La costruzione - Sonus Faber...pare regolare, attestato sul valore medio dei 5 ohm e con la fase...

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I l Sonetto VIII di Sonus faber fa il suoingresso in redazione e in due scato-loni enormi e pesanti, quasi a voler

anticipare che si tratterà di un test fatico-so, almeno dal punto di vista fisico. Ri-mosso tutto quello che impedisce il mini-mo danno ai due cabinet, eccolo final-mente pronto per il test. Bei mobili, maquesto lo sapevamo ancor prima di ri-muoverlo dall’imballo a prova di tutto. Lalivrea elegante e la forma del cabinetnon rappresentano un elemento di no-vità, col frontale che si sviluppa anche ailati degli altoparlanti così da limitare l’in-nesco di riflessioni interne alle frequenzela cui lunghezza d’onda è coerente conle variazioni di larghezza. Il disegno delfrontale tra baffle e cestello dei woofer fada elemento di raccordo e ricorda dise-gni lontani nel tempo sempre nella pro-duzione dello stesso costruttore. Insom-ma, una estetica accattivante ed elegan-te, che rende magra e slanciata la forma.

La costruzioneTerminato lo sballaggio del diffusore,eccoci a montare il solido plinto di legaleggera alla base che si preoccupa da unlato di consentire il fissaggio delle puntee dall’altro di distanziare, grazie a que-ste, il condotto di accordo dal pavimen-to, condotto dal diametro che primadella svasatura vale 120 mm posto sulfondo del mobile che riceve un discretoprolungamento reale proprio dalla suaposizione. Il rapporto tra il diametro

equivalente dei tre woofer e le dimen-sioni del condotto conduce ad un valoredi 1,91, migliore di quel 2-2,2 che vieneda molti indicato come rapporto di sicu-rezza per contenere l’innesco di turbo-lenze dei filetti di aria all’interno del con-dotto. Gli altoparlanti sono fissati al pan-nello frontale grazie ad un guscio di ma-teriale gommoso e ad una corona circo-lare di alluminio, credo con sole funzioniestetiche. Rimosse le viti e con questegli altoparlanti, eccoci all’interno delbox che ospita i tre woofer da 180 mm didiametro nominale e 133 mm di diame-tro della membrana. L’equivalente diquesti tre altoparlanti vale quasi quantoun 12” ma ovviamente per emularne i ri-sultati come pressione equivalente ab-

bisogna di una escursione simile. I ce-stelli dei woofer sono stati studiati e fattirealizzare dalla stessa casa madre. Sitratta di cestelli a tre razze, estremamen-te aerodinamici, così da produrre unabassissima colorazione alle tre membra-ne, realizzate in alluminio. L’escursionemeccanica stimata supera i 6 mm, cosìda consentire una pressione teorica indi-storta di oltre 100 dB a 40 Hz. L’assor-bente utilizzato è il poliuretano di mediadensità, ben sistemato sulle pareti, sialaterali che su quella posteriore. All’in-terno del box troviamo anche i compo-nenti del filtro crossover, su due suppor-ti accortamente distanziati. Quello più inbasso ospita tutta la cella del passa-bas-so dei woofer mentre il supporto supe-

PROVE

Sonus faber Sonetto VIII

SONUS FABER SONETTO VIIISistema di altoparlanti

Distributore per l’Italia: MPI Electronicsrl, Via De Amicis 10/12, 20010 Cornaredo(MI). Tel. 02 9361101Prezzo: euro 7.320,00 la coppia

CARATTERISTICHE DICHIARATE DAL COSTRUTTORETipo: bass reflex da pavimento. Potenzaconsigliata: 50-300 W rms senza clipping.Tensione massima applicabile: 22 V rms(IEC 268-5). Sensibilità: 90 dB con 2,83 Vad 1 metro. Risposta in frequenza: 36-25.000 Hz. Numero delle vie: tre. Fre-quenza di incrocio: 270-3.000 Hz. Twee-ter: cupola da 29 millimetri custom. Mi-drange: 150 mm custom in cellulosa e fibrenaturali. Woofer: 3 da 180 mm in alluminio.Dimensioni (LxAxP): 283x1.188x427 mm.Peso: 26,3 kg

Bello, elegante e sobrio come di regola per Sonus faber, sin dalle prime verifiche strumentali è stato chiaro che siamo di fronte a un diffusore pensato e ragionato lungamente,

con altoparlanti costruiti proprio per questo modello, uno studio degli interni notevole ed una lotta alle colorazioni apertamente dichiarata.

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PROVE Sonus faber Sonetto VIII

Sistema di altoparlanti Sonus faber Sonetto VIII

CARATTERISTICHE RILEVATE

L a risposta in frequenza, dopo qualche tentativo abbastanza “ardito”con distanze variabili tra i 100 ed i 180 cm, ha mostrato la relativa in-

sensibilità alla distanza, visto che l’angolazione dei tre woofer è bassa eche la frequenza di incrocio di 270 Hz ha una lunghezza d’onda importan-te. La risposta in gamma bassa è notevole sia per estensione che persmorzamento. Il dato dichiarato circa l’estensione alle basse frequenze ri-sulta essere preciso, mentre la sensibilità media, calcolata probabilmentecon altre modalità rispetto al costruttore, risulta addirittura maggiore ri-spetto a quanto dichiarato. Va notata la regolarità dell’emissione fino allagamma altissima e la risposta altrettanto regolarmente decrescente nellaripresa effettuata a 45° sul piano orizzontale. Un comportamento simile sirileva anche nella misura a terzi di ottava, ottenuta col rumore rosa e con idiffusori a 110 cm dalla parete di fondo. Va notata la buona estensione al-le basse frequenze e la regolarità in tutta la gamma medio-bassa, con la

Risposta in ambiente: Vin=2,83 V rumore rosa Risposta in frequenza con 2,83 V/1 m

Modulo ed argomento dell'impedenzaDistorsione di 2a, 3a, 4a, 5a armonica ed alterazione dinamica a 90 dB spl

MIL - livello massimo di ingresso: (per distorsione diintermodulazione totale non superiore al 5%)

MOL - livello massimo di uscita: (per distorsione diintermodulazione totale non superiore al 5%)

Risposta nel tempo

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riore, più affollato dicomponenti e di di-mensioni legger-mente maggiori,ospita tutti i compo-nenti per il filtro delmidrange e quellodel tweeter. Il subvo-lume di lavoro delmidrange è di di-mensioni ovviamen-te molto minori, ma èrivestito dello stessomateriale assorben-te, con l’aggiunta al-le spalle del tweeterdi un ulteriore riem-

pimento a base di acrilico ovattoso cheprobabilmente è stato ritenuto utile acontenere le riflessioni tra la base e laparte superiore del volume a disposizio-ne. Il midrange è un componente da 150mm di diametro nominale, col cestellosempre disegnato e fatto realizzare dalcostruttore. La membrana è realizzata incellulosa e fibre naturali, una caratteristi-ca che dovrebbe limitare in qualche mo-do le onde stazionarie superficiali che

producono alterazioni della risposta adalta frequenza. Il polo centrale è legger-mente innalzato rispetto al traferro edospita alla sua estremità esterna il logodel costruttore. Il tweeter è un trasdutto-re fortemente voluto da Sonus faber erealizzato su strettissime specifiche dellostaff di progettisti. Si tratta di un cupolamorbida da ben 29 mm che emette po-steriormente in un piccolo volume rica-vato nel polo centrale, volume coibenta-to con ben due anelli di materiale assor-bente di natura leggermente diversa. Ilcomplesso magnetico in neodimio èrealizzato con un anello invece della soli-ta pasticca, in modo da avere un camponotevolmente efficace senza costituireun ostacolo acustico all’emissione po-steriore della cupola, una caratteristicache erroneamente viene definita come“suono del neodimio”. Anteriormentealla cupola una piccolissima ogiva me-tallica consente una leggera correzionedell’emissione in gamma altissima senzaalterare più di tanto la gamma alta. Sitratta, secondo il mio parere, di un esca-motage elegante che contiene e con-sente di gestire la variazione della rispo-

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La prima misura della TND, quella effettuata con 90 dB di pressione media emessa dal diffusore, mostra un andamento abbastanza regolare intutta la gamma bassa e medio-bassa, con valori bene al di sotto dell’uno per cento, valori che scendono ulteriormente sia in gamma media che ingamma alta ove però non si raggiungono andamenti da record. Aumentando il livello a 100 dB medi la curva sembra impennarsi soltanto a 70 Hz

pur con valori nella media ben contenuti. L’andamento a media ed alta frequenza segue la stessa variazione vista a 90 dB ma con valori piùcontenuti dell’incremento stesso di segnale.

gamma media e quella medio-alta che decrescono in manieraestremamente regolare, con un leggero picco ad 8 kHz masenza particolari esitazioni ad altissima frequenza. La rispostanel dominio del tempo mostra un decadimento che potrebbeessere buono per un due vie di piccole dimensioni ma che ri-sulta veramente notevole per un tre vie di questa stazza. Pro-babilmente l’intuito audiofilo sul disegno della parete frontaleha una spiegazione strumentale ben precisa e univocamentemisurabile. Il modulo dell’impedenza mostra il primo piccocaratteristico del reflex al di fuori dalla banda di misura, men-tre il minimo dovuto all’accordo sembra snaturato legger-mente dalla azione del notch a 77 Hz. Il modulo a questa fre-quenza è più basso del lecito e conferma l’ipotesi di un cen-traggio teso magari ad equilibrare sia la risposta che l’azionedel passa-basso del crossover. In gamma bassa la connessio-ne in parallelo dei tre woofer produce un modulo basso, co-me su un diffusore a 4 ohm, ma la blanda rotazione di fase fasì che il carico più critico visto dall’amplificatore valga esatta-mente 3 ohm a circa 30 Hz, una frequenza dal basso contenu-

to energetico. In gamma medio-bassa e media il modulo ap-pare regolare, attestato sul valore medio dei 5 ohm e con lafase blandamente “induttiva”. Un carico mediamente facile,dunque. Al banco delle misure dinamiche si iniziano le danzecon la distorsione armonica, misura che vede prevalere leg-germente la terza armonica rispetto alla più “morbida” se-conda, con la presenza visibile ma poco significativa delle ar-moniche di ordine superiore. Notate come in gamma mediatutte le armoniche si abbassino notevolmente, al di sottodell’uno per cento. Ad alta frequenza sale soltanto la secon-da senza mai superare lo 0,8%. La MIL sale con una certa len-tezza fino ad 80 Hz poi balza a valori di potenza notevoli rag-giungendo la massima disponibile a 160 Hz, una potenza chemantiene fino all’estremo altissimo dove annotiamo un leg-gero abbassamento ad 8 ed a 10 kHz. La MOL supera imme-diatamente i 100 dB e raggiunge i 110 a 100 Hz per poi saliredrasticamente con un valore medio di 118 dB fino al terminedella misura.

G.P. Matarazzo

Figura 1.

Figura 2.

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Il filtro crossoverL o schema elettrico del filtro ci è stato fornito diretta-

mente dal costruttore, così che abbiamo evitato di ri-muoverlo dalla sua posizione e di scollegare un terminaleper ogni induttanza per la misura. Come possiamo vederedalla Figura 3 la tipologia adottata da un po’ di tempo dalcostruttore è quella che va sotto la definizione di “semibi-lanciato” a causa dei componenti sistemati anche sul ramonegativo che solitamente collega direttamente un polodell’altoparlante alla massa dell’amplificatore. C’è una ra-gione? Sì, la ragione c’è, anche se poco incline ad esseremisurata, ma l’orecchio, compreso il mio, dice che suonameglio questa configurazione di quella classica. Lo sposta-mento dell’elemento sulla massa come primo componen-te della rete mostra immediatamente la topologia dellacella del tweeter. Si tratta di un passa-alto del quarto ordi-ne elettrico con un attenuatore leggermente variabile conla frequenza, costituito dal condensatore in parallelo allaresistenza di un solo ohm e dalla resistenza da 15 ohm po-sta prima del secondo passa-alto, che normalizza in qual-che modo anche il carico visto dal primo passa-alto. Comepossiamo ipotizzare dai valori in gioco il tweeter deve pre-sentare una risposta molto estesa se misurato senza alcunfiltro. Lo prova il rapporto tra i due condensatori che valecirca 3, così come quello tra le due induttanze, come se sitrattasse di una piegatura teorica ad una frequenza di ta-glio molto maggiore di quella emessa dal trasduttore. Fa-tico a credere in effetti che il progettista abbia voluto rea-lizzare un incrocio con una pendenza superiore al quartoordine acustico. La cella passa-basso potrebbe apparirecomplessa, ma in effetti si riduce ad un passa-basso delterzo ordine elettrico seguita da una cella notch che non èusata per piegare meglio la risposta desiderata, ma è uti-lizzata per compensare il secondo picco di impedenza ca-ratteristico del carico reflex. Va notato che in questo tipodi reti non è affatto importante compensare alla perfezio-ne una variazione del modulo dell’impedenza, tanto chenella maggioranza dei casi si preferisce una leggera stara-tura per ottenere in un colpo solo un modulo con variazio-ni contenute e la risposta regolare e piana. La cella risuonaa 77,6 Hz con un fattore di merito non eccessivo, in mododa riallineare la risposta che verrebbe alterata dal filtrocrossover posto su un carico fortemente variabile in am-piezza. I tre altoparlanti ovviamente sono connessi in pa-rallelo diretto. La cella passa-banda del midrange in un fil-tro a tre vie rappresenta certamente quella più critica dadisegnare, perché deve incrociare sia con i woofer che coltweeter ed anche perché è quella che deve definire la por-zione di frequenze più critica da riprodurre, sia nella ripre-sa in asse che in quella fuori asse. Se grazie alla ripresafuori asse è possibile individuare con una certa precisione

la massima frequenza a cui può lavorare un midrange pri-ma di cedere il passo al tweeter, è altresì importante defi-nire le fasi acustiche per un incrocio scenicamente valido insala d’ascolto. La frequenza di incrocio con i tre woofer èstata scelta prudentemente abbastanza in basso in mododa ottenere poche interazioni al variare dell’angolo diascolto ma comunque tale da far lavorare il driver per lenote medie in buona sicurezza dal punto di vista della te-nuta in potenza. La tipologia usata è quella del passa-ban-da del secondo ordine, ottenuto con un solo elemento in-duttivo ed uno capacitivo, preceduto da una leggerissimaattenuazione resistiva. A prima vista questa configurazionepotrebbe apparire troppo semplice, almeno dando unosguardo al passa-basso ed al passa-alto dei woofer con ilmidrange. La Figura 4 ci mostra la risposta acustica dei trewoofer e quella dell’unità medio-alti. Come possiamo ve-dere in effetti la pendenza del passa-alto del midrange ap-pare eccessivamente blanda rispetto a quella dei woofer,tanto più che la risposta viene in qualche modo modulatadalla risonanza del trasduttore che lavora in un piccolo vo-lume chiuso. Sembra davvero un non senso, abituati comesiamo a filtri speculari e simmetrici. E invece non è così. Ilfiltro a bassa pendenza serve, giocando con attenzionesulla frequenza di taglio, sulle due fasi acustiche, ad amal-gamare quanto più possibile l’emissione del midrange aquella dei woofer in una porzione di frequenze che va da80 a circa 300 Hz, una banda abbastanza critica per il cor-po della musica. Dal lato passa-basso alla sola induttanzasi aggiunge una cella notch sintonizzata a circa 4.600 Hzche ha il compito di piegare la risposta fino a farla collima-re con quella del tweeter, con un andamento della fase ta-le da avvicinare virtualmente gli offset dei due trasduttori.Probabilmente è per questo motivo che il diffusore non hail pannello frontale inclinato e consente soltanto una leg-gerissima pendenza all’indietro giocando sulla filettaturadelle punte.

G.P. Matarazzo

Figura 3.

Figura 4.

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sta man mano che l’angolo tra cupola edascoltatore aumenta e che evita rifles-sioni indesiderate che, se non contenu-te, esaltano la componente fredda deltweeter a cavallo dei 12.000 Hz. In Figu-ra 1 possiamo vedere come la waterfallbrilli per pulizia in tutta la gamma me-dio-alta ed alta, pur con un leggero ac-cenno di risonanza a circa 1.300 Hz, riso-nanza che viene comunque smaltitamolto velocemente. In gamma medio-bassa si nota qualche leggera ondula-zione dovuta alle dimensioni del box masi nota anche come queste siano smalti-te senza esitazioni e code particolari. Larisposta al gradino di Figura 2 ci mostrala fase elettrica invertita dei due altopar-lanti destinati alla gamma media ed altache si inseguono con due fronti quasiverticali e l’arrivo appena ritardato deitre woofer che sono connessi in fase.

L’ascoltoL’ascolto della coppia Sonus faber è ini-

ziato con un discreto rodaggio, brevema intenso, a cui ha fatto seguito unaopportuna sessione di posizionamentoe verifica. La routine di messa a puntodei due diffusori in ambiente è duratapoco, con mia grande gioia, visto il pesonon proprio ridotto dei due cabinet. Adun metro e dieci dalla parete posteriorela gamma bassa è apparsa immediata-mente frenata al punto giusto e non harichiesto ulteriori interventi. Nemmenola legatura tra bassi e medio-bassi haportato via molto tempo, con i diffusoriche “tengono” bene la scena centrale,motivo per il quale la distanza tra i due, econseguentemente la distanza di ognu-no dalla parete laterale, è regolabilesenza alcun problema. Con due Sonusfaber distanti circa 80 cm dalle pareti la-terali e quella di destra appena più ruo-tata verso l’esterno rispetto a quella disinistra, ho “centrato” la componentemonofonica di fronte alla mia posizionedi ascolto. Inizio, tanto per provare setutto va bene, con i Dire Straits su sup-porto digitale. Lo smorzamento del bas-

so mi sembra eccellente sin dal primoascolto, con la voce centrata e stabile econ la quota giusta che il fonico ha deci-so per questa registrazione. Se è veroche la migliore musica per tentare unaanalisi critica è quella acustica ben regi-strata, è pur vero che la musica che ma-gari ti piace e che conosci bene produceun effetto equamente ripartito tra piace-re ed analisi timbrica. Giro un po’ per iPink Floyd ma poi ripongo il disco nellasua custodia e tiro fuori i dischetti solitiper il test del diffusore. La teutonica vo-ce di donna è sferzante, come deve es-sere, ma possiede articolazione quota etimbrica. Penso per un attimo che il testpotrebbe finire anche qui, ma immedia-tamente scaccio il pensiero come unamosca fastidiosa. Però la sessione diascolto è iniziata nel migliore dei modi emi predispone bene alla successionedelle tracce identificative. Anche la vocemaschile si difende molto bene, con unagamma alta ben proposta ed un dise-gno dello stage che lascia intuire tuttal’ambienza della registrazione. La cor-

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Il supporto che ospita i componenti della sezione midrange etweeter. Notare i due grossi condensatori Iskra che costituiscono,assieme ad un 33 µF non visibile, il passa-alto del midrange. Senza

alcun elettrolitico bipolarizzato.

Il diffusore con tutti gli altoparlanti rimossi. L’elegante cabinet è perfettamente raccordato agli altoparlanti grazie all’interposizione di anellidi gomma. Alla base del mobile è sistemato il condotto di accordo.

Il filtro crossover dei tre woofer. Si vedono le tre induttanze avvoltesu supporto ed il condensatore bipolarizzato.

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retta riproduzione dell’ambienza ha ache vedere con l’articolazione, con la ri-produzione del dettaglio e con la corret-ta fasatura acustica dei vari altoparlanti,oltre che con la correttezza della dispo-sizione in ambiente. La musica per gran-de orchestra mi propone una scena am-pia, senza strafare in alcuna dimensione,ma dilatando comunque lo stage prece-dente, quello delle voci maschili e fem-minili. La profondità dello stage è cor-retta ed a me va dritta al cuore, così co-me la larghezza, con i Sonetto capaci diproporre gli esecutori disposti in manie-ra corretta, né eccessivamente larghi manemmeno compressi in una scatola sce-nica troppo piccola. Il disegno di unostage corretto, quando la timbrica è benbilanciata e l’ambiente è ben controlla-to, ha per effetto secondario molto gra-dito la comparsa corretta dei vari pianisonori. Nelle registrazioni naturali, ovve-ro non eccessivamente lavorate dal foni-co, ecco che possiamo letteralmente ve-dere la disposizione del coro misto, levarie componenti maschili e femminilied addirittura la diversa quota delle sin-gole emissioni. La tenuta in potenza deldiffusore è notevole, ma il mio concettodi grande riproduzione musicale parte

PROVE Sonus faber Sonetto VIII

I terminali dicollegamento sono

duplicati per l’eventualebiamplificazione

biwiring.

Il tweeter realizzato sotto la direzione deglistessi progettisti. Notare la piccolissima

ogiva e la flangia di raccordo.

L’ascolto

“M usic to hear, why hear'st thou music sadly?" -"(Tu che sei) musica da ascoltare, perché ascolti

la musica tristemente?". Così inizia il sonetto numero ottodi William Shakespeare. Il componimento non tratta chiaramente temi audiofili nelsuo insieme ma l'autore sembra biasimare chi non ascoltala musica con diletto. Sonetto è il nome dato all'ultima fatica di Sonus faber,una linea di diffusori affascinanti nell'estetica e nei conte-nuti. Abbiamo iniziato a conoscerla partendo dal modellodi vertice che (casualità o predestinazione) si chiama pro-prio Sonetto VIII. Un sistema imponente nell'aspetto eancor più nella resa sonora, un progetto studiato per am-bienti di ampie dimensioni. In effetti nella sala di ascoltodi AUDIOREVIEW questi Sonus faber si sono trovati parti-colarmente a loro agio, non soffrendo di complessi di in-feriorità se paragonati a memoria ai grossi calibri che so-no transitati da noi negli ultimi anni. La loro voce è impe-riosa, quasi da baritono, e infondono un rassicurante sen-so di fermezza. La gamma basa e medio bassa è dunquepossente, scura e solida come si addice a sistemi di altovalore. Le percussioni sono energiche e secche, non si av-vertono code dovute al'emissione principale. Nelle inten-se partiture orchestrali si è proiettati in sala da concertocon un ottimo realismo, il registro inferiore sostiene ilcoinvolgimento mentre davanti all'ascoltatore fiorisce unaillusione stereofonica molto credibile. Salendo in gammamedia si hanno impressioni molto positive grazie allaspiccata naturalezza e alla trasparenza. Le voci, maschili ofemminili che siano, risaltano in una amalgama sonora lecui parti rimangono ordinatamente ben distinguibili. Fa-cendo un paragone tattile ricordano la morbidezza e latrama estremamente fine del velluto. Il tweeter offre unbuon contributo che risulta particolarmente equilibrato.Quasi un marchio di fabbrica fortemente legato alla tradi-

zione vicentina che in questo range di frequenze dosa ac-curatamente il dettaglio e l'apertura.Qui i Sonetto VIII non provano a catturare l'orecchio conl'esca del contrasto accentuato, come fanno altri sistemipiù frizzanti. Dimostrano invece coerenza e naturalezzache si apprezza con il passare del tempo. Un diffusore delgenere trasforma la seduta di ascolto nella riscoperta deibrani che troppo spesso scorrono via senza attenzioneperché "abusati" durante i numerosi test. Qui le piccolesfumature si mettono spontaneamente in luce mantenen-do vivo l'interesse d'ascolto fino alla fine della traccia.Tra le molti doti positive si distingue la ricostruzione sce-nica che ha una stabilità da primato. Le due colonne ri-creano un senso di spazialità ben pronunciato con unanotevole estensione in larghezza e probabilmente ancorpiù in altezza. La profondità merita un encomio a parte.La visione prospettica infatti assume distanze considere-voli, gli ambienti ricreati appaiono decisamente spaziosi. Ipiani sonori sono perfettamente distinguibili. Un effettoalquanto gradevole che, privo di artificiosità e stranezze,amplia il palco virtuale senza disperdere la risoluzione. Nel complesso questi Sonus faber sono diffusori completie non limitano la scelta dei generi musicali. La raffinatezzali rende adatti ad affrontare le soavi esecuzioni solistementre le doti dinamiche esaltano senza tentennamenti ibrani test più impegnativi. È sufficiente dargli una catenaa monte adeguata, un'amplificazione robusta e una sor-gente di qualità per poter vivere emozioni certe.I Sonetto VIII affascinano e rapiscono per il timbro sicuro,la trasparenza e la ricostruzione scenica realistica. Sonoun sistema che non può annoiare, come direbbe Shake-speare, ma che anzi può infondere e rivitalizzare la gioiadi ascoltare musica. Da Sonus faber un'altra poesia elet-troacustica.

A. Allegri

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proprio dai livelli più bassi, ove si vedo-no le differenze tra un altoparlante fattobene ed un mostro con tanti muscoli epoco cervello. Il pianoforte esprime deibuoni transienti, anche se mi sarei aspet-tato una resa leggermente più incisivanegli attacchi dei martelletti. Ancora uncoro misto per sottolineare che il diffu-sore non ha alcuna simpatia particolaree che riproduce sia le voci maschili chequelle femminili con eguale senso del-l’equilibrio e rigore timbrico. Per i tran-sienti scelgo un pizzicato per chitarraclassica ripreso a distanza ravvicinatache viene riprodotto con un bilancia-mento notevole, con una dinamica ec-cellente e con dei fronti di attacco dibuon livello. Il coro dei “Carmina Bura-na” è disposto molto correttamente,senza essere né troppo vicino né troppoconfuso in fondo allo stage. L’orchestranon copre mai le voci che conservanouna articolazione eccellente anche nelpieno orchestrale che con una certa na-turalezza ne lascia intuire le varie com-ponenti. Il tutto circondato da percus-sioni immanenti che smuovono poco itre woofer. Anche le musiche per orga-no propongono una estensione notevo-le verso il basso, tanto che sadicamentedevo portare al massimo l’amplificatoreper sentire un minimo di affaticamentoda parte del condotto posto alla basedel cabinet. Si tratta, lo ammetto, di unaprova che non ha nulla a che fare con lacorretta riproduzione della musica, ef-fettuata per pura curiosità, giusto persfatare tutte le preoccupazioni di tantiaudiofili che vedono il condotto di ac-cordo come il male assoluto. Io ritengoinvece che un corretto disegno del con-dotto stesso ed una saggia e ponderatascelta della frequenza di accordo posso-no oculatamente condurre ad un diffu-sore capace di esprimersi come e me-

AC/DC. Che dire, i diffusori non fannouna piega pure col volume che quandoun diffusore suona bene, aumenta im-mancabilmente. Bel Colpo!

Conclusioni Sonetto VIII è un sistema di altoparlantinon eccessivamente costoso ma stopensando che in Sonus faber non sipunti tanto al buon rapporto tra la pre-stazione ed il prezzo di vendita quantoalla prestazione assoluta, che deve es-sere, e lo è, sempre equilibrata, rigoro-sa ed essenziale. Dal mio punto di vistaviene prima della veste impeccabile edel disegno accattivante. A mio parerequesto diffusore può essere utilizzatoin ambienti di dimensioni medio-gran-di con una elettronica potente e benestesa. Senza pretendere anni di ro-daggio per farla esprimere al megliocredo che qualche giorno di ascolti so-stenuti serva a migliorare notevolmen-te gli estremi della banda. Il rock nonsfigura in un diffusore dall’aspetto cosìaccurato, ma il meglio lo esprime conmusica impegnata e con i passaggicomplessi della musica acustica, anchee soprattutto quella ad alta dinamica.

Gian Piero Matarazzo

PROVESonus faber Sonetto VIII

glio di sistemi con un basso tanto smor-zato da essere quasi del tutto assente.Anche la tenuta in gamma bassa è note-vole senza che le membrane abbiano amuoversi in maniera scontrollata. Loschiocco di dita riprodotto è naturale,con uno smorzamento non eccezionale,ma senza colorazioni e code udibili, conla quota giusta ed una leggera propen-sione per la parte mediana dello spet-tro. Vuol dire che controllerò meglio lawaterfall e la TND che sono di difficileanalisi prima che i grafici siano montatisulla propria griglia. Il sassofono chesuona in una stanza vuota mi riporta im-mediatamente in quell’ambiente che,per fortuna, ha molti più riverberi edechi del nostro ambiente di ascolto eche quindi prevale nel disegno ricostrui-to dalla coppia di Sonetto. La resa dellostrumento è piacevole e ben controllata,sgradevole solo alzando il volume, cosìcome sgradevole risulta lo strumentoascoltato da vicino. Gli echi e l’ambienzadella stanza ci sono tutti, con la gammamedia delle riflessioni spostata legger-mente a destra, esattamente come nellatraccia test. Dopo un buon paio d’oredella seconda seduta di ascolto, notocome il tweeter vada sciogliendosi allefrequenze altissime sfoggiando una resapiù veloce ed estesa, a completare unquadro che mi sembrava leggermentecarente all’estremo alto della bandapassante. Convoco immediatamente ipiatti della batteria, i campanelli equant’altro contenuto nelle ultime trac-ce del CD. Niente da dire! Estensione,smorzamento ma anche grinta e presta-zione transiente di buon livello. Il pas-saggio al rock non è indispensabile ai fi-ni dell’analisi, ma a me piace, motivo peril quale inizio la sequenza con i “costu-mati” Dire Straits e continuo con i DeepPurple, i Led Zeppelin per finire con gli

Il midrange da 150 mm ha la membrana in cellulosa e fibre naturali. Notare l’eleganza el’aerodinamica del cestello, disegnato e fatto realizzare dallo staff progettuale della Sonus

faber, così come quello del woofer da 180 mm.

Sul polo centrale del midrange è incollato illogo del costruttore. Notare l’accurato

fissaggio ed il numero di viti.

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