrittori. Lo facevano a titolo personale e nella maggior parte dei casi non pensavano ad un possibile profitto, ma sceglievano in base al proprio gusto o alle amicizie personali. Spesso acquistavano opere d’arte per abbellire le proprie abitazioni e uffici, così da accrescere il proprio prestigio presso i clienti e sentirsi allo stesso livello degli aristocratici e dei loro palazzi. Il fenomeno si è consolidato nel XIX secolo ed è aumentato in maniera rilevante nel Novecento, quando ha assunto le caratteristiche di un vero e proprio investimento finanziario, alternativo alle forme tradizionali. In un primo tempo le opere d’arte acquistate dalle banche erano gelosamente custodite nei caveau o negli uffici di rappresentanza, aperti solo ai clienti di riguardo e a pochi studiosi, che ne facevano esplicita richiesta. Poche banche tenevano degli inventari aggiornati e spesso si opponevano o ponevano ostacoli difficilmente superabili a chi voleva inserirle nelle monografie degli artisti o in altre pubblicazioni specializzate. Solo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale si è sentita l’esigenza non solo di raccogliere e conservare, ma anche di valorizzare questo patrimonio. Oggi, quasi tutti gli istituti bancari hanno provveduto a creare un archivio sistematico delle proprie collezioni d’arte, in cui ogni opera è stata attentamente studiata e catalogata. Negli ultimi decenni sono state allestite mostre, organizzati convegni, pubblicati cataloghi, saggi e monografie, così da permettere la conoscenza non solo agli specialisti del settore, ma anche al grande pubblico degli appassionati d’arte. In alcuni casi le stesse banche hanno promosso l’apertura di musei in cui il pubblico può ammirare queste collezioni. Tra i tanti esempi è sufficiente citare le sedi museali di Intesa Sanpaolo: le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, la Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli (in cui è possibile ammirare «Il martirio di Sant’Orsola», ultimo capolavoro di Caravaggio), Villa Pignatelli a Napoli e le Gallerie d’Italia-Piazza Scala a Milano, con importanti opere del XIX e XX secolo. O ancora si possono ricordare le mostre organizzate in questi P atrimonio sos è un portale web che si occupa di beni culturali e ambientali dei quali si dichiara difensore. Vi si possono trovare articoli, a firme prestigiose, di grande interesse e qualità, che spaziano a tutto campo nel vastissimo mondo dei beni culturali. Non poteva sfuggire agli attenti osservatori il «Progetto Apollo», che tanto allarme ha creato tra chi è preposto alla tutela del nostro patrimonio. Per i contenuti del progetto si rimanda all’articolo pubblicato qui accanto (Giuseppe Calabi, Valentina Favero, «Verso una riforma del mercato dell’arte»). Qui cercheremo di esaminare se tali riforme, qualora dovessero essere adottate, possano provocare quegli effetti devastanti sul nostro patrimonio culturale, così come viene paventato dai firmatari dell’articolo pubblicato su Patrimonio sos («Appello sulle enunciate modifiche al Codice dei Beni Culturali in materia di esportazione»). Per poter valutare il rapporto danni-benefici di un provvedimento normativo occorre avere una visione di insieme e non limitarsi a vedere solo ciò che può accadere in un singolo segmento investito da una modifica. La parcellizzazione degli interessi può provocare una tale chiusura tra un settore e l’altro da portarli a danneggiarsi a vicenda. Così come non si può definire un buon medico colui che cura una mano senza tener conto che è attaccata a un braccio, così non è un buon amministratore e tutore del patrimonio culturale colui che pensa che questo esista come entità autonoma, senza collegamenti ad altri settori vitali per un sistema. È chiaro che, se il fine è quello di tutelare tout court il patrimonio culturale italiano, ogni bene che esce dai patri confini è un bene perso e arreca un danno (in termini assoluti oggi tutto ciò che ha più di 50 anni può essere considerato un bene culturale e non può essere esportato se non dopo essere stato presentato fisicamente agli uffici preposti e dopo aver ricevuto, in 30-40 giorni, l’attestato di libera circolazione che, nonostante l’autonomia decisionale delle Soprintendenze (sic), deve comunque arrivare da Roma). Ma se si vuole tener conto anche di ciò che muove e alimenta il sistema dei beni culturali, ivi compreso il mercato dell’arte, occorre necessariamente alzare il punto di vista e cambiare l’approccio alla soluzione dei problemi. Credo che tutti siamo d’accordo nel sostenere che non si può trattare il cassettone della nonna con lo stesso sistema normativo di un Caravaggio. Ma oggi è così. Mi sono testimoni i funzionari delle Soprintendenze: i cassettoni della nonna sono molti, ma molti di più dei Caravaggio, e sui loro tavoli si accumulano pratiche che nel 99% dei casi sono relative a beni la cui uscita dal territorio nazionale niente toglie al nostro patrimonio culturale, e infatti gli attestati vengono solitamente rilasciati. Questo accumulo di pratiche ha portato le Soprintendenze a passare da un giorno fisso alla settimana per visionare le opere alla necessità di prendere appuntamenti che vanno anche a 15-30 giorni o più dalla richiesta, ai quali vanno poi aggiunti i tempi per ottenere l’attestato. Nessun cliente al mondo è, oggi, disponibile ad aspettare quasi due mesi per entrare in possesso di un bene che ha pagato due mesi prima. Impossibile cercare di spiegargli il problema. Non compra più. Che cosa chiede in sostanza il «Progetto Apollo» (al quale hanno aderito tutte le associazioni di categoria del mercato dell’arte)? Semplicemente che si riesca a superare l’impasse normativo che sta di fatto affossando tutto il comparto. Nello stesso documento riportato su Patrimonio sos, i firmatari riferiscono che nel 2014 su scala nazionale la percentuale dei dinieghi è stata pari allo 0,6% del totale degli oggetti presentati. Sarebbe interessante sapere se in quello 0,6% ci sono beni che hanno meno di 100 anni e valore inferiore a 150mila euro. Crede veramente chi teme per la salvaguardia dei beni culturali che, se venisse introdotta una soglia di valore di 150mila euro, magari compensata con un limite temporale di 100 o 70 anni, uscirebbero in modo incontrollato beni così importanti per il nostro patrimonio? Tanti da costituire un danno alla collettività? E anche se si dovesse rischiare di perdere un bene rilevante (che comunque non sarebbe fruibile dalla collettività perché di proprietà di un privato che altro non potrebbe fare se non tenerlo chiuso in casa sua, notificato, lontano dagli occhi di tutti), siamo certi che il rapporto costi-benefici sia così sbilanciato da risultare lesivo e depauperante per il nostro patrimonio? Forse l’innalzamento del limite temporale alla libera esportazione da 50 editoriale Mercato dell’arte sos. Tanto rumore per nulla di Sonia Farsetti notizie Le banche: i nuovi mecenati Gabriele Crepaldi continua a p. 50, i col. continua a p. 50, iii col. L o scorso ottobre l’Associazione Nazionale Case d’Asta, insieme ai principali esponenti della filiera del mercato dell’arte, ha presentato a Roma un progetto di riforma, il cui obiettivo è la razionalizzazione e semplificazione della normativa, senza tuttavia compromettere la funzione della tutela del patrimonio artistico consacrata nell’art. 9 della Costituzione. I punti cardinali della proposta sono: • Soglie di valore: l’applicazione delle soglie di valore - previste dal Regolamento (CE) n. 116/2009 per le esportazioni fuori dal territorio Ue - anche alle esportazioni all’interno del territorio europeo. L’assenza di soglie di valore non solo è contraria alle norme europee, ma crea svantaggio competitivo per gli intermediari italiani rispetto ai colleghi europei. In particolare, l’estensione delle soglie di valore previste dal Regolamento europeo consentirebbe l’uscita, sulla base di una semplice autocertificazione, di dipinti fino ad un valore di 150mila euro e di libri e sculture fino a un valore di 50mila euro. • Termini perentori: l’introduzione di un termine perentorio per l’accoglimento o il diniego della richiesta di esportazione e dell’acquisto coattivo, quale onere dello Stato in caso di diniego all’esportazione, previa iscrizione di un apposito fondo nel bilancio dello Stato. • Criteri per le esportazioni e le notifiche: la revisione dei criteri previsti dalla Circolare del 1974 per le esportazione ed estensione degli stessi criteri per le dichiarazioni di interesse culturale (c.d. notifiche), in modo tale che il criterio della qualità artistica sia necessariamente coniugato con almeno un altro requisito (quale quello della rarità o del particolare significato della rappresentazione) e che in caso di opera straniera l’amministrazione procedente valuti in modo più rigoroso l’interesse culturale particolarmente importante dell’opera, individuando almeno tre criteri di interesse. Un’opera straniera, dunque, non potrà più essere bloccata semplicemente perché si tratta di «un bell’oggetto» (parafrasando una nota sentenza del Tar Lazio (24 marzo 2011, n. 2659) ovvero perché assente nelle collezioni pubbliche italiane, ma dovrà essere individuato un legame di più stringente pertinenza con il patrimonio culturale italiano. • Allungamento dei termini: l’allungamento della soglia temporale di rilevanza al fine della tutela da 50 a 100 anni dalla data della creazione dell’opera, in caso di artista defunto. Negli ultimi mesi la delegazione del Gruppo di interesse si è frequentemente confrontata con numerosi esponenti delle principali forze politiche, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed anche con i consiglieri e collaboratori del Ministro Franceschini. Dal dialogo con la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Mibact è emersa una condivisione dei punti principali della riforma, in particolare sull’applicazione delle soglie di valore e sulla necessità di emanare una nuova direttiva ministeriale con i criteri guida per le notifiche e il rilascio degli attestati di libera circolazione. Verso una riforma del mercato dell’arte I punti principali della riforma promossa dal Progetto Apollo e le novità sul dialogo con i decisori e gli esponenti politici Avv. Giuseppe Calabi, Dott. Valentina Favero, CBM&Partners continua a p. 50, iv col.

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Per valutare il rapporto danni-benefici di un provvedimento

normativo occorre avere una visione d’insieme

Molti musei del passato sono nati dalle raccolte di re e nobili; molti musei futuri nasceranno dalle collezioni delle banche

Ecco quali sono i punti principali della riforma del

mercato dell’arte promossa dal progetto Apollo

Prestiti contro arte: un giro d’affari che dai 10 miliardi di

dollari attuali potrebbe arrivare fino a 100 miliardi

La Gazzetta delle AstePeriodico semestrale d’informazioneAnno 10°Ottobre 2015 n° 15

Proprietario ed Editore:Associazione Nazionale Case d’Astapiazza dei Caprettari, 7000186 Roma

Registrazione Tribunale di Milanon. 675 del 27/09/2004

Direttore ResponsabileGabriele Crepaldi

LA GAZZETTA DELLE ASTE

Nel corso dei secoli molti grandi banchieri si sono appassionati all’arte, in

tutte le sue espressioni, e hanno svolto un importante ruolo come mecenati, sostenendo la carriera di tanti pittori, scultori, architetti, musicisti o scrittori. Lo facevano a titolo personale e nella maggior parte dei casi non pensavano ad un possibile profitto, ma sceglievano in base al proprio gusto o alle amicizie personali. Spesso acquistavano opere d’arte per abbellire le proprie abitazioni e uffici, così da accrescere il proprio prestigio presso i clienti e sentirsi allo stesso livello degli aristocratici e dei loro palazzi. Il fenomeno si è consolidato nel XIX secolo ed è aumentato in maniera rilevante nel Novecento, quando ha assunto le caratteristiche di un vero e proprio investimento finanziario, alternativo alle

forme tradizionali. In un primo tempo le opere d’arte acquistate dalle banche erano gelosamente custodite nei caveau o negli uffici di rappresentanza, aperti solo ai clienti di riguardo e a pochi studiosi, che ne facevano esplicita richiesta. Poche banche tenevano degli inventari aggiornati e spesso si opponevano o ponevano ostacoli difficilmente superabili a chi voleva inserirle nelle monografie degli artisti o in altre pubblicazioni specializzate. Solo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale si è sentita l’esigenza non solo di raccogliere e conservare, ma anche di valorizzare questo patrimonio. Oggi, quasi tutti gli istituti bancari hanno provveduto a creare un archivio sistematico delle proprie collezioni d’arte, in cui ogni opera è stata attentamente studiata e catalogata. Negli ultimi decenni sono state allestite mostre,

organizzati convegni, pubblicati cataloghi, saggi e monografie, così da permettere la conoscenza non solo agli specialisti del settore, ma anche al grande pubblico degli appassionati d’arte. In alcuni casi le stesse banche hanno promosso l’apertura di musei in cui il pubblico può ammirare queste collezioni. Tra i tanti esempi è sufficiente citare le sedi museali di Intesa Sanpaolo: le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, la Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli (in cui è possibile ammirare «Il martirio di Sant’Orsola», ultimo capolavoro di Caravaggio), Villa Pignatelli a Napoli e le Gallerie d’Italia-Piazza Scala a Milano, con importanti opere del XIX e XX secolo. O ancora si possono ricordare le mostre organizzate in questi

Patrimonio sos è un portale web che si occupa di beni culturali e ambientali dei quali si dichiara difensore.

Vi si possono trovare articoli, a firme prestigiose, di grande interesse e qualità, che spaziano a tutto campo nel vastissimo mondo dei beni culturali.Non poteva sfuggire agli attenti osservatori il «Progetto Apollo», che tanto allarme ha creato tra chi è preposto alla tutela del nostro patrimonio. Per i contenuti del progetto si rimanda all’articolo

pubblicato qui accanto (Giuseppe Calabi, Valentina Favero, «Verso una riforma del mercato dell’arte»). Qui cercheremo di esaminare se tali riforme, qualora dovessero essere adottate, possano provocare quegli effetti devastanti sul nostro patrimonio culturale, così come viene paventato dai firmatari dell’articolo pubblicato su Patrimonio sos («Appello sulle enunciate modifiche al Codice dei Beni Culturali in materia di esportazione»).Per poter valutare il rapporto danni-benefici di un provvedimento normativo occorre avere una visione di insieme e non limitarsi a vedere solo ciò che può accadere in un singolo segmento investito da una modifica. La parcellizzazione degli interessi può provocare una tale chiusura tra un settore e l’altro da portarli a danneggiarsi a vicenda. Così come non si può definire un buon medico colui che cura una mano senza tener conto che è attaccata a un braccio, così non è un buon amministratore e tutore del patrimonio culturale colui che pensa che questo esista come entità autonoma, senza collegamenti ad altri settori vitali per un sistema.È chiaro che, se il fine è quello di tutelare tout court il patrimonio culturale italiano, ogni bene che esce dai patri confini è un bene perso e arreca un danno (in termini assoluti oggi tutto ciò che ha più di 50 anni può essere considerato un bene culturale e non può essere esportato se non dopo essere stato presentato fisicamente agli uffici preposti e dopo aver ricevuto, in 30-40 giorni, l’attestato di libera circolazione che, nonostante l’autonomia decisionale delle Soprintendenze (sic), deve comunque arrivare da Roma). Ma se si vuole tener conto anche di ciò che muove e alimenta il sistema dei beni culturali, ivi compreso il mercato dell’arte, occorre necessariamente alzare il punto di vista e cambiare l’approccio alla soluzione dei problemi. Credo che tutti siamo d’accordo nel sostenere che non si può trattare il cassettone della nonna con lo stesso sistema normativo di un Caravaggio. Ma oggi è così.Mi sono testimoni i funzionari delle Soprintendenze: i cassettoni della nonna sono molti, ma molti di più dei Caravaggio, e sui loro tavoli si accumulano pratiche che nel 99% dei casi sono relative a beni la cui uscita dal territorio nazionale niente toglie al nostro patrimonio culturale, e infatti gli attestati vengono solitamente rilasciati. Questo accumulo di pratiche ha portato le Soprintendenze a passare da un giorno fisso alla settimana per visionare le opere alla necessità di prendere appuntamenti che vanno anche a 15-30 giorni o più dalla richiesta, ai quali vanno poi aggiunti i tempi per ottenere l’attestato. Nessun cliente al mondo è, oggi, disponibile ad aspettare quasi due mesi per entrare in possesso di un bene che ha pagato due mesi prima. Impossibile cercare di spiegargli il problema. Non compra più. Che cosa chiede in sostanza il «Progetto Apollo» (al quale hanno aderito tutte le associazioni di categoria del mercato dell’arte)? Semplicemente che si riesca a superare l’impasse normativo che sta di fatto affossando tutto il comparto.Nello stesso documento riportato su Patrimonio sos, i firmatari riferiscono che nel 2014 su scala nazionale la percentuale dei dinieghi è stata pari allo 0,6% del totale degli oggetti presentati.Sarebbe interessante sapere se in quello 0,6% ci sono beni che hanno meno di 100 anni e valore inferiore a 150mila euro.Crede veramente chi teme per la salvaguardia dei beni culturali che, se venisse introdotta una soglia di valore di 150mila euro, magari compensata con un limite temporale di 100 o 70 anni, uscirebbero in modo incontrollato beni così importanti per il nostro patrimonio? Tanti da costituire un danno alla collettività?E anche se si dovesse rischiare di perdere un bene rilevante (che comunque non sarebbe fruibile dalla collettività perché di proprietà di un privato che altro non potrebbe fare se non tenerlo chiuso in casa sua, notificato, lontano dagli occhi di tutti), siamo certi che il rapporto costi-benefici sia così sbilanciato da risultare lesivo e depauperante per il nostro patrimonio?Forse l’innalzamento del limite temporale alla libera esportazione da 50

editoriale

Mercato dell’arte sos. Tanto rumore per nulladi Sonia Farsetti

notizie

Le banche: i nuovi mecenati Gabriele Crepaldi

continua a p. 50, i col.

continua a p. 50, iii col.

Lo scorso ottobre l’Associazione Nazionale Case d’Asta, insieme ai

principali esponenti della filiera del mercato dell’arte, ha presentato a Roma un progetto di riforma, il cui obiettivo è la razionalizzazione e semplificazione della normativa, senza tuttavia compromettere la funzione della tutela del patrimonio artistico consacrata nell’art. 9 della Costituzione.

I punti cardinali della proposta sono:

• Soglie di valore: l’applicazione delle soglie di valore - previste dal Regolamento (CE) n. 116/2009 per le esportazioni fuori dal territorio Ue - anche alle esportazioni all’interno del territorio europeo.

L’assenza di soglie di valore non solo è contraria alle norme europee, ma crea svantaggio competitivo per gli intermediari italiani rispetto ai colleghi europei. In particolare, l’estensione delle soglie di valore previste dal Regolamento europeo consentirebbe l’uscita, sulla base di una semplice autocertificazione, di dipinti fino ad un valore di 150mila euro e di

libri e sculture fino a un valore di 50mila euro.

• Termini perentori: l’introduzione di un termine perentorio per l’accoglimento o il diniego della richiesta di esportazione e dell’acquisto coattivo, quale onere dello Stato in caso di diniego all’esportazione, previa iscrizione di un apposito fondo nel bilancio dello Stato.

• Criteri per le esportazioni e le notifiche: la revisione dei criteri previsti dalla Circolare del 1974 per le esportazione ed estensione degli stessi criteri per le dichiarazioni di interesse culturale (c.d. notifiche), in modo tale che il criterio della qualità artistica sia necessariamente coniugato con almeno un altro requisito (quale quello della rarità o del particolare significato della rappresentazione) e che in caso di opera straniera l’amministrazione procedente valuti in modo più rigoroso l’interesse culturale particolarmente importante dell’opera, individuando almeno tre criteri di interesse. Un’opera straniera, dunque, non potrà più essere bloccata semplicemente perché si tratta di

«un bell’oggetto» (parafrasando una nota sentenza del Tar Lazio (24 marzo 2011, n. 2659) ovvero perché assente nelle collezioni pubbliche italiane, ma dovrà essere individuato un legame di più stringente pertinenza con il patrimonio culturale italiano.

• Allungamento dei termini: l’allungamento della soglia temporale di rilevanza al fine della tutela da 50 a 100 anni dalla data della creazione dell’opera, in caso di artista defunto.

Negli ultimi mesi la delegazione del Gruppo di interesse si è frequentemente confrontata con numerosi esponenti delle principali forze politiche, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed anche con i consiglieri e collaboratori del Ministro Franceschini.

Dal dialogo con la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Mibact è emersa una condivisione dei punti principali della riforma, in particolare sull’applicazione delle soglie di valore e sulla necessità di emanare una nuova direttiva ministeriale con i criteri guida per le notifiche e il rilascio degli attestati di libera circolazione.

Verso una riforma del mercato dell’arteI punti principali della riforma promossa dal Progetto Apollo e le novità sul dialogo con i decisori e gli esponenti politiciAvv. Giuseppe Calabi, Dott. Valentina Favero, CBM&Partners

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48 LA GAZZETTA DELLE ASTE

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE D’ASTAIl Calendario delle aste del quarto trimestre 2015

Il RegolamentoArticolo 1I soci si impegnano a garantire se-rietà, competenza e trasparenza sia a chi affida loro le opere d’arte, sia a chi le acquista.

Articolo 2Al momento dell’accettazione di opere d’arte da inserire in asta i soci si impegnano a compiere tutte le ri-cerche e gli studi necessari, per una corretta comprensione e valutazio-ne di queste opere.

Articolo 3I soci si impegnano a comunicare ai mandanti con la massima chiarezza le condizioni di vendita, in parti-colare l’importo complessivo delle commissioni e tutte le spese a cui potrebbero andare incontro.

Articolo 4I soci si impegnano a curare con la massima precisione i cataloghi di vendita, corredando i lotti proposti con schede complete e, per i lotti

più importanti, con riproduzioni fe-deli. I soci si impegnano a pubblica-re le proprie condizioni di vendita su tutti i cataloghi.

Articolo 5I soci si impegnano a comunicare ai possibili acquirenti tutte le in-formazioni necessarie per meglio giudicare e valutare il loro even-tuale acquisto e si impegnano a fornire loro tutta l’assistenza pos-sibile dopo l’acquisto. I soci rila-

sciano, a richiesta dell’acquirente, un certificato su fotografia dei lotti acquistati. I soci si impegnano af-finché i dati contenuti nella fattura corrispondano esattamente a quan-to indicato nel catalogo di vendita, salvo correggere gli eventuali refu-si o errori del catalogo stesso. I soci si impegnano a rendere pubblici i listini delle aggiudicazioni.

Articolo 6I soci si impegnano alla collabora-zione con le istituzioni pubbliche per la conservazione del patrimonio culturale italiano e per la tutela da furti e falsificazioni.

Articolo 7I soci si impegnano ad una concor-renza leale, nel pieno rispetto delle leggi e dell’etica professionale. Cia-scun socio, pur operando nel pro-prio interesse personale e secondo i

propri metodi di lavoro si impegna a salvaguardare gli interessi gene-rali della categoria e a difenderne l’onore e la rispettabilità.

Articolo 8La violazione di quanto stabilito dal presente regolamento comporterà per i soci l’applicazione delle san-zioni di cui all’art. 20 dello Statuto ANCA.

Le Cariche SocialiPresidenteSonia Farsetti(Farsettiarte)

Vice PresidenteClaudio Carioggia(Sant’Agostino)

Consiglio DirettivoKimiko Bossi Porro (Porro & C)Matteo Cambi(Cambi)

Pablo Carrara (Meeting Art)Pietro De Bernardi(Pandolfini)Maurizio Piumatti(Bolaffi)

Collegio dei ProbiviriGimmi Stefanini (Presidente del Collegio)(Galleria Pace)

Antonella Romeo Bono(Fidesarte)Gianfranco Saccucci(International Art Sale)

SegreteriaGabriele Crepaldi(Farsettiarte)

Per i calendari delle aste consultare il sito: www.anca-aste.it

Coppia di zanne di Loxodonta africana, cm 202 e cm 198, con certificato Cites, da una importante collezione di trofei di caccia e oggetti d’Africa degli anni ’60. Stima a richiesta

Assortimento Domaine de la Romanée-Conti, 1990, dodici bottiglie. Base d’asta: 25.000 Euro

Asta Arredi Eredi Ercole Marelli, Scuola fiorentina della fine del XIV secolo, Madonna con Bambino e Santi, tavola a fondo oro, cm 106x50. Stima: 25.000/35.000 Euro

Giovanni Paolo Cavagna, Madonna con Bambino e san Giovannino, olio su tela, cm 60x50. Stima: 25.000/35.000 Euro.

Pablo Picasso, Tête de faune barbu, 1946, gouache e collage su carta, cm 66x50,3. Stima: 280.000/350.000 Euro

Giacomo Balla, Linee forza di mare, 1924 circa, base d’asta: 40.000 Euro

Michelangelo Pistoletto, Venere con la pipa, 1973, serigrafia policroma su lastra d’acciaio lucidato a specchio, es. 15/60, cm 120x150

BLINDARTE CASA D’ASTE

via Caio Duilio 4d/10, 80125 Napolitel. 081 2395261; fax 081 5935042www.blindarte.com, [email protected]

28 novembre Napoli - Milano Trofei di caccia e oggetti d’Africa da un’importante collezione28 novembre Napoli - Milano Oggetti d’arte e antiquariato28 novembre Napoli - Milano Orologi e gioielli29 novembre Napoli - Milano Dipinti antichi, del XIX e XX secolo29 novembre Napoli - Milano Arte Moderna e Contemporanea; oggetti di design

ASTE BOLAFFI – ARCHAION

via Cavour 17/F, 10123 Torinotel. 011 5576300; fax 011 5620456www.bolaffi.it, [email protected]

5-16 ottobre on line Manifesti8 ottobre Milano Fotografia5 novembre Torino Arredi e dipinti antichi16/17 novembre Torino Vini rari e pregiati19/20 novembre Milano Libri rari e autografi2/3 dicembre Torino Numismatica10/11 dicembre Torino Filatelia

CAMBI CASA D’ASTE

Castello Mackenzie, Mura di San Bartolomeo 16, 16122 Genovatel. 010 8395029, fax 010 879482www.cambiaste.com, [email protected]

20 ottobre Genova Raffinate trasparenze: vetri antichi da collezione20/22 ottobre Genova Arredi dalle dimore degli Eredi Ercole Marelli e altre provenienze17 novembre Milano Orologi da polso e da tasca17 novembre Milano Scultura del XIX e XX secolo17 novembre Milano Fine Jewels17 novembre Milano Maioliche e Porcellane da collezione17 novembre Milano Argenti da collezione italiani ed europei17 novembre Milano Fine Art Selection17 novembre Milano Una raccolta italiana di capolavori in cera17 novembre Milano Arti decorative del XX secolo17 novembre Milano Arte Moderna e Contemporanea24 novembre Genova Dipinti antichi24 novembre Genova Dipinti del XIX e XX secolo24 novembre Genova Tappeti antichi24 novembre Genova Cornici antiche15 dicembre Milano Fine Chinese Works of Art22 dicembre Genova Design

CAPITOLIUM ART

via Carlo Cattaneo 55, 25121 Bresciatel. 030 48400, fax 030 2054269www.capitoliumart.it, [email protected]

20 ottobre on line Arte Moderna10 novembre Brescia Arte Moderna e Contemporanea24 novembre Brescia Design1 dicembre on line Orologi e gioielli10 dicembre Brescia Arte islamica e orientale12 dicembre Brescia Fotografia15 dicembre Brescia Arte antica e dell’Ottocento

EURANTICO

Loc. Centignano snc, 01039 Vignanello VTtel. 0761 755675, fax 0761 755676www.eurantico.com, [email protected]

22/25 ottobre Vignanello Arredi e opere d’arte di Cherif Sobhy da Il Cairo e Amelia22/25 ottobre Vignanello Una raccolta di antiche icone russe e greche22/25 ottobre Vignanello Libri, incisioni e fumetti provenienti da Palazzo Proietti in Tivoli (Roma)

FARSETTIARTE

viale della Repubblica (area Museo Pecci), 59100 Pratotel. 0574 572400, fax 0574 574132www.farsettiarte.it, [email protected]

30 ottobre Prato Arredi e dipinti antichi31 ottobre Prato Dipinti e sculture del XIX e XX secolo27/28 novembre Prato Arte Moderna e Contemporanea

FIDESARTE ITALIA S.r.l.

via Padre Giuliani 7 (angolo via Einaudi), 30174 Mestre (Ve)tel. 041 950354, fax 041 950539www.fidesarte.com, [email protected]

10-11 ottobre Mestre Arte Moderna e Contemporaneadicembre Mestre Arte Moderna e Contemporanea

Page 3: La Gazzetta delle Aste - Ottobre 2015

GALLERIA PACE

Piazza San Marco 1, 20121 Milanotel. 02 6590147, fax 02 6592307www.galleriapace.com, [email protected]

ottobre-novembre Milano Arte Moderna e Contemporanea

INTERNATIONAL ART SALE S.r.l.

Via G. Puccini 3, 20121 Milanotel. 02 40042385, fax 02 36748551www.internationalartsale.it, [email protected]

13 ottobre Milano Gioielli e orologi15 dicembre Milano Argenti, gioielli e orologi

MAISON BIBELOT CASA D’ASTE

corso Italia 6, 50123 Firenzetel. 055 295089, fax 055 295139www.maisonbibelot.com, [email protected]

2/3 ottobre Firenze Arredi e Dipinti da una dimora fiorentina10/25 ottobre asta on line Verso Oriente. Un viaggio nella fotografia dell’Ottocento dal Nord Africa al Giappone7/22 novembre asta on line Arte tribale: una collezione privata3 dicembre Firenze Gioielli3 dicembre Firenze Arte Moderna e Contemporanea4 dicembre Firenze Antiquariato e Argenti

STUDIO D’ARTE MARTINI

Borgo Pietro Wuhrer 125, 25123 Bresciatel. 030 2425709, fax 030 2475196,www.martiniarte.it, [email protected]

4 ottobre Brescia Arte Moderna e Contemporanea13 dicembre Brescia Arte Moderna e Contemporanea

MEETING ART CASA D’ASTE

corso Adda 11, 13100 Vercellitel. 0161 2291, fax 0161 229327-8,www.meetingart.it, [email protected]

3/4 ottobre Vercelli Orologi e gioielli moderni e d’epoca, antiquariato7/8 ottobre Vercelli Orologi e gioielli moderni e d’epoca, antiquariato10/11 ottobre Vercelli Orologi e gioielli moderni e d’epoca, antiquariato17/18 ottobre Vercelli Dipinti del XIX e XX secolo21/22 ottobre Vercelli Dipinti del XIX e XX secolo24/25 ottobre Vercelli Dipinti del XIX e XX secolo31 ottobre Vercelli Arredi e dipinti antichi1 novembre Vercelli Arredi e dipinti antichi4/5 novembre Vercelli Arredi e dipinti antichi7/8 novembre Vercelli Arredi e dipinti antichi11/12 novembre Vercelli Arredi e dipinti antichi14/15 novembre Vercelli Orologi moderni e d’epoca21/22 novembre Vercelli Orologi moderni e d’epoca28/29 novembre Vercelli Arte Moderna e Contemporanea5/6/8 dicembre Vercelli Arte Moderna e Contemporanea12/13 dicembre Vercelli Gioielli moderni e d’epoca19/20 dicembre Vercelli Gioielli moderni e d’epoca

PANDOLFINI CASA D’ASTE

Borgo degli Albizi 26, 50122 Firenzetel. 055 2340888-9, fax 055 244343www.pandolfini.com, [email protected]

1 ottobre Firenze Capolavori da collezioni italiane1 ottobre Firenze Importanti maioliche rinascimentali8 ottobre Firenze Vini pregiati dalla cantina dell’enoteca Marcucci17 novembre Firenze Importanti dipinti antichi18 novembre Firenze Importanti dipinti del XIX secolo19 novembre Firenze Importanti mobili, arredi e oggetti d’arte, porcellane e maioliche20 novembre Firenze Libri, stampe e disegni25 novembre Firenze Asta a favore dell’AIRC1 dicembre Firenze Gioielli e orologi da polso2 dicembre Firenze Argenti e numismatica3 dicembre Firenze Arte orientale11 dicembre Milano Vini pregiati e da collezione15 dicembre Firenze Arte Moderna e Contemporanea

POLESCHI CASA D’ASTE

Foro Buonaparte 68, 20121 Milanotel. 02 89459708, fax 02 86913367www.poleschicasadaste.com, [email protected]

10/11 novembre Milano Arte Moderna e Contemporanea

PORRO & C. ART CONSULTING

Via Olona 2, 20123 Milanotel. 02 72094708, fax 02 862440www.porroartconsulting.it, [email protected]

26 novembre Milano Arte Moderna e Contemporanea

SANT’AGOSTINO

corso Tassoni 56, 10144 Torinotel. 011 4377770, fax 011 4377577www.santagostinoaste.it, [email protected]

20/21 ottobre Torino Design23/24 novembre Torino Quadri e oggettistica23/24 novembre Torino Orologi e gioielli14 dicembre Torino Design e arredi

VON MORENBERG CASA D’ASTE

Via San Marco 3, 38122 Trentotel. 0461 263555, fax 0461 263532www.vonmorenberg.com, [email protected]

28 novembre Trento Armi antiche e militaria28 novembre Trento Antiquariato, arte moderna e contemporanea, gioielli e orologi

49LA GAZZETTA DELLE ASTE

ASSOCIAZIONE NAZIONALE CASE D’ASTAIl Calendario delle aste del quarto trimestre 2015

Monumentale tankard in argento, Ivan Petrovich Khlebnikov, Mosca 1874, h cm 43, gr 6394. Stima: 50.000/60.000 Euro

Alberto Biasi, Politipo, Omaggio a Fontana, cm 80x80

Giuseppe Uncini, Spazi di ferro n. 39, scultura in ferro e cemento, cm 270x170x62. Base d’asta 80.000 Euro. Stima: 140.000/160.000 Euro

Matteo Civitali, Madonna del latte, 1470 circa, altorilievo in terracotta policroma, cm 130x70x25, stima: 300.000/500.000 Euro

Getulio Alviani, Superficie a testura vibratile, 1978, alluminio, cm 24x27, stima: 20.000/30.000 Euro

Turi Simeti, 12 ovali bianchi, 1965,cm 158,4x57,8, 124.000 Euro

Federico Moja, Piazza di Bassano, 1879, olio su cartone, cm 27x35

Pompeo Batoni (attr.), Ritratto del Cardinale Leonardo Antonelli, olio su ardesia, cm 56x75

Roberto Crippa, Spirale nera, 1952, cm 40x80

Spilla Cartier a barretta in platino e brillanti, con perle e inserti in onice. Stima: 5.000/7.000 Euro

Page 4: La Gazzetta delle Aste - Ottobre 2015

«I prestiti contro arte sono in pieno boom», secondo il primo studio completo sul settore, condotto

dalla società di ricerche specializzate Skate’s. La relazione calcola che le attività di questo tipo potrebbero rappresentare nel 2015 un giro d’affari superiore ai 10 miliardi di dollari, almeno il doppio dei livelli del 2011, e nel futuro prossimo potrebbero crescere fino a consolidare un mercato da 100 miliardi di dollari.A spingere il mercato è la crescita delle vendite d’arte ai massimi livelli, con i sottoscrittori fiduciosi nel fatto che un’opera raggiungerà il massimo valore nel lungo termine. Skate’s identifica i livelli tra 1 e 5 milioni di dollari e oltre i 20 milioni di dollari come «i segmenti più liquidi dell’odierno mercato dell’arte».Anche il livello inferiore della scala sta registrando una certa crescita: lo studio mette in evidenza le incursioni effettuate dalla società specializzata anglo-statunitense Borro, che concede prestiti contro opere valutate a partire da 5mila dollari (sebbene la sua media sia di 250mila dollari).Tra le 39 società identificate dal rapporto i tassi sono variabili. Le banche private (che in genere prendono in considerazione beni diversi dall’arte) possono scendere fino al 2%, mentre le società specializzate possono arrivare al 15% (Skate’s è riuscita a raccogliere informazioni su questi tassi percentuali solo da 9 delle 39 società elencate). La maggior parte delle società non supera come soglia di prestito un livello collocato tra il 40 e il 50% del valore dell’opera, sebbene Borro offra fino al 70%, mantenendo per sé comunque il diritto di vendere l’opera.Paul Ress, il fondatore della Right Capital (una società di diritto britannico che mette in comunicazione i prestatori e i richiedenti), sostiene che i

compratori d’arte stiano iniziando a capire come i debiti possano essere impiegati «in modo intelligente», così come avviene in altri settori. Egli identifica anche le «sfide» affrontate dai sottoscrittori (che già si

intendono di questioni relative al mercato dell’arte) come i rischi di valutazione, di titolo e autenticità, che dice siano sempre più presi in considerazione dal settore assicurativo.

Mercato dell’arte sos. Tanto rumore per nulla

Verso una riforma del mercato dell’arte

a 100 anni può, ad oggi, risultare eccessivo. Fissiamo allora la soglia alle opere realizzate fino al secondo dopoguerra, liberalizzando quelle eseguite dopo il 1945 (si consideri che il termine opere è da intendere in senso lato, vi rientrano gioielli, libri, mobili, oggetti, oltre ai quadri e alle sculture). Forse non tutti sanno di aver commesso il reato di esportazione illecita di beni culturali portando con sé all’estero un libro da leggere, ad esempio un qualsiasi tascabile BUR, stampato prima del 1965. Tutto questo per significare che

nessuno, tantomeno gli operatori che auspicano e sostengono le tanto temute riforme, è così scellerato da voler scardinare il sistema di tutela dei beni culturali, nessuno parla di sconfitte o di vittorie. Si tratta solo di rivedere e correggere un sistema che non funziona più.Se è vero che all’art. 9 la nostra Costituzione «tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione», non bisogna dimenticare l’enunciato dell’art. 1 che, come tutti ben sanno, recita che«L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro». Lavorare così è diventato molto difficile.

decenni dal Credito Valtellinese, dalla Cassa di Risparmio di Ravenna, dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e Lucchesia e molte altre ancora. La stessa Associazione Bancaria Italiana promuove da decenni importanti avvenimenti culturali, tra cui è sufficiente ricordare la dodicesima edizione della manifestazione «Invito a Palazzo: arte e storia nelle banche», che si terrà il 5 ottobre, con accesso gratuito in 93 palazzi di 53 banche e 3 Fondazioni bancarie in 49 città di tutta la Penisola. In questi primi anni del nuovo millennio le banche hanno moltiplicato i loro sforzi e rinnovato gli impegni nel mondo dell’arte: si interessano ai mille problemi legati al restauro e alla conservazione, sponsorizzano musei, mostre e convegni, organizzano al loro interno uffici specializzati negli investimenti in opere d’arte a disposizione dei propri clienti più importanti. Inoltre sono state create apposite fondazioni, sono stati stipulati accordi di collaborazione con le Università e le associazioni di

categoria. Le recenti fusioni tra istituti bancari o le trasformazioni all’interno di queste hanno causato piccoli o grandi cambiamenti nella direzione, nella gestione e nella scelta delle opere da acquistare, ma non è cambiata la filosofia di fondo, che è quella di rivolgersi con crescente interesse al mondo dell’arte e di muoversi con oculatezza, così da investire al meglio il denaro stanziato. Lo stesso discorso vale per questi anni di crisi finanziaria: la diminuzione di fondi a disposizione ha obbligato a selezionare in maniera ancor più rigorosa le innumerevoli proposte offerte dal mercato, così da scegliere solo quelle qualitativamente più valide. Nella maggior parte dei casi gli istituti hanno scelto un settore o un ambito specifico, spesso determinato dall’ambiente in cui operano. Molte banche infatti acquistano principalmente (o solamente) opere d’arte di produzione locale, per valorizzare e sottolineare la propria appartenenza ad un territorio. Ci sono quelle che preferiscono l’antiquariato e l’arte antica e quelle più propense alle creazioni degli

artisti viventi, chi privilegia gli autori italiani e chi spazia nella produzione internazionale. Quasi tutte dispongono di un gruppo di esperti specializzati (critici e docenti universitari) a cui si rivolgono per una consulenza e un parere o che sono esplicitamente incaricati di cercare opere da acquisire. Le gallerie d’arte e le case d’asta conoscono molto bene queste piccole o grandi realtà, in continua trasformazione e sanno a chi rivolgersi e quali procedure adottare per informare queste strutture sulla presenza di opere di loro interesse e avviare le pratiche per l’acquisto, in asta o a trattativa privata. A loro volta gli incaricati delle banche frequentano assiduamente le principali manifestazioni italiane ed estere e grazie all’ausilio di internet sono sempre al corrente di tutte le proposte del mercato, pronti ad accorrere quando compaiono opere di loro interesse. I grandi musei del passato sono nati dalle collezioni dei nobili, dei sovrani e della Chiesa; molti dei grandi musei del futuro nasceranno dalle raccolte delle banche.

«Art Economy 24», il supplemento del quotidiano «Il Sole 24 Ore», ha svolto un’indagine sui risultati delle case d’asta italiane nel

primo semestre di quest’anno poi pubblicata a luglio sull’inserto «Plus 24». Dal rapporto, che raccoglieva i dati dei fatturati,

delle percentuali di venduto e delle variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che registrava anche commenti di vari

funzionari delle società interpellate sull’andamento del mercato, emerge che 16 case d’asta nella prima metà dell’anno in corso hanno incassato

127,5 milioni di euro. In cima agli scambi si collocano le aste di arte moderna e contemporanea, seguiti a un’incollatura dall’arte orientale.

16 case d’asta italiane in sei mesi hanno fatturato 127,5 milioni

Le banche: i nuovi mecenati

Il Ministero e la Presidenza del Consiglio hanno deciso di non includere la proposta di riforma nel disegno di legge delega di riforma della Pubblica amministrazione (Ddl delega Pa), ma di inserirla nel futuro Disegno di legge governativo sulla cultura (Ddl Cultura) che dovrebbe essere presentato in Parlamento nelle prossime settimane.Tuttavia, il 6 agosto 2015 il Parlamento ha approvato la legge n. 125/2015 (di conversione del D. L. 78/2015) sulla riorganizzazione degli enti governativi locali, la quale (fra i numerosi interventi) ha abrogato il comma 2 dell’articolo 5 del Codice dei Beni Culturali, che concedeva alle Regioni la competenza in materia di tutela sul patrimonio librario e archivistico di proprietà privata, incluso il potere di dichiarare un determinato bene di interesse culturale e di concedere licenze di esportazione o attestati di libera circolazione.A una prima lettura, la competenza non è stata sottratta alle Regioni, che potranno continuare ad esercitarla «sulla base di specifici accordi od intese» con lo Stato, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome (comma 3 dell’art. 5 del Codice dei Beni Culturali, nel quale sono stati inseriti anche «manoscritti, autografi, carteggi,  incunaboli, raccolte librarie, libri, stampe e incisioni»).A fronte del meritevole scopo della

legge, che è quello di «assicurare criteri  e  condizioni uniformi  su  tutto  il  territorio  nazionale  per  la  tutela del patrimonio archivistico e bibliografico» per garantire la migliore protezione per il patrimonio nazionale bibliografico e archivistico, il fatto che, ad oggi, non siano stati stipulati gli specifici accordi con lo Stato ha determinato un vuoto legislativo che ha gettato nel caos le amministrazioni regionali, che dichiarano di non avere più il potere di esercitare le funzioni di tutela in materia di beni librari. In particolare, attraverso i propri siti web, le Regioni hanno annunciato che sono sospese tutte le procedure relative a licenze di esportazione, autorizzazioni per restauri, mostre o spostamento di beni librari, in attesa di ulteriori istruzioni da parte del Ministero dei Beni Culturali.Questa situazione sta causando gravi disagi agli operatori del settore, pertanto il gruppo di interesse sostenitore del Progetto Apollo ha richiesto un intervento immediato del Ministero per risolvere questa situazione di stallo.

Coefficienti di rivalutazione del potere d’acquisto della lira 1861-2001 e dell’euro 2002-2014 (fonte Istat) in base al costo della vita (cambio euro-lira: 1.936,27).

Per calcolare il valore attuale della somma spesa in un determinato anno è sufficiente moltiplicare l’importo per il coefficiente indicato a lato dell’anno. Ad esempio, un’opera d’arte pagata nel 1970 un milione di lire, nel corso del 2014 avrebbe dovuto valere 17.593.000 lire, cioè 9.086,03 euro: il coefficiente calcolato in base al costo della vita è infatti 17,593.

segue da p. 47, i col.

segue da p. 47, v col.

segue da p. 47, v col.

50 LA GAZZETTA DELLE ASTE

Un giro d’affari fino a 100 miliardi di dollariSecondo una ricerca promossa dalla società di ricerca Skate’s, i prestiti contro arte potrebbero arrivare a 10 volte l’attuale turnover (10 miliardi)Melanie Gerlis

1861-2015: quanto dovrebbero valere oggi

Anni Coefficiente1861 9.337,253

62 9.280,66363 9.558,73664 9.828,68765 9.995,492

1866 9.892,18067 9.655,16768 9.280,66369 9.224,75670 9.093,286

1871 8.820,90772 7.804,83973 7.362,06574 7.189,24675 8.395,337

1876 7.934,24677 7.626,04378 7.917,83679 8.017,32780 7.733,886

1881 8.268,41082 8.469,63283 8.750,34084 8.923,71585 8.730,385

1886 8.740,351

Anni Coefficiente87 8.760,35288 8.651,46689 8.507,27590 8.215,179

1891 8.241,70992 8.313,29893 8.497,83394 8.535,72795 8.583,573

1896 8.622,23897 8.641,70198 8.583,57399 8.720,441

1900 8.680,89301 8.671,06102 8.730,38503 8.479,01104 8.376,96605 8.367,811

1906 8.215,17907 7.844,82308 7.926,03209 8.153,93710 7.934,246

1911 7.741,70612 7.671,891

Anni Coefficiente13 7.656,54714 7.656,54715 7.155,652

1916 5.718,10817 4.042,52818 2.899,10919 2.855,85520 2.173,303

1921 1.836,98322 1.848,06823 1.858,83624 1.795,62625 1.598,444

1926 1.481,81727 1.620,77628 1.748,86929 1.721,34630 1.777,698

1931 1.967,75832 2.020,73033 2.147,69934 2.264,58135 2.232,880

1936 2.076,07037 1.896,59338 1.761,34139 1.686,83640 1.445,450

1941 1.249,23342 1.080,82343 644,49144 145,02745 73,635

1946 62,39247 38,50048 36,36249 35,83650 36,325

1951 33,10852 31,75953 31,15454 30,33755 29,511

1956 28,11157 27,57858 26,31959 26,42760 25,744

1961 25,01362 23,79963 22,136

Anni Coefficiente64 20,89765 20,027

1966 19,63467 19,24968 19,00669 18,48770 17,593

1971 16,75572 15,86473 14,37374 12,03375 10,270

1976 8,81477 7,46378 6,63779 5,73580 4,734

1981 3,98882 3,42883 2,98184 2,69685 2,482

1986 2,34087 2,23688 2,13189 1,99990 1,884

1991 1,77092 1,67993 1,61294 1,55195 1,472

1996 1,41797 1,39298 1,36899 1,347

2000 1,31301 1,27902 1,24803 1,21804 1,19505 1,175

2006 1,15207 1,13208 1,09709 1,08910 1,072

2011 1,04412 1,01313 1,00214 1,000

Per avere maggiori informazioni sulle vendite all’asta in Italia, consultate il sito internet dell’Associazione Nazionale delle Case d’Asta: www.anca-aste.it.