La Corte Costituzionale boccia il Molise sui capi ... · vimarFa ediZioni ˆ ˘ ˆ #ˇ ˛˜˙...
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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppovimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]
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anno i - n° 0 giovedì 8 dicembre 2016
L’Oscar del giorno lo assegniamoa Vincenzo Cotugno. Il presidentedel Consiglio regionale del Moliseè riuscito a piazzare l’ottimo colpocon l’organizzazione della Gior-nata degli emigrati molisani per ri-chiamare l’attenzione sullanecessità di ritrovare l’Orgogliomolisano.
Vincenzo Cotugno
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Il Tapiro del giorno lo diamo a Fran-cesco Totaro. Il consigliere regionaledel Pd ha lanciato la proposta di spo-stare la Cattolica in basso Molise.Come se si trattasse di spostare unsacco di nocelline. Nulla, però, hadetto sui tagli al budget per le strut-ture private sanitarie che rischiano ilcollasso.
Francesco Totaro
La D’Innocenzoe la logica
ragionieristicadella sanità
L’Ardire
di Giuseppe Saluppo
Ho letto e riletto le dichiara-zioni del Direttore alla Salutedella Regione Molise (tra lefigure dichiarate illegittime
dalla Corte Costituzionale), MarinellaD'Innocenzo, in merito al Piano Opera-tivo Sanitario. Anche rispetto al suo sot-tolineare sul Piano che è stato, primaaccusato di tagliare il pubblico e oggi ilprivato. Pertanto, è da ritenersi atto pro-grammatico buono e giusto. Un guizzodi fantasia, evidentemente. La D'Inno-cenzo è stata catapultata da Roma inMolise e, ad oggi, i tagli inferti al si-stema sanitario molisano stanno mi-nando i diritti dei cittadini a potersicurare in regione. Il Piano come predi-sposto, infatti, non mi sembra percorsoda alcune idee chiave. Primo, il lavorodi rete: in un sistema che voglia rispon-dere in modo adeguato ai bisogni di sa-lute dei cittadini è indispensabile che glioperatori della sanità, così come quellidel sociale, si mettano in rete fra loro,comunichino, condividano obiettivi ecostruiscano progetti comuni. L'altro,quello della personalizzazione degli in-terventi: la centralità della persona nonè assolutamente il tema ricorrente delPiano. Eppure, la sanità nasce per ga-rantire i diritti della persona e tutto ciòche essa sottende deve essere primaria-mente finalizzato alla soddisfazione ditale esigenza. Così, come mancano i ri-mandi all'appropriatezza: finalità co-mune agli interventi proposti è l'offrireuna qualità assistenziale che faccia rife-rimento alla validità tecnico-scientifica,all'accettabilità ed alla pertinenza delleprestazioni erogate. L'attenzione delPiano è puntata sulla sola efficienza, in-tesa come strumento utile al risparmioeconomico e non già sull'efficacia, vistacome la ricerca del modo migliore dioperare per il bene della persona am-malata. Una serie di numeri e basta chenon danno risposte eque e di qualità.Ma la sanità non è un percorso ragio-nieristico.
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La Corte Costituzionale boccia il Molisesui capi dipartimento e il direttore alla Salute
Ruoli ricoperti da esterni“Aggiramento-svuotamento delle norme”
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Servizio a pagina 3
Area di crisi, il rischioè lo stanziamento dei fondi
Gli scenari incerti di Governo apertisi dopo l'esito del referendum ren-dono la partita dell'area di crisi un terno al lotto di cui nessuno è ingrado di anticipare l'esito. Speriamo che nelle prossime ore la stabiliz-zazione degli scenari possa consentire di comprendere meglio cosaaccadrà a tal riguardo. I
pagina 3IL FATTO
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28 dicembre 2016
TAagliolto
Appena qualche settimana fa ci
siamo posti e abbiamo posto al-
l’attenzione dei molisani un lato
poco gradevole della politica: la
ritorsione, l’ostracismo, la margi-
nalizzazione di coloro che non
sono in linea con chi comanda,
che usano il cervello per pensare,
e la parola per criticare. In questo
contesto abbiamo preso in esame
gli ordini del giorno del consiglio
regionale mettendo in evidenza
una particolarità dal sapore vaga-
mente vendicativo, ostracistico,
marginalizzante: cioè, che le in-
terrogazioni, le mozioni e le in-
terpellanze dei consiglieri
dell’opposizione e dei consiglieri
della maggioranza in posizione
contestativa, vengono iscritte
sempre in coda e pertanto costan-
temente aggiornate e rinviate, in-
dipendentemente dall’incisività,
dall’attualità e dall’urgenza dei
contenuti. Il consigliere regionale
Massimiliano Scarabeo è stato e,
crediamo, continui ad essere, tra
i discriminati, pur essendo nella
maggioranza, ma in posizione
eretta e non supina. Né, a quanto
pare, gli sia valsa finora la prote-
sta per il modo di redigere gli or-
dini del giorno da parte
dell’ufficio di presidenza e dello
stesso presidente Cotugno.
Le sue iniziative istituzionali non
vengono a galla. Rimangono co-
stantemente nel limbo della pro-
babilità. Purtroppo, le richieste di
chiarimento, la necessità di cono-
scere e approfondire problemi e
questioni regionali da lui sollevati
non riescono a guadagnare mai i
primi punti all’ordine del giorno.
Siccome il consiglio in genere,
tranne sporadiche eccezioni, non
licenzia che uno o due punti, al
massimo tre, è chiaro che gli toc-
cherà attendere il turno “sine
die”.
I consiglieri di opposizione
avranno fatto il callo ad essere e
sentirsi reietti, per cui non fanno
testo. Tant’è che non sollevano
obiezioni, né protestano. Va presa
in considerazione invece come
sia sgradevole che ad essere pe-
nalizzati siano consiglieri come
Scarabeo e chi, come lui, pratica
il dissenso, la critica, la distin-
zione tra gli atti legittimi e gli atti
illegittimi. A costoro viene appli-
cato il silenziatore. E là dove rie-
scono ad esternare all’esterno la
loro insoddisfazione, la risposta è
una: far finta di niente, ignorare,
glissare, sorvolare. Per quanto ci
riguarda non intendiamo affatto
sorvolare su ciò che ha scritto al
presidente Cotugno, al presidente
Frattura e alla conferenza dei ca-
pigruppo il consigliere “ostraciz-
zato” Michele Petraroia: “Preso
atto della convocazione del con-
siglio regionale del Molise per il
13 dicembre e visti i punti iscritti
all’ordine del giorno per tale ses-
sione di lavoro, sollecito, ai sensi
e per gli effetti delle vigenti di-
sposizioni statutarie e regolamen-
tari, ogni celere riscontro alle 10
interrogazioni e interpellanze ri-
ferite a problematiche che coin-
volgono comunità locali, territori,
fasce sociali, lavoratori e imprese
agricole danneggiate da eventi
calamitosi. I cittadini interessati a
conoscere le posizioni della Re-
gione Molise sulla materie og-
getto delle interrogazioni e
interpellanze consiliari, hanno il
diritto di ricevere una risposta
istituzionale entro i termini di
legge, onde evitare ingiuste pena-
lizzazioni derivanti da immoti-
vate inerzie amministrative.
Spetta alla Conferenza dei capi-
gruppo del consiglio regionale,
all’Ufficio di presidenza ed al
presidente del Consiglio regio-
nale intervenire nei confronti
della Giunta Regionale, a tutela
del rispetto delle prerogative e
degli obblighi di legge oltre che
delle vigenti disposizioni statuta-
rie e regolamentari”. Fa specie
leggere che esistono “vigenti di-
sposizioni statutarie e regolamen-
tari”e “termini di legge” che
assicurerebbero l’esame e la di-
scussione delle interrogazioni e
delle interpellanze in tempi ade-
guati, e rendersi conto che sia le
vigenti disposizioni sia i termini
di legge devono essere implorati,
nella speranza di trovare una
qualche accoglienza. Il lato sgra-
devole della politica. Ed anche
dei politicanti.
Dardo
Nella redazione e presentazione degli ordini del giorno del consiglio regionale
Il lato poco gradevole della politica: la ritorsione,l’ostracismo, la marginalizzazione di coloro chenon sono in linea con chi comanda, che usano il
cervello per pensare, e la parola per criticare
Rev.do Bregantini,
Oggi contesta Frattura per aver tagliato
i fondi alla Cattolica, ossia quel Frat-
tura che ha votato e, sotto sotto, ci ha
invitato a votare. Eccellenza, ormai se
lo deve tenere. Io che non ho alcun po-
tere lo devo sopportare .
Sono diabetico e devo essere sottopo-
sto ad operazione delle arterie inferiori
e da mesi non ci riesco. Cosa devo
fare?
Giusto perché Lei sappia. Dal Carda-
relli, dove Frattura ha fatto chiudere il
reparto di chirurgia vascolare, con ur-
genza mi hanno mandato alla Cattolica
ma questi non hanno potuto farmi
niente per mancanza di fondi che, sem-
pre Frattura, ha tagliato. Lei perché
non fa qualcosa? Perché non convince
questo governatore ad andare a casa
consentendo ai molisani di vivere tran-
quilli? Questo dovrebbe essere il Suo
ruolo ossia prendere le parti dei più de-
boli, come dice Francesco.
Se non avesse chiuso il centro anti dia-
betico di Isernia forse, curandomi in
quella struttura, mi sarei salvato. SI
rende conto dove ci ha portato questo
strano personaggio sponsorizzato da
Lei?
Lettera firmata
Reverendissimo Bregantini,dica a Frattura di dimettersi
Lettera aperta
38 dicembre 2016
TAagliolto
CAMPOBASSO. Una vera e propria
mazzata, quella della sentenza della
Corte Costituzionale sulle disposizioni
in materia di bilancio 2015 della Re-
gione Molise. A proporre il ricorso era
stato proprio il governo. A non essere
chiaro, soprattutto,il passaggio relativo
all'istituzione di alcune figure dirigen-
ziali esterne. Come il Direttore generale
della Salute, ruolo ricoperto da Mari-
nella D'Innocenzo; le figure dei diret-
tori di Dipartimento: il Dipartimento
della Presidenza della Giunta regionale,
l'incarico di responsabile è stato asse-
gnato all'ingegnere Mariolga Mogavero;
il Dipartimento delle Politiche di svi-
luppo, guidato da Maria Rosaria Simo-
nelli;e il Dipartimento del governo di
territorio, mobilità e risorse naturali,as-
segnato all'ingegnere Massimo Pilla-
rella. Queste ultime nomine firmate il
12 agosto 2016. Ma già il 22 luglio 2016
a mettere le mani in avanti e a richia-
mare l'attenzione sulle questioni aperte
dinanzi al Corte Costituzionale era stato
il Procuratore generale della Corte dei
Conti del Molise, Carlo Alberto Man-
fredi Selvaggi. "Di specifico interesse è
poi il rilievo che attiene all’art. 44,
comma 1, 11 lett. b), secondo il quale al-
cune figure di dirigenza generale - Di-
rettore di Dipartimento, Direttore
generale della Salute, Segretario gene-
rale del Consiglio regionale, Capo del
Servizio di Gabinetto del Presidente
della Giunta regionale e degli Affari isti-
tuzionali, Capo del Servizio di Gabinetto
del Presidente del Consiglio regionale e
degli Affari istituzionali - non sono ri-
comprese nelle dotazioni organiche
della Regione. Nel ricorso si è osservato
che una siffatta previsione, oltre a com-
promettere la corretta quantificazione
delle risorse da destinare al finanzia-
mento della retribuzione di posizione e
di risultato dei dirigenti e ad avere effetti
negativi in ordine al rispetto della nor-
mativa vigente in materia di conteni-
mento e controllo della spesa
complessiva di personale, non specifica
la modalità di conferimento dei relativi
incarichi dirigenziali ai fini del rispetto
delle percentuali indicate dall'art. 19,
comma 6 del decreto legislativo n.
165/2001. Ciò sarebbe in contrasto con
il principio di buon andamento dell’atti-
vità amministrativa, ai sensi dell’art. 97
Cost., e con la già ricordata competenza
legislativa esclusiva dello Stato in mate-
ria di ordinamento civile". Una brutta te-
gola caduta sulla Regione Molise che
potrebbe essere chiamata in causa per i
danni erariali e per tutta una serie di con-
seguenze negative per gli atti adottati.
“Illegittime le figure dirigenziali”Una pesante tegola sulla Regione Molise
“Arriva da Roma un’altra sonora
bocciatura per il Governo Frat-
tura, difatti la Corte Costituzio-
nale con sentenza n. 257/2016 ha
dichiarato l’illegittimità costitu-
zionale di alcune disposizioni
della legge regionale n. 8 del 4
maggio 2015, nello specifico il
collegato alla manovra di bilancio
2015“. Lo sostengono i ocnsi-
glieri regionali di centrodestra,
Fusco, Iorio, Sabusco e Cava-
liere. “Un giudizio severo che, di
fatto, ha dato ragione alla que-
stione di legittimità costituzionale
avanzata dal Presidente del Con-
siglio dei Ministri con impugna-
tiva del 30 giugno 2015, una
sentenza che non ammette repli-
che, e che ha visto la Regione
Molise addirittura non costituirsi,
probabilmente nella consapevo-
lezza di non poter avere ragione,
stante i rilievi mossi su norme ap-
provate solo e unicamente dalla
maggioranza di Centrosinistra in
Consiglio regionale. La sentenza
della Corte Costituzionale, di-
chiarando l’illegittimità costitu-
zionale degli artt. 32, comma 3,
44, comma 1, lett. b) e 44, comma
6, lett. h) della legge regionale n.
8/2015, non ha fatto altro che
confermare le nostre perplessità
già espresse a suo tempo, difatti
quando ci chiedevamo se fosse
corretto prevedere come titolare
del servizio dell’istituenda cen-
trale unica di committenza anche
personale esterno all’amministra-
zione regionale, non ricevemmo
alcuna risposta esaustiva né dal
Presidente della Regione; il do-
vuto chiarimento è arrivato prima
dal Consiglio dei Ministri, che ne
ha disposto l’impugnativa in
quanto “norma che eccede dalla
competenza regionale”, poi dalla
Corte Costituzionale che l’ha di-
chiarata illegittima in quanto
“concretizza una deroga anche a
quelle norme in materia di confe-
rimento di incarichi dirigenziali,
così ledendo la competenza che
l’art. 117, secondo comma, lettera
l), Cost. riserva allo Stato”, per
inciso una deroga che non risulta
giustificabile “con il riferimento
ad una fase di prima applicazione
e alla multidisciplinarietà delle
competenze del servizio neo isti-
tuito”. Non meno grave la pro-
nuncia di illegittimità
costituzionale mossa sull’articolo
44, comma 1, lett. B) che prevede
l’inserimento nella l.r. n. 10/2010
dell’art. 20-bis, secondo cui al-
cune figure di dirigenza generale,
quali Direttore di Dipartimento,
Direttore generale della Salute,
Segretario Generale del Consiglio
regionale, non sono ricomprese
nelle dotazioni organiche della
Regione. Nonostante le modifi-
che introdotte con le lettere b) e
d) dell’art. 27 della legge regione
n. 4 del 2016, che hanno in parte
accolto le iniziali osservazioni del
Governo nazionale, la Corte Co-
stituzionale ha sottolineato che
“permane una criticità nell’esclu-
sione, dalla computabilità nelle
dotazioni organiche, di tre posti di
funzione dirigenziale, rispetto ai
cinque posti previsti dalla norma
originaria oggetto della censura di
costituzionalità”, quindi le rassi-
curazioni del Presidente Frattura
sulla bontà della modifica appro-
vata sono di fatto state sconfes-
sate in quanto “la non computabi-
lità di tali posizioni nella
complessiva dotazione organica
di dirigenti di prima fascia deter-
mina in ogni caso effetti negativi,
sia di ordine finanziario, sia ri-
guardo al razionale assetto orga-
nizzativo realmente rispettoso
delle previsioni normative in ma-
teria”, determinando “effetti ne-
gativi sul reale contenimento
complessivo della spesa”. La
Corte Costituzionale infine ha di-
chiarato la illegittimità costitu-
zionale anche dell’art. 44, comma
6, lettera h), in quanto determi-
nando l’entità del trattamento
economico dei dirigenti lede l’art.
117, secondo comma, lettera l),
Cost., in quanto interviene in ma-
teria di ordinamento civile, quale
“la regolazione del rapporto di la-
voro pubblico regionale, con spe-
cifico riferimento al profilo della
sua contrattualizzazione, previsto
dalla legislazione statale come
principio regolatore del rapporto
di lavoro con tutte le pubbliche
amministrazioni, comprese le Re-
gioni”. Ricordiamo che nel giudi-
zio di parificazione della Corte
dei Conti riguardo al rendiconto
2015 il Procuratore regionale, in
merito al ricorso allora ancora da
discutere, scrisse nella sua rela-
zione che l’esito avrebbe rivestito
sicuramente una notevole impor-
tanza in quanto “meritevole di
particolare attenzione, non solo
per l’incidenza delle norme im-
pugnate sull’organizzazione della
Regione e dei soggetti da essa di-
pendenti, ma anche, in considera-
zione dell’oggetto delle
disposizioni, sotto il profilo del-
l’andamento e del controllo della
spesa per il personale”. Ennesimo
sberleffo quindi per il Governa-
tore Frattura e la sua Giunta re-
gionale, sempre pronta a
difendere le sue posizioni evi-
tando qualsiasi forma di dialogo
con le diverse parti politiche, e
ora quali correttivi verranno
presi?“
Il centrodestra punta l’indice sulle illegittimità riscontrate dai giudici
“La Corte Costituzionale bocciail governo Frattura
sulla manovra di bilancio 2015”
48 dicembre 2016
TAagliolto
Michele Petraroia come san Tom-
maso: se non vede non crede. E fa
bene, sapendo di avere a che fare
con i colleghi amministratori re-
gionali che “renzianamente” (da
Matteo Renzi) hanno preso la
buona abitudine di promettere e
di non mantenere. Il consigliere
ex Pd e già assessore alle Politi-
che sociali e del lavoro, vuol sa-
pere se la determina dirigenziale
con cui si sarebbe dovuto autoriz-
zare il pagamento per i restanti 7
mesi del 2015 della mobilità in
deroga nei termini fissati dalla
circolare del ministero del La-
voro, attuativa del decreto legi-
slativo 185/2016, è stata adottata
sì o no. Il dubbio lo ha assalito nel
momento in cui nel corso del con-
siglio regionale del 29 novembre,
dalla bocca del vice presidente
della giunta, Vittorino Facciolla,
ha appreso che la determina era
stata adottata in ossequio al do-
vere morale e sostanziale di tute-
lare il diritto dei
1744 lavoratori e, soprattutto, per
mettere in salvo i 52 milioni di
euro che lo Stato ha assegnato al
Molise a quello scopo. Le parole
di un vice presidente di un esecu-
tivo regionale dovrebbero essere
oro colato. Dovrebbero. Ma,
come abbiamo fatto cenno, Petra-
roia rispetta e pratica il detto :“ve-
dere per credere”. Purtroppo, al-
meno fino alla data del 6 dicem-
bre, sui siti istituzionali non gli è
riuscito di leggere alcuna deter-
mina che riguardasse il caso dei
1744 lavoratori che hanno matu-
rato il diritto di vedersi pagati i
restanti 7 messi della mobilità in
deroga del 2015. Eccolo quindi,
ancora una volta, però, in termini
politicamente corretti ed osse-
quiosi, rivolgersi alla giunta re-
gionale, dicendosi fiducioso di
avere “ogni utile chiarimento” in
proposito. Tanto più utile, il chia-
rimento, se messo in relazione
alla Conferenza delle Regioni,
più precisamente alla commis-
sione degli assessori regionali al
Lavoro, nella riunione del 5 di-
cembre, in cui al ministero del
Lavoro è stato chiesto di postici-
pare il termine utile del paga-
mento degli ammortizzatori
sociali in deroga dal 30 novembre
al 31 dicembre. Stando così le
cose, va da sé che il consigliere
Petraroia ritenga indispensabile e
ineludibile acquisire i dati relativi
alla determina di cui ha parlato
l’assessore Facciolla nel corso del
consiglio regionale del 29 no-
vembre, ma di cui non, come ab-
biano detto, fini alla data del 6
dicembre non v’è stata traccia sui
siti istituzionali dell’Ente. Nella
incertezza, sarebbe quantomeno il
caso che la Regione Molise si
desse da fare per sostenere la po-
sizione della Conferenza delle
Regioni ed ottenere lo sposta-
mento del termine per il paga-
mento della mobilità in deroga al
31 dicembre. Se, invece, la co-
municazione di Facciolla nel
corso del consiglio regionale del
29 novembre corrispondesse alla
realtà delle cose, ossia corrispon-
desse all’esistenza della deter-
mina dirigenziale adottata per il
pagamento entro il 30 novembre
della mobilità in deroga agli
aventi diritto, potendo disporre
(la Regione) di 52 milioni elargiti
dallo Stato, il problema sarebbe
felicemente risolto. Comunque, a
scanso di equivoci e pericoli, la
Regione faccia di tutto per met-
tere al riparo i fondi assegnati
dallo Stato. Col fiato sospeso,
non va dimenticato, in un pro-
fondo disagio sociale, vi sono
poco meno di 2000 famiglie mo-
lisane.
Dardo
Doveva essere fatta entro il 30 novembre 2016
La mobilità in deroga ai lavo-ratori è stata pagata, sì o no?
di sergio genovese
Nelle poche ore di libertà conces-
semi dal lavoro, insegno alla Scuola
Regionale dello Sport del CONI. Una
delle discipline che più caratterizza
l’impegno è l’Etica dello Sport. Si
dice che è etica tutto ciò che uma-
nizza. Soprattutto etica è saper per-
dere ma anche saper vincere.
Sorvolo, al momento, sulle incrosta-
zioni e sulle zavorre di retorica che
ancora insistono nei campi di gara
sul tema ma è sconcertante raccon-
tare quello che sta succedendo sui
social, in Tv e sui giornali sull’esito
del referendum. Saper vincere e
saper perdere! Appena i sondaggi si
sono propagati si sono scatenati i
vincitori del NO. Brunetta ( ex Mi-
nistro della Repubblica) avvicinan-
dosi con la testa verso le telecamere,
simile ad un bambino che riconqui-
sta il giocattolo che gli avevano tolto
con forza, invitava Renzi ad andar-
sene a casa, mimando il gesto con le
mani. Salvini ( colui che si propone
a guidare l’Italia) con il solito vellu-
tato eloquio, attingeva lo sconfitto
con una varietà di improperi: pa-
gliaccio, buffone e via dicendo. Cac-
ciari, il filosofo dei giudizi
rancorosi, ha sostenuto che Renzi ha
perso per la sua forte antipatia. (
come se il carattere e non la sostanza
fosse la qualità determinante)
D’Alema con il baffino affilato
brindava alla facciaccia di Matteo.
Sui social si è scritto di tutto, meglio
sorvolare sui contenuti da denuncia.
Questa è l’immagine che rifrange di
un paese moralmente allo sbando che
si accanisce sulle persone che per-
dono si chiamassero Renzi, Berlu-
sconi o Pinco Pallino. Una sorta di
bullismo rovesciato dove il gruppo (
o il branco) in condizione di superio-
rità, deve far diventare legge la umi-
liazione: che stile! Badate che anche
per strada, più o meno, i vincitori
sembravano appagati solo quando
sommavano all’esito del risultato
tutta una serie di strali velenosi sulla
persona Renzi e non sul Presidente
del Consiglio. Non ha funzionato da
panacea nemmeno la dichiarazione
di abbandono. Ora, superando la cro-
naca e improvvisandomi sociologo,
ritengo tale scenario coerente ri-
spetto al livello civico che si respira
nelle nostre piazze e nei nostri con-
domini. Tutti contro tutti, meglio an-
cora se tutti contro uno e cattiveria
in tracimazione. Mirabile esempio
per i nostri ragazzi senza volto, di un
pedagogismo di “livello” da cui
trarre insegnamenti. Le poche per-
sone con una certa sensibilità non
possono restare quieti di fronte a
questo scenario. Non si devono ar-
rendere. Dovranno continuare a par-
lare di etica del saper vincere e del
saper perdere stando attenti a non
prendere a modello lo sport. Dunque
non onore agli sconfitti ma pernac-
chie, parolacce e qualche spintone.
Per fortuna che siamo stati chiamati
a cambiare la Costituzione! Occhio
che alla prima occasione ci alzeremo
tutti in piedi per cantare l’inno di
Mameli. Brunetta metterà anche la
mano sul petto. Evviva!
Disonore agli sconfitti
58 dicembre 2016
TAagliolto
di Massimo Dalla Torre
Il titolo scelto per questo intervento che,
riproponiamo con forza a dimostrazione
che l’argomento di cui scriviamo ci sta
particolarmente a cuore, non è il frutto di
elucubrazioni cultural/teatrali, bensì è il
refrain della ricetta dettata dal professor
Diaforius, personaggio del “malato im-
maginario” di Molière. Titolo che ab-
biamo preso in prestito per commentare
quello che sta accadendo nel complesso
e purtroppo malatissimo pianeta sanitario
molisano. Un luogo che si adatterebbe
alla trama della commedia del comme-
diografo francese morto in scena per un
colpo apoplettico. Affezione che fu scam-
biata per una finzione scenica, che fin-
zione non era, perché a distanza di pochi
giorni “il dissacratore del regno del re
sole” morì adagiato su di una poltrona
che si conserva nel museo della “Com-
medie Francaise” era il 17 febbraio 1673.
Di secoli ne sono passati e di malati
anche, ma mai come quelli che, se non si
corre prontamente ai ripari, ci riferiamo
allo stato di “coma de passè” della sanità
molisana, potrebbero “terminare” per le
incongruenze della situazione che si è ve-
nuta a creare nella ventesima regione
dello stivale. Incongruenze che da molto
tempo hanno messo in seria difficoltà un
settore che è in attesa del distacco defini-
tivo dei macchinari che lo tengono in
vita, se di vita si può parlare. Un settore
che, invece, solo se si volesse, ma a
quanto pare non c’è volontà, potrebbe
rappresentare un fiore all’occhiello per le
basi che sono state poste. Basi che ave-
vano e hanno presupposti “forti” tant’è
che strutture di eccellenza, nonostante le
difficoltà che ultimamente si sono decu-
plicate, leggasi decurtazioni finanziarie,
danno sollievo a chi era ed è nuovamente
costretto a intraprendere i viaggi della
speranza pur di risolvere le “affezioni”
che evidentemente non è possibile curare
in Molise; fortunatamente in queste ore
una voce forte, quella della Chiesa, si è
sollevata con fermezza all’indirizzo del
Palazzo aberrando e condannando le de-
cisioni che si potrebbero mettere in atto.
Basi che vacillano pericolosamente per il
“non rinforzo” che potrebbe rimettere in
opera quello che esiste senza dover ap-
porre all’ingresso il cartello con su scritto
“chiuso definitivamente per mancanza
volontà ma soprattutto di menefreghi-
smo” Parole dure che rappresentano la
chiosa di un discorso che non giustifica
assolutamente una situazione inammissi-
bile e inaccettabile come questa che vede
in pericolo la salute dei molisani. Parole
che, con tristezza e amarezza, sono la
prova più evidente, che gli intendimenti
ma soprattutto i proclami fatti da tutte le
forze politiche, nessuno escluso, hanno il
valore del “due di coppe”. Simbolismo da
gioco di carte che danneggia ancora una
volta la sanità molisana contraddistinta
non da un H rossa che sta per Ospedale
ossia salvezza ma da un H nera ossia
morte. Sanità che è l’unica vittima di chi
non ha programmato o non ha voluto pro-
grammare per motivi a noi sconosciuti.
Materia delicata la programmazione spe-
cialmente quella sanitaria che non do-
vrebbe, usiamo il condizionale, prestare
il fianco a chi nell’inerzia totale non ha
provveduto alla quadratura del cosiddetto
“cerchio“ non magico tanto per inten-
derci; ecco perché ci si dovrebbe rendere
conto che le cure che si vorrebbero met-
tere in atto non sono adatte a sanare i mali
che affliggono questo delicatissimo com-
parto del sistema Molise. Il quale, tra
conti in rosso scarlatto, tavoli di concer-
tazione, incontri tra le parti, sta per esa-
lare l’ultimo respiro. Un ultimo anelito di
vita che si spegne lentamente tra baruffe
e accuse tra le parti senza sapere che la
soluzione è alla portata di tutti: basta ri-
comporre il puzzle delle strutture che si
prendono cura del paziente cui si deve
massima attenzione e rispetto ma eviden-
temente questo “gioco” poco interessa a
chi “gode di buona salute”.
“Un clistere praticare, poi si deve salassare, infin convien purgare”
Amministratori regionali e comu-
nali degni di tal nome non frap-
porrebbero altro tempo a chiedere
al ministero della Difesa di slog-
giare il presidio militare (alias Di-
stretto) di Via Verdone, che di
militare non ha più niente (se ne
ha, venga detto e dimostrato), per
rendere l’immobile al legittimo
proprietario: il comune di Cam-
pobasso. Purtroppo abbiamo am-
ministratori regionali e comunali
che non valutano nella giusta mi-
sura l’interesse collettivo né si in-
gegnano di recuperare al
patrimonio pubblico beni che
sono propri.
Premessa necessaria per capire
ciò che segue. Nel corso della
prima mattinata del 7 dicembre
2016 siamo stati testimoni, e con
noi altri cittadini di Campobasso,
di uno spettacolo avvilente, privo
di opportunità, di buonsenso, uno
spettacolo che riporta a conside-
rare l’ottusità della burocrazia, la
sua cecità, il suo essere in molti
casi strabordante. Abbiamo assi-
stito allo sloggiamento (ipso
facto), degli stand degli agricol-
tori che da Bonefro, Guardial-
fiera, Termoli, San Biase,
Cercemaggiore avevano portato i
loro prodotti per renderli ad una
città che ormai dei prodotti della
propria terra ha perso il sapore e il
valore, a ridosso del muro del Di-
stretto che dà sul Corso Vittorio
Emanuele. Costretti a trasferirsi
in quel luogo avendo l’ammini-
strazione comunale assegnata
Piazza Municipio alle bancarelle
natalizie, sottraendo alla Coldi-
retti lo spazio usuale. Gente, i col-
tivatori, che a costo di enorme
fatica e sacrificio resistono ad un
sistema commerciale che li ha
strozzati e li vuole definitiva-
mente eliminare per fare spazio
alla grande distribuzione, alla
massimizzazione della produ-
zione di tipo industriale, a danno
della coltivazione biologica, di
nicchia e di qualità che essi assi-
curano e che i campobassani di-
mostrano di gradire. Bene. Nel
corso della prima mattinata del 7
dicembre, imperversando anche
l’inclemenza del tempo, prima
che il cielo si aprisse, una solerte
pattuglia dei vigili urbani li ha co-
stretti ad andare via, a smontare
gli stand, a rimettere sui furgoni i
loro prodotti, per non essere stati
autorizzati ad occupare quella
parte di suolo pubblico e, soprat-
tutto, per motivi di sicurezza!!!.
Cosa era mai successo? Che le
zucche, i cacio cavalli, i cavol-
fiori, le arance, i broccoli, le pa-
tate, le cipolle, le verdure
avevano inquietato l’animo degli
inquilini del Distretto e messa in
pericolo la sicurezza loro e dello
stabile, potendo quelle zucche,
quei cacio cavalli, quei cavolfiori,
quelle arance, quei broccoli,
quelle patate, quelle cipolle,
quelle verdure nascondere mate-
riale esplosivo e altri strumenti di
offesa, e dietro quelle facce se-
gnate dalla fatica e dal freddo, ce-
larsi l’animo di pericolosi
jihadisti.
Storia di ordinaria follia in una
città che non ha più le coordinate
della saggezza. Paranoia. Cosa
era costei?
Dardo
La sicurezza del Distretto di Via Verdone messa in pericolo da zucche, cacio cavalli, cavolfiori,
arance, broccoli, patate, cipolle e verdure in ven-dita agli stand della Coldiretti, e fatti sloggiare
La prevalenza del cretino (by Fruttero e Lucentini) è solo un aforisma?
L’intervento
68 dicembre 2016
TAagliolto
“Considerato che dovremmocreare i presupposti per realizzarein basso Molise, nella parte dellanostra regione che fa segnare ilmaggior incremento demograficooltre che quello economico, lecondizioni per garantire, non sol-tanto l’efficienza della sanità pub-blica, ma anche l’interazione conquella privata e, se quest’ultimanon esiste, dobbiamo spenderciperché le attuali strutture, pensoall’ex ospedale Vietri di Larino,diventino il luogo ideale dovecollocarla”. A sostenere la tesi èil consigliere regionale, France-sco Totaro.“Nell’ambito del piano sanitarioregionale, credo che oggi più chein passato tale scelta diventi fon-damentale per salvaguardare i li-velli di assistenza ma anche daremodo al pubblico di interagirecon il privato senza sovrapposi-zioni di sorta.La mia proposta, muove da piùconsiderazioni di base. Partendo dal passato, siamo del-l’idea che lo stabilimento ospeda-liero di Larino sia il luogo idealedove collocare la FondazioneGiovanni Paolo II. La struttura,peraltro costruita in maniera anti-sismica, ha tutte le caratteristicheper coprire l’intera offerta di sa-
nità privata in basso Molise oltreche ad essere, polo di eccellenzariconosciuto in ambito nazionale.Lo spostamento della Fondazionea Larino sarebbe da un punto divista, non soltanto politico, unasvolta di crescita per tutto il terri-torio e garantirebbe anche quellaripresa dell’economia fortementepenalizzata specie dopo il terre-moto del 2002. Inoltre l’immobile che ospita orala Fondazione potrebbe diventarela nuova sede dell’ospedale re-gionale. Di quel Cardarelli che, adifferenza del Vietri, sconta glianni di costruzione ergo potrebbediventare un pericolo in caso dinuovi e, non certo, preventivabili
terremoti.Al Vietri la Fondazione e al SanTimoteo tutto quello che ancorac’è all’ex ospedale di Larino inmodo da ampliare e potenziarel’offerta sanitaria pubblica che inbasso Molise oggi sconta ritardi emette a repentaglio i livelli di as-sistenza con l’allungarsi delleliste di attesa e i disagi per la po-polazione residente che, è risa-puto, cresce esponenzialmentenei mesi estivi.Il tutto affinchè si possa ristabi-lire un equilibrio tra sanità pub-blica e privata anche nel BassoMolise, cosi’ come gia’ presentenella zona del Molise Centrale enel territorio pentro”.
La proposta è stata lanciata dal consigliere regionale del Pd, Francesco Totaro
Un confronto aperto ma au-stero, quello che si è svoltoquesta mattina presso l’As-sessorato di Viale Elena tral’Assessore Regionale ai La-vori Pubblici PierpaoloNagni ed il Direttore del-l’ACEM, Gino Di Renzo.Proprio Di Renzo, ha ribaditoall'assessore che i ritardi neipagamenti dei lavori eseguitistanno soffocando le impresecreditrici ad ormai due setti-mane dal Natale e in vistadella programmazione futuradelle opere pubbliche per il2017. Nel corso della riu-nione è stato concordato unincontro con tutte le impreseiscritte che si svolgerà pros-simamente presso l’Associa-zione.
“E se la Cattolica venisse in basso Molise?”Di Renzo (Acem)
“Nagni, e i soldi
alle imprese?”
di Tecla Boccardo
Questo 2016, a detta degli addetti ai la-vori e dei responsabili dei processi am-ministrativi, doveva essere l’anno in cuila sanità regionale maturava una serie discelte programmatiche che l’avrebberocondotta in una dimensione ottimale. i. E’ stato l’anno in cui il Commissario edi nostri Parlamentari sedevano assieme,allo stesso tavolo, per illustrare tantibuoni propostiti, tra cui una “saggia” in-tegrazione tra Cardarelli e Cattolica.E’ stato l’anno in cui sono nati diversiComitati e organismi autonomi e spon-tanei che gridavano e manifestavano peruna sanità pubblica migliore, che oggisembra abbiano affievolito la loro viva-cità. Insomma, un tema tenuto semprecaldo, giustamente sentito da tutti noi,prima di tutto fruitori del sistema sani-tario e uniti dalla intenzione di salva-guardarne accessibilità e qualità.Ma invece oggi, dopo mesi di dichiara-zioni, promesse, smentite, precisazioni,ascoltiamo come, dal livello nazionale aquello territoriale, si usi sempre la stessascorciatoia: quella dei “tagli lineari”,perpetrata attraverso la riduzione dei se-vizi e delle prestazioni al cittadino.E allora ci sembra ovvio rimarcarecome, seguendo questa strada, inesora-bilmente, le prestazioni della sanità sa-ranno sempre inferiori, dopo la chiusuradegli ospedali minori, il ridimensiona-
mento e l’accorpamento di reparti, la ri-duzione delle prestazioni sul territorio,la riduzione dei budget alle strutture ac-creditate.La sostenibilità del sistema sanitariocontinua a rappresentare la vera sfidadella classe dirigente e politica, la piùdifficile. Siamo consapevoli che sulla si-tuazione molisana gravano altri fattoriche la appesantiscono e la rendono an-cora più fragile, su tutti: il taglio alfondo sanitario nazionale e l’invecchia-mento della popolazione residente, cheè al di sopra della media nazionale. La UIL ribadisce con forza, che il pro-blema della sostenibilità del servizio sa-
nitario non è l’assistenza e lacura ai malati, soggetta a conti-nui tagli, bensì è una questionestrutturale. Il problema è l’ingo-vernabilità del sistema, gli spre-chi, gli sperperi, leinappropriatezze e la mancata at-tuazione di un SISTEMA a reteUNICO integrato, a riferimentoregionale, che tenga insiemepubblico e privato accreditato, ilsocio sanitario e la medicina sulterritorio, attraverso una portaunica di accesso e l’attuazionedei principi di cooperazione-in-tegrazione-condivisione. In questi mesi abbiamo conti-
nuato ad assistere a dispersioni di fondiche ancora persistono, al sovra utilizzodella diagnostica, ad un elevato numerodi prestazioni inappropriate e inefficaci,al sottoutilizzo della prevenzione, unitia una marcata difficoltà amministrativache determina un inadeguato coordina-mento tra i vari livelli assistenziali.Per la UIL, ancora una volta, bisognariorganizzare il sistema in base alle esi-genze del territorio. È inaccettabile lachiusura degli ospedali senza la reale ri-conversione e la contemporanea riorga-nizzazione della rete di assistenza sulterritorio. È necessario garantire una sa-
nità più vicina al cittadino e, allo stessotempo, che punti all’efficienza e all’ef-ficacia, invece che proseguire con tagliorizzontali che minano la qualità del-l’assistenza, compromettono la salutedelle persone e mettono in discussionecentinaia di posti di lavoro. Chiediamo che chi governa salvaguardiquanto di buono c’è in sanità, ed è pa-recchio, e che si prodighi in politichestrutturali e programmatiche ragionate emeno ragionieristiche. Certo, le struttureaccreditate possono incrementare l’of-ferta di prestazioni a pagamento, ma ciòsignifica spingere sempre più verso unsistema di “mercificazione della salute”.Evitiamo che l’unica soluzione che restaai Molisani per curarsi sia emigrare,cosa questa che aumenterebbe una giàesosa mobilità passiva. Siamo consapevoli che queste sono cosegià dette e ridette, ma se le mettiamo an-cora al centro della discussione un mo-tivo ci sarà pure. Ci aspettiamo, immediate risposte dalCommissario e da chi con chi lui gesti-sce il sistema sanitario, auspicando chetra i tanti numeri già sbandierati, vengafuori un progetto che guardi avanti. Disoli calcoli, onestamente, non si soprav-vive.
Sanità molisana, da anno della ripresa a ‘pacco’ di Natale
L’intervento
78 dicembre 2016
TAagliolto
Gli scenari incerti di Governo apertisi
dopo l’esito del referendum rendono la
partita dell’area di crisi un terno al lotto
di cui nessuno è in grado di anticipare
l’esito. Speriamo che nelle prossime ore
la stabilizzazione degli scenari possa con-
sentire di comprendere meglio cosa ac-
cadrà a tal riguardo. Infatti, l’area di crisi
complessa del Molise ancora non ha un
suo pacchetto finanziario certo. Un pas-
saggio che si sarebbe dovuto avere attra-
verso un atto del governo con il ministero
dell’Economia. E’ chiaro che oggi si ri-
schia che questo passaggio possa slittare
in attesa di quello che sarà il nuovo sce-
nario politico nazionale. Per questo, il
presidente della Giunta regionale do-
vrebbe seguire da vicino l’evolversi della
situazione per evitare che la questione
potrebbe arenarsi e non vedere la conclu-
sione con il finanziamento. Ricordiamo
che l’Area di crisi complessa prevista per
il Molise interessa grosse aziende tra le
quali la Gam e l’Ittierre e qualcosa come
2.500 lavoratori. La Regione Molise è
chiamata a seguire con attenzione la si-
tuazione e non tralasciarla perchè po-
trebbe saltare quanto resta del sistema
economico regionale.
Area di crisi complessa, il rischioè che manchi la copertura finanziaria
Circa il 25% del territorio na-
zionale, in particolare le re-
gioni centro-meridionali,
meridionali e insulari (Cam-
pania, Molise, Basilicata, Pu-
glia, Calabria, Sardegna e
Sicilia), sono sottoposte allo
stress di natura climatica e
alla pressione spesso non so-
stenibile delle attività umane
sull’ambiente, per cui pagano
in maniera significativa la
perdita di produttività biolo-
gica ed agricola, e della bio-
diversità degli ecosistemi
naturali. Aspetti affrontati e
discussi presso l’università
del Molise - Sala Fermi - , nel
corso di un workshop orga-
nizzato nell’ambito del pro-
getto di cooperazione
universitaria internazionale
Iucland sul degrado delle
terre, dal titolo: L’evolu-
zione del paesaggio e rischio
ambientale in Italia: gli indi-
catori per il monitoraggio del
paesaggio e del rischio di de-
grado del territorio. Il wor-
kshop, coordinato da Claudio
Colombo, ha definito dal
punto scientifico che cosa si
intenda per degradazione del
paesaggio, individuandone
gli indicatori ambientali e le
cause principali legate alle
variazioni climatiche ed alle
attività umane. Nella introdu-
zione è stato rimarcato che “il
concetto del degrado delle
terre” ha subito una graduale
e crescente evoluzione nella
sua accezione e, di pari
passo, il costante tentativo di
definire un processo che, sep-
pur caratterizzato da cause
locali, sta sempre più assu-
mendo la connotazione di un
problema globale. Il “de-
grado delle terre” non ri-
guarda più le aree aride,
semi-aride, sub-umide e sec-
che.
La desertificazione ed il de-
grado delle terre sono due fe-
nomeni che interessano con
intensità specifiche ed esten-
sione diverse, anche i Paesi
europei che si affacciano sul
bacino del Mediterraneo.
La Regione Molise deve seguire la situazione alla luce della caduta del Governo
Il degrado delle terre riguarda anche il Molise
Interessante workshopo alla Sala Fermi dell’università
Egregio Direttore,
quando si avvicina Natale mi prende
sempre un senso di vuoto, mancano i
miei.
Chiudo gli occhi e rivedo il natale della
mia infanzia tanti lustri fa nella parte
vecchia di Campobasso.Allora natale vo-
leva dire neve, non la lieta, consumi-
stica, opulenta neve additata oggi sui
nostri monti da non troppo sorridenti as-
sessori al turismo, spesso assenti,ostile
neve di mezza montagna che non richie-
sta veniva a trovarci a casa nostra e nes-
suno era attrezzato a riceverla. I
termosifoni erano un lusso per predesti-
nati, noi infilavamo le mani nei guanti
mozzi per risparmiare la lana ed ai piedi
scarpe con “centrelle e puntali” per ri-
sparmiare la suola e si facevano pupazzi
di neve con due palline di vetro colorato
agli occhi e qualche pomodoro secco per
naso, in bocca stecchini di legno per
denti.I primi giorni della vigilia lungo
via marconi arrivavano i venditori di an-
guille e capitoni “”attenzione, atten-
zione, qui si vende il capitone, chi
caccia un bigliettone.....”il magro era di
rigore, come pure il digiuno a partire
dalla mezzanotte dopo la comunione e
genitori vietavano ai figli di lavarsi i
denti -per chi lo poteva -prima di pren-
dere la comunione.
La sera della vigilia si cenava di magro
con quello che allora offriva il commer-
cio, con qualche fico secco e qualche pa-
starella e pepatello fatto in casa.
Mio nonno che era stato in guerra sul
carso - prima guerra mondiale - ci rac-
contava della paura che aveva quando gli
austriaci bombardavano e spesso se la
facevano addosso,,,, e lo credo!!!!!
e...mentre la neve copriva le strade e le
viuzze del centro storico...lentamente an-
davamo a dormire sognando la befana
che non arrivava mai...
Un saluto al nuovo Molise.
AA
Quella Campobasso di una volta
88 dicembre 2016
TAagliolto
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