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Ambiente La direttiva Habitat Vent’anni di protezione della biodiversità in Europa

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Ambiente

La direttiva

HabitatVent’anni di protezione della biodiversità in Europa

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Commissione europeaDirezione generale dell’Ambiente

Autore: Kerstin Sundseth, Ecosystems LTD, BruxellesCoordinatore della Commissione: Susanne Wegefelt, Commissione europea, unità B.3 — Natura 2000, 1049 Bruxelles/BrusselGrafi ca: NatureBureau, Regno Unito (www.naturebureau.co.uk)

Per ulteriori informazioni sulla rete Natura 2000 si rimanda all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/nature

Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvia trovare le risposte ai vostri interrogativi sull’Unione europea.

Numero verde unico (*):00 800 6 7 8 9 10 11

(*) Alcuni gestori di telefonia mobile non consentono l’accesso ai numeri 00 800 o non ne accettano la gratuità.

Numerose altre informazioni sull’Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu).

Una scheda catalografi ca fi gura alla fi ne del volume.

ISBN 978-92-79-23760-7doi:10.2779/21298

© Unione europea, 2012L a riproduzione è autorizzata con citazione della fonte.Le fotografi e sono protette da diritto d’autore e non possono essere usate senza la previa autorizzazione dei fotografi .

Printed in BelgiumStampato su carta riciclata che ha ottenuto il marchio europeo di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafi ca. (http://ec.europa.eu/ecolabel)Fotografi a di copertina: Alentejo, Portogallo. © Shutterstock

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2012

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INDICE

31 … sta diminuendo il numero di specie a rischio di estinzione

— La madreperla di fi ume — Il camoscio d’Abruzzo — La vipera dell’Orsini — L’aquila imperiale iberica — Salvare le farfalle della Danimarca — Gli orsi della Romania

37 … è stata arrestata la distruzione su vasta scala di habitat particolarmente ricchi di fauna

— Ripristinare il Danubio in Austria — Proteggere le dune sabbiose della penisola dei Curoni, in Lituania

— Recuperare le foreste decidue ricche di specie in Svezia — Riportare la vita nei prati paludosi dei Paesi Bassi — Recuperare le torbiere alte in Polonia — Liberare i fondali di Posidonia dalle specie aliene in Francia

43 … Natura 2000 off re nuove opportunità ricreative e turistiche

— La rete Natura 2000 sostiene il turismo rurale in Lettonia — Il lago Prespa in Grecia: un’attrazione per gli amanti della natura

— La caccia all’interno della rete Natura 2000: un’attività a fi n di bene nel Limosino francese

47 … gli interventi urbanistici futuri devono salvaguardare l’integrità dei siti Natura 2000

— Individuare tracciati alternativi per la Via Baltica — Il parco eolico di Beinn an Tuirc, Scozia — Pianifi cazione strategica del territorio nella Repubblica ceca

51 … negli ultimi vent’anni sono aumentati i fi nanziamenti a favore della conservazione naturale nell’UE

— Un modello sostenibile di gestione del territorio per Goričko, Slovenia

— Il progetto LIFE dell’UE in favore della berta minore a Malta — Collaborazione tra autorità locali in Lussemburgo

4 Mappa dei siti Natura 2000

5 Prefazione

7 Introduzione

11 … le aree protette per la conservazione della natura nell’UE sono più che triplicate

— Migliorare la protezione marina nel Regno Unito — Più di un terzo della Slovenia nella rete Natura 2000 — Proteggere il ricco patrimonio naturale di Cipro

15 … le nostre conoscenze sulla biodiversità dell’UE sono aumentate, consentendoci di defi nire interventi di conservazione migliori e più mirati

— Un inventario nazionale per la rete Natura 2000 in Spagna — Raccogliere dati per la gestione dei siti Natura 2000 in Bulgaria

— Conservazione degli uccelli marini in Portogallo

19 … gli operatori locali sono attivamente impegnati nella gestione dei siti Natura 2000

— La gestione dei siti Natura 2000 in Francia — Natura 2000 nelle foreste private fi nlandesi — Un partenariato pubblico-privato per la rete Natura 2000 in Belgio

23 … i paesi dell’UE coordinano le proprie attività al fi ne di preservare il ricco patrimonio naturale europeo

— Conservare le brughiere del Nord Europa — La cooperazione paneuropea in favore dell’oca lombardella minore

— Collaborazione tra paesi baltici per salvare l’ululone dal ventre rosso

27 … si punta al mantenimento di pratiche di gestione del suolo consolidate nel tempo, a benefi cio della natura e delle persone

— L’allevamento al servizio della conservazione dell’ambiente in Irlanda

— Rivitalizzare le pratiche agricole costiere in Estonia — Sostegno ai prati alpini in Slovacchia

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Regioni biogeografi che nell’UE, 2011

Siti Natura 2000 (secondo la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat)

Regioni biogeografi che nell’UE

Regione alpina

Regione atlantica

Mar Nero

Regione boreale

Regione continentale

Regione macaronesica

Regione mediterranea

Regione pannonica

Regione steppica

Regioni biogeografi che al di fuori dell’UE

Anatolia

Regione artica

Regioni non interessate dalla copertura dei dati

La rete Natura 2000

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PrefazioneVent’anni fa la biodiversità in Europa sembrava aver raggiunto un punto critico: la fauna stava diminuendo a un ritmo allarmante e numerosi habitat preziosi andavano perduti a causa dei cambiamenti intervenuti nella gestione del territorio, dell’inquinamento, di sviluppi avventati e della persistente espansione delle aree urbane a scapito delle campagne.

In risposta alla crescente preoccupazione dei cittadini europei, nel maggio 1992 i governi dell’Unione europea hanno adottato all’unanimità un documento ambizioso, la direttiva Habitat, il cui scopo era la salvaguardia delle specie e degli habitat più minacciati dell’UE. Assieme alla direttiva Uccelli, la direttiva Habitat continua a essere il fulcro della politica unionale per l’ambiente e la natura su cui si fonda Natura 2000, la vasta rete di aree protette dell’UE.

A distanza di due decenni, alla vigilia del ventesimo anniversario della direttiva, è tempo di fare il punto della situazione per quanto riguarda i risultati ottenuti fi nora. I cittadini europei possono essere orgogliosi di quella che è diventata la più ampia rete coordinata di aree protette al mondo. La direttiva è riuscita anche ad arrestare in parte la distruzione su larga scala del nostro preziosissimo patrimonio genetico di fl ora e fauna e si registrano evidenti segni di recupero da parte di alcuni habitat e specie. Sono state acquisite ulteriori conoscenze in merito alle esigenze di conservazione, e ciò ha permesso di defi nire interventi per la conservazione migliori e più mirati, spesso con il contributo di LIFE, lo strumento fi nanziario dell’UE a sostegno dell’ambiente, introdotto in concomitanza con la direttiva Habitat e quindi anch’esso in procinto di celebrare il suo ventesimo anniversario.

Un altro successo ottenuto dalla direttiva è stato quello di aggregare le persone nel perseguimento di un obiettivo comune, ossia il riconoscimento e la salvaguardia del ricco patrimonio naturale europeo e la protezione dei restanti ecosistemi sani. La direttiva ha permesso, da un lato, di adottare un approccio integrato e sostenibile alla gestione e all’utilizzo dei terreni e, dall’altro lato, di generare nuove opportunità turistiche, ricreative e occupazionali.

Molto rimane ancora da fare, tuttavia, se si desidera raggiungere l’obiettivo ultimo stabilito dalle direttive, vale a dire la salvaguardia della natura puntando ad uno stato di conservazione soddisfacente per tutte le specie e gli habitat protetti nell’UE. Per il momento, infatti, soltanto il 17 % delle specie e degli habitat elencati nella direttiva Habitat ha ottenuto questo stato di conservazione.

La strategia dell’Unione europea sulla biodiversità per il 2020, adottata lo scorso anno, ha dato un nuovo, importante slancio agli interventi in questo settore. Defi nendo un ambizioso obiettivo che indica tempi e quantità in termini di specie e habitat, la strategia punta ad accelerare la piena ed effi cace attuazione delle direttive habitat e uccelli, in modo da cominciare a garantire la sostenibilità nel lungo termine del patrimonio naturale europeo.

Per poter rinascere, la natura ha bisogno del nostro aiuto: saremo poi abbondantemente ripagati per questo dai suoi servizi ecosistemici. Cerchiamo quindi di non perdere l’entusiasmo e di ottenere nei prossimi 20 anni progressi ancora più importanti di quelli conseguiti nell’ultimo ventennio.

Janez Potočnik, commissario

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Moscardino

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IntroduzioneUn partenariato unico tra 27 paesi La direttiva Habitat rappresenta l’iniziativa più ambiziosa mai intrapresa in favore della conservazione della biodiversità in Europa. La direttiva è stata adottata vent’anni fa in risposta alle crescenti preoccupazioni, condivise all’epoca dalla maggioranza dei cittadini europei, per l’inarrestabile declino e la totale distruzione degli habitat naturali e della fauna in Europa.

Assieme alla direttiva Uccelli, la direttiva Habitat stabilisce i criteri per la conservazione della natura in tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea (UE) e permette agli Stati di collaborare, nell’ambito di un comune quadro legislativo, al perseguimento del medesimo obiettivo, ossia la protezione delle specie e degli habitat più minacciati, al di là di qualsiasi frontiera politica o amministrativa.

Questa cooperazione transnazionale è fondamentale per arginare la perdita di biodiversità in Europa. Le specie selvatiche sono governate dalle forze della natura e non conoscono confi ni. Pertanto, se un paese cerca di proteggere una particolare specie mentre un altro non si impegna in tal senso, ogni iniziativa intrapresa dal primo sarà per forza di cose compromessa dal secondo.

Adesso però, grazie alle due direttive dell’UE in campo ambientale, ogni Stato membro è tenuto ad adottare azioni simili per conservare le specie e gli habitat (elencati negli allegati delle direttive) presenti sul suo territorio. In questo

modo sarà possibile proteggere e gestire in maniera adeguata l’intero areale di distribuzione di tali specie e habitat nell’UE.

Le dimensioni del fenomeno sono davvero impressionanti: all’epoca dell’adozione della direttiva Habitat l’UE era formata soltanto da 12 paesi, mentre ora siamo arrivati a quota 27. Ne consegue non soltanto che la legislazione dell’UE in materia ambientale trova applicazione su un territorio di gran lunga più vasto rispetto al passato, ma che una porzione estremamente maggiore del ricco e variegato patrimonio naturale europeo sarà salvaguardata, a benefi cio delle generazioni presenti e future.

Natura 2000: la rete coordinata di aree protette più estesa al mondoLa direttiva Habitat protegge oltre 1 000 specie e all’incirca 230 preziosi tipi di habitat d’importanza europea.

A diff erenza di numerose iniziative di conservazione avviate in passato, non si focalizza soltanto su alcuni animali «simbolo», come mammiferi e uccelli rari, ma estende il suo raggio d’azione fi no a inglobare una ben più ampia gamma di animali e piante meno noti ma non per questo meno minacciati. Per la prima volta, alcuni tipi di habitat rari, come le dune sabbiose, le brughiere e le foreste delle pianure alluvionali, sono direttamente protetti.

L’elemento saliente della direttiva è stata la creazione di una rete ecologica europea di siti protetti (la cosiddetta rete Natura 2000), che è stata concepita per

proteggere tali specie e habitat in tutto il loro raggio di distribuzione nell’UE. Dopo molti anni di duro lavoro, oggi la rete è quasi completa: sono più di 26 000 i siti designati fi no a questo momento, il che fa della rete Natura 2000 la rete coordinata di aree protette più estesa al mondo.

Per le sue stesse dimensioni, la rete non si limita a preservare gli esemplari più rari della fauna europea, ma off re un rifugio sicuro anche a innumerevoli altri animali, piante ed ecosistemi sani che, pur essendo più diff usi, costituiscono un elemento altrettanto importante del nostro patrimonio naturale.

Il valore della rete Natura 2000 va ben al di là della sua capacità di proteggere la biodiversità europea. La rete infatti fornisce alla società molti importanti servizi ecosistemici tra cui acque dolci, insetti impollinatori, lo stoccaggio del carbonio, una protezione contro inondazioni, valanghe e l’erosione delle coste ecc., e off re ampie opportunità sul piano turistico e ricreativo.

Complessivamente, il valore dei servizi ecosistemici forniti dalla rete Natura 2000 si aggira intorno ai 200-300 miliardi di euro, una cifra enormemente più elevata rispetto al costo eff ettivo della gestione della rete.

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A spasso tra le foreste di lauri di Madeira

Vespertilio dasicneme

Tappeti di Scilla campanulata, Belgio

Un partenariato anche tra le persone…

La creazione della rete Natura 2000 rappresenta, di per sé, un traguardo importante per la conservazione della natura in Europa. Ma questo è soltanto l’inizio: dopo aver designato i siti Natura 2000, gli Stati membri devono infatti adottare le necessarie misure di conservazione per mantenere o riportare questi siti in una condizione ottimale.

A tale proposito è opportuno rammentare che l’obiettivo della direttiva Habitat non è semplicemente impedire l’ulteriore declino di specie e habitat, ma è molto più ambizioso perché cerca di ripristinare uno stato di conservazione favorevole per tali specie e habitat lungo tutto il loro raggio di distribuzione naturale nell’UE.

A tal fi ne la direttiva introduce un sistema moderno, fl essibile e inclusivo di conservazione dei siti, che pone le persone al centro del processo. Riconosce cioè che l’uomo è parte integrante del contesto naturale e che la collaborazione uomo-natura è la soluzione migliore.

Tutti devono contribuire a garantire il successo del progetto Natura 2000: dalle autorità pubbliche ai proprietari terrieri e agli utilizzatori del suolo, dai promotori alle ONG ambientaliste, dagli esperti scientifi ci alle comunità locali fi no ai singoli cittadini.

La creazione di partenariati e l’aggregazione delle persone ha senso anche dal punto di vista pratico. Dopotutto, la maggior parte dei siti Natura 2000 è già soggetta a una qualche forma di utilizzo attivo del suolo e fa parte integrante del paesaggio rurale. Molti di questi siti vantano un proprio pregio naturale per il modo in cui sono stati gestiti fi nora e perciò sarà importante garantire che tali attività continuino a essere svolte in futuro.

La direttiva Habitat contribuisce in tal modo a sostenere il principio dello sviluppo sostenibile e della gestione integrata. Il suo scopo non è escludere le attività socioeconomiche dai siti Natura 2000, bensì assicurare che siano condotte in modo da salvaguardare e supportare le specie e gli habitat di pregio in essi presenti, oltre che conservare la salute generale degli ecosistemi naturali.

La direttiva Habitat defi nisce l’ambito di intervento e fi ssa gli obiettivi generali che devono essere raggiunti, ma lascia agli Stati membri la libertà di decidere come gestire al meglio i siti Natura 2000, in consultazione con le parti interessate a livello locale. Scopo principale è l’individuazione di soluzioni locali a problemi di gestione locali, puntando al tempo stesso al raggiungimento di un obiettivo generale condiviso, quello della conservazione del ricco e variegato patrimonio della biodiversità in Europa a benefi cio delle generazioni future.

Prepararsi per la sfi da futura

Dopo due decenni di intensa attività i risultati raggiunti in termini di conservazione della biodiversità nell’UE grazie alla direttiva Habitat sono sotto gli occhi di tutti. E, tuttavia, nonostante questi enormi passi in avanti, c’è ancora molto da fare per ripristinare uno stato di conservazione soddisfacente per le specie e gli habitat rari e minacciati in tutta l’UE.

A tal fi ne è necessario un impegno concertato da parte non soltanto degli ambientalisti ma anche di tutti coloro che, in qualche modo, sono legati alla rete Natura 2000, affi nché sia possibile individuare soluzioni sostenibili condivise da tutti. Nei prossimi 20 anni di attuazione della direttiva Habitat non si dovrà perdere di vista il fatto che investire nella rete Natura 2000 signifi ca investire anche nel futuro di tutti noi.

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Grazie alla direttiva Habitat

Le aree protette per la conservazione della natura nell’UE sono più che triplicate

Le nostre conoscenze sulla biodiversità dell’UE sono aumentate e hanno reso possibile la defi nizione di interventi di conservazione

migliori e più mirati

Le parti interessate a livello locale sono attivamente impegnate nella gestione dei siti Natura 2000

I paesi dell’UE coordinano le proprie attività al fi ne di preservare il ricco patrimonio naturale europeo

Si provvede al mantenimento di pratiche di gestione del suolo consolidate nel tempo, a benefi cio della natura e delle persone

Le specie a rischio di estinzione stanno diminuendo

È stata arrestata la distruzione su vasta scala di habitat particolarmente ricchi di fauna

La rete Natura 2000 off re nuove opportunità ricreative e turistiche

Gli interventi urbanistici futuri dovranno salvaguardare l’integrità dei siti Natura 2000

Negli ultimi vent’anni sono aumentati i fi nanziamenti in favore della conservazione della natura nell’UE

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… le aree protette per la conservazione della natura

nell’UE sono più che triplicate

Grazie alla direttiva Habitat l’UE ha creato la più estesa rete coordinata di aree protette al mondo. La rete Natura 2000

è costituita da oltre 26 000 siti, che sono stati designati al fi ne di garantire la sopravvivenza della fauna più a rischio e degli

habitat più preziosi in Europa. I siti coprono, nella loro totalità, una superfi cie signifi cativa, pari per estensione ai territori di Germania,

Polonia e Repubblica ceca messi assieme.

Proteggere i siti per conservare la biodiversità non è un obiettivo nuovo per l’Europa, dove fi n dall’inizio del XX secolo sono

presenti riserve naturali tutelate dalla legge. Tuttavia, soltanto dopo l’adozione della direttiva Habitat dell’Unione europea e la

creazione della rete Natura 2000 si è provveduto a designare siti protetti su un territorio suffi cientemente vasto da generare un

impatto reale sulla perdita di biodiversità in Europa.

Dall’epoca dell’adozione della direttiva, la superfi cie di territorio complessivamente tutelata ai fi ni della conservazione

dell’ambiente nell’UE è più che triplicata. Quasi il 18 % del territorio dell’UE fa parte oggigiorno della rete Natura 2000,

insieme a vaste aree nei mari adiacenti.

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Migliorare la protezione marina nel Regno Unito Le coste e i mari che circondano il Regno Unito sono caratterizzati da una straordinaria biodiversità marina e off rono ricche risorse naturali per numerose attività come la pesca, l’industria e le attività ricreative. Tuttavia, fi no a non molto tempo fa, gli interventi per proteggere questo delicato ambiente marino erano relativamente limitati e diradati nel tempo.

L’adozione della direttiva Habitat ha generato cambiamenti signifi cativi nella sfera della conservazione dei mari nel Regno Unito e, in generale, nell’Unione europea. Per la prima volta, ai paesi europei veniva imposto l’obbligo di proteggere la biodiversità nelle acque che lambivano le loro coste oltre che sulla terraferma e di introdurre misure per preservare attivamente specie marine minacciate come il tursiope, la tartaruga comune o la sterna codalunga, oltre che habitat sottomarini di pregio come le scogliere sottomarine, i fondali di Posidonia o le grotte sommerse.

Nel Regno Unito sono stati realizzati importanti sondaggi per raccogliere informazioni sullo stato di questo segreto mondo sottomarino e per contribuire a individuare siti di protezione adeguati. Il risultato è stata la designazione di oltre 100 siti marini Natura 2000 nel Regno Unito (su un’area equivalente alla superfi cie del Belgio). Prima dell’entrata in vigore della direttiva Habitat, le aree marine protette nel Regno Unito erano soltanto tre. Oggi sono in corso attività per gestire questi siti in modo da garantirne un utilizzo responsabile, salvaguardandone al tempo stesso la ricca biodiversità marina.

P

Lago Vidal, monte Parang,

Romania

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Corynactis haddoni, Isole

del Canale, Regno Unito

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Alpi Giulie, Slovenia

Tulipa Cypria

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Più di un terzo della Slovenia nella rete Natura 2000

La Slovenia è famosa per la spettacolare diversità dei suoi paesaggi. In uno spazio di poche centinaia di chilometri si può viaggiare dalle alte cime montuose delle Alpi alle vaste pianure aperte nella fascia orientale del paese o alla misteriosa regione carsica a sud, prima di aff acciarsi su un angolo di Mediterraneo.

Questi paesaggi contrastanti, associati a una lunga tradizione di pratiche agricole e forestali sostenibili, hanno favorito il prosperare di una biodiversità straordinariamente ricca. Conscia dell’immenso valore economico e sociale del suo patrimonio naturale, la Slovenia ha designato oltre il 35 % del suo territorio ai fi ni dell’inserimento nella rete Natura 2000, il che fa della Slovenia lo Stato membro dell’UE con la più vasta fetta di territorio protetto dalla rete.

Proteggere il ricco patrimonio naturale di Cipro

Nell’immaginario collettivo Cipro è la classica destinazione turistica, sinonimo di sole, sabbia e mare. Pochi sono al corrente del fatto che, al di là della costa urbanizzata, si nasconde un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura. L’isola ospita infatti una straordinaria varietà di piante rare, molte delle quali introvabili in qualsiasi altro luogo del pianeta. Cipro è anche una tappa importante per centinaia di migliaia di uccelli migratori.

Come qualsiasi altro paese che ha aderito di recente all’UE, Cipro ha dovuto attuare la direttiva Habitat e la direttiva Uccelli fi n dal primo giorno della sua adesione. In tale occasione il paese ha destinato più del 28 % del proprio territorio alla rete Natura 2000, insieme ad altri 132 km² di aree marine.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… le nostre conoscenze sulla biodiversità dell’UE sono aumentate, consentendoci di defi nire interventi

di conservazione migliori e più mirati

Raccogliere dati sulla biodiversità in Europa è un esercizio necessariamente complesso, considerando l’elevato numero di piante,

animali ed ecosistemi presenti; tuttavia, si tratta di un prerequisito essenziale per qualsiasi intervento di conservazione. Prima dell’adozione della legislazione dell’UE in materia ambientale, le informazioni raccolte

dagli Stati membri non erano sempre sistematiche e comparabili e tendevano a focalizzarsi principalmente su poche specie «simboliche»,

come i mammiferi o i volatili.

La direttiva Habitat, insieme alla sua direttiva «sorella», la direttiva Uccelli, off re una nuova prospettiva strategica alla conservazione

della biodiversità su tutto il territorio dell’UE. Insieme, le due direttive impongono ai 27 Stati membri dell’UE di unire le forze per preservare gli habitat e la fauna più preziosi d’Europa. Inoltre, estendono il campo

d’azione includendovi non soltanto poche specie emblematiche, ma un’intera gamma di piante e animali altrettanto a rischio come gli anfi bi, i rettili, le farfalle e i pesci d’acqua dolce. Per la prima volta,

sono protetti a titolo individuale anche 230 tipi di habitat ricchi di vita animale.

Grazie a quest’azione concertata, le nostre conoscenze collettive sulla distribuzione, le minacce e lo stato di conservazione di tali specie

e habitat selezionati sono enormemente migliorate. Ciò a sua volta ha permesso di condurre nell’UE un’azione di conservazione migliore,

più mirata e coordinata.

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Un inventario nazionale per la rete Natura 2000 in Spagna Quando è stata adottata la direttiva Habitat, le autorità spagnole responsabili della conservazione dell’ambiente hanno deciso di condurre indagini sistematiche a livello nazionale per individuare tutte le specie e tutti i tipi di habitat elencati nella direttiva presenti sul territorio nazionale.

Oltre 200 scienziati e circa 30 istituzioni spagnole sono stati mobilitati per preparare un inventario nell’arco di un periodo di quattro anni, per una spesa complessiva di circa 5 milioni di euro, il 75 % del quale è stato fi nanziato dal programma LIFE dell’UE. Sono state condotte ampie indagini sul campo in relazione a ciascuna specie e a ciascuna tipologia di habitat, e sono state preparate dettagliate mappe digitali della loro distribuzione nel paese. Grazie a questo intervento è stato possibile selezionare circa 1 450 siti da inserire nella rete Natura 2000, che al momento occupa circa un quarto della superfi cie totale del territorio spagnolo.

Grazie a questo vasto lavoro sul campo, la Spagna è stata in grado di migliorare in maniera signifi cativa le sue conoscenze in merito alle specie e agli habitat rari e minacciati presenti entro i confi ni nazionali. Ciò consente di orientare meglio le attività di conservazione ma anche di disporre di una base riferimento valida per misurare eventuali progressi o peggioramenti dello stato di conservazione negli anni a venire.

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Dehesa de Abajo, Spagna

P

Lince pardina

P

Monte Vitosha, Bulgaria

Sterna comune

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Raccogliere dati per la gestione dei siti Natura 2000 in Bulgaria

Dopo aver designato 332 siti per la rete Natura 2000, su una superfi cie pari a un terzo del territorio nazionale, la Bulgaria sta operando per fare in modo che i siti siano gestiti senza danneggiare le specie e gli habitat interessati. A tal fi ne è necessaria una valutazione più dettagliata dei requisiti ecologici e delle esigenze di conservazione dei vari siti.

Con il sostegno di un contributo fi nanziario dell’UE, il governo ha reclutato circa 400 esperti e volontari per raccogliere dati sul campo relativi a 87 tipi di habitat e 119 specie elencati nella direttiva Habitat. Sono in corsi studi per l’elaborazione di una mappa delle rotte migratorie di 40 specie di uccelli. Una volta collazionate, queste informazioni saranno utilizzate per redigere e attuare piani di gestione dettagliati per ciascun sito Natura 2000, in stretta consultazione con le parti interessate a livello locale.

Conservazione degli uccelli marini in Portogallo

In Europa le specie pelagiche di uccelli trascorrono gran parte del loro tempo in mare aperto e solitamente raggiungono la terraferma per la riproduzione. Le nostre conoscenze sulle loro abitudini di vita sono estremamente limitate. Tuttavia, tali informazioni sono fondamentali per garantire a questi uccelli la sopravvivenza nel lungo termine. Grazie a un contributo fi nanziario del programma LIFE dell’UE, nei mari che bagnano il Portogallo è stata realizzata una serie di indagini, comprendenti indagini aeree via nave.

Grazie a queste attività sono state notevolmente raff orzate le conoscenze relative a questi uccelli marini elusivi e sono state individuate le principali aree marine che devono essere protette per garantire la conservazione a lungo termine di tali esemplari. Le innovative tecniche e metodologie di indagine utilizzate sono attualmente impiegate in altri paesi, come Spagna e Malta, al fi ne di migliorare la conservazione di specie di uccelli marini rare e minacciate anche in altri territori dell’UE.

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… gli operatori locali sono attivamente impegnati nella gestione dei siti Natura 2000

La rete Natura 2000 comprende un’ampia varietà di siti diversi. Alcuni sono estremamente piccoli, di dimensioni inferiori a un ettaro, altri

sono enormi e si estendono per centinaia di chilometri quadrati. Alcuni sono situati nel cuore delle nostre città, altri si trovano in angoli remoti del paese, per esempio sulle cime montuose. La maggior parte dei siti Natura 2000, tuttavia, è facilmente accessibile a tutti. Si tratta di zone

che fanno parte integrante dello spazio rurale locale.

È chiaro che, essendo la rete suddivisa in tanti e numerosi siti diversi, non può esserci un’unica regola adatta a gestire tutti i siti allo stesso modo. La direttiva Habitat introduce però un approccio più moderno,

fl essibile e inclusivo alla conservazione dei siti, in base al quale il miglior metodo di gestione è garantito da partenariati tra gruppi di interesse

diversi, siano questi le autorità pubbliche, i proprietari terrieri, i promotori, le ONG ambientaliste, gli esperti scientifi ci o le comunità locali.

La direttiva Habitat defi nisce l’ambito di intervento e fi ssa gli obiettivi generali che devono essere raggiunti, ma lascia agli Stati membri la libertà di decidere come gestire al meglio i siti Natura 2000, in

consultazione con le parti interessate a livello locale. L’accento è posto sull’individuazione di soluzioni locali a problemi di gestione locali,

puntando al tempo stesso al raggiungimento di un obiettivo generale condiviso, quello della conservazione del ricco e variegato patrimonio

della biodiversità in Europa a benefi cio delle generazioni future.

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La gestione dei siti Natura 2000 in FranciaPer garantire la gestione effi cace dei 1 700 siti Natura 2000 in Francia, il governo sta operando in stretta collaborazione con i proprietari e gli utilizzatori di terreni a livello locale per mettere a punto un piano di gestione concordato per ogni sito. I piani di gestione sono elaborati per il tramite di un comitato direttivo locale, costituito da autorità locali, proprietari e utilizzatori di terreni, rappresentanti delle agenzie rurali, organizzazioni settoriali, ONG ambientaliste ed esperti in materia di ecologia, nonché da chiunque altro abbia un interesse per il sito Natura 2000 in questione.

Durante le riunioni del comitato le parti hanno la possibilità di discutere come perseguire gli obiettivi di conservazione del sito conciliandoli con le attività e gli interessi socioeconomici a livello locale. Una volta raggiunto il consenso, il piano di gestione viene uffi cialmente approvato dallo Stato. I proprietari o gli utilizzatori dei terreni vengono successivamente incoraggiati a sottoscrivere diversi tipi di contratti di gestione con l’autorità locale, per contribuire all’attuazione del piano di gestione.

Questo processo, che è fondato sull’adesione a un approccio integrato a Natura 2000 e che è inquadrato nel più ampio processo dello sviluppo rurale, si è dimostrato estremamente effi cace e ha ottenuto l’approvazione di numerosi proprietari e utilizzatori di terreni. Finora sono stati sottoscritti più di 1 100 contratti di gestione di siti Natura 2000 e una parte signifi cativa dei terreni, nell’ambito della rete, è amministrata con il contributo di programmi agroambientali fi nanziati dall’UE.

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Pastori, Parco nazionale

degli Écrins, Francia

P

Raccolta dell’uva

P

Tronchi nella foresta

fi nlandese

Wijvenheide, Belgio

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Un partenariato pubblico-privato per la rete Natura 2000 in Belgio

Con l’aiuto dei fondi LIFE dell’UE un gruppo di parti interessate a livello locale e di proprietari terrieri privati sta ripristinando una delle più estese aree acquitrinose della rete Natura 2000 in Belgio. Il sito non è importante soltanto per l’acquacoltura e per le attività ricreative, ma rappresenta anche l’ultimo rifugio naturale in Belgio per la raganella e il tarabuso.

Il progetto è gestito da proprietari terrieri, in collaborazione con le comunità locali, le amministrazioni pubbliche e alcune ONG ambientaliste. È prestata particolare attenzione alla promozione di sinergie a livello ecologico, educativo ed economico. Questo approccio equilibrato e facilmente esportabile permetterà la gestione dell’intero complesso negli anni a venire e dovrebbe altresì incoraggiare i proprietari privati di terreni ad assumere un ruolo guida nella gestione dei «loro» siti Natura 2000.

Natura 2000 nelle foreste private fi nlandesi

La Finlandia centrale è il cuore dell’industria nazionale del legno. Qui la maggior parte delle foreste è di proprietà privata. Per superare il timore che l’inserimento di questi siti nella rete Natura 2000 avrebbe comportato una riduzione di tutte le attività, l’autorità locale per la conservazione ha deciso di off rire a tutti i proprietari di terreni entro i confi ni di un’area pilota l’opportunità di disporre di un piano di gestione forestale gratuito.

Ogni piano esamina il potenziale economico della foresta e le esigenze in termini di conservazione. In questo modo i proprietari non solo possono farsi un’idea di ciò che la rete Natura 2000 signifi chi per loro, ma ricevono anche suggerimenti su come sfruttare economicamente le proprie foreste in modo sostenibile. Il sistema ha riscosso un enorme successo. Poche persone avrebbero investito risorse per redigere un piano forestale di questo tipo.

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… i paesi dell’UE coordinano le proprie attività al fi ne

di preservare il ricco patrimonio naturale europeo

La direttiva Habitat e la direttiva Uccelli rappresentano l’iniziativa più ambiziosa e di più vaste proporzioni che sia stata mai intrapresa per salvaguardare le specie e gli habitat a rischio nel loro raggio di

distribuzione in Europa. Le due direttive permettono a tutti i 27 paesi dell’UE di collaborare, nell’ambito di uno stesso solido quadro giuridico,

per raggiungere questo obiettivo comune, al di là dei confi ni politici o amministrativi.

Questa collaborazione è indispensabile, perché le specie selvatiche non conoscono confi ni. Altrimenti, le misure intraprese in un paese potrebbero essere rapidamente vanifi cate dall’inazione di un altro

paese. Ora, però, grazie alla legislazione dell’UE in campo ambientale, ogni Stato membro è tenuto ad attivarsi per proteggere le specie e gli

habitat (elencati nelle due direttive) presenti sul suo territorio.

L’esistenza di un quadro comune entro cui operare permette anche agli Stati membri di condividere informazioni e di collaborare tra loro nell’attuazione di misure di conservazione pratiche al di là dei confi ni

nazionali. Visto l’elevato numero di Stati membri che collaborano tra loro, le loro attività congiunte avranno un impatto di gran lunga

maggiore sulla conservazione del ricco patrimonio naturale europeo.

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Conservare le brughiere del Nord Europa Le brughiere planiziali un tempo coprivano ampie distese dell’Europa nordoccidentale, dove rappresentavano un elemento signifi cativo dell’economia rurale, essendo un’importante fonte di carburante, terreni da pascolo e strame per gli animali domestici. Queste modeste attività off rivano condizioni di vita ideali a un’ampia gamma di piante e animali selvatici, la cui dipendenza da questo habitat per la loro sopravvivenza è andata aumentando nel tempo. Tuttavia, a partire dagli anni cinquanta, queste preziose brughiere sono diminuite anche dell’80-90 %.

Attualmente le brughiere planiziali sono protette dalla direttiva Habitat e molti nuclei restanti fanno parte della rete Natura 2000. La strategia di tutela dell’UE ha spinto inoltre i paesi che ospitano questo straordinario habitat a condividere attivamente informazioni sul suo stato, sulle minacce cui è soggetto e sulle tecniche di gestione più adatte per la sua conservazione e il suo ripristino.

Il progetto HEATH («Brughiera»), fi nanziato nell’ambito del programma Interreg dell’Unione europea, è un tipico esempio di cooperazione transfrontaliera tra Francia, Paesi Bassi e Regno Unito. Il progetto non solo ha contribuito a ripristinare più di 4 000 ettari di tipiche brughiere in questi tre paesi, ma ha anche portato allo sviluppo di un modello di gestione e di un pacchetto di strumenti per la gestione delle brughiere adatti a essere esportati in tutta l’Europa nordoccidentale.

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Torbiera

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Brughiera

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Oca lombardella minore

Ululone dal ventre rosso

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La cooperazione paneuropea in favore dell’oca lombardella minore

L’oca lombardella minore, una specie a rischio in tutto il mondo, si riproduce nella tundra dell’Europa settentrionale per poi presumibilmente migrare ogni inverno verso i climi più caldi dei paesi dell’Europa meridionale. Purtroppo, le conoscenze relative alla sua rotta migratoria sono ancora limitate, il che rende diffi coltosi gli interventi di conservazione.

Alcuni esperti in materia di conservazione dell’ambiente di cinque paesi europei (Finlandia, Norvegia, Estonia, Ungheria e Grecia) hanno avviato un programma di conservazione congiunto per proteggere questa specie, attingendo ai fi nanziamenti del programma LIFE dell’UE. Il progetto ha permesso di acquisire maggiori conoscenze sui movimenti migratori dell’oca lombardella minore, il che a sua volta ha reso possibile l’adozione di misure per migliorare la gestione di alcuni dei più importanti siti usati per la sosta e per lo svernamento nella Grecia settentrionale e in Ungheria.

Collaborazione tra paesi baltici per salvare l’ululone dal ventre rosso

Un tempo l’ululone dal ventre rosso era molto diff uso nel paesaggio agricolo attorno al Mar Baltico, ma l’intensifi cazione dell’agricoltura e il riaccorpamento fondiario hanno comportato di recente un signifi cativo declino di questi esemplari. Oggi questa specie è protetta dalla direttiva Habitat; alcuni esperti di conservazione ambientale di Germania, Danimarca, Svezia e Lettonia stanno collaborando nell’ambito di un progetto LIFE per favorire il ritorno dell’ululone dal ventre rosso nella regione baltica.

Questa collaborazione sta già dando i suoi frutti: nei siti interessati dal progetto, infatti, la popolazione dell’ululone dal ventre rosso è più che raddoppiata. La solida rete scientifi ca che è stata intrecciata nel corso del progetto sta inoltre contribuendo a spianare la strada a nuove iniziative di conservazione nella regione baltica e non solo.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… si punta al mantenimento di pratiche di gestione del suolo

consolidate nel tempo, a benefi cio della natura e delle persone

L’Unione europea è un soggetto unico, costituito da un ricco insieme di nazionalità, culture, lingue e tradizioni, aggregate in un territorio

relativamente piccolo. Questa varietà si rispecchia in maniera spiccata in tutto il nostro paesaggio. Per secoli le persone hanno lavorato la terra in funzione delle condizioni locali. Queste pratiche consolidate dall’uso

hanno a loro volta arricchito notevolmente la biodiversità europea.

Purtroppo, molte di queste attività tradizionali rischiano di andare perdute, via via che agricoltori e altri utilizzatori del terreno sono indotti a intensifi care i metodi di produzione o a convertire i propri terreni ad

altri usi. Chi non può farlo è costretto a volte ad abbandonare la propria terra defi nitivamente e a cercare occupazione altrove. Il problema si sta

acutizzando nelle zone rurali più remote d’Europa.

Poiché molti siti della rete Natura 2000 sono ancora diff usamente gestiti mediante pratiche sostenibili per l’ambiente, sarà importante

garantire che tali attività siano mantenute, a vantaggio sia della natura sia delle comunità rurali che dipendono da tali attività per il

proprio sostentamento. In questo senso la direttiva Habitat contribuisce alla sopravvivenza del nostro ricco patrimonio naturale e della

nostra varietà culturale.

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L’allevamento al servizio della conservazione dell’ambiente in Irlanda Situato lungo la costa occidentale dell’Atlantico, il Burren è uno dei paesaggi più rappresentativi dell’Irlanda e tra i più interessanti esempi di paesaggio carsico glaciale d’Europa. Si estende per 600 km² e ospita un’ampia varietà di habitat ricchi di vita selvatica protetti dalla direttiva Habitat, tra cui tavolati calcarei, terreni erbosi popolati da orchidee e piccoli stagni temporanei chiamati turloughs.

L’agricoltura è stata parte integrante di questo paesaggio per generazioni. Grazie agli eff etti della calda corrente del Golfo e alla latente capacità di ritenzione del calore del calcare, il terreno non gela quasi mai. Di conseguenza, il bestiame può pascolare per tutto l’inverno. Questa pratica a sua volta impedisce all’erba e alla boscaglia di crescere in altezza, permettendo alla ricca vita vegetale così tipica di quest’area di prosperare. Di recente, tuttavia, il delicato equilibrio tra allevamento e natura è stato gravemente compromesso, da quando gli allevatori hanno dovuto esercitare altre professioni per integrare il reddito dell’attività agricola.

Per invertire questa tendenza, con l’aiuto dei fondi del programma LIFE dell’UE è stato predisposto un nuovo progetto agroambientale con l’intento di reintrodurre le pratiche di allevamento favorevoli alla conservazione dell’ambiente nel Burren. In questo modo si punta non solo a ripristinare la ricca biodiversità dell’area, ma anche a valorizzare la sostenibilità delle attività di allevamento locali, tributando il giusto riconoscimento al ruolo vitale svolto dagli allevatori nel conservare questo paesaggio unico, a benefi cio sia della natura sia della popolazione.

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Fienagione

P

Scolopendria comune, tavolato

calcareo del Burren

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Bovini al pascolo su prati costieri,

Estonia

Ovini al pascolo, Slovacchia

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Rivitalizzare le pratiche agricole costiere in Estonia

Le coste baltiche ospitano un particolare tipo di prato costiero che si trova soltanto in questa regione del mondo. Grazie alle secolari pratiche di pascolo e di falciatura, questi prati sono oggi eccezionalmente ricchi di biodiversità. Off rono inoltre un rifugio vitale a centinaia di migliaia di uccelli migratori. Tuttavia, dopo il collasso del sistema agricolo collettivo dell’era sovietica, numerosi agricoltori sono stati costretti ad abbandonare le proprie terre.

Successivamente all’inclusione di questi siti nella rete Natura 2000 è stato introdotto un nuovo regime agroambientale a sostegno degli agricoltori e allevatori intenzionati a gestire i propri terreni con metodi compatibili con la vita selvatica, come in passato. Il nuovo regime ha riscosso enorme successo: attualmente sono più di 500 gli allevatori che vi hanno aderito.

Sostegno ai prati alpini in Slovacchia

Situata nel cuore dei Carpazi, la regione della Piccola Fatra, in Slovacchia, deve la sua ricca biodiversità alle tradizionali pratiche di gestione dei prati e dei pascoli alpini. La pastorizia è stata introdotta nel XV secolo e da allora è parte integrante della vita rurale della popolazione. L’agricoltura moderna non è ancora approdata in queste montagne isolate e la maggior parte delle aziende agricole è a conduzione familiare.

In riconoscimento del valore sociale, culturale e naturale di questi prati e pascoli alpini, che oggi fanno parte della rete Natura 2000, è stato introdotto un nuovo regime agroalimentare per off rire ulteriore sostegno agli agricoltori e allevatori, affi nché possano continuare a gestire i propri terreni in modo da conservare la biodiversità e sostenere l’economia locale.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… sta diminuendo il numero di specie a rischio di estinzione

La direttiva Habitat e la direttiva Uccelli non si limitano a fermare l’estinzione delle specie. Il loro obiettivo è ripristinare in tutta l’UE uno stato di conservazione soddisfacente per le specie rare e minacciate,

in modo da garantire loro un futuro duraturo.

Si tratta di una sfi da importante, che richiede l’attuazione di interventi di conservazione sia nei siti Natura 2000 sia nelle zone rurali in generale. Oltre a imporre agli Stati membri l’obbligo di proteggere e gestire siti che sono inseriti nella rete Natura 2000, le due direttive stabiliscono

anche un rigoroso regime di tutela per le specie che si trovano al di fuori delle aree protette, per garantire che non siano inutilmente avversate

o eccessivamente sfruttate.

L’eff etto di queste effi caci misure paneuropee è già sotto gli occhi di tutti. Dopo decenni di ininterrotto declino, grazie alla legislazione

dell’UE in materia ambientale numerose specie rare e minacciate sono fi nalmente in via di recupero.

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Membro della famiglia dei

Cerambicidi (Longicorni)

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Madreperla di fi ume

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Camoscio d’Abruzzo

Vipera ursinii rakosiensis,

sottospecie di Vipera dell’Orsini

La madreperla di fi umeLa madreperla di fi ume è uno degli invertebrati più longevi. Alcuni esemplari possono vivere fi no a cent’anni. Un tempo era oggetto di sfruttamento eccessivo per le sue perle preziose; oggi invece le principali minacce cui è sottoposta sono la perdita e il degrado del suo habitat e l’inquinamento delle acque. Se il suo stato di conservazione è relativamente soddisfacente nell’Europa settentrionale e occidentale, nell’Europa centrale la popolazione di questo mollusco è diminuita del 95 %.

La direttiva Habitat vieta la raccolta delle perle e la maggior parte dei fi umi e dei torrenti impetuosi dove si pratica questa attività è oggigiorno tutelata tra i siti della rete Natura 2000. In varie parti d’Europa è stata inoltre lanciata una serie di progetti di ripristino degli habitat, sostenuti dal fondo LIFE dell’UE, per contribuire alla reintroduzione di uno stato di conservazione più soddisfacente.

Uno di questi progetti è in corso di realizzazione nell’area di confi ne tra Baviera, Sassonia (Germania) e Repubblica ceca. I fi umi in questa regione ospitano alcune delle più importanti popolazioni di madreperla rimaste nell’Europa centrale, ma anche qui i loro habitat sono pesantemente deteriorati. Il progetto LIFE ha lanciato una serie di misure per contribuire a rimettere in sesto questi fi umi. Sembra che questi sforzi abbiano dato buoni frutti: nei fi umi si possono infatti trovare ormai da dieci anni alcuni giovani esemplari. Negli ultimi trent’anni la popolazione ha ricominciato a crescere per la prima volta.

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Il camoscio d’Abruzzo

Un tempo il camoscio d’Abruzzo vagava libero tra le cime degli Appennini, nell’Italia centrale. Negli anni, tuttavia, una caccia incontrollata e la perdita di habitat hanno portato questa popolazione endemica sull’orlo dell’estinzione. Nel momento più cruciale erano rimasti in libertà soltanto 20 esemplari.

Le autorità ambientali hanno pertanto deciso di proteggere gli habitat potenziali ed esistenti in Abruzzo nell’ambito della rete Natura 2000 e, con la partecipazione del programma LIFE dell’UE, hanno avviato un importante programma di recupero della specie. Il programma è stato affi ancato da un’estesa campagna d’informazione e da controlli più rigidi nei confronti delle pratiche di caccia e delle attività turistiche. Dall’inizio del programma la popolazione ha superato la quota di 1 000 esemplari, il traguardo più importante mai raggiunto nell’arco di oltre un secolo.

La vipera dell’Orsini

La vipera dell’Orsini denominata Vipera ursinii rakosiensis è uno dei rettili a maggior rischio di estinzione in Europa. Gli studi condotti indicano che la sua popolazione mondiale totale (che non supera 500 individui) è ormai confi nata a tre siti isolati in Ungheria e Romania. Tutti e tre i siti sono attualmente protetti dalla rete Natura 2000.

Per aiutare la specie ad espandere il suo areale di distribuzione sono stati avviati in Ungheria e Romania, con l’aiuto del programma LIFE dell’UE, importanti progetti di conservazione. Dopo una serie di interventi di ripristino dei suoi habitat naturali, in queste regioni sono stati reintrodotti esemplari allevati in cattività per raff orzare la popolazione selvatica. Già nel breve lasso di tempo in cui si è intervenuti si è potuto osservare che la popolazione totale è cresciuta in maniera costante, il che è di buon auspicio per la sua sopravvivenza futura.

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L’aquila imperiale iberica L’aquila imperiale iberica era tra le specie avicole maggiormente a rischio di estinzione nell’UE; negli ultimi 15 anni, tuttavia, grazie a una serie di rigide misure di protezione attuate a norma della direttiva Uccelli e all’inserimento dei suoi principali siti di riproduzione nella rete Natura 2000, unitamente al sostegno strategico del fondo LIFE dell’UE, la sua popolazione si è sestuplicata. Dalle 50 coppie produttive rimaste nel 1995 si è passati alle attuali 300 coppie nella penisola iberica.

Dal 1992 il programma LIFE fi nanzia un programma d’azione in tre fasi per la conservazione dell’aquila imperiale iberica, mentre una serie di progetti distinti ma collegati è stata realizzata simultaneamente nelle comunità di Castiglia e León, Castiglia-La Mancha, Estremadura, Andalusia e a Madrid. In totale, LIFE ha investito più di 10 milioni di euro nella conservazione di questa specie.

Poiché molti degli habitat più preservati usati da questa specie si trovano su appezzamenti di proprietà privata, il progetto ha puntato molto a coinvolgere i singoli proprietari terrieri nelle iniziative di tutela. A tal fi ne sono stati messi a punto piani di gestione, che sono stati successivamente realizzati su svariati terreni privati. Grazie alla stretta collaborazione con i proprietari di tali appezzamenti, le attività di conservazione proseguono attualmente su loro iniziativa.

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Aquila imperiale iberica

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Euphydryas aurinia

Orso bruno, Romania

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Salvare le farfalle della Danimarca

La Euphydryas aurinia è una farfalla che un tempo era molto diff usa in Danimarca, ma che al giorno d’oggi si trova soltanto in una manciata di aree in tutto il paese. Dopo aver designato le ultime sei aree di distribuzione di questa farfalla tra i siti protetti della rete Natura 2000, con il sostegno dei fondi del programma LIFE dell’UE sono state attuate urgenti misure di conservazione per impedire l’estinzione della specie.

È ancora presto ma gli studi condotti sembrano suggerire che le attività di ripristino degli habitat stanno cominciando a portare vantaggi: la popolazione totale si è stabilizzata e il numero di crisalidi è raddoppiato dall’inizio del progetto. Sono state inoltre scoperte quattro nuove sottopopolazioni. Il futuro della specie, tuttavia, non è ancora sicuro: saranno necessari ulteriori interventi di conservazione per consentire alla specie di espandere il proprio areale di distribuzione e per renderla meno vulnerabile a eventi inattesi, come siccità o inondazioni.

Gli orsi della Romania

La Romania ospita circa la metà dell’intera popolazione di orso bruno dell’Unione europea. Il paese vanta ancora ampie distese di foreste naturali, non coltivate, soprattutto sui monti Carpazi, dove questi mammiferi possono vivere in relativa sicurezza, lontano dagli insediamenti umani. Anche qui, tuttavia, si è registrato un costante declino della popolazione degli orsi in seguito a operazioni illegali di disboscamento, alla caccia selvaggia e a sviluppi avventati.

Dopo l’adesione della Romania all’UE, tali attività devono essere severamente regolamentate, in linea con le disposizioni della direttiva Habitat. Anche le principali zone di riproduzione e ibernazione dell’orso bruno devono essere tutelate in tutto il paese. La Romania ha designato più di 60 siti ai fi ni dell’inserimento nella rete Natura 2000, per garantire alla specie un futuro sicuro.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… è stata arrestata la distruzione su vasta scala di habitat

particolarmente ricchi di fauna

Vent’anni fa gli habitat naturali stavano scomparendo dal paesaggio europeo a un ritmo allarmante. A metà degli anni ottanta, l’Europa aveva già perso la metà delle sue zone paludose e quasi tre quarti delle dune sabbiose e delle brughiere, a causa di utilizzi del suolo in concorrenza tra loro, sviluppi infrastrutturali, inquinamento ed

espansione urbana incontrollata.

La direttiva Habitat è riuscita a frenare questa costante tendenza alla distruzione su vasta scala. Si tratta di uno dei primi documenti legislativi in materia ambientale a riconoscere l’importanza della

tutela dei tipi di habitat naturali e seminaturali a titolo individuale: non perché rappresentano un rifugio vitale per la vita selvatica ma perché forniscono alla società numerosi e preziosi servizi ecosistemici come

acqua pulita, api impollinatrici, prevenzione delle inondazioni ecc.

Nel complesso sono circa 230 i tipi di habitat rari e minacciati protetti dalla direttiva Habitat, che rifl ettono i paesaggi ricchi e diversifi cati

d’Europa. Dalle torbiere di copertura sature d’acqua dei paesi del Nord Europa alla macchia ricoperta di fi ori della zona mediterranea, dalle

scogliere costiere battute dal vento della fascia occidentale alle vaste pianure erbose e asciutte dell’Europa orientale: il patrimonio di habitat

nell’UE è davvero straordinario.

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Ripristinare il Danubio in Austria Il Danubio è il fi ume più lungo dell’Unione europea. Dalle sue modeste origini nel cuore della Foresta Nera, si snoda attraverso ben dieci paesi prima di raggiungere le sponde del Mar Nero. È considerata una delle 200 regioni ecologiche più preziose del mondo, che off re rifugio a una gamma particolarmente ricca di habitat e specie rare, tra cui molte specie endemiche come il salmone del Danubio o la farfalla Colias myrmidone.

Il Danubio è molto importante anche per la navigazione, la pesca, le attività ricreative e il settore industriale. In Austria l’80 % circa del corso del fi ume è controllato in un modo o nell’altro. Rimangono tuttavia alcune importanti sacche naturali ed è per questo che più della metà del tratto di fi ume di 350 km che scorre in questo paese è stato inserito nella rete Natura 2000.

Dopo aver sperimentato con successo varie tecniche di recupero del fi ume, il governo austriaco ha avviato un progetto per un valore di 14 milioni di euro per migliorare lo stato di conservazione di questi preziosi habitat e specie protette lungo tutto il tratto austriaco del Danubio. Questo approccio strategico è una buona notizia per il tratto che attraversa l’Austria e dovrebbe anche essere di stimolo per gli altri paesi bagnati dal fi ume a lanciare iniziative analoghe nelle rispettive aree di pertinenza.

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Prato fi orito

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Testuggine palustre europea

sul Danubio

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Penisola dei Curoni, Lituania

Recupero delle foreste,

Söderasen

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Proteggere le dune sabbiose della penisola dei Curoni, in Lituania

La penisola dei Curoni è una fascia di terra lunga e stretta che si estende per oltre 50 km lungo la costa meridionale della Lituania, separando la terraferma dal mare. La penisola ospita alcune delle più estese e complesse dune dinamiche d’Europa. Tuttavia, come molte altre dune in Europa, questi straordinari habitat sono stati danneggiati da attività umane quali il rimboschimento, la costruzione di strade e il turismo.

Buona parte della penisola e della laguna costiera circostante è stata inserita nella rete Natura 2000 e sono state avviate attività per riportare l’antico splendore in alcune zone degli habitat danneggiati. Inoltre, sono in corso misure per ridurre l’impatto delle attività turistiche, allontanando il fl usso turistico dalle zone più sensibili.

Recuperare le foreste decidue ricche di specie in Svezia

Söderåsen ospita uno dei più estesi tratti continui di foreste decidue dell’Europa settentrionale. Al giorno d’oggi estensioni così vaste di foreste decidue dinamiche e naturali sono rare e diradate e, in generale, quelle ancora rimaste versano in uno stato di degrado. Tuttavia, tali foreste continuano a essere tra gli habitat più ricchi di specie della Scandinavia meridionale, grazie alla presenza di numerosissime piante antiche e di legno in decomposizione.

Nemmeno a Söderåsen le foreste naturali vivono più in condizioni ottimali. Sono pertanto iniziate attività, inizialmente con il contributo del programma LIFE, per eliminare le coltivazioni esotiche e altre piante indesiderate allo scopo di consentire alla foresta originale di rigenerarsi ed eventualmente espandersi.

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Riportare la vita nei prati paludosi dei Paesi Bassi La zona paludosa di Ilperveld può trovarsi anche a soli sei chilometri dalla stazione centrale di Amsterdam, ma una volta giunti al suo interno si ha la netta impressione di essere tornati indietro nel tempo: la zona è un’ininterrotta distesa di piatti acquitrini, intercalati da miriadi di fossi e canali. Di tanto in tanto lo sguardo incontra un contadino che trasporta in barca le mucche al pascolo o uno stormo di uccelli che attraversa il cielo, nient’altro. Oltre a questo, solo pace e tranquillità.

Tuttavia, non sempre è stato così. In passato l’area era utilizzata per la fi enagione e il pascolo. Nel tempo tuttavia l’agricoltura è andata scemando e i prati sono stati invasi dal giunco comune. Negli anni ottanta il sito veniva usato come discarica municipale e le migliaia di uccelli che in precedenza occupavano la zona erano ormai scomparsi.

Da allora il sito è protetto dalla rete Natura 2000: sono state intraprese numerose attività di recupero per eliminare il giunco comune e ripristinare i prati acquitrinosi e i fossi circostanti. Sono state inoltre reintrodotte le attività di allevamento e pascolo, per mantenere i prati umidi in buone condizioni, a benefi cio delle rare comunità di uccelli che da allora sono tornati. Oggi l’area è molto apprezzata dai birdwatcher, dagli amanti della natura e dalle scolaresche.

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Zone acquitrinose,

Paesi Bassi

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Torbiere alte, Polonia

Praterie di Posidonia,

Mar Mediterraneo

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Recuperare le torbiere alte in Polonia

Un tempo le torbiere alte erano una caratteristica della regione del Mar Baltico in Polonia, ma nei secoli ampie distese di territorio sono state drenate a scopo agricolo e coltivate per lo sfruttamento della torba. Si calcola che nella regione siano rimaste soltanto un’ottantina di torbiere, che sono tutelate dalla rete Natura 2000 in riconoscimento del loro elevato valore in termini di conservazione della natura.

Poco dopo l’adesione della Polonia all’UE e con l’aiuto dei fondi LIFE è stato lanciato un importante progetto di recupero in 23 siti, per ripristinare l’idrologia naturale e rimuovere le piante invasive. Il progetto ha portato allo sviluppo di un piano d’azione nazionale per le torbiere alte in Polonia, che dovrebbe aprire la strada a ulteriori interventi di recupero in favore di questi habitat preziosi e ancora estremamente vulnerabili.

Liberare i fondali di Posidonia dalle specie aliene in Francia

I fondali di Posidonia, che prende il nome da Poseidone, il dio del mare, sono un rifugio vitale per tutti i tipi di vita marina, dalle creature microscopiche fi no alle testuggini e ai delfi ni. Purtroppo, numerosi siti sono già stati distrutti dalle attività umane e per questo motivo sono ora protetti dalla direttiva Habitat.

La minaccia più recente è rappresentata da un’alga aliena invasiva denominata Caulerpa taxifolia, fuoriuscita da un acquario, che sta ora infestando le praterie di Posidonia. In Francia, gli scienziati stanno cercando di eradicare questa specie dai siti marini della rete Natura 2000. Facendo tesoro dell’esperienza maturata hanno anche preparato una guida per l’individuazione e l’eradicazione dell’alga, per aiutare altri paesi a fermare la diff usione di questa specie nel Mediterraneo prima che si propaghi in maniera incontrollata.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… Natura 2000 off re nuove opportunità ricreative e turistiche

Sono molte le ragioni che spingono le persone a cercare il contatto con la natura. Molti desiderano rilassarsi nella pace e nella tranquillità

di un paesaggio spettacolare, alcuni desiderano esplorare nuove zone, altri ancora sono più interessati a praticare attività all’aria aperta come il nuoto, l’escursionismo, il ciclismo, la pesca o la

caccia. Indipendentemente dalle singole motivazioni, Natura 2000 off re a ciascuno un’opportunità straordinaria per scoprire e godere

del ricco patrimonio naturale europeo.

La rete Natura 2000, salvaguardando molti dei siti migliori dal punto di vista della conservazione della natura e della biodiversità, spesso

attira a sé molti visitatori, il che a sua volta favorisce la diversifi cazione dell’economia locale e stimola l’affl usso degli investimenti.

Si calcola che la rete Natura 2000 ospiti ogni anno da 1,2 fi no a 2,2 miliardi di giornate di visite, con vantaggi ricreativi calcolati

in 5-9 miliardi di euro all’anno.

Queste attività ricreative sono compatibili con le disposizioni della direttiva Habitat, purché non compromettano gli habitat

e le specie presenti nei siti protetti. Il segreto spesso è da ricercare in una pianifi cazione attenta, nell’organizzazione di campagne

di sensibilizzazione e nell’applicazione di sani principi di valorizzazione, per garantire che le attività svolte non distruggano il patrimonio

stesso da cui dipendono.

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La rete Natura 2000 sostiene il turismo rurale in LettoniaCon le sue incantevoli spiagge sabbiose, le lussureggianti foreste naturali, le vaste torbiere alte e i fi umi che si snodano liberi attraverso il territorio, la Lettonia ha molto da off rire agli appassionati del turismo naturalistico. È anche il posto ideale per osservare centinaia di piante, uccelli, mammiferi e altre specie estremamente rare, se non estinte, in altre regioni dell’Unione europea.

L’Associazione lettone per il turismo rurale ha cercato di sfruttare questa preziosa risorsa naturale off rendo agli amanti della natura escursioni e gite personalizzate in alcuni dei più aff ascinanti siti Natura 2000 del paese. Tutti gli itinerari sono collaudati preventivamente dal personale dell’associazione, che si avvale tra l’altro dei suggerimenti degli ambientalisti locali, per avere la certezza di off rire ai visitatori le migliori esperienze possibili in un’ottica di sostenibilità ambientale.

Queste iniziative incoraggiano inoltre i visitatori a usufruire delle opportunità di soggiorno rurale in prossimità dei siti, contribuendo in tal modo a raff orzare l’economia locale. Poiché molti degli operatori del turismo rurale sono anche agricoltori e silvicoltori nonché proprietari di terreni inseriti nella rete Natura 2000, la possibilità di utilizzare la rete stessa per attirare visitatori e diversifi care il reddito contribuisce anche a garantire il sostegno, la comprensione e l’accettazione di questa importante iniziativa da parte di tali operatori.

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Ecoturismo

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Scarpetta di Venere

(Cypripedium calceolus)

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Pellicano riccio, lago Prespa,

Grecia

La caccia all’interno della rete

Natura 2000

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Il lago Prespa in Grecia: un’attrazione per gli amanti della natura

Situato in una remota regione dei Balcani, il lago Prespa designa due laghi d’acqua dolce che si estendono sui territori di Grecia, Albania ed ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Questi laghi dalle acque cristalline, completamente circondati da montagne elevate, sono straordinariamente ricchi di vita selvatica e danno rifugio a numerose specie rare ed endemiche, come il pellicano riccio, che è presente qui con la più numerosa colonia di riproduzione al mondo per questa specie.

Ancora poco accessibili, i laghi stanno rapidamente attirando gli amanti della natura, grazie alla loro reputazione internazionale di paradiso della biodiversità. Qui però non ci sono grandi alberghi: il turismo è alimentato da piccole aziende a conduzione familiare e aziende agricole che contribuiscono a sostenere l’economia locale. Queste aziende hanno anche lanciato un proprio marchio («prodotti del lago Prespa») per ampliare il raggio di vendita dei propri prodotti al di là dei contatti occasionali con i turisti.

La caccia all’interno della rete Natura 2000: un’attività a fi n di bene nel Limosino francese

Situati nel cuore del Limosino, in Francia, i laghi di Murat e Moustiers sono rinomati per la popolosa comunità di uccelli. Sono anche uno dei principali siti per la caccia della selvaggina di penna. La Federazione dei cacciatori dell’Alta Vienne ha garantito il proprio appoggio all’inserimento del sito nella rete Natura 2000 e da allora partecipa attivamente alla buona gestione di questo preziosissimo bene.

La Federazione si è avvalsa delle sue profonde conoscenze dell’area per redigere un piano di gestione dei siti Natura 2000 in collaborazione con altre parti interessate a livello locale e attualmente si occupa dell’applicazione del piano nell’ambito di un contratto Natura 2000 stipulato con il governo francese. Tra le altre cose, è responsabile degli interventi di manutenzione periodici attorno ai laghi, dell’osservazione delle popolazioni di uccelli e dell’allontanamento dalla zona di specie aliene invasive come la nutria.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… gli interventi urbanistici futuri devono salvaguardare l’integrità

dei siti Natura 2000

Nuovi sviluppi in seno alla rete Natura 2000 non sono esclusi sistematicamente, ma devono essere realizzati in modo da rispettare

l’integrità del sito oltre che delle specie e degli habitat in esso presenti. A tal fi ne, la direttiva Habitat ha introdotto un meccanismo

specifi co di approvazione di piani e progetti nei siti Natura 2000 e nelle immediate vicinanze.

A tal fi ne ogni eventuale nuovo sviluppo che potrebbe avere un impatto negativo signifi cativo su un sito Natura 2000 è sottoposto a una

valutazione dell’impatto per comprenderne la potenziale incidenza sulle specie e sugli habitat protetti dall’UE in esso presenti. Se dalla

valutazione emerge che l’impatto ha buone probabilità di essere notevole, il progetto deve essere respinto e devono essere esaminate eventuali alternative, a meno che non sia possibile introdurre misure di

mitigazione in grado di fugare tali minacce.

In casi eccezionali e in assenza di alternative, la direttiva non esclude che nei siti Natura 2000 siano realizzate anche attività dannose per il sito, se giustifi cato da motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

Devono tuttavia essere adottate misure di compensazione per garantire che la coerenza generale della rete Natura 2000 non sia compromessa.

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Individuare tracciati alternativi per la Via Baltica Il corridoio paneuropeo di trasporto noto come «Via Baltica» collegherà Helsinki a Varsavia attraverso Estonia, Lettonia e Lituania. Uno dei tratti della superstrada, la tangenziale della città di Augustów, avrebbe dovuto attraversare le foreste primigenie e le zone umide incontaminate di un sito Natura 2000. Nel 2006 un gruppo di ONG polacche si è rivolto alla Commissione lamentando che la valutazione dell’impatto per questo progetto non era conforme, a sua detta, con i requisiti della legislazione dell’Unione europea in materia ambientale.

La Commissione, condividendo i timori delle ONG polacche, ha avviato un procedimento penale nei confronti della Polonia. Ha chiesto inoltre alla Corte di giustizia dell’Unione europea di emettere un’ingiunzione per interrompere i lavori di costruzione della tangenziale fi no a quando non fosse individuata una soluzione soddisfacente e non fossero correttamente rispettate le disposizioni della direttiva Habitat.

Il governo polacco ha successivamente ordinato una nuova valutazione d’impatto per il progetto. Inoltre, ha esaminato tracciati alternativi per evitare di attraversare il sito Natura 2000. Poiché la nuova valutazione concludeva che gli impatti del progetto sarebbero stati signifi cativi, è stato selezionato uno dei tracciati alternativi. Alla fi ne, è stato possibile progettare l’autostrada senza danneggiare alcun sito Natura 2000. La direttiva Habitat si è rivelata effi cace nel garantire che le infrastrutture necessarie possano essere realizzate senza ledere il patrimonio naturale.

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Autostrada del Brennero,

Austria

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Picchi rossi mezzani nella

foresta, Polonia

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Parco eolico

Parco nazionale di Šumava,

Repubblica ceca

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Il parco eolico di Beinn an Tuirc, Scozia

All’indomani della scoperta di una coppia di aquile reali nel sito destinato alla creazione di un parco eolico in Scozia, la costruzione del parco non è stata interrotta, ma è stato studiato un sistema per ridurre al minimo gli eff etti del progetto. Grazie ai risultati di un’approfondita valutazione dell’impatto ambientale è stato possibile individuare un metodo per conciliare le esigenze delle aquile senza ridurre la redditività del parco eolico.

I siti individuati per la collocazione delle turbine sono stati spostati dal fulcro del territorio delle aquile ed è stato creato per i due esemplari un habitat alternativo, lontano dalle turbine, che ha comportato l’abbattimento di 5 km² di piantagioni di conifere non indigene. I nuovi habitat off rivano inoltre alle aquile nuovi siti di terreni di caccia. Nel 2008 sono nati in questo sito due pulcini di aquila imperiale.

Pianifi cazione strategica del territorio nella Repubblica ceca

La direttiva Habitat prevede che siano condotte valutazioni dell’impatto per piani e progetti che potrebbero avere eff etti negativi su un sito Natura 2000. Lo svolgimento di una valutazione a questo livello strategico rappresenta uno dei modi più effi caci per evitare impatti sulla rete Natura 2000 nella fase iniziale del processo di pianifi cazione.

Nella Repubblica ceca una municipalità locale nel cuore del paese è riuscita ad adeguare il proprio piano urbanistico locale per evitare interferenze con i siti Natura 2000 grazie a una valutazione d’impatto realizzata ai sensi della direttiva Habitat. La valutazione ha puntato i rifl ettori su un progetto che avrebbe danneggiato un sito Natura 2000. È stato quindi individuato un nuovo sito per la realizzazione del progetto. Il risultato è stato che nessuno dei progetti previsti dal piano urbanistico richiederà nuove valutazioni, con un risparmio in termini di tempo e denaro.

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Grazie alla direttiva Habitat…

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… negli ultimi vent’anni sono aumentati i fi nanziamenti a favore della conservazione naturale nell’UE

Gli obiettivi della direttiva Habitat non possono essere raggiunti soltanto mediante misure di protezione legislative. Sono anche necessarie

importanti risorse fi nanziarie per contribuire a gestire e recuperare i siti all’interno della rete Natura 2000. Essendo un’iniziativa che interessa

l’Unione europea, la rete Natura 2000 è fondata sul principio della solidarietà e della responsabilità condivisa tra Stati membri e Unione europea. In quest’ottica, l’Unione europea ha garantito la disponibilità di considerevoli fondi per gli Stati membri per fi nanziare la rete Natura 2000 attraverso vari strumenti politici dell’UE come il programma di

sviluppo rurale e i fondi di sviluppo regionale.

Lo strumento fi nanziario LIFE dell’UE, in particolare, è stato fondamentale per promuovere la realizzazione della rete. Adottato

contemporaneamente alla direttiva Habitat, ha contribuito con oltre 1,2 miliardi di euro alla gestione e al recupero di più di

duemila siti Natura 2000 nell’UE, come dimostrano numerosi esempi riportati in questo opuscolo.

Se è vero che le spese per una gestione effi cace della rete Natura 2000 sono ingenti, altrettanto certo è che questo sistema continua a essere

una soluzione vantaggiosa alla luce dei benefi ci che se ne possono trarre. Al di là del suo valore intrinseco, infatti, Natura 2000 off re

numerosi e preziosi servizi ecosistemici e benefi ci socioeconomici, il cui valore monetario stimato supera di gran lunga gli investimenti iniziali.

Investendo nella rete Natura 2000, investiamo anche nel nostro futuro.

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Recupero di un fi ume in Svezia

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La lontra comune è ancora

diff usa nella regione di Goričko

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Scogliere scoscese, Malta

Metodo di falciatura tradizionale,

Lussemburgo

Un modello sostenibile di gestione del territorio per Goričko, Slovenia I siti di Natura 2000 di Őrseg, Goričko e Mura formano un paesaggio ecologico senza soluzione di continuità, caratterizzato da un elevato valore dal punto di vista della biodiversità che si estende per oltre 420 km² lungo il confi ne tra Ungheria e Slovenia. Vista la necessità di adottare un metodo di gestione comune, è stato varato un progetto per gestire i siti Natura 2000 e per defi nire un modello sostenibile di gestione del territorio per l’intera area, fondato sulle potenzialità naturali, economiche e sociali della regione.

Per raggiungere questo obiettivo il progetto, che è fi nanziato in parte dal Fondo europeo di sviluppo regionale, sta realizzando una serie di attività: mappatura degli habitat e delle specie protetti dell’UE e acquisto dei macchinari per contribuire a recuperare i prati in stato di degrado (alcuni dei quali saranno anche acquistati tramite il progetto).

Saranno stabiliti criteri per un’agricoltura ecocompatibile, in consultazione con gli agricoltori locali, e saranno sviluppati nuovi prodotti turistici e agricoli, accompagnati da un marchio territoriale che contribuirà a promuovere la produzione locale. Infi ne, sarà predisposta una gamma di materiali informativi e di opuscoli turistici per promuovere un’immagine della regione come destinazione naturalistica di elevato profi lo qualitativo.

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Il progetto LIFE dell’UE in favore della berta minore a Malta

Il progetto LIFE dell’UE per la berta minore è uno dei progetti di conservazione più importanti mai realizzati a Malta. Il progetto, che si concentra sulla più popolosa colonia di esemplari a Rdum tal-Madonna, ha migliorato nettamente le condizioni di nidifi cazione e il tasso di involo delle 400-600 coppie riproduttrici.

Sono state adottate misure anche in mare aperto. Utilizzando nuovi metodi di inseguimento, sono stati individuati e proposti a fi ni di tutela importanti siti per le specie. È stato coinvolto anche l’esercito per contribuire a ridurre la caccia illegale, mentre i pescatori sono stati incoraggiati a utilizzare metodi di pesca alternativi per evitare che gli uccelli rimangano accidentalmente intrappolati nelle loro reti. Grazie a questo progetto LIFE, il futuro della berta minore appare oggi molto più roseo.

Collaborazione tra autorità locali in Lussemburgo

Un progetto LIFE di 3 milioni di euro è stato lanciato di recente in Lussemburgo per contribuire a proteggere e recuperare dieci siti Natura 2000. Il progetto prevede una serie di misure di conservazione classiche, dagli interventi di recupero degli habitat all’acquisto di terreni, dal dialogo con le parti interessate alle campagne informative.

Una caratteristica specifi ca del progetto tuttavia è che esso favorisce la nascita di un nutrito partenariato tra autorità locali in grado di eseguire tali misure. Le autorità locali, anziché accontentarsi di essere contattate per una consultazione, hanno preso l’iniziativa per garantire la corretta gestione dei loro siti Natura 2000, in collaborazione con le comunità locali. In questo modo si hanno maggiori garanzie che i siti Natura 2000 diventino parte integrante degli interessi e delle politiche locali.

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Crediti fotografi ciPagina 29, dall’alto: LIFE00 NAT/EE/007093; ShutterstockPagina 30: Lubomir HlasekPagina 32: Willem Kolvoort/naturepl.comPagina 33, dall’alto: Gino Damiani; LIFE07_NAT_H_000322Pagina 34: Juan Carlos Munoz/naturepl.comPagina 35, dall’alto: Jim Asher; Inaki Relanzon/naturepl.comPagina 36: Peter CreedPagina 38: Wild Wonders of Europe/Smit/naturepl.comPagina 39, dall’alto: Shutterstock; LIFE02 NAT/S/008483Pagina 40: Paul van Gaalen/KINAPagina 41, dall’alto: Pawel Powlaczyk; J. Hamelin/UNEPPagina 42: LIFE02 NAT/GR/008494Pagina 44: Niall Benvie/naturepl.comPagina 45, dall’alto: LIFE02 NAT/GR/008494; Yves Lecocq/FACEPagina 47: ShutterstockPagina 48: Grzegorz Lesniewski/naturepl.comPagina 49, dall’alto: Shutterstock; ShutterstockPagina 50: LIFE08 NAT/S/000266Pagina 52: David Tipling/Naturepl.comPagina 53, dall’alto: Flickr; LIFE07 NAT/L/000542

Copertina: ShutterstockPagina 5: Commissione europeaPagina 6: J. HlasekPagina 8: Shutterstock; Rollin Verlinde/www.vildaphoto.net; ShutterstockPagina 10: ShutterstockPagina 12: Sue Daly/naturepl.comPagina 13, dall’alto: Wild Wonders of Europe/Zupanc/naturepl.com; Wild Wonders of Europe/Lilja/naturepl.comPagina 14: Jose B. Ruiz/naturepl.comPagina 16: Jose B. Ruiz/naturepl.comPagina 17, dall’alto: LIFE08 NAT/BG/000281; LIFE04 NAT/P/000213Pagina 18: Pierre Zeni/Still PicturesPagina 20: ShutterstockPagina 21, dall’alto: Shutterstock; F. van BauwelPagina 22: Zdanek PatzeltPagina 24: Guy Edwardes/naturepl.comPagina 25, dall’alto: Markus Varesvuo/naturepl.com; LIFE04 NAT/DE/000028Pagina 26: Nick Upton/naturepl.comPagina 28: Adrian Davies/naturepl.com

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Commissione europea

La direttiva Habitat — Vent’anni di protezione della biodiversità in Europa

Lussemburgo: Uffi cio delle pubblicazioni dell’Unione europea

2012 — 56 pagg. — 24 x 24 cm

ISBN 978-92-79-23760-7

doi:10.2779/21298

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Page 56: La direttiva Habitat - European Commissionsoddisfacente per tutte le specie e gli habitat protetti nell’UE. Per il momento, infatti, soltanto il 17 % delle specie e degli habitat

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