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LA STORIA DELLA DECOLONIZZAZIONE NEL CONTINENTE AFRICANO Pur non trattandosi solo di un evento storico, poiché le componenti culturali giocano un ruolo fondamentale, può essere utile analizzare la decolonizzazione sotto il profilo storico limitando lo studio ad alcuni decenni (dagli anni ’40 agli anni ’90), tenendo però debitamente conto delle molteplici cause e implicazioni derivatene. Le prime colonie a conquistare, o molto spesso ad ottenere, l’indipendenza furono quelle britanniche. Già dagli anni ’20 infatti il governo inglese aveva assunto una linea d’azione più elastica rispetto ad altre potenze coloniali: si erano inaugurati i protettorati 1 , e al governo coloniale si erano affiancati funzionari locali. Nel 1926, nel corso della Conferenza Imperiale, la Gran Bretagna inaugurò il termine Commonwealth, che da allora avrebbe indicato, secondo la sua stessa definizione, quel “gruppo di comunità autogovernantisi composto dalla Gran Bretagna e dai dominions 2 ”. Nel 1931 il Parlamento Britannico avrebbe poi emanato lo Statuto di Westminster che sanciva l’uguaglianza tra i dominions britannici e la madrepatria, in modo tale che le ex- colonie potessero respingere qualunque legge promulgata dal Parlamento se non fosse stata approvata dai rispettivi parlamenti nazionali, con la possibilità quindi di legiferare all’interno del proprio Paese. Già negli anni ’30 la Gran Bretagna si poneva quindi sulla strada di un lento processo di mutamento dei rapporti con le colonie, si trattava sì di un inizio, ma lo speciale statuto di dominion veniva concesso con molte riserve e per lungo tempo rimase effettivo solo sulla carta. Nel 1941, al momento della firma della Carta Atlantica, gli Stati Uniti però mossero obiezioni all’esistenza di un potere coloniale britannico: rifacendosi ai Quattordici punti di Wilson 3 imposero la 1 Forma di tutela politica e militare esercitata dall’impero inglese sulle colonie 2 Ex colonia affrancatasi, che mantiene però legami con la madre patria, soprattutto in funzione di interessi economici. Secondo la definizione data alla fondazione del Commonwealth, nel 1926, essi costituiscono "comunità autonome, di status uguale, senza alcun rapporto di subordinazione in ogni aspetto dei loro affari interni e internazionali, sebbene unite dalla comune fedeltà alla corona". 3 Woodrow Wilson, presidente americano (1913-1921) presentò una tesi rivoluzionaria sul piano diplomatico, nel corso delle trattative di pace del 1918. Si trattava dei cosiddetti Quattordici punti, tra le cui molte tesi in fatto

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LA STORIA DELLA DECOLONIZZAZIONE

LA STORIA DELLA DECOLONIZZAZIONE

NEL CONTINENTE AFRICANO

Pur non trattandosi solo di un evento storico, poich le componenti culturali giocano un ruolo fondamentale, pu essere utile analizzare la decolonizzazione sotto il profilo storico limitando lo studio ad alcuni decenni (dagli anni 40 agli anni 90), tenendo per debitamente conto delle molteplici cause e implicazioni derivatene.

Le prime colonie a conquistare, o molto spesso ad ottenere, lindipendenza furono quelle britanniche. Gi dagli anni 20 infatti il governo inglese aveva assunto una linea dazione pi elastica rispetto ad altre potenze coloniali: si erano inaugurati i protettorati, e al governo coloniale si erano affiancati funzionari locali. Nel 1926, nel corso della Conferenza Imperiale, la Gran Bretagna inaugur il termine Commonwealth, che da allora avrebbe indicato, secondo la sua stessa definizione, quel gruppo di comunit autogovernantisi composto dalla Gran Bretagna e dai dominions. Nel 1931 il Parlamento Britannico avrebbe poi emanato lo Statuto di Westminster che sanciva luguaglianza tra i dominions britannici e la madrepatria, in modo tale che le ex-colonie potessero respingere qualunque legge promulgata dal Parlamento se non fosse stata approvata dai rispettivi parlamenti nazionali, con la possibilit quindi di legiferare allinterno del proprio Paese.

Gi negli anni 30 la Gran Bretagna si poneva quindi sulla strada di un lento processo di mutamento dei rapporti con le colonie, si trattava s di un inizio, ma lo speciale statuto di dominion veniva concesso con molte riserve e per lungo tempo rimase effettivo solo sulla carta.

Nel 1941, al momento della firma della Carta Atlantica, gli Stati Uniti per mossero obiezioni allesistenza di un potere coloniale britannico: rifacendosi ai Quattordici punti di Wilson imposero la costituzione di mandati di durata limitata (una sorta di incarico di salvaguardia che una nazione occidentale si assumeva nei confronti di un territorio) che avrebbero dovuto preparare le colonie ad un futuro di indipendenza.

Alla fine del conflitto mondiale lInghilterra si trov divisa tra le tendenze della politica interna, e dellopinione pubblica, schierata per la maggior parte a favore del colonialismo, e la necessit dellalleanza con gli Stati Uniti che si muovevano su una linea dichiaratamente anti-coloniale. Lesigenza dellappoggio americano fece s che il Regno Unito si dimostrasse pi mite in fatto di concessioni alle colonie, e fu cos che nel 1947 lIndia ottenne lindipendenza. Fiore allocchiello dellImpero inglese, colonia cruciale per limportanza strategica ed economica, nel corso della I Guerra Mondiale lIndia aveva ottenuto la promessa formale di un futuro auto governo, che non si era poi concretizzato alla fine del conflitto. Il mancato rispetto delle condizioni foment le spinte nazionaliste, che gi da tempo si muovevano nella regione, e decret la nascita, negli anni 20, del Congresso nazionale Indiano, con a capo il carismatico Mohandas Karamchand Gandhi. Portando avanti tra la popolazione la proposta di unindipendenza da ottenersi attraverso la non-violenza, Gandhi ottenne importanti concessioni nel corso degli anni 40 fino alla concessione massima nel 1947.

Da quella data storica si fa simbolicamente iniziare la decolonizzazione e negli anni 50 conquistarono lindipendenza anche alcune colonie francesi.

La situazione che concerneva i possedimenti coloniali francesi era molto pi o meno simile a quella del Regno Unito, il governo francese infatti non ammetteva alcuna concessione in fatto dindipendenza politica alle colonie, anzi i metodi e le procedure di governo erano invariate dal primo 800. le colonie potevano giovare di particolari accordi o leggi che davano alcuni incarichi burocratici a funzionari locali, ma il potere politico vero e proprio veniva designato da Parigi, tramite governatori nominati dal Presidente della Repubblica. Era quindi logico pensare che le stesse colonie si sentissero oppresse e infatti i sentimenti di rivendicazione nazionalista non tardarono ad emergere. Prima tra tutte tocc al Sud-Est Asiatico dove la Francia possedeva il territorio dellIndocina che nel 1946 inizi una cruenta guerra, conclusasi dopo sanguinosi anni di conflitto nel 1954, quando la vittoria dei Vietminh sanc lindipendenza del Vietnam. Negli anni seguenti si sarebbe affrancata poi anche tutta la regione circostante.

In questo modo allinizio degli anni 50 il controllo coloniale francese si poteva dire attivo e incisivo solo sullAfrica.

LAfrica nel corso del XIX secolo era stata suddivisa tra i maggiori stati europei in colonie che avevano dato origine anche a conflitti tra potenze per il possesso di territori di particolare interesse economico. Basta ricordar i casi del Marocco e le guerre anglo-boere in Sudafrica.

Per meglio analizzare le conseguenze e tracciare un profilo comune al continente africano sulla questione della decolonizzazione, necessaria unanalisi dei diversi casi nazionali, delle vicende che hanno portato allindipendenza ogni stato.

Africa Mediterranea

LAfrica del Nord era stata divisa nella prima met dell800 tra colonie francesi e inglesi:

Il Marocco, retto da un sultanato fino ai primi del 900, venne indebolito dalla Spagna, quando il Marocco decise di opporsi allinvasione francese in Algeria. Nel 1905 e nel 1911 il territorio marocchino divenne oggetto di contesa tra Francia e Germania: la prima, appoggiata dallInghilterra attraverso lIntesa Cordiale del 1904, la seconda decisa ad impedire uno strapotere della sua storica rivale. Le cosiddette crisi marocchine portarono lEuropa sullorlo di una guerra, ma alla fine la Francia ebbe il protettorato sul Marocco e la Germania in cambio una parte del Congo francese. Durante la Seconda Guerra Mondiale i nazionalisti fondarono il partito Istiqlal con lappoggio del sultano, che, esiliato in un primo momento, fu riammesso al potere proprio nel 1956, anno in cui la Francia concedeva lindipendenza (escludendo alcune citt come Tangeri e Tarfaya che tornarono libere nel 1958. Gli anni successivi furono caratterizzati da lotte civili a cui pose fine Hassan II che a fine degli ani 60 impose un regime autoritario, che cerc di defilarsi rispetto alla questione israeliana restando cos isolato rispetto alla comunit araba. Negli anni 80 Hassan cerc di rinsaldare i rapporti su pi fronti e a fine degli anni 90 propose una nuova Costituzione che seguita da elezioni cambi il panorama politico marocchino. I problemi di ordine economico e di politica estera lasciarono per pesantemente il segno nel governo che ancora oggi sembra incapace di affrontare i problemi che attanagliano il Paese. Lo stesso panorama interno nutrito di particolarismi (alle elezioni del 2002 si sono presentati 22 partiti) e non riesce a trovare un punto di coalizione.

La Tunisia, terra di popolazioni berbere, durante il Congresso di Berlino del 1878, venne ceduta alla Francia, che vi stanzi un protettorato. I movimenti nazionalisti furono stroncati da una dura repressione, ma nel corso della Seconda Guerra Mondiale riemersero pi forti nel fronte del Neo-Destur sotto la guida di Habib Burghiba. Nel 1954 una rivolta di grandi dimensioni costrinse la Francia, gi impegnata in Indocina, ad avviare trattati di pacificazione, che nel 1956 portarono allindipendenza. Rieletto tre volte presidente della repubblica, Burghiba, avvi il Paese verso un lento sviluppo, costellato di crisi con lex-madrepatria, soprattutto in fatto di politica estera, ma venne destituito da un golpe ad opera di Ben Al nel 1987. Il nuovo presidente limit fin da subito le libert costituzionali e pilot le elzioni per tre successivi mandati, fino al 2001 quando con una modifica della Costituzione ha tolto ogni limite di tempo alla sua carica.

LAlgeria, dopo un periodo di prosperit sotto gli Spagnoli, la regione inizi una lenta decadenza nell800, decadenza che la port a cadere sotto la Francia nel 1834. Qui dopo iniziali contrasti, il governo francese instaur un suo dipartimento: lAlgeria era in definitiva divenuta una regione francese al di fuori del territorio strettamente europeo. Fu cos che Parigi incoraggi linsediamento di coloni che presero il nome di pieds noir. I Francesi insediatisi divennero la classe dirigente del Paese, creando scuole, banche, industrie, avviando quindi uneconomia sul modello europeo. La popolazione si trov del tutto svantaggiata, privata di qualunque potere e ridotta ad una condizione pressoch servile nei confronti dei colonizzatori. Negli anni 30 inizi un movimento nazionalista che avrebbe dato origine nel 1954 al FLN (Fronte di liberazione nazionale), guidato da Ahmed Ben Bella. Il 1 novembre di quellanno ebbe inizio la guerra di liberazione che avrebbe trascinato la Francia in un duro conflitto fatto di episodi di guerriglia. Nel 1957 il conflitto si spost verso Algeri dove ebbe luogo la battaglia dAlgeri. La repressione francese fu durissima e costellata di episodi di violenza indiscriminata, a questo si oppose lopinione pubblica francese e il governo si vide costretto a richiamare nel 1958 De Gaulle al potere. Il vecchio generale comprese limpossibilit di continuare un conflitto contro una terra pronta a tutto per lindipendenza. Fu cos che nel 1959 indisse un referendum tra la popolazione algerina e nel 1962 finalmente a Evian si firm larmistizio, lAlgeria acquis lindipendenza e i coloni furono costretti a tornare in Francia per evitare le ritorsioni e le vendette. Attualmente lAlgeria una repubblica presidenziale, ma ha attraversato lunghi periodo di crisi, sotto il controllo del FLN e poi dei militari che hanno preso il potere in seguito alla guerra civile scoppiata nel 1991.

La Libia, soggetta al colonialismo italiano dal 1912, cedette alla pressione delle truppe degli invasori solo nel 1931. Nel corso del conflitto mondiale acquis lindipendenza, riconosciutagli dalle Nazioni Unite nel 1949. in seguito la Libia vide linstaurarsi di una monarchia, che venne rovesciata da un golpe nel 1969. al potere sal il colonnello Muammar Gheddafi che da allora diede vita ad una democrazia popolare diretta. Questo il termine usato per indicare lordinamento di uno stato, che sembra invece sottoposto ad una dittatura militare, colpita da embargo negli anni 90 per sospetta collaborazione con terroristi e detenzione di armi di distruzione di massa.

LEgitto, colonia inglese, aveva ottenuto lindipendenza formale gi nel 1922, che si era poi trasformata nella presenza di truppe inglesi sul Canale di Suez e il controllo sulla politica estera. La monarchia egiziana si era cos avviata verso una lenta decadenza, perch impossibilitata nella dinamica politica. Le spinte nazionaliste si riaccesero negli anni 40 con la setta dei Fratelli Musulmani, e nel 1952 un gruppo di ufficiali, guidati da Gamal Abdel Nasser, presero il potere e instaurarono un regime militare. Nasser decise per una politica estera basata sul principio di non-allineamento, non accett lappoggio o la collaborazione con alcun paese occidentale e si oppose alla legittimazione dello Stato di Israele. Nel 1967 fu al centro della guerra israeliana per il controllo del Sinai, conflitto che si risolse con lintervento degli Stati Uniti che riaffermarono il potere egiziano sulla penisola. Il Medio Oriente (Siria, Iraq), influenzato dallesempio dellEgitto, vide presto emergere nuovi leader e regimi sul modello nasseriano, tanto che questo fenomeno prese il nome di nasserismo, ovvero lespressione del socialismo arabo. Nel 1970 si inaugur lepoca Sadat, successore di Nasser morto improvvisamente: la sua linea politica si fece pi liberale e port nel biennio 1974-1975 ad accordi di pace con Israele ed infine ad un vero e proprio trattato di pace nel marzo 1979 dopo gli Accordi di Camp David del 1978. Nel 1981 il leader venne per assassinato, e al potere sal Mubarak, liberale come il predecessore, ma con interessi nel riallacciare rapporti con i Paesi Arabi. Con la Guerra del Golfo e il segnale di arresto del processo di pace in Israele a fine degli anni 90, lEgitto si portato su posizioni contrarie agli Stati Uniti, nello stesso momento in cui tornava oggetto dellintifada. Negli ultimi dieci anni si sono infatti intensificati gli attentati rivendicati dagli estremisti islamici, che hanno causato non pochi problemi ad un governo non molto stabile.

LAfrica sudanese

il Sudan, divenuto dominion inglese con ingerenza egiziana, si trov diviso tra un Nord mussulmano, a cui fu concessa pi autonomia, e un Sud cristiano, luogo di ribellioni, che divenne oggetto di stretto controllo anche da parte egiziana. In questo modo si apr un divario destinato a rappresentare una frattura insanabile, infatti la stessa indipendenza, ottenuta nel 1956, fu diretta da uomini politici del Nord, che non tardarono ad attuare oppressioni su un Sud verso cui nutrivano risentimenti etnici e religiosi. Si avvi un conflitto civile cruentissimo che si concluse con lascesa al potere per mezzo di un golpe di Nimeiri. Una nuova rivolta negli anni 80 sconvolse nuovamente il precario equilibrio, e dopo anni di sanguinose lotte, si afferm El-Bashir. Questi inaugur un nuovo regime basato sulla legge islamica, la sharia, e negli ani 90 fu sospettato di appoggio al terrorismo islamico e fu fatto oggetto di embargo internazionale. Una nuova ribellione nel 1997, costrinse il leader a cedere il potere parlamentare a El-Turabi che riusc a d ottenere una tregua dalla guerriglia. Lanno seguente El-Bashir tolse ogni potere a El-Turabi e riapr il conflitto civile. Nel 2001 il Sudan si schierato contro il terrorismo islamici, riuscendo cos ad annullare le sanzioni impostegli dallONU.

Il Ciad (Tchad), entrato nel 1920 fra le colonie francesi, ottenne unindipendenza poco cruenta nel 1960 e port al potere presidenziale Franois Tombalbaye, che per gi nel 1962 abol le libert costituzionali, e nel 1966 nacque il Fronte di Liberazione Nazionale (Frolinat). Nel 1975 un golpe port il generale Felix Malluom al potere, ma la guerra civile non vide la sua conclusione, che port un nuovo leader Habre. Nello stesso periodo il conflitto si estendeva a tutto il Paese e entravano in gioco anche i Paesi limitrofi che si andavano schierando a fianco delle fazioni in lotta. Finalmente nel 1996 Idriss Dby pacific il Paese, e nel 1997 avvennero le prime elezioni libere che videro la vittoria del suo partito e la sua nomina a presidente. Attualmente il paese dilaniato da episodi di lotta tra un Nord colpito dalla desertificazione e un Sud relativamente pi prospero.

Il Niger, colonia francese indipendente dal 1946, assunse la completa indipendenza nel 1960, che inaugur una repubblica sotto la guida di Diori, che venne per presto rovesciato e fu un susseguirsi ininterrotto di golpe su golpe. Il potere si indebol fortemente e inizi anche una sporadica guerriglia tuareg. Alla fine degli anni 90 sembravano ricostituiti i poteri costituzionali, ma nel 2002 una regione del Paese esplosa una rivolta duramente repressa. Attualmente pur essendo il terzo produttore mondiale di uranio ha uneconomia fragilissima e soggetta a continui crolli.

Il Mali, il Senegal e la Mauritania: i primi due costituivano una sola colonia francese che fu divisa alla fine degli anni 40. Il Mali cadde subito in mano ai militari e diversi colpi di stato lo portarono ad avere una democrazia solo a fine degli anni 80. oggi considerato uno dei migliori esempi di democrazia africana. Il Senegal, dopo lindipendenza del 1960 nomin suo presidente Lopold Senghor ispiratore del socialismo africano e della teoria della negritude (di cui si parler in seguito). Accusato di corruzione, venne deposto e gli subentr Diouf, che dovette far fronte anche ad una guerra civile per motivi di etnie, e una guerra con la Mauritania. Questo stato resosi indipendente dalla Francia nel 1960 fu oggetto di diversi colpi di stato che portarono i militari al potere, lite che ancora oggi detiene il controllo del Paese.

LAfrica occidentale

Capo Verde, Sao Tom e Principe, Guinea-Bissau, colonie portoghesi affrancatesi negli anni 50, i tre Stati si sono costituiti in democrazie pi o meno stabili, indebolite dalla pesante situazione economica che relega i tre Paesi nel Terzo Mondo.

La Guinea, si proclam repubblica nel 1958 e nomin suo presidente Tour, ispiratore della lotta anti-francese. Il leader applic un sistema socialista, che per non sort gli effetti desiderati, anzi isol il Paese e lo port alla bancarotta. Il governo si fece allora pi liberale e si promulg una nuova Costituzione allinizio degli anni 80. Gli anni hanno visto il concentrarsi degli sforzi dei diversi governi nel sopperire agli errori e alle mancanza del passato.

Il Burkina Faso, il Benin, la Costa dAvorio, ex colonie francesi hanno vissuto tutti in modo traumatico il passaggio allindipendenza. Il Burkina soggetto a molteplici colpi di stato ancora oggi in una situazione precaria sullorlo della guerra civile, il Benin ha assistito a ben sei golpe in sei anni. Leconomia del Paese rimasta bloccata dai continui cambi di tendenze e attualmente sottoposto ad un regime. Una situazione simile vive anche la Costa dAvorio che dopo diverse dittature militari ora si trova controllata da un regime autocratico con la complicit dellesercito. Linstabilit politica prolungata ha fatto s che questi Paesi siano ora tra i pi poveri al mondo.

Il Gambia e la Sierra Leone, colonie inglesi, vennero integrate nel Commonweatlh ed ebbero lindipendenza rispettivamente nel 1965 e nel 1961. Il Gambia divenne una repubblica presidenziale nel 1970 quando venne eletto Jawara che rimase al potere fino al 1994, quando un colpo di stato port al comando dello stato Jammeh. Nel 1997, le successive elezioni, videro ancora la sua vittoria, che fu per contestata, soprattutto da manifestazioni di studenti. Al 2001 Jammeh ancora presidente, sospettato di brogli elettorali, ma le libert costituzionali sono state sospese. La Sierra Leone subito dopo lindipendenza ha visto, nel 1967, linsediamento al potere di Stevens, capo del partito All peoples Congress. Da allora si inaugurato il monopartitismo, che nei primi ani 90 ha provocato differenti golpe finch non si re-insediato il presidente Kabbah, mentre i ribelli iniziavano una lunga azione di guerriglia che ancora oggi li vede impegnati contro lesercito regolare. Il dato sconvolgente di questa guerra civile che in prima linea combattono bambini e ragazzi che ogni anno pagano un fortissimo prezzo in vite umane.

Il Ghana e il Togo: dopo lindipendenza dal Regno Unito, ottenuta nel 1957, il Ghana venne guidato attraverso gli anni 60 dal partito popolare il cui leader, Nkrumah venne eletto presidente. Purtroppo la sua presidenza si trasform ben presto in una dittatura e iniziarono le repressioni nei confronti degli oppositori. Nel 1966 venne deposto da un colpo di stato, ne segu un governo popolare, che non riusc per ad imporsi, aprendo cos la strada ad una nuova dittatura militare. Nel 1981 sal al potere Rawlings che guid il Paese fino agli anni 90, quando stese una nuova Costituzione e avvi finalmente una forma democratica di governo. Il Togo, invece era parte di una colonia pi vasta che venne smembrata e in parte integrata nel Ghana. Divenne indipendente nel 1960 e da allora il potere democratico fu pi volte contestato e soffocato dal leader-dittatore Eyadma. Attualmente le libert sono soppresse e il dittatore, si pu affermare che regni incontrastato.

La Nigeria, colonia costituita secondo le esigenze politiche del Regno Unito, entr a far parte del Commonwealth come Paese indipendente nel 1960. purtroppo per la sconsideratezza di una suddivisione arbitraria, portarono le tre principali etnie, gli hausa, i yoruba e gli ibo, a cercare di affermare la propria supremazia e provocando cos sanguinose lotte intestine che causarono innumerevoli colpi si stato. Le diverse etnie cercarono di costituirsi secondo un modello federale e ne nacque la Repubblica del Biafra, fondata dalletnia ibo, che ebbe per breve durata (1967-1970)a causa dei lunghi conflitto che gener. Dal 1970 il potere giace nelle mani dei militari, colonnelli su colonnelli si sono succeduti al potere senza risolvere la difficile crisi in cui versava il paese. Attualmente il sistema democratico accusato di brogli elettorali e i dirigenti politici di traffici illeciti.

LAfrica centrale

la Repubblica Centrafricana, il Gabon, il Camerun, la Repubblica del Congo e la Guinea Equatoriale hanno in comune una sorte simile allindomani dellindipendenza ottenuta rispettivamente nel 1960 per i primi quattro e nel 1968 per lultimo. La prima, dopo il periodo da colonia francese ha visto al potere il presidente Dacko, spodestato da un colpo di stato ad opera di Bokassa, che ha instaurato un pesante regime dittatoriale. Tornato al potere grazie allintervento della Francia, Dacko ha governato il suo Paese negli anni 80, finch non stato nuovamente spodestato da Kolingba che dagli anni 90 controlla ormai il potere. Il Gabon come il Camerun, la Repubblica del Congo e la Guinea Equatoriale ha visto un debole potere centrale passato di colpo di stato in colpo di stato. Le elezioni tenutisi negli ultimi anni, tra il 2001 e il 2002, in tutti e quattro i Paesi sono state pilotate dai partiti al potere che ormai si sono costituiti in vere e proprie dittature militari.

La Repubblica democratica del Congo (ex Zaire), ex colonia belga resa indipendente nel 1960 ha avuto come primo presidente Lumumba, promulgatore di uno stato unitario, contro gli oppositori che invece preferivano una confederazione. Negli anni 60 la regione del Katanga, ricca di miniere, e ancora oggetto delle mire belghe, comp una secessione. Il presidente venne assassinato e il potere fin nelle mani di Mobuto che instaur una lunga dittatura, nel corso della quale cambi il nome del Paese in Zaire (1971) e tent invano di reprimere le rivolte dei seguaci di Lumumba. Il suo potere entr definitivamente in crisi nei primi anni 90 quando reparti dellesercito disertarono e il conflitto del vicino Ruanda si spost nel territorio zairese. Con un colpo di stato il potere cadde nelle mani di Kabila, fino al 2001, anno della sua morte, quando passato al figlio Joseph. Attualmente il Paese sotto una dittatura militare, che non ha per di certo spento i moti di secessione del Katanga o dei ribelli.

LAfrica orientale

lEritrea, lEtiopia e la Somalia, soggette al colonialismo italiano guadagnarono lindipendenza negli anni 60. LEritrea e lEtiopia, prima unite sotto il governo di Hail Selassi, si divisero: la prima si costitu repubblica, la seconda venne controllata dal colonnello Menghistu, a cui nel 1996 succedette Zenawi con elezioni pi democratiche. La Somalia acquistata lindipendenza nel 1960 vide al potere con un colpo di stato Barre. Il leader impose unimpronta socialista alla politica tentando una nazionalizzazione delleconomia. I contrasti etnici scoppiati allinterno del Paese, hanno fatto s che lONU vi inviasse un suo contingente per tentare una soluzione pacifica.

Il Gibuti e la Tanzania, il primo ottenne linidpendenza nel 1977, la seconda nel 1964. il primo vide ben presto lemerger di un governo autocratico sotto Aptidon e successivamente sotto Guelleh. La Tanzania inaugur invece una repubblica socialista secondo le intenzioni del suo leader Nyerere che inizi la nazionalizzazione dellimpresa. Nel 1985 il suo successore Mwinyi cambi rotta optando per una liberalizzazione.

LUganda, il Ruanda e il Burundi, furono accomunati dalle stesse vicende in fatto di contrasti etnici. LUganda resasi indipendente dal Regno Unito nel 1962 vide la presidenza di Obote, scacciato da un golpe operato nel 1971 da Idi Amin Dada, e il ritorno al potere del vecchio leader nel 1980. Gli anni 80 videro la guerriglia di Dada al Nord e quella dei ribelli di Museveni, leader che assumer poi la guida del Paese negli anni 90 per essere poi riconfermato nel 2001. Invece in Burundi come in Ruanda convivevano due etnie, quella hutu e quella tutsi, che entrarono presto in lotta. In Burundi i Tutsi detenevano il potere, mentre gli Hutu avevano la maggioranza elettorale. Un golpe port nel 1966 al potere un tutsi, Micombero, e nel 1972 una dura rappresaglia hutu colp laltra etnia. Nel 1993 le elezioni diedero il potere agli hutu, ma nel 1994 il presidente mor in un incidente con il presidente ruandese. Dal 1998 si sono aperti i colloqui di apce tra le due etnie e nel 2000 si pervenuti ad un governo equamente diviso. Il Ruanda, vide anchesso linfiammarsi del conflitto hutu-tutsi gi nel 1963. I contrasti e le tensioni diedero luogo a numerosi episodi di guerriglia e rappresaglia, finch nel 1994, la morte del presidente hutu scaten questetnia contro i tutsi. Il massacro che ne segu prese le forme di un genocidio che non risparmi nemmeno gli hutu moderati. Lo stesso anno i tutsi riuscirono comunque ad arrivare al potere e da allora inizi un esodo di massa degli hutu verso il Burundi e lUganda. Nonostante le molteplici assicurazione riguardo la sicurezza degli hutu in patria, essi si rifiutarono i tornare e solo lintervento dellex-presidente USA Jimmy Carter nel 1995, che si faceva garante per il loro ritorno, inizi un lungo e difficile rimpatrio che risulta difficoltoso anche per le resistenze della popolazione che teme ancora ritorsioni.

Il Kenya, vide fin dal 1944 la nascita di un movimento nazionalistico (Kenya African Union) con a capo Kenyatta. Nel 1952 la setta dei Mau Mau si ribell al governo inglese, ne segu una violenta repressione che coinvolse lo stesso leader del KAU. Successivamente venne concesso lautogoverno, e le prime elezioni libere del 1963 videro la vittoria di Kenyatta, poco dopo il Kenya entrava nel Commonwealth. Nel 1978 le elezioni furono vinte da Moi, che inaugur presto il monopartitismo, fino al 2002 quando finalmente il potere arriv a Kibaki, leader moderato e democratico che ristabil le libert costituzionali.

LAfrica meridionale

Il Sudafrica, Paese di colonizzazione inglese attraverso la Compagnia delle Indie, e di coloni boeri provenienti dallOlanda. Questi nuovi coloni diedero origine ad una loro cultura lafrikaans; nell800 i contrasti tra boeri e inglesi portarono i primi a fondare le repubbliche indipendenti di Orange e Transvaal. In questultimo territorio si scoprirono giacimenti di diamanti che riaccesero le mire inglesi sul Sudafrica. Dopo un duro conflitto, il leader boero Paul Krger divenne presidente del Transvaal dopo averne cacciato gli inglesi. A fine 800 si riapr il conflitto, di nuovo per il controllo delle miniere doro, e nel 1902 si arriv al passaggio dellOrange e del Transvaal sotto la corona inglese. Nel 1910 lUnione Sudafricana divenne dominion allinterno del Commonwealth. Negli anni 50 le Nazioni Unite affidarono al Sudafrica il controllo sulla Namibia, per revocarlo poi nel 1966. a questo punto il Sudafrica non accett per la risoluzione e si vide la discesa sul campo delle potenze internazionali. La crisi fu scongiurata e nel 1988 fu riconosciuta lindipendenza della Namibia da parte del Sudafrica. Gi nel 1912 nacquero i primi movimenti ce rivendicavano i diritti delle popolazioni di colore. La discriminazione che fin dagli inizi della colonia aveva colpito la maggioranza nera, esplose nel 1948 quando il primo ministro Malan eman una serie di leggi che rendevano subalterna la posizione dei neri. Non solo essi non avevano uguali diritti, ma vennero ghettizzati e umiliati, si trattava dellapartheid, la piaga razzista che si abbatt sul Sudafrica proprio quando in Occidente si urlava contro le atrocit naziste. Alla lunga serie di leggi razziali si oppose il partito ANC alla cui guida si mise Nelson Mandela. I contrasti sempre pi violenti sfociarono in episodi sanguinosi, come la manifestazione di Sharpeville repressa nel sangue nel 1960, allindomani della quale si proclam lo stato demergenza durante il quale vennero sospesi i partiti. LANC rifiut questa risoluzione e Mandela venne condannato allergastolo. Le pressioni degli Stati Uniti per la cessazione dellapartheid portarono la tensione ad alti livelli e ancora una volta fin in un massacro la manifestazione di Soweto nel 1976. lopinione pubblica mondiale rimase molto colpita da questo fatto e inizi a mobilitarsi. Alla fine degli anni 70 inizi a vedersi uno spiraglio. Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti misero in crisi il Paese, il nuovo presidente De Klerk, da met degli anni 80, inizi il processo di chiusura dellapartheid, liber Mandela e nel 1993 i due ricevettero il Nobel per la pace. Nel 1994 le prime elezioni libere videro la vittoria dellANC e Mandela fu eletto presidente. Attualmente lANC ancora il partito dominante, anche se stato condannato da tribunali internazionali per episodi di violenza cruente nel periodo di lotta allapartheid.

LAngola, lo Zambia, il Malawi e il Mozambico, ottenuta lindipendenza negli anni 60, furono soggetti a regimi militari che abolirono le repubbliche tramite colpi di stato. Da ricordare la parentesi di tentata nazionalizzazione delleconomia nello Zambia, il multipartitismo avviato nel 1994 in Malawi, e lintervento delle Nazioni Unite con un programma di aiuti in Mozambico.

Lo Zimbabwe, la Namibia, il Botswana, il Lesotho e il Madagascar, hanno visto nascere democrazie molto deboli che presto di sono tramutate in dittature o regimi autocratici. Importante ricordare il caso della Namibia oggetto di scontro per le superpotenze intervenute a fianco di differenti fazioni, fino allindipendenza vera e propria del 1973.

Come si potuto vedere da questa breve analisi i Paesi che hanno vissuto la decolonizzazione hanno mantenuto, dal punto di vista geografico, loriginaria suddivisione in colonie, arbitrariamente fatta secondo sconsiderate regole di influenza politica. Le Conferenze europee non hanno mai tenuto conto delle differenti etnie e trib presenti nel continente africano. In questo modo si sono originate fratture insanabili e conflitti tra etnie che in non pochi casi hanno condotto a genocidi. Per la popolazione africana lappartenenza tribale sembra essere lelemento di coesione fondamentale anche laddove esso non dovrebbe rientrare, come nel campo politico. Gli odi e i risentimenti secolari tra trib hanno molte volte portato a guerre ed ad un uso indiscriminato del potere e della forza da esso derivata. Vani sono stati i sogni del Socialismo africano di Nyerere o della negritude di Senghor: il primo imponeva una preparazione politica che quasi nessun leader poteva vantare, la seconda prevedeva il superamento di particolarismi troppo radicati nella stessa anima africana.

Il socialismo fu certamente il modello politico di riferimento, sembrava essere forse la soluzione ottimale per Paesi in cerca di uguaglianza dopo decenni di oppressione coloniale, ma non si realizz: le istituzioni erano troppo deboli, allindomani dellindipendenza molti Stati si trovarono con un sistema politico inadatto alle loro esigenze, ma allo stesso tempo indispensabile per la loro sopravvivenza dal momento che non parevano esserci alternative. La democrazia venne imposta e non guadagnata o costruita, e il risultato fu una fragilit di tutte le istituzioni politiche che ben presto caddero sotto golpe e colpi di stato, che trasferirono il potere nelle mani di capi militari. La politica precaria, spesso contraddittoria o rivolta a questioni territoriali bloccarono del tutto lo sviluppo dei Paesi africani, che soggetti a carestie, epidemie, devastazioni, scesero ben presto sotto la soglia di povert, dando origine al cosiddetto Terzo Mondo, linsieme dei Paesi in via di sviluppo. I denominatori comuni che si possono trovare tra questi Stati sono la mancanza di unevoluzione del regime di propriet che rimane ancorato a tradizioni feudali, una scarsa produttivit data dalla mancanza di attrezzature adatte e dalla tendenza dei colonizzatori a creare Paesi a monocultura. Altro elemento da non sottovalutare la modesta partecipazione al mercato internazionale, si tratta per lo pi di Paesi esportatori di materie prime, il cui commercio gestito molte volte da societ internazionali. Questo ultimo dato rientra sotto il fenomeno del neocolonialismo che sembra riemergere sul piano economico. Si tratta di una forma di dipendenza in termini economici dai Paesi pi sviluppati, per mezzo di aiuti finanziari e rapporti commerciali privilegiati che permettono la sopravvivenza di uno scambio. Queste forme di ingerenza economica sono state dettate da interessi, soprattutto riguardo le materie prime di cui molti Stati sono esportatori, e hanno determinato in alcuni casi intromissioni nelle questioni politiche e appoggi a fazioni in lotta civile. In questo modo i precari equilibri che spesso si stavano costruendo, sono stati spazzati via, la democrazia diventata unutopia per molti Paesi e la il bilancio economico negativo, endemico come le stesse gravi carestie.

Attualmente la decolonizzazione oggetto di dibattito: per alcuni stato un fenomeno causato dallOccidente che ha portato un intero continente sullorlo di una crisi totale, per altri stata invece fonte di beneficio, come sorta di contributo allo sviluppo di Paesi che altrimenti sarebbero rimasti lontani dallottica occidentale. La questione rimane aperta, di certo si pu affermare che la decolonizzazione ha pagato un altissimo prezzo in termini di vite umane ad una libert che appare ancora lontana per molte realt del continente africano, e permane forse linterrogativo riguardo la legittimit dellimposizione di un intervento occidentale su una cultura, dei popoli e una storia lontani s dalla visione occidentale, ma degni di ugual rispetto.

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Ecco una cartina,

con le tappe

della decolonizzazione

africana:

Forma di tutela politica e militare esercitata dallimpero inglese sulle colonie

Ex colonia affrancatasi, che mantiene per legami con la madre patria, soprattutto in funzione di interessi economici. Secondo la definizione data alla fondazione del Commonwealth, nel 1926, essi costituiscono "comunit autonome, di status uguale, senza alcun rapporto di subordinazione in ogni aspetto dei loro affari interni e internazionali, sebbene unite dalla comune fedelt alla corona".

Woodrow Wilson, presidente americano (1913-1921) present una tesi rivoluzionaria sul piano diplomatico, nel corso delle trattative di pace del 1918. Si trattava dei cosiddetti Quattordici punti, tra le cui molte tesi in fatto di diplomazia, si affermava anche il diritto di autodeterminazione dei popoli.

Fu un movimento culturale, di cui il futuro presidente senegalese si fece portavoce: si auspicava la ripresa delle tradizioni e della cultura africana da opporsi al razzismo, una sorte di comune storia culturale africana per coglierne le particolarit in un contesto per pi ampio e totalmente pacifico.

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