La deus caritas e il povero cristo ancora crocefisso

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53 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza Libro 2. “Deus Caritas est” e il povero cristo . crocifisso ancora, in me il 5-12-2005

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La deus caritas nella poesia e nella prosa...

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53 Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO

Nuova Scuola Italica di Filosofia della Scienza

Libro 2.

“Deus Caritas est” e il povero cristo. crocifisso ancora, in me il 5-12-2005

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54 Il Santo Padre, Benedetto XVI, ha promulgato il 25 gennaio 2006

l’Enciclica Deus Caritas est, già firmata il 25 dicembre prima, a Natale. Ora, nel mondo, la Ragione ha acquisito il diritto di dire la sua alla Fede

per mano dell’Enciclica Fides et Ratio, firmata dal Papa Giovanni Paolo II il 14 settembre 1998, giorno della santa esaltazione della Croce.

Ora io sono chi si è evidentemente “esaltato” nella croce. Lo prova oltre ogni dubbio quanto ho compiuto a Pescara il 5 dicembre

2.005, cioè 20 giorni prima della firma della Deus Caritas est e davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù: mi sono incatenato in Croce, svestito come era Gesù, coperto solo di un panno ai fianchi, nel rigore del dicembre, particolarmente ventoso, quel giorno.

Mi esalto, nella croce perché ho preso sul serio l’Enciclica Fides et Ratio ed il legame “in terra come in cielo” stabilito dal recente Pietro tra la Fede nel Figlio e la Ragione dello Spirito santo della Verità del Padre suo.

Significa che, per me, chi è esponente della Fede – e per primo il Papa – deve lasciarsi guidare anche dalle buone Ragioni dello Spirito santo, che si presentano come una pura Verità a se stante. E deve, soprattutto, non arroccarsi più sulle sole posizioni tradizionali di una Chiesa che ha da sempre aborrito il contributo di una ragione che nascesse all’esterno della Fede Ufficiale della Chiesa.

Deve farlo perché, nel punto 56 della Fides et Ratio, è testualmente scritto, con una chiarezza incontestabile:

“La fede si fa così avvocato convinto e convincente della ragione”, cosa che è il classico legame (fissato in cielo e terra) da Pietro, su mandato del Cristo.

Ma io devo anche denunciare, e lo faccio persino alla Sacra Rota, che la Chiesa ha disatteso questo legame Fede-Ragione fissato da Pietro in terra come in cielo. Ne ho e ne do chiarissime e insistenti prove personali, maturate in 7 anni di vigenza di quell’Enciclica, e sono proprio quelle che mi hanno portato a volermi infine esaltare nella Croce.

Così, ora, offro al Papa il mio contributo critico, denunciando anche a lui che ha espresso la sacrosanta Verità anche sullo Stato Vaticano, nella sua Deus Caritas est quando ha affermato testualmente, ora lui, a pag. 58:

“ Uno Stato che non fosse retto secondo giustizia si ridurrebbe ad una grande banda di ladri, come disse una volta Agostino: «Remota itaque iustitia quid sunt regna nisi magna latrocinia?» ”.

Infatti, io sono stato trattato senza alcun senso della Giustizia!

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PREMESSA al critico dialogo a distanza

Pietro-Paolo, di un “galletto”

che è Paolo, nel suo 4° nome

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Nato nel dì della Conversione di San Paolo, lo sono nel IV mio nome.

Come Paolo, il 24-10-1999, in un Convegno benedetto dal Papa, già risposi a Pietro, alla sua Fides et Ratio, contribuendo da filosofo … …

ma la risposta non gli fu mai recapitata dai Fideisti. Questo libro fu distribuito al mio Convegno… della Pienezza dei tempi:

giorno 24 (le sue ore), mese 10 (ciclo numerico), 1999 (fine del II millennio).

CI HO GIA’ PROVATO INVANO MA… CI RIPROVO

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25-1-2006: « Lo Stato non retto sulla Giustizia è una banda di ladri ! »

Il gallo cantò all’alba del Venerdì e Pietro pianse amaramente perché capì: 1. quel pollo faceva il galletto… come aveva fatto lui, Pietro; 2. era l’Aurora della nuova Pasqua verso il Sublime nella vita; 3. quell’Alba nuova nasceva dal Sacrificio finale dell’Agnello di Dio.

Ora Pietro ha dato la Deus Caritas est quando Paolo rinacque al Cristo… riapparso il 25-1 nella luce, come vi ritornò, segregato, nel mio privato.

Vi ritornò davvero, segregato in me, un galletto ,suscitato per Pietro :

1. vero galletto perché mi son legato digiuno e in croce il 5-12-2005 al

Sacro Cuore di Gesù a Pescara, sostenuto 55 dì solo dall’Ostia delle Messe, perché avevo le stesse ragioni di quel gallo da cantare a Pietro!

2. perché ho ancora fede (pronto fino a morirne) che Pietro sia il Buon

Pastore di Gesù, che lascia le altre pecorelle e cerca quella smarrita… anche là – in Vaticano – ove per pecorella credono… un lupo grigio!

3. perché credo ancora nella Carità di Pietro (cui mostro amore e non

la pistola fumante, nel mentre è a capo di una banda di ladri). Egli regna infatti su uno Stato che non è in tutto fondato sull’Amore (ma sulla convenienza, perché rispetta l’aggressore lupo grigio e non l’agnello)… e così – l’afferma proprio Pietro – “è una banda di ladri”.

Ecco così a Pietro 3 miei Chicchirichì! , a pag. 61-62, e ora:

1° Nato il 25-1 con Paolo e l’Aurora Boreale del ’38, son il Cristo segreto; 2° Paulus anch’io – e si vede! – piccolo povero cristo senza importanza; 3° Cristo sta – in segreto! – in tutti i poveri cristi senz’importanza !

ERGO: Pietro, sii coerente con Paolo, se così canta il galletto. :

« Il primo Pietro, per non provocare la sua morte, nascose la Verità… Idem i 3 ultimi Pietro: per non provocare la loro morte, hanno nascosto il 3° Segreto di Fatima… finché non si sono sentiti al sicuro. E io, il Gallo, canto: “Piangine amaramente, o Pietro della “ Deus Caritas est ”! Proprio Essa ha spinto ben 4 Pietro a rinnegare la Verità, affinché tu – l’ultimo – non la rinneghi mai più!” »

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La Deus Caritas est proclama un Amore di Dio…- umano in pieno,-

con l’Eros unito all’Agape, il pretendere unito al suo gratuito dare,- la carne allo spirito, l’umano al divino, perché vi sia…-

il “super-uomo”, che è un “Gesù vero, vivo e presente in ciascuno”…- Va bene se si parla al Nietzsche del superuomo, che crede morto Dio.-

Ma Dio non è un credere, è l’Evento Assoluto, che, nel relativo, è Gesù.-

Il Deus Caritas è Amore del bene e Pietà per il male-

(essendo Dio “Assoluto”: bene e male, compresi e superati in “Amore”)-

che non lascia senza olio, (l’olio della sacrosanta paura)- la lampada delle 5 Vergini stolte, i 5 Continenti del mondo!-

Questa Pietà fu l’evento del Miracolo certo di Fatima-

in cui il Sole diede “spettacolo”-

del perfetto dominio di Dio sulle Leggi attuali.-

Questa Pietà fu l’evento di Nostra Signora del Rosario,- la quale volle si sapesse e dicesse come Isaia, come il Battista:-

« Siamo giunti alla Fine del tempo, al castigo divino,- i colli saranno spianati da uno “Tsunami” e le valli ricolme.-

Raddrizziamo le vie al Signore che viene! »-

Questa Pietà è stata anche il recente evento dello “Tsunami”- che ha affermato nella lingua del mondo:-

“† sun am I”-

“ Sono il crocifisso Sole della Croce, io! ”,-

ai cultori di Babbo Natale e dei Paradisi naturali...-

L’Amor vero, di Dio, è l’Esodo da questo mondo!-

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59 TEOLOGIA - Dio, essere perfettissimo, nel momento in cui crea l’uomo dal nulla, fissa una relazione con il suo relativo, che si fonda – per la comunicazione – sui talenti concessi alla creatura che ha delimitato.

Pertanto, i sentimenti concessi all’uomo sono la via per mettere in comunicazione la Creatura relativa con il Creatore assoluto.

Ebbene, tra tutti i “sentimenti umani” assunti in tal modo da Dio, come una pura necessità – comandata dall’AMORE – di far comunicare tra loro il relativo e l’Assoluto, il primo in assoluto è stato la CARITAS.

La sua traduzione in Amore, come nel suo fondamento, non può scindersi dal sentimento di Carità provato dall’Assoluto nei confronti di chi ha dovuto essere delimitato, ossia dotato di limiti, lacune, peccati.

Dio prova somma Pietà per chi – per potere esistere nel suo stato relativo – deve per forza rinunciare al “tutto” per assumere “solo il suo”.

Per manifestare, nel concreto, la fondamentale PIETA’ di Dio,

l’Assoluto allora, nel Regno prima concesso al Figlio, si è presentato nelle vesti umane della Madonna, l’addolorata mamma di Gesù, Figlio unigenito del Signore. La Madre di Dio è l’ADDOLORATA in persona, che vive in sé il dramma del limite umano imposto da Dio ai Figli, nati per morire.

L’Amore di Dio, allora, non può disgiungersi proprio dal dolore di Nostra Signora del Rosario. Essa è sempre triste per il “castigo di Dio”, di aver delimitato, impoverito, costretto alla morte e al peccato i suoi figli.

Senza questo senso della dolorosa Pietà di Dio, un amore, che si limiti solo a legare l’Eros all’Agape e che dia luogo all’uomo-Dio (al super-uomo che egli è quando Eros ed Agape sono fusi assieme), lo mantiene in questa valle di lagrime ed è assolutamente impietoso. Al Popolo di Dio in catene fu proposto l’Esodo, nella Terra Promessa, come l’Amore vero di Dio!

L’amore vero di Dio è questo “avvenimento reale”! È l’uomo che sta

per abbandonare in massa questo mondo per l’altro. Dopo il Sole danzante fatto vedere a Fatima, Dio ne ha dato chiara

notizia il 26-12-2004, con lo Tsunami. È annegato chi seguita ad adorare il Dio del Sole, Ra, e trasforma il mondo in “edonistico amore fai-da-te”! Occorre uscirne! Chi si oppone è fatto fuori: si oppone al Dio salvatore!

Non arrivare a capire in che modo quel cataclisma entri a far parte

dell’Amore di Dio è il segno di una umanità resa da Dio assolutamente cieca per il trascendente, e che non vede più nell’ESODO l’amore di Dio.

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60 Tsunami, la Carità di Dio, per chi ha orecchie per intendere:

Deus Caritas est † sun am I Deus Caritas est

L’orma pietosa del Cristo Sole della Croce… vivo tra noi auspicato dal Papa come l’ Aurora Boreale della Vita Eterna

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sulla Deus Caritas est… Chicchirichì !

Chicchirichì ! … sul Santo Ro Missionario

… sul s. ?Rosar iOF di Fatima Chicchirichì !

… sul ROmano di SAlerno e SARonno, iO, Elì, F di F Elìtto…

Faccio anche della… “PUBBLICITA’ !”

il. 25-01-1.938. nasco, ? SARF io-F , RoSARio, il Santo Ro sario che impersona la luce in cielo che ci libererà il. 22-12-2.012.

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Chicchirichì ! 25-1-1938, † sun am I ! la luce del Ro-sar-io

Mentre l’Italia festeggia la trasvolata a 3, Italia-Brasile, di Bruno, figlio del Duce e fratello di Romano, nasco in segreto io essendo Emanuele II, il Re. Ed ecco, tra le 21 e le 23 (a cavallo delle 22 in cui son venuto al mondo nel segno segreto del 2° Emanuele e Figlio del Signore d’un volo a 3 tra mondo e altro mondo), la Bruna Terra è illuminata dalla straordinaria luce simile ad una Aurora Boreale d’intensità, durata ed estensione eccezionali (vista in quasi tutta l’Europa, l’Africa del Nord e il Canada)… Sui 3 eventi (tutti posti tra l’uno e l’altro mondo) di 2 scrisse tutta la stampa (1 fu tenuto segreto). Lucia di Fatima descrisse l’Aurora come il segno divino per il principio della guerra, II parte del Segreto datole dalla Signora del Rosario: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per “castigare” il mondo ...» Fatto Segreto, in Privato volai in persona nel mondo, essendo io II Emanuele, Re e Figlio del Castigatore , rinato nella misera stalla d’un cuore peccatore, Chicchirichì - segno di salvezza! Fui segno io esempio segretato in Privato , Ro(mano) Sar(onnese-salernitano) io: Ro-sar-io santo… e come no? Quel dì questo Privato Ro-sar-io fu il Segreto e l’Aurora Boreale… Ma per tutti!

25 gennaio 2.006 “Essere l’Amore vivente, il Sole della Croce” Benedetto XVI promulga la Deus caritas est, che afferma che l’Amore di Dio è la presenza d’un Cristo vivo in persona e reale tra noi … È verissimo! Eccolo! Eccomi! eccoci ! L’Amor di Dio rivolle un Gesù reale, “segretato” nel privato di ognuno! Rinato misero nelle povere stalle dei cuori di “ogni peccatore”. Mentre il Papa auspica un Gesù idealmente vivo, l’Amor di Dio l’“esemplificò”, “reale in me”. Per essere (dopo gli Ebrei) mortificato in me ora dai Cristiani, increduli nella Gloria della grandezza nata nella piccolezza!

22 dicembre 2.012, come già mostrato: a Fatima e il 26-12-2.004, il Sole impazzirà e uno † sun am I mondiale spianerà i 5 Continenti

La Caritas dei Pietro però rinnegò Fatima, ove il Sole impazzì. Maria SS. chiese ai peccatori di assumere il Rosario, (me), in sé e alle 5 vergini scaltre di attendere lo Sposo con l’olio del timor di Dio. Ma Papi paurosi d’essere uccisi (come detto nel 3° Segreto), temerono il coinvolgimento, come Pietro, e buttarono l’olio-Caritas: l’Apocalisse dello †sun am I (sono il Sole in †).

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LA MIA CROCE dialogo purtroppo a distanza,

Pietro-Paolo, che gli dice: « Deus Caritas est… è l’Esodo vero

da una Terra… d’Egitto, perché su di essa, ora, si è solo veri schiavi!

Bisogna esser pronti all’Esodo vero, perché Dio ci ama e vuole tutti,

in massa… liberi davvero! »

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Io, come il filosofo Paolo, chiedo infatti al Pietro della Deus Caritas est:

Ho capito questo, come sintesi dell’Enciclica: « Urge l’evento vero e reale di chi “accolga e sia Cristo Amore”…

l’Amor puro “incarnato”, che chiede e dà, ove l’Eros “aiuti” l’Agape! »

Se ho sintetizzato bene, per favore, una risposta sia data a me: «Perché, allora (se dico che la mia nascita è opera del Deus Caritas come l’evento capitato a me e valido per tutti, della presenza reale d’un Cristo

venuto “in persona”)… son creduto persona imbecille da evitare ? »

Per i miei Chicchirichì!, per i miei atti d’affermazione personale (che il 25-1-‘38 il Segreto sia stato anche il mio venire al mondo, in quella Aurora Boreale, come il santo Rosario) forse non ci si straccia le vesti?

Forse non si pensa: “Che blasfemo! Come fa ad immaginarsi Gesù?”

Rispondo come faccio – più che ad immaginarlo – a crederlo: « Credo vero che il Cristo, sia reale e vero in “ogni” povero Cristo…

Poiché lo rivelò Gesù che ciò ch’è fatto al povero, “fatto è davvero” a Dio io concludo – Paulus come sono – che il povero “è fatto davvero” Dio!

Chi si dà ai grandi della Terra e si nega ai poveri cristi, si nega al Cristo, e questo è purtroppo l’atteggiamento del Vaticano, ne ho la triste prova:

Un mese di ospedale (dopo 55 dì d’un digiuno penitente sostenuto solo

dall’Ostia divina) per avere sperato che la Carità di Pietro mi ricevesse! Ma lo Stato Pontificio – senza Carità – ha fatto politica, come la Banda di ladri detta dal Santo Pietro, e il Buon Pastore non ha neanche saputo che

una pecorella smarrita aveva riposto in Lui la sua speranza di vita.

Se la grandezza vera non è saputa nella piccolezza vera, il Natale del Cristo in ogni vivente non sa di vero e reale! Egli è atteso male: come il potente

(vincitore della Morte ora, come dei Romani allora) e forte, che “mandi” all’Inferno e in Paradiso… e non che – invece – “si faccia” Carità “in noi”:

povero nei poveri e peccatore nei peccatori, per assumere tutto in sé come un carico vero, reale e personale e non come una pura idea !

Dio Amore “è in noi”, ignoto, segreto (mortificato nella nostra pochezza), e trova sempre dei Caifa che si stracciano le vesti e uccidono quel Dio vivo e

vero “che c’è”, affermando che in noi “non c’è!”… nel mentre, poi – che incoerenza! – lo si vuol vivo in tutti… senza che lo sia in ciascuno! Ebbene Gesù si è fatto carità in noi, per liberarci tutti… con l’Esodo!»

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Manifesto dello spettacolo della mia crocifissione reale, il 5-12-2.005 a Pescara

Mi sono incatenato volutamente davanti al Sacro Cuore di Gesù. Sono soltanto un povero cristo praticamente digiuno da .55. dì, a Montesilvano, perché sto vivendo solo di Cristo, con Cristo e per Cristo. Vivo solo dell’Ostie della messa e tornerò in cielo, se il Buon Pastore non lascerà le 99 pecorelle per cercare me, la smarrita. Il Buon Pastore è Gesù e il Papa il suo Vicario… se si degna e cerca chi ha riposto la vita solo in lui.

Il Centro, giornale d’Abruzzo, sta tentando ma invano, da 55 giorni, di ottenere dal Papa che io sia ricevuto, se non ha il tempo di cercare me, un povero cristo che attenta alla sua propria vita e non alla Sua, come fece Alì Agcià, andato a trovare in galera… Ma dal Vaticano non rispondono! Chi serve il Papa crede che Egli debba aver tempo solo per i potenti e che, così, debba fare più del Maestro che non volle spendere una sola parola con Cesare per Israele.

Ecco, sono qui, incatenato al Sacro Cuore di Gesù perché piange il cuore del povero cristo, che vive solo del corpo e sangue di Gesù, ed è pronto perfino a morire, pur di portare a Benedetto XVI la risposta, da parte della Sede della Sapienza, alla richiesta a Lei – “di potere…”– fatta da Papa Woitila in fondo alla Fides et Ratio! Ebbene, sono io il messo d’una Madonna “che può ed è il porto sicuro per chi cerca…”, e ho molto da dire a Sua Santità, per la qualità e la stessa salvezza della vita. Ne sono ‘sì certo da giocarmi la mia, se fosse gioco (o suicidio) il rimetterla al Papa! Devo rischiar la vita per salvare l’altrui e se vorranno che perisca o deperisca... amen!

Anche Maria SS. non rispetterebbe il legame Fede-Ragione fissato (per mandato di Gesù a Pietro) non solo in terra (e ignorato) ma anche in cielo? La Madonna non risponderebbe?? EE LLoouurrddeess?? EE FFaattiimmaa,, ee MMeedduuggoorrjjee?? Se così fosse il povero cristo venuto e disprezzato patirebbe l’incuria della Curia e d’un Cattivo Pastore che abbandonerebbe e lascerebbe morire la pecorella smarrita che gli si è affidata? E sol perché non è un Cesare ma solo un povero cristo… di quale Cristianesimo?

Se Dio avrà mandato invano il suo messo, sbarrerà le porte nuziali, il 22-12-2.012, alle 5 Vergini stolte, restate senza più olio e senza luce? Io so che la scure è già posta alla radice degli alberi e che ci son forse appena i 7 anni di vacche grasse, per riempire i granai.

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NOTATE BENE In questa pagina fatelo voi! “Fotografate” voi me, il povero cristo in croce che,

messa inutilmente la sua vita nelle mani del Papa affinché la fede in Gesù potesse salvare la vita sulla Terra,

nei 7 anni di vacche grasse che soltanto ancora ci restano,

ha invano digiunato e vissuto dell’Ostia divina

per 55 giorni, a Montesi 55 ano o Montesi LV ano e Monte Ca LV A.R.io,

Monte Sion e Monte Calvario per me: un Amodeo Romano che scrive LV il 55. Avendo così digiunato 55 giorni proprio nelle mie Monte Sion e Monte Calvario,

affinché il Papa fosse informato dalla mia SANTA MISSIONE, la Provvidenza divina non ha però voluto che fossero mostrate in pubblico

le mie condizioni. Infatti solo Veronica poté, col N.I. col Nazarenus Iesus!

VeRoN.I.ca misteriosamente “vede”, ve’ RO N.I. ca, e qua di vero v’è Romano! Infatti, sia le foto fatte da Valerio Simeone (tel. 3473353291), fotoreporter de Il Centro, misteriosamente “sparirono” (senza le avesse cancellate dalla macchina fotografica);

sia la cassetta dell’evento misteriosamente “sparì” dalla cinepresa (senza che la Polizia di Pescara l’avesse tolta o sequestrata il 5-12-2.005)! È vero. Controllatelo!

I due eventi sono misteriosi allo stesso modo di quanto accadde il 29-01-2.002, allorché sparì dalla croce (nella Chiesa di San Giovanni Battista a Saronno) il corpo ligneo di Cristo, nel mentre io rischiai di sparire dal mondo (perché, investito sulla via di fronte da un pullman, io fui salvato). Accadde mentre l’orologio del campanile

si bloccò come per il sacrilegio, per rimettersi misteriosamente in moto da sé dopo 99 mesi e 16 dì al 99° giorno di mio digiuno e 16^a Comunione, per un

sacrificio mio (e tanta fede) affinché Gesù ridesse la vista a Tommi, un cieco nato.

Per quant’accadde il 29-01-2.002 (tolto dal mondo il Cristo ligneo e non io, Romano),

m’intendo un RO missionario Santo, salvato al mondo come un Cristo vivo che, messosi in Croce a Pescara, il 5-12.005, vede di nuovo annullate incredibilmente due azioni del dovere e del mestiere: l’opera di un fotografo, misteriosamente scomparsa; l’opera dei Poliziotti che non han sottratto una cassetta… misteriosamente scomparsa!

La Provvidenza ha dato però un altro gran segno chiaro, trascendente: il missionario SANTORO, ucciso in Chiesa e per mano armata d’un

giovinastro dalla fede troppo acerba, lo trascende in me Romano, come nel

missionario SANTO RO … Romano, con un mano che è voluta tra parentesi…, sparita, ma che è la mano santa del Dio che vivifica anche me,

povero cristo, nella Santa Missione di salvare la vita sulla Terra.

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Che n’è stato, dello spettacolo ?

Trovandosi di fronte a me incatenato in Croce davanti alla Chiesa, la gente

– un centinaio di persone – ha mostrato vera Compassione e Carità. Mi hanno avvicinato con Rispetto, si è cercato di dissuadermi: “Fa freddo a dicembre… per chi è coperto solo da un panneggio ai

fianchi, come Gesù… S’ammalerà! Perché a Pescara e non a Roma?”

Io davo spiegazioni, mentre una telecamera fissava tutto lo spettacolo .

Assicurata ad un palo, ha ripreso una vera e propria Candid camera, un vero Test sul comportamento umano a tutti i livelli, in questi casi insoliti.

Dopo poco più di mezz’ora ecco un primo poliziotto, con fare burbero: “Lei non sa in che pasticcio si è messo! Si sciolga!” “Non posso, sono scattati i lucchetti. Se volete, fatelo voi…” Ne sono accorsi poi altri, sono restati in ascolto e, quando sono diventati

un gruppetto di quattro, una donna in divisa mi ha consigliato, gentilmente: “Suvvia, si sleghi! è arrivata la stampa, l’hanno anche fotografata…!” Solo dopo l’arrivo dell’ambulanza, chiamata dai questurini, costoro hanno

provato – me consenziente – a sciogliermi e ci sono riusciti subito: il mio legame era simbolico, pur se attuato con tre grosse catene e tre lucchetti.

Sono stato trattato dai poliziotti con pietosa misericordia e avvolto con garbo in una coperta, come fosse il sudario di questo evento… Anche se ho tentato di rivestirmi ed andar via, non ne ho avuto il modo, essendo stata esercitata su di me una forma di larvata intimidazione e cortese coercizione…

Di fronte a ‘sì gentile e visibile preoccupazione per la mia salute, li ho di proposito lasciati fare, sapendo come la Polizia non possa costringere, al cospetto d’una manifestazione pacifica e religiosa, in un Paese in cui questa libertà esiste e dovrebbe essere non solo “vera”, ma anche garantita…

Così ho accettato, sottoposto a dolce violenza, d’essere accompagnato sull’ambulanza. Mi è stata ridata anche la telecamera, di cui si erano impossessati, dopo averla slegata dal palo; ma mi accorgerò, in seguito – e davvero con alquanta sorpresa e molto disappunto – che non conteneva più la cassetta, perché – pensai – “me l’avevano sequestrata”. Pensai che sono anche un giornalista, ma che la Polizia non avesse voluto tenerne conto, nel mentre

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riprendevo e rappresentavo a tutti la condizione di un povero cristo, dimagrito e infreddolito per la mancanza di Amore da parte del Vaticano.

Io stavo dando di fatto ragione al Papa, prima ancora che Egli indirettamente la desse a me con l’Enciclica “Deus Caritas est”. In essa ha sostenuto addirittura (e con un linguaggio davvero forte) che: “uno Stato che non è ben regolato dall’Amore, è… una vera Banda di Ladri !

Pensai che se fossi stato un qualsiasi noto giornalista, nessun poliziotto si sarebbe permesso d’ostacolare il mio lavoro, perché allora non sarebbe neppure scattata l’ipotesi del reato… Ma che, quando si è di fronte allo stato di chi non gode di notorietà, allora ci si sente quasi in dovere d’inventare anche quello

che non c’è…, contro lo stato di chi fa troppo il galletto .

Pensai: “Se in ogni stato non c’è Amore… ecco perfino i Poliziotti come Banda di ladri!”… Ma li accusai ingiustamente, perché solo mesi dopo avrei saputo della loro innocenza e di una cassetta sparita solo in seguito ad un vero mistero, senza alcuna altra possibile spiegazione se non la Volontà di Dio.

“Esiste – io credei allora – tanta sudditanza psicologica nei confronti di chi è noto e potente e tanto spirito di sopraffazione ed abuso nei confronti di chi non è nessuno, che ogni Carneade dovrebbe restarsene solo zitto e buono”.

Dovrebbe farlo anche in condizioni estreme, come ad esempio nel caso mio, ove l’altrui indifferenza e mancanza di Carità (dello Stato Vaticano) mi ha fatto soffrire la fame per 55 giorni, perché chi avrebbe dovuto soccorrermi se n’è infischiato, per questo malaugurato stato di cose che esiste, d’assoluta mancanza di rispetto per le esigenze dei piccoli ed indifesi, il che – lo stato di indifesi – si ha quando i piccoli sono soli.

Infatti, quando essi sono un esercito e si fanno forza del numero per determinare autentiche situazioni di generale fastidio (come gli scioperi), allora hanno riconosciuta una forte, indiscutibile voce in capitolo, ma quando, invece, sono soli, è convinzione generale che, anche se hanno ragione, i piccoli debbano restarsene solo zitti e buoni per... lasciare lavorare i grandi.

Io odio questo stato di cose, della prepotenza del numero! Chi è forte ed abusa del piccolo, debole, isolato ed indifeso suscita in me una tale rabbia che sono portato… oh, non a compiere gesti inconsulti! ma a fargli vedere la Croce della violenza subita dal povero cristo… morto, si sa, tra i Ladroni.

Io ne ho subita oltre ogni umana logica sopportazione, essendo stato moralmente costretto a digiunare finora per 112 giorni, pur di difendere due poveri cristi molto importanti… due Papi… Sembra incredibile, ma anche Pietro è un povero cristo sempre in balìa dei possibili Ladri nel suo Stato !

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Accade quando Pietro proclama delle pure necessità virtuali, ma esse, troppo pure e troppo virtuose, non incontrano il favore dello stato che non si fonda sull’Amore, che allora gli ruba autorità e oppone ogni resistenza.

È stato il caso dell’Enciclica Fides et Ratio di Papa Woitila, che intese far dialogare il Credo cristiano (Fides) con lo Spirito santo della Verità di Dio (Ratio) ma incontrò la ferrea opposizione dei fideisti che, grandi ladri della autorità di Pietro, erano contrari ad una Fede “Ragionevole”…, così ladri “irragionevoli” come erano: perché la Fede vera comanda di seguire Pietro.

Per difendere quel povero cristo di un Pietro isolato e contrastato (nel suo

sacrosanto diritto di “legare e sciogliere, in terra come in cielo”, Fede e Ragione), digiunai 57 giorni, nel 1999! Intrapresi una coraggiosa lotta che restò isolata essa pure, non essendo mai riuscito a mettermi in contatto personale col Papa, per il vero boicottaggio di tutte le figure intermedie, dai parroci, ai vescovi, ai cardinali, grandi ladri dell’autorità di Pietro.

Perché non sembri che lancio accuse generiche, ho avuto contro quasi tutti

i preti di Saronno e gli Arcivescovi e Cardinali Tettamanzi e Martini, personaggi poi tra i papabili, ma figure lontane anni luce dalla lungimiranza profetica di Papa Woitila. Mai e poi mai costoro avrebbero chiesto scusa per gli errori che il Papa dichiarò compiuti dalla Chiesa nel corso dei millenni. Incoerentemente, avrebbero difeso ad oltranza l’infallibilità del Papa proprio nel mentre giudicavano in fallo il suo indirizzo. Contro costoro – dico poco! – ho dovuto lottare io, un Carneade filosofo, forte solo… della verità scientifica, che dava piena ragione a Gesù ed apriva quel Nuovo percorso che Papa Giovanni Paolo II coraggiosamente cercava, nel tentativo reale di trovare una possibile via di intesa tra tutte le Fedi e Religioni del mondo.

Il nuovo Papa, che ha promulgato la sua prima Enciclica volutamente il 25

gennaio, alla fine della settimana di preghiera per l’unione di tutte le Religioni (ut unum sint, “affinché siano una cosa sola”, preghiera di Gesù), se sarà assistito dal Nuovo percorso, ragionevole, trovato da me, solo allora potrà permettersi realmente il tentativo di una mediazione, fatto dalla Ragione, tra tutte le Fedi… Altrimenti il suo sforzo resterà velleitario.

Solo lo Spirito santo ( e trascendente) della Verità di Dio trascende anche ogni fede e può essere il connettivo comune, ed è, poi, quello Spirito santo che regola, a conti fatti, la stessa Verità scientifica e filosofica.

Dopo essermi scontrato coi i pezzi da 90 della Lombardia, ho creduto di

dovermi spostare a Montesilvano, in Abruzzo, per difendere la Chiesa.

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Il tentativo di difenderla a partire dalla grandezza della mia piccolezza (nella certezza che tale pochezza, se è vera, allora è davvero sostenuta da Dio), è stato proprio nella speranza d’aiutare il nuovo Papa, senza che Altri papaveri mettessero più a me e alla Chiesa i bastoni tra le ruote messi a Milano, quando nascosero i miei fatti al Papa, al solo che vi credeva.

Venuto in Abruzzo, ho ripreso il digiuno dai 57 dì cui l’avevo dovuto lasciare nel 1.999, non potendo allora rischiare d’ammalarmi o morire, per l’esistenza in vita di mia madre, ridotta al lumicino dalla demenza senile.

Morta ormai mamma (nel 2.000) e dovendo superare tutti gli intermediari non superati in 7 anni (1999-2.000-2.001-2.002-2.003-2.004-2.005), ho sperato potesse farlo la stampa.

Ho così affidato a Il Centro (giornale dell’Abruzzo), il compito del postino, nella speranza che il Vaticano, ricevendo le mie lettere attraverso un giornale, temesse la impopolarità derivante dal non ascolto del grido di aiuto lanciato da una pecorella smarrita: il povero Filosofo della Fides et Ratio che aveva trovato la via nuova voluta dal Papa, ragionevole, che portava a Gesù ed al possibile incontro tra tutte le Fedi. “Se io ero questa pecorella smarrita, era compito del Buon Pastore stesso (nella persona diretta del Santo Padre Vicario di Cristo e Buon Pastore) il momentaneo abbandono delle altre 99 pecorelle… A meno, sempre, di pretendere che non fosse valido per il Papa quanto Gesù attribuì al compito specifico del Buon Pastore”.

Pertanto era perfettamente legittimo che questa suprema questione, una volta che fosse stata ben posta, determinasse una certa esitazione nello Stato del Vaticano, non fondato solo sull’Amore. Io – per renderla urgente e seria – mi ci giocavo la vita, purché essa fosse posta direttamente al Papa. Ma non nella pretesa d’essere ricevuto per forza da lui, in quanto lasciavo alla sua pura discrezione “che abbandonasse o no” le altre pecorelle, per venire a cercare la mia, trovatasi suo malgrado in un deserto di altri aiuti e nel vero pericolo di morirci proprio, in questo deserto.

Pertanto la mia questione era seria e legittima, ed avevo tutto il dovere,

più che il diritto, di aiutare non solo la mia Religione, ma tutte le altre, facendo emergere – con l’aiuto sperato nel Papa – quel Nuovo percorso.

Esso era la Verità che portava a Gesù e che aveva di tutto per essere adottata come una Verità accettabile anche da tutte le altre Religioni.

Ora, se mi dite: “Ma chi sei mai, tu, per investirti di un simile compito?”, io rispondo:

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“Sono, è vero, un Signor Nessuno, un Carneade! Ma la Verità non dipende da chi l’afferma! Ha una forza tutta sua.

Però, in un regime di deficienti, in cui non si è più capaci di prestare attenzione a chi parla (se non è prima un riconosciuto Solone), le armi di un Carneade come me sono senza punta, nel mio caso, se non interviene nemmeno il Papa, ossia il solo che ha avvertito la mia stessa necessità, al punto da averci scritta su una Lettera Enciclica…”.

Questo Papa era di certo Woitila, ma io spero e credo che anche l’attuale,

assistito da Dio come tutti i Pietro, confermi le necessità espresse dalla Fides et Ratio – di una base comune per intendersi: la Ragione – nel tentativo di un vero e non velleitario dialogo tra tutte le Fedi in Dio che sono nel mondo.

Ebbene, alla luce dell’Enciclica pubblicata poi da Benedetto XVI, mi sono accorto che Egli mi ha idealmente risposto, anche se indirettamente, e che l’Amor di Dio mi ha fatto presentare questa sua presa di posizione, valida per tutti, come un gratuito dono proprio legato alla sfera del mio privato.

Che la Provvidenza abbia voluto premiar me, nel mio essere un privato e

per come la penso io, lo si capisce sia dalle date (usate dal Santo Padre per la sua Lettera, firmata a Natale e data via il 25 gennaio), sia dagli eventi:

Il 25 gennaio (cosa valida solo nel mio privato) è il mio Compleanno ; fatto reale e significativo per me, specie considerando che l’Enciclica, data via il dì della mia nascita, è stata firmata nel dì della nascita del Cristo.

Lo stesso 25-1 fu la prima riapparizione – come luce – di Gesù dopo la Ascensione (quando Saulo di Tarso ne fu accecato)… la stessa luce che fu nel cielo, quando il Figlio di Dio rinacque anche in me , così come fa in tutti .

In questo giorno, dunque, si attuò la conversione di quel Paolo, gran Filosofo, alla Fede in Cristo… Ciò soddisfa tutti i miei sforzi privati in difesa della straordinaria importanza della Fides et Ratio.

In questa settimana il dialogo e l’incontro tra tutte le Fedi in Dio del mondo, sottolinea e avvalora ciò per cui mi batto io : che si ragioni!.

Ma il lato più straordinario, circa me e come la penso , di questa Enciclica, è stato proprio che ha superato il mio intento; ha dichiarato l’urgenza per noi tutti di coinvolgerci, nel nostro privato, con l’Amore di Dio… coinvolgimento che a me sembra un segno vero e reso ben evidente e manifesto (anche se segregato nel mio privato) proprio nel mio caso!

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Questa evidenza deriva dal giorno del 25 gennaio 1938, in cui accaddero 3

distinti eventi, 3 fenomenali Chicchirichì !!! , posti tutti e tre tra mondo e

altro mondo: 1. del figlio del Padrone; 2. del Padrone della natura e, 3. d’un umile neonato privato, io, nato oscuro, oscurato in una umile personale stalla.

1. Tutta la stampa riportò (a tutta prima pagina) la trasvolata Italia-Brasile tra mondo e altro mondo compiuta a tre velivoli, uno guidato da Bruno Mussolini, il figlio del Duce, l’Onnipotente castigatore della Italia (quando fu fatta entrare nella II Guerra Mondiale); fu un evento che fu voluto ben noto, in tutto il mondo, dalla Provvidenza che regola le umane cose.

2. Tra le 21 e le 23 ci fu un’Aurora Boreale senza precedenti al mondo (vista in Europa, in Africa e in America…) di cui scrisse tutto il mondo e che fu tanto eccezionale, che Lucia di Fatima la intese come il “castigo” di Dio (quella guerra portata dal già detto castigo di Dio Benito Mussolini, il Duce già padre di un Romano chiamato come me). Anche questo evento fu voluto ben noto a tutti, dalla Provvidenza.

3. Restò invece segreto (segregato e segretato nella sfera solo mia familiare e del tutto privata), il mio nascere alle ore 22 e proprio durante quell’Aurora Boreale… io, essendo Emanuele II Re e Romano…, Figlio del Duce. Segni chiari, “ben trascendenti” il II Emanuele Re e il Figlio dell’Onnipotente Duce… Trascendenti, ossia divini, relativi anche a me… Ma come negare, proprio in relazione a me, il disegno evidente? Sempre, è chiaro, per chi ha ancora occhi per veder l’incidenza di Dio nel mondo…. Io considero quello che è accaduto, in me ed a me, soltanto come un

esempio della reale possibilità umana di nascere in Cristo. Essa è vera non solo per me, ma per tutti i peccatori: si può nascere in quel “super-uomo” che associ idealmente bene l’Eros con l’Agape e che il Papa ha definito come l’Amor di Dio… disceso nella figura della persona umana.

Io però – trovandomi in questa reale situazione – posso vedere che cosa manca alla descrizione del Papa: manca la Pietà di Dio per me.

Chi postula un Super-uomo corre sempre il pericolo che già portò Nietzsche ad affermare: “Dio è morto!” No! Dio si è fatto come noi per farci come Lui. Il Papa, che punta a far esistere l’uomo di Dio, deve comprendere anche la Carità, la Pietà di Dio per quello che in tal modo ha fatto, altrimenti anche per lui “Dio sarebbe morto” e l’uomo, Signore del mondo, sarebbe confinato in una Terra d’Egitto e senza alcun Esodo!

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Tutti devono osare di riconoscersi, come oso io, in chi li libera dal peccato e li pone nel sublime stato di essere Figli di Dio e di quella Nostra Signora del Rosario, assai triste e madre pietosa per tutti noi.

Questo coraggio porterà i cosiddetti benpensanti (che giudicano impossibile e blasfemo il tentativo e l’evento) a stracciarsi una volta in più le vesti e a perseguitare ancora chi nuovamente gli dice, come fu detto allora:

“Ho la natura del Figlio di Dio, per merito dell’Amore di Dio Padre”.

È pietoso, però il destino della mia vita! La vera presenza in me di Gesù, al quale ho fatto spazio in tutti i modi,

seguita ad essere un segreto ed un fatto prettamente privato, nascosto in me (come è per tutti), al fine di consentirgli una seconda mortificazione, in me, datagli stavolta dai Cristiani.

Che ciò sia il volere del mio pietoso destino, la prova è stata l’atto di forza

della Provvidenza, tradottosi nel servizio finale svolto dal Giornale “Il Centro”, che ha capovolto ogni mio fine e, pure a conoscenza di tutti i prò, in definitiva ha mostrato dei contro che non c’erano nemmeno.

Potrei terminare qui la mia analisi sul “Cosa è successo dopo!”. Infatti, è successo che, se le sovrastrutture hanno politicamente schiacciato

il povero cristo finito di nuovo in croce nella mia persona, Dio ha suscitato addirittura il Vicario di Cristo a darmi ragione, di fatto scavalcando Egli tutto il suo apparato… che io non avevo potuto scavalcare.

Io mi ripromettevo di riuscire a superare tutti gli intermediari, tra me e Sua Santità, partendo dal basso: puntavo sul fatto che i giornali pubblicassero la mia immagine di sofferenza e che la foto suscitasse scalpore fino al punto da scavalcare tutte le difficoltà per raggiungere la persona del Papa; difficoltà esistenti purtroppo anche quando uno si mette direttamente nelle sue personali mani e fa dipendere la sua vita dal suo personale intervento o meno… ma nessuno glielo dice e così chi occulta la notizia assume pesantissime responsabilità personali… riguardanti la responsabilità di un’altra persona!

Io, però, avevo puntato sullo spettacolo del povero cristo… mentre la

Carità di Dio, la Provvidenza, non accetta clamori… Infatti il 5 dicembre, contro il mio tentativo di dare spettacolo con Gesù,

stroncato dalla Polizia, gli eventi hanno determinato una condizione di vera conflittualità tra il mio gesto, compiuto a Pescara, e l’incidente stradale di cui fu vittima un “vero” uomo di spettacolo… e di Pescara.

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Lo showman pescarese Vincenzo Olivieri, un ben noto cabarettista, si

scontrò egli pure con la Polizia… ma con una sua autovettura e non con i suoi uomini, come era successo a me. L’Olivieri apparteneva davvero a quel mondo, pieno di frizzi e di lazzi…e dunque assolutamente estraneo a Gesù.

Questa rivalità, voluta ad arte dalla Provvidenza, ha fatto sì che Il Centro desse spazio e fotografie all’incidente dell’autentico uomo di spettacolo e riducesse il pezzo sul povero cristo al trafiletto che vedete, e scrive:

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PESCARA. Ha afferrato un tubo e lo ha legato al cancello della chiesa del Sacro Cuore. Poi si è tolto gli abiti, si è avvolto la canottiera intorno alla vita e si è incatenato come Gesù sulla croce. Protagonista dell’episodio accaduto nel primo pomeriggio di ieri, sotto lo sguardo incredulo dei passanti, un uomo di 67 anni, A.R., originario di Saronno, da tempo residente a Montesilvano. «Nel 2012 ci sarà una catastrofe e io devo vedere il Papa per dirgli quello che accadrà», ha spiegato ai poliziotti che tentavano di ricondurlo alla ragione. Poi sono arrivati gli operatori del 118 che lo hanno trasportato in ospedale. L’uomo è stato ricoverato nel reparto di psichiatria.

La Provvidenza è intervenuta con un atto di forza: ha costretto dei seri giornalisti a poggiarsi sulle parole sentite da un poliziotto e non su quanto già saputo o sul contenuto del manifesto, appeso e ben evidente, di fianco a me incatenato (il documento che vi ho mostrato alla pagina 65).

Questo atto di forza ha portato perfino alla provvidenziale sparizione (senza alcuna possibile spiegazione) delle foto scattate dal Fotoreporter e della cassetta registrata da me! Solo la Veronica poté aver immagine del Cristo!

Avendoci pensato con attenzione, mi sono ben reso conto di come e quanto questa scelta di Dio sia coerente al rispetto della libertà di tutti.

Il Papa aveva già scritto la sua Enciclica sull’Amor di Dio ma, se l’avesse pubblicata dopo la mia denuncia finita all’attenzione della ribalta nazionale, sarebbe parso – ad alcuni, ma soprattutto a me – un intervento in parte condizionato dal mio gesto, il che non sarebbe stato un bene. Nessuna denuncia pubblica, della mancanza di Amore espressa dal Vaticano, doveva sminuire, in pubblico, la validità della Deus Caritas est promulgata dal Papa.

Ma neanch’io meritavo l’insuccesso, per cui la Provvidenza di Dio ha fatto ‘sì che, nel mio privato, ricevessi dal Santo Padre riconoscimenti liberi ed oltre le attese, per quel nascere e rendersi pubblica, di tutta l’enciclica, sulla nascita di Gesù e sulla mia, per riferirla alla rinascita in Gesù di Paolo.

Io ho fede somma nella Provvidenza e – quale il Filosofo che ha espresso il Perfezionismo – ritengo che questo sia il miglior mondo possibile perché Dio ci propina nel modo perfetto il bene e il male. La soluzione è unica e obbligata! È esattamente quella che vediamo ed ha il fine d’accontentare proprio tutti, cosa possibile solo ad un Potere Assoluto, ossia a Dio!

Riprendo – pertanto – il racconto degli eventi, per mostrarvi anche tutti gli altri “contro” che sono stati opposti dalla Provvidenza come il segno del pubblico fallimento di un gesto concluso summa cum privata laude, ma solo nel modo del tutto privato (agli altri) e noto a me, che Dio ha voluto dargli.

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Fatto salire dalla Polizia, dunque, molto infreddolito, sull’Ambulanza, presto una coperta termica ha ripristinato il mio calore.

Giunti al Pronto soccorso dell’Ospedale di Pescara, il medico – di fronte ad un personaggio così balzano e pietoso come me – si è opposto a lasciarmi andar via, esercitando il vero abuso di prevaricare la mia libertà!

Nessuno può subire legalmente una simile violenza se è un libero cittadino e non uno che sia stato interdetto… ma questa legge sembra non debba valere per la mia persona giudicata così… e per i prepotenti

Ho opposto resistenza solo verbale, rivendicando inutilmente i miei diritti, di libero cittadino, d’esprimere le mie idee religiose. Ma il medico:

“Lei si è spogliato e tutti coloro che lo fanno noi li mandiamo al reparto psichiatrico, per un doveroso accertamento”.

Doveroso? Io giudico questo come un atto a dir poco vergognoso! Degno non dell’Italia civile ma dei Paesi oltre Cortina di un tempo …

Così, proprio per il mio essere solo un esemplare povero cristo ed una persona senza alcuna importanza (contro la quale sembra legittimo, ad un dottore, di intervenire così), sono stato come impacchettato e portato di peso all’Ospedale San Liberatore di Atri, ad una trentina di chilometri da Pescara.

Da vero imprigionato, pur passando, nel viaggio, proprio sotto casa, non ho potuto ottenere neppure di fermarmi un attimo, per prendere un minimo di risorse: pigiama, soldi, telefonino! Costretto all’assoluta povertà di mezzi!

Al San Liberatore, tuttavia, una gentile dottoressa mi ha rivelato che, se io lo volevo, potevo anche andarmene… Però, visto il mio digiuno di 55 giorni, non avrei fatto meglio – trovandomi in Ospedale – ad accettare almeno un controllo, gratuito e tempestivo, sulle mie condizioni di salute?

Di fronte a tanto, ho deciso di cedere ancora una volta alla dolce violenza di chi soprattutto mi dimostrava premura ed intelligenza e ho così aderito all’invito di essere ricoverato, spiegando però molto bene alla dottoressa il perché non solo mi ritenessi perfettamente sano di mente, ma, anche, lo fossi davvero. Pertanto, non avevo di certo bisogno di psicofarmaci.

Se essi accettavano di non darmene, acconsentivo a mia volta ad essere internato da loro, per essere però curato solo per le eventuali disfunzioni determinate dal lungo digiuno.

Essendomi stato assicurato questo impegno sulla parola, ho messo allora tutte le firme, dove mi si diceva, senza che mi si facesse leggere, e, con esse, ho accettato così di subire… proprio tutti i loro trattamenti, qualora ne avessero ravvisato il bisogno… Una bella presa in giro.

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Ora se io ho dovuto patire i loro Test, anche io ho ne ho fatti – e altrettanto gratuiti – a loro e denuncio il malcostume di uno stato che, senza Giustizia, come afferma il Papa, rischia sempre di tradursi in una Banda di ladri. Qui si ruba buona fede, si fa firmare in bianco (senza leggere), facendo assumere la rinuncia (con quelle preliminari firme), ad ogni autonomia e possibilità successiva di liberarsi di quell’impegno assunto alla cieca e sulla fiducia…

Chi l’ha fatto resta da quel momento all’altrui mercè, sempre se non dispone di una persona esterna e responsabile, un parente che, imponendosi ai medici, attui il necessario riscatto, assumendosi tutte le responsabilità …

Ma quale parente, in quelle condizioni, se la sente di sovrapporsi, con la sua incompetenza, alla stimata maestria di chi gli dice che poi sarà colpa sua se, come inevitabile, quella persona non guarirà più?

Sono stato testimone d’un ammalato dal comportamento insopportabile, che protestava ed era conciato malissimo: piaghe e pustole su tutto il corpo. Portato via da lì per essere curato nella pelle in un’altra città, quando è ritornato, dopo soli 4 giorni di lontananza dal reparto, sembrava rifiorito! Rientrato inaspettatamente il giorno prima di Natale, l’accolsi come un dono, rigenerato e sorridente come era…, come se fosse l’atteso Gesù Bambino!

Ebbene solo pochi giorni dopo, riprese le cure, piombò in una tale frustrazione e intontimento che non ebbe più neanche la voglia di protestare.

Un 73enne era stato pietosamente accolto lì solo perché, piuttosto malandato nel fisico, doveva concedere le vacanze di Natale alla sua badante. Ebbene, anche a lui è stata data la terapia e, rivistolo dopo un mese, ho temuto per lui, tanto l’ho ritrovato frustrato, demoralizzato e come spento.

Il caso mio è, invece, sulla falsariga del racconto “Il Re Nudo”. Un medico superficiale e violento, quello del Pronto soccorso di

Pescara, cuce al Re un vestito (il disturbo mentale) … che non c’è ma che dice d’esserci. Allora anche chi non lo vede dichiara di scorgerlo, per non sembrare incompetente. E così, uno dopo l’altro, tutti dichiarano di vedere il falso, il Re vestito, finché un bimbo innocente e senza paura non rivela che “Il Re è nudo!” e smaschera così la generale incompetenza!

La prova di questo duro giudizio di superficialità e incompetenza? Pur dichiarando di non aver mai fatto fatica a prender sonno ho dovuto

assumere il Vallium, perché – solitamente – chi è disturbato nella mente fa fatica ad addormentarsi… Solo alla fine, dopo che si è costatato che pativo l’effetto opposto, si sono convinti che era il caso di cessare d’impormelo.

A quel punto, però, pur essendo io una persona dall’equilibrio sì spiccato da essere stato sempre, in vita mia, lo stabilizzatore di tutte le situazioni estreme, ho dovuto rassegnarmi ad una terapia volta a stabilizzare il mio umore.

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Ciò è accaduto proprio perché il primo presuntuoso e superficiale giudice di Pescara aveva giudicato in sostanza “balzano” il mio gesto.

Questa assurda imposizione è stata alquanto grave e deleteria perché, per questo storto giudizio, mi è stato imposto un medicamento – seppure in quantità da placebo (come mi è stato riferito) – che non dovrebbe essere dato – secondo le descrizioni del farmaco – a chi (come me) ha un accenno di tremolio in una mano, alla Parkinson… perché, come effetto collaterale, lo incentiva…

Chi, nella struttura psichiatrica, finisce per patire un atteggiamento alla “Re Nudo” cade in una vera morsa ed è stritolato, se non è davvero dotato di una sua tale stabilità mentale da non essere assolutamente manipolabile.

E, per fortuna mia, io non sono manipolabile. La prova è che, perfettamente libero nella mia capacità di giudizio, ho potuto vedere anche l’affetto, la buona educazione, la capacità di ascolto di dottori e dottoresse, la cordialità di infermieri e infermiere, la passione e la curiosità dei tirocinanti…

Senza nascondergli anche le mie critiche, sono arrivato persino a dirgli, ufficialmente, che m’ero sentito come a casa mia, lì, al San Liberatore di Atri, come al San Liberatore di Vietri, a Salerno, dove avevo vissuto l’infanzia. Perfino la quasi uguaglianza nei nomi me lo dava a vedere!

Aver potuto scorgere il tanto che va e funziona bene… in un ambito in cui la coercizione e l’umiliazione mentale sono la prassi, è stato, anche per me, il segno felice della mia vera libertà di giudizio, non compromessa dai farmaci.

Se si dà ad un ammalato un medicamento non necessario, di solito si ottiene l’effetto opposto, perché l’organismo si ribella. Ma le mie virtù appartengono alla sfera ideale e non della chimica, e non può un medicamento mutare i comportamenti legati al mio giudizio.

Se credo nel detto “sit modus in rebus” (vi sia equilibrio in tutto) non sarà una pasticca a farmi cambiar fede, al punto che io “non mi metta più in croce se mi ci hanno messo ed è necessario che glielo faccia vedere”.

Poi chi ha orecchie per intendere intenderà. Per concludere, il mio nuovo digiuno di 55 giorni e la mia dimostrazione

di protesta (contro l’abuso del Cristo, nel Cristianesimo) mi sono costati… un mese di degenza e di umiliazioni… ma ho avuto la vera gioia, anche, d’un Natale davvero condiviso con gli ultimi ed i poveri di spirito presenti lì… umiliato tra gli umiliati! È stato il massimo: il mio “rinascere”!

Purtroppo queste strutture ospedaliere curano la psiche solo per modo di dire: sottovalutano la Religione e rinunciano al possibile aiuto della Fede… utile anche se essa fosse (nel giudizio di chi non che l’ha) solo un placebo. Così non prescrivono la Messa ai fedeli, e gli infermieri (che accompagnano decine

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di volte al giorno i “fumatori” nella sala apposita) senza quell’ordine scritto non possono accompagnare i “Cristiani” in Cappella una sola volta alla settimana, a mettersi in Comunione con Gesù Cristo, il quale è molto più di una pillola per il bene della psiche… è l’essenza stessa d’ogni Cristiano… e, in lui, quel vero fondamento è stoltamente ed incautamente disattivato dai seguaci di Freud!

Concludendo davvero, la Carità di Dio mi ha soccorso! Io avevo deciso

di digiunare ad oltranza, ma la mia crocifissione volontaria, cui ha seguito poi quella infertami dalla Provvidenza, mi ha costretto a sospendere il mio gesto. Esso puntava a contattare il Papa prima che scadessero i 7 anni di distanza dal 22-12-2.012, gli ultimi di vacche grasse che sembrano restare all’uomo, prima del Reale Esodo che ci aspetta, come la vera Caritas di Dio.

Ma sono stato imprigionato e costretto all’impotenza e il 22-12-2.005 c’è stato anche il segno divino, del deciso ritorno a casa di tutti: il tredicenne Daniele Di Dio, dopo 3 giorni, è tornato a casa… Di Dio, dopo di aver avuto un brutto voto alla sua scuola. Tutto ciò a vera somiglianza con quanto successe al dodicenne Gesù, secondo il vangelo di Luca, quando, terminati i riti della Pasqua, tornò a Nazaret dopo 3 giorni trascorsi nella casa di Dio.

Tutti a casa di Dio Padre, come quando vi portammo mio padre, il 5-6-83!

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CARTELLA CLINICA

Vi mostro la sintesi delle due cartelle cliniche per il mio ricovero, durato dal 5-12-2.005 al 4-01-2.006. Sono due perché fui dimesso il 30

dicembre per poter provvedere all’affitto di casa e rientrare il 31. Diagnosi di entrata: “Sindrome delirante” Diagnosi definitiva: “Episodio

di eccitamento maniacale in remissione parziale”. ANAMNESI PSICHIATRICA: Broncopolmonite nel ’40. Laureato. Divorziato. Vive da solo per scelta

personale. Problemi con la propria famiglia: morte di sua madre nel 2.000. Assunzione di Alcool: negativo. Assunzione di droghe: negativo. Problemi con la legge: negativo. Niente da rilevare in disturbi dell’attività razionale, disturbi dei vissuti soggettivi, dello stato di coscienza, della performance, psico-fisiologici; nessuna turbe del sonno, né disturbi di conversione somatica, o condotta alimentare abnorme, né tentativi di suicidio.

Disturbi del giudizio di realtà: mistici. Malattie concomitanti con l’episodio attuale: nel 2.002 trauma cervicale

da incidente stradale. ESAME PSICHICO: Atteggiamento verso l’esaminatore: positivo. Attendibilità e completezza

delle informazioni: buona. Aspetto: la sua età. Condizioni fisiche apparenti: discrete. Peso: nomale. Altezza: media.

Volto: astioso (minimo); ipervigile (lieve). Rallentamento psicomotorio: assente. Eccitamento psicomotorio:

assente. Tremori: minimo. Non cooperativo: assente. Isolato: assente. Alterazione della capacità di

svolgere attività finalizzata: assente. Sospettoso: lieve. Aggressività: assente. Teatrale: marcato. Povertà emotiva: assente. Discordanza: assente. Ritmo del discorso:

veloce. Produttività: aumentata. Prolissità: marcata. Perdita delle associazioni: minima. Idee di

grandezza: marcata. Idee di suicidio: assente. Idee di riferimento: assente. Fobie: assente.

Idee ossessive: assente. Deliri: certi. Delirio di grandezza: marcato. Delirio mistico: marcato.

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Appetito: ridotto. Livello di energia: normale. Insonnia: assente. Allucinazioni: assente. Disturbi dell’orientamento nel tempo: assente. Disturbi dell’Orientamento nello spazio: assente. Disturbi di fissazione: assenti. Disturbi di rievocazione: assenti. Stima dell’intelligenza: media. Possibilità comportamenti suicidi o violenti: difficilmente valutabili.

OSSERVAZIONI FATTE DIRE A ME DA CHI MI REGGE Ho evidenziato in neretto tutto il criticabile, anche al livello minimo. In sostanza per questi psicologi e psichiatri, una persona davvero convinta,

in base a sue vere ragioni e fondati motivi, della necessità di una ribellione e del compimento di un gesto significativo ed emblematico, nel campo religioso, è: lievemente astiosa, moderatamente ipervigile ed evidentemente teatrale (concordo pienamente, con tutto ciò, perché ho fatto del vero teatro, mettendo in piazza la crocifissione di un povero cristo)!

In quanto però al prolisso, alle idee di grandezza ed ai deliri certi… di grandezza e certamente mistici, non si può evitarlo se spieghi ad un dottore (e vuoi esser capito) che secondo te c’è un Autore, Dio, che – come il Collodi – dà a Pinocchio & C. pensieri, parole ed opere, tanto che non possono nulla da sé.

Questi medici sentono da te che credi in un unico Dio Creatore e sei certo di non poter fare nulla e t’attribuiscono megalomania, idee di grandezza e non quello che tu ti assegni: l’estrema modestia e povertà di chi non può nulla.

Accade allora che insisti (per fargli capire che non crede di essere grande chi si crede un Burattino di cui solo Dio muove i fili, spesso mirabilmente), ma, così incapaci d’ogni coerenza, propria ed altrui, pretendono di emettere giudizi in base proprio alle loro megalomani idee della grandezza personale e – allora – ti accusano di essere anche molto prolisso, perché… l’hai già detto!

Il giudizio su di me (emesso poi da chi non dà alcun valore alla Religione Cristiana) non riguarda così una persona voluta da Dio come un Cristiano che osi mettere in discussione se stesso (mettendosi in croce davanti ad una Chiesa), ma solo un delirante, certamente delirante megalomane ed esaltato solo perché essi – che non capiscono un Cristo! – giammai farebbero come Lui!

Non avvertono nemmeno la necessità che alcuni, al mondo, si giochino oggi a tal punto! Forse tutto va bene? Forse c’è pace sol perché non c’è terrorismo all’angolo di casa e nessuno si fa qui esplodere per uccidere?

Mentre per me c’è di nuovo l’assoluto bisogno che un povero cristo si metta di nuovo in croce, e da sé… per questi faciloni chi ha buon senso non lo fa, non si espone al ridicolo, non si ribella, non delira! Si permettono di giudicare l’idealismo altrui in base alla loro pochezza e meschinità… il che – fatto da psichiatri e psicologi – è davvero un pazzesca sindrome delirante!

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IL TEMA L’Esodo finale come

il vero “Amor di Dio”

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Ultima pagina della Fides et Ratio di Papa Giovanni Paolo II

In base ad essa, il Vero Amor di Dio porterà senza alcun dubbio la Sede della

Sapienza ad essere quel porto sicuro per quanti fanno della loro vita la ricerca della saggezza… ma se si attende che ciò accada in un modo che scavalchi

l’apparente libertà soggettiva, allora si attende invano. Dio risponde solo a chi sia ben disposto all’ascolto.

Ma come ciò è possibile se io (il solo che sia stato messo al mondo, dalla Provvidenza, a rischiare la vita

pur di portare al Papa questa risposta della Sede della Sapienza) … se io ho trovato chiuse, anzi sbarrate, tutte le vie per farlo: da chi non ha creduto

che io potessi essere un puro messaggero di Lei? E come si sarebbe potuto credere in me come in un Messia suo,

se la Nostra Signora in persona è stata messa a tacere per decenni dai Papi? Riguardo a Fatima, hanno avuto la stessa paura di Pietro: di istigare

i malintenzionati a metterli a morte…, se fosse stato svelato il 3° segreto di Fatima! E oggi ciò continua, perché l’Amor di Dio non è visto nell’Esodo ma in essa...

in questa vita… d’Egitto, del cavolo, in cui si è solo e veramente schiavi!

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L’inversione del 22-12-2.012, secondo gli Olmechi,

alla luce della “Danza del sole” a Fatima

È vera la previsione degli Olmechi, riguardante un fenomeno astronomico che fu previsto per una data che è stata di recente riconosciuta nell’ormai imminente 22-12-2.012 dopo Cristo?

È credibile che questi antichi astronomi siano stati in grado di scorgere, con i loro strumenti approssimativi, quanto non è avvertito oggi, pur con la tecnologia così più avanzata dell’uomo moderno?

Se non sapete di che cosa si tratti, vi dico che è una previsione di circa

5.000 anni or sono, secondo la quale il Sole completerebbe un periodo intero della dinamica terrestre con l’assunzione di una certa posizione rispetto al sistema delle stelle fisse. Pertanto ci sarebbe a quel punto un momento di generale inversione – non meglio spiegato da quegli astronomi antichi – di tutti i fenomeni riguardanti il legame tra la Terra e il Sole.

Sembrerebbe la previsione di un momento di radicale mutamento che riguardi il rapporto elettromagnetico con la nostra stella…

Ora se pensate al miracolo di Fatima, in cui migliaia di persone

assistettero alla cosiddetta “danza del sole”, potreste anche supporre che sia stata data, con esso, in anteprima ed in modo assolutamente miracoloso, l’immagine di quanto potrebbe riguardare l’astro il 22 dicembre del 2.012.

Vi descrivo questo evento, per come riportato in “Storia del messaggio di Fatima”, htm tratto dalla Rete Internet.

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Quando Nostra Signora si eleva in cielo per allontanarsi e Lucia grida: “Se ne va! Se ne va!” e poi: “Guardate il sole!” comincia per la folla il “miracolo del sole” (anche detto “danza del sole”) ...

Il sole appare allo zenit, nel cielo senza nuvole, come un disco dal bordo ben netto che è possibile fissare senza danno per gli occhi; esso ha un colore bianco ben chiaro, con sfumature perlacee, da non confondere con quello del sole velato. All’improvviso, a tre riprese separate da brevi intervalli, il sole si mette a tremare, a scuotersi con movimenti bruschi, a girare su se stesso, come un fuoco di artificio, a velocità vertiginosa, lanciando intorno fasci di luce abbagliante di tutti i colori dell’arcobaleno, raggi che coloravano la folla. All’ultima delle tre riprese, dalla folla si alza un clamore, come un grido di angoscia e di terrore: il sole, conservando il suo moto vorticoso di rotazione, sembra staccarsi dal firmamento e, rosso sangue, sembra piombare verso la terra, scendendo verso destra con movimenti bruschi, minacciando di schiacciare tutti con la sua massa infuocata mentre un calore intenso si fa sentire. Precipitato fin quasi alla linea dell’orizzonte, il sole rimonta verso lo zenit, spostandosi verso sinistra, e, infine, si arresta. Il percorso complessivo sembra una specie di ellisse sinuoso. La folla, passato il terrore, si scopre, con sua sorpresa, asciutta da fradicia che era. Il miracolo è durato circa dieci minuti e, a differenza di quanto successo per i segni straordinari del 13 settembre, è stato visto da tutti, come preannunciato dalla Madonna, e non solo nella Cova da Ria ma anche a distanza di qualche decina di chilometri (villaggi di Alburitel e di Sao Pedro De Muel). La Madonna ha comandato la recita quotidiana del Rosario in ciascuna delle sei apparizioni a Fatima, in particolare per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra. La Madonna, quando, nella ultima apparizione, ha rivelato chi fosse ha voluto scegliere, fra i tanti, proprio il titolo di Nostra Signora del Rosario legando, quindi, intimamente ad esso il suo messaggio, in particolare quello dei Segreti, e l’ottenimento delle grazie promesse.

Il Rosario quindi può esser detto ben a ragione la preghiera per

eccellenza di Fatima e della Madonna. Perché mai? Per una questione tutta personale .

Per Nostra Signora del Rosario il Rosario impersona Gesù frutto benedetto del suo seno . Rende figlia la persona di Noi peccatori, Ci rende al Figlio suo in persona e così Ci salva adesso e nell’ora della

nostra morte, amen!

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Ci riguarda o non più quando e se arriva lo Sposo?

La religione cristiana afferma che la venuta del Cristo abbia coinciso con

la completezza, la pienezza del tempo, che “la scure è già posta alla radice degli alberi” e che “lo Sposo verrà come un ladro”, per cui le 5 vergini scaltre sarebbero state quelle che si sarebbero attrezzate in tempo dell’olio di scorta necessario alla Sua attesa, a differenza di quelle 5 stolte.

Queste ultime, avendolo atteso troppo presto, avrebbero esaurito l’olio e non avrebbero così partecipato al banchetto nuziale, non avendo avuto il tempo di comperarselo all’ultimo momento.

Possiamo paragonare queste spose proprio a tutti gli uomini del mondo, il numero di 5 a quello dei suoi Continenti e l’olio alla paura della fine.

Le 5 vergini stolte attesero troppo presto l’escatologica Apocalisse (prima in massa alla fine del primo millennio e poi alcune al termine del secondo). Persero così del tutto la loro paura ed ora non gliene resta proprio più per potere attendere lo Sposo o per attrezzarsi quando verrà in extremis.

Che tipo di 5 Vergini vogliamo essere noi, abitanti dei 5 Continenti in

cui è stato diviso il mondo? Come le scaltre o le stolte? A me sembra che oggi ci si atteggi molto, molto peggio di quanto

riferibile alle 5 vergini stolte. Infatti, l’uomo sembra essersi convinto, dopo di allora, che l’Apocalisse descritta da Giovanni sia un evento così lontano ed improponibile che per fortuna non debba toccare minimamente a noi, ora viventi, di parteciparvi…

E sembra così che, se qualcuno anche solo si azzardi nel vano tentativo d’immaginare che l’arrivo dello Sposo celeste sia imminente, debba subito essere aspramente rimproverato da parte di chi – molto più sapiente e giudizioso – gli rammenti che Gesù espresse con somma chiarezza questa assoluta verità, riferita alla temibile Fine del mondo:

“In quanto al giorno e all’ora in cui tutte queste cose dovranno accadere… neppure il Figlio lo sa, ma solo il Padre”.

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Tenere o no l’olio e accesa la lampada?

Finché sembra che Gesù non l’abbia annunciato e poi c’è un povero

cristo come me, che tenta con ogni prudenza d’immaginar prossimo e relativo a se stesso questo arrivo e aguzza così come può ogni ingegno ed immaginazione nell’arduo e coraggioso sforzo di capire anche quanto il Cristo abbia di certo rivelato, ma solo velatamente…, fino ad allora succede che io sia stimato davvero e solamente stolto.

Non saggio e prudente, ma proprio sì stolto come fu quell’intera umanità dell’anno 1.000 e una minima parte del 2.000, quando s’immaginò così prossimo l’arrivo dello Sposo, da temerlo in tutto o in parte.

Io credo però (sulla parola di Gesù e andando contro al tutt’altro che luminoso giudizio dei tanti attuali critici che hanno una idea diversa) che l’uomo dovrebbe armarsi, se è veramente saggio, della sacrosanta pazienza d’una suprema attesa, anche se essa è così lunga da sembrare infinita…

Anche se essa non si concretasse mai nella sua generazione (tanto da

sembrare non valere poi più neppure la pena di prendere non dico l’olio di scorta, ma nemmeno la lucerna…) l’uomo davvero prudente dovrebbe dar retta a Gesù ed essere sempre pronto al decisivo momento del redde rationem, epocale e definitivo, in cui lo Sposo verrà, all’improvviso ed inatteso come un ladro… specie per la recente tristezza di Nostra Signora di Fatima che non lasciò dubbi sull’imminenza del castigo divino.

A giudizio di positivisti e di chi Pontifica (oltre Gesù) non va invece

temuto più nulla di trascendente dal Deus Caritas! Olio e lampade d’una attesa vana impegnano le mani e distraggono l’attenzione, poi, dal vero problema: gli sconquassi fatti dall’uomo! C’è ben altro a cui pensare, oggi, di serio: il buco dell’Ozono, l’effetto serra, l’inquinamento e le disparità sociali! Altro che alla Fine del mondo come ad un “castigo” di Dio!

Che senso ha, allora, l’ordine perentorio di Gesù di star tutti bene all’erta per la scure divina già posta alla radice degli alberi ?

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Pietro rinnegò la Carità del Figlio e, ora, della Madre?

Sembra, stando a quanto risulta sulla già citata Storia del Messaggio di

Fatima, che nell’Ottobre del 1981 siano state poste da una rivista tedesca a Giovanni Paolo II varie domande e, tra queste:

“Che ne è del Terzo segreto di Fatima? Non doveva essere pubblicato già nel 1960?”. Al che è scritto che il Papa abbia risposto esattamente così:

“Data la gravità del contenuto, per non incoraggiare la potenza mondiale del Comunismo a compiere certe mosse, i miei predecessori nell’ufficio di Pietro hanno diplomaticamente preferito soprassedere alla pubblicazione. D’altra parte a tutti i Cristiani può essere sufficiente sapere questo: se vi è un messaggio in cui sta scritto che gli oceani inonderanno intere parti della Terra, e che da un momento all’altro milioni di uomini periranno, non è davvero più il caso di bramare tanto la divulgazione di un tale messaggio segreto. Molti vogliono semplicemente sapere, per curiosità e gusto del sensazionalismo, ma dimenticano che sapere comporta anche una responsabilità. Si cerca solo l’appagamento della propria curiosità e ciò è pericoloso, se si è convinti che nulla si può fare contro il male, se non si è disposti in pari tempo a far qualcosa”.

Così, se Giovanni il Battista annunciò l’avvento del Salvatore e predicò a lungo di spianare i colli e di raddrizzare le vie del Signore, come già aveva profetizzato Isaia, nessuno più oggi ripete questo caritatevole incitamento a tener conto delle cose divine, giacché non lo fa neppure il Vicario di Cristo, ammettendo chiaramente di non essere disposto a far qualcosa... Si crede che per Carità non vada più detto nulla (che la Fine del mondo sia imminente e siano raddrizzate le vie del Signore che viene…), e che vada nascosto tutto… altrimenti un Satana attenterà al Vaticano!

Come mai questa assoluta svolta della fede in Dio? Come mai perfino il

Papa non vuol più nemmeno sentire che si parli della Carità di interventi divini in relazione a quanto sia giudicato brutto e un male irreparabile?

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È presto detto: la paura della paura della morte (che già ebbe il primo Pietro quando si defilò…e il gallo cantò) mette a tacere l’Amor di Dio non visto nell’Esodo dalla vita e la paura di morire porta a non voler vedere quanto Nostra Signora del Rosario volle chiaramente che si sapesse!

A Fatima ci fu il Miracolo del Sole offerto con Carità da Dio come una prova certa, affinché ogni uomo vedesse, sapesse, credesse e temesse.

Quando mai, al mondo, Dio ha dato un simile banco di prova?

Il Sole fu visto percorrere il cielo descrivendo, con partenza dallo zenit, una ellisse ondulata, come può apparire solo quando l’asse della rotazione terrestre si capovolge mentre la Terra seguita a ruotare attorno ad esso. Fu visto l’Astro entrare in fibrillazione elettromagnetica e mandare nel suo intorno raggi di tutti i colori dell’iride.

Fu un fenomeno reale e non una allucinazione! Fu visto da decine di

migliaia di persone, presenti lì ed altrove, credenti o no che fossero ai racconti fatti dai tre ragazzi e sul quale non possono essere restati dubbi!

Il chiaro proposito, di Dio, fu la somma Carità di un imprimatur che

affermasse la priorità del trascendente sull’immanente, affinché l’uomo si attrezzasse in tempo della paura utile a voler raddrizzare le sue vie.

Come raddrizzarle? Facendo di se stesso un Rosario vivente! Una collana da sgranare alla Madre benedetta di tutti, che preghi per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Dio ha puntato sulla paura come sul necessario caritatevole olio per tenere accesa la luce delle 5 vergini sagge, nell’attesa dello Sposo. E proprio i Papi nascondono questa Carità, perché la morte è vista un male temibile… che Dio non darebbe!

“Che ragione c’è a dare o a voler sentire una simile notizia…” (sic!). La Carità di Dio si è espressa così chiaramente e autorevolmente, a

Fatima, eppure il Papa Woitila, nel 2002, osservò come sembri che Dio non parli più all’uomo! Ma per forza! Se Dio è Caritatevole e sa che solo la paura può portare l’uomo ad accettare di affidarsi a Dio prima che a se stesso e proprio i Papi non la vogliono e l’eliminano delimitando Dio, sono i più sordi e fanno come il Pietro che, nel momento che precede la caritatevole morte di Gesù la rinnega 3 volte...

… ed io, il gallo, canto!

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Lo Spirito santo è assai chiaro e comprensibile !

Lo Spirito santo della Carità di Dio vuole che l’uomo veda il bene

anche nel male mandatogli da Dio, attraverso la sua Divina Provvidenza! Ci parla chiaramente! A Fatima addirittura si preannunciò! Ma anche lo “Tsunami” del 26-12-2004 è stato un suo chiaro e terribile

grido, affinché esista anche un sano timor di Dio! Dio è buono anche quando ci manda un’Apocalisse e non solo l’Eros unito all’Agape.

“Tsunami” è una parola giapponese. Secondo il comportamento di uno Spirito santo di Verità che usa una lingua per l’altra io, gallo che canto, ho il

coraggio di intenderla così, rivolta a tutto il mondo , perché affermata

nella lingua inglese che è quella unificata del mondo d’oggi:

“ † sun am I ”

“Sono il Sole della Croce”.

Ho l’ardire di credere che questa è senza alcuna ombra di dubbi la straordinaria affermazione, attribuita allo Spirito santo della Verità, di una santa incoronazione, resa manifesta nel dì del Santo Incoronato (Santo Stefano), secondo il gesto clamoroso e assai chiaro e visibile di uno Spirito santo che nuovamente travolge il Faraone, il Cavallo e il Cavaliere.

È addirittura lampante che il Dio degli Eserciti chiaramente si è di

nuovo mosso contro quanti cercano tuttora Ra, il Dio del Sole, nel Paradiso Terrestre della Natura, approfittando delle feste concesse per la nascita di un Gesù Re e non Ra, un Re nato però per essere santamente crocefisso…

E c’è ben poco in ciò, per essere pervasi solo dalla gioia e dalla festosa

spensieratezza di chi abbandoni ogni buon senso e cerchi solo la Natura o i tanti doni prosaici e terra-terra di… Babbo Natale!

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Potremmo pregare, preparar l’animo… ma i Papi hanno infine scelto di tacere su quanto vi sia d’escatologico, del tipo di monti che saranno spianati e valli che saranno colmate…, come visibilmente accade ad una spiaggia asciutta piena di impronte dopo che è stata invasa dalla mareggiata!

Per queste guide, rese cieche e sorde solo da Dio, l’uomo (che è stato

portato proprio dalla Provvidenza divina a confidare solo in se stesso), non dovrebbe sapere incautamente d’essere sull’orlo del baratro, non sapendosi esattamente il quando. Per esse va fatto in un modo corretto e non incauto e poco tempestivo! Così e non nella fede allarmata di Isaia e del Battista, che preannunciarono l’arrivo finale e definitivo del Signore.

L’allarmismo non dovrebbe aver seguito, proprio nell’ora della gran

tristezza di Maria, per quant’è imminente e da rivelare… Deus Caritas est!

Io sono – l’ho scritto – il gallo che canta, mentre Pietro piange

amaramente, accortosi d’aver rinnegato Gesù tre volte, pur di non essere intempestivo. Con tale rinnegamento dei Pietro, in questi dì che sono quelli dell’incerto ESODO in massa dalla vita degli uomini (così come allora apparve incerta a Pietro quella del Figlio dell’uomo), Dio sta puntando proprio sulle lagrime di Papa Benedetto XVI per il rinnegamento di Fatima. Egli dovrà pentirsi anche delle versioni troppo addomesticate della Bontà di Dio. Fa l’occhietto a chi non ha fede… e rinnega il vero, che Dio non ha limiti e dunque non è solo l’Amore nel bene ma anche la Pietà nel male.

Quanto è stato riveduto e corretto dai Papi, più che la versione del 3°

segreto è stato il giudizio di Lucia che “Satana s’è impossessato della Chiesa e che è giunta l’ora che ciascuno faccia da sé” invocando dirett amente Maria ed il suo Santo Rosario assunto a propria persona.

Lo stesso coraggio trovato da Gesù, quando al Getsemani accettò la croce, sia trovato dal suo Vicario! Dio glielo farà trovare, portandolo a non più opporsi al chiaro intervento dello Spirito santo, che vuole che l’uomo finalmente si attrezzi del giusto Olio (la paura) per tener viva ed accesa la lampada per lo Sposo trascendente! “Che non ci capiti d’aver lottato contro Dio!”, si augurarono perfino nel Sinedrio: la verità si afferma sempre!

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Il Santo Rosario in persona è il rimedio di Nostra Signora

Il rimedio proposto dalla Madonna di Fatima è stato l’incessante appello

al santo Rosario e per la conversione della Russia, ma anche questo è stato un messaggio consegnato a Fatima tutto in un codice personale.

Tutto quello che riguarda Dio, infatti, è sempre mostrato in un modo che appare impersonato, giacché l’Assoluto si relaziona a noi persone…

Ebbene così va fatto anche per il santo Rosario: più che la litania in sé, delle tante stazioni (‘sì ripetitive ove Gesù disse chiaro di non perdersi in tante chiacchiere, pregando), il Rosario va fatto persona , affinché l’incessante appello alla Maria benedetta nel benedetto frutto del suo seno, susciti proprio l’io Figlio suo santo d’un Rosario in persona di Gesù.

Come l’Immacolata Concezione si fa mamma… ed è Maria santissima

così la Virtù dell’assidua preghiera mariana si fa figlio… ed è Gesù .

Questo accade in tutti noi uomini pieni di limiti: ci salviamo perché diventiamo Figli di Dio, per la preghiera per noi adesso e nell’ora della nostra morte. Accade a tutti, così anche a me. Io, in più, voluto davvero come un galletto nel pollaio, divento Rosario in persona in un modo addirittura letterale, essendo il Ro(mano) Sar(onnese salernitano), io.

Ro-sar-io… è dunque – anche per me! – il mio stesso io, nella persona del suo benedetto figlio, ed è l’incredibile e vera riedizione – anche in me – del povero cristo suscitato in un peccatore qualunque… e non è blasfemo solo perché ciò è davvero fatto per tutti da Nostra Signora del Rosario.

Ebbene, la Russia da convertire (per quanto detto a Cova de Ria), per quanto sembri strano (e blasfemo) è, in relazione proprio a me…, la mia nonna Russo Maria Teresa, Russ(o mar)ia, con o Ma’ R. che è tra parentesi, nascosto (gatta ci Cova, de’ Ria, circa la Ria…, Maria, a Cova de’ Ria).

O mar (o Maria, nascosta a Cova, accovata) trascende Roma, ma è un Roma-no!(accovato e R. non nascerà se la Russ… ia… non si convertirà).

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Se mia nonna Russo non si fosse convertita all’amore eroico (degno d’una santa) per il marito Giovanni Baratta, che l’aveva violentata fino a mettere al mondo Rosina, la piccola Rosa, premessa del RosaRio, (R., io, a Cova de Rio), sarebbe restata solo Rosa, la premessa violenta! A dispetto del Baratto impersonato da Giovanni, non sarebbe nata Ma’ R.(iannina), mia madre, e non sarei nato io Romano, R., io, e nonna, restata Ria, cattiva, crudele, avrebbe nascosto, accovato, a Cova de Ria, il rimedio in persona contro l’Esodo dalla Terra che rende così triste Maria.

Ecco in che trascendente modo la Signora del Rosario, chiedendo a Cova de Rio di pregare per la conversione della Russ…ia, chiede di pregare affinché Rosa, nata dallo stupro, non si fermi al frutto dello stupro, ma sia surclassata dall’amore grandioso, che perdona ogni cattiveria, e permetta infine Rio, Romano, il mio io, affinché Rosa diventi il Rosario, la preghiera, personificata in me, che ha fatto scaturire me da simile meravigliosa conversione

Quello che è successo a me è davvero straordinario. Io sono voluto da Dio come il solo oggi capace di riconoscere il vero. Tutti noi sappiamo che è vero che siamo interamente fatti da Dio, calato in noi a darci pensieri, parole ed opere, come un Collodi che dà vita al burattino Pinocchio.

Ma io solo, di fronte alla domanda “Chi sei davvero?” sono voluto come chi osi rispondere “Io e il Padre siamo una cosa sola!” Tutti voi altri, pur sapendo il vero e che questa è solo l’apparenza, siete costretti a rispondere “Sono io! Dio è per fortuna di tutti un’altra cosa!” e – inchiodati dalla mia verità – siete costretti a credere giusto nuovamente di crocefiggere l’affermazione di Gesù Cristo, non reputandola ideale per ogni uomo!

La salvezza vera, per cui la Signora dal Rosario ha chiesto di pregare, con insistenza, è stata quella per cui “Dio mandasse nuovamente suo figlio, in persona: me, il solo cui Dio permette di riconoscere il vero, al punto da indicarlo e salvare l’umanità, ora che essa è vicina alla sua Apocalisse.

Occorre un punto e a capo su Dio. Trascende Jahve, Budda, Amaterasu, Ra e l’altre forme assunte per comunicare con le varie culture. Va rivalutata l’accusa di Empietà reciproca, di quanti s’approprino di Dio e lo fissino… Fanno testo Re Amon e Re Manasse, che, nel Giudaismo, trascesero empiamente Jahve, e sono Amo… e Re Mana…, in fine, le N. (nuove) trascendenti prefigu-razioni, SS. in SE’, di Amodeo Romano, la persona voluta come la sintesi finale assunta personalmente da Dio e da far nascere sull’invito di una… “Signora” senza volto specifico…, che si ignora!.

Lo dico chiaramente, ma solo per farmi crocefiggere di nuovo da tutti i soliti benpensanti (??) che venerano sempre Dio nei morti e mai nei vivi, che l’astraggano dalle persone in cui davvero Dio si è calato, per dargli reale vita.

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Povertà del proprio valore o Ricchezza, ricchezza, ricchezza?

In un mondo pervertito l’uomo ormai crede che il suo compito sia quello di sostituire Dio, facendo di tutto per essere ricco di valori morali da comunicare e trasmettere. Si crede che sia possibile dare solo quanto prima si abbia e non che ciascuno dia solo per pura grazia concessagli dal Signore!

La verità è infatti che l’uomo, di suo, non può dare proprio niente,

perché tutto è dato solo da Dio. L’uomo allora deve assumere il coraggio di tentare quanto a lui sembra impossibile, ma è possibile a Dio per mezzo di lui, se egli cammina nelle sue vie. E il Papa dovrebbe concedersi ad ogni povero cristo come me, che lo cerchi, invece di tentare di amministrare sia se stesso, sia le notizie ricevute e da trasmettere (come quella terribile Fine dei tempi preannunciata a Fatima)! Invece di farlo, prima le ha taciute e poi le ha camuffate e contraffatte! Ha voluto curarsi infatti solo dell’annunciata aggressione ad un Papa e non dell’attacco generale di Satana al Vaticano, per impossessarsi degli uomini della Chiesa!

Con quale senso della loro responsabilità Papa Woitila e i suoi

predecessori si sono presentati a Dio, dopo che hanno taciuto e contraffatto quanto la Madonna aveva dichiarato andasse svelato entro il 13-10-1960?

L’hanno fatto con l’infinita presunzione che Dio ha voluto far loro assumere, come l’attuale tradimento dei soliti Pietro che rinnegano Gesù… mentre il gallo canta nuovamente!

Eppure Woitila aveva dichiarato, in relazione a quanto sarebbe accaduto nella Chiesa:

“Dobbiamo prepararci a subire tra non molto grandi prove, le quali

esigeranno da noi la disposizione a far getto persino della vita ed una dedizione a Cristo e per Cristo. Con la preghiera vostra e mia è possibile mitigare questa tribolazione, ma non è possibile stornarla, perché solo così la Chiesa può essere effettivamente rinnovata…”

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L’enciclica del 25 gennaio è per far proprio l’Amor di Dio ?

Ora, come già detto, il 25 gennaio Papa Benedetto XVI ha pubblicato la sua Lettera Enciclica, firmata a Natale, sulla Carità di un Dio che dovrebbe esser sempre presente e vivo… Vi rifletta, perché Gesù è nato in me proprio in quel 25 gennaio, ma non c’è stata alcuna Carità per me.

Ho digiunato 55 dì per aiutar lui e la Chiesa, avendo messo tutta la

mia salute e la vita nelle sue mani… ma le mie varie lettere, trasmesse a Lui dal Giornale “Il Centro”, di Pescara, non hanno “fatto centro” e non sono state degnate neppure di una pura risposta… di convenienza.

Lo invitavo ad essere il Buon Pastore, che abbandona tutte le altre

pecore per cercare quella smarrita, la mia: un povero cristo che è il Cristo. Perché io la smarrita? Perché io il Cristo?

Ma perché, mentre Giovanni Paolo II chiedeva scusa per gli errori della Chiesa e in particolare al Galileo Galilei per le tribolazioni causategli da una Fede mal riposta, le pativo nello stesso momento ancora io che, come docente di una scuola di Filosofia della Scienza, affermavo la stessa cosa di Galileo, ma l’estendevo in assoluto al 3° Principio della Dinamica, chiamato di Azione e Reazione, che riconducevo poi al ben più importante Galileo Gesù, per quanto rivelato una sera a Nicodemo (Giovanni 3.1).

Il Papa si scusava con i morti, lasciando ancora perseguitati i vivi! Maltrattarmi così, mentre riconducevo il Galilei addirittura al Galileo Gesù, significava che era maltrattato e smarrito Gesù… e non io!

Era Gesù la pecorella smarrita cui il Papa doveva Carità: era il solito povero cristo che viene però rivalutato ed amato solo dopo che è stato perseguitato e mortificato! Da morto è un Dio, da vivo… è ucciso!

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Io, vero povero cristo smarrito dalla Chiesa in un deserto di aiuti (con Woitila che aveva promesso l’ Avvocatura della Fede alla Ragione, nella Fides et ratio), avevo tutti i diritti per essere ricercato, dal Buon Pastore!

Ma il Vaticano crede che il Buon Pastore non possa perdersi in ciò…

Come potrebbe umanamente farlo, se tutti lo volessero?

E qui sta il nocciolo della questione! È creduto che sarebbe il Papa a

fare! Egli farebbe… e non Dio… e si è davvero apostati contro il 1°

Comandamento che afferma che uno solo è il Dio che fa tutte le cose! Il Giovane Ricco se ne andò via, tristemente, da Gesù, quando sentì quel

pazzo che gli chiedeva di divenire povero… Ma se diveniva povero lui, uno dei pochi che aiutavano e facevano il loro dovere, chi altri l’avrebbe più fatto? È il Giovane Ricco, ricco di valori, purtroppo, l’ideale dei tempi moderni… Le parole dei suoi discepoli di allora e di sempre sono infatti:

“Se non si salva un giovane così bravo, allora chi si salva?” Gesù rispose: “Nessuno! Ma non temete, perché quello che non è

consentito a voi è consentito a Dio! Il solo buono (a fare) è il Padre”. Come mai allora anche il Santo Padre punta ad essere Buono,

Responsabile e pieno di ogni Virtù, con l’Eros aggiunto all’Agape? Ecco: “È un Santo Padre terra-terra… Confida in sé e… s’amministra!”

Con il Papa Woitila avevo digiunato già 57 dì nel 1999 per difendere la sua Fides et Ratio, che vedevo non considerata dalla Chiesa che non accettava il legame Fede-Ragione fissato da Pietro “in terra e in Cielo”. Per il Cielo, la Sede della Sapienza, sollecitata nell’ultima pagina della Lettera (così come ero stato provocato io), gli doveva una risposta, ed ero io a portare al Papa quanto Le aveva chiesto… Ma fu inutile dirlo! Non c’è Fede che il Cielo risponda e accetti i legami fissati da Pietro “anche in cielo”!

Amore e Misericordia? Li ha Benedetto XVI se fa ammalare di digiuno il

povero cristo che confida in lui? Sono finito per un mese all’ospedale! Avrei avuto più rispetto e salute imitando Alì Agcià ed attentando alla sua vita e non alla mia! Povero Cuore di Gesù! Soffre a veder trattare così un povero cristo che ha stentato 112 dì nel vero disinteresse per lui di 2 Papi…

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Oltre i Papi, nemmeno Dio parlerebbe più ai poveri cristi?

La Carità di Dio parla, e come! Infatti, per me, che credo ancora e

sempre che Dio parli incessantemente all’uomo con il suo Spirito santo (ma in un modo per il quale si debbano avere sempre orecchie ed occhi ben disposti per volere intendere), lo “Tsunami”, per esempio, ha tutto per essere stato l’Incoronazione santa di Gesù fatta da Dio Padre, a caritatevole sostegno del valore della vita del suo Figlio, profanata dagli adoratori del Sole e della

tintarella. “Sono il sole della croce, io!” “†sun am I”.

Ha veramente di tutto e – ultimo tra i Profeti per volontà solo di Dio –

ho cercato di farlo presente alla Chiesa. Ma questa, sempre e solo per la volontà unica del Signore Onnipotente, è stata costretta a porsi come chi non volesse intendere ragioni ed invece ritenesse che ogni cosa fosse stata solo il frutto di pure ed assolute coincidenze… Il Natale non ci sarebbe entrato minimamente, per nessun motivo, Dio – infatti – è Amore!

Per tutti quanti gli altri – Papa santo incluso – Dio ha smesso di parlare

all’uomo, dopo che ha mandato tra noi Gesù Cristo… Leggetevi – fatelo! – le affermazioni fatte nel 2002, dichiarazioni che

suscitarono alquanto scalpore! Ma, ripeto, Woitila aveva ragione: lo Spirito santo non parla più, non riesce a parlare più a quell’uomo che si è disposto come le tre scimmiette che “non vedono, non parlano e non sentono”.

La Carità di Dio si era già chiaramente espressa, con segni eloquenti e prodigiosi, l’11 settembre del 2001, armando la mano dello scellerato Bin Laden, affinché di nuovo fosse manifesto che cosa succede, tra noi, quando si vede colpita non la mano di un Dio reso troppo buono (e pertanto condizionato) ma quella ben più temibile della Nazione più forte del mondo d’oggi, per mano di esponenti di una fede impazzita!

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Quando essa (e non più un Dio addomesticato) patisce l’attacco della fede stravolta di chi sia disposto a morire per come fu disposto Gesù (ma ora per terrorizzare l’uomo e non più per confortarlo come allora), allora sì il mondo teme e cade addirittura nel terrore e nello sconforto! Fanno ormai spavento solo Bin Laden e le Potenze di questa Terra.

Si pensa e crede che Dio si sia come ritirato dal decidere ed abbia incaricato in tutto e per tutto solo l’uomo… Ma quando mai?!

E così passano, in questo modo, visioni pazzesche della logica di Dio: Egli avrebbe donato all’uomo la libertà del Libero Arbitrio, ma poi lo punirebbe per quel suo uso che fosse fatto in modo davvero libero… Oh, che idea assurda si ha così di Dio e della sua bontà!

Se così fosse, Dio farebbe passare una imposizione assoluta (“devi scegliere di fare solo il bene!”) come la libertà incondizionata di un “fai però come vuoi”… che non è assolutamente tale e senza condizioni se poi è tenuta a rendere conto all’altrui criterio, pena l’Inferno Eterno!

Se io lascio veramente libera una persona di agire a suo intero giudizio, io – che pure non ho la somma giustizia di un Dio – io non mi sognerò nemmeno più di giudicarla tenuta a rispettare il mio giudizio!

Dio invece – secondo questi strani ed assurdi Dottori della Chiesa – non si comporterebbe così! Concedendo per modo di dire quanto in verità non concederebbe assolutamente – pena, ripeto, l’Inferno Eterno – il Signore sarebbe un essere assolutamente ipocrita!

E questa condizione è davvero pazzesca, se attribuita a Dio!

La verità è che il mondo ha assunto questa pazza idea di questa pazza

giustizia divina solo perché è stato – purtroppo – confuso dal Maligno. È, infatti, con il Peccato Originale che l’uomo ha strappato a Dio la

conoscenza del bene e del male, mangiando quella famosa mela e disobbedendo all’ordine ricevuto… e arriva così a credere, persuaso solo da Satana, che questo vero strappo alla volontà di Dio sia stato solo un libero ed assoluto dono… frutto vero della volontà divina!

Così – e confondendo perfino i Papi e i Dottori della Chiesa, in questo caso resi ciechi e alla guida di altri ciechi – il Diavolo ha fatto scambiare loro veramente lucciole per lanterne!

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Sorprendente Verità dei tanti nel segno del Galileo Gesù.

Bisogna usare le parole giuste e Gesù le usa con Pietro, quando l’apostolo gli consiglia di non andare a morire a Gerusalemme.

Gli dice infatti chiaro chiaro: “Va de retro, Satana!” E così, analogamente, io – che sono solo un povero cristo – mi permetto

di rimproverare anche io allo stesso modo i Pietro dei nostri giorni, facendo anche io come quel povero Cristo che doveva andare a morire assieme ad altri due poveri cristi come lui, a Gerusalemme e sul Golgota, e dico, ripeto anch’io le Sue parole, possibilmente con ancora più forza:

“Va de retro, Satana!”. Per quale motivo Dio volle un Gesù che fosse crocefisso assieme a due

Ladroni, lì, sul Golgota? Pensateci! Lo chiedo perché proprio nulla accade per

caso, laddove esiste un Creatore Assoluto! Il caso non esiste!

In verità, in verità, io vi dico che noi siamo un flusso di corrente elettrica, nella nostra ragione e vi preciso che, quando cessasse la sua istantanea creazione (ad opera del campo magnetico di un Principio Assoluto che attrae tutto a sé), allora si arresterebbe istantaneamente ogni consistenza di questo nostro mondo reale! Non esiste, infatti, l’inerzia per la corrente elettrica!

E come fa allora lo scienziato intelligente, quello che ha ormai

esperienza delle leggi che regolano i fenomeni elettrici come la nostra vita cerebrale, a credere che l’uomo, nell’attività elettrica della sua mente, possa sfuggire al magnetismo di un Principio Assoluto chiamato Dio, che muove ogni cosa attraendo tutto a se stesso, istante per istante?

Lo crede perché l’uomo è incoerente rispetto ai suoi stessi Principi.

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Per incoerenza, concepisce così l’esistenza di cose come la nostra ragione (o gli eventi della vita), che accadrebbero per volontà nostra o per caso e per inerzia e non in quanto istantaneamente mossi e promossi da una Causa Assoluta come la Gravitazione Universale… o un Dio Onnipotente.

Tale causa assoluta poi porta, malignamente, a vedere in atto la Fuga

delle Galassie e a crederla erroneamente un evento autonomo e libero... L’evento è invece interamente asservito al Terzo Principio della

Dinamica, che riconosce come, posta in atto la causa di un Fondamento Assoluto (quale un Dio che attragga a sé ogni cosa) poi appaia a tutti, presente in atto, la fuga da quell’attrazione. Il Maligno sistema di scorgere le cose del mondo porta ogni soggetto relativo non a vedere il vero (l’Assoluto), ma il verso, opposto, del Relativo che gli è puramente opposto.

Occorre allora un nuovo Galileo, che riconduca l’apparentemente libera Fuga delle Galassie e la nostra apparente libertà a quell’Assoluto Principio che ne è la causa apparentemente ma non davvero contraddetta…

Apparentemente contraddetta, come tutti gli eventi di questo mondo che in verità provengono da una causa vera e assoluta, in atto ma invisibile, dalla quale invece tutti tali eventi relativi sembrano realmente fuggir via!

E sono io oggi, di fatto, questo nuovo Galileo, questo Ro-sar-io di Fatima anch’io, che ribadisce il segreto di Fatima e osa confutare di nuovo l’apparente e casuale divenire… Ma io lo faccio non certo da me, ma solo per volere esclusivo del Dio che – Signore Assoluto – riconosco fa tutto e solo Lui, perché – 1° Comandamento suo – io non avrò altro Dio, nessun altro assoluto valore, e nemmeno me stesso, al di fuori di Lui.

E questo accade sull’onda del Galileo Galilei che non fece che ripetere

quanto già il Galileo Gesù aveva spiegato una sera al Nicodemo scienziato del tempo, dicendoglielo finalmente in verità, in verità:

“Finché la persona non riuscirà a vedere l’azione vera dello Spirito

santo che muove anche il suo in un verso che riconduce ogni cosa al Padre vero e fondamentale, quell’uomo non entrerà nel Regno della Verità di Dio. Resterà a credere nella sola dinamica dell’acqua, quella dell’apparenza secondo un Universo che invece possiede in se stesso due e non un solo possibile verso: quello di chi vede come “io”, come Spirito, e quello della cosa vista andargli incontro in senso inverso… mentre avanza nel tempo”.

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La Verità complessa d’un limite assegnato per esser superato

In una realtà complessa – ossia positivo-negativa e reale-immaginaria –

io dico, di nuovo in verità, in verità, come un Rosario in persona, che la verità complessa è l’esistenza di questo complesso matematico: –1 e +1.

E affermo che il progenitore di tutti, Adamo, doveva accettare tutto il

complesso, anche l’ordine –1 consistente nel rifiuto a divorare quella sola famosa ed unica 1 mela. Solo se si accettava quel rifiuto elementare, Adamo ed Eva potevano poi avere la quantità di 1 elevato ad N come un tutt’uno.

Ciò perché la legge voluta imposta in assoluto, sul mondo relativo costruito a partire dal nulla (ossia dallo 0), era quella del 3° Principio Fondamentale della Dinamica, che impone che solo grazie a –1 si possa realizzare la percezione dello +1 uguale e contrario a quel –1.

Questo accade veramente in quanto il nostro è un mondo virtuale relativo tutto allo 0 ed all’1: lo 0 in potenza, di qualsiasi base N, purché diversa da 0, ed, assieme, il suo calcolo, 1. Tale base N, certa e diversa da 0, è il famosissimo cogito ergo sum (sono diverso da 0), di Cartesio.

Tutto (anche i ragionamenti che implicano il tempo di esistere), tutto

giace nell’assoluto dominio di questo 3° Principio Assoluto della Dinamica, anche cerebrale ed elettrica della nostra mente nel suo atto di ragionare nelle due forme simultanee ed opposte dell’atto 1 e della potenza assoluta 0.

Sicché io, ultimo Galileo e ultimo nato dallo Spirito santo di un Dio che

ha voluto finalmente questa presenza in un povero cristo peccatore come tutti, ragionando, ne tengo conto e so che il mio pensiero, che appare assolutamente libero, non lo è affatto, anche se lo sembra.

Non lo è, non è autonomo come sembra, perché è solo la reazione rispetto al potere magnetico di un Atto Assoluto che è Esterno a me stesso.

Il quale Assoluto – un IO come me solo per la necessità del dialogo tra l’io relativo e il suo Assoluto – sta attraendo tutto a sé ed annullando quanto io vedo invece al contrario: nel suo istantaneo e relativo farsi.

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Io so molto bene che il mio stesso ed apparente farsi reale nasce solo dal disfacimento del suo vero disegno; disfacimento cui si oppone il mio Io!

È dal mio –1, che annulla la mia vita reale e la fa esistere in una pura e divina immaginazione (vera tutta in pura ed Assoluta Virtuale Potenza), è solo da questo divino annullarsi di tutto me stesso che nasce il mio possibile e realistico +1.

È per questo vero annullamento di me, che riconosco ed accetto, che ho davvero tanta povertà di me stesso da essere io – e apparentemente in modo così contraddittorio – , io pure il santo Rosario di quella assoluta salvezza impersonata… della preghiera assidua della Madonna di Fatima.

Una preghiera assidua che è volta a suscitare Cristo in ogni persona che si affidi a sua madre come alla propria, nella consapevolezza di non essere niente di buono. Il peccato è il limite estremo della persona, che è sempre delimitata, sempre determinata, sempre relativa ad un Altro che è l’insieme di tutto quanto esiste oltre di essa, nel suo esterno, dunque un Assoluto Potere che è più facile chiamare con il nome di un Dio Onnipotente.

Sta nella stessa determinazione della singolarità della persona il peccato originale, perché il suo specifico che la caratterizza è proprio il limite. Tutti gli uomini, entità relative, sono l’espressione di questo peccato originale.

Ebbene l’Ave Maria è l’invocazione a chi è stata concepita senza peccato, perché Maria è l’Immacolata Concezione fatta persona a Lourdes.

Tutte le forme assunte da Dio, come quando si presenta come l’Immacolata Concezione Maria, sono a titolo personale perché l’Assoluto, per entrare in sintonia con la persona relativa e creata, deve presentarsi in quella categoria personale ed incarnarsi, pur essendo solo una pura Virtù.

Dio è una somma Virtù, e sta nel suo vittorioso tentativo di incontrare la

persona relativa la necessità d’assumere l’insieme di valori e connotati d’ogni persona, sicché si presenta anche come Madre oltre che Padre. L’una è in terra, l’altro in cielo. Di fatto Dio è un tutt’uno e s’impersona anche in ciascuno di noi, come il limite assunto da superare. L’Ave Maria e il Padre Nostro sono e i mezzi ideali per unire la terra e il cielo.

La preghiera insistente e finale a Maria ha lo scopo di superare i limiti dell’origine, i peccati dei figli, mutandoli in figli senza peccato, in tanti Rosari, come grani di perle offerte per sublimare Dio nel relativo.

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Impersono il Ro-sar-io come tutti e ne porto i segni

Che questa Verità, valida per tutti, valga anche per me… può essere o

no un segno la mia nascita il 25 gennaio del 1938, alle 22 e durante quella “straordinaria” Aurora Boreale?

Già vi ho mostrato come la trascendente via, per salvare il mondo, porta da Nostra Signora del Rosario, a Cova de Rio (e a scovare Rio), sia stata la conversione di Russ… ia, Russo Maria, mia nonna, affinché – violentata – non si fermasse a Rosa, frutto di stupro, ma, convertita, aggiungesse altra vita, fino a far nascere il nipote, R. io, giudicato empio e veramente Rio perché, da vero Anticristo apparente, affermo… di essere una cosa sola con Dio!

Quel dì l’Italia celebrò la trasvolata Italia Brasile (tra… Mondo e Nuovo mondo) fatta dal fratello di Romano, il figlio del Duce dell’Italia del Re Emanuele II… Quali segni ! Di questo evento parlò tutta la stampa dell’epoca. Lucia stessa, di Fatima, ritenne che fosse il segno di Dio per l’inizio della guerra, secondo la seconda parte del Segreto:

“Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate ch’è il gran segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo”.

Ebbene io, venuto al mondo proprio con quella luce, sono o no anch’io quest’evidente segno, di Dio, nella mia povera ed inutile persona…, se vi rammento la “scure già posta alla radice degli alberi” e che le 5 vergini spose del mondo debbono esser pronte, con lampada ed olio di scorta?

Io nato a Felitto, in Magna Graecia, F Elìtto, come lo F di Elì, l’IO in un tutt’uno, F , Fi greca, Spirito santo e soffio dell’IO a grande D.

DIO, laddove l’IO, l’EGO in grande è storicamente venuto dallo Egitto, dall’Ego-itto come per l’Ego afflitto per antonomasia, quello di tutto il Popolo di Dio, tratto con l’Esodo dalle catene del Faraone che “fa RA”, deifica il suo “one” il suo IO.

Tratto evidentemente dal Dio RA, eccomi anche io come R.A. (Romano Amodeo, RA Amon)! Come “Am o Deo”, l’immagine stessa e simbolica del Dio Am (il Dio “Io Sono”, nell’idioma oggi mondiale giacché espresso in quella lingua inglese che chiama Am quanto fu chiamato Jahvé, “Son chi sono”, dagli Israeliti). Sono segni anche questi.

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Ricordate? Samuele fu consacrato a Dio dalla sterile Anna, e si trattò – basta leggere i segni nelle parole – del S.Am uele un Am uele, uguale al Dio Am “Io Sono”! Quando l’uguale al S. Am fu dato ad Am, Io sono nascose l’Arca dell’Alleanza, impersonata nel Giudice: Gesù come l’Emanuele.

È segno di Gesù quell’Emanuele II Re di quando fui fatto nascere io, essendo il Re d’Italia l’Emanuele II? Tutto accade nel segno del risorto Impero Romano… Perché? Perché mai tanta Roma nel disegno di Dio?

È voluto così – son certo – sempre per l’importanza dei segni che Dio dà! La Roma forte e spietata che uccide Dio è il verso contrario della parola Amor che esprime la rinuncia alla forza, ma poi conquista Roma e proprio con la rinuncia, alla vita, dei suoi martiri, per non rinnegare Gesù!

Chi fu Gesù? Forse l’Ebreo di una Provincia o non piuttosto il Romano primo cittadino assoluto e Dio stesso di quell’Impero di Amore?

Gesù che in latino volesse dire “con Romano amo, e con Dio in Dio e per Dio”, direbbe proprio “Romano amo Deo”, l’ablativo di Romanus e di Deus, ed evidenzierebbe il suo legame salvifico col suo uccisore e con Dio!

Ora Amo “con Romano e con Dio in Dio e per Dio, (ossia Romano Amodeo) è segno chiaro di Emanuele”! Sta per uguale a Ro man, ad un uomo (man) dal suono Ro dato dalla lettera ? , per lo Spirito santo che con un suono indica più cose e più lingue (superando così la Torre di Babele).

I linguaggi diversi furono voluti dalla Provvidenza per confondere l’Orgoglio umano di voler raggiungere il Cielo con le sole proprie forze)!

Ed ecco allora che la scritta ? man uele si legge Emanuele perché ? richiama e, che richiama e’, la terza persona del verbo essere.

Il verbo del Figlio di Dio, nella terza persona e’, se le altre due supreme essenze in persona sono il Padre e lo Spirito santo, in inglese – lingua oggi del mondo – si scrive e si pronuncia Is… Ed ecco come (miracolosamente e nella modalità dello Spirito santo della comunicazione tra le lingue diverse) Emanuele, a man equal (l’uguale ad un uomo pronunciato quasi Emanuel ) diventa proprio la parola Israele.

Il suono e man (che indica un uomo) si riferisce all’uomo di nome Romano Amodeo ed è chiamato all’inglese con le iniziali, R.A., ma si riferisce pur sempre anche al Dio RA tratto dalla sua schiavitù in Egitto.

Allora quell’uomo che e’ un Dio liberato, quell’ e’ man equal diventa Is-RA-equal, ed è Israele e il Popolo di Dio tratto dall’Egitto diventa virtualmente, da quello solamente ebraico, quello di tutto il mondo.

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Credete che tutto questo strano e sorprendente riferirsi al nome del mio personaggio, dei segni e dei simboli, secondo una logica così davvero intrigante eppure stringente, accada solo per caso?

Sarebbe per caso che il mio nome intero di:

Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO , (contando anche lo spazio vuoto ,inquadrato ad ogni fine di parola)

abbia con esattezza – contatele! – le 42 cifre ritenute appartenere, dalla cabala ebraica, al nome segreto di Dio? Che strana coincidenza, vero?

È il nome dell’angelo n. 42, Michele, il “Michelangelo” che poi – ma

guarda! – è proprio quel grande architetto e pittore che mette la cupola a S. Pietro e mette a fresco il Giudizio Universale laddove si eleggono i Papi!

E non è la prima volta che ciò accade al mio nome! Infatti io di Saronno, ho quivi il Santuario della Madonna (“dei

Miracoli” perché così salvò il luogo dalla Peste) come se fosse mio perché è opera dell’Architetto Amadeo, mentre io sono l’Architetto Amodeo!

Che il mio nome richiami il Michelangelo e l’Amadeo, Architetti come me così legati alla Cattedrale, al Giudizio Universale, agli Eletti Papi ed alla Madonna dei Miracoli, nel mentre sono Ro Sar io, io il RO man, l’uomo di nome Ro, io di SA (Salerno) e infine di SAR (Saronno) e sembro così la preghiera stessa fatta persona della Nostra Signora del Rosario, io nato nel segno strepitoso di un’Aurora Boreale indicata con chiarezza da Lucia in uno dei Segreti di Fatima… tutto ciò accadrebbe sempre e tutto per caso?

Quanti indizi occorrono a determinare una prova? Per chi non ha orecchie per intendere gli indizi non bastano mai! Eppure il caso non esiste, quando c’è un Dio Assoluto che determina

assolutamente tutto in ogni suo minimo dettaglio e lascia un chiaro disegno. Inoltre sono virtualmente legato al Rosario di Fatima ed alla Signora

mia madre da una santa donna di nome Stella Mucciolo (come il moccolo di una stella natale), anche lei di F Elitto, che seguiva Mamma mia e la chiamava: “Signora!”, con vero rispetto e direi devozione.

Questa vera Stella natale ebbe tre figli: Sabato, Rosario e Mario e sono stato poi io il vero Rosario fratello di Sabato (giorno del Signore), perché quello carnale sarebbe giunto, con un vero abuso, persino a diseredarlo dell’eredità materna, mentre io lo avrei accolto in famiglia.

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La Signora mia madre, si chiama – e non a caso – Mariannina, come la Signora figlia della Sant’Anna che osò generare la madre di Dio, cui fu legata per Battesimo e a cui legò me, nel mio terzo nome. Osò, Anna, nell’alto dei Cieli! Osanna! L’uomo dovrebbe osare altrettanto… ma teme stranamente di offendere Dio se lo chiama con affetto Papà… e lo fa tale!

Io sono anche nato sotto il Monte Stella, dove già nacque – a Elea – la Filosofia dell’Essere come il Fondamento di tutte le cose… insomma Dio! A Elea che Ele ha perfino nel nome! Ele che s’incarnò a Betlemme, in quel di Gerusalemme, per ripresentarsi con me nel Cilento del fiume Alento, dopo un lemme e lento cammino di 2.000 anni, lento-lento, lemme-lemme.

Io sono un vero figlio di Maria Santissima e… frutto del suo seno!

Già, invocando “Madonna!” per lo strazio d’una forte mastite, mamma l’aveva coinvolta così... ed io succhiato 2 anni di latte e sangue spirituale.

Ma accadde anche che, con un miracolo annunciato la notte in sogno ad una bambina, Nostra Signora del Rosario mi salvò dalla morte per un male incurabile, dandomi nuova vita il 4-6-1940.

Ebbi vita nuova, dalla Madre di Gesù sei giorni esatti prima della più grande Strage degli Innocenti del proprio Popolo, che si ripeté anche nel caso mio e fu annunciata il 10-6-1940 dal Balcone di Porta Venezia, dal Duce e in nome del Re Vittorio Emanuele II che temeva, come già Re Erode per Gesù, d’essere surclassato dal Messia Hitler, se l’Italia non entrava – per quanto impreparata – nella II Guerra Mondiale.

Già quando ero nato, il 25 gennaio del ’38, Lucia aveva giudicato l’Aurora Boreale che ci fu come il segno del castigo divino della II Guerra Mondiale, virtualmente accesa giusto 5 dì dopo… Ed era già stata, anche allora, la massima Strage degli Innocenti accaduta pochi giorni dopo la mia nascita e dovuta allora non all’Italia ma direttamente alla venuta di Hitler.

Con un vero miracolo Maria SS. mi adottò così a ultimo figlio suo… (Oh, non è strano, Lei è già la madre di tutti!). La Signora Baratta mia madre pregò la Nostra Signora del Rosario… e – ma che caso? – mi barattò: ero innocente come Gesù e Dio voleva portarmi via come già aveva fatto col Cristo… Mi salvasse! Nostra Signora quella stessa notte l’annunciò e – già nato durante l’Aurora Boreale – la Vera Aurora fece di me proprio il suo santo figlio Rosario!

Dovrò trovare la testimone di quell’annuncio, affinché lo confermi.

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Ne ho prova e ne vedo i segni: si può “dar corpo a Gesù”!

Da allora ho veramente avuto tutta una vita che ha ripetuto – e non certo

per caso – le esperienze di Gesù: un grande analogo successo dai 30 ai 33 anni e, a quell’età, vera morte e resurrezione. Morte alla presunzione di me stesso come il mio fattore; resurrezione per il mio vivo proposito di dare a Gesù il mio corpo, perché vi mettesse da parte Sua il Suo Spirito.

Un desiderio così buono – di sparire del tutto, io come IO – per far

risorgere l’IO di Gesù (e il Rosario) al posto mio, come potrebbe non essere esaudito dal Dio che ama tutte queste assolute rinunce al proprio ed ampolloso senso dell’Ego, e predilige chi tenti l’Esodo vero da se stesso?

Io assolutamente credo che Dio acconsenta i propositi come questo e non mi sorprendo se poi mi sono ritrovato al centro di centinaia di veri miracoli, che ho visto accaduti per mano della Provvidenza a sostegno del mio tentativo, umano, di voler “dar corpo al Cristo, nel mio Spirito”.

È nella mia reale esperienza che è davvero possibile dar corpo al

Cristo, nel proprio Spirito… Dio lo vuole e lo consiglia! È nella mia reale esperienza che questo intento supremo permetta a chi

così fortemente provi a “dar corpo al Figlio” di esserne simultaneamente anche il Padre, nel mentre egli tenta di fare spazio al Figlio, nel suo Spirito!

Non lo dico per vanagloria ma solo per avere fatto l’umile esperienza di

questo qualcosa che è infinitamente superiore a me stesso: la Trinità di Dio è entrata virtualmente ed è stata personalmente in me e con me, senza però mai eliminare il mio stato di vero peccatore, anzi proprio per questo.

Questa mortificazione – di sapermi un povero cristo carico del peccato mio e di tutti – è voluta da Dio e per maggior gloria sua, non certo mia.

Non si può rimproverare di “vanagloria personale” uno come me che ha voluto morire nel suo Io, affinché al suo posto esistesse solo l’io di Gesù!

Non mi stupisco allora di essere anche io chi visibilmente abbia impersonato il santo Rosario di Nostra Signora (la mia Mamma del cielo… così triste per il grandissimo travaglio che attende tutti noi peccatori).

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Dio ci ascolta e ce ne dà segno: si può “esorcizzare il Maligno”!

Preservato solo da Dio, sono stato così posto anche nella condizione tutta

virtuale di non cadere nel tranello del maligno presentarsi delle cose in se stesse, che le mostra sempre nel loro rovescio, tanto che se sembro libero ed autonomo, proprio allora è vero che devo tutto a Dio!

Come scienziato illuminato dalla Verità trasfusa in me solo da Dio, sarò

così portato per mano, a non credere nella luce che appare uscire da ogni punto luce, arrivando così a capire che questo che è così visto è solo l’effetto risultante dal vero attore, che è il mio Spirito vivente, il quale, attratto dal Principio di Dio, sempre sta andando verso il centro di ogni cosa.

Ci va con un moto centripeto che poi evidenzia l’andamento centrifugo di tutte le altre cose: tanto la luce che appare uscire da quel punto, tanto il moto delle Galassie che sembra uscire da un iniziale e apparente Big Bang!

Sicché la mia persona si opporrà, e per volere solo di Dio, al comune

credere in quanto è comunemente visto: che stiamo andando verso il futuro; per arrivare a credere e sapere che il nostro Spirito sta in verità già andando, già risorto, verso il creduto passato come verso il suo vero futuro.

E – così – mentre l’uomo comune sembra essere messo in crisi da ogni accadimento della vita (fino a morirne nell’ultimo dei suoi momenti), io – così illuminato dalla sorprendente Verità di Dio – arrivo a poter credere, ma solo per una grazia concessa, che lo Spirito umano sia già partito, già virtualmente risorto, da quel punto apparentemente mortale e che – tornato già indietro, attratto magneticamente dal Principio di Dio e dalla Gravitazione Universale che domina nell’Universo – appaia ora come il suo contrario, in quanto esso è elettrico e contrapposto al magnetismo di Dio.

E allora sembra che ciò consista nella libertà del nostro Io, il quale sembra proprio capace di sfuggirgli, ma in verità proprio non gli sfugge mai, anzi l’io relativo è veramente generato in questo verso, ma esso riguarda solo quello contrario, dell’attività elettrica, che è quella esattamente contraria all’attività magnetica ed Onnipotente che la genera!

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Ultimo Galileo, io sono allora solo il segno virtuale di chi sta semplicemente ribadendo e spiegando il primo Galileo Gesù, in quanto già rivelato (ma non spiegato) a Nicodemo. Il Segno di chi è portato ad affermare con cognizione di causa che va assolutamente accettato il limite imposto dal comando –1 (di non mangiare una semplice e sola mela), se si vuole poi il vero possesso di tutto quanto appare come l’opposto di quel –1.

L’uomo deve accettare il suo limite perché quando si costruisce una

realtà che nasce dal niente, al massimo si può differenziarla nel complesso –1 +1. Pertanto chi vuole tutto, ossia +1, può giungervi solo se ha la capacità di rinunciare a tutto, accettando il limite che è imposto dal –1. È questa verità quanto davvero può esorcizzare il Maligno: è solo chi ha anche il negativo chi ha davvero tutto il complesso!

Sit modus in rebus o – anche – non si può avere la moglie ubriaca e la

botte piena o – come affermò quel Gesù cui ho dato realtà umana oggi, nella mia vita reale – non si può servire simultaneamente due opposti padroni.

Pertanto c’è sempre una vera ragione alla base di quanto ci sembra solo una nomenclatura fortuita e dovuta al caso, perché – ripeto – il caso non esiste, ma tutto è solo il segno di una Forza Assoluta, simile ad un Dio Padre, che fa tutto e dà segno di tutto. Fu riconosciuto dalla Bibbia che Dio, notato che erano cose buone, diede poi un nome a tutte, ad una ad una.

Così non è un caso allora se ci sono ‘sì tanti segni, in relazione a me

che davvero esorcizzo Satana. Adamo, Abramo, ma, anche nell’Induismo, accade con Brama e Ramo, i 3 Tavanà di Visnu (forza romana, Vis, delle N.U. le Nazioni Unite), richiamano Romano Amodeo. E che dire di RA Amon, di Itzamnà, di Amaterasu, divinità del sole egiziane, americane, giapponesi! Che dire di Gautama (Budda)? Sembra che la radice del mio nome impersoni simbolicamente tutti i nomi dati agli uomini di Dio e di Dio nel mondo intero, tanto che ciascuno possa riconoscervi il Personaggio voluto dal Signore come la fase ultima e definitiva dei loro divini e virtuali presupposti, e non sentirsi mai scavalcato ma completato dall’apparire finale di un povero cristo peccatore che, con il Rosario assunto a sua persona, chieda il perdono di noi peccatori nell’ora della nostra morte e liberi tutti.

Persona da nulla, più Paolo (uomo dappoco) dell’Apostolo delle genti convertitosi egli pure nel mio dì natale, Dio ha espresso il mio inesistente Carisma solo nel segno di una sua Provvidenza mai lasciata al puro caso.

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Dio si disegnò crocefisso tra i ladri della Sua identità

Ora io non sto rubando a Dio la sua identità, nel mentre riconosco che Egli è me, il mio fondamento. Sul Calvario, infatti, ci fu una precisa ragione, del Padre, per presentare il Figlio puro ed innocente crocefisso in mezzo ai due ladroni di strada: uno pentito in extremis e l’altro invece No.

La ragione è che l’innocente Figlio (che nulla ha rubato per sé, sapendosi, come io lo so, di essere una sola cosa con il Padre) ha patito la stessa pena data a tutti i Figli, esemplificati da quella coppia di ladroni…

Nemmeno “grandi ladri”, ma ladruncoli maldestri che, pur essendo sostenuti in tutto – pensieri, parole ed opere – dal loro unico Creatore (come Paperino e Topolino lo sono dal loro unico disegnatore, nel loro Fumetto), tuttavia rubano maldestramente a tale Creatore ogni personale consistenza.

Così – davvero ingenui e faciloni – credono che la loro identità appartenga loro in vera autonomia e non in una comunione assoluta col loro ideatore e fattore, che si è calato in quelle relatività fino a farle vivere in ogni condizione dell’esistenza di quel loro mondo virtuale.

Tale mondo è per noi espresso idealmente bene dalla Divina Commedia di un Dante Alighieri che dà (Dante) ali al Gh. (oggi) del Ch. (Cristo) di ieri, Dante AliCHieri ed è così divinamente forgiata (e non certo anche questo per caso) la lingua Italiana, nata e voluta dal Dio Assoluto nel Paese che va a tal punto – e non certo anche questo per caso – che la sua stessa forma è stata voluta come quella di uno Stivale dalle sette leghe.

Che dire di questo fantastico nostro disegnatore che, così pieno anche di sottile umorismo, sembra divertirsi con l’enigmistica?

Che, se dialoga con il nostro “io” che ha i doni dell’intelligenza, dell’astuzia e furbizia e della fantasia, è tenuto ad usarli tutti, dando ad ogni cosa relativa tutto quanto le manchi per rientrare in una condizione assoluta cui non manchi poi più nulla! Fa ridere chi non creda ad un Dio Personale, se deve comunicare con delle persone che sono relative al suo Assoluto!

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L’Assoluto dà segni ancora e sempre… ma occorrono occhi

Chi ha orecchie per intendere cerca allora di capire in ogni modo il linguaggio dello Spirito santo di Dio, che geme incessantemente ed in forme spesso incomprensibili.

Costui allora – posto di fronte a Bin Laden – non intende che sia un

puro Caso se il nome suo alluda ad un possibile Binomio o binario esistente virtualmente tra un possibile Eden (il Paradiso Terrestre) o l’Ade (l’inferno della morte terrena).

Solo chi non l’intende un caso e cerca le ragioni occulte della Verità, solo costui arriva a capire come lo Spirito santo di Dio l’11 settembre del 2001 abbia posto di fronte l’uomo, in un modo davvero duro e spietato, al binario dell’alternativa duplice del suo destino: o avrebbe scelto la conversione della Fede alle Ragioni del Dio dell’Eden cui Adamo si oppose, oppure la Terra dell’Eden sarebbe divenuta la morte in massa dei suoi figli.

Che dire allora, quando l’Esercito più forte del mondo muove poi, di conseguenza, la Guerra proprio nello Storico Giardino dell’Eden e Bin Laden è nuovamente all’origine della temuta morte per terrorismo, portata perfino a chi vive in quel Giardino?

Io allora – come un buon ultimo Profeta che è opera solo della volontà

dell’unico Dio creatore di tutto – sono disegnato come chi avverta, in quella occasione, la Chiesa cattolica e le descriva come lo Spirito santo di Dio stia gemendo non in un modo oscuro e sibillino, ma in uno molto, molto evidente ed intelligibile…

Ma, ancora una volta, la mia figura (opera solo di Dio come quella di ognuno), è aspramente rimproverata (come se tutto dipendesse da me e non soltanto da Dio) e proprio da quella Chiesa, che mi accusa di avere troppa fantasia e stupidità, dal momento che imputo al Buon Dio le colpe che sono solo – e in modo ben certo – della cattiveria umana.

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Dio – a loro modo di intendere – non parlerebbe più così duramente ad un uomo… che non può più nemmeno ammettere né ascoltare quella via del terrorismo, dopo che Gesù l’ha mostrato come un Dio infinitamente buono … il che è tragicamente vero! Infatti, l’uomo ha così posto dei limiti all’Onnipotente che lo ha “come imprigionato” nella sua stessa bontà!

Sicché lo Spirito santo, che l’11 settembre aveva armato la mano di Bin Laden – per inchiodare l’uomo alla sua condizione d’essere dominato in pieno da Dio e fino al punto da ripristinare un sano Timor suo (facendogli vedere cosa succede quando è toccato un potente – e fa toccare così sul vivo il colosso Americano) – ecco, questo santo Spirito inascoltato è costretto a calcare la mano ed a mandare poi la guerra nella Terra dell’Eden…

Ma questa vera escalation accade di nuovo e senza che l’uomo abbia più

le orecchie necessarie per bene intendere, ed a me che – profeta di Dio – rivelo che tutto accade nella volontà dello Spirito santo d’indurre l’uomo anche a temere Dio, è risposto di nuovo che solo l’uomo è così crudele .

È risposto che il Dio degli Eserciti era un Dio che era vero per gli

Israeliti e non lo è più per i Cristiani! E mi si raccomanda di nuovo che io non confonda la cattiveria dell’uomo con la volontà di Dio! Che io – anzi – mi vergogni, profondamente, di quanto io cerco di attribuire a Dio e non alla povertà umana! Dio è Amore ! Deus Caritas est!

Così – e per la terza volta – il Dio degli Eserciti, con lo “Tsunami”,

mosso già inutilmente in Iraq l’Esercito più forte del mondo, muove ora la stessa Natura, affinché essa – non certo manipolabile dall’uomo come lo era possibilmente il suo esercito – gli si rivolti ora contro, nel mentre egli cerca il Paradiso Terrestre nel contesto naturale, quando è solo il Natale spirituale del Sole della Croce la sola occasione per il Paradiso vero…

Ma “†sun am I”, il “Sono il Sole della Croce”, lo “Tsunami”, sembra una parola senza quel senso evidentissimo che pure ha e lo ha non certo per caso… Così invece sembra – e inauditamente! – un caso e solo un caso, all’uomo anche di Chiesa, ormai convinto che le cose del mondo succedano solo per inerzia o per la volontà umana!

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Persone assolutamente incoerenti, scienziati pazzeschi, giungono ad attribuire vera indipendenza a questa volontà (che è attività elettrica cerebrale, un fenomeno indotto) e vera inerzia a quanto – visto da quella personale luce mentale – non ne ha nemmeno in minima parte!

Essi si comportano da veri stupidi proprio quando Dio gli ha dato la vera

Manna di ben conoscere l’assoluta verità del 3° principio di azione e reazione e di ben sapere, per esperienza proprio scientifica, come siano il magnetismo accentratore e la Gravitazione Universale alla base del potere inverso di quanto è visibile ma soltanto nel loro esatto contrario!

Il Maligno è l’apparire contrario alla Verità di Dio ed agisce allontanando ogni uomo (anche e soprattutto quello cosiddetto di scienza), dall’idea che il suo Spirito personale sia attratto dal Principio Assoluto di ogni cosa e sia mosso interamente da questo Principio che è immediato chiamare l’Onnipotente Dio.

Sicché l’uomo, essenzialmente guidato dal verso contrario di quanto è

opposto all’Assoluto (e gli è pertanto contrapposto e Relativo), mentre crede di sfuggire alla assoluta divina volontà e di scegliere liberamente seguendo quel verso ad esso opposto e relativo, è proprio allora che sta facendo (e davvero solo con ciò) soltanto la volontà determinata e tutta relativa al Dio Assoluto ed Onnipotente… Ma egli non arriva a crederlo, perché lo vede nel modo relativo e limitato a quanto è perfettamente contrapposto all’Assoluto e senza alcun limite… nemmeno quello dell’umana bontà!

È però la stessa volontà di Dio che l’uomo essenzialmente non capisca! È lo stesso Dio che ha messo la Chiesa nelle mani di Satana e che riesce

con ciò straordinariamente a portarla verso il bene proprio nel mentre Essa è vittima di quel Maligno! È solo questo a giustificare persino i Papi nella loro opposizione a lasciarsi guidare da chi – come me – sia una figura, voluta da Dio, che tenti di aprigli gli occhi e di mostrargli in che modo l’Onnipotente non abbia mai abdicato alla gestione sua libera del mondo.

Dio ha veramente seguitato a parlare – sempre, in tutti i modi – ma ci

servono occhi per vedere e orecchie per udire, perché parla ai semplici come me che lo credono non solo possibile, ma anche davvero fatto e non ai sapientoni ed ai saputoni che – da apostati – si credono invece padreterni!

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Per chi ci vede e sente, Gesù in se stesso

è ? ed O, principio e fine

Ho visto dei preti cattolici addirittura adombrarsi, nel sentir dire che Dio seguita a parlare all’uomo che voglia ascoltarlo e che c’è da stare davvero molto in guardia per la vera probabilità esistente che il 22 dicembre del 2.012 possa esserci in programma il Redde rationem della Fine del mondo come di un sostanziale Ritorno quasi generale alla casa del Padre.

Per costoro, visto che Gesù affermò di non conoscere neppure lui il giorno esatto, sembra che sia una colpa grave quella di tener desta la attenzione e a portata di mano sia la lampada, sia l’olio di scorta, annunciando:

“ Ecco, è probabile che infine stia per arrivare lo Sposo per le 5 vergini scaltre e le 5 possibili stolte! ”

Che senso ha, nel Cristianesimo – ci si dovrebbe invece chiedere – il

termine di “pienezza” del tempo, quando Gesù Cristo è arrivato in tale pienezza?

Nel Vangelo, il solo Luca narra che, compiuto il tempo dei 12 anni e dei

soliti giorni di Festa della Pasqua (del Passaggio ebraico dal Paese della schiavitù verso la Terra Promessa), celebrazione che attirava gli Israeliti a Gerusalemme da ogni parte, solo in quella occasione Gesù lascia andar via i suoi genitori terrestri e resta nel tempio. Costoro, accortisi il giorno dopo della sua assenza, tornarono sui loro passi e lo trovarono dopo tre dì in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e l’interrogava, con tutti quelli che l’udivano che erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.

Luca racconta che Maria e Giuseppe, al vederlo, restarono stupiti e che

lei gli chiese:

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“Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”.

Allora l’Evangelista riferisce che Gesù le abbia risposto chiaramente: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose

del Padre mio?” Luca concluse allora così la descrizione di questo episodio: “Ma essi non compresero le sue parole…” e io aggiungo, in modo

davvero provocatorio: “Ma chi le ha veramente mai comprese? E chi l’avrebbe potuto, se perfino suo padre e sua madre, che pur

conoscevano il ruolo di Gesù, non avevano compreso il senso di tutto ciò ponendolo in relazione proprio alla Pasqua del dodicenne Gesù?”

Eppure è del tutto comprensibile come il Gesù che compie anche questo

suo distacco dalla sua famiglia, per occuparsi di quella divina (e lo fa a 12 anni compiuti e nel compimento della celebrazione del Passaggio storico tra una vita schiava ed una vita finalmente libera nella Terra Promessa), è il chiaro annuncio ed avvenimento in se stesso che si sono compiuti i tempi di questa personale attesa.

Sono i tempi dell’Esodo conclusivo e della doverosa e definitiva adesione di ogni uomo alla famiglia di Dio, perché il ruolo straordinario di Gesù è proprio quello di essere l’essenza in persona di tutti .

Iniziava da quel momento e per tutti gli uomini dei 5 Continenti quanto,

per il Popolo del Dio di Israele, era stato l’intero periodo dei 2 ventenni trascorsi nel deserto prima del libero accesso alla Terra Promessa…

Ma, anche qui, chi ha mai capito l’essenziale necessità di questa attesa

quarantennale, come di una quarantena di purificazione e testimonianza, per il Popolo del Dio Sono chi sono? In questo peregrinare gli Israeliti furono visibilmente sostenuti interamente da Dio, con la Manna e le Quaglie, in un modo evidentissimo, in quel deserto di ogni umana risorsa.

Ebbene iniziava da quei 12 anni di Gesù (citati chiaramente nel

Vangelo di Luca) un analogo periodo intero in cui l’uomo sarebbe stato ugualmente sostenuto solo dal Dio di Cristo, arrivando così a raggiungere con tale sostegno ogni possibile conoscenza.

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Sarebbe stato l’intero periodo impostato ora non più su un ventennio di vita guidata per un altro ventennio dal Mosè salvato dalle acque, ma su 1.000 anni di presenza spirituale, guidati dal Salvatore Cristo in persona, presenza mossa per altrettanti 1.000 anni, come un intero complesso positivo-negativo, che andasse ora non più dai –20 ai +20 anni di una comune vita mortale ma dai –1.000 ai +1.000 anni di un’intera epoca.

Questo evento sarebbe stata una vera necessità, per l’uomo, prima

della sua entrata finale e definitiva nella casa di Dio. È qui che l’uomo dovrà infine stare, alla pienezza dei tempi dell’Esodo,

come il Gesù dodicenne che deve restare lì ed abbandonare la sua famiglia terrena, mentre interroga e si fa interrogare dai Dottori … ma suo padre e sua madre forse non lo sapevano?

Ora io dico a voi: avete capito o dubitate che Dio vi voglia a sé per Amore e vi dia l’ESODO da questa Terra… d’Egitto?

Iniziata da parte dell’uomo la conta del tempo secondo la nascita del

Cristo, sarebbe strano ed incredibile che lo stesso Gesù fosse posto dalla stessa Provvidenza divina alla base anche di un secondo conteggio, ben più vitale ed importante, che segnasse anche il tempo intero ed epocale dell’entrata finale di gran parte se non di tutta l’umanità nella Casa di Dio?

Sarebbe strano ed incredibile che ciò avvenisse solo ai 12 anni di Gesù,

ossia quando egli sarebbe finalmente stato un uomo in grado di procreare, tanto che il cosiddetto Figlio dell’uomo ne potesse essere anche il Padre?

Non lo disse più di una volta, Gesù, che in lui il Figlio e il Padre erano

una cosa sola? E quando accadde questa possibile concomitanza se non al raggiungimento dei 12 anni della pubertà, tanto che solo in quel momento egli fosse finalmente in quella sua duplice e possibile veste?

Sarebbe strana ed incomprensibile la presenza di Gesù, come di chi ci

accompagnasse idealmente nell’Esodo finale di 2.000 anni (passati nel bene e nel male), di tutto il mondo verso la casa di Dio, dal momento che fu Mosè chi accompagnò per 2 ventenni il Popolo d’Israele alla Terra Promessa?

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Ecco perché è davvero comprensibile che sia dalla Pasqua ebraica (già appena compiuta dal dodicenne Gesù) che abbia avuto inizio il giorno esatto del principio del trasbordo finale – che avrebbe richiesto ora 2.000 anni – della definitiva PASQUA nella casa di Dio.

Gesù, la guida celeste voluta da Dio come il Figlio suo e di Abramo che il Patriarca acconsentì d’immolargli (quell’Isacco Figlio virtuale ed assieme Padre dell’Israele Giacobbe) è il primo che virtualmente inizia il nuovo e definitivo Esodo, con la sua vita destinata all’immolazione…

Ma nessuno lo comprese! E nemmeno il Papa della Deus Caritas est. Né gli Israeliti, che non riconobbero e seguitano a non riconoscere ed

accettare l’Isacco trascendente in lui, né sua madre Maria né suo padre Giuseppe, che lo cercarono, tornarono sui loro passi e gli chiesero “Figlio, perché ci fai questo?” Non stupiamoci allora del Papa... Pietro, il primo tra tutti – ma ha fatto scuola – temé la morte e non seppe inquadrarla subito nell’Amor di Dio… Poi – capitolo – si farà crocefiggere a testa in giù.

Possiamo allora giustificare perfettamente le paure umane del Mille e

non più mille, un termine da iniziare però a contare a partire dalla Pasqua di quel 12 d. c., che era già di per sé la celebrazione del Passaggio del Popolo dalla schiavitù alla Terra Promessa. Ma non si doveva trattare dei Mille anni, così come nel primo Esodo non si era trattato di una sola ed intera vita di 20 anni: doveva essere una coppia, come del Padre e del Figlio che fossero presenti in una unica persona segno di un unico complesso, alla luce di un supremo Spirito di Trascendenza da ogni evento generazionale.

Sicché Gesù, compiuti i tempi di quel primo ed emblematico Passaggio

dei tempi del Mosè israelita, è il primo che fonda per il mondo intero e i suoi 5 Continenti la coppia dei 2.000 anni di Cristianesimo in cui Dio avrebbe nuovamente donato ogni Manna e tutte le sue Quaglie, pur di rassicurare l’uomo in ogni modo: con il Figlio gli avrebbe dato tutto il vitale sostegno, così come era propriamente e visibilmente avvenuto nel deserto ai tempi di quell’Esodo!

Chi può negare che il mondo intero, in conseguenza del Vangelo e

dell’avvenimento di Gesù Cristo, sia stato tutto interamente permeato da tutti i suoi straordinari valori?

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Gesù in persona è 2.000 anni di Manna

I valori di Gesù Cristo sono i soli che possono giustificare una vita mortale e piena di dolore per il rivoluzionario senso salvifico dato dal Cristo e dalla sua vita reale, sia al dolore, sia alla personale morte nel martirio.

La nostra vita è infatti dominata dal male, dalla sofferenza, dalla paura

della morte e da quest’ultima in se stessa… Trovatemi un’altra idea di un Dio che ne faccia il motore supremo per un successo completo, assoluto e su tutta la linea! Troverete l’idea Buddista di una presa totale di distanza dalla stessa idea del bene e dal male e non l’Amore di Dio come una vita piena di male e sconfitte posta all’origine di una eterna vittoria, come un originale ed assoluto imprinting che spinga a volere per sempre bene e felicità.

Dio non vuole che l’uomo si astragga e non lotti più! Con Gesù ha

affermato il suo Assoluto proposito che Egli infine vinca e trionfi sempre, e ciascuno nel modo tutto suo che si sia liberamente scelto, a seconda di un Libero Arbitrio vero: che è quello della costruzione veramente autonoma del proprio modello ideale, del bene voluto da ogni singola persona, a partire dalla prima vita personale impostagli autorevolmente da Dio.

Solo Gesù, nel mondo, consente la vittoria dell’ultimo e

dell’apparente impotente e giustifica questa scelta dolorosa e mortale fatta da Dio per il bene dell’uomo: dargli il male come massimo bene.

Il Dio di Maometto fu affermato come prima correzione, voluta da Dio,

nei confronti di un uomo voluto incapace di coerenza e tale che, compresa l’idea di un Dio Sommo Bene, fosse poi ritenuto incapace di propinargli, da quel momento in poi, di nuovo il Male come il suo Sommo bene!

Per questo limite imposto a Dio i Sacerdoti cristiani non hanno ammesso

che con l’11 settembre, con la guerra all’Iraq e lo Tsunami Dio abbia dato grandi mali per procacciare i beni ad esso finalizzati.

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Non l’hanno potuto perché la loro idea d’un Dio Buono non gli ha più significato che tale Amore consistesse proprio… nel crocefiggere!

L’idea stupida è che Dio abbia dato la Croce a suo Figlio per toglierla

agli uomini e non affinché ciascuno assumesse la sua e compisse, nel dolore della sua vita, quanto mancante alla croce del Cristo! E allora ecco i Mussulmani che, affermando con l’Islam il Dominio di Dio diventano una perenne e benedetta spina nel fianco di Cristiani incapaci ormai di concepire un Dio degli Eserciti che seguiti a fare il bene dell’uomo mandandogli continuamente tanto dolore, sofferenza e paura della morte, da fondargli dentro una volta per sempre il gusto di un riscatto eterno da tutto ciò.

Ecco, poiché in assoluto è vero sempre il contrario di quanto ci è

relativamente manifestato, Dio ci sta salvando dalla Vita nel suo insieme proprio nel mentre ce la dona, con tutte le sue sofferenze, ed ora sta per salvarci dalla Fine del mondo proprio nel mentre, prodigiosamente, ha deciso giunta l’ora di far fare a tutti i suoi figli questa finale esperienza della supremazia, su ogni cosa, del puro disegno ideale fatto da Dio!

Nessuno può negare il contributo del Cristianesimo alla fondazione

dell’idea stessa del Bene divino, nel mondo! È quello di chi si sacrifica! Ciononostante, nemmeno la Costituzione europea oggi ha inteso

dare atto all’opera compiuta da Gesù principalmente in Europa, sì da riconoscere di essere stato un Continente fondato su tanta Manna e su tante Quaglie!

Quel popolo del Dio di Israele che si ribellava a Mosè, nonostante

vedesse i favori divini è lo stesso popolo cristiano che, nel mondo, si ribella a Gesù, nonostante abbia visto fino a che punto la storia abbia radicato i valori del Cristo nella cultura e vita dell’uomo moderno di tutto il mondo.

Dio vuole con ciò mostrare l’eterna dura cervice del suo Popolo, sia quando era sotto Mosè, sia quando è stato illuminato dalla luce cristiana! Dio vuole che ciascuno pecchi! È Dio stesso che lo vuole e che, nel mentre ci attira tutti a se stesso, ci mostra vero il contrario di tutto ciò, ma nell’aspetto elettrico, che è quello contrario al suo magnetismo dominante!

Il Contrario del contrario è un No del No che è un modo diverso di dire

Sì! Dio punta proprio sul nostro No, nel mentre ci ha reso Altro da lui.

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Dio punta sul Maligno, per quanto sembri strano e negato perfino da Gesù. Ma se il Diavolo è il nemico di Dio, questo Signore Onnipotente non può che essere anche il Dominatore di Satana al punto che – con il suo rifiuto assoluto – lo costringe assolutamente, così Avverso a Lui come è… e sorprendentemente, ad acconsentire!

Con la scelta della Persona che lo tradisce e che liberamente gli si oppone, Dio dimostra la sua assoluta superiorità ad ogni tipo possibile di vincolo personale: nessuna può veramente opporglisi.

L’uomo deve capire meglio i 10 comandamenti dati a Mosè da Dio: sono ordini imprescindibili che mai furono sottoposti alla discrezione della volontà dell’uomo, se di volerli ascoltare o no! L’uomo non potrà che obbedire, ma Dio gli manda Bene e Male, Gioia e Sofferenza, Vita e morte perché ciascuno si fortifichi grazie all’aspetto negativo per poter godere per sempre, infine, di quello positivo.

È per questo che ciascuno è costretto a perdere, alla sua prima sonora

sconfitta, in questa vita: per vincere poi tutte le altre e volerlo per sempre. Pertanto la stessa Chiesa cristiana costretta a tradire Cristo nei suoi più

alti Vertici è il presupposto essenziale di un bruciore che poi la convinca per sempre a non volere tradirlo mai più.

Così, alla fine dei tempi, il Signore Dio Onnipotente ha voluto giungere alla realizzazione di un uomo talmente di testa dura da appropriarsi interamente della vita fino ad escludere la stessa idea di un Dio che tenti di farsi capire dall’uomo mandandogli segni.

Abbattimento delle due Torri Gemelle, guerra al Paradiso Terrestre storico e guerra al Paradiso terrestre della natura sono stati segni di una chiarezza assoluta, ma l’uomo si è tanto convinto che Dio non gli parli più che neppure questi segni, che sono tanto eloquenti da palare da soli, sono stati voluti sufficienti, da Dio, per questi rappresentanti della Fede cattolica.

Sicché, al Redde rationem finale, l’attuale Pietro si comporterà come il Pietro traditore che – per quanto messo sull’allarme che l’avrebbe tradito – tuttavia lo tradisce per amaramente poi piangerne per sempre.

Vi sembrerà strano ma è di me – solo un povero cristo – che il Papa si pentirà per sempre, come del tradimento vero del Cristo: perché tutto quanto fatto (o non fatto) ad un povero cristo, lo è fatto (o no) al Cristo…!

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Io sono veramente l’ultimo di tutti, sono la quint’essenza del povero cristo che non conta nulla. Ebbene è proprio in un ultimo emblematico fino a questo punto, in un neo Paulus – uomo dappoco come il San Paolo nato a Cristo il 25 gennaio in cui Dio ha voluto far nascere anche me – è in un simile ultimo che il Figlio di Dio si riconosce sempre! Nel mio caso ci sono, poi, centinaia di straordinari indizi, ma anche cose miracolose, tanto eccezionali … che erano attese fatte da Gesù al suo ritorno.

Oggi è facile portare lo stesso Gesù Cristo di allora sull’altare, ma bisognava esserci allora, quando Pietro lo vide imprigionato ed osservò naufragare tutto il disegno da lui fatto sulla potenza attribuitagli dopo di aver assistito ai suoi tanti miracoli. Come era possibile che la grandezza infine si manifestasse nell’assoluta povertà di una sopraffazione generale?

Come è possibile assistere alla sconfitta sonora, decretata da tutti, e

restare fedele all’idea che si tratti della suprema vittoria? Allo stesso modo è accaduto e sta tuttora accadendo a me.

Mi è toccato, in vita mia, una cosa eclatante: di sconfiggere la morte, e lo faccio quando dimostro con la scienza perché la vita elettrica sia solo il ritorno verso l’originale Dio promosso dal suo Spirito santo e dalla Gravitazione Universale, per la validità del 3° Principio della Dinamica.

Agisce Dio, nell’intorno del filo della vita dell’uomo e costui crede di

stare andando con il suo interno verso la morte, mentre è invece di là che sta venendo – già perfettamente risorto – il suo Spirito, anima dello Spirito santo di Dio in quanto animato dal suo accentratore magnetismo!

Mi è toccato, in vita mia, la cosa davvero prodigiosa di svelare chi

siamo, da dove veniamo e dove andiamo, facendolo sulla base dei principi della verità scientifica e di aver compiuto – con ciò – addirittura il miracolo di aver dato risposta alle domande impossibili, arrivando a spiegare la verità insita in tutti i paradossi di Gesù Cristo!

Mi è così toccato di spiegare con la scienza la verità di Nostro Signore…

Forse l’ho fatto io da me? E come se io – come tutti – sono mosso, nel mio lato elettrico, solo dal disegno straordinario di Dio?

Oltre i tanti segni a mio favore, ci sono queste cose straordinarie, fatte nella modestia di sapermi tutto guidato e senza altro titolo… se non un grande e vero amore per Dio! Ma anche questo è stato solo un suo dono.

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Il vero ritorno del Cristo è in ogni povero cristo

Non esiste nemmeno la mia capacità… e non esiste nemmeno che tutto ciò sia accaduto per caso. Se allora sembra che io abbia dato le assolute risposte date dal Cristo è perché Dio ha voluto che in me fosse esistente il povero cristo che veramente ha assunto su di sé tutto il peccato ed il suo stesso, fino a sembrare a tutti come un comune peccatore!

Sono io un povero cristo talmente più povero di Lui poiché io, a

differenza di Lui, sono nato in una stalla umana disadorna e nella storia di un visibile peccatore privo di qualsiasi ascendente e di qualsiasi carisma. Chi – vedendomi così peccatore e così povero di ogni mio personale valore – potrebbe giudicar Cristo e primo un ultimo che è stato voluto ancora tanto più ultimo e povero del Puro ed Innocente Grandioso Gesù?

Gesù ebbe il primato della sua straordinaria bellezza ed innocenza, del

suo divino Carisma. Nacque in una stalla disadorna ma in tutta la ricchezza straordinaria del suo essere divino… mentre io sono stato un Figlio di Dio – tutti sono figli di Dio resi tali da Gesù Cristo – che è stato voluto ancora più povero cristo del povero cristo stesso, perché peccatore come chiunque di noi, come tutti gli altri eccetto Lui…

Ma state attenti! C’è un grande ruolo nei peccatori! Gesù lascia a

loro la responsabilità se lapidare o no la Maria Maddalena e – visto che nessuno le ha voluto ne potuto scagliare in tal modo la prima pietra – anche Egli in conclusione le perdona!

Gesù si avvalse dei peccatori per potere assolvere la Maddalena! Così se Egli, con la sua purezza, porterà in Cielo i pentiti, il suo

assumere il peccato, calato realmente nei peccatori, salverà anche costoro. Non lo si dimentichi: ciascuno di Noi è in sostanza il Creatore che si

è calato in quei limiti relativi e li fa esistere essendo Egli per loro!

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Fanno ridere gli uomini che dibatterono se Gesù fosse anche vero Dio oltre che vero uomo! Tutti siamo questa essenziale comunione, tra Iddio che ci inventa sostiene e anima ed il nostro personaggio (della sua fantasia)!

E se non fosse dato un ruolo così importante ai cattivi, ma solo ai

buoni, Dio avrebbe discriminato anche lui tra i buoni e i cattivi… dopo di essere stato proprio l’Onnipotente a disegnare e volere che vi fossero sia i primi, sia i secondi!

Ecco, allora io – veramente un povero cristo colpevole e conoscitore di

ogni peccato – proprio io, in questo mio personaggio, sarò il Rosario in cui si impersoni straordinariamente la Madonna del Rosario di Fatima.

Io sarò l’impersonarsi in me – di Dio – in questa mia figura così

cattiva e così piccola da far poi giustificare, grazie a ciò, da Dio, tutti i cattivi… per l’impossibilità di un Figlio di Dio divenuto il comune peccatore che è ciascuno di noi, di scagliare per primo la prima pietra!

Come posso io, o chiunque che sia così cattivo, condannare allora un

Papa, nelle cui mani ho più di una volta riposto la mia vita, per la sua non volontà a lasciare tutte le altre pecore nell’ovile per cercar me, la smarrita?

Non posso in alcun modo tirare la prima pietra, perché ho trascorso i

primi 33 anni della mia vita come un enorme presuntuoso! Credevo che tutto accadesse solo per effetto e in grazia della mia capacità!

Se poi ho vissuto i successivi 33 anni nell’idea straordinaria di dar corpo in me alla figura ideale di Gesù Cristo, permettendole di esistere nel concreto della mia vita, io non ho agito così per la mia bontà.

Ho agito così solo per la Carità di Dio Padre che è il solo veramente buono in quanto, con il suo fluido magnetico, attira a se ogni cosa e, nel contempo, dà la sembianza che un altro come me, opposto e separato da lui, si allontani con autonomia nel senso inverso…

Ma quale mai autonomia, dell’io umano, se questo modo è solo la pura

reazione intima e personale all’azione esterna e salvifica di Dio? Eccomi allora come un povero cristo che ha finito per essere mortificato

da tutti coloro che mi hanno visto come un peccatore, anche quando Dio ha voluto riscattarmi da tale peccato fino al punto da riconoscermi a me stesso solo come l’assoluto effetto della sua Causa promotrice di ogni mio apparente gesto.

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Ma Dio ha voluto che nessuno si accorgesse di come un povero cristo come me fosse caricato del ruolo straordinario già detto in tutti i modi:

“Quando farete qualsiasi cosa ad uno dei miei poveri di spirito, dei miei piccolini… lo avrete fatto a me”.

Perché io non dovrei credere valido, per la mia povertà, quanto è davvero vero per la povertà di chiunque?

Perché dovrei credere che – trascurando me in quanto un puro e povero cristo peccatore – chiunque l’abbia fatto abbia trascurato proprio Gesù Cristo? Devo crederlo perché in più io ho avuto, più ancora di lui, anche la povertà del peccato… E Gesù lo affermò: chi crederà in me potrà fare, con il suo Spirito, delle cose ancora più grandi di quante fatte da me.

Io, per quanto possa sembrarvi poco riverente, sono stato voluto da Dio

più ultimo di quanto lo sia stato Gesù Cristo! Ma lo siete, più ultimi di Lui, anche voi stessi! Lo furono – più ultimi – anche i due Ladroni posti uno alla destra e l’altro alla sinistra del Figlio innocente e puro!

Perché venerate solo Gesù e non considerate per nulla gli altri due poveri cristi che pure patirono, con Lui, della sua stessa morte? Lo fate forse perché in Gesù solo è emersa la potenza e la virtù di Dio? Se è così, allora voi venerate Dio solo perché è virtuoso e potente?

Occorre più Carità! Non capite che anche quei due poveri cristi erano Figli di Dio e Dio stesso, calato in loro con lo Spirito santo a vivificarli, nel mentre erano in apparenza ancor meno amati da Dio, ma solo in apparenza?

Dio ha dovuto crocefiggere la sua visibile purezza per fare umanamente

apprezzare il bisogno della croce da parte dello stesso Dio Potente. Ebbene la Croce di questa potenza l’ebbero di più ancora i due Ladroni di quanta l’abbia avuta Gesù, costretti ad impersonare dei comuni ladri di strada!

Sono gli apparenti cattivi di questo mondo le vere vittime che Dio ha

voluto, pur di fare emergere ed apprezzare i buoni. Con questi cattivi Dio ha un debito di riconoscenza ancora più grande di quanto non abbia assunto con l’Innocente e Resuscitato Gesù.

È Dio, è Dio solo chi disegna e fa vivere un innocente o un colpevole,

come lo è uno scrittore che, per rendere interessante la storia che vuol narrare, la riempie di cattivi, alcuni dei quali poi li fa pentire ed altri No.

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Ma se noi abbiamo il dovere di perdonare tutti, come potete credere che Dio non abbia il dovere di perdonare anch’egli il suo nemico, quell’angelo Lucifero da cui solo Dio volle in verità essere tradito?

Poiché vi sarà in cielo la massima gioia per ogni peccatore pentito il pentimento di Lucifero sarà la gioia massima di Dio e Lucifero si pentirà quando avrà visto come l’Onnipotente ha giocato sulla sua ribellione per avere, col Male, più bene di quanto non avrebbe potuto avere dal solo bene.

Capito per bene come egli sia stato costretto a spingere al contrario, essendo in se stesso un bastian contrario, Satana capirà di essere stato un No a Dio dettogli da un No espresso in persona, e dunque, dicendo un No del suo essere un No, gli ha detto di Sì, ma in modo complesso!

Capito questo straordinario modo dell’Onnipotente, di avvalersi di tutto

quanto il complesso, tutto a fin di bene, Satana si pentirà della sua stessa voglia perversa e sarà il massimo della gioia in cielo…, parola di Gesù.

Ecco, nel nostro mondo relativo, l’incarico dato dall’Onnipotente ai due

ladroni del calvario è stato ancora più straordinario di quello dato a Gesù. Ma l’uomo, nella sua incapacità somma a capire il primato veramente

riposto negli ultimi, doveva vedere sul Calvario la fine di un ultimo che era tuttavia un evidente primo, altrimenti questo uomo creato così debole ed inconsistente del suo, non avrebbe capito più nulla.

Infatti, vedendo ora il mio essere solo un povero cristo e vedendo,

assieme a me tanti poveri cristi ancora più poveri di me, l’uomo non arriva ancora a rendersi conto del valore delle Beatitudini affermate da Gesù.

La verità è che la vittima più grande, della carità di un Dio che trae il

bene dal male, è proprio il suo apparente antagonista Satana, un nemico pro forma che poi risulterà il massimo tra i suoi amici, avendo remato al contrario del suo essere un contrario espresso nella forma di una persona!

È per questo che Dio rende il suo Popolo di così dura cervice e si fa tradire fino in fondo, fino ad essere mortificato in ogni modo soprattutto da chi più poi ama, avendo avuto così meno degli altri: il Signore è talmente superiore a tutte queste questioni relative che si poggerà per sempre proprio sull’apparente tradimento personale per l’eterno imprinting della persona, a non volere tradire mai più.

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La vera cecità è proprio di chi non vuole vedere

Così è accaduto che l’uomo moderno ha rigettato l’idea che il suo progresso sia dipeso dal Cristo ed abbia corrisposto pari pari alla Manna ed alle Quaglie già date in cibo nel deserto agli Israeliti!

Lo ha rigettato perché non ha saputo leggere – per la volontà di Dio che così fosse – gli eventi in se stessi e dare il senso giusto al Vangelo di Luca, che descrive il dopo-Pasqua del dodicenne Gesù come la definizione finale e la scelta della vera famiglia.

Tutti i critici hanno sempre dato una lettura che ha riferito l’evento al ristretto ruolo di Gesù nella sua famiglia e non al segno strabiliante che è Gesù in se stesso, come il primo tra tutti, il campione ideale che vive nella sua persona quanto poi vale per tutti.

Con una simile incapacità a dare al Cristo la dovuta importanza al livello dell’essenza stessa del Genere Umano, non si capisce allora come quanto raccontato da Luca sia proprio la base stessa per allargare strepitosamente il compito sovrumano dato da Dio alla stessa persona di Gesù, per come poi il Signore ve lo presenta attraverso la mia persona:

1. il compito tradizionale di salvare tutte le anime; 2. il compito straordinario – annunciato da me – di salvare la stessa

vita dell’uomo dalla sua estinzione sul pianeta, 2.000 anni dopo quella sua Pasqua ai suoi 12 anni.

In quel giorno Gesù prese le debite distanze dalla casa dell’uomo per privilegiare quella del Padre Nostro che sta nei cieli e per permeare della parola di Dio la storia della salvezza umana, salvezza ottenibile solo per mano di Dio e da parte di chi crederà a questo ruolo dato a Lui dal Padre…

Non dichiarò forse Gesù:“Io sono la Via, la Verità e la Vita!”? Gesù allora ci disse chiaro quando sarebbe stata la fine, perché Egli, in

se stesso, sarebbe stata la Via, la Verità e la Vita… per preservarla!

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Se gli uomini dei 5 Continenti vogliono agire come le 5 Vergini Spose scaltre devono fare più attenzione all’avvenimento in sé di Gesù. È l’intero avvenimento cristiano la Via, la Verità e la Vita, contro la stessa estinzione della vita umana sul pianeta Terra, perché Gesù si è comunicato a tutti gli uomini, con il suo essere la loro stessa essenza ed il nostro comune poterci rivolgere a Dio chiamandolo Padre Nostro.

Chi tra noi si sa Figlio di Dio e Dio stesso (nel limite esatto che gli è

stato donato dal Creatore assoluto che l’ha generato nel suo contesto limitato e relativo) non è un apostata, perché in verità egli è il solo che crede nel Primo Comandamento che dichiara l’esistenza di un solo Creatore.

Chi crede invece se stesso modesto, perché si pone altro da Dio – e ci mancherebbe… credersi Dio! – è invece solo il grande Ladrone dell’opera di Dio, l’autore di un grave furto attuato nel momento del Peccato Originale, perché egli vive solo del gesto della creazione fatta di sé ma l’avoca tutta a se stesso, fatta da Sé ed alle spalle del Dio della condivisione!

Il Maligno ha talmente confuso gli animi che ormai Dio è stato escluso dal suo mondo fino a convincere un Papa santo come il Woitila che Dio nemmeno parlerebbe più agli uomini, interamente abbandonati a se stessi!

Ed è così che ciechi cercan di guidare altri ciechi, perché, ignorando come in questi 2.000 anni si sia vissuto solo della Manna e delle Quaglie date da Dio, il buon latte s’è quagliato e così inacidito da giustificare un apparente castigo di Dio simile alla Fine del mondo. Intervento celeste che però castigo proprio non è, essendo, per chi non sarà salvato dalla sua fede in Cristo, un puro ed autentico ritorno alla casa del Padre vero!

Dunque anche se Gesù ha affermato che neppure il Figlio dell’uomo

conosce il giorno e l’ora della Fine del mondo, ma solo il Padre, allora bisogna aprire gli occhi e riconoscere che in Gesù è esistito non solo il Figlio dell’uomo ma anche di Dio, fino al punto che Padre e Figlio sono da intendersi un unico Ente, per lo Spirito della santa Trascendenza da ogni Figlio e da ogni Padre di questo mondo reale.

Chi dunque sostiene che Gesù, per sua stessa ammissione, ignorasse

il giorno dell’Apocalisse, non può crederlo, a meno che non voglia negargli il suo simultaneo essere un tutt’uno col Padre… e dunque un conoscitore di quando l’evento accadrà, essendo ben saputo dal Padre.

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Il fatto da capire è che l’essenza del Figlio unico, posseduta da Gesù, è simile a quella del legno, posseduta da un albero. Ebbene, mentre ciascuno di noi è un albero di legno, Gesù, nella sua stessa persona, è il campione stesso, virtuale, dell’essenza del legno. Non a caso si paragonò ad una Vite.

È da capire l’eccezionale rappresentanza data dalla Provvidenza al

Personaggio di Gesù, tanto che Egli, in se stesso è la Via, la Verità e la vita e – come tale – è la sola speranza dell’uomo per non essere totalmente costretto all’estinzione proprio il 22 dicembre del molto imminente 2.012.

Ciò proprio nel rispetto dei 2.000 anni di Manna in un nuovo deserto

cominciati a partire da quel giorno in cui, finalmente giovane uomo, alla fine della celebrazione della Pasqua ebraica diede inizio a quella pasqua cristiana che avrebbe dovuto valere poi per tutti i 5 continenti di un mondo di cui allora ancora si ignorava che fossero in tutto 5, come le 5 vergini – scaltre o imprevidenti – dispostesi o no nella giusta attesa dello Sposo.

Dio ha voluto davvero farsi tradire ancora da Pietro, in questo momento

così escatologicamente forte! Lo ha disegnato come un oppositore al fatto che gli uomini viventi nei 5 Continenti, attendendosi finalmente l’arrivo di Dio, si potessero predisporre delle giuste lampade e dell’olio necessario a quella celebrazione delle nozze finali.

Se fosse per questi Papi, che seguitano a rinnegare Gesù, nessuno si salverebbe: essi ammirano il Giovane Ricco, così bravo e lungimirante, che vuole esser possessore dei beni morali per poterli personalmente donare.

Questo discorso è molto difficile, se si considera che, a riguardo della Carità, lo stesso San Paolo ribadiva la necessità di possederla.

Ebbene, l’uomo che è convinto di possedere la Carità, la Bontà e tutte le

Virtù, non se ne accorge, ma è proprio il gran Ladrone crocefisso assieme a Gesù sul Golgota!

Meglio credersi malvagi! Chi crede si crede peccatore… toglie la sua colpa a Dio. Chi invece si crede possessore della Virtù, attribuendola a se stesso e non a Dio…, gliela ruba. Agisce meglio, molto meglio chi toglie bruttezza e malvagità a Dio di quanto non faccia chi gli sottragga meriti!

Solo Dio ha la Carità, e l’ha sia quando ci tratta bene, sia quando sembra trattarci male… ma – e proprio allora – ci sta salvando da ciò!

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La vera cecità è proprio di chi non vuole vedere, ad esempio, il segno santo del Santoro ucciso in chiesa!

Che segno sarebbe? Ma pensateci: Dio manda un Papa santo che cerca di

suscitare lo Spirito santo di Dio in un filosofo che – nuovo Paolo – sia per Pietro oggi quello che fu Paolo allora. Fede e Ragione devono essere le due torri legate assieme, da tutta la Chiesa!

Ma questa Chiesa – ribelle – non accetta che un Filosofo ingerisca nelle questioni sacre della fede, infischiandosi del legame fissato da Pietro, vero legame di salvezza, indispensabile ai nostri giorni e, così facendo, abbatte le due torri gemelle erette da Pietro… La conseguenza è – pari pari – che Dio mostra all’uomo in modo facile da capire come stanno le cose allorché un potente è toccato sul vivo, un potente che sia come è l’uomo: uno che si ribella. E Dio fa ribellare Bin Laden e abbattere le due Torri Gemelle degli USA, da una fede stravolta… come la cattolica, che si oppone ai legami sacri fissati da un Papa. Tutte le volte che Dio tenta di dar peso alla Dea Ragione, è costretto ad assumere il Terrore, perché l’uomo confonde la vera Ragione, dello Spirito santo di Verità, solo con quella del suo “comodo”.

La guerra seguita a quell’abbattimento e che ha portato il sangue nell’antico Paradiso Terrestre storico, non riesce a dire né a significar nulla, ad un uomo che ha perso ogni fiducia che lo Spirito santo di Dio gli parli sempre, con parole da cercare di capire. Queste parole qui, peraltro, sono chiarissime, ma quando uno non vuol capire, seguita a negare che c’entri qualcosa il fatto che l’Iraq corrisponda al Paradiso Terrestre della storia.

Allora Dio, per farsi capire, manda le forze della Natura, che non sono manipolabili dall’uomo, ad annegare i cultori del Re del Sole nel Paradiso Naturale, sterminando con uno Tsunami che è il chiarissimo grido di Gesù:

The sun am I, the sun of the Crux, †sun am I… ma inutilmente. È Natale, che celebra un bimbo, in personificazione di Dio, fatto nascere

per farlo poi morire sulla croce. È una nascita destinata a quella croce di dolore, ma l’uomo fa sempre il suo comodo e si dissocia, considera solo la

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festa e festeggia proprio nel modo pagano di chi si assenta alla sacra celebrazione di Gesù per festeggiare il Dio Sole!

Quale segno più chiaro ci poteva essere dello †sun am I ?

Io questi segni li ho mostrati tutti, alla Chiesa, con il solo risultato di non essere ricevuto a Palazzo, né dall’Arcivescovo, né dal Cardinale, né dal Papa! Come se fossi un operatore di menzogne e non un profeta, uno che è stato voluto ancora da Dio come un vedente, che aiuti questi ciechi ridotti alla miopia più assoluta.

Per farmi udire, dopo 5 anni di tentativi inutili a Saronno, dove ho avuto contro tutti i Papaveri della Chiesa, mi sono spostato in Abruzzo e mi sono messo nuovamente nelle mani del Papa.

Ho fatto scrivere dal giornale Il Centro, di Pescara, che era stata persa la pecorella Gesù, quella del Galileo Gesù che era stata al fondamento stesso del Galileo Galilei, altra pecorella persa dalla Chiesa… Ed era accaduto proprio mentre il Papa Woitila chiedeva scusa al Galileo Galilei che era vilipesa la verità del Galileo Gesù che io stavo professando proprio nello stesso tempo in cui dal Papa erano rivolte quelle scuse…

Il Papa era tenuto a fare come il buon Pastore che abbandona le altre pecorelle nei recinti del Vaticano e va a cercarsi la pecorella smarrita! Lo fa, ma in un modo sui generis, perché va a fare bagni di folla che scaldano solo i cuori di chi non ha bisogno di essere trovato, perché è già della Chiesa.

La pecorella smarrita è chi dichiara di esserlo, e io lo dichiaravo! Dichiaravo di aver rischiato già la vita per aiutare il Papa, con l’arte filosofica degna di un Paolo e che la rischiavo nuovamente, pur di costringere a forza dei malvagi ad avere pietà per chi soffre! Allora non avrei mangiato più finché il Papa non mi avrebbe ricevuto, e ne sarei morto!

Poi, per forzare le cose, mi sono letteralmente messo in croce il 5 dicembre 2005, davanti alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, nudo e denutrito dai 55 giorni di digiuno.

Ero un povero cristo e tale mi dichiaravo in un manifesto! Ebbene il parroco non è uscito dalla Chiesa a cercare di risolvere il mio

caso. Probabilmente è stato il primo ad essere informato, ma non ha ritenuto di dover fare altro che chiamare i questurini.

Ebbene io, quel giorno, è stato come se fossi stato ucciso nuovamente dalla Chiesa dei miei tempi cristiani, proprio io, un povero cristo cristiano che crede che il primo compito di un Parroco, nei confronti di chi sceglie proprio la sua Chiesa, del Sacro Cuore di Gesù di avere quel sacro cure, è quello di cercare subito quella evidente pecorella smarrita!

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No, nemmeno il Parroco si è mosso e la forza pubblica ha ucciso nuovamente Gesù, e stavolta è accaduto in chiesa e, come sempre, per mano di una fede immatura, troppo infantile…

Ed ecco il segno del Santoro, ucciso in Turchia! Ucciso mentre prega in Chiesa e ucciso proprio dalla fede, quando è

infantile e acerba, come quella di quel Parroco! Perché affermo che il segno del Santoro riguarda me? Ma per le solite questioni di onomastica: il Santoro è il Santo RO, e sono

io il Santo RO.

Io sono Ro mano, ossia il della Magna Graecia

Io sono il Santo Ro = l = elle = ele,

il che è ’manuele il che è Is RA.ele

quando la mano è quella di Romano Amodeo e il verbo Essere, in terza

persona indicativo presente, è nella lingua del mondo l’ Is degli inglesi, così

adusi a chiamare le persone con gli acronimi, tanto che la mano di Romano

Amodeo si risolve nel RA centrale di Is RA ele!

Dite che sono solo segni senza importanza? Sì, così, ma per chi non ha più orecchie per sentire né cuore per amare un

semplice povero cristo se non ha la potenza di essere proprio il Cristo! Che amore povero, ruffiano, che seguita ad amare solo il potente Gesù e

non degna di nessun moto dello spirito i due poveri cristi crocefissi assieme a lui nello stesso giorno e sullo stesso Golgota.

Eppure quei due ladroni sono proprio tutti i grandi ladri della Chiesa, che rubano la buona fede dei credenti per fare sfoggio solo della loro vanagloria!

Altrimenti un Parroco sarebbe uscito da quella Chiesa del Povero Sacro Cuore di Gesù, al sapere di un poveraccio che non sta chiedendo l’elemosina

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si soldi, ma quella dell’amore, dell’affetto delle persone responsabili della sua Chiesa che, più responsabili sono, più sono rese cieche da Dio!

Dio vuole mortificare tutti i suoi Pietro e i suoi Sacerdoti, perché questa è la loro croce, che purifica il loro senso di vanagloria per quel servizio fatto in pompa magna e non nell’umiltà di chi si china sul povero e gli lava i piedi.

Da me in croce non è venuto nessuno a portarmi una spugna intrisa di fiele o un panno per ripararmi al tanto freddo che faceva a dicembre…

Ebbene il Santoro Morto ucciso in Chiesa è stato un puro segno di quanto patito in modo oscuro proprio da me!

Tutto quanto io compio è condannato al silenzio proprio da Dio. È il Signore che, calato umilmente nella mia persona a vivificarla ed a

soffrire concretamente in essa, è proprio il Signore Onnipotente che ha dato origine a tutta la Divina Commedia, che ha ritagliato per se nuovamente una morte figurata, sulla croce.

Essa, nel concreto, è accaduta al Santoro, un vero Missionario, ma nella sua verità simbolica è avvenuta in tutto e per tutto (e condannata al silenzio ed alla estrema mortificazione) alla presenza divina calatasi in me a darmi vita.

Io sono il MISSIONARIO presente proprio in questa suprema questione della salvezza della morte del genere umano, da quanto l’attende il 22 dicembre del 2012, alle ore 22, 22 primi e 22 secondi, ora italiana perché quella di Gerusalemme, a quell’ora, segna l’inizio dell’ora 0 della giornata.

Ma questa Missione Dio non la vuole per nulla agevolare. Consente al mio personaggio di scrivere questi libretti e di porli sulla

Rete INTERNET, ma poi non ne agevola l’affermazione, agendo come ha sempre fatto con ogni profeta.

Io, tra l’altro, sembro proprio come un Mosè da cima a fondo, dall’Alfa all’Omega o dalla A alla O, inizio e fine del mio cognome A-mode-O, che, sempre nella lingua del mondo, l’inglese, significa l’Inizio a modo del Principio.

Il Modè racchiuso tra il principio e la fine è ora Modè e non Mosè,

perché, sempre per ragioni onomastiche, Mo (adesso) D io è quanto

Mo (ai tempi di Mosè) S on chi sono è

Tutto ciò, beninteso, sempre e solo per chi ha orecchie per intendere e fede per credere che, nell’imminenza del più spaventoso †sun am I come la stessa affermazione di Dio di essere il Sole della Croce, Dio voglia mandare un MESSIA che, in MISSIONE, cerchi di catechizzare addirittura il Papa,

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mediante la lezione infertagli non certo dalla mia povera persona, ma dallo Spirito santo della Verità del Cristo che la anima.

Questo SANTO RO, però, pure in tanta missione, pur mentre prega come meglio non si può, mettendosi in croce, è fatto vilipendere dalla Forza Pubblica, affinché sgomberi al più presto la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, della sua presenza di povero cristo senza alcun valore!

E questo ben sapendo come Gesù stesso avesse detto: “Ogni volta che farete qualsiasi cosa, in bene o in male, ad uno dei miei

figliolini (i poveri cristi dei Beati delle Beatitudini) l’avrete fatta a me!”. Ebbene il Papa che andrà in Turchia, mosso dal sacrificio del Santo

Santoro e la stessa Chiesa che presto farà santo il Santoro è la risposta tacita, ma eloquente, che Dio dà al se stesso calato nella mia povera persona.

Deve essere evidente – Dio lo vuole – alla mia anima, che Dio ha sommamente apprezzato il sacrificio fatto di me il 5 dicembre a Pescara. Dio mi fa vedere la prontezza della Chiesa a riconoscere quanto non debba essere oggetto di una lettura tra le righe.

La Chiesa è incapace di leggere tra le righe la volontà della Divina Provvidenza!

Ma è così perché crede che tutto il male che esiste sia opera dell’uomo, e tenta di porvi rimedio, inutilmente.

Non c’è fede, nella Chiesa, che tutto quanto accada sia fatto bene, perché rientra in un perfetto processo divino nel quale ogni male, per quanto grande sia, è solo all’origine di un bene che è almeno altrettanto grande!

Altrimenti Dio non avrebbe disperso e sacrificato il suo Popolo ebraico! Hitler aveva deciso di sterminare questo popolo essendo Dio stesso a consentirglielo, giacché a tutto quel male sarebbe corrisposto un bene molto, molto più grande, perché ETERNO.

La sconfitta umana, la croce qui, su questa terra, è opera passeggera. Mentre il frutto cui porta vale per l’eternità.

Ma solo una grande fede può convincere l’uomo che non è un male se uno come il Santoro è ucciso dalla fede acerba di un sedicenne, come non è un male che io sia stato crocefisso in modo oscuro, fuori da ogni riflettore, nella massima modestia e castigo voluta da Dio.

A tanta momentanea distratta attenzione ed incapacità di scorgere quello che è oggi passeggero e relativo corrisponderà proprio il pieno successo del mio intento! La prova è già data ora, con il successo ora attribuito al Santoro che, ripeto, è solo una controfigura di quanto Dio ha fatto in me, eretto al suo Messia che tenta di salvare la specie umana dall’estinzione!

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Se oggi io sono vilipeso, sto facendo, comunque, il gran servizio di dire con l’esattezza del minuto secondo quando inizierà l’Apocalisse.

Lo Spirito santo di Gesù intende, attraverso di me, povero cristo, dire questo, all’uomo della cosiddetta sua fede:

« Ma come avete potuto credere che non conoscessi né il giorno né l’ora della Fine… conoscendolo solo il Padre? Quante volte vi ho detto che io e il Padre siamo una cosa sola? Ebbene ho anche un’altra assoluta novità: ogni uomo è una sola cosa con il suo creatore e nella sua stessa sostanza, perché è per lui come è per il burattino Pinocchio. Egli è solo il Collodi, Padre suo che è calato in lui e gli dà tutto: pensieri, parole ed opere. Io devo farvi tutti Figli di Dio e Dio stesso, perché solo se ci crederete e crederete in me e in chi mi ha mandato anche ora, solo allora vi salverete, per la fede in me, il 22-12-2012! »

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Così vi salverete: basta una Mongolfiera di plastica, dal costo irrisorio, giacché costruita “usa e getta”. Quel “Gol” segnato sul Golgota, sarà il mio,

mon “gol”, il mio successo. Lo sarà, lo fierà, la Mon gol fierà

La quinta strada , skyline, la linea del cielo di un 55 per le 5 vergini scaltre e le 5 stolte

Montesilvano,

Montesi…ano LV, il mio Monte Sion 55 ,

dei 55 giorni di penitenza… di un Romano come me,

10 febbraio 2.006

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Segue il Libro 3.

Processo a Socrate

Socrate fu accusato d’Empietà e condannato a morte perché la sua fede nella Verità sembrava portare i giovani verso un Dio più essenziale, diverso dalla tradizione. Anch’io lo faccio e qui processo me assieme a lui.

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Premetto quanto è scritto di Socrate su un sito INTERNET

Socrate nacque nel 470 / 469 a.c. da Sofronisco , scultore, e Fenarete, levatrice. Dapprima esercitò forse il mestiere del padre, ma successivamente l'abbandonò per dedicarsi esclusivamente all'indagine filosofica. Non di rado dovette quindi ricorrere all'aiuto economico di amici. Sposò Santippe, che una certa tradizione tende a presentare come donna bisbetica e insopportabile: si è arrivati a pensare che Socrate stesse sempre in piazza non tanto per filosofare quanto piuttosto per stare lontano da Santippe e dalle sue ramanzine continue: pare che Socrate sia riuscito a far ragionare tutti tranne Santippe. Da lei ebbe tre figli. Socrate non lasciò mai Atene se non per brevi spedizioni militari: partecipò infatti nel 432 alla spedizione contro Potidea, traendo in salvo Alcibiade ferito, e nel 424 combatté a Delio a fianco di Lachete durante la ritirata degli Ateniesi di fronte ai Beoti. Successivamente nel 4 21 combatté ad Anfipoli. Nel 406 in conformità al principio della rotazione delle cariche, fece parte dei pritani, ossia del gruppo del Consiglio al quale spetta va decidere quali problemi sottoporre all'Assemblea e si oppose alla proposta illegale di processare tutti insieme i generali vincitori nello scontro navale avvenuto al largo Arginuse, perchè non avevano raccolto i naufraghi. Con questa presa di posizione egli si poneva in contrasto con i democratici, ma nel 404, passato il potere in mano all'oligarchia capeggiata dai Trenta, rifiutò di obbedire all'ordine di arrestare un loro avversario, Leone di Salamina. Nel 403 la democrazia restaurata, pur concedendo un'amnistia, continuò a ravvisare in Socrate una figura ostile al nuovo ordine, anche per i rapporti da lui intrattenuti in passato con figure come Alcibiade e Crizia . Nel 399 fu presentato da Meleto un atto di accusa contro Socrate, ma tra i suoi accusatori erano anche Licone e soprattutto Anito, uno dei personaggi più influenti della democrazia restaurata . L'atto di accusa è il seguente: " Socrate è colpevole di essersi rifiutato di riconoscere gli dei riconosciuti dalla città e di avere introdotto altre nuove divinità . Inoltre è colpevole di avere corrotto i giovani . Si richiede la pena di morte " . Gli accusatori contavano probabilmente in un esilio volontario da parte di Socrate, com'era avvenuto in passato per Protagora o Anassagora, ma egli non abbandonò la città e si sottopose al processo . A maggioranza i giudici votarono per la condanna a morte la quale fu eseguita in carcere mediante la somministrazione di cicuta . Possiamo inserire Socrate nell'era sofistica (sebbene lui si schierò contro i sofisti) perchè come i sofisti si interessò di problemi etici ed antropologici, mettendo da parte la ricerca del pr incipio e della cosmogonia . Socrate non scrisse mai nulla e così per ricostruire il suo pensiero dobbiamo ricorrere ad altri autori . Le fonti principali sulla vita di Socrate sono quattro 1) Platone 2)Senofonte 3)Aristotele 4)Aristofane . 1) Platone è senz'altro la fonte più attendibile: egli fu discepolo diretto di Socrate e con lui condivise sempre l'idea della filosofia come ricerca continua . Senofonte è la fonte più banale e meno interessante: il Socrate degli scritti di Senofonte è un cittadino ligio alla tradizione, il vero interprete dei valori correnti, il saggio che mira al bene dei suoi concittadini ed è ossequioso verso la città e le sue divinità. Va subito precisato che Senofonte era un grande generale, coraggioso e valoroso, ma non era certo un'aquila: i suoi scritti stessi non sono certo esempi eclatanti della letteratura greca: sono ridondanti e ripetitivi. Senofonte fece anche campagne militari con Socrate e nei suoi scritti ne esalta il valore dicendo che non stava mai fermo, era sempre in azione, non soffriva niente (camminava addirittura a piedi nudi sul ghiaccio). A Senofonte della filosofia non gliene importava nulla e con Socrate, di cui era grande amico, non trattava mai argomenti filosofici, ma solo militari: questo ci consente di capire che Socrate modulava il discorso a seconda del personaggio che aveva di fronte: con un filosofo parlava di filosofia, con un generale di guerra. 3) La testimonianza di Aristotele è stata a lungo ritenuta la più attendibile perchè Socrate non viene caricato di significati

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139 simbolici: Aristotele ce ne parla in modo oggettivo. Tuttavia la testimonianza aristotelica ha dei limiti: in primis, è la meno " artistica " delle 4 ed è l'unica di un non-contemporaneo. Va poi detto che in Aristotele Socrate ci viene presentato quasi come un " robot ": la filosofia socratica viene presentata come un susseguirsi di ragionamenti e non v iene dato spazio al filosofare in pubblico, al dialogo aperto. 4) Aristofane è il personaggio più vicino a Socrate come età: ci presenta un Socrate relativamente giovane (circa 40 anni). Va ricordato che Aristofane era un commediografo e ne risulta che l'immagine che lui ci dà di Socrate è fortemente impregnata di tratti sarcastici. Ne " Le nuvole " ce lo presenta come un sofista studioso della natura (il contrario di ciò che era in realtà), con la testa fra le nuvole. Insomma Aristofane è l'unico a darci di Socrate un'immagine fortemente negativa (non a caso Aristofane era stato uno dei primi accusatori di Socrate). In realtà non dobbiamo pensare che Aristofane volesse gettar discredito su Socrate o lo prendesse in giro per cattiveria: in fondo lui faceva solo il suo lavoro di commediografo, che consisteva nel far ridere. In realtà con la figura di Socrate vuole prendere in giro non Socrate, ma l'intera categoria dei filosofi. La testimonianza di Platone resta la migliore e le altre tre vanno sfruttate come appoggio. Platone lo conosceva davvero bene ed era lui stesso un gran filosofo: il grosso limite è che trattandosi di un filosofo, Platone avrebbe potuto rimaneggiare i discorsi di Socrate, ed è proprio quel che fa man mano che invecchia. " L'apologia ", per fortuna, resta un dialogo giovanile nel quale Platone descrive il processo che decretò la condanna a morte di Socrate. E' proprio in questo dialogo che emerge fortemente la differenza tra Socrate ed i sofisti : i sofisti pronunciavano discorsi raffinati ed eleganti, ma totalmente privi di verità: per loro l'importante era parlar bene, avere un buon effetto sulle orecchie degli ascoltatori. Per Socrate invece quel che più conta è la verità: lui si proclama incapace di controbattere a discorsi così eleganti e ben formulati (ma falsi). Socrate, pur non tenendo un'orazione raffinata, dice il vero: la critica ai sofi sti verrà poi ripresa da Platone stesso. I sofisti puntavano a stupire l'ascoltatore, dal momento che erano convinti che la verità non esistesse (soprattutto Gorgia. Socrate per difendersi in tribunale non pronuncia un discorso (come i sofisti), ma imposta un dialogo botta e risposta: è proprio dal discorso che viene a galla la verità (Platone dirà che il discorso tra due o più individui è come lo scontro tra due pietre dal quale nasce la fiamma della conoscenza). Lo stile oratorio di Socrate è scarno, secco e quasi familiare, modulato a seconda dell'interlocutore. Il punto di partenza del discorso socratico è la cosiddetta " ironia socratica ", ossia la totale autodiminuzione, " io non so, tu sai ". Così inizia anche " L'apologia": si pone la domanda "che cosa è x?" e l'interlocutore cade nel tranello e risponde, sentendosi superiore a Socrate. Socr ate, come abbiamo detto parlando di Senofonte, parla di argomenti noti all'interlocutore: se ad esempio parla con un generale gli chiederà " che cosa è il coraggio? ". Quello risponderà, per esempio, dicendo che il coraggio è il non indietreggiare mai. Allora Socrate interverrà dicendo che quello non è coraggio, bensì pazzia. La critica diventa stimolo per l'interlocutore a fornire una seconda risposta meglio articolata: il gioco può andare avanti a lungo e spesso rimane aperto. Questo metodo viene detto " maieutico ": Socrate diceva di fare lo stesso lavoro della madre, la quale era ostetrica: lei faceva partorire le donne, lui le anime. Come le ostetriche valutano se il neonato è " buono ", così Socrate valuta se le idee, le definizioni sono buone. Non tutti gli interlocutori erano intelligenti e riconoscevano i propri errori: spesso preferivano evitare Socrate. Da un interlocutore Socrate fu anche denominato " torpedine " in quanto l' incontro con Socrate risulta scioccante perchè ribalta le concezioni di chi era convinto di sapere e dimostrava che in realtà non sapeva. Socrate stesso si paragonava ad un moscone che stimola il cavallo: lui stimolava gli uomini a ragionare. Socrate con il processo dell'autodiminuzione afferma di non sapere nulla, mentre sostiene che i sofisti sappiano tutto: dice che forse l'educazione che impartisce lui è inutile rispetto a quella sofistica, ma senz'altro è più importante. Le calunnie nei confronti di So crate hanno avuto inizio quando lui si definiva sapiente in quanto l'oracolo di Delfi gli aveva detto che era il più sapiente

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140 tra gli uomini. Lui era rimasto sconvolto da tale affermazione e non riusciva a crederci: allora cominciò a girare per Atene per vedere se trovava persone effettivamente più sapienti di lui. Dunque si recò da coloro che si ritenevano sapienti: politici, poeti, artigiani. Socrate si accorse che tutte e tre le categorie erano convinte di sapere, ma in realtà non sapevano niente: i politici erano i peggiori di tutti non in quanto politici (Socrate stesso, se vogliamo, era un politico perchè svolgeva la sua attività in pubblico) ma in quanto non capaci di insegnare il loro sapere: un vero sapiente deve spiegare ciò che sa: anche i politici migliori (Pericle) non sanno trasmettere il loro sapere. Lo stesso era per i poeti, che a partire da Omero erano considerati sapienti ed educatori: Socrate li biasima sia perchè dicono assurdità, sia perchè il loro non è un sapere, ma una forma di " foll ia ispirata ": era la divinità che parlava per bocca loro. I meno peggio risultarono essere gli artigiani, che almeno sapevano fare diverse cose di utilità pubblica: la loro è una " tecnè ", ossia una sapienza pratica. Però anche gli artigiani avevano i loro difetti: erano sì competenti nel loro settore, ma peccavano di presunzione perchè erano convinti che la loro conoscenza fosse universale ed illimitata, anziché limitata. Inoltre essi agivano senza pensare e ponderare. Socrate arrivò alla conclusione che l'oracolo di Delfi aveva ragione: lui stesso è il più sapiente, pur sapendo di non sapere. Il suo non va interpretato come atteggiamento di rinuncia alla ricerca della verità, ma come segno di modestia intellettuale: è proprio il fatto di essere consapevoli della propria conoscenza che spinge l'uomo a sforzarsi di raggiungere la conoscenza ; se si è convinti di sapere già tutto non ci si sforzerà di migliorare. Tra le varie accuse che vengono mosse a Socrate c'è anche quella di corrompere i giovani nella p iazza rendendoli peggiori: lui ribatte a questa accusa dicendo che non avrebbe motivo di fare ciò. Infatti se corrompesse i giovani finirebbe per vivere in una città di giovani corrotti, il che si ritorcerebbe contro lui stesso. Va senz'altro ricordato il cosiddetto " intellettualismo etico " di Socrate: secondo lui nessuno può compiere il male sapendo effettivamente di compierlo: nessuno potrebbe mai fare del male volontariamente. Un rapinatore rapina non pensando di fare del male, ma di fare del bene: è un errore intellettuale ritenere bene ciò che è male. E' un atteggiamento tipicamente cristiano-cattolico che si possa scegliere tra bene e male indistintamente. Dunque Socrate introducendo l'intellettualismo etico dimostra di aver agito per il bene della sua città. E' Socrate che ha scoperto il concetto moderno di anima (yuch): in precedenza significava " soffio vitale ", ciò che fa vivere le cose ; il termine yuch assunse poi il significato di " immagine nell'Ade ", un'esistenza depotenziata. Per gli Orfici significava " demone ". A partire da Socrate fino al giorno d'oggi l'anima è diventata il nostro io: ci identifichiamo con l'anima. Secondo Socrate possiamo dividere i beni ed i mali in tre categorie a) dell'anima b) del corpo c) dell'esterno. Il corpo è lo strumento nonché la prigione dell'anima. Il denaro, per esempio, è un bene esterno. In alcuni frangenti sembra che Socrate (e anche Platone) rifiuti i beni materiali e del corpo, scegliendo quelli dell'anima ; in altre occasioni pare che possano essere accettati entrambe. Socrate, per esempio, pare che non disprezzasse il vino. Quest'ambiguità tra beni del corpo e beni dell'anima può essere spiegata affermando che i beni son tutti beni finché non entrano in conflitto con altri: la ricerca del piacere fisico diventa un male quando la si antepone alla ricerca di quello intellettuale. Questo non vale solo per i beni, ma anche per il rapporto tra anima e corpo: il corpo per Socrate e Platone non va disprezzato, anzi va apprezzato perchè serve all'anima. Per il Cristianesimo la ricchezza è un male, per Socrate e Platone è un bene finché non entra in conflitto con gli altri beni. Interessante è il concetto socratico di ingiustizia: essa non danneggia chi la subisce, ma chi la commette. La giustizia infatti dà un senso di piacere interiore e chi è ingiusto perde questo piacere, mentre chi subisce l'ingiustizia continua a provarlo. Questo vale anche per Platone. Tra le cose che Socrate dice di non sapere vi è la conoscenza dell'aldilà, di cosa c'è d opo la morte (Platone dirà di essere in grado di dimostrare

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141 l'esistenza di un aldilà). Per lui non è che se si vive una vita giusta si sarà premiati: si è già appagati dal vivere giustamente, la felicità che si prova perchè si è giusti è già una sorta di premio: Socrate dice che magari potrebbe esserci una vita ultraterrena, ma lui non lo sa. Tra le varie accuse rivolte c'era anche quella di ateismo e di empietà: Socrate infatti credeva nei demoni, che lui proclamava " figli delle divinità ". Lui dimostra che è un'accusa sbagliata dicendo che se crede nei demoni che sono figli delle divinità, è ovvio che creda anche nelle divinità: perchè ci sia il figlio (demone), ci devono anche essere il padre e la madre (le altre divinità). Ma che cosa era questo demone? Abbiamo due testimonianze divergenti: per Platone era una sorta di angelo custode - coscienza personale che interveniva ogni qual volta Socrate stesse per sbagliare: si tratterebbe di una sorta di " aiuto privilegiato " che non tutti hanno: solo le persone per bene. E' un dono divino per i buoni. E' come se la divinità partecipasse alla vita umana. Per Senofonte invece il demone è un'entità che lo spinge ad agire in determinati modi: Senofonte intende ancorare fortemente Socrate alla credenza in un ordine di vino e in un intervento divino nella vita umana. Per Socrate l'importante non è vivere, ma vivere bene: quando la nostra anima è sana, giusta, allora anche noi stiamo bene. Sempre Senofonte nei " Detti memorabili " riassume la prova dell'esistenza di Dio formulata da Socrate in questi termini: ciò che non è opera del caso postula una causa intelligente, con particolare riguardo al corpo umano che ha una struttura organizzata non casuale. Per questa sua origine l'uomo è ritenuto superiore a tutti gli altri animali ed è oggetto dell'interesse di Dio, come si deduce anche dalla possibilità di conoscere i suoi progetti sull'uomo ricorrendo all'arte della divinazione. Va notato che il Dio socratico (inteso come intelligenza finalizzatrice) è una sorta di elevazione a entità assoluta della psychè umana. Molti hanno notato che gli accusatori non volevano in realtà condannarlo a morte, ma semplicemente zittirlo. Ma Socrate non può accettare di essere zittito: il suo destino è andare in giro a colloquiare con la gente. Vivere bene per Socrate significa svolgere quest'attività e non rifiutare di essere colpevole significava non far perdere significato alla sua vita. Dal momento che era già vecchio e gli restavano pochi anni di vita, tanto valeva farla finita lì, ma non rinunciare ai suoi ideali. Mentre la ricerca di Platone si spingerà in un'altra dimensione, quella di Socrate rimane saldamente ancorata al mondo terreno: la sua missione è far capire ai cittadini ciò che fanno. In Socrate vi è poi un rifiuto della politica (che peraltro troveremo anche in Platone): fa infatti notare che lui stesso aveva avuto parecchi problemi con la politica: prima contro di lui si erano scagliati gli oligarchici, ed ora i democratici (nell'accusa ai danni di Socrate si possono scorgere istanze politiche: lui era un aristocratico e i democratici volevano punirlo). Pur avendo problemi con la politica, Socrate non dice che vada abolita. Prima dell'esecuzione della pena capitale, a Socrate era stata presentata la possibilità di evadere dal carcere, ma lui si era rifiutato: in lui infatti vi era il massimo rispetto per la legge, che non si deve infrangere in nessun caso. La legge può essere criticata, ma non infranta: di fronte ad una legge ingiusta non bisogna infrangerla, ma bisogna battersi per farla cambiare. Socrate afferma che sarebbe stato suo dovere far cambiare la legge e che non essendoci riuscito è giusto che lui muoia. Gli Ateniesi son convinti di essersi liberati di Socrate avendolo eliminato fisicamente, ma in realtà per liberarsene completamente avrebbero dovuto " ucciderlo filosoficamente ", batterlo a parole. In realtà volevano farlo tacere, ma han sortito l'effetto opposto: Platone infatti, che era intenzionato a dedicarsi alla vita politica, resterà sconvolto per

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142 condanna del maestro e si dedicherà alla filosofia. In Socrate vi è una vaga idea di provvidenza divina, ma non collettiva, bensì individuale: la divinità aiuta solo i migliori. Celeberrima è la conclusione dell' Apologia, in cui Socrate si rivolge ai suoi discepoli prima di essere giustiziato: " Ma ormai è ora di partire: io verso la morte, voi verso la vita. Chi di noi cammini a una meta superiore è oscuro a chiunque: non al mio dio." Nel " Simposio " di Platone Alcibiade afferma che Socrate non assomiglia a nessuno degli uomini del passato e del presente: è una figura nuova. Non si interessa di politica, ma non la disprezza, non rifiuta i festini, ma non vi si identifica (nel " Simposio " tutti i convitati si addormentano, Socrate no). Soffermiamoci ora maggiormente sulla tecnica discorsiva di Socrate: la confutazione è la tecnica che dimostra l'inconsistenza del sapere dei propri interlocutori. Ma per arrivare a questo risultato bisogna partire dal metodo delle domande e delle risposte. " Che cosa è la giustizia? " può essere il punto di partenza per il dibattito: porre questa o qualsiasi altra domanda del genere significa richiedere la definizione delle cose in questione, che però deve essere valida per tutti i casi particolari. In questo senso la ricerca di Socrate è stata interpretata da Aristotele come ricerca dell'universale, nell'ambito dei concetti e dei problemi morali. Gli interlocutori di Socrate si dimostrano incapaci di rispondere correttamente alla domanda sia perchè sottovalutano Socrate (che dice di essere inferiore) sia perchè rispondono citando casi particolari, anziché la definizione universale. Abbiamo già citato il caso della domanda " Che cosa è il coraggio? ": rispondere " non indietreggiare mai " è sbagliato, così come dire " assalire il nemico ": si può essere coraggiosi anche nell'affrontare una malattia o un'interrogazione: una definizione corretta deve coprire tutti i casi possibili. Nella sua funzione negativa il metodo delle domande e risposte si caratterizza come confutazione, ossia dimostrazione della falsità o contraddittorietà delle risposte date dall'interlocutore. Gli effetti prodotti dall'esercizio di questo metodo sono paragonati a quelli della torpedine marina, che intorpidisce coloro che tocca. Di fronte alla confutazione si può reagire rifiutandola, come fanno vari interlocutori di Socrate. Ma, se la si accetta, essa può liberare dalle false opinioni che si hanno sui vari argomenti e agire dunque come una forma di purificazione. La situazione, che risulta dalla confutazione, è detta aporia, ossia letteralmente situazione senza vie di uscita. Essa consiste nel rendersi conto che i tentativi sin qui percorsi di rispondere a un determinato problema, hanno condotto a un vicolo cieco. Ma in questa nuova situazione, liberi dal falso sapere e soprattutto dalla presunzione di sapere, ci si può accingere alla ricerca del vero sapere, tentando nuove strade che possano condurre ad esso. In questo nuovo orientamento il metodo delle domande e risposte può assolvere una funzione positiva. Essa è paragonata alla funzione svolta dalla maieutica, capace di far partorire ad ognuno, mediante domande opportunamente indirizzate, la verità, di cui ciascuno è gravido. Socrate si ostina incessantemente a far convergere i propri interlocutori nell'ammissione di un punto fondamentale: per saper agire bene, cioè virtuosamente, in un determinato ambito, occorre possedere il sapere che renda capaci di ciò. A questo risultato egli perviene mediante l'analogia con le tecniche: il buon artigiano che sa s volgere bene la propria attività possiede un sapere capace di guidarlo a questo risultato. La stessa cosa deve valere in ambito etico -politico: questo è il nocciolo della famosa tesi secondo cui la virtù è scienza. Questa tesi conduce ad alcune conseguenze. In primo luogo, chi conosce che cosa è bene e quindi anche che cosa è buono per lui non può non farlo. Il bene è dotato di un potere incontrastabile di attrazione. Ciò non significa che Socrate disconosca l'importanza delle passioni e delle emozioni nella vita umana, ma soltanto che in ogni ambito della vita umana l'unico strumento capace di orientare verso il comportamento corretto è ravvisato nel sapere. La posizione etica di Socrate non va confusa con forme di rigorismo ascetico. Essa è invece

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143 definibile come una forma di eudemonismo, perchè pone come obiettivo fondamentale il perseguimento della felicità (in Greco eudaimonia). E' il sapere che è in grado di effettuare un corretto calcolo degli stessi piaceri, misurando le conseguenze piacevoli o dolorose che essi possono arrecare. Questo è il sapere, di cui Socrate dichiara di non essere in possesso, ma proprio per questo è il sapere che egli persegue. Non ha senso allora distinguere le varie virtù nettamente le une dalle altre: la virtù è una, come uno solo è il sapere in cui esse si compendiano: sapere che cosa è bene e che cosa è male.