“La didattica on-line nel processo ... - Provincia di Torino · durante l’infanzia, ma per...

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“La didattica on-line nel processo di apprendimento e insegnamento delle Scienze Motorie Sportive nella scuola secondaria di secondo grado con specifico riferimento al gioco sportivo del Basket”. Specializzata: Alessandra Bersabea Marinello Supervisore: Stefania Cazzoli a.a. 2005 – 2006

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“La didattica on-line nel processo di apprendimento e insegnamento

delle Scienze Motorie Sportive nella scuola secondaria di secondo grado

con specifico riferimento al gioco sportivo del Basket”.

Specializzata: Alessandra Bersabea Marinello

Supervisore: Stefania Cazzoli

a.a. 2005 – 2006

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“L’oggetto dell’educazione non è dare all’allievo una quantità

sempre maggiore di conoscenze, ma è “costituire in lui

uno stato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima

che l’orienti in un senso definito, non solamente

durante l’infanzia, ma per tutta la vita”.

Durckheim E.1

                                                                                                               1 Durkheim E., ”L’evolution pédagogique en France” , PUF, Paris, 1890, pag. 38

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1.0. IL CONTESTO

1.0.1 L’ISTITUTO

Il secondo modulo di tirocinio attivo è stato effettuato in un Istituto di Istruzione Superiore della seconda cintura torinese. L’Istituto ha ottenuto l’accreditamento presso la Regione, ossia una certificazione che attesta il possesso di definiti livelli organizzativi e procedure di lavoro, in virtù dei quali può partecipare, in forma consortile con altri soggetti di cui uno capofila, a bandi regionali finalizzati a ottenere finanziamenti su progetto per svolgere attività formativa e didattica nei settori handicap e corsi post-diploma. Nel corso del 2003-2004 è stato realizzato un corso post-diploma per “Tecnico di organizzazione eventi sportivi e culturali” con sede presso nella scuola.

L’Istituto ha due sezioni con complessivi cinque indirizzi: tre afferiscono alla sezione tecnico-commerciale e per periti aziendali, due alla sezione professionale per il commercio. La sezione tecnica è organizzata in vari indirizzi, quali:

IGEA, Il corso si propone di formare esperti idonei alla gestione dei problemi economico-aziendali. L’offerta è quella di un’ampia cultura generale, di una buona capacità linguistica, di abilità connesse all’organizzazione d’impresa. In particolare, per raggiungere tali obiettivi, si svilupperà l’approfondimento dei linguaggi settoriali e delle tecniche della comunicazione, avvalendosi di programmi informatici e di esperienze dirette quali stages aziendali. Il corso consente il conseguimento della Patente Europea per il computer (ECDL) attraverso le attività di laboratorio in Trattamento Testi, Matematica ed Economia Aziendale, ecc. ERICA, ossia educazione per le relazioni interculturali e la comunicazione aziendale, una sperimentazione con forte connotazione linguistica sull’indirizzo dei periti aziendali promossa e diffusa tra gli anni ottanta e novanta del Novecento dal Ministero della Pubblica Istruzione. Il corso fornisce, su una cultura di base ampia e solida, approfondite conoscenze comunicative e linguistiche a livello liceale (due lingue straniere nel biennio, cui se ne aggiunge una terza nel triennio, con l’intervento di conversatori madrelingua). In orario scolastico gli allievi verranno inoltre preparati al fine di conseguire certificazioni delle competenze linguistiche a livello Europeo (DELF, PET, FIT,ZD). E’ possibile scegliere, quale terza lingua, oltre al francese e al tedesco anche lo spagnolo. Storia dell’arte, informatica, diritto ed economia aziendale, geografia economica ampliano gli orizzonti culturali degli studenti, preparandoli in maniera qualificata e innovativa all’ingresso nel mondo del lavoro o dell’università. PACLE, L’indirizzo offre un piano di formazione finalizzato alla comprensione dei fenomeni socioeconomici e dei processi organizzativi dell’azienda e alla conoscenza di due lingue straniere attraverso le attività di laboratorio e l’interveneto di docenti madrelingua. Dal 2000, sull’indirizzo l’Istituto ha inserito un approfondimento su discipline di grande attualità quali l’informatica, le tecniche multimediali, la linguistica e le scienze della comunicazione, i linguaggi espressivi e la pubblicità. Nell’assetto riformato della scuola media superiore s’intende far evolvere l’indirizzo in un Liceo Tecnico per la comunicazione, la multimedialità ed i linguaggi espressivi.

Una SEZIONE PROFESSIONALE per il commercio è organizzata su un primo ciclo di tre anni che si conclude, previo superamento di esami con una serie di prove integrate, con il diploma di QUALIFICA DI OPERATORE DELLA GESTIONE AZIENDALE (OGA) O DI OPERATORE DELL’IMPRESA TURISTICA (OIT). E’ possibile proseguire nel IV e V anno di specializzazione

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in un corso post-qualifica di TECNICO della GESTIONE AZIENDALE (TGA) e TECNICO DEI SERVIZI TURISTICI (TST). L’istruzione professionale è caratterizzata da una preparazione che insieme a quelle di base è soprattutto tecnico-pratica e unisce allo sviluppo di abilità applicative la conoscenza del sistema aziendale.

La seguente tabella riassume il numero degli alunni frequentanti i vari indirizzi:

IGEA ERIKA PACLE OGA - OIT TOTALE

179 221 205 205 810

TABELLA N° 1 ALUNNI FREQUENTANTI L’ISTITUTO

In tutti gli indirizzi del tecnico e nel biennio del professionale sono state introdotte sperimentazioni in autonomia didattico - organizzativa che sono così riassunte:

In ambito curricolare vengono organizzati stages bisettimanali per gli studenti del professionale (gli stages per la sezione tecnica vengono invece proposti durante il periodo estivo), scambi di classi con l’estero e soggiorni in lingua (con maggior riguardo per gli studenti degli indirizzi linguistici), visite guidate e viaggi di istruzione, visite aziendali, accordi di rete (bioetica, ecorivista). L’Istituto,

SPERIMENTAZIONI    

IGEA: sperimentazione al terzo anno per incrementare lo

studio dell’informatica nell’ottica dell’acquisizione della patente

europea per il computer (ECDL);

 ERICA: potenziamento dello studio delle lingue straniere (in

particolare con incremento della didattica del conversatore)

nell’ottica dell’acquisizione delle certificazioni internazionali in lingua;

  PACLE: un forte orientamento, mediante compensazioni anche sensibili tra le materie (entro comunque il tetto del 15%) ed interventi

di esperti, per la comunicazione, la multimedialità ed i linguaggi espressivi;

 BIENNIO PROFESSIONALE: riorganizzazione dell’area di approfondimento per progetti e livelli utilizzando anche lo strumento

dell’attività interclasse.

 

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per sviluppare le attività descritte, adotta gli strumenti ammessi dall’autonomia scolastica2, quali: flessibilità dell’orario, adattamento del calendario scolastico, didattica per interclassi.

L’orario delle lezioni è organizzato in moduli di cinque giorni settimanali di sei ore di 50 minuti (con due intervalli di 10 minuti ogni gruppo di due ore), e uno o due rientri pomeridiani di due ore da 50 minuti: per completare il monte ore annuale di ciascuna classe di ciascun indirizzo, si utilizzano alcuni sabati di rientro (fino a sei) e all’occorrenza si estende il calendario (anche anticipando l’inizio delle lezioni) distribuendo le ore da recuperare in due settimane definite “integrative”, che non prevedono i rientri pomeridiani; tali “serbatoi” orari vengono utilizzati spesso come contenitori della attività specifiche.

Per evitare che la struttura dell’orario standard provochi il taglio a recupero di una stessa materia, ogni bimestre si provvede a un rimodellamento della distribuzione delle ore di lezione. In questo modo si garantisce tra l’altro l’orario completo dal primo giorno di scuola.

Le risorse materiali consistono in: laboratori informatici collegati con internet, laboratori di chimica-fisica-biologia; laboratori linguistici (inglese, francese, tedesco); sala conferenze e audiovisivi; sala musica con palco; auditorium-teatro; biblioteca; sala stampa; locali adibiti a palestre e piastra esterna polivalente per giochi (pallavolo, basket), campi esterni (campo da calcio, fossa del salto in lungo e due corsie 50 m per l’atletica). Oltre a ciò materiali e sussidi di uso comune (lavagne luminose, carte geografiche, apparati tv ecc.).

Il Collegio Docenti, come dispone la normativa, decide in merito ai criteri di valutazione per gli scrutini al fine di assicurare omogeneità di comportamenti delle decisioni dei singoli consigli di classi, i quali possono apportare a detti criteri eventuali correttivi e specifici parametri. La tendenza ormai consolidata è di considerare a rischio di non promozione l’insufficienza grave in due - tre materie ovvero l’insufficienza in almeno quattro materie (il voto di 4/10 esprime un grado di insufficienza che può già essere motivata come grave).

Prima dell’esposizione dei tabelloni i coordinatori ricevono alunni e genitori per offrire loro un quadro più motivato dei risultati e in particolare per segnalare, nel caso di debiti, gli argomenti da rivedere o approfondire ovvero suggerimenti per compitazioni estive. Il debito formativo è assoggettato all’obbligo di verifica che viene effettuata, in forma e modalità discusse a livello di dipartimenti di materie, nella prima parte del nuovo anno scolastico (ordinariamente entro il 15/11): gli esiti vengono pubblicati all’albo della scuola come per gli scrutini. In ogni classe un docente assume il ruolo di coordinatore al quale spetta di monitorare:

la classe sotto il profilo comportamentale (assenze, ritardi, disciplina), didattico e dei rapporti interpersonali, mantenere i contatti e i collegamenti entro il consiglio e con le famiglie, segnalare i casi di difficoltà, coordinare i possibili interventi, seguire in genere l’attività collegialmente programmata.

I risultati di profitto sono comunicati dagli insegnanti ai singoli allievi ai quali viene affidata, sotto la loro responsabilità, la compilazione di un “libretto dei voti”. All’inizio dell’anno viene

                                                                                                               2 MIUR Legge autonomia scolastica, L. n° 59 del 15/3/1997

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pianificato il calendario delle riunioni di Consiglio di classe con assemblea (ossia un consiglio aperto a tutti i genitori della classe); inoltre si possono fissare appuntamenti per colloqui individuali. I progetti e le attività di portata più generale vengono monitorati sia attraverso schede di rilevamento (predisposte in particolare dai docenti con specifica funzione POF e monitoraggio e Disagio e ottimizzazione), sia attraverso relazioni finali presentate dai referenti dei gruppi di lavoro. Accanto alle finalità ed agli obbiettivi propri agli indirizzi ed alle materie in essi insegnate, la scuola persegue scopi di natura educativa e di arricchimento formativo che, in quanto di valenza didattico-formativa, sono sviluppati in ambito curricolare entro comunque la soglia massima del 15% (ossia viene sempre garantito che almeno l’85% del monte ore annuale per ciascuna classe di ciascun indirizzo è assegnato e svolto come insegnamento delle discipline di studio proprie del piano di studi specifico). In breve i principali nodi tematici e le educazioni:

BEN-ESSERE E BEN-STARE: progetti di educazione alla salute, ascolto e orientamento di tipo psicologico, bioetica, In particolare la manifestazione di “Bioetica e SPORT”;

LINGUAGGI ED ESPRESSIVITÀ: progetti di alfabetizzazione teatrale, educazione all’immagine e ad altre forme di linguaggio di tipo artistico; trasversalità dei linguaggi e rapporti tra linguaggio e territorio;

SVILUPPO SOSTENIBILE: progetti di educazione all’ambiente, laboratori ambientali, escursioni guidate;

CONVIVENZA CIVILE: riflessioni e approfondimenti sulla civiltà giuridica, il rispetto della legalità e i rapporti di convivenza e rispetto reciproco anche in ambito “stradale” (in funzione dell’acquisizione della patente per ciclomotori);

IL MONDO DEL LAVORO: attività di orientamento al lavoro e orientamento universitario; conoscenza dei modelli aziendali;

SPORT: Ogni anno all’interno dell’istituto è presente l’attività di Gruppo sportivo che comprende diverse discipline: Pallavolo, pallacanestro, softball, ginnastica artistica, atletica, calcio e danza. Alla fine dell’anno scolastico le attività considerate trovano sbocco nei campionati studenteschi e nelle sue diverse fasi (comunali, provinciali, regionali, nazionali) Un grosso limite per una più numerosa partecipazione a tali attività, è rappresentato dalla scomoda collocazione dell’Istituto. Infatti, svolgendosi al pomeriggio, gli allievi incontrano gravi problemi di trasporto; considerando anche il fatto che l’Istituto abbraccia una fascia di utenza che comprende gran parte della bassa Val di Susa. Inoltre sono attuati, come attività di recupero orario, progetti di avvicinamento a pratiche sportive come: tennis, rugby; hitball, tali attività sono state effettuate da esperti esterni;

CITTADINANZA ATTIVA: progetti inerenti l’educazione interculturale, i diritti umani, la solidarietà, il volontariato, le pari opportunità;

INTEGRAZIONE: gli alunni diversamente abili partecipano in via generale a tutte le attività sopraelencate, in particolare per loro inoltre lo staff dei docenti di sostegno sviluppa progetti e percorsi mirati (Gruppi Sportivi Scolastici integrati: dall’atletica, campestre, vela, alla palestra, al nuoto, allo sci, inoltre pet terapy, alla facilitazione della comunicazione, teatro, manualità, ecc.).

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1.0.2. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE

L’attività di Tirocinio Attivo si è svolta, nella sezione commerciale nelle classi V C e 5 B Erica. L’orario delle attività didattiche varia in base al bimestre, secondo la seguente tabella:

ORE LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI GIOVEDI’ VENERDI’ SABATO 1 5 C E 1BE 5BE 2BE 2CP 2 5 C E 4BE 5BE 2BE 2CP 3 3BE 4BE 1BP 4CE 4 3BE 1BP 4CE 5 6 7 8

Nell’orario, generale delle lezioni, si evidenzia un’alternanza nell’uso dei locali adibiti a palestra che vengono usati a turno o in caso di necessità in compresenza su due classi dai vari docenti di Ed. Fisica, quindi gli insegnanti sono obbligati ad adattare la loro programmazione didattica alla turnazione e al locale.

Durante l’incontro preliminare, il docente accogliente ha:

presentato la scuola in generale e il POF; presentazione del piano di lavoro; presentazione programmazione; presentazione dei progetti motori, interdisciplinari e non; individuazione delle classi in cui svolgere l’intervento di tirocinio attivo: 5 C ERICA e 5 B

ERICA e presentazione delle classi da un punto di vista disciplinare – educativo e motorio (test motori);

definizione dei criteri per l’elaborazione di un questionario/Identikit che consenta la conoscenza degli alunni;

definizione dei criteri di programmazione; definizione degli obiettivi in raccordo con le linee guida dl POF e con la programmazione

del D.A. tenendo conto delle indicazioni date dai programmi ministeriali (Fonte del D.P.R.1° ottobre 1982, n° 908)3 ancora in vigore nella scuola media superiore;

pianificazione/organizzazione e definizione dell’attività individuata: per entrambi le classi quinte l’intervento didattico prevede un percorso pratico al consolidamento dei fondamentali di squadra nel basket, utilizzando come riscaldamento il metodo Bressan4. Gli spunti teorici legati alla Pallacanestro sono affrontati in itinere durante la lezione e approfonditi, (definendo criteri di ricerca, modalità, attendibilità delle informazioni trovate) mediante una didattica on-line, al sito www.edurete.org che i ragazzi potranno utilizzare come esempio per elaborare eventuali tesine per l’Esame di Stato.

definizione dei criteri di valutazione del processo di insegnamento/apprendimento; definizione dei materiali per la raccolta dei feedback su cui basare la riflessione finale.

                                                                                                               3 MIUR, D.P.R.1° ottobre 1982, n° 908 4 www.metodobressan.it

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1.0.3. LE CLASSI

Il Docente Accogliente mi ha fornito, per avere un quadro generale delle abilità motorie e delle caratteristiche degli alunni, dei test d’ingresso, rilevati a inizio anno scolastico, per entrambe le classi quinte, anche se nell’intervento didattico l’attenzione si è concentrata maggiormente nei riguardi della preparazione pratico teorico dell’Esame di Stato. Il docente Accogliente sottolinea l’importanza del conoscere il corpo non più attraverso caratteristiche e risultato ma comprendendo perché e in che modo si arriva a tali risultati, differenziando sia il linguaggio che le modalità a seconda delle classi.

Elenco brevemente, nella tabella successiva, le caratteristiche descrittive e informative rilevate durante le ore di tirocinio osservativo.

CLASSE CARATTERISTICHE NOTIZIE INFORMATIVE

DESCRIZIONE

Caratteristiche generali

V C ERICA

14 alunni (2 maschi, 12 femmine) presente un alunno D.A. con deficit cognitivo che frequenta l’attività in palestra in modo autonomo.

Buone la partecipazione e l’attenzione, buona disciplina ottima la correttezza Non sono presenti leader, si evidenziano piccoli gruppi. La classe dimostra notevole attenzione e coinvolgimento nelle attività nei confronti dell’alunno D.A. che partecipa in modo positivo/costruttivo a tutte le attività della classe.

5 B ERICA

13 alunni (11 femmine, 2 maschi) presente un alunna D.A. che non partecipa alla lezione perché ha subito un operazione per lei è pericolosa anche la presenza in palestra .

Classe positiva composta da un gruppo di allieve attente e partecipi. Sono molto scolastici ma non propositivi. Il rapporto tra i pari è positivo, anche se si evidenzia un caso d’insofferenza nei confronti delle regole, da parte di uno degli alunni che si dimostra interessato esclusivamente all’attività di Ed. Fisica.

TABELLA N° 2 DESCRIZIONE DELLE CLASSI

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2.0. FINALITA’

L’intervento didattico prevede una parte pratica e una teorica sintetizzata come segue:

1. PRATICA: nella fase di riscaldamento si propone il Metodo Bressan che è un innovativo programma di allenamento che mira a sviluppare le abilità fisiche in chiave tecnica in modo rapido ed efficace con l’ausilio della musica. (Fonte Bressan C. 2006)5 Un eccellente e collaudato sistema di allenamento, che assieme ai più canonici esercizi sull'insegnamento della pallacanestro, associa la bellezza della musica, in modo da creare i presupposti ottimali per dare un nuovo stimolo innovativo. (Fonte Metodo Bressan 2006)6. In seguito si prospettano lezioni sui fondamentali di squadra7.

2. TEORICA: utilizzo della formazione on-line attraverso un percorso realizzato durante un lavoro di pedagogia sperimentale, disponibile al sito: www.edurete.org8 mediante il quale ho potuto approfondire la parte teorica degli aspetti pratici affrontati durante le lezioni, dando indicazioni sul significato di e-learning e didattica on-line, (stabilendo criteri di ricerca, modalità e attendibilità delle informazioni trovate inoltre sono state inserite, in allegato, le indicazioni per la costruzione del percorso (date dal docente di Pedagogia sperimentale durante il corso SIS)9 e grazie all’informal learning i ragazzi hanno potuto avere un confronto costruttivo per l’elaborazione delle tesine per l’Esame di Stato10.

Il D.A. mi ha fornito materiale relativo all’Esame di Stato, (Fonte MIUR 2003/2004)11 infatti l’Educazione Fisica è diventata una delle possibili prove d’esame scritto cosiddetta “Terza prova” ed è entrata a far parte del colloquio orale, nell’ottica di una verifica interdisciplinare della preparazione del candidato. Secondo i Programmi ministeriali la “Terza prova” può articolarsi in diverse forme attraverso la consegna di temi, quesiti e problemi da risolvere. Il D.A. mi ha fornito alcuni esempi di prove (Fonte D.A.2001/2002/2003) molto utile per la riflessione sottoforma di test e la rispettiva griglia di misurazione (Fonte D.A. 2001/2002/2003) che definiscono i criteri di valutazione che sono stati inseriti nella relazione del Tirocinio.

La scelta degli argomenti è in raccordo con le indicazioni nazionali del D.P.R. n° 908/198212 e dal programma del D.A. in questa fase dell’anno scolastico vengono analizzati i giochi sportivi di squadra e la loro valenza al fine di sviluppare la tattica di squadra e continua l’approfondimento teorico del lavoro proposto dal D.A.

                                                                                                               5 Metodo Bressan C. “Il ritmo musicale nei fondamentali”, www.tuttobasket.net 2006, pag 71 6 www.metodobressan.com 7 http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=443 8  http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=446  ;  http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=448  

9 Trinchero R. “Corso di pedagogia sperimentale”, SIS, Torino, A.A. 2005/2006 10 MIUR, Ordinanza Ministeriale n° 35, “Istruzioni e modalità organizzative e operative” 11 MIUR Ordinanza Ministeriale n° 35, “Istruzioni e modalità organizzative ed operative pr lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali”. Roma, Anno scolastico 2002/2003 12 MIUR, D.P.R. 1° ottobre 1982, n° 908, Roma, 1982

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3.0. PROGRAMMAZIONE DEL DOCENTE ACCOGLIENTE E DEL CONSIGLIO DI CLASSE

Il programma è unico per il quinquennio, variabile nell’intensità a seconda del livello delle classi e della composizione. La programmazione nella secondaria superiore deve necessariamente riallacciarsi a ciò che è stato nell’inferiore per proiettarsi verso la formazione psico-sociale dell’allievo in un rapporto insegnante-alunno sempre più di cooperazione, anziché di adeguamento culturale e comportamentale. A questo proposito il docente accogliente sottolinea:

la necessità di possedere strumenti più efficaci per la programmazione, la revisione e l’aggiornamento delle tecniche di intervento educativo.

riflettere e capire come l’Educazione Fisica possa concorrere alla crescita e alla formazione dell’individuo.

Attraverso un processo di pianificazione delle azioni didattiche sulla base di un modello operativo che si può cosi sintetizzare con la: definizione degli obiettivi, pianificazione dell’esperienza, realizzazione ,verifica e valutazione, perfezionamento del progetto

Il Docente accogliente afferma che i programmi non sono più solo un elenco di contenuti pre-definiti, il più delle volte estranei sia agli interessi degli alunni, quindi poco motivati, che alla realtà ambientale, socio-culturale in cui si opera, ma indicano una serie di obiettivi unici per l’intero corso di studi da conseguenze attraverso modi e tempi scaturiti da una programmazione coordinata dagli organi collegiali delle scuole, che basandosi sul principio fondamentale dell’individualizzazione, tenga in massima considerazione l’alunno.

Come d’abitudine, all’inizio di ogni anno scolastico , gli allievi delle prime e seconde classi sono sottoposti a dei test attitudinali per verificare il livello di preparazione psico-fisica: Forza Destrezza e agilità, Equilibrio, Resistenza, Velocità , Flessibilità, Coordinazione

Inoltre vengono effettuati dei test sui fondamentali individuali dei principali giochi sportivi (Pallavolo, Pallacanestro, Softball, Pallamano). Gli stessi sono ripetuti a metà e fine anno scolastico per verificare eventuali modificazioni del processo di apprendimento e quindi apportate modifiche didattiche a seconda dei risultati. Gli obiettivi trasversali dei Consigli di Classe sono riassunte nella seguente tabella che definisce anche le discipline coinvolte e il criterio di raggiungimento degli obiettivi:

OBIETTIVI TRASVERSALI DEI CONSIGLI DI CLASSE

DISCIPLINE COINVOLTE

RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETIVI

Comportamento corretto con docenti e compagni.

Tutte La misurazione dei livelli raggiunti è effettuata secondo le tabelle tassonomiche classiche

Rispetto delle norme previste dal regolamento d’Istituto.

Tutte “

Capacità di lavorare in modo autonomo e collaborativo sia a livello individuale che di gruppo.

Tutte “

Acquisizione delle conoscenze di base nelle varie discipline e capacità di utilizzarle nella realtà quotidiana.

Tutte “

Capacità di relazionare in modo strutturato e con l’uso dei linguaggi settoriali.

Tutte “

TABELLA N° 3 OBIETTIVI TRASVERSALI DEL CONSIGLIO DI CLASSE

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Gli obiettivi generali presi in considerazione sono:

1. Potenziamento fisiologico attraverso il miglioramento razionale e progressivo della resistenza (muscolare e organica), della velocità (in risposta a vari tipi di stimoli), dell’elasticità muscolare, della scioltezza articolare e delle grandi funzioni organiche (respiratoria, circolatoria e cardiaca).Il tutto sarà fatto in funzione del raggiungimento della salute e dell’acquisizione delle doti di base, che sono il presupposto di ogni attività motoria, attraverso i mezzi più svariati e adattati alle circostanze (es. segmentari, globali, con piccoli attrezzi, con piccoli carichi, giochi).

2. Rielaborazione degli schemi motori, si baserà sulla ricerca razionale del miglioramento e dell’ulteriore sviluppo delle esigenze somato-funzionali per renderle adattabili alle nuove esigenze, sull’arricchimento del patrimonio motorio, sulla conoscenza di se stessi a partire dal proprio corpo, sul rapporto esistente tra sé e lo spazio e tra sé e gli altri. I mezzi di volta in volta varieranno per rendere le situazioni inconsuete, al fine di stimolare e interiorizzare la conoscenza del proprio corpo e per raggiungere nuovi e più complessi equilibri motori. Si potrà ricorrere a semplici esercizi di scoperta, conoscenza e coscienza del corpo (contrazioni e decontrazioni), a esercizi con piccoli attrezzi eseguiti individualmente o a coppie e a gruppo con ritmi costanti e variati, a esercizi di espressività liberi o guidati ad esercizi ai grandi attrezzi per la ricerca di nuovi atteggiamenti del corpo in un diverso rapporto con la gravità.

3. Consolidamento del carattere e sviluppo della socialità, si potrà raggiungere portando i ragazzi alla effettiva coscienza e alla consapevolezza dei propri mezzi, al superamento di eventuali remore psicologiche, alla socializzazione, al senso di responsabilità e al senso di disciplina. Per quanto riguarda l’autocoscienza il lavoro si svilupperà intorno ad esercizi di verifica e conferma della strutturazione dello schema corporeo, su esercizi per il controllo dell’equilibrio e della lateralità, su esercizi per la coordinazione spazio-temporale e psicomotoria, per il controllo posturale e per il controllo della respirazione. Per la socializzazione, il senso della responsabilità e l’autodisciplina, si potrà far ricorso al lavoro collettivo e collaborativo, all’applicazione e alla gestione di regolamenti, all’ideazione di giochi con relative regole, all’attribuzione di ruoli di arbitraggio e di giuria.

4. Conoscenza e la pratica delle attività sportive, quarto obiettivo del programma, si baserà sul tentativo di consolidare nei ragazzi abitudini di vita permanenti, di renderle consapevoli che lo sport è espressione della propria personalità, a prescindere dalle doti individuali, in quanto mezzo di riappropriazione della propria dimensione umana, ognuna con i propri mezzi. Alla fase di sensibilizzazione farà seguito il lavoro di preparazione tecnica per fornire ad ognuno i mezzi adeguati ed ottimali di realizzazione. Verranno impostati i fondamentali individuali (ed eventualmente di squadra) della pallavolo, della pallacanestro, del softball, del calcio, della pallamano, del rugby e dell’atletica leggera, il tutto naturalmente nei limiti delle strutture scolastiche a disposizione.

5. Informazioni fondamentali sulla tutela della salute e sulla prevenzione degli infortuni, si ricollega pure al tentativo di collocare gli allievi in un circuito di interessi che travalichi i limiti scolastici. Si cercherà pertanto di sfruttare qualunque opportunità ci venga offerta per stimolare curiosità ed interesse verso tutto ciò che riguarda il corpo, per fornire elementi di igiene elementare, per spiegare quanto è necessario fare per evitare infortuni e per fornire tecniche di pronto soccorso (corso di Pronto Soccorso / Alimentazione). Si cercherà infine di organizzare escursioni in montagna, con o senza sci, per permettere una migliore conoscenza della natura e della cultura montana.

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Gli Obiettivi specifici sono:

La collocazione delle lezioni nella programmazione didattico/educativa del docente varia a seconda delle classi, settembre e ottobre sono stati dedicati alla conoscenza del grado di preparazione degli allievi e delle loro capacità fisiche per poter meglio giudicare, controllare e favorire, lo sviluppo armonico del corpo e delle funzioni vitali, in modo più approfondito nelle classi prime poiché il DA è in ruolo e da parecchi anni nello stesso Istituto e negli stessi corsi e garantisce la continuità didattica dalla prima alla quinta. Il Dipartimento di Educazione Fisica ha elaborato un piano di lavoro che individua delle tematiche (test di valutazione, giochi di sportivi, sport individuali e teoria) per ogni classe ed è riassunto nelle seguente tabella:

OBIETTIVI  

SPECIFICI  

SVILUPPO DELLE CAPACITÀ CARDIO-

CIRCOLATORIE E RESPIRAZIONE  

STRUTTURAZIONE SPAZIO-

TEMPORALE  

FONDAMENTALI INDIVIDUALI DI

SQUADRA  

Sviluppo della forza; Coordinazione neuro-muscolare; Equilibrio statico e dinamico; Mobilizzazione articolare.

 

Educazione al ritmo; Coscienza del proprio spazio corporeo; Educazione respiratoria; Coscienza dei cambiamenti metrici e di forza (età 14-19).

 

Regole sportive; Socializzazione; Dinamica di gruppo; Capacità organizzative e di collaborazione.

 

SVILUPPO DI UNA COSCIENZA SPORTIVA  

Analisi dei principali paramorfismi e dimorfismi, studio per la loro prevenzione e correzione Elementi di primo soccorso.

 

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Classi prime CONOS. IL CORPO

Test valutazione - Salto in alto sul posto - Salto in lungo da fermo - Salto triplo da fermo - Lancio della palla medica - Addominali - Corsa fra i ritti - Corsa veloce, 30 mt. - Presa della palla da supini - Percorso ad ostacoli - Corsa 900 mt.

Giochi sportivi Pallacanestro: fondamentali individuali e di squadra - Pallavolo: fondamentali individuali e di squadra - Propedeutica al softball : kicking-ball

Ginnastica artistica - Preacrobatica: capovolta avanti, indietro, verticale ruota - Trave, cavallina

Piccoli attrezzi - Fune, cerchio, uso proprio ed improprio.

Classi seconde I SALTI

Test di salto - Alto - lungo - triplo - con ostacolo

Giochi sportivi - Pallacanestro/Pallamano: fondamentali individuali e di squadra - Il salto nella pallacanestro: rimbalzo - terzo tempo - sospensione e tiro - Pallavolo: fondamentali individuali e di squadra - Il salto nella pallavolo: muro - schiacciata - palleggio in sospensione - Softball: fondamentali individuali e di squadra

Atletica - Salto in alto: frontale - sforbiciato - Fosbury - ventrale - Salto in lungo - Corsa ostacoli

Ginnastica artistica - I salti nella ginnastica artistica - Superamento della cavallina Piccoli attrezzi - La fune: uso proprio e improprio.

Classi terze: LA CORS A

Capacità condizionali - Resistenza - Velocità

Giochi sportivi - Pallacanestro: fondamentali individuali e di squadra - Softball: fondamentali individuali e di squadra - Pallavolo: fondamentali individuali e di squadra

Atletica - 60 Mt. - 100 Mt. - 300 Mt. - 900 Mt. - corsa ad ostacoli - staffetta

Teoria - Benefici dell’Educazione Fisica - Apparato scheletrico - Apparato muscolare - Paramorfismi e riformismi - Alimentazione - Approfondimento teorico della parte pratica.

Classi quarte CORSA SALTI

Resistenza - Percorsi, test sui 900 Mt. Velocità - 60 Mt. - 100 Mt. - 300 Mt. - Staffetta - Corsa ad ostacoli

Giochi sportivi - Pallacanestro: fondamentali individuali e di squadra - Il salto nella pallacanestro: rimbalzo - terzo tempo - sospensione e tiro -

Giochi sportivi Pallavolo: fondamentali individuali e di squadra - Il salto nella pallavolo: muro - schiacciata - palleggio in sospensione - Softball: fondamentali individuali e di squadra

Atletica - Salto in alto: frontale - sforbiciato - Fosfuro - ventrale - Salto in lungo

Classi quinte GIOCHI SPOR TIVI

Capacità condizionali - Velocità - Resistenza - Mobilità - Forza - Coordinazione

Giochi sportivi - Softball: fondamentali di squadra e teoria - Pallacanestro: fondamentali di squadra e teoria

Giochi sportivi - Pallamano: fondamentali di squadra e teoria - Pallavolo: fondamentali di squadra e teoria - Hitball: fondamentali di squadra e teoria

Teoria - Benefici dell’Educazione Fisica - Apparato scheletrico - Apparato muscolare - Paramorfismi e disformismi - Alimentazione - Approfondimento teorico della parte pratica.

TABELLA N° 4 PIANO DI LAVORO D’ISTITUTO

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3.0.1 MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO DEL DOCENTE ACCOGLIENTE

Per quanto riguarda la strutturazione metodologica sono presi in considerazione sia il metodo globale sia quello analitico.

Il metodo globale parte della esecuzione generale di una specifica disciplina senza soffermarsi sulle varie fasi dell’esercizio stesso. Solo in un secondo tempo verranno presi in esame le sequenze che hanno presentato particolari difficoltà.

Il metodo analitico sviluppa le varie sequenze con gradualità e sistematicità per giungere al gesto finale. (Fonte programmazione D.A. 2005/2006).

Mentre il primo metodo lascia maggior spazio all’iniziativa personale e ogni allievo si esprime in base alle proprie capacità adattando l’attività alle proprie potenzialità, nel secondo metodo, è l’allievo che si deve adattare all’esercizio specifico e con gradualità arrivare all’esecuzione il più correttamente possibile del gesto tecnico. I due metodi sono utilizzati a seconda delle disponibilità psico-fisica degli allievi e al livello di difficoltà delle discipline. L’insegnante non utilizza il libro di testo e le lezioni teoriche per scelta del docente sono svolte solo nelle classi quinte. Il D.A. ha elaborato delle dispense prendendo spunto da testi, articoli di giornali, riviste e argomenti approfonditi dagli stessi. Il lavoro di preparazione all’Esame di Stato (Fonte MIUR 2002/2003)13 si conclude attraverso la somministrazione di una ventina di domande inerenti gli argomenti preparati sui quali dovranno rispondere. Il D.A. ritiene che il lavoro pratico deve comunque essere sempre prioritario rispetto a quello teorico. Le modalità di valutazione come detto in precedenza si riferiscono agli obiettivi definiti collegialmente dal P.O.F. e dai Consigli di classe tramite:

Per un’analisi obiettiva è fondamentale sin dalla prima lezione parlare di:

valutazione diagnostica per poter accertare quali sono le condizioni psico-fisiche con cui gli allievi si accostano alla materia, per valutare l’età biologica in modo da non alterare le tappe della maturazione, degli schemi motori, accertare la presenza o meno di quei pre-requisiti indispensabili per la formulazione di una qualsiasi metodologia didattica, perché rappresenta un punto di partenza valido per l’insegnamento individualizzato, in quanto i dati che essa ci offre devono permetterci di evidenziare situazioni di svantaggio e di conseguenza la possibilità di agire per recuperare quei pre-requisiti mancanti il cui accumularsi renderebbe inutile il compito che la scuola si prefigge.

valutazione formativa perché la risposta motoria, frutto di stimoli proposti, facilitata da un’attenzione mentale e dalla volontà di apprendere ci giunge immediata evidenziando se l’intervento che stiamo attuando può diventare apprendimento sicuro e duraturo, o se tutta la didattica, o parte di essa deve essere modificata e corretta. A questo proposito ci sembra utile ricordare che, affinché la valutazione sia una componente valida del processo educativo, dev’essere attuata in modo tale che l’allievo non risulti come unico e diretto responsabile dei risultati conseguiti perché questi vorrebbero unicamente dire in quale misura l’allievo è riuscito ad “adeguarsi” alle opportunità educative proposte.

                                                                                                               13 MIUR ORDINANZA MINISTERIALE N° 35 “Istituzione e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuola statali e non statali.” Anno scolastico 2002/2003

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In questo modo si toglierebbe alla verifica l’effetto retroattivo sullo sviluppo del processo educativo perché, un insuccesso, riscontrato in una tappa intermedia, deve necessariamente influire sul successivo proseguo dell’itinerario didattico, teso all’esaurimento degli argomenti programmati.

valutazione sommativa, intesa non come punto d’arrivo di un processo educativo, ma come accertamento della validità degli obiettivi perseguiti e degli itinerari adottati. Il gesto finale non è e non deve essere qualitativamente valutabile, in quanto la possibilità di partenza sono diverse da soggetto a soggetto. Apprezziamo maggiormente lo sforzo e il conseguente risultato di soggetti poco dotati fisicamente che s’impegnano con costanza e decisione in un’attività che lo stesso risultato ottenuto da un individuo particolarmente abile e capace. A differenza delle altre materie non si può stabilire il limite della sufficienza e dell’insufficienza, che inevitabilmente risulta concatenato alle potenzialità e al vissuto di ogni allievo.

Il DA sottolinea l’importanza della consapevolezza del proprio corpo in relazione al mondo esterno. Ritiene quindi fondamentale:

la conoscenza degli apparati (scheletrico, muscolare, cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso, ecc);

le variazioni che avvengono nei sopra citati apparati in seguito all’allenamento; l’alimentazione; il primo soccorso.

Il D.A. ritiene che sia fondamentali l’esperienza fatta durante tutto il suo percorso lavorativo e dal quale è emerso un metodo di lavoro e di comunicazione con gli allievi che, comunque è in continua evoluzione. Sottolinea inoltre l’importanza del gruppo dei pari (Fonte Borca 2004/2005)14 nello sviluppo generale in questa fascia d’età.

3.0.2 TIROCINIO OSSERVATIVO

Il mio intervento di tirocinio attivo è stato organizzato con le seguenti modalità:

l’osservazione di alcune ore di lezione curricolare delle classi svolte in palestra (per un totale di 4 ore)

GIORNI

CLASSI ATTIVITA’

23/01/2006 V C ERICA Osservazione diretta in palestra 25/01/2006 5 B ERICA Osservazione diretta in palestra

Le strutture a disposizione comprendono “palestre”, locali adibiti a palestre, e spazio all’aperto. In entrambi vengono effettuata, a turno le lezioni, avvalendosi di sufficiente materiale a disposizione. Sia l’osservazione sia il tirocinio attivo si sono svolti:

                                                                                                               14 Borca, “PEER EDUCATION”, SIS, Torino, 2004/2005

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nel locale adibito a palestra, del piano B, che è stato recentemente ristrutturato, sono stati rifatti il pavimento e ri-tinteggiate le pareti, gli spogliatoi sono fatiscenti e senza i bagni interni, infatti i ragazzi in caso di necessità sono costretti ad usufruire di quelli esterni; dallo spogliatoio femminile ricavato dalla chiusura di un corridoio si accede all’ufficio degli insegnanti di Educazione Fisica e al ripostiglio di piccoli attrezzi. La palestra presenta dei termosifoni sporgenti anche se messi in sicurezza e delle enormi finestre sempre chiuse per evitarne la pericolosità, poiché il limite del campo corrisponde al perimetro della palestra. Attraverso una porta si accede nel parcheggio posteriore della scuola e dall’altra al corridoio del piano. Nella palestra sono presenti tutta una fila di spalliere, due canestri non regolamentari poiché il soffitto è basso e sporgono delle travi. La porta d’accesso è molto ampia e facilita l’ingresso anche agli alunni diversamente abili in carrozzina.

Ricognizione degli strumenti didattici a disposizione: gli attrezzi sono disposti in parte nell’ufficio di Educazione Fisica (cesti che contengono palloni di vario genere e piccoli attrezzi) e in parte in altre palestre o palestrine. Oltre all’attrezzatura più specificatamente sportiva viene utilizzato del materiale audio-visivo (videocassette e filmati) e musicale per un maggior approfondimento delle attività svolte durante le lezioni.

L’osservazione rappresenta uno strumento – base che l’insegnante può utilizzare per rilevare tutta una serie di dati relativi sia al movimento (alle caratteristiche della situazione di gioco e dei fattori individuali e collettivi) sia relativi alle relazioni (docente allievi) all’impegno, organizzazione, comportamenti sociali e relazionali metodologiche.(Fonte Dispenza, 1992)15. Inoltre l’osservazione è una tecnica che prevede la rilevazione sistematica dei comportamenti dei soggetti, in una situazione naturale o artificiale. Tra le varie modalità di osservazione che possono avere diversi livelli di strutturazione e diverse finalità, ho scelto l’osservazione strutturata mediante la rilevazione della presenza o meno di specifici comportamenti. L’osservazione può anche essere utilizzata per valutare il possesso di determinate abilità da parte di soggetti, rivelando i loro comportamenti in risposta a determinate situazioni-problema. (Fonte R. Trinchero 2006)16

Ho deciso di utilizzare due griglie di osservazione sistematica (Fonte SIS Cattolica “Sacro Cuore”, Milano) 17 che mi fornissero uno spunto di riflessione e rielaborazione per analizzare:

il rapporto docente/alunni; impostazione relazionale e metodologica;

in modo più fruibile e pratico, evitando di disperdere facilmente quella che solitamente rappresenta la base per l’osservazione, cioè l’attenzione rivolta ai particolari significativi.

Sono utilizzate per fornire un feedback specifico e di facile comparazione per chi compie l’osservazione.

5 B ERICA 5C ERICA RAPPORTI DOCENTE / ALUNNI SI NO SI NO Gli alunni ascoltano i consigli e le proposte del docente X X Gli alunni sono disponibili ad accettare rimproveri e X X

                                                                                                               15 Dispenza A., “La valutazione in Educazione Fisica”, SSS, Roma, 1992 16 Trinchero R., “Manuale di ricerca educativa”, Franco Angeli Editore, Milano, 2006 17 SIS “Sacro Cuore” Cattolica. “Schede di osservazione sistematica”, Milano, 2005

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richiami Gli alunni riconoscono i propri errori X X Gli alunni accettano le correzioni dell’insegnante Gli alunni accettano le valutazioni dell’insegnante RELAZIONE ALL’INTERNO DEL GRUPPO CLASSE

SI NO SI NO

Gli alunni ascoltano le consegne e si impegnano a svilupparle

X X

Gli alunni socializzano e collaborano tra loro X X C’è rumore e confusione X X C’è attenzione e l’interesse è vivo X X Esistono leader negativi che monopolizzano l’attenzione dell’insegnate

X X

Esistono leader negativi che distraggono i compagni X X Esistono leader positivi che trainano il gruppo X Gli allievi esonerati sono coinvolti X X altre osservazioni significative: nella 5 B Erica non sempre accettano le nuove proposte, nell’eseguirle però si appassionano e sono proprio loro a richiedere di praticare tale attività, questo si è verificato nel caso dell’hitball COMPORTAMENTO DEGLI ALUNNI DURANTE LE SITUAZIONI DI GIOCO

SI NO SI NO

Autocontrollo della propria motricità X X Accettazione e rispetto delle regole X X Manifestazioni di onestà e lealtà X X Manifestazione di aggressività X X Collaborazione per la risoluzione di un risultato comune X X Presenza di giocatori non coinvolti nel gioco X X Presenza di giocatori che rifiutano il gioco X X ATTEGGIAMENTO DEGLI STUDENTI RISPETTO ALLE PROPOSTE DEL DOCENTE

SI NO SI NO

Chiedono di ripetere alcune lezioni perché interessanti o divertenti

X X

Chiedono approfondimenti teorici X X Propongono attività X X altre osservazioni significative: La 5C Erica, durante l’osservazione, ha chiesto di poter eseguire una serie di esercizi di stretching

e di variarli a seconda del tipo di attività, addominali, glutei. LINGUAGGIO E TONO DI VOCE UTILIZZATI DAL DOCENTE

NORMALE ALTO BASSO ALTRO

Tono di voce X In entrambe le

classi

GENERALE SPECIFICO DISIPLINARE

COLORITO

Linguaggio X In entrambe le classi

TABELLA N° 5 SCHEDA DI OSSERVAZIONE OSSERVAZIONI SISTEMATICHE IMPOSTAZIONE RELAZIONALE E METODOLOGICA

1. Modalità di approccio iniziale con la classe � in riga � a gruppo � in circolo � altre modalità di approccio

2. Forme organizzative gestione del gruppo/classe � lezione frontale � libere esercitazioni individuali � esercitazioni a gruppi guidati � esercitazioni a gruppi autogestiti � esercitazioni a onde o a fiumi � esercitazioni in circolo

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� altre tipologie di organizzazione …… Tipologie di spiegazione/ conduzione � indicazione degli obiettivi della lezione � richiamo dell’attività svolte in precedenza � utilizzo di modalità dialogiche � spiegazione associata alla dimostrazione � riferimenti sistematici alla teoria � riassume l’argomento trattato al termine della lezione � utilizza tecnologie innovative

3. Scelte per il superamento delle difficoltà e la correzione degli errori � intervento preventivo �correzioni intervallate a nuove spiegazioni � aiuto durante lo svolgimento delle attività � correzione verbale degli errori più comuni �correzione individuale con indicazioni gestuali degli errori più comuni � richiesta agli allievi di autocorrezione � altre modalità d’intervento

4. Modalità di verifica in itinere (Strumenti utilizzati, coinvolgimento dei ragazzi….) � Osservazione Sistematica da parte del docente � Somministrazione di test motori � Somministrazione di autovalutazione � Somministrazione di test sulle conoscenze

5. Modalità di valutazione finale ( risultati raggiunti e criteri scelti per la valutazione) Il docente non ha valutato gli alunni nelle lezioni di osservazione poiché è appena terminato il primo quadrimestre.

6. Modalità di feedback attuate Nella parte dedicata agli esercizi, in entrambe le classi, ha cercato di attuare un feedback di tipo interno, cercando di far descrivere all’allievo il decorso del movimento evidenziando l’errore. Il suo intervento è stato prettamente di tipo verbale e anche basato sull’osservazione dei compagni in azione.

Il docente accogliente ha motivato ai ragazzi la mia presenza, spiegando il significato della SIS e introducendo le modalità del mio intervento didattico, i ragazzi sono stati subito disponibili e propositivi, soprattutto la quinta, suggerendo proposte da attuare nel mio intervento didattico. Le classi autonomamente si recano in palestra per svolgere l’attività, dopo il cambio gli alunni entrano in palestra e si siedono vicino all’ingresso il docente accogliente fa l’appello e spiega chiaramente le tematiche che vengono affrontate durante la lezione, le modalità di suddivisione oraria (riscaldamento, fase centrale, defaticamento), gli obiettivi (che cosa devono essere in grado di

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realizzare) ed i contenuti (attività concrete che vengono proposte in base alla programmazione). Durante la spiegazione vengono individuate modalità e materiale necessari per lo svolgimento della lezione; gli alunni stabiliti i criteri e le consegne si occupano dell’organizzazione del materiale necessario per le varie attività. Le spiegazioni e le consegne sono molto chiare ogni situazione, esercizio, gioco viene spiegato e chiarito dal docente. Il ritmo della lezione è fluido non vi sono tempi morti, l’insegnante nel momento delle spiegazione è situata spazialmente nel punto in cui può catturare l’attenzione degli alunni, durante gli esercizi, circuiti seguendo in modo alternato i vari gruppi, durante l’attività di gioco la sua presenza è di supervisore nei confronti degli allievi, poiché l’arbitraggio di partite viene fatto da chi non partecipa alla lezione 5 B ERICA o nel caso della 5 C ERICA dall’alunno diversamente abile. L’entusiasmo del docente viene trasmesso ed ha una valenza di stimolo/interesse nei confronti della materia e dell’impegno nelle attività. Al termine della lezione, la verbalizzazione finale è affrontata in modo interattivo, (Fonte Watzlavich, 1971)18 come descritto in precedenza, si traggono insieme le conclusioni su come si è svolta l’attività, quali le difficoltà e se è stata svolta con piacere. Quindi riproponibile. Il DA ritiene che la motivazione, la determinazione e l’entusiasmo siano facilmente comunicabili e influenzino in modo fondamentale il rendimento dei ragazzi nel corso della lezione. Durante la mia osservazione come esemplificato precedentemente non si sono evidenziati contestazioni, insuccessi o situazioni di conflitto tra il gruppo dei pari o nei confronti del docente. La modalità d’interazione tra docente ed alunni sono sicuramente un modello:

amichevole inteso come la ricerca di una comunicazione e relazione educativa significativa costruita attraverso l’interazione individuale (vista come elemento fondamentale dell’azione educativa) con ogni singolo alunno;

autorevole: inteso come elemento fondamentale per far crescere gli alunni nello stimolarli a tirar fuori/educere le loro capacità. (Fonte AA.VV. 1998 )19(Fonte Pavone M. 2004/2005)20

Attraverso l’atteggiamento scelto dal docente si è instaurato un rapporto di reciproco rispetto, il clima relazionale è determinato dall’entusiasmo che l’insegnante ha e riesce pienamente a trasferire ai suoi allievi. Il docente nonostante diversi anni di servizio mostra sempre entusiasmo e le sue modalità di relazionare con gli alunni sono sempre positive e costruttive. La spiegazione-verbalizzazione, degli argomenti trattati durante la lezione avviene in modo interattivo, l’insegnante chiede agli alunni di comprendere il senso di quello che ci si appresta a fare, chiede una partecipazione attenta, costruttiva e positiva alla spiegazione. In questo caso l’attenzione dell’educatore è posta sulla relazione interpersonale DOCENTE-ALLIEVO (maieutico-euristico) (Fonte Laneve C. 1998)21 (Fonte AA.VV. 1998)22.

Al termine della lezione di osservazione ho somministrato un test approfondito di autovalutazione delle proprie esperienze motorie per approfondire la conoscenza degli alunni delle due classi. (Fonte Gottin Degani 2005).                                                                                                                18 Watzlavich “Pragmatica della Comunicazione” Palo Alto California, Astrolabio, Roma, 1971 19 AA.VV., Processi educativi e progettualità pedagogica, Tirrenia Stampatori, Torino, 1999 20 Pavone M. “Corso di didattica”, SIS, Torino, 2004/2005 21 Cosimo Laneve, “Elementi di didattica generale”, Ed La Scuola, Brescia 1998. 22AA.VV., Processi educativi e progettualità pedagogica, Tirrenia Stampatori, Torino, 1999.

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QUESTIONARIO ESPERIENZE MOTORIE

N° QUESITI A SI

B NO

C CON DIF

1 Sai fare giochi sportivi con la palla?

2 Sai usare la palla con le mani?

3 Sai usare la palla con i piedi?

4 Sai andare in bicicletta?

5 Sai affrontare forti pendenze in bicicletta?

6 Sai eseguire in bicicletta slalom e percorsi con molti cambi di direzione senza perdere l’equilibrio?

7 Sai andare in bicicletta su strade sterrrate?

8 Sai nuotare?

9 Sai nuotare sott’acqua in apnea?

10 Nuoti dove tocchi?

11 Sai pattinare? (su ghiaccio o rotelle)

12 Sai eseguire uno slalom con i pattini?

13 Sai sciare?

14 Sai eseguire uno slalom tra i paletti con gli sci?

15 Sai arrampicarti?

16 Sai arrampicarti su una parete attrezzata?

17 Sei capace di centrare un bersaglio con un oggetto? (palla, pallina, freccetta)

18 Sei capace di saltare un ostacolo?

19 Sai fare una capovolta? 20 Sai fare la verticale?

La scala di misurazione del seguente questionario è riassunta come segue:

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

A. 2 B. 0 C. 1

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 2 B. 0 C. 1

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 2 B. 1 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 2 B. 1 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 2 B. 1 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

A. 4 B. 2 C. 0

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Punteggio: Da 0 a 15: hai fatto poche esperienze motorie, insufficienti per la tua età Da 16 a 29: sai già fare alcune cose, ma devi migliorare Da 30 a 45: hai fatto delle esperienze motorie ma puoi migliorare da 46 a 60: hai fatto delle buone esperienze motorie e sei pronto a iniziare qualsiasi attività sportiva.

Tali test sono stati scelti attraverso un’analisi di più testi che mi sono stati forniti dal docente accogliente, con lo scopo di approfondire attraverso la mia esperienza la conoscenza degli alunni senza essere influenzata dalla sua visione. Ritengo che la scelta del D.A. sia importante poiché mi consente in tal modo di creare un’immagine personale degli alunni delle classi, questo è molto importante poiché spesso i pareri dei vari docenti nei consigli di classe tendono ad uniformarsi, invece ritengo che sia fondamentale mantenere la propria opinione ed individualità, questo ci consente veramente di conoscere i ragazzi individuando in tal modo le metodologie giuste per riuscire veramente ed “educere” (Fonte AAVV, Processi educativi e progettualità pedagogica, 2002).

Ho ritenuto opportuno inserire anche i Test motori effettuati dal docente accogliente ad inizio anno scolastico sulle classi del biennio invece nelle classi per ovvii motivi di privacy ho omesso i dati personali degli alunni indicando solo le iniziali e differenziandoli per sesso, come segue:

5 B ERICA

SESSO LUNGO FERMI

LANCIO PALL. MED

4X10 50 mt

B A. M 2.10 6,95 9’’26 7’’61 CI F 1.99 5,10 10’’95 8”31 FC M 2.43 7,30 9’’90 7’’79 GR F 1.78 5,05 10’’85 9’’41 GF F 2.24 5,85 9’’59 8’’02 GD F 1.94 4,75 11.39 9’’45 GV F 1.35 4,60 12’’61 10’’15 MJ F 1.20 4,20 12’’12 10’’20 MZ F 1.43 4,70 12’’39 9”14 RN F SOLO TEORIA ST F 1.58 4.97 11’’61 8’’70 VG F 2.20 5,80 9’’78 8’’75 ZD F 1.42 4,70 11’’56 9’’55

TABELLA N° 6 RILEVAZIONE ABILITA’ ALUNNI 5 B ERICA

5 C ERICA

SESSO LUNGO FERMI

LANCIO PALL. MED

4X10 50 mt

AL M 2.10 4,77 9”30 10”15 BK F 1,98 5,98 10”60 8”01 BD F 1,85 5,08 10”45 8”45 BC F 1,90 5,92 11”05 8”33 BV F 2.00 6,75 9”80 8”15 CC F 1,99 4,10 11”15 9”02 CG F 1.78 4,05 12”89 11”80 GF F 1,70 4,97 11”43 9”00 GR F 2.24 7,03 9”50 7’’95 MV F 1,93 5,56 10”65 8”33 MM M 2.98 10,50 11”00 7”65 SS F 2.05 5,67 10”30 8,55 SV F 1,69 4,09 13”25 11”95 TA F 1.75 3,80 13”05 10”85

TABELLA N° 7 RILEVAZIONE ABILITA’ ALUNNI 5 C ERICA

22

Oltre al materiale dei test il D.A. mi ha fornito materiale relativo all’Esame di Stato, (Fonte MIUR 2003/2004)23 infatti l’Educazione Fisica è diventata una delle possibili prove d’esame scritto cosiddetta “Terza prova” ed è entrata a far parte del colloquio orale, nell’ottica di una verifica interdisciplinare della preparazione del candidato. Secondo i Programmi ministeriali la “Terza prova” può articolarsi in diverse forme attraverso la consegna di temi, quesiti e problemi da risolvere. Il D.A. mi ha fornito alcuni esempi di prove ( Fonte D.A.2001/2002/2003) molto utile per la riflessione sottoforma di test e la rispettiva griglia di misurazione (Fonte D.A. 2001/2002/2003) che definisce i criteri di valutazione.

4.0. PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTO DIDATTICO

La programmazione educativa riguarda la funzione di trasmissione ed elaborazione culturale che la scuola svolge e la necessità di analizzare, criticare, trasformare, pianificare i contenuti culturali nelle istituzioni scolastiche in connessione con gli obiettivi generali e specifici dei livelli ed ordini di scuola, dei metodi d’insegnamento, delle possibilità e dei materiali di apprendimento, dell’interazione didattica e sociale tra insegnanti e tra allievi stessi. La programmazione è uno strumento che qualifica e rafforza gli interventi su realtà molto complesse in cui fattori diversi interagiscono, quali: analizzare situazioni, dare valutazioni quantitative e qualitative delle cose che vi si trovano, formulare obiettivi, indicare i mezzi da usare per raggiungerli, apprestare strumenti di verifica. Lo scopo della programmazione è l’attuazione del programma, scendendo il più possibile nei dettagli; ciò comporta incertezze e imprevisti rendendo inevitabili le approssimazioni e le riformulazioni come aggiustamenti sulle diverse situazioni. Quindi programmazione significa organizzare i contenuti secondo progressioni ottimali rispondenti a quelle che sono le caratteristiche dell’apprendimento che per consolidarsi richiede la conoscenza dei pre-requisiti. I motivi pedagogici che ci fanno richiedere la programmazione sono:

la necessità di rendere l’insegnamento più adeguato ai bisogni dei singoli, in situazioni per tutti, ma diverse per ognuno.

Razionalizzazione dell’intervento educativo L’autoverifica intesa come riflessione nel proprio insegnamento, volontà di modificare i

propri sistemi di lavoro sulla base di necessità sempre nuove. (Fonte Gori, 2000)24

Gli insegnanti hanno bisogno di stabilire molto chiaramente quel che cercano di realizzare con i loro allievi, per decidere poi il modo cui pensano di farlo per stabilire infine in quale misura i loro tentativi sono riusciti. (Fonte A. e H. Nicholls, 1982)25 In accordo con il Docente Accogliente si è deciso di partire dall’analisi delle Indicazioni date:

                                                                                                               23 MIUR Ordinanza Ministeriale n° 35, “Istruzioni e modalità organizzative ed operative pr lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore neloe scuole statali e non statali”. Roma, Anno scolastico 2002/2003 24 Gori M., “I contenuti dell’Educazione Fisica”, SSS, Roma, 2000 25 A. e H. Nicholls, “Guida pratica all’elaborazione di un curricolo”, Milano, 1982, pag. 23

23

dalle linee guida del P.O.F. che si è sostituito al Progetto Educativo di Istituto (PEI) ed è diventato il documento principale d’identità e di progettualità di ogni singola scuola.

Analisi delle Indicazioni Nazionali date dai Programmi Ministeriali (Fonte MIUR 1982)26 ancora in vigore nella Scuola Media Superiore.

la programmazione del D.A e il Piano di Lavoro

Ho riflettuto molto durante l’elaborazione/progettazione del mio intervento didattico sulla definizione degli obiettivi poiché è il primo tirocinio alle superiori e anche la prima esperienze di insegnamento in quest’ordine di scuola sull’Educazione Fisica. Ritengo che la programmazione sia uno strumento di pianificazione del lavoro scolastico27 che consente di definire l’impostazione didattica in modo che questa non risulti casuale o basata sulla improvvisazione, ma che consenta di realizzare un processo di istruzione verificabile durante la sua stessa attuazione e valutabile nei suoi risultati:

Processo inteso a produrre certi mutamenti desiderabili nel comportamento degli alunni, o meglio nel loro modo di percepire, di pensare, di agire

Forma sistematica di progettazione e valutazione di un processo di apprendimento (Fonte Sotgiu-Pellegrini, Roma 2002)28

Il D.A. sottolinea che la sua programmazione è centrata sulla materia o “subject curriculum”(Fonte Gori 2000):29 intesa come impostazione tradizionale dei programmi. “Le materie sono distinte e classificabili in un ordine accademico preciso; l’allievo deve seguire un programma predeterminato; l’obiettivo fondamentale e la trasmissione dell’eredità culturale consolidata nelle discipline in modo da consentire l’educazione generale dell’intelligenza”.

Dopo aver analizzato il livello degli studenti per quanto riguarda:

test motori generali effettuati dal D.A. ad inizio anno scolastico; i test di autovalutazione; i prerequisiti.

ho individuato le attività pratiche utili per migliorare tali prerequisiti e dall’altra ho elaborato le informazioni teoriche per spiegare le finalità dell’I.D. tali da motivare maggiormente il lavoro pratico.

Quindi ho ritenuto opportuno inserire come schema da seguire nel mio percorso di programmazione quello dato da Pellerey (Fonte Pellerey Torino 1982) 30(Fonte Dispensa A. Roma 1995)31(Fonte Pavone M. Torino 2005/2006)32

                                                                                                               26 MIUR, D.P.R. 1° ottobre 1982, n° 908, Roma, 1982 27 Dispenza A. “Educazione Fisica nella scuola Media Superiore”,S.S.S., Roma, 1995 28 Sotgiu-Pellegrini, “Attività motorie e processo educativo”,SSS, Roma,2003 29 Gori M., “I contenuti dell’Educazione Fisica”, SSS, Roma, 2000 30 Pellerey M., “Progettazione Didattica”, SEI, Torino, 1982 31 Dispenza A. “Educazione Fisica nella scuola Media Superiore”,S.S.S., Roma, 1995 32 M. Pavone, “Corso di Didattica” SIS Torino A.A. 2005/2006

24

(Fonte Pellerey 1982)33 (Fonte Sotgiu-Pellegrini 2003)34

4.0.1. ANALISI SITUAZIONE DI PARTENZA

Si intende la raccolta e la valutazione della totalità dei dati relativi a ciascuna delle variabili direttamente o indirettamente implicate nel processo educativo, non si esaurisce solo nell’accertamento delle caratteristiche di entrata dell’allievo, ma investe tutti qui fattori ed elementi che concorrono a definire il contesto sociale economico, culturale, ambientale, organizzativo, all’interno del quale si colloca la scuola, lavorano gli insegnanti, vivono e apprendono gli alunni. (Fonte Tartarotti, 2000)35 Quindi per impostare una corretta programmazione educativa e didattica, tale che realizzi un processo di apprendimento efficace e produttivo da parte degli allievi, è essenziale assumere piena consapevolezza della “situazione di partenza” delle classi intesa come conoscenza:

degli alunni presi singolarmente; delle relazioni che si stabiliscono tra i ragazzi e tra essi e gli insegnanti, del contesto ambientale, socio-familiare e socio-culturale in cui gli alunni sono vissuti e in

cui vivono attualmente.

                                                                                                               33 Pellerey M., “Progettazione Didattica”, SEI, Torino, 1982 34 Sotgiu-Pellegrini, “Attività motorie e processo educativo”,SSS, Roma,2003 35 Tartarotti L., “La programmazione didattica”, Giunti-Liscini Ed., Teramo, 2000, pag.21

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4.0.2. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

Gli obiettivi sono ciò che i ragazzi devono essere capaci di realizzare al termine di un periodo d’insegnamento-apprendimento e che non erano capaci di realizzare prima, vengono definiti in base ai risultati dell’analisi della situazione mediante osservazione, somministrazione di questionari, dei test, ecc. La seguente schematizzazione definisce gli obiettivi della programmazione del mio intervento di tirocinio attivo:

CLASSI OBIETTIVI

TRASVERSALI

OBIETTIVI GENERALI

OBIETTIVI SPECIFICI

INDICATORI COMPETENZA

5 B / 5 C Erica

Lavorare in modo autonomo e collaborativi sia a livello individuale che di gruppo.

Conoscenza e pratica di attività Sportive di Squadra.

Migliorare fondamentali di squadra nel Basket .

Conoscere le caratteristiche dei fondamentali di squadra nel Basket.

Sa gestire in modo individuale lo spazio.

Sa avere una visione di gioco.

Conosce le regole di gioco e tecniche del Basket.

Trasferibilità delle abilità acquisite.

4.0.3. ORAGANIZZAZIONE E SCELTA DELLE ATTIVITA’ E CONTENUTI

Il mio intervento didattico si colloca al termine del primo quadrimestre, il D.A. ha attuato già interventi su entrambe le classi 5 B e 5 C Erica, ha svolto alcune lezioni sui fondamentali di squadra nella pallacanestro. Gli alunni hanno proposto di utilizzare per le mie lezioni attività musicali, per questo motivo ho deciso di proporre nella fase di riscaldamento il Metodo Bressan che è un innovativo programma di allenamento che mira a sviluppare le abilità fisiche in chiave tecnica in modo rapido ed efficace con l’ausilio della musica. (Fonte Bressan C. 2006)36 un eccellente e collaudato sistema di allenamento, che assieme ai più canonici esercizi sull'insegnamento della pallacanestro, associa la bellezza della musica, in modo da creare i presupposti ottimali per dare una nuova spinta innovativa ai propri allenamenti settimanali.(Fonte Metodo Bressan 2006)37. Gli spunti teorici legati alla Pallacanestro sono affrontati in itinere durante la lezione e approfonditi, (definendo criteri di ricerca, modalità, attendibilità delle informazioni trovate) mediante una didattica on-line, al sito www.edurete.org che i ragazzi potranno utilizzare come esempio per elaborare eventuali tesine per l’Esame di Stato.

                                                                                                               36 Metodo Bressan C. “Il ritmo musicale nei fondamentali”, www.tuttobasket.net 37 www.metodobressan.com

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4.0.4. SCELTA E ORGANIZZAZIONE DEI METODI

Sono state scelte delle strategie da attuare per raggiungere gli obiettivi sostanzialmente analoghe a quelle in uso nell’insegnamento del D.A.. I metodi sono i criteri d’intervento calati nella realtà ambientale e se ben attuati, possono essere definiti “facilitatori dell’apprendimento”, attraverso:

metodi deduttivi: (Fonte Sotgiu-Pellegrini 2003)38(Fonte Pieron 1989)39 centrati sull’insegnante che fornisce agli alunni le consegne (soluzioni preconfezionate) ed hanno come unico obiettivo l’ottima realizzazione del prodotto finale (Fonte Gori 2000)40. Tale metodo è stato utilizzato in entrambe le classi per la parte pratica, poiché avendo poche lezioni si rendeva necessario scegliere modalità più direttive.

metodo GLOBALE (analisi del gesto completo), ANALITICO (scomposizione del gesto nelle diverse parti che lo compongono) o MISTO41 (globale – analitico – globale) variabile a seconda delle esigenze e delle situazioni.(Fonte Kratter 2002)

metodi induttivi: (Fonte Sotgiu-Pellegrini2003)42(Fonte Pieron 1989)43 che sono centrati sul ragazzo che da solo scopre le soluzioni, acquista competenze, è creativo ed hanno come obiettivo la realizzazione del processo. Utilizzato prevalentemente nella teoria.

Nella classe 5C, come metodologia, ho utilizzato la didattica on-line mediante un percorso da me costruito al sito www.edurete.org, fornendo agli alunni spunti durante le lezioni, in modo interattivo, per saper riconoscere la validità e attendibilità del materiale trovato in rete per elaborazione delle tesine finali.

4.0.5. MODALITA’ DI ORGANIZZAZIONE

Durante l’intervento didattico sono state utilizzate varie modalità organizzative:

per stimolare l’attenzione delle classi e mantenere vivo il coinvolgimento dei ragazzi, sostanzialmente analoghe a quelle in uso dal docente accogliente che pone al centro la Didattica come mezzo che consente il raggiungimento dei vari stili cognitivi attraverso varie forme quali:

Lezione frontale Lavori a coppie e a gruppi Problem solving/esercitazioni

Attraverso l’uso di esercizi, percorsi, giochi ludici e pre-sportivo, sportivo

Una parte del materiale didattico necessario per lo svolgimento dell’I.D. è presente nella Scuola.

                                                                                                               38 Sotgiu-Pellegrini, “Attività motorie e processo educativo”,SSS, Roma, 2003 39 Pieron M., “Metodologia dell’insegnamento dell’Educazione Fisica e dell’attività sportiva”, SSS, Roma,1989 40 Gori M., “I contenuti dell’Educazione Fisica”, SSS, Roma, 2000 41 Kratter G., “Teoria e Metodologia del Movimento Umano”, Corso Finalizzato al conseguimento della Laurea in Sc. Motorie, SUISM Torino, 2002. 42 Sotgiu-Pellegrini, “Attività motorie e processo educativo”,SSS, Roma, 2003 43 Pieron M., “Metodologia dell’insegnamento dell’Educazione Fisica e dell’attività sportiva”, SSS, Roma,1989

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4.0.6. PREDISPOSIZIONE DI MATERIALE PER LA RACCOLTA DI FEEDBACK

Il feedback è da considerarsi come il “potenziale informativo”:44 in tutte le sue caratterizzazioni è chiaro che, mentre queste sono potenzialmente presenti in ogni situazione di apprendimento o nella realizzazione di un’azione anche complessa, varia la capacità stessa dell’allievo di comprendere ed elaborare le informazioni di ritorno. (Fonte Meinel 1984)45 definisce il processo di Feed-back come un presupposto indispensabile al processo di apprendimento. L’insegnante deve quindi agire di conseguenza per far prendere coscienza di tutte le informazioni che possono derivare dall’esecuzione del movimento, dai risultati ottenuti, dal confronto fra l’immagine motoria che l’allievo ha cercato di realizzare e la realizzazione pratica. L’allievo può ricevere vari tipi di informazione sensoriale e sensitiva durante l’esercizio di un’azione motoria, ma il feedback estrinseco aggiuntivo (Fonte Smith – Wrisberg 2000) 46 riguardante gli errori fornito dall’insegnante, è una delle più importanti fonti di informazione. Gli insegnanti spesso forniscono feedback verbalmente (dicendo agli allievi che cosa hanno eseguito correttamente o non), ma possono fornirlo anche in altre forme per esempio quella visiva o percependo il loro corpo, o spostando la loro attenzione sul movimento di un compagno. Il feedback può avere le seguenti funzioni: stimolare gli allievi e incrementare la loro motivazione; rinforzare l’esecuzione di prestazioni corrette o scoraggiare l’esecuzione di prestazioni non corrette; fornire agli allievi informazioni relative alla natura e alla direzione dei loro errori e suggerire loro dei modi per correggerli; rendere gli allievi così dipendenti dal feedback che la loro prestazione peggiora nel momento in cui esso viene rimosso. Penso sia fondamentale stimolare la conoscenza del sé corporeo e la consapevolezza di come l’utilizzano anche attraverso il percorso scelto dalla D. A. di confronto e autovalutazione e analisi dei test somministrati durante l’intervento didattico.

4.0.7. MATERIALE DIDATTICO UTILIZZATO DURANTE L’I. D.

Ho scelto di utilizzare come materiale didattico alcuni test, questionari per raccogliere dati:

durante l’osservazione ho utilizzato come affermato in precedenza i seguenti materiali:

Osservazione delle classi attuata mediante la somministrazione di test sul rapporto docente/alunni e sull’ impostazione relazionale e metodologica (elaborato per l’osservazione fatta durante quest’anno scolastico)

Questionario Identikit per definire le esperienze sportive, interessi degli alunni, somministrato al termine della lezione di osservazione

Test d’ingresso effettuati dal docente accogliente a inizio anno nella 5B e 5C Erica Durante l’intervento didattico ho utilizzato come materiale:

Test di valutazione dei pre-requisiti

Test iniziale Test finale di valutazione degli alunni

                                                                                                               44 Dispenza A. “Educazione Fisica nella scuola Media Superiore”,S.S.S., Roma, 1995, pag. 197 45 Meinel K. “Teoria del Movimento”, S.S.S. Roma, 1984 46 Smith A. Wisberg C., “ Apprendimento motorio e prestazione”, S.S.S. Roma, pag. 255

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5.0. REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO DIDATTICO

L’esecuzione del tirocinio attivo è avvenuto mediante lezioni tenute nella palestra scolastica per un totale di 12 ore.

GIORNI CLASSE 5 C Erica

GIORNI CLASSE 5 B Erica

30/01/2006 2 1/02/2006 2 06/02/2006 2 8/02/2006 2 27/02/2006 2 29/03/2006 2 TOTALE 6 ore 6 ore

Ogni modulo dell’U.A. (2 ore) sarà strutturato con le seguenti modalità riassunte nel testo:

5.0.1. GESTIONE DELLA CLASSE E PIANO DI LAVORO

Le modalità di approccio iniziale con la classe sono in raccordo con quelle messe in atto dal D.A. Le tipologie utilizzate durante la spiegazione/conduzione saranno:

indicazioni degli obiettivi della lezione, riferimenti sistematici alla teoria o alla vita quotidiana, e/o richiamo alle attività svolte in

precedenza o con il docente accogliente, spiegazione associata alla dimostrazione, riassunto dell’argomento trattato al termine della lezione o all’inizio della successiva.

Durante l’azione didattica ho cercato di istaurare un rapporto che miri alla valorizzazione della loro personalità, ad educare al rispetto reciproco ed al rispetto verso l’ambiente in cui si vive, valorizzando gli aspetti positivi. Di stimolare ed educare al dialogo, abituarli ad osservare ciò che fanno e quello che succede intorno a loro, di abituarli ad un confronto, ad una verifica. Ho cercato di far rendere consapevoli gli allievi del perché, del come e di che cosa fanno durante le attività.

La gestione ed organizzazione della classe o del materiale sarà organizzata dal Tirocinante che assegna agli alunni vari compiti di gestione del materiale utilizzato durante le lezioni. Le modalità di correzione degli errori o dei comportamenti verranno fatte in itinere nella lezione mediante:

Accoglienza 5’ Riscaldamento 20’ – 25’ Fase centrale 40’- 45’ Fase Ludico-Sportiva 20’– 25’ Defaticamento 10’ – 15’

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Correzioni intervallate a nuove spiegazioni. Correzione verbale degli errori più comuni. Correzione individuale con indicazioni gestuali degli errori più comuni. Sensibilizzazione sulle perdite di tempo. Intervento preventivo ove possibile di eventuali difficoltà o tensioni dovute al gioco e

all’accettazione dell’altro.

Ho scelto di utilizzare un linguaggio adeguato all’età degli alunni anche se specifico della disciplina. Infatti il linguaggio utilizzato è molto tecnico-sportivo e ricco di riferimenti alla teoria dei fondamentali di squadra mediante l’uso di una didattica on – line. Credo che la comunicazione non sia solo un semplice passaggio d’informazioni, ma rappresenti un complesso processo in cui giocano stati d’animo, aspettative e molti altri fattori. Non si comunica solo attraverso l’uso della parola scritta o pronunciata, ma soprattutto attraverso il linguaggio non-verbale, inteso come l’insieme degli atteggiamenti, la postura, la gestualità, la mimica facciale, il tono di voce, i silenzi. Quindi ritengo di fondamentale importanza la relazione e la comunicazione con l’altro che passa inevitabilmente attraverso il linguaggio verbale e non. (Fonte P.Watzlawich 1971)47.

Nel seguente schema ho riassunto l’organizzazione delle lezioni:

5 B /5 C Erica

CONTENUTI (cosa faccio?)

STRUMENTI

Con che cosa?

MODALITA’

(come)

METODO

1° Presentazione dell’I.D. Il D.A. presenta il Tirocinante e l’organizzazione del Tirocinio attivo. Il Tirocinante fa l’appello e spiega in generale il lavoro, le modalità, le regole comportamentali richieste e vengono esemplificati gli obiettivi della lezione (questa modalità sarà attuata ogni lezione).

Riscaldamento: Metodo Bressan48 (fondamentali

Palloni da Basket, cerchi, coni, ecc.

Lavoro individuale, a coppie, in piccoli gruppi, squadre.

Analitico per i fondamentali, Globale per il gioco

Deduttivo, Induttivo

Attraverso una metodologia di didattica on-line per gli spunti teorici.

                                                                                                               47 Watzlawich P., “Pragmatica della Comunicazione”, Mental Research Institute di Palo Alto California, Astrolabio, 1971 48 http://www.tuttobasket.net/Clinic/Bressan/metodo_Bressan.asp 49 http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=433; http://www.anlism.it/ateneo/pillole/mondoni2.htm; 50 http://www.edurete.org/public/upload/dai-e-vai.jpg 51 http://www.edurete.org/public/upload/dai-e-segui.jpg

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individuali), somministrazione del test per definire i prerequisiti,

Somministrazione del test iniziale Fase centrale: lavoro pratico sui fondamentali di squadra nel basket49iniziato nella precedente lezione data D.A. su: Gestione dello spazio in esercizi di: DAI E VAI50, DAI E SEGUI51, DAI E CAMBIA52, RIMBALZO53.

Fase ludico sportiva: Partita 5 contro 5.

Defaticamento: es. Stretching

Confronto del tirocinante con gli alunni sull’andamento della lezione e stimolo ad utilizzare il percorso on-line al sito:www.edurete.org

2° Ripasso delle regole enunciate nella lezione precedente. Riscaldamento generale: Metodo Bressan (fondamentali individuali)

Fase centrale: un lavoro pratico sui fondamentali di squadra nel basket: Visione dei gioco mediante esercizi di: TAGLIA FUORI54, BLOCCO, VELO.

Fase Ludica Partita 5 contro 5

Defaticamento

Palloni da Basket, cerchi, coni.

Lavoro individuale, a coppie, in piccoli gruppi, squadre.

Analitico per i fondamentali, Globale per il gioco

Deduttivo Induttivo Attraverso una metodologia di didattica on-line per gli spunti teorici.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               52 http://www.edurete.org/public/upload/dai-e-cambia.jpg 53 http://www.edurete.org/public/upload/rimbalzo.jpg 54 http://www.edurete.org/public/upload/tagliafuori.jpg

31

3° Ripasso delle regole enunciate nella lezione precedente. Riscaldamento: Metodo Bressan

Fase centrale: Lavoro 3 contro 3, Somministrazione del test finale

Fase Ludico- Sportiva. Regolamento e ruoli55. Partita 5 contro 5. Defaticamento

Palloni da basket, cerchi, coni, tappetoni.

Lavoro individuale, a coppie, in piccoli gruppi, squadra.

Analitico per i fondamentali, Globale per il gioco ludico.

Deduttivo Induttivo

Attraverso una metodologia di didattica on-line per gli spunti teorici.

TABELLA N° 8 PIANO DELLE LEZIONI

La mia posizione rispetto alla classe variava a seconda delle esigenze e dal lavoro assegnato agli alunni. Il D. A. ha partecipato alla lezione per ovvi motivi di responsabilità e non ha lasciato la palestra e non è mai intervenuta durante il tirocinio attivo. L’atteggiamento e la partecipazione degli studenti rispetto alle proposte del Docente/Tirocinante è stata molto positiva differenzierei due momenti:

CLASSI RELAZIONE DOCENTE/ ALLIEVI RELAZIONE ALL’INTERNO DEL GRUPPO CLASSE

5 B ERICA

Gli alunni si sono resi molto disponibili e collaborativi, ascoltando con interesse le spiegazioni, i consigli, richiami, impegnandosi ad ascoltare e sviluppare le consegne. Le correzioni degli errori e il confronto è stato creato, come esemplificato dal grafico precedente, in un momento specifico all’interno della lezione. Hanno dimostrato notevole interesse nel lavoro di ricerca utilizzando il sito: www.edurete.org non solo in lingua italiana ma anche in altre lingue straniere.

Si sono dimostrati da subito collaborativi durante le varie attività proposte anche il Diversamente Abile ha partecipato all’attività senza alcun problema. Gli allievi che non partecipavano alla lezione sono stati coinvolti nell’organizzazione del materiale, giudici dei giochi ludici e solo nelle ultime lezioni come aiuto arbitro.

5 C ERICA

Dalla mia presentazione nella fase di tirocinio osservativo gli alunni sono stati molto propositivi, hanno richiesto di

E’ una classe che ha una buona relazione anche se come detto in precedenza si evidenzino dei gruppetti, nell’attività

                                                                                                               55 http://www.edurete.org/pd/sele_art.asp?ida=450

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effettuare attività musicale e per tale motivo ho deciso di utilizzare nella fase di riscaldamento il Metodo Bressan. Essendo al termine del corso di studi ho cercato di attuare una relazione basata sul dialogo e sulla discussione intesa come confronto/riflessione sull’argomento trattato. Gli alunni hanno apprezzato la modalità di scelta del lavoro proposto e gli approfondimenti teorici. Ho volutamente scelto di adottare un linguaggio molto specifico e tecnico in modo da fornire loro spunti e riflessioni per la tesina dell’Esame di Stato. Essendo grandi non hanno avuto assolutamente nessun problema di autocontrollo o aggressività in nessuna delle fasi delle lezioni.

hanno collaborato e cooperato coinvolgendo come già dimostrato nell’osservazione l’alunno Diversamente Abile. Hanno dimostrato interesse rispetto ai riferimenti e approfondimenti teorici e ne è scaturita un confronto interattivo nelle fasi finali.

Non si sono evidenziati momenti, in nessuna delle due classe, in cui si sia reso necessario la variazione della programmazione, credo che la flessibilità maggiore che un docente deve attuare per un processo educativo significativo sia rivolta prevalentemente alla relazione con la classe come gruppo e con ogni alunno come individuo.

5.0.2. MATERIALE DIDATTICO UTILIZZATO

Gli strumenti per l’osservazione hanno lo scopo di rendere più completi e precisi i risultati dell’osservazione; inoltre possono consentire di “memorizzare” o archiviare i risultati dell’osservazione stessa. Gli strumenti specifici utili per ottenere gli obiettivi prefissati, cioè maggior oggettività, precisione e completezza, sono rappresentati da specifiche tabelle, griglie e schede, che risultino impostate in modo tale da consentire un’osservazione mirata e possibilmente anche una contemporaneità tra azione, osservazione, rilevazione dei dati. Le schede possono essere impostate in modo da rilevare:

una avvenuta esecuzione selezionare i livelli di esecuzione

Nei test utilizzati durante l’intervento didattico sono stati definiti criteri di selezione dei livelli di esecuzione considerati mediante la rispondenza del movimento al gesto tecnico o modello definito, (Test sui prerequisiti) successivamente la rilevazione del gesto e conseguente attribuzione di un giudizio qualitativo. (Test iniziale e finale)(Fonte Dispensa A. 2000)56

                                                                                                               56 Dispensa A., “La valutazione in Educazione Fisica”, SSS, Roma, 2000

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Il materiale didattico utilizzato è stato: un test sui prerequisiti comune in entrambe le classi poiché le lezioni riguardano due sport con la palla come affermato precedentemente, differenziando i test nelle fasi successive.

Nella prima lezione dell’intervento di tirocinio come esemplificato precedentemente ho somministrato ai ragazzi un test di valutazione dei prerequisiti, uguale in entrambe le classi, che prevede l’uso di test che evidenzia le abilità motorie degli alunni, in particolare la coordinazione oculo-manuale con la palla:

Ho attribuito a ciascuna risposta un valore numerico con le seguenti modalità: � sì = 3 punti � ho delle difficoltà = 2 punti � no = 1 punti Il punteggio sarà così ripartito:

Da 0 a 8 sai fare delle cose ma devi migliorare Da 9 a 15 hai fatto delle esperienze motorie ma puoi migliorare Da 16 a 18 sei pronto ad iniziare un’attività sportiva di squadra con la palla

Tale test di osservazione dei livelli dei prerequisiti è stato utilizzato come strumento di verifica dei livelli degli alunni fornendo dati utili a verificare il livello di autocontrollo della palla di coordinazione oculo manuale nelle varie situazioni proposte. E’ utile per fornire un feedback specifico agli allievi poiché il confronto nella fase interattiva consente agli alunni di crescere nel loro percorso didattico. (Fonte Dispensa 2000)57

                                                                                                               57 Dispensa A., “La valutazione in Educazione Fisica”, SSS, Roma, 2000

N°1 N°2 N°3 N°4 N°5 N°6

Camminando lancio e riprendo la palla

Correndo lancio e riprendo la palla

Camminando rimbalzo della palla avanti e riprendo

Correndo rimbalzo della palla avanti e riprendo

Camminando palleggio a terra passando la palla dalla mano dx a quella sx

Correndo palleggio a terra passando la palla dalla mano dx a quella sx

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CLASSI 5 B / 5C Erica

Successivamente è stato somministrato un test iniziale/finale sulle abilità tecniche dei fondamentali di squadra, il test attua un’osservazione sistematica del gioco attraverso una griglia osservativa con le modalità descritte nella tabella:

Modalità: Effettuare 10’ di gioco libero. (la scheda potrebbe essere compilata anche dagli alunni che non giocano). Giocano 5 contro 5 a tutto campo. In questo modo tutti gli alunni sono forzatamente coinvolti nell’azione. La scheda osservativa mira a individuare:

la gestione individuale dello spazio; la visione di gioco.

GESTIONE INDIVIDUALE DELLO SPAZIO VISIONE DI GIOCO

N°1 N°2 N°3 N°4 N° 5 N°6

UTILIZZA IL CAMBIO DI DIREZIONE

UTILIZZA E VA A OCCUPARE GLI SPAZI LASCIATI VUOTI

IN DIFESA VARIA LA DISTANZA DELL’AVVERSARIO A SECONDA DELLA SUA PERICOLOSITÀ

QUANDO È POSSIBILE VA VERSO IL CANESTRO

SA PASSARE LA PALLA IN MODO EFFICACE

SI MUOVE DOPO AVER OSSERVATO LA POSIZIONE DEGLI ALTRI GIOCATORI

La scala di misurazione applicata è una scala ordinale di tipo verbale ho individuato i valori secondo: Molto = 3 punti Abbastanza = 2 punti Poco = 1 punto Il punteggio finale sarà cosi valutato

Da 0 a 6 sai fare delle cose ma devi migliorare Da 7 a 12 hai fatto delle esperienze motorie ma poi migliorare Da 13 a 18 sei pronto ad iniziare un’attività sportiva di squadra con la palla

Per la valutazione finale la scala di misurazione è stata variata per consentire una valutazione nel rispetto delle norme vigenti per la scuola secondaria di secondo grado, tenendo conto dei criteri definiti dal P.O.F e dal Consiglio di Classe nel seguente modo:

da 0 a 5 scarso da 6 a 8 discreto da 10 a 13 buono da 14 a 15 distinto da 16 a 18 ottimo

E’ una scheda particolarmente tecnica e fornisce i dati utili e definire e criteri stabiliti nell’elaborazione della griglia iniziale. E’ utile per fornire un feedback specifico agli allievi: sul tipo di gestione dello spazio e visione nel gioco.

35

5.0.3. VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA

Credo che una volta definito il mio intervento didattico di tirocinio attivo e di conseguenza, gli obiettivi e la programmazione, sia necessario valutare il lavoro svolto e la sua efficacia. Infatti “la valutazione non è solo un elemento terminale del processo formativo, ma fa parte integrante del processo stesso e quindi della programmazione”.(Fonte Dispenza 1995)58 (Fonte Mason L.1996)59La valutazione costituisce un accertamento sistematico finalizzato alla messa a punto e al controllo delle procedure didattiche, a validità delle quali si misura sull’efficacia nel condurre gli allievi al conseguimento di livelli omogenei di apprendimento attraverso itinerari flessibili e differenziati. Deve rispondere in particolare all’esigenza di disporre di dati attendibili per elaborare, verificare, correggere e riformulare il proprio progetto educativo. Quindi intesa come un processo che si sviluppa attraverso varie fasi definite dal seguente schema:

(Fonte Dispenza 1995)60

Tutti i risultati dei test somministrati sono stati commentati, con gli alunni, al termine delle lezioni di tirocinio attivo. Infatti uno dei miei obiettivi era quello di costruire un rapporto che mirasse alla valorizzazione della personalità degli allievi, educandoli al rispetto reciproco e valorizzando gli aspetti positivi. Penso che le relazioni interpersonali all’interno del gruppo classe siano di fondamentale importanza per instaurare un clima di collaborazione e cooperazione.

La verifica iniziale delle classi è stata attuata attraverso l’osservazione già enunciata precedentemente mediante la somministrazione nella prima lezione di:

un Test di valutazione dei pre-requisiti come descritto nella tabella che segue:

                                                                                                               58 Dispenza A. “Educazione Fisica nella Scuola Media Superiore”,S.S.S., Roma, 1995, pag. 197 59 Mason L. “Valutare a scuola”, CLEUP, Padova, 1996, pag 39 60 Dispenza A. “Educazione Fisica nella Scuola Media Superiore”,S.S.S., Roma, 1995, pag. 198

36

5 C ERICA

TABELLA N° 9 TEST DI VALUTAZIONE DEI PRE-REQUISITI

ALUNNI SEX N°1 N°2 N°3 N°4 N°5 N°6

5 B ERICA

CAMMINANDO LANCIO E RIPRENDO LA PALLA

CORRENDO LANCIO E RIPRENDO LA PALLA

CAMMINANDO RIMBALZO DELLA PALLA AVANTI E RIPRENDO

CORRENDO RIMBALZO DELLA PALLA AVANTI E RIPRENDO

CAMMINANDO PALLEGGIO A TERRA PASSANDO LA PALLA DALLA MANO DX A QUELLA SX

CORRENDO PALLEGGIO A TERRA PASSANDO LA PALLA DALLA MANO DX A QUELLA SX

B A. M Si Si Si Si Si Si

CI F Si Si Si Si Si Si

FC M Si Si Si Si Si Si

GR F Si Si Si Si Si Si

GF F Si Si Si Si Si Si

GD F Si Si Si Si Si Si

GV F Si Si Si Si Si Diff

MJ F Si Si Si Si Si Diff

MZ F Si Si Si Si Si Si

RN F Solo teoria

ST F Si Si Si Si Si Si

VG F Si Si Si Si Si Si

ZD F Si Si Si Si Si Si

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5 B ERICA

ALUNNI SEX N°1 N°2 N°3 N°4 N°5 N°6

5 C ERICA

CAMMINANDO LANCIO E RIPRENDO LA PALLA

CORRENDO LANCIO E RIPRENDO LA PALLA

CAMMINANDO RIMBALZO DELLA PALLA AVANTI E RIPRENDO

CORRENDO RIMBALZO DELLA PALLA AVANTI E RIPRENDO

CAMMINANDO PALLEGGIO A TERRA PASSANDO LA PALLA DALLA MANO DX A QUELLA SX

CORRENDO PALLEGGIO A TERRA PASSANDO LA PALLA DALLA MANO DX A QUELLA SX

AL M Si Si Si Si Si Si

BK F Si Si Si Si Si Si

BD F Si Si Si Si Si Si

BC F Si Si Si Si Si Si

BV F Si Si Si Si Si Si

CC F Si Si Si Si Si Si

CG F Si Si Si Si Si Si

GF F Si Si Si Si Si Si

GR F Si Si Si Si Si Si

MV F Si Si Si Si Si Si

MM M Si Si Si Si Si Si

SS F Si Si Si Si Si Si

SV F Si Si Si Si Si Si

TA F Si Si Si Si Si Si

TABELLA N° 10 TEST DI VALUTAZIONE DEI PRE-REQUISITI

La verifica iniziale delle classi è stata attuata attraverso l’osservazione già enunciata precedentemente mediante la somministrazione, durante la lezione del seguente test:

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5 B ERICA

Gestione individuale dello spazio Visione di gioco

Alunni Sex Utilizza il cambio di direzione

Utilizza e va a occupare gli spazi lasciati vuoti

In difesa varia la distanza dell’avversario a seconda della sua pericolosità

Quando è possibile va verso il canestro

Sa passare la palla in modo efficace

Si muove dopo aver osservato la posizione degli altri giocatori

TO

TA

LE

B A. M 2 2 2 1 2 1 10

CI F 2 2 2 2 3 2 13

FC M 2 2 2 2 3 2 13

GR F 2 2 2 2 3 2 13

GF F 3 2 2 2 3 3 15

GD F 2 2 2 2 2 2 12

GV F 2 2 2 1 2 2 11

MJ F 2 2 2 2 2 1 11

MZ F 3 3 3 3 3 3 18

RN F ESONERATA

ST F 2 3 2 3 2 3 15

VG F 2 2 3 3 2 3 15

ZD F 2 2 2 1 2 1 10

TABELLA N° 10 VERIFICA INIZIALE

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5 C ERICA

Gestione individuale dello spazio Visione di gioco

Alunni Sex Utilizza il cambio di direzione

Utilizza e va a occupare gli spazi lasciati vuoti

In difesa varia la distanza dell’avversario a seconda della sua pericolosità

Quando è possibile va verso il canestro

Sa passare la palla in modo efficace

Si muove dopo aver osservato la posizione degli altri giocatori

TO

TA

LE

AL M 3 3 2 3 3 2 16

BK F 2 2 2 2 3 2 13

BD F 2 2 2 2 3 2 13

BC F 2 2 2 2 3 2 13

BV F 3 2 2 2 3 3 15

CC F 2 2 2 2 3 2 13

CG F 2 2 1 1 3 2 11

GF F 2 2 2 2 3 2 13

GR F 3 3 3 3 3 3 18

MV F 3 3 3 3 3 3 18

MM M 3 3 3 3 3 3 18

SS F 2 2 3 3 2 3 15

SV F 2 2 2 2 2 2 12

TA F 3 3 3 3 3 3 18

TABELLA N° 11 VERIFICA INIZIALE

Durante le lezioni è stata fatta una verifica In Itinere attuata mediante l’osservazione sistematica come definito dal programma del D.A., intesa come controllo del processo attraverso le modalità indicate durante le lezioni, mediante il confronto con gli alunni durante le fasi di esercizio o di

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gioco e nella fase finale attraverso la discussione finale come adottato dal D.A. durante le sue lezioni tenendo conto delle indicazioni del Consiglio di classe e del Collegio Docenti.

La valutazione finale viene effettuata attraverso l’osservazione dell’apprendimento individuale degli alunni mediante la somministrazione di un test di valutazione individuale. Vengono valutati:

i risultati raggiunti in relazione alla situazione di partenza e quindi il raggiungimento o meno degli obiettivi della programmazione: 5 B ERICA

Gestione individuale dello spazio Visione di gioco

Alunni Sex Utilizza il cambio di direzione

Utilizza e va a occupare gli spazi lasciati vuoti

In difesa varia la distanza dell’avversario a seconda della sua pericolosità

Quando è possibile va verso il canestro

Sa passare la palla in modo efficace

Si muove dopo aver osservato la posizione degli altri giocatori

TO

TA

LE

B A. M 2 2 2 2 2 2 12

CI F 2 2 2 2 3 2 13

FC M 2 2 2 2 3 2 13

GR F 2 2 2 2 3 2 13

GF F 3 3 3 2 3 3 17

GD F 2 2 2 2 2 2 12

GV F 2 2 2 2 2 2 12

MJ F 2 2 2 2 2 2 12

MZ F 3 3 3 3 3 3 18

RN F ESONERATA

ST F 2 3 2 3 2 3 15

VG F 2 2 3 3 2 3 15

ZD F 2 2 2 2 2 2 12

TABELLA N° 12 VERIFICA FINALE

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Il seguente grafico rappresenta l’elaborazione dei risultati derivanti dal confronto tra il test iniziale e finale ed il successivo la rappresentazione grafica della valutazione:

Nella successiva tabella sono riassunti i risultati della valutazione finale dalla quale si evince che hanno raggiunto una valutazione come segue:

N.C. SUFFICIENTE BUONO DISTINTO OTTIMO

N° alunni in % 7.6% / 61.6 % 15.4 % 15.4 %

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5 C ERICA

Gestione individuale dello spazio Visione di gioco

Alunni Sex Utilizza il cambio di direzione

Utilizza e va a occupare gli spazi lasciati vuoti

In difesa varia la distanza dell’avversario a seconda della sua pericolosità

Quando è possibile va verso il canestro

Sa passare la palla in modo efficace

Si muove dopo aver osservato la posizione degli altri giocatori

TO

TA

LE

AL M 3 3 3 3 3 3 18

BK F 2 2 2 2 3 2 13

BD F 2 2 2 2 3 2 13

BC F 2 2 2 2 3 2 13

BV F 3 2 2 2 3 3 15

CC F 2 2 2 2 3 2 13

CG F 2 2 2 1 3 2 12

GF F 2 2 2 2 3 2 13

GR F 3 3 3 3 3 3 18

MV F 3 3 3 3 3 3 18

MM M 3 3 3 3 3 3 18

SS F 3 3 3 3 3 3 18

SV F 3 2 2 2 2 2 13

TA F 3 3 3 3 3 3 18

TABELLA N° 13 VERIFICA FINALE

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Il seguente grafico rappresenta l’elaborazione dei risultati derivanti dal confronto tra il test iniziale e finale ed il successivo la rappresentazione grafica della valutazione:

Nella successiva tabella sono riassunti i risultati della valutazione finale dalla quale si evince che hanno raggiunto una valutazione come segue:

SCARSO SUFFICIENTE BUONO DISTINTO OTTIMO

N° alunni in % / / 42.86 % 14.28 % 42.86 %

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Il risultato della somministrazione dei test iniziale e finale ha evidenziato che nella:

5 B Erica:

gli alunni della classe hanno già praticato attività sportive di squadra con la palla, poiché hanno un buon controllo della stessa,

Possiedono una buona gestione individuale dello spazio in campo e buona visione di gioco, l’alunna esonerata ha preparato un lavoro di presentazione utilizzando gli spunti del sito edurete.

La valutazione finale non può essere significativa rispetto al percorso poiché i tempi di approfondimento necessari alla didattica del gioco di squadra sono superiori a sei ore di intervento didattico.

5C Erica:

Gli alunni essendo al termine del loro percorso di studi hanno già fatto notevoli esperienze, infatti, sia dai test sui pre-requisiti che iniziale e finale non si rilevano particolari variazioni derivanti dalle poche ore di intervento didattico.

Hanno dimostrato notevole interesse rispetto le proposte innovative riguardo la didattica consigliata attraverso un percorso on-line rispetto al Basket e al metodo Bressan proposto durante la fase di riscaldamento, la presenza nella classe di giocatori di pallacanestro ha influenzato positivamente il rendimento della classe.

La valutazione finale non può essere significativa rispetto al percorso poiché i tempi di approfondimento necessari alla didattica dei tiri sono superiori a sei ore di intervento didattico.

Le due classi nelle quali ho svolto l’intervento didattico non sono significative della popolazione scolastica dell’Istituto, poiché sono un numero ridotto di alunni dovuto al fatto che il corso Erica è il più selettivo e impegnativo rispetto agli altri, infatti le altre classi sono composte da circa 20/25 alunni.

6.0. RIFLESSIONE CRITICA SULL’ESPERIENZA DIDATTICA CONDOTTA

Il processo educativo si riferisce allo svolgimento storico, continuo e unitario delle azioni imputate agli attori che accompagnano l’educazione di un soggetto nel suo svolgimento nel tempo e nello spazio. Il procedimento indica le regole, i tempi, i modi a cui obbedisce il processo educativo di cui è protagonista ogni persona. L’educazione è un rapporto tra gli attori del processo educativo tutti in relazione tra loro. Possiamo individuare cinque attori del processo educativo: a) Il soggetto in-formazione nella sua unità di persona, cresce, reagisce, sceglie, agisce cooperando o meno nel tempo e nello spazio che prende forma e si dà forma b) L’educatore: il soggetto in-formazione incontra più soggetti educatori: in famiglia, i docenti, il gruppo dei pari. Tutti gli educatori al pari del soggetto in-formazione crescono, agiscono, pensano, instaurano relazioni interpersonali tra loro e con gli altri attori del processo educativo, cooperando o meno con essi. Sono anche essi soggetti sempre in-formazione

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c) Ambiente: è dato dall’ambiente in cui vivono il soggetto in-formazione e l’educatore. Un conto è educare ed educarsi in un ambiente, povero di stimoli piuttosto che ricco di dinamiche sociali, economicamente e tecnologicamente avanzato. Si distingue anche tra ambiente naturale e quello sociale d) Cultura: frutto dell’esclusiva capacità simbolica dell’uomo di costruire un deposito selezionato, ordinato di lingua, scienze, storia, arte, religione. e) Mezzi: essi mettono in relazione e/o comunicazione il soggetto in-formazione con l’educatore che può usare per l’esercizio della sua professionalità (la sua capacità di farsi capire, la scuola, le tecnologie didattiche, le attività che fa eseguire) sia quelli che il soggetto in-formazione mette in campo per entrare in rapporto e/o comunicazione con tutti gli attori del processo educativo (gestualità, voce, espressioni) sia quelli che l’ambiente naturale e sociale rende disponibili per gli stessi scopi grazie alla tecnica (mass-media, teatro, hardware) Vorrei sottolineare la distinzione tra processi educativi funzionali intesi come un dare forma al soggetto in-formazione (da parte degli educatori e degli attori) è un prendere forma in maniera inconsapevole, e i processi educativi intenzionali che sono il dare e il prendere forma che si vuole, si sceglie e si condivide sia da parte del soggetto in-formazione sia da parte degli altri attori. C’è educazione e processo educativo quando si è in presenza di intenzionalità umana, gli unici protagonisti di processi educativi intenzionali sono il soggetto in-formazione, l’educatore e l’ambiente sociale. Intenzionalità intesa da Platone come: “la suddivisione dell’anima umana in tre unità di vivere, sentire e pensare”, anche Aristotele disse: “che in ognuno di noi c’è una parte razionale e irrazionale”. Ciò che differenzia l’uomo dagli altri esseri viventi è proprio la sua capacità di sapere, agire e fare. Cioè di avere e usare la ragione (Aristotele). Non c’è processo educativo se manca un “partecipe accompagnare per mano”( il “duca” Virgilio con Dante”). Il soggetto in-formazione si educa se partecipa intenzionalmente alla cultura elaborata dall’umanità, ma poiché non tutto il patrimonio che essa contiene si può assumere intenzionalmente è necessario scegliere i prodotti simbolici sui quali vale la pena orientare l’attenzione razionale dei soggetti. Cultura educativa è questo pensare o ordinare, senza il quale la cultura stessa promuove e non comprime l’intenzionalità umana. I processi educativi possono essere dichiarati tali solo se si fondano sulle forme dell’intenzionalità umana e la vogliono promuovere nel soggetto in-formazione non significa affermare nessuna incompatibilità tra corpo (vivere), sentimento (sentire) e ragione (ragionare). Occorre considerare come i tre livelli si integrino durante il processo educativo. L’uomo ha l’intenzionalità fin dall’inizio della sua vita in modo ancora potenziale, ma reale, l’educatore, così, ha una responsabilità tecnica e morale quando non protegge questa dimensione specifica di ogni essere umano e non ne coltiva lo sviluppo. Ritengo di fondamentale importanza conoscere il significato del processo educativo degli attori che vi partecipano e conoscere la differenza tra processi intenzionali e funzionali. Il compito di un docente è proprio gestire il processo di insegnamento/apprendimento attraverso tutti questi aspetti. Nel percorso didattico descritto nella presente relazione si sono evidenziati degli aspetti positivi. La disponibilità e l’interesse degli alunni è stata notevole rispetto alle nuove proposte metodologiche che ho attuato durante l’I.D.. Sono stati molto interessati dagli aspetti che hanno definito i criteri di ricerca delle informazioni in rete mediante l’informal e-learning e molto stimolati dall’approfondimento on-line. Nella parte pratica l’utilizzo del problem solving ha contribuito ad un confronto e a nuove riflessioni rispetto le caratteristiche specifiche dell’unità di apprendimento e in generale rispetto all’attività di Educazione Fisica. La negatività principale è riconducibile al numero ridotto di ore dell’intervento didattico, solo sei ore, questo ha negativizzato la significatività dell’intervento sotto

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molti aspetti: chiaramente la proposta didattica del problem solving richiede tempi maggiori di realizzazione infatti si può dire di aver dato delle indicazioni, in riferimento a tale didattica, piuttosto che aver applicato con tempi e modalità adeguate il percorso, ne consegue che l’applicazione dell’intervento didattico e dei suoi risultati è molto limitata. Non si è potuto approfondire la relazione conoscitiva con i ragazzi dei quali si ha solo una conoscenza superficiale sia delle peculiarità personali che motorie. Si sono raggiunti gli obiettivi solo parzialmente poiché i risultati delle prove valutative somministrate non possono assolutamente essere significativi di un processo di apprendimento che richiede tempi maggiori sia da un punto di vista disciplinare sia relazionale. L’aspetto di verbalizzazione spesso riduce i tempi di attività a scapito del lavoro proposto anche se è molto importante per riflettere sui meccanismi messi in atto durante l’attività.

7.0. CONCLUSIONE E ASPETTI METACOGNITIVI DELL’ATTIVITA’ SVOLTA

L’esperienza di questi due anni di frequenza SIS mi ha permesso di fare molte riflessioni rispetto ai meccanismi e alle modalità che si mettono in atto durante una relazione educativa di insegnamento/apprendimento. Sono stati fondamentali i percorsi didattici sia trasversali inerenti alla psicologia, pedagogia, didattica e docimologia, sia disciplinari. Ritengo molto importante l’esperienza del Tirocinio anche grazie al confronto con i Docenti Accoglienti. Questo percorso è stato altamente formativo e mi ha permesso di fare una profonda riflessione sul significato di avere la consapevolezza del “voler essere un insegnante” e su ciò che questa consapevolezza comporta.

Il chiedersi “perché?” in ogni momento, il mettersi in discussione nei confronti di chi si ha di fronte, il ricercare il confronto con i propri allievi, come mezzo di crescita comune, sono punti di partenza necessari per progettare un intervento didattico in tutte le sue fasi che tenga conto sia dell’individualità dei singoli alunni sia della totalità della classe.

Ritengo che la professionalità docente sia un vero e proprio “mestiere”, che non è statico, ma in continua evoluzione che è una “professione alta” perché si ha a che fare con persone che si aspettano comportamenti adeguati e diversificati secondo le necessità e i contesti. Tale professionalità deriva dal raggiungimento di competenze61 intese come il risultato di una sintesi personale tra cultura, esperienza, riflessione, valutazione e critica di sé e costituiscono un punto di partenza, e non di arrivo della professionalità. Vorrei approfondire la mia riflessione riguardo l’analisi di alcuni aspetti specifici delle competenze che ho riassunto nel seguente organigramma:

                                                                                                               61 AA.VV., “Processi educativi e progettualità pedagogica”, Tirrenia Stampatori, Torino, 1999

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Credo che sia di fondamentale importanza acquisire delle solide competenze disciplinari strettamente legate ai contenuti della disciplina (che già possedevo derivanti dai miei precedenti corsi di studio), che rappresentano la base indispensabile per un’azione educativa, tuttavia non sufficiente, senza le competenze educativo/pedagogiche intese come competenza pedagogica di base cioè l’insieme delle conoscenze, delle capacità e delle abilità educative attinenti alla riflessione della pedagogia e su di essa scientificamente fondate che connota la professionalità che i soggetti che operano in questo settore devono saper mettere in campo quando progettano il proprio intervento.

Le competenza pedagogiche trasversali: riguardano quelle “abilità” della persona che sembrano più idonee allo svolgimento di professionalità educative. Esiste una dinamica tra competenza e attitudini pedagogiche che consente di escludere l’identificazione di una nelle altre. Tale dinamica si traduce nello stile pedagogico personalizzato coerente con l’originalità, la diversità e la creatività. Le attitudini necessarie per le professionalità pedagogiche sono: 1. saper apprendere, quindi sapersi aggiornare, rielaborare i contributi delle diverse scienze essere disposti a percorrere un cammino culturale in modo critico per poter formulare e verificare ipotesi nello spirito della ricerca pedagogica. 2.essere aperto: l’educatore/pedagogista deve essere disposto a mettersi in discussione aprirsi a nuove proposte scientifiche e culturali, tollerare i cambiamenti cogliendone gli aspetti positivi e sapendone individuare i rischi e i limiti, disponibile ad accogliere le diversità culturali, religiose, etniche, psicologiche, razziali, socioeconomiche.

3.essere persona creativa: educare non è trasferire modelli, non è riprodurre, ma valorizzare, personalizzare, declinare al singolare l’atto educativo e le relative proposte, cercando soluzioni originali ai differenti problemi fino al punto di inventarsi nuove competenze, nuove abilità professionali. 4.saper assumere rischi: l’agire pedagogico contiene un’alta percentuale di rischio perché il risultato non è mai garantito. 5.saper tollerare le frustrazioni: il rischio di burn-out, il

COMPETENZE    

DIDATTICO  

DISCIPLINARE  

 

COMPETENZE  ORGANIZZATIVE  

 

COMPETENZE  ISTITUZIONALI  

 

COMPETENZE  RELAZIONALI  

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rischio di esaurimento a cui va incontro l’educatore a causa dell’incapacità di gestire le frustrazioni e lo stress generato dall’alto investimento psicologico e umano richiesto. Si parla di eustress ossia di uno stress benefico e positivo che facilita il superamento delle difficoltà, è e quando viene superato diviene dis-stress che è notevolmente dis-funzionale al soggetto e si manifesta con veri e propri sintomi fisici. Diverso è il senso di fallimento che può o non può sfociare nel dis-stress e, conseguentemente, nel burn-out. il senso di fallimento è legato ad una percezione psicologica di sé in riferimento ad un preciso compito o ed un caso e all’investimento in termini di risorse del singolo del gruppo professionale. 6.essere disponibili al cambiamento nelle professionalità educative è necessario essere disposti al cambiamento; la relazione educativa cambia, infatti, chi educa e non solo chi è educato, chi non e’ disposto a farsi cambiare corre ancor più il rischio del fallimento e del burn-out. La competenza pedagogica è un fenomeno in movimento, aperto non solo agli sviluppi del dibattito scientifico, ma anche al riscontro e alla verifica sul piano concreto. Gli insegnanti devono acquisire una professionalità fondata su capacità relazionali. Nella scuola, se vogliamo promuovere apprendimento e crescita, più che di persone competenti si ha bisogno di persone capaci, ovvero della capacità di comprendere e di capire. La relazione (dal latino referre) significa portare l’altro a sé e rimandare all’altro, perciò implica un nesso, un legame, un rapporto. La professionalità relazionale62 comporta la capacità di gestire l’incontro con l’altro, di saper entrare in contatto con l’interlocutore, di comprenderne i bisogni, le richieste, i punti di vista. Si configura come capacità ricettiva, di accoglimento e di contenimento. La capacità relazionale è la capacità di gestire la complessità interpersonale e quindi di presidiare il clima di lavoro, di attivare la comunicazione nelle varie direzioni, di negoziare i conflitti. Il raggiungimento di tale competenza è favorito sicuramente dal “mettersi nei panni di chi si ha di fronte” non dimenticando l’adolescente che si è stati, comprendendo profondamente le motivazioni che inducono i nostri alunni ad alcuni comportamenti, azioni, aggressività, ecc. Un insegnante è adeguato quando oltre a possedere delle conoscenze o abilità ha acquisito uno specifico assetto mentale nella relazione con l’altro. La dimensione relazionale non è solo rivolta agli alunni ma è necessaria anche nei confronti delle famiglie, spesso il rapporto scuola/famiglia si configura come reciproca valutazione e non riconoscimento delle competenze invece per l’alunno la collaborazione scuola-famiglia è un potente e determinante fattore di sviluppo. Diventa molto importante la competenza relazionale dell’insegnante, che implica il porre attenzione alle risposte, verbali e non dei genitori, che fanno da feedback consentendo al docente di modulare in senso positivo il colloquio. E’ fondamentale l’atteggiamento interno del docente e il rispetto con cui incontra la responsabilità educativa del genitore favorendo in tal modo la qualità della relazione.

Un altro aspetto della competenza relazionale del docente è la capacità di instaurare buoni rapporti all’interno della scuola con colleghi, personale non docente, esperti, ecc. Tale atteggiamento è fondamentale per poter conseguire gli obiettivi e per operare in un clima psicologicamente gradevole. KETS de VRIES (1998)63 afferma che: “le organizzazioni che sanno usare bene i gruppi di lavoro possono ottenere performance straordinarie dei dipendenti”. Infatti la collaborazione professionale è una necessità funzionale la sua mancanza o carenza danneggia il clima organizzativo e le relazioni tra persone e abbassa la qualità del lavoro ostacolando il raggiungimento degli obiettivi. L’insegnante deve possedere competenze organizzative intese come saper dare ordine, sequenzialità, organicità, sistematicità ai diversi interventi all’interno dello                                                                                                                62 Blandino G. – Granirei B., “Le risorse emotive nella scuola”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2002 63 Kets De Vries M.F.R., “L’organizzazione irrazionale”, Te. it.Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000

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spazio/contesto in cui si attua il processo educativo. Saper organizzare significa non perdere di vista la globalità della persona mentre si pone attenzione agli aspetti strumentali e organizzativi. Gli aspetti organizzativi sia a livello intra-istituzionale sia inter-istituzionale sia inter-sistematico. Saper organizzare significa non chiudersi in percorsi sterili e burocratici, ma valorizzare il pensiero divergente e produttivo, scegliendo di percorrere anche nuove strade.

Nel lavoro dell’insegnante sono indispensabili le competenze istituzionali considerate sotto l’aspetto prescrittivo64: inteso dal punto di vista normativo del lavoro, cioè le regole, i vincoli, i limiti all’interno dei quali dobbiamo muoverci, ovvero programmi, ambienti, risorse umane e materiali, tempo, denaro ecc. Le continue riforme della scuola hanno introdotto notevoli cambiamenti, ad es. la legge dell’autonomia scolastica65 ha consentito di svolgere meglio, in modo incisivo, il ruolo di agenzia culturale nell’attuale organizzazione della società. L’autonomia scolastica valorizza la scuola come realtà scolastica ed integrata nel territorio in grado di interagire con le istituzioni locali al fine di migliorare l’offerta formativa. La scuola oltre a porsi come entità integrata in un contesto sociale deve rappresentare il luogo nevralgico di questo tessuto, condividendone i problemi sociali relativi al contesto in cui opera e cercare delle professionalità nel territorio che integrino l’offerta formativa. Dovrebbe riconoscere le altre istituzioni che operano nello stesso contesto come partner educativi interagendo per soddisfare i bisogni relativi al territorio non facendosi carico di tutte le responsabilità ma stabilendo delle priorità da portare a termine. La scuola dell’autonomia è una scuola che elabora progetti che rappresentano flessibilità, adattamento alle esigenze di soggetti interni ed esterni alla scuola pur sempre rispettando gli standard comuni nazionali di tutte le scuole. La scuola inoltre è una scuola “comunitaria” che si adopera per l’integrazione dei ragazzi di altre culture, presenti nell’ambito locale. Il risultato è una scuola più viva, che si rinnova al passo con i tempi in continua evoluzione parallelamente alla società in cui opera. La scuola dovrebbe essere vista attraverso il concetto di “comunità educante” legato ad un uso corretto dell’autonomia; una scuola in cui non si rischia l’appiattimento su metodi e terminologie ma si colgono gli aspetti rilevanti rispetto ai fini educativi: la mentalità di rispondere del proprio operato in termini di efficienza e di efficacia nel raggiungimento di obiettivi.

I vantaggi che la scuola dell’autonomia fornisce alla nostra materia sono notevoli:

uno relativo all’utilizzazione degli spazi sportivi sia interni sia esterni all’istituzione scolastica. E’ possibile, infatti, siglare contratti, sottoscrivere protocolli d’intesa ecc, che riguardino l’affitto a società sportive ed enti di strutture come palestre, campi attrezzati in gestione all’istituzione scolastica stessa, come pure servirsi di strutture esterne o di aree protette naturali.

Un altro relativo alla possibilità di proporre progetti specifici, adatti per quella particolare realtà scolastica e sociale, diversi dalle ore di insegnamento nel gruppo sportivo.

Autonomia e crescita degli studenti Cenerini A. e Drago R. (2000)66 delineano cinque principi fondamentali in cui sono, per così dire, amalgamati conoscenze, competenze, attitudini e comportamenti che caratterizzano gli insegnanti professionisti. Li riporto qui di seguito perché credo che possano essere considerati una buona base da cui partire per delineare un docente competente: 1) Gli insegnanti dedicano il loro impegno al successo formativo di tutti gli allievi;

                                                                                                               64 Blandino G. – Granirei B., “Le risorse emotive nella scuola”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2002 65 MIUR, DPR n. 215/19 Autonomia scolastica 66 Cenerini A.Drago R., “Professionalità e codice deontologico degli insegnanti”, Erickson, Trento, 2000, pagg. 29-30

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2) Gli insegnanti hanno un’approfondita conoscenza delle discipline che insegnano e sanno

come insegnarle;

3) Gli insegnanti sono responsabili dell’organizzazione del monitoraggio dell’apprendimento;

4) Gli insegnanti riflettono sistematicamente sulla pratica didattica e imparano dall’esperienza;

5) Gli insegnanti sono membri di unità scientifiche e professionali e partecipano alla vita e allo sviluppo della scuola nelle sue relazioni interne ed esterne.

Questa riflessione è stata fatta considerando l’aspetto di tutto ciò che ho acquisito attraverso l’esperienza pratica e teorica del percorso di abilitazione, adesso non resta che mettersi in gioco e applicare nella vita scolastica di tutti i giorni tutto quello che ho appreso. E allora io mi metto nei panni dell’insegnante che inizia il suo percorso con l’allievo…

…”Che emozione se l’allievo scoordinato e impacciato, comincia a divertirsi, a giocare con i compagni, senza più timori perché ha imparato a conoscere se stesso e il proprio corpo. Che soddisfazione vederlo crescere, controllare e amare sempre di più la sua corporeità, così difficile da accettare. Che orgoglio vederlo vivere e giocare con i suoi compagni nel rispetto delle regole e di se stesso. Ora crede nella sua capacità, conosce i propri limiti e le proprie potenzialità, sta diventando un “uomo” o una “donna” cimentandosi, inizialmente come in un gioco, con il ruolo di adulto nel difficile mondo dei grandi”.

Borgogni A., Rossi D., Piccioni V., Cei A., Bizzaglia G.67

                                                                                                               67 Borgogni A., Rossi D., Piccioni V., Cei A., Bizzaglia G, “Strade Maestre”, Mondatori, Milano, 2002

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