La Fiaba

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Lo Scarabocchio Relatrici: Dott.ssa Martina De Vita Dott.ssa Alessandra Sanguineti Dott.ssa Michela Vinelli Recco 12 novembre 2008

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Lo Scarabocchio

Relatrici:Dott.ssa Martina De Vita

Dott.ssa Alessandra SanguinetiDott.ssa Michela Vinelli

Recco 12 novembre 2008

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Il bambino già nei primi mesi di vita osserva la realtà che lo circonda e cerca di interagire con essa, è incuriosito e riesce a prestare attenzione ai movimenti che accadono in prossimità del suo campo visivo.

La sua mano è dapprima percepita come oggetto estraneo, poi “scoperta” come parte di sé, in grado di seguire ordine impartiti dal bisogno e dal desiderio di fare.

Le mani diventano strumento di esplorazione e di comunicazione.

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Indicazioni da guardare con attenzione, perché lo "scarabocchiare" è un'attività cui il bambino può dedicarsi prima ancora di imparare a parlare in modo che gli adulti riescano a comprenderlo, ed è perciò uno strumento particolarmente prezioso.

Provate a mettere una matita in mano ad un bambino di dieci, dodici mesi. Noterete che egli mostra già una certa predisposizione al "disegno", ed un particolare piacere nel lasciare traccia di sé nello spazio, in questo caso il foglio. Il segno grafico è per il bambino un modo di oggettivarsi, di entrare nel mondo, e di comunicare. Se opportunamente stimolati dagli adulti, i bambini acquistano sempre maggiore dimestichezza con questo genere di comunicazione espressiva.

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Il disegno del bambino è una forma di linguaggio attraverso cui egli esprime se stesso, il proprio modo di essere e di vedere le cose che lo circondano.

Dai disegni dei bambini possiamo conoscere a quale stadio sia la loro maturazione intellettuale, che cosa essi pensino di noi, del mondo, quali siano i contributi e gli stimoli che noi veramente abbiamo apportato, quali siano gli effetti dell’ambiente sulla loro evoluzione, infine, quale sia la loro sensibilità, i loro atteggiamenti, le difficoltà emotive, i timori e i loro desideri profondi.

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Se noi condizionassimo il bambino mentre disegna, dandogli direttive o imponendogli metodiche, inducendolo a copiare o a ricalcare, non faremmo altro che bloccare la sua creatività personale e non potremmo arrivare ad avere una visione obiettiva delle sue caratteristiche individuali.

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È importante, quindi, far parlare il bambino dei suoi disegni: la verbalizzazione stimola al dialogo, alla conoscenza, provocherà contenuti nuovi, nuove idee: se ben utilizzata attenuerà o eliminerà le cause che impediscono al bambino di esprimersi.

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scarabocchio che si allarga

scarabocchio che occupa tutto il foglio

Scarabocchio a tratto marcato

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• Lo sviluppo del bambino è un continuo di crescita che suddividiamo in tappe o in stadi evolutivi.

• Ogni stadio è la risultante del processo precedente e la base di partenza per il successivo.

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ciò che colpisce è il suo inesauribile bisogno di fare esperienze attraverso il movimento. egli è assolutamente coinvolto dal suo continuo desiderio di compiere delle azioni e quindi si coinvolge in attività pratiche e manipolative. Il fare del bambino in questi due anni è istintivo e casuale poi, lentamente inizia ad essere orientato a degli scopi.

Questo si vede quando il bambino comincia ad allungare un braccio per afferrare qualche oggetto.

il disegno del bambino è, verso i quindici mesi, generato da gesti casuali.

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l'attività istintiva del bambino si sfuma per lasciare emergere un timida intenzionalità:

il piccolo è in grado di coordinare meglio le sue capacità visive con quelle motorie, orienterà con più scaltrezza il suo movimento per produrre determinati segni.

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Con l'arricchirsi dell'esperienza del bambino e del suo mondo interno rappresentativo, emergono timidamente i primi abbozzi della "FIGURA UMANA".

Inizialmente sarà una forma rotonda con due appendici inferiori, quindi la testa e le gambe.

Gradualmente gli altri elementi compariranno: le braccia come due fili attaccati alla testa, un altro cerchio per definire "la pancia" e infine dei segni per caratterizzare il viso.

Questi ultimi saranno indistintamente posti dentro o fuori dal cerchio "viso" e solo diversi mesi dopo troveranno una collocazione esatta.

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Facilmente in questo periodo si possono vedere oggetti con proporzioni "sbagliate" o con relazioni bizzarre: ciò indica l'importanza e l'interesse che sente il bambino per una determinata situazione o cosa o persona.

ciò che ha importanza per il bambino è il soddisfacimento del suo piacere.

• il viso potrà perciò essere rosso, blu o di qualsiasi altro colore che piaccia al "piccolo artista":

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Lo sforzo che compie in questa tappa è quello di adattare ed elaborare dei nuovi segni adeguati alla sua rappresentazione.

Come per la figura umana, anche per il paesaggio c'è inizialmente la ripetizione della stessa immagine per possederla in maniera certa, poi avviene il suo continuo arricchimento.

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Le prime case dei bambini sono composte da un quadrato e un triangolo;

verso i cinque - sei anni compaiono le finestre con le tende, con le maniglie …

c'è quindi la ricerca del dettaglio e l'interesse ad abbellire l'immagine stessa.

In questa fase quasi tutti i bambini riescono a colorare dentro ad una forma; ormai hanno chiaro il concetto della linea come elemento che definisce lo spazio e quindi stabilisce il dentro e il fuori.

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• Con l'assimilazione di queste abilità c'è anche il rinforzarsi della relazione tra il colore e l'oggetto, una rappresentazione dello spazio che svela i nuovi rapporti di consapevolezza circa l'ambiente che lo circonda, ed inoltre il bambino non disegna più solo dal suo punto di vista ma considera la relazione logica fra gli oggetti.

Il bambino ora riesce anche a disporre le immagini di un disegno secondo un ordine temporale e a poter verbalizzare l'effetto causale.

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in avanti si manifestano graduali cambiamenti che testimoniano i progressi nella maturazione percettiva ed intellettiva e la rinnovata sensibilità nel rappresentare l'esperienza. Scompaiono, infatti, gli schemi ripetitivi e si presentano modalità originali di rappresentazione, con una notevole quantità di dettagli. Anche nella fase precedente c'erano i dettagli, ma erano proposti sinteticamente e attraverso forme e linee geometriche; ora sono più realistiche e concrete.

Anche la capacità di osservare è di qualità migliore, quindi scompaiono le esagerazioni e le deformazioni con le quali in bambino esprimeva il suo vissuto, perché questo è manifestato o con l'inserimento di particolari o con la scelta stessa dell'immagine rappresentata. Il legame stretto oggetto - colore è meno rigido e vincolante, quindi c'è il tentativo di coglierne la particolarità e la specificità.

I rapporti tra le cose sono maggiormente proporzionati, la linea di base continua ad esserci ma con un significato diverso: diventa strada, pozzanghere, sabbia, dune… ciò per affermare che il bambino gradualmente supera lo schematismo dello stadio precedente.

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c'è il riconoscimento degli effetti di chiaro - scuro, si esprime una certa prospettiva, avviene la personalizzazione delle figure umane caratterizzandone l'espressione del viso e le caratteristiche sessuali, c'è la morbidezza delle linee per mostrare particolari oggetti e/o avvenimenti, e poi l'emergere dello spirito critico e quindi una risultante Immagine che tiene conto del mondo affettivo ed emotivo ormai evoluto del ragazzino

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Disegnare è un atto di fiducia verso l'altro, è un modo per poter farsi conoscere anche negli aspetti e nelle zone più nascoste di noi stessi.

I bambini lo fanno in modo naturale e inconsapevole, quindi le loro produzioni risultano limpide e ricche di messaggi. Per questi motivi ogni disegno è un dono che noi adulti riceviamo e che dobbiamo accogliere e guardare con amore e responsabilità.

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E’ necessario avere un intimo senso di rispetto per il bambino e per la sua opera artistica; perché di tale si tratta davvero!!

Bisogna accostarsi al bambino con una buona dose di "umiltà", consapevoli di imparare da ciò che lui esprime.