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1 ARTI La Domanda di Innovazione della Filiera del Tessile in Puglia Attività cofinanziata dall’Unione Europea attraverso il POR Puglia 2000-2006, Misura 3.13 “Ricerca e sviluppo tecnologico”, Azione E “Costituzione dell’Osservatorio Permanente dell’Innovazione”

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ARTI

La Domanda di Innovazione della Filiera del Tessile in Puglia

Attività cofinanziata dall’Unione Europea attraverso il POR Puglia 2000-2006, Misura 3.13 “Ricerca e sviluppo tecnologico”, Azione E “Costituzione dell’Osservatorio Permanente dell’Innovazione”

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Questo Quaderno si basa sull’ampio studio realizzato, su incarico dell’ARTI, nel corso del 2008, da Nunzia Carbonara e Aurora Magni.

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Indice

SINTESI E CONCLUSIONI 1. L’INDUSTRIA DELLA MODA: CARATTERISTICHE NAZIONALI 1.1. Il settore oggi: i soggetti principali della filiera e lo scenario competitivo 1.2. Punti di forza e criticità del settore: le strategie di riposizionamento 1.3. Ricerca nel comparto e prospettiva europea

1.4. Dalla filiera produttiva alla gestione integrata dei processi e dei servizi. Nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi

2. IL SETTORE TESSILE-ABBIGLIAMENTO IN PUGLIA 2.1. Analisi del settore tessile abbigliamento in Puglia 2.2. Gli stadi della filiera presenti in Puglia 2.3. Operatori economici collegati 2.4. Imprese, ricerca e innovazione: alcuni casi significativi 3. LA RICERCA A FAVORE DEL TESSILE-ABBIGLIAMENTO I N PUGLIA 3.1. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento

3.2. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia 3.3. L’offerta formativa

ALLEGATO 1: CATALOGO DELLE INNOVAZIONI NEL COMPARTO TESSILE E MODA

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Sintesi e conclusioni I principali aspetti caratterizzanti l’industria tessile e dell’abbigliamento pugliese sono i seguenti:

• la globalizzazione dei mercati ha particolarmente gravato sul comparto pugliese, come su quello nazionale, penalizzando, in particolare, le imprese artigiane e i laboratori della subfornitura mono-committenti e/o impegnati in lavorazioni di bassa/non specifica qualificazione; la crisi attraversata dal comparto negli ultimi anni e l’instabilità del mercato hanno determinato un ridimensionamento degli addetti del comparto e un aumento del ricorso a forme di occupazione flessibili (part time, contratti atipici, lavoro interinale) quando non al lavoro nero, grigio e a domicilio;

• fatta eccezione per alcune imprese impegnate nella produzione di semilavorati e di materiali per impieghi tecnici, il settore è identificabile prevalentemente con la confezione di capi di abbigliamento, a cui contribuisce con tutte le tipologie prevalenti di prodotto (capo spalla, maglieria, intimo, calzetteria, abiti da sposa/cerimonia) e rivolgendosi alle fasce classiche di utenti (uomo, donna, bambino). I prodotti realizzati sono ormai prevalentemente indirizzati a target medio-alti e alti del mercato con una crescente propensione all’internazionalizzazione delle relazioni commerciali;

• grazie all’ottima reputazione professionale/tecnologica di cui godono, le imprese del sistema moda tendono in molti casi ad operare come subfornitrici delle marche/griffe affermate, beneficiando dell’effetto traino in caso di trend positivi, ma anche subendone le flessioni nelle fasi di criticità. Una condizione considerata ormai troppo vincolante dagli imprenditori intervistati fortemente impegnati nello sforzo di rendere visibile sui mercati il proprio marchio e i propri campionari acquisendo riconoscibilità presso i consumatori.

Le imprese locali hanno reagito al nuovo quadro competitivo: • attivando iniziative utili a contenere/razionalizzare costi di produzione anche

intensificando la delocalizzazione verso aree produttive più vantaggiose; • ridimensionando la propria struttura produttiva interna, talvolta in modo radicale, ma

rafforzando le funzioni di progettazione, prototipia, coordinamento e logistica; • potenziando le capacità progettuali e stilistiche sia all’interno dell’azienda, sia

ricorrendo a consulenti esterni; • sviluppando strategie di marketing volte a individuare ed affrontare nuovi mercati

(Asia in particolare) e adottando iniziative di valorizzazione del proprio marchio e delle proprie collezioni;

• individuando modalità di relazione più strette con i consumatori mediante rapporti diretti con la distribuzione e l’apertura di propri punti vendita.

In questo contesto l’innovazione di prodotto è intesa dalle imprese come una delle condizioni utili ad acquisire margini di autonomia produttiva e visibilità sul mercato. Occorre precisare come nel comparto della moda l’innovazione abbia prevalentemente carattere “incrementale”, si basi cioè sull’inserimento progressivo nelle collezioni di elementi innovativi volti a differenziare la nuova collezione dalla precedente o a qualificare il prodotto in nuovi target di mercato. Un’azione continua concretizzabile nell’adozione di nuovi materiali, accessori, trattamenti cromatici, tattili o performanti realizzati direttamente o dai fornitori talvolta per contesti applicativi diversi da quelli propri dell’abbigliamento. Ciò non diminuisce l’entità dello sforzo che le imprese compiono per dare originalità e valore ai capi che saranno proposti al mercato, e che coinvolge non solo gli uffici stile e campionatura ma pressochè tutte le attività aziendali in senso lato. Si tratta di una modalità di lavoro che rischia di rendere le attività innovative delle imprese non visibili, non censibili. Gli imprenditori tendono a non

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identificare le attività di definizione stilistica dei capi con la funzione “Ricerca e sviluppo” ma a considerarla un’attività di routine. Ciò non impedisce che vi siano nell’area imprese che condividono con le università pugliesi programmi di ricerca applicata volta a conferire ai prodotti caratteristiche del tutto nuove. Lo sviluppo di programmi formalizzati di ricerca coinvolge però solo alcune realtà aziendali. E’ inoltre modesto l’interesse verso l’adozione di marchi e certificati di valenza internazionale e volti a qualificare e garantire il prodotto. L’iter di certificazione1 è percepito, infatti, quando adottato, come un comportamento conseguente a precise richieste dei clienti (o vincolanti la possibilità di approcciare determinati mercati) più che una modalità valorizzante la propria immagine: il punto di forza di ogni strategia commerciale è nella reputazione dell’azienda, nella sua capacità di rendersi riconoscibile ed affidabile presso i propri clienti. Simile l’atteggiamento verso etichettature eventualmente enfatizzanti il “Made in Italy” e la tracciabilità geografica della produzione: è l’imprenditore, con la sua storia, le provate abilità del suo staff e le caratteristiche dei materiali utilizzati a garantire la qualità dei suoi manufatti, poco importa dove questi siano stati realizzati. Vi è in questo una forte consapevolezza del legame profondo che unisce qualità e valorizzazione del prodotto e qualificazione dell’azienda nel suo insieme, compresa l’eventuale rete dei subfornitori. Ma qualificare i propri operatori e mantenerli aggiornati è uno sforzo considerevole per aziende stressate dalle tempistiche di consegna imposte dai clienti e dall’instabilità del mercato. Vi è difficoltà a reperire nel mercato del lavoro locale le professionalità necessarie (tra queste export manager, creativi, disegnatori cad, modelliste) e ad investire in formazione continuata. Eppure si avverte il bisogno di momenti di aggiornamento e di formazione “snella”, magari svolti in aree non regionali, o realizzati in loco ma sotto forma di laboratori interdisciplinari e animati da talenti esterni invitati in Puglia allo scopo di portarvi la propria esperienza, il proprio vissuto. In sintesi, il comparto tessile pugliese, nelle sue espressioni più dinamiche, appare attraversato da una dualità di strategie imprenditoriali (non necessariamente in contrapposizione una all’altra, anzi, spesso co-agenti):

• il rafforzamento del modello fashion-system basato sulla qualificazione del prodotto, le politiche di brand, il miglioramento delle modalità distributive funzionali al rafforzamento dell’immagine aziendale e della capacità dell’impresa di agire sul mercato, l’incremento dell’efficienza organizzativa aziendale;

• l’individuazione di nicchie di prodotto/mercato caratterizzate da differenziazioni qualitative del prodotto e dalla ricerca di ambiti applicativi diversi da quelli consolidati.

Il secondo modello strategico, appare ancora numericamente minoritario ed è individuabile nelle imprese che hanno attivato programmi di ricerca e che guardano con interesse alla sinergia con altri comparti industriali affini. Un ulteriore sviluppo potrebbe riguardare, anche in sinergia con altri comparti produttivi presenti sul territorio, l’area dell’arredo tessile2 e l’area del tessile per la sicurezza3. Per quanto riguarda le possibili traiettorie di sviluppo, sarebbe certamente ingenuo sottovalutare le influenze che gli scenari internazionali possono avere nel prossimo futuro sul settore della moda italiano e, nel caso specifico, sulle imprese pugliesi che alle griffe e ai brand del fashion hanno fortemente legato il proprio destino. E per quanto le case di moda italiane si dichiarino intenzionate a mantenere nel territorio nazionale parti significative della

1 Esempio: Ecolabel e Oekotex. 2 L’arredo tessile potrebbe accentuare la propria duttilità a contesti diversi dal salotto tradizionale orientandosi ad esempio verso gli interni del trasporto nautico di lusso o verso l’arredo di locali ad uso collettivo quali aree espositive/ ricreative, ristoranti, sale cinematografiche, etc. 3 DPI, abbigliamento per soggetti con esigenze particolari.

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filiera produttiva, o almeno a fare del Made in Italy un punto di forza sul mercato, occorre ricordare che la tranquillizzante equazione tra prodotti di importazione e scarsa qualità non è più attuale: la competizione dei paesi di nuova industrializzazione non si gioca più solo in termini di vantaggio di costo, ma minaccia i produttori italiani con prodotti qualitativamente validi consegnati in tempi rapidi ai committenti. Inoltre, l’individuazione di nuovi mercati di sbocco comporta frequentemente la scelta da parte del committente di fornitori più prossimi alla distribuzione, condizione che potrebbe penalizzare i sub fornitori pugliesi. Un processo che le imprese pugliesi più strutturate hanno sfruttato a loro volta nei decenni precedenti de localizzando nei paesi dell’Est Europa e che attuano ora con un cambiamento di prospettiva: è all’Asia che guardano tanto in termini di mercato che di alleanze produttive e di delocalizzazione, mentre l’Est Europa pare meno vantaggioso. In questo contesto non sorprende che solo alcune imprese di punta investano in ricerca e innovazione avvalendosi delle opportunità offerte dai bandi comunitari, nazionali o regionali: la preoccupazione per l’immediato futuro, la gestione delle commesse e l’acquisizione degli ordini occupano quasi interamente l’attenzione dell’imprenditore e del management. Inoltre ad insidiare il futuro dell’impresa concorre talvolta una minaccia interna: l’assenza di condizioni di alternanza generazionale alla guida dell’azienda che crea dubbi sull’efficacia degli investimenti e della programmazione delle attività nel lungo periodo. In questo quadro di criticità è possibile individuare alcune strategie attivabili a livello territoriale. In primo luogo, se è vero che l’industria tessile abbigliamento italiana possa essere tutelata/rilanciata a condizione di riposizionarsi sui nuovi mercati internazionali del lusso e del lusso-accessibile, le imprese della moda pugliese possono contribuire a questo trend grazie alla riconosciuta e diffusa cultura tecnologica del prodotto. L’apertura ai mercati internazionali è un processo che le leader hanno già attivato con buoni risultati, e che può essere esteso alle aziende meno strutturate a condizione che le stesse si alleino per muoversi congiuntamente nei confronti di committenti spesso stranieri e potenziando, oltre al livello qualitativo del prodotto, una qualità del servizio erogato che giustifichi prezzi altrimenti penalizzanti. Un’altra possibilità consiste nello sviluppare marchi e brand propri, evidenziare contenuti qualificanti con campagne promozionali ad elevato impatto4, nell’aprire propri punti vendita o trattare direttamente con la grande distribuzione. Si tratta di un’iniziativa che richiede importanti investimenti e che può essere condivisa da più aziende (co-marketing) proponendo al consumatore, di target ben individuato, linee caratterialmente definite o integrate (ad esempio: filiera dell’accessorio, total look bambino, total look dell’abbigliamento professionale e sicuro, eccetera.). Un’ipotesi ulteriore è offerta proprio dalla filiera della protezione e della sicurezza, espressioni che sottointendono un ampio catalogo di prodotti ed altrettanti contesti d’uso: dai dispositivi di protezione individuale (DPI), allo sport, dal prodotto per utenze speciali (portatori di handicap, anziani, ecc.) al capo ecologicamente garantito, dai prodotti anallergici all’intimo a compressione graduata, per fare solo alcuni esempi. Si tratta di prodotti in cui l’elemento qualificante è il carattere performante (antifiamma, antitaglio, antibatterico..) non disgiunto da confort all’indosso e da contenuto estetico gradevole, talvolta esplicitamente di tendenza. L’interesse manifestato dall’industria pugliese della calzatura a sviluppare prodotti così fortemente caratterizzati può essere considerato dalle imprese della moda come

4’L’esempio è offerto da Geox che deve il suo successo a un messaggio semplice e d’effetto e a potenti investimenti di immagine, o daYamamay che ha puntato con successo all’idea del fashion di marca ma accessibile e massicciamente comunicato.

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l’opportunità per misurarsi su temi forse inconsueti per la loro tradizione produttiva ma dal trend sicuramente in crescita. Sia che si tratti di consolidare l’immagine e la competenza fashion dell’impresa della moda locale o di affrontare nicchie di mercato con prodotti specifici, ciò implica una crescita qualitativa delle aziende e delle figure professionali che in esse operano e allo scopo devono essere dedicate risorse tanto da parte dei soggetti della governance territoriale quanto dalle singole imprese. Inoltre i cambiamenti organizzativi in atto nelle imprese pugliesi, basati sul progressivo prevalere delle funzioni di progettazione e management dei progetti e sulla contrazione di quelle più operative, richiedono una crescita culturale dell’azienda nel suo complesso e una nuova capacità di sedimentare ed integrare, rendendole fruibili, conoscenze e saperi professionali. Occorre infine ricordare che la Puglia si avvale della presenza di strutture universitarie la cui capacità di stimolare l’inserimento di processi di innovazione nel tessuto produttivo è documentata dai progetti di ricerca avviati. Si tratta di risorse che possono essere maggiormente sfruttate dalle imprese la cui capacità di usufruire di simili opportunità non è innata ma conseguente ad un elevamento della proprie competenze professionali e progettuali. In altre parole, in Puglia università ed imprese devono crescere insieme, condividendo obiettivi e metodi. Una maggior attrattività delle università pugliesi potrebbe interessare industrie di altri territori/comparti stimolando iniziative di collaborazione produttiva, mentre una maggior crescita culturale e manageriale delle aziende può stimolare ed incentivare la formazione di un terziario di qualità in grado di generare lavoro ed opportunità di business trattenendo nell’area quei talenti culturali e professionali altrimenti spinti a cercare altrove ipotesi di carriera. Da questo punto di vista la sinergia tra un’impresa fortemente motivata ad incrementare la propria catena del valore rafforzando i propri punti di forza immateriali (creatività, logistica, immagine) e un terziario capace di supportare la trasformazione post fordista di uno dei comparti più “tradizionali” del Made in Italy, rappresenta la leva imprescindibile dello sviluppo economico e culturale dell’area.

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Capitolo 1. L’industria della moda: caratteristiche nazionali L’industria tessile e della moda pugliese è una parte qualificante del settore tessile nazionale e si colloca, con oltre 6.000 imprese e 28.000 addetti nel 2005, prevalentemente nella fase “a valle” del processo di trasformazione, realizzando i capi di abbigliamento che saranno poi inviati alla distribuzione e al consumo. L’analisi delle sue caratteristiche economiche ed organizzative non può prescindere quindi da una lettura più generale del comparto nazionale e delle tendenze di riorganizzazione che lo attraversano. Ciò è sollecitato da due fattori importanti:

• la crisi che negli ultimi anni ha investito il comparto della moda in Italia e in Europa non ha avuto, come talvolta in passato, caratteristiche di riassestamento ciclico verso nuove condizioni di lavoro e di mercato, ma motivazioni talmente radicali da mettere in qualche misura in discussione la permanenza dell’industria manifatturiera leggera nell’Occidente industrializzato;

• la Puglia è fortemente collegata alla filiera nazionale e alle griffe del lusso e dell’alta qualità, spesso localizzate in altre aree geografiche e di cui rappresenta la struttura di riferimento per la prototipia e l’industrializzazione dei capi.

Per comprendere le trasformazioni in atto nel comparto pugliese è quindi utile collocare quest’area geografico-industriale, che contribuisce al Made in Italy con capi moda di livello qualitativo elevato, all’interno di uno scenario più generale e nelle relazioni dinamiche che stabilisce con gli altri soggetti della catena del valore del sistema tessile e della moda. L’ingresso nello scenario economico tessile di soggetti internazionali fortemente competitivi e nel contempo l’aprirsi di nuovi mercati corrispondenti a fasce di fasce di consumatori in grado di apprezzare ed acquistare prodotti Made in Italy, sono condizioni che hanno indotto cambiamenti organizzativi e commerciali rilevanti nel comparto considerato. Una lettura dell’industria pugliese che tendesse a limitarla al solo contenuto manifatturiero o a isolarla nei confini regionali anziché collegarla a dinamiche extralocali e sistemiche apparirebbe quindi limitante e incapace di cogliere i trend di innovazione in atto. A conferma di ciò occorre rilevare come la regione nel suo insieme si qualifichi per la considerevole presenza di strutture universitarie e di ricerca finalizzate al settore moda le cui attività sembrano orientate a guadagnare ruolo oltre la dimensione regionale. Prima di entrare nel merito delle caratteristiche predominanti dell’industria locale è pertanto necessario ridisegnare sinteticamente il comparto tessile/moda italiano nel suo insieme e in relazione ai cambiamenti strutturali indotti dai nuovi scenari economici. 1.1. Il settore oggi: i soggetti principali della filiera e lo scenario competitivo Dal punto di vista produttivo la filiera del tessile moda, ancora presente in Italia con tutte le fasi del ciclo tecnologico, può essere rappresentata da una successione sostanzialmente lineare di azioni trasformative che, partendo dalla fibra, dalle diverse caratteristiche, la trasforma in fili e filati e successivamente nelle differenti superfici tessili a cui, mediante i processi fisico-chimici della nobilitazione, vengono attribuite caratteristiche cromatiche, estetiche e funzionali. Il ciclo può essere raffigurato come in Figura 1.1.

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Figura 1.1. La filiera del tessile abbigliamento

Il processo “a monte” prevede una prima fase, detta filatura, in cui la materia prima (naturale, artificiale o sintetica) subisce lavorazioni differenti a seconda delle sue caratteristiche merceologiche e della destinazione d’uso del filato realizzato. Il passaggio successivo prevede la realizzazione di superfici di diverso tipo: a telaio saranno realizzati i tessuti ortogonali mediante incrocio di filati di trama con filati di ordito, mentre i tessuti a maglia saranno prodotti con macchine rettilinee o circolari. La filiera tessile italiana contempla inoltre la realizzazione di pizzi, ricami, feltri, tessuti non-tessuti, questi ultimi in costante crescita grazie alla diffusione dei prodotti usa e getta in molteplici contesti. Si tratta di una gamma di differenti tipologie di prodotti a cui corrispondono diversi contesti tecnologici produttivi e, conseguentemente, diversi modelli organizzativi.

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La nobilitazione (cioè tintura, stampa e finissaggio) interviene mediante colorazione, additivazione e trattamento chimico dei semilavorati in funzione dei risultati che si intendono ottenere e può riguardare la materia prima, il filato, i tessuti e talvolta il prodotto già confezionato. Si tratta di un universo tecnologicamente articolato in cui l’innovazione partecipa sia migliorando le prestazioni dei manufatti sia razionalizzando il ciclo ed i costi che questo comporta con particolare riguardo al consumo energetico e delle acque di processo. L’introduzione dei trattamenti al plasma rappresenta, in questo senso, una delle innovazioni più recenti consentendo di funzionalizzare5 le superfici senza impiego di acqua di processo e in condizioni di considerevole risparmio energetico.

All’elenco dei prodotti che concorrono a definire la filiera tessile “a monte” occorre infine aggiungere un’altra famiglia di tessili, per quanto di nicchia: quella dei compositi. Si tratta di strutture caratterizzate da leggerezza e resistenza ottenute combinando fibre tessili speciali quali vetro, carbonio e aramidiche predisposte in varie forme combinate ad una matrice in resina termoindurente. A motivo della loro resistenza e leggerezza i compositi sono usati quali elementi strutturali in caschi protettivi o in barche e autovetture da competizione.

Le lavorazioni “a valle” identificano le fasi del ciclo produttivo volte a progettare, tagliare e assemblare i materiali in funzione della realizzazione di un capo finito e coincidono con la confezione. Si tratta della fase del processo produttivo che relaziona direttamente con il consumatore mediante la distribuzione (business to consumer) mentre i produttori di semilavorati operano nella catena del business to business. Tanto le imprese del business to business tessile quanto quelle che realizzano capi finiti possono operare conto terzi (su commissione cioè di un cliente) o mediante un proprio campionario. Molte imprese operano con entrambe le modalità. Si tratta in ogni caso di imprese fortemente coinvolte in attività creative, anche se spesso al servizio di idee progettuali elaborate dal cliente, come testimoniano importanti fiere di settore da cui i creatori di moda traggono utili spunti per la realizzazione delle loro collezioni. Nella filiera della moda compaiono inoltre converter, aziende cioè non direttamente produttive che realizzano collezioni assegnando a laboratori esterni tutte le fasi trasformative ed occupandosi essenzialmente dello stile e del coordinamento delle varie fasi. La reciproca contaminazione creativa tra operatori a monte e a valle del ciclo di trasformazione rappresenta un vantaggio competitivo ineguagliabile. Il successo della filiera del Made in Italy può infatti essere riassunto nella forte integrazione tra imprese a monte e a valle che consente di realizzare prodotti di elevata qualità e grado di innovazione accelerando i tempi di progettazione e di industrializzazione. Su questo aspetto trova legittimazione la spinta alla ri-verticalizzazione della filiera mediante acquisizione di imprese a monte da parte di griffe e confezioni di pregio o di confezioni e uffici stile da parte di aziende produttrici di semi lavorati. La presenza in Italia di una vivace e qualificata industria meccanotessile ha inoltre rappresentato una costante opportunità di partnership tra fornitori di tecnologie e clienti che si è spesso concretizzata in esperienze di co-progettazione e testing di soluzioni tecnologiche innovative mirate alla realizzazione di particolari materiali tessili ed effetti estetici. Una prassi non dissimile a quanto è avvenuto per anni tra tintori/finitori e produttori di coloranti e ausiliari chimici destinati al comparto tessile. Proprio questa relazione tra soggetti diversi ma complementari ha generato un humus culturale e operativo tale da favorire la diffusione di una costante prassi dell’innovazione dei

5 Ci si riferisce con questo termine a trattamenti volti a rendere un manufatto idrorepellente, igienizzato, schermante o in grado di rilasciare sostanze chimiche, per fare solo alcuni esempi.

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prodotti destinati al mercato della moda ed a stimolare il fiorire dei distretti industriali come luogo privilegiato di cultura d’impresa. In questo contesto (che ha raggiunto fasi di significativa espansione negli anni ‘80 e ‘90) il mondo della moda ha potuto beneficiare di preziosi alleati progettuali ed acquisire forte valenza culturale fino ad estendere la propria influenza dai prodotti classici (abbigliamento e accessori) al mondo dell’arredo e della casa e a guadagnare spazi importanti nel mondo dell’oggettistica, dei trasporti.

Figura 1.2. Relazioni sistemiche tra industria tessile ed altri soggetti

I processi di condivisione progettuale e di reciproca sollecitazione tra comparti industriali e ambiti della cultura differenti hanno consentito interessanti evoluzioni. Difficile oggi non individuare in capi moda gli effetti migliorativi della ricerca sui materiali o individuare prodotti che, seppur concepiti per usi tecnici non siano in qualche misura assimilabili a trend di moda o influenzati da questi. Una conferma in questo senso è offerta dai capi tessili protettivi (DPI) la cui funzione è principalmente quella di garantire sicurezza al lavoratore impegnato nello svolgimento di determinate mansioni professionali (sui cantieri, nelle imprese e in ogni situazione in cui siano presenti situazioni di rischio) senza rinunciare nel contempo a condizioni di confort (traspirabilità, libertà di movimenti..). Fanno parte di questa categoria di prodotti, articoli di diversa natura: dalle calzature protettive all’abbigliamento ignifugo, dai guanti alle mascherine, dai caschi alle imbracature, prodotti la cui componente tessile è fortemente rappresentata e in cui la ricerca, la sperimentazione ed il rispetto di parametri tecnici definiti da norme specifiche rappresentano fattori qualificanti le imprese che li realizzano.6 A ciò si aggiungano ambiti in cui i materiali e i prodotti tessili compaiono in funzione delle specifiche caratteristiche tecniche: mobili imbottiti e complementi d’arredo (pavimentazioni tessili, lampadari, tendaggi), filtrazioni, igiene, compositi, geotessili, sanità, sport. Un comparto, quello dei tessili tecnici, in continua evoluzione e crescita grazie ad una costante azione di ricerca volta a candidare i manufatti tessili ad integrare, quando non sostituire, tipologie diverse di materiali e che deve quindi il proprio progresso alla capacità di dialogare con altre branche tecnologiche industriali e con contesti applicativi diversi da quelli abituali.

6 È evidente l’affinità tra i DPI e i prodotti per lo sport, la montagna e l’abbigliamento casual. Inoltre si è ultimamente diffusa l’esigenza di non rinunciare alla caratterizzazione fashion del DPI.

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Per quanto radicali possano apparire le differenze tra prodotti fashion e tessili tecnici, a partire dalle destinazioni d’uso e dai target di riferimento, sarebbe quindi un errore non coglierne le potenziali affinità. Il tessile moda infatti ha acquisito con successo input derivanti dalla ricerca svolta in contesti high-tech come testimoniano, ad esempio, prodotti per lo sport e il lavoro ma anche più tradizionali capo-spalla e accessori d’arredo. Dal canto suo il mondo dell’high-tech ha supportato il trend della moda offrendo prodotti capaci di assecondarne le tendenze come dimostra il peso crescente acquistato dall’estetica degli interni auto nell’atto della scelta di un’autovettura. Sulla base di queste premesse è possibile soffermarci sulle caratteristiche dimensionali dell’industria italiana del tessile e della moda. Secondo dati di Movimprese il comparto contava, nel 2005, 101.778 imprese attive (il 41% delle quali nel tessile e il 49% nell’abbigliamento) con un’incidenza sul totale delle imprese manifatturiere in Italia del 12%. Il confronto tra i dati di fonte INAIL 2001 -2006 confermano il ridimensionamento del comparto come evidenziato nella tabella 1.1.: Tabella 1.1. Imprese e Addetti industria tessile (al netto delle ditte individuali e degli apprendisti)

2001 2006 Variaz. Valori assoluti

Variazione %

Imprese 92.958 81.732 - 11.226 12% Addetti 530.205 336.408 -193.797 36,5%

Fonte: INAIL. Per quanto ridimensionata l’industria moda italiana si conferma una quota significativa del sistema tessile europeo la cui dimensione è sintetizzata nella tabella 1.2. Tabella 1.2. Dati settore tessile moda europeo 2005 Fatturato 198 miliardi di euro Posti di lavoro 2,7 milioni Valore aggiunto 59,9 miliardi di euro Aziende 230.000 Investimenti 5,07 miliardi di euro Esportazioni 36,5 miliardi di euro Importazioni 73 miliardi di euro Fonte: Imprese e Industria – Commissione Europea Commercio e Industria (2005). In un recente documento della Commissione Europea per le trasformazioni industriali (CCMI)7 si legge, relativamente al settore tessile, moda e calzature “con circa 250.000 imprese (il 12% dell’intera industria manifatturiera dell’UE-27) e un volume d’affari di circa 240 miliardi di euro, il settore TAC rappresenta il 4% del valore complessivo del settore manifatturiero europeo. Con i suoi 3,4 milioni di addetti a maggioranza femminile, copre il 9,3% dell’occupazione totale del settore manifatturiero europeo. In controtendenza con l’andamento complessivo dell’industria manifatturiera europea il settore ha registrato nell’ultimo decennio una riduzione del proprio valore aggiunto superiore al 40%”.

7 Relazione informativa della Commissione Consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI) sul tema “L’evoluzione dell’industria tessile e calzaturiera europea” del 4 febbraio 2008 a cura di Claudio Cappellini.

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Conseguentemente alla fine dell’accordo Multifibre e all’affermarsi di un nuovo quadro di divisione internazionale del lavoro l’industria tessile moda europea ha dovuto affrontare un processo di razionalizzazione e riposizionamento competitivo che ha inciso significativamente sulle dinamiche di sviluppo del settore. Secondo i dati Eurostat, nel periodo che va dal 1993 al 2004, la produzione è infatti diminuita ad una media annua del 3,3% e questa riduzione del volume di attività ha determinato una perdita di quasi un terzo della forza lavoro presente in Europa. In questa fase è cambiato anche il ruolo dell’Europa negli scambi commerciali con il mondo. La vecchia Unione a 15, pur continuando a giocare un ruolo da protagonista del commercio mondiale non è riuscita a difendere le sue quote di mercato. Nel periodo che va dal 1999 al 2003, la sua quota sul totale delle esportazioni mondiali è infatti scesa dal 30,5 al 28,7%. Nella stessa direzione è andato anche il contributo dell’America del Nord che è sceso dal 6,2% del 1999 al 4,2% del 2003. Sul piano degli scambi commerciali, il processo di apertura internazionale ha invece favorito quelle aree di nuova industrializzazione che sono riuscite a capitalizzare un forte vantaggio sul costo del lavoro. In questo ambito si conferma il protagonismo dell’Asia orientale che, trainata dal contributo della Cina, detiene una quota di esportazioni mondiali di prodotti moda pari al 42,5% (40% nel 1999). Anche l’Italia ha evidenziato una chiara difficoltà a difendere il suo posizionamento competitivo. Nel solo quinquennio 2001 – 2005, il sistema tessile e moda ha infatti fatto registrare non solo una forte riduzione della produzione nazionale ma anche una perdita di fatturato (sceso da quasi 96 miliardi nel 2001 a poco più di 80 miliardi nel 2005) e di vendite all’estero (diminuite dell’11%). Tabella 1.3. Produzione, fatturato ed export del settore tessile-abbigliamento nel periodo 2001-2005 Tessile Abbigliamento Pelletteria e

calzature Totale attività manifatturiere

Produzione -17% -22% -29% -5,9% Fatturato -23% -5% -12% 3,5% Export -17% 1% -14% 7,4% Fonte: Elaborazione su dati Istat.

Per quanto riguarda il ruolo commerciale dell’impresa del tessile e della moda alcuni noti elementi hanno concorso a penalizzare il ruolo internazionale del comparto. Nel periodo 2001-2007, fattori quali un rafforzamento dell’euro sul dollaro, l’avanzare della concorrenza dell’industria tessile dei paesi a basso costo del lavoro e un diffuso rallentamento dei consumi in Europa (principale area di sbocco dei prodotti moda italiani), hanno determinato una crescita delle importazioni del 24% che ha spinto il valore complessivo dei prodotti moda acquistati all’estero vicino ai 25 miliardi di euro e una diminuzione dell’export di quasi 2 miliardi di euro (pari ad una variazione del 3% rispetto al 2001) portando il valore delle vendite all’estero a poco più di 41 miliardi di euro. Naturalmente questa divergenza nella dinamica dei flussi commerciali ha indebolito la posizione dell’Italia, portando il saldo commerciale del settore a poco meno di 17 miliardi di euro. A questo arretramento della competitività internazionale non contribuiscono allo stesso modo i macro comparti del settore: l’abbigliamento, infatti, riesce a difendere la sua presenza all’estero (+15% la variazione dell’export nel periodo 2001-2007), mentre tessile e pelletteria arretrano rispettivamente del 16% e del 3%. Il confronto tra comparti rileva invece una situazione diversa dal lato delle importazioni: in sette anni cresce in valore del 53% l’acquisto di prodotti

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dell’abbigliamento dall’estero; mentre per la pelletteria e il tessile si registrano variazioni meno marcate.8

Tabella 1.4. Import ed export del settore tessile-abbigliamento nel periodo 2001-2005

MERCE 2007 provvisorio 2001 Variazione 2001-2007 (%)

import export saldo import export saldo import export saldo

Tessile 8,0 14,1 6,2 7,5 16,9 9,4 6,4% -16,3% -34,4% Abbigliamento 9,6 13,7 4,1 6,3 11,9 5,6 53,5% 15,2% -27,6% Pelletteria e calzature 7,6 14,1 6,5 6,5 14,6 8,1 18,5% -3,2% -20,4% Totale sistema moda 25,2 41,9 16,7 20,2 43,3 23,1 24,9% -3,3% -27,8% Totale attività manifatturiere 294,0 345,2 51,2 221,0 265,5 44,5 33,0% 30,0% 15,1% Fonte: Elaborazione su dati Istat.

La contrazione delle vendite all’estero, benché ampiamente generalizzata, può essere imputata in larga parte ad una perdita di competitività nell’area dell’UE a 15 e nel mercato Nord Americano. Nell’aggregato dei 15 paesi di prima adesione UE, che ancora oggi rappresenta il 45% del fatturato all’estero del sistema tessile-abbigliamento-concia e calzature italiano, il periodo 2001-2005 è segnato da una riduzione dell’export pari al 16% (che corrisponde ad una perdita in valore di 3,3 miliardi di euro). Tra le aree UE a 15 dove si registra un arretramento, la Germania, il primo mercato per l’Italia, è anche il mercato su cui si registra la perdita più grave (-33% pari a una diminuzione del valore delle vendite di oltre 2 miliardi di euro). In controtendenza vanno solo Spagna e Grecia dove l’export aumenta rispettivamente dell’11% e del 4%. Sempre in Europa, un andamento delle vendite migliorativo rispetto all’UE a 15 riguarda l’aggregato PECO dove in cinque anni l’export è aumentato dell’8%, diventando un mercato interessante (con una quota del 18% delle esportazioni dall’Italia). Ancor più problematica la situazione degli scambi con l’Asia, che registra complessivamente una crescita di importazioni del 53% in 5 anni. Un risultato da attribuire in particolar modo alla Cina che per effetto della liberalizzazione avvenuta nel 2005 riesce a capitalizzare un vantaggio competitivo derivato da costi di produzione estremamente più bassi rispetto a quelli registrati nei paesi europei e da una politica commerciale fortemente aggressiva. Nessun comparto è immune dalla pressione dell’industria cinese, ciò nonostante, il vestiario, che assorbe il 45% degli acquisti dalla Cina (26% la quota tessile e 28% la quota pelletteria) e quasi un quarto del totale delle importazioni resta il comparto più esposto alla penetrazione di prodotti cinesi. A fronte di questa progressione dell’import non è corrisposta una accelerazione delle esportazioni sufficienti a compensare la posizione commerciale dell’Italia verso la Cina. Pur in una dinamica di crescita (+25% nel periodo 2001-2005), le vendite sul mercato cinese si fermano infatti a poco più di 450 milioni di euro. Una distanza rispetto al volume delle transazioni in entrata che si traduce nel periodo considerato in un saldo negativo per quasi 4 miliardi di euro. Relativamente al rapporto import-export occorre ribadire quanto siano squilibrate le relazioni commerciali tra esportatori europei e extraeuropei in termini di dazi e vincoli all’ingresso, una

8 Dati elaborati da Ires su fonti Istat in “Industria tessile e della moda, nuovi scenari, nuove professionalità” Progetto Equal Tessuto Locale , 2007

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situazione che limita fortemente le possibilità di esportazione dei produttori italiani e crea condizione di concorrenza sleale.9 Considerato lo scenario descritto non sorprende che da parte delle rappresentanze delle parti sociali coinvolte e della stessa governance dell’economia italiana siano state manifestate preoccupazioni sul futuro dell’industria tessile nel paese ed avanzate alla Commissione Europea richieste di contenimento dell’importazione asiatica sui mercati europei e provvedimenti a difesa della proprietà intellettuale. Inoltre allo scadere dell'accordo con la Cina nei primi mesi del 2008, lo stesso Parlamento Europeo ha chiesto una vigilanza efficace anticontraffazione e antidumping sui prodotti in entrata e un migliore accesso ai mercati esteri per i prodotti UE sollecitando nel contempo norme vincolanti sull'indicazione dell'origine dei tessili importati. Calo dei consumi nei mercati tradizionali e l’incremento delle importazioni hanno ulteriormente penalizzato l’industria italiana tessile e della moda a cui non resta che accentuare riposizionandosi su target alti, su mercati cioè in grado di accettare differenziali di prezzo a vantaggio di qualità e unicità del prodotto acquistato. Valorizzazione dell’eccellenza produttiva e dell’origine produttiva del prodotto sono in questo senso strategie che si abbinano alla leadership di brand dando visibilità anche a prodotti e fasi di filiera non caratterizzati da marchi di riconosciuto valore. Ruolo strategico in questo contesto è assunto dalla distribuzione, anello di connessione fondamentale tra impresa manifatturiera e un consumatore i cui comportamenti appaiono sempre meno prevedibili e fidelizzabili, riconosciuto a tutti gli effetti, soggetto della catena del valore del sistema moda. Al fine di tenere sotto stretta osservazione le dinamiche di scelta dei prodotti offerti elaborando strategie anticipatorie e nel contempo alleggerire l’impresa di costi di intermediazione commerciale, molte aziende hanno aperto propri punti vendita o stabilito strette relazioni con imprese distributive. Una sorta di “riverticalizzazione” della filiera che tende a proporsi così più efficiente sul mercato e ad offrire un’immagine di sé unitaria in cui il negozio diventa parte essenziale nel processo di riconoscibilità presso il compratore. 1.2. Punti di forza e criticità del settore: le strategie di riposizionamento Malgrado le fasi di crisi, il Made in Italy rappresenta a livello internazionale una sorta di “ombrello” per l’intera gamma dei prodotti che si fregiano della qualifica di prodotti italiani, come da tempo ha ben compreso l’industria della contraffazione. L’immagine del Made in Italy rappresenta una valenza culturale che è certamente attribuibile alla capacità espressiva e comunicativa delle grandi case di moda, un vantaggio competitivo che spiega un’apparente incoerenza tra calo dei volumi esportati e incremento del valore del fatturato. Ciò è stato determinato negli anni da due fattori:

- la capacità progettuale, creativa e comunicativa delle griffe e delle case di moda; - la presenza in Italia di una filiera dell’eccellenza produttiva concentrata in particolari

aree distrettuali. Al di là del nuovo protagonismo produttivo e commerciale dei paesi a nuova industrializzazione che hanno indubbiamente incrinato la potenzialità commerciale del comparto, le maggiori cause di fragilità del sistema moda italiano possono, invece, essere così sintetizzate:

9 A titolo di esempio: i dazi verso l’India e la Corea per i tessuti di cotone sono circa il 10%, ma considerando altre tasse possono arrivare al 30–40% mentre l’introduzione in Europa non comporta dazi (fonte SMI)

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- inadeguata dimensione organizzativa di una fascia rilevante di imprese e conseguente impossibilità delle stesse ad operare in un mercato complesso a forte e costante tendenza all’internazionalizzazione;

- elevato costo del lavoro: l’Italia è, con 18,5 €/ora al quarto posto in Europa dopo Germania, Francia e Regno Unito e ben sopra Paesi come Portogallo (8,5 €/ora), Ungheria (4,5 €/ora) e Romania (1,6 €/ora)10;

- peso fiscale, vincoli e pesantezze burocratiche che oltre a gravare sulle imprese attive limitano l’espansione di nuova imprenditoria e riducono l’interesse di investitori stranieri per l’Italia come area di sviluppo industriale;

- persistere nel comparto di una componente della sub fornitura di piccole dimensioni, mono-committente e di scarso livello tecnologico;

- alto costo dell’energia ad uso industriale che in Italia è superiore agli altri paesi europei11; - squilibri tra la domanda e l’offerta nel mercato del lavoro. Malgrado le imprese abbiano

estromesso negli ultimi anni migliaia di lavoratori a seguito di chiusura di unità produttive, riorganizzazioni e processi di delocalizzazione, avvertono nel contempo la mancanza di figure professionali coerenti con le linee di sviluppo del settore e si esprime preoccupazione per il ricambio generazionale a tutti i livelli.

In questo contesto, tralasciando le strategie internazionali di contenimento degli squilibri commerciali con i paesi di recente industrializzazione (Made In, antidumping, antisovvenzioni e misure di salvaguardia, interventi doganali anticontraffazione) le strategie di riposizionamento immaginabili per il comparto sono sostanzialmente riassunte nel rapporto conclusivo “The Challenge of 2005 - European Textiles and Clothing” dell’UE dove si traccia una strategia articolata su sette raccomandazioni: - nel miglioramento della componente gestionale-organizzativa; - nella componente industriale, puntando ad intensificare gli investimenti sulla tecnologia e

sui fattori tecnici e di design del prodotto; - nella componente commerciale, rafforzando la protezione dei diritti di proprietà

intellettuale, superando gli ostacoli all’accesso ai nuovi mercati emergenti, intensificando quegli investimenti di sviluppo dei canali di vendita, marketing e comunicazione fondamentali per allargare i mercati di sbocco dei prodotti;

- nella componente professionale, sostenendo le imprese nell’investimento su quelle competenze chiave su cui dovrebbe prendere forma il nuovo pattern di sviluppo.

Al di là quindi della necessità (ampiamente trasformata in prassi dalle imprese) di contenere costi e razionalizzare le risorse e gli investimenti, il recupero di competitività viene affidato alla capacità di tradurre operativamente un concetto di innovazione in cui convivono tutte quelle attività che consentono di adeguare i prodotti e i processi organizzativi e produttivi alle esigenze dei mercati e dei clienti, comprendendo in tutto questo il contributo dell’innovazione tecnica/tecnologica e quello di avanzamento creativo. Naturalmente, una condizione fondamentale affinché questa multidimensionalità del processo innovativo diventi la leva su cui costruire lo sviluppo dell’impresa è senza alcun dubbio la capacità di gestire in modo sinergico la produzione creativa e quella tecnologica, sviluppando forme di dialogo con i consumatori grazie alle quali il prodotto si inserisce in una semantica culturale che ne attribuisce valore e riconoscibilità. In questa logica assumono importanza le strategie di comunicazione di brand aziendali e collettivi, la certificazione dei prodotti, l’uso corretto di

10 Eurostat (Structural Business Annual Interprise Statistics). 11 Il prezzo dell’energia elettrica in Italia era nel 2006 di 13,5 euro/kwh contro i 9,2 del Belgio, gli 8,6 della Germania e i 4 dell’Inghilterra (Dati Euratex 2007).

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etichette e di ogni altro strumento atto a identificare il valore del manufatto, ogni strategia di fidelizzazione del consumatore altrimenti disorientato di fronte alla saturazione dell’offerta. 1.3. Ricerca nel comparto e prospettiva europea Se una parte importante del dibattito politico è finalizzata a definire le strategie di difesa dei mercati europei dalla crescente importazione di manufatti dai paesi terzi, un tema basilare nelle politiche industriali della UE è dedicato al sostegno all’innovazione tecnologica e alla ricerca e si esprime in particolare nel Settimo Programma Quadro e nella Piattaforma Tecnologica. Il Settimo Programma Quadro riunisce tutte le iniziative dell’UE collegate alla ricerca che hanno un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi di crescita, competitività e occupazione, assieme a un nuovo Programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP), a programmi di istruzione e formazione, ai Fondi strutturali e ai Fondi di coesione per la convergenza regionale e la competitività. Inoltre è un pilastro fondamentale per lo Spazio europeo della ricerca (SER). I tre “pilastri” fondamentali su cui poggia la Piattaforma Tecnologica per il Tessile Moda sono orientati a: - incrementare la produzione di prodotti specialistici (che utilizzano processi evoluti, fibre,

filati e tessuti funzionali basati su nano- micro- bio- tecnologie, ecc.) rispetto alle “commodities”;

- incrementare l’espansione del prodotto tessile come materia prima per altri settori industriali (applicazioni mediche, costruzioni, trasporti, eccetera);

- concentrarsi, piuttosto che sulle grandi quantità, su produzioni “customizzate”, personalizzate, che utilizzino meglio la logistica, la distribuzione ed i servizi.

Il quadro in cui prende forma una strategia di simile portata vede il settore tessile moda italiano sottoposto a spinte contraddittorie. Da un lato si tratta di un comparto che avverte come irrinunciabile condizione al mantenimento delle proprie performance competitive la capacità di innovare continuamente la propria offerta produttiva e di adattare modelli organizzativi e risorse tecnologiche alle esigenze del mercato, dall’altro i processi di innovazione si configurano prevalentemente come incrementali, raramente radicali, sollecitati dal mercato più che effetti del trasferimento in questo dei risultati della ricerca pura. Di per sé questa considerazione non suscita una particolare sorpresa essendo estendibile a tutto il sistema manifatturiero italiano e trova conferma nelle statistiche. Il tasso di finanziamento diretto delle imprese private alla R&S era nel 2004 in Italia pari al 48,0% in UE (a 27) il 54,9% mentre in Cina il 65,7%, negli USA il 63,7% e in Giappone addirittura il 74,8%. Il tasso di crescita nel periodo 2001-5 è stato in Italia dello 0,8%, in UE a 27 del 1,5% mentre in Cina del 19,7%12. Ciò non toglie naturalmente che il settore sia costantemente impegnato nel ridefinire campionari e collezioni, nel trovare modalità e soluzione tecniche organizzative in grado di contenere i costi, ottimizzare risorse, comprimere i tempi di produzione e consegna adattandoli alle richieste del mercato, nonchè a fornire prodotti personalizzati. Azioni che richiedono una costante capacità di adattamento di materie prime, semilavorati e processi. A questa missione concorre la presenza di un terziario tecnologico e gestionale costituito da università, centri ricerca, strutture di consulenza, in grado di porsi come elemento socio economico, oltre che scientifico, di riferimento nella conduzione di processi di difesa/sviluppo di fasi di filiera e di territori13. Un nuovo protagonismo che è in parte

12 Dati Unioncamere, 2007. 13 A partire dagli anni ’70 e ’80 si è avvertita l’esigenza, in particolar modo nei distretti a vocazione tessili, di dar vita a un terziario di settore a supporto delle imprese dei territori. Sono così stati istituiti centri di servizio, a partecipazione pubblica e privata orientati a fornire attività di testing su prodotti, iniziative formative e

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espressione delle strategie distrettuali (generato cioè da scelte politiche di sviluppo di determinate aree economiche), e in parte si è formato sulla scia dei comparti industriali trainanti spesso estranei al settore tessile (automotive, medicina, aerospaziale, ecc.). Un’area, forse ancora marginale ma interessante, è inoltre rappresentata dalla definizione dei prodotti e dei processi produttivi in una logica di ecosostenibilità che comprende l’analisi del ciclo di vita del prodotto, il risparmio dell’energia e dell’acqua richieste alla sua fabbricazione, la possibilità di riciclo e la biodegradabilità delle materie prime utilizzate e dei manufatti realizzati, in altre parole l’impatto ecologico determinato tanto dalla produzione quanto dall’uso del prodotto stesso. In questo senso vanno letti l’enfasi con cui si pubblicizzano, ad esempio, capi in cotone organico, il recupero di coloranti e di fibre naturali quali la canapa, la ginestra, l’ortica, il mais, il sughero o il bamboo la cui diffusione è facilitata anche da iniziative fieristiche apparentemente marginali ma interessanti quali la bolognese Sana o Fa la cosa giusta. Ma al di là della caratterizzazione della materia prima utilizzata và rilevato come si sia accentuata l’attenzione dei consumatori verso prodotti sicuri, privi di sostanze potenzialmente tossiche o sensibilizzanti a contatto con la pelle, un’esigenza ben rappresentata dal nuovo regolamento UE relativo alle sostanze chimiche Reach (che indica quali coloranti possono essere utilizzati in Europa) e a cui i produttori tessili rispondono con strategie di certificazione dei propri prodotti e adeguamento delle logiche produttive finalizzate alla loro realizzazione.14 Per quanto riguarda impianti, macchine e strumentazioni di produzione si è registrato negli anni uno spostamento di attenzione da parte dei produttori meccanotessili dal potenziamento della produttività degli impianti alla versatilità degli stessi allo scopo di assecondare le richieste di un mercato sempre più interessato a piccoli lotti con caratteristiche differenziate. Un esempio in questo senso è offerto dalla stampa ink-jet che, nata come supporto alla progettazione di tirelle e cartelle colori, ha presto assunto ruolo importante nella produzione consentendo la realizzazione di articoli fortemente personalizzati. L’aumento dei costi dell’energia, dell’acqua e della gestione dei reflui di produzione ha poi sollecitato la ricerca di tecnologie eco-compatibili che, seppure la loro diffusione sia ancora limitata (un esempio è offerto dalla tecnologia al plasma), si prospettano come soluzioni di notevole interesse. Un peso importante hanno poi assunto le funzioni di rilevamento dati (sensori, lettori on line) che consentano al management di produzione di ottimizzare le sequenza produttive, controllare la qualità dei manufatti, programmare i carichi macchine e le movimentazioni evitando tempi morti e “tracciando” lotti in lavorazione e prodotti finiti dentro e fuori la fabbrica. Sul fronte della progettazione le tecnologie CAD bi-tridimensionali hanno dato un decisivo contributo tanto alle fasi di creatività quanto a quelle di prototipia e modellizzazione e si sono arricchite di ulteriori potenzialità fino ad arrivare al “camerino virtuale”e alla possibilità di fornire al cliente un servizio di misurazione, realizzazione e prova del capo su misura e in tempi rapidissimi.

informative, e talvolta supporto alla ricerca: Città Studi a Biella, Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento a Busto Arsizio (VA), Centro Tessile Serico a Como, Citer a Carpi (NO), Tecnotessile a Prato, Centro Calze a Castelgoffredo (MN). A questi si aggiungano la Stazione Sperimentale per la Seta, le sedi del CNR e le università ad indirizzo tessile (Politecnico di Torino, Politecnico di Milano. Università di Bergamo, LIUC di Castellanza, oltre alle facoltà baresi su cui è data ampia informazione nel 3^ capitolo). 14 In questo senso si collocano Ecolabel, Oekotex, e le certificazioni aziendali ma anche esperienze di marchi collettivi quali Biella The Art of Excellence, Serico o le attività dell’Associazione Tessile e Salute.

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In estrema sintesi, le linee su cui si concretizzano l’introduzione di innovazioni tecniche nell’industria della moda riguardano: - il prodotto (ricerca stilistica/design, materiali, soluzioni strutturali, trattamenti chimici

funzionalizzanti, ecosostenibilità, sicurezza). In questo caso la ricerca è finalizzata a: o ottenere l’eccellenza estetica e prestazionale tale da favorire, con le dovute

strategie di comunicazione e marketing, l’inserimento del prodotto nella fascia alta del mercato (lusso e disegn);

o inserire il prodotti in nicchie di consumo (diversificazione), adattandolo a specifiche finalità applicative (tessili ad uso tecnico, DPI, sport, individuazione di nicchie di consumo con esigenze particolari);

o assecondare con l’enfasi su salute-sicurezza-benessere-ecosostenibilità il crescente interesse di nuovi target di consumo verso prodotti di confort e sicurezza.

- le tecnologie (versatilità, adeguamento di impianti industriali a logiche di produzione quantitativamente/qualitativamente controllate, enfatizzazione di parametri quali risparmio energetico, sicurezza silenziosità, potenziamento delle capacità di controllo on line);

- le strumentazioni di simulazione/progettazione e di testing al fine di accelerare i tempi di presenza dell’impresa e del prodotto sul mercato;

- il rilevamento dati e la tracciabilità del prodotto (pianificazione e controllo delle attività produttive e logistiche, difesa della proprietà intellettuale), le modalità di interfaccia con la distribuzione (monitoraggio ordini e riassorbimenti, personalizzazione dei capi, apertura di punti vendita in proprio o in associazione con altre imprese) e di gestione della catena della subfornitura.

1.4. Dalla filiera produttiva alla gestione integrata dei processi e dei servizi. Nuove tecnologie e nuovi modelli organizzativi Sollecitato dai nuovi scenari economici internazionali, il comparto della moda ha assunto strategie e nuove modalità organizzative tali da indurre molti a ritenere che in questo settore il passaggio dal fordismo al post fordismo abbia caratteristiche più accentuate rispetto ad altre tipologie di impresa.15 In primo luogo l’industria “emersa” dalla crisi è riuscita ad adattare le proprie modalità di lavoro alle esigenze del mercato globale confrontandosi con una nuova dimensione internazionale delle relazioni. Apertura delle imprese tessili moda a partecipazioni estere (anche asiatiche), internazionalizzazione delle relazioni commerciali e produttive, partecipazione di imprese italiane a joint venture, accordi produttivi e distributivi sono alcuni dei fenomeni più rilevanti. Ciò ha comportato in parte il superamento della dimensione distrettuale delle relazioni di fornitura-terzismo, almeno come modalità prevalente, privilegiando l’avvicinamento della produzione ai mercati di sbocco identificando quindi nella delocalizzazione della produzione non solo un modo per contenere differenziali di costo ma anche per aumentare l’efficienza del servizio. Il modello dell’impresa che centralizza su di sé creatività, prototipizzazione, marketing e management delegando le azioni produttive a fornitori qualificati si è consolidato ed esteso. La produzione è delocalizzata ma la testa del processo è fortemente radicata in Italia a piena garanzia della qualità del prodotto finale (su cui l’imprenditore gioca, con il proprio brand, la propria reputazione presso i clienti). Costo del carburante e perdita di vantaggio di costo garantito in passato da alcune aree geografiche hanno in parte rivalutato la logistica come elemento importante nella catena del

15 Si veda al riguardo Il valore della moda, a cura di Marco Ricchetti e Enrico Cietta, Bruno Mondadori, 2006.

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valore e spinto a riconsiderare alcune scelte di esternalizzazione della produzione riverticalizzando le fasi manifatturiere o rivalorizzando la variabile della prossimità territoriale come condizione di competitività. L’ampliamento della mappa delle azioni non cambia comunque l’assunto di base: la dimensione distrettuale, così come disegnata dalla governance territoriale, può offrire indubbi vantaggi alle imprese, per altro ampiamente studiati16 (collaborazioni, reciproca conoscenza, processi di apprendimento collettivi, razionalizzazione dei temi della logistica) ma può risultare troppo stretta e non consentire alle imprese di attivare quelle relazioni virtuose alla base dei processi di riposizionamento sul mercato. In ogni caso è sempre più sul servizio che l’impresa gioca la propria capacità competitiva nei confronti dei concorrenti. A ciò contribuiscono moltissimo le nuove tecnologie dell’informatica e della comunicazione. La dilatazione dei confini geografici dell’azione delle imprese “costrette” dai trend di mercato ma anche e soprattutto “messe nelle condizioni” di operare su aree geografiche extralocali ottimizzando tempi e risorse, ha rappresentato di per sé un elemento di selezione naturale consentendo alle imprese più attrezzate di programmare il proprio posizionamento strategico. Senza sottovalutare il portato dell’innovazione tecnologica rappresentato nel comparto della moda da un costante e incrementale miglioramento di macchine e impianti in funzione dell’esigenza di differenziare i prodotti, razionalizzare tempi di produzione e risorse e di garantire il livello qualitativo dei manufatti, è l’ICT a offrire il maggior contributo ai processi di gestione dei processi, coerentemente con i nuovi modelli organizzativi in atto. La possibilità offerta dall’ICT di tenere sotto controllo variabili produttive complesse, di garantire il rifornimento dei punti vendita di capi nelle misure e varianze volute in una logica di just in time, rappresentano solo alcuni degli esempi di efficienza organizzativa consentita dai nuovi sistemi di programmazione e gestione. Un’opportunità rilevante che una quota non marginale di imprese ancora stenta ad utilizzare pienamente come rilevato dagli studi sulla subfornitura e sulle imprese più piccole del sistema produttivo tessile17. Il quadro che emerge osservando l’industria della moda è quello di un settore spasmodicamente teso alla riformulazione stagione per stagione, collezione per collezione, di nuovi modelli e materiali e talvolta di nuovi ambiti applicati degli stessi. Un comportamento innovativo che raramente assume formalizzazione in processi identificabili nella Ricerca e Sviluppo (investimenti dedicati, personale e procedure ad hoc) o che si conclude in attività brevettali ma che l’impresa filtra in quotidiani e incrementali interventi migliorativi ed adattivi. Il che spiega come il settore, pur essendo leader nel mondo nella messa a punto di prodotti originali non risoluti nella classifica dei settori impegnati in azioni di R&S se non in punti marginali della classifica internazionale. Nelle produzioni, tanto a monte quanto a valle della filiera è possibile che innovazioni significative si diffondano prevalentemente in condizione di effettiva collaborazione tra enti di ricerca e imprese. Tra i filoni di ricerca ritenuti di maggior interesse occorre ribadire la funzionalizzazione di materiali volti a incrementarne l’efficacia prestazionale e la realizzazione di condizioni produttive a basso impatto energetico, nonché l’accelerazione dell’organizzazione e dell’uso delle informazioni necessarie al processo creativo, produttivo e distributivo. A livello aziendale si assiste a: - delocalizzazione di fasi di produzione in aree geografiche vantaggiose per le condizioni

economiche di produzione o per la vicinanza ai mercati di sbocco del prodotto realizzato;

16 Si vedano su definizione e opportunità della dimensione distrettuale i lavori di G.Beccatini, E.Rullani, G.Viesti e altri. 17 Si veda al riguardo “Osservatorio della subfornitura” 2006, Comitato Network Su fornitura, a cura di Hermes Lab.

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- selezione della subfornitura in funzione della definizione del maggior grado di vantaggio nel rapporto costo-servizio realizzato;

- selezione dei materiali utilizzati in funzione della comprovata tracciabilità del prodotto e della sua certificazione (marchi di provenienza geografica, ecologici etc.);

- acquisizione di sbocchi diretti sul mercato finale mediante acquisizione di punti vendita, outlet;

- contrazione della struttura occupazionale con espulsione delle funzioni non redditizie, riduzione/contenimento del personale, assunzioni a tempo determinato, lavoro interinale e outsourcing;

- assunzione crescente di ruolo strategico delle aree progettazione/stile/ricerca/marketing, delle funzioni organizzativo-gestionali e della logistica nella determinazione del valore del prodotto realizzato e nell’organigramma decisionale dell’impresa;

- crescente ricorso a strategie di brand e di valorizzazione del prodotto.

L’evoluzione in atto nel comparto tende ad attribuire centralità alle competenze stilistiche, tecnologiche e manageriali di ogni fasi della filiera e stimoli l’integrazione tra i diversi soggetti in una logica di ottimizzazione delle opportunità e delle risorse disponibili. Una simile prospettiva richiede uno sforzo di consolidamento e potenziamento delle conoscenze e delle abilità degli operatori delle imprese tanto a livello imprenditoriale e manageriale quanto a livello organizzativo/operativo ed identifica nel capitale umano la risorsa in grado di garantire il recupero della competitività delle imprese.

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Capitolo 2: Il settore tessile-abbigliamento in Puglia 2.1. Analisi del settore tessile abbigliamento in Puglia Insieme alla Campania, la Puglia presenta la maggior concentrazione di imprese tessili del sud e si pone tra le prime sei regioni italiane a vocazione settoriale. La specializzazione riguarda prevalentemente la produzione di articoli di abbigliamento e maglieria, mentre la produzione tessile (filati e tessuti) si è notevolmente ridimensionata rispetto al passato. Nel triennio 2000-2003 la produttività della Puglia ha mostrato una fase di stasi, per altro in linea con i dati nazionali e anche gli investimenti fissi lordi non hanno registrato incrementi significativi. Per quanto riguarda il mercato del lavoro la situazione sembrava nel 2004 essere migliorata rispetto agli anni precedenti passando dal 17,3% del 2000 al 15,5% del 2004 ma sono dati che comunque evidenziano uno stato di criticità per quanto la tenuta dei consumi riveli che lo stato di benessere della popolazione non abbia subito flessioni.18 2.1.1. Le cifre e l’organizzazione delle province pugliesi

Nelle tabelle che seguono si riportano alcuni dati, in termini di numero di imprese e occupazione, declinati per area geografica e per specializzazione produttiva, che consentono di avere una indicazione sintetica circa la dimensione del settore nelle province pugliesi e i trend negli ultimi anni.

Tabella 2.1. Numero di imprese attive, iscritte e cessate per la regione Puglia, anni 1996 - 2007

Totale imprese Puglia Anno Attive Iscritte Cessate 1996 6724 454 503 1997 6764 704 735 1998 6812 599 614 1999 6886 515 521 2000 6933 408 508 2001 6993 513 537 2002 7009 500 607 2003 6903 355 534 2004 6600 317 720 2005 6332 273 619 2006 5996 263 678 2007 5713 252 674

Fonte: Infocamere.

18 Dati indicati in “Riterritorializzare i distretti. Bilanci e prospettive della pianificazione territoriali - la pianificazione dei distretti industriali e delle aree produttive in Puglia” (Francesco Selicato e Francesco Rotondo) Franco Angeli.

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Figura 2.1. Trend delle imprese attive, iscritte e registrate per la regione Puglia, anni 1996 - 2007

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

7000

8000

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Anno

Nu

me

ro d

i im

pre

se

ATTIVE

ISCRITTE

CESSATE

Fonte: Infocamere. Dal grafico 2.1. si evince che le imprese attive crescono dal 1996 al 2002 del 4,2% mentre decrescono dal 2002 al 2007 del 18,5%. Invece le imprese cessate e iscritte assumono lo stesso andamento fino all’anno 2002, per poi aumentare dell’11% le cessate e diminuire, del 49,6%, le iscritte. Nella tabella 2.2. si pone a confronto il 2001 e il 2005 sia in termini di numero di imprese attive che in termini di numero di addetti. È interessante notare che a fronte di una riduzione del numero di imprese del 9% si è avuta una riduzione del numero di addetti del 24,2%. Le società di capitale mostrano un andamento in crescita dal 2002 al 2007 a fronte di un evidente declino delle ditte individuali.

Tabella 2.2. Numero imprese attive e addetti anni 2001-2005 del settore tessile abbigliamento per provincia

Province 2001 2005

N. Imprese N. Addetti N. Imprese N. Addetti

Bari 4.074 18.614 3.613 14.223

Brindisi 344 2.599 312 1.508

Foggia 467 1.210 391 987

Lecce 1.613 11.808 1.550 8.465

Taranto 490 3.142 466 3.139

Totale 6.988 37.373 6.332 28.322

Fonte: Movimprese e Istat.

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Figura 2.2.Trend delle imprese attive in Regione per ragione sociale (1996 ÷2007)

0

1000

2000

3000

4000

5000

6000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Anno

Nu

mero

di

mp

rese

S oc ietà c apitale

S oc ietà pers one

S oc ietà individuale

A ltre forme

Fonte: Infocamere.

Tabella 2.3. Numero imprese per classe di attività per provincia

ATTIVITÀ BA BR FG LE TA TOT. Preparazione e filatura di fibre tessili (171) 21 1 1 12 0 35 Tessitura di materie tessili (172) 32 2 5 11 0 50 Finissaggio dei tessili (173) 12 0 0 3 0 15 Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli articoli di vestiario (174)

158 12 33 93 26 322

Altre industrie tessili (175) 184 13 14 75 130 416 Fabbricazione di tessuti a maglia (176) 232 7 17 31 4 291 Fabbricazione di articoli in maglieria (177) 244 4 22 345 20 635 TOTALE (1) 883 39 92 570 180 1.764 Confezione di vestiario in pelle (181) 28 0 5 5 3 41 Confezione di altri articoli di vestiario ed accessori (182)

2.331 189 241 715 336 3.812

Preparazione e tintura di pellicce; confezione di articoli in pelliccia, pelle e similari (183)

59 1 7 10 6 83

TOTALE (2) 2.418 190 253 730 345 3.936 TOTALE (1+2) 3.301 229 345 1.300 525 5.700

Fonte: Censimento Istat (2001).

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Tabella 2.4. Numero addetti per classe di attività per provincia

ATTIVITÀ BA BR FG LE TA TOT. Preparazione e filatura di fibre tessili (171) 297 3 1 31 0 332 Tessitura di materie tessili (172) 264 3 10 58 0 335 Finissaggio dei tessili (173) 86 0 0 13 0 99 Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli articoli di vestiario (174)

676 74 120 349 32 1.251

Altre industrie tessili (175) 713 91 53 403 30 1.290 Fabbricazione di tessuti a maglia (176) 1.225 17 67 160 7 1.476 Fabbricazione di articoli in maglieria (177) 1.460 90 80 2.083 123 3.836 TOTALE (1) 4.721 278 331 3.097 192 8.619 Confezione di vestiario in pelle (181) 123 0 10 40 4 177 Confezione di altri articoli di vestiario ed accessori (182)

13.624 2.320 855 8.648 2.945 28392

Preparazione e tintura di pellicce; confezione di articoli in pelliccia, pelle e similari (183)

146 1 14 23 1 185

TOTALE (2) 13.893 2.321 879 8.711 2.950 28.754 TOTALE (1+2) 18.614 2.599 1.210 11.808 3.142 37.373

Fonte: Censimento Istat (2001). Come emerge dalla lettura delle tabelle 2.3 e 2.4., la provincia che presenta la maggiore concentrazione del settore, sia in termini di numero di imprese che di numero di addetti è Bari, con 3.301 imprese e 18.614 addetti. Interessante è anche il dato disaggregato per specializzazione produttiva: si nota infatti che quasi tre imprese su quattro del sistema pugliese della moda producono capi di vestiario esterno o articoli di maglieria (rispettivamente il 67% e il 11%). Molto limitato in termini numerici è invece il peso della filiera a monte: si occupa di filatura e tessitura solo il 2% delle aziende pugliesi del comparto. Più specificatamente, si rileva che l’attività produttiva con un maggior numero di imprese in provincia di Bari è quella relativa alla confezione di articoli di vestiario e accessori, essa infatti conta ben 2.231 aziende e 13.624 addetti (pari rispettivamente al 71% e 73% del totale provinciale). Significativo è anche il dato relativo alla fabbricazione di articoli in maglieria (244 imprese) con una particolare specializzazione nella fabbricazione di pullover, cardigan ed altri articoli simili a maglia. Nel fornire un quadro delle province pugliesi, non si può trascurare il dato di Lecce che con 345 imprese e 2.083 addetti supera la provincia di Bari nella fabbricazione di articoli in maglieria. In tale provincia la maggiore specializzazione si ha nella fabbricazione di articoli di calzetteria a maglia, che conta 308 imprese. Da rimarcare inoltre il dato sul numero medio di addetti nel settore delle confezioni pari a 12 contro 6 di Bari. Infine, a confermare la caratteristica di settore costituito da imprese di piccole dimensioni si riporta la Figura 2.3. che mostra la distribuzione percentuale delle imprese del settore tessile per classe di addetti e per provincia.

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Figura 2.3. Distribuzione percentuale delle imprese per classe di addetti e per provincia

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Foggia

Bari

Taranto

Brindisi

Lecce

1 - 9

10 - 19

20 - 49

50 - 249

>250

Fonte: Censimento Istat (2001).

Per completare l’analisi del settore tessile-abbigliamento in Puglia è interessante analizzare i dati sulle importazioni e sulle esportazioni negli ultimi anni. Tabella 2.5. Valore delle importazioni ed esportazioni del settore tessile-abbigliamento per provincia - anni 1996, 2001, 2007 (milioni di euro)

Province 1996 2001 2007

Import

Export

Import

Export

Import

Export

Bari 73,1 166,2 115,8 157,2 227,7 142,3

Brindisi 3,6 7,9 2,7 4,6 8,7 10,4

Foggia 9,8 6,1 8,3 2,8 14,3 3,4

Lecce 37,9 156,3 59,0 182,7 63,7 100,3

Taranto 4,1 15,5 15,0 37,9 39,2 47,7 Totale 128,7 352,1 200,9 385,4 353,8 304,3

Fonte: Istat-Coeweb.

Dalla tabella 2.5. si rileva che la provincia di Bari prevale sia in termini di esportazioni che di importazioni: con il 64% delle importazioni totali della regione (2007) e il 47% per le esportazioni (2007). Inoltre si assiste ad un andamento crescente in ambito regionale nei tre anni per gli import, mentre una oscillazione per gli export che ha determinato un saldo negativo per il 2006 e 2007, come riportato in figura 2.4. e nei dati contenuti nella tabella 2.6. Tabella 2.6. Import ed export (milioni di euro) del settore tessile-abbigliamento per la regione Puglia, anni 1996-2007 e relativo saldo commerciale

1996 2001 2005 2006 2007 Importazioni 128,7 200,9 291,0 336,2 353,8 Esportazioni 352,1 385,4 319,9 300,6 304,3 Saldo commerciale Puglia 223,4 184,4 28,9 -35,6 -49,5 Fonte: Istat-Coeweb.

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Figura 2.4. Importazioni ed esportazioni per la regione Puglia, anni 1996-2007

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

1996 2001 2005 2006 2007

anni

mln

. di e

uro

Importazioni

Esportazioni

Fonte: Elaborazione dati Istat-Coeweb.. Nella tabella 2.6. si evidenzia che il saldo commerciale sul totale delle cinque province si sia notevolmente ridotto nel biennio 2006-2007, portandosi in negativo. Tale dato può essere spiegato sempre come effetto del processo di delocalizzazione produttiva, che comporta da parte delle imprese nazionali l’acquisto dei prodotti realizzati all’estero a cui fa seguito la commercializzazione. Infine, a rimarcare la forte vocazione della regione nel comparto dell’abbigliamento piuttosto che nel comparto del tessile, si riportano (tabella 2.7.) i dati disaggregati delle importazioni ed esportazioni. Tabella 2.7. Valori delle importazioni ed esportazioni disaggregati per comparto, anni 1996, 2001 e 2007 (in milioni)

Importazioni Esportazioni

Tipologia produttiva 1996 2001 2007 1996 2001 2007

DB17-Prodotti tessili 92,1 125,9 164,1 91,1 111,7 77,4 DB18-Articoli di abbigliamento 36,5 74,9 189,6 260,9 273,6 226,8 Fonte: Elaborazione dati Istat-Coeweb.

2.1.2. I distretti del tessile-abbigliamento in Puglia

Le dinamiche di sviluppo del settore in Puglia sono state caratterizzate da processi di agglomerazione in aree territoriali circoscritte e dalla conseguente formazione di veri e propri distretti industriali. Si riconoscono, in particolare, nella regione quattro poli di produzione che presentano le connotazioni di veri e propri distretti industriali:

- il distretto nord barese-ofantino; - il distretto della conca nord barese; - il distretto dei trulli; - il distretto del Sud-salento.

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Ciascuno di questi distretti presenta caratteristiche e specializzazioni produttive differenti. In particolare, il distretto Nord Barese-Ofantino, localizzato tra la provincia di Foggia e quella di Bari nei comuni di Andria, Barletta, Canosa di Puglia, Margherita di Savoia, S. Ferdinando di Puglia, Trani e Trinitapoli, è specializzato essenzialmente nella produzione di maglieria. In tabella 2.8. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero medio di addetti per ogni Comune del distretto nord barese-ofantino.

Tabella 2.8. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del distretto nord barese-ofantino

Comuni N. Imprese N. Addetti N. medio Addetti Andria 555 2.491 4,5 Barletta 677 2.710 4,0

Canosa di Puglia 63 374 5,9 Margherita di Savoia 13 19 1,5

S. Ferdinando di Puglia 17 49 2,9 Trani 63 422 6,7

Trinitapoli 16 57 3,6 Totale distretto 1.404 6.122 4,4

Fonte: Censimento Istat (2001). Dai dati riportati, si rileva che è la città di Barletta a presentare la maggiore concentrazione di attività produttive del distretto. Essa conta infatti 677 imprese (pari al 48% del totale del distretto) e 2.710 addetti (44%). I dati disaggregati, dimostrano che il distretto è specializzato oltre che nella confezione di abbigliamento anche nella produzione di articoli in maglia, concentrandosi il 28% di imprese produttrici di maglieria del totale regionale. Le principali produzioni nel distretto della Conca Nord-Barese, localizzato nei comuni delle province di Bari: Bisceglie, Bitonto, Corato, Giovinazzo, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi, sono la maglieria (in particolare la maglieria tagliata), l’abbigliamento sportivo (felpe, tute) e l’abbigliamento intimo. L’esperienza della confezione di abbigliamento esterno è specifica dei comuni di Bitonto e Bisceglie, mentre specializzazioni nel comparto dell’intimo sono più frequenti nei comuni Bisceglie e Corato. Tra le imprese attive nella produzione di vestiario esterno, si rilevano comunque specializzazioni produttive consolidate: nel Comune di Bitonto sono numerosi i laboratori che confezionano capi di abbigliamento per bambini, per lo più di tipo economico (tutine, pigiameria), mentre in tutto il territorio è presente una certa vocazione per la produzione di abbigliamento sportivo (felpe, tute, abbigliamento fitness). In tabella 2.9. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero medio di addetti per ogni Comune del distretto della conca nord barese.

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Tabella 2.9. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del distretto della conca nord barese

Comuni Imprese N. Addetti N. medio Addetti Bisceglie 278 1.460 5,3

Bitonto 45 1.700 37,8

Corato 93 608 6,5

Giovinazzo 7 27 3,9

Molfetta 46 348 7,6

Ruvo di Puglia 72 613 8,5

Terlizzi 19 143 7,5

Totale distretto 560 4.899 8,7

Fonte: Censimento Istat (2001). Il Comune che presenta il maggior numero di addetti è Bitonto (1700 addetti) con una dimensione media aziendale che supera la media regionale (37,8 contro 6,7), mentre Bisceglie conta il maggior numero di imprese (278). Si rileva nel distretto una significativa presenza di imprese tessili oltre che di imprese di confezioni (14% sul totale del distretto). Il distretto dei Trulli è localizzato principalmente a cavallo tra la provincia di Bari e quella di Taranto e si estende fino a Brindisi. In particolare, l’area dei Trulli, è centrata sull’asse Putignano - Martina Franca e sui Comuni contigui di Bari Sud (Noci e Castellana Grotte) e Brindisi (Francavilla Fontana e Ceglie Messapica). Nel distretto si possono distinguere prevalentemente tre categorie di specializzazione: - abbigliamento bambino, caratterizzato prevalentemente da collezioni coordinate di

abbigliamento esterno (pantaloni, gonne, camice, capi spalla), sia di tendenza che di linea classica, oltre che da alcuni prodotti specifici (berretti, tute per neonati) che si collocano nella fascia medio – alta del mercato;

- abbigliamento uomo – donna che comprende soprattutto capi spalla (cappotti, giacche, giacconi), soprattutto nel polo manifatturiero di Martina Franca, ma si estende anche ad abiti e capi coordinati (camice, gonne, pantaloni) da collocarsi prevalentemente nella fascia media del mercato, nonché in quella medio – alta per le manifatture di tipo sartoriale;

- abbigliamento da sposa che consiste in abiti da sposa e da cerimonia di fascia medio – alta, a seconda delle lavorazioni artigianali richieste e dei materiali impiegati, soprattutto a Putignano, Castellana, Grottaglie, Alberobello, Locorotondo e Noci.

In tabella 2.10. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero medio di addetti per ogni Comune del distretto dei trulli.

Tabella 2.10. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del distretto dei trulli

Comuni Imprese N. addetti N. medio Addetti Alberobello 25 377 15,1

Castellana Grotte 50 401 8,0 Locorotondo 32 216 6,8

Noci 44 582 13,2 Putignano 201 1.492 7,4

Martina Franca 218 2.503 11,5 Ceglie Messapica 39 764 19,6

Francavilla Fontana 26 245 9,4 Totale 635 6.580 10,4

Fonte: Censimento Istat (2001).

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Dalla tabella emerge che i comuni che presentano la maggiore concentrazione di imprese sono Martina Franca e Putignano, che contano rispettivamente 218 e 201 imprese (pari al 35% e 31% delle imprese del distretto). Per tale distretto, in modo ancora più significativo rispetto agli altre realtà pugliesi, si ritrova una netta superiorità di imprese che producono abbigliamento: ben l’88% delle imprese infatti sono specializzate nella confezione di articoli di vestiario e accessori per un totale di 6.211 addetti (pari al 22% del totale regionale). Infine, il distretto del Sud Salento è formato dalla cintura di Casarano - Gallipoli e paesi limitrofi. All’interno dello stesso distretto di Nardò – Gallipoli si evidenzia la presenza di due poli produttivi distinti, attorno a cui si aggregano vocazioni produttive specialistiche che risultano assai differenziate: - il polo produttivo di Nardò che di identifica con la produzione di abbigliamento esterno

uomo – donna di tipo classico (capi spalla, gonne, pantaloni, camice, cravatte) e abbigliamento esterno uomo-donna di tipo casual (t-shirt, maglieria, jeanseria);

- il polo industriale di Racale – Melissano che risulta tra i leader mondiali nel settore tessile per quanto riguarda la specializzazione nella produzione di calzetteria a maglia.

C’è da aggiungere a questi l’area a sud di Lecce in cui è localizzato un polo di cravattifici all’avanguardia, il secondo a livello nazionale, che collabora con le più importanti griffe del mondo. In tabella 2.11. sono riportati i dati relativi al numero di imprese, al numero addetti e al numero medio di addetti per ogni Comune del distretto del sud Salento. Dai dati riportati in tabella si rileva che il Comune che presenta il maggior numero di imprese è Racale con 132 imprese (pari al 24% delle imprese del distretto) mentre Nardò conta il maggior numero di addetti (906 addetti). Significativo anche il dato del Comune di Matino che segue Nardò per numero di addetti e presenta un valore medio di addetti per impresa pari a circa 18 unità, ben superiore alla media del distretto e alla media regionale. Analizzando il dato disaggregato, si rileva inoltre che il distretto presenta una elevata concentrazione di imprese specializzate nella fabbricazione di articoli in maglieria (256 imprese che occupano 1.263 addetti, rappresentanti rispettivamente il 46% e 30% del totale del distretto). Tabella 2.11. Numero imprese, addetti e numero medio di addetti per Comune del distretto del sud Salento

Comune N. Imprese N. Addetti N. medio Addetti Alliste 30 64 2,1

Galatone 27 95 3, 5 Matino 40 714 17,9 Racale 132 485 3,7

Melissano 67 381 5,7 Nardò 79 906 11,5

Taviano 41 189 4,6 Ugento 29 135 4,7 Maglie 10 112 11,2

Casarano 30 417 13,9 Ruffano 10 279 27,9 Corsano 51 339 6,6

Supersano 10 113 11,3 Totale 556 4.229 7,6

Fonte: Censimento Istat (2001).

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2.1.3. Analisi strategica del settore tessile-abbigliamento in Puglia Il quadro che emerge dall’analisi19 concorda nel delineare il comparto tessile pugliese come capace, malgrado le flessioni indotte dalla crisi e la piccola dimensione delle imprese che lo rappresentano, di qualificanti iniziative produttive e commerciali. Ciò è particolarmente favorito dalla presenza sul territorio di imprese di spicco che fanno un po’ da volano dell’area oltre che rappresentare per le più piccole imprese un modello a cui riferirsi. Si tratta di aziende che hanno una considerevole capacità di esportazione, governano una rete di subfornitori residenti spesso anche all’estero e che sviluppano campionari in proprio o per conto di committenti di pregio (grandi firme e brand). A queste si aggiunge un elevato numero di micro imprese ed attività artigianali che talvolta sfuggono alle statistiche ufficiali, ma grazie alla cui competenza sartoriale il sistema locale del settore tessile abbigliamento ha accumulato negli ultimi decenni un importante patrimonio di know how e una solida reputazione. Le informazioni riportate per l’analisi strategica del settore sono declinate in base alle seguenti sei tipologie produttive: abbigliamento per bambino, abbigliamento esterno (cappotti, giacche e giacconi), abiti da sposa e da cerimonia, camiceria, intimo-lingerie, maglieria. La produzione di abbigliamento per bambino si localizza essenzialmente nella zona di Putignano, dove si registra la presenza della Mafrat spa, azienda leader nel comparto con un fatturato che supera i 20 milioni di euro, una rilevante quota di export e un numero di addetti, nell’area, pari a 150 unità. A questa si aggiungono una decina di imprese di medie dimensioni localizzate sempre a Putignano (Gimel, Vuemme, Lavis, Loredana) e a Monopoli (Bufi). Sono state censite inoltre 25 piccole imprese e più di 50 imprese piccolissime. Per quel che concerne la produzione di capi spalla, Martina Franca (TA) è il Comune a maggiore vocazione settoriale, dove si registra la presenza della ITN spa, azienda leader nella produzione di abbigliamento da uomo con un fatturato di oltre 20 milioni di euro e 230 unità di personale. Non sono tuttavia trascurabili le presenze nei comuni di Bitonto e Noci, dove operano aziende competitive, come ad esempio la P.R.I.A.M.O. srl che produce con il marchio Park House e la Effedue Manifatture. In generale comunque la produzione di capi spalla uomo è di difficile quantificazione (si stimano circa 200 imprese e 3.000 addetti comprendenti anche l’indotto per l’area di Marina Franca e circa 1.000 addetti in provincia di Bari), mentre risulta poco rilevante la produzione di capi spalla donna (circa dieci piccole imprese). Infine nei pantalonifici si registra un numero di addetti che non supera le 500 unità. Per quanto riguarda la produzione di abiti da sposa, il comparto registra un numero di circa 800 addetti. Vale la pena evidenziare che complessivamente le aree produttive pugliesi specializzate nell’abbigliamento sposa (Putignano, Lecce e provincia, Spinazzola, San Severo) coprono circa l’80% della produzione nazionale. La caratteristica principale delle imprese Pugliesi è che oltre il 50% svolge attività di terzismo per le imprese del Nord-Italia. Nella zona di Putignano in particolare esiste una modesta quantità di aziende piccole ma ben strutturate tra cui Giovanna Sbiroli, Valentini, Val&Max Sposa, e circa un centinaio di microimprese e di laboratori artigianali. Per quanto riguarda la produzione di camiceria, il comparto registra un numero di addetti inferiore a 700. Nella zona di Noci opera la “Nocese Manifatture”, meglio nota col marchio Harry&Sons: azienda leader nel settore e tra le più grandi della provincia nel settore, la cui produzione è superiore alle 800.000 camicie all’anno. Vanno menzionati inoltre circa 200

19 L’analisi strategica del settore è stata realizzata utilizzando dati e informazioni tratti da studi recentemente svolti in regione, in particolare nell’ambito del progetto “Equal Tessuto Locale” (a cura di Spegea) realizzato nel biennio 2005-2007, del progetto Focus e del progetto “Sud che Innova. Il laboratorio dell’Innovazione di Confindustria Bari” realizzato nel 2005-2006.

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microproduttori, che svolgo il ruolo di subfornitori dell’azienda leader, nonché i collegamenti di questo polo produttivo con il polo della camiceria di Francavilla Fontana (BR). La produzione di intimo-lingerie è localizzata nei comuni di Andria e Canosa e i dati testimoniano la presenza di una decina di imprese strutturate con fatturati compresi fra i 5 e 15 milioni di euro, tra queste Andra Lingerie srl, e di circa 500 laboratori. Si registra inoltre la presenza di alcune imprese divenute esclusivamente commerciali, come ad esempio la “Fashion Italia”. Il comparto della maglieria è il comparto produttivo che ha sofferto maggiormente la concorrenza internazionale. Ciononostante vi sono alcune aziende di successo che hanno avviato una profonda ristrutturazione, posizionandosi su fasce di mercato medio-alte come la PSV srl, la Gordon Confezioni (entrambe localizzate a Cassano delle Murge) e la New Linea Elle (localizzata a Barletta). Il Comune di Barletta è quello in cui vi è la maggiore concentrazione produttiva. In questa area ai numerosi laboratori (circa 300) con produzione a domicilio si affiancano alcune imprese di media dimensione che stanno attivando un profondo processo di cambiamento e riposizionamento. Per quanto riguarda le fasce di mercato in cui l’industria tessile pugliese opera occorre rilevare che le produzioni realizzate riguardano target alti. La produzione di abbigliamento per bambino si colloca infatti in una fascia di mercato medio-alta, alta e lusso. Le produzioni vanno dalle collezioni coordinate di abbigliamento esterno (pantaloni, gonne, camicie, capi spalla), sia di tendenza, sia di linea classica, alle produzioni di alcuni prodotti specifici come berretti, tute per neonati, fino ad arrivare alla produzione total look, dal pantalone al capo spalla al jeans. Anche per quanto concerne la produzione di capi spalla, si riscontrano alcune aziende posizionate sulla fasce medio-alta ed alta del mercato, che si stanno anche organizzando con una propria rete vendita, attività a carattere sartoriale ed una pluralità di imprese collocate nella fascia media di mercato. Per quel che riguarda la produzione di abiti da sposa e da cerimonia, le imprese collocano i loro prodotti nelle fasce medio-alta o alta del mercato, a seconda delle lavorazioni artigianali richieste e dei materiali impiegati nella produzione e lo stesso vale per le aziende operanti nel comparto della camiceria. La produzione di intimo-lingerie è svolta da alcune imprese che hanno subito in passato un processo di riposizionamento e che operano nelle fasce di mercato medio-alto, mentre la maggior parte delle imprese collocano i loro prodotti nella fascia più economica del mercato. Anche nella produzione di maglieria, vi sono alcune imprese ormai già riposizionate nelle fasce di mercato medio-alto, mentre la maggior parte delle imprese collocano i loro prodotti nella fascia media ed economica del mercato. Per quanto riguarda la localizzazione delle fasce di mercato in cui operano le imprese tessili pugliesi l’ambito regionale e nazionale rappresenta il mercato principale, ma se si sta assistendo ad una graduale apertura dell’economia locale verso l’estero. Con particolare riferimento alle esportazioni, è necessario effettuare una distinzione fra i mercati geografici principali e quelli in crescita. I principali mercati di esportazione si ritrovano all’interno della UE (Germania, Francia, Paesi Bassi), anche se tra i mercati dove vi sono i maggiori margini di crescita sono la Russia, i Paesi dell’area balcanica, gli Stati Uniti e il Medio ed Estremo Oriente, nonché ed i paesi dell’area mediterranea (Tunisia). Il peso delle esportazioni delle aziende pugliesi resta comunque modesto rispetto alle dinamiche del settore a livello nazionale (1,4% delle esportazioni nazionali nello stesso settore). A tal proposito è utile sottolineare il peso delle esportazioni delle aziende presenti nelle province di Bari e Lecce, le quali sviluppano la maggior parte delle attività esportative regionali (rispettivamente 34% e 47%). La provincia di Taranto invece, che ospita il polo

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produttivo di Martina Franca, si mantiene su livelli più contenuti (10% delle esportazioni regionali). In generale, si assiste ad una sostanziale tenuta delle posizioni competitive rispetto alla crescente concorrenza, specie dai paesi a basso costo dell’estremo oriente. Purtroppo le dimensioni ridotte della maggior parte delle imprese spesso limitano le rispettive capacità di investimento in altre forme di integrazione con i mercati esteri. La potenzialità di export del comparto locale, soprattutto per i prodotti che richiedono maggiori specializzazioni sartoriali ed artigianali di elevata qualità (abiti da sposa, capi spalla e lingeria), appare ancora sottosviluppata a causa della dimensione troppo limitata delle imprese rispetto alle esigenze di espansione e alle attività di marketing e di valorizzazione della produzione connesse allo sviluppo di nuove opportunità di mercato all’estero. Con particolare riferimento alle specializzazioni produttive, il settore dell’abbigliamento per bambino fa risultare la maggiore quota di export/fatturato rispetto alle altre produzioni. Le stime parlano infatti di un fatturato di circa 100 milioni di euro, di cui metà dovuto all’export. Inoltre è da sottolineare come parte della produzione sia realizzata per marchi o aziende del Nord Italia. Anche il comparto dei capi spalla riscontra un forte impulso da parte delle aziende pugliesi rivolto ad aumentare le esportazioni. La produzione di abiti da sposa e da cerimonia riveste un peso rilevante nel quadro nazionale. Dei 70.000 abiti da sposa prodotti in Italia ogni anno, circa il 50% è prodotto nella zona di Putignano. Nonostante i dati relativi al mercato nazionale siano confortanti, il valore dell’export resta comunque contenuto. Le difficoltà ad incrementare le vendite sui mercati esteri sono dovute sia ad aspetti culturali/religiosi/economici, sia alla presenza di competitors affermati (quali Spagna, Francia), sia alla presenza di produttori a basso costo. Per quel che concerne la produzione di camiceria, le aziende leader hanno una propria rete di distribuzione (Harry&Sons ha circa 80 punti vendita in Italia e all’estero) oltre ad essere orientate verso politiche di export. Le imprese che producono intimo e lingerie servono invece un mercato prevalentemente nazionale ai quali stanno affiancando da alcuni anni iniziative sempre più incisive sui mercati esteri. Per quanto si riconosca la necessità di attivare maggiori iniziative finalizzate all’esportazione le imprese del comparto, tranne le leader citate, faticano a impegnarsi in questa direzione anche a causa di una struttura organizzativa non adeguata a reggere investimenti promozionali, commerciali e quindi produttivi di livello coerente con una simile politica. A ciò si aggiungono le disparità nelle politiche di dazio che gravano in modo squilibrato sulle imprese europee impegnate in azioni di esportazione mentre favoriscono enormemente l’ingresso di prodotti extraeuropei sui mercati italiani ed europei in genere. Una situazione complessa (sia dal punto di vista economico che dal punto di vista burocratico) che, unita alle dimensioni ridotte dei volumi di vendite esportati non induce certo le aziende ad investire nelle attività di export, allargando ad esempio la rete di agenti o acquisendo nuovi contatti con distributori. Per quanto riguarda l’approvvigionamento di semilavorati (tessuti e filati) si registra, anche in Puglia, un aumento graduale della rilevanza dell’import, specie di prodotti appartenenti alle fasce più basse di mercato. In Puglia esistono aziende che producono prevalentemente su commessa di uno o più committenti (spesso un brand di spicco) ma non mancano aziende che hanno un proprio marchio. Le imprese che realizzano abbigliamento per bambino sono per la maggior parte strutturate e si presentano anche con marchi propri (Mafrat Trend, No World, Bebebò, Fefè, Carlotta, Serena), per quanto prevalga la produzione su contratto o su licenza per griffe nazionali ed estere (tra questi: G. Ferrè, Laura Biagiotti, Mariella Burani, Byblos Miniclub, Guru Babygang, Versace, Roberto Cavalli).

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Per quanto riguarda la produzione di capi spalla, le aziende del territorio stanno tentando di promuovere politiche di marca propria (la I.T.N. SpA produce con il marchio Angelo Nardelli e la PRIAMO con il marchio Park House che ha ottenuto recentemente importanti riconoscimenti anche all’estero). Inoltre, alcune aziende intrattengono rapporti di collaborazione produttiva anche con importanti società di distribuzione nazionali ed estere (tra questi: Max Mara). L’azienda leader nella produzione di camiceria produce con marchio proprio (Harry&Sons). Le aziende che producono abiti da sposa e da cerimonia effettuano una distribuzione dei capi sia con marchio proprio (Giovanna Sbiroli, Valentini, Egò, Val & Max), sia col marchio del rivenditore finale. E’ da rilevare che questo particolare comparto non è ancora sviluppato il concetto del marchio in quanto la sposa ha in genere come interlocutore l’atelier che in genere realizza su misura l’abito fornito dalle imprese. La produzione di intimo e lingerie è invece caratterizzata da un gran numero di imprese che producono essenzialmente con marchio proprio (Andra Lingerie, Best Calze, confezioni Di Chio, Diben, Due Esse, IGAM SpA). Infine, anche per quanto riguarda la produzione di maglieria, assistiamo ad un processo di riposizionamento con l’avvio di politiche di marchio proprio. 2.2. Gli stadi della filiera presenti in Puglia La filiera del tessile-abbigliamento è costituita dall’insieme delle aziende e delle attività che concorrono alla realizzazione, distribuzione e commercializzazione del prodotto. Pertanto l’archiettura della filiera può considerarsi organizzata su due macro-componenti: - la componente industriale-manifatturiera; - la componente dei servizi. Le aziende che compongono la componente industriale-manifatturiera della filiera realizzano le diverse fasi del processo produttivo che porta alla realizzazione del prodotto finito. In particolare, si distinguono le fasi di: 1) produzione di materie prime, 2) filatura, 3) tessitura, 4) tintura, 5) finissaggio, 6) confezione. In Puglia, come evidenziato dai dati quantitativi riportati nei paragrafi precedenti, sono maggiormente presenti imprese specializzate nell’ultimo fasi della filiera produttiva, ovvero le imprese che confezionano il prodotto finito di abbigliamento. Dai dati Istat, si evince che le imprese della filatura, tessitura e finissaggio costituiscono meno dell’1% del totale delle imprese del tessile-abbigliamento in Puglia. Tabella 2.12. Le principali imprese della filatura Denominazione Impresa Localizzazione Specializzazione Artigianfilati di Fucci F.sco Barletta Produzione di filati e cucirini Beltex srl Barletta Lavorazione materie tessili Montessile di Campana Franco Andria Produzione di filati e cucirini Ri.fel.tex. Filati srl Barletta Lavorazione di filati e tessuti Atierre srl Corato Lavorazione di filati e tessuti Essebi srl Bitonto Produzione e trasformazione filati Manifattura Effeci srl Melissano Produzione filati Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.

Tabella 2.13. Le principali imprese della tessitura Denominazione Impresa Localizzazione Specializzazione Società Lavorazione Tessuti srl Andria Produzione e lavorazione tessuti Martex Andria Realizzazione tessuti a maglia Nicotex srl Barletta Tessitura di fibre naturale e non

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Spazio 2000 srl Barletta Tessitura e finissaggio Dapi srl Bitonto Lavorazione e trasformazione filiati Darotex Corato Tessitura di filati di cotone, lana, seta Tessitura Carlos 2 srl Bitonto Tessitura di filati Tessitura del Salento srl Maglie Fabbricazione e lavorazione tessuti Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.

Tabella 2.14. Le principali imprese del finissaggio Denominazione Impresa Localizzazione Specializzazione Mimatex di Ippolito Maria Trani Finissaggio di tessuti Puglia Stampe di Calò Barletta Finissaggio di tessili Finissaggio Miss di Camillono Bruno S.a.s.

Terlizzi Finissaggio di tessuti a maglia

Monte Tessile srl Bitonto Finissaggio di tessuti e filati in genere Alto Livello srl Castellana Grotte Finissaggio dei tessili Sa.Vi. srl Putignano Finissaggio dei tessili Fil Trade srl Melissano Torcitura e testurizzazione Fonte : Elaborazione su dati Infoimprese.

La componente dei servizi comprende tutte le molteplici attività materiali e immateriali che contribuiscono a dare valore al prodotto e che possono essere classificate sia in base allo specifico servizio offerto alla componente industriale della filiera, sia in base al grado di specializzazione moda dello stesso servizio. Le attività possono avere un diverso grado di specializzazione moda e pertanto essere:

• specializzati per la moda, ossia, quei servizi utilizzati esclusivamente dalle imprese del sistema moda (tra cui quelli principali sono gli studi di stile, stampa specializzata, agenzie di modelle per le sfilate, organizzazione di fiere specializzate ecc.);

• a forte prevalenza della moda, ossia, quei servizi intensamente utilizzati dal sistema moda anche se non dedicati al settore in modo esclusivo (rientrano indubbiamente in questo ambito la stampa per quanto riguarda le riviste femminili, la gestione degli spazi urbani per l'organizzazione di eventi, fotografi, società di analisi dei trend culturali, ecc.);

• generali, ossia, quei servizi che ogni sistema metropolitano offre al sistema delle imprese (spazi espositivi, trasporti e centri per la logistica, reti di telecomunicazioni, servizi finanziari, consulenza, spazi di produzione culturale, ecc.).

Tabella 2.15. Le principali aziende operanti nell’area prodotto20

Denominazione Impresa Localizzazione Specializzazione ASA Comunicazione srl Agenzia servizi avanzati

Bari Marketing, pianificazione e controllo gestionale , elaborazione dati

Gruppo TKM srl Bari Marketing, pubblicità e comunicazione

Diesse srl Bari

Ricerca e selezione di materiale tessile, tessuti, filati, pellame ed altri accessori; grafica e consulenza per l’allestimento di collezioni tessili e abbigliamento in genere

Antonio Battaglia srl Bari Design di prodotti tessili, di articoli di abbigliamento, e altri prodotti moda

Calceviva S.n.c. Martina Franca Ufficio Stile, progettazione di marchi, realizzazione di prototipi

20 Nell’area prodotto sono state classificate tutte le aziende che si occupano di ricerche di marketing, analisi e tendenze culturali, tutti gli esperti che si occupano della ricerca dei materiali, tutti gli esperti di moda come stilisti, cool hunter, disegnatori , grafici designer, ed esperti di brand identità.

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Industrie Fashiondaunia srl Foggia Design, Styling nel campo della moda e dell’abbigliamento N.A.F. srl Taranto Design, Styling nel campo della moda e dell’abbigliamento

Total Look srl Taranto Studio, ideazione, disegno, esecuzione, servizi di assistenza tecnica e stilistica nel campo della moda e del design in genere

Fortunato srl Lecce Serigrafia e stamperia di tessuti e prodotti tessili e abbigliamento

Tabella 2.16. Le principali aziende operanti nell’area servizi21

Denominazione Impresa Localizzazione Specializzazione

Agorà Multiservice S.r.l. Bari Organizzazione, promozione e gestione diretta e per conto terzi di eventi nella moda

Fashion Models Budapest S.r.l. Lecce Organizzazione di spettacoli e sfilate di moda e corsi per modelli e modelle

GIO Cristallo "Comunicazione ed Eventi"

Barletta Pubblicità, organizzazione eventi per la moda, consulenza di marketing

Moda Insieme S.a.s. di Barnabà Vito

Bari Organizzazione di sfilate di moda e quanto altro attiene a tali settori

WAKE UP srl Barletta Comunicazione e consulaneza di marketing per la moda

2.3. Operatori economici collegati

2.3.1. I Consorzi

In questi ultimi anni si stanno diffondendo in Puglia nuove realtà organizzative, i consorzi, una forma di aggregazione funzionale, che consente alle imprese distrettuali che ne fanno parte di usufruire di una serie di benefici nel campo della ricerca, dello sviluppo di reti informatiche, delle strategie di marketing e di internazionalizzazione. Nel territorio pugliese operano numerosi consorzi nel settore del tessile-abbigliamento. La tabella 2.17. sintetizza le caratteristiche dei principali consorzi, in termini di numerosità delle aziende aderenti.

Tabella 2.17. I principali consorzi del settore del tessile-abbigliamento in Puglia Nome N. di Imprese

aderenti Specializzazioni

produttive Localizzazione

Consorzio Tessile Moda BAT 5 Tessile-abbigliamento Barletta Consorzio Copac 20 Tessile-abbigliamento Casarano

Consorzio del Polo Tessile 5 Abbigliamento e confezioni

Martina Franca

Consorzio Gruppo Innovazione Tessile

6 Tessile-abbigliamento Martina Franca

Consorzio Idea Fashion 6 Tessile-abbigliamento Martina Franca Consorzio Baby Italia 23 Abbigliamento ed

accessori per bambini Putignano

Consorzio Sposa & Moda Italiana

8 Sposa e moda Putignano

Consorzio Mediterraneo per l’abbigliamento

n.d. Abbigliamento e confezioni

Tuglie

21 L’area servizi comprende sia i servizi gestionali e organizzativi sia i servizi inerenti la comunicazione. Con riferimento a questi ultimi maggiormente specializzati per la moda, si distinguono: agenzie di pubblicità, che si occupano dei servizi pubblicitari, quelli grafici, quelli multimediali ed infine quelli internet e agenzie d’eventi, che si occupano invece dell’organizzazione di eventi.

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2.3.2. Centri servizi

Moda Mediterranea Per supportare il settore della moda verso i livelli aziendali maggiormente competitivi è nata nel 2002 in Puglia l’agenzia di sviluppo22 Moda Mediterranea SpA, su iniziativa della Camera di Commercio di Bari. La finalità di Moda Mediterranea è così sintetizzabile: • migliorare la cultura d'impresa e promuovere il ricorso alla certificazione di qualità dei

processi produttivi e dei prodotti; • favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese; • effettuare studi, analisi di mercato, indagini campionarie; • elaborare e realizzare programmi di ricerca e attivare percorsi specifici di istruzione e

formazione, promovendo ogni utile coordinamento con università, scuole e centri di formazione;

• favorire la collaborazione con le grandi maisons del settore e il partenariato tra imprese anche di regioni differenti e promuovere il collegamento in rete delle imprese e la creazione di marchi;

• diffondere le informazioni in merito alle agevolazioni e agli incentivi di natura finanziaria, fiscale e previdenziale, posti a disposizione delle imprese dalla legislazione e offrire assistenza per la stipula dei contratti con primarie aziende nazionali ed estere;

• organizzare manifestazioni, esposizioni, presentazioni, eventi, convegni, dibattiti, incontri pubblici e privati finalizzati alla conoscenza del Sistema Moda e dei collegamenti che esso presenta con la storia e la cultura del territorio, favorendo ogni utile collaborazione con i diversi settori dell'economia;

• diffondere la conoscenza dei prodotti delle imprese operanti sul territorio, attraverso azioni di pubblicità istituzionale, la realizzazione di cataloghi comuni, l'edizione, la pubblicazione e la diffusione di informazioni di carattere commerciale, anche con l'utilizzo di mezzi tecnologici avanzati.

Operativamente, Moda Mediterranea SpA ha attivato numerosi servizi e progetti, tra i quali: - un servizio di direct marketing; - il servizio di ricerca partner destinato ai acquirenti nazionali ed internazionali del

settore moda; - servizi di assicurazione crediti per le imprese in Italia e all’estero; - consulenza finanziaria; - reperimento di stagisti con copertura finanziaria di tutor aziendali; - organizzazione di sfilate; - il recente progetto di creare un Incubatore per le aziende della moda (vedi box).

Box: L’Incubatore per la aziende della Moda Grazie all’accordo fra Provincia, Università di Bari e Moda Mediterranea SpA nascerà a Bari l’Incubatore per le aziende Moda della Puglia che erogherà servizi avanzati a favore delle aziende del territorio, creando un network fra stilisti, esperti di marketing e mondo della ricerca. Il progetto prevede di lanciare nuovi stilisti, sostenere i più interessanti “start up”

22 Le agenzie di sviluppo sono strutture che contribuiscono ad abbassare permanentemente le barriere e lo sviluppo locale, sottoforma di potenziamento del capitale sociale locale, di riduzione dei costi di transazione per le imprese e di miglioramento della qualità sociale, aumentando lo stock locale di beni pubblici. Esse agiscono a livello sub-regionale e promuovono lo sviluppo locale negli aspetti imprenditoriali, occupazionali, ambientali e culturali.

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aziendali, supportare le aziende maggiormente strutturate con servizi di eccellenza, soprattutto nel campo della ricerca e sviluppo, del management e dell’innovazione. L’obiettivo primario del progetto è quello di realizzare un trasferimento di know-how e innovazione tecnologica dai centri di ricerca e dai laboratori universitari alle imprese. Nell’incubatore della moda le imprese regionali potranno trovare un partner affidabile per la progettazione dei campionari, l’innovazione dei materiali e la comunicazione, ovvero i capisaldi su cui poggia l’affermazione di una griffe. TessilPuglia Il Centro Servizi TessilPuglia è stato realizzato nel 2007 nell’ambito del progetto “Progettazione, realizzazione e sperimentazione di un Modello di Centro Servizi Regionale a supporto della filiera del tessile e abbigliamento”. Tale progetto fa parte a sua volta di un progetto più ampio dal titolo DDTA (Distretto Digitale a supporto della filiera produttiva del tessile-abbigliamento), promosso dall’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, di cui la Camera di Commercio di Bari è soggetto capofila. L’obiettivo del progetto è quello di digitalizzare il comparto del tessile-abbigliamento pugliese per renderlo più competitivo sui nuovi mercati globali, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti ed una migliore integrazione di filiera e commerciale. Il Centro Servizi TessilPuglia è stato creato al fine di soddisfare i seguenti macro-obiettivi:

- facilitare l’accesso delle imprese del settore tessile-abbigliamento ai sistemi di integrazione digitale di filiera;

- creare una rete tra i distretti esistenti per la promozione e la diffusione di best practices di carattere gestionale e tecnologico;

- creare strutture attraverso cui fornire alle imprese del territorio servizi di supporto negli ambiti dell’innovazione di processo e di prodotto, e diffondere nuove pratiche in tema di innovazione tecnologica per la valorizzazione dei distretti produttivi.

In particolare, il Centro Servizi TessilPuglia non ancora nel pieno della sua attività dati i tempi recenti di costituzione, erogherà servizi innovativi telematici e tradizionali alle imprese pugliesi attraverso il Portale TessilPuglia. Tra i servizi di tipo telematico fruibili dal Portale vi dovrebbero essere:

• servizio informativo: i dati relativi a news settoriali, newsletter, informazioni su eventi, convegni, fiere, seminari, link di siti utili per il settore, documentazione per incentivi finanziari, studi di settore;

• directory aziendale: sezione del portale contenente le schede delle aziende del settore, con possibilità di effettuare ricerche per livelli di specificità utilizzando l'elenco delle aziende registrate;

• catalogo: sezione del portale che elenca le tipologie e i costi dei prodotti commercializzati dalle imprese registrate;

• tendering e aste on line: l’azienda registrata può lanciare una richiesta pubblica di offerta o di preventivo per l'acquisto o la vendita di uno stock di merce;

• co-Design: servizio di e-collaboration che snellisce tempi e costi di comunicazione nella progettazione. Si tratta di uno spazio virtuale nel quale creare i progetti, coinvolgere i partecipanti, scambiare i documenti, e inviare i messaggi;

• e-recruitment: servizio che consente alla domanda e offerta di lavoro di incontrarsi in un “mercato virtuale”.

I servizi di natura non telematica sono: • supporto per la sottoscrizione di convenzioni con fornitori e acquirenti; • scouting di buyers e mercati di sbocco;

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• supporto per la creazione di un marchio commerciale per la vendita dei prodotti realizzati attraverso i canali convenzionali e non (e-business) sul territorio nazionale ed estero;

• supporto per la realizzazione di cataloghi per la presentazione delle collezioni; • supporto alla progettazione e al design attraverso la selezione di stilisti (anche

emergenti); condivisione e/o cessione, con le aziende che ne fanno richiesta, dei modelli creati;

• servizi di immagine e supporto nei rapporti con i media. Tutte le attività del Centro Servizi TessilPuglia sono implementate dall’ATS costituita da: le Camere di Commercio di Bari, Brindisi, Foggia e Lecce, Capgemini Italia SpA, il Consorzio CETMA, il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari. 2.4. Imprese, ricerca e innovazione: alcuni casi significativi Le innovazioni introdotte dalle imprese del settore tessile e dell’abbigliamento in Puglia sono essenzialmente rivolte all’innovazione di prodotto, intesa essenzialmente come sviluppo di nuovi modelli e nuove collezioni. Appare invece carente l’attenzione delle imprese locali all’innovazione di prodotto basata sull’utilizzo di materiali innovativi e sulla ricerca di nuove funzionalità dei materiali tessili. Con riferimento all’innovazione di processo, è consolidata e diffusa l’adozione di tecnologie di automazione nella produzione volte ad aumentare l’efficienza delle produzioni, di tecnologie automatiche di supporto alla progettazione e di tecnologie di gestione ed elaborazione delle informazioni. Sempre con riferimento all’uso delle Information and Communication Technologies per il coordinamento organizzativo ed inter-organizzativo, si registra solo per le grandi imprese un crescente utilizzo delle tecnologie di comunicazione come Internet, posta elettronica, groupware, EDI (Electronic Data Interchange). Si riportano nel seguito alcuni casi aziendali particolarmente interessanti in quanto espressione di dinamiche innovative nei diversi ambiti di innovazione: prodotto, processo, gestione ed organizzazione. 2.4.1. Megatex SpA La Megatex SpA, fondata nel 1989 e localizzata a Melissano (LE), produce calze tecniche, classiche e sportive per uomo, donna e bambino. Ha 49 addetti ed un fatturato che supera l’1,5 milioni di euro, di cui il 43% all’estero. Dal 2000 l’azienda ha avviato un processo di innovazione di prodotto, con l’obiettivo di “trattare le fibre naturali (cotone e lana) per ottenere prestazioni simili alle fibre sintetiche”. Attualmente porta avanti la sua strategia innovativa avvalendosi di un team di ricercatori interno (costituito da 4 unità di personale), investendo poco meno del 3% del fatturato in R&S e interagendo strettamente con un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università di Lecce. È stato proprio grazie alla combinazione delle competenze sul prodotto interne all’azienda e le elevate conoscenze sui materiali possedute dai ricercatori universitari che sarà possibile sviluppare prodotti innovativi sia per la calza classica (es. calze allungabili) e soprattutto per la calza sportiva. In particolare il progetto di ricerca svolto dalla Megatex congiuntamente con l’Università di Lecce ha portato a sviluppare i seguenti brevetti: 1. “Filati di origine naturale e sintetica con proprietà di elevato assorbimento ottenuti

attraverso l’introduzione di idrogel superassorbente”; 2. “Filati di origine naturale e sintetica con caratteristiche di barriera al trasporto di calore

ottenuti attraverso la deposizione di aerogel”;

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3. “Trattamenti funzionali antibatterici su materiali di origine naturale o sintetica ottenuti tramite deposizione di cluster di argento prevalentemente metallico”;

4. “Filati allungabili derivati dalla caratterizzazione di materiali ad elevata componente viscosa”.

Di fondamentale importanza per la realizzazione dell’intero progetto di ricerca e soprattutto per l’industrializzazione dei risultati della ricerca è stato l’accordo con le aziende produttrici di filati e di macchine tessili. Innovazioni a minore contenuto di ricerca ma non per questo di minore impatto per l’azienda riguardano gli aspetti della logistica e del marketing. Con riferimento alla logistica distributiva (logistica esterna), la Megatex prevede di implementare un nuovo sistema informatico finalizzato a gestire e controllare al meglio la rete di vendita, così da riuscire ad ottenere informazioni dettagliate e puntuali sul mercato, gestire il rapporto con i dettaglianti, programmare la produzione. Con riferimento alla logistica interna, l’azienda sta procedendo ad automatizzare la logistica interna, dotandosi di tecnologie hw e sw: magazzino automatizzato, tecnologia wireless, palmari con lettura codice a barre, al fine di ottimizzare la gestione del magazzino e l’assemblaggio degli ordini. Con riferimento al marketing, l’azienda intende creare un marchio proprio e, facendo leva sulle innovazioni sviluppate, adottare una strategia di differenziazione di prodotto23. 2.4.2. IGAM SpA La IGAM SpA, localizzata a Canosa di Puglia (BA), è nata nel 1986 ed attualmente è tra le prime aziende pugliesi nella produzione di abbigliamento intimo e pigiameria. Conta 85 addetti e, nel 2007, ha raggiunto un fatturato di 28 milioni di euro, con vendite prevalentemente realizzate in Italia (solo il 4% del fatturato è dovuto alle esportazioni). La IGAM già dai primi anni ’90 ha intrapreso un processo di profonda trasformazione organizzativa e gestionale che le ha consentito di restare competitiva. In particolare, l’azienda ha riorganizzato i processi produttivi, delocalizzando fasi di lavorazione e intere produzioni rispettivamente nei paesi dell’Est Europa e dell’Asia. L’internazionalizzazione peraltro non ha riguardato solo la produzione, ma anche gli approvvigionamenti, la IGAM infatti acquista il 70% dei tessuti greggi dalla Turchia che poi vengono lavorati (colorazioni, stampe) presso le imprese del Nord Italia. Inoltre, la IGAM ha creato già nei primi anni ’90 marchi propri (tra cui spiccano Nottingham e Bimbissimi) e su questi ha puntato facendo ingenti investimenti24 in comunicazione e immagine. L’esigenza attuale espressa dall’azienda è quella di gestire in modo efficiente una siffatta organizzazione produttiva e consolidare la sua posizione sul mercato. Il primo obiettivo è perseguito sia attraverso l’adozione di tecnologie informatiche avanzate utilizzate per la gestione della produzione interna, il controllo di gestione, la gestione delle relazioni con i clienti25, e la gestione della logistica. È proprio sull’aspetto della logistica che l’azienda ha avviato anche una profonda trasformazione organizzativa. Essa infatti ha decentralizzato ad un operatore logistico esterno la logistica (trasporti e magazzinaggio) Questa trasformazione organizzativa ha richiesto un adattamento dei sistemi informativi aziendali. La IGAM infatti si è dotata di un sistema informativo interfacciato con quello dell’operatore logistico, in modo da avere il pieno controllo del magazzino esterno. Inoltre

23 Attraverso l’utilizzo di fibre e filati innovativi e/o attraverso una differente combinazione dei filati sarà possibile realizzare calze differenziate per le diverse discipline sportive (corsa, sci, ecc.) e calze differenziate per le diverse condizioni di lavoro (sanitarie, termiche, isolanti, ecc.). 24 La spesa in comunicazione è pari a 1.200.000 euro. 25 L’azienda ha avviato un progetto di informatizzazione per interfacciarsi con il magazzino dei clienti al fine di ottimizzare la gestione delle corte e dei riordini.

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stanno adottando, sempre in collaborazione con l’operatore logistico, lettori ottici palmari che consentiranno di ottimizzare le operazioni di inventario e gestione ordini. Per quanto riguarda il posizionamento sul mercato, la IGAM ha avviato un progetto di espansione sui mercati esteri, ha ampliato la propria gamma di prodotti e prevede in futuro di distribuire il prodotto utilizzando punti vendita propri o affiliati mono-brand. 2.4.3. Giovanna Sbiroli srl La Giovanna Sbiroli srl è tra le prime nate nel polo degli abiti da sposa localizzato a Putignano. È specializzata principalmente nella produzione di abiti da sposa su misura, ma produce anche abiti di alta moda su misura. Impiega attualmente 47 addetti e si avvale di una rete di laboratori locali che contano circa 250 addetti. Come molte altre aziende del settore abbigliamento e del comparto abiti da sposa, la Giovanna Sbiroli srl ritiene prioritario investire nell’area del Marketing, della Distribuzione e dello Sviluppo Prodotto. Con riferimento al Marketing, il rafforzamento del brand aziendale la riconoscibilità sui marcati nazionali e, soprattutto, internazionali e la conseguente necessità di effettuare investimenti in comunicazione e/o innovare la politica distributiva aprendo punti vendita diretti/monomarca, sono ritenuti gli aspetti più strategicamente rilevanti per la competitività. Con riferimento allo Sviluppo Prodotto, l’azienda ritiene fondamentale non tanto l’utilizzo di tecnologie innovative per la progettazione, di cui è già dotata, quanto la possibilità di generare nuove idee di prodotto, nuovi stili e nuovi modelli. In tal senso, la ricerca di nuove idee su colori, accessori, tessuti e lavorazioni condotta nei modi più disparati, dai viaggi alla partecipazione alle fiere, dalle scuole di formazione di alto livello all’analisi di altri mercati, risulta di vitale importanza. Nonostante la forte connotazione artigianale del settore in cui l’azienda opera, è alquanto significativa la partecipazione della Giovanna Sbiroli ad un progetto di ricerca realizzato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale del Politecnico di Bari. Il progetto è finalizzato a sviluppare uno strumento di misurazione del corpo umano basato sulla fotogrammetria. Tale strumento verrebbe utilizzato presso i rivenditori che così potrebbero prendere le misure necessarie per adattare il capo di abbigliamento e le trasferirebbero automaticamente all’azienda produttrice. I benefici derivanti dall’applicazione dei risultati della ricerca sono notevoli. Infatti, poter dotare i rivenditori di una cabina di misura consentirebbe di:

1) ridurre i tempi di misura e trasferimento delle misure presso l’azienda produttrice; 2) aumentare la precisione delle misure e il relativo trasferimento al sistema CAM; 3) risolvere il problema delle competenze sartoriali che devono essere possedute dagli

addetti ai punti vendita. 2.4.4. SACHIM srl La SACHIM srl di Putignano (BA) è una delle poche aziende pugliesi specializzata nella produzione dei tessili tecnici26, con un fatturato di 5 milioni di euro e 45 addetti, occupa attualmente una superficie coperta di circa 10.000. L’azienda realizza l’intero processo di produzione: dall’estrusione del polietilene in monofilamento e film, alla tessitura in reti di tessuti tecnici per agricoltura, edilizia e tempo libero. I principali fattori di competitività sono la qualità dei prodotti e l’efficienza produttiva. L’azienda infatti ha peraltro ottenuto certificazioni ISO 9001, ISO 140001 e EMAS.

26 Tra le altre pugliesi le principali sono: vi sono altre aziende sono la “Tessiture Ostunesi” ad Ostini (BR) e Agriplast a Rutigliano (BA).

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SACHIM ha avviato diversi progetti di innovazione avvalendosi sia di competenze interne che di competenze esterne (Università di Lecce), con una spesa in R&S che nel 2007 ha raggiunto i 300.000 euro, pari a circa il 5% del fatturato. Un primo progetto (2007) ha riguardato lo sviluppo di un prototipo di tessuto ibrido: tessuto che mette insieme sia il monofilamento che il film e che consentirà all’azienda di sviluppare prodotti di più elevata qualità così da ampliare la gamma dei prodotti. Un ulteriore progetto di innovazione di prodotto (2008) ha riguardato lo sviluppo di nuovi schemi tessili. In tal caso la sperimentazione è sull’impostazione dei telai finalizzata ad ottenere trame di tessuto differenti che abbiano sia una differenziazione estetica sia una differenziazione prestazionale (es. diversa resistenza al peso). Il progetto, portato avanti con l’Università di Lecce, ha riguardato il miglioramento del processo produttivo finalizzato a migliorare il monofilamento e diminuire così la difettosità del prodotto. L’azienda intende inoltre beneficiare del “Conto Energia”, avendo in corso la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia. Un ulteriore progetto, sviluppato internamente all’azienda, riguarda lo sviluppo di una macchina di cucitura automatizzata. Progetti di innovazione e ricerca futuri di interesse della SACHIM riguardano:

- la realizzazione di un laboratorio di misura per realizzare prove sui prodotti (sia realizzati dall’azienda che prodotti di terzi), controlli di qualità, misure di resistenza e test di caratterizzazione dei prodotti;

- il miglioramento del processo produttivo per bandelle di polietilene (linea di produzione del film) e relative applicazioni tessili;

- l’automatizzazione del magazzino attraverso utilizzo di tecnologia wireless, lettori palmari di codici a barre.

2.4.5. Nocese Manifatture srl Nata nel 1936, oggi la Nocese Manifatture srl è leader sul mercato nazionale nella produzione di camicie da uomo. L’espansione dell’azienda sul mercato nazionale e sui mercati internazionali (il 25% del fatturato è dovuto alle esportazioni) si è avuta nei primi anni ’90 grazie all’affermazione del marchio Harry&Sons che attualmente è distribuito in Italia e in diverse città europee con oltre 60 negozi franchising monomarchio. La creazione di un marchio associato ad un prodotto specializzato e riconoscibile (camicia da uomo classica e sportiva prodotta in Italia e venduta ad un prezzo contenuto) e ad un servizio efficiente e personalizzato (riassortimenti in Italia in 24 ore e camicie su misura) insieme con una strategia distributiva innovativa per lo specifico comparto (il franchising) ha consentito all’azienda di crescere e restare competitiva, mantenendo la produzione in Italia. Ancora oggi, la strategia aziendale si basa sulla specializzazione, la qualità dei tessuti, la selezione accurata dei materiali, il servizio al cliente, una produzione efficiente e interamente Made in Italy ed ancora oggi l’azienda punta sul marchio e sul prodotto per crescere sul mercato. La Nocese è infatti impegnata da circa due anni nello sviluppo di una linea innovativa di total look che sarà distribuita con un nuovo marchio, indirizzata ad un diverso segmento di mercato e venduta in negozi multibrand. Il brand, il prodotto, il servizio sono i fattori di competitività dell’azienda ed è su questi che si impegna per apportare miglioramenti continui. In particolare, per il brand la Nocese nella prossima stagione presenterà un nuova linea che sarà distribuita con un nuovo marchio e continuerà ad investire nella comunicazione per rafforzare il marchio Harry&Sons. Per quanto riguarda il prodotto, l’azienda ha una continua attenzione alla creazione di nuove collezioni e soprattutto allo sviluppo di prodotti di elevata qualità e fattura. A tal fine si avvale sia di un ufficio stile interno sia di uno esterno, sia di un team di modellisti interno sia di

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consulenti modellisti esterni. L’azienda inoltre produce interamente in Italia, eseguendo internamente le fasi di taglio e di stiro e decentralizzando ad imprese locali la fase della cucitura. Per quanto riguarda il servizio, con riferimento al cliente finale, la Nocese ha avviato un progetto finalizzato ad ottimizzare la produzione “su misura” della camici al fine di garantire al cliente un prodotto personalizzato non solo nella vestibilità ma anche nella composizione dei tessuti. Un’ulteriore attività progettuale, realizzata in collaborazione con il CETMA di Brindisi, riguarda il trattamento dei tessuti ed è finalizzato ad ottenere superiori prestazioni del prodotto quando sottoposto a specifiche condizioni di lavaggio, di sudorazione, ecc. Con riferimento agli affiliati franchiser, l’azienda al fine di ottimizzare il processo di gestione degli ordini, intende adeguare il sistema di networking con tutti i negozi franchising passando dal semplice sistema di invio dell’ordine via Internet, attualmente in uso, al sistema di inserimento e gestione dell’ordine da parte del franchiser. 2.4.6. Romano SpA Fondata nel 1967 la Romano SpA con sede a Matino (provincia di Lecce) è oggi leader nella produzione di abbigliamento casual uomo e donna, in particolare nel mercato del jeanswear. Conta attualmente 370 addetti, di cui circa il 6% laureati, e esporta il 50% del fatturato. Una forte spinta nella crescita dell’azienda si è avuta a seguito della creazione del marchio Meltin’Pot nel 1994 e della sua affermazione sui mercati nazionali e internazionali. Il successo delle produzioni Meltin’Pot è il risultato di una strategia di marketing di successo, un concept di prodotto a forte ispirazione internazionale in grado di interpretare le tendenze emergenti di quegli anni, ma anche l’esperienza accumulata nel corso degli anni nello sviluppo di collezioni jeanswear. Infatti, fino ai primi anni ’90 la Romano produceva solo ed esclusivamente jeanswear per conto dei colossi mondiali del denim. Ad oggi il 60% del fatturato è realizzato dalla divisione Meltin’Pot e il 40% dalle produzioni conto terzi e su licenza. Significativo è proprio quest’ultimo dato che, al contrario di quanto ci si possa aspettare, è in crescita. La Romano è infatti un esempio eccellente di un “contoterzismo evoluto” e di come le aziende contoterziste pugliesi possano crescere nello scenario competitivo attuale caratterizzato da fenomeni di delocalizzazione. L’azienda infatti grazie alle sue elevate competenze nello sviluppo delle collezioni, nei tessuti, nella gestione della produzione e della distribuzione non si limita a realizzare il prodotto sulla base di una specifica richiesta del cliente, ma mette a disposizione il proprio know-how progettuale, gestionale, organizzativo e produttivo per risolvere qualsiasi esigenza. In termini più operativi, la Romano gestisce per conto dei clienti sia la fase di progettazione e realizzazione delle collezioni sia la produzione delle stesse sia la gestione logistica delle merci. Per realizzare tali attività la Romano si avvale:

- di uno staff di circa 60 addetti per lo sviluppo delle collezioni, costituito da stilisti, modellisti ma anche specialisti nel trattamento dei tessuti, a cui si aggiungono consulenti stilisti e modellisti esterni, e investendo circa 3 mln. di euro all’anno. Negli ultimi anni è stata potenziata l’area della lavanderia con l’acquisizione di nuovi impianti e con lo sviluppo al suo interno di un team di ricerca per i finissaggi e i trattamenti;

- di un ciclo produttivo improntato sulla massima ingegnerizzazione del processo: l’azienda si è dotata dei sistemi tecnologicamente più avanzati, sviluppando nel contempo nuove soluzioni produttive e organizzative che le consentono di offrire elevati standard qualitativi con tempi di risposta estremamente brevi. Tutta la catena produttiva vanta un alto tasso di automazione, a partire dal momento in cui i modelli vengono generati e piazzati da un avanzato sistema CAD/CAM, fino ad arrivare all'impianto di lavanderia in cui tutte le fasi vengono gestite e controllate dai

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computer. La struttura produttiva si completa con una serie di partnership con importantissimi produttori del bacino del Mediterraneo, a cui è affidato il 70% della produzione, che lavorano in stretta collaborazione con la Romano SpA e sono in grado di garantire flessibilità e elevati standard qualitativi.

- di un sistema logistico avanzato con il pieno controllo dell’intera supply-chain. Il magazzino prodotto finito della Romano è in grado di affrontare qualsiasi situazione logistica gestendo sia bulk orders che spedizioni frazionate in destinazioni multiple.

- di una funzione marketing che implementa strategie di servizio al cliente e customer care, avvalendosi anche di tecnologie avanzate per il Customer Relationship Management (CRM), di comunicazione a livello nazionale e internazionale (con investimenti pari a circa il 7-8% del fatturato) e di distribuzione (dal merchandiser nei punti vendita all’apertura degli show room a Milano, Parigi e Monaco).

2.4.7. Mafrat SpA La Mafrat SpA, con più di 20 milioni di euro di fatturato e 150 addetti, è leader nel settore dell’abbigliamento per bambino. La Mafrat si articola come un vero e proprio gruppo industriale fortemente internazionalizzato. La dimensione internazionale è sia sul fronte della produzione ma anche e sempre più sul fronte del mercato a valle. La Mafrat infatti sin dal 1988 ha avviato un processo di delocalizzazione di alcune attività produttive27 e già dagli anni ’70 si è affacciata sui mercati esteri. Attualmente il 70% del fatturato è dovuto alle esportazioni ed è recentissima l’apertura di uno showroom aziendale a Pechino.

L’azienda ha una lunga tradizione: si avvia già nel 1944 con la produzione di maglieria per neonato, negli anni ’90 si introducono prodotti di abbigliamento per altre fasce di età diverse dal neonato, ma è dal 2000, con l’acquisizione su licenza di alcuni tra i principali marchi italiani della moda, che l’azienda ha visto crescere sensibilmente i suoi volumi di vendita e di fatturato. I brand acquisiti infatti hanno consentito all’azienda di entrare in un segmento di mercato di fascia alta e di sfruttare al massimo i canali distributivi, potendo vendere più linee di prodotto su uno stesso canale distributivo.

Certamente a trainare il successo dell’azienda c’è “la forza dei brand sui mercati”, intesa come capacità intrinseca di un marchio di differenziarsi e di modificare le scelte e i comportamenti dei consumatori, ma alla base di tale successo c’è una notevole capacità aziendale di sviluppare diverse collezioni innovative all’anno28, di gestire in modo efficiente la produzione e la distribuzione, di produrre prodotti di qualità, di presidiare i mercati, e di sviluppare strategie di comunicazione29. Pertanto le azioni strategiche della Mafrat mirano a rafforzare tali capacità, attraverso:

- le formazione continua dei neo-assunti sulle competenze stilistiche;

27 L’attività di produzione è completamente esternalizzata: l’azienda si avvale di un indotto di circa 700 addetti in Italia e circa 1000 addetti all’estero (sud est asiatico). Attualmente l’azienda ha rapporti consolidati con i partner produttivi esteri e non considera critica la gestione delle produzioni delocalizzate. Alle imprese dell’indotto, comprese quelle estere, trasferisce le schede tecniche di produzione. Gli approvvigionamenti per i prodotti realizzati all’estero vengono gestiti dalle aziende estere, per i prodotti realizzati in Italia vengono gestiti dall’azienda. L’esternalizzazione di tutte le fasi della produzione richiede d’altra parte un importante impegno gestionale e finanziario nella logistica. 28 Per ogni marchio distribuito dalla Mafrat, l’azienda sviluppa due collezioni all’anno. Ciascuna collezione è realizzata da uno specifico ufficio stile, è infatti necessario che non vi siano contaminazioni tra le collezioni, in quanto queste devono esprimere idee stilistiche differenti. 29 La comunicazione è un aspetto molto importante per le aziende che lavorano su licenza, sia per l’impegno finanziario richiesto che per quello gestionale. In ogni contratto di licenza infatti è prevista una quota notevole di spese in pubblicità e inoltre è demandata all’azienda l’intera definizione e gestione dei piani di comunicazione.

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- il potenziamento della capacità di commercializzazione, con l’individuazione e il presidio di nuovi mercati di sbocco;

- lo sviluppo di un servizio post-vendita e di customer care, per fidelizzare il cliente; - l’ottimizzazione dei processi logistici e produttivi.

***

La Tabella 2.18. riporta i dati sintetici dei progetti di ricerca promossi da imprese del settore tessile-abbigliamento o con ricadute sul settore finanziati nell’ambito dei PIA-PIT (2000-2006). Come è evidente il numero delle imprese che hanno portato avanti tali progetti finanziati è molto basso. Tale dato può avere una duplice spiegazione: 1) in taluni casi manca una vera e propria capacità progettuale delle imprese ed uno scarso interesse sui temi della ricerca e innovazione tecnologica; 2) in altri casi, e soprattutto per le imprese più grandi e con capacità di auto-finanziamento, così come è risultato da alcune delle interviste condotte, vi è uno scollamento tra le tempistiche dei progetti finanziati e le esigenze aziendali. Tabella 2.18. Progetti di ricerca nell’ambito del tessile-abbigliamento finanziati nell’ambito dei PIA-PIT (2000-2006). Imprese promotrici Obiettivi del progetto Altri par tner - Fashion Flair Group Srl (distribuzione abbigliamento bambino - Bitonto - BA) - Gary Srl (produzione pigiami - Bitonto - BA) - Hartex time Sas (produzione abbigliamento - Bitonto - BA) - Ines confezioni (produzione abbigliamento per la casa - Bitonto - BA) - Lartex srl (produzione pigiami e abbigliamento bambino - Bitonto - BA) - V.J. Srl (produzione abbigliamento Bambino - Bitonto - BA)

- Ricerca di filati e tessuti per migliorare il confort;

- Introduzione di nuove tecnologie di processo;

- Applicazione di tecniche innovative per - la confezione ai materiali innovativi,

prestando attenzione in particolare ai trattamenti nanotecnologici e alla loro

- adozione secondo metodologie non invasive.

- PSTG - Parco Scientifico e Tecnologico Galileo – Padova); - Dip. di Chimica (Università di Bari); - ASA sr.l. (consulenza aziendale – Bitonto – BA); - DNV Italia (ente di certificazione); - Programma e Stile (servizi – Bitonto – BA).

ITN SpA (abbigliamento uomo - Martina Franca -TA)

Implementazione di un sistema innovativo basato sulla tecnologia RFID (Radiofrequency identification) di controllo della produzione, completamente informatizzato, che prevede l’applicazione, ai tessuti in entrata, di “smart label” in grado di memorizzare il numero della commessa e l’elenco di tutte le fasi della lavorazione previste.

Schönenberger (progettazione e realizzazione di sistemi di logistica - Germania).

Principe Franz srl (produzione abiti da cerimonia - San Giorgio Ionico - TA)

Introduzione di nuovi algoritmi per l’ottimizzazione del processo di serigrafia su carta e su stoffa e dei relativi parametri di funzionamento.

- Dip. di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile (Politecnico di Bari); - Infosystem srl (informatica e della telematica - Taranto).

- Principe Franz srl (produzione abiti da cerimonia - San Giorgio Ionico - TA); - Scatolificio Meridionale (Produzione di scatole di oggettistica da regalo e di articoli personalizzati - San Giorgio Ionico - TA)

Sviluppo di un sistema automatizzato di caricamento – scaricamento tessuto sulla macchina di serigrafia per la riduzione dei tempi di esecuzione e il miglioramento della produzione.

Dip. di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile (Politecnico di Bari).

Nocese Manifatture srl (produzione - Sviluppo di un nuovo servizio di Consorzio CETMA (centro di

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camiceria maschile - Noci - BA)

realizzazione di camice "su misura"; - Creazione di un “Laboratorio Stile”, con

l'introduzione nel processo produttivo di un sistema CAD-CAM;

- Sviluppo di collezioni innovative "Total Look", di prodotti attualmente non fabbricati.

ricerca – Brindisi).

- Rotundo Salvatore (tessile- abbigliamento – Lecce) Linea Blu srl (tessile- abbigliamento – Lecce) - Ibim srl (produzione berretti – Lecce) - Claudio De Prezzo Mode srl (tessile- abbigliamento – Lecce)

- Sviluppo di un “Ufficio Stile e ricerca”; - Applicazione di nuove tecniche di

trattamento di capi e tessuti; - Sviluppo di collezioni innovative "Total

Look".

FINVAR srl (centro di ricerca - Lecce).

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Capitolo 3: La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia 3.1. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento 3.1.1. Il quadro europeo La Piattaforma Tecnologica Europea (PTE)30 del tessile-abbigliamento ha sintetizzato le linee di sviluppo del settore tessile in Europa nel documento “Vision for 2020”. La “Vision for 2020” identifica tre principali obiettivi strategici:

1. incrementare la produzione di prodotti specialistici (che utilizzano processi evoluti, fibre, filati e tessuti funzionali basati su nano- microbio-tecnologie, nuovi processi di rivestimento/spalmatura, stampa digitale, ecc.) rispetto alle commodities;

2. incrementare l’espansione del prodotto tessile come materia prima per altri settori industriali (applicazioni mediche, costruzioni, trasporti, ecc.);

3. concentrarsi, piuttosto che sulle grandi quantità, su produzioni “customizzate”, personalizzate, che utilizzino meglio la logistica, la distribuzione ed i servizi.

Su tali obiettivi di lungo periodo è stata sviluppata una Strategic Research Agenda (SRA) che indica le attività di ricerca prioritarie da intraprendere al fine di garantire un’effettiva innovazione del settore tessile-abbigliamento europeo e di superare i limiti individuati dalla Vision for 2020 al raggiungimento dei tre obiettivi strategici. In particolare, la Strategic Research Agenda, che verrà aggiornata ogni due anni, ha identificato, per ciascun obiettivo strategico, le seguenti nove tematiche prioritarie su cui indirizzare le attività di ricerca e sviluppo: 1. Nuove fibre e compositi speciali per prodotti tessili innovativi Lo sviluppo di fibre innovative a monte della catena del valore del tessile, costituisce un’importante fonte di prodotti innovativi e nuove aree d’applicazione a valle della catena del valore. La ricerca dovrebbe quindi focalizzarsi sulle opportunità derivanti dalla produzione di fibre e compositi speciali mediante lo sviluppo di nuove o migliori proprietà dei materiali e attraverso lo sviluppo di migliori e nuovi processi produttivi. Le priorità di ricerca stabilite dalla PTE a riguardo consistono:

• nell’elaborazione di nuove fibre per creare prodotti tessili innovativi nel campo della sicurezza e salute;

• nello sviluppo di fibre che consentano di produrre prodotti con caratteristiche di confort, benessere e salute migliori;

• in migliori, più resistenti ed efficienti composti fibrosi; • nella creazione di fibre e composti la cui produzione abbia un minor impatto

ambientale; • nella produzione di fibre attraverso l’uso delle nanotecnologie; • nello sviluppo di fibre con caratteristiche superficiali peculiari; • nello sviluppo di fibre per prodotti con migliori care-properties, circa la pulizia, il

lavaggio, la stiratura;

30 Fanno parte della PTE del tessile: l’Euratex (presidenza e segreteria), Associazioni nazionali di settore, Imprese del settore, Membri di Textranet (enti di ricerca), Membri di Autex (università). Sono in via di inserimento: Rappresentanti dei distributori e della rete di vendita, Sindacati tessili, Associazioni di consumatori, Rappresentanti dei settori fornitori.

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• il rafforzamento dei metodi di produzione delle fibre, dei non-tessuti e delle fibre composite.

Naturalmente le innovazioni in tale ambito costituiranno la base per nuove innovazioni in settori anche diversi da quello tessile, come per esempio in quello automobilistico, edilizio, in campo medico, aerospaziale ecc. 2 “Funzionalizzazione” di prodotti tessili e relativi processi Mediante la funzionalizzazione dei materiali tessili è possibile realizzare prodotti per nuovi usi e aree d’applicazione, oltre a migliorare le prestazioni dei materiali tessili nelle applicazioni convenzionali con un conseguente valore aggiunto sui prodotti. La PTE ha individuato le seguenti aree su cui la ricerca dovrà focalizzarsi:

• una maggiore flessibilità ed efficienza nello sviluppo dei prodotti e dei materiali; • un incremento delle proprietà dei tessuti e dei materiali, evitando contemporaneamente

un aumento dei costi; • un minor utilizzo delle risorse naturali, di energia e di sostanze chimiche; • sviluppo di materiali in grado di variare le loro caratteristiche a seconda delle

condizioni ambientali o attraverso l’invio di impulsi; • processi di funzionalizzazione versatili e flessibili.

3. Biomateriali, biotecnologie e processi ecologici Il campo della biotecnologia industriale è ritenuto uno delle maggiori fonti di innovazione e in tale ambito sono state individuate tre aree d’applicazione: i biomateriali, le biotecnologie e i processi eco-compatibili. Per quanto riguarda i biomateriali la PTE ha individuato le seguenti principali aree di ricerca:

• produzione di fibre basate sulla fermentazione o altri processi biochimici; • sviluppo di fibre che incorporano sostanze bio attive; • produzione di fibre totalmente biodegradabili; • sviluppo di biomateriali per applicazioni tecniche e mediche.

Per quanto riguarda le biotecnologie, si prevede che i processi biotecnologici sostituiranno nel tempo quelli chimici grazie alla loro maggiore eco-efficienza. Determinante inoltre sembra essere l’uso degli enzimi e delle proteine nei processi di trattamento delle superfici tessili al fine di migliorare le proprietà tecnologiche tradizionali e introdurre nuove proprietà funzionali. Infine, con riferimenti ai processi eco-compatibili, la necessità di implementare processi di produzione sostenibili è oggi considerata alla stregua del bisogno di incrementarne la produttività e la qualità. La PTE a tal riguardo, ha proposto le seguenti priorità di ricerca:

• utilizzo degli scarti e dei rifiuti dei processi tessili come risorsa per le biomasse; • miglioramento delle caratteristiche delle fibre naturali e dei relativi processi produttivi; • sviluppo di processi e trattamenti alternatici al fine di ridurre l’utilizzo di acqua ed

energia, riducendo anche l’impatto sulla salute umana. 4. Nuovi prodotti tessili per l’aumento delle prestazioni umane La domanda, da parte dei consumatori finali, di prodotti tessili e d’abbigliamento funzionali è in continuo aumento. Le proprietà richieste ai tessuti vanno dalle funzioni di protezione a quelle curative, combinate con la leggerezza, l’ottimizzazione del calore corporeo, la gestione dell’umidità, il confort, la durabilità, quindi la biodegradabilità o l’opportunità di riciclaggio del prodotto. La risposta a tali richieste è rappresentata dallo sviluppo di nuovi materiali combinati con sistemi integrati di sensori e azionatori elettronici. Le priorità di ricerca a riguardo individuate dalla PTE prevedono:

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• lo sviluppo di strumenti di simulazione per l’iterazione con il consumatore al fine di ottenere prodotti funzionali ottimizzati;

• sviluppo di tessuti o dispositivi in grado di reagire autonomamente al cambiare dell’attività svolta o delle condizioni di chi li indossa al fine di ottimizzarne il confort e la salute;

• in fine lo sviluppo di tessuti funzionali paramedici, che possano per esempio rilasciare sostanze curative o che incorporano sistemi di monitoraggio dei parametri corporei.

5. Nuovi prodotti tessili per applicazioni tecniche I prodotti tessili per le applicazioni tecniche costituiscono una gamma molto diversificata e ciò è conseguenza degli innumerevoli mercati di consumatori finali. Le applicazioni più comuni riguardano il trasporto, l’edilizia e l’ingegneria. La PTE ha individuato, per ogni campo d’applicazione dei tessuti tecnici, una serie priorità di ricerca. 6. Prodotti tessili ed abbigliamento “intelligenti” I tessuti intelligenti rappresentano un’importante fonte d’innovazione, tuttavia affinché abbiano successo sono necessari materiali e sistemi ad elevate prestazioni, nonché una perfetta combinazione con dispositivi elettronici in grado di rilevare parametri meccanici, fisici, chimici, elettrici e biologici del corpo umano. Le principali aree di ricerca riguardano:

• la necessità di fornire energia ai dispositivi elettrici e le modalità di stoccaggio di tale energia;

• sviluppo di algoritmi di elaborazione dati in grado di gestire le enormi quantità di dati, che possono provenire per esempio da un sistema di monitoraggio permanente, e gli azionatori presenti nei tessuti;

• sviluppo di componenti elettrici altamente flessibili, con una elevata capacità di allungamento e in grado di resistere all’usura e ai processi quali lavaggio e stiratura;

• sviluppo di sistemi di comunicazione dei dati, preferibilmente wireless; • ottenere prodotti comunque confortevoli, facili da usare e pulire.

7. Customizzazione di massa Affinchè la customizzazione di massa31 costituisca un fattore di successo dell’industria tessile è necessario affrontare in maniera sistematica gli ostacoli tecnologici ed organizzativi che frenano l’innovazione industriale. La PTE ha quindi evidenziato la necessità di:

• sviluppare sistemi di produzione altamente flessibili e in grado di realizzare piccoli lotti;

• adottare sistemi di produzione 3D; • utilizzare strumenti che permettano la simulazione, l’ottimizzazione, la

flessibilizzazione e la virtualizzazione dei processi produttivi (naturalmente tali strumenti dovranno integrarsi con l’intera supply chain del tessile);

• supportare lo sviluppo e l’innovazione di prodotto attraverso l’uso di software di simulazione 3D in grado di simulare le proprietà dei materiali e l’eventuale produzione;

• utilizzare sistemi di simulazione, in grado di visualizzare in tempo reale un indumento su un manichino virtuale rappresentante il cliente, strumenti di scannerizzazione e

31 Con il termine customizzazione si intende il processo tramite cui si fornisce un prodotto realizzato su misura per un cliente. La customizzazione di massa è la realizzazione di prodotti personalizzati in grandi volumi.

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sistemi iterativi di creazione di modelli in cooperazione con i consumatori e i distributori.

8. Approccio innovativo alla progettazione e alle tecnologie La capacità d’innovazione è il fattore principale in una industria che non può contare sull’uso della manodopera a basso costo e sull’accesso privilegiato alle materie prime. Tale capacità deriva dalla combinazione di elementi creativi con conoscenze tecnico-scientifiche, tuttavia il successo di tali capacità è fortemente legata all’uso di metodologie e tecniche in grado di trasformare l’idea in risultati industriali tangibili. Mentre la creatività è un elemento che non può essere rafforzato tramite la ricerca, gli approcci metodologici e tecnologici alla progettazione e allo sviluppo di prodotto possono essere migliorati tramite le scienze matematiche, informatiche, chimiche, sociali e manageriali. La PTE ha pertanto individuato una serie di fattori chiave:

• sviluppo di strumenti in grado di effettuare un’analisi sui requisiti e sulle funzioni che i nuovi prodotti dovranno avere in relazione alle esigenze della società e dei singoli consumatori;

• riduzione del time to market e dei relativi costi, attraverso l’utilizzo soprattutto dei sistemi software di simulazione;

• sistemi di sviluppo prodotto che implichino la cooperazione fra i diversi soggetti della supply chain del tessile e che contemporaneamente coinvolga anche altri settori industriali, come quello edilizio, automobilistico ecc.

• reti di comunicazione per il reciproco scambio di informazioni e idee Quest’ultimo punto tuttavia si trova in alcuni casi in conflitto con i diritti delle proprietà intellettuali (IPR), è necessario quindi lo sviluppo di sistemi che permettano la marcatura, il monitoraggio e la rintracciabilità della proprietà dei progetti e/o dei disegni. E’ inoltre necessario sviluppare una più efficiente rete di comunicazione tra università, industria e centri di ricerca; quindi si potrebbe promuovere l’immagine del tessile europeo al fine di attirare risorse umane competenti. 9. Integrated Quality and Life Cycle Management I nuovi prodotti dell’industria tessile sono sempre più soggetti o rigorosi standard di qualità e performance, devono questi infatti garantire la qualità lungo tutto il ciclo vita, dalla progettazione alla produzione, distribuzione, utilizzo, conservazione e per finire al riciclaggio o allo smaltimento. Le imprese devono quindi implementare sistemi di gestione della qualità al fine di migliorare sia la qualità dei prodotti sia gli aspetti legati al loro ciclo di vita. Sono quindi necessarie nuove soluzioni per la gestione dei rifiuti industriali e per il riciclaggio. Inoltre, devono essere sviluppati nuovi ed effettivi meccanismi di controllo della qualità lungo tutta la catena del valore. Questo significa che il settore tessile, il settore dell’abbigliamento e dei servizi hanno bisogno di innovare i loro concetti, le loro metodologie e le loro tecniche di Supply Chain Management e di Integrated Quality Management. La PTE ha evidenziato alcuni punti salienti, fra i quali:

• l’utilizzo di parametri che quantifichino la qualità e la sostenibilità delle materie prime:

• lo sviluppo di strumenti di ottimizzazione della qualità in tutte le fasi del ciclo vita; • la tracciabilità delle materie prime e dei prodotti lungo la catena del valore; • l’utilizzo di strumenti di comunicazione della qualità; • corsi di formazione per il corretto utilizzo dei prodotti; • sistema di feedback lungo tutta la catena del valore; • sviluppo di processi per il recupero dei prodotti.

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Infine, la Strategic Research Agenda ha evidenziato la necessità di creare condizioni generali di contesto che favoriscano lo sviluppo delle attività di ricerca, l’adozione delle innovazioni, l’integrazione tra i soggetti dell’innovazione e il coinvolgimento di tutti gli attori imprenditoriali, comprese le PMI. In particolare, la SRA ha definito cinque aree tematiche trasversali su cui intervenire al fine creare le condizioni necessarie a supportare lo sviluppo competitivo e l’innovatività dell’industria tessile europea: A. Sviluppare un quadro normativo che favorisca l’innovazione L’innovazione industriale costituisce un investimento ad elevato rischio. Affinchè vi siano investimenti nella ricerca e nell’innovazione è quindi avvio che il profitto atteso dell’investimento dovrà essere superiore al rischio finanziario. Mentre le autorità pubbliche non possono influenzare il grado di rischio dell’investimento, queste però possono cercare di rendere l’investimento più attrattivo agendo sul profitto atteso, incentivando così gli investimenti nella R&S. Al fine di migliorare il rendimento atteso, la PTE suggerisce i seguenti interventi:

• un più facile processo di regolamentazione dei nuovi prodotti; • minore burocrazia nelle procedure di start-up di un’impresa; • un ruolo attivo delle autorità pubbliche come prime acquirenti di prodotti innovativi

attraverso gli appalti pubblici; • un’effettiva protezione delle proprietà intellettuali, attraverso una migliore

applicazione delle leggi e la guerra alla contraffazione; • riduzione dei costi della messa sul mercato dei prodotti; • un’ulteriore apertura nei confronti dei mercati esteri.

B. Sviluppare un sistema di istruzione in grado si supportare la trasformazione del settore tessile Il processo d’innovazione fin qui proposto richiede per la sua attuazione risorse umane qualificate, sia in termini di conoscente scientifiche che tecniche, e che ricoprano tutti i livelli organizzativi, dall’operaio al top manager. È quindi fondamentale il ruolo dell’istruzione pubblica e privata nello “sfornare” nuovi laureati e tecnici con competenze e conoscenze nel settore tessile. Naturalmente uguale importanza riveste la formazione dell’attuale forza lavoro dell’industria tessile (2,6 milioni nel 2003). Alla luce di ciò la PTE ritiene necessario:

- la definizione di programmi educativi post-diploma e post-laurea, in grado di conferire conoscenze e competenze rilevanti per i bisogni della ricerca e dell’innovazione nel settore tessile e dell’abbigliamento;

- lo sviluppo di competenze e conoscente trasversali lungo tutta la catena del valore; - incoraggiare la comunicazione fra il settore industriale e gli enti d’istruzione; - istituire borse di studio o altri strumenti finanziari di supporto; - la definizione di programmi di formazione continuata; - lo sviluppo di strumenti di meritocrazia.

C. Sviluppare strumenti di finanziamento della ricerca e dell’innovazione Sicuramente uno degli ostacoli maggiori nel settore tessile europeo è la mancanza di risorse monetarie. La media delle imprese tessili europee ha un fatturato di 1,2 milioni di euro e 15 dipendenti. Ciò implica che la maggior parte delle imprese non ha la possibilità di svolgere attività di ricerca in maniera continua e strategica. A ciò si aggiunge:

• un inasprimento delle condizioni per avere finanziamenti bancari;

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• una tradizionale immagine di bassa solvibilità delle imprese tessili; • l’assenza di un mercato azionario per le PMI; • la generale difficoltà di accesso ai fondi pubblici.

Al fine quindi di superare tali ostacoli è necessario: • revisione dei regolamenti dei finanziamenti pubblici volti a favorire l’innovazione nel

settore tessile; • un più veloce, affidabile e trasparente accesso agli esistenti fondi pubblici; • una revisione e correzione dei regolamenti dei mercati finanziari i quali inibiscono

l’innovazione industriale; • lo sviluppo di strumenti che incentivino l’investimento in capitale di rischio, come per

esempio sgravi fiscali; • un supporto e orientamento alle imprese, specialmente alle PMI, circa gli strumenti di

finanziamento. Data l’importanza dell’argomento la PTE ha avviato una serie di progetti circa il finanziamento dell’innovazione, alcuni dei quali saranno esaminati in seguito.

D. Creare un sistema di standardizzazione I prodotti, i processi e i sistemi organizzativi innovativi sono caratterizzati da migliori performance, efficienza, sicurezza, rispetto a quelli tradizionali. Al fine di permettere ai consumatori di tali innovazioni di comprendere e valutare tali miglioramenti, quest’ultimi devono essere quantificabili e confrontabili. È evidente quindi come il processo di standardizzazione giochi un ruolo cruciale. Il processo di standardizzazione dovrà pertanto riguardare:

• le proprietà dei materiali e delle superfici; • i processi tecnologici; • le nuove aree d’applicazione ed i nuovi usi; • ICT, knowledge management e la supply chain.

A causa della complessità, della diversità dei prodotti e dei processi produttivi, combinata con una lunga e frammentata catena del valore, l’industria del tessile e dell’abbigliamento non ha mai avviato veri e propri processi di standardizzazione. Il gruppo di lavoro creato si prefigge quindi di:

• effettuare una valutazione degli attuali sistemi di standardizzazione; • riorganizzare tali sistemi e re indirizzarli in supporto all’innovazione; • individuazione delle aree in cui la standardizzazione può avere un impatto

significativo sull’innovazione; • la messa in comune di risorse per supportare eventuali ulteriori attività di

standardizzazione. E. Sviluppare una efficace ed efficiente gestione dei cambiamenti tecnologici e dell’innovazione Molte imprese anche riconoscendo l’importanza dell’innovazione continuano a fallire l’implementazione di un approccio gestionale innovativo. Ciò è dovuto alla mancanza:

• dell’identificazione dell’innovazione come elemento del core business e della strategia d’impresa;

• di un effettiva strategia e misure di protezione delle proprietà intellettuali; • di collaborazioni lungo la catena del valore del tessile e con altri settori; • di un’apertura verso le innovazioni di altri mercati; • di una efficace selezione delle idee.

A tal fine la PTE può giocare un importante ruolo di supporto:

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• nella revisione dei concetti e dei sistemi di approccio gestionale innovativo; • tramite studi mirati ad individuare i punti deboli del settore tessile, quindi mediante la

definire di azioni di miglioramento; • mediante la diffusione dei strumenti e dei metodi di approccio gestionale innovativo; • per un’effettiva protezione delle proprietà intellettuali; • per l’identificazione di validi progetti pubblici e la formulazione di proposte per nuovi

progetti. 3.2. La ricerca a favore del tessile-abbigliamento in Puglia 3.2.1. Le Università 3.2.1.1. Università degli studi di Bari Le attività di ricerca condotte dal Dipartimento di Chimica, in stretta collaborazione con l’Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (IMIP) del CNR, di interesse del settore tessile-abbigliamento riguardano le applicazione industriali della tecnologia dei plasmi freddi e in particolare i processi di trattamento al plasma dei materiali e le relative applicazioni nei settori industriali a bassa tecnologia. Su tale ambito di ricerca il Dipartimento di Chimica ha un'esperienza consolidata. Nel corso degli anni, il team di professori e ricercatori ha messo a punto numerosi processi plasmo-chimici su substrati polimerici al fine di ottenere materiali da impiegare in diversi settori industriali, dall'imballaggio farmaceutico-alimentare alla sterilizzazione, dal tessile ai biomateriali. Con riferimento specifico all’attività di ricerca a favore del settore del tessile-abbigliamento, si segnalano i seguenti progetti:

- “Processi plasmochimici per trattamenti superficiali di tessuti e pellame per abbigliamento e mobili. Studio di fattibilità”, finanziato dalla Regione Puglia finalizzato alla sperimentazione di metodologie innovative per trattamenti superficiali basati sull’utilizzo di plasmi freddi a bassa pressione e a pressione atmosferica. In particolare la ricerca è stata finalizzata ad individuare processi plasmochimici di deposizione di film sottili e/o di trattamento, in grado di impartire a tessuti naturali, artificiali e a pellami caratteristiche superficiali di repellenza all’acqua e agli oli, ma anche di resistenza alle macchie.

- “Innovatessile”, progetto in cui il Dipartimento di Chimica è il partner32 scientifico mettendo a disposizione il suo know-how in termini di rivestimenti antibatterici e rivestimenti idrofobi. Obiettivo primario del progetto è quello di ricercare filati e tessuti che soddisfino le esigenze di confort del consumatore, che oggigiorno si sono modificate, si richiedono infatti sempre più spesso prodotti multifunzionali, per i quali devono coesistere e convivere prestazioni anche contrastanti tra di loro, come ad esempio l'impermeabilità all'acqua e la permeabilità all'aria, così come la forte resistenza abbinata alla morbidezza. Per ottenere questi risultati le fibre hanno un ruolo centrale, ma altrettanto importanti, soprattutto in alcune applicazioni specifiche, sono i trattamenti di nobilitazione che conferiscono al tessuto prestazioni che di per sé non avrebbe. Altro obiettivo del progetto è quello di sostenere le aziende nella selezione di quelle tecnologie

32 Il progetto è stato promosso da una serie di imprese dell’area industriale di Bitonto (BA): Fashion Flair Group srl (distributrice di abbigliamento per neonati, bambini e ragazzi), Gary srl (produttrice di pigiami), Hartex time S.a.s. (produttrice di abbigliamento), Ines Confezioni (produttrice e distributrice di abbigliamento per la casa), Lartex srl (società leader nel mercato italiano della pigiameria da bambino e dell'abbigliamento da neonato), V.J. srl (azienda di abbigliamento per bambini). Altri partner del progetto sono: il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo; l’ASA s.r.l. (società di consulenza aziendale di Bitonto); la Det Norske Veritas Italia (ente di certificazione); la Programma e Stile (società di consulenza di Bitonto).

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che meglio si possano integrare nelle infrastrutture produttive esistenti, facendo particolare attenzione a mantenere intatte tali infrastrutture e optando per una soluzione che prevedesse l’utilizzo dei macchinari esistenti all’interno di ogni singola struttura. Infine la ricerca è stata finalizzata ad applicare tecniche innovative per la confezione ai materiali innovativi, prestando attenzione in particolare ai trattamenti nanotecnologici e alla loro adozione secondo metodologie non invasive, ossia tali da non dismettere il contesto produttivo precedentemente operativo e integrarsi con questo. L’applicazione delle tecnologie innovative non ha riguardato solo la produzione ma anche il packaging.

Infine il Dipartimento di Chimica, nell’ambito del Bando della Regione Puglia "APQ Ricerca - Reti di Laboratori Pubblici di Ricerca", ha presentato il progetto dal titolo “Laboratorio per il trasferimento di processi high-tech via plasma al tessuto industriale pugliese del settore TAC”. I partner del progetto sono il Dipartimento di Chimica e l’Istituto di Metodologie Inorganiche e dei plasmi (IMIP) del CNR, vi sono accordi anche con Moda Mediterranea SpA per sensibilizzare e creare il parternariato locale e con lo spin-off Plasmasolution srl per le attività di applicazione industriale della ricerca. Il Dipartimento di Informatica è coinvolto nel progetto finanziato dalla Regione Puglia dal titolo “Progettazione, realizzazione e avvio sperimentale di un modello di Centro servizi regionale a supporto della filiera del tessile-abbigliamento”33, che vede tra gli altri partner una cordata di enti pubblici e privati. I benefici attesi per la filiera del tessile-abbigliamento, rivenienti dall’adozione dei risultati della ricerca condotta dal Dipartimento di Informatica e dall’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative che incorporano tali risultati, sono i seguenti: - realizzazione di ambienti interoperabili può consentire ad imprese eterogenee della filiera

del tessile-abbigliamento di cooperare in modo efficiente ed efficace attraverso l’uso di comuni standard di comunicazione ma può anche dare la possibilità ad esse di esposti, in modo intelligente, verso il mercato esterno alla filiera;

- applicazione di un approccio tecnologicamente innovativo per l’estrazione della conoscenza dai dati generati e raccolti dalle imprese può migliorare sia il marketing relazionale (promozione e distribuzione di prodotti) sia la produzione industriale (produzione di particolari tipi di prodotti);

- utilizzo di soluzioni innovative per dedurre automaticamente i profili utente può fornire importanti benefici nella fase di ritrovamento delle informazioni portando vantaggi per le imprese nella vendita, mentre il vantaggio principale per gli utenti è avere un sopporto personalizzato per la ricerca e il filtraggio delle informazioni;

- utilizzo di strumenti innovativi di indicizzazione e ritrovamento di documenti riguardanti bandi e normativa, porta un notevole vantaggio nella gestione amministrazione aziendale.

Un ulteriore progetto sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari in collaborazione con il Politecnico di Bari e diverse aziende è intitolato “Produzione distribuita come sistema innovativo” (Progetto strategico 2006-2008 finanziato dalla Regione Puglia). Il progetto, sebbene non indirizzato specificatamente al settore tessile abbigliamento, avrà ricadute positive per imprese di differenti caratteristiche organizzative e merceologiche. Infatti, obiettivo del progetto è quello di sviluppare applicazioni basate su work-flow che orchestrino applicazioni, strumenti e uomini per l’esecuzione di uno o più processi di business interrelati tra loro. I domini applicativi su cui il progetto di ricerca si impegna sono tutti quelli che oggi potenziano le imprese utilizzatrici nel marketing, nella vendita, nella erogazione di

33 Tale progetto fa parte a sua volta di un progetto più ampio dal titolo DDTA (Distretto Digitale a supporto della filiera produttiva del tessile-abbigliamento), promosso dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, di cui la Camera di Commercio di Bari è soggetto capofila. L’obiettivo del progetto è quello di digitalizzare il comparto del tessile-abbigliamento pugliese per renderlo più competitivo sui nuovi mercati globali, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti ed una migliore integrazione di filiera e commerciale.

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servizi, nella gestione delle risorse umane, nella distribuzione e nell’approvvigionamento. Perciò, il progetto di ricerca indagherà sulle innovazioni che le tecnologie ICT possono apportare nella costituzione delle filiera dell’informazione e della conoscenza a supporto dei processi dei settori appena detti. Una volta conferite ad un’impresa utilizzatrice di ICT le capacità informatiche e di telecomunicazioni che tutte le precedenti innovazioni possono produrre, l’impresa destinataria potrebbe non essere in grado di competere con le sue concorrenti più grandi perché essa è carente nelle capacità necessarie per costituire nella sua organizzazione tutti i processi previsti dalla catena del valore. Perciò, il progetto di ricerca si pone il problema di individuare le innovazioni tecnologiche che consentano di costituire, all’interno di comunità di interesse, imprese virtuali attraverso la cooperazione di tante imprese piccole che conferiscono alla virtuale le capacità di cui dispongono. L’impresa virtuale insieme avrebbe tutte le capacità necessarie per la sua competizione. Il progetto inquadra tutti i suoi obiettivi nella costruzione di una stabile infrastruttura per la produzione dell’innovazione nelle ICT. Questa deve occuparsi di selezionare risultati di ricerca che, integrati, possano essere trasformati in innovazioni che potenzino le capacità produttive delle imprese ICT. Inoltre, l’innovazione nello sviluppo deve mirare ad archetipi (concetti e prototipi dimostrativi) che potenzino le imprese virtuali utilizzatrici di ICT e, con esse, le imprese reali che le costituiscono. 3.2.1.2. Politecnico di Bari I Dipartimenti maggiormente coinvolti in iniziative e progetti di ricerca di interesse per la filiera del tessile-abbigliamento sono il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale (DIMEG), il Dipartimento di Elettronica ed Elettrotecnica (DEE) e il Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile (DIASS). In particolare, il DIMEG svolge ricerche su diversi ambiti, quali le tecniche di Reverse Engineering, le nuove tecnologie di progettazione CAD e le tecniche di integrazione CAD-CAM, le metodologie innovative di gestione delle supply chain, il customer profiling, la gestione della qualità. Per tali attività di ricerca e al fine di offrire servizi alle imprese, il DIMEG si avvale di un Laboratorio di Prototipazione Rapida & Reverse Engineering dedicato alla realizzazione di prototipi, alla Ricostruzione di modelli CAD da oggetti esistenti e alla progettazione di stampi e di un Laboratorio di Knowledge Management dedicato allo sviluppo di sistemi di supporto alla creatività, sviluppo e applicazione di modelli e tecniche innovative per il data mining e il supply chain management. Tra i progetti attivati dal DIMEG, quelli che potranno avere un maggiore impatto sul settore sono:

• sviluppo di un prototipo di camera di misura antropometrica per la misura 3D del corpo umano mediante fotogrammetria digitale a campo stretto per la realizzazione di capi di abbigliamento su misura. Il progetto è finalizzato a sviluppare un sistema basato sulla fotogrammetria digitale in campo stretto per la misurazione del corpo umano al fine di velocizzare il processo di realizzazione di abiti su misura di elevata qualità (ad esempio abiti da sposa). Lo scopo finale è, dunque, quello di mettere a punto un innovativo sistema di rilievo e misura 3D del corpo umano, a bassissima intrusività, basso costo e buona accuratezza, che potrebbe consentire ad atelier, anche di piccole dimensioni, di elaborare un vero e proprio modello virtuale del soggetto; tramite l’utilizzo successivo e combinato di sistemi CAD 3D, ed utilizzando anche l’applicazione ddi texture dell’abito, potrebbe quindi essere possibile elaborare un abito virtuale tramite il calcolatore ed ottenere direttamente lo sviluppo delle superfici 2D da tagliare per ottenere l’abito progettato.

• Metodologie innovative per lo sviluppo di mercati organizzati di servizi logistici, ovvero un progetto finalizzato allo studio e messa a punto di nuove metodologie per lo

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sviluppo di servizi evoluti orientati alla mobilità delle merci attraverso la creazione di mercati organizzati. Tale mercato organizzato realizzerà l’incontro tra domanda e offerta di servizi logistici e risiederà su un sistema web-based. I benefici attesi dal progetto riguardano sia le imprese operanti nel settore delle ICT sia le imprese appartenenti ai diversi settori manifatturieri tra cui il tessile-abbigliamento che presentano la necessità di ricorrere a servizi logistici per l’espletamento delle operazioni di fornitura e di distribuzione. Per queste ultime, in particolare, i benefici attesi riguardano l’incremento di efficienza del processo logistico.

• Ulteriori progetti, trasversali ai diversi settori manifatturieri sono finalizzati a: “Sviluppo di un sistema per la composizione automatica di processi di business in sistemi ERP mediante Concept Covering basato su Abduzione”, “Acquisizione e gestione della conoscenza sui clienti attraverso le ICT per aumentare la competitività: modelli innovativi di profilazione dei clienti”, “Produzione distribuita come sistema innovativo” (progetto DIPIS dell’Università di Bari).

Il DEE è impegnato in progetti di ricerca trasversali rispetto ai diversi settori industriali e progetti che sono specificatamente indirizzati al settore del tessile-abbigliamento. I primi, sviluppati dal laboratorio di Information Systems (SisInf Lab) riguardano: “Acquisizione e gestione della conoscenza sui clienti attraverso le ICT per aumentare la competitività: sviluppo di modelli innovativi di profilazione dei clienti” (progetto sviluppato in collaborazione con il DIMEG); “Sviluppo di un sistema per la composizione automatica di processi di business in sistemi ERP mediante Concept Covering basato su Abduzione” (progetto sviluppato in collaborazione con il DIMEG); “Produzione distribuita come sistema innovativo” (Progetto DIPIS finanziato dalla Regione Puglia); “Tecnologie ICT per la tracciabilità di prodotti agroalimentari equipaggiati con RFID tag”. Per quanto l’attività di ricerca specificatamente indirizzata al settore tessile-abbigliamento, il DEE ha sviluppato il progetto dal titolo: Riconoscimento automatico dei difetti dei tessuti, con l'uso di telecamere a colori. Tale progetto prevede la realizzazione di un sistema per il controllo automatico dei tessuti mediante l'uso di tecniche di visione artificiale. In particolare si prevede di realizzare un prototipo che sia in grado di ispezionare la stoffa a tutta altezza al fine di individuare difetti come fili mancanti, macchie d'olio, fili rotti, nodi, buchi o strappi. Si prevede di utilizzare per lo scopo telecamere lineari a colori questo perché si vuole inquadrare il tessuto in fase di svolgimento e riavvolgimento su due rulli motorizzati. Dall'esame delle immagini acquisite si cercherà di desumere l'aspetto che i diversi difetti presenti sui tessuti assumono una volta digitalizzati dalla telecamera al fine di individuare gli algoritmi di filtraggio più appropriati allo scopo della loro rilevazione. Si arriverà a sviluppare un algoritmo di riconoscimento dei difetti sufficientemente stabile. Si provvederà successivamente a organizzare il software in modo che tenga conto delle specifiche problematiche delle telecamere lineari e precisamente la continuità del difetto in due immagini successive ad esempio e dunque la memorizzazione delle parti di difetto visibili in ciascuna delle due immagini e la successiva ricombinazione. Al termine della fase di studio verrà realizzato un prototipo che verrà installato presso la GIPLA, su di un macchinario che possa provvedere a srotolare e riarrotolare i tessuti, mostrandoli alla vista delle telecamere ben tesi ad evitare che le pieghe che si possono formare nella movimentazione del tessuto, possano indurre alla segnalazione di falsi errori. Il prototipo verrà testato alla presenza dei tecnici di GIPLA che si occupano del controllo di qualità, per la verifica delle capacità del sistema. Infine il DIASS, dipartimento del Politecnico di Bari con sede a Taranto, è impegnato su due progetti di ricerca che rientrano in un programma di più ampio respiro, finalizzato alla creazione di un “consorzio della cerimonia”, che fornisca tutto il necessario per eventi come

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matrimoni, battesimi, cresime e comunioni, formato oltre che dalle imprese citate, anche da aziende dell’argenteria e del packaging:

1) “Originali algoritmi per il processo di serigrafia su carta e stoffa”, i cui risultati potranno essere utilizzati per migliorare l’efficienza dei processi produttivi delle aziende del tessile-abbigliamento. Il progetto in particolare si propone da un lato di migliorare il processo di serigrafia su stoffa in modo da implementarlo a livello produttivo e dall’altro lato di utilizzare la tecnologia RFID applicata alla logistica interna dell’impresa. L’introduzione di nuovi algoritmi per la gestione del processo di serigrafia servirà per migliorarne l’efficacia, utilizzando differenti tipologie di tessuti con disegni più o meno complessi, con differenti tipologie di inchiostri e con differenti condizioni operative. Ciò avverrà attraverso: riduzione al minimo del numero di blocchi del sistema; riduzione al minimo di errori di caricamento; elevata flessibilità produttiva; riduzione al minimo degli scarti qualitativi per effetto di errate condizioni operative. Dall’utilizzo della tecnologia RFID per i capi soggetti alla serigrafia, i promotori del progetto si attendono invece: riduzione del numero di capi con difetti qualitativi; completa tracciabilità di ogni capo; riduzione del lead time di produzione; riduzione dei lead time di approvvigionamento; riduzione del time to market dei nuovi prodotti.

2) “Sistema automatizzato di caricamento – scaricamento tessuto sulla macchina di serigrafia”, i cui risultati consentiranno di automatizzare il trasporto e il caricamento del tessuto sulla macchina serigrafia al fine di minimizzarne i tempi di esecuzione, migliorandone la precisione e limitando le necessità di interventi manuali, ciò a vantaggio della riduzione dei costi del processo e dell’incremento della produttività per le imprese del tessile-abbigliamento che effettuano lavorazioni di serigrafia sul tessuto. L’aumento di produttività sarà reso possibile dal minor lead time di serigrafia, dai minori tempi di setup macchina e dalla maggiore flessibilità produttiva che l’automazione consentirebbe. Inoltre altri benefici legati a quest’innovazione sono la rispondenza del nuovo sistema produttivo alle più severe normative nazionali e internazionali e vantaggi in termini di affidabilità, riproducibilità, sicurezza e bilancio energetico.

3.2.1.3. Università degli Studi del Salento Il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione (DII) è costituito da circa ottanta tra docenti e ricercatori, afferenti prevalentemente alle Facoltà di Ingegneria e di Scienze. La loro attività di ricerca si svolge in diversi settori dell’ingegneria industriale e meccanica, della fisica, chimica ed ingegneria dei materiali, delle nanotecnologie, della fisica e dell’ingegneria dei dispositivi elettronici, dell’ingegneria elettronica e dell’automazione, dell’ingegneria dell’informazione e di quella gestionale, con particolare attenzione, in generale, alle tecnologie innovative ed alla promozione e diffusione dell’innovazione tecnologica. Alle attività del Dipartimento collaborano circa quindici tra tecnici ed amministrativi, mentre numerosi giovani laureati e diplomati sono impegnati, con contratti a tempo determinato, nei numerosi progetti di ricerca in svolgimento. Svolgono inoltre la loro attività di ricerca all’interno del Dipartimento numerosi dottorandi di ricerca afferenti a sette diversi Dottorati di ricerca. Complessivamente lavorano quindi all’interno del Dipartimento circa duecento persone tra laureati e diplomati. Le attività di ricerca condotte dal DII di interesse del settore tessile-abbigliamento riguardano: - l’innovazione nella scienza e tecnologia dei materiali e in particolare lo sviluppo di nuovi

prodotti industriali in materiali polimerici, compositi e ceramici, inclusi tessuti con fibre sintetiche ed applicazioni nell’area dei biomateriali;

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- l’ottimizzazione e il controllo del processo di produzione dei monofilamenti, ottenuti a partire dal polietilene sottoposto alle fasi di poliaddizione, policondensazione ed estrusione;

- la Graphics and Software Architectures (GSA) che è settore di ricerca nei campi della computer graphics collaborativi, delle comunità virtuali e delle architetture software di comunicazione orientate ai servizi. I risultati di tali attività di ricerca sono rivolti a migliorare l’efficienza di comparti industriali (trasporti, tessile, abbigliamento, mobiliero ecc.). A supporto di tale attività di ricerca opera il GSA-Lab (laboratorio afferente all’area), che realizza prototipi software sperimentali ed innovativi attraverso tecniche di progettazione dell'ingegneria del software e l'utilizzo di design pattern di consolidata efficacia.

I progetti di ricerca sviluppati specificatamente per il settore tessile-abbigliamento sono i seguenti:

- “Filati prototipali con proprietà antibatteriche a base di fibre naturali e sintetiche”, progetto finalizzato alla realizzazione di un prototipo di fibra antibatterica mediante fotodeposizione di argento su filamenti sia di origine naturale sia di origine sintetica. A tal fine è stata utilizzata una nuova tecnica, brevettata dai promotori dell’iniziativa in collaborazione con l’impresa finanziatrice e utilizzatrice dei risultati della ricerca34, che permette la deposizione dell’argento senza usare alcun legante: questo consente un’importante vantaggio in termini di costi e di tempi. Per ottenere la fibra antibatterica sarà progettato e realizzato un apposito impianto di fotodeposizione, che può trattare contemporaneamente più filati. Questa struttura permette una completa automatizzazione del processo e richiede un intervento limitato dell’operatore, che deve solo controllare i parametri di processo mediante l’apposito software, caricare e scaricare dall’impianto le rocche da trattare e quelle già trattate e infine aggiungere la soluzione impregnante nell’apposita vaschetta. L’innovatività della ricerca sta nell’applicazione alle fibre derivate da filati naturali, per ottenere un prodotto finale che offrisse il confort che un filamento sintetico non può garantire. Ci si è quindi concentrati sulla possibilità di unire l’argento alle fibre naturali più diffuse, quali lana e cotone, usando l’innovativa tecnica di impregnazione in umido. Questo metodo permette di agglomerare al filato un cluster metallico che può raggiungere il 20% del peso del filo. Le concentrazioni maggiori di argento saranno usate per quelle applicazioni per le quali le proprietà antisettiche sono fondamentali, come quelle ospedaliere (camici, lenzuola, coprimaterassi). Invece per altre applicazioni, come intimo e calzetteria, concentrazioni minori di argento saranno sufficienti ad evitare la proliferazione batterica e la conseguente emanazione di cattivi odori. Il progetto mira ad accrescere le competenze teoriche e il know-how industriale in un settore in crescita come quello dei prodotti antibatterici in genere e, nella fattispecie, dell’abbigliamento asettico. Il lavoro di ricerca si propone di abbattere i costi di produzione di questi beni: questo è un aspetto rilevante dato che ricerche di mercato dimostrano come il maggiore ostacolo all’acquisto dei prodotti antibatterici per i consumatori sia proprio il loro elevato prezzo.

- “Miglioramento del processo produttivo per la produzione di monofilamenti polietilenici di qualità elevata e relative applicazioni tessili. L’obiettivo primario è lo studio e la realizzazione di un nuovo sistema di controllo del processo di estrusione per la riduzione delle tolleranze di titolazione dei monofilamenti polietilenici e il conseguente aumento della stabilità dimensionale della produzione e della qualità dei filati e dei tessuti. Il

34 La Megatex, impresa leader nel settore della calzetteria e di comprovata esperienza, che metterà a disposizione del progetto un equipe di tecnici, che contribuiranno alla scelta dei filati da trattare, alla realizzazione dei prototipi di calza, ai test di lavaggio con lavatrici industriali ai test di asciugatura in tamburo, infine alla tessitura finale delle calze antibatteriche.

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lavoro mira a raggiungere una stabilità di titolazione superiore a quella dei produttori concorrenti. La produzione è stata effettuata su una linea in grado di controllare in tempo reale la titolazione in maniera precisa e stabile, con adeguati strumenti di misura. Altri obiettivi sono la possibilità di produrre filato non più destinato al solo uso interno, ma da vendere a prezzo ridotto ma con alta qualità. L’implementazione del nuovo sistema di controllo di produzione del monofilamento è stata programmata al fine di ottenere una serie di risultati sia sul processo di filatura sia sul successivo processo di tessitura. L’aspettativa maggiore legata al progetto è la possibilità di ridurre la tolleranza sul titolo del monofilo dal 5% all’1%. Un risultato simile permetterebbe di ridurre le prove di produzione e i controlli in linea e di poter procedere anche al lancio in produzione di lotti misti di filato (grazie alla maggiore stabilità acquisita dal sistema). Tutti questi vantaggi significano anche poter godere di una riduzione dei costi. Inoltre le migliorie precedentemente citate porterebbero alla produzione di tessuti di qualità superiore, grazie a una maggiore stabilità dei parametri di tessitura e a una bassa quantità di scarti. Oltrechè un’unità di ricercatori del DII, al progetto partecipano l’impresa Sachim s.r.l., sita in Putignano (BA) e operante nella produzione di filati sintetici e di tessuti tecnici per uso agricolo ed industriale (teli e sacchi in juta) e un consulente esterno della Arrigoni SpA, impresa operante nella produzione di filati termoplastici.

Afferisce al DII la Scuola Superiore-ISUFI (Istituto Superiore Universitario di Formazione Interdisciplinare), una delle sei Scuole Superiori del Paese, recentemente riconosciuta dal MIUR dopo un quinquennio di sperimentazione positivamente valutata. I suoi programmi di alta formazione possono avere ricadute positive su tutti i settori industriali. In particolare la e-Business Management School, forma esperti in grado di confrontarsi con la globalizzazione dei mercati, con le complessità dei processi di sviluppo generata dalle interdipendenze tecnologiche, economiche, sociali e istituzionali e con le dinamiche dell’Economia Digitale basata sulla conoscenza. Sempre nell’ambito dell’e-Business Management School è operativo un Incubatore di “Business Innovation Leadership”, che è inserito in una rete di relazioni organiche con Imprese e Istituzioni Scientifiche su scala Nazionale ed Internazionale. Tale Incubatore è specializzato su applicazioni innovative abilitate da piattaforme ICT integranti processi di “e-Business”, “e-Learning”, “Knowledge Management” e “Business Strategy”. L’Incubatore è attualmente impegnato a realizzare un programma del MIUR finalizzato a sviluppare e realizzare nell’area Mediterranea Extra-Comunitaria una rete di centri di competenza specializzati sui processi abilitanti la “Business Innovation Leadership” nei settori rilevanti per le economie dei paesi Mediterranei. 3.2.2. I centri di Ricerca 3.2.2.1. Il CETMA Il CETMA è un centro di ricerca applicata ed ingegneria industriale avanzata costituito nel 1994 e localizzato presso la Cittadella della Ricerca di Brindisi. Dispone di una struttura di circa 4.000 mq dotata di strumentazioni avanzate e software specialistici, uffici, aule di formazione, laboratori tecnologici, biblioteche e postazioni multimediali. Nel suo attuale organico conta circa 80 ricercatori, ai quali ogni anno si aggiungono 50 ingegneri neolaureati, soprattutto donne, ed alcuni diplomati, geometri e tecnici. Ha sviluppato numerose partnership con vari soci tra cui ENEA, Università di Lecce, Alfa Edile srl, D'Apollonia spa, Infobyte spa, Rodriguez Engineering srl, Telcom SpA. Il CETMA è organizzato su tre divisioni, ciascuna specializzata su un’area di competenze: • Divisione Ingegneria dei Materiali e delle Strutture; • Divisione Ingegneria informatica;

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• Divisione Design, Grafica e Comunicazione. Presso tali Divisioni vengono sviluppati progetti di ricerca e servizi innovativi. Il CETMA si è dotato di un Centro di Realtà Virtuale al fine di rispondere alle esigenze di realtà produttive e imprenditoriali che vogliono operare sulla frontiera tecnologica e consolidare le basi della competitività attuale e futura attraverso tecnologie innovative. L'uso della realtà virtuale apre possibilità a soluzioni ancora inesplorate e consente di sperimentare nuove metodologie di progettazione in 3D. I progetti di ricerca sviluppati dai ricercatori e tecnici del CETMA a favore del settore tessile-abbigliamento sono i seguenti:

- “Su Misura”: progetto promosso dall’impresa Nocese Manifatture Srl si articola su una duplice linea di ricerca. Da un lato si intende di sperimentare un nuovo servizio, totalmente innovativo in Italia, denominato “su misura” che dia la possibilità di realizzare capi personalizzati direttamente nei punti vendita. Dall’altro lato si intende mettere a punto processi innovativi per il miglioramento della resa estetica e funzionale di tessuti e capi di camiceria in particolare utilizzando colorazione con pigmenti naturali. In termini più operativi il progetto è finalizzato a: o sviluppare un nuovo servizio di realizzazione di camice "su misura" tramite l'impiego

di nuova tecnologia. L’innovazione che caratterizza questo nuovo servizio tocca aspetti di natura sia produttivo/gestionale sia tecnologica. L’innovazione di tipo gestionale, è consistita nella possibilità di prendere le misure direttamente al cliente, presso i punti vendita, trasmetterli in azienda, fabbricare il capo richiesto in 48 ore e spedirlo in 72.

o Creare un “Laboratorio Stile”, con l'introduzione nel processo produttivo di un sistema CAD-CAM che rende possibile l'esecuzione interna della modellistica (fase attualmente realizzata in outsourcing) e il taglio dei capi. Relativamente al nuovo progetto "Servizio su Misura", questo sistema ha permesso di interagire sulla modellistica con un CAD dedicato appositamente sviluppato, che permetterà la creazione di capi personalizzati, in base alle esigenze del cliente, utilizzando le misure giunte all'ufficio dedicato dell'azienda dagli addetti dei punti vendita.

o Sviluppare collezioni innovative "Total Look", di prodotti attualmente non fabbricati (maglia, capospalla, giubbotti, cravatte, kaftani e blues, pantaloni), che permetteranno alla Nocese di entrare in segmenti di mercato nuovi attualmente non presidiati, puntando sulla ricerca estetica, su lavorazioni particolari, su abbinamenti di tessuti e filati e finiture pregiate.

- “Progettazione, realizzazione e avvio sperimentale di un modello di Centro servizi regionale a supporto della filiera del tessile-abbigliamento”, progetto finanziato dalla Regione Puglia, in cui la Divisione Design, Grafica e Comunicazione del CETMA è impegnata nella progettazione grafica e realizzazione dei layout grafici per l’immagine coordinata del centro servizi e nella redazione della documentazione utente ed operativa per i “Servizi vendita alla filiera” e “Servizi supporto alla filiera”.

- Progetto europeo Avalon35 che si propone di studiare l’applicabilità delle leghe a memoria di forma nel tessile al fine di promuovere la creazione di prodotti innovativi ad alto valore aggiunto tramite l’integrazione di nuovi materiali con proprietà multifunzionali. A tal fine, il progetto si prefigge di adattare tecniche di lavorazione, di sviluppare modelli finalizzati alla prototipazione virtuale di prodotto, di sviluppare nuove metodologie organizzative di supporto all’innovazione.

35 Progetto sviluppato nell’ambito della European Technology Platform for the Future of Textiles and Clothing. Altri soggetti italiani coinvolti nel progetto sono: D’Appolonia spa, CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – IENI, Stam srl, IRIS DP srl, EAA, Elettronica Applicata all’Automazione SpA, Estreme Materials srl, Mascioni & HDPI srl, AGV SpA.

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3.2.2.2. Tecnopolis Il Parco Scientifico e Tecnologico di Tecnopolis ha partecipato al progetto europeo Fashion To Future36. È un progetto di meta-coordinamento sviluppato nell’ambito del Sesto Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico che sfruttando i risultati di tre precedenti progetti (Fashion Net, SHOES5000 e ITE) intende promuovere il trasferimento di tecnologia e innovazione alle PMI del sistema moda dell’Europa mediterranea e favorirne l’accesso alle opportunità offerte dal nuovo Settimo Programma Quadro. Gli obiettivi specifici del progetto sono stati i seguenti: - assistere e promuovere la creazione di idee progettuali innovative di ricerca e sviluppo,

incoraggiando una sinergia tra il settore moda e settori diversi ma capaci di trasferire ad esso innovazione/nuove tecnologie consentendone lo sviluppo competitivo nello scenario mondiale;

- facilitare i contatti e le interazioni tra PMI, aggregazioni di aziende, progetti ed iniziative comunitarie, attori della filiera moda;

- identificare, analizzare e diffondere casi di successo/insuccesso di aziende nei progetti di ricerca europei del Sesto Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico al fine di aumentare la consapevolezza delle piccole e medie imprese e dotarle di indicazioni/informazioni per una efficace partecipazione al prossimo Settimo Programma Quadro (2007-2013);

- stimolare collaborazioni transnazionali con stakeholders ed aziende dei paesi terzi. Tecnopolis ha raccolto esperienze e best practices a livello locale e ha svolto azioni di sensibilizzazione su progetti e tecnologie. Limitata tuttavia è stata l’attenzione delle aziende e delle organizzazioni di ricerca e innovazione al progetto. Tra queste: il CETMA di Brindisi e, per le aziende, la Megatex di Lecce, la Eco Leather SpA di Monopoli (Bari), la C&COIS di Bari che offre servizi di e-business per la vendita di camicie su misura.

3.2.2.3. ENEA L'ENEA, Ente per le Nuove tecnologie, l'Energia e l'Ambiente ha consolidato da luglio 2001 la propria presenza nel territorio di Brindisi in maniera strutturata, costituendo presso il complesso denominato “Cittadella della Ricerca” un Centro di Ricerca, con 40 laboratori ed un organico di 70 dipendenti. L’Unità Tecnico Scientifica Materiali e Nuove Tecnologie con la Sezione Tecnologie e Processi di Trattamento e Rivestimento di Materiali sviluppa tecnologie e processi atti a fornire nuove o migliorate funzioni per bulk, superfici e interfacce di materiali, con lo scopo di realizzare nuovi prodotti e nuove applicazioni. La Sezione raccoglie la più alta concentrazione in ENEA di dispositivi sperimentali atti a modificare superfici e interfacce dei materiali. In particolare, attraverso trattamenti con fasci energetici (elettroni, ioni, laser) è possibile intervenire sulle proprietà microstrutturali di superficie di un materiale tradizionale, migliorandole in funzione di un uso specifico. Attraverso rivestimenti sottili o spessi, ottenuti con tecniche di deposizione di tipo fisico e chimico è possibile nobilitare superfici di materiali tradizionali mediante strati sottili di materiali innovativi per impieghi funzionali. Va precisato però che la ricerca teorica e sperimentale condotta finora non è stata focalizzata sui materiali tessili e pertanto non ha sviluppato applicazioni innovative per il settore tessile-abbigliamento. 3.2.2.4. Istituto di Metodologie Inorganiche e dei Plasmi (IMIP) del CNR

36 Altri soggetti italiani coinvolti nel progetto sono: IPI, D’Appolonia spa, APRE, C.G.S. di Coluccia Michele & C s.a.s., Tecnotessile, CITER, Treviso Tecnologia, Istituto Superiore per le Industrie Artistiche/Industrial Design.

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Le attività di ricerca dell’IMIP di Bari riguardano lo studio sperimentale e teorico della chimica dei plasmi. In particolare, le linee di ricerca sperimentale del Centro hanno riguardato lo sviluppo di metodologie plasmochimiche di deposizione e trattamento di materiali e la diagnostica spettroscopica di plasmi. Risultati di eccellenza nel campo dei materiali hanno riguardato i semiconduttori, gli ossidi, i polimeri e i biomateriali. In particolare, sono stati ottenuti risultati di interesse fondamentale e tecnologico nel campo del “plasma etching” per applicazioni in microelettronica, la deposizione via plasma di silicio amorfo e microcristallino per applicazioni nel fotovoltaico e nell’elettronica, la deposizione ed il trattamento di nitruro di gallio per applicazioni optoelettroniche, il trattamento via plasma di polimeri per applicazioni nel campo del “coating” e di biomateriali per le applicazioni di interesse biomedicale. L’IMIP collabora strettamente sia con il Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari sia con Plasma Solution srl. Anche in questo caso, la ricerca teorica e sperimentale condotta finora presso l’IMIP non è stata focalizzata sui materiali tessili e pertanto non ha sviluppato applicazioni innovative per il settore tessile-abbigliamento.

3.2.2.5. Centro Laser Scrl Il Centro Laser di Valenzano (BA) è un centro di ricerca e trasferimento tecnologico operante dal 1979 i cui soci sono: l’Università degli Studi di Bari, il Politecnico di Bari, l’ Università degli Studi di Lecce, la Provincia di Bari, il Comune di Bari, la Camera del Commercio di Bari, l’ENEA, la MER MEC SpA, la Ansaldobreda SpA, la Quanta System SpA, la Quality srl e la STIM Engineering srl. Il Centro Laser opera prevalentemente nel campo delle applicazioni industriali delle tecnologie laser, in particolare nelle lavorazioni di saldatura, foratura, taglio e trattamenti superficiali. Il taglio laser dei materiali è la più comune e diffusa applicazione dei laser di potenza. I vantaggi del taglio laser sono molteplici, tale tecnologia infatti consente di ottenere bordi di taglio stretti e paralleli, zona termicamente alterata molto ridotta, capacità di taglio indipendente dalla durezza del materiale, capacità di operare su profili complessi e con raggi di curvatura molto ridotti, possibilità di tagliare materiali già rivestiti superficialmente. Inoltre il taglio laser può essere utilizzato per i materiali organici, quali lana, cotone, cuoio, ecc., e pertanto importanti applicazioni possono aversi nel settore del tessile-abbigliamento. Specificatamente per il settore tessile, il Centro Laser sta seguendo un progetto di ricerca finalizzato a sviluppare un sistema di controllo della qualità dei tessuti. Tale sistema evidenzia i difetti del tessuto al fine di ottimizzare gli scarti. In particolare, le informazioni generate dal sistema vengono utilizzare per effettuare una classificazione di ciascun rullo di tessuto. La disponibilità di tutti i dati analitici sui difetti quali stopponi, spagotti, chiarelle, trame doppie, trame rotte, fili mancanti, strappi di tempiale, macchie d’olio, fili lunghi, consente di effettuare una classificazione, cioè una suddivisione in gruppi omogenei per livello di difettosità che può comportare o meno lo scarto del pezzo. 3.2.2.6. Plasma Solution srl La Plasma Solution srl è stata costituita nei primi mesi del 2004 come spin-off dell’Università di Bari. L’attività di ricerca e sviluppo della Plasmasolution si sviluppa nell’ambito delle nanotecnologie e, in particolare, nell’ambito dei processi di trattamento al plasma dei materiali. Con riferimento specifico al tessile-abbigliamento, i processi basati sulla tecnologia al plasma sono di funzionalizzazione del materiale e consentono di:

- realizzare tessuti antimacchia (grazie ad un effetto di riduzione del livello di adesione della fibra);

- aumentare l’adesione dei colori ai tessuti; - realizzare trattamenti ritardanti di fiamma;

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- migliorare il confort di tessuti poco traspiranti (es. poliestere) attribuendone un “effetto manoseta”;

- realizzare tessuti antibatterici e antimuffa; - realizzare tessuti metallizzati attraverso il deposito di strati nanometrici di metalli, così

da ottenere sia un effetto moda sia effetto di protezione da onde elettromagnetiche. Fino ad ora la Plasmasoution non ha realizzato progetti con attori imprenditoriali regionali della filiera del tessile-abbigliamento. Si segnala invece una attività di ricerca condotta a livello nazionale nell’ambito del Progetto Plasmatext, finanziato con Bando 2007 della Regione Lombardia “Metadistretti Moda”. Tale progetto ha coinvolto il Politecnico di Milano e 4 aziende lombarde ed è stato finalizzato a sviluppare: trattamenti antimacchia su seta per parati e arredamento, rivestimenti antimacchia su tessuti per sedili auto; trattamenti antimacchia, antigraffio e antifiamma su tessuti d’arredamento e tendaggi. Analoghe attività di ricerca sono state realizzate per conto di una azienda con sede a Caserta produttrice di tessuti e filati di pregio per arredamenti. Tra i clienti di Plasma Solution srl, figura una sola impresa locale specializzata nella produzione di scarpe, con cui sono stati avviati contatti che porteranno alla produzione di stampi distaccanti per poliuretano. Da evidenziare infine un progetto di ricerca per conto di Fiat Auto finalizzato a realizzare trattamenti antimacchia sui tessuti dei sedili delle auto. Tabella 3.1. Principali progetti di ricerca e innovazione realizzati dalle Università pugliesi Titolo del Progetto Tipologia di

finanziamento Soggetti coinvolti

Università e centri di ricerca Imprese Progettazione, realizzazione e avvio sperimentale di un modello di Centro servizi regionale a supporto della filiera del tessile-abbigliamento

Progetto DDTA (Distretto digitale a supporto della filiera produttiva del tessile-abbigliamento)

Dipartimento di Informatica – Università di Bari Consorzio CETMA

Capgemini Italia SpA (società di servizi)

Filati prototipali con proprietà antibatteriche a base di fibre naturali e sintetiche

Progetto esplorativo

Dipartimento di Ingegneria Dell’Innovazione - Università di Lecce

Megatex S.p.a (Produzione di calze classiche e sportive – Melissano-LE)

Miglioramento del processo produttivo per la produzione di monofilamenti polietilenici di qualità elevata e relative applicazioni tessili

Progetto esplorativo

Dipartimento di Ingegneria Dell’Innovazione - Università di Lecce

Sachim s.r.l (Produzione di filati sintetici e di tessuti tecnici per uso agricolo ed industriale – Putignano BA)

Processi plasmochimici per trattamenti superficiali di tessuti e pellame per abbigliamento e mobili. Studio di fattibilità

Progetto esplorativo

Dipartimento di Chimica - Università di Bari

Mer Mec S.p.A37 (Progettazione e realizzazione di strutture per il monitoraggio e la diagnostica - Monopoli - BA)

Sviluppo di un prototipo di camera di misura antropometrica per la misura 3D del corpo umano mediante fotogrammetria digitale a campo stretto per la realizzazione di capi di abbigliamento su misura

Progetto esplorativo

Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale - Politecnico di Bari

Giovanna Sbiroli Confezioni srl (Produzione abiti da sposa e cerimonia - Putignano - BA); Easy-D-Rom (Sviluppo software CAD/CAM - Modugno - BA)

37 L'azienda partecipa al progetto come partner di ricerca e non in quanto utilizzatrice diretta dei risultati della ricerca.

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Riconoscimento automatico dei difetti dei tessuti, con l'uso di telecamere a colori

Progetto esplorativo

Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica - Politecnico di Bari

GIPLA società coop. (Produzione di camice - Noci - BA)

Originali algoritmi per il processo di serigrafia su carta e stoffa

PIA-PIT misura 3.13.

Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile - Politecnico di Bari

Principe Franz s.r.l (Produzione abiti da cerimonia - San Giorgio Ionico - TA); Infosystem s.r.l (settore dell’informatica e della telematica - Taranto)

Sistema automatizzato di caricamento – scaricamento tessuto sulla macchina di serigrafia

PIA-PIT misura 3.13.

Dipartimento di Ingegneria per l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile - Politecnico di Bari

Principe Franz s.r.l (Produzione abiti da cerimonia - San Giorgio Ionico - TA); Scatolificio Meridionale (Produzione di scatole di oggettistica da regalo e di articoli personalizzati - San Giorgio Ionico - TA)

3.3. L’offerta formativa A livello regionale, sono disponibili solo due corsi di laurea di primo livello (laurea triennale) e due corsi di livello master indirizzati al settore tessile-abbigliamento. Di seguito si riporta in forma tabellare la mappatura dell’offerta formativa di livello superiore (lauree e master) erogata in Regione e specificatamente indirizzata alle imprese del settore tessile-abbigliamento. Tabella 3.2. Corsi di livello universitario

ISTITUTO NOME CORSO OBIETTIVI FORMATIVI TITOLO DI

STUDIO

Politecnico di Bari

Disegno Industriale

Acquisire competenze nell’ambito della progettazione del prodotto, traduzione esecutiva

dei progetti, ingegnerizzazione, modellazione, prototipazione dei progetti, verifica dei requisiti di qualità del

prodotto; marketing dei prodotti industriali.

Laurea di I livello

Univeristà degli studi di

Bari

Scienze e tecnologie della moda

Acquisire competenze nel settore gestionale e giuridico, storico-artistico, psico-sociologico, estetico-culturale, del design, delle tecniche di

produzione, delle discipline informatiche e scientifico-tecnologiche.

Laurea di I livello

Univeristà degli studi di

Lecce

Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello

spettacolo e della moda (Stamms)

Acquisire conoscenze nei settori delle arti, del cinema, del teatro e del costume, con particolare

riguardo alla conoscenza dei linguaggi espressivi, delle tecniche e dei

contesti delle manifestazioni specifiche; nonché competenze nell’uso degli strumenti informatici e della comunicazione telematica

negli ambiti specifici.

Laurea di I livello

L’Università degli Studi di Bari ha istituito Corso di Laurea in Scienze e Tecnologia della Moda a partire dall’anno accademico 2003/4. Tale corso è finalizzato alla formazione di tre figure professionali specifiche, intese a rispondere alle esigenze delle imprese locali: l’esperto in gestione aziendale nel settore della moda; il creativo; il tecnologo dei materiali e dei colori.

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Il corso di laurea è attivato su due sedi didattiche, una a Barletta e l’altra a Martina Franca (TA), è un corso a numero programmato con 65 posti disponibili per la sede di Barletta e 10 posti per la sede didattica di Martina Franca. Il corso di Laurea in Scienze e tecnologie delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda è stato attivato nell’anno accademico 2001/2002. Esso intende formare figure professionali che potranno operare in diversi ambiti, quali l’animazione e l’industria culturale, le televisioni e i mass-media, il costume e la moda, dall’ideazione alla sua realizzazione. Il corso di laurea in Disegno Industriale è erogato dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari. Tuttora sono attivi tre percorsi di specializzazione: Disegno industriale, Arredamento, Progettazione grafica.

Tabella 3.3. Iscritti e Immatricolati ai Corso Universitari pugliesi nell’a.a. 2007-2008

Iscritti Iscritti al 1°

anno Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Bari – sede di Barletta

251 64

Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Bari sede di Martina Franca

88 21

Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Lecce

193 0

Disegno Industriale – Politecnico di Bari

174 51

Tabella 3.4. Laureati al Corso di Laurea in Scienze e Tecnologia della Moda (Puglia) nell’anno solare 2007

Totale Laureati / Diplomati

Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Bari – sede di Barletta

20

Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Bari sede di Martina Franca

3

Scienze e Tecnologia della Moda – Università di Lecce

59

Disegno Industriale – Politecnico di Bari 23

Tabella 3.5. Corsi di livello master

ISTITUTO NOME CORSO OBIETTIVI FORMATIVI BENEFICIARI Università degli

studi di Bari (Dipartimento formazione)

Master in moda, psicologia e marketing

Formare figure professionali che possano operare come esperti di Marketing,

Psicologia, Comunicazione e Fashion in tutti i settori sia privati che pubblici.

Diplomati di scuola media inferiore

Università degli studi di Bari

(Dipartimento formazione)

Master in Fashion Marketing e

merchandising

Preparare professionisti con conoscenze e capacità tali da poter essere inseriti

all’interno di un gruppo di lavoro che si occupa della commercializzazione del

prodotto moda. Formare una figura professionale che, oltre a conoscere le

dinamiche di sviluppo del prodotto, abbia competenze relazionali, di marketing, di

Diplomati di scuola media inferiore

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pianificazione, di gestione sia economica che delle risorse umane.

Università degli studi di Bari (Facoltà di

Economia, Facoltà di Scienze della

Formazione, CRASMI38

Master in Management della Moda e del Design

Formare un "Esperto in management della moda", che sia in grado di essere operativo

nell’organizzazione di un’impresa di moda, oppure nel coordinamento di una

collezione, oppure nell’organizzazione di eventi di moda.

Laureati

Spegea Master in

Management of the Fashion Industry

Formare professionisti in grado di gestire i processi di internazionalizzazione ed

innovazione sui sistemi produttivi delle imprese del settore moda. Fornire

strumenti manageriali per il Sales & Retail management, il Supply Chain management

e il Brand management.

Laureati

38 Centro Ricerche, Analisi e studi sui fenomeni delle Mode in Italia.

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ALLEGATO 1

CATALOGO DELLE INNOVAZIONI NEL COMPARTO TESSILE E M ODA Alcune esemplificazioni

Le griglie seguenti riportano alcune tra le più significative innovazioni finalizzate a potenziare/migliorare prodotti destinati in particolare al mercato dell’abbigliamento funzionale e fashion. Si tratta per lo più di soluzioni ampiamente sperimentate nella catena del BtoB, in merito alle quali esiste anche ampia letteratura tecnica ma ancora marginalmente applicate ai prodotti finiti e che possono pertanto rappresentare un’opportunità competitiva per le imprese. Le informazioni riportate, seppur non esaustive, rappresentano un quadro delle opportunità di attribuzione del valore mediante interventi performanti e innovativi sui prodotti e sui processi.

1.Innovazioni su prodotto

INNOVAZIONI ESEMPLIFICAZIONI

Protezione da raggi UV Finissaggio della superficie tessile ad esempio con microcapsule in ceramica. Per garantire una adeguata interazione con il tessuto le particelle inorganiche vengono applicate disperdendole in resine polimeriche ottenendo così un film in cui le nanoparticelle sono inglobate.

Confort da assenza di cuciture Cuciture termosaldate. Antibatterici, batteriostatici, trattamenti anti-odore

Trattamenti consistenti nel frenare la crescita dei microrganismi riducendo anche la quantità di sottoprodotti indesiderati. A questo riguardo, in rapporto ai batteri, si distingue tra effetto batteriostatico, vale a dire che frena la crescita, ed effetto battericida, vale a dire letale.

Rilascio di sostanze chimiche Effetto ottenuto mediante ciclodestrine o microcapsule ancorate al tessuto in fase di finissaggio contenenti aromi o sostanze cosmetiche che si aprono per abrasione o aumento di temperatura liberando il contenuto sulla pelle. Il rilascio può essere programmato. Il processo è riattivabile per ricarica.

Riscaldamento mediante fibre e filati

Inserimento nel tessuto di fili di metallo e materiali elettroconduttivi.

Sistemi di termoregolazione e traspirabilità

Spalmature e laminature ad effetto antivento e impermeabilizzante, Aerogel, micromembrane, sistema outlast, inserimento di filati termo conduttivi.

Trattamenti anti-infeltranti Mediante finissaggio.

Antismog e antifumo Effetti ottenuto dall’applicazione di biossido di titanio che sotto l’effetto dei raggi solari sviluppa reazioni chimiche che neutralizzano le molecole inquinanti.

Anti-insetti Rilascio programmato di sostanze capaci di allontanare gli insetti. Spesso di origine vegetale non tossiche per l’uomo.

Antifiamma Modifica delle fibre in modo da acquisire effetti flam retardant, finissaggi sui tessuti e sui filati.

Antimacchia Ancoraggio di micro flim idrorepellenti (es. teflon). Antipiegatura Effetti ottenuti mediante finissaggio. Antipilling Sviluppo di filati a maggior resistenza all’abrasione. Protezione da onde elettromagnetiche

Inserimento nei tessuti di strutture di filati metallici (gabbie di faraday) che deviano le onde elettromagnetiche.

Contenimento muscolare / compressione graduata

Tessuti elastomerici. Calze terapeutiche: costruzione della calza su informazioni personalizzate sul rilievo della gamba del paziente.

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Resistenza colori al cloro e al sole Trattamenti di finissaggio mirati.

Effetti vintage, delavè L’utilizzo di enzimi nei finissaggi consente l’ottenimento di effetti usato (es: jeans), maggior lucentezza o eliminazione della pelosità della superficie tessile. Tessuti 3D Costruzione di armature tridimensionali. Nastri ad elevata adesione Studiati sulla base delle zampe del geco rappresentano un’evoluzione del velcro.

Visibilità Inserti elettroluminescenti nell’abbigliamento o negli accessori.

Cambiamento di colore per effetto luce/temperatura

Inserimento di filati sintetici e/o metallici ad effetto riflettente o capaci di ingabbiare e rilasciare luce.

Illuminazione Fibre ottiche inserite nei tessuti.

Ricarica cellulari e i-pod Pannelli solari inseriti nell’abbigliamento consentono di ricaricare le batterie di strumentazioni collegate.

Sensoristica per rilevamento dati fisiologici

Filati conduttivi o micro sensori.

Materiali a memoria di forma Sottili fili metallici capaci di effettuare allungamenti e/o flessioni al modificare della temperatura.

Tessuti per sport acquatici Fibre idrorepellenti, studio della struttura del tessuto funzionale a ridurre l’atrito con l’acqua e a rendere compatto il muscolo nello sforzo atletico.

Sistemi refrigeranti Inserimento di sistemi di raffreddamento termico nell’abbigliamento mediante circolazione di acqua raffreddata.

2. Innovazioni su processo

TIPOLOGIA PROCESSO INNOVAZIONI BREVE DESCRIZIONE Cucitura Filo ad eliminazione ad alta temperatura/vapore Consente di ridurre i tempi di eliminazione delle imbastiture. Termosaldatura delle cuciture Procedimento finalizzato a rendete impermeabili le cuciture in capi sportivi, dpi, accessori e scarpe. Gestione magazzino, tracciabilità movimentazione materiali, anticontraffazione

Tecnologia Rfid Sensori la cui memoria contiene dati personalizzati su ogni singolo oggetto e che possono essere letti a distanza.

Ancoraggio di sostanze alla superficie tessile

Plasma Il plasma o quarto stato della materia è un gas ionizzato costituito da elettroni, ioni positivi, atomi e molecole. Le specie generate dal plasma per effetto del campo elettrico bombardano la superficie del substrato e interagiscono con quest’ultimo. Il trattamento al plasma con gas funzionalizzanti (es. ossigeno) consente perciò di aumentare la bagnabilità, l’affinità tintoriale e la funzionalizzazione di fibre, filati e superfici.

Ablazione Plasma Rimozione mediante plasma di strati superficiali e conseguente modifica della morfologia del tessuto. Ablazione Enzimi Sfibramento di materiali tessili in fase di filatura (ad esempio: fibre vegetali a libro) , rimozione di strati

superficiali del tessuto (esempio: effetto usato sui jeans). Progettazione abiti on line Cabine per il rilevamento di misure

antropomorfe del cliente e trasferimento delle stesse alla produzione

Consegna di capi finiti su misura in tempi rapidi e senza necessità di effettuare prove di indossabilità.

Stampa Digitale, ink jet Macchine di stampa di piccola dimensione progettate per la campionatura si rendono utili nella realizzazione di capi/articoli esclusivi a numeri di produzione volutamente limitati.

Sovrapposizione tessuti Tecnica del piping Mediante sovrapposizione di più strati di materiali consente di realizzare rifiniture, effetti estetici,

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bretelline, etc. Misurazione del confort Manichini per simulazione Simulano il corpo umano sottoposto a riscaldamento e umidità per simulare prestazioni sportive e verificare

la resa del materiale in termini di traspirabilità (esempio skin model). Modificazione superfici Electron beam: acceleratore di particelle in

grado di generare elettroni ad elevata energia (300 keV – 1.2 MeV).

Applica un monomero/polimero funzionale su un tessuto, al fine di impartire la proprietà correlata con il gruppo funzionale presente sul monomero/polimero a tutta la superficie del tessuto in questione. Es: un jeans viene acquistato senza alcun effetto superficiale apparente, in seguito al primo lavaggio o abrasione, si evidenzia sulla superficie del tessuto il disegno o la grafica impresse in precedenza tramite irraggiamento.

Tintura e finissaggi Miglioramento del tessuto mediante ultrasuoni Gli Ultrasuoni (US) sono in grado di favorire differenti reazioni a seconda della frequenza alla quale viene generato il fenomeno di cavitazione, ovvero: trasferimento di massa che consente di favorire la penetrazione di particelle e o molecole in substrati tessili o rimozione dello sporco .

Personalizzazione di tessuti (es: anticontraffazione) ed effetti moda

Laser Le lavorazioni, sfruttano alcune delle caratteristiche tipiche del processo laser, ovvero elevata velocità, precisione, assenza di frangiature, alta qualità estetica e impatto ambientale nullo,. Su floccati o in generale su tessuti con pelo è possibile asportare completamente o parti della superficie funzione dei disegni o dei motivi desiderati.

Eliminazione di cuciture mediante taglio

Laser il bordo risulta netto, grazie ad una sorta di rifusione, rendendo non più necessarie le cuciture.

Prototipia e progettazione CAD 2D e 3D Simulazione di vestibilità e di ambientazione dell’abito con annesse informazioni tecniche relative alla sua producibilità industriale.

3. Innovazioni gestionali TIPOLOGIA PROCESSO/PRODOTTO

INNOVAZIONI BREVE DESCRIZIONE

Controllo, tracciabilità prodotti RfiD Sistema adottato nella logistica, nel controllo di prodotti e persone in ingresso/uscita, antitaccheggio e anticontraffazione.

Gestione logistica/magazzini GS1, etichetta logistica Sistema di numerazione a 96 bit con integrazione di barcode. Progettazione campionari/collezioni

CAD, sistemi operativi, comunicazioni via standard internazionali, interfaccia utente mirata al disegno veloce, alla definizione di parametri tecnici e all’archiviazione efficace

Sistemi informatici per il disegno e la progettazione di armature tessuti e simulazione maglia e disegno figurini anche con effetti 3D, lo sviluppo e il piazzamento delle taglie.

Avanzamento prodotto Database standard e relazionali; Sistemi di programmazione controllo produzione e logistica interna-esterna; Interfaccia con le funzioni amministrative e i magazzini; Interfaccia con i punti vendita.

Organizzazione e gestione informazioni e variabili capi dalla progettazione alla prototipia e all’industrializzazione della collezione.

Progettazione e gestione siti web Programmi color management Gestione immagini, testi e musiche, gestione interfaccia attiva (e commerce).

4. Innovazione finalizzata all’ecosostenibilità

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TIPOLOGIA PROCESSO/PRODOTTO

INNOVAZIONI BREVE DESCRIZIONE

Materiali ecocompatibili Fibre/filati biodegradabili Realizzazione di prodotti in fibre a rapida degradabilità dopo l’uso (esempio: mais, fibra di legno..).

Finissaggi Plasma Attribuzione di caratteristiche ai tessuti senza utilizzo di acqua di processo La tecnologia plasma è inoltre una tecnologia pulita e quindi con potenzialità di sviluppo consistenti per l’affermazione in un prossimo futuro di un tessile più eco-sostenibile.

Tintura e lavaggi Utilizzo di CO2 In apposite attrezzature è possibile tingere o lavare materiali tessili senza utilizzo di solventi sintetici.

Riutilizzo scarti tessili di origine naturale Macinazione meccanica e riutilizzo Con questa tecnologia si ottiene una polvere facilmente miscelabile con altri materiali particolarmente adatta a essere inserita come carica per esempio in pannelli truciolati e in sistemi per l'insonorizzazione.

Riciclaggio di materiali utilizzati nel ciclo di lavorazione tessile (scarti tessili, spole e rocche)

Macinazione, estrusione e riutilizzo La polvere costituita da polipropilene può essere trattata mediante processi di formatura per iniezione oppure estrusione, per ottenere prodotti con caratteristiche innovative (ad esempio: parti di macchinari tessili in sostituzione delle parti metalliche con conseguente alleggerimento del macchinario) . Gli scarti tessili possono essere inseriti in materiali compostiti.

Generazione energia Sistemi di produzione energia da fonti alternative Ad esempio: combustione olii e biomasse, energia solare ed eolica. Scelta di materia prima rinnovabile Fibre naturali/artificiali Ci si riferisce in questo caso alle ricerche volte a ampliare le possibilità di sfruttamento di fibre

naturali tradizionali (esempio: cotone) mediante OGM o al recupero di fibre antiche quali ginestra,sughero, ortica, canapa. Interessanti i filati prodotti da caseina.

Riduzione dell’impatto da sostanze chimiche

Trattamenti enzimatici Utilizzati in fasi di lavorazioni della fibra (esempio: sfibramento del lino o della ginestra) riducono la superficie dei manufatti eliminando scorie e pelosità o producendo effetti moda.