La foglia del bosco numero 2 - Canta il Bosco · sabato, fatta la sintesi delle idee sotto il...

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LA FOGLIA DEL BOSCO N°2 1 PENSA IN RETE SPEDITE IL MATERIALE A: [email protected] La storia dei nostri cerchi Nelle pagine del verbale c’è la sintesi delle storie di alcuni cerchi lombardi… perché non le pubblichiamo per intero nelle prossime pagine de “La foglia del Bosco”? SPECIALE: immagini e racconti dal Convegno Nazionale Bosco dalla pagina 2 alla pagina 6 Qualcuno dice che l’Autunno non e’ ancora arrivato... È la fine di febbraio e vogliamo pensare alla primavera. Ai fiori che stanno per nascere, ai prati che diventeranno verdi, ai primi raggi del tiepido sole e alla natura che si sta risvegliando. Così allontaniamo da noi il pensiero dell’autunno, quando la natura si sta per addormentare, gli alberi ingialliscono e le foglie del bosco cadono. Non è ancora il momento… questa foglia vuole restare attaccata con forza, anzi vuole diventare più bella e verde che mai… in fondo è quasi primavera! Cocci-lupette, Coccinelli & C. Una capo branco e cerchio che è stata anche lupetta e coccinella ci propone alcune riflessioni (pagine 7 e 8) Un cerchio racconta: La presentazione di Ki, l’airone cenerino (pagina 9) Il verbale Il verbale dell’incontro dei capi cerchio del 10 febbraio trova spazio sulle pagine della foglia (pagine 10 e 11) La canzone del Convegno Testo e accordi “Bella la tua storia” (pagina 12) La redazione Bruce il lombrico, Cippa la volpe & Pik il picchio

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LA FOGLIA DEL BOSCO

N°2

1

PENSA IN RETE

SPEDITE IL MATERIALE A:

[email protected]

La storia dei nostri cerchi

Nelle pagine del verbale c’è la sintesi delle storie di alcuni cerchi lombardi… perché non le pubblichiamo per intero nelle prossime pagine de “La foglia del Bosco”?

SPECIALE: immagini e racconti dal

Convegno Nazionale Bosco

dalla pagina 2 alla pagina 6

Qualcuno dice che l’Autunno non e’ ancora

arrivato...

È la fine di febbraio e vogliamo pensare alla primavera. Ai fiori che stanno per nascere, ai prati che diventeranno verdi, ai primi raggi del tiepido sole e alla natura che si sta risvegliando. Così allontaniamo da noi il pensiero dell’autunno, quando la natura si sta per addormentare, gli alberi ingialliscono e le foglie del bosco cadono. Non è ancora il momento… questa foglia vuole restare attaccata con forza, anzi vuole diventare più bella e verde che mai… in fondo è quasi primavera! Cocci-lupette, Coccinelli & C. Una capo branco e cerchio che è stata anche lupetta e coccinella ci propone alcune riflessioni (pagine 7 e 8) Un cerchio racconta: La presentazione di Ki, l’airone cenerino (pagina 9)

Il verbale Il verbale dell’incontro dei capi cerchio del 10 febbraio trova spazio sulle pagine della foglia (pagine 10 e 11) La canzone del Convegno Testo e accordi “Bella la tua storia” (pagina 12)

La redazione Bruce il lombrico, Cippa la volpe & Pik il picchio

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La pattuglia L/C lombarda

I capi lombardi al Convegno

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“E’ BELLA LA TUA STORIA”

Un capo cerchio racconta il convegno Sono ancora le undici, ma il convegno è come se iniziasse lì, in stazione ad Ancona. Tanti sono già arrivati: occhiate, saluti, strette di mano. Il trenino per Pescara è già affollato, e le voci degli scout lo riempiono per due fermate; finalmente Loreto. L’otto dicembre uno di solito a Milano non va in giro in camicia, ma oggi sulle Marche c’è il sole caldo; e non devi nemmeno portare lo zaino, perché ci sono i rover a punti neri a trasportarlo per te. Loro con il furgone sull’asfalto, tu a piedi sulle pietre della Scala Santa. Ai ricordi personali di ragazzino, del pellegrinaggio fatto con la nonna, si affiancano i ricordi collettivi di sessant’anni di coccinelle in Italia: il Volo della Memoria. Nomi scritti sui libri e sulle riviste associative acquistano un volto e una voce, c’è perfino chi chiede – e sono tanti – l’autografo sul libro a Cristiana Ruschi del Punta! Poi il passaggio alla Santa Casa, insieme agli altri fedeli: questi giorni, questo luogo non sono solo nostri, proprio come non è solo nostro il Bosco! Preghiere per chi non è qui. Sembra già passata una vita, e non sei ancora arrivato all’ostello: il chiosco di Ughetto, con il tè caldo, ti conferma che siete sulla strada giusta. Dopo la registrazione, l’attesa di chi ancora deve arrivare come sempre è chiassosa e impaziente. Ci si studia, si incontrano vecchie e nuove conoscenze, si fa un pisolino di mezz’ora tanto ancora non si inizia. Oh sì invece, tutti ci si trova nella sala grande e si aprono i lavori. Il convegno non è solo per i capi cerchio: curiosi e formatori avranno i loro spazi, tutti comunque potranno portare la loro esperienza. E così, fra venerdì e sabato i grilli-animatori guidano ogni gruppo nel rispettivo luogo lungo i sentieri, per condividere le idee di ciascuno e preparare una sintesi per gli altri gruppi. I capi cerchio si chiedono: se l’ATMOSFERA è ciò che di più importante e potente ha il nostro ambiente fantastico, che cosa la crea e la alimenta? Per noi, radunati sotto il castagno, quello che appare dell’ATMOSFERA – le sue foglie – sono tanti aspetti, ma le sue radici stanno nelle esperienze sempre nuove che facciamo insieme con le coccinelle, e il suo tronco sono il racconto, i simboli, la continuità, la fantasia, il legame reciproco con il clima di famiglia felice, il protagonismo sia dei bambini sia degli adulti. Alla fine ci viene da dire: «C’è un Bosco sempre nuovo: viviamolo!». L’Immacolata la celebriamo di sera, alla luce delle nostre lanterne, che una volta erano barattoli pieni – pensa te che caso – di marmellata di castagne, ma adesso fanno a gara con le stelle. E con Maria diciamo il nostro Eccomi. Di sabato, fatta la sintesi delle idee sotto il castagno e gli altri alberi, il pomeriggio passa veloce. Infatti ciascuno ha scelto una bottega, per farsi accompagnare in un aspetto del coccinellismo da coppie di appassionati del Bosco: lo spirito originario da una parte, l’attuale ambiente fantastico dall’altra. E si scopre che c’è più continuità con il passato di quello che uno potrebbe pensare, se si va a guardare bene; è proprio lì la ricchezza del nostro Bosco. A pranzo si fa la foto fra lombardi – siamo tanti! –, a cena si assaggiano salumi e formaggi di tutta Italia – sì, lo so, non c’erano solo quelli – e dopo cena è sempre più una festa: si canta, si balla, si gioca e poi si canta ancora. E poi ancora. Ma che razza di adolescenti non cresciuti, ci vuole il custode che spegne le luci per farli salire in stanza. Sì, conviene non esagerare, perché domenica mattina c’è da essere freschi, c’è il momento da sfruttare al massimo per quando saremo di nuovo a casa: tutti girano di albero in albero, ascoltano le riflessioni fatte dagli altri gruppi, fanno domande, conoscono altri capi ancora. Una miniera di intuizioni, di incontri, di appunti su un foglio sgualcito, di progetti. La Messa, i ringraziamenti e i saluti finali si sciolgono in altri saluti, foto conclusive, accordi per il viaggio di ritorno, occasioni in cui rivedersi. E tante cose da raccontare, anche se non si sa da che parte cominciare.

Matteo Costa (Arcanda)

Milano Ottantotto

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“E’ BELLA LA TUA STORIA”

Scritta a quattro mani da due animatori 1) Introduzione Tutte le cose importanti cominciano con una CHIAMATA… E così è stato anche per il Convegno Nazionale Bosco del 2006. Driiinn “Pronto” “Pronto, ciao sono dell’Osservatorio Bosco ti chiamo per il Convegno di dicembre” “Si… DIMMI COSA POSSO FARE PER TE, LO FARÒ VOLENTIERI!” “Volevo sapere se avevi in programma di venire al Convegno e se potevamo contare su di te come animatore?” “Certo ECCOMI! …MA aspetta dovrò venire alcuni giorni prima per preparare TUTTO TUTTI INSIEME?” “No, no, non ti preoccupare facciamo solo un incontro preliminare a Roma per chiarirci le idee” “Ah… MA io a Roma non ci sono quindi non posso venire nemmeno al Convegno” “Non ti preoccupare poi ci sentiamo e vediamo di organizzarci lo stesso se puoi darmi la tua disponibilità” “MA al Convegno devo stare tutti i giorni?” “Beh, a dire il vero finiresti sabato con il gruppo, ma sarebbe bello se tu restassi fino alla fine” “…MA io forse lavoro proprio in quei giorni. Devo andare in Messico, sai, OGNUNO DI NOI HA UN SUO POSTO, È Lì CHE SARÀ FELICE” “Ah questo è un problema, ne sei sicuro?” “No aspetta, ho controllato non devo più andare è la settimana dopo e poi NON POSSO RINUNCIARE AL MIO IMPEGNO” “Quindi cosa rispondi per il Convegno?” “SE PROPRIO CI SONO A QUALCOSA DOVRÒ SERVIRE!” “Eh?? Non ho capito??” “No, niente, ho sbagliato parola maestra MA…” Proprio così inizia la mia bella storia di animatore al Convegno… senza sapere cosa dovrò fare e cercando invano scuse per scampare l’onorevole incarico. E mi ritrovo d’improvviso vestito da Grillo Cantore… ma se sono anche stonato! 2) L’incontro preliminare a Roma La città infinita mi abbraccia, la stazione Termini mi sorride, la metropolitana mi porta, l’incontro con gli altri animatori mi attende. “…si, certo, divertente…” “potremmo fare così o anche pomì!” “Buona idea ma… chi porta i vasetti e i nigutin d’or?” “No… questa roba non c’entra nulla vediamo di lavorare sulla gnoseologia del termine coccinella!” “Scusate devo andare in bagno ma arrivo subito, voi continuate a lavorare… gnoseologia?! ma che vor dì!” Quello che è divertente è giocare a ping-pong con le idee, poi prenderle rilavorarle e costruire tutto tutti insieme! Ecco cosa è stato Roma.

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Quel fine settimana a Roma abbiamo lavorato e giocato, ricordavamo da lontano, molto probabilmente, degli scoiattoli intenti a far provviste per il convegno che presto arriva dopo la calda estate. Le zampette correvano veloci e poi salti e balzi infine l’idea era formata, la fucina aveva forgiato la struttura. FINE, STOP, KAPUT, ARRET: baci e abbracci e baci e abbracci e baci e…buon rientro a tutti, belli e brutti ci vediamo a Loreto! 3) I preparativi La comprensione del percorso da fare con il gruppo di lavoro passava irrimediabilmente attraverso uno snodo importante… COME È VESTITO UN GRILLO? Il mercato dei grilli propone alcuni modelli che il buon animatore deve da subito prendere in considerazione prima di preparare il suo costume.

A) grillo animato: come quello di Pinocchio un po’ fumettoso ma quindi poco grillo, elegante sì ma perché?? Non si è mai visto un grillo con la tuba e il frac con la coda? Ma il grillo ha la coda? Forse è meglio lasciar perdere, il grillo parlante mi è antipatico solo a sentirlo nominare… Fai questo! Questo è giusto! Non andare lì! Lascia perdere il gatto e la volpe! Lucignolo è antipatico!

B) grillo reale: ah… è questo un grillo? fossi un etologo o uno zoologo lo potrei anche

identificare, ma questa è una cavalletta o una cicala, ma poi non è verde? Forse nero? Certo che se mi travesto così tutto marrone sembrerei… beh nella migliore delle ipotesi un ramo.

C) grillo di carta: potrei usare della carta-crespa oppure del cartoncino per fare le

antenne e le zampe… ne hanno sei io ho solo 4 arti e se ripiegassi a metà il foglio… e se più che un grillo io sembrassi un origami…

D) grillo manga: potrei mettermi dei colini sugli occhi, i tipici occhi da insetto e per le

antenne usare del filo di ferro, ma anche una corazza verde-marrone, ma sono robocop o un grillo?

E) grillo beppe: e se facessi crescere i capelli ricci e un po’ di barbetta? Beh… non si

capirebbe per niente… e poi non sarà mica simpatica come cosa? Quale scegliere??

A) B) C) D) E) Risolto il vero problema il convegno sarà un volo a bassa quota… nessun problema.

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4) Arrivo a Loreto EcCOCCI arrivati. L’ostello di Loreto si stagliava di fronte ai nostri occhi. Grande. Entriamo. Clan di Servizio: - Chi siete Animatore: - Siamo due che ... CdS: - Cosa fate? Cosa portate? Anim: - Niente, roba... Cds: - Sì, ma quanti siete? Anim: - Due, siamo io e lui, dietro non... Cds: - 1 fiorino! Anim: - Si paga ? Cds: - 1 fiorino. Ben arrivati. Ma dove sono tutti? AL VOLO DELLA MEMORIAAAAA… E noi cosa dobbiamo fare? Scusate… Ciao. Siamo gli animatori. Chi? Gli animatori? Dovete andare a Loreto? Siamo gli animatori. Non c’è ancora nessuno per le stanze. Siamo gli animatori! Aspettate un attimo. CIAO GRILLI!!!!! AAAAH ecco! Ci troviamo qui tra 10 minuti. Andiamo a Loreto. La vostra stanza è la 122.

I grilli

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Anche alle lupette crescono le ali

È risaputo che l'animale lupo è dotato di un'ottima vista, un buonissimo udito, zampe veloci e silenziose, denti aguzzi e una folta pelliccia... non tutti sanno però che talvolta ai cuccioli di lupo... i famigerati lupetti... (lupette in questo caso)... crescono anche le antenne e le ali. Erano ormai tre anni che durante i fine settimana mi divertivo a cacciare con le mie sorelline del branco Lahinis. Le cacce erano sempre avvincenti, i vecchi lupi ci affascinavano con le storie di Mowgli e spesso durante le uscite incontravamo i fratellini del branco Sirio. Proprio vicino alla nostra giungla c'era un prato in cui volavano le coccinelle del cerchio Aurora. Non nego che tra le due unità ci fosse molto “patriottismo”: noi lupette eravamo fiere di esser considerate un po’ maschiacci mentre le cocci si vantavano del contrario. La “rivalità” cresceva se si considerano i nostri frequenti incontri con i lupetti contro i loro voli “da single”, o se si pensa alle avventure coinvolgenti ed emozionanti di Mowgli di contro a una storia mai sentita di una tale Cocci... Ciò premesso non si farà fatica a immaginare quale stupore, delusione e forse sgomento sia stato lo scoprire che da un giorno all'altro a noi lupette sarebbero spuntate le ali. Come purtroppo capita spesso, per mancanza di capi (ma questo a noi non fu detto esplicitamente) il gruppo Busto Arsizio 1 si vedeva costretto a chiudere una unità e, avendo un branco maschile, uno femminile e un cerchio femminile, la scelta era caduta sul nostro branco. Benché il clima iniziale fosse un po’ teso, cosa data da più fattori (come il fatto di dover ricostruire l'armonia nel nuovo gruppo, di dover miscelare le esperienze precedenti dando ovviamente maggior spazio a quelle del cerchio senza però sminuire quelle del branco) il cerchio ha cominciato a volare e ben presto le avventure di Cocci ci hanno affascinato e i voli ci hanno coinvolto sempre più. Nel ricordare questa mia “trasformazione” da lupetta a coccinella e anche alla luce dei miei successivi anni in Associazione come capo branco e come capo cerchio, posso dire che i nostri capi unità di allora hanno fatto proprio un gran bel lavoro. Ora posso immaginare la fatica e l'impegno messoci, immagino le lunghe staff e le discussioni su come agire inizialmente per chiudere un'unità piuttosto che l'altra e poi per studiare come “far digerire” la cosa sia a noi bambine che ai nostri genitori (i quali non conoscendo l'ambiente Bosco si sono trovati un po’ spiazzati). Immagino però anche la gioia nel vedere come sia stata poi costruita questa nuova famiglia felice in cui le cocci-lupette diventavano un po’ meno maschiacci e le cocci-”originali” imparavano a esserlo un pochino di più... Con il senno di poi sono felice di aver avuto l'occasione di vivere sia la giungla che il bosco come “utente” e non solo come capo. La cosa mi ha certo aiutata, quando ci siamo avventurati nella creazione del cerchio, perché se da un lato ci è stata d'aiuto la formazione avuta ai campi scuola e la conoscenza appresa “dai libri”, dall'altro non c'è che esser stata cocci per poter convincere le nuove “leve” della “parità di valore” tra il cerchio e il branco, di cui per diffusione dello stesso, si sente certamente parlare in modo maggiore a scuola o tra gli amici. Credo che questa possa esser la difficoltà più grande per un capo che inizi la vita in cerchio; tra i ragazzi spesso si innesca questa sorta di rivalità per cui le avventure di branco sono sicuramente più avvincenti ed emozionanti di quelle di cerchio e anzi queste ultime sono spesso viste come “cose da femminucce”. Complice di quest'ultima osservazione il fatto che inizialmente il cerchio era proposto come branca femminile e le attività erano viste,

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dall'esterno, come cose tranquille, delicate e certo non avventurose. L'apertura del cerchio anche a bambini maschi ha sicuramente contribuito a cambiare la visione d'insieme anche se il lavoro da fare è ancora lungo (si pensi infatti al termine “coccinello” usato come presa in giro verso i fratellini cocci). Una ulteriore difficoltà per il capo, e per sentito dire anche per i ragazzi, è “accettare” la morale per situazioni al posto di quella più classica per tipi. Per i capi così come per i ragazzi è sicuramente più facile partecipare e vivere un'avventura in cui i personaggi abbiano ruoli definiti e quindi “dettino legge” piuttosto che inserirsi in situazioni e trarre insegnamento dalle stesse. È sicuramente cambiato anche l'atteggiamento dei bambini, che oggi sono forse meno disponibili all'ascolto e che si aspettano veloci e repentini cambi di scena, per cui l'inserirsi in situazioni che richiedano riflessione stufa e un po’ annoia. Un suggerimento, probabilmente scontato, potrebbe quindi essere di organizzare le attività in modo che le situazioni vengano vissute in momenti brevi ma intensi, magari spezzati da giochi “leggeri”. Penso che, nonostante le differenze dettate dalla storia che si segue, la tipologia di attività che si possono proporre a lupetti e coccinelle siano le medesime. Sarà compito del bravo capo riuscire poi ad ambientarle nella maniera più appropriata; per lo meno così abbiamo cercato di fare ai primordi dell'allora Cerchio del Salice [aperto nel 1999 dal Milano 88, N.d.R.]... e vista la sua longevità e crescita credo che sia stata una buona scelta.

Bruna Cavalazzi

Formica Mi

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UN CERCHIO RACCONTA:

Ki, l’Airone Cenerino

Arcanda Casalmaiocco 1

“Ki, l’airone cenerino, è la “sent inella” del prat o da ormai set t e generazioni, con le sue grandi e veloci ali, è in grado di volare molt o in alto, accorgendosi prima degli alt ri, dei pericoli in arrivo: quando ne av-vist a uno, lancia un grido d’allarme, così acut o e così pot ent e da pot er essere udit o ad una dist anza incredibile. Ogni abit ant e del prat o, sa molt o bene che quando sent e il grido di Ki, vuol dire che non c’è t empo da perdere e che bisogna met t ersi immediatament e al sicuro nella propria t ana (pensat e che due volt e l’anno, vengono organizzat e delle esercit azioni, dove si simula l’arrivo di un pericolo, per esse-re sicuri che in caso di necessit à, ogni animale, non si faccia prendere dal panico e sappia cosa fare). Quel giorno però, ment re Ki pescava in riva allo st agno proprio ai margini del prato, vide avvicinarsi da ovest qualcosa che non aveva mai vist o prima d’ora. Era una grossa nube nera che avanzava con un moviment o a vort ice, divorando, come un drago feroce, ogni cosa sul suo passaggio. Più la nube si avvicinava, più divent ava grande, pot ent e e minacciosa ... Si ricordò che suo nonno glie ne aveva parla-t o una volt a, t ant i anni fa … era “Nero Put iferio” ... Ki, capì subit o che non c’era t empo da perdere; se gli animali del prat o non si fossero messi al sicuro, cert ament e, sarebbero st at i cancellat i dalla faccia della t erra…. Con due bat t it i d’ali fu al cent ro di Prat o Grande, da dove lanciò il suo grido d’allarme e t ut t i, ma proprio t ut t i gli abitant i del prat o, si rinchiusero nelle loro t ane ….. o almeno, così credeva Ki, perché in realt à, durant e l’ult imo giro di rico-gnizione prima di met t ere al sicuro anche se st esso, si accorse che Pieride, il figlio cicciot t ello della farfalla Rapae, quello che pensava solo ed unicament e a rimpinzarsi, se ne st ava t ranquillament e all’ombra di un nocciolo a gust arsi una t enerissima foglia di nepit ella …… Senza alcun’esit azione, Ki, si precipit ò sul piccolo Pieride, lo afferrò con il becco, lo t rasport ò fin davant i al vecchio gelso e lo fic-cò all’int erno della sua t ana; come si volt ò per met t ersi al riparo si t rovò a faccia a faccia con Nero Put iferio che lo t ravolse, lo t rascinò via con se e lo scaravent ò nel luogo dove gli uragani si calmano e vanno a morire … in mezzo al mare … Ki, adagiato su di un t ronco galleggiant e, nel mezzo di quell’enorme dist esa d’acqua, si risvegliò t ramort it o, confuso e dolorant e, all’orizzont e pot eva ve-dere una st riscia di t erra bianca circondat a da un mare verde smeraldo … Era un’isola mai scopert a prima d’ora, cui ben prest o diede il nome di …..” Il nost ro raccont o finisce qui … ognuno di voi, può cont inuarlo a suo piace-re, quello che però posso dirvi con cert ezza, è che Ki, un giorno, riuscì a t or-nare a Prato Grande e ancora oggi, ci raccont a con nost algia, di quello che vide e degli incont ri fant ast ici che fece su quella st riscia di t erra bianca, cir-condat a da un mare color smeraldo, che nessuno aveva mai scopert o prima di lui ….

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Verbale dell’incontro capi cerchio del 10 febbraio 2007

PRESENTI: Brescia 1, Lecco 3, Milano 1, Milano 88, Borgolombardo 1, Casalmaiocco 1, Busto Arsizio 1, Gussago 1, Referenti Bosco e Incaricata Ragionale L/C Special guest: Akela e Bagheera del Milano 81 VERIFICA del CONVEGNO BOSCO È stato molto bello e interessante, l’organizzazione è stata davvero buona e la modalità di lavoro molto apprezzabile, soprattutto la possibilità alla fine di conoscere le intuizioni degli altri. È uno dei rari momenti di confronto che hanno i capi cerchio. Da molta carica. Non dobbiamo dimenticare il mandato del convegno che ci chiede di ampliare la rete. Nelle botteghe è stato davvero interessante avere 2 capi cerchio che hanno portato le loro esperienze diverse, una Agi e una più recente che con le loro diverse sensibilità ci hanno mostrato i punti in comune del coccinellismo. Il volo della memoria ha permesso di conoscere meglio la storia del coccinellismo dalla quale possiamo cercare di capire meglio chi siamo. La rete Bosco Lombardia Gli obiettivi della rete bosco:

- dare un’occasione di incontro/confronto tra i capi cerchio che spesso sono isolati - esportare la ricchezza del bosco

Per creare un filo tra tutti i capi cerchio abbiamo pensato a “la foglia del bosco” ma non sta avendo i risultati sperati. CONSIDERAZIONI Il Bosco spesso vive nella Giungla o ai margini della Giungla, sono sempre poche le attività Bosco, sia a livello di zona che a livello di gruppo dopo il branco e il cerchio spesso fanno attività insieme. Il ricercare notizie per scrivere la storia del cerchio è una grande occasione non solo per conoscere nuove informazioni ma anche, e soprattutto, per stabilire dei contatti con alcuni vecchi capi. Alcuni vecchi capi hanno molto apprezzato questa iniziativa. Le storie dei nostri CERCHI (in sintesi) Milano 18° ha avuto il primo cerchio misto di Milano, dopo la fusione con il Milano 27° il cerchio venne chiuso con votazione, nel 2006 è stata aperta una nuova unità L/C ma si è preferito aprire un nuovo branco. Milano 88° non c’è stato uno sdoppiamento da un branco, bensì il numero elevato di bambini/e ha consentito l’apertura del cerchio da zero. Gussago 1° fino al ’72 il cerchio è stata l’unica unità L/C nel ’73 è stato aperto un branco che successivamente per 14 anni è rimasto chiuso. Gli Iabz della nostra zona sono sempre molto sensibili ai due ambienti fantastici. Dopo una festa di primavera ci è giunta una lettera di un lupetto che chiedeva di diventare coccinella. Casalmaiocco 1° il gruppo ha 9 anni, inizialmente c’era solo il branco con 36 lupetti dopo per cercare di invogliare più bambine abbiamo aperto il cerchio con 10 bambine. L’apertura del cerchio è stata una occasione di rilancio. Pensare al cerchio misto nella nostra realtà è davvero difficile. Borgolombardo 1° 25 anni fa è stato fondato il cerchio. Le attività del cerchio sono parallele a quelle del nostro Branco. Ogni capo della nostra comunità capi conosce l’ambiente fantastico Bosco. Ogni anno ci chiediamo se vogliamo continuare con le due unità parallele o potremmo avere unità miste. Le unità parallele ci sembra abbiano più significato. Milano 1° il coccinellismo è ben radicato nel nostro gruppo. Da 10 anni sia il Branco che il Cerchio sono misti e facciamo molte attività insieme. I maschi sono molto orgogliosi di essere coccinelle, non riscontriamo problematiche in questo senso, i più preoccupati sono i padri dei bambini appena entrati. In comunità capi ci chiediamo se sarebbe preferibile avere due unità parallele o continuare con le due miste. Continuiamo a credere che siano meglio le unità miste infatti per i bambini risulta essere molto bello giocare insieme. Lecco 3° negli anni ’50 quando ha aperto il gruppo scout è nato il cerchio. In zona fino a 10-15 anni fa c’erano ben 5 cerchi. Oggi la nostra zona ne ha 3. il cerchio del Lecco 3° rischia di chiudere perché ci sono pochi capi di coca. (2 capi per le due branca L/C che contano 62 bambini/e) Busto Arsizio 1° il gruppo ha 60 anni e con la fusione di AGI e ASCI abbiamo avuto le due unità L/C branco e cerchio. Prima erano parallele poi sono diventate miste. 6 anni fa è stato chiuso il branco invece il cerchio continua.

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FORMAT per le zone Già nello scorso incontro abbiamo cominciato a pensare ad un format per una attività da portare in tutte le zone che potesse essere. L’attività è stata concepita su due livelli: uno che riguarda i bambini/e (un lavoro comune da condividere al volo regionale) e un livello per i capi. Il livello capi vuole essere occasione per:

- analizzare le motivazioni che portano all’apertura di un cerchio (e non alla sua chiusura) - verificarsi rispetto alle forze messe in campo per mantenere aperto un cerchio - raccontare la storia del/della capo unità - tracciare un possibile futuro

Vogliamo esportare una attività che metta in luce alcune diversità tra l’ambiente fantastico Bosco e Giungla. Diversità che veicolano confronto:

1) il racconto che nasce dall’esperienza (anche storicamente per 7 punti neri) 2) il racconto è modulare e quindi aiuta nel preparare le attività

Luogo di confronto sarà quindi il racconto o meglio due attività giocate attorno al racconto. Bosco: (fiction - situazionale)

- vicino all’esperienza - elastico e modulare

Giungla: (telenovela - aspirazionale) - avvincente ed epico - ben strutturato con personaggi ben definiti

SERATA DA SVILUPPARE 1) Scenetta di lancio

Cristiana Ruschi del Punta (scrittrice di “7 punti neri”) e Ruyard Kipling (scrittore de “Il libro della Giungla”) si trovano seduti a tavolino e discutono delle loro idee per la stesura di una storia per bambini. Cristiana cerca di convincere Ruyard che il romanzo più bello da scrivere dovrebbe trattare di una storia avvincente ed epica, i personaggi e la struttura del romanzo devono tenerti con il fiato sospeso, le lotte e la vita avventurosa dovrebbero riempire le pagine, il tutto raccontando la storia della crescita-maturazione di un bambino. Ruyard invece desidera un racconto più lirico, dove le avventure non seguono una vera e propria struttura rigida e il filo del racconto si può anche spezzare e recuperare più avanti, dovrebbe parlare di situazioni e incontri vicini all’esperienza dei bambini, ma non racconterebbe di bambini, bensì di animali vicini ai bambini. Dopo questa breve discussione i due se ne vanno. La storia parla da sé… entrambi sono stati molto convincenti.

2) Attività Bosco I punti che si voglio evidenziare con questa attività sono che il racconto è vicino all’esperienza ed è elastico e modulare. Presentare la prima esperienza di 7 punti neri nella quale si chiede di disegnare un puntino rosso su uno sfondo nero (cocci nel formicaio) da qui si diramano 3 strade a seconda di dove si vuole andare. Il gruppo si divide: - verso lo stagno: gara fisica e poi racconto “coppa dello stagno” (Matteo e Barbara) - verso il formicaio: servizio poi racconto “formicaleone” (Chiara e Alberto) - verso il bosco: attività manuale e poi racconto “scoiattoli” (Carla e Anna)

3) Attività Giungla I punti che si voglio evidenziare con questa attività sono che il racconto della giungla è avvincente ed epico e che la struttura e i personaggi sono molto ben caratterizzati.

4) Regolamento su AF

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BELLA LA TUA STORIA (Convegno Nazionale Bosco 2006)