la [fa di I Si degli Inumo - solfano.it · ilcllc GonlVatcrnilo non i1 siala ancora indagala come...

37
Monografia di Caniealtì GIACINTO GANGITAKO la [fa di I Si degli Inumo E LE [flllÉii Éiì mtonnosu

Transcript of la [fa di I Si degli Inumo - solfano.it · ilcllc GonlVatcrnilo non i1 siala ancora indagala come...

Monografia di Caniealtì

GIACINTO GANGITAKO

la [fa di I Si degli InumoE L E

[flllÉii Éiì m tonno su

Monografia di Canieartì

GIACINTO GANGITAHO

la [ta di I Si negli Umilii

&

Tipografia MODKKNA - Canicatli

PROSPETTO DELLA CHIESA(La cnsa immol i u l t i M U T I I.- H M I I I I R O sttrpc sul poslo

(!(-||;L Vecchi» Cliit'sa).

PREFAZIONE

Sono wlulo a lu r iKo indeciso se [iiiblilicartì o no«innato lavoretto.

L'indagine sull'attività di una Confraternita non èsicuramente materia dilettevole, ed a pochi potrebbeinteressare, specie se non si tratti di una illustre isti-tuzione.

Ma poi ho pensato che tutto può servire — com-presi i soggetti che possono a prima vista sembrarearidi — ai (ini dell'indagine storica; tanto più che glistudi in proposito sinora molto scarsi, per non dire chenon esistono affatto.

L'importanza storico - religiosa e sopratutto socialeilcllc GonlVatcrnilo non i1 siala ancora indagala comesi meriterebbe, né è stato ancora censilo il grande con-tributo clic in ogui tempo esse hanno apportato al pa-Irimonìo artistico nazionale.

Dalle antiche Casacce della Liguria alle varie Mise-ricordie della Toscana, dulie gloriose Scuole Venete alleArciconfraternite, Compagnie e Congreghe del Mezzogiornoe delle Isole, si noUi per tutta l'Italia la fioritura di»|ueste secolari istituzioni, delle quali in alcuni paesi

pietà inaUività ; come per il nostro Comune, dove nonesiste quasi più nessuna delle dodici Congregazioni di

L'AUTOBE

Interno della Chiesa - II lenrìnue siili' Allsin- Madore nascxmde il Titolo tli]iinlodal Guadagnino nel 1785.

IL SECOLO XVII"Origine della Confraternita e sua aggregazione

a quella di Palermo.

Suoi privilegi - Costruzione della prima ChiesaCulto di San Sebastiano.

L'anno 1634-nel mese di settembre - per l'inte-ressamento dei nominati Pietro e Vincenzo Dai-notto, Giuseppe Bordonaro, Salvatore Sciabarrasi,Pietro Sciasela, Giuseppe Rizzar! e Giovanni An-tonio Mossuto, fu costituita in Canicattì una Con-fraternita laicale sotto ìl titolo di Maria SS. degliAgonizzanti ; con bolla di Mons. Francesco TrainaVescovo della Diocesi di Agri^ento, di cui la Par-rocchia di Canicattì faceva e fa tuttora parte.

Tale istituzione, nel piccolo e scarsamente po-polato nucleo rurale del principio del 1600, ne tro-vava già altre consimili: la Confraternita di SantaBarbara, quasi sicuramente quella di San Sebastia-no (che in seguito prese il nome dei Santi Seba-

stiano « Djego) e, torse qiiidc.lii! a 11 ni i l i cui perònon ci è arrivata nessuna not iz ia .

Dui Lesto de l de r re lo Vescovile [lamtlìbo elio piedio nini erezione vera a propria ai Iralliisfe di tuiariorganizzazione; (;oimiTi(|iie, data l'assoluta man-canza di notizie anteriori , si deve considerare que->l:i d a t a Como i l p r inc ip io c l u U ' i i U i v i l à i l i i lullu Con-fraternita; per la quale lo slesso Mona. Traina sta-biliva come sede temporanea la Chiesa Matricedel Paese sino a quando i Co.nfni.ti non si (baserò fab-bricati una Chiesi) propria; e con l'obbligo di pa-gare annua lmen te un rotolo Hi cera alla Venera-bile Gassa di S. Gerhuido. Ne l lo stesso tempo con-cede ai conf ra t i il privilegio di poteri! questuaretanto nel l 'abi ta to r i i Oan ica t t f elio nel suo territorio.

La Confrale mila non restò a lungo insediatanella Matrice, perché dopo pochi anni provvedereiilla costruzione del proprio Oratorio, per il qualefu scelto un posto allora fuor i mimo, che corri-spondeva i m inedia tain ente a f i a n c o dell ' a t tua leChiesa, in posto ora occupato da casa privata.

Fu quesio spazio concesso dal feudatar io ? Èun' ipotesi pmbabile , sebbene nessuna t e s t imonianzaabbiamo in proposito.

Par imenU incerta è la data della sua costruzio-ne, che bisogna eri lineare nel decennio [-.he va dal1645 al 1655, poiché risulta che la Confraternita

nel IG59 si era tiià trasferita ila qualche anno nellanuova Chiesa, da dove non si è più mossa.

In quello Stesso anno - Superiore Kr;Min>sc<> Velia -abbiamo la iwiifernm del |i r i v i Ingiù esclusivo i l iesporre il SS. Sacramento nella Chiesa Matricedurante l'agonia di un confratello. Tale privilejiionon fn n id i n i f i abbandonato, e vedremo in seguitocon quale zelo t'osse difeso.

A questo si aggiunga unaltro pr iv i legio non menoesclusivo: quello di potere girare in processioneper tutto il quartiere di Borgalino o di potere fareprediche all'aperto.

Riguardo ;ili'organi/,zay,ione interna, la don fra-ternità risulta governala da vari Gestori od l ' f l i -dali. t:h« sino a l l a l i tui dc.l ser.cilo c.r;ui<i r i f i l i ogniquattro mesi. ICssi erano, oltre il Supcriore o (io-vernalore : un primo assistente, un secondo assi-stente, un Cancelliere, un depositario o tesoriere,due maestri dei novizi, due visitatori di infermi ,due sac.rislauì, due nunzi , due antifonari, due por-tinai. Io seguito furono due anche i (esoneri (mag-giore e minore); come pure compare un'altra ca-rica: i! depositario del grano, così chiamato per-ché provvedeva alla esazione settimanale di ungrano (due centesimi) a lesta da quei confral i chevolontariamente .si erano assoggettali a lale obbli-go e perciò chiamati fratelli del grano. Questa u-

— 14 —

sanza, che non durò a lungo, fu organizzata persopperire alle spese di culto in un periodo di pocadisponibilità finanziaria, non essendo ancora co-minciati i lasciti e le donazioni, e di questo ab-biamo la prova qualche armo più tardi - nel KÌ93 -quando i confrati furono costretti n fare un'ope-razione forse più unica- che rara ; cioè dovetterodare temporaneamente in pegno la campana dellaChiesa stessa.

Nel 1671 tal Francesco Di Puma, possessore daantica data di una immagine miracolosa della Ma-donna delle Grazie, la cede momentaneamente indeposito ai confrati, con l 'obbligo di festeggiarneogni anno la ricorrenza, sino a quando non sifosse costruita un'altra Chiesa possibilmente nelpunto stesso dove questa immagine era prima con-servata. S'ignora quanto tempo restasse in custodiaquesta immagine , dì cui in seguito si perdono com-pletamente le tracce.

Nel 1674 tal Vincenzo Coco chiede il permessodi fondare una Cappella dedicata a S. Stefano, apatto di avere la concessione di potervi annetterela tomba per sé e per i suoi discendenti in ptsr-petuo. Avutane licenza dal Superiore, costruì dettaCappella a proprie spese ed i lavori durarono dueanni.

Nel 1686 il Vescovo Mona. Francesco Maria Rini

— (6 -

dei M i n o r i Osservanti conferma aurora una v o l t i iil privilegio di espore il SS. Sacramento d u r a n t el'agonia dei confrati, e diffida yli amministratoridella Compagnia del SS. Salvatore (con sede nella,Chiesa dì S. Spirito) a non esercitare abusivamentetale diritto sotto [iena di sospensione (hi)la Com-pagnia stessa.

Nel H»96 (per allo Notar Sabella) fu f a l l a re»o-lare aggregazione alla Confraternita omon ima esi-stente in Palermo; e ciò per usufruire di I n l t i iprivilt'.j.rì c.d indnlgiMi/.i ' r.onc.cssi a l a l e Compilat i laria varii Pontefici e special niente da S. S. UrbanoVII! (IG23-IG44). I n esso a t t o ( f i r m a l o d u i Supc-riore di Pa le rmo I). Gabriele Catalano) si stat>ilÌMceche i confniti di Canicatl ì che potessero e v e t i l u a l -menle trovarsi in Palermo avrebbero avuto d i r i t -to di frequentare hi Chiesa iJi M. SS. dogli Ago-nizzant i di quella ditta, però senza av^re voc.c néattiva, r iè passiva; e così (.lei cmd'raU di Pa le rmoche fossero di paesaggio per Cariicattl .

Nel 1698, le due Congregazioni di M. SS. de^liAgonizzanti « quella (li Gesù, Maria e Giuseppevengono alla slipula/jone eli una specie di a l lean-za di cui pubblichiamo il testo; non perché que-sto abbia soverchia importanza, ma perché questodocumento può dare, meglio di qualsiasi altra re-

lazione, un'idea del sentimento religioso in quel-l'epoca :

Jesus Maria Joseph.

Noi Gubernatori e Congiunti et tutto il grembodella nostra Congregazione di Gesù, Maria e Giuseppeuniti in forma di Congregazione hogtji il di 9 mar-no 1698, domenica 2.a di detto mese, unitamente edil Superiore, Congiunti e fratelli di questa Venera-bile Congregazione della Gran Signora Maria degliAgonizzanti habbiamo stabilito come per il presenteCapitolo stabiliamo

Si stabilisce dunque dalli sottoscritti fratelli chetutte le volte ohe uscirà il SS. Sacramento deltaEucaristia per il Viatico dì giorno di domenica inhora di Congregazione allora habbiamo, e vagliatilolasciare di fare le Congregazioni, e correre al suonodella chiamata della Campana della Madrice Chiesaet unirci in forma di Congregazione et le corone dispine sul capo, come hoggi habbi sortito per la pietàdi Dio nostro Signore.

Item noi come sopra stabiliamo die solennizzan-dosi la festività del Glorioso S. Giuseppe del tran-sito del mese di luglio noi fratelli e Superiore dellaGran Signora dell'Agonizzanti uniti assieme in corpodi Congregazione la, vigilia doppo il primo Vespe.road hore venti habbiamo in processione ad andare a

•venerare la Chiesa- del Glorioso S. Giuseppe ed scu-jm-rla sì come appunto si have posto in esecuzioneVanno passato 1697.

Jl giorno poi fieli1-istessa solennità la matina hab-biamo d'andare professionalmente a ricevere il SS.Sacramento dell'Eucaristia nel suddetto Oratorio ei-oii-affluirR Vitwìwlflnnstt, at la sera facendosi pro-cessione habbiamo d'andare ad associare il SS. Sa-cramento.

Item noi fratelli della Venerabile Congregazionedi Gesù, Maria e Giuseppe per il presente capitolostabiliamo che solennizzandosi la festività, della glo-riosa Maria Madre dell'Agonizzanti, il dì 8 di set-tembre, habbiamo da venire a portarci nelle lorofonti l'acqua benedetta per maggiormente mostrareil fervente affetto che sentiamo alla suddetta GranSignora, et a tutti i suoi fratelli.

E che il dimani habliamo da venire in forma, diCongregazione ti fare la Santa Comunione, et fa-cendosi precessione la sera della festività habbiamoda venire ad associare processionalmente il SS. Sa-cramento, e questo sotto pena siccome sopra si hadetto, et altre pene ad arbitrio delli loro Superiori,onde in fede di dò habbiamo fatto il presente ca-pitolo firmato, e sottoscritto di nostra propria mano

— 18-

koggi in questa Congregazione di SS. Maria rìelliAgonizzanti.

Die 9 marta 1698.Noi li fratelli Congregati rii (f. M. G.Il Superiore : Domenico Martines (Segnano altre

selle firme).

Lo stesso anno la Confraternita (o meglio i suoiaggregati) chiesero ed ottennero l 'ambito privilegio

poter portare il cappello sulcappuccio oppure pendente su!dorso.

Non era facile ottenere que-sto pr iv i legio ; dita M i questa no-tizia sollevò le proteste di An-

' tonino Marrone, nella q u a l i t àdi Governatore della Compa-gnia delle Grazie sotto il titolodel SS. Sacramento (detta an-che dei Bianchi, che ebbe co-me sede d e f i n i t i v a la Chiesa,di Santa Rosalia) che si sentivamenomata avendo ottenuta an-eli' essa precedentemente lostesso privilegio. Ma vane fu-rono le sui; prolusi e; questoprivilegio consideralo di mol to

Confrall

importanza restò in seguito ad ambedue le Com-pagnie, cui si aggiunse in epoca imprecisata ana-logo i l i r i l l M c.oiif.iìSHO a l l a Compagnia del SS. Sal-v i i t o r e . Nonostante ( jueslo, non abbiamo notizietìHUin! dell'esercizio di tale privi legio, che fu con-validato ancora una volta nel 1718.

Nessun documento accenna in particolare al cultodi Sari Francesco da Paola; ma siamo sicuri chela atatua che ancora si conserva e e,he in tempimoderni è rimasta quasi priva di culto, rimontaal la l i n o del secolo X V I I , pur avendo sofferto delleroaaomiesioni « dei restauri arbitrar!; e così puresi può dire del grande Crocifisso cui ancora oggiè dedicato uno degli altari della Chiesa.

La divìsa scelta come di consuetudine, e chenon ci consta essere «tata mai mutata, si compo-ne di due pezzi: il camice annodato ai fianchi daun cordone bianco con fiocco e la visiera o cap-puccio; il tutto di tela ruvida giallognola, su cuispicea una croce azzurro-celeste sul lato sinistro.

In questo al numero degli iscritti, un ruolo dellafine dì questo secolo ci fa sapere «he in quell'epo-ca i confratelli ammontavano a sessantadue.

IL SECOLO XVI!I°

Le condanne capitali - Lasciti e donazioniLa nuova Chiesa.

Ent rando i l .secolo Uecimol. lavo la Confraterni tai l i Manu SS. degli Agoni/matiti prende maggioreiinporlai)7,ii, acquista lenlaincri lc maggiore ricchez-za, ed i dirij«jnti adesso sono e le t l i annualmente

Abbin ino i p r i m i lasciti, e fra questi se no no-tano alcuni di curiosi: le 7 pecore lasciate da D.Domenico La Rizza, ed i sei vascel-li di api lascialida cei'to A n t o n i n o Oli veri con l'obbligo di far ce-lubrare a n n u a l m e n t e una Messa nel giorno ilei morti,

m u r i t i del 1722 elenca, l rn a l t r i pochiI M I i n v e n t i n o ne i 1/22 elenca, ini aun pocnioggetti, il ba.stone d'argento in due pezzi della sta-tua di y. Francesco da Paola, ed un Crocifìssoastile pure d'argento elio tntt'oia esiste. Lo stessoinventar io e,i da pure notizia di uno stendardettoprocessionale di damasco, di cui non è definito il

colore, con sopri l ' i i n n i a j j i n o il i Maria SS. liceliAgon izzan t i .

Ne l l ' anno 1727 successe un fa l lo che si può con-siderare nuovo, a lmeno perche nessuna milizia ab-biamo di consimil i fa t t i a n l u i : c < l i > n t i . Sollt; br igantifurono catturati e condanna t i a morte, e le con-danne furono ([ni eseguite. La (io tifiti leni Ita fuchiamata - come sur» d i r i t to - per l'assistenza spi-rituale ai condanna t i . Ma, meglio c.he descriverequesta macabra funz ione , ini piai-e lasciare la pa-rola all'ignoto cronista die ebbe cura di inserirlanei registri del Pio Sodalizio, complf i ta i idola dellemolte abbreviazioni, e che rispecchia ingenuamentelo spirito religioso di quell'epoca:

Nel mese di maggio dell'anno 1727. {/ttìnln Indi-zione.

Essendo stato eletto da S. E. Illustrissima il Vi-ceré ad ordine di Sua Cattolica Maestà Carlo 111(che il Signore guardi) da Vienna il nostro Ecc. Si-gnor B.ne Padrone Don Francesco Bonanno Prin-cipe di Roccafiorita e Cattolica Vicario per luttoquesto Regno di Sicilia con l'alter ego per l'ettlir-pasione dei ladri che in quel tempo andavano contanta temerarietà catturando Cavalieri et altri; ne

furono fra gli altri pretti nette dei più famosi eperche la ras utenza di detto nostro tiiyuor Principefu in questa Terra, onde si portò il Signor DonI''ninc(ìsr4> f lassimi (<i (! ramila) Giudice accompa-yn'.ilo <.••»« 2ò Visttri (i cavallo tal il suo TenenteCoronella et andò la Gran Corte in questa sua su-•Mlu Trrrn, /<•«- r.br li delti ladri ftumun* ulti ti «m-i<-H.;iuli <• cuHdttnnrtti allit forai in questa, e perciòper noNlra priniletjio come congregali dell'Agonizzantifu data a noi In cura, nel mentre che i detti Mise-randi condannati erano in cappella .volto la curadalli fratelli della Grazia o Bianchi, di trattenercilierlulti i tre giurili a nostre spese il fìS, esposto conte prediche e concordo di tutto il popolo, in segnodi che si tratteneva il nostro stendardo nella pub-blica piazza, e nel primo giorno della Cappella niportò dalli nostri fratelli Sacerdoti e secolari la ca-It'intln "Iti di-Iti titifiarandi condannali scrivendolinel libro delti fratelli del tjrano par farci fjoderetutte le indulgenze a questa nostra Chiesa concessee dopo d'haverci fatto fare la professione colla so-lita Orazione, fa dalli nostri ognuno dei Miserandiabbraccialo tenerti mente. Nella prima Cappella fu-rano afforcati tre, 'nella asconda furono strangolatil'altri quattro alii quali pure si fece l'intensa fun-zione a nostre spese et havendosi li fratelli dellaCongregazione di S. Giuseppe risentiti di voler at-

— •ìA -

tendere a questuare per la celebrazione delie Messeper l'anime delli sopradetti coinè quelli che hannoil titolo dell'opera della Misericordia fu deciso dasua Eccellenza che questo anche spetta alii nostrifratelli dell'Agonizzanti, slante essere opera Pia perl'anima e non per. il corpo, per il quale devono que-stuare gli Congregati di S. Giuseppe nelli bisognicorporali, come infatti nel mentre che li poveri con-dannati si portavano alla forca e nel mentre che sistavano strangolando si disposero molti delli nostrifratelli Congregati coi coppi per l'elemosina [ier leanimi.' delli detti Miserandi e di questi se ne feoerocelebrare in questa nostra Chiesa le Messe con tuttala possibile sollecitudine e cura, ohe il Signore passaaccettare fatiche et attenzioni di quelli devoti fra-telli quali si impiegare per detto affare in decorodi questa nostra Chiesa et in suffragio di quellepovere anime che Iddio Vabbia in citilo.

Li condannati alle forche furono: nella -primuCappella a 5 di maggio 1727:

Don Raimondo Sferlaeza delli GrulliDon Sigismondo Loretta(o Laureila) dì AragonaAntonino Cacciatore di Girgenti

bella seconda Cappella a 17 maggio 17S7 ;Francesco Borsellino di tì-irgentiMichele Pirricuni di Castrogiovanni

— SE -

Sl.ro Antonino L'Arrustutu Hi CaatrogiovanniM.ra Gitix&iipe Chiaramente di Cnslrogiovanni

Krcnrtinutl /minili <li S. Maria 'Mia (fratta :Ra-o. F. Giovanni M. Testasecca - Cttriiidilano.D. Gaspare CoscioD. Gasila re Palumboóac. D. Rosario Agliata.

In una nota i l i spose dei 1731 è citala la fatturadi una custodia dorala rii cui in seguito si per-i lom) le tracce, ud il possesso di una casa nelquartiere dei ta rmine e di una chiusa di terre i t icontrada Montagna .

Nel 1744- il S novembre - Tu eseguita u n ' a l t r acondanna a morte in persona di Giacomo Bili-razza,reo di o m i c i d i o . La condanna, essendo detto Sfir-razaa nativo di Caniuatt!, fu emessa di re t tamentedal Principe della Cattolica (che in quel tempo erali. Giuseppe Boriali no Filangieri). 11 condannato,come dice l 'anonimo relatore, fu portato «nel Ca-stello di S. E., nelli dantmusi a frontespizio del-l'Armeria » dove si recarono in co ni missione iConfra te l l i con a capo il loro Superiore SacerdoteD. Pietro Gorbo, ascrivendo il condannato dopoiivurlu l'atlo confessare, nel libro della Congrega-zione. Il posto scelto per l'esecuzione fu la piazzadi Bordatino.

i n t a n t o si pensa a t i iblirirsiri! uni i nuova Chiesapiù Anulile e più o rna ta , a l le spese d u l i a qualeavrebbe concorso l'elemosina spontaneafrali. Queste spese non erano i n d i l T r i v i i(iltre alla costruzione vera o propria era iii'cfissarioacquistare, per poi diroccarle, tre case lei-rat le chesorgevano sull'area prescelta, i ni in odia tu m un te aHaii co del la Chiesa già esistenh1 . A v u t o n e il -per-messo dal Vescovo si comprano e si abbattonoquesli t-riisaleni, . ina mol t i a n n i mir t in i ci sono vo-l u t i perché inc.oniuH'.iassc'rn i l a v o r i . I n t a n t o biso-gna rel t i l icare un errore in cui si è troppo spessocascali, secondo il quale il Hev. I). Carlo Adamnavrebbe, costruito la nuova Chiesa a sue spese, oquasi. Pur non negando clic quegl i sia s talo unbenefattore per la Chiesa, tanto ila ^Mistificare lacoilocaxione nel suo interno di un r i t ra t to postumo,in modo differente si svolsero i falli : nella lunganota dei Confratelli che hanno concorso volonta-riamente alla costruzione, il Vicario I). Carlo Ada-mo - pur avendo fatto la maggiore oblazione - sitrova no ta to per onze sei.

Negli ann i chi; intercorrono fra il 1754 ed il I7.r»7troviamo molte spese prevenlive (mattoni, gesso,pietre) e pare che venissero qui delle maestranzeAgrigentine, a giudicare anche da un prevent ivopresentato da Mastro Gerlando M ossuto da Agri-

genio. Finalmente, nel 17(W, Tu iniziata la nuovafabbrica (sul portale è scolpita la (lala 1764) ma ilavori, probabilmente per insiifTi«iiMi/,a di t'ondi, an-darono molto a rilento. Non sappiamo con preci-sione quando la nuova Chiesa fu pronta, ma pos-siamo stabilirne la data all'iiicirca non prima del1770, proseguendo poi i n t e rnamen te i lavori di ri-finitura.

Tu Ito il materiale della vec-oliia Chiesti, come ènaturale, passò nella nuova; ma degli artisti che,vi lavorarono - stuccatori, pi t tor i - non abbiamonessuna notizia, meno che per il Guadagnino dicui parleremo in seguito.

11 30 dicembre !7<iS. il Principe di lìoccafiorita.scrive una lettera, da Palermo al Superiore (M.roMario Prendi!) dicendo essere suo desiderio volersiaggregare. Non sappiamo «e questo desiderio ebbeseguito; certo che nei ruoli dei O i m f r a l i del la se-conda metà del 1700 si trovano elencati: I) Krini-cesco Bonanno Principe di Cattolica, I). Emani te leSonatine Duca di Miglimeli, il Hev. D. Carlo Ada-mo, D. Giuseppe Bordonaro, il Notar Miir iauo Mar -tines, D. Giuseppe Gangilano, D. Nicolo Adamo,D. Domenico Latomia, D. Alessandro Bordonaro;e questi n o m i n a t i v i dimostrano la grande popola-rità che aveva acciaiato il Culto di Maria SS. de-

gli Agonizzanti anche nel le sfere p iù «levate delpaese.

Bisogna anche accennare al la sezione femminilecostituita da mogli e figlie di Confrati; ma non ab-biamo nessuno elemento per accertare quando que-sta Sezione sia sorta né quanto sia scaduta; ado^ni modo bisogni) considerar la rcmn1 u n ' a t t i v i t àsuppletiva o di scarso interesse. l,a campana grandeohe ancora esiste, sebbene incrinata, si l'use l'an-no 1771 ad opera del Maestro campanaro AntoninoAlcuri venuto qui dalla nativa Burgio. Nel 177-2abbiamo un ricorso al Rev. Vicario Foraneo' (fir-mato dal Superiore D. Nicolo Safonte) contro laCompagnia del SS. Salvatore, che aveva osalo an-cora una vol ta ledere il p r iv i l eg io ant ico pertinentesolo alla CnufriUfiniitii dogli Agonizzanti esponen-do il SS. Sacramento in occasione dell 'agonia diun loro Konl ' r a l c ; un diro ricoi'so in par i data ab-biamo rontru la Compagnia (Ini In «nm« o driBianchi, ed un'altra intimazione olla stessa Com-pagnia del Salvatore, nel 1777.

Ne l mese di settembre dell 'anno 1780 fu eseguitaun'altra condanna a morte. Stavolta si tratta di uni idonna, certa Stefana Insalaci), e la sentenza fuemessa da l l ' I l i .mo signor l.)r. 1). Mieli t i Ninnolo Lom-bardo, quale l ì i u d i c e Conservatore dulia. Corte dello

— 80 —

Ecc.mo Signor Duca di Misilmeri (1), ma non sap-piamo per quali reati. La condannata fu portatanel castello, dove stette tre giorni, e fu assistitadalla Compagnia dei Bianchi; mentre i Confrati dìMaria SS. degli Agonizzanti questuavano per ilpaese, a fine di celebrare col prodotto di talequestua delle messe in suffragio dell'anima dellacondannata.

Nel 1782 si ottenne l'autorizzazione dalla CorteVescovile di poter demolire la vecchia Chiesa, cheera circa la metà della nuova ed era rimasta privaili culto, e di potersene servi re ad uso profano,Difatli ne tu abbattuta la volta « parte delle mura.Tato spaxin fu in seguito rednlo a privati ed illocale si mantenne cosi diruto per oltre un secolo.

In quella stessa epoca si comincia a notare afavore della Chiesa l 'attività di un Confrate di ec-cezione : il pittore O. Francesco Guadagni no. Nel1786 questi ritocca l'antico Crocifisso e la slatuadi S. Francesco da Paola; e qualche anno più ta rd iesegue su commissione una pala d'altare rappre-sentante l'Addolorata; quadro che tuttora esistenello stesso posto per cui fu dipinto (2).

(t) Ciò* D. Emsnnelo B-munno, Proi.-n-r.iii™ (ii-m-rnli- dpi frolnllo II. (.ìiu-KO]||>S Princii>8 ni Callo!;.'*, il.-l (|imli> tlniiii-nlll crii imo ilei feudi.

" Punto 1 )> . . • • . : • , . ' . • < ' i,'i,'..!'.|-iiiii<, » i-rmi|p|ti>ii ' i i ln ili OBW <]iinllriii» sua mar,,..!, ni M'.-r |iillnU> il .{..miniti- .li Mu.i:. »f '.,I.:»!•>:u:« i-In- c-i.M.'

some i"1'- i . i K i i ' i ' i i » ii i . !%• "".'<• "•• ..uri nel >KtU, v (U,,iiisn pure II TITOLO lìi-lln r,tiie,hl

ndelieridel 1790

si o ne a M.ro Mario Moncada perin Icario intaglialo fi dorato, e Ira

un caline d'argento.Del 1797 è una Tinta inolia cur iosa: si t r a t t a di

unii sovvenziono di lari duo per ordino del Rov.I). Carlo Adamo a corto l).a Giulia Vecdiitti (aReecliilli, M Veochini), die è qualificata ebna fatta.cristiana; ed è questo finora l'unico accenno di

ili elementi sturi i ti.raliii ni la dnninlo il secoloii'alti-ii i

tn

a capooilenitniu (il Hov. I). Giovanni

assisdto dnranU; i Ire giorni din prc-secuzione che avvenne nel ponierigjiii)mbre ili nuell'mino. Audio per questa

esecuzione non ai hanno notizie precise rie! luogoin cui fu effettuai», die però supponiamo avvenutain un potilo della zona peri fé i-ira, dei Comuni (I)chiamato Kolclie (Li Furchi). Molti, se non tulli innrpi dei pnsii/.iali. furono wiipprlliti ridia Chiesadi S. Calogero.

IL SECOLO XIX0

Tumulazione di Padre Elia Lauricella - Rifaci-mento della volta della Chiesa-La Corpora-

zione della Maestranza.

In questo secolo, pure in mezzo alle r i v o l u z i o n ied ai cambiamenti politici e sociali, la Confrater-nita contìnua indisturbata la sua attività, e benpoco si può dire che risenta dei cambiamenti este-riori, salvo ijualclie brève periodo di depressione.

Nel 1801, D. Gaelano Martines rimette a nuovol'organo della Chiesa, e nello stesso anno D. Fran-cesco Guadagnino completa il ritratto postumo delVicario D. Carlo Adamo, che, sebbene un pò ri-toccato, esiste tuttora nell'interno della Chiesa ( I ) .

Le elezioni ilei gestori adesso si l'anno con l'in-

I). dirlo Allumo morì nel nffil ad unni 77.

- 34-

lervento del Sindaco e del suo Cancelliere. Nel1829 fu inaugurata a spese dei Confrati la Cappel-letto che tuttora esiste alle Bolteghelle, e varie ri-parazioni al campanile furono eseguite nel 1858.

Nel 1851 abbiamo la concessione Vescovile digiorni quaranta di indulgenza a chi reciterà unPater dinnanzi la statua di S. Francesco da Paola.

Pur non essendo la Chiesa propriamente Cimi-teriale, le tumulazioni vi erano da antica data per-messe per i soli Confrati che spesso vi si facevanoseppellire vestiti del sacco della Congregazione;salvo opposizione dell'autorità superiore, che do-po il 1860 era rappresentata dal Preside del Ci-vico Consiglio (o Sindaco); così nel 1870 fu solen-nemente trasportata da S. Domenico la salma delServo di Dio Padre Elia Lauricella da Racalrmitoche era qui morto nel 1780 a 1"! anni e seppellitoprovvisoriamente a S. Domenico, nonostante lasua espressa volontà di riposare nel suo paese i l iorigine (1).

Nel 1877 da Palermo arriva una lettera del Duca

tu tutte onnon*™ 72 (Paelea Iraslatus fuit in Eccitila S. .V, A gonifcani iutaubi jamt tub Ara Malori divine Etxlealae).

-35-

Lancia di Brolo, iscritto alla Confraternita omo-nima di quella città, che ricordando l'antica aggre-gazione, chiede di essere ammesso come socio ono-rario. L'assemblea dei Confrati diede alla unani-mità voto favorevole. Inoltre con riunione del t8giugno I87ti fu segnato come primo socio onorarioSua Santità il Pontefice Pio IX, il quale benigna-mente rispondeva i n v i a n d o a tutti i Confrati laparticolare benedizione.

Nel 1885 fu deciso di mettere a stampa gli an-tichi capitoli della Confraternita, o almeno quelliapprovati l'anno 1782 del Real Consiglio degliOspizi, che l'u abolito nel 1864. Dei capitoli origi-nali non abbiamo notizia, ma probabilmente i ca-pitoli pubblicati non sono che una riproduzionedi quelli. Conalano di 20 parti ed è curioso il fattoche per aulica consuetudine, dovendosi cancellaredai ruoli un confratello per qualsiasi ragione, ilSuperiore soleva ordinare in questa circostanzail suono della campana funebre. A questi capitolisono aggiunti e pubblicati altri pochi cenni senzaspeciale interesse riguardanti quìstioni interne efirmati dal Superiore Salvatore Lalomia, da cuirisulta che in quell 'anno i Confrati ammontavanoa 243.

Nel 1880 la volta della Chiesa minacciava ro-vina ; per tale ragione fu abbattuta e rifatta nella

sua parte centrale, non toccando però la parie chesovrasta l'Altare Maggiore.

Il campanile, nella sua forma attuale, fu rifattocirca il 1876, e la scala esterna nel 1892, abolendola pr imi t iva scaletta semicircolare in pietra rossa.

Lance prò i 'laali della Corpo n

A questo punto bisogna accennare alla Corpo-razione della Maestranza di cui abbiamo notiziesicure sin dal 1755, che pure riunendosi una volta

-3,1 -

all 'anno nella stessa Chiesa, era un'istituzione di-versa dalla Confraternita, sebbene a prima vistaquesta differenza non risulti troppo chiara. Dìfattiquesta Corporazione, che interveniva ogni annoalla festa dell'Immacolata (nella domenica in Albis)pii organizzava il tradizionale giucca della balletteràusava portare in processione delle lance, che pur»essendo conservate nella la Chiesa degli Agoniz-zanti, non sono mai siate denunciale come pro-prietà della Confraternita in nessun inventario,anche recente, che ci è pervenuto.

Però, per quante ricerche si siano potute fare,nulla si è trovalo; non dico gli statuti di questaCorporozìópe, rna neanche si è potuto rilevare alcuncenno attraverso unesame minuzioso dei volumi a r -chivio della Confraternita. Manomissione o dimen-ticanza? Non possiamo giudicare.

Sappiamo soltanto che la Maestranza era rettada un Capitano che veniva eletto ogni anno, comeogni anno erano pure eletti un numero imprecisatodi artiglieri, che un tempo durante la festività del-l'I m macolata spara vano per davvero dei piccolimortai probabilmente prelevati per l'occasione dal-l'armeria del ('.astello.

Però, dopo un tragico incidente avvenuto nel1814 per cui il Capitano dell'annata (M.ro UiegoAccardo) per fatale imprudenza di uno di questi

artiglieri perdette la vita sullo spiazzo .antistantela Chiesa di S. Rosalia, questi spari furono abo-liti ed i mortai furono successivamente sostituitida innocui petardi.

La processione della Maestranza durò sino aiprimi del nostro secolo, poi la Corporazione sisciolse ; ed oggi non ne resta più che il ricordonei più anziani.

IL SECOLO XX°Traslazione della salma di P. Elia Lauricella.

La Congregazione delle Orsoline.

Col principio de) secolo attutile si inizia per laConfraternita un periodo di decadenza, ciie vana-mente i gestori tentano di arginare. Varie causeconcorsero a questa rilassatezza, cui non furonoestranee le correnti socialiste ed anticlericali del-l'epoca ed un malinteso desiderio di novità chetentava di rinnegare tutte le forme tradizionali ;mentre scomparivano le traccie della Chiesa pri-mitiva, sull'area della quale veniva fabbricata unapiccola casa privata.

Nei primi del 1900 i confrati iscritti nei ruolierano ancora numerosi, e fra questi parecchi ap-partenenti alle migliori famiglie del paese, senon-ché molti di essi avevano da tempo abbandonatotutte le riunioni, sì da essere considerati volonta-riamente dimessi.

- 40 —

Nel 1905 infatti, nell'elezione dei nuovi Gestoriquesta dovette essere rimandata perché gì ' inter-venuti furono soltanto dodici.

Questo stato di cose, qualche anno dopo, fumomentaneamente riparato anche per merito dei-l'allora giovanissimo confratello Antonino Terrana,che nel 1913 fu dichiarato benemerito per avererivendicato' alcuoi diritti della Confrate mila.

Lo atesso anno, per opera dell 'Arciprete Rev.Don Luigi Lalomia, la Chiesa, che sino allora eraconsiderata Oratorio privato, fu aperta al pubblicoculto.

Nel 1922 - Arciprete Mons. Ficarra - furono ini-ziate le pratiche per concedere la Chiesa alla Con-gregazione delle Orsoline, acquistando, una casanell'attigua Via C. Poerio, ed aprendo una comu-nicazione interna attraverso il coitile. Dopo pa-recchi adattamenti, la Casa, fu ufficialmente inau-gurata nel 1929 ini pia alando vi una scuola di rica-mo, una scuola di taglio e la scuola malerna " G. Ga-lilei. „ Nella Chiesa si usa adesso esporre giornal-mente il SS. Sacramento.

Intanto, nel 1925, fu rimossa la salma di P. EliaLauricella che riposava ai piedi dell'Altare Mag-giore per essere trasportata a Racalmnto, sua pa-tria, dove nel frattempo non era stato mai dimen-ticato.

E la Confraternita? I suoi registri si fermanoal 1922. Dalla morte del suo u l t imo SuperioreDiego Gallo essa ha cessato la sua attività, manon ci risulta che sìa ufficialmente decaduta o co-munque soppressa. Da quella data, il tentativo chesi fece di nominare un Commissario non apportònessun risultato pratico.

At tua lmente alcuni dei conf'rati - molto poni l i i t iverità - sono ancora viventi.

Bisogna considerare questo slato dì cose comeun temporaneo letargo, o nome l 'estinzione def in i -tiva dì (juesla .secolare Istituzione?

F I N E

•»}S3]o:> vjos ns jwoiqiod nuvoi» - 'numi inii,\JMiim u];\\' -napi |3|i «ioni «n

FINITO DI STAMPARE

M Mi fi m 1940

La "TERRÒ „ ài Tanicattì

Edizioni AKEAQAS - Agrigento - 1939 (eaaurit!

h'onli si uri !•! ic :

Archivio della Confraternita di M. SS. degliAgonizzanti.

(Nella Chiesa omonima).Capitoli della Congregazione di M. SS. degli

Agonizzanti del Comune di Canicatti.

Camoattì - Tip. Alfonso De - Castro, 1886.