La difesa della Patria

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Manuale formazione generale Regione Lombardia Cap. 3. Il dovere di difesa della Patria 1. Gli obiettivi del modulo In merito a questo modulo, le Linee Guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale ci dicono che: A partire dal dettato costituzionale, se ne approfondirà la sua attualizzazione anche alla luce della recente normativa e della giurisprudenza costituzionale. In particolare, si illustreranno i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85, 228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata. Possono inoltre essere qui inserite tematiche concernenti la pace e diritti umani alla luce della Costituzione italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite. Ai formatori capiterà altre volte di fare un po’ fatica a capire cosa devono fare: le Linee Guida parlano un linguaggio un po’ obsoleto, da vecchi addetti ai lavori dell’obiezione di coscienza e del servizio civile. Se anche voi che mi leggete lo foste, infatti, ricordereste che per anni tra obiettori e militari vi fu’ un contenzioso ideologico di notevole spessore su chi “difendeva la Patria davvero…”: i militari sostenevano che loro erano gli unici depositari del sacro dovere determinat o dall’art. 52 della Costituzione Italiana, gli obiettori ritenevano che si potesse difender la Patria anche senza armi, anzi, che la vera difesa della Patria fosse quella popolare non armata e nonviolenta. La Corte Costituzionale, con le sentenze citate dalle Linee Guida, ha progressivamente dato ragione agli obiettori, o meglio, ha detto che la difesa della Patria è realizzabile in diversi modi: i militari vi svolgono compiti importanti, gli obiettori (e il nuovo servizio civile) ne svolgono altrettanti. La sentenza della Corte Costituzionale del 2005 (la 431), rileggendo questi principi alla luce della riforma del Titolo V° della Costituzione, chiarisce quali siano i ruoli e i compiti delle diverse istituzioni (Stato, Regioni e Province autonome) coinvolte nell’organizzazione e gestione del servizio, ribadendo che, pur essendo il servizio civile di pertinenza esclusiva statale i rapporti tra le diverse istituzioni devono essere basati sul principio della leale collaborazione. Quindi, l’obiettivo del modulo è sostanzialmente di spiegare come il concetto di difesa della Patria si sia evoluto nel tempo fino ad arrivare a una concezione che permetta di annoverare anche il servizio civile come parte integrante del sistema difesa italiano. Nel capitolo precedente spiegavo che questo modulo era abbastanza indivisibile da quello relativo alla storia del servizio civile: credo che, dopo questa premessa, le mie ragioni ne escano ancor più rafforzate. In altra parte delle Linee Guida ci viene dato qualche ulteriore elemento per capire che cosa dobbiamo e possiamo fare in questo modulo: Occorre pertanto che il percorso formativo prenda le mosse dalla Carta costituzionale, sia perché in essa è tratteggiata la fisionomia della “Patria” che chi sceglie il servizio civi le si impegna a difendere, sia perché in essa hanno fondamento lo stesso servizio civile, con l’eredità ricevuta dall’obiezione di coscienza e gli obiettivi ad esso assegnati dal legislatore (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11 e 52 Carta Costituzionale). Non sembrerà pertanto inutile insistere sul termine “Patria”, così come viene definito dalla Costituzione e successivamente ampliato dalle sentenze della Corte Costituzionale, e che non rinvia solo al concetto di “confine nazionale”, quanto piuttosto all’idea di una comunità di persone che vivono all’interno di tali confini.

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Manuale formazione generale Regione Lombardia

Cap. 3. Il dovere di difesa della Patria

1. Gli obiettivi del modulo

In merito a questo modulo, le Linee Guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile

nazionale ci dicono che:

”A partire dal dettato costituzionale, se ne approfondirà la sua attualizzazione anche alla luce

della recente normativa e della giurisprudenza costituzionale.

In particolare, si illustreranno i contenuti delle sentenze della Corte Costituzionale nn.164/85,

228/04, 229/04 e 431/05, in cui si dà contenuto al concetto di difesa civile o difesa non armata.

Possono inoltre essere qui inserite tematiche concernenti la pace e diritti umani alla luce della

Costituzione italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite”.

Ai formatori capiterà altre volte di fare un po’ fatica a capire cosa devono fare: le Linee Guida

parlano un linguaggio un po’ obsoleto, da vecchi addetti ai lavori dell’obiezione di coscienza e del

servizio civile.

Se anche voi che mi leggete lo foste, infatti, ricordereste che per anni tra obiettori e militari vi fu’

un contenzioso ideologico di notevole spessore su chi “difendeva la Patria davvero…”: i militari

sostenevano che loro erano gli unici depositari del sacro dovere determinato dall’art. 52 della

Costituzione Italiana, gli obiettori ritenevano che si potesse difender la Patria anche senza armi,

anzi, che la vera difesa della Patria fosse quella popolare non armata e nonviolenta.

La Corte Costituzionale, con le sentenze citate dalle Linee Guida, ha progressivamente dato ragione

agli obiettori, o meglio, ha detto che la difesa della Patria è realizzabile in diversi modi: i militari vi

svolgono compiti importanti, gli obiettori (e il nuovo servizio civile) ne svolgono altrettanti.

La sentenza della Corte Costituzionale del 2005 (la 431), rileggendo questi principi alla luce della

riforma del Titolo V° della Costituzione, chiarisce quali siano i ruoli e i compiti delle diverse

istituzioni (Stato, Regioni e Province autonome) coinvolte nell’organizzazione e gestione del

servizio, ribadendo che, pur essendo il servizio civile di pertinenza esclusiva statale i rapporti tra le

diverse istituzioni devono essere basati sul principio della leale collaborazione.

Quindi, l’obiettivo del modulo è sostanzialmente di spiegare come il concetto di difesa della Patria

si sia evoluto nel tempo fino ad arrivare a una concezione che permetta di annoverare anche il

servizio civile come parte integrante del sistema difesa italiano.

Nel capitolo precedente spiegavo che questo modulo era abbastanza indivisibile da quello relativo

alla storia del servizio civile: credo che, dopo questa premessa, le mie ragioni ne escano ancor più

rafforzate.

In altra parte delle Linee Guida ci viene dato qualche ulteriore elemento per capire che cosa

dobbiamo e possiamo fare in questo modulo:

“Occorre pertanto che il percorso formativo prenda le mosse dalla Carta costituzionale, sia perché

in essa è tratteggiata la fisionomia della “Patria” che chi sceglie il servizio civile si impegna a

difendere, sia perché in essa hanno fondamento lo stesso servizio civile, con l’eredità ricevuta

dall’obiezione di coscienza e gli obiettivi ad esso assegnati dal legislatore (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11 e

52 Carta Costituzionale).

Non sembrerà pertanto inutile insistere sul termine “Patria”, così come viene definito dalla

Costituzione e successivamente ampliato dalle sentenze della Corte Costituzionale, e che non

rinvia solo al concetto di “confine nazionale”, quanto piuttosto all’idea di una comunità di persone

che vivono all’interno di tali confini.

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In questa accezione, pertanto, l’ambiente, il territorio, il patrimonio culturale, storico e artistico,

sono parti costitutive della “Patria” e come tali vanno difese.

La “Patria” è inoltre rappresentata dall’insieme delle istituzioni democratiche, dal loro

ordinamento, nonché dai valori e dai principi costituzionali di solidarietà sociale.”

Insomma, l’obiettivo del nostro lavoro è rendere visibili ai ragazzi che cominciano il servizio civile

il fitto intreccio di fili che collegano Costituzione, difesa, Patria, obiezione di coscienza, Corte

Costituzionale, storia repubblicana e solidarietà sociale alla loro esperienza in fase di avvio.

In particolare, per questo modulo, il nostro compito è spiegare che cosa è la Patria oggi e che cosa

la Patria intende oggi per Difesa.

Si tratta di un compito estremamente complesso che, come già detto per il precedente capitolo, nella

sua realizzazione presenta diversi rischi dovuti all’eterogeneità delle nostre classi, all’impossibilità

di essere oggettivi nell’affrontare temi di questo spessore, alla varietà di interpretazioni, sensi e

significati che si possono dare alle parole chiave che dovremo rendere leggibili e interpretabili nel

corso del modulo.

Personalmente, penso che il modo più efficace di svolgere questo compito, riducendo i rischi

enunciati, sia quello di darsi l’obiettivo di trovare in aula solo i minimi comuni denominatori di

ciascuna parola chiave.

Cercherò di spiegarmi meglio.

I minimi comuni denominatori possono essere trovati:

a) raccontando i fondamenti giuridici e i principi costitutivi che hanno definito il concetto di

difesa del nascente Stato italiano;

b) raccontando come si sono evoluti questi principi fino a poter comprendere anche il servizio

civile nell’idea di difesa;

c) confrontando queste definizioni di difesa e Patria con le definizioni che ne danno i ragazzi in

aula e verificando i possibili raccordi tra le loro idee e quelle espresse dalle istituzioni che

organizzano il servizio civile nazionale.

Devo dire che, con mia grande sorpresa, molto spesso sono tantissimi i raccordi che trovo in aula

tra le idee di Patria e di difesa della Patria espresse dai ragazzi e quelle che sottendono

all’istituzione del servizio civile.

Personalmente trovo che formare i ragazzi del servizio civile ha una ricaduta positiva anche sulle

speranze che, un cinquantenne un po’ depresso quale io sono oggi, può riporre nelle giovani

generazioni.

Considerata la complessità degli argomenti trattati, sarà utile attenersi a una narrazione semplice,

limitata ai grandi temi: la Costituzione, i fondamenti teorici della difesa italiana di ieri e di oggi, i

collegamenti tra servizio civile nazionale e difesa della Patria.

Sarà utile e stimolante avvalersi di testimoni che raccontino i diversi modi di difendere il paese:

militari, rappresentanti delle forze dell’ordine, cooperanti delle Organizzazioni Non Governative,

uomini e donne della Protezione Civile ecc.

Altrettanto utile sarà realizzare lavori di gruppo che permettano ai ragazzi di costruire il loro

vocabolario di significati e di senso sulle parole chiave Patria e Difesa.

2. Una possibile narrazione

Come detto nel paragrafo precedente, per trattare in maniera adeguata i temi del modulo, ma

soprattutto per raggiungere gli obiettivi che ci sono stati indicati, è necessario limitare i contenuti

trattati.

Questo perché ciascuno di loro potrebbe essere materia di un intero percorso di formazione.

Cos’è la Patria? L’Italia, l’Europa, la Padania?

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Qual è il modello di difesa vigente oggi in Italia?

La Costituzione è nel suo complesso ancora attuale o va’ più o meno profondamente

riformata?

Alcuni di questi temi sono di grande attualità e la tentazione, nostra e dei ragazzi, sarà di

trasformare l’aula nel set di un talk show tipo Anno Zero.

Ma non è il nostro compito.

Non possiamo però far finta di ignorare che i significati attribuibili a queste due parole chiave,

Patria e Difesa, sono in rapida evoluzione e che lo stesso servizio civile potrebbe presto essere

ricollocato in altra posizione rispetto al sistema di difesa italiano (per esempio se il Pdl

dell’Onorevole leghista Rivolta venisse approvato, l’assimilazione del servizio civile alla difesa

scomparirebbe).

Perciò, premessa importante al modulo, sarà quella di spiegare che il nostro obiettivo non è

convincere i ragazzi che quello che diciamo è verità assoluta, ma solo che il contesto in cui

realizzeranno la loro attività nei dodici mesi che seguiranno si è costituito a partire da questi

significati.

E diremo anche che la Patria che difendono è quella definita e identificata dall’atto normativo

fondativo della Repubblica Italiana: la Costituzione.

Che, certo, molte interpretazioni del termine Patria possono essere date, molto potrà cambiare nei

prossimi anni, ma che, per adesso, lo Stato in cui viviamo e il servizio civile da loro svolto si fonda

su quell’idea di Patria e su nessun’altra.

Dopodiché partiremo dalla Costituzione:

analizzeremo prima l’articolo 11 che definisce con chiarezza che cos’è per l’Italia la difesa.

“Art. 11: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come

mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri

Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia

fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Diremo che l’Italia ripudia la guerra e che perciò, in nessun modo, la nostra idea di difesa la

prevede.

Diremo che obiettivi della difesa italiana sono la pace e la giustizia fra le nazioni, che, in nome di

quei principi, siamo disposti a rinunciare alla nostra sovranità nazionale (vedi p.es. le basi militari a

comando straniero site sul territorio italiano).

Diremo che la nostra idea di difesa prevede la collaborazione con le altre nazioni e che per questo

partecipiamo a organizzazioni internazionali (e questo può essere un buono spunto per parlare di

alcune di loro come l’ONU, la Nato, la FAO, ecc..)

Poi racconteremo l’art. 52::

Art. 52.: La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.

Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non

pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici.

L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.

Diremo, che in tutta la costituzione non troveranno più la parola “sacro”, perche la Costituzione è

laica, di tutti gli italiani, qualunque fede o on fede professino.

Ciò nonostante i padri e le madri costituenti hanno ritenuto che questo dovere fosse così importante

da sottolineare con forza (assegnando a questo dovere una sacralità laica non riscontrabile altrove)

la necessità di rispettarlo.

Diremo che è la legge poi a stabilire come questo dovere si esplica e che la legge ha stabilito che

fossero i cittadini maschi e diciottenni ad adempiervi, perché le necessità della difesa di quei tempi

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richiedevano un esercito di leva che difendesse i confini nazionali (era ancora il tempo del conflitto

capitalismo/comunismo e i rischi di un aggressione al nostro territorio erano concreti).

Diremo che le donne non sono state escluse da questo dovere, ma che i costituenti hanno ritenuto

che il loro dovere di difesa della Patria fosse già adempiuto nel loro essere madri e coloro che

accudiscono alla famiglia.

Principio per molti discutibile, ma che ci permette di indicare con chiarezza ai ragazzi come, già nel

1947, l’Italia pensasse a un’idea di difesa che non era esclusivamente difesa dei confini nazionali

ma anche difesa delle persone più fragili (i bambini, gli anziani…).

Fatto questo spiegheremo brevemente quali erano i compiti principali della difesa di quei tempi:

protezione della popolazione;

protezione della sovranità popolare;

difesa dei confini nazionali;

difesa dell’indipendenza nazionale;

e spiegheremo come questi compiti richiedessero l’organizzazione di una difesa tradizionale, basata

prevalentemente sulle forze armate, su compiti di intelligence ecc.

Successivamente, racconteremo che, con la caduta del muro di Berlino, i concetti di difesa si sono

evoluti, si è passati dal concetto di Difesa a quello di Sicurezza perché, se è vero che oggi i paesi

europei difficilmente possono vedere i loro confini nazionali violati da un paese terzo, è anche vero

che la sicurezza degli stessi, il benessere dei loro cittadini è garantito se si garantisce la libertà del

sistema economico, del modello di vita, e perciò va’ difeso, non solo il territorio nazionale, ma

anche l’accesso alle fonti energetiche e alle materie prime che ci permettono di mantenere i nostri

standard di vita; va’ garantito che in altri paesi del mondo non sorgano squilibri o antagonismi nei

nostri confronti che producano instabilità e terrorismo internazionale; va’ garantito che nei paesi più

poveri si creino condizioni di sviluppo e di benessere che riducano la fuga e l’emigrazione da quelle

nazioni in cerca di condizioni di vita migliori, con tutti i problemi che di integrazione e di sicurezza

che questo comporta nei paesi più ricchi.

Perciò anche nel nostro paese non si parla più in senso stretto di Difesa della patria, ma di Difesa

degli interessi nazionali.

Una difesa che si estende ben oltre i confini nazionali e che prevede anche la partecipazione di

realtà molto diverse dalle Forze Armate tradizionali, quali la cooperazione internazionale, la

protezione civile e che vede assumere un ruolo importante anche a funzioni tipicamente civili quali

il commercio, la formazione, gli scambi culturali ecc…

Racconteremo che i compiti attuali della difesa italiana sono:

Contro ogni possibile aggressione salvaguardare

l’integrità del territorio nazionale

la sicurezza e l’integrità delle vie di comunicazione

la sicurezza delle aree di sovranità nazionale

la sicurezza dei connazionali all’estero

Contrastare le più recenti forme di conflitto asimmetrico

difesa dagli attacchi terroristici

difesa dall’impiego di armi di distruzione di massa

Gestione delle crisi internazionali

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azioni congiunte in materia di disarmo

missioni umanitarie e di soccorso

missioni di consulenza ed assistenza in materia militare

missioni di prevenzione dei conflitti e di mantenimento della pace

missioni di unità di combattimento per la gestione delle crisi ivi comprese le missioni tese al

ristabilimento della pace e le operazioni di stabilizzazione al termine dei conflitti

Svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubbliche calamità ed in altri casi di

straordinaria necessità e urgenza

(P.s.: Le definizioni sopra riportate sono tratte da documenti ufficiali del Ministero della Difesa

associati alle proposte di bilancio presentate al Parlamento in fase di discussione delle

Finanziarie).

Concluderemo questa parte, dicendo che oggi in Italia esiste un vero e proprio Sistema Difesa a cui

contribuiscono ben undici corpi o organismi.

Che il Sistema Difesa si divide in tre aree:

la Difesa Armata, a cui contribuiscono l’Esercito, la Marina, l’Aviazione e l’Arma dei

Carabinieri;

l’Ordine Pubblico, a cui contribuiscono Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Agenti di

custodia;

la Difesa Civile, a cui contribuiscono i Vigili del Fuoco, la Guardia Forestale, la Protezione

Civile e il Servizio Civile Nazionale.

Qualcuno, in aula, chiederà perché non abbiamo citato anche i Vigili Urbani (o Polizia locale):

risponderemo che è perché stiamo parlando di corpi e organismi costituiti dallo Stato per occuparsi

della difesa della Patria, mentre la polizia locale è un organismo costituito da Comuni e province i

cui compiti sono stabiliti a livello locale.

A questo punto, dovremmo spiegare come è stato possibile che il Servizio Civile Nazionale entrasse

a far parte del Sistema Difesa.

Se questo modulo è gestito insieme a quello della storia del servizio civile, semplicemente

passeremo a quello; se lo state realizzando prima o dopo di quello storico, rimanderete al modulo in

questione e passerete alla conclusione della lezione.

Conclusione che richiede di citare la sentenza della Corte Costituzionale 164/85, la legge 230/98, la

legge 64/01, le sentenze della corte costituzionale (perlomeno la 228/04) e, infine, alcuni passi della

normativa inerente il servizio civile.

Tutte citazioni che ci permetteranno di indicare con chiarezza i fondamenti giuridici del rapporto tra

Difesa della Patria e Servizio Civile Nazionale (troverete tutte le leggi e le sentenze citate nel cd

allegato a questa pubblicazione).

Corte Costituzionale – Sentenza n. 164/1985. Il Ministero della Difesa aveva fatto ricorso contro

la Legge 772/72 del 15 dicembre 1972 Norme in materia di obiezione di coscienza, contestando il

riconoscimento del servizio civile sostitutivo come modalità alternativa al servizio militare ai fini

dell’assolvimento del dovere costituzionale di difesa della Patria previsto dall’art. 52 della

Costituzione. La Corte Costituzionale respingeva tale ricorso, confermando che il servizio civile

rispondeva pienamente al dovere costituzionale di cui all’art. 52.

“Questa Corte (…omissis..) ha già avuto modo di precisare (sentenza n. 53 del 1967) che

"per tutti i cittadini, senza esclusioni, la difesa della Patria - che é condizione prima della

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conservazione della comunità nazionale - rappresenta un dovere collocato al di sopra di

tutti gli altri", cosicché "esso trascende e supera lo stesso dovere del servizio militare".

Di conseguenza, questo servizio - "nel quale... non si esaurisce, per i cittadini, il dovere

"sacro" di difesa della Patria" ha una sua "autonomia concettuale e istituzionale rispetto

al dovere patriottico contemplato dal primo comma dell'art. 52 Cost.", il che impone di

tenere distinte le rispettive sfere di applicazione.

In particolare, mentre il dovere di difesa é inderogabile, nel senso che nessuna legge

potrebbe farlo venir meno, il servizio militare é obbligatorio "nei modi e nei limiti

stabiliti dalla legge", purché, ovviamente, "non siano violati altri precetti costituzionali".

La legge che, con il dare riconoscimento e, quindi, ingresso all'obiezione di coscienza, ha

previsto per gli obbligati alla leva la possibilità di venire ammessi a prestare, in luogo del

servizio militare armato, servizio militare non armato o servizio sostitutivo civile, non si

traduce assolutamente in una deroga al dovere di difesa della Patria, ben suscettibile di

adempimento attraverso la prestazione di adeguati comportamenti di impegno sociale non

armato.

Quanto ai rapporti con il servizio militare obbliga torio (…omissis…) il fatto che sia stata

demandata al legislatore ordinario la determinazione dei modi e dei limiti del relativo

obbligo, ovviamente nel rispetto degli altri precetti costituzionali , consente di affermare

che, a determinate condizioni, il servizio militare armato può essere sostituito con altre

prestazioni personali di portata equivalente, riconducibili anch'esse all'idea di difesa

della Patria.”

Legge 230 dell’8 luglio 1998: “Art. 1: I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio

del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione

universale dei diritti dell'uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici,

opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi

armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio

militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo

rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei "Principi

fondamentali" della Costituzione. “

Legge 64 del 6 marzo 2001: “Art. 1. (Princìpi e finalità). E' istituito il servizio civile nazionale

finalizzato a:

a) concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed

attività non militari;

b) favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale;

c) promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con

particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla

pace fra i popoli;

d) partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione, con particolare riguardo ai

settori ambientale, anche sotto l'aspetto dell'agricoltura in zona di montagna, forestale, storico-

artistico, culturale e della protezione civile;

e) contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani mediante

attività svolte anche in enti ed amministrazioni operanti all'estero.”

Nel primo articolo della Legge 64, troviamo elementi che ci permettono di richiamare gli altri

articoli della Costituzione che le Linee Guida ci chiedono di affrontare in aula (troverete il testo

completo della Costituzione nel cd allegato a questa pubblicazione):

Il dovere di solidarietà: “Art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili

dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e

richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”

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La tutela del patrimonio storico e artistico: “Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della

cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico

della Nazione”.

E sarà facile per i formatori sottolineare come il Servizio Civile Nazionale favorisce anche la

realizzazione degli articoli 3 e 4:

“Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e

sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di

fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e

l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del

Paese”.

“Art. 4: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che

rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività

o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Corte Costituzionale – Sentenza n. 228/2004. La Provincia Autonoma di Trento ricorse contro la

Legge 64/01, sostenendo che le finalità della legge riguardavano temi che, a seguito della riforma

del titolo V° della Costituzione, erano di pertinenza esclusiva delle Regioni e delle Province

autonome e che, di conseguenza, la legge era incostituzionale perché ne affidava gestione e

programmazione allo Stato.

La Corte Costituzionale respingeva il ricorso sostenendo che, essendo il servizio civile finalizzato

alla difesa della Patria era legittimo che fosse lo Stato a gestirlo e promuoverlo:

“La previsione contenuta nel primo comma dell'art. 52 della Costituzione, che configura la difesa

della Patria come sacro dovere del cittadino, …. ha una estensione più ampia dell'obbligo di

prestare servizio militare.

Come già affermato da questa Corte, infatti, il servizio militare ha una sua autonomia concettuale e

istituzionale rispetto al dovere ex art. 52, primo comma, della Costituzione, che può essere

adempiuto anche attraverso adeguate attività di impegno sociale non armato (sentenza n. 164 del

1985)....

D'altra parte il dovere di difendere la Patria deve essere letto alla luce del principio di solidarietà

espresso nell'art. 2 della Costituzione, le cui virtualità trascendono l'area degli “obblighi

normativamente imposti”, chiamando la persona ad agire non solo per imposizione di una autorità,

ma anche per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona

stessa. In questo contesto, il servizio civile tende a proporsi come forma spontanea di adempimento

del dovere costituzionale di difesa della Patria.

È proprio nel dovere di difesa della Patria, di cui il servizio militare e il servizio civile

costituiscono forme di adempimento volontario, che i due servizi trovano la loro matrice unitaria”.

Nella stessa sentenza è richiamata la possibilità, per le Regioni e le Province autonome di realizzare

servizi civili regionali differenti per finalità e obiettivi da quello nazionale.

Nelle altre due sentenze della Corte, si ribadiscono i possibili ruoli delle Regioni e delle Province

Autonome e il dovere dello Stato a stabilire con loro rapporti di leale collaborazione nella gestione

e organizzazione del Servizio Civile Nazionale, rispettandone i pareri e il ruolo così come previsto

dal Decreto Legislativo 77 del 5 aprile 2002 “Organizzazione del Servizio Civile Nazionale”.

Dopo tutte queste citazioni, concluderemo richiamando due atti della normativa secondaria del

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servizio civile prodotti dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile nelle sole parti che illuminano il

collegamento tra servizio civile e difesa:

Carta di impegno etico – E’ la dichiarazione di intenti che ogni ente partecipante al Servizio

Civile Nazionale deve sottoscrivere per poter accedere al sistema. Contiene una serie di impegni

vincolanti coerenti con la filosofia del servizio.

“L'Ufficio nazionale per il servizio civile e gli enti che partecipano ai progetti di servizio civile

nazionale, sono consapevoli di partecipare all’attuazione di una legge che ha come finalità il

coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non

violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare i legami che

sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all’interno delle

comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale,

attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di coinvolgimento e partecipazione, che promuovono

a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di

cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle

istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale…”

“D.P.C.M. 4 febbraio 2009 “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e

volontari del servizio civile nazionale”. Gli enti di servizio civile partecipano all’attuazione di una

legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con

mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale”.

3. Metodologie adottabili per la realizzazione del modulo

Le Linee Guida ci dicono che questo modulo non può essere realizzato che in forma di lezione

frontale.

Pertanto il modo formalmente corretto di svolgere questa lezione, sarà quella di realizzare una

conferenza (con utilizzo di slide, filmati ecc. – nel cd allegato alla pubblicazione troverete un

esempio di slide che segue il percorso “narrativo” illustrato nel del paragrafo precedente).

Sarà utile anche l’utilizzo di testimoni dei diversi organismi preposti attualmente alla difesa dello

Stato Italiano (Esercito, Polizia, Protezione Civile..)

L’ideale sarebbe di portare in aula almeno un rappresentante di un corpo della difesa armata, uno di

un corpo che si occupa di ordine pubblico e uno di un corpo della difesa civile.

Anche le tecniche non formali sono estremamente utili, soprattutto se ci aiutano a identificare prima

della lezione frontale che significato hanno per i ragazzi che abbiamo in aula le parole Difesa e

Patria: tale conoscenza ci aiuterebbe a centrare meglio il nostro intervento, approfondendo le parti

che risultino meno conosciute alla classe.

Per poter utilizzare queste tecniche, senza violare la normativa, sarà sufficiente inserire il modulo

sulla difesa dentro a una giornata formativa che prevede altri moduli (storia del servizio civile,

protezione civile ecc..)

Il modulo sarà considerato formalmente concluso con la lezione frontale, le slide e le eventuali

testimonianze. La parte interattiva sarà registrata a carico degli altri moduli.

Come per il modulo sulla storia del servizio civile, la durata dipende da come i formatori

organizzeranno il piano formativo generale.

Basteranno due ore, se si limiteranno a una lezione frontale in cui riprendere la narrazione sulla

falsa riga di quanto indicato nel paragrafo precedente.

Quattro ore se vorranno effettuare con i ragazzi un lavoro di gruppo introduttivo.

Sei-sette ore se utilizzeranno più testimonianze e vorranno effettuare lavori di gruppo prima e dopo

la conferenze e le testimonianze.

Page 9: La difesa della Patria

E’ opportuno, per le ragioni indicate nel precedente capitolo, che anche questo modulo sia

realizzato nei primi quindici giorni successivi all’avvio del servizio

4. L’Agenda Formativa

Nell’agenda i tempi di conduzione indicati sono relativi a una durata di sei ore; se riducete la durata

tagliate i tempi di conseguenza

1. INTRODUZIONE (5’): “Il dovere di difesa della Patria”

Il conduttore introduce, molto brevemente, il tema del modulo ai partecipanti.

2. BREVE PRESENTAZIONE DEI PARTECIPANTI (15’): nome, età, città di provenienza,

cui si può aggiungere, per cercare di far conoscere meglio i partecipanti tra loro, un

‘hobby’, ‘un cantante preferito’, ‘la squadra del cuore’, ecc. cercando sempre di evitare che

la presentazione sia troppo dispersiva. Il conduttore potrà nuovamente riportare ciascun nome su

un post-it, su un cartellone, su dei foglietti di carta, ecc. per averli eventualmente a disposizione

per la creazione/la variazione dei gruppi di lavoro.

Se il conduttore è lo stesso dei moduli precedenti (quindi conosce già alcuni dei dati sopra

richiesti) la presentazione riguarderà aspetti non toccati in precedenza (musica preferita, ultimo

spettacolo teatrale, ultimo lavoro, hobby…)

N.B.: è fondamentale che il conduttore sappia concludere tutte le attività iniziali di ice-breaking

con una condivisione del senso e del valore dell’attività stessa e con una discussione in gruppo

delle reazioni provocate. Senza questa ripresa finale dei significati i giochi vengono vissuti come

attività ludiche prive di senso e, quindi, perdono efficacia nella creazione del gruppo.

3. LAVORO DI GRUPPO (1h20’).

I partecipanti vengono divisi in gruppi di 4 persone.

Il conduttore chiede a ciascun gruppo di realizzare delle brevi interviste a ciascuno dei suoi

componenti (A intervista B, B intervista C, C intervista D, D intervista A).

Gli intervistati devono rispondere alle seguenti domande:

1. Cosa è per te la Patria?

2. Cosa vuol dire Difendere la Patria?

3. Da che cosa ci dobbiamo difendere oggi?

Ogni intervistatore annota le risposte su un foglio.

Successivamente, il gruppo dovrà elaborare un testo unico dove, se possibile, riportare risposte

condivise.

Ogni gruppo nominerà un portavoce che illustrerà le risposte date; in mancanza di condivisione i

sostenitori delle diverse risposte le illustreranno singolarmente.

4. CONFERENZA (2h30’).

Al termine dei lavori di gruppo i risultati sono esposti in plenaria.

Il conduttore, attraverso l’utilizzo di slide illustra i fondamenti costituzionali della Difesa della

Patria, le finalità, l’organizzazione e gli obiettivi dell’attuale sistema Difesa, oltre ai richiami

presenti nella normativa sul Servizio Civile Nazionale al collegamento tra Difesa e Servizio Civile.

Dove sia possibile, illustrerà i collegamenti tra quanto emerso nel lavoro di gruppo e quanto da lui

raccontato.

Page 10: La difesa della Patria

Il conduttore potrà utilizzare alcune brevi testimonianze di rappresentanti di corpi di difesa armata e

non armata (per esempio: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Esercito, ecc.) per concretizzare

l’analisi teorica appena conclusa.

In questo caso sarebbe opportuno che i testimoni individuati fossero presenti anche durante

l’esposizione del conduttore in modo che la testimonianza possa inserirsi più armoniosamente nella

trattazione appena conclusa.

5. LAVORO DI GRUPPO (1h20’)

Il conduttore propone un gioco: “Se fossi il Ministro della Difesa”.

I gruppi costituiti per l’attività iniziale devono decidere come ripartire le risorse a loro disposizione

(stabilite dal conduttore) per difendere il Paese specificando a quali organizzazioni di difesa

destinarle (scelte solo tra quelle citate nel corso della giornata), per quali obiettivi, quali risorse

umane e quali strumenti utilizzare ecc.

In plenaria saranno presentati i differenti bilanci e discusse le varie posizioni.

Il conduttore proverà a far mettere d’accordo i gruppi per la redazione di un bilancio condiviso.

6. VALUTAZIONI DELLA GIORNATA FORMATIVA (30’).

Gioco: il Gomitolo.

Dopo aver sistemato in circolo le sedie presenti nell’aula, il conduttore chiede ai partecipanti di

sedersi e offre a uno di essi un capo di un gomitolo.

La persona che è stata scelta dovrà, tenendo il capo del gomitolo, offrire lo spago a un altro

partecipante e contestualmente dire ad alta voce la cosa/situazione/attività della giornata che meno

gli è piaciuta.

Il compagno che riceverà lo spago, sempre tenendone un capo, dovrà offrirne un altro a un terzo

partecipante, sempre dicendo ad alta voce un elemento della giornata che non è piaciuto, e così via.

Il conduttore stabilirà che NON è possibile ripetere delle segnalazioni che già sono emerse,

costringendo tutti i partecipanti a individuare degli elementi nuovi.

Man mano che i partecipanti si passeranno lo spago emergeranno degli elementi della giornata che

non sono piaciuti.

Quando tutti avranno in mano lo spago e quindi saranno emersi tutti gli elementi negativi della

giornata, il conduttore chiederà all’ultimo partecipante che ha ricevuto lo spago di cominciare a fare

il percorso inverso, riavvolgendo il gomitolo.

Questa volta recuperando lo spago i partecipanti dovranno dire, in plenaria, un elemento positivo

della giornata senza ripetersi.

Il gioco termina quando tutto lo spago sarà riavvolto e tutti i partecipanti avranno espresso e

condiviso un elemento positivo e uno negativo della giornata senza influenzarsi tra loro.

Al termine di quest’ attività interattiva, viene chiesto ai partecipanti di riportare su una scheda di

valutazione tutte le considerazioni emerse: positive e negative.

Materiali necessari:

Slides:

Video, filmati, documenti;

Cartelloni;

Fogli di carta di vari formati;

Gomitolo

Cancelleria;

Scotch.

Allegati relativi al capitolo 3:

Legge 772/72

Legge 230/98

Page 11: La difesa della Patria

Legge 64/01

DLgs 77/02

Sentenze della Corte Costituzionale .164/85, 228/04, 229/04 e 431/05,

Costituzione della repubblica italiana

Slide “La Difesa della Patria”