La Contenzione in Geriatria

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OTT 09 ASSISTENZA ANZIANI 35 LA contenzione fisica è un argomento che prepotentemente ritorna all’atten- zione degli operatori delle cure continua- tive, perché ancora ad essa facciamo frequentemente ricorso, nonostante tutta la letteratura suggerisca un utilizzo limitato e circoscritto. Il lavoro delle colleghe di Udine, che pre- sentiamo di seguito, pone l’attenzione su un aspetto a volte sottovalutato: l’opi- nione degli infermieri rispetto alla conten- zione. Se, come esse dimostrano, è tutto sommato un’opinione positiva e favore- vole, la contenzione continuerà ad essere utilizzata sebbene i contenuti degli inter- venti formativi e le pubblicazioni indichino esattamente il contrario. Ciò spiega solo in parte perché si conti- nuano a “legare i vecchi”. Vi è forse più in generale una cultura orientata a proteg- gere e custodire, più che a supportare gli anziani affetti da disabilità fisica e cogni- tiva. Molte organizzazioni sono poi tal- mente focalizzate ad evitare i danni (le ca- dute, in particolare) che tollerano interven- ti contenitivi aggressivi e protratti che non trovano altra giustificazione che la paura di ripercussioni legali, peraltro già insite nella palese violazione della libertà e della dignità della persona. Altre orga- nizzazioni contengono per proteggere se stesse: in ospedale l’anziano confuso e agitato sconvolge la routine, il conse- guente fluire di azioni e gesti in tempi ben definiti. La contenzione (fisica e farmaco- logica) è la conseguente risposta. Cambiare si deve, è necessario e si può: l’articolo delle colleghe ci suggerisce di tener conto di ciò che gli infermieri sanno e pensano rispetto alla contenzione quali presupposti di interventi mirati ed efficaci. La sfida continua. INTRODUZIONE Nell’assistenza alle persone anziane la contenzione fisica è una pratica comune sia nelle strutture residenziali che in quelle ospedaliere. La prevalenza varia dal 41 al 64% nelle strutture residenziali e dal 33 al 68% in ospedale (Hamers J.P., Huizing A.R., 2005). Nella presa di decisione rispetto all’appli- cazione della contenzione fisica sono spesso coinvolti gli infermieri e le moti- vazioni a sostegno di tale decisione sono la prevenzione delle cadute (Hamers et al., 2004; Suen et al., 2006), il controllo dei disturbi comportamentali (Degan et al, 2004), la sicurezza dei pazienti (Lee et al., GERIATRIA E CONTENZIONE Cosa ne sanno e cosa ne pensano gli infermieri AIOCC < ATTEGGIAMENTI E MODALITÀ DI UTILIZZO > di ERMELLINA ZANETTI * > di CARLA PAPPAROTTO* - STEFANIA ZULIANI** - LILLA FERRARA*** *Associazione Italiana Operatori Cure Continuative – Gruppo di Ricerca Geriatrica, Brescia > Ermellina Zanetti

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LA contenzione fisica è un argomentoche prepotentemente ritorna all’atten-zione degli operatori delle cure continua-tive, perché ancora ad essa facciamofrequentemente ricorso, nonostante tuttala letteratura suggerisca un utilizzolimitato e circoscritto.Il lavoro delle colleghe di Udine, che pre-sentiamo di seguito, pone l’attenzionesu un aspetto a volte sottovalutato: l’opi-nione degli infermieri rispetto alla conten-zione. Se, come esse dimostrano, è tuttosommato un’opinione positiva e favore-vole, la contenzione continuerà ad essereutilizzata sebbene i contenuti degli inter-venti formativi e le pubblicazioni indichinoesattamente il contrario.Ciò spiega solo in parte perché si conti-nuano a “legare i vecchi”. Vi è forse più in

generale una cultura orientata a proteg-gere e custodire, più che a supportare glianziani affetti da disabilità fisica e cogni-tiva. Molte organizzazioni sono poi tal-mente focalizzate ad evitare i danni (le ca-dute, in particolare) che tollerano interven-ti contenitivi aggressivi e protratti chenon trovano altra giustificazione che lapaura di ripercussioni legali, peraltro giàinsite nella palese violazione della libertàe della dignità della persona. Altre orga-nizzazioni contengono per proteggerese stesse: in ospedale l’anziano confusoe agitato sconvolge la routine, il conse-guente fluire di azioni e gesti in tempi bendefiniti. La contenzione (fisica e farmaco-logica) è la conseguente risposta. Cambiare si deve, è necessario e si può:l’articolo delle colleghe ci suggerisce di

tener conto di ciò che gli infermieri sannoe pensano rispetto alla contenzione qualipresupposti di interventi mirati ed efficaci.La sfida continua.

INTRODUZIONENell’assistenza alle persone anziane lacontenzione fisica è una pratica comunesia nelle strutture residenziali che inquelle ospedaliere. La prevalenza variadal 41 al 64% nelle strutture residenzialie dal 33 al 68% in ospedale (Hamers J.P.,Huizing A.R., 2005).Nella presa di decisione rispetto all’appli-cazione della contenzione fisica sonospesso coinvolti gli infermieri e le moti-vazioni a sostegno di tale decisione sonola prevenzione delle cadute (Hamers etal., 2004; Suen et al., 2006), il controllodei disturbi comportamentali (Degan et al,2004), la sicurezza dei pazienti (Lee et al.,

GERIATRIA E CONTENZIONECosa ne sanno e cosa ne pensano gli infermieri

AIOCC <

ATTEGGIAMENTI E MODALITÀ DI UTILIZZO

> di ERMELLINA ZANETTI *

> di CARLA PAPPAROTTO* - STEFANIA ZULIANI** - LILLA FERRARA***

*Associazione Italiana Operatori Cure Continuative – Gruppo di Ricerca

Geriatrica, Brescia

> Ermellina Zanetti

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1999), la prevenzione delle interferenzerispetto all’esecuzione dei trattamentiprescritti (Evans D., Fitzgerlad M, 2002)e anche la ridotta dotazione di infermieri(Lai C.K., 2007).

Inoltre gli infermieri riferiscono reazioniemotive complesse rispetto alla conten-zione. La maggior parte prova emozioninegative quali tristezza, senso di colpa,conflitti fra l’applicazione della conten-zione fisica e la violazione dei diritti dellapersona contenuta; altri, invece, vivonola contenzione come una routine edaffermano di non provare, pertanto, alcu-na emozione; alcuni provano compas-sione verso i pazienti contenuti (ChuangYH., Huang HT., 2007).

Gli infermieri assumono un ruolo rilevantesia rispetto alla decisione di contenere glianziani, sia rispetto alle modalità di appli-cazione della contenzione stessa. Identificare le conoscenze, gli atteggia-menti ed i sentimenti degli infermieri risul-ta essere importante in quanto questiinfluenzano la pratica professionale(Suen et al., 2006).Lo scopo di questo studio osservazionaleera quello di identificare le conoscenze,gli atteggiamenti, i sentimenti degli infer-mieri rispetto alla contenzione fisica e lemodalità di utilizzo della stessa.

Materiali e metodiLo studio è stato condotto durante il me-se di ottobre 2007 in cinque Unità opera-tive di un ospedale (medicine, neurologiapneumologia e post acuti), in due Unitàoperative di un’Azienda sanitaria terri-toriale (medicina fisica riabilitativa e unitàspinale) e in cinque strutture residenzialiper anziani; le strutture coinvolte afferi-scono alla zona di Udine e provincia. Ilcampione di convenienza era costituto da218 infermieri che prestavano serviziopresso le sopraccitate strutture.Il questionario da somministrare agliinfermieri è stato elaborato ad hoc ed èstato articolato in tre sezioni. La sezione1 era relativa al profilo socio-anagrafico(sesso, età, titolo professionale, anzianitàdi servizio); la sezione 2 indagava le co-noscenze, gli atteggiamenti e i sentimentidegli infermieri (9 domande), mentre la

sezione 3 conteneva domande (n. 9) ri-ferite alle modalità di utilizzo della conten-zione fisica. Le domande erano a rispostachiusa, tranne quella relativa alle cono-scenze dei riferimenti normativi e deonto-logici.I questionari sono stati consegnatiai responsabili infermieristici delle strut-ture coinvolte con la richiesta di conse-gnarli agli infermieri per la compilazione

in forma anonima.

RisultatiProfilo socio-anagrafico degli infermieriGli infermieri che hanno compilato il que-stionario sono stati il 70,18% (153 su

218) del totale degli infermieri delle strut-ture coinvolte. Dei 153 infermieri, l’84,31% era di sessofemminile, il 92,81% di nazionalità italianae il 73,86% aveva un’età compresa fra 26e 45 anni. Il 51,63% era in possesso deldiploma di infermiere professionale e lastessa percentuale (51,63%) avevaun’anzianità di servizio di 10 o più anni.

Conoscenze, atteggiamenti e sentimentirelativi alla contenzione fisicaNella tabella sotto vengono riportate lepercentuali di risposte corrette relati-vamente ad alcune domande sulle cono-scenze degli infermieri.

> AIOCC

TAB. 1 – DOMANDE SELEZIONATE RELATIVE ALLE CONOSCENZE SULLA CONTENZIONE FISICA

Domande Risposte corrette (%)

1. Che cosa si intende per contenzione fisica? 32,68

2. In base alla letteratura, ogni quanto tempo, mediamente, deve essere controllatauna persona contenuta?

54,25

3. Quale tra i seguenti non è considerato un mezzo di contenzione? 34,63

4. È previsto e necessario il consenso informato scritto per l’applicazione di unmezzo di contenzione?

77,78

5. Specifichi i riferimenti deontologici e normativi relativi alla contenzione fisica 56,21

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Rispetto alle alternative alla contenzionefisica, la maggior parte degli infermieri(82,35%) ha dichiarato di conoscerle;nella figura 1 vengono riportate le alterna-tive identificate.

Le motivazioni del ricorso alla contenzio-ne fisica sono invece rappresentate dal-la tutela della salute della persona con-tenuta (50,33%), dalla prevenzione dellecadute (34,64%) e dalla riduzionedell’agitazione (7,84%). I sentimenti che gli infermieri provanoquando devono contenere una personasono un senso di sicurezza (47,71%), an-sia (19,61%), rabbia (17,65%), indifferen-za (5,23%), paura (2,61%). Il 7,19% degliinfermieri non ha risposto.

Modalità di utilizzo della contenzione fisicaLa contenzione fisica viene applicataprincipalmente alle persone a rischio dicaduta (45,75%) e a quelle agitate(18,30%). Viene utilizzata in misura mi-nore per le persone disorientate (8,50%),in stato confusionale (4,58%), con disturbicomportamentali (2,61%).I mezzi di contenzione utilizzati più fre-quentemente sono le spondine (86,93%),mentre gli altri mezzi (bracciali, corpetti,cinture) sono scarsamente utilizzati.Gli infermieri, quando ravvisano la neces-sità di contenere una persona, avvisanoil medico (41,18%), agiscono secondo li-nee guida (34,64%), agiscono in auto-nomia (20,92%).

Le informazioni ai familiari sulla necessitàdi contenere la persona vengono datenell’82,35% dei casi; tali informazionivengono fornite dall’infermiere (57,52%),dal medico (32,68%), dal personale di

supporto (1,31%) e da altre figure(5,88%). Il 2,61% non ha risposto. Lacontenzione fisica viene registrata princi-palmente in cartella clinica (49,67%) e neldiario infermieristico (36,60%).

CONCLUSIONILe conoscenze degli infermieri non sonoottimali e la contenzione fisica è finalizzataprincipalmente alla tutela della salutedelle persone anziane, in particolare allaprevenzione delle cadute; questo nono-stante la letteratura sottolinei l’inefficaciadella contenzione rispetto alle cadute.Contenere le persone determina nellamaggior parte degli infermieri un senso disicurezza, ma questo è rischioso: se gliinfermieri si sentono sicuri, dimenticanole possibili conseguenze negative dellacontenzione. Le limitate conoscenze delle alternativealla contenzione fisica evidenziano la ne-cessità di interventi formativi finalizzati allarevisione delle motivazioni che spingonoall’utilizzo della contenzione, all’applica-zione di linee guida, al miglioramentodelle competenze infermieristiche per ri-durre il ricorso alla contenzione attraversostrategie alternative.È necessario infine considerare che l’ele-vata prevalenza della contenzione fisica

non è un problema determinato esclusiva-mente dalle limitate conoscenze e dagliatteggiamenti degli infermieri, ma si trattadi un problema complesso che richiede unapproccio multidisciplinare e il coinvolgi-mento dei familiari con l’obiettivo di creareun ambiente il più possibile libero da con-tenzione fisica.

* Direzione di Area sanitaria e socio-assistenziale, ASP Opera Pia Coianiz,

Tarcento (UD)** Corso di Laurea in Infermieristica,

Università degli Studi di Udine, Udine*** Azienda Ospedaliera-Universitaria, Udine

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FIG. 1 - ALTERNATIVE ALLA CONTENZIONE FISICA