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Luglio 2018 LA DEPURAZIONE IN PUGLIA Numeri e caratteristiche L’azienda gestisce 184 depuratori, un parco impiantistico tra i più grandi e più evoluti d’Italia sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista della qualità del refluo restituito, utilizzando oltre alla tradizionale tecnologia a fanghi attivi con sedimentazione classica, quella a membrana e sperimentando tipologie di trattamento alternative ed eco-sostenibili. I depuratori sono presidi sanitari a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell'area servita, con l'esclusivo compito di restituire al loro ciclo naturale e con modalità compatibili e rispettose dell'ambiente, le acque provenienti dalle abitazioni dei cittadini allacciate regolarmente alla pubblica fogna. Gli impianti sono del tipo biologico con utilizzo, nella maggioranza dei casi, di sistemi convenzionali a fanghi attivi. Non sono previsti trattamenti di tipo chimico. La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella regione Puglia. Questo comporta che solo il 5% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali significativi, il 77% è costituito da lame e corsi d’acqua minori o dal suolo (attraverso trincee drenanti), il 15% recapita a mare. Tra i fattori che possono inficiare il servizio di depurazione ci sono gli scarichi anomali (arrivi impropri all’impianto di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). Si stima che le irregolarità del refluo in ingresso riguardino il 19% dei depuratori. Il dato è in netto decremento rispetto al passato. AQP effettua regolarmente i controlli sulle acque in ingresso ed uscita sui depuratori per accertare la qualità delle acque. Nel corso del 2017 sono stati analizzati oltre 193 mila parametri e prelevati 25 mila campioni. Il riutilizzo dei reflui in agricoltura AQP gestisce 10 impianti di affinamento per il riuso delle acque depurate. Di questi: 4 (Ostuni, Gallipoli, Corsano e Casarano) servono l’agricoltura; 6 (San

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Luglio 2018

LA DEPURAZIONE IN PUGLIA Numeri e caratteristiche

L’azienda gestisce 184 depuratori, un parco impiantistico tra i più grandi e più evoluti d’Italia sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista della qualità del refluo restituito, utilizzando oltre alla tradizionale tecnologia a fanghi attivi con sedimentazione classica, quella a membrana e sperimentando tipologie di trattamento alternative ed eco-sostenibili.

I depuratori sono presidi sanitari a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell'area servita, con l'esclusivo compito di restituire al loro ciclo naturale e con modalità compatibili e rispettose dell'ambiente, le acque provenienti dalle abitazioni dei cittadini allacciate regolarmente alla pubblica fogna. Gli impianti sono del tipo biologico con utilizzo, nella maggioranza dei casi, di

sistemi convenzionali a fanghi attivi. Non sono previsti trattamenti di tipo chimico. La scarsa disponibilità idrica superficiale naturale condiziona fortemente la tipologia dei recapiti finali nella regione Puglia. Questo comporta che solo il 5% dei recapiti finali dei depuratori è costituito da corpi idrici superficiali significativi, il 77% è costituito da lame e corsi d’acqua minori o dal suolo (attraverso trincee drenanti), il 15% recapita a mare. Tra i fattori che possono inficiare il servizio di depurazione ci sono gli scarichi anomali (arrivi impropri all’impianto di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). Si stima che le irregolarità del refluo in ingresso riguardino il 19% dei depuratori. Il dato è in netto decremento rispetto al passato. AQP effettua regolarmente i controlli sulle acque in ingresso ed uscita sui depuratori per accertare la qualità delle acque. Nel corso del 2017 sono stati analizzati oltre 193 mila parametri e prelevati 25 mila campioni. Il riutilizzo dei reflui in agricoltura

AQP gestisce 10 impianti di affinamento per il riuso delle acque depurate. Di questi: 4 (Ostuni, Gallipoli, Corsano e Casarano) servono l’agricoltura; 6 (San

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Pancrazio Salentino, Trinitapoli, Acquaviva delle Fonti, Castellana Grotte, Noci e Pulsano) si limitano ad un utilizzo temporaneo per garantire la conservazione ed il mantenimento delle apparecchiature, nelle more che i rispettivi utilizzatori (Consorzi di Bonifica, Comune o Cooperative Agricole) portino a termine quanto di loro competenza l’esercizio. Diversi gli impianti di depurazione già potenzialmente in grado, con le loro stazioni di trattamento e/o perché attrezzati con sezioni specifiche dedicate di affinamento, di restituire una risorsa idrica idonea per utilizzi ai fini irrigui, ambientali, civili, ecc.. Trattasi in particolare degli impianti depurativi a servizio degli Agglomerati di Carovigno consortile (Br); Maruggio, Montemesola e Pulsano (Ta): per essi il riutilizzo della risorsa è prossimo. Nell’ambito dell’Azione 6.4.3 del POR Puglia 2014-2020, in attuazione alla Delibera di Giunta Regionale n. 388 del 06.04.2016, si sta, inoltre, procedendo alla redazione di progetti di adeguamento di altri impianti depurativi per il recupero ed il riutilizzo dei reflui, quali gli impianti di Zapponeta (Fg), Cassano delle Murge, Sammichele di Bari, Gioia del Colle, Conversano, Gravina di Puglia, Molfetta, Casamassima, Ruvo di Puglia e Corato (Ba); Barletta, Bisceglie, Trani, e Margherita di Savoia (Bt); Castellaneta e Faggiano (Ta); San Donaci (Br) e Santa Cesarea Terme, Ugento e Tricase (Le). Con futuri provvedimenti in corso di pubblicazione, sta per essere ammesso a finanziamento anche l’intervento per l’utilizzo irriguo della risorsa di Martina Franca in provincia di Taranto. La sicurezza degli impianti Tutti gli impianti sono dotati di un sistema di teleallarme e/o telecontrollo. Questi sistemi consentono da un lato di effettuare un monitoraggio da remoto dello stato delle principali apparecchiature presenti sugli impianti e degli allarmi dovuti al fuori servizio delle stesse con inoltro di SMS ai Responsabili di Conduzione e Manutenzione e ai manutentori e dall’altro di acquisire e gestire misure di energia elettrica, misure di portata in ingresso e/o in uscita e di produrre report e grafici delle grandezze analogiche e digitali coinvolte nella gestione ottimizzata. A novembre 2017 sono stati portati a termine due importanti interventi per il potenziamento del sistema di monitoraggio automatico da remoto di n. 57

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impianti di depurazione di maggior taglia di potenzialità. Sistemi che consentono di monitorare a distanza importanti parametri (portata, concentrazione solidi sospesi, pH, concentrazione sostanze organiche, conducibilità, clororesiduo) in ingresso ed in uscita dai depuratori. Azioni per il potenziamento del comparto depurativo AQP ha avviato numerosi interventi infrastrutturali per l’incremento della potenzialità e per il miglioramento delle rese depurative degli impianti. Nel biennio 2016/2017 sono stati investiti 140 Milioni di Euro. Fino al 2024 sono pianificate azioni per un importo complessivo di 365 Milioni. Sono 198 gli interventi di potenziamento attivati che mirano ad incrementare la potenzialità di trattamento. Di questi 47 interventi risultano già conclusi, 19 sono in corso, 132 in fase di progettazione. Parallelamente sono stati assicurati nel corso del 2017, sugli impianti esistenti, interventi di manutenzione straordinaria e/o di rinnovamento apparecchiature. I fanghi di depurazione Il processo di depurazione dà origine alla produzione di rifiuti, tra cui i principali sono i cosiddetti fanghi da depurazione, che non rientrano tra i rifiuti pericolosi. L’incremento dei quantitativi prodotti (quasi 245 mila tonnellate nel 2017) deriva dai lavori di potenziamento delle linee fanghi e dai maggiori carichi trattati a seguito del progressivo potenziamento della dotazione impiantistica gestita. Per favorire le attività di rimozione dei fanghi è stata avviata la progettazione di silos da posizionare su 25 impianti e entro il 2021 saranno installate 60 centrifughe per la riduzione degli stessi che porteranno ad un risparmio di 5 Milioni di Euro. COME FUNZIONA UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE

Gli impianti di depurazione gestiti da Acquedotto Pugliese sono, quasi tutti, del tipo a fanghi attivi, caratterizzati da pretrattamenti (grigliatura, dissabbiatura, equalizzazione), sedimentazione primaria, trattamento del tipo biologico nitro-denitro, sedimentazione finale e digestione anaerobica/aerobica dei fanghi. I processi di depurazione comprendono una linea acque e una linea fanghi.

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LINEA ACQUE

Stazioni di grigliatura e dissabbiatura: rimuovono gli elementi grossolani (stracci, sabbie, ecc.), che possono causare intasamento e danneggiamento delle apparecchiature elettromeccaniche. Stazione di equalizzazione: accumula il liquame grezzo nelle ore di massima portata e si svuota nelle ore di minima, assolvendo al duplice compito di laminare la portata (le pompe di sollevamento inviano una portata costante nelle 24 ore alle stazioni successive di trattamento) e omogeneizzare il carico (invio alle stazioni successive una tipologia omogenea di liquame nelle 24 ore). Stazione di sedimentazione primaria: serve a far sedimentare, sul fondo delle vasche, la parte più pesante del liquame (fanghi primari) e, con elettropompe, a inviarla alla linea fanghi. Il “chiarificato” è inviato, invece, alla successiva stazione della linea acque. Stazione di trattamento biologico: cuore di un impianto di depurazione, realizza i processi di denitrificazione e ossidazione. Grazie alla insufflazione di una quantità prestabilita di aria, i batteri degradano le sostanze inquinanti (carbonio, azoto e fosforo) presenti nel liquame in arrivo. Stazione di sedimentazione finale: i fanghi secondari, che decantano sul fondo della vasca e contengono batteri idonei al trattamento biologico, sono ricircolati in testa alla stazione di trattamento biologico e, per la parte in esubero, allontanati verso la linea fanghi. La stazione di sedimentazione finale restituisce un refluo chiarificato. Stazione di filtrazione finale: rimuove le particelle di fango ancora presenti. Stazione di disinfezione: garantisce, a mezzo del dosaggio di reattivi chimici, l’abbattimento della carica batterica del refluo effluente, che può essere, pertanto, inviato al recapito finale. LINEA FANGHI Ispessitori: rimuovono parte del contenuto di acqua dai fanghi primari e secondari estratti dalla linea acque. Digestore aerobico: favorisce la vita di batteri aerobici, che grazie all’ossigeno insufflato, degradano le sostanze volatili presenti nel fango, responsabili del cattivo odore, della putrescibilità e di una scarsa disidratabilità del fango.

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Digestore anaerobico: favorisce la vita di batteri anaerobici (grazie ad una temperatura di circa 37°C e all’assenza di ossigeno), che degradano le sostanze volatili presenti nel fango, responsabili del cattivo odore, della putrescibilità e di una scarsa disidratabilità del fango. Gasometro: accumula il biogas che si forma in seguito al processo di digestione anaerobica. Centrale termica: utilizza il biogas per riscaldare i fanghi presenti nel digestore anaerobico. Disidratazione meccanica: riduce ulteriormente, al termine del processo di digestione, il contenuto di acqua presente nei fanghi, con l’ausilio di prodotti chimici.