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La costituzione tra elasticità e rottura INTRODUZIONE Il sistema italiano è peculiare, non è uno stato di partiti ma una partitocrazia sregolata, situazione che continua a persistere anche dopo la crisi del 1992-1993, la quale ha comportato uno scivolamento verso una democrazia -non partecipata; -meramente elettorale; -basata su istanze plebescitarie carismatiche; -accentramento burocratico Lo stesso assetto della carta costituzionale è in crisi,snervata e al limite della rottura materiale. Costituzione , definizione e caratteristiche: -è un corpo di dottrine e comportamenti ed è il principio fondamentale dell'organizzazione di un ordinamento; -è un documento generalmente scritto; -contiene diritti e libertà di individui e gruppi; -prescrive le regole di organizzazione istituzionale. Varie interpretazioni: -Carl Schmitt : Senso assoluto effettivo sostanziale ---> la Costituzione è vista come concreta condizione centrale dell'unità politica, anima e vita dell'ordinamento sociale di uno Stato. -Hans Kelsen: Senso assoluto ideale --> la Costituzione è un insieme di norme giuridiche,leggi formali. -Mortati: La costituzione in senso materiale, anima quella in senso formale. E questo è un rapporto che dà luogo a concrete possibilità di interpretazione, ad una possibile rottura, e al suo interno la Costituzione prevede limiti espliciti e impliciti sia all'attività interpretativa che a quella di revisione. Elasiticità: E' la capacità che una Costituzione ha di mantenere la propria conformazione anche quando è sottoposta a pressione (anche le Costituzioni rigide hanno margini di elasticità).

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La costituzione tra elasticità e rottura

INTRODUZIONE

Il sistema italiano è peculiare, non è uno stato di partiti ma una partitocrazia sregolata, situazione che continua a persistere anche dopo la crisi del 1992-1993, la quale ha comportato uno scivolamento verso una democrazia

-non partecipata;

-meramente elettorale;

-basata su istanze plebescitarie carismatiche;

-accentramento burocratico

Lo stesso assetto della carta costituzionale è in crisi,snervata e al limite della rottura materiale.

Costituzione , definizione e caratteristiche:

-è un corpo di dottrine e comportamenti ed è il principio fondamentale dell'organizzazione di un ordinamento;

-è un documento generalmente scritto;

-contiene diritti e libertà di individui e gruppi;

-prescrive le regole di organizzazione istituzionale.

Varie interpretazioni:

-Carl Schmitt: Senso assoluto effettivo sostanziale ---> la Costituzione è vista come concreta condizione centrale dell'unità politica, anima e vita dell'ordinamento sociale di uno Stato.

-Hans Kelsen: Senso assoluto ideale --> la Costituzione è un insieme di norme giuridiche,leggi formali.

-Mortati: La costituzione in senso materiale, anima quella in senso formale. E questo è un rapporto che dà luogo a concrete possibilità di interpretazione, ad una possibile rottura, e al suo interno la Costituzione prevede limiti espliciti e impliciti sia all'attività interpretativa che a quella di revisione.

Elasiticità:

E' la capacità che una Costituzione ha di mantenere la propria conformazione anche quando è sottoposta a pressione (anche le Costituzioni rigide hanno margini di elasticità).

Bryce ---> Il grado di elasticità delle Costituzioni ci permette di effettuare una classificazione alternativa a quella di Costituzione scritta e non scritta.

Inoltre l'elasticità, generalmente definita, è la capacità di un corpo di subire modificazioni mantendendo la sua struttura portante e di riassumere la sua forma originale quando questa pressione cessa.

L'elasticità tesa ai suoi limiti massimi, può produrre un punto di snervamento e successivamente uno di rottura.

Lo snervamento avviene nel momento in cui l'oggetto subisce una pressione tale da deformarsi plasticamente, passando così da un comportamente elastico, quindi reversibile, ad uno irreversibile. Dunque elasticità è reversibilità e al comportamento plastico corrisponde invece, l'irreversibilità.

Quando però la modificazione che l'oggetto in questione ha subito, è radicale al punto di far distaccare l'oggetto dalla sua struttura base, (dai suoi principi supremi, quando l'oggetto in questione è la Costituzione) allora giungiamo al punto di rottura.

Teoria della costituzione materiale --> fino a che limite gli atti e l'interpretazione delle forze dominanti all'interno dell'ordinamento, possano essere consonanti con i principi e la natura del resto costituzionale. Dunque la costituzione formale, ossia il testo scritto, dà luogo a interpretazioni con fenomeni di elasticità ---> se la tensione interpretativa diviene invece insostenibile, abbiamo la torsione plastica, che va oltre i limiti di elasticità, e possono dunque attivarsi delle trasformazioni irriversibili, ma tra le conseguenze possibili ci sono anche la non osservanza dei precetti costituzionali, revisione della costituzione o redazione di un nuovo testo.

-Ogni costituzione ha un suo nucleo duro, e questo è costituito dai suoi principi supremi ( il punto di rottura è rappresentato dal superamento o dalla negazione degli stessi) --> In una democrazia i principi supremi sono :

-sovranità popolare;

-limiti e contrappesi che si identificano negli organi di garanzia.

La Costituzione e la Storia

La storia dei regimi di un ordinamento corrisponde alla storia delle forme di stato.

Storia di una specifica costituzione in senso documentale --> documento e la sua interpretazione da parte dei soggetti politicamente rilevanti.

-Storia costituzionale --> analizza il rapporto tra governati e governanti sulla base degli elementi del regime precedentemente definito.

Caratteristiche degli ordinamenti democratici:

-inclusione --> riconoscimento formale di componenti del demos;

-autodeterminazione;

-tutela dei diritti fondamentali;

-strumenti capaci di garantire eguaglianza tendenziale alle opportunità;

-certezza dei procedimenti di selezione nelle scelte.

Società di massa, i suoi elementi indispensabili sono 1) gli strumenti per la partecipazione della volontà elettiva e deliberativa di tipo democratico e 2) un sistema di partiti strutturato e regolato --->la mancanza di questa regolazione è forse una causa del problema italiano.

Ma perchè è mancata la regolazione? La presenza di forze antisistema ha impedito la stessa, portando tra i partiti fenomeni di corruzione, e la scomparsa di un controllo reciproco. A 15 anni da mani pulite la strategia del bipolarismo si è dimostrata comunque insoddisfacente su questo piano. Il bicameralismo perfetto è una vicenda antica, ed è oggi aggravato dalla perdita di centro e dalle insufficienze dell'integrazione europea. Questi fattori altro non fanno che sviluppare la sfiducia del demos verso il politico.

La sfiducia del demos verso il politico richiede un recupero pluridimensionale, nel 93' si sarebbe potuta concludere la transizione mai portata a termine, se solo fossero state meglio regolate:

– la legge elettorale;

– E se il rapporto di fiducia avesse coivolto una sola camera.

Una simile struttura innovativa avrebbe permesso:

- strutturazione di una competizione nazionale più sana;

- un minore indebolimento dell'esecutivo.

CAP.1 I PROBLEMI CONTEMPORANEI DELLA RAPPRESENTANZA IN CAMPO POLITICO

- Democrazia e rappresentanza

Il termine democrazia rappresentativa può risultare contraddittorio dal momento che il concetto di democrazia si riferisce (giustificata da necessità pragmatiche) a decisioni prese direttamente da tutti i consociati del demos (quella pura è pertanto limitata a piccole località).

Rappresentanza:

1- non è solo di carattere elettivo ma anche istituzionale, CAMPO POLITICO (rapporto anche di tipo mandatario a volte anche innovativo) è dove questa viene esercitata, POLITICA (legame

fiduciario) è il tipo di rapporto che lega il rappresentante al rappresentato (campo politico e politica possono anche sovrapporsi );

2-è un termine collegato con politicità, statualità e individualismo. Dunque il concetto di rappresentanza nasce con lo stato moderno ( XVI-XVII sec. XIX suo apice);

3- è alla base del metodo elettivo, è la legittimazione per l'attribuzione formale di una competenza.

3 conseguenze principali:

1- necessità di verificare come la politicità si distribuisce nel tempo all'interno dell'ordinamento: creando una distinzione tra chi partecipa alla distribuzione dei valori e chi effettua un mero influsso sulla stessa;

2- teoria dell'obbligo politico, è la capacità che il rappresentante ha di impegnarsi con la propria azione verso il rappresentato;

3- ogni tecnica di rappresentanza ha dietro una teoria dei regimi politici dunque complessa o pura.

Il politico contemporaneo non risiede più solo nello stato ma,(regime ottocentesco lo stato produce il politico,lo stato si identificava con la politica quindi diritto=politica) i luoghi in cui risiede vanno dall'alto al basso, dunque lo Stato è stato da tempo messo in discussione, è un'istituzione storicamente situata, ed è solo uno dei luoghi istituzionali funzionalizzati allo sviluppo della persona umana.

L'allocarsi della rappresentanza nel rapporto centro-periferia ha contribuito alla crisi del rapporto rappresentativo --> la politica di massa evidenzia la necessità di formazioni di partito forti con garanzie formali e strumenti per la partecipazione-->per evitare lo scivolamento per l'oligarchia e il plebiscitarismo (anni 20/30 crisi della partecipazione, necessità di eliminare i partiti scheggia ,clausole di esclusione,fuori i partiti antisistema. Secondo dopoguerra: maggiore selettività anche in ambito non maggioritario,attenzione alla legislazione elettorale di contorno).

Ultimi 15 anni ripresi gli studi della rappresentanza:

– Problema in stabilità e deficit rappresentativo;

– trasformazione dei mezzi di partecipazione hanno portato alla democratizzazione delle decisioni --> il politico non è più statuale.

Il dibattito italiano, le carte in tavola:

1- perdita di centralità delle istituzioni con la conseguente affermazione della personalizzazione della contesa;

2- crisi di rappresentatività parlamentare anche dovuta alla complessità sociale;

3- parlamenti superati dai partiti: - trasformazione lobbista nei confronti del proprio esecutivo; - libero mandato su cui poggia l'ideologia della rappresentanza politica;

4- gli esecutivi hanno un ruolo privilegiato, rappresentano le domande della società civile , il punto di riferimento per gli interessi del corpo elettorale ;

5- sempre più soggetti non legittimati dal consenso popolare, ma da investimenti istituzionali, hanno funzioni di controllo;

6- svuotamento delle competenze delle istituzioni centrali dovuto ai fenomeni di devoluzione e integrazione europea.

I pericoli che ne derivano sono:

- diminuzione dell'incidenza del piano nazionale,senza l'individuazione di una sicura alternativa con la quale i singoli cittadini possano esprimere la propria volontà elettiva e deliberativa;

-delegittimazione elementi ideali del sistema;

- mancanza della partecipazione politica, riduzione dei partiti a macchine di potere;

- influenza dei mezzi di comunicazione di massa di tipo individualistico.

Come soluzioni alternative alla rappresentanza sono state presentate 4 ipotesi in campo politico:

- democrazia deliberativa --> al massimo è uno scrutinio approfondito delle decisioni da prendere;

-democrazia elettronica --> reintroduzione di un regime oligarchico;

-democrazia di villaggio --> miraggio;

-rappresentanza istituzionale --> la più esterna di principi di volontà popolare --> burocrazia,magistratura e autorità amministrative,sono imparziali ma c'è il pericolo dell'inquinamento politico.Mostrano la necessità di mantenere altri standard democratici nel campo delle votazioni per salvarsi da spinte plebescitarie e populiste.

Capitolo 2: I PRINCIPI POLITICI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA TRA ELASTICITA' E ROTTURA

Forme politiche attuali non sembrano più riconoscersi nel patto costituzionale del 1948.

Costituzioni democratiche:

1- rigidità (secondo dopoguerra) --> elasticità;

2- soggette a fenomeni di snervamento e rottura

Sono testi storicamente situati, frutto di contesti culturali e politici specifici atti solenni con una forza normativa, l'interpretazione deve tenere conto dell'intenzione dei padri fondatori, ma si autonomizza nella sua doscrezionalità, non sono testi meramente organizzativi ma si basano su valori e principi.

La Costituzione Italiana --> frutto di un dibattito tra forze politiche politiche

Dopo l'eredità del primo dopoguerra, nel secondo, si assistette ad una seconda ondata di democratizzazione, si passa dallo stato di partito allo stato dei partiti --> I partiti ebbero un ruolo fondamentale nel processo di costruzione europeo. Ristabilimento di libere istituzioni fu frutto di un'azione endogena sia dall'alto che dal basso.

-Caso italiano (impossibile un ritorno alla situazione pre-fascista: - divisione del paese in due; - fine del fascismo nel 42-44 Badoglio; - Armistizio dell'8 settembre che portò al collasso dello stato monarchico; -linee di conflitto regno del sud e repubblica sociale italiana) ha seguito un percorso ricostruttivo simile a quello francese che in quei mesi stava faticosamente partorendo la Costituzione della IV Repubblica.

1944 congresso CLN, successivo riconoscimento del regno del Sud, svolta di Salerno, liberazione di Roma -->5 giugno 1944,governo Bonomi, lavoro all'assemblea costituente 2 fasi (si guardò al modello francese,un lavoro tra forze eterogene evidente la paura del tiranno nelle decisioni prese): - commissione del 75'; -discussione in aula.

Principi:-democratico;-personalista;- pluralista; - lavorasta. Mortati la richiese con forza, nonostante le diffierenze, di mantenere un minimo di collegamento per evitare l'implosione del sistema.

Opera successiva al costituente, periodo 1948-1955, sostanzialmente la Costituzione resta inapplicata ed è scelta poi l'integrazione dei partiti. A metà degli anni 60' il sistema politico ha cominciato ad avvitarsi su sè stesso, non si è riusciti a fare in modo che la costituzione divenisse uno strumento di consolidamento del patriottismo (si è indebolita progressivamente, per Fulco questa crisi risale almeno al 1968, con la sconfitta dell'ipotesi riformista del centrosinistra e l'inizio di una transizione infinita; si tratta di una mutazione incompiuta che si è trascinata fino al 1993, in cui c'è stata la scomparsa di tutti i soggetti politicamente rilevanti appartenenti al

precedente regime, la scomparsa di tutte quelle forze che avevano contribuito alla formazione della costituzione--> Tuttavia i nuovi soggetti politici si sono dimostrati tra loro lontani dal testo costituzionale, il quale invece dovrebbe essere una tavola di valori comuni immutati però nel sostrato culturale).

Elia riconosce che il fallimento dell'integrazione del PCI negli anni 70 ha causato un indebolimento del tessuto originario della costituzione snervata ormai quasi liquida.Il bipolarismo degli ultimi anni non ha azzerato l'ipotesi della stabilizzazione, anzi si profilano nuovi fenomeni di snervatura sempre più pronunciati.

Lo stesso ultimo Governo Berlusconi critica il testo costituzionale (PDL richiesta di riforma radicale)

1948: - rapporto centro centro-periferia; - rapporto individuo-autorità (partito politico ha un leader--> rapporto diretto con il demos).

PDL--> (ricerca una democrazia carismatica che confligge con la nostra forma di stato)è una prospettiva con alcuni elementi plebiscitari.

PD--> nella sua incertezza appare come dissolto,sparito, impantanato nell'indecisione anche sulle regole delle consultazioni di base.

E' vero che vi sono ampi settori della nostra costituzione ormai obsoleti, ma il governo Berlusconi prospetta addirittura un riordinamento del disegno originario.

CAP3: I DIRITTI DI PARTECIPAZIONE POLITICA NELL'INNOVAZIONE ISTITUZIONALE INCREMENTALE ITALIANA

Crisi 92-93 ha comportato molte innovazioni, ma ancora non si è raggiunta la stabilizzazione istituzionale. Il nuovo sistema elettorale introdotto nel 2005 anche se ha riaperto i giochi, non ha fatto in modo che si potesse concludere la fase di transizione. Le elezioni generali del 2006 con il nuovo meccanismo hanno confermato tutto questo.

2006--> (ci sono state una serie di modifiche sulle leggi di revisione dal 1951, ma non hanno modificato l'impianto dei costituenti--->2001 riforma del titolo V) con un refererendum il corpo elettorale ha respinto la proposta di rinnovare tutta la 2°parte del testo costituzionale, vantata dal PDL--> ovviamente solo la seconda parte in quanto la prima contiene i principi supremi, giudicati indefettibili dalla Corte Costituzionale, così come la forma di stato.

Legislazione elettorale sistema del 2005 --->

Sistema per la Camera:

-premio di maggioranza; - collegi plurinominali; - liste bloccate; - clausola di esclusione

Sistema per il Senato:

- formula maggioritaria; - collegi plurinominali; - scelta unica; - lista bloccata; - premio di maggioranza ; - clausola di esclusione.

Il vecchio sistema del 1993 invece:

-pluralità dei collegi locali (si presentavano attori candidati a loro volta collegati a livello nazionale--> collegi sempre plurinominali ; -evidenziano il potere partitocratico---> mancanza di democrazia infrapartitica);

-collegio nazionale o regionale plurinominale;

-premio implicito all'aggregazione;

-potere partitico implicito con possibilità di bilanciamento;

-rischio di difformità dei risultati tra le due camere del parlamento --> cosa che continua a persistere anche con il sistema 2005.

ART14 BIS: prevedeva la possibilità di collegamento in coaliazioni di partiti e gruppi politici, si candidano e depositano un unico programma--> questo meccanismo introduce nel nostro ordinamento la figura del 'capo unico di coalizione'.

Modificato art.4 del DPR n° 361/1957, il voto è divenuto un dovere civico e diritto di voto di tutti i cittadini (Orlando ne sarebbe felice).

2006--> ammessa la presenza di osservatori internazionali presso i seggi, per rilevare gli standard di democraticità per il sistema italiano.

Decreto del 3 gennaio--> prevedeva la rilevazione informalizzata dello scrutinio delle elezioni politiche in un numero di seggi 25%--> questo secondo le direttive del Ministro per l'innovazione e le tecnologie. Ma tutto ciò causò un'accesa polemica, ciò che preoccupavano erano il profilo giuridico (lo scrutinio informatico non aveva valore legale, in quanto l'operatore elettorale non era stato nomianto dalla commissione elettorale comunale, ma dal Ministro e poi era stato utilizzato un delegato legislativo in una materia, quella elettorale, coperta da riserva di legge d'assemblea)e il profilo economico (la spesa ammontava a 20milioni tratti dal fondo per le aree depresse).

Elezioni del 2006, i risultati furono molto discussi, ecco i vari punti di vista e contestazioni:

- Berlusconi sosteneva che i voti su cui si dubitava di broglio, erano sufficienti a ribaltare la maggioranza alla camera, non accettando così la sua sconfitta elettorale;

-Calderoli dichiarò tra i vari risultati, che era inammisibile il collegamento di una lista regionale autonoma con la coalizione del centrosinistra; si parla di Lega Autonomia Alleanza Lombarda, alleata di Prodi (ma si tratta di un numero di voti talmente irrisorio che comunque non avrebbe potuto pregiudicare il risultato finale)

-Tremaglia Ministro degli italiani all'estero, aveva dichiarato di aver assistito a numerose irregolarità , inoltre circa il 10% degli aventi diritto non si sarebbe visto recapitare le schede.

Risulta evidente che certi ricorsi erano stati presentati solo per allungare i tempi di programmazione dei risultati--> ma c'è da dire che ci furono dispute anche all'interno del centro sinistra stesso, alcune circoscrizioni elettorali al senato sarebebro state escluse dalla ripartizione dei seggi--> alcuni seggi attribuiti alla destra avrebbero dovuto essere asseganti alla Rosa nel Pugno, Insieme per l'Unione e alla lista di Di Pietro.

Il governo Prodi crolla nelle elezioni del 2008, si presentano 30 liste, di cui 2 collegate a Veltroni e 3 a Berlusconi(che vince). Il motivo di questa numerosità è da ricercarsi nella normativa per il rimborso, sono infatti sorti in procinto delle elezioni parecchi partiti fantasma. I Ds ad esempio hanno deciso di blindare il loro patrimonio costruendo fondazioni ad hoc nelle quali riversare i soldi ottenuti dai rimborsi.

Il PDL subirà in questo periodo al suo interno grandi contrasti tra le figure di Berlusconi e di Fini

Torna al centro del dibattito perenne per la riforma del sistema elettorale, la fine della transizione si è allontanata ancora di più ( e questa è una situazione insostenibile per la stabilità del sistema politico-istituzionale)--> c'è la necessità di recuperare un minimo comune denominatore, la strada non sarà facile dovranno essere superati i problemi personali tra gli attori politici e i governi partigiani.

CAP4:LA LEGISLAZIONE ELETTORALE ITALIANA E I VOTI AI NON CITTADINI

Nuove richieste, nuove esigenze di inclusione dal punto di vista teorico hanno generato diverse posizioni sull'argomento della concessione del diritto di voto ai non cittadini; nella normativa italiana si rileva una prospettiva arcaica, e barriere formali sempre maggiori all'integrazione.

La comparsa di nuovi diritti sulla scena ha indotto ad interrogarsi sull'estensione o meno del diritto di voto ai migranti, considerati comunque oggi anche i fenomeni di globalizzazione e internazionalizzazione.

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Hanno portato al sostanziale immobilismo in materia:

1) Impossibilità POLITICA di utilizzare per questo campo lo strumento di revisione costituzionale.

2) Necessità di mantenere un'omogeneità sostanziale nel trattamento degli stranieri all'interno della comunità europea.

Cittandinanza--> caratterizza coloro che fanno parte del nucleo individuato di ogni comunità politica.

Essa, include 3tematiche fondamentali:

- individuo e la persona,individuo come essere umano,stato di natura;persona come status soggetto di imputazione giuridica;

- appartenenza ad un gruppo con il riconoscimento dello status di cittadinanza in senso proprio, ma bisogna prima chiedersi chi sia cittadino;

-autodeterminazione del singolo, le leggi di suffragio sono quindi fondamentali.

Nel contesto politico ci sono membri attivi e passivi, ed oggi sono riconosciuti a differenza che in passato, diritti passivi anche a chi non è "incluso".

Inclusione--> principio che unifica le democrazie contemporanee attraverso il duplice parametro della cittadinanza e l'attribuzione delle attività di cittadino.

Esempi di attribuzione del diritto di voto sono ---> Costituzione giacobina(1793) e la Costituzione russa (1918) si basavano sul censo del lavoro--> Chi pur non essendo cittadino, produce e lavora nel paese, possiede il diritto di essere coivolto nelle decisioni politiche che riguardano lo stesso ---> questa visione si contrappone a quella medioevale dello jus sanguinis. (Quella ancora radicata nella mentalità italiana per altro)

La costituzione italiana

Lega i diritti di partecipazione della vita politica, questi diritti corrispondono ad una serie di doveri: - difesa della patria; - concorso alle spese pubbliche; - fedeltà alla repubblica.

Art.10--> una serie di garanzie per i non cittadini perseguitati nel proprio paese.

La questione della cittadinanza non era mai stato un problema forte, fino agli ultimi due decenni --> l'attività comparatistica, ci fa comprendere che che anche gli alti principi, come ad esempio il senso di appartenenza alla nazione, debbano piegarsi alle esigenze reali. Bisogna rendersi conto che la cittadinanza è un'istituto storicamente situato.

La categoria dell'italiano non regnicolo mantenne la sua importanza nel tempo con la possibilità di concedere tramite decreto tali diritti--> categoria che scompare nel 1912 con l'introduzione del suffragio universale maschile.

Normativa del 1992 raddoppia i tempi per l'acquisizione della cittadinanza ed estende i legami con i discendenti italiani emigrati all'estero. (un ulteriore passo indietro)

Gli immigrati residenti comunque restano nella ripartizione dei seggi perchè vengono calcolati--> 23 gennaio 2001 viene istituita la circoscrizione estero per i cittadini emigrati non residenti in italia.

Quindi è paraossale, in Italia, piuttosto che concere diritti di voto e partecipazione allo straniero, si preferisce rafforzare il legame con il discentente italiano; un emigrato, o parente di emigrati probabilmente molto meno calato nella realtà italiana, residendo all'estero da sempre, dell'immigrato che vive e lavora in Italia da anni.

Le posizioni a riguardo:

-coloro che interpretano in maniera tradizionale l'estensione del diritto di voto, riservandolo ai soli cittadini;

-coloro che vedono nell'art.11 la possibilità di intervenire in materia o nell'art 48, in quanto il voto per le amministrazioni locali non è politico;

-altri ancora considerano il diritto di voto come incluso nei diritti fondamentali estensibili alla persona umana.

Trattato di Maastricht sancisce l'attribuzione del diritto di voto e di elegibilità per i cittadini dell'UE che risiedono in uno stato membro, anche se in Italia la mancata revisione dell'art.48 sembra non confermalo, altri ordinamentidell'UE hanno invece revisionato costituzionalmente la succitata normativa. Ma nel caso italiano si corre sempre ai ripari, facendo ricorso al nostro art.11--> una particolare elasticità della nostra Costituzione che finirebbe con il mettere in discussione la rigidità della stessa.

La devoluzione,il regionalismo,l'ambito locale sono state finora la via per l'integrazione dei non cittadini nonostante l'art.117 stabilisca che questa sia una competenza esclusiva dello Stato, sia la materia di immigrazione e che quella di legislazione elettorale, competenza degli organi di governo e funzioni fondamentali di comuni -->ci sono stati infatti tentativi da parte di Toscana ed Emilia Romagna, di diversamente regolamentare questa materia nei loro statuti, ma sono state immediatamente riportati all'ordine dalla Corte Costituzionale.

Il nuovo art.122 attribuisce alla regione un sistema di elezione per quanto riguarda incompatibilità, inelegibilità nei limiti dei principi fondamentali della Repubblica.

Lo statuto di Genova concedeva il diritto agli immigrati e nel 2005 è stato annullato per illegalità-->anche Giuliano Amato ha ribadito la richiesta di annullamento dello statuto di Genova e di altre amministrazione su questa posizione. Nonostante un simile atteggiamento possa sembrare a primo impatto retrogrado, è bene calmare gli animi riflettendo sul fatto che permettere simili concessioni comporterebbe spargere il diritto di elettorato amministrativo a

macchia di leopardo nel nostro paese e questo non è accettabile, il comportamento in materia deve essere uguale e compatto nella nazione -->le amministrazioni comunali hanno ancora cercato di intervenire costituendo organi consultivi per la rappresentanza degli immigrati extracomunitari. Il PD ha concesso loro di partecipare alle primarie insieme ai 16enni--> nella legislatura 2000-2006 l'opposizione entra presentando molti progetti, ma quando questa sale al governo con Prodi nel 2006-2008 l'entusiasmo scema.

C'è una evidente mancanza di chiarezza in materia--> due le maggiori leggi:

-Turco-Napolitano--> orientata all'integrazione dell'immigrato nel contesto politico;

-Bossi-Fini--> regolazione del sistema lavorativo.

Ma entrambe sono insufficienti a reggere l'urto del fenomeno.

CAP.5 LA SCOMPARSA DELL'ART.49 E LA NECESSITA' DI UN SUO RECUPERO

Oggi c'è la rinascita dell'interesse per il tema del partito e la sua storia--> nel 1951 finisce il parlamentarismo classico e inizia la modernità e con l'allargamento del suffragio ci sono i primi partiti di massa --> nel secondo dopoguerra c'è uno stato dei partiti, la loro regolazione e la sua accettazione entrano nell'ambito di una spinta di Legalisierung che supera l'indifferenza e respinge l'incorporamento, ma tutta via si trovarno dei limiti forti nella natura dei singoli sistemi politici (Francia,Italia,Germania occidentale)

Il partito è capace di convogliare la volontà degli aventi diritto favorendo la partecipazione degli appartenenti al demos. Oggi i partiti sono caratterizzati dalla presenza di fenomeni di personalizzazione, o esclusivamente da personalità carismatiche che schiacciano con fenomeni di identificazione e lealtà il corretto circuito democratico.

CASO ITALIANO

Lo scivolamento dell'art.49 non è avvenuto nel periodo successivo al 1948, ma per Fulco già dalla costituente--> infatti la natura eterogena della situazione impedì qualunque intervento in materia.

Dopo l'esperienza totalitaria (incorporazione del partito nello stato--> PNF statuto che regolava il partito) ci fu la ricostruzione sociale basata sul pluralismo ma comunque grandi fratture sociali. Dopo il crollo del regime questa strada non è stata ripercorsa per remore politiche e motivi culturali.

Il 14 luglio del 1946 si affrontano le tematiche del sistema elettorale,mentre il 15 novembre 1946 si affrontano le tematiche del partito--> '' i partiti hanno diritto di organizzarsi in partiti politici che si formino con metodo democratico e che rispettino la dignità umana secondo i principi di libertà e uguaglianza ''.

Lelio Basso fece una proposta--> i partiti con 500mila voti sono riconosciuti fino a nuove votazioni con attribuzioni di carattere costituzionale,prefigurando uno stato di partiti strutturato;

-Togliatti, giudica questa proposta un buono stimolo, ma è comunque contrario all'irrigidimento dell'organizzazione;

-Matrojani, si dimostrò contrario a qualsiasi attribuzione;

-Moro,appoggiò la proposta ma ne chiese il rinvio perchè il problema della personalità giuridica del partito non era stato ancora affrontato.

Elia individua 2 principi generali:

1- rapporto diritti e doveri dei cittadini;

2- possibilità di influire sulla designazione delle camere elettive.

Tuttavia la discussione non ebbe esito e venne ibernata--> Negli anni 50' alcuni richiesero la limitazione dei partiti al momento elettorale, altri l'autoregolazione, per altri ancora qualsiasi intervento era pericoloso, alla fine il risultato alla regolazione è stato sempre fallimentare.

D'Antonio richiedeva un art.49 che stabilisse la distinzione tra partiti politici e associazioni, registrazione obbligatoria presso la Corte costituzionale, maggiore trasparenza nel finanziamento--> ma Cheli riteneva che tutto questo potesse avere un ruolo solo dopo un opportuno intervento ideologico dei partiti.

Mortati anni 70',dice che i partiti politici sono parte integrante e preminente della costituzione materiale.

Di fronte al mutamento radicale dei soggetti politicamente rilevanti molto sembra affidarsi al contesto europeo (a cui Elia si rivolge).Anche i giuspubblicisti cattolici come Elia hanno dovuto riconoscere che il fallimento dell'integrazione del PCI ,anni 70', aveva contato un indebolimento del tessuto originario della Costituzione, ormai liquida.

Referendum 1993 ha confermato attraverso il quesito sul finanziamento pubblico (che ha portato alla sua abolizione) la crisi che i partiti stavano da troppo tempo affrontando; il periodo successivo al 1993 non fu migliore--> una partitocrazia senza partiti --> crisi italiana dovuta anche alla mancata regolazione dei partiti -->pericolo plebescitario.

Periodo 1948-1993 partiti contrapposti ma forti, scomparsi con la crisi di regime--> di qui l'indebolimento del patto costituzionale che conduce all'instabilità.Mancano:

-partiti;

-partecipazione;

-coerenza;

-l'equilibrio.

Serve una nuova legislazione elettorale di contorno.

CAP.6 LA COSTITUZIONE DEL 1948 E L'ORGANO DI GARANZIA ESTERNO

La crisi 1992-1993 ha lasciato agli organi istituzionali il compito di garantire l'equilibrio sistemico.

Negli ultimi 50 anni la Corte Costituzionale ha esercitato la sua influenza con una giurisprudenza positiva (rivestendo un ruolo strategico di snodo tra politica e diritto, ma la continua transizione italiana rischia di di rendere inutili anche i suoi sforzi nel proteggere l'edificio costituzionale).

Due strategie complementari:

-principi supremi;

-conservare il suo ruolo impermeabile alle polemiche politiche.

Contraddizioni, da un lato ha un carattere necessariamente difensivo, dall'altro finisce con il diventare un sistema iperpoliticizzato.

Corte--> schietta natura,tecnico-politica.

Quattro fasi attraversate nella storia repubblicana :

1- congelamento iniziale della Costituzione (1948 in cui viene completato il modello formale-1955) ;

2- fase sostanziale, applicazione della Costituzione-->(1956-1968) apertura e fallimento dell'opzione riformista di centro-sinistra ;

3- transizione lunga (1969-1992);

4- seconda fase costituzionale (1993-2008)-->riallineamento del sistema partitico e tentativo di rilegittimare.

Secondo dopo guerra--> stato costituzionale, cioè la tutela dei diritti fondamentali di individui e gruppi.

Lavoro costituente, ci sono tre ideologie fondamentali, che diedero vita ai diritti fondamentali, accompagante dalla classiaca paura italiana del tiranno:

-cattolica (diritti inviolabili e autonomie);

-liberale--> coloro che non riuscivano a staccarsi dall'heri dicebamus prebellico;

-socio-comunista (sinistre escluse dal governo De Gasperi-->il loro centro era il principio di

eguaglianza, furono Parlamento-centriste e antiregionaliste, per il sospetto che le regioni potessero fare da freno alla struttura -> mescolamento parziale delle posizioni--> Costituzione rigida supportata soprattutto dai cattolici ).

Istituti di garanzia a livello centrale e periferico (forma di governo deboli e forti contro poteri di bicameralismo paritario e rigetto dei requisiti selettivi) sono il Capo dello Stato (custode della costituzione ed è l'organo politico imparziale reggitore dello Stato nella crisi di sistema) e la Corte Costituzionale (elemento di garanzia successivo, SNODO del sistema idraulico capace di adeguarsi alle esigenze provenienti dalla società civile ma anche di allargare la propria copertura istituzionale sul piano della giurisdizione e della politica)-->organo collegiale che si formò in maniera faticosa ( il tetto dell'edificio costituzionale).

Alla Corte sono affidate:

-controllo di legittimità delle leggi con il giudizio incidentale (prevalente rispetto a quello in via principale, che seguì lo sviluppo faticoso del regionalismo italiano);

-conflitti di attribuzione tra poteri dello stato e stato-regioni;

-giudizio di ammissibilità del referendum;

-rapporto conflittuale tra ceto politico e magistratura.

Fasi della Corte Costituzionale

1.Fase istitutiva della corte 1948-1955: dopo la sua progettazione non fu facile edificarla ( la concezione maggioritaria prevalse su quella centrista degasperiana) e la nascita del CSM;

2.Fase applicativa 1956-1968---> fino al 1968 cerca di affermare il suo ruolo, ma provvede anche a rimuovere i residui autoritari--> ci sono state due sentenze nel 1956 sugli articoli 115 e 113;

3.La grande transizione e la necessaria supplenza 1969-1992: la Corte continuò l'opera di ripulitura e si impegnò sul fronte dei diritti sociali e di eguaglianza. Così la Corte elaborò una sua giurisprudenza basata sui principi supremi, aprendosi all'Europa, introducendo criteri di ammissibilità dei quesiti referendari, l'attività fu immobilizzata per parecchio tempo dal processo Lockeed procurando arretrati smaltiti solo alla fine degli anni 80', inoltre la Corte ampliò il criterio di ragionevolezza, ma non intervenne sul piano delle comunicazioni radiotelefoniche -->divenendo così complice di cedimenti non commendevoli.

Alle sentenze di accoglimento e di rigetto si affiancarono:

-quelle interpretative,destinate ai magistrati ;

- quelle manipolative, destinate al potere politico.

4.Crisi di regime e il riallineamento incompiuto 1993-2008: la Corte mantiene indenne la propria funzione (ha riscritto la riforma del titolo V del 2001).

Sentenze 1991 e 1993 sull'ammissibilità dei referendum sul tema elettorale significarono la crisi di regime--> accentuato il conflitto tra politico e magistratura e quindi la corte è dovuta spesso intervenire.

Conclusioni:

La Corte è stata incisiva con la sua giurisprudenza ed è probabilmente, con le sue nuove competenze, andata ben oltre ciò che la costituente intendeva, oltre la copertura istituzionale da lei attribuita.

La crisi di regime ha rilevato una società civile molto mobile, l'uso di uno strumento 'rozzo' come il referendum elettorale per rompere il circolo vizioso riformatore ha comprtato parecchi problemi.

La democrazia italiana è a basso rendimento così come la partecipazione politica-->gli effetti:

-commissione bicamerale ad hoc del 1997;

-Legge Bassanini -->innovazione dell'amministrazione burocratica;

-riforma del titolo V del 2001;

-maxiriforma della costituzione bocciata attraverso il referendum del 2006.

Nel 2005 c'è un cambiamento:

-del sistema elettorale,

-Lodo Alfano per sterilizzare i processi per le più alte cariche dello Stato--> giudicato incostituzionale;

-pressioni dell'esecutivo pone dubbi sulla stabilità sistemica della carta del 1948.

La Corte è stata inoltre scossa dalla cena a cui hanno partecipato due giudici costituzionali con il presidente del consiglio e il ministro della giustizia--->polemica sulla politicità, episodi che mostrano sbandamenti politici dei giudici.

La Corte preserva la sua ideologia dell'umanità e la sua compattezza collegiale.

In un incontro politico in Germania il Presidente del Consiglio Berlusconi ha esplicitamente attaccato la Corte e inoltre il ministro Alfano ha rincarato la dose sostenedo che essa fu uno strumento voluto da Togliatti in assemblea costituente sulla bizzarria di introdurre nell'ordinamento un giudice delle leggi in Costituzione -->La condizione dei rapporti istituzionali del nostro ordinamento è il perchè esso non appare una democrazia normale, ma evoca persino il pericolo di torsioni plastiche fino al baratro del punto di rottura.

2PARTE.LA PROSPETTIVA COMPARATISTA

CAP.1 LA TRANSIZIONE ITALIANA E LA QUARTA FASE NEL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI FRANCESI DELLA QUINTA REPUBBLICA

Incrocio Francia,Spagna,Germania,Italia utilizzato per verificare le capacità delle classi dirigenti nel rispondere alle richieste della società civile.

Parallelismo Italia-Francia sempre esistente, c'è un'asimmetria nella storia-->Francia passato rivoluzionario e vicende napoleoniche hanno condizionato il nostro ordinamento, lo stesso statuto Albertino ne fu condizionato, il 1° fu redatto in francese--> la 1 °cattedra di diritto costituzionale francese fu assegnata ad un italiano, Pellegrino Rossi assassinato a Roma nel 1848.

Elia si laurea nel 1947 con tesi sul regime parlamentare francese.

Dibattito francese sulla III repubblica e la necessità di innovazione fu sempre presente in ambito italiano-->le vicende costituzionali relative al secondo dopoguerra influenzano molto il dibattito italiano-->comune riflessione sulle cause dell'ingresso delle masse, pericoli di instabilità governativa, potenza bipolare in entrambi gli ordinamenti. Continui riferimenti al caso francese e implicita recezione di molte soluzioni.

Nella IV repubblica francese c'era l'esistenza di partiti antisistema (c'era la stessa strategia istituzionale delle 2 maggioranze di governo) e la ripresa dell' instabilità, questi fattori stimolarono nuovamente l'interesse per la Francia--> De Gaulle fa uan critica alla partitocrazia, ma l'Italia si era costruita, a differenza della Francia, su partiti più forti e strutturati con valori superiori a quelli della Francia.

Il sistema elettorale che in Francia scivolò sulla legge sceleratè, in Italia lo fece con con la legge truffa---> dopo questo fallimento la IV repubbliva crollò (sulla base di crisi esogene processi di decolonizzazione vietnamita e algerino, mentre in questi anni veniva riscoperta la Costituzione come uno strumento per l'integrazione delle forze antisistema e pacifico) poteva durare ancora un pò, ma non innovare e il cambiamento invece era necessario per uscire dalla sfera innovativa.

Governo e Primo Ministro erano responsabili di fronte al Presidente della repubblica e in casi eccezionali di fronte al Parlamento.

Debrè sosteneva che la Francia aveva bisogno di un parlamento, ma che questo non poteva governare, cosi come il governo non poteva costruirsi attorno al Presidente della repubblica. La Francia nel 1958 giunse a un punto di non ritorno.

Debrè aggiungeva poi l'incompatibilità tra mandato parlamentare e ministeriale e l'adozione di un sistema maggioritario a un turno solo.

Lelio Basso 1958 scrive due volumi:

1-Uno sulla critica serrata alla debolezza delle forze politiche francesi;

2- L'altro sulle condizioni attuali che facevano si che la Costituzione divenisse la forza che i lavoratori dovevano adoperare; si cominciarono a realizzare quelle convergenze che erano indispensabili a una politica di alternativa.

Su ciò che era accaduto in Francia si soffermarono De Marsanich, Nenni e Togliatti, soprattutto De Marsanich sottolineò come il consiglio non avesse detto parola sul caso francese nonostante la centralità che quel paese ricoprisse in Europa e che in Francia si era dissolto un sistema politico basato sulla partitocrazia che non era poi così peggiore del nostro.

Pietro Nanni ritenne che gli avvenimenti francesi potevano servire da monito, ritenne che l'imputridirsi della democrazia accelerava quando partiti e uomini si lanciavano nel compromesso, sacrificando gli interessi e gli ideali.

Il sistema italiano si sviluppò lungo l'applicazione del testo costituzionale e l'integrazione delle forze politiche.

Fu invece proprio la forza dei partiti italiani a garantire la continuità dell'ordinamento.

Sia la Francia della V repubblica che la Gran Bretagna di Cameron sono caratterizzate da parlamenti deboli.

1°fase: avversione tra atteggiamento calvinista in Francia (potere carismatico addolcito dalla presidenza di giscardo) e ventata di centrosinistra in Italia--> Msi favorevole al nazismo francese.

Giudizio sull'applicabilità della riforma calvinista in Italia si modificò nei tre lustri successivi (già negli anni 60 alcuni autori avevano cominciato a recuperare alcuni elementi della riforma calvinisa)-->Mortati vede in questa riforma, un parco di poteri più vasto, perfino di quelli del Presidente Usa, ma anche la necessità di una forte maggioranza parlamentare in favore della politica presidenziale;

2°fase: recezione-->Amato interviene con una proposta semipresidenzialista-->la vittoria di Mitterand gli aveva dato un significato diverso dal passato;

3°fase: impossibile adozione, un progetto francese è stato attuato alla luce di un percorso che dopo il successo dei referendum, ha visto importanti interventi in ambito costituzionale sul riallineamento dei partitico-->ma i nuovi partiti italiani degli anni 90 recepirono qualche elemento francese;

4°fase: eventualità di possibili adozioni di alcuni elementi, le democrazie contemporanee hanno bisogno di partiti strutturati per non incorrere nel pericolo plebescitario e la Francia della 5rep si sta adattando a queste esigenze--->in Italia la strutturazione del sistema partitico non è ancora stata attuata anche se c'è stato nel 2008 un riallineamento, non ancora consolidato--> Le elezioni del 2008 producono una maggioranza di governo rafforzata, ma la sua disomogeneità ha indebolito i due maggiori soggetti e arrestato il progetto di stabilizzazione, qui il rischio di rottura è molto alto la speranza è quella di un compromesso efficiente, quello auspicato un tempo da

Mortati.

CAP.2 WEIMAR E BONN DALL'ITALIA NELL'ULTIMO NOVANTENNIO

Germania è la locomotiva economica e politica dell'UE, suscitatrice di soluzioni istituzionali e sociali --> la sua esperienza istituzionale è di impatto sull'Italia ma non è sempre stato così---> prima della prima guerra mondiale aveva un rilievo minore, sei periodi ne descrivono il rapporto-->( primi 4,rapporto diretto con l'esperienza di Weimar, fasi successive relazione triangolare tra Weimar-Bonn-Italia)--> fino alla metà degli anni 70 ha continuato ad essere uno spauracchio, dal 1979 sono state superate le remore nei suoi confronti.

Prima Fase: 1918-1922, nascita Weimar, crisi dell'ordinamento liberale in Italia.

Primi 50 anni storia unitaria della Germania, non è stata mai considerata come un'esperienza imitabile, lo sguardo era concentrato sul caso britannico e francese-->anche se la scuola nazionale orlandiana aveva concetti tedeschi, quali le concezioni dello stato e della rappresentanza che potevano richiamare quelle di Schmitt.

Mutamento del fascismo nel 1922--> Il problema dell'ingresso delle masse attraverso le formazioni politiche, attanagliava sia l'italia che la Germania--> la pluralità di formazioni,di cui alcune considerate antisistema, rendeva impossibile una democrazia basata sui partiti .

Seconda fase: 1923-1933

-crisi di Weimar-->era ignorata dai vecchi giuspubblicisti, presa in considerazione dai nuovi ad es.Mortati e Luigi Rossi;

-consolidamento del regime fascista--> mito della 3°via tra comunismo e liberal democrazia.

Terza fase: 1933-1943

-periodo nazista--> influenzò la discussione interna di regime fascista, specie sul ruolo del partito;

-crollo del fascismo.

Quarta fase: 1943-1948

-transizione e costruzione italiana;

-riflessione sul crollo delle liberal democrazie.

Basile sostiene che le suggestioni weimariane hanno influenzato l'attività dei costituenti italiani.

Mentre Mortati fece della Costituzione di Weimar il punto centrale di uno psicodramma individuale e collettivo.

Quinta fase: 1949-2008,

• suddiviso in 1949-1968, la Germania di Bonn considerata come il massimo elemento di novità comparatistica, ma non un esempio per il caso italiano, l'area sovietica era invece idealizzata della sinistra.

PCI--> italiano ribadiva la sua posizione antisistema e la non alleanza con il centro sinistra riformista.

Farneti teorizzò--> un pluralismo centripeto , attraverso i partiti catch all parties si poteva arrivare alla normalizzazione con una dinamica simile a quella tedesca--> altri elementi del modello tedesco non ebbero che scarsa udienza in ambito italiano in particolare il Cancellerato e la sfiducia costruttiva, si contraddicevano troppo con la realtà di un ordinamento dove il Presidente del consiglio era più un mediatore che un segretario di partito.

• La seconda parte in cui è suddiviso è il 1969-1993 --> in questi anni l'italia perde l'occasione per modernizzarsi, era necessario integrare la sinistra---> con più di 20anni di ritardo l'applicazione di regionalismo e referendum:

-crisi economica e pericolo terroristico compattarono le forze politiche ma il pci resta ancora escluso--> Bonn reagisce in maniera pericolosa alcuni episodi terroristici.

Immobilismo italiano è sempre più pericoloso--> nel decennio successivo ci sono stati importanti modifiche, regime parlamentare--->caso federale tedesco molto discusso + il sistema elettorale, sono oggetto di discussione della commissione Bozzi per la proposta per la proporzionale personalizzata, ma senza successo.

La situazione italiana si presentava insolvibile-->se le cose vanno bene non si deve necessariamente innovare, se la situazione è critica è invece difficile farlo.

1989-1990--> periodo decisivo per la Germania federale--> crollo del muro,fine della contrapposizione est-ovest-->inizio della crisi dei soggetti politici in Italia:

- processo di integrazione europeo;

- impossibile continuare a finanziare il consenso con il deficit pubblico;

- crescita delle formazioni autonomiste;

-inchieste dei magistrati.

L'attività del presidente della repubblica Cossiga, messa in stato d'accusa da parte della sinistra, egli considerava il uo ruolo di stimolo in connessione con il sentimento popolare , insieme al referendum (pericolo plebescitario di Weimar, era stata una lezione percepita da Bonn) che iniziò ad essere utilizzato come elemento di rottura dell'immobilismo--> significò la battaglia per i diritti di libertà in seguito l'arma principe per la innovazione di rottura.

Sentenza n° 47/1991 della Corte, dichiarò inammissibile un referendum sulla preferenza multipla, questo costituì un momento fondamentale nella destrutturazione del vecchio potere--> aprendo la porta ai referendum del 1993---> sul sistema elettorale del senato e il finanziamento pubblico ai partiti.

1994-2010 -->transizione aperta-->5 elezioni politiche in pochi anni --->1994 (si sono succeduti 2 sistemi elettorali,importanti novità costituzionali 2001 titolo V e 2006 riforma respinta, cambiamento del sistema partitico verso il bipolarismo con pluralismo coalizionale accentrato )1996,2001,2006 e 2008.

1997-->Commissione D'Alema -->procedimento di revisione, insistenza dell'esempio tedesco, ma gli innovatori italiani non avendo ancora superato la sindrome di Weimar fanno si che la questione del sistema federale resti un dibattito inconcluso;

2001-2006 -->riapparse le ipotesi di un premierato forte (proposta che non è riuscita a passare, con schemi comparatistici non reperibili nè in Gran bretagna nè in Germania) e premio di maggioranza elettorale(è stato approvato, qui i modelli comparatistici sono stati emarginati, la scarsa polemica con cui è stato accettato il premio di maggioranza nel sistema elettorale, la dice lunga sulla convergenza degli interessi dei partner politici).

Il modello tedesco è divenuto negli anni successivi un modello sostanzialmente retorico-->la sinistra prima contraria alla soglia di esclusione e alla proporzionale personalizzata ha visto in essa la salvezza.

PDL-->modello tedesco e spagnolo guardato con favore per il rapporto centro-periferia (federalismo fiscale)--->la forma del cancellierire è considerata troppo pericolosa.

CONCLUSIONI

La Germania e la Francia (punti di contatto costanti III e IV repubblica,crisi nel 1958 francese scelte adeguate di stabilizzazione da parte della classe dirigente, questo non è accaduto per il caso italiano del 93-92) sono di importante ispirazione per l'Italia, di più la Francia per la paura autoritaria tedesca--> elemento in comune. Ma mentre la Germania è diventata un sistema democratico normale quello italiano è a basso rendimento--->in Gemania c'è una sostanziale continuità della legge fondamentale,in Italia si sente il distacco con il testo del 1948:

-ritardo nel raggiungimento dell'unità nazionale;

Momento di divaricazione tra le 3 esperienze istituzionali--> 1969-1979:

-Nel 1969 iniziava la lunga transizione dell'ordinamento italiano(verso la dissoluzione delle forze politiche ). In Germania si concretizzava la possibilità di alternanza tra CDU/CSU (nonostante siano state entrambe concepite dalla ventata terroristica, ma l'Italia falliva il tentativo di integrazione dell'opposizione);

-hanno investito molto nella prospettiva europea;

-superamento delle differenze economiche e sociali;

-terrorismo interrotto.

Nel 2008 riforma costituzionale francese, si conferma l'assetto originario adattandolo al mutare dei tempo. In Francia la costituzione è scesa tra gli uomini---> situazione italiana differisce, si inizia ad usare l'art.11 come valvola per processi di integrazione, quando invece sarebebro meglio diversi tipi di adattamenti.

Dicotomia da un lato discussione sull'identità e unità nazionale dall'altro differenti concezioni di democrazia:

-rappresentativo;

-carismatico-plebiscitaria + uno strato sociale che si avvicina alla situazione dei territori balcanici.

Questo libro si preoccupa dello snervamento della carta del 1948--> che è in pericolo concreto di rottura, nessuno dice di abbandonare il vecchio testo, ma è opportuno adeguarlo prima che sia troppo tardi; lasciarsi sviare da questa prospettiva significa non comprendere che il processo di integrazione europea non è più assicurato dalla situazione geopolitica prima del 1989 e che i che i meccanismi di salvaguardia della democrazia e dello stato sociale non esistono più nel mondo globalizzato. Ognuno nell'Unione deve affermare il suo ruolo, ridurre le proprie anomalie lavorando sulle istituzioni e le persone--> se il demos politico non è più in grado di rappresentare c'è il pericolo di non poter affrontare in maniera efficace le sfide sistematiche-, e la qualcosa porterebbe al default.