La Direttiva del Ritorno - eurosportello venetoregia Pubblicitaria e contatti: [email protected]...

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La Direttiva del Ritorno Forum Italia - Perú La Rotta Moche P ANORAM IC A A L Edizione Italiana - I - 2009 latinoamericana Sessione EUROLAT Dossier: Indaco: prodotto di El Salvador

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  • La Direttiva del Ritorno

    Forum Italia - Perú

    La Rotta Moche

    PanoramicAAL Edizione Italiana - I - 2009

    latinoamericana

    Sessione EuRoLat

    Dossier:

    Indaco: prodotto di El Salvador

  • Editoriale

    Edizione Italiana — N° I - 2009

    Sommario

    PANORAMICA Latinoamericana est membre d’Union des Editeurs de la Presse Périodique

    Direttore: Isabel Recavarren Malpartida - [email protected]: Luz GarciaComitato di redazione: CEFIAL – SEDIF rappresentante in Perù: Lucy Parionarappresentante argentina e Cile: Luis Fernando Morales Barriaimpostazione grafica: Luisa Viganò & CEFIALHanno collaborato in questo numero: [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected], [email protected], regia Pubblicitaria e contatti: [email protected]: Intergrafica Verona s.r.l. Traduzioni: servizi Cefial registrazione al Tribunale di milano n. 351 del 9 maggio 2005PaNoramiCa Latinoamericana si distribuisce gratuitamente on-linescrivendo a: [email protected]

    Gli articoli pubblicati su PanAL PANORAMICA latinoamericana è sotto la responsa-bilità degli autori e non impegnano in alcun modo la redazione.

    Editoriale

    DaLL’iTaLiaDiego Vecchiato

    EULaCDichiarazione di Lima

    aTTUaLiTa’L’italia e la BiDil futuro dell’Europa passa anche dall’aLil SEGiB, america Latina e l’Unione Europea

    SESióN EUroLaTLas relaciones UE-aL: análisis y perspectivas,La Directiva del retornoEvolución de la política migratoriaEl seguimiento de la V Cumbre aLCUE

    DoSSiEr iTaLia - PErúForo italia - Perúrapporti economici italia - PerúLa promozione della cooperazione integraleLa partecipazione del settore imprenditorialeLa strategia italiana verso l’america Latinaopportunità d’investimenti nel Perú: 09 –10il panorama della relazione commerciale ed’investimento tra l’italia e il Perù L’aPEC e la Partnership Pubblico-Privato PErú e l’aPECin Perú 15 megaprogetti per allontanare la crisiinvestire nell’oro e nello sviluppo del PerúL’importanza della cultura nel disegno che perdura nel tempoLa partecipazione bancaria nello sviluppo delsettore

    ProDoTTi Di EL SaLVaDorindacoCommercializzazione del prodotto

    iTaLia – amEriCa LaTiNaHiV

    iX Foro Di BiarriTZil 9° Foro di BiarritzEl estado de salud de américa Latina ¿Qué cosa sucede en Bolivia? ¿Los retos futuros de américa Latina y quépuede hacer la Unión Europea?

    TUriSmo CULTUraLE La rotta moche

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    Con il patrocinio di:Ministero Affari Esteri Peruviano

    Rappresentanza a Milano della Commissione EuropeaMinistero dello Sviluppo Economico d’Italia

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    Questo numero è stato fatto due volte. Dopo il V Ver-tice tutto era pronto per una rivista trionfalista, ricca di buone notizie risultate della proficua riunione di Lima. Quando improvvisamente l’America Latina è scossa da un terremoto dato dall’approvazione della “Direttiva del ritorno”. Gli animi si esasperano, dal paese che ha ospitato il Vertice, il Perù, fino a trasfor-marsi in un malessere regionale di cui si è discusso anche nella sede dell’OEA. Cercate di capire: una regione che non è leader in esportazioni, con uno storico debito estero, che spera negli investimenti stranieri, con problemi sociali non indifferenti. Le rimesse sia provengano da emigrati legali o meno, rappresentano solo ingressi benèfici. Credo che sarebbe stato meglio che i Rappresentanti europei avessero informato durante il Vertice di Lima ai Rappresentanti latinoamericani la loro posizione riguardo agli immigranti, e circa la Direttiva che stava per giungere e cosi discuterla. Sicuramente si avrebbe avuto una po-sizione comune solidificando le relazioni biregionali basate sulla tra-sparenza. Si dice ovunque che la Direttiva non è direttamente per i latinoamericani, ma sicuramente questo avvenimento ha fatto maturare questa regione circa le proprio mancanze attuando una revisione delle sue relazioni internazionali. Se desideriamo solidificare l’asse occiden-tale, la trasparenza è d’obbligo.Abbiamo dovuto aspettare che si chiarisse un po’ il panorama e siamo qui per comunicarvi informazioni costruttive, come dice Rodrigo de Rato, “il mondo ha bisogno di buone notizie”. Personalmente sono molto sorpresa dalla funzione degli economisti. Normalmente noi giuristi ci basiamo su situazioni certe e da li parte la nostra analisi. L’economista invece si caratterizza per analizzare l’attua-lità ed essere futurista, presentano più scenari futuri. In questo caso, cosa vi è successo con la crisi?Nel mezzo di questa, l’America latina ne risentirà ma speriamo possa approfittare di questo momento per colmare il gran vuoto che avverte: formativo. In questo senso, alla buonora si realizza il Forum Italia Perù, al quale dedichiamo un interessante dossier. È inutile dirvi che siete tutti invitati a partecipare e a venire a Lima. Il Perù vi accoglierà, come sempre, in modo eccellente, assaggerete la sua tradizione culinaria, conoscerete i suoi prodotti e guarderete l’ocea-no Pacifico da Lima. Si sa, sono innamorata del mio paese!Bene, vi auguro buona lettura e agli amici italiani: esercitatevi con lo spagnolo! Cordialmente, Isabel Recavarren Malpartida

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    L a Regione del Veneto ha sempre consi-derato la cooperazione decentrata una componente fondamentale delle sue rela-zioni internazionali e sin dal 1992 ha costi-tuito, con la legge regionale 16 aprile 1992, n. 18, un “Fondo regionale per interventi di solidarietà” in altri Paesi, destinato a fronteggiare situazioni straordi-narie di denutrizione, di carenza igienico-sanitaria, di disagio sociale, di distruzione del patrimonio ambien-tale e artistico.Successivamente, nel 1999 è stata approvata la legge regionale 16 dicembre 1999, n. 55.

    Tale legge afferma che la Regione del Veneto riconosce la pace e lo sviluppo quali diritti fondamentali della persona e dei po-poli, in coerenza con i principi della Costituzione italiana e del diritto internazionale. Per queste finalità la Regione promuove i diritti umani, la cultura di pace e la cooperazione allo sviluppo, mediante iniziative culturali e di informazione, di ricerca, di edu-cazione, di cooperazione decentrata e di aiuto umanitario. In par-ticolare, nei Paesi in via di sviluppo, contribuisce al mantenimento dell’identità culturale, al soddisfacimento dei bisogni primari favo-rendo l’autosufficienza alimentare, la conservazione dell’equilibrio ecologico e del patrimonio ambientale, l’innalzamento delle con-dizioni igienico-sanitarie, l’avanzamento del livello di istruzione ed il miglioramento della condizione femminile e dell’infanzia, la promozione delle pari opportunità tra uomo e donna nel rispetto delle differenze etniche e culturali. Il Capo Terzo di tale legge è interamente dedicato alla cooperazio-ne decentrata allo sviluppo e alla solidarietà internazionale. Innan-zi tutto la legge opera una distinzione fra cooperazione decentrata, che mira ad una crescita economica e sociale del Paese benefi-ciario che possa durare nel tempo e continuare anche dopo la fine dell’aiuto, e solidarietà internazionale, intendendo come tale l’aiuto umanitario a favore di popolazioni colpite da gravi calamità naturali o da altre situazioni straordinarie di crisi, come conflitti armati. Questo tipo di interventi ha una durata necessariamente limitata nel tempo, in quanto il suo scopo è quello di rispondere con immediatezza a situazioni di emergenza.

    Secondo quanto stabilisce la legge regionale n. 55/1999, i progetti di cooperazione decentrata finanziati dalla Regione si devono ispi-rare ai principi di centralità dello sviluppo umano sostenibile, e devono cercare di integrare, nei Paesi internazionalmente ricono-sciuti in via di sviluppo, la crescita economica e sociale, con azioni che si prefiggono obiettivi strutturali, distintamente dall’aiuto uma-nitario. Le attività che possono essere finanziate vanno dall’ela-borazione di studi, alla progettazione, fornitura e costruzione di impianti, infrastrutture, attrezzature e servizi; alla realizzazione di

    progetti di sviluppo integrati, con iniziative anche di carattere finanziario; alla formazione professio-nale; allo sviluppo di una rete di servizi igienico-sanitari capaci di tutelare la salute; ad interventi per migliorare la condizione femminile e dell’infanzia. Vi rientrano anche i programmi di educazione ai temi dello sviluppo, e le iniziative volte all’intensi-ficazione degli scambi culturali tra l’Italia e i Paesi in via di sviluppo, con particolare riguardo a quelli tra i giovani.

    Le iniziative di cooperazione decentrata si rivolgo-no prioritariamente alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo e considerano come soggetti destinatari attivi gli enti territoriali, gli organismi, le comunità comunque organizzate e le istituzioni locali direttamente coinvolti nella formulazione, gestione e realizzazione dei progetti stessi.

    La programmazione degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo e di solidarietà internazionale viene realizzata con un programma triennale approvato dal Consiglio Regionale del Veneto, sulla base degli indirizzi espressi dal Comitato per la cooperazione allo sviluppo, organo consultivo formato da rap-presentanti delle Università, degli Enti Locali, delle Associazioni imprenditoriali e sindacali, delle Organizzazioni non governative, delle Associazioni di volontariato, della Consulta regionale dell’im-migrazione.

    Il programma triennale definisce gli obiettivi e le priorità da per-seguire nell’arco del triennio, i criteri di selezione delle iniziative di cooperazione decentrata allo sviluppo, i criteri e le modalità di concessione dei contributi regionali.

    Sulla base del programma triennale la Giunta regionale, sentito il Comitato per la Cooperazione allo sviluppo, predispone ed ap-prova il piano annuale di attuazione, che determina gli obiettivi e le priorità annuali e individua i progetti di cooperazione decen-trata allo sviluppo da realizzare direttamente dalla Regione o, se promossi da altri soggetti, mediante la concessione di contributi, determinandone l’ammontare. La Regione del Veneto, ha sviluppato negli anni un modello con-solidato per le proprie attività di cooperazione decentrata, secon-do il quale la Regione coordina e mette in rete gli attori della cooperazione, realizzando e sostenendo iniziative che hanno un forte radicamento nel territorio veneto. La sua azione si è inol-tre caratterizzata per il fatto di considerare i destinatari dell’aiuto come veri e propri partner, con cui instaurare relazioni operative e durature di scambio reciproco e di sviluppo concreto.Il programma triennale 2007-2009 degli interventi di cooperazione decentrata allo sviluppo ha previsto fra i suoi obiettivi quello di migliorare l’integrazione tra la politica regionale di cooperazione

    di Diego Vecchiato

    IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE DEL VENETO PER LO

    SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’AMERICA LATINA

    PanAL Dall’Italia

    “Interventi regionali per la promozione dei diritti umani, la cul-tura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà”

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    allo sviluppo e le varie attività di relazioni internazionali dell’ente, con particolare riferimento ai rapporti con i Paesi in Via di svi-luppo. Stabilisce inoltre che la progettazione, la selezione e l’im-plementazione delle iniziative di cooperazione dovranno essere realizzate in partenariato con i destinatari degli interventi nei Paesi in via di sviluppo, in modo da rispondere alle loro reali esigenze, garantire la sostenibilità delle iniziative, dare vita a partnership durature tra enti ed istituzioni del Veneto e dei Paesi beneficiari. Le singole azioni di cooperazione dovranno perseguire gli obiettivi generali di:• promozione di uno sviluppo umano e sostenibile, con azioni idonee ad attivare le risorse e le energie locali per la realizza zione di processi di auto-sviluppo, nel rispetto delle peculiarità economiche, sociali e culturali dei Paesi beneficiari;• salvaguardia delle risorse naturali e tutela del patrimonio am bientale, con particolare riferimento al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare e all’accesso all’acqua, ad attività agricole e di pesca ecologicamente sostenibili;• rafforzamento delle istituzioni democratiche e delle ammi ni strazioni locali, anche nell’ottica di consolidarne le capacità progettuali e di gestione dei programmi di sviluppo del proprio territorio, in modo che ne sia garantita la sostenibilità;• partecipazione attiva e protagonismo dei migranti nelle iniziati ve di co-sviluppo.Il programma triennale ha inoltre individuato nell’America Latina una delle aree geografiche prioritarie, andando così incontro alle richieste provenienti dal territorio veneto, che mantiene legami saldi e duraturi con le comunità di origine veneta che si trovano presenti in molti Paesi di quel continente.Su quasi 700 progetti finanziati dalla Regione del Veneto nell’am-bito di applicazione della legge regionale n. 55/1999 a partire dal 2001, più di 150 sono stati realizzati in America Latina, con una prevalenza per i Paesi del Cono Sud, essendo stati realizzati solo 8 progetti in America Centrale (in particolare in Guatemala, Nicara-gua ed El Salvador). L’Argentina, con 16 progetti, ma soprattutto il Brasile, con 97 progetti, sono stati gli Stati che hanno visto il mag-gior numero di interventi finanziati, seguiti dal Paraguay con 8, dal Perù con 7, dalla Colombia con 6, dall’Uruguay con 5, dalla Bolivia con 4, dal Cile con 3, dalla Colombia con 2 e dal Venezuela con 1. Si tratta prevalentemente di progetti di cooperazione allo sviluppo, con solo due iniziative di aiuto umanitario.

    La maggior parte dei progetti realizzati in America latina rientra nella tipologia delle iniziative dirette, realizzate direttamente dalla Regione in partenariato con altri enti ed organismi pubblici e pri-vati regionali, e non delle iniziative a contributo, ossia promosse e realizzate da enti locali, istituzioni pubbliche e private, univer-sità, associazioni di volontariato, con il contributo della Regione, a seguito della pubblicazione di un bando. La motivazione della maggiore attenzione data alle iniziative dirette nel continente la-tinoamericano, in particolare in Paesi quali Brasile e Argentina, risiede nella natura del partenariato pubblico/privato che carat-terizza le iniziative dirette regionali che, nel caso si configuri un partenariato Regione/Comune o Regione/Provincia, evidenzia una maggiore attenzione alle tematiche della valorizzazione dei legami storici-culturali con Paesi nei quali è significativa la presenza di cittadini di origine veneta o, nel caso di partenariato Regione/Ca-mera di Commercio pone l’attenzione alle tematiche dello sviluppo della Piccola e Media Impresa o dell’accesso al credito, tematiche fortemente sentite nell’America Latina.In effetti, se si guarda ai settori di intervento dei progetti realizzati dalla Regione del Veneto nell’area negli ultimi otto anni, emerge chiaramente la prevalenza di interventi di formazione professiona-le e per la costituzione ed il rafforzamento di piccole e medie im-prese, con una particolare attenzione per l’imprenditoria femminile ed il microcredito, al fine di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, anche attraverso la promozione e diversificazione di attività agricole e artigianali. I numerosi progetti che riguardano invece l’ambito sociale si rivolgono prevalentemente ai giovani, con azioni di contrasto al disagio giovanile attraverso interventi di inserimento sociale e lavorativo.

    Infine, un settore di intervento significativo, preso in considera-zione dai progetti realizzati in America Latina - in particolare in Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay - è quello degli scambi culturali, in cui le comunità di origine veneta presenti nei Paesi menzionati riscoprono e rinsaldano i legami con i territori di pro-venienza.

    Da quanto sinteticamente descritto emerge quindi il forte impegno della Regione del Veneto per lo sviluppo sostenibile dell’America Latina. Un impegno certamente destinato a crescere, con collabo-razioni sempre più strette ed azioni sempre più estese ed integrate.

    Nota: Le opinioni e le valutazioni espresse dall’autore sono personali e non riflettono le posizioni istituzionali della Regione del Veneto

    Centro de Formación e Información de América Latina

    Centro di Formazione e Informazione dell’America Latina

    Il CEFIAL, Centro di Formazione e Informazione dell’America latina è un’associazione italo-peruviana senza fini di lucro che opera a Milano e Lima dal 2000.L’obiettivo è avvicinare le due aree tramite la conoscenza reciproca. Fomenta la cooperazione economica, il commercio e promuove gli investimenti internazionali verso l’America Latina cosi come promuove le eccellenze produttive italiane e il suo savoir faire.

    Siete invitati a visitarci ed a richiederci la nostra Rivista gratuita “Panoramica Latinoamericana”.

    Lima - Perù Milano -Italia Tel/fax.+51 1 3490295 Tel/fax. +39 02 39661761

    Cell: +51 1 992216822 Cell. +39 3397095478 www.cefial.org

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  • 1. La Dichiarazione di Lima enfatizza la priorità politica per ultimare i nego-ziati degli Accordi di Associazione dell’UE col la CAN e l’America Centrale; che si riannodino con MERCOSUR. Così, nel volgere di poco tempo, e grazie agli sforzi dispiegati nei vertici ALC-UE, tutta l’America Latina ed i Caraibi avranno accordi firmati con l’Unione Europea come l’hanno già Messico, Cile, e molto presto CARIFORUM.

    2. La Dichiarazione di Lima fissa una visione che cerca: i) di promuovere il benessere delle popolazioni con società più inclusive ed integrate; ii) di approfondire l’integrazione regionale; ed iii) di costruire un sistema multila-terale più efficiente e democratico.

    3. Ratifica l’impegno a migliorare la qualità di vita delle popolazioni attra-verso; i) politiche sociali effettive; ii), crescita economica con impatto distri-butivo; iii) partecipazione sociale per rinforzare l’istituzionalità.

    4. Segnala che le politiche sociali dovranno condurre a: sradicare la denutrizione e prevenire la malnutrizione infantile; universalizzare l’attenzione verso la madre gestante e il lattante; sradicare l’analfabetismo; universalizzare l’educazione prescolastica e migliorare la qualità e la copertura dell’educazio-ne di base, secondaria e superiore; universalizzare l’accesso ai servizi di acqua potabile e sanitari; incrementare i tassi di occupazione e migliorare le condizioni di vita dei gruppi più vulnerabili. 5. Stabilisce che deve generarsi una crescita economica stabile e sostenuta, con un impatto redistributivo, preservando le politiche macroeconomi-che ordinate ed un clima sicuro per l’investimento, promuovendo politiche a beneficio della piena formalizzazione dell’economia con incentivi per le piccole e medie imprese (Pymes), promuovendo miglioramenti nella produttività e nella competitività, sviluppando politiche del lavoro e dell’occu-pazione più efficaci, incrementando la formazione professionale, con speciale attenzione ai giovani e spingendo il consolidamento dell’integrazione commerciale tra le nostre regioni, per un accesso ampliato e più effettivo ai rispettivi mercati. 6. Assegna particolare importanza alla situazione dell’emigrante. Propone, sulla base del rispetto ai suoi diritti umani ed il principio di responsabilità condivisa, lo sviluppo di un approccio che comprenda il suo importante contributo per le società che lo ricevono, e che intensifichi la cooperazione per prevenire e combattere il traffico illecito di emigranti, la tratta delle persone, la xenofobia ed e il razzismo. 7. Lo sviluppo sostenibile è una condizione per l’ alleviamento della po-vertà. Perciò la Dichiarazione di Lima sottolinea l’importanza di integrare lo sviluppo economico e sociale con la protezione ambientale, assumendo l’impegno di sostenere la cooperazione bi-regionale per mitigare il cambia-mento climatico e l’adattamento a questi effetti, come per la conservazione e l’ uso sostenibile della biodiversità, delle risorse naturali e dell’energia.

    8. Segnala che la cooperazione bi-regionale, tramite la formazione, la coo-perazione scientifica e tecnologica, e la promozione di flussi di investimen-to e risorse finanziarie, deve essere diretta ad iniziative per prevenire o ridurre le emissioni di gas a effetto serra; promuovere una crescita economica meno intensiva in carbonio; incrementare la partecipazione in meccanismi di mercati di carbonio, ambito nel quale si negoziano e scambiano diritti di emissione di gas effetto serra e/o i certificati di riduzione di emissioni tra governi, imprese private, organismi internazionali, broker, banche ed individui; spingere la responsabilità ambientale delle imprese; e migliorare il livello di conoscenza, preparazione ad attenzione ai disastri naturali

    9. Propone azioni di cooperazione energetica bi-regionali, relative alle fonti di energia pulita e non i rinnovabili, e si proporsi il lavoro congiunto nella forma di coscienza sull’impatto ambientale di sistemi non sostenibili di consumo di energia; accesso ed uso di fonti innovatrici di energia rinnovabile, scambio di esperienze in biocombustibili e promozione di iniziative orientate ad aumentare l’accesso ad energia meno intensiva in carbonio.

    10. Sottolinea l’importanza della cooperazione nella preservazione e gestione sostenibile della biodiversità, boschi, risorse marine ed acqua, lotta contro la desertificazione e la gestione adeguata dei prodotti chimici.

    11. Si sono stabiliti meccanismi di monitoraggio settoriali per i temi della “Povertà, Disuguaglianza ed Inclusione”, così come dello Sviluppo sostenibile, Ecosistema, Scambio Climatico ed energia”, con l’ incarico specifico di informare i successivi vertici sugli avanzamenti e i risultati nel compimento della Dichiarazione di Lima.

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    LA DICHIARAZIONE DI LIMA

    PanAL Eulac

  • Eulac PanAL 7

    Allo stesso tempo, siamo impegnati a: • Iniziare l’implementazione dell’Alleanza Globale recentemen-te intrapresa contro il Cambiamento Climatico dell’UE, orientata ai Paesi Meno Sviluppati (PMD) ed ai Piccoli Stati Insulari in Sviluppo (PEID), a beneficio dei paesi del CARIFORUM;

    • Assicurare che tutte questi iniziative si appoggino tra loro e prendano in considerazione la necessità di una transizione energetica, così come la complementarietà delle diverse fonti di energia

    53. Abbiamo deciso di considerare la creazione di una Fondazione ALC concepita come un stimolo per deliberare su strategie comuni ed azioni orientate al rinvigorimento della nostra associazione bi-regionale, così come ad aumentare la sua visibilità. Con questo obiettivo, si stabilirà un Gruppo di Lavoro bi-regionale aper-to, per preparare i possibili termini di riferimento di detta Fondazione. Una relazione sarà presentata alla Riunione di Alti Funzionari, per essere

    considerata nella prima riunione del 2009.

    54. Accogliamo con particolare interesse la Relazione delle co-presiden-ze sulle riunioni ed attività che ebbero luogo tra i Vertici di Vienna e di Lima su temi che fanno parte dell’Agenda bi-regionale e ringraziamo i governi e le istituzioni regionali per le loro iniziative per il monitoraggio dei nostri impegni. 55. Esprimiamo la nostra soddisfazione per la rapida messa in funzione dell’Assemblea Parlamentare Euro-Latinoamericana. Prendiamo nota del-le Risoluzioni che ha adottato ed invitiamo le istituzioni e i meccanismi di integrazione in America Latina ed Europa a collaborare strettamente con detta Assemblea. 56. Accettiamo con piacere l’invito della Spagna per essere sede del VI vertice ALC-UE nel 2010.

    57. Esprimiamo la nostra profonda gratitudine al Governo e al popolo del Perù per la sua ospitalità e l’ appoggio che hanno assicurato di con-cludere con successo il Vertice di Lima.

    CASAD’EUROPA DI MILANO

    PERCHE’ E’ NATA

    La Casa d’Europa di Milano è stata fondata nel 1993, appunto a Mila-no, continuando la tradizione delle altre Case d’Europa d’Italia, che sono 18, e confluiscono nella F.I.C.E (Federazione Italiana delle Case d’Europa) e seguendo inoltre la tradizione delle altre Case d’Europa in Europa, che sono ben 72.È stata dedicata all’Avv. Antonio Pinto, che fu tra i fondatori ed il primo a presiederla.Secondo lo statuto, gli scoppi di questa Associazione sono quelli di promuovere la conoscenza dell’Europa, soprattutto attraverso la formazione culturale delle giovani generazioni nelle scuole di ogni grado.Inoltre, le Case d’Europa, ed in particolare quella di Milano, svol-gono una intensa attività culturale per far conoscere l’Europa ed i suoi problemi, specie in questo momento di crescita, sia per l’allargamento, nel 2004, ad altri 10 Stati (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta e Cipro) e nel 2007 alla Romania ed alla Bulgaria.Sedi prestigiose hanno visto svolgersi convegni sulla Convenzione

    e sulla Costituzione Europea, sull’Euro e sul Mediatore Europeo, sull’allargamento dell’Europa e sul possibile ingresso di Israele e della Turchia nell’Unione Europea.Si è guardato, e si continuerà a guardare, con attenzione ai rapporti con l’Islam moderato.Si sono organizzate cene etniche dedicate ai vari Paesi d’Europa, vecchi e nuovi, con la folta presenza di consoli e addetti culturali di ognuno di questi Paesi.Si sono intrecciate relazioni proficue con gli uffici di Milano della Commissione e del Parlamento europeo.È stata gradita ospite a varie riunioni la Dott. Maria Grazia Cavenaghi-Smith, appunto rappresentante a Milano del Parlamento Europeo.Premio per questi rapporti sono gli inviti ufficiali alle manifestazioni organizzate dalle rappresentanze europee.La Casa d’Europa di Milano, con il suo presidente Avv. Isetta PINTO ed il segretario Avv. Mario DOZZO, è stata invitata varie volte per conferenze sulla Costituzione Europea dall’UNUCI, dai ROTARY e dai LIONS. Con questi ultimi si è intrapresa una fattiva collabora-zione con l’inserimento nei programmi dell’U.T.E. (Università della Terza Età Lions) di un corso sulla Costituzione Europea giunto, per il 2008/2009, al quinto anno.L’Europa ha subito due brutti colpi: i referendum con cui Francia ed Olanda hanno respinto la Costituzione Europea e quello con cui l’Irlanda non ha approvato il Trattato di Lisbona del 2007.Cosa potrà succedere ora?Bisognerà proseguire nel cammino iniziato dal padri fondatori subito dopo la seconda guerra mondiale e non arrendersi davanti a questi che possiamo considerare incidenti di percorso nella storia umana.

    CASA D’EUROPA DI MILANO“Antonio Pinto”

    Via Durini, 14 - 20122 Milano Tel. 02 7600 2857 - Fax 02 7601 4289www.casadeuropa.org

  • L ’Italia è uno dei 15 paesi europei che partecipano alla Banca In-teramericana di Sviluppo (BID) dal 1976. Con la recente approvazione dell’ammissione della Repubblica Popola-re Cinese al BID, l’istituzione conterà su un totale di 48 paesi membri, dei quali 26 sono paesi mutuatari in America Latina e nei Caraibi (ALC). Il BID è la principale fonte di finanziamen-to multilaterale per lo sviluppo economico, sociale ed istituzionale dell’ALC. Nel 2007, il BID ha approvato prestiti e garanzie per 9 miliardi di dollari, mentre la Corporación Interamericana de Inversiones (CII) che appoggia le piccole e medie imprese, ha approvato 470 milioni di dollari in finan-ziamenti, la maggiore cifra della sua storia. Allo stesso tempo, il Fondo Multilateral de Inversiones (FOMIN), che è la principale fonte di assistenza tecnica per il settore privato e la microimpresa nella regione, ha approvato 133 progetti, per un totale di 135 milioni, dei quali 100 milioni non rimborsabili. L’Italia appartiene a queste tre entità del Gruppo BID. Nel 2007, il BID ha concluso negoziati per alleviare il debito a cinque dei paesi mu-tuatari con minore reddito. La Banca ha approvato il condono del 100% del debito di Bolivia, Guyana, Haiti, Honduras e Ni-caragua, costituita da prestiti in scadenza alla fine del 2004; cioè, un totale di 3,4 mi-liardi, più 1 miliardo a titolo di pagamenti futuri di interessi, misura che dà a questi paesi un’opportunità storica per ri-orienta-re risorse verso programmi sociali. Il Governatore per l’Italia è il Ministro di Economia e Finanze, Giulio Tremonti. L’Italia è rappresentata nel Directorio Eje-cutivo dalla direttrice Francesca Manno. Lo Stato italiano ha stabilito fondi fiduciari che sono utilizzati per donazioni non rim-borsabili nella Regione.

    L’Italia ha contribuito ai seguenti fondi (per un totale di 44.1 milioni di dollari.) * Fondo Italiano para Firmas Consultoras e Instituciones Especializadas * Fondo Fiduciario Italiano para Consulto-res.* Fondo Fiduciario Italiano para la Prepa-ración de Proyectos del FOMIN

    * Fondo Fiduciario Italiano para el Desar-rollo de la Microempresa * Fondo Italiano para la Tecnología de la Información y Comunicación * Fondo Italiano para el Patrimonio Cultu-ral y el Desarrollo Sostenible Alcuni esempi di operazioni di coopera-zione tecnica recentemente finanziate da questi fondi includono: * Un progetto di ecoturismo familiare so-stenibile nella Repubblica Dominicana, che contribuisce al miglioramento della qualità della vita e dei redditi delle micro e piccole imprese rurali ubicate nel bacino del Rio Jamao; * Un progetto per elaborare strategie di appoggio alle piccole e medie imprese (PYMES), affinché possano reagire alle do-mande di responsabilità sociale delle im-prese (RSI) nella Regione; * Un’operazione di sviluppo economico con approccio territoriale nella Zona Sud-occidentale di El Salvador che cerca di mi-gliorare le basi imprenditoriali e tecnologi-che in attività economiche considerate di alta potenzialità; * Un progetto per rinforzare la collabora-zione pubblico-privato in modo da aumen-tare la competitività territoriale in Brasile; * Un’operazione per appoggiare la creazio-ne di una “carta intelligente” per le acquisi-zioni governative in Panama. Si è stabilito anche un fondo fiduciario italiano nella CII. Creato nel 1992, fu il primo fondo stabilito nella CII. Tra i progetti in corso sono da ricordare il Programa Italiano para el Desarrollo de la Pequeña y Mediana Empresa, ed un pro-getto in Paraguay per valutare il terreno, le opere civili ed il miglioramento dell’impre-sa agroindustriale Tecnomyl. D’altra parte, il Governo dell’Italia, attraverso il proprio Fondo fiduciario speciale per lo sviluppo sostenibile di piccole e medie imprese in Argentina, sta finanziando un meccanismo di 75 milioni di euro per concedere prestiti a lungo termine a Pymes Argentina. L’Italia è stata una fonte importante di beni e servizi per l’esecuzione dei progetti del BID, con un importo cumulato (fino al 2007) di 2.062,8 milioni di dollari in ac-quisizioni per prestiti di investimento; e

    1.137,8 milioni di dollari per prestiti per riforme di politiche. La Banca ha sviluppato una guida per il settore privato su come partecipare a li-citazioni del BID, disponibile all’indiriz-zo internet:http://www.iadb.org/exr/brg/ Esiste anche un portale su opportunità per acquis iz ioni di beni e serviz i , ht tp://condc05.iadb.org/idbppi/

    Nell’ultima Assemblea Annuale, realizzata ad aprile del 2008 a Miami, è stato annun-ciato un programma di donazioni, Inno-vación para el Desarrollo Inclusivo, col proposito di migliorare la qualità di vita dei poveri ed esclusi in America Latina e Caraibi. La División de Ciencia y Tecno-logía BID concederà fino a sei donazioni tra 30.000 e 100.000 dollari per questa ini-ziativa, co-sponsorizzata da parte del Fon-do Fiduciario Italiano per le Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni. I progetti saranno valutati da parte del un panel di esperti di alto livello, presieduto da Luigi Paganetto, presidente dell’ENEA, Ente per nuove tecnologie, energia ed ambiente. Il programma finanzierà pro-getti pilota che sostengano l’innovazione in prodotti, processi e servizi per creare tanto soluzioni basate in piattaforme tec-nologiche, così come in piattaforme non tecnologiche, ma anche volti a migliorare le condizioni di vita della vasta maggioran-za dei poveri nella regione.

    Inoltre è stato firmato un Memorandum of Understanding (MoU) con la Città di Mi-lano che cerca, tra altri obiettivi, di portare avanti attività in collaborazione per prepa-rare l’Expo 2015 dedicato a agricoltura e alimentazione. Il MoU prevede anche l’or-ganizzazione di una Conferenza sul rap-porto tra Italia ed America Latina e Caraibi che si terrà nel 2009. Si sta considerando anche di sostenere progetti per lo scambio di esperienze sullo sviluppo urbano; bor-se elettroniche agricole; canalizzazione di rimesse verso progetti di sviluppo; e crea-tività e design nell’industria tessile. Speriamo che questo rapporto fruttifero tra l’Italia e il BID continui ad approfondirsi in futuro, con lo scambio di esperienze e l’uso di tecnologie e conoscenze italiane.

    8 PanAL Attualità

    ITALIA E LA BANCA INTERAMERICANA DI SVILUPPO - BID

    di Carlos Jarque

  • L a cooperazione internazionale tra Europa ed America La-tina nasce come una conseguenza naturale di forti legami storici, culturali ed economici.Il fatto che l’Unione Europea sia primo investitore in America La-tina e secondo partner commerciale dopo gli USA, rende l’idea degli interessi e della crescente interdipendenza tra i due con-tinenti. Dal 1990 al 2006 l’interscambio è più che raddoppiato e le importazioni dell’UE sono cresciute da 26.7 miliardi di euro a quasi 71 miliardi, mentre le esportazioni sono passate da 17 mi-liardi di euro a oltre 62 miliardi. Questo trend positivo è oggi in ulteriore aumento.Attualmente, malgrado la crisi economica, molti paesi dell’America Latina continuano a dimostrare un forte dinamismo con tassi di crescita molto elevati. Il che rende quest’area economica partico-larmente strategica per un’Europa che si sta arenando nelle secche di una forte recessione.Storicamente le relazioni tra UE e America Latina si basano su una serie di accordi bilaterali di cooperazione e partenariato firmati tra la fine degli anni 80 e la metà dei 90. La cooperazione regionale inizia nel 1969 con la creazione della Comunità Andina (Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù) seguita nel 1991 dalla creazione, si-glata dal Trattato di Asunción, del Mercosur (Brasile, Argentina, Venezuela, Uruguay e Paraguay).

    Il primo summit tra UE e paesi dell’America Latina avviene a Rio de Janeiro nel 1999. Fino ad allora il dialogo politico è avvenuto con il Gruppo di Rio, forum di consultazione politica creato nel 1986 dai paesi dell’America Latina che si riunisce ogni due anni a livello Ministeriale con rappresentanti UE. L’ultimo incontro è avvenuto nell’Aprile 2007 a Santo Domingo ed ha riguardato te-matiche energetiche e ambientali. Proprio riguardo l’energia è da sottolineare la creazione, nel 2007, del Dialogo sulle Politiche Energetiche tra Commissione Europea e Brasile, che si è riunito per la prima volta il 20 novembre 2008. Ai meetings Ministeriali tra UE e Gruppo di Rio si alterna, ogni due anni, il Summit dei Capi di Stato Europa-America Latina e Caraibi. L’ultimo vertice è stato quello, importantissimo, di Lima il 17 Mag-gio 2008 durante il quale è stato sottolineato, ancora una volta, l’importanza del dialogo politico tra le due regioni come strumen-to fondamentale per incrementare la reciproca comprensione e la cooperazione per la lotta alla povertà, alla disuguaglianza e alla fame a livello globale e regionale. Il vertice ha rilanciato politche di cooperazione per il sostegno dello sviluppo sociale ed econo-mico, la promozione dei diritti umani e la lotta contro ogni forma di discriminazione; ed ancora, la prevenzione dei cambiamenti

    climatici e l’uso di fonti di energia rinnovabili e sostenibili.Attualmente lo strumento finanziario per la cooperazione con l’America Latina è il Programma Quadro 2007-2013 che stanzia circa 3 miliardi di euro da investire per lo sviluppo di questa area promuovendo coesione sociale, PMI, ambiente, lotta alle droghe, controllo dei flussi migratori, “good governance” e relazioni con la società civile; politiche che sono definite nella “Comunicazione su un più intenso partenariato tra l’UE e America Latina” del 2005.Nello stesso periodo la Banca Europea per gli Investimenti ha messo a disposizione 2.8 miliardi di euro. Su un piano più strettamente economico e commerciale la coo-perazione regionale con i paesi Mercosur (letteralmente Mercato Comune del Sud) è sicuramente la più rilevante, con oltre 126.3 miliardi di euro di investimenti europei nel 2006.

    Nel 2000 UE e Mercosur hanno aperto i negoziati per un accordo di associazione che prevede dialogo politico, cooperazione eco-nomica e creazione di un’area di libero scambio. Sempre attra-verso il Programma Quadro 2007-2013, con riferimento specifico alla Strategia Regionale per il Mercosur, l’UE fornisce 50 milio-ni di euro per supportare progetti su tre tematiche prioritarie: il consolidamento istituzionale di questa area, il supporto nella pre-parazione per l’implementazione dell’Accordo di Associazione, la promozione della partecipazione della società civile nel processo di integrazione di questi Paesi. Mentre le negoziazioni inerenti al dialogo politico e cooperazione economica sono concluse, vi sono ancora seri ostacoli alla positiva conclusione dell’accordo di libero scambio. Il che è sicuramente un peccato considerata l’importanza che quest’area commerciale rappresenta per la UE: il 19% del commercio estero totale del Mer-cosur va in Europa che rappresenta anche il principale mercato di sbocco per prodotti agricoli con 21.27% del totale delle nostre importazioni con un valore di 47.84 miliardi di euro. Allo stesso tempo il Mercosur è l’ottavo partner commerciale Europeo (il 3% del totale delle esportazioni UE, per un valore di 32 miliardi di euro). Queste esportazioni sono costituite principalmente da pro-dotti industriali, macchinari, prodotti chimici e meccaniche per i trasporti.Per quanto riguarda le Comunità Andine, il dialogo politico con l’Europa è iniziato nel 1996 con la Dichiarazione di Roma alla quale è seguito l’Accordo per il Dialogo Politico e per la Coopera-zione del 2003. Il Programma per la Strategia Regionale 2007-2013 conferma l’Unione Europea come il principale contributore con un ammontare di fondi stanziati per questa regione pari a 713 milioni di euro.

    Attualità PanAL 9

    Il futuro dell’europa passa anche dall’amerIca latInadi Carlo Corazza

  • 10 PanAL Attualità

    Il seGIB, amerIca latIna e l’unIone europea

    Incontriamo a chi ha diretto il Banco Interamericano de Desarrollo per molti anni ed oggi dirige la Segrete-ria Generale Ibero-americana (SEGIB). È uno dei maggiori conoscitori dell’America Latina.

    Come nasce la SEGIB?

    L’allora premier spagnolo Felipe González, l’allora Presidente del Messico Carlos Salina de Gortari, insieme al Re Juan Car-los, si misero di accordo per promuovere una convocazione annuale dei Capi di Stato e di Governo Ibero-americani. Fu ri-cevuta con molto apprezzamento da parte dei governi. Tra il 1991 e il 2007 sono state organizzate 17 Conferenze. In queste i capi di Governo si riuniscono per sviluppare un rapporto molto stretto ed informale. Si riuniscono anche per accordarsi sulle politiche internazionali e regionali che implicano le opinioni ibero-americane, identificare politiche di cooperazione econo-mica, culturale e sociale. Con una popolazione di 600 milioni di persone che parlano due lingue che hanno tradizioni comuni, valori condivisi, politici, economici, sociali.

    In questi anni sotto la sua direzione che risultati ci sono stati?

    La Segreteria Generale Ibero-americana nasce a Madrid e ho l’onore di essere il Segretario Generale. Fondamentalmente la-voriamo appoggiando il Vertice. Inoltre, tra Vertice e Vertice ci sono 15 riunioni ministeriali che coprono molte aree. Riunia-mo gli imprenditori, i governi locali, la società civile. Abbiamo grandi culture che si esprimono nella letteratura, musica, arte, danza e due vigorose lingue dominanti. Ogni Vertice ha un asse tematico: nel primo, di Salamanca, ci siamo occupati del-la costruzione della Segretaria; nel secondo, in Uruguay, delle migrazioni; nel terzo, in Cile, il tema fu la coesione sociale. Tra i paesi ibero-americani si è sviluppata una cooperazione econo-mica dove la Spagna risalta come secondo investitore un fatto che bisogna mettere in evidenza.

    Come valuta la Direttiva del ritorno?

    Non è stata molto fortunata il modo in cui è stata preparata la risoluzione del Parlamento Europeo e la carenza di informazio-ne e di comunicazione. È arrivata di sorpresa poche settimane dopo il V Vertice EULAC. Bisognerà riflettere per valutare come influenzerà le politiche nazionali. La Spagna sta rivedendo la normativa del Parlamento europeo riguardo alle sue norme in-terne e ha annunciato che, in generale, non avrà effetti sulle politiche dell’immigrazione. Questa errata valutazione è causa-ta da una grande disinformazione, il clima si rischiarerà con il negoziato e il dialogo. Le immigrazioni volontarie fanno parte del diritto delle persone a muoversi nel mondo, è preoccupante invece il fenomeno delle immigrazioni forzate. Perché partono dalla miseria o dell’esclusione politica o della mancanza di op-portunità. I paesi hanno diritto di decidere chi entra e chi non entra - è molto legittimo - ma una volta che le persone sono dentro, sono esseri umani e non possono essere trattati come delinquenti. In questo tema bisogna capire che è importante il diritto all’immigrazione così come lo è il diritto all’integrazione. Io sono immigrante, provengo da una famiglia che emigrò dalla Spagna in Uruguay, quando la corrente era dall’Europa verso il basso, la mia famiglia si avvantaggiò dell’immensa generosità dei paesi dell’America Latina. Il mio paese mi integrò, io non

    diventai uruguaiano, mi fece uruguaiano la scuola, il quartiere, la società uruguaiana è quella che ci ha integrato.

    Che cosa deve evidenziarsi?

    Che gli immigranti non sono delinquenti, ma cercano uno spazio nella vita. Sarebbe ideale l’immigrazione ordinata. Quella disor-dinata provoca lo sfruttamento, molte volte abietto, del povero immigrante. Lo vediamo alla frontiera con gli Stati Uniti. Biso-gna fare attenzione a non confondere il tema dell’immigrazione informale considerando le persone come delinquenti! Ciò non è accettabile dal punto di vista dei diritti umani fondamentali. La Direttiva prevede la possibilità di un contributo economico, tanto per il ritorno volontario come per chi riceve la disposizione di ritorno, per facilitare la sua reintegrazione puntando al suo sviluppo personale.

    Perciò ritengo sia necessario un chiarimento, i piani di ritor-no esistono da sempre. Gli spagnoli che stavano in Germania, quando tornarono in Spagna in seguito al triste dopo-guerra, lo fecero aiutati dal sussidio alla disoccupazione che il governo Te-desco pagava loro, affinché arrivassero al proprio paese con un piccolo capitale. Nel BID, durante la mia presidenza, sono stati creati fondi in Brasile ed in Perù, che avevano l’obiettivo offrire agli immigranti risorse che sommate al capitale che portavano e con i contatti che avevano lasciato nel paese, permetteva loro di creare una piccola impresa. Questi sono meccanismi legittimi. L’Ecuador sta implementato anche una politica di ritorno molto interessante.

    Siamo stati a Lima al V Vertice, c’èra un clima di grande en-tusiasmo. Appena iniziato il Vertice riceviamo la Risoluzione del Parlamento Europeo che non include il MRTA tra i gruppi terroristici e un mese dopo riceviamo la Direttiva di ritorno, che messaggio può dare ai peruviani che ospitarono questo Vertice?

    Che non bisogna disilludersi con questi meccanismi internazio-nali, l’America Latina deve fortificare il suo rapporto con l’Euro-pa, questo è un tema urticante. Non riguarda un rapporto bila-terale tra l’Europa e l’America latina, ma include molte comunità che arrivano all’Unione Europea. Con l’America Latina non ci sono problemi religiosi o culturali, il che rende più facile l’inte-grazione. Con altri gruppi sociali è più complicato. Le difficoltà complicano il problema per tutti gli emigranti. Bisogna man-tenere i rapporti con l’Europa, perché sono molto importanti. Bisogna privilegiare il dialogo, per generare un clima di fiducia reciproca, capire le posizioni degli uni e degli altri, per trova-re un punto comune di accordo. Le migrazioni continueranno. L’UE come gli Stati Uniti hanno bisogno dell’immigrazione, lo esige la demografia. Magari potessimo trattenere la nostra gente creando lavoro per loro, ma sarà così un giorno. Nel frattempo ci saranno correnti migratorie e bisogna ordinarle, programmar-le e, soprattutto, basarle sul rispetto alle persone.

    Possiamo dire che l’America Latina deve imparare a chiedere o a negoziare?

    Imparare a negoziare. Usciamo già dalla tappa del chiedere. Noi siamo tanto importanti per l’Europa come Europa lo è per noi. Noi chiediamo commercio, investimenti, aiuti per svilupparci, ma sulla base dell’interesse reciproco.

    intervista a Enrique Iglesias

  • Sessione Eurolat PanAL 11

    El 9 noviembre 2006 se constituyó la Asamblea Parlamentaria Euro-Latinoamericana en la sede del Parlamento europeo en Bruselas. Su creación fue propuesta en el 2001 por el Eurodiputado Ignacio Salafranca, luego reforzada en Lima en el ámbito de la XVII Conferencia Interparlamentaria de junio 2005, incluida posteriormente en las conclusiones de la Cumbre de Viena 2006. Hemos asistido a la apenas concluida Asamblea Plenaria así como a las respectivas Comisiones. Les ofrecemos la intervención de la Comisaría Benita Ferrero-Waldner así como la del Vicepresidente de la Comisión Europea Jacques Barrot y el debate con la Asamblea Plenaria.

    Intervención de la Comisario Benita Ferrero-Waldner en la Apertura de la Sesión del EUROLAT – Noviembre 2008

    las relacIones ue-al: análIsIs y perspectIvas

    Il commissario Ferrero-Waldner ha sottolineato che l’attività di EUROLAT si è articolata attorno a tre assi: l’integrazione regionale, la cooperazione allo sviluppo ed il dialogo politico. Riguardo al primo la Commissione sta avanzando, anche se con ritmi diversi, nei negoziati con la Comunità Andina e l’America centrale. Riguardo al secondo l’UE è il maggior fornitore di fondi, con circa 2 miliardi di euro l’anno. Il dialogo politico è portato innanzi ai vertici bi-annuali, l’ultimo dei quali si è tenuto a Lima. Sul tema dell’immigrazione ha affermato la convinzione che debba essere gestita nell’interesse di entrambe le aree.

    F irme propulsora de la relación Unión Europea – América Latina, gracias a ella Austria abrió sus puertas a la IV Cum-bre EULAC y ahora como Comisario para las Relaciones Externas de la Unión Europea sigue impulsando las negociaciones con los diferentes procesos de integración. En la sesión del EULAT realizada el 5-6 de noviembre pasado intervino confirmando una vez más su confianza en esta relación birregional y como manife-stara, comprobar que el trabajo de EUROLAT sigue adelante.

    En su intervención la Comisaria Ferrero-Waldner manifestó que la Comisión Europea ha brindado desde el principio su apoyo político inequívoco a la creación y al trabajo de EUROLAT ya que consideran que el diálogo interparlamentario es fundamental para el fortalecimiento de las relaciones entre nuestras regiones. En su breve balance de las relaciones entre la Unión Europea y América Latina hizo presente que estamos a punto de celebrar los primeros diez años de vida de nuestra asociación estratégica, lanzada en Río de Janeiro.Una asociación, que como ella mencionara, se ha articulado en torno a tres ejes principales: la integración regional y las negocia-ciones para alcanzar Acuerdos de Asociación de región a región, la cooperación al desarrollo para reducir la pobreza y mejorar los niveles de educación, y el constante diálogo político. Sin embargo hizo notar, tanto Europa como América Latina han cambiado mu-cho en estos diez años.Desde un punto de vista político, señaló, constatamos que proce-sos electorales muy complejos se han celebrado en condiciones de transparencia y legitimidad democráticas resaltando que desde la UE, el apoyo a la transición y consolidación democrática ha sido una clara prioridad política y la experiencia adquirida a través de las Misiones de Observación electoral de la UE ha sido muy positiva.Recordó que en Ecuador estas acciones han brindado una sólida base para la puesta en práctica de la reforma electoral, así como en El Salvador, anticipó que una Misión será desplegada a prin-cipios del próximo año para observar las elecciones legislativas municipales y presidenciales. Auguró que se pueda seguir un mo-

    delo similar con Bolivia refiriendo haber manifestado su felicita-ción personalmente al Presidente Morales, y a través del mismo su agradecimiento a todos los actores involucrados, por el acuerdo nacional que la Comisario consideró un logro histórico. Continuó señalando que el Presidente Morales ha resaltado el papel clave de la Unión Europea por lo que la Comisión está considerando el despliegue de una Misión de Observación Electoral al referéndum constitucional, si así fuere solicitado por las autoridades bolivia-nas.Desde el punto de vista económico, refirió que en los últimos años América Latina se ha caracterizado por un importante crecimiento económico estimulado por la situación económica internacional, pero también por una gestión sensata de las políticas monetaria y fiscal por parte de los gobiernos de la región. Sin embargo, senalò nadie pone en duda que los efectos de la actual crisis tendrán y tienen ya una repercusión global y que debemos integrar esta nueva realidad en nuestras relaciones. Es por ello que considerò necesario lanzar una reflexión sobre cómo profundizar las relacio-nes biregionales y actualizar la agenda común.Acto seguido paso a presentar a los presentes algunas ideas: Con respecto al primer eje de la asociación, la integración sub-regional latinoamericana, la Comisario Ferrero-Waldner explicó que la UE ha apoyado fielmente los grandes proyectos políticos

    Intervención de Benita Ferrero-Waldner

  • 12 PanAL Sessione Eurolat

    integradores originados en Latinoamérica así como refirió que los procesos de negociación de región a región con la Comunidad An-dina y con América Central avanzan, aunque a ritmos desiguales.Entrando en el detalle analizó que las negociaciones con la CAN se encuentran en una situación difícil sin embargo la Comisión continuará apoyando la integración regional andina y en todo caso la Comisión hará todo lo posible por superar la situación actual y considerar la posibilidad de negociaciones comerciales con aquel-los países de la CAN que así lo deseen y quieran avanzar.Continuando con su análisis se refirió a las negociaciones con Centro América, señalando que se ha avanzado de forma significa-tiva, aunque desigual, en gran parte debido a la falta de consenso por parte centroamericana y aseguró a los Parlamentarios que el objetivo de la Comisión es el de concluir las negociaciones en 2009, pero el contenido del Acuerdo de Asociación no debe ser sacrificado por el hecho de querer acelerar las negociaciones.

    Resaltó las nuevas iniciativas regionales como UNASUR sin dejar de hacer presente que la integración regional no es un objetivo en sí mismo, sino un ambicioso instrumento político para reforzar los niveles de interdependencia, que tal interdependencia puede ser fomentada a través de iniciativas concretas que den impulso a los proyectos políticos. Para ello, señaló, debemos ser capaces de lanzar juntos programas específicos con efectos federadores en los cuales se trataría de desarrollar acciones en áreas de gran impacto integrador como por ejemplo el sector energético, o las interco-nexiones físicas, con el esfuerzo de nuestros gobiernos, pero tam-bién de nuestra sociedad civil, y del sector privado. Con relación al segundo eje, es decir, la cooperación al desarrollo. Recordó que la UE es el mayor proveedor de ayuda al desarrollo de la región, con cerca de 2.000 millones de Euros al año de los cuales 400 millones proceden del presupuesto comunitario gestio-nado por la Comisión Europea. Señaló que aunque la cohesión social es uno de los principales retos de América Latina y una prioridad en la agenda, es necesario reflexionar sobre su adecua-ción al contexto actual de América Latina, formada en general por países de renta media. Se refirió a las otras áreas de cooperación, como la científica o la tecnológica por ejemplo, las cuales podrían ser profundizadas teniendo en cuenta tal contexto señalando que para ello se tendría que adaptar mejor los actuales instrumentos de cooperación a aquellos objetivos. Un ejercicio que, manifestó, deseaba emprender en los próximos meses. Se refirió finalmente al tercer eje de la relación: el diálogo político, cuya máxima expresión en su opinión lo constituyen las Cumbres bi-anuales, además del diálogo bilateral entre la Unión Europea y los países de la región. Señaló que si algo sobresalió en la pasada Cumbre de Lima es que lo que une a nuestras dos regiones es

    mucho más que lo que las separa y que el objetivo prioritario para ambas regiones en los próximos meses debe ser el cumplir con los compromisos contenidos en la Agenda de Lima. Agregó que desde la Comisión ya han comenzado a trabajar firmemente en ese sentido, sentando las bases de lo que será el programa Euroclima, el cual se lanzará el próximo año, y se está pensando en la mejor forma de impulsar la cooperación en temas tan importantes como la cohesión social y la migración. Pero al mismo tiempo, explicó, debemos comenzar cuanto antes a preparar la próxima cumbre en España, dentro de tan solo un año y medio, que se debería utili-zar dicho tiempo para preparar un proyecto con efecto federador tanto geográficamente como en términos de actores. Un proyec-to en el que participen empresas, gobiernos y sociedad civil. De esta forma senalò las Cumbres servirían de impulso político para nuestra asociación estratégica y además podrían sentar las bases de nuestras acciones conjuntas, y convertirse en instrumento im-pulsor de las mismas.Concluyó señalando otras dos relevantes cuestiones: la TV digital y migración

    Respecto a la primera cuestión, consideró que el estándar europeo DVB es la opción más beneficiosa para los países de América Latina ya que ofrece la solución más barata, más avanzada tecno-lógicamente y más orientada al desarrollo y a la inclusión social. Remarcó que la UE, junto con la industria Europea, está dispuesta a prestar asistencia a los países latinoamericanos que decidan mi-grar al estándar europeo y que están listos para preparar ofertas de cooperación para todos los países interesados.

    Por ultimo, se refirió a las cuestiones migratorias las cuales consti-tuyen un área de importancia fundamental para las dos regiones, tal y como quedó reflejado en la Declaración de Lima. Manifestó que ambas regiones están de acuerdo en que la migración debe gestionarse de forma que beneficie tanto a los países de origen como de destino y a los propios migrantes. Agregó además que en la Comisión son conscientes de que la inmigración proveniente de América Latina se caracteriza por su enriquecedora y positiva participación en nuestras sociedades y por un alto y rápido nivel de integración en las mismas. A ello se deben las nuevas ideas sobre la emigración presentadas recientemente por la Comisión, dentro de la agenda del Pacto Global europeo sobre la migra-ción, en la cual incluyen una propuesta de asociación con todos sus países latinoamericanos para estructurar mejor la colaboración en este ámbito. Finalizó declarando creer firmemente que tanto en este campo como en los demás que ha presentado, se abren grandes oportunidades para trabajar juntos de manera positiva y concreta para alcanzar soluciones en áreas fundamentales para ambas regiones.

  • Sessione Eurolat PanAL 13

    la dIrectIva del retorno

    Intervención de Jacques Barrot

    Secondo il vice-presidente della Commissione Barrot La nuova di-sciplina comunitaria sull’immigrazione va vista come un modo per disciplinare l’immigrazione, per colpire i trafficanti di esseri umani, in definitiva per tutelate l’immigrante medesimo. La Diret-tiva sul ritorno non costruisce la fortezza Europa, ma è uno stru-mento di lotta all’immigrazione irregolare, inoltre va vista assieme ad altre, come quella in elaborazione sulla carta blu, che permette l’immigrazione di persone qualificate. Alle parole di Barrot è segui-to un dibattito, nel quale sono state espresse, da parte di membri dell’EUROLAT perplessità sulla direttiva e richieste di modifiche. Non si dovrebbe più parlare di immigrato clandestino, ma di im-migrato in condizione irregolare.

    E n la sesión plenaria EUROLAT en la sede del Parlamen-to Europeo, el 6 de noviembre el Vicepresidente de la Comisión Europea Jacques Barrot y responsable de la Justicia, Libertad y Seguridad, presentó ante los miembros de la Asamblea paritaria EUROLAT la posición de la Unión europea con relación a la migración. Manifestó que la UE es consciente de la necesidad de aceptar los flujos migratorios, pues hay necesidad de ellos, por una razón de orden demográfica y además porque ésta permite el crecimiento, el dinamismo en la sociedad Euro-pa. En consecuencia, no se quiere cerrar las puertas de Europa sino simplemente actuar de manera más coordinada y administrar concertadamente dichos flujos. Señalo además que es necesario hacer una diferenciación entre migración regular/legal y migración ilegal pues no se puede aceptar los intermediarios que muchas veces son personas que se encargan de fomentar y administrar la migración irregular. No deseamos repetir casos, puntualizo, como la situación del año pasado cuando hemos debido acom-pañar grupos de migrantes ilegales hasta la frontera, por lo que es necesario comprender bien este equilibrio, de la apertura a la migración regular/legal con relación a la otra inmigración irregular la cual muchas veces va en perjuicio de los mismos inmigrantes.

    Por otro lado, continuo, nosotros debemos acompañar también el deber de integración en la cual está empeñada la Presidencia fran-cesa, pues los inmigrantes tienen iguales derechos a los derechos de los ciudadanos residentes, debe ser la Europa de la integración que debe brindarles la misma protección social. En segundo lugar tenemos el deber de acoger a los perseguidos, es decir el derecho de asilo, recibir las demandas de asilo, seguir los procedimientos que permitan a la europea entera acoger bien a estas personas. Con relación a la directiva del retorno, recalcó para los europeos no se trata de construir una fortaleza Europa sino una región del mundo que podrá ser una región que debe construirse servicios de protección. Esta Directiva, continuó, se debe inscribir como un instrumento de lucha contra la inmigración irregular y se acom-paña con otras Directivas, como la que está elaborando la carta azul, es decir la posibilidad de los ciudadanos profesionales de países terceros de venir a trabajar en Europa. Prosiguió, la Direc-tiva del Retorno tiene por objetivo además permitir a los Estados europeos de reenviar a su país de origen a quienes se encuen-tran en su territorio en situación irregular, no tiene por objetivo criminalizar la inmigración ilegal, les da la posibilidad y las ga-rantías legales de regresar a su país de origen con derechos de protección jurisdiccional efectiva y gratuita, actualmente mi país prevé, señaló, el retorno voluntario con una ayuda financiera.Por otro lado el Vicepresidente Barrot consideró que hubieron malos entendidos y que con esta Directiva el Comisario encargado

    de la Justicia y de la Seguridad tendrá la posibilidad de verifi-car la situación de los inmigrantes en situación irregular y con relación a los periodos de detención se han previsto los plazos máximos a fin que nos sean agravados posteriormente. Sin duda que la fase que sigue de transposición de la Directiva del Re-torno a la legislación de cada Estado miembro deberá ser he-cha de manera óptima previendo la situación más favorable a favor de los inmigrantes en situación irregular. Por ultimo y con relación a los ciudadanos originarios de los Países de America latina así como de los Países del Mediterráneo, les invito a vig-ilar la transposición a la ley nacional de cada País manifestan-do “debe quedar claro que no deseamos cerrar las puertas de

    la Europa y que deseamos acoger a las personas regularmente”.Acto seguido intervino el Co-Presidente Eurolat y Presidente del Parlamento Latinoamericano Jorge Pizarro Soto, quien agradeció la intervención del Vicepresidente Barrot y su sinceridad, señaló que apreciaba que se esté corrigiendo el término de inmigrantes ilegales por inmigrantes irregulares y esta salvedad era importante pues el principal problema de la Directiva del Retorno para Latino-américa es que transforma la situación del inmigrante ilegal en un delincuente y por lo tanto a los migrantes se les trata como delin-cuentes. De ahí viene la cadena de desconfianza o de rechazo que ha generado en America Latina la Directiva del Retorno. Si el concepto cambia en términos de que un migrante pueda estar en situación de irregularidad en un país es evidente que la aplicación de las normas de la Directiva tiene que se coherente con ello y no darles el trato de delincuente como se les da en algunas situaciones. Esto tiene que ver, prosiguió, con la necesaria claridad de que quienes pueden retener, “no detener”, a un migrante irregular sea solo el Poder Judicial y no por decisión administrativa o arbitraria como se verifica actualmente y con cuanto prevé la Directiva.

    Un Juez competente garantiza un debido proceso y el respeto de los derechos humanos acotó, prosiguiendo acerca las condiciones en las cuales los migrantes irregulares pueden ser detenidos, en el papel, señaló, en la teoría se expresa bien o uno puede estar de acuerdo con lo que plantea la Directiva pero en la practica nos damos cuenta que la cosa no es así: la situación de retención de muchos migrantes es vejatoria, humillante y no se condice con una Europa desarrollada, se refirió en especial a las prisiones en el sur de España, donde hay centros, en condiciones no aceptables.

    El Vicepresidente de la Comisión Europea y Comisario Jacques Barrot y el Presidente EUROLAT, Euro Diputado español On. Ignacio Salafranca

  • 14 PanAL Sessione Eurolat

    Con relación al plazo previsto en la Directiva lo consideró muy corto y sostuvo que cuando se habla de migrantes irregu-lares hablamos de gente que está haciendo su vida en el país donde llega, ya muchos tienen familia, tienen situaciones afec-tivas por lo que no es tan sencillo decidir en 130 días la sal-ida y preparar el retorno, propuso un plazo de 6-12 meses como un plazo de prudencia para retornar en forma ordenada.Con relación a los plazos de retención donde la Directiva prevé que se puede llegar a un año y medio el Presidente Pizarro sugirió al Vicepresidente Barrot, que un plazo prudencial, siguiendo lo dispuesto en el informe de la Comisión de Libertades Civiles del Parlamento Europeo, sería al máximo de tres meses y con rel-ación al plazo para volver por parte de los migrantes que eligieron regresarse voluntariamente a sus países, la Directiva establece en 5 años, fue considerado por el mismo un plazo exagerado.

    Finalmente informo que la Mesa de la Asamblea EUROLAT ha aprobado la creación de un Observatorio de la Migración como un instrumento que pueda ser una instancia de seguimiento, al servicio de la política de migración conjunta entre Europa y América Latina que ayude a la Comisión a la supervisión, fiscalización, control sobre cómo se aplican las normas, que ayude a tener una instan-cia donde los migrantes puedan acudir y plantear sus situaciones particulares o recibir un mínimo de defensa o de apoyo desde

    el punto de vista jurídico, social, sicológico. El tema migratorio representa siempre un trauma, consideró, un quiebre, representa una condición de vida muy distinta para cada ciudadano que lo sufre y recordó cuanto fuere planteado en la Declaración de Lima. La Presidenta del Parlamento Centroamericano Gloria Oqueli, pre-sentó el Continente como el de la esperanza y que America siem-pre estará abierta para todos como lo fue en el pasado y no se les pedirá papeles como tampoco se les pidió en el pasado. Exhortó a continuar el dialogo haciendo presente que gracias a la participación de Europa se firmaron los Acuerdos de Contadora pero señaló que nunca hay paz sino se resuelven los problemas sino se logra recon-ciliarse y no se logra reconstruir los Países, por lo tanto no hay paz. El Parlamentario Giusto Catania, alabó la disponibilidad latino-americana de discutir haciendo presente que para el año 2050 la UE 27 tendrá necesidad de 50 millones de personas en la economía europea y que no existe un modo legal para hacerlas entrar, la mayoría ha entrado en forma irregular señaló y que se debe pensar a una política europea de la inmigración y a una gran campaña europea para decir “Europa tiene necesidad de inmigrantes” para combatir la xenofobia y el racismo que está penetrando en la sociedad europea. Puntualizó además que so-bre la Directiva se debe evitar llamarles “clandestinos”, “ilegales”, incluso evitar llamarles “irregulares”, deben llamarse “inmigrantes en condición irregular” pues la condición humana no es irreg-ular. Finalmente recalcó que la discusión no son los meses de detención sino la condición de detención, pues un ciudadano que se encuentra sin permiso de estadía, que entra en condición irregular en Europea no puede ser privado de su libertad indi-vidual tampoco con una medida administrativa se puede conmi-nar una pena de tipo carcelaria, esto es fundamental concluyó.El Vicepresidente del Parlamento Andino Wilbert Bendezú Carpio, preguntó por qué las organizaciones más importantes europeas como la Iglesia Católica, las organizaciones de las Naciones Unidas han considerado esta Directiva inhumana e injusta. Estamos hablan-do de gente que ha dado su trabajo y su esfuerzo señaló, si Europa es fuerte es gracias también a estas personas por lo que con obje-tividad es necesario encontrar un camino para solucionar este tema.La sesión se concluyó con la intervención del Vicepresidente Jacques Barrot quien ha solicitado a los miembros de EUROLAT mirar la Directiva de una manera práctica y vigilar la transposición en las legislaciones de los Estados miembros y aceptó la propuesta de crear el Observatorio sobre las Migraciones.

    El Euro Diputado italiano, On. Catania interpela al Vicepresidente de la Comisión Europea y Comisario Jacques Barrot.

    The INSME Association (International Network for Small and Medium Enterprises) is a non profit Association open to international membership, aimed at improving transnational cooperation, knowledge exchange and public and private partnership in the field of innovation

    and technology transfer to the benefit of Small and Medium Sized Enterprises (SMEs). The Network comprises at present 84 members in 26 countries in 5 continents.

    www.insme.org [email protected]

    The V INSME 2009 Annual Meeting will focus on "Building a Knowledge based eco-system for SMEs: Finance, Innovation, Technology and Networking" and will take place in Dubai (United Arab Emirates) on April 20-23, 2009.

    It is the first time that the INSME Annual Meeting is being held in the in the Gulf region.

    Participation in the Conference is free of charge for all registered participants. In order to pre-register, please send an email to the INSME Secretariat at: [email protected].

    More details about this event at: http://www.annualmeeting2009.insme.org/

  • Sessione Eurolat PanAL 15

    L a UE ha entendido que la migración no es un fenómeno temporal. La baja natalidad y la prolongación de la vida a 90 años hace preveer una migración en el 2050 en 40 millones, en el 2004 fue de 1,8 millones.

    Significa adoptar una política que cubra necesidades: vivir solos, prolongar la edad laboral, prevenir el impacto en la protección social y en las finanzas públicas; el incremento en el gasto pú-blico en materia de salud y otros. Implica recibir migrantes no solo especializados y establecer normas homogéneas en 25 países cumpliendo las 4 libertades de circulación: personas, mercancías, servicios y capitales. La Directiva del retorno es la consecuencia de más de 10 años de trabajos y estudios en la UE.

    LA UNIóN EUROPEA y LA MIGRACIóNDesde 1999 con el Consejo de Tampere se reconoce que la política de asilo y migración de la UE debía contar con la colaboración de los países de origen y tránsito. Ese año, Europol estimó el ingreso ilegal de 500.000 personas, posteriormente trabajadores clandesti-nos. Dadas las cifras y ante la dificultad de repatriarlos, algunos Estados, como Italia, recurrieron a medidas de regularización o de amnistía. La CE solicitó a sus miembros informes periódicos para revisar el desarrollo y el impacto global de la política de inmigra-ción, el número de admitidos y su situación en el mercado laboral. Siendo la cohesión social un elemento indispensable del progreso económico comunitario se dictaron Directivas contra la discrimi-nación racial y en el trabajo a fin que los inmigrantes adquiriesen derechos que los parificasen a los nacionales.

    INFORMES DE LA INMIGRACIóNSe han presentado tres Informes. En el primero (2002) el 3.6% del empleo total en la UE-15 correspondía a los inmigrantes, quienes entre 1997 y 2002 contribuyeron en un 22% al crecimiento del em-pleo. Para promover su integración a la cultura local se da inicio al Programa piloto INTI con un fondo di 4 millones de Euros. En el segundo (2003) residen en la UE-25, 15.2 millones de inmigrantes, es decir el 3.35% de la población total. La reunificación familiar significa para Francia el 75% de los flujos y el 50% para Dina-marca y Suecia. Se suscriben acuerdos bilaterales sobre migración laboral p.e. Italia con Túnez, Albania y Moldavia. Solo en Italia los inmigrantes del mediterráneo han creado 168.000 empresas denominadas “étnicas”.En el último (2007), éstos eran 18,5 millones, el 3,8% de la po-blación total de casi 493 millones. Los grupos más numerosos proceden de Turquía (2,3 millones), Marruecos (1,7 millones), Al-bania (0,8 millones) y Argelia (0,6 millones) y contribuyen en la economía de Grecia, Italia y España.

    PROGRAMA COMúN PARA LA INTEGRACIóNEn el 2005 se presenta el Programa Común para la Integración en 10 principios básicos comunes. El primero establece: “La integra-ción es un proceso bidireccional y dinámico de ajuste mutuo por parte de todos los inmigrantes y residentes de los Estados miem-bros”, el objetivo es gobernar la inmigración, la inmigración legal y la integración son indisociables.

    FONDO EUROPEO y DIRECTIVA DEL RETORNOEn el 2007 se crea el Fondo europeo para el retorno 2008-2013 dentro del programa “Solidariedad y Gestión de los flujos migrato-rios”. La discutida Directiva del retorno se basa en el Libro Verde sobre una política comunitaria del retorno (abril 2002). Dispone normas comunes sobre el retorno, la expulsión, el uso de medidas coercitivas, el internamiento temporal y el reingreso dirigido a quienes tienen «estancia ilegal» en la UE. Si dicha persona no retor-na voluntariamente los Estados miembros dictarán una orden de expulsión y la consecuente «prohibición de reingreso. Ha demo-rado 3 años de negociaciones, fue propuesta por la Comisión en septiembre 2005, y ha sido aprobada por el Parlamento Europeo el 18 de junio pasado.

    UNA POLíTICA MIGRATORIA COMúN PARA LA UELa Presidencia Francesa del Consejo ha decidido aprobar durante su mandato un Pacto para la Inmigración y el Asilo, inspirado en su legislación interna ya en actuación, su primer acto el 17 de junio 2008 ha sido aprobar la Directiva del retorno. El 11 de julio 2008 el Consejo ha debatido la Directiva que propone un nivel mínimo de armonización de las sanciones administrativas, finan-cieras y penales para quienes empleen a nacionales de terceros países que residan de forma irregular.

    CONCLUSIóNEs lamentable que a menos de un mes de haber finalizado la V Cumbre ALCUE se haya aprobado una Directiva que ha diluido las buenas intenciones manifestadas en Lima.Si bien la Directiva no ha sido hecha exclusivamente para los latinoamericanos, es evidente que no hemos seguido los pasos necesarios para nego-ciar una Visa, creando un espacio común de tránsito, como lo han hecho los USA, Canadá o Panamá. Pero, hemos tenido tiempo para conocer lo que se estaba viniendo, para intervenir y pedir un tratamiento diferente. Esta Directiva y las que están por aprobarse son el resultado de más de 10 años de trabajos. Todos los actos jurídicos pasan por el Parlamento Europeo donde las sesiones son públicas, las órdenes del día son transparentes y las Comisiones reciben a las lobbies y a quienes piden encontrar a los Diputados europeos. Sería oportuno pensar en la constitución de un pool subregional que siga los trabajos parlamentarios y que intervenga adecuadamente para no ver afectados nuestros intereses.

    L’immigrazione è un fenomeno che sarà sempre più intenso in Europa, per via della bassa natalità e del prolungarsi della vita. Da un decennio l’Ue elabora rapporti, documenti e direttive sull’immigrazione, per dar luogo ad una politica comune dell’immigrazione. La Direttiva sul ritorno è il frutto di un lungo lavoro, in gran parte svoltosi nel Parlamento europeo, dunque in modo pubblico e trasparen-te. La Direttiva ha destato sorpresa in America Latina e raffreddato il clima creatosi dopo il vertice di Lima. Tuttavia la sorpresa deriva anche dal fatto che i lavori preparatori non sono stati seguiti adeguatamente. La proposta avanzata è quella di formare un pool subre-gionale che segua a Bruxelles i lavori del Parlamento europeo.

    evolucIón de la polítIca mIGratorIa

    hasta la dIrectIva del retorno

    PAIS POBLACION FERTILIDAD ESPERANZA

    DE VIDA

    ESPERANZA

    DE VIDA

    MIGRACION

    NETA

    2005 2050 2004 2050 2004 2050 2004 2050 2004 2050

    UE-25 459,5 449,8 1,5 1,6 73,7 80,5 80,4 85,6 1464 39710

    BELGICA 10,4 10,9 1,6 1,7 75,5 82,3 81,6 88,3 24 897

    ALEMANIA 82,5 74,6 1,4 1,5 76,1 82,0 81,7 86,8 211 8980

    ESPAÑA 43,0 42,8 1,3 1,4 76,6 81,4 83,4 87,9 508 6235

    FRANCIA 60,6 65,7 1,9 1,9 76,2 82,7 83,4 89,1 64 2823

    ITALIA 58,7 52,7 1,3 1,4 77,3 83,6 83,2 88,8 330 5777

    POLONIA 38,2 33,7 1,2 1,5 70,5 79,1 78,5 84,4 -28 318

    INGLATERRA 60,0 64,3 1,7 1,8 76,4 82,9 80,9 86,6 139 4939

    Fuente: Eurostat 2004

    Proyecciones de la población por algunos países UE 2005-2050 (en millones)

    di Isabel Recavarren Malpartida

  • 16 PanAL Sessione Eurolat

    di Nathalie Griesbeck

    el seGuImIento de la v cumBre unIón europea,

    amérIca latIna y carIBe

    L a Diputada Nathalie Griesbeck pre-sentó a la Asamblea EUROLAT el análisis de las Cumbres, sus ante-cedentes, sus desafíos y sus perspectivas. Resaltamos algunos puntos de interés.Como sabemos estas cumbres, tienen lugar cada dos años, se han celebrado en Río (1999), Madrid (2002), Guadalajara (2004), Viena (2006) y Lima (2008). Estas reunio-nes de alto nivel se han vuelto indispensa-bles en el marco de las relaciones entre la UE y la región ALC. Han abierto el camino hacia una relación institucionalizada, esta-ble, orientada al futuro en torno a un obje-tivo común: la aplicación de la Asociación Estratégica Birregional preconizada desde la cumbre de Río. Hoy en día, esta asociación entre dos so-cios unidos por lazos y afinidades secula-res, es más necesaria que nunca. En este contexto es preciso recalcar que:- Las cumbres euro-latinoamericanas han adquirido una creciente importancia por los países participantes, por la contribu-ción de los diputados al Parlamento y de la sociedad civil en las reuniones prepara-torias, así como por la elección de temas a debatir;- desde Lima, las Cumbres representan a 60 países y a mil millones de ciudadanos;- las Cumbres han sabido fijar temas prio-ritarios para las relaciones birregionales en torno a tres pilares: el diálogo político, el libre comercio y la cooperación.A pesar de su éxito, las Cumbres euro-lati-noamericanas han de evitar las trampas de los efectos especiales y sobre todo los de la «diplomacia mediática». Uno de los princi-pales problemas de estas reuniones radica en el seguimiento de las decisiones toma-das. Otro es la ausencia de una institución homóloga a la Comisión en la región ALC.Las Cumbres UE-ALC desempeñan un pa-pel fundamental a la hora de intensificar las relaciones birregionales, pues constituyen ocasiones únicas para profundizar en los temas de interés común.

    Convendría que estas cumbres se caracte-rizaran por:- una perspectiva política realista que per-mita la construcción gradual de la asocia-ción estratégica birregional;- la aplicación de una «hoja de ruta» creíble con unos objetivos claros. - el establecimiento de compromisos a nivel del diálogo político, las relaciones económicas y la cooperación birregional.

    LAS PERSPECTIVAS DE LA CUMBRE DE LIMADespués de las realizaciones de la IV Cum-bre UE-ALC (Viena, 2006), el éxito de la V Cumbre, prevista en Lima en mayo de 2008, revestía especial importancia, puesto que esta Cumbre encarnaba la voluntad y la determinación necesarias para consoli-dar e intensificar la asociación estratégica birregional.El orden del día de la cumbre preveía esen-cialmente debates en torno a los dos temas siguientes:- Pobreza, desigualdad, exclusión social, y- Desarrollo sostenible (cambio climático, medio ambiente y energía).La lucha contra la pobreza, la desigualdad y la promoción de la cohesión social si-gue siendo una de las máximas priorida-des de la asociación estratégica UE-ALC.

    CONCLUSIONESLa Unión Europea y América Latina y el Ca-ribe son aliados naturales debido a sus vín-culos históricos y culturales, aunque tam-bién porque comparten los mismos valores y principios fundamentales: respeto de los derechos humanos, de la democracia, del Estado de Derecho, de la buena gobernan-za, del multilateralismo y de la integración regional. Hay menos convergencia en te-mas como las negociaciones comerciales, la arquitectura financiera internacional y la responsabilidad frente a los retos globales como la protección del medio ambiente y del cambio climático, la lucha contra las

    drogas ilícitas, las migraciones o la reciente crisis alimentaria. No obstante, en un mun-do globalizado, la asociación estratégica UE-ALC, preconizada desde 1999, es cada vez más necesaria. La integración regional constituye una de las respuestas a esta globalización caótica que impera hoy en día. La reciente Unión de Naciones Suramericanas (UNASUR), que supo responder con rapidez y efica-cia a la crisis boliviana en septiembre de 2008, podría ser el embrión de una futura Comunidad de Naciones Latinoamericanas, un interlocutor privilegiado para la Unión Europea. Mientras llega ese día, la UE debe alentar las experiencias de integración su-bregional Centroamérica, CAN y Mercosur.Las negociaciones con miras a la firma de los Acuerdos de Asociación UE-Centroa-mérica, UE-CAN y UE-Mercosur deberían mantenerse a pesar de las dificultades en-contradas. Habría que recalcar a los ciu-dadanos latinoamericanos el hecho de que estos acuerdos son algo más que simples tratados de libro comercio (TLC).En este contexto, el gran desafío es ha-cer frente a las asimetrías existentes en el marco birregional y subregional. Para este objetivo podrían utilizarse diversos instru-mentos: unas políticas diferenciadas (en el marco de las relaciones comerciales), unos mecanismos de transferencia financiera (en el marco de las políticas de cooperación), unos fondos cofinanciados destinados a las políticas de reducción de las asimetría en varios ámbitos, en particular el de la cohe-sión social. Asimismo podría considerarse la posibilidad de apoyar a organismos in-herentes al proceso de integración como el FOCEM del Mercosur, incluso la de crear el Fondo de Solidaridad Birregional propue-sto desde hace tiempo por el PE. Además, los diálogos sectoriales existentes, en el marco de las relaciones birregionales, co-hesión social, medio ambiente, seguridad, lucha contra el tráfico de estupefacientes, migraciones, etc... deberían convertirse en un mecanismo de seguimiento de las deci-siones de las cumbres.

    La futura fundación UE-ALC, podría ejercer un papel muy significativo en este sentido. La puesta en práctica de estas medidas po-dría contribuir considerablemente al éxito de la VI cumbre UE-ALC que se celebrará en Madrid en 2010.

    I vertici biennali Europa America Latina hanno assunto una importanza cres-cente. Il vertice di Lima, del Maggio 2008, ha avuto lo scopo di rinsaldare i rap-porti tra le due aree. I temi all’ordine del giorno riguardavano la povertà, disug-uaglianze e lo sviluppo sostenibile. L’integrazione regionale è una necessità in un mondo sempre più globalizzato. In quest’ottica i negoziati per accordi di associ-azione con la Comunità Andina, America centrale e Mercosur devono avanza-re, nonostante le difficoltà che incontrano. Altra sfida è la riduzione delle asim-metrie che esistono tra le due aree e all’interno della regione latinoamericana.

  • PanAL 17

    LIMA 23 - 25 MARZO 2009

    FORO

    PERú- ITALIA

  • 18 PanAL Dossier Italia - Perú

    N ella nuova fase di rapporti tra Italia e America Latina, si intensi-fica sempre più il numero di ap-puntamenti bilaterali tra il nostro Paese e i singoli Stati latinoamericani, quali il Con-siglio Italia-Brasile per la Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo, tenutosi a Roma lo scorso no-vembre, o il Consiglio Italo-Venezuelano di Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria, del settore delle infrastruttu-re e dello Sviluppo, appena concluso. Ma una menzione particolare va alla prossima tappa della Conferenza Nazionale Italia – America Latina e Caraibi, che nell’autunno 2009 raggiungerà il quarto appuntamento, confermandosi come il momento più alto di confronto tra l’Italia ed il continente la-tinoamericano.In quest’ottica l’Italia, sempre attenta agli input provenienti dai mercati esteri e non ultimo, dai paesi amici dell’America Latina, si presenta al Perù in un’ottica di Sistema-Paese in occasione del Forum del marzo prossimo. L’esigenza di un incontro articolato tra i due paesi, sia sul piano istituzionale, sia su quello culturale ed accademico ma, so-prattutto, sul piano economico e commer-ciale, era emersa già da tempo, alla luce dell’evoluzione dei mercati esteri, del no-stro commercio con i paesi produttori di materie prime e del ruolo di esportatore di beni di consumo, di tecnologia, di know-how ricoperto dall’Italia; ma soprattutto, del ruolo sempre più importante che il Perù va acquisendo sulla scena internazio-nale, anche come attrattore di investimenti esteri.Il Governo peruviano ha manifestato più volte l’interesse alla realizzazione di un Forum Italia-Perù, ponendo in risalto fat-tori quali la valorizzazione dell’immagine del Perù in Italia, della crescita economica, l’incremento dell’export, così come la sta-bilità politica e normativa, tutti aspetti che rendono il mercato peruviano attraente per gli operatori italiani. L’Italia ha accolto la sfida che il Governo Garcia ha lanciato con il recente pacchetto di misure in funzione anticiclica, volto a far fronte alla crisi finanziaria internaziona-le e a valorizzare le potenzialità del Paese,

    ancora parzialmente inespresse. Il piano anticrisi prevede un pacchetto finanzia-

    rio con l’obiettivo di appoggiare le PMI e l’export, assicurare la crescita degli investi-menti pubblici e della spesa fiscale, e con-tinuare a sostenere i programmi sociali.L’Italia è forte del ruolo primario che rico-pre nell’interscambio con il Perù: 9° cliente mondiale e solo 2° in ambito UE dopo la Spagna, con un import di 582 milioni di USD; 11° fornitore mondiale e 1° fornito-re europeo con una quota di mercato di 2,8%, pari nel 2008 a 489 milioni di USD; un interscambio totale di 1.071,7 milioni di USD cresciuto del 56,38% rispetto al 2000; il nostro Paese si presenta a questa sfida con una realtà imprenditoriale di lunga tradizione, fatta soprattutto di piccole e medie imprese, che sono ora chiamate a fronteggiare la drammatica crisi dei mer-cati finanziari ed il conseguente crollo dell’export. I prossimi mesi saranno molto difficili e probabilmente tutto il 2009 sarà compromesso dalla recessione che colpi-sce in modo grave tutti i nostri principali partner. Il nostro sistema produttivo è sot-toposto ad una grande pressione ma sarà proprio l’esplorazione di nuovi mercati, la ricerca di nuovi partners commerciali e produttivi, lo scouting di nuove opportuni-tà in mercati ancora poco esplorati che fa intravedere il superamento della crisi. La complementarietà delle nostre economie, la ricchezza di materie prime minerarie, agroalimentari, per il tessile ed il calzatu-riero, che offre il Perù ben si prestano ad un incontro prolifico con la nostra impren-ditoria, che prima ancora che esportare beni di consumo, macchinari, tecnologia, esporta know-how e modelli di crescita che nei decenni hanno assicurato a molte regioni italiane uno sviluppo endogeno e di lungo periodo, nonché un’integrazione sociale e territoriale che ha fatto scuola nel mondo.Discutere e pianificare scenari futuri, in-dividuare opportunità di sviluppo del-le relazioni commerciali, sviluppare una piattaforma di incontri tra imprenditori, esportatori e produttori, la promozione e la creazione di un network tra di essi, questa è la sfida e la responsabilità che ci coinvolge, come sistema –Paese, in que-sto Forum. L’obiettivo che ci poniamo è quello di portare in Perù operatori italia-

    ni provenienti dai vari settori, interessati a conoscere le opportunità di investimento nei campi dell’energia, dei trasporti, del turismo, delle telecomunicazioni, dell’agri-coltura, dell’elettronica e dei servizi finan-ziari, pronti ad impegnarsi nello sviluppo di nuovi business, anche innovativi. Ad esempio, lo sviluppo strategico di turismo e cultura, in cui l’Italia vanta un’autorevole esperienza, è indirizzato a rendere i due settori importanti catalizzatori economici, essenziali allo sviluppo e alla cooperazio-ne economica del futuro e stimolanti per la creatività di tutti quei settori innovativi (grafica, design, moda, musica, etc…) che evidenziano ritmi di crescita più alti della media dei settori tradizionali. Il Forum è di fondamentale importanza nel-la prospettiva che gli imprenditori possano assumere un ruolo attivo nella promozio-ne delle relazioni Italia-Perù e arricchire la riflessione