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PROF. ALBERTO TRON INCARICATO DI REVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA DOTTORE COMMERCIALISTA - REVISORE LEGALE - PUBBLICISTA CONSULENTE TECNICO TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI ROMA LA RELAZIONE DEI ATTESTAZIONE EX ART. 67, TERZO COMMA, LETT. D)., L.F. PROF. ALBERTO TRON Seminario della Commissione Diritto dell’Impresa “Le attestazioni ordinarie e speciali nell’utilizzo degli strumenti legali per il superamento dello stato di crisi” 6 APRILE 2016 ODCEC Roma

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PROF. ALBERTO TRON INCARICATO DI REVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA DOTTORE COMMERCIALISTA - REVISORE LEGALE - PUBBLICISTA CONSULENTE TECNICO TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI ROMA

LA RELAZIONE DEI ATTESTAZIONE EX ART. 67, TERZO COMMA, LETT. D)., L.F.

PROF. ALBERTO TRON

Seminario della Commissione Diritto dell’Impresa

“Le attestazioni ordinarie e speciali nell’utilizzo degli strumenti

legali per il superamento dello stato di crisi”

6 APRILE 2016

ODCEC Roma

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POSSIBILI FORME GIURIDICHE DI RISOLUZIONE DELLA CRISI

q  piano attestato di risanamento;

q  accordo di ristrutturazione dei debiti;

q  concordato preventivo.

N.B. Gli istituti previsti dal RD 267/42 (piano attestato, accordo di ristrutturazione dei debiti e concordato preventivo) sono adottabili esclusivamente dai soggetti fallibili: gli altri possono avvalersi della disciplina della composizione della crisi da sovraindebitamento, o liquidazione del patrimonio del debitore (L. 3/2012), novellata dal DL 179/2012.

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PIANO ATTESTATO, ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE E C.P. DIFFERENZE

Il piano attestato di risanamento:

q non richiede un accordo con i creditori;

q non è soggetto a particolari forme obbligatorie di pubblicità, né all’omologazione del tribunale;

q non può beneficiare del regime di prededucibilità dei crediti previsto per i finanziamenti concessi in funzione oppure esecuzione dell’accordo di ristrutturazione dei debiti e del concordato preventivo.

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REDAZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO OBIETTIVI

q  Priorità per la soluzione in continuità aziendale, al fine di salvaguardare

i posti di lavoro e, quindi, il valore sociale dell’impresa in crisi;

q minimizzare i costi e i tempi di esecuzione e, conseguentemente,

ottimizzare la soddisfazione dei creditori;

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REDAZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO FASI DEL PROCEDIMENTO

q  Raccolta dei dati necessari alla predisposizione del piano di risanamento

(c.d. base dati contabile);

q  analisi delle cause della crisi e riclassificazione dei bilanci;

q  scelta delle strategie di uscita dalla crisi;

q  redazione del piano industriale, economico e finanziario;

q  descrizione delle modalità e dei tempi di risanamento del debito e di

riequilibrio della situazione finanziaria dell’impresa.

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REDAZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO CONTENUTO

q  flussi di cassa a scadenze periodiche (mensili o trimestrali);

q  solidità dei presupposti economici-finanziari attesi;

q misure che si intendono adottare, durata (3-5 anni), obiettivi intermedi e

relativa tempistica;

q  strumenti di controllo, e risorse destinate alla copertura di eventuali

scostamenti.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO

Il piano attestato di risanamento può essere rappresentato da un atto unilaterale (ad esempio, operazioni di finanza straordinaria), la cui esecuzione è sottratta dall’ambito di operatività della revocatoria fallimentare, purché risultino soddisfatti alcuni requisiti (art. 67 co. 3 lett. d) RD 267/42):

q  contenuto: il piano non deve essere liquidatorio e deve essere idoneo a consentire il risanamento dell’esposizione debitoria dell’impresa ed ad assicurare il riequilibrio della propria situazione finanziaria;

(segue)

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO PRESUPPOSTI

q  Soggettivo: imprenditore commerciale di natura privata, non piccolo e,

quindi, fallibile (art. 1 L. fall.);

q  oggettivo: stato di crisi od iniziale stato di insolvenza del debitore, in quanto

le esimenti (revocatoria fallimentare e reati di bancarotta) operano soltanto

in caso di successivo fallimento. Il piano attestato di risanamento può,

tuttavia, essere utilizzato anche dall’imprenditore semplicemente in stato

di crisi, ovvero di temporanea illiquidità.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO COMPETENZA

Il piano attestato di risanamento deve essere adottato dall’organo di gestione,

anche alla luce dell’unico richiamo normativo, seppur implicito, formulato dalla

disciplina civilistica. L’art. 2381 co. 3 penultimo periodo c.c. riserva, infatti, al

consiglio di amministrazione l’esame dei piani strategici, industriali e

finanziari della società.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO CONTENUTO

Il piano attestato di risanamento deve contenere le linee guida che hanno

motivato la propria redazione, precisando – dettagliatamente – gli atti, i

pagamenti e le garanzie da porre in essere, al fine di eseguire il progetto

proposto per la riduzione dell’esposizione debitoria e il riequilibrio della

situazione finanziaria dell’impresa.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO PUBBLICITÀ

Non è previsto uno specifico obbligo di comunicazione ai creditori, e ai terzi

in genere, del piano attestato di risanamento. L’art. 33 co. 1 del DL 83/2012 ha,

tuttavia, introdotto – nell’art. 67 co. 3 lett. d) L. fall. – la facoltà di

pubblicazione del piano nel registro delle imprese, rilevante ai fini del

regime di parziale non imponibilità delle sopravvenienze attive da riduzione dei

debiti (art. 88 co. 4 del TUIR), anch’esso introdotto dal Decreto Crescita.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO EFFICACIA

Il deposito camerale consente, inoltre, di attribuire al piano una data certa, al

fine di poter usufruire delle esimenti previste dalla Legge fallimentare.

Il beneficio dell’esenzione dalla revocatoria fallimentare decorre, infatti, dalla

data dell’attestazione di veridicità dei dati aziendali e della fattibilità del piano

da parte del professionista attestatore incaricato.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO RISCHI

q  Nel caso della successiva dichiarazione di fallimento, i crediti sorti in

esecuzione del piano attestato di risanamento non possono beneficiare del

regime di prededucibilità di cui all’art. 111 co. 1 n. 1) RD 267/42, a differenza

dei finanziamenti erogati – non necessariamente da banche ed intermediari

finanziari – in funzione ovvero in esecuzione dell’accordo di ristrutturazione dei

debiti e del concordato preventivo.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO

BENEFICI

q  Non richiede un preventivo accordo con i creditori, essendo sufficiente l’attestazione del piano, formulata da un professionista in possesso dei requisiti di legge;

q  non è soggetto a particolari forme di pubblicità, né ad un controllo del tribunale;

q  non interrompe il decorso dei termini di prescrizione delle azioni esercitabili dal curatore, nel caso di successiva dichiarazione di fallimento.

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PIANO ATTESTATO DI RISANAMENTO ESONERO DAI REATI DI BANCAROTTA

L’art. 48 co. 2-bis del DL 78/2010 ha introdotto una nuova disposizione di diritto

penale fallimentare, l’art. 217-bis L. fall., che esclude dai reati di bancarotta

fraudolenta preferenziale (art. 216 co. 3 L. fall.) e semplice (art. 217 L. fall.) le

operazioni compiute in esecuzione del piano attestato di risanamento, così

come dell’accordo di ristrutturazione dei debiti omologato e del

concordato preventivo.

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PIANO ATTESTATO, ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE E C.P. ELEMENTI COMUNI

q  È richiesto l’intervento di un professionista che attesti la veridicità dei dati aziendali di partenza del piano e la fattibilità (piano attestato di risanamento e concordato preventivo), del progetto proposto per la soddisfazione dei creditori;

q  i requisiti di nomina dell’attestatore sono i medesimi; q  la responsabilità del professionista incaricato: contrattuale nei confronti

della società debitrice, extracontrattuale verso i creditori, e i terzi in genere (ferma restando l’esimente di cui all’art. 2236 c.c.);

(segue)

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PIANO ATTESTATO, ACCORDO DI RISTRUTTURAZIONE E C.P. ELEMENTI COMUNI

q  esenzione dall’azione revocatoria fallimentare, nonché dai reati di bancarotta sia fraudolenta preferenziale che semplice, degli atti compiuti in esecuzione dei rispettivi piani. Il piano assume, quindi, rilevanza soltanto successivamente, se il debitore fallisce. Al ricorrere della suddetta ipotesi, è comunque esperibile, da parte del curatore, l’azione revocatoria ordinaria (art. 2901 c.c.), seppure maggiormente complessa: è, infatti, richiesta la consapevolezza non soltanto del debitore, ma anche del terzo destinatario dell’atto, di arrecare un pregiudizio ai creditori.

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REDAZIONE DEL PIANO DI RISANAMENTO

IPOTESI GENERALE DI STRUTTURA

q  Storia aziendale e motivi del dissesto;

q  situazione patrimoniale di riferimento;

q  criteri di valutazione utilizzati;

q  stima di attività, passività e eventuali proposte di acquisto di rami d’azienda o

assets della stessa;

q  business plan e flussi di cassa previsionali;

q  spese di gestione ed esecuzione del piano, sostenibilità ed eventuali

criticità.

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IL PROFESSIONISTA ATTESTATORE STRUTTURA DI ANALISI

RELAZIONE DI ATTESTAZIONE

Analisi della Società

Cause della Crisi

Analisi di Mercato e di settore FATTIBILITA’ DEL PIANO

VERIDICITA’ DEI DATI

ACTION PLAN

PIANO DI BUSINESS (CE/SP/CF) DATI DI PARTENZA

Essenzialità/Funzionalità

Economicità

Continuità Piano di risanamento

Ar t 67 LF. Pagamento creditori non aderenti (ar t 182 bis LF)

Miglior soddisfazione dei creditori (ar t 186Bis)

Concretezza della liquidazione (art 161 LF)

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LA DIAGNOSI DELLA CRISI

•  Necessità della diagnosi come nesso strumentale alla definizione della strategia di risanamento

•  Esplicitata espressamente nei piani di risanamento e verificata dall’attestatore

•  Cosa non è diagnosi: presa d’atto della criticità economica-finanziaria tramite analisi di bilancio

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Livello Corporate -  Assetto proprietario: finanza e imprenditorialità -  Assetto manageriale/organizzativo -  Portafoglio business -  Finanziaria: legame con business (rinvio) -  Situazioni eccezionali di natura esogena Livello business - Andamenti mercato ed errori di posizionamento competitivo - Perdita fattori vantaggio competitivo (leadership costo, differenziazione,

focalizzazione, risorse)

LA DIAGNOSI DELLA CRISI

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Fattori di rischio nella diagnosi –  Invarianza o meno del “vecchio” management –  Affidabilità dati bilancio e sistema controlli –  Disponibilità dati analitici –  Disponibilità dati rilevanti di fonte esterna –  Disponibilità piani economico-finanziari –  Turbolenza/stabilità del business

LA DIAGNOSI DELLA CRISI

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI E LA FATTIBILITÀ/ATTUABILITÀ DEL PIANO

La riforma della legge fallimentare del 2012 ha comportato, quale effe9o, chel’ogge9odell’a;vitàdelprofessionista incaricatopresen?elemen%comuniqualil’a9estazionedella:

A.   veridicitàdeida%aziendali

B.   fa6bilitàdelPiano

Innovazionediformaenondisostanza

laveridicitàdeida?eradifa9ogiàrichiestainprecedenza

interrelazioni tra le due dimensioni oggetto dell’attestazione

la“ragionevolezza”diunpianolorendecertamente“fa;bile”

attuabilità = fattibilità

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI

È contro il dettato normativo pretendere dall’attestatore: 1.  L’attestazione della completezza dei dati su cui si fonda il piano

estendendo il perimetro delle verifiche alla ricerca frodi che non compete all’attestatore ma al commissario

2.  La stima delle attività potenziali derivanti dalle azioni revocatoria e delle azioni che potenzialmente si potrebbe impostare contro amministratori sindaci quando le stesse non siano parte integrante del piano presentato

3.  La verifica della valutazione fatta nel piano vitale attività potenziali qualora le stesse siano previste utilizzando criteri differenti della massima potenzialità

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI

Perimetro di analisi: dati rilevanti ai fini dell’attuabilità del piano (SP più rilevante di CE) Particolare attenzione a:

•  Elementi di maggiore importanza in termini quantitativi (es. crediti rilevanti); •  Componenti del capitale circolante che produrranno flussi di cassa (es.

scorte, crediti, debiti, acconti); •  Elementi con profili di rischio elevato ai fini dell’attestazione (es. avviamenti

di assets da dismettere, Fondi rischi e oneri); •  Elementi di sospetto circa l’affidabilità delle operazioni di gestione (es.

operazioni con parti correlate

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LE ATTIVITÀ SVOLTE DAL PROFESSIONISTA

A6vità Marzo Aprile Maggio

Analisidell’incarico •  Acquisizionedelladocumentazione

•  Incontroconladirezioneaziendale

Verificadellaveridicitàdeida?aziendali

•  Esameacampionedeglielemen?proba?vichegius?ficanol’ammontaredellamaggiorpartedellevociespostenellasituazionepatrimoniale;

•  Esamedellepostedebitorie,effe9uataanchemedianteappositarichiestadiconfermadelsaldoaicreditori;

•  Esamedellaposizionedebitorianeiconfron?dell’erario;•  Valutazionedell’adeguatezzaedellacorre9ezzadeiprincipicontabiliu?lizza?;•  Valutazionedellaragionevolezzadelles?meeffe9uatedagliamministratori.

Verificadellafa;bilitàdelpiano

•  Esameeverificadellericerchedimercatoedeipianiprecedentementesviluppa?edanalisidellacoerenzatraquesteedilpianoa9uale

•  Esameeverificadellaragionevolezzadelleassunzionidibasedelpiano•  Esamedelleazionipropostenelpianoinbaseallostoricoopera?vodellasocietà•  Valutazionedelpianodideployment•  Analisidisensi?vitàpervalutareimpa9odelcambiamentodelleassunzionidi

base

Finalizzazionedell’a9estazione

•  Pianificazionedelmonitoraggio

•  Relazionedia9estazione

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI – IL PERIMETRO DELLE VERIFICHE

4.3.2. L’Attestatore deve verificare che le situazioni patrimoniali, economiche e finanziarie che rappresentano i dati di partenza del piano (“base dati contabile”) siano attendibili e in grado di fornire un quadro fedele della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’azienda, entro la quale sarà desumibile la più recente rappresentazione degli elementi del patrimonio aziendale. La verifica delle componenti di conto economico appare necessaria solo nei casi in cui i dati reddituali consuntivi costituiscano un elemento fondamentale posto alla base delle proiezioni di piano (certamente necessarie per un piano in continuità).

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI – IL PERIMETRO DELLE VERIFICHE

Art. 7.2.6. Nei principi di attestazione dei piani di risanamento è indicato che, con riferimento all’analisi della “base dati contabile” il professionista debba compiutamente relazionare e documentare le verifiche strumentali al giudizio sulla veridicità dei dati svolte sulle singole poste dell’attivo e del passivo. Art. 7.4.3. A tale fine si deve evidenziare: •  le tecniche di revisione utilizzate; •  le categorie di asserzioni indagate (esistenza, completezza, diritti e obblighi,

manifestazione, valutazione, misurazione, presentazione e informativa); •  l’estensione dei campioni osservati; •  I risultati ottenuti

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI

Non è giudizio professionale sui bilanci precedenti. •  Non è revisione legale, né revisione limitata sui dati di bilancio.

•  I principi di revisione forniscono le indicazioni sulle tecniche da utilizzare per la verifica dei dati aziendali; non vi è obbligo dell’utilizzo dell’intero “set” dei principi di revisione ma solo di quelli necessari per la dimensione/attività/rischi correlati alla società oggetto dell’attività di risanamento/ristrutturazione.

•  Verificare dati nella misura in cui rilevino per la predisposizione del piano

•  Verifica della base dati contabile articolata in base a dimensioni, assetto amministrativo e ambiente di controllo.

•  Scegliere se verifica diretta dei dati (anche se solo su base campionaria) e/o verifica di processo

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LA VERIDICITÀ DEI DATI AZIENDALI – VALUTAZIONE DEI ED UTILIZZO DEL LAVORO DEI TERZI

L’Attestatore deve valutare attentamente il rischio di errori significativi nella base dati contabile, al fine di impostare correttamente le proprie procedure di verifica Quindi deve individuare i conti significativi e determinare la strategia di revisione per ciascuno (approccio sui controlli o un approccio di sostanza). L’Attestatore deve verificare possibilità e modi d’uso di documenti e informazioni (test di conformità, test sostanziali) derivanti dall’internal audit o da altri revisori (p.es. il revisore legale), considerando:

•  Le criticità derivanti dai tempi per il rilascio dell’attestazione •  La mancanza di terzietà dei revisori interni •  La permanenza della propria responsabilità, anche se richiama lavoro di terzi

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IL RAPPORTO CON I REVISORI LEGALI

Pur considerata la diversa finalità tra l’attività di revisione legale e il lavoro di verifica della base dati contabile da parte dell’Attestatore, la collaborazione con i revisori legali e l’accesso alle risultanze dei loro controlli è auspicabile nell’interesse dell’azienda per consentire un più celere svolgimento dell’attività di verifica. Ciò vale in particolare per alcune procedure, quali la riconciliazione dei conti bancari, le verifiche su clienti e fornitori o le analisi sul magazzino che richiedono, di norma, tempi abbastanza lunghi. In tal caso l’Attestatore deve formulare apposita richiesta all’azienda circa l’intenzione di consultare le risultanze dei controlli del revisore legale e/o dialogare con tale soggetto in merito ai controlli svolti o da svolgere. Se tale richiesta non ha sostanziale soddisfazione, l’Attestatore deve menzionare tale fatto nella sua relazione e considererà tale impossibilità come un elemento che concorre a formare il giudizio sulla veridicità dei dati aziendali.

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Il processo di attestazione della base dati contabile è, di prassi, strutturato in quattro distinte fasi tra loro correlate: 1)  analisi di pianificazione (“Planning”);

2)  valutazione dei rischi e procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e valutati (“Risks evaluation”)

3)  svolgimento delle procedure di verifica pianificate (“Substantive testing”);

4)  completamento del processo di verifica (“Completion”).

L’ATTESTAZIONE DELLA VERIDICITÀ DELLA BASE DATI CONTABILE

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LA PIANIFICAZIONE DEL LAVORO

…definizione del piano generale di verifica dei dati aziendali ..

la conoscenza dell’impresa; la conoscenza della composizione dei

sistemi contabile e di controllo interno;

la pianificazione la conoscenza dei rischi e la loro significatività ai fini del piano di risanamento ;

attraverso: l’analisi la natura, la tempistica e l’ampiezza

delle procedure di attestazione; il coordinamento, la direzione, la supervisione e il riesame del lavoro gli altri aspetti..

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L’analisi di pianificazione include le seguenti attività: conoscenza dell’attività della Società in cui opera, delle condizioni economiche generali che la riguardano, dell’andamento finanziario e dei risultati economici conseguiti e previsti nonché l’analisi preliminare dei principi contabili applicati nella preparazione del bilancio di esercizio. La fase di valutazione del sistema dei controlli interni implementati dalla Società è volta ad una analisi delle procedure di contabilizzazione delle procedure di formazione del bilancio di esercizio.

L’ATTESTAZIONE DELLA VERIDICITÀ DELLA BASE DATI CONTABILE

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L’analisi di pianificazione e la fase di valutazione del sistema dei controlli interni implementati dalla società permette all’esperto attestatore di determinare le procedure di verifica da svolgere, su base campionaria, al fine di ottenere sufficienti elementi probativi per poter formulare un giudizio sull’attendibilità della base dati contabile e, quindi, completare il processo di attestazione. Fra le procedure pianificate saranno tra l’altro incluse, ove applicabili : •  la selezione e l’invio di lettere a terzi (clienti, fornitori, banche ed istituti finanziari,

eventuali società del gruppo, legali e consulenti fiscali, ecc.);

•  la verifica fisica delle consistenze di cassa e dei titoli in portafoglio.

L’ATTESTAZIONE DELLA VERIDICITÀ DELLA BASE DATI CONTABILE

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LE PROCEDURE DI REVISIONE IN RISPOSTA AI RISCHI IDENTIFICATI E VALUTATI

La pianificazione dell’attività di verifica dell’attestatore, che si svolge in una fase preliminare rispetto alla conclusione dell’operazione di risanamento/ristrutturazione, ha anche altri obiettivi, quali:

–  Procedere all’invio delle conferme esterne (cosiddette circolarizzazioni); –  Procedere alla pianificazione ed allo svolgimento dell’inventario fisico delle

rimanenze di magazzino e dell’inventario fisico dei cespiti.

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LA DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO

Forma e contenuto delle carte di lavoro L’espetto attestatore deve predisporre carte di lavoro che siano sufficientemente complete e dettagliate per permettere una comprensione globale della revisione

CONTENUTI MINIMI DELLE CARTE DI LAVORO

•  Pianificazione del lavoro

•  Natura del lavoro

•  Tempistica ed estensione delle procedure di verifica svolte e sui relativi esiti

•  Conclusioni formulate

•  Considerazioni dell’esperto attestatore su tutti gli aspetti significativi

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•  L’esperto attestatore deve documentare il proprio lavoro.

Deve documentare tutti gli aspetti e gli elementi probativi a sostegno del giudizio sul bilancio. Dalla documentazione si deve evincere che il lavoro è stato svolto in conformità ai principi di attestazione.

•  Le carte di lavoro possono essere predisposte su carta, film, supporti elettronici o altri mezzi.

•  La forma ed il contenuto delle carte di lavoro dipendono da numerosi fattori quali: tipologia del sistema contabile, natura e complessità dell’attività, …….

LA DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO

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•  Le carte di lavoro dell’attestatore non si distinguono tra permanenti (incarichi pluriennali) e correnti (come nella revisione legale).

•  La proprietà delle carte di lavoro è dell’esperto attestatore e devono essere conservate per un periodo minimo di 10 anni.

•  L’esperto attestatore deve adottare procedure per garantire la riservatezza e la sicurezza delle informazioni contenute nelle carte di lavoro.

LA DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO

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ELEMENTI PROBATIVI DELLA VERIFICA DELL’ATTESTATORE – UN’ANALISI COMPARATIVA CON I PRINCIPI DI REVISIONE DI RIFERIMENTO (ISA ITALIA)

500 Gli elementi probativi della revisione 501 Gli elementi probativi, considerazioni addizionali per casi specifici 505 Le conferme esterne 510 La verifica dei saldi d’apertura a seguito dell’assunzione di un nuovo incarico 520 Le procedure di analisi comparativa 530 Campionamento di revisione ed altre procedure di verifica con selezione delle

voci da esaminare 540 La revisione delle stime contabili 550 Le parti correlate 560 Eventi successivi 570 Continuità aziendale 580 Le attestazioni della direzione

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L’esperto attestatore deve acquisire sufficienti ed appropriati elementi probativi che gli consentano di trarre ragionevoli conclusioni, sulle quali fondare il proprio giudizio in merito al bilancio. Gli elementi probativi si ottengono da un’appropriata combinazione di procedure di conformità e procedure di validità. In alcune circostanze gli elementi probativi possono essere ottenuti interamente attraverso l’applicazione di procedure di validità

Per “elementi probativi” si intendono le informazioni che l’esperto attestatore ottiene per giungere a conclusioni che gli permettano di formulare il proprio giudizio professionale

ELEMENTI PROBATIVI DELLA VERIFICA DELL’ATTESTATORE

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le fonti documentali

Gli “elementi probativi” comprendono le registrazioni contabili

le informazioni di supporto aventi altra origine

ELEMENTI PROBATIVI DELLA VERIFICA DELL’ATTESTATORE

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ELEMENTI PROBATIVI DELLA VERIFICA DELLA BASE DATI CONTABILE

“procedure di conformità” (…..)

si intendono esami svolti al fine di acquisire gli elementi probativi sull’adeguatezza della progettazione e sull’efficace funzionamento dei sistemi contabile e di controllo interno

"procedure di validità" (…….)

si intendono esami svolti al fine di acquisire gli elementi probativi per individuare significativi errori nel bilancio, esami che sono di due tipi: (a) verifiche di dettaglio sulle operazioni e sui saldi di bilancio; (b) procedure di analisi comparativa.

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RIMANENZE

2012200E-1400E-2600E-3

2011X.XXXX.XXXX.XXX

MaterieprimeSemilavora?Prodot?fini?

TOT.RIMANENZE 1200SP.A

ESTATOPATRIMONIALEATTIVO

2012X.XXXBX.XXXCX.XXXD1.200EX.XXXFX.XXXGX.XXXH

2011X.XXXX.XXXX.XXXX.XXXX.XXXX.XXXX.XXX

Imm.immat.Imm.mat.Partecipaz.RimanenzeCredi?com.AltricreditiLiquidità

TOT.ATTIVO X.XXX X.XXX

SP.A

RIMANDOALSOTTOFOGLIODIDETTAGLIO

RIMANDOALSOVRAFOGLIODISINTESI

DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO DI ATTESTATORE CLASSIFICARE LE CARTE DI LAVORO SEZIONALI

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RIMANENZE

2012200E-1400E-2600E-3

2011X.XXXX.XXXX.XXX

MaterieprimeSemilavora?Prodot?fini?

TOT.RIMANENZE 1200SP.A

E

DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO DI ATTESTAZIONE CLASSIFICARE LE CARTE DI LAVORO SEZIONALI

RIMANENZEMaterieprime

201220E-1.1XXXXXXXXX

codice1codice2codice3codicen

TOT.RIMANENZE 200E

E-1

RIMANENZESemilavora%

201240E-2.1XXXXXXXXX

codice61codice62codice63codice6n

TOT.RIMANENZE 400E

E-2

RIMANENZEProdot%fini%

201230E-3.1XXXXXXXXX

codice81codice82codice83codice8n

TOT.RIMANENZE 600E

E-3

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RIMANENZEMaterieprime

201220E-1.1XXXXXXXXX

codice1codice2codice3codicen

TOT.RIMANENZE 200E

E-1

RIMANENZESemilavora%

201240E-2.1XXXXXXXXX

codice61codice62codice63codice6n

TOT.RIMANENZE 400E

E-2

RIMANENZEProdot%fini%

201230E-3.1XXXXXXXXX

codice81codice82codice83codice8n

E-3

RIMANENZEMaterieprimeAnalisicodice1

Quan?tàall’inventarioCostounitarioValore

40✓0,5v 20E-1¢

✓=okverificatoduranteinventariov =okcostounitariodafattura¢ =okcalcoli

E-1.1

RIMANENZESemilavora%Analisicodice61

Quan?tàall’inventarioCostounitarioValore

20✓2v 40E-2¢

✓=okverificatoduranteinventariov =okcostounitariodafattura¢ =okcalcoli

E-2.1

RIMANENZEProdot%fini%Analisicodice81

Quan?tàall’inventarioCostounitarioValore

10✓3E-3.1.130E-3¢

✓=okverificatoduranteinventario

E-3.1

RIMANENZEProdot%fini%Analisicodice81SCHEDACOSTOUNITARIOmateriaprimalavorodire9ocostostabilimentoTOTALE

0,4✓2,5v 0,1¢ 3,0E-3.1

✓=okconcostoeconsumom.p.v=okconmetodoproduzione

E-3.1.1

¢=okcalcoliTOT.RIMANENZE 600E ¢=okcalcoliripartizionecos?stab.12

DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO DI ATTESTAZIONE CLASSIFICARE LE CARTE DI LAVORO SEZIONALI

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MOTTURA TRON - D

OTTORI COMMERCIALISTI ASSOCIATI

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Le carte di lavoro possono essere: - esame fisico; - ricalcolo; - documentazione; - conferma; - verifiche di coerenza (analytical procedures); - colloqui; - Osservazione. Il loro livello di affidabilità può essere cosi sintetizzato:

ELEMENTI PROBATIVI DELLA VERIFICA DELLA BASE DATI CONTABILE

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LA FATTIBILITÀ DEL PIANO: ASPETTI DI SINTESI

Le direttrici di analisi del piano devono vertere su:

A.   Il processo di formazione del piano

B.   La ragionevolezza delle assunzioni e dei flussi attesi;

C.   Il rischio di “execution” del piano medesimo

Dovrà essere prestata particolare attenzione sui REQUISITI del piano:

attendibilità

coerenza

sostenibilità finanziaria

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•  Valutazione della strategia di risanamento

•  Valutazione del programma di azione (action plan)

•  Verifica delle ipotesi

•  Verifica dei dati di piano

•  Analisi di sensitività e stress test

L'ANALISI SULLA FATTIBILITÀ/ATTUABILITÀ DEL PIANO

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VALUTAZIONE DELLA STRATEGIA DI RISANAMENTO

•  Significativa discontinuità rispetto ai fattori che hanno determinato la crisi.

•  Analisi degli elementi alla base del miglioramento delle marginalità operative.

•  Individuazione delle condizioni necessarie per l’implementazione della strategia di risanamento (stipulazione accordi fornitori, dismissione di attività, acquisizione nuova finanza).

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IL PIANO DI RISANAMENTO: PERIMETRO DI RIFERIMENTO

Fasi per la predisposizione di un piano di risanamento:

A.  Ricerca delle cause della crisi

B.  Definizione delle strategie

C.  Valutazione preliminare comparata delle “exit strategies” dalla crisi: risanamento, cessione o liquidazione

D.  Determinazione delle assunzioni e dei flussi attesi

E.  Il rischio di “execution” del piano medesimo e stress test

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ANALISI STRATEGICA

PUNTI DI FORZA

1.  Marchi aziendali utilizzati 2.  Competenze di prodotto 3.  Relazioni con clienti primari 4.  Ciclo produttivo snello 5.  …

OPPORTUNITA’ 1.  Esistenza di un mercato potenziale

consistente ed in crescita 2.  Importante capacità produttiva 3.  Sviluppo di sinergie 4.  Innovazione di prodotto 5.  …

PUNTI DI DEBOLEZZA 1.  Dimensione forza vendita 2.  Scarsità mezzi finanziari 3.  Penetrazione geografica 4.  Sottoutilizzo di alcune linee di produzione 5.  …

MINACCE 1.  Assenza di barriere all’ingresso

significative 2.  Difficoltà di accesso alle fonti di

finanziamento 3.  …

SWOT ANALYSYS

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LA VERIFICA DELLA COERENZA INTERNA ED ESTERNA (RAGIONEVOLEZZA)

COERENZA ESTERNA:

•  Variabili macroeconomiche

•  Dinamiche di settore

•  Contesto tecnologico

•  Contesto normativo

COERENZA INTERNA:

• Punti di forza / debolezza dell’azienda

• Dati storici

• Analisi dei costi fissi e variabili

• Calcolo del break even point

• Analisi dei rendiconti finanziari

•  Comprensione del funzionamento dell’economia dell’azienda

•  Confronto fra dati storici e dati previsionali (discontinuità)

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LA VERIFICA DELLA COERENZA STRATEGICA E DELLE ASSUNZIONI QUANTITATIVE (RAGIONEVOLEZZA)

Intenzioni strategiche

Azioni programmate

Disponibilità risorse

finanziarie

Dati nel piano (key value

drivers)

COERENZA STRATEGICA (qualitativa)

CORRETTEZZA ASSUNZIONI

(quantitativa)

INTERVENTI: •  Scelte strategiche commerciali •  Scelte strategiche produttive •  Sostituzioni nel management •  Assets da dismettere

ENFASI SU ASSUNZIONI CRITICHE E FATTORI DI RISCHIO:

•  prosecuzione dell’attività d’impresa con fornitori (creditori) preesistenti; •  valore di dismissione assets; •  fatturati e margini prospettici.

ASSUNZIONI QUANTIATIVE: 1.  Ragionevolmente realizzabili, prudenti 2.  Affidabili, fondate su informazioni esterne attendibili 3.  Dimostrabili, coerenti con rapporti contrattuali

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VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO

•  Traduzione del piano in un programma di intervento con azioni da realizzare e tempi di esecuzione.

•  A titolo esemplificativo:

•  investimenti da effettuare; •  impatto organizzativo (business model, management, organico aziendale, aree

geografiche, canali distributivi, assetto commerciale); •  interventi sul portafoglio prodotti/servizi/brand •  azioni da implementare per mutare la clientela di riferimento.

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VERIFICA DELLE IPOTESI

•  Analisi di causalità tra strategie e risultati economico-finanziari attesi. •  Analisi di coerenza interna e delle motivazioni a fondamento di eventuali

scostamenti. •  Analisi di coerenza esterna ed elementi di riscontro attivo attendibili (rapporti di

istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, Università, note società di ricerca e di consulenza).

•  Esempi di incoerenze:

–  crescita delle vendite in scenari di riduzione della domanda; –  rafforzamento di un marchio con modesti investimenti;

–  lancio di prodotti in tempi troppo brevi.

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ISAE 3400

•  ISAE 3400 «The Examination of Prospective Financial Information» emesso dall’IFAC:

•  previsioni (forecast) informazioni prospettiche basate su best estimate assumption, ovvero assunzioni normali relative a eventi futuri che il management reputa ragionevolmente realizzabili;

•  proiezioni (projection)

informazioni basate su hypotetical assumption, ovvero assunzioni ipotetiche non supportate da dati storici ma relative ad eventi futuri ed azioni che potrebbero non verificarsi.

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PREVISIONI

Esempi di previsioni: •  cessione di un asset non strategico regolata da un contratto preliminare; •  costi aziendali derivanti da rapporti obbligatori continuativi (personale dipendente,

somministrazione, contratti di leasing); •  serie storiche aziendali (vendite basate su ordini acquisiti o su dinamiche di mercato

consolidate, tempi d’incasso da clienti con cui si hanno relazioni di lunga data); •  dati macroeconomici attesi (costo materie prime e tassi d’interesse).

Esempi di proiezioni: •  Ricavi attesi derivanti da un futuro riposizionamento del prodotto o del brand o dallo

sviluppo in nuovi mercati geografici. •  Risparmi di costi generati da azioni di riorganizzazione interna (rinegoziazione dei rapporti di

fornitura, significativa riduzione del magazzino, internalizzazione/esternalizzazione fasi processo produttivo, ridefinizione dell’organizzazione commerciale).

•  Elementi di supporto possono essere la conoscenza del settore e dei mercati di sbocco, nonché la capacità di programmazione dimostrata (grado di raggiungimento di obiettivi pregressi).

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PREVISIONI E PROIEZIONI

Le “proiezioni” nell’ISAE 3400 sono intese come assunzioni che non necessariamente sono attese verificarsi e che non sono dimostrabili con elementi oggettivi. L’attività di attestazione della fattibilità del piano, invece, deve rispondere a scenari di tipo “what if”: ne deriva il ritenersi che le attestazioni dei piani di risanamento debbano basarsi essenzialmente su “previsioni” (forecasts) e non su “proiezioni” (projections). Infatti, la funzione di garanzia dell’attestazione, nei confronti di tutti i soggetti interessati, così come la peculiarità della situazione di crisi aziendale, rispetto ad altre situazioni di utilizzo di piani, impongono che le assunzioni del piano, ancorché di incertezza elevata, si basino su elementi oggettivi e dimostrabili dunque, sarà compito dell’attestatore verificarle, motivando conseguentemente il suo giudizio di realizzabilità

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PREVISIONI E PROIEZIONI

L’attenzione e il livello di approfondimento del professionista attestatore dovranno essere tanto più alti quanto maggiore è il ricorso a hypotetical assumption nella predisposizione dei dati previsionali. Ne deriva in senso logico, data la già citata funzione di garanzia dell’attestazione nei confronti dei creditori, che il piano di risanamento non debba contenere obiettivi estremamente sfidanti e con ridotte probabilità di successo, affinché possa essere considerato attestabile. Tale riflessione è importante per assicurare il corretto utilizzo delle procedure di crisi da parte dell’imprenditore, che intendono bilanciare l’incentivo distorto dell’imprenditore a sovrainvestire in iniziative eccessivamente rischiose, ribaltando sui soggetti creditori gli effetti di eventuali insuccessi.

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PREVISIONI E PROIEZIONI ED ATTESTAZIONE

Tale attenzione, nell’ottica di rispetto del principio di diligenza dell’attestatore nell’espletare la propria attività, dovrà contemplare sia l’individuazione di eventuali rischi latenti, sia la conseguente ragionevole stima dell’entità delle passività potenziali da questi derivanti, sia l’inclusione delle quantificazioni effettuate nell’ambito del piano e quindi la ricerca della copertura finanziaria delle stesse. Perché un piano sia attendibile è necessario che siano formulate ipotesi ragionevoli con riferimento alla quantificazione delle passività. L’esperto potrà valutare ed apprezzare il rischio insito nel piano attraverso analisi di sensitività e di scenario, in modo da porre ad opportuna verifica la sensibilità dei risultati finali rispetto alle assunzioni fondamentali su cui essi si fondano. La completezza informativa del piano di risanamento e delle assunzioni su cui si basa è posto alla base di una omologazione dello stesso; nella sopra citata sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione si afferma, infatti, che “agli eventuali difetti di informazione circa le condizioni di fattibilità del piano consegue il rigetto della domanda”

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LIMITARE IL RISCHIO DI “EXECUTION” DEL PIANO

Elaborare un piano industriale, sia di sviluppo sia di risanamento, non è impresa complessa se si seguono gli standard previsti e facilmente reperibili nella letteratura specializzata (libri, manuali, web, ecc.). Spesso, tuttavia, i piani industriali, assolutamente “credibili” nella loro formulazione, nella fase di realizzazione non mantengono le promesse enunciate. È necessario, infatti, elaborare e pianificare specifici contingency plan per mitigare adeguatamente i rischi di default espressi dalla sensitivity & stress analysis, ma anche pianificare molto in dettaglio il processo operativo che sosterrà la gestione di business performance review (Gap Analysis) durante la realizzazione del piano stesso. In particolare andrà prevista:

•  una specifica fase deployment e monitoraggio; •  l’identificazione dei KPI critici (attraverso la sensitivity & stress analysis) i quali,

ricondotti a termini operativi, permettono di identificare ed allocare le responsabilità (accountability) per la costruzione dei piani di contingency.

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FATTIBILITÀ DEL PIANO E “EXECUTION”: FATTORI QUALITATIVI (ASPETTI ORGANIZZATIVI E DI PROCESSO)

Lo specifico impianto organizzativo è costituito dai cosiddetti “organization design elements” : •  le competenze (people & skills); •  il lavoro (task & job description); •  la struttura organizzativa (organization chart); •  il processo decisionale e le deleghe di autorità (decision-making); •  il sistema informativo e di reporting (information); •  il sistema di retribuzione basato sui risultati (rewarding system). Il cambiamento organizzativo necessario per realizzare con successo il piano industriale deve, quindi, essere ben descritto all’interno del piano stesso con un livello di dettaglio adeguato, che rappresenti, quindi, con il minor margine di dubbio possibile, le zone di specifiche assunzioni di responsabilità (accountability) delle azioni definite per governare e gestire l’impresa verso un rinnovato equilibrio aziendale.

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L’INDIVIDUAZIONE DEI KPI

Una pianificazione che vuole essere sostenibile dovrà, quindi, individuare gli indicatori di performance (KPI), anche attraverso un’analisi di benchmarking, specificamente destinati a monitorare i principali fattori critici di successo necessari a operare con successo in ogni fase del Business Model aziendale. I KPI possono essere sia di tipo economico, sia di tipo fisico, piuttosto che indicatori quali-quantitativi di diversa natura.

KPI Piano

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LIMITARE IL RISCHIO DI “EXECUTION” DEL PIANO

•  ANALISI DI SENSITIVITÀ

–  profilo industriale (es. fatturato, ebitda margin, capex) –  profilo finanziario (es. ciclo monetario, variazione tassi)

•  STRESS TEST

–  considerazione di scenari alternativi –  resistenza del piano rispetto alla rottura dei covenant

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VERSO LA RICERCA DELL’EQUILIBRIO

Dovrà essere svolta: •  una gap analysis sul “business”, che normalmente si articola attraverso i Key Performance

Indicators (KPI) di natura economica, finanziaria e patrimoniale, come ad esempio: ü  Driver di fatturato ü  Condizioni di incasso e pagamento ü  Costo del personale ü  Costi generali ü  Gestione degli insoluti ü  Posizione finanziaria ü  Ecc.

•  Una gap analysis “organizzativa” necessaria per identificare i “deficit” di capacità e competenze relativi ai “requirement” del piano stesso: in sintesi, il piano d’azione, che esprime le modalità con cui si raggiungerà un migliorato livello di performance, non è altro che un sistema di rappresentazione di “Delta-KPI” e “Delta-Organization”.

Uno schema di Delta-Performance di valenza operativa, ben strutturato e segmentato al massimo livello di dettaglio possibile, può essere utilizzato come strumento efficacie per l’allocazione delle risorse, garantendo così il giusto focus, le richieste capacità e competenze per il livello di complessità oggetto della sfida del piano industriale.

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

SENSITIVITY ANALYSIS

L’analisi di sensitivity del piano “base” consentirà, oltre ad immaginare scenari di “rottura” del piano, anche gli scenari di “delta-performance” che dovranno essere oggetto di verifica di deployment e di attento monitoraggio da parte del management aziendale al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi di risanamento contenuti nel piano stesso.

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO 1

Variabilichiave Scenario1

Economiche

Ricavi-2013:perditadel3%subaseannuasucanalede9aglioecirca50%suordiniancoradaacquisire-2014:perditadeldoppiodeldecrementodelmercato(-1,7*2)sutu;icanalitranneGDOeProge;speciali.Proge;specialinonrealizzazionedel10%deiricavi

COGS -2014:icos?sonorimas?invaria?invaloreassolutoipo?zzandounariduzioneavolumi(perriduzionefa9urato)compensatadall'incrementodeiCOGS

Finanziarie

Incassi -2013:insolu?rispe;vamente40%suRi.Ba.E90%suRimessaDire9a-2014e2015:come2013

Baddebts -2014:insolu?nonrecupera?(perditesucredi?)dal3%al10%

CFSinte%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 3.933.525 4.107.841 5.046.234

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.193.789 2.474.449 4.005.080

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -5.358.795 301.992 -557.802

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) 141.205 443.198 -114.604

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO 2

Variabilichiave Scenario2

Economiche

Ricavi-2013:perditadel3%subaseannuasucanalede9aglioecirca50%suordiniancoradaacquisire-2014:perditadeldoppiodeldecrementodelmercato(-1,7*2)sutu;icanalitranneGDOeProge;speciali.Proge;specialinonrealizzazionedel10%deiricavi

COGS -2014:icos?sonorimas?invaria?invaloreassolutoipo?zzandounariduzioneavolumi(perriduzionefa9urato)compensatadall'incrementodeiCOGS

Finanziarie

Incassi -2013:insolu?rispe;vamente40%suRi.Ba.E90%suRimessaDire9a-2014e2015:come2013

Baddebts -2014:insolu?nonrecupera?(perditesucredi?)dal3%al5%

CFSinte%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 3.933.525 4.378.158 5.412.583

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.193.789 2.744.767 4.371.429

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -5.358.795 572.310 -191.453

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) 141.205 713.515 522.062

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SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO 3

Variabilichiave Scenario3

Economiche

Ricavi-2013:perditadel3%subaseannuasucanalede9aglioecirca50%suordiniancoradaacquisire-2014:perditadeldoppiodeldecrementodelmercato(-1,7*2)sutu;icanalitranneGDOeProge;speciali.Proge;specialinonrealizzazionedel10%deiricavi

COGS -2014:icos?sonorimas?invaria?invaloreassolutoipo?zzandounariduzioneavolumi(perriduzionefa9urato)compensatadall'incrementodeiCOGS

Finanziarie Incassi

Baddebts -2014:insolu?nonrecupera?(perditesucredi?)dal3%al5%

CFSinte%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 4.541.675 3.898.276 5.084.821

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.801.938 2.264.884 4.043.668

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -4.750.645 92.427 -519.215

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) 749.355 841.782 322.567

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SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO 4

Variabilichiave Scenario4

Economiche

Ricavi-2013:perditadel3%subaseannuasucanalede9aglioecirca50%suordiniancoradaacquisire-2014:perditadeldoppiodeldecrementodelmercato(-1,7*2)sutu;icanalitranneGDOeProge;speciali.Proge;specialinonrealizzazionedel10%deiricavi

COGS -2014:icos?sonorimas?invaria?invaloreassolutoipo?zzandounariduzioneavolumi(perriduzionefa9urato)compensatadall'incrementodeiCOGS

Finanziarie

Incassi -2013:insolu?rispe;vamente40%suRi.Ba.E90%suRimessaDire9a-2014e2015:come2013

Baddebts

CFSinte%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 3.933.525 4.504.530 5.677.727

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.193.789 2.871.139 4.636.574

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -5.358.795 698.682 73.691

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) 141.205 839.887 913.579

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SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO R1

Variabilichiave ScenarioR1

Economiche

Ricavi Perditadel20,50%sulcanalede9aglio,2,5%sulcanaleGDO,10%suPGTe5%sualtricanalipertu9ol'arcodipiano

COGS

Finanziarie Incassi

Baddebts

CFSinte%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 3.778.384 2.658.060 4.042.647

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.038.648 1.024.668 3.001.493

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -5.513.936 -1.147.789 -1.561.389

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) -13.936 -1.161.725 -2.723.114

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

SENSITIVITY ANALYSIS – SCENARIO R2

Variabilichiave ScenarioR2

Economiche

Ricavi

COGS

Finanziarie

Incassi -2013-2014-2015:insolu?rispe;vamente37%suRi.Ba.E90%suRimessaDire9a

Baddebts -2013-2014-2015:insolu?nonrecupera?(perditesucredi?)dal3%al10%

CFSinten%co 2013 2014 2015

FLUSSODICASSAOPERATIVO 3.758.294 4.116.779 5.564.421

FLUSSODICASSAASERVIZIODELLAGESTIONEFINANZIARIA 4.018.558 2.483.388 4.523.268

TOTALEAREAFINANZIARIA -9.552.584 -2.172.457 -4.562.882

FLUSSODICASSANETTO -5.534.026 310.931 -39.615

DISPONIBILITA'DICASSA(progressivo) -34.026 276.905 237.290

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DEPLOYMENT

Una volta che il piano industriale (di risanamento), nelle sue assunzioni di base e nelle simulazioni di Analisi di Sensitività – variazione di KPI Economico-Finanziari-Organizzativi –, ha espresso, con chiarezza e dettaglio, tutte le azioni che l’azienda dovrà perseguire affinché siano raggiunti gli obiettivi sottostanti la performance economica, finanziaria e patrimoniale attesa, è necessario avviare la fase di Deployment e Monitoring.

Il Deployment è composto di tre momenti critici:

•  la condivisione con tutta l’azienda (e gli stakeholders) dei contenuti del piano;

•  l’assegnazione delle responsabilità (nominative) dei piani d’azione;

•  l’avvio della produzione delle scorecard dei KPI critici.

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

DEPLOYMENT

Ai fini di un corretto Deployment e Monitoraggio andranno previste delle scorecard relative ai KPI critici per avere una grande visibilità e misurabilità della performance attuale e prevista. Un “cruscotto di controllo” che consentirà al management aziendale di avere modo di poter controllare, periodicamente, il corretto adempimento delle azioni previste nel piano al fine del raggiungimento degli obiettivi posti. Gli elementi più importanti della scorecard sono due: •  la corretta definizione dei target; •  la corretta definizione della frequenza di misurazione/lettura. I livelli “soglia” andranno identificati attraverso l’analisi di sensitivity, ad esempio: •  il primo che identifica il livello di “guardia” oltre il quale il business è a rischio, •  il secondo che identifica il vero e proprio livello di “rottura/default”. La zona tra il valore di guardia e il valore di rottura/default, ossia la zona di alto stress, deve essere progettata coerentemente con la capacità e velocità di reazione dell’organizzazione. Il Delta-KPI, per essere ripristinato nel range dei valori corretti, richiederà l’esecuzione di specifiche azioni (cosiddette “contingency”) che l’organizzazione realizzerà con un certo ritardo rispetto alla Delta-KPI, e tale ritardo non deve essere superiore al tempo di “deriva” del KPI verso la soglia di rottura/default.

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DEPLOYMENT ALPHA SpA - KPI Scorecard – Sanity Threshold for Restructuring

Indici d’indebitamento Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore corretto 2011 2012 2013e 2014p

Indice di autonomia finanziaria Cp / (Ct + Cp) Evidenzia la misura in cui il capitale di rischio finanzia gli investimenti aziendali. Cp / (Ct + Cp) > 0,5 0,17 0,14 -0,05

Quoziente di Indebitamento Ct / Cp Evidenzia la misura in cui il capitale di rischio finanzia gli investimenti aziendali. Ct / Cp > 1 4,78 6,06 -21,69

Indebit.Finanz. della Marginalità OOFF / EBITDA Evidenzia la misura in cui l'autofinanziamento copre gli Oneri Finanziari. OOFF / EBITDA < 4-5% 47,94% 100,69% -17,88%

Incidenza Indebit. Su Fatturato OOFF / V Misura l'incidenza dell'indebitamento (OOFF) sul Fatturato (V). OOFF / V < 2-3% 3,59% 3,84% 3,33% Indice di Autofinanziamento PFN / EBITDA Evidenzia la misura in cui l'autofinanziamento sostiene l'Indebitamento PFN. PFN / EBITDA < 3-5 8,74 16,58 -3,64

Rischio di Insolvenza PFN / Patr.Netto Evidenzia la misura del rischio di insolvenza. 1.5 < PFN / Patr.Netto < 2 2,94 3,46 -13,96

Indice di indebitamento (leverage) Ci / Cp Evidenzia la misura in cui il capitale di rischio finanzia gli investimenti aziendali.

Ci / Cp > 1 5,78 7,06 -20,69 Partendo da un valore teorico di 1, che denota la presenza di investimenti finanziati integralmente dai mezzi propri, tale indice, noto anche come “leva finanziaria”, assume valori crescenti all’aumentare della dipendenza finanziaria da terzi.

Indici di solidità Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore corretto 2011 2012 2013e 2014p

Quoziente di autocopertura delle immobilizzazioni Cp / I Evidenzia la misura in cui gli impieghi durevoli risultano essere finanziati mediante mezzi propri. Cp / I ≈ 1 0,54 0,46 -0,11

Quoziente di copertura delle immobilizzazioni (Cp + Pc) / I Evidenzia la posizione di equilibrio strutturale nella composizione del patrimonio aziendale. (Cp + Pc) / I > 1 1,25 2,03 0,94

Margini di solidità Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore corretto 2011 2012 2013e 2014p

Margine di struttura essenziale Cp – I Evidenzia la misura in cui gli impieghi durevoli risultano essere finanziati mediante mezzi propri. Cp – I > 1 -36.417.359 -12.176.388 -23.572.014

Margine di struttura globale Pc + Cp – I

Evidenzia la situazione di equilibrio o di disequilibrio finanziario della struttura aziendale.

Pc + Cp – I > 0 5.988.041 10.169.163 -1.226.451 In particolare, è presente una posizione di equilibrio strutturale nell’ambito della composizione del patrimonio aziendale laddove:

- vi sia prevalenza del capitale proprio su quello di credito a medio/lungo termine;

- il margine positivo sia tale da garantire la copertura sia delle disponibilità che di una parte

delle liquidità differite.

Indici di liquidità Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore corretto 2011 2012 2013e 2014p

Quoziente di disponibilità (current test ratio) Ab / Pb Evidenzia la capacità di soddisfare gli impegni a breve termine mediante tutte le fonti di pari durata. Indice non molto significativo per la valutazione della situazione di liquidità a causa dell’influenza esercitata dalle disponibilità del magazzino.

1,5 < Ab/Pb < 2 1,13 1,26 0,96

Quoziente di liquidità (Ld + Li) / Pb Evidenzia la capacità di far fronte agli impegni di breve termine mediante le liquidità disponibili. (Ld + Li) / Pb > 1 0,39 0,38 0,37

Quick ratio (acid test ratio) Li / Pb Evidenzia la capacità di far fronte alle uscite correnti mediante le liquidità immediatamente disponibili. Li / Pb > 0.7 - 1 0,01 0,01 0,01

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DEPLOYMENT

ALPHA SpA - KPI Scorecard – Sanity Threshold for Restructuring

Margini finanziari Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore

corretto 2011 2012 2013e 2014p

Margine di tesoreria (Ld + Li) - Pb Evidenzia la capacità di far fronte agli impegni di breve termine mediante le liquidità disponibili. (Ld + Li) – Pb > 0 -27.187.98

0 -24.529.0

67 -18.179.011 Un valore negativo denota la presenza di difficoltà finanziarie nel breve termine.

Capitale Circolante Netto (Margine di Disponibilità) Ab – Pb

Evidenzia l’attitudine dell’impresa a far fronte autonomamente agli impegni finanziari di breve periodo, nonché la situazione di equilibrio o di disequilibrio finanziario della struttura aziendale, sia di breve che di medio periodo. Il capitale circolante netto, infatti, coincide con il margine di struttura globale, ossia, data l’equazione patrimoniale A = P + N:

(Ab – Pb) > 0 5.988.041 10.169.163 -1.226.451

Ab + I = Pb + Pc + Cp da cui si ottiene:

Ab – Pb = Pc + Cp – I Pertanto, se Ab – Pb > 0, allora anche Pc + Cp – I > 0 e dunque Pc + Cp > I. Ne consegue che, tenuto conto del fatto che il capitale circolante netto risulta essere pari alla quota di attività correnti finanziata mediante fonti permanenti, il medesimo segnala: - la presenza di una situazione di equilibrio finanziario laddove Ab – Pb > 0; - la presenza di una situazione di disequilibrio finanziario laddove Ab – Pb < 0, risultando gli impieghi durevoli finanziati mediante passività correnti (Pc + Cp < I).

Indici di rotazione Modalità di calcolo Chiave di lettura Valore

corretto 2011 2012 2013e 2014p Rotazione del capitale investito V / Ci Indica il numero di volte in cui il capitale investito torna in forma liquida per effetto

dei ricavi di vendita (V = Ricavi netti di vendita). V / Ci > 1 0,78 0,78 0,99

Rotazione dell’attivo circolante V / Ab Indica il numero di volte in cui il capitale investito nei cicli di breve termine si ritrasforma in liquidità. V / Ab > 1 1,14 1,13 1,75

Rotazione del magazzino V / Dm Evidenzia il turnover, ossia la velocità di trasformazione in liquidità, dunque di rinnovo, del capitale investito nelle scorte. V / Dm > 1 1,73 1,60 2,87

Rotazione dei crediti commerciali Ft di vendita Evidenzia la velocità di rinnovo nel corso dell’esercizio dei crediti

commerciale, strettamente correlata alle politiche di vendita adottate dall’impresa. > 1 3,77 4,94 5,45 Cred. Comm.li

Indici di durata Modalità di calcolo Chiave di lettura 2011 2012 2013e 2014p

Giacenza media del magazzino (Dm / V) x 365 Evidenzia il tempo medio di permanenza delle scorte, ovvero il numero medio di giorni che intercorrono tra il momento di entrata e quello di uscita dal magazzino dei beni che ne fanno parte. 211 228 127

Durata media dei crediti commerciali Cred. Comm.li x

365 Evidenzia la durata media delle dilazioni concesse alla clientela, ovvero il tempo medio di incasso. 90 69 61 Ft di vendita

Durata media dei debiti commerciali Deb. Comm.li x

365 Esprime la dilazione media di pagamento dei debiti commerciali. 98 119 72 Ft di acquisto

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DEPLOYMENT

ALPHA SpA - KPI SANITY CHECK - UPGRADING MAP KPI Formula

Positività Negatività 2011 2012 2013 2014 AZIONI DI MIGLIORAMENTO

(Equilibrio) (Disequilibrio) Consuntivo Consuntivo Estimate Piano Breve Termine Medio - Lungo Termine

SOLI

DITÀ

PAT

RIMO

NIAL

E / L

IQUI

DITÀ

Indice di Struttura Corrente Attivo Circolante / Passività a B/T > 1 < 1 1,13 1,26 0,96 - Ridurre PFN a B/T - Ridurre Durata Ciclo Monetario - Consolidare il Debito Finanziario

Indice di Liquidità Secca (Liquidità Imm. + Differite) / Passività a B/T ≥ 1 < 1 0,39 0,38 0,37

Copertura Immobilizzazioni Tecniche Capitale Proprio / Attività Immobilizzate ≈ 1 ≈ 0 0,54 0,46 -0,11

- Non distribuire Dividendi per incrementare il Patrimonio Netto attraverso l'autofinanziamento - Aumentare il capitale Sociale

- Richiedere ai soci l'eventuale versamento dei decimi residui

Posizione Finanziaria Netta a B/T Attività Finanziarie a B/T - Passività Finanziarie a B/T Δ ≥ 0 Δ ≤ 0 -20.898.20

4 -12.836.30

3 -10.686.57

5 - Aumentare il Cash Flow - Ridurre i Debiti Finanziari Correnti

- Ridurre il Capitale Circolante Netto Operativo (Indice di Durata)

Posizione Finanziaria Netta a M-L/T Attività Finanziarie a M-L/T - Passività Finanziarie a M-L/T Δ ≥ 0 Δ ≤ 0 -16.752.07

0 -22.345.55

1 -22.345.56

3 - Ridurre il Capitale Investito Netto Operativo - Ridurre i Debiti Finanziari a M-L/T

- Aumentare i Debiti Spontanei relativi alla gestione operativa

REDD

ITIV

ITÀ

R.O.E. Risultato Netto / Capitale Proprio

> rendimenti alternativi < rendimenti alternativi

0,29% -26,04% 565,77%

- Migliorare il risultato della Gestione Accessoria - Aumentare il R.O.I.

> esercizi precedenti < esercizi precedenti - Negoziare migliori condizioni sui

Finanziamenti a B/T

- Ridurre la PFN Complessiva

- Migliorare Onerosità Finanziamenti a M-L/T

R.O.I.op. Risultato Operativo Caratt. / Cap. Investito Caratt.Netto

> esercizi precedenti < esercizi precedenti

4,79% 0,39% -34,98%

- Migliore efficienza d'impiego dei fattori produttivi

- Adottare Strategie di Costo o Differenziazione per migliorare la redditività > principali

concorrenti < principali concorrenti - Incrementare il Turn-Over (volumi di vendita a parità di capitale investito)

INDE

BITA

MENT

O

Indice di Indebitamento in senso stretto Capitale Terzi / Capitale Netto ≤ esercizi

precedenti ≥ esercizi precedenti 4,78 6,06 -21,69 - Ridurre PFN a B/T - Ridurre la PFN Complessiva

- Aumentare il Grado di Capitalizzazione

Copertura Oneri Finanziari Risultato Operatvo Caratt. / Oneri Finanziari

> 1 < 1 -1,17 -0,08 6,51

- Ridurre PFN Complessiva

≥ esercizi precedenti < esercizi precedenti - Ridurre Onerosità Finanziamenti a B/T

Sostenibilità del Debito Debiti Finanziari / Ricavi di Vendita < 1 ≥ 1 0,66 0,64 0,69 - Ridurre PFN Complessiva - Sviluppare l'attività senza incrementare il fabbisogno finanziario - Aumentare il Grado di Capitalizzazione

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EVISIONE AZIENDALE NELL’UNIVERSITÀ DI PISA ASSOCIATI

DEPLOYMENT focus su Covenants ALPHA SpA - KPI DASHBOARD MONITORING - 2014 [TRIMESTRE N._____ ]

(*) Default Financial COVENANTS = MAX +30% ACTUALS 2014 Target KPI 2014 Delta Performance

CRITICAL KPI 2011A 2012A 2013est Piano Base Default (*) Est.Act. vs. Base vs. Default Ricavi di Vendita 57.457.466 55.664.996 48.659.670 39.685.000

-39.685.000

Valore della Produzione 57.144.057 57.156.417 31.704.765 0

Margine Operativo Lordo (EBITDA) 4.308.169 2.121.521 -9.062.427 1.179.000 -1.179.000 Risultato Operativo (EBIT) 2.419.301 178.465 -10.675.310 -5 5

Risultato Netto 36.766 -2.650.387 -13.386.304 3.963.000 -3.963.000 Attivo Fisso 23.590.694 22.352.667 21.205.990 20.236.000 -20.236.000 Attivo Circolante Netto Operativo 28.872.457 24.939.648 11.542.014 16.074.000 -16.074.000 Totale Impieghi 74.111.057 71.803.569 48.952.412 47.074.000 -47.074.000

Patrimonio Netto 12.826.665 10.176.279 -2.366.024 2.168.000 -2.168.000 Passività Correnti B/T 44.532.322 39.281.739 28.972.873 22.101.000 -22.101.000 Passività Consolidate M-L/T 16.752.070 22.345.551 22.345.563 18.346.000 -18.346.000 Debito Bancario Corrente B/T 21.188.799 13.420.660 11.084.878 12.296.000 -12.296.000 Oneri Finanziari Netti 2.074.512 2.145.375 1.639.334 374.000 -374.000

(*) C O V E N A N T S F I N A N Z I A R I (Accordo: +30% dei rispettivi parametri finanziari di piano): Flusso di Cassa al Servizio del Debito (a)

COVENANTS

0

Servizio del Debito (b) 0

Copertura del Servizio del Debito (a-b) 0 0 0 0 0 0 WARNING DEBT KPI FALSE FALSE FALSE

Posizione Finanziaria Netta (PFN) 37.650.274 35.181.854 33.032.138 0 0

PFN / EBITDA (*) 8,74 16,58 -3,64 25,30 32,89 -25,30 -32,89 PFN / PATRIMONIO NETTO (*) 2,94 3,46 -13,96 13,80 17,94 -13,80 -17,94

ACTUALS 2014 Target KPI 2014 Delta Performance

2011A 2012A 2013est Piano Base Default DSO Est.Act. vs. Base vs. Default

DSO: Tempi di incasso dai clienti (giorni) 90 69 61 60 97

INDICE DI RISCHIO DEFAULT: Z-SCORE (**) ACTUALS 2014 Target KPI 2014 Delta Performance

2011A 2012A 2013est Piano Base Default Est.Act. vs. Base vs. Default

0.717a + 0.847b + 3.107c + 0.42d + 0.998e = 1,441 1,307 0,476 0,000 0,000 0,000 0,000 0,000 a = Working Capital / Total Assets: 0,686 0,694 0,573 0,000 0,000

b = Retained Earnings / Total Assets: 0,000 (0,037) (0,271) 0,000 0,000 c = EBIT / Total Assets: 0,033 0,003 (0,218) 0,000 0,000

d = Market Value of Equity (*) / Total Liabilities: 0,173 0,142 (0,048) 0,000 0,000 e = Net Sales / Total Assets: 0,775 0,775 0,994 0,000 0,000

VERY HIGH IF: Z-SCORE < 1.23 MEDIUM RISK IF: 2.7 < Z-SCORE < 2.90

MEDIUM-HIGH RISK IF: 1.23 < Z-SCORE < 2.7 VERY LOW IF : Z-SCORE > 2.90 (**) PMI: Market Value of Equity = Patrimonio Netto

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DEPLOYMENT – SCHEMA TIPO

L’assegnazione delle responsabilità andrà avviata in concomitanza con l’avvio di quei cambi operativi necessari (Delta Organizzazione: formazione, produzione reportistica, ristrutturazioni organizzative, ecc.) per sostenere adeguatamente la presa in carico dei piani da parte dei responsabili identificati

ALPHA SpA - DEPLOYMENT ACTION PLAN            

PIANO DI AZIONI LEADERSHIP LINK AL PIANO/MANOVRA Azione "master" Azione "contingency" Responsabile [*] Supporto [*] Quando STATO NEXT STEP Impatto su KPI [**]

Finan

za e

Contr

ollo

New

Busin

ess

Deve

lopme

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Prod

uct

Deve

lopme

nt                

Marke

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Sa

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Indus

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Oper

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s        

[*] Nome e Cognome, Ruolo Organizzativo [**] da correlare alla KPI Scorecard (Ricavi, EBITDA, FCFO, Servizio del Debito, CCN, ecc.)

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MONITORAGGIO

Il Monitoring è un “never-ending process” che ogni impresa deve avere istituzionalizzato per valutare, con una determinata frequenza, lo stato di salute del business. Il monitoraggio è uno dei processi più importanti per la corretta esecuzione di un piano industriale, perché la misurazione dello stato attuale di performance verso quello atteso è una condizione obbligatoria per valutare l’esecuzione di contromisure nel caso di scostamenti negativi. Un esempio: Fasi

Attori coinvolti

Responsabilità

Raccolta dati ed elaborazione indicatori di Funzione/Divisione

Consolidamento e analisi dei risultati

Condivisione dei risultati con il vertice

•  Provider dei dati economico-finanziari

•  Provider di dati qualitativi

•  Provider di dati organizzativi/performance

•  CFO •  Controllo di Gestione •  …

•  CFO •  AD e Presidente •  Comitato di Direzione •  Consiglio di

Amministrazione

Data owner Controllo di Gestione CFO

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MONITORAGGIO

•  È necessario predisporre un calendario (business review plan) in cui i KPI in oggetto siano misurabili con una frequenza allineata non solo alla cadenza naturale di accadimento (es.: numero di ordini, fatturazione, ritardo incassi, pagamenti, ecc.) ma anche al tempo di reazione organizzativa per predisporre un piano di contingency.

•  Un buon processo di monitoraggio implica, nella gestione delle responsabilità operative, il senso di accountability che rappresenta un vero e proprio motore organizzativo, espressione di leadership fondamentale per ogni azienda di successo.

•  La presenza, quindi, di un pianificato monitoraggio dei KPI’s di Delta-Performance (come sopra descritti) rappresenta un elemento distintivo della qualità di un piano di risanamento nel quale, sin dalla sua formazione, sono presenti gli elementi critici da tenere sotto controllo con periodicità differenti, al fine di pervenire all’obiettivo del risanamento dell’equilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell’impresa in crisi.

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UN ESEMPIO DI APPLICAZIONE

Macroarea Area di interesse

Obiettivo operativo

Azioni Tempistica Responsabile Periodicità

Commerciale

Ordinativo ingrosso

Accordo con XXX

Finalizzazione accordo

Entro 2014 Direttore Generale

Quadrimestrale

Media ordine per grossista XXX

Vendite su territorio

N/A Direttore Commerciale

Quadrimestrale

Ordinativo estero Avanzamento ordini

Vendite su territorio

N/A Direttore Commerciale

Quadrimestrale

Economica Costo del Prodotto

Mantenimento incidenza su ricavi

Analisi degli scostamenti

2013: 42% Vdp 2014: 43% Vdp 2015: 44% Vdp

Direttore Amministrazione Finaza Controllo

Quadrimestrale

Analisi di marginalità

Monitoraggio marginalità

Analisi ordinativi Giu – Sett – Gen Direttore Amministrazione Finaza Controllo

Quadrimestrale

Personale Funzione X Riduzione costo Identificazione X risorse in eccesso

2014 Direttore Generale

Quadrimestrale

… … … … … … …

… … … … … … …

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ANALISI FATTIBILITÀ DEL PIANO DI RISANAMENTO [1]

Analisi dei KPI’s del Piano di Risanamento (equilibrio economico-finanziario):

q  Fatturato, COGS, Cash Flow (statico e dinamico), Saldi periodici di cassa q  Equilibrio del Ciclo Operativo/Finanziario con la Manovra Finanziaria q  Analisi di Sensitivity (what-if scenario):

Ø Ipotesi di “rottura”: inaccettabili condizioni (es.: conseguenti il declino del fatturato e/o del peggioramento gestione del circolante - pagamenti/incassi, insoluti, bad debts)

Ø Ipotesi di “worse case”: non ancora in zona “rottura” ma ancora accettabile (applicare azioni di “contingency” pre-crisi)

Il Deployment Gap Analysis è focalizzato sul massimo Delta-KPI ammissibile

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ANALISI FATTIBILITÀ DEL PIANO DI RISANAMENTO [2]

Zona “distressed”: Gap Analysis su massimo Delta ammissibile

Zona “rottura”: specifica gestione del circolante

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ANALISI FATTIBILITÀ DEL PIANO DI RISANAMENTO [3]

Analisi del Piano di Deployment (basato sulla Analisi di Sensitivity):

q  Identificazione e Monitoraggio KPI’s critici: focus su attività operative sottostanti q  Master Plan: Area, Obiettivo, Azioni, Tempi, Responsabilità (ACCOUNTABILITY) q  Gap Analysis I: “back-up” su “Delta-Performance” (se declino da Base Plan a Worse

Plan) q  Gap Analysis II: massimo focus sulla gestione del circolante - pagamenti, incassi (se

proiezione di declino da Base Plan a Worse Plan a “Rottura”) q  Calendarizzazione delle business review (settimanali/mensili/trimestrali) in relazione a

specifici KPI’s

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Il giudizio finale dell’Attestatore rappresenta un aspetto fondamentale dell’incarico professionale. La relazione deve contenere separatamente: a) il giudizio sulla veridicità dei dati aziendali e, b) il giudizio di fattibilità del Piano Il giudizio sulla veridicità dei dati aziendali può essere positivo o negativo. Al giudizio negativo è equiparato il caso nel quale vi sia impossibilità di esprimere un giudizio (ad esempio per assenza di dati fondamentali o per rilevanti impedimenti riscontrati nello svolgimento delle proprie verifiche, tali da non permettere l’espressione di un giudizio). L’Attestatore può esprimere un giudizio positivo sulla veridicità della base dati aziendali anche se, limitatamente ad alcune poste, riscontra carenze o errori. Ciò purché questi siano tali da non compromettere la veridicità complessiva della base dati. Un giudizio positivo sulla veridicità può assumere la seguente forma: “Alla luce delle verifiche svolte, si esprime un giudizio positivo sulla veridicità dei dati espressi nel piano di risanamento”

LA RELAZIONE DI ATTESTAZIONE (STRALCI)

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LA RELAZIONE DI ATTESTAZIONE (STRALCI)

In assenza di un giudizio positivo in merito alla veridicità della base dati non si crede possibile giungere ad esprimere un giudizio finale positivo sulla fattibilità del piano ed è pertanto inopportuno, salvo casi eccezionali, che l’Attestatore si esprima in merito alla fattibilità del piano. Il giudizio sulla fattibilità del piano può essere positivo o negativo. Al giudizio negativo è equiparato il caso nel quale vi sia impossibilità di esprimere un giudizio (ad esempio impossibilità di verificare la fondatezza di ipotesi che condizionano significativamente la fattibilità del piano). Un giudizio positivo può assumere la seguente forma:

“A seguito dei controlli effettuati ed alla luce del giudizio positivo espresso in merito alla veridicità dei dati aziendali, si esprime un giudizio positivo sulla fattibilità del piano”

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CRITICITÀ E PUNTI DI ATTENZIONE DEI PIANI INDUSTRIALI NELLE AZIENDE IN CRISI

•  Nella pratica si vedono spesso dei Piani che già ad un primo esame si mostrano fragili e non risolutivi della crisi che cercano di fronteggiare

•  L’uscita dalla crisi, invece, richiede:

•  un radicale ripensamento dell’impresa e del suo modo di stare sul mercato che porti ad un Piano che dia un’ampia rassicurazione sulla propria fattibilità

•  (spesso) la modifica del vertice organizzativo dell’impresa (change management)

•  intervenire tempestivamente

•  condizioni al Piano

Prof. Dott. Alberto Tron