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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo vimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno i - n° 0 giovedì 8 dicembre 2016 L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Cotugno. Il presidente del Consiglio regionale del Molise è riuscito a piazzare l’ottimo colpo con l’organizzazione della Gior- nata degli emigrati molisani per ri- chiamare l’attenzione sulla necessità di ritrovare l’Orgoglio molisano. Vincenzo Cotugno IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro del giorno lo diamo a Fran- cesco Totaro. Il consigliere regionale del Pd ha lanciato la proposta di spo- stare la Cattolica in basso Molise. Come se si trattasse di spostare un sacco di nocelline. Nulla, però, ha detto sui tagli al budget per le strut- ture private sanitarie che rischiano il collasso. Francesco Totaro La D’Innocenzo e la logica ragionieristica della sanità L’Ardire di Giuseppe Saluppo H o letto e riletto le dichiara- zioni del Direttore alla Salute della Regione Molise (tra le figure dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale), Marinella D'Innocenzo, in merito al Piano Opera- tivo Sanitario. Anche rispetto al suo sot- tolineare sul Piano che è stato, prima accusato di tagliare il pubblico e oggi il privato. Pertanto, è da ritenersi atto pro- grammatico buono e giusto. Un guizzo di fantasia, evidentemente. La D'Inno- cenzo è stata catapultata da Roma in Molise e, ad oggi, i tagli inferti al si- stema sanitario molisano stanno mi- nando i diritti dei cittadini a potersi curare in regione. Il Piano come predi- sposto, infatti, non mi sembra percorso da alcune idee chiave. Primo, il lavoro di rete: in un sistema che voglia rispon- dere in modo adeguato ai bisogni di sa- lute dei cittadini è indispensabile che gli operatori della sanità, così come quelli del sociale, si mettano in rete fra loro, comunichino, condividano obiettivi e costruiscano progetti comuni. L'altro, quello della personalizzazione degli in- terventi: la centralità della persona non è assolutamente il tema ricorrente del Piano. Eppure, la sanità nasce per ga- rantire i diritti della persona e tutto ciò che essa sottende deve essere primaria- mente finalizzato alla soddisfazione di tale esigenza. Così, come mancano i ri- mandi all'appropriatezza: finalità co- mune agli interventi proposti è l'offrire una qualità assistenziale che faccia rife- rimento alla validità tecnico-scientifica, all'accettabilità ed alla pertinenza delle prestazioni erogate. L'attenzione del Piano è puntata sulla sola efficienza, in- tesa come strumento utile al risparmio economico e non già sull'efficacia, vista come la ricerca del modo migliore di operare per il bene della persona am- malata. Una serie di numeri e basta che non danno risposte eque e di qualità. Ma la sanità non è un percorso ragio- nieristico. IL NOSTRO OSCAR La Corte Costituzionale boccia il Molise sui capi dipartimento e il direttore alla Salute Ruoli ricoperti da esterni “Aggiramento-svuotamento delle norme” Seguici anche Su Facebook e twitter Servizio a pagina 3 Area di crisi, il rischio è lo stanziamento dei fondi Gli scenari incerti di Governo apertisi dopo l'esito del referendum ren- dono la partita dell'area di crisi un terno al lotto di cui nessuno è in grado di anticipare l'esito. Speriamo che nelle prossime ore la stabiliz- zazione degli scenari possa consentire di comprendere meglio cosa accadrà a tal riguardo. I pagina 3 IL FATTO www.gazzettamolisana.com

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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppovimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]

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E-mail: [email protected]

anno i - n° 0 giovedì 8 dicembre 2016

L’Oscar del giorno lo assegniamoa Vincenzo Cotugno. Il presidentedel Consiglio regionale del Moliseè riuscito a piazzare l’ottimo colpocon l’organizzazione della Gior-nata degli emigrati molisani per ri-chiamare l’attenzione sullanecessità di ritrovare l’Orgogliomolisano.

Vincenzo Cotugno

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Il Tapiro del giorno lo diamo a Fran-cesco Totaro. Il consigliere regionaledel Pd ha lanciato la proposta di spo-stare la Cattolica in basso Molise.Come se si trattasse di spostare unsacco di nocelline. Nulla, però, hadetto sui tagli al budget per le strut-ture private sanitarie che rischiano ilcollasso.

Francesco Totaro

La D’Innocenzoe la logica

ragionieristicadella sanità

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

Ho letto e riletto le dichiara-zioni del Direttore alla Salutedella Regione Molise (tra lefigure dichiarate illegittime

dalla Corte Costituzionale), MarinellaD'Innocenzo, in merito al Piano Opera-tivo Sanitario. Anche rispetto al suo sot-tolineare sul Piano che è stato, primaaccusato di tagliare il pubblico e oggi ilprivato. Pertanto, è da ritenersi atto pro-grammatico buono e giusto. Un guizzodi fantasia, evidentemente. La D'Inno-cenzo è stata catapultata da Roma inMolise e, ad oggi, i tagli inferti al si-stema sanitario molisano stanno mi-nando i diritti dei cittadini a potersicurare in regione. Il Piano come predi-sposto, infatti, non mi sembra percorsoda alcune idee chiave. Primo, il lavorodi rete: in un sistema che voglia rispon-dere in modo adeguato ai bisogni di sa-lute dei cittadini è indispensabile che glioperatori della sanità, così come quellidel sociale, si mettano in rete fra loro,comunichino, condividano obiettivi ecostruiscano progetti comuni. L'altro,quello della personalizzazione degli in-terventi: la centralità della persona nonè assolutamente il tema ricorrente delPiano. Eppure, la sanità nasce per ga-rantire i diritti della persona e tutto ciòche essa sottende deve essere primaria-mente finalizzato alla soddisfazione ditale esigenza. Così, come mancano i ri-mandi all'appropriatezza: finalità co-mune agli interventi proposti è l'offrireuna qualità assistenziale che faccia rife-rimento alla validità tecnico-scientifica,all'accettabilità ed alla pertinenza delleprestazioni erogate. L'attenzione delPiano è puntata sulla sola efficienza, in-tesa come strumento utile al risparmioeconomico e non già sull'efficacia, vistacome la ricerca del modo migliore dioperare per il bene della persona am-malata. Una serie di numeri e basta chenon danno risposte eque e di qualità.Ma la sanità non è un percorso ragio-nieristico.

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La Corte Costituzionale boccia il Molisesui capi dipartimento e il direttore alla Salute

Ruoli ricoperti da esterni“Aggiramento-svuotamento delle norme”

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Servizio a pagina 3

Area di crisi, il rischioè lo stanziamento dei fondi

Gli scenari incerti di Governo apertisi dopo l'esito del referendum ren-dono la partita dell'area di crisi un terno al lotto di cui nessuno è ingrado di anticipare l'esito. Speriamo che nelle prossime ore la stabiliz-zazione degli scenari possa consentire di comprendere meglio cosaaccadrà a tal riguardo. I

pagina 3IL FATTO

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28 dicembre 2016

TAagliolto

Appena qualche settimana fa ci

siamo posti e abbiamo posto al-

l’attenzione dei molisani un lato

poco gradevole della politica: la

ritorsione, l’ostracismo, la margi-

nalizzazione di coloro che non

sono in linea con chi comanda,

che usano il cervello per pensare,

e la parola per criticare. In questo

contesto abbiamo preso in esame

gli ordini del giorno del consiglio

regionale mettendo in evidenza

una particolarità dal sapore vaga-

mente vendicativo, ostracistico,

marginalizzante: cioè, che le in-

terrogazioni, le mozioni e le in-

terpellanze dei consiglieri

dell’opposizione e dei consiglieri

della maggioranza in posizione

contestativa, vengono iscritte

sempre in coda e pertanto costan-

temente aggiornate e rinviate, in-

dipendentemente dall’incisività,

dall’attualità e dall’urgenza dei

contenuti. Il consigliere regionale

Massimiliano Scarabeo è stato e,

crediamo, continui ad essere, tra

i discriminati, pur essendo nella

maggioranza, ma in posizione

eretta e non supina. Né, a quanto

pare, gli sia valsa finora la prote-

sta per il modo di redigere gli or-

dini del giorno da parte

dell’ufficio di presidenza e dello

stesso presidente Cotugno.

Le sue iniziative istituzionali non

vengono a galla. Rimangono co-

stantemente nel limbo della pro-

babilità. Purtroppo, le richieste di

chiarimento, la necessità di cono-

scere e approfondire problemi e

questioni regionali da lui sollevati

non riescono a guadagnare mai i

primi punti all’ordine del giorno.

Siccome il consiglio in genere,

tranne sporadiche eccezioni, non

licenzia che uno o due punti, al

massimo tre, è chiaro che gli toc-

cherà attendere il turno “sine

die”.

I consiglieri di opposizione

avranno fatto il callo ad essere e

sentirsi reietti, per cui non fanno

testo. Tant’è che non sollevano

obiezioni, né protestano. Va presa

in considerazione invece come

sia sgradevole che ad essere pe-

nalizzati siano consiglieri come

Scarabeo e chi, come lui, pratica

il dissenso, la critica, la distin-

zione tra gli atti legittimi e gli atti

illegittimi. A costoro viene appli-

cato il silenziatore. E là dove rie-

scono ad esternare all’esterno la

loro insoddisfazione, la risposta è

una: far finta di niente, ignorare,

glissare, sorvolare. Per quanto ci

riguarda non intendiamo affatto

sorvolare su ciò che ha scritto al

presidente Cotugno, al presidente

Frattura e alla conferenza dei ca-

pigruppo il consigliere “ostraciz-

zato” Michele Petraroia: “Preso

atto della convocazione del con-

siglio regionale del Molise per il

13 dicembre e visti i punti iscritti

all’ordine del giorno per tale ses-

sione di lavoro, sollecito, ai sensi

e per gli effetti delle vigenti di-

sposizioni statutarie e regolamen-

tari, ogni celere riscontro alle 10

interrogazioni e interpellanze ri-

ferite a problematiche che coin-

volgono comunità locali, territori,

fasce sociali, lavoratori e imprese

agricole danneggiate da eventi

calamitosi. I cittadini interessati a

conoscere le posizioni della Re-

gione Molise sulla materie og-

getto delle interrogazioni e

interpellanze consiliari, hanno il

diritto di ricevere una risposta

istituzionale entro i termini di

legge, onde evitare ingiuste pena-

lizzazioni derivanti da immoti-

vate inerzie amministrative.

Spetta alla Conferenza dei capi-

gruppo del consiglio regionale,

all’Ufficio di presidenza ed al

presidente del Consiglio regio-

nale intervenire nei confronti

della Giunta Regionale, a tutela

del rispetto delle prerogative e

degli obblighi di legge oltre che

delle vigenti disposizioni statuta-

rie e regolamentari”. Fa specie

leggere che esistono “vigenti di-

sposizioni statutarie e regolamen-

tari”e “termini di legge” che

assicurerebbero l’esame e la di-

scussione delle interrogazioni e

delle interpellanze in tempi ade-

guati, e rendersi conto che sia le

vigenti disposizioni sia i termini

di legge devono essere implorati,

nella speranza di trovare una

qualche accoglienza. Il lato sgra-

devole della politica. Ed anche

dei politicanti.

Dardo

Nella redazione e presentazione degli ordini del giorno del consiglio regionale

Il lato poco gradevole della politica: la ritorsione,l’ostracismo, la marginalizzazione di coloro chenon sono in linea con chi comanda, che usano il

cervello per pensare, e la parola per criticare

Rev.do Bregantini,

Oggi contesta Frattura per aver tagliato

i fondi alla Cattolica, ossia quel Frat-

tura che ha votato e, sotto sotto, ci ha

invitato a votare. Eccellenza, ormai se

lo deve tenere. Io che non ho alcun po-

tere lo devo sopportare .

Sono diabetico e devo essere sottopo-

sto ad operazione delle arterie inferiori

e da mesi non ci riesco. Cosa devo

fare?

Giusto perché Lei sappia. Dal Carda-

relli, dove Frattura ha fatto chiudere il

reparto di chirurgia vascolare, con ur-

genza mi hanno mandato alla Cattolica

ma questi non hanno potuto farmi

niente per mancanza di fondi che, sem-

pre Frattura, ha tagliato. Lei perché

non fa qualcosa? Perché non convince

questo governatore ad andare a casa

consentendo ai molisani di vivere tran-

quilli? Questo dovrebbe essere il Suo

ruolo ossia prendere le parti dei più de-

boli, come dice Francesco.

Se non avesse chiuso il centro anti dia-

betico di Isernia forse, curandomi in

quella struttura, mi sarei salvato. SI

rende conto dove ci ha portato questo

strano personaggio sponsorizzato da

Lei?

Lettera firmata

Reverendissimo Bregantini,dica a Frattura di dimettersi

Lettera aperta

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38 dicembre 2016

TAagliolto

CAMPOBASSO. Una vera e propria

mazzata, quella della sentenza della

Corte Costituzionale sulle disposizioni

in materia di bilancio 2015 della Re-

gione Molise. A proporre il ricorso era

stato proprio il governo. A non essere

chiaro, soprattutto,il passaggio relativo

all'istituzione di alcune figure dirigen-

ziali esterne. Come il Direttore generale

della Salute, ruolo ricoperto da Mari-

nella D'Innocenzo; le figure dei diret-

tori di Dipartimento: il Dipartimento

della Presidenza della Giunta regionale,

l'incarico di responsabile è stato asse-

gnato all'ingegnere Mariolga Mogavero;

il Dipartimento delle Politiche di svi-

luppo, guidato da Maria Rosaria Simo-

nelli;e il Dipartimento del governo di

territorio, mobilità e risorse naturali,as-

segnato all'ingegnere Massimo Pilla-

rella. Queste ultime nomine firmate il

12 agosto 2016. Ma già il 22 luglio 2016

a mettere le mani in avanti e a richia-

mare l'attenzione sulle questioni aperte

dinanzi al Corte Costituzionale era stato

il Procuratore generale della Corte dei

Conti del Molise, Carlo Alberto Man-

fredi Selvaggi. "Di specifico interesse è

poi il rilievo che attiene all’art. 44,

comma 1, 11 lett. b), secondo il quale al-

cune figure di dirigenza generale - Di-

rettore di Dipartimento, Direttore

generale della Salute, Segretario gene-

rale del Consiglio regionale, Capo del

Servizio di Gabinetto del Presidente

della Giunta regionale e degli Affari isti-

tuzionali, Capo del Servizio di Gabinetto

del Presidente del Consiglio regionale e

degli Affari istituzionali - non sono ri-

comprese nelle dotazioni organiche

della Regione. Nel ricorso si è osservato

che una siffatta previsione, oltre a com-

promettere la corretta quantificazione

delle risorse da destinare al finanzia-

mento della retribuzione di posizione e

di risultato dei dirigenti e ad avere effetti

negativi in ordine al rispetto della nor-

mativa vigente in materia di conteni-

mento e controllo della spesa

complessiva di personale, non specifica

la modalità di conferimento dei relativi

incarichi dirigenziali ai fini del rispetto

delle percentuali indicate dall'art. 19,

comma 6 del decreto legislativo n.

165/2001. Ciò sarebbe in contrasto con

il principio di buon andamento dell’atti-

vità amministrativa, ai sensi dell’art. 97

Cost., e con la già ricordata competenza

legislativa esclusiva dello Stato in mate-

ria di ordinamento civile". Una brutta te-

gola caduta sulla Regione Molise che

potrebbe essere chiamata in causa per i

danni erariali e per tutta una serie di con-

seguenze negative per gli atti adottati.

“Illegittime le figure dirigenziali”Una pesante tegola sulla Regione Molise

“Arriva da Roma un’altra sonora

bocciatura per il Governo Frat-

tura, difatti la Corte Costituzio-

nale con sentenza n. 257/2016 ha

dichiarato l’illegittimità costitu-

zionale di alcune disposizioni

della legge regionale n. 8 del 4

maggio 2015, nello specifico il

collegato alla manovra di bilancio

2015“. Lo sostengono i ocnsi-

glieri regionali di centrodestra,

Fusco, Iorio, Sabusco e Cava-

liere. “Un giudizio severo che, di

fatto, ha dato ragione alla que-

stione di legittimità costituzionale

avanzata dal Presidente del Con-

siglio dei Ministri con impugna-

tiva del 30 giugno 2015, una

sentenza che non ammette repli-

che, e che ha visto la Regione

Molise addirittura non costituirsi,

probabilmente nella consapevo-

lezza di non poter avere ragione,

stante i rilievi mossi su norme ap-

provate solo e unicamente dalla

maggioranza di Centrosinistra in

Consiglio regionale. La sentenza

della Corte Costituzionale, di-

chiarando l’illegittimità costitu-

zionale degli artt. 32, comma 3,

44, comma 1, lett. b) e 44, comma

6, lett. h) della legge regionale n.

8/2015, non ha fatto altro che

confermare le nostre perplessità

già espresse a suo tempo, difatti

quando ci chiedevamo se fosse

corretto prevedere come titolare

del servizio dell’istituenda cen-

trale unica di committenza anche

personale esterno all’amministra-

zione regionale, non ricevemmo

alcuna risposta esaustiva né dal

Presidente della Regione; il do-

vuto chiarimento è arrivato prima

dal Consiglio dei Ministri, che ne

ha disposto l’impugnativa in

quanto “norma che eccede dalla

competenza regionale”, poi dalla

Corte Costituzionale che l’ha di-

chiarata illegittima in quanto

“concretizza una deroga anche a

quelle norme in materia di confe-

rimento di incarichi dirigenziali,

così ledendo la competenza che

l’art. 117, secondo comma, lettera

l), Cost. riserva allo Stato”, per

inciso una deroga che non risulta

giustificabile “con il riferimento

ad una fase di prima applicazione

e alla multidisciplinarietà delle

competenze del servizio neo isti-

tuito”. Non meno grave la pro-

nuncia di illegittimità

costituzionale mossa sull’articolo

44, comma 1, lett. B) che prevede

l’inserimento nella l.r. n. 10/2010

dell’art. 20-bis, secondo cui al-

cune figure di dirigenza generale,

quali Direttore di Dipartimento,

Direttore generale della Salute,

Segretario Generale del Consiglio

regionale, non sono ricomprese

nelle dotazioni organiche della

Regione. Nonostante le modifi-

che introdotte con le lettere b) e

d) dell’art. 27 della legge regione

n. 4 del 2016, che hanno in parte

accolto le iniziali osservazioni del

Governo nazionale, la Corte Co-

stituzionale ha sottolineato che

“permane una criticità nell’esclu-

sione, dalla computabilità nelle

dotazioni organiche, di tre posti di

funzione dirigenziale, rispetto ai

cinque posti previsti dalla norma

originaria oggetto della censura di

costituzionalità”, quindi le rassi-

curazioni del Presidente Frattura

sulla bontà della modifica appro-

vata sono di fatto state sconfes-

sate in quanto “la non computabi-

lità di tali posizioni nella

complessiva dotazione organica

di dirigenti di prima fascia deter-

mina in ogni caso effetti negativi,

sia di ordine finanziario, sia ri-

guardo al razionale assetto orga-

nizzativo realmente rispettoso

delle previsioni normative in ma-

teria”, determinando “effetti ne-

gativi sul reale contenimento

complessivo della spesa”. La

Corte Costituzionale infine ha di-

chiarato la illegittimità costitu-

zionale anche dell’art. 44, comma

6, lettera h), in quanto determi-

nando l’entità del trattamento

economico dei dirigenti lede l’art.

117, secondo comma, lettera l),

Cost., in quanto interviene in ma-

teria di ordinamento civile, quale

“la regolazione del rapporto di la-

voro pubblico regionale, con spe-

cifico riferimento al profilo della

sua contrattualizzazione, previsto

dalla legislazione statale come

principio regolatore del rapporto

di lavoro con tutte le pubbliche

amministrazioni, comprese le Re-

gioni”. Ricordiamo che nel giudi-

zio di parificazione della Corte

dei Conti riguardo al rendiconto

2015 il Procuratore regionale, in

merito al ricorso allora ancora da

discutere, scrisse nella sua rela-

zione che l’esito avrebbe rivestito

sicuramente una notevole impor-

tanza in quanto “meritevole di

particolare attenzione, non solo

per l’incidenza delle norme im-

pugnate sull’organizzazione della

Regione e dei soggetti da essa di-

pendenti, ma anche, in considera-

zione dell’oggetto delle

disposizioni, sotto il profilo del-

l’andamento e del controllo della

spesa per il personale”. Ennesimo

sberleffo quindi per il Governa-

tore Frattura e la sua Giunta re-

gionale, sempre pronta a

difendere le sue posizioni evi-

tando qualsiasi forma di dialogo

con le diverse parti politiche, e

ora quali correttivi verranno

presi?“

Il centrodestra punta l’indice sulle illegittimità riscontrate dai giudici

“La Corte Costituzionale bocciail governo Frattura

sulla manovra di bilancio 2015”

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48 dicembre 2016

TAagliolto

Michele Petraroia come san Tom-

maso: se non vede non crede. E fa

bene, sapendo di avere a che fare

con i colleghi amministratori re-

gionali che “renzianamente” (da

Matteo Renzi) hanno preso la

buona abitudine di promettere e

di non mantenere. Il consigliere

ex Pd e già assessore alle Politi-

che sociali e del lavoro, vuol sa-

pere se la determina dirigenziale

con cui si sarebbe dovuto autoriz-

zare il pagamento per i restanti 7

mesi del 2015 della mobilità in

deroga nei termini fissati dalla

circolare del ministero del La-

voro, attuativa del decreto legi-

slativo 185/2016, è stata adottata

sì o no. Il dubbio lo ha assalito nel

momento in cui nel corso del con-

siglio regionale del 29 novembre,

dalla bocca del vice presidente

della giunta, Vittorino Facciolla,

ha appreso che la determina era

stata adottata in ossequio al do-

vere morale e sostanziale di tute-

lare il diritto dei

1744 lavoratori e, soprattutto, per

mettere in salvo i 52 milioni di

euro che lo Stato ha assegnato al

Molise a quello scopo. Le parole

di un vice presidente di un esecu-

tivo regionale dovrebbero essere

oro colato. Dovrebbero. Ma,

come abbiamo fatto cenno, Petra-

roia rispetta e pratica il detto :“ve-

dere per credere”. Purtroppo, al-

meno fino alla data del 6 dicem-

bre, sui siti istituzionali non gli è

riuscito di leggere alcuna deter-

mina che riguardasse il caso dei

1744 lavoratori che hanno matu-

rato il diritto di vedersi pagati i

restanti 7 messi della mobilità in

deroga del 2015. Eccolo quindi,

ancora una volta, però, in termini

politicamente corretti ed osse-

quiosi, rivolgersi alla giunta re-

gionale, dicendosi fiducioso di

avere “ogni utile chiarimento” in

proposito. Tanto più utile, il chia-

rimento, se messo in relazione

alla Conferenza delle Regioni,

più precisamente alla commis-

sione degli assessori regionali al

Lavoro, nella riunione del 5 di-

cembre, in cui al ministero del

Lavoro è stato chiesto di postici-

pare il termine utile del paga-

mento degli ammortizzatori

sociali in deroga dal 30 novembre

al 31 dicembre. Stando così le

cose, va da sé che il consigliere

Petraroia ritenga indispensabile e

ineludibile acquisire i dati relativi

alla determina di cui ha parlato

l’assessore Facciolla nel corso del

consiglio regionale del 29 no-

vembre, ma di cui non, come ab-

biano detto, fini alla data del 6

dicembre non v’è stata traccia sui

siti istituzionali dell’Ente. Nella

incertezza, sarebbe quantomeno il

caso che la Regione Molise si

desse da fare per sostenere la po-

sizione della Conferenza delle

Regioni ed ottenere lo sposta-

mento del termine per il paga-

mento della mobilità in deroga al

31 dicembre. Se, invece, la co-

municazione di Facciolla nel

corso del consiglio regionale del

29 novembre corrispondesse alla

realtà delle cose, ossia corrispon-

desse all’esistenza della deter-

mina dirigenziale adottata per il

pagamento entro il 30 novembre

della mobilità in deroga agli

aventi diritto, potendo disporre

(la Regione) di 52 milioni elargiti

dallo Stato, il problema sarebbe

felicemente risolto. Comunque, a

scanso di equivoci e pericoli, la

Regione faccia di tutto per met-

tere al riparo i fondi assegnati

dallo Stato. Col fiato sospeso,

non va dimenticato, in un pro-

fondo disagio sociale, vi sono

poco meno di 2000 famiglie mo-

lisane.

Dardo

Doveva essere fatta entro il 30 novembre 2016

La mobilità in deroga ai lavo-ratori è stata pagata, sì o no?

di sergio genovese

Nelle poche ore di libertà conces-

semi dal lavoro, insegno alla Scuola

Regionale dello Sport del CONI. Una

delle discipline che più caratterizza

l’impegno è l’Etica dello Sport. Si

dice che è etica tutto ciò che uma-

nizza. Soprattutto etica è saper per-

dere ma anche saper vincere.

Sorvolo, al momento, sulle incrosta-

zioni e sulle zavorre di retorica che

ancora insistono nei campi di gara

sul tema ma è sconcertante raccon-

tare quello che sta succedendo sui

social, in Tv e sui giornali sull’esito

del referendum. Saper vincere e

saper perdere! Appena i sondaggi si

sono propagati si sono scatenati i

vincitori del NO. Brunetta ( ex Mi-

nistro della Repubblica) avvicinan-

dosi con la testa verso le telecamere,

simile ad un bambino che riconqui-

sta il giocattolo che gli avevano tolto

con forza, invitava Renzi ad andar-

sene a casa, mimando il gesto con le

mani. Salvini ( colui che si propone

a guidare l’Italia) con il solito vellu-

tato eloquio, attingeva lo sconfitto

con una varietà di improperi: pa-

gliaccio, buffone e via dicendo. Cac-

ciari, il filosofo dei giudizi

rancorosi, ha sostenuto che Renzi ha

perso per la sua forte antipatia. (

come se il carattere e non la sostanza

fosse la qualità determinante)

D’Alema con il baffino affilato

brindava alla facciaccia di Matteo.

Sui social si è scritto di tutto, meglio

sorvolare sui contenuti da denuncia.

Questa è l’immagine che rifrange di

un paese moralmente allo sbando che

si accanisce sulle persone che per-

dono si chiamassero Renzi, Berlu-

sconi o Pinco Pallino. Una sorta di

bullismo rovesciato dove il gruppo (

o il branco) in condizione di superio-

rità, deve far diventare legge la umi-

liazione: che stile! Badate che anche

per strada, più o meno, i vincitori

sembravano appagati solo quando

sommavano all’esito del risultato

tutta una serie di strali velenosi sulla

persona Renzi e non sul Presidente

del Consiglio. Non ha funzionato da

panacea nemmeno la dichiarazione

di abbandono. Ora, superando la cro-

naca e improvvisandomi sociologo,

ritengo tale scenario coerente ri-

spetto al livello civico che si respira

nelle nostre piazze e nei nostri con-

domini. Tutti contro tutti, meglio an-

cora se tutti contro uno e cattiveria

in tracimazione. Mirabile esempio

per i nostri ragazzi senza volto, di un

pedagogismo di “livello” da cui

trarre insegnamenti. Le poche per-

sone con una certa sensibilità non

possono restare quieti di fronte a

questo scenario. Non si devono ar-

rendere. Dovranno continuare a par-

lare di etica del saper vincere e del

saper perdere stando attenti a non

prendere a modello lo sport. Dunque

non onore agli sconfitti ma pernac-

chie, parolacce e qualche spintone.

Per fortuna che siamo stati chiamati

a cambiare la Costituzione! Occhio

che alla prima occasione ci alzeremo

tutti in piedi per cantare l’inno di

Mameli. Brunetta metterà anche la

mano sul petto. Evviva!

Disonore agli sconfitti

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58 dicembre 2016

TAagliolto

di Massimo Dalla Torre

Il titolo scelto per questo intervento che,

riproponiamo con forza a dimostrazione

che l’argomento di cui scriviamo ci sta

particolarmente a cuore, non è il frutto di

elucubrazioni cultural/teatrali, bensì è il

refrain della ricetta dettata dal professor

Diaforius, personaggio del “malato im-

maginario” di Molière. Titolo che ab-

biamo preso in prestito per commentare

quello che sta accadendo nel complesso

e purtroppo malatissimo pianeta sanitario

molisano. Un luogo che si adatterebbe

alla trama della commedia del comme-

diografo francese morto in scena per un

colpo apoplettico. Affezione che fu scam-

biata per una finzione scenica, che fin-

zione non era, perché a distanza di pochi

giorni “il dissacratore del regno del re

sole” morì adagiato su di una poltrona

che si conserva nel museo della “Com-

medie Francaise” era il 17 febbraio 1673.

Di secoli ne sono passati e di malati

anche, ma mai come quelli che, se non si

corre prontamente ai ripari, ci riferiamo

allo stato di “coma de passè” della sanità

molisana, potrebbero “terminare” per le

incongruenze della situazione che si è ve-

nuta a creare nella ventesima regione

dello stivale. Incongruenze che da molto

tempo hanno messo in seria difficoltà un

settore che è in attesa del distacco defini-

tivo dei macchinari che lo tengono in

vita, se di vita si può parlare. Un settore

che, invece, solo se si volesse, ma a

quanto pare non c’è volontà, potrebbe

rappresentare un fiore all’occhiello per le

basi che sono state poste. Basi che ave-

vano e hanno presupposti “forti” tant’è

che strutture di eccellenza, nonostante le

difficoltà che ultimamente si sono decu-

plicate, leggasi decurtazioni finanziarie,

danno sollievo a chi era ed è nuovamente

costretto a intraprendere i viaggi della

speranza pur di risolvere le “affezioni”

che evidentemente non è possibile curare

in Molise; fortunatamente in queste ore

una voce forte, quella della Chiesa, si è

sollevata con fermezza all’indirizzo del

Palazzo aberrando e condannando le de-

cisioni che si potrebbero mettere in atto.

Basi che vacillano pericolosamente per il

“non rinforzo” che potrebbe rimettere in

opera quello che esiste senza dover ap-

porre all’ingresso il cartello con su scritto

“chiuso definitivamente per mancanza

volontà ma soprattutto di menefreghi-

smo” Parole dure che rappresentano la

chiosa di un discorso che non giustifica

assolutamente una situazione inammissi-

bile e inaccettabile come questa che vede

in pericolo la salute dei molisani. Parole

che, con tristezza e amarezza, sono la

prova più evidente, che gli intendimenti

ma soprattutto i proclami fatti da tutte le

forze politiche, nessuno escluso, hanno il

valore del “due di coppe”. Simbolismo da

gioco di carte che danneggia ancora una

volta la sanità molisana contraddistinta

non da un H rossa che sta per Ospedale

ossia salvezza ma da un H nera ossia

morte. Sanità che è l’unica vittima di chi

non ha programmato o non ha voluto pro-

grammare per motivi a noi sconosciuti.

Materia delicata la programmazione spe-

cialmente quella sanitaria che non do-

vrebbe, usiamo il condizionale, prestare

il fianco a chi nell’inerzia totale non ha

provveduto alla quadratura del cosiddetto

“cerchio“ non magico tanto per inten-

derci; ecco perché ci si dovrebbe rendere

conto che le cure che si vorrebbero met-

tere in atto non sono adatte a sanare i mali

che affliggono questo delicatissimo com-

parto del sistema Molise. Il quale, tra

conti in rosso scarlatto, tavoli di concer-

tazione, incontri tra le parti, sta per esa-

lare l’ultimo respiro. Un ultimo anelito di

vita che si spegne lentamente tra baruffe

e accuse tra le parti senza sapere che la

soluzione è alla portata di tutti: basta ri-

comporre il puzzle delle strutture che si

prendono cura del paziente cui si deve

massima attenzione e rispetto ma eviden-

temente questo “gioco” poco interessa a

chi “gode di buona salute”.

“Un clistere praticare, poi si deve salassare, infin convien purgare”

Amministratori regionali e comu-

nali degni di tal nome non frap-

porrebbero altro tempo a chiedere

al ministero della Difesa di slog-

giare il presidio militare (alias Di-

stretto) di Via Verdone, che di

militare non ha più niente (se ne

ha, venga detto e dimostrato), per

rendere l’immobile al legittimo

proprietario: il comune di Cam-

pobasso. Purtroppo abbiamo am-

ministratori regionali e comunali

che non valutano nella giusta mi-

sura l’interesse collettivo né si in-

gegnano di recuperare al

patrimonio pubblico beni che

sono propri.

Premessa necessaria per capire

ciò che segue. Nel corso della

prima mattinata del 7 dicembre

2016 siamo stati testimoni, e con

noi altri cittadini di Campobasso,

di uno spettacolo avvilente, privo

di opportunità, di buonsenso, uno

spettacolo che riporta a conside-

rare l’ottusità della burocrazia, la

sua cecità, il suo essere in molti

casi strabordante. Abbiamo assi-

stito allo sloggiamento (ipso

facto), degli stand degli agricol-

tori che da Bonefro, Guardial-

fiera, Termoli, San Biase,

Cercemaggiore avevano portato i

loro prodotti per renderli ad una

città che ormai dei prodotti della

propria terra ha perso il sapore e il

valore, a ridosso del muro del Di-

stretto che dà sul Corso Vittorio

Emanuele. Costretti a trasferirsi

in quel luogo avendo l’ammini-

strazione comunale assegnata

Piazza Municipio alle bancarelle

natalizie, sottraendo alla Coldi-

retti lo spazio usuale. Gente, i col-

tivatori, che a costo di enorme

fatica e sacrificio resistono ad un

sistema commerciale che li ha

strozzati e li vuole definitiva-

mente eliminare per fare spazio

alla grande distribuzione, alla

massimizzazione della produ-

zione di tipo industriale, a danno

della coltivazione biologica, di

nicchia e di qualità che essi assi-

curano e che i campobassani di-

mostrano di gradire. Bene. Nel

corso della prima mattinata del 7

dicembre, imperversando anche

l’inclemenza del tempo, prima

che il cielo si aprisse, una solerte

pattuglia dei vigili urbani li ha co-

stretti ad andare via, a smontare

gli stand, a rimettere sui furgoni i

loro prodotti, per non essere stati

autorizzati ad occupare quella

parte di suolo pubblico e, soprat-

tutto, per motivi di sicurezza!!!.

Cosa era mai successo? Che le

zucche, i cacio cavalli, i cavol-

fiori, le arance, i broccoli, le pa-

tate, le cipolle, le verdure

avevano inquietato l’animo degli

inquilini del Distretto e messa in

pericolo la sicurezza loro e dello

stabile, potendo quelle zucche,

quei cacio cavalli, quei cavolfiori,

quelle arance, quei broccoli,

quelle patate, quelle cipolle,

quelle verdure nascondere mate-

riale esplosivo e altri strumenti di

offesa, e dietro quelle facce se-

gnate dalla fatica e dal freddo, ce-

larsi l’animo di pericolosi

jihadisti.

Storia di ordinaria follia in una

città che non ha più le coordinate

della saggezza. Paranoia. Cosa

era costei?

Dardo

La sicurezza del Distretto di Via Verdone messa in pericolo da zucche, cacio cavalli, cavolfiori,

arance, broccoli, patate, cipolle e verdure in ven-dita agli stand della Coldiretti, e fatti sloggiare

La prevalenza del cretino (by Fruttero e Lucentini) è solo un aforisma?

L’intervento

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68 dicembre 2016

TAagliolto

“Considerato che dovremmocreare i presupposti per realizzarein basso Molise, nella parte dellanostra regione che fa segnare ilmaggior incremento demograficooltre che quello economico, lecondizioni per garantire, non sol-tanto l’efficienza della sanità pub-blica, ma anche l’interazione conquella privata e, se quest’ultimanon esiste, dobbiamo spenderciperché le attuali strutture, pensoall’ex ospedale Vietri di Larino,diventino il luogo ideale dovecollocarla”. A sostenere la tesi èil consigliere regionale, France-sco Totaro.“Nell’ambito del piano sanitarioregionale, credo che oggi più chein passato tale scelta diventi fon-damentale per salvaguardare i li-velli di assistenza ma anche daremodo al pubblico di interagirecon il privato senza sovrapposi-zioni di sorta.La mia proposta, muove da piùconsiderazioni di base. Partendo dal passato, siamo del-l’idea che lo stabilimento ospeda-liero di Larino sia il luogo idealedove collocare la FondazioneGiovanni Paolo II. La struttura,peraltro costruita in maniera anti-sismica, ha tutte le caratteristicheper coprire l’intera offerta di sa-

nità privata in basso Molise oltreche ad essere, polo di eccellenzariconosciuto in ambito nazionale.Lo spostamento della Fondazionea Larino sarebbe da un punto divista, non soltanto politico, unasvolta di crescita per tutto il terri-torio e garantirebbe anche quellaripresa dell’economia fortementepenalizzata specie dopo il terre-moto del 2002. Inoltre l’immobile che ospita orala Fondazione potrebbe diventarela nuova sede dell’ospedale re-gionale. Di quel Cardarelli che, adifferenza del Vietri, sconta glianni di costruzione ergo potrebbediventare un pericolo in caso dinuovi e, non certo, preventivabili

terremoti.Al Vietri la Fondazione e al SanTimoteo tutto quello che ancorac’è all’ex ospedale di Larino inmodo da ampliare e potenziarel’offerta sanitaria pubblica che inbasso Molise oggi sconta ritardi emette a repentaglio i livelli di as-sistenza con l’allungarsi delleliste di attesa e i disagi per la po-polazione residente che, è risa-puto, cresce esponenzialmentenei mesi estivi.Il tutto affinchè si possa ristabi-lire un equilibrio tra sanità pub-blica e privata anche nel BassoMolise, cosi’ come gia’ presentenella zona del Molise Centrale enel territorio pentro”.

La proposta è stata lanciata dal consigliere regionale del Pd, Francesco Totaro

Un confronto aperto ma au-stero, quello che si è svoltoquesta mattina presso l’As-sessorato di Viale Elena tral’Assessore Regionale ai La-vori Pubblici PierpaoloNagni ed il Direttore del-l’ACEM, Gino Di Renzo.Proprio Di Renzo, ha ribaditoall'assessore che i ritardi neipagamenti dei lavori eseguitistanno soffocando le impresecreditrici ad ormai due setti-mane dal Natale e in vistadella programmazione futuradelle opere pubbliche per il2017. Nel corso della riu-nione è stato concordato unincontro con tutte le impreseiscritte che si svolgerà pros-simamente presso l’Associa-zione.

“E se la Cattolica venisse in basso Molise?”Di Renzo (Acem)

“Nagni, e i soldi

alle imprese?”

di Tecla Boccardo

Questo 2016, a detta degli addetti ai la-vori e dei responsabili dei processi am-ministrativi, doveva essere l’anno in cuila sanità regionale maturava una serie discelte programmatiche che l’avrebberocondotta in una dimensione ottimale. i. E’ stato l’anno in cui il Commissario edi nostri Parlamentari sedevano assieme,allo stesso tavolo, per illustrare tantibuoni propostiti, tra cui una “saggia” in-tegrazione tra Cardarelli e Cattolica.E’ stato l’anno in cui sono nati diversiComitati e organismi autonomi e spon-tanei che gridavano e manifestavano peruna sanità pubblica migliore, che oggisembra abbiano affievolito la loro viva-cità. Insomma, un tema tenuto semprecaldo, giustamente sentito da tutti noi,prima di tutto fruitori del sistema sani-tario e uniti dalla intenzione di salva-guardarne accessibilità e qualità.Ma invece oggi, dopo mesi di dichiara-zioni, promesse, smentite, precisazioni,ascoltiamo come, dal livello nazionale aquello territoriale, si usi sempre la stessascorciatoia: quella dei “tagli lineari”,perpetrata attraverso la riduzione dei se-vizi e delle prestazioni al cittadino.E allora ci sembra ovvio rimarcarecome, seguendo questa strada, inesora-bilmente, le prestazioni della sanità sa-ranno sempre inferiori, dopo la chiusuradegli ospedali minori, il ridimensiona-

mento e l’accorpamento di reparti, la ri-duzione delle prestazioni sul territorio,la riduzione dei budget alle strutture ac-creditate.La sostenibilità del sistema sanitariocontinua a rappresentare la vera sfidadella classe dirigente e politica, la piùdifficile. Siamo consapevoli che sulla si-tuazione molisana gravano altri fattoriche la appesantiscono e la rendono an-cora più fragile, su tutti: il taglio alfondo sanitario nazionale e l’invecchia-mento della popolazione residente, cheè al di sopra della media nazionale. La UIL ribadisce con forza, che il pro-blema della sostenibilità del servizio sa-

nitario non è l’assistenza e lacura ai malati, soggetta a conti-nui tagli, bensì è una questionestrutturale. Il problema è l’ingo-vernabilità del sistema, gli spre-chi, gli sperperi, leinappropriatezze e la mancata at-tuazione di un SISTEMA a reteUNICO integrato, a riferimentoregionale, che tenga insiemepubblico e privato accreditato, ilsocio sanitario e la medicina sulterritorio, attraverso una portaunica di accesso e l’attuazionedei principi di cooperazione-in-tegrazione-condivisione. In questi mesi abbiamo conti-

nuato ad assistere a dispersioni di fondiche ancora persistono, al sovra utilizzodella diagnostica, ad un elevato numerodi prestazioni inappropriate e inefficaci,al sottoutilizzo della prevenzione, unitia una marcata difficoltà amministrativache determina un inadeguato coordina-mento tra i vari livelli assistenziali.Per la UIL, ancora una volta, bisognariorganizzare il sistema in base alle esi-genze del territorio. È inaccettabile lachiusura degli ospedali senza la reale ri-conversione e la contemporanea riorga-nizzazione della rete di assistenza sulterritorio. È necessario garantire una sa-

nità più vicina al cittadino e, allo stessotempo, che punti all’efficienza e all’ef-ficacia, invece che proseguire con tagliorizzontali che minano la qualità del-l’assistenza, compromettono la salutedelle persone e mettono in discussionecentinaia di posti di lavoro. Chiediamo che chi governa salvaguardiquanto di buono c’è in sanità, ed è pa-recchio, e che si prodighi in politichestrutturali e programmatiche ragionate emeno ragionieristiche. Certo, le struttureaccreditate possono incrementare l’of-ferta di prestazioni a pagamento, ma ciòsignifica spingere sempre più verso unsistema di “mercificazione della salute”.Evitiamo che l’unica soluzione che restaai Molisani per curarsi sia emigrare,cosa questa che aumenterebbe una giàesosa mobilità passiva. Siamo consapevoli che queste sono cosegià dette e ridette, ma se le mettiamo an-cora al centro della discussione un mo-tivo ci sarà pure. Ci aspettiamo, immediate risposte dalCommissario e da chi con chi lui gesti-sce il sistema sanitario, auspicando chetra i tanti numeri già sbandierati, vengafuori un progetto che guardi avanti. Disoli calcoli, onestamente, non si soprav-vive.

Sanità molisana, da anno della ripresa a ‘pacco’ di Natale

L’intervento

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78 dicembre 2016

TAagliolto

Gli scenari incerti di Governo apertisi

dopo l’esito del referendum rendono la

partita dell’area di crisi un terno al lotto

di cui nessuno è in grado di anticipare

l’esito. Speriamo che nelle prossime ore

la stabilizzazione degli scenari possa con-

sentire di comprendere meglio cosa ac-

cadrà a tal riguardo. Infatti, l’area di crisi

complessa del Molise ancora non ha un

suo pacchetto finanziario certo. Un pas-

saggio che si sarebbe dovuto avere attra-

verso un atto del governo con il ministero

dell’Economia. E’ chiaro che oggi si ri-

schia che questo passaggio possa slittare

in attesa di quello che sarà il nuovo sce-

nario politico nazionale. Per questo, il

presidente della Giunta regionale do-

vrebbe seguire da vicino l’evolversi della

situazione per evitare che la questione

potrebbe arenarsi e non vedere la conclu-

sione con il finanziamento. Ricordiamo

che l’Area di crisi complessa prevista per

il Molise interessa grosse aziende tra le

quali la Gam e l’Ittierre e qualcosa come

2.500 lavoratori. La Regione Molise è

chiamata a seguire con attenzione la si-

tuazione e non tralasciarla perchè po-

trebbe saltare quanto resta del sistema

economico regionale.

Area di crisi complessa, il rischioè che manchi la copertura finanziaria

Circa il 25% del territorio na-

zionale, in particolare le re-

gioni centro-meridionali,

meridionali e insulari (Cam-

pania, Molise, Basilicata, Pu-

glia, Calabria, Sardegna e

Sicilia), sono sottoposte allo

stress di natura climatica e

alla pressione spesso non so-

stenibile delle attività umane

sull’ambiente, per cui pagano

in maniera significativa la

perdita di produttività biolo-

gica ed agricola, e della bio-

diversità degli ecosistemi

naturali. Aspetti affrontati e

discussi presso l’università

del Molise - Sala Fermi - , nel

corso di un workshop orga-

nizzato nell’ambito del pro-

getto di cooperazione

universitaria internazionale

Iucland sul degrado delle

terre, dal titolo: L’evolu-

zione del paesaggio e rischio

ambientale in Italia: gli indi-

catori per il monitoraggio del

paesaggio e del rischio di de-

grado del territorio. Il wor-

kshop, coordinato da Claudio

Colombo, ha definito dal

punto scientifico che cosa si

intenda per degradazione del

paesaggio, individuandone

gli indicatori ambientali e le

cause principali legate alle

variazioni climatiche ed alle

attività umane. Nella introdu-

zione è stato rimarcato che “il

concetto del degrado delle

terre” ha subito una graduale

e crescente evoluzione nella

sua accezione e, di pari

passo, il costante tentativo di

definire un processo che, sep-

pur caratterizzato da cause

locali, sta sempre più assu-

mendo la connotazione di un

problema globale. Il “de-

grado delle terre” non ri-

guarda più le aree aride,

semi-aride, sub-umide e sec-

che.

La desertificazione ed il de-

grado delle terre sono due fe-

nomeni che interessano con

intensità specifiche ed esten-

sione diverse, anche i Paesi

europei che si affacciano sul

bacino del Mediterraneo.

La Regione Molise deve seguire la situazione alla luce della caduta del Governo

Il degrado delle terre riguarda anche il Molise

Interessante workshopo alla Sala Fermi dell’università

Egregio Direttore,

quando si avvicina Natale mi prende

sempre un senso di vuoto, mancano i

miei.

Chiudo gli occhi e rivedo il natale della

mia infanzia tanti lustri fa nella parte

vecchia di Campobasso.Allora natale vo-

leva dire neve, non la lieta, consumi-

stica, opulenta neve additata oggi sui

nostri monti da non troppo sorridenti as-

sessori al turismo, spesso assenti,ostile

neve di mezza montagna che non richie-

sta veniva a trovarci a casa nostra e nes-

suno era attrezzato a riceverla. I

termosifoni erano un lusso per predesti-

nati, noi infilavamo le mani nei guanti

mozzi per risparmiare la lana ed ai piedi

scarpe con “centrelle e puntali” per ri-

sparmiare la suola e si facevano pupazzi

di neve con due palline di vetro colorato

agli occhi e qualche pomodoro secco per

naso, in bocca stecchini di legno per

denti.I primi giorni della vigilia lungo

via marconi arrivavano i venditori di an-

guille e capitoni “”attenzione, atten-

zione, qui si vende il capitone, chi

caccia un bigliettone.....”il magro era di

rigore, come pure il digiuno a partire

dalla mezzanotte dopo la comunione e

genitori vietavano ai figli di lavarsi i

denti -per chi lo poteva -prima di pren-

dere la comunione.

La sera della vigilia si cenava di magro

con quello che allora offriva il commer-

cio, con qualche fico secco e qualche pa-

starella e pepatello fatto in casa.

Mio nonno che era stato in guerra sul

carso - prima guerra mondiale - ci rac-

contava della paura che aveva quando gli

austriaci bombardavano e spesso se la

facevano addosso,,,, e lo credo!!!!!

e...mentre la neve copriva le strade e le

viuzze del centro storico...lentamente an-

davamo a dormire sognando la befana

che non arrivava mai...

Un saluto al nuovo Molise.

AA

Quella Campobasso di una volta

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88 dicembre 2016

TAagliolto

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