LA FAUNA DELL' ANTICA ETA DEL BRONZO LA FAUNA … 2 Convegno AIAZ Asti 1997 Riedel Tecchiati...

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000 LA FAUNA DELL'ANTICA ETÀ DEL BRONZO DI NATURNO-NATURNS, LOC. SCHNALSERHOF (BOLZANO) Alfredo RIEDEL,*, Umberto TECCHIATI" "Associazione Italiana di Archeozoologia "Museo Archeologico dell'Alto Adige, Bolzano Riassunto Gli Autori illustrano i risultati dello studio di un lotto di resti faunistici recuperato a Naturno in media Val Venosta nell'ambito di livelli d'insediamento datati all'antica Età del Bronzo inoltrata. Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 detenninabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Due reperti (mandibola, femore) sembrerebbero indiziare la presenza del cinghiale. Il bue, di medie dimensioni, è l'animale più importante come fornitore di carne e di forza lavoro, ma i caprovini (in specie le pecore) prevalgono per Numero Resti e Numero Minimo Individui e potevano fornire sva- riati prodotti. Il maiale, come frequentemente documentato in que- sta età nella regione alpina centromeridionale, non sembra avere avuto un ruolo di rilievo nell'economia della comunità stanziata a Natumo. Parole chiave Fauna, antica Età del Bronzo, insediamento, economia. Summary THE FAUNA OF THE EARLY BRONZE AGE SETTLEMENT OF NATURNO-SCHNALSERHOF (BOLZANO) The authors show the results of the study of animal remains found in Naturilo in the central Venosta Valley amidst layers of sediment dated to the early Bronze Age. 1393 remains have been analyzed of which 374 have a total weight of 3124.5 g ( average weight of the remains 2.2 g) belonging to cattle, sheep and goats, pigs and dogs. Two remains (mandíbula, femur) seem perhaps to indicate the presence of wild pigs. The cattle, of average size, is the most important animal as a provider of meat and labour, but goats, and particularly sheep, prevail for number of remains and mini- mum number of individuals, and provided also secundary pro- ducts. The pigs, as frequently documented in this age in the South central Alps, don't seem to have had an important role in the eco- nomy of the community established at Natumo. (Translation: Prof. Maria Ivana Pezzo, Trento). Keywords Fauna, Early Bronze Age, settlement, economy. Ubicazione e cronologia del sito La fauna oggetto di questo contributo proviene da uno scavo condotto nei primi anni '70 dalla Soprintendenza ai BBCC di Bolzano nell'ambito dello sbancamento per la costruzione del Restaurant Schnalserhof e dell'attiguo par- cheggio (Dal Ri, 1975). Il sito si trova alla confluenza del Rio Señales con il fiume Adige, sul versante idrografico sinistro di entrambi, in un'a- rea ricca di ritrovamenti archeologici a partire dal Neolitico e fino a tutta l'Età del Bronzo (Dal Ri e Tecchiati, 1995). I resti ceramici e faunistici potrebbero riferirsi a un abita- to posto su un antico terrazzo dell'Adige, ovvero in riva a esso, secondo una tipologia insediativa non frequentemente attestata in Alto Adige, almeno allo stato attuale delle cono- scenze. La cultura materiale, permeata di influssi tardo-poladiani, data il sito alla prima metà del II millennio a.C., in momen- ti evoluti dell'antica Età del Bronzo. Una prima analisi di massima dei resti faunistici fu a suo tempo intrapresa dal Prof. Benedetto Sala (Dal Ri, 1975, p. 331). Significato dello studio L'interesse del campione faunistico analizzato risiede da un lato nella rarità, attestata localmente, di complessi fauni- stici dell'antica Età del Bronzo, dall'altro nel fatto che la fauna di Naturno è a tutt'oggi la sola fauna di interesse archeozoologico studiata nel vasto areale geografico com- preso tra Bolzano e il Passo di Resia (Alto Adige nordocci- dentale). Inoltre i resti faunistici provengono da un sito distante solo un giorno di cammino dal luogo di rinvenimento dell'Uomo del Similaun, in alta Val Señales: i dati relativi potrebbero pertanto essere utilizzati, combinati con altri, ai fini di una lettura diacronica dei moventi economici e insediativi del- l'area tra preistoria e protostoria (Fig. 1-2). Composizione della fauna Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 determinabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Non sono documentati animali selvatici, ma un'articola- zione prossimale di femore e un processus condyloideus (mandibola) piuttosto robusto potrebbero anche essere attri- buiti al cinghiale a causa delle notevoli dimensioni. 225 Atti del Conveg no Nazionale di Archeozoologia (Asti , 1997 ) - ABACO Edi zioni , Forll, 2000 LA FAUNA DELL' ANTICA ETA DEL BRONZO DI NATURNO-NATURNS, LOC. SCHNALSERHOF (BOLZANO) Alfredo RIEDEL*, Umberto TECCHIATF* . Associazione Italiana di Archeozoologia "Museo Archeoiogico dell' Alto Adige, Boizano Riassunto GLi Autori illustrano i risultati dello studio di un lotto di resti Jaunisti ci recuperato a Naturno in media Val Venosta nell'ambito di Livelli d'insediamento datati all 'antica Eta del Bronzo inoltrata. Sono stati anali zz ati 1393 resti di cui 3 74 detenninabili per un peso totale di 3124,5 g (p eso medio dei resti g 2, 2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Due reperti (mandibola, femore) se mbrerebbero indiziare la presenza del cinghiale. Il bue, di medie dimensioni, e l'animale piu importante come f ornitore di carne e diJorza lavoro, ma i caprovini (in specie le pecor e) prevalgono per Numero Resti e Numero Minimo Individui e potevano fornire sva- riati prodotti. Il maiale, come Jrequentemente do cumentato in que- sta eta nella regione alpina centromeridional e, non sembra avere avuto un ruolo di rilievo nell 'e conomia della comunita stanziata a Nalumo. Parole chiave Fauna, antica Eta del Bronzo, insediamento, economia. Ubicazione e cronologia del sito La fauna oggetto di questo contributo proviene da uno scavo condotto nei primi anni '70 dalla Soprintendenza ai BB CC di Bolzano nell'ambito dello sbancamento per la costruzione del Restaurant Schnalserhof e dell' attiguo par- cheggio (Dal Ri, 1975). Il si to si trova alla confluenza del Rio Senales con il fiume Adige , suI versante idrografico sinistro di entrambi, in un'a- rea ricca di ritrovamenti archeologici a partire dal Neolitico e fino a tutta l'Eta del Bronzo (Dal Ri e Tecchiati, 1995). I resti ceramici e faunistici potrebbero riferirsi a un abita- to posto su un antico terrazzo dell' Adige, ovvero in riva a esso, secondo una tipologia insediativa non frequentemente attestata in Alto Adige, almeno allo stato attuale delle cono- scenze. La cultura materiale, permeata di influssi tardo-poladiani, data il sito alla prima meta del 11 millennio a.c., in momen- ti evoluti dell'antica Eta del Bronzo. Una prima analisi di massima dei resti faunistici fu a suo tempo intrapresa dal Prof. Benedetto Sala (Dal Ri, 1975, p. 331) . Summary THE FAUNA OF THE EARLY BRONZE AGE SETTLEMENT OF NATURNO-SCHNALSERHOF (BOLZANO) The authors show the results of the study of animal remains f ound in Naturno in the central Venosta Vall ey amidst layers of sediment dated to the early Bronze Age. 1393 remains ha ve been analyzed of which 374 have a total weight of 3124.5 g ( a ve ra ge we ight of the remains 2.2 g) belonging to cattle, sheep and goats, pigs and dogs. Two remains (mandibula, f emur) seem perhaps to indicate the pr esence of wild pigs. Th e cattle, of ave ra ge size, is the most important animal as a provider of meat and laboUl; but goats, and particularly sheep, prevail for number of remains and mini- mum number of individuals, and provided also secundary pro- ducts. Th e pigs, as frequently documented in this age in the South central Alps, don't seem to have had an important role in the eco- nomy of the community established at Natumo . (Translation: Pro! Maria lvana Pezzo, Trento). Keywords Fauna, Early Bronze Age, settlement, economy. Significato dello studio L'interesse del campione faunistico analizzato risiede da un lato nella rarita, attestata localmente, di complessi fauni- stici dell' antic a Eta del Bronzo, dall' altro net fatto che la fauna di Natumo e a tutt'oggi la sola fauna di interesse archeozoologico studiata nel vasto areale geografico com- preso tra Bolzano e il Pas so di Resia (Alto Adige nordocci- dentale). Inoltre i resti faunistici provengono da un sito distante solo un giomo di cammino dalluogo di rinvenimento dell'Uomo del Similaun, in alta Val Senales: i dati relativi potrebbero pertanto essere utilizzati, combinati con altri, ai fini di una lettura diacronica dei moventi economici e insediativi del- l' area tra preistoria e protostoria (Fig. 1-2). Composizione della fauna Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 deterrninabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Non sono documentati animali selvatici, ma un'articola- zione prossimale di femore e un processus condyloideus (mandibola) piuttosto robusto potrebbero an che essere attri- buiti al cinghiale a causa delle notevoli dimensioni. 225

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti, 1997) - ABACO Edizioni, Forlì, 2000

LA FAUNA DELL'ANTICA ETÀ DEL BRONZO DI NATURNO-NATURNS, LOC. SCHNALSERHOF (BOLZANO)

Alfredo RIEDEL,*, Umberto TECCHIATI" "Associazione Italiana di Archeozoologia "Museo Archeologico dell 'Alto Adige, Bolzano

Riassunto Gli Autori illustrano i risultati dello studio di un lotto di resti

faunistici recuperato a Naturno in media Val Venosta nell'ambito di livelli d'insediamento datati all'antica Età del Bronzo inoltrata. Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 detenninabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Due reperti (mandibola, femore) sembrerebbero indiziare la presenza del cinghiale. Il bue, di medie dimensioni, è l'animale più importante come fornitore di carne e di forza lavoro, ma i caprovini (in specie le pecore) prevalgono per Numero Resti e Numero Minimo Individui e potevano fornire sva-riati prodotti. Il maiale, come frequentemente documentato in que-sta età nella regione alpina centromeridionale, non sembra avere avuto un ruolo di rilievo nell'economia della comunità stanziata a Natumo.

Parole chiave Fauna, antica Età del Bronzo, insediamento, economia.

Summary THE FAUNA OF THE EARLY BRONZE AGE SETTLEMENT OF NATURNO-SCHNALSERHOF (BOLZANO)

The authors show the results of the study of animal remains found in Naturilo in the central Venosta Valley amidst layers of sediment dated to the early Bronze Age. 1393 remains have been analyzed of which 374 have a total weight of 3124.5 g ( average weight of the remains 2.2 g) belonging to cattle, sheep and goats, pigs and dogs. Two remains (mandíbula, femur) seem perhaps to indicate the presence of wild pigs. The cattle, of average size, is the most important animal as a provider of meat and labour, but goats, and particularly sheep, prevail for number of remains and mini-mum number of individuals, and provided also secundary pro-ducts. The pigs, as frequently documented in this age in the South central Alps, don't seem to have had an important role in the eco-nomy of the community established at Natumo. (Translation: Prof. Maria Ivana Pezzo, Trento).

Keywords Fauna, Early Bronze Age, settlement, economy.

Ubicazione e cronologia del sito La fauna oggetto di questo contributo proviene da uno

scavo condotto nei primi anni '70 dalla Soprintendenza ai BBCC di Bolzano nell'ambito dello sbancamento per la costruzione del Restaurant Schnalserhof e dell'attiguo par-cheggio (Dal Ri, 1975).

Il sito si trova alla confluenza del Rio Señales con il fiume Adige, sul versante idrografico sinistro di entrambi, in un'a-rea ricca di ritrovamenti archeologici a partire dal Neolitico e fino a tutta l'Età del Bronzo (Dal Ri e Tecchiati, 1995).

I resti ceramici e faunistici potrebbero riferirsi a un abita-to posto su un antico terrazzo dell'Adige, ovvero in riva a esso, secondo una tipologia insediativa non frequentemente attestata in Alto Adige, almeno allo stato attuale delle cono-scenze.

La cultura materiale, permeata di influssi tardo-poladiani, data il sito alla prima metà del II millennio a.C., in momen-ti evoluti dell'antica Età del Bronzo.

Una prima analisi di massima dei resti faunistici fu a suo tempo intrapresa dal Prof. Benedetto Sala (Dal Ri, 1975, p. 331).

Significato dello studio L'interesse del campione faunistico analizzato risiede da

un lato nella rarità, attestata localmente, di complessi fauni-stici dell'antica Età del Bronzo, dall'altro nel fatto che la fauna di Naturno è a tutt'oggi la sola fauna di interesse archeozoologico studiata nel vasto areale geografico com-preso tra Bolzano e il Passo di Resia (Alto Adige nordocci-dentale).

Inoltre i resti faunistici provengono da un sito distante solo un giorno di cammino dal luogo di rinvenimento dell 'Uomo del Similaun, in alta Val Señales: i dati relativi potrebbero pertanto essere utilizzati, combinati con altri, ai fini di una lettura diacronica dei moventi economici e insediativi del-l'area tra preistoria e protostoria (Fig. 1-2).

Composizione della fauna Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 determinabili

per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane.

Non sono documentati animali selvatici, ma un'articola-zione prossimale di femore e un processus condyloideus (mandibola) piuttosto robusto potrebbero anche essere attri-buiti al cinghiale a causa delle notevoli dimensioni.

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Atti del 2° Convegno Nazionale di Archeozoologia (Asti , 1997) - ABACO Edizioni , Forll , 2000

LA FAUNA DELL' ANTICA ETA DEL BRONZO DI NATURNO-NATURNS, LOC. SCHNALSERHOF (BOLZANO)

Alfredo RIEDEL*, Umberto TECCHIATF* . Associazione Italiana di Archeozoologia "Museo Archeoiogico dell ' Alto Adige, Boizano

Riassunto GLi Autori illustrano i risultati dello studio di un lotto di resti

Jaunistici recuperato a Naturno in media Val Venosta nell 'ambito di Livelli d'insediamento datati all 'antica Eta del Bronzo inoltrata. Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 detenninabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2, 2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane. Due reperti (mandibola, f emore) sembrerebbero indiziare la presenza del cinghiale. Il bue, di medie dimensioni, e l'animale piu importante come f ornitore di carne e diJorza lavoro, ma i caprovini (in specie le pecore) prevalgono per Numero Resti e Numero Minimo Individui e potevano fornire sva­riati prodotti. Il maiale, come Jrequentemente documentato in que­sta eta nella regione alpina centromeridionale, non sembra avere avuto un ruolo di rilievo nell 'economia della comunita stanziata a Nalumo.

Parole chiave Fauna, antica Eta del Bronzo, insediamento, economia.

Ubicazione e cronologia del sito

La fauna oggetto di questo contributo proviene da uno scavo condotto nei primi anni '70 dalla Soprintendenza ai BB CC di Bolzano nell ' ambito dello sbancamento per la costruzione del Restaurant Schnalserhof e dell ' attiguo par­cheggio (Dal Ri, 1975).

Il si to si trova alla confluenza del Rio Senales con il fiume Adige, suI versante idrografico sinistro di entrambi, in un'a­rea ricca di ritrovamenti archeologici a partire dal Neolitico e fino a tutta l'Eta del Bronzo (Dal Ri e Tecchiati, 1995).

I resti ceramici e faunistici potrebbero riferirsi a un abita­to posto su un antico terrazzo dell ' Adige, ovvero in riva a esso, secondo una tipologia insediativa non frequentemente attestata in Alto Adige, almeno allo stato attuale delle cono­scenze.

La cultura materiale, permeata di influssi tardo-poladiani, data il sito alla prima meta del 11 millennio a.c., in momen­ti evoluti dell'antica Eta del Bronzo.

Una prima analisi di massima dei resti faunistici fu a suo tempo intrapresa dal Prof. Benedetto Sala (Dal Ri , 1975, p. 331).

Summary THE FAUNA OF THE EARLY BRONZE AGE SETTLEMENT OF NATURNO-SCHNALSERHOF (BOLZANO)

The authors show the results of the study of animal remains f ound in Naturno in the central Venosta Valley amidst layers of sediment dated to the early Bronze Age. 1393 remains have been analyzed of which 374 have a total weight of 3124.5 g ( average weight of the remains 2.2 g) belonging to cattle, sheep and goats, pigs and dogs. Two remains (mandibula, f emur) seem perhaps to indicate the presence of wild pigs. The cattle, of average size, is the most important animal as a provider of meat and laboUl; but goats, and particularly sheep, prevail for number of remains and mini­mum number of individuals, and provided also secundary pro­ducts. The pigs, as frequently documented in this age in the South central Alps, don't seem to have had an important role in the eco­nomy of the community established at Natumo. (Translation: Pro! Maria lvana Pezzo, Trento).

Keywords Fauna, Early Bronze Age, settlement, economy.

Significato dello studio

L'interesse del campione faunistico analizzato risiede da un lato nella rarita, attestata localmente, di complessi fauni­stici dell ' antic a Eta del Bronzo, dall' altro net fatto che la fauna di Natumo e a tutt'oggi la sola fauna di interesse archeozoologico studiata nel vasto areale geografico com­preso tra Bolzano e il Pas so di Resia (Alto Adige nordocci­dentale).

Inoltre i resti faunistici provengono da un sito distante solo un giomo di cammino dalluogo di rinvenimento dell'Uomo del Similaun, in alta Val Senales: i dati relativi potrebbero pertanto essere utilizzati, combinati con altri, ai fini di una lettura diacronica dei moventi economici e insediativi del­l' area tra preistoria e protostoria (Fig. 1-2).

Composizione della fauna

Sono stati analizzati 1393 resti di cui 374 deterrninabili per un peso totale di 3124,5 g (peso medio dei resti g 2,2), pertinenti a bue, caprovini, maiale e cane.

Non sono documentati animali selvatici, ma un ' articola­zione prossimale di femore e un processus condyloideus (mandibola) piuttosto robusto potrebbero anche essere attri­buiti al cinghiale a causa delle notevoli dimensioni.

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Riedel A. - Tecchiati U.

bue c.o. capra pecora maiale cane non det . Cranium 9 3 5 1 Dentes sup. 13 26 2 Mandíbula 3 13 1 1 Dentes inf. 15 132 3 Os Hvoide Vertebrae 3 2 Costae 2 2 Scapula 3 H u m e r u s 11 5 2 Radius 9 1 Ulna 4 1 Metacarpus 1 4 Carpal ia 2 1 Pelvis 5 1 1 F e m u r 3 3 1 Tibia 3 6 2 Astragalus 1 7 2 Metatarsus 3 3 Tarsalia 1 3 Calcaneus 2 Metapodia 4 1 Os sesamoidc 1

Os malleolare 1

Phal. I 7 2 2 Phal II 4 2 1 2 Phal III 1 3 Varia 14 7 7

N R 102 27,3%

221 6 16 19

5,1% 10

2,7%

1019 N R 102

27,3% 243 65%

19 5,1%

10 2,7%

1019

Peso (g) 1485,3 73%

457,4 22,5%

63,2 3,1%

27,3 1,3%

1091,3

N.M.I . 4 28,6%

7 50%

2 14,3%

1 7,1%

N R : N u m e r o Resti N.M.I . : N u m e r o M i n i m o Individui C.O.: capra e pecora

Composizione della fauna ed età di macellazio-ne e di morte degli individui

La tabella della composizione e le figure 3-5 indicano la presenza di 65% di caprovini, di 27,2% di buoi e di 5,1% di maiali. Resti di cane completano la fauna. Sei resti sono stati attribuiti alla capra e sedici alla pecora, il che indica la netta tradizionale prevalenza delle pecore sulle capre.

Sono stati contati quattro individui di buoi, di cui tre adul-ti e uno giovane, sette (quattro adulti e tre giovani) spettano ai caprovini. Dei due individui riconducibili al maiale uno è subadulto e uno adulto. Sette resti si riferiscono a un cane adulto.

N.M.I. bue c.o. maiale

M3+++ 1 -

M3++ 1 1 _ M3+ 1 2 1 M3+/- 1 1 . M2(D4+++) - - 1 M1+ (D4++) - 2 -

D4+ - 1 -

Totale 4 7 2

Dimensioni e robustezza degli animali Le dimensioni dei resti ossei di bue di Naturno (in parti-

Fig.l . Ubicazione del sito (A), del villaggio preistorico e protostorico di Castel Iuvale-Schloß Juval (B) e del luogo di rinvenimento dell' "Uomo venuto dal ghiaccio" (C).

colare astragali e falangi) indicano la presenza di una popo-lazione analoga a quelle più grandi della civiltà di Polada, come per es. quelle delle palafitte sulle colline moreniche di Barche di Solferino (Prov. di Mantova) (Riedel, 1976a). La media delle altezze al garrese di Barche di Solferino (coeffi-cienti di Matolcsi in Driesch e Boessneck, 1973) è di cm 116 circa: a Naturno è probabilmente analoga o un po' maggio-re. Si tratta di popolazioni di grandezza media tipiche del-l'antica Età del Bronzo nell'area compresa tra il Garda e l'Alto Adige (Riedel, 1996) e Naturno è tra le maggiori.

L'altezza al garrese delle pecore è stata calcolata con sei astragali (coefficiente 22,68, Driesch e Boessneck ,1973), ed è pari a 72 cm.

Il dato è notevole, se comparato con l'altezza delle pecore di Ledro, abitato palafitticolo coevo in Trentino sudocciden-tale, che non superano i 60 cm; esso è tuttavia un po' condi-zionato da due reperti piuttosto grandi e dal fatto che gli

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Riedel A. - Tecchiati U.

bue c.o. Cranium 9 3 Dentes sup. 13 26 MandibuJa 3 13 Dentes inf. 15 132 Os Hyoide

[Yertebrae 3 2 Costae 2 2 I Scapula 3 Humerus 11 5 Radius 9

lQlna 4 I Metacarpus I 4 Cal"Qalia 2 I Pelvis 5 I Femur 3 3 Tibia 3 6 Astr~lus I Metatarsus 3 3 TarsaUa I 3 Calcaneus 2 Metapodia 4 I Os I sesamoide

Os 1 malleolare

Phal. I 7 2 PhaJ 0 4 2 PhalOI I Varia 14

22 1 NR 102

27,3% Peso (g) 1485,3

73%

N.M.I. 4 28,6%

NR: Numero Resti N.M. I. : Numero Minimo Indi vidui c.o.: capra e pecora

capra ~ecora maiale cane non det. 5 I

2 I I

3

2 I

I I

2 7 2

2 J 2

3 7 7

6 16 10 19 243 19 10 65% 5,1% 2,7% 457,4 63,2 27,3 109 1,3 22,5% 3, 1% 1,3%

7 2 1 50% 14,3% 7, 1%

Composizione del a fauna ed eta di macellazio­ne e di morte degli individui

La tabella della composizione e le figure 3-5 indicano la presenza di 65% di caprovini , di 27,2% di buoi e di 5,1 % di maiali. Resti di cane completano la fauna. Sei resti sono stati attribuiti alia capra e sedici alia pecora, il che indica la netta tradizionale prevalenza delle pecore sulle capre.

Sono stati contati quattro individui di buoi, di cui tre adul­ti e uno giovane, sette (quattro adulti e tre giovani) spettano ai caprovini. Dei due individui riconducibili al maiale uno e subadulto e uno adulto. Sette resti si riferiscono a un cane adulto.

NM I .. bue c.o. maiale

M3+++ I -

M3++ I 1 -M3+ I 2 I M3+/- I I M2 (D4+++) - - I Ml+ (04++) - 2 -D4+ - I -Totale 4 7 2

Dimensioni e robustezza degli animali

Le dimen ioni dei re ti ossei di bue di Naturno (in parti-

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Fig.l . Ubicazione del sito (A), del villaggio preistorico e protostorico di Castel Iuvale-SchloB Juval (8 ) e del luogo di rinvenimento dell' "Uomo venuto dal ghiacc io" (C).

colare astragali e falangi) indicano la presenza di una popo­lazione analoga a queUe piu grandi della civilta di Polada, come per es. queUe delle palafitte sulle colline moreniche di Barche di Solferino (Prov. di Mantova) (Riedel, 1976a). La media delle altezze al garrese di Barche di Solferino (coeffi­cienti di Matolcsi in Driesch e Boessneck, 1973) e di cm 116 circa: a Naturno e probabilmente analoga 0 un po' maggio­re. Si tratta di popolazioni di grandezza media tipiche del­I' antica Eta del Bronzo nell ' area compresa tra il Garda e l' Alto Adige (Riedel, 1996) e Naturno e tra le maggiori.

L' altezza al garrese delle pecore e stata ca1colata con sei astragali (coefficiente 22,68 , Driesch e Boessneck ,1973), ed e pari a 72 cm.

11 dato e notevole, se comparato con I'altezza delle pecore di Ledro, abitato palafitticolo coevo in Trentino sudocciden­tale, che non superano i 60 cm; esso e tuttavia un po ' condi ­zionato da due reperti piuttosto grandi e dal fatto che gli

IM fauna dell'Età del Bronzo di Naturno

astragali tendono sempre a suggerire altezze leggermente elevate. Si tratta tuttavia di grandi pecore.

L'altezza di un maiale (cm 70,3) è stata calcolata (coeffi-ciente 17,90, Driesch e Boessneck, 1973) con un astragalo ben conservato e con un secondo in condizioni meno buone, di dimensioni analoghe. Questa popolazione sembra di modeste proporzioni.

I resti di cane si riferiscono a un individuo che rientra nelle dimensioni maggiori dei cani considerati di medie propor-zioni della regione alpina e della pianura padana nell'Età del Bronzo (Ledro nel Trentino, Barche nella regione gardesana ecc.) e che hanno un'altezza al gánese approssimativamen-te compresa tra i 40 e i 58 cm.

La fauna di Naturno presenta per l'antica Età del Bronzo dimensioni medie o medio-grandi come nell'area gardesana, nel Trentino e nell'Alto Adige orientale. Le dimensioni abbastanza grandi dei buoi e delle pecore e medie del cane rinviano un po' a regioni a nord delle Alpi, dove gli animali, per es. il bue, sono spesso alquanto grandi (per es. Böheimkirchen, Austria Inferiore, Riedel, 1998).

Economia I resti faunistici di Naturno evidenziano una marcata com-

ponente pastorale e in particolare una massiccia presenza di caprovini e più propriamente pecore. Le comunità valligiane erano certamente orientate all'utilizzazione di tutti i pascoli, anche quelli più disagevoli, e forse già all'attento sfrutta-mento dei prodotti secondari.

La composizione della fauna è in particolare molto simile a quelle all'incirca coeve di Ledro e Fiavè in Trentino

(Riedel, 1996). Per quanto riguarda l'insieme dell'Alto Adige, che tende

spesso a un'abbondanza di pecore, la percentuale di due terzi è comunque molto elevata e una del 50% (tenendo sempre in considerazione il numero dei resti), molto più frequente. (Riedel, 1985). Il bue però, come sottolineato dalle dimen-sioni e dal peso delle sue ossa, è il maggiore fornitore di carne e di forza lavoro.

Il maiale è scarsamente documentato, caratteristica questa molto comune in Trentino-Alto Adige. Si tratta probabil-mente di un aspetto del retaggio culturale, perché in altre regioni di clima analogo (per es. Böheimkirchen, Austria Superiore, Riedel, 1998) nelle composizioni di faune coeve la percentuale di maiale è spesso equivalente a quella degli altri principali domestici.

La caccia non è indicata nel deposito come una compo-nente dell'economia e delle attività locali. Solo due resti, forse di cinghiale, indicano che gli abitanti potevano essere costretti a difendere greggi o campi coltivati. La scarsità di resti di animali selvatici è comune nella regione alpina come anche altrove; essa desta sempre tuttavia una certa perples-sità.

L'economia di Naturno era quindi molto marcatamente pastorale. Si tratta certamente di una caratteristica essenzia-le della regione oggetto di questo studio: ancora oggi pasto-ri della Val Venosta portano le greggi a nutrirsi in pascoli più propizi a nord del crinale delle Alpi, mentre la modestia delle risorse locali portava anche in epoche non molto lonta-ne a cercare lavoro al nord per periodi più o meno estesi (,Schwabenkinder).

Il proseguimento e la moltiplicazione degli studi su faune

Fig.2. Panoramica della Val d'Adige all'altezza della Val Señales. Si distingue la mole di Castel Iuvale che si trova a poche centinaia di metri al di sopra del sito oggetto di questo contributo (foto: M. Samadelli).

227

astragali tendono sempre a suggerire altezze leggermente elevate. Si tratta tuttavia di grandi pecore.

L'altezza di un maiale (cm 70,3) e stata calcolata (coeffi­ciente 17,90, Driesch e Boessneck, 1973) con un astragalo ben conservato e con un secondo in condizioni meno buone, di dimensioni analoghe. Questa popolazione sembra di modeste proporzioni .

I resti di cane si riferiscono a un individuo che rientra nelle dimensioni maggiori dei cani considerati di medie prop or­zioni della regione alpina e della pianura padana nell 'Eta del Bronzo (Ledro nel Trentino, Barche nella regione gardesana ecc.) e che hanno un ' altezza al ganese approssimativamen­te compresa tra i 40 e i 58 cm.

La fauna di Natumo presenta per l'antica Eta del Bronzo dimensioni medie 0 medio-grandi come nell'area gardesana, nel Trentino e nell' Alto Adige orientale. Le dimensioni abbastanza grandi dei buoi e delle pecore e medie del cane rinviano un po' a regioni a nord delle Alpi , dove gli animali , per es . il bue, sono spesso alquanto grandi (per es . Boheirnkirchen, Austria Inferiore, Riedel , 1998).

Economia

I resti faunistici di Naturno evidenziano una marcata com­ponente pastorale e in particolare una massiccia presenza di caprovini e piu propriamente pecore. Le comunita valligiane erano certamente orientate all ' utilizzazione di tutti i pascoli , anche quelli piu disagevoli, e forse gia all' attento sfrutta­mento dei prodotti secondari.

La composizione della fauna e in particolare molto simile a quelle all ' incirca coeve di Ledro e Fiave in Trentino

La fauna dell 'Eta del Branza di Naturna

(Riedel, 1996). Per quanto riguarda l'insieme dell ' Alto Adige, che tende

spesso a un ' abbondanza di pecore, la percentuale di due terzi e comunque molto elevata e una del 50% (tenendo sempre in considerazione il numero dei resti), mol to piu frequente. (Riedel, 1985). Il bue pen'>, come sottolineato dalle dimen­sioni e dal peso delle sue ossa, e il maggiore fomitore di came e di forza lavoro.

Il maiale e scarsamente documentato, caratteristica questa molto cornu ne in Trentino-Alto Adige. Si tratta probabil­mente di un aspetto del retaggio culturale, perche in altre regioni di clima analogo (per es. B6heirnkirchen, Austria Superiore, Riedel, 1998) nelle composizioni di faune coeve la percentuale di maiale e spesso equivalente a quella degli altri principali domestici .

La caccia non e indicata nel deposito come una compo­nente dell ' economia e delle atti vita locali. Solo due resti, forse di cinghiale, indicano che gli abitanti potevano essere costretti a difendere greggi 0 campi coltivati . La scarsita di resti di animali selvatici e comune nella regione alpina come anche altrove; essa desta sempre tuttavia una certa perples­sita.

L' economia di Natumo era quindi molto marcatamente pastorale. Si tratta certamente di una caratteristica essenzia­le della regione oggetto di questo studio: ancora oggi pasto­ri della Val Venosta portano le greggi a nutrirsi in pascoli piu propizi a nord del crinale delle Alpi, mentre la modestia delle risorse locali portava anche in epoche non molto lonta­ne a cercare lavoro al nord per periodi piu 0 meno estesi (Schwabenkinder).

11 proseguimento e la moltiplicazione degli studi su faune

Fig.2. Panoramica dell a Val d ' Adige all 'altezza della Val Senales . Si distingue la mole di Castel Iuvale che si trova a poche centinaia di metri al di sopra del sito oggetto di questo contributo (foto: M. Samadelli ).

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Riedel A. - Tecchiati U.

Fig.3. Naturno - Loc. Schnalserhof. Composizione della fauna (valori percentuali).

Fig.5. Naturno - Loc. Schnalserhof. N.M.I. (valori percentuali).

2 2 8

meno limitate e di maggiore ampiezza cronologica saranno necessari per dare un quadro più esatto e forse più differen-ziato dell'economia della Val Venosta che è di sicuro inte-resse come esempio di un'area in cui si fondono interessi di sfruttamento delle aree marginali e istanze di prossimità a una grande idrovia con possibilità non trascurabili di scam-bi e contatti di medio e ampio raggio.

Confronti I siti dell'antica Età del Bronzo del Trentino Alto Adige le

cui faune siano state studiate e pubblicate, sono allo stato attuale ancora poco numerosi, benché alcuni di essi, come per es. Ledro (Riedel, 1976), possano contare su lotti fauni-stici numericamente molto importanti. Vari altri siti, concen-trati principalmente nella zona di Rovereto (Vallagarina), hanno pure restituito cospicue collezioni faunistiche, ma essi o sono ancora in corso di scavo (Pizzini di Castellano pres-so Villa Lagarina, Castel Corno presso Isera) oppure l'anali-si delle faune rinvenutevi non è conclusa (Dosso Alto di Borgo Sacco a Rovereto, Marzatico, 1987), benché i dati preliminari abbiano potuto essere utilizzati per un lavoro di sintesi su insediamenti ed economia nella protostoria dell'a-rea atesina (Riedel e Tecchiati, 1997). In un caso (Mori, loc. Il Colombo), una vecchia fauna, scavata nel 1881 e fatta analizzare con i metodi di allora da Paolo Orsi, è stata ogget-to di una Tesi di Laurea (Marconi, 1999/2000). Situazione di edizione ancora diversa è quella del Riparo del Santuario nel comune di Lasìno, per il quale sono per ora disponibili i dati riferiti al tardo Eneolitico e all'antica Età del Bronzo (Riedel e Tecchiati, 1992 e 1995) fondati sui resti delle raccolte degli anni sessanta, mentre i resti del Bronzo medio rinvenuti negli anni sessanta, e quelli degli scavi 1994 e 1996 che si datano principalmente al Bronzo antico, sono tuttora inediti. La fauna dell'importante sito palafitticolo di Fiavè nelle Valli Giudicarie (Trentino occidentale), si riferisce solo in parte al Bronzo antico, essendo il periodo di massima fiori-tura del villaggio concentrato nel Bronzo medio (Jarman, 1975; Gamble e Clark, 1987).

La situazione dell'Alto Adige è più critica perché, oltre al sito oggetto di questo contributo, due soli altri siti dell'anti-ca Età del Bronzo possono essere aggiunti all'elenco: Castel Badia-Sonnenburg (Riedel, 1984) e Nössing presso Novacella-Neustift (Com. di Varna-Vahrn) (Riedel e Tecchiati, 1999). Entrambi siti d'altura, allo sbocco del tor-rente Gadera nel fiume Rienza in Val Pusteria il primo, a nord di Bressanone il secondo, sulla sponda sinistra del fiume Isarco.

Ciò che caratterizza tutti i siti nominati sia in Trentino che in Alto Adige è in primo luogo la notevole scarsità di selva-tici, che di norma stanno sotto il 5% del totale dei resti fau-nistici. La caccia si configura nell'antica Età del Bronzo come un'attività esercitata occasionalmente e senza una pre-cisa pianificazione. In altra sede (Riedel e Tecchiati, 1997) si è voluto interpretare questo fatto come una conseguenza del-l'avvenuta stabilizzazione dell'insediamento che è, come noto, uno dei fenomeni più macroscopici dell'Età del Bronzo già nelle sue fasi iniziali. Tra i domestici va in primo luogo segnalata la generalizzata scarsità di maiali, che non sono mai superiori al 14% del totale dei resti (Riparo del

Riedel A. - Tecchiati U.

Fig.3. Naturno - Loc. Schnalserhof. Composizione della fauna (valori percentuali).

FigA. Naturno - Loc. Schnalserhof. Rapporti ponderali (valori percentua­li) .

Fig.5. aturno - Loc. SchnaJ erhof. N.M.I. (valori percentuali).

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menD limitate e di maggiore ampiezza cronologica saranno necessari per dare un quadro piu esatto e forse piu differen­ziato dell 'economia della Val Venosta che e ill sicuro inte­resse come esempio di un ' area in cui si fondono interessi di sfruttamento delle aree marginali e istanze ill prossirnita a una grande idrovia con possibilita non trascurabili ill scarn­bi e contatti di medio e ampio raggio.

Confronti

I siti dell' antica Eta del Bronzo del Trentino Alto Adige le cui faune siano state studiate e pubblicate, sono allo stato attuale ancora poco numerosi, bencM alcuni di essi, come per es. Ledro (Riedel, 1976), possano con tare su lotti fauni­stici numericamente molto importanti. Vari altri siti, concen­trati principalmente nella zona di Rovereto (Vallagarina), hanno pure restituito cospicue collezioni faunistiche, ma essi o sono ancora in corso di scavo (Pizzini di Castellano pres­so Villa Lagarina, Castel Como presso Isera) oppure l' anali­si delle faune rinvenutevi non e conclusa (Dos so Alto di Borgo Sacco a Rovereto, Marzatico, 1987), benche i dati preliminari abbiano potu to essere utilizzati per un lavoro di sintesi su insediamenti ed economia nella protostoria dell'a­rea atesina (Riedel e Tecchiati, 1997). In un caso (Mori, loc. n Colombo), una vecchia fauna, scavata nel 1881 e fatta analizzare con i metodi di allora da Paolo Orsi, e stata ogget­to di una Tesi di Laurea (Marconi, 1999/2000). Situazione di edizione ancora diversa e quella del Riparo del Santuario nel comune di Laslno, per il quale sono per ora disponibili i dati riferiti al tardo Eneolitico e all'antica Eta del Bronzo (Riedel e Tecchiati, 1992 e 1995) fondati sui resti delle raccolte degli anni sessanta, mentre i resti del Bronzo media rinvenuti negli anni sessanta, e quelli degli scavi 1994 e 1996 che si datano principalmente al Bronzo antico, sono tuttora inediti. La fauna dell' importante sito palafitticol0 di Fiave nelle Valli Giudicarie (Trentino occidentale), si riferisce solo in parte al Bronzo antico, essendo il periodo di massima fiori­tura del villaggio concentrato nel Bronzo medio (Jarman, 1975; Gamble e Clark, 1987).

La situazione dell' Alto Adige e piu critica perche, oltre al sito oggetto di questo contributo, due soli altri siti dell 'anti­ca Eta del Bronzo possono essere aggiunti all ' elenco: Castel Badia-Sonnenburg (Riedel, 1984) e N6ssing presso Novacella-Neustift (Com. di Varna-Vahrn) (Riedel e Tecchiati, 1999). Entrambi siti d' altura, allo sbocco del tor­rente Gadera nel fiume Rienza in Val Pusteria il primo, a nord di Bressanone il secondo, sulla sponda sinistra del fiume Isarco.

Cio che caratterizza tutti i siti nominati sia in Trentino che in Alto Adige e in primo luogo la notevole scars ita di selva­tici , che di norma stanno sotto il 5% del totale dei resti fau­nistici. La caccia si configura nell ' antica Eta del Bronzo come un ' attivita esercitata occasionalmente e senza una pre­cisa pianificazione. In altra sede (Riedel e Tecchiati, 1997) si e voluto interpretare questo fatto come una conseguenza del­l' avvenuta stabilizzazione dell'insediamento che e, come noto, uno dei fenomeni piu macroscopici dell 'Eta del Bronzo gia nelle sue fasi iniziali. Tra i domestici va in primo luogo segnalata la generalizzata scars ita di maiali , che non sono mai superiori al 14% del totale dei resti (Riparo del

Santuario), tendendo a stabilizzarsi tra il 5 (Naturno) e l '8-9,5% (Ledro e Nössing). Poiché ambienti climatici simili o identici possono ospitare faune con forte presenza di maiali (cfr. per es. Wiesing in Tiralo, Pucher, 1986) non ci pare pos-sibile evocare cause ambientali per spiegare la scarsità di maiali nell'antica Età del Bronzo dell'area medio-alpina ate-sina; essa dovrà essere piuttosto ricercata nell'ambito di pre-cise tradizioni economiche che sembrano fondarsi su basi culturali piuttosto che ambientali (Riedel e Tecchiati, 1997).

La fauna dell'Età del Bronzo di Naturno

I caprovini sono sempre bene rappresentati ma la loro importanza complessiva può naturalmente variare (Sonnenburg 30,8, Ledro 67,6%). Questa variabilità si gioca soprattutto in rapporto alla maggiore o minore presenza di buoi che sono sempre comunque i maggiori fornitori di carne e forza-lavoro. La percentuale stessa dei buoi può pari-menti oscillare sensibilmente (Sonnenburg 56,9, Ledro 24,1%).

Tabelle delle misure (Driesch 1982)

BUE C A P R A M A I A L E Me Bp Mt Bp

55,6

51,9 Centrotarsale GB 56,8 Astragalus a) GLI GLm TI Tm Bd

59,7 55,0 34,0 30,0 39.9

b) GLI GLm DI Bd

59,9 55,0 34,0 39.6

Phalanx II GL 25,3 Bd 8,8 SD 7,6 Bp 11,0

P E C O R A Radius Bp BFp

31.6 38.7

Humerus a) Bd 29,8 b) Bd 21,6

Mandibula* Spessore del processus condyloideus

27,4 * d i m e n s i o n i p r o s s i m e a! c ingh ia le

Femur* DC 29,3 * d i m e n s i o n i p r o s s i m e al c ingh ia le

Astragalus GLI 39,3 G L m 36,1

C A N E Mandibula (11) P1-P4 38,9 (dx)

40,5 (sx) ( 1 2 ) P2-P4 3 4 , 7 ( d x )

34,7 (sx) (20) 19,6

Pha lanx I (an te r ior ) GLpe 56,4 Bp 29,3 SD 24,5 Phalanx I (posterior) a) * GLpe 63,9 GLm 60,5 Bp 32,1 SD 27,2 Bd 31,7 * probabi lmente maschi le b ) * GLpe 59,4 GLm 58,7 Bp 36,0 SD 28,5 Bd 32,6 * probabi lmente maschi le C) GLpe 54-55* GLm 54,?* Bd 25,1 Phalanx II (posterior) a) GL 35,0 Bp 29,9 SD 23,2 Bd 24,8 b) GL 38,6 Bp 22,8 SD 22,9 Bd 28,1

Astragalus GLI G L m D1 Bd

a) 39,1 21,3 21,8 24,5 b) 36,6 19,2 18,3 22,6 c) 27,6 26,4 16,0 17,5 d) 27,7 26,6 15,6 17,1 e) 28,2 26,9 - 18,2 f) 31,3 30,1 - 19,4 X" 31,7 25,1 17,9 19,9

Tibia Bd 19,0

P h a l a n x I Bd 11,1 P h a l a n x II a) G L Bp SD Bd b) G L Bp SD Bd

20,3 7,9 6,8

24,6 9,7 8.6 11,5

Pha lanx III DLS 23,4

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Santuario), tendendo a stabilizzarsi tra il 5 (N atumo) e I' 8-9,5% (Ledro e N6ssing). Poiche ambienti climatici simili 0

identici possono ospitare faune con forte presenza di maiali (efr. per es. Wiesing in Tirolo, Pucher, 1986) non ci pare pos­sibile evocare cause ambientali per spiegare la scarsita di maiali nell'antica Eta del Bronzo dell'area medio-alpina ate­sina; essa dovra essere piuttosto ricercata nell ' ambito di pre­cise tradizioni economiche che sembrano fondarsi su basi culturali piuttosto che ambientali (Riedel e Tecchiati , 1997).

Tabelle delle misure (Driesch 1982)

HUE

Mc Bp 55,6

Mt Bp 51,9

Centrotarsale GB 56,8

Astragalus a) GLl 59,7 GLm 55,0 Tl 34,0 Tm 30,0 Bd 39.9

b) GLl 59,9 GLm 55,0 Dl 34,0 Bd 39.6

Phalanx I (anterior) GLpe 56,4 Bp 29,3 SD 24,5

Phalanx I (posterior) a) * GLpe 63,9 GLm 60,5 Bp 32,1 SD 27,2 Bd 31,7 • probabilmente m asc hil e

b) * GLpe 59,4 GLm 58,7 Bp 36,0 SD 28,5 Bd 32,6 • pro bab ilmente masc hil e

c) GLpe 54-55* GLm 54?* Bd 25: i

Phalanx II (posterior) a) GL 35,0 Bp 29,9 SD 23 ,2 Bd 24,8 b) GL 38,6 Bp 22 ,8 SD 22,9 Bd 28,1

CAPRA

Phalanx II GL 25,3 Bd 8,8 SD 7,6 Bp 11 ,0

PECORA

Radius Bp 31 ,6 BFp 38,7

Humerus a) Bd 29,8 b) Bd 21,6

Astragalus

GLl a) 39,1 b) 36,6 c) 27,6 d) 27,7

e) 28,2 f) 31,3 x - 31,7

Phalanx I Bd 11,1

Phalanx II a) GL 20,3 Bp 7,9 SD 6,8 Bd b) GL 24,6 Bp 9,7 SD 8,6 Bd 11,5

Phalanx III DLS 23 ,4

GLm 21 ,3 19,2 26,4 26,6 26,9 30,1 25,1

Lafauna dell 'Eta del Sranza di Naturna

I caprovini sono sempre bene rappresentati ma la loro importanza complessiva pub naturalmente variare (Sonnenburg 30,8, Ledro 67 ,6%). Questa variabilita si gioca soprattutto in rapporto alia maggiore 0 minore presenza di buoi che sono sempre comunque i maggiori fomitori di came e forza-lavoro. La percentuale stessa dei buoi pub pari­menti oscillare sensibi lmente (Sonnenburg 56,9, Ledro 24, 1%).

DJ Bd 21 ,8 24,5 18,3 22,6 16,0 17,5 15,6 17,1

- 18,2 - 19,4

17,9 19,9

MAIALE

Mandibula* Spessore del processus condyloideus

27,4 • dimensioni pross ime al c inghia le

Femur* DC 29,3 • dimensioni prossime al c inghiale

Astragalus GLl 39,3 GLm 36, 1

CANE

Mandibula ( 11 ) PI-P4 38,9 (dx)

40,5 (sx) (12) P2-P4 34,7 (dx)

34,7 (sx) (20) 19,6

Tibia

Bd 19,0

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Riedel A. - Tecchiati U.

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