La farmacia “OLISTICA” - Cosmofarma Exhibition | Evento leader per il … · 2016-03-31 · mal...

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INTERVISTA PASSIONE PER LA MEDICINA NATURALE, COLTIVATA NEGLI ANNI CON STUDIO E IMPEGNO, E PARTECIPAZIONE A NUMEROSI CORSI DI APPROFONDIMENTO HANNO PERMESSO A SILVIA SORACE MARESCA DI ELABORARE UN MODO DIVERSO DI SVOLGERE LA PROFESSIONE. ECCO COME SI COMPORTA CON CHI FREQUENTA LA SUA FARMACIA E LE INIZIATIVE DELL’ASSOCIAZIONE DA LEI FONDATA di Lorenzo Verlato È un fiume in piena Silvia Sorace Maresca (nella foto: a sinistra, con il padre e la sorella, tutti farma- cisti a Castel Maggiore, Bologna) quando parla di medicina naturale, di prevenzione, del ruolo professio- nale del farmacista da far lievitare. E ancor più se il discorso va sul va- lore aggiunto del consiglio sanitario o sul colloquio da sviluppare con il cliente/paziente. E rompe gli argini, poi, se parla della sua Pharmethi- cs, l’Associazione che promuove “una classe di farmacisti-guida nel- la prevenzione” e dei primi passi, peraltro di gran successo, della sua Accademia. È un modo -a tutto tondo- di coniugare farmacia, salu- te, etica, ecosostenibilità e respon- sabilità sociale che vale proprio la pena di approfondire. D’accordo, l’Oms parla di salute psicofisica, con una vi- sione, quindi, che non si limi- ta ai soli aspetti sanitari, ma che comprende un equilibrio a 360°, cioè fisico, mentale, sociale, spirituale. Ma da qui a proporre una “farmacia oli- stica”, che punta alla “salu- te totale”… non le sembra di prenderla un po’ larga? Sì, certo, la prendo un po’ larga, ma è esattamente ciò che voglio fare. Ovviamente partiamo dal pre- supposto che il farmacista si deve occupare di benessere più che di malattia, compito quest’ultimo del medico. E allora mi piace dimostra- re che non ci sono scorciatoie, che se vogliamo star bene il percorso da fare su di noi dev’essere com- pleto, deve coinvolgerci in tutta la nostra interezza. Certo, il concetto espresso dall’Oms, oltre che auto- revole, è anche molto ampio, ma è quello che cerco di trasmettere ai miei clienti/pazienti. Una visione così ampia ob- bliga a conoscenze altrettanto profonde e diversificate… Ho essenzialmente un’estrazione di medicina naturale: la mia prima scelta è stata la fitoterapia, ma poi sono andata oltre, ho seguito i cor- si Cisdo, sono diventata docente e ora sono abilitata a insegnare ome- opatia ai medici. Per me, mettere in equilibrio un organismo significa far capire alla gente di smetterla di curarsi un pezzetto alla volta: hai mal di stomaco, vai dal medico che Abbiamo incontrato Silvia Sorace Maresca, La farmacia “OLISTICA” mese arma 8 n. 4 - 2016

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IntervIsta

PASSIONE PER LA MEDICINA

NATURALE, COLTIVATA

NEGLI ANNI CON STUDIO

E IMPEGNO,

E PARTECIPAZIONE

A NUMEROSI CORSI

DI APPROFONDIMENTO

HANNO PERMESSO

A SILVIA SORACE MARESCA

DI ELABORARE UN MODO

DIVERSO DI SVOLGERE LA

PROFESSIONE. ECCO COME

SI COMPORTA

CON CHI FREQUENTA

LA SUA FARMACIA

E LE INIZIATIVE

DELL’ASSOCIAZIONE

DA LEI FONDATA

di Lorenzo Verlato

Èun fiume in piena Silvia Sorace Maresca (nella foto: a sinistra,

con il padre e la sorella, tutti farma-cisti a Castel Maggiore, Bologna) quando parla di medicina naturale, di prevenzione, del ruolo professio-nale del farmacista da far lievitare. E ancor più se il discorso va sul va-lore aggiunto del consiglio sanitario o sul colloquio da sviluppare con il cliente/paziente. E rompe gli argini, poi, se parla della sua Pharmethi-cs, l’Associazione che promuove “una classe di farmacisti-guida nel-la prevenzione” e dei primi passi, peraltro di gran successo, della sua Accademia. È un modo -a tutto tondo- di coniugare farmacia, salu-te, etica, ecosostenibilità e respon-sabilità sociale che vale proprio la pena di approfondire.

■ D’accordo, l’Oms parla di salute psicofisica, con una vi-sione, quindi, che non si limi-ta ai soli aspetti sanitari, ma che comprende un equilibrio a 360°, cioè fisico, mentale, sociale, spirituale. Ma da qui a proporre una “farmacia oli-stica”, che punta alla “salu-te totale”… non le sembra di

prenderla un po’ larga? Sì, certo, la prendo un po’ larga, ma è esattamente ciò che voglio fare. Ovviamente partiamo dal pre-supposto che il farmacista si deve occupare di benessere più che di malattia, compito quest’ultimo del medico. E allora mi piace dimostra-re che non ci sono scorciatoie, che se vogliamo star bene il percorso da fare su di noi dev’essere com-pleto, deve coinvolgerci in tutta la nostra interezza. Certo, il concetto espresso dall’Oms, oltre che auto-revole, è anche molto ampio, ma è quello che cerco di trasmettere ai miei clienti/pazienti.

■ Una visione così ampia ob-bliga a conoscenze altrettanto profonde e diversificate…Ho essenzialmente un’estrazione di medicina naturale: la mia prima scelta è stata la fitoterapia, ma poi sono andata oltre, ho seguito i cor-si Cisdo, sono diventata docente e ora sono abilitata a insegnare ome-opatia ai medici. Per me, mettere in equilibrio un organismo significa far capire alla gente di smetterla di curarsi un pezzetto alla volta: hai mal di stomaco, vai dal medico che

Abbiamo incontrato Silvia Sorace Maresca, farmacista e presidente di Pharmethics

La farmacia “OLISTICA”

mesearma 8 n. 4 - 2016

Abbiamo incontrato Silvia Sorace Maresca, farmacista e presidente di Pharmethics

ti cura da qui a lì; poi vai da un al-tro medico e ti dà un farmaco per intervenire da lì a là. Ma noi siamo un’unica cosa e il nostro organi-smo reagisce con tutto il suo insie-me. Dobbiamo, poi, tener conto di questa vita lunghissima che abbia-mo davanti. Un tempo arrivavi a 75 anni e ti preparavi ad andartene, mentre adesso abbiamo sconfitto tante malattie, abbiamo farmaci risolutivi e un’aspettativa di vita lunghissima. Per esempio, il mio babbo -l’uomo della mia vita- ha 83 anni, viene tutte le mattine in farmacia e ha una mente lucidissi-ma.La vita si è allungata e dobbiamo

viverla al meglio, affrontando tutti questi anni con una mente ben al-lenata e un fisico che ci sostenga. Ecco perché insegno ai miei clienti/pazienti a considerare sempre tutto quel che mettono dentro il corpo, questa macchina che è l’unica che abbiamo e che dobbiamo curare bene. Che sia un alimento o che siano delle pillole, è sempre qual-cosa che interagisce con il nostro organismo e che può provocare di-sequilibri. Quindi, mangiare bene, mantenere attiva la muscolatura con il movimento, soprattutto un certo tipo di movimento, e far par-tire il tutto dalla respirazione. Fac-cio un esempio pratico: nessuno

ha i muscoli della schiena ben svi-luppati -fuorché i nuotatori- e così, invecchiando, tutto cede un po’, ci incurviamo e non c’è niente che sostenga il peso dello scheletro. Ci dobbiamo pensare per tempo, fare esercizi fisici corretti, misurati, adeguati al mutare del nostro fi-sico. Insomma, il mio impegno di farmacista che si occupa del benes-sere della gente deve puntare alla prevenzione, alla salute totale, in una logica quindi anche di ecoso-stenibilità e con uno spiccato senso di responsabilità sociale.

■ Propone, dunque, un nuovo modo d’interpretare la profes-

mesearma 9n. 4 - 2016

La farmacia “OLISTICA“

sione. Ma quali i risultati pra-tici? Insomma, bella la teoria, ma in soldoni…Guardi che, insegnando un consu-mo più cosciente, paradossalmen-te alla fine la gente consuma più cose. Faccio un esempio pratico. Lavoro da molto tempo con il Con-siglio nazionale delle ricerche, che ha reso disponibile un test (piccola parte della ricerca premiata l’anno scorso con il Premio Nobel) che analizza com’è fatta la membrana della cellula. Tradotto in parole po-vere, questo test mi dice che cosa

è bene che io mangi, qual è il mio alimento nemico, quale sostanza mi manca. Capisco, quindi, con che cosa debbo integrarmi, e così arriviamo alla nutraceutica.A questo tipo di equilibrio reagisco-no tutti gli organi, il primo è la pelle, il più grande organo che abbiamo e quello sempre sotto i nostri oc-chi. Chi fa con me questo percorso impara a capire -anche gli uomini- che la cura della pelle è fondamen-tale e che quello che noi donne abbiamo sempre fatto per essere più belle, diventa allora necessario

per tutti. Impa-riamo a capire che la pelle è lo specchio della nostra salute e così riscopria-mo la vecchia semiotica me-dica (che, pur-troppo, non si indaga più all’università), che è lo studio dei segni. Una macchia sulla pelle può in-dicare che c’è qualcosa da indagare, il se-gno della deca-denza di un or-gano, piuttosto che di un altro.Ma, ritornando alla doman-da -e scusi se divago- tutto questo non è soltanto empi-rica filosofia, bensì ha effetti pratici. E non soltanto perché un consumo più cosciente fa

aumentare le necessità e gli acqui-sti, ma anche perché così ho allar-gato il mio bacino d’utenza.Vede, sono stata per tanti anni nel consiglio di Federfarma Bologna, dove mi occupavo di Pianta organi-ca, e ai colleghi che mi chiedevano del “bacino d’utenza” rispondevo che si tratta di un’entità mobile, che si restringe e si allarga in tanti modi. Proponendo servizi e dimo-strando una certa professionalità, io ho clienti che vengono quattro volte l’anno dalla Svizzera, che spesso arrivano da Firenze, da Ve-nezia, un po’ dappertutto.

■ Come si declina, nell’attività al banco, questa visione olisti-ca?Il gioco è molto semplice: basta abituarsi a parlare con il cliente, usare le famose due, tre domande da fare a tutti. Io le ho protocol-late (sono una farmacista e vivo di protocolli) e tutti in farmacia le fac-ciamo a chiunque, ottenendo due risultati importanti: innanzitutto la persona si sente seguita e poi ti fa capire qual è il suo vero problema.Faccio l’esempio della tosse, che è soltanto un sintomo, spesso uguale anche se diversa è la sua origine. Con poche domande riesci a capire qual è lo sciroppo giusto da dare e così risolvi il problema del paziente.Prima regola, quindi, è parlare con la gente. Ovviamente poi ci vuole competenza, quindi lo studio deve essere costante, in modo da essere sempre aggiornati. La nostra guer-ra di oggi è farci preferire rispetto a internet. Tutti vanno a consultare la rete e quando vengono al banco sanno già la risposta: “Buongiorno, mi dà della curcuma?”. E allora io rispondo: “Quanti chili?”. Perché spesso loro non sanno di che cosa stanno parlando, ma tu lo devi ben sapere.

Silvia, a destra, e Alessandra Sorace Maresca

mesearma 10 n. 4 - 2016

mesearma 12 n. 4 - 2016

La farmacia “OLISTICA“

“I love Medicina naturale”

Silvia Sorace Maresca, 56 anni, laureata in Farmacia a Bologna, collabora-

trice in farmacie a Prato prima di diventare titolare con la sorella Alessandra

della farmacia di Castel Maggiore (BO), vanta un lungo curriculum di spe-

cializzazione in medicina naturale. È specializzata in Omeopatia e in Fito-

terapia, ha frequentato corsi di medicina Vedica e Ayurveda Maharishi, corsi

di Lipidomica e Nutraceutica del Cnr, corsi di perfezionamento in farmacia

di comunità, oltre a quelli di formazione manageriale, di gestione d’azienda

e di public speaking. E ancora, frequenta la Scuola di nutrizione salernitana,

collabora con il Cnr e, sul piano istituzionale, ha fondato Agifar Bologna,

è stata consigliere di Federfarma Bologna, oltre a collaborare con l’Ordine.

Ha fondato nel 2015, insieme con la sorella Alessandra («condividiamo gli

stessi valori», ci ha detto), l’Associazione Pharmethics, che mira a diffondere

i principi della farmacia olistica, a favorire il dialogo con il cittadino e ad

accreditare il ruolo del farmacista.

■ Lei ha fondato un’associa-zione, Phamethics, il cui nome unisce insieme farmacia ed etica. Conta proseliti tra i col-leghi?Non moltissimi, devo dire la verità. Attualmente sono una settantina, ma consideri che l’associazione è partita da meno di un anno e che partecipare a Pharmethics impli-ca profonde motivazioni. Bisogna essere disponibili a portare dentro la propria farmacia i concetti di cui abbiamo parlato finora. E poi lavorare come me significa stu-diare, seguire corsi la domenica, impegnarsi a fondo. Perché chi fa parte di Pharmetichs deve impa-rare a dialogare con il pubblico in modo diverso, con l’obiettivo di fare in modo che il cittadino rico-nosca il nostro ruolo. Un grande supporto all’Associazione lo dà un “esterno” al nostro mondo, il “socio onorario” professor Marco Frey, massimo esperto di economia ambientale, direttore dell’Istituto di management della Scuola supe-riore Sant’Anna di Pisa. Penso sia “innamorato” del progetto Phar-methics, volto a promuovere una classe di farmacisti-guida nella pre-venzione.

■ Ma in pratica, che cosa fa Pharmethics?Abbiamo un sito, dove pubblichia-mo articoli, un blog dove dialo-ghiamo tra di noi, per scambiarci opinioni o risolvere dubbi. Il mio più grande sogno è realizzare la “Treccani della Sanità”, arrivare al punto che, se qualcuno cerca qual-cosa attinente la salute, lo possa trovare su questo sito. Quindi, non andare su Wikipedia, ma cercare documenti scientificamente ac-creditati. Per fare questo bisogna essere preparati, e allora abbiamo costruito un’Accademia, che è iti-

nerante, nel senso che vado a farla dove ci sono 15-20 farmacisti inte-ressati.Essa propone 4 lezioni sui nostri 4 grandi temi, cioè prevenzione, re-sponsabilità sociale, gestione delle risorse umane e ambiente. Le lezio-ni hanno tutte una parte teorica e una pratica e quest’ultima consiste nelle nostre esperienze, quanto, cioè, ciascuno di noi ha fatto nel-la sua farmacia. Quindi, in pratica, condividiamo e regaliamo le nostre iniziative, i nostri materiali e così il giorno dopo puoi proporre nel-la tua farmacia le stesse attività, come, per esempio, le mie lezioni di salute, il mio corso di cucina, il progetto di ambiente ben struttu-rato o quello di responsabilità so-ciale. Per partecipare basta essere iscritti a Pharmethics (25 euro il singolo farmacista, 150 l’intera far-macia). La prima Accademia l’ab-biamo tenuta a Verona ed è andata molto bene: 25 iscritti, sempre pre-senti e poi la Federfarma locale ci

ha pure richiesto di ritornare. È già un buon successo.

■ Quali i suoi programmi per il futuro?Dobbiamo ora strutturare il secon-do anno dell’Accademia, perché quanti l’hanno fatta devono poter proseguire nel percorso, di modo che, se abbiamo parlato di nutri-zione, ora dovremmo parlare di movimento, e così via. Poi voglia-mo coinvolgere più farmacisti, per rilanciare il dialogo con il cittadino attraverso la nostra piattaforma. Spero che le aziende partner ci dia-no know how, materiali, conoscen-ze, per esempio che ci aiutino, con il blog, a rispondere con le dovute competenze. Non siamo tuttologi e dobbiamo far parlare gli esperti delle varie problematiche. A Co-smofarma, poi, avremo il nostro stand, dove promuovere le nostre idee e quest’anno presenteremo e svilupperemo proprio questo pro-getto della rete. ■