La concezio11e dell'educazione in Carlo Goldoni

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Z E

14,17

CENTRO TJ�DESCO DI STUDJ VENEZJ.ANl

QDADl�RNl - 17

l(RISTINE HECKER

La concezio11e dell'educazione

in Carlo Goldoni

VENEZIA .L 980

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CENTRO TEDESCO DI STUDI VENEZIANI

QUADERNI - 17

KRISTINE HECI(ER

La concezione dell'educazione

in Carlo Goldoni

VENEZIA 1980

Page 3: La concezio11e dell'educazione in Carlo Goldoni

Conferenza tenuta al Centro Tedesco di Studi Veneziani il 1 giugno 1979

Stampato con il contributo del Stifterverband fur die Deutsche Wissenschaft

N lfS'­Eing. lnv. r.

Ccnt-ro tedesco

è.i cteèi V cneziani

Venezia

Centro Tedesco di Studi Veneziani San Polo 2765/A Tel. 706355 Copyright © 1980

Questa relazione ha per argomento la concezione dell'educazione in Carlo Goldoni. Le commedie di Goldoni 1 sono ben note, ma qui vengono presentati alcuni aspetti che appaiono da una lettura fatta secondo una prospettiva diversa da quella codificata. Dall'analisi dei testi risultano i seguenti elementi principali che cor­rispondono anche all'articolazione del presente studio:

1. il processo educativo.

2. le istanze educative.

3. il fine dell'educazione.

4. l'educazione e l'istruzione femminile.

Infine verrà fatto un riassunto dei risultati e un tentativo di interpre­tazione. Premetto alcune note introduttive: la questione dell'educazione, uno dei temi favoriti della fine del '600 e del '700, occupa il Goldoni per

Nota introduttiva. Vorrei sottolineare ancora un aspetto importante sul significato di certi termini qualificativi, come p. e. reazionario, progressista, femminista e simili, che sono messi sempre fra virgolette, perché non si riferiscono a concetti attuali, ma sono usati in relazione al contesto storico.

1 Le citazioni di Goldoni si riferiscono alla seguente edizione: C. GOLDONI, Tutte le opere (a cura di G. Ortolani), 14 voi., Milano 1935-56; p. e. una cita­zione, accompagnata da "2, 1242" sta per: C. G., Tutte le opere, vol. 2, p. 1242.

Altre abbreviazioni usate nelle note: PdF per 'Il Padre di famiglia'

BF per 'La Buona famiglia'

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molto tempo, come dimostrano parecchie commedie 2 e dediche 3, e le sue idee fanno capire che gli erano noti i concetti fondamentali della pedagogia del suo tempo. lnnanzitutto dobbiamo chiarire da che cosa si può dedurre la conce­zione di educazione di un commediografo, perché non già tutti i per­sonaggi esprimono le opinioni del loro artefice. In Goldoni esiste una figura che diventa per un certo periodo, cioè fino al 1754 circa, il por­tavoce dell'autore: si tratta di Pantalone, il vecchio godereccio della Commedia dell'Arte, che Goldoni trasforma nel degno rappresentante della borghesia mercantile veneziana 4• L'osservazione dello studioso Ortolani che, "per mezzo di Pantalone il Goldoni ci offre i suoi inse­gnamenti sul modo di educare i figli" 5, non vale solo per il protagonista della commedia Il Padre di famiglia, ma per molti Pantaloni e figure paterne da lui derivate, e poiché le posizioni di questi Pantaloni, padri o zii, si identificano con le convinzioni che l'autore Goldoni esprime in varie lettere di dedica dal 1755 fino al 1762 6, si delinea una conce­zione ben omogenea dell'educazione per il periodo dal 1750 al 1762, cioè per il periodo della maggior creatività di Goldoni. Il concetto di teatro di Goldoni offre una ulteriore base di interpre­tazione. Tenendo un atteggiamento educativo verso il pubblico, Goldoni vuole, che lo spettatore si identifichi ( tramite alcune figure chiave, in genere una "persona virtuosa" 7) con ciò che viene rappresentato sul

2 Cfr. le commedie degli anni '50, p. e. PdF, BF, Il Medico olandese, La donna volubile. 3 Cfr. le dediche alle commedie Le Donne gelose (4,353 segg.), Il Medico olandese (6,369 segg.), La Donna sola (6,444 segg.). 4 Per Pantalone come portavoce di Goldoni vedi M. BARATTO, 'Mondo' e 'Teatro' nella poetica del Goldoni, Venezia 1957, p. 16 (poi in Tre studi di teatro, Venezia 1964); vedi anche F. FIDO, Guida a Goldoni. Teatro e società nel sette­cento, Torino 1977, pp. 10-11. 5 Note di Ortolani a PdF (2,1242); dr. anche l'autoritratto del personaggio di Pantalone nella Introduzione per la prima recita dell'Autunno dell'anno 1754 (5,609). 6 La dedica in testa alle Donne gelose, stampata per la prima volta nel 1755 (tomo IX dell'edizione Paperini), quella del Medico olandese nel 1760 (tomo VI dell'ed. Pitteri), quella della Donna sola nel 1761 (tomo VII dell'ed. Pitteri). 7 Prefazione dell'Autore alla prima raccolta delle commedie (1750) (1,770).

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palcoscenico che corrisponde alla sua realtà quotidiana 8• L'intenzione di Goldoni di "correggere", "d'istruire" il suo pubblico 9 per mezzo della presentazione di problemi e di situazioni comunemente compren­sibili, veniva interpretata negativamente dai suoi avversari Giuseppe Baretti e Carlo Gozzi che lo tacciavano di trivialità 10

, ma nel nostro contesto è molto importante per la comprensione e la valutazione del contenuto di 'realismo'; certe scene e dialoghi qui citati che potrebbero sembrare occasionalmente caricati sono intesi seriamente. Le tesi qui riferite risultano dall'analisi di circa venticinque commedie goldoniane, ma, per mantenere una certa unità, è stato preso in con­siderazione principalmente Il Padre di famiglia, una delle commedie preferite dal Goldoni, che era esplicitamente concepita come "commedia d'educazione" 11, in quanto in un primo tempo l'autore voleva intito­larla La Scuola dei padri 12• Parlando del titolo attuale, nella prefazione del Padre di famiglia, egli sottolinea il carattere modello della figura di Pancrazio che nelle due prime versioni era ancora un Pantalone:

Quantunque sieno due famiglie che agiscono in questa comica Rappre­sentazione quella cioè di Pancrazio e quella di Geronio, l'azione prin­cipale si rapporta al primo, ed è quegli a cui ho appropriato il titolo della Commedia. Egli lo merita per la sua condotta, per la sua giustizia

8 Cfr. la Prefazione ... alla prima raccolta ( 1750) cit. 1,763 segg.; cfr. inoltre Il Teatro comico (2,1067), le prefazioni a Le Baruffe chiozzotte (8,130), I Due gemelli veneziani (2,155), Il Contrattempo (4,927). 9 Cfr. Mémoires 1,277; la Prefazione ... alla prima raccolta (1750) cit. 1,764; le prefazioni all'Avvocato veneziano (2,710) e alla Buona madre (7,923). Per l'aspetto educativo nelle opere di Goldoni bisogna tener presente la struttura eterogenea del pubblico veneziano ( vedi L. ZORZI, I teatri di Venezia ( secoli XVII-XVIII), in I teatri pubblici di Venezia ( secoli XVII-XVIII), catalogo per la mostra documentaria della Biennale di Venezia, Venezia 1971 (con una ricca nota bibliografica) . 10 Vedi CARLO GOZZI, Ragionamento ingenuo e storia sincera dell'origine delle mie dieci fiabe teatrali, in C. GOZZI, Opere (a cura di G. Petronio), Milano 1962, pp. 1075-6, e pp. 1053 segg.; vedi anche il critico G. BARETTI, "La Frusta letteraria" (a cura di L. Piccioni), dr. i nn. 12, 14, 17, 22. 11 Vedi B. REIZOV, 'Il Padre di famiglia' e la 'commedia d'educazione' europea, in "Studi goldoniani" (a cura di N. Mangini), quad. 1 (1968), pp. 117 segg. ( fino a questo momento sono stati pubblicati 5 quaderni). 12 Mémoires 1,298.

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e per la sua prudenza; e può servire d'esempio nelle circostanze più difficili delle famiglie.

(2,801)

Accanto al Padre di famiglia e alle lettere di dedica gia menzionate,

prese in considerazione in quanto contengono dichiarazioni sul presente argomento, verranno citate anche alcune altre commedie, anzitutto

La Figlia obbediente (1752) e La Buona famiglia (1755). Come pro­vano le prefazioni a queste commedie e le loro descrizioni nei Mémoires,

Goldoni apprezzava in queste più il valore educativo che l'effetto co­

mico, anzi per questo motivo gli erano particolarmente care. Infatti

egli annota nella prefazione al Padre di famiglia che "questa commedia, più morale assai che ridicola, ha avuto più partigiani ch'io non credeva"

(2,801), e nei Mémoires, a proposito della Buona famiglia, scrive: "C'est de mes Comédies la plus utile peut-ètre pour la société"

(1,389).

Quindi la concezione goldoniana di educazione viene dedotta da: 1. le

personali dichiarazioni dell'autore nelle dediche, nelle prefazioni, e nei Mémoires, e 2. dalle commedie stesse, dalle opinioni e dal comporta­

mento dei personaggi modello.

I

Come vede allora Goldoni i 1 p r o c e s s o e d u c a t i v o ? Egli in­

tende l'educazione come una "correzione". Per Pancrazio, il padre di

famiglia, il compito dell'educatore assomiglia a quello di un giardiniere:

Felice quello che nasce di buon temperamento, ma più felice chi ha la sorte d'avere una buona educazione! Un albero nato in buon terreno, piantato in buona luna, prodotto da una perfetta semenza, se non si coltiva, se non gli si leva per tempo i cattivi rami, diventa salvatico, fa pessimi frutti, e resta un legno inutile e buono solo a bruciare. Cosl i figliuoli, per bene che nascano, per buon temperamento che abbiano, come non si rilevano bene, come non si danno loro de' buoni esempi, diventano pessimi, diventano gente inutile, gente trista, scorno delle famiglie e scandalo delle città.

(2,820) 13

13 Per educazione come "correzione" cfr. il Pantalone nell'Introduzione . . . del­l'anno 1754 cit. (5,609) e nella Donna volubile (3,961); cfr. anche La Madre amorosa 5,641.

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Ritorneremo successivamente su certi termini chiave come "buoni esem­

pi, gente inutile, gente trista" e l'importanza della "riputazione" nel-1' ambito sociale ("scorno delle famiglie e scandalo delle città").

Cioè anche se nel bambino l'indole è positiva, l'educatore deve impedire in lui lo sviluppo di lati negativi. Nell'educazione, intesa come "cor­

rezione", l'educatore prudente deve procedere con "dolcezza", o "ri­

gore", a seconda delle situazioni; nella dedica al suocero, Goldoni loda le di lui qualità educative scrivendo: "L'educazione che avete data alle vostre Figlie, è quella de' buoni Padri, severi quanto bisogna, e docili

quanto conviene" (6,444). Diversi Pantaloni condividono questa opi­nione: così Pancrazio/Pantalone illumina il precettore Ottavio sul giusto trattamento per la gioventù: "Colla gioventù è necessario qualche volta

il rigore; ma la buona maniera, la pazienza e la carità è più insinuante per far profitto" (2,810) 14

.

Questa visione ambivalente dell'educazione, come lusinga al bambino per le virtù 15 e nel contempo come costrizione, condiziona l'oscillare dell'educatore tra "premio" e "castigo", o piuttosto minacce di castigo.

Anche se Goldoni a livello teorico propende più per la dolcezza e quindi per lo stimolo del bambino tramite dei premi, nelle commedie preval­gono di gran lunga le minacce di castigo, e proprio il buon padre Pan­

crazio non è avaro di tali minacce e quando Lelio tenta una volta di difendersi, glielo dimostra:

voi se avrete ardir di parlare e di non far quello che vi conviene, vi castigherò d'una maniera che ve ne ricorderete per tutto il tempo di vostra vita.

(2,809) 16

Tuttavia in proporzione alle frequenti minacce di castighi ( anche fisici),

l'aperta violenza è raramente usata contro bambini, mentre avviene

14 Cfr. anche la dedica delle Donne gelose 4,354 ("dolcezza/violenza"); inoltre il Pantalone nella Donna volubile (3,961 "rigor/dolcezza") e nella Buona moglie (2,567 "amorosa corezion/severo castigo"). 15 Goldoni parla di "innamorarsi della virtù" ( PdF 2,811). 16 Per i "premi" cfr. PdF 2,811 e BF 5,1126 segg.; per i "castighi", risp. le minacce di castigo cfr. PdF 2,819 e pp. 865 segg., 871 segg. etc.

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spesso nei riguardi di donne e non soltanto da parte di personaggi negativi 17•

Riassumendo, si può constatare che l'essenza del processo educativo, cosi come è visto da Goldoni, è la correzione per mezzo della dolcezza

e del rigore.

II

Vediamo ora il secondo punto, cioè le i s t a n z e e d u c a t i v e . Nel

paragone con l'albero, Pancrazio aveva nominato insieme alla "corre­

zione" un altro elemento essenziale per la riuscita dell'educazione: il

dare "buoni esempi" 18; sotto questo aspetto la questione delle istanze

educative più adatte, assume una grande importanza. La maggior parte

degli educatori 'progressisti' del '600 e del '700 proponevano come migliore educazione quella impartita da specialisti o da istituzioni neu­trali, poiché l'amore dei genitori è "o un sole troppo caldo, o un acquaz­

zone troppo forte" per citare il filosofo inglese Robert Boy le 19• A chi

dunque vorrebbe Goldoni affidare l'educazione dei bambini? Geranio, il secondo padre modello nel Padre di famiglia, si esprime molto chiara­

mente su questo argomento:

vado osservando che la migliore educazione per i figliuoli è quella d'un savio e discreto padre in una ben regolata famiglia.

(2,826)

Dunque, come migliore educazione è vista quella di un "savio p a d r e"

in una famiglia 'come si deve'. Poiché la concezione attuale della fami­glia ( genitori più figli ) non corrisponde necessariamente a quella del

17 Cfr. il Pantalone nelle Femmine puntigliose, che consiglia a un marito giovane di "bastonare" sua moglie ( 2,1158 ) ; dr. anche Il Campiello (6,240) : dopo aver picchiato la sua 'noviza' Lucietta, Anzoletto dice: "Senti, t'ho dà, perché te voggio ben"; altri atti di violenza nei confronti di donne cfr. Le Donne gelose

(4,363 e p. 416) , La Buona moglie (2 ,527 e p. 583 ) . 18 Cfr. le dediche in testa alla Donna sola (6,444 indirizzata al suocero) e al Medico olandese (6,371 ) ; cfr. inoltre BF 5,1122 e p. 1188. 19 Cit. da: J. v. USSEL, Sexualunterdruckung. Geschichte der Sexualfeindschaft,

Reinbek bei Hamburg 1977, p. 87.

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tempo di Goldoni, bisogna ora analizzare il s u o concetto di famiglia.

Recenti ricerche sulla storia sociale della famiglia provano che è troppo

semplicistico affermare che la famiglia nucleare seguiva nell'800 alla forma familiare preesistente, la famiglia multipla. Risulta invece da

queste ricerche una realtà molto più differenziata, cioè un coesistere di

diversi tipi di famiglia 20, fatto che viene confermato anche dalle situa­

zioni familiari raffigurate nelle commedie del Goldoni che - ripeto -tendeva a mostrare la realtà contemporanea con la maggiore fedeltà

possibile . Nelle sue commedie infatti si trovano essenzialmente quattro

tipi di famiglia: quella multipla, la famiglia di "ceppo", la famiglia nucleare e infine frammenti di famiglia. Le famiglie nobili di Goldoni, come nella Madre amorosa, nel Cavaliere di buon gusto, nei Puntigli

domestici, dove in genere i componimenti della famiglia sposati, con

figli, convivono sotto uno stesso tetto, corrispondono al tipo di famiglia

multipla. Invece in ambienti familiari dei ceti popolari e 'piccolo bor­ghesi' , come nel Campiello, nei Pettegolezzi delle donne, nelle Baruffe

chiozzotte ecc. si trovano a malapena delle famiglie intere, ma piuttosto

dei 'frammenti di famiglia' ( fenomeno che viene confermato dallo studio della Gambier ) 21 • Troviamo delle madri con un figlio, ragazze che con-

20 Vedi M. MITTERAUER, Vorindustrielle Familienformen. Zur Funktionsent­

lastung des 'ganzen Hauses' im 1 7. und 18. Jh., in F. ENGEL-JANOSI (a cura di ) , Furst, Burger, Mensch. Untersuchungen zu politischen und soziokulturellen Wand­

lungsprozessen im vorrevolutionii.ren Europa, Wiener Beitrage zur Geschichte der Neuzeit 2, Miinchen 1975, pp. 123 segg. ( dove vengono riferite le posizioni di vari studiosi riguardo alla storia della famiglia ) ; vedi anche il riassunto della storia degli studi sulla famiglia in: M. BARBAGLI (a cura di) , Famiglia e mutamento

sociale, Bologna 1977, pp. 7 segg. ; vedi anche J. FLANDRIN, Familles. Parenté,

maison, sexualité dans l'ancienne société, Paris 1976, p. 73; qui non è stata presa in considerazione la recente pubblicazione di CH. ROSENBERG ( a cura di) , La famiglia nella storia. Comportamenti sociali e ideali domestici, Torino 1979. Secondo le statistiche sulla grandezza media delle famiglie a Venezia le formazioni familiari erano piuttosto piccole ( vedi D. BELTRAMI, Storia della popolazione

di Venezia dalla fine del secolo XVI alla caduta della repubblica, Padova 1954, pp. 188-9) . 21 M. GAMBIER, La donna e la giustizia penale a Venezia nel secolo XVIII,

Tesi di laurea. Università degli studi di Venezia Ca' Foscari. Facoltà di lettere e filosofia. 1975-76, pp. 88 segg. ; il termine 'frammenti di famiglia' è stato coniato da me.

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vivono con fratelli e sorelle sposati e inoltre numerose persone singole. Nella borghesia mercantile, il cui ambiente è stato frequentemente de­scritto da Goldoni con particolare attenzione, esistono spesso 'vere' famiglie. Esse sono meno numerose di quelle nobili, non sempre però corrispondono al precursore della famiglia moderna, cioè alla famiglia nucleare ( genitori, fìgli e servitori ) , al tipo cioè che oggi viene gene­ralmente valutato come il più diffuso nella borghesia europea del '700. Tali famiglie nucleari si trovano anche nelle commedie di Goldoni ( come prova quella del padre di famiglia ) , ma essi non corrispondono al suo concetto prediletto di famiglia. Questo si avvicina di più alla forma che lo storico inglese Shorter chiama "famiglia di ceppo", dove tre genera­zioni vivono sotto lo stesso tetto 22. Questa è la composizione della buona famiglia, dove il nonno Anselmo convive con il fìglio sposato Fabrizio, con la di lui famiglia, e i rispettivi servi. Anche per i genitori nel Padre di famiglia, è naturale che Lelio, il primogenito ed erede, rimanga in casa dopo che si sarà accasato. Quanto Goldoni ritenga nega­tivo un distacco da questa unione familiare, risulta dalla trama della commedia La Buona moglie, dove il 'fìglio prodigo' Pasqualino, dopo la sua conversione, torna pentito, insieme alla sua famiglia, nella casa

paterna ( 2,617 ) . È dunque questo tipo di famiglia, che corrisponde alla concezione goldoniana di "famiglia ben regolata", che per lui - come si è visto - è la garanzia per la migliore educazione. Tutte queste forme familiari rendono possibili diverse azioni educative in base alle strutture gerarchiche e ai rapporti di dipendenza : il marito

"corregge" la moglie; i genitori, specialmente i l genitore "corregge" i fìgli ; i padroni e perfino i padroncini "correggono" i servi. Ecco due

esempi per illustrare quanto sopra. Nella prefazione alla Famiglia del­

l'antiquario, Goldoni critica questo "capo di casa", perché, "non pren­dendosi cura di correggere a tempo la Moglie e la Nuora, dà adito alle loro pazzie" ( 2,885 ) . E Lisetta, la serva della buona famiglia, è un esempio ideale di una riuscita educazione, impartita da 'buoni' padroni: "Qui m'hanno insegnato a castigare la lingua e a moderare i pensieri . . .

22 E. SHORTER, Famiglia e civiltà, Milano 1978, p. 33 ; secondo L. Berkner ( in BARBA GLI, Famiglia cit. p. 117 ) il termine fu coniato da F. Le Play.

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Col tempo .. . diventerò un po' meglio di quel che sono" ( 5,1158 ) 23•

Unico depositario dell'autorità educativa è il 'capo-famiglia', cioè il padre 24• Il padre di famiglia Io dice fuor dei denti alla moglie Beatrice, madre del fìglio più giovane, quando ardisce proporre un doppio matri­monio di entrambi i fìgli :

PANC. Come? Tutti e due possiamo esser contenti? Che maniera di parlare è questa? Le premure della moglie non hanno da esser diverse da quelle del marito. Sono ambedue miei figli; a me tocca a pensarvi, e voi non vi dovete impacciare in simili cose.

BEAT. Florindo l'ho fatto io. PANC. Bene, dopo messo al mondo, avete finito ; il resto tocca a me.

( 2,834)

Con il parto il compito della moglie è dunque fìnito, quindi l'impor­tanza che lei assume nell'educazione vera e propria è considerata mar­ginale. Questa concezione non stupisce se teniamo presenti i rapporti tra l'uomo e la donna nella famiglia tradizionale. Tutti gli studi più importanti sulla struttura familiare nel '700 e nell'800 ( per esempio quelli di Flandrin, Shorter, Moller, Ariès ed altri ) giungono alla con­statazione che la moglie era completamente sottomessa al marito, anzi che, con la formazione di grandi potenze centrali, in tutta l'Europa l'autorità del marito aumenta e nello stesso tempo la moglie viene

23 Per la "correzione" all'interno della 'piramide educativa' cfr. anche Le Fem­mine puntigliose 2,1156 segg. ; L'Avvocato veneziano 2,795; La Donna di testa debole 5,142; BF 5,1178; PdF 2,834. 24 Giustamente è stato sottolineato da molti studiosi che verso la metà degli anni '50 Goldoni comincia a prendere le sue distanze dalla figura di Pantalone, cioè del mercante borghese, per arrivare alla sua visione negativa nel 'rustego', dove il capo di casa è diventato il tiranno della famiglia. Certo, nei Rusteghi e nel Sior Todero Brontolon la simpatia dell'autore è chiaramente da parte delle donne e dei giovani ( vedi FIDO, Guida cit. pp. 41-2 e S. FERRONE, Carlo Goldoni, Firenze 197 5, p. 7 6 ) ; comunque ha anche ragione N. J onard con la sua osservazione che "la libertà reclamata da siora Felice resta ben modesta: 'Siè un poco più civili, tra tabili, umani'. . .. L'autorità paterna o maritale non è alla fine rimessa in que­stione", viene giudicata "dispotica solo nei suoi eccessi" (N. JONARD, I rapporti familiari nel teatro borghese di Goldoni, in "Studi goldoniani" cit., quad. 4 ( 1976), pp. 59 e 62, la citazione è da I Rusteghi 7,695 ) . Ed è proprio questo punte­che è importante nel nostro contesto.

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sempre più privata dei propri diritti 25• Non a caso nella buona famiglia

di Goldoni, una azione indipendente della moglie suscita una grave crisi, perché il marito Fabrizio - e con lui Goldoni - è dell'opi­nione che " la dipendenza della moglie al marito deve essere costante e illimitata" ( 5, 1 146 ) . Altrettanto significativo è che, in caso di morte del padre, l'autorità educativa non passa alla madre, bensl ai parenti paterni, come dice Goldoni nei suoi Mémoires, riferendosi alla Madre amorosa ( 1 ,336 ) . Ma, anche se il compito educativo della moglie si limita ad appoggiare il padre nella sua opera educativa e ad essere di esempio, è spesso 1 e i la colpevole per Goldoni in caso di sviluppi educativi sbagliati, perché è lei che rovina il figlio o con il "cattivo esem­pio" o con un amore eccessivo. Pantalone nella Buona moglie paventa i pericoli dell'amore materno e Beatrice, la madre nel Padre di famiglia,

deve lasciarsi dire alla fine dal figlio Florindo che lei è stata "cagion de la ( sua ) rovina" ( 2,877 ) 26

• Similmente anche l'apporto dei servi all'educazione non può essere che negativo n_ Se già il rapporto tra padre e madre era caratterizzato da una riparti­zione disuguale di autorità, tanto più grande è lo squilibrio nel rapporto padre-figlio. Di fronte all'onnipotenza paterna, quasi divina 28, la nullità del figlio risalta ancor di più; le parti sono ben distribuite: l'uno co-

25 Vedi PH. ARI:E:S, L'enfant et la vie familiale sous l'Ancien Régime, Paris 1973, pp. 239-40; vedi anche FLANDRIN, Parenté cit. p. 120, H. M6LLER, Die

kleinburgerliche Familie im 18. Jahrhundert. Verhalten und Gruppenkultur, Berlin 1969, pp. 12-3, e SHORTER, Famiglia cit. pp. 57 segg. ; per l'idea di una domina­zione femminile nel '700, propagandata soprattutto dai fratelli Goncourt, vedi anche K. HECKER, Die satirische Epigrammatik im Frankreich des 18. Jahrhun­

derts, Romanistik 16, Rheinfelden 1979, p. 164 (nota 137). 26 Cfr. anche la prefazione alla Buona madre 7,923 ; inoltre BF 5,1122 e La Buona

moglie 2,529. 27 Cfr. BF 5,1143 e la prefazione alla Sposa sagace 7,7. Esiste comunque anche la serva fedele che 'salva' i figli dalle ingiustizie di genitori irresponsabili ( nella Cameriera brillante e nella Serva amorosa, nella quale troviamo - come nel PdF - una cattiva matrigna). 28 Vedi G. SNYDERS, Die gro/Se Wende der Padagogik. Die Entdeckung des

Kindes und die Revolution der Er:r.iehung im 17. und 18. ]ahrhundert in Frankreich,

Paderborn 1971, p. 199 (questo libro è una traduzione molto brutta dell'originale francese La pédagogie en France aux XVJie et XVJJie siècles, Paris 1965, che purtroppo non avevo qui a disposizione).

1 2

manda, l'altro ubbidisce. Cosi il Dottore nella commedia La Donna

volubile ammonisce il figlio: "Io sono padre, voi siete mio figliuolo, m'avete ad ubbidire»» ( 3 ,974 ) e Pantalone, padre della figlia obbe­diente, dichiara "de mia fia mi son patron" ( 4,648 ) . Particolarmente istruttivo a questo proposito è un dialogo tra il padre di famiglia e Lelio, il figlio 'buono' . Entrando senza essere visto nello studio, il padre, Pancrazio, sente un litigio suscitato dal precettore Ottavio con una offesa al suo scolaro Lelio. Quando Lelio vorrebbe spiegare la sua reazione al padre, ha luogo il seguente dialogo:

LEL. Ma signor padre ...

PANC. Zitto là, temerario. Questo è il vostro maestro e gli dovete por­tar rispetto.

LEL. Ma se ...

P ANC. Che cosa vorreste dire? Il maestro è una persona che si com­prende nel numero de' maggiori, e bisogna rispettarlo e obbedirlo quanto il padre e la madre.

LEL. Ma signor padre, lasciatemi dire la mia ragione, per carità.

PANC. Non vi è ragione che tenga. Egli è il maestro, voi siete lo sco­laro. Io son padre, voi siete figlio. Io comando, ed egli comanda.

(2,809)

Questo modo di comunicare, come pure l 'insistere sulla separazione totale tra l'ambito dell' 'Io' e quello del 'Voi', è tipico per il padre mo­dello Pancrazio, il quale sa - e ciò è molto importante - che Lelio ha ragione, poiché dopo la dipartita di Lelio, chiede conto a Ottavio ( "Signor Ottavio, voi siete un cattivo maestro" 2,810 ) . La distanza tra le due sfere, secondo l'opinione del Goldoni,· deve essere conservata e di conseguenza egli condanna anche ogni "confidenza" che sarebbe un ponte tra l'onnipotenza paterna e l'impotenza filiale. Quando Bea­trice rimprovera al marito Pancrazio la troppa severità, questi le spiega il suo comportamento:

PANC. Il padre non deve dar mai mai confidenza ai figliuoli; non dico che li debba trattar sempre con severità ma li deve tener in timore. La troppa confidenza degenera in insolenza; e crescendo con l'età l'ardire e la petulanza, i figliuoli male allevati arrivano a segno di disprezzare e di maltrattare anco il padre.

(2,819 seg.)

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Un'altra caratteristica del rapporto padre-figlio, consiste nel fatto che questo legame di dipendenza viene visto come duraturo, cioè non limitato nel tempo 29• Ciò risulta evidente dai dialoghi di Fabrizio, il padre della Buona famiglia, con suo padre, il nonno Anselmo 30• Significativo è pure che, nell'elenco dei personaggi della commedia, il termine "figliuolo" viene usato sia per i bambini Isabella e Franceschino, che per il loro padre Fabrizio, "figliuolo di Anselmo" ( 5 ,1 1 1 9 ) . Siccome il padre era considerato padrone 'a vita' del proprio figlio, il pubblico del '700 non trovava strano che nella Buona moglie Pasqualino, uomo maritato e padre, si rifugi sotto il tavolo per paura delle percosse paterne ( 2 ,564 segg. ) . Una ulteriore caratteristica dell'autorità paterna è la sua delegabilità che risultava già dalla dichiarazione di Pancrazio sulla posizione del maestro ( "Vostro padre ve l'ha destinato per maestro, e ciecamente lo dovete obbedire" 2,809 ) . Nel processo in famiglia alla fine della com­media, uno dei due padri, Geronio, "si spoglia" dell'autorità paterna e "ne investe" Pancrazio, il padre modello, il quale come giudice e padre, rappresenta ora anche il potere civico nell'ambito della famiglia e in questa veste pronuncia la condanna dei figli 'cattivi' Florindo e Rosaura ( 2 ,872 segg. ) 31 •

La migliore istanza educativa è dunque per Goldoni la famiglia, all'in­terno della quale il padre ha la posizione dominante, mentre la condi­zione filiale è vista come un rapporto di dipendenza illmitato.

III

In che cosa consiste allora per Goldoni i I f i n e cl e 1 1' e cl u c a z i o n e? Pancrazio aveva indicato, nel già citato paragone bambino-albero, cosa una buona educazione debba evitare: la formazione di "gente inutile,

29 Un educatore del periodo, P. Croiset, parla di "dipendenza eterna" ( cit. in SNYDERS, Piidagogik cit. p. 198 ) . 30 Cfr. p. e. BF 5,1129 segg. 31 Cfr. anche La Famiglia dell'antiquario ( 2,957 ) , dove l'autorità del capo di casa viene delegata a Pantalone.

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gente trista" che porta disonore al proprio ambiente sociale. La giusta educazione deve insegnare al bambino "l'uso delle morali virtù" che sono "la maggior ricchezza, che i Padri lasciar possano per eredità ai Figliuoli loro", come scrive Goldoni alla Signora Cecilia Querini Zorzi nella dedica alla Figlia obbediente ( 4,608 ) . La "rassegnazione" e "l'ub­

bidienza" vengono considerate somme virtù. Alla fine della commedia Rosaura, la figlia obbediente, deduce la morale dalla sua storia:

Perciò non falla mai chi obbedisce; e siccome fra tutte le virtù dell'animo, è la piu lodevole l'umiltà, cosl fra le figliuole adorabili di questa madre feconda, la più pregievole è l'obbedienza.

( 4,693)

L'obbedienza è anche uno dei temi centrali del Padre di famiglia, come si è già visto nel dialogo tra Pancrazio e suo figlio Lelio. Dopo aver messo Lelio al suo posto ( " . . . Io son padre, voi siete figlio" ) , il padre continua : "Chi non obbedisce il padre, chi non obbedisce il maestro, è un temerario, un discolo, un disgraziato" ( 2 ,809 seg. ) . Un episodio della Buona famiglia illustrerà meglio questo concetto: il nonno aveva proibito ai bambini di recitare la 'Canzone della colazione' . Quando la serva Lisetta chiede al piccolo Franceschino di dirgliela ancora una volta, ha luogo il seguente dialogo:

ISAB. Non vuole il signor nonno che si dica più.

LIS. Io non so capire il perché.

FRANC. Lo saprà egli il perché; io non ve lo so dire.

LIS. Già ora il signor nonno non c'è; ditemela su, presto presto.

FRANC. Oh, questo poi no. Mi ricordo quello che mi ha insegnato il maestro, che bisogna esser obbedienti, e che l'obbedienza non basta usarla alla presenza di chi comanda, ma in distanza ancora; e bisogna ricordarsi quello che ci è comandato, e farlo sempre, sebbene ci costi del dispiacere.

LIS. ( Questo ragazzo mi fa vergognare ). da sé

( 5,1178)

Da ciò si possono dedurre le seguenti caratteristiche della concezione goldoniana dell'ubbidienza : 1 . gli ordini impartiti da una autorità, de­vono venire eseguiti anche in sua assenza; 2 . non occorre che siano assennati, tuttavia non si possono discutere; 3 . l'obbligo all'ubbidienza

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vale anche nel caso che la persona che impartisce gli ordini sia incapace di usare ragionevolmente la propria autorità ( per esempio il maestro Ottavio ) 32 •

È anche importante sottolineare che il bambino d e v e ubbidienza, e la deve per "gratitudine", come spiega Pantalone con grande chiarezza alla sua figlia obbediente:

Domando el consenso dalla vostra ubbidienza, acciò abbiè sto merito de gratitudine verso de mi; del resto, in caso contrario, per farve accon­sentir, me basta la mia autorità.

(4,619)

Anche per Rosaura l'abbinamento "ubbidienza-gratitudine" è scontato ( "morirò obbediente, prima di sopravvivere ingrata" 4,649 ) e figli disubbidienti sono chiamati "ingrati", come per esempio la Laurina nella Madre amorosa 33.

Flandrin annota nel suo studio sulla famiglia, che fino al '700 vigeva la convinzione "che il figlio doveva tutto al padre in quanto gli doveva la vita" 34• La posizione di Goldoni prova che questa concezione perdura anche nel secolo successivo. L'amore paterno è per Goldoni non tanto un sentimento spontaneo, volontariamente donato, ma piuttosto una ricompensa per l'ubbidienza. Il 'buon' figlio Lelio nel Padre di famiglia

dopo la sua riabilitazione, confessa al padre che lo aveva sempre so­spettato di furto e gettato fuori di casa:

32 Per il tema dell'ubbidienza cfr. anche La Figlia obbediente 4,642 ("il merito dell'obbedienza è quello d'una cieca rassegnazione"), BF 5,1132, La Madre amo­rosa 5,638 segg., La Donna volubile 3,974, I Puntigli domestici, 4,555 segg. ; per il concetto dell'ubbidienza nel '600 e '700 vedi anche SNYDERS, Padagogik cit. p. 199, MbLLER, Kleinbiirgerliche Familie cit. pp. 11 segg. e pp. 37 segg.; per l'aspetto della interiorizzazione di norme imposte vedi anche N. ELIAS, Der Proze/5 der Zivilisation. ( 2 vol.), Frankfurt 19774, voi. 2, pp. 312 segg. e v. USSEL, Sexualunterdruckung cit. pp. 34-5 (Elias vede in questa crescente costri­zione sociale all' a u t o costrizione ( "gesellschaftlicher Zwang zum Selbstzwang") uno dei sintomi del "processo della civilizzazione", mentre v. Ussel vuole collegare questo sviluppo piuttosto a un processo di imborghesimento ("Verbiirgerlichungs­prozeE"). 33 Cfr. p. e. 5,629 e p. 662; cfr. anche PdF 2,872. 34 FLANDRIN, Parenté cit. p. 135. Centro t edesco

16 èi s�i:-.cli V cncziani

V e n e z i a

I I

I I

Illustrazione della commedia Il Padre di famiglia, dall'ediz. Pasquali, tomo VII ( 1764).

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Illustrazione della commedia La Figlia obbediente, dall'ediz. Pasquali, tomo VIII (1765 ) .

LEL. Caro signor padre, i l vostro amore è una ricchissima ricompensa di tutto quello che ho pazientemente sofferto.

(2,871 ) 35

Cosa succede ora nel caso di contrasti tra desideri propri e quelli della

autorità? Nella Figlia obbediente è dimostrato che per Goldoni l'obbe­

dienza non è poi solo un piegarsi alla volontà altrui, riconosciuta come

più forte. Nella dedica Goldoni insiste sul fatto che l'ubbidienza è una

prova, poiché la natura umana è ribelle :

La Virtù della obbedienza è quella con cui si provano gli animi; poiché amando le ragionevoli creature con forza innata la libertà, merita somma lode chi a questa preferisce una virtuosa rassegnazione.

(4,607)

Il suo Pantalone esprime pure una opinione simile : "L'ubbidienza no

gh'ha nissun merito, quando no la xe in occasion de superar la pas­

sion" ( 4,619 ) . In altre parole : il valore dell'ubbidienza consiste nel-

1' annullare la propria volontà.

Questo concetto diventa evidente nel 'crescendo' dell'ubbidienza di Rosaura, la figlia obbediente. Ella ama Florindo e gli era quasi "pro­

messa" ( 4,672 ) , ma il padre Pantalone preferisce darla ad un preten­

dente ricco, nobile e molto stravagante, per "interesse", come egli stesso

confessa ( ivi ) . Dopo che Rosaura si è rassegnata a questo matrimonio contrario ai suoi sentimenti, il padre tenta di farla influenzare attra­

verso un'amica : "Xe vero che la xe bona, che la xe ubbidiente, ma

vorria che la fusse contenta, che la lo fasse de cuor" ( 4,659 ) . Quando

Rosaura, che vive la situazione come un "tormento" ( 4,672 ) , si accorge

che questo matrimonio imposto, cruccia ora anche il padre, vuole con­

solarlo:

ROS. Signor padre. PANT. Ah! son desperà. ROS. Perché, signore? Consolatevi, per amor del cielo.

35 L'insistere sull'ubbidienza come dovere del figlio caratterizza la maggior parte degli scritti pedagogici del periodo. SNYDERS, Pddagogik cit. p. 195 annota, che vi si parla continuamente del pericolo dell'"ingratitudine filiale" verso i genitori, mentre non si trova mai una diffidenza riguardo all'uso eccessivo del potere pa­terno. Questo fatto colpisce, se si tiene presente la frequenza di arresti di figli per ordine dei padri (vedi FLANDRIN, Parenté cit. p. 150) .

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PANT. Che motivo gh'oggio de consolazion?

ROS. Non vi basta una figlia umile e rassegnata?

PANT. No, no me basta.

ROS. Che volete di più?

PANT. Vorave aver una fia contenta.

ROS. L'avrete, signore, subito che sarete rasserenato.

PANT. Ti me par un pochetto più allegra. Gh'è qualche novità?

ROS. Volete che io pianga sempre? Il mio dolor l'ho sfogato. Ora non penso ad altro che a voi. Comandatemi, signor padre, vi obbedirò senza pena.

(4,673)

Per la figlia obbediente sono sufficienti l' autocompassione e i rimorsi del padre per accettare con gioia le decisioni imposte:

Fino che me lo avete comandato con austerità, vi ho obbedito con pena; ora che me lo incaricate con tenerezza, farò il possibile per obbedirvi con giubbilo e con prontezza.

( ivi )

Così riesce a togliergli anche gli ultimi dubbi ( "Rosaura, no te tradir" ) , a cui lei risponde:

Non è possibile ch'io mi tradisca, seguendo le disposizioni del genitore. Il vostro amore non può che disporre di me con profitto, ed io cieca­mente mi sottoscrivo.

(ivi )

Con questa dichiarazione e altre prove della sua rassegnazione, Rosaura riesce in un primo momento a tranquillizzare il padre, ma le sue affer­mazioni infine non servono ( "Caro signor padre, non vi tormentate, son allegra, son contenta, brillo, giubbilo" 4,675 ) , perché il padre mette nuovamente in dubbio l'autenticità dei suoi sentimenti : "Donca la s'ha forzà? No la l'ha fatto de cuor? . . . vòi saver se la finze, o se la parla da senno" ( ivi ) .

Il punto essenziale è che Goldoni approva l'atteggiamento di Rosaura; lo commenta infatti nella prefazione della commedia con "questa b e 1 1 a virtù meritava di essere ricompensata" ( 4,609 ) . L'annulla­mento di se stessi è dunque per lui una virtù e perciò viene spesso elogiato il sacrificio. Nella prefazione al Vero amico, un'altra delle sue

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commedie predilette 36, dice: "È sempre lodevole il sagrifìzio che pro­

viene dalla virtù" ( 3 ,575 ) 37 •

Quale scopo dell'educazione si deve tenere ben presente l'apprendimento delle "morali virtù" e massima fra queste, la "cieca ubbidienza" 38

• Di conseguenza il sacrificio, anche della propria persona, viene interpre­tato come un atto di merito e ricompensato come tale.

IV

L'ultimo punto da affrontare è la questione dell' e d u c a z i o n e e i s t r u z i o n e f e m m i n i 1 e . Ariès, nel suo studio sulla storia del­l'infanzia, ha dimostrato che per lungo tempo lo stato d'infanzia viene negato ai bambini di sesso femminile ( come del resto anche a tutti i bambini dei ceti popolari, sia femmine che maschi ) 39

• Lo conferma la terminologia goldoniana, italiana e veneziana - come pure i vari modi di registrazione nei censimenti anagrafici nella Venezia del '700 40

36 Cfr. Mémoires 1,285. 37 Cfr. anche Mémoires 1,337 (parlando della Madre amorosa) e La Madre amo­

rosa p. e. 5,681; anche Jonard (in "Studi goldoniani" cit., quad. 4 ( 1976 ) , p. 62) giunge alla conclusione che "La Figlia obbediente mostra sufficientemente che per (Goldoni ) non esiste virtù altro che nell'eroismo del sacrificio". 38 Secondo G. CALANDRA, La pedagogia dei gesuiti e dei giansenisti, in L. VOL­PICELLI ( a cura di ) , La pedagogia. Storia e problemi. Maestri e metodi. Sociologia

e psicologia dell'educazione e dell'insegnamento, (8 voi. ) , Milano dal 1970 in poi, voi. 8, p. 551, l'espressione "cieca ubbidienza" proviene dalle 'constitutiones' dei gesuiti. i 39 Vedi ARIES L'enfant cit. pp. 89 e 210; vedi anche K. HAUSEN, Die Pota'.

risierung der 'Geschlechtscharaktere'. Bine S piegelung der Dissoziation van

Erwerbs- und Familienleben, in W. CONZE ( a cura di ) , Sozialgeschichte der Familie in der Neuzeit Europas, Industrielle Welt 21, Stuttgart 1976, p. 383; per la mancanza di uno stato d'infanzia nei ceti popolari vedi I. WEBER­KELLERMANN, Die deutsche Familie. Versuch einer Sozialgeschichte, Frankfurt 1977, p. 112. 40 Vedi BELTRAMI, Popolazione di Venezia cit. p. 86; mentre nei censimenti ( dal 1563 fino al 1760 ) esistono tre gruppi per la popolazione maschile e solo due per quella femminile, troviamo nelle anagrafi ( dal 17 60 in poi) sempre le tre classi d'età per gli uomini, ma n e s s u n a distinzione d'età per le donne.

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mentre essa è poco differenziata riguardo all'età della donna ( pensiamo alla solita "vecchia" ) , è invece molto precisa riguardo alla sua condi­zione : "fanciulla, sposa, moglie" / "puta, noviza, mujer". Come generalmente negli scritti dell'epoca, anche le dichiarazioni di Goldoni riguardo alla questione dell'educazione, si riferiscono al gio­vane di sesso maschile della borghesia benestante 41 • Se il nostro autore aveva visto in generale nella famiglia l'istanza migliore per l'educazione, questo vale molto di più per l'educazione femminile; del resto egli non è l'unico ad avere questa posizione. Come Luppé annota nel suo studio sulla condizione delle ragazze nel '700, il rifiuto di una educazione collettiva e la preferenza data a quella casalinga per le femmine, appare nella letteratura 'progressista' del tempo, proprio nello stesso momento in cui per i maschi viene rivendicata una educazione collettiva 42•

Quali scopi si perseguono con questa educazione casalinga? Quali valori doveva trasmettere? Per Geronio, l'altro genitore nel Padre di

famiglia, l 'educazione etica necessaria per le ragazze si riduce a pochi elementi basilari:

La morale che avete a imparare, ve la insegnerò io. Essa è facile, faci­lissima. Obbedienza al padre; amore e carità colla sorella; attenzione alla casa; poca confidenza colle finestre, e non ricevere alcuno senza la mia permissione.

(2,826 )

Di nuovo l'ubbidienza è nominata in primo luogo. La "rassegnazione" della giovane era così importante, perché ella era destinata o al "matri­monio" o al "ritiro", a seconda degli interessi della famiglia. Nella dedica della commedia La Buona famiglia, indirizzata a Camilla Barba­rigo-Baglioni, Goldoni stesso collega l'ubbidienza con l 'accettazione della "scelta di stato" imposta dai genitori, parlando delle figlie bene educate della destinataria :

Queste illustri Figliuole mostrano nella dolcezza del loro volto la can­didezza del cuore; e la rispettosa obbedienza che usar costumano ai

41 Vedi E. BLOCHMANN, Das 'Frauenzimmer' und die 'Gelehrsamkeit'. Eine

Studie uber die Anfiinge des Miidchenschulwesens in Deutschland, Heidelberg 1966, p. 9; vedi anche ARIÈS, L'enfant cit. p. 211 . 42 A. LUPPÉ, Les jeunes fi.lles à la fin du XVII/e siecle, Paris 1925, p. 35.

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I

materni voleri, fa sperar certamente un'eguale rassegnazione al piacer dello Sposo, o ai doveri del Monistero.

( 5, 1 1 16 )

Per i Pantaloni, come figure paterne, la libertà di ' scelta di stato' ha un significato ben diverso che non per le ragazze. Quando la figlia ob­

bediente Rosaura, viene a sapere dell'impegno matrimoniale contratto dal padre per lei, nasce il seguente dialogo:

ROS. Voi volete disporre di me, senza nemmeno sentirmi sul punto della mia inclinazione?

PANT. Rosaura, sè sempre stada ubbidiente; avè sempre fatto pompa della vostra rassegnazion. Adesso xe el tempo de farla maggior­mente spiccar ..... So che al matrimonio no sé contraria; so che lo preferi a ogni altro stato, onde, maridandove, segondo la vostra inclinazion. Circa la scelta del mario, tocca a mi a farla. L'ho fatta, e vu da putta prudente rassegneve, e lodela.

(4,619)

e Pancrazio, il padre di famiglia, pone l'interesse della famiglia al di sopra della libertà di scelta dei giovani coinvolti, per cui la loro 'vo­lontaria' sottomissione viene valutata come segno di prudenza ( 2,835 ) . È importante sottolineare che non c'era altra forma di vita per le donne oltre all'alternativa "maridarse o ritirarse", che, come abbiamo visto, spesso non era deciso dalla persona interessata 43 • Dalle commedie gol­doniane emergono soltanto due tipi di donne relativamente indipen­denti : le vedove e le donne dei ceti popolari e della piccola borghesia che vivono del proprio lavoro, come per esempio nelle Donne gelose,

La Locandiera, Il Campiello ecc. e non è certo un caso che proprio questo tipo di donne non mostri un particolare desiderio di maritarsi 44•

43 Per l'alternativa "maridarse o ritirarse" cfr. anche La Donna di testa debole

5,165, La Donna stravagante 6,144, La Madre amorosa 5,679; per le "scelte co­niugali fatte dalle famiglie", usanza frequentissima a Venezia, sia nell'ambiente nobile che borghese, vedi G. COZZI, Padri, figli e matrimoni clandestini ( metà

secolo XVI · metà secolo XVIII), in "La Cultura". Rivista di filosofia, letteratura e storia. XIV ( 1976 ) , n. 2/3, pp. 187 e 191 . 44 Le vedove ricche, sia nobili che borghesi, potevano disporre solo della loro dote, ma non del patrimonio del marito deceduto; così c'è in verità un unico gruppo di donne indipendenti: quelle 'proletarie' e 'piccolo borghesi' che vivono del proprio lavoro.

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Torniamo ora al programma educativo di Geronio : accanto all'educare all'ubbidienza nei confronti del padre e all'attaccamento al resto della famiglia ( qui "amore e carità" nei confronti della sorella ) , oltre a suscitare interesse per l'ambito domestico, non troviamo altro che or­dini o piuttosto proibizioni, che regolano ogni contatto con il mondo esterno ( "poca confidenza con le finestre, non ricevere alcuno . . . " ) . Infatti il problema centrale dell'educazione delle ragazze, consiste nella sorveglianza, nel "custodirle" che ha come conseguenza l'isolamento totale della giovane ( come risulta nel Padre di Jamiglia Goldoni rifiuta il convento come istanza educativa, anche perché non garantisce una sorveglianza così completa come la famiglia ) 45

• L'importanza del custo­dire viene messa in evidenza anche dagli atti di processi del '700, stu­diati dalla Gambier. Se una ragazza che accusava il suo seduttore, era qualificata dal parroco o dai vicini come "malcustodita", aveva in par­tenza perso reputazione e credibilità 46

Ora quali sono le idee di Goldoni riguardo all'educazione femminile? Le sue posizioni sono qui determinate dalla sua convinzione della "desti­nazione" della donna. Già la descrizione della moglie Nicoletta in una dedica al suocero rivela quali siano per Goldoni i valori di una 'brava' donna, oltre alle qualità domestiche "pulizia", "economia" ecc . :

Ella h a saputo soffrir meco tranquilla gli avversi colpi della fortuna, contenta di ogni picciolo stato, desiderosa sol della pace, di cui ella fu sempre la promotrice, e la prudente custode.

( 6,443 )

45 Cfr. PdF 2,821 e pp. 825-6; per la discussione sulla "custodia" delle ragazze cfr. anche La Donna volubile 3,961 , PdF 2,873, La Figlia obbediente 4,686, La

Madre amorosa 5,633; per l'educazione nel convento, raffigurato nel PdF sotto l'alle­goria della zia (dr. Afémoires 1 ,299 ) , vedi anche R. e L. SAVIO, L'orga11i.zzm:10m:

del lavoro /e1n111inile a V e11e:àa nelte antiche istit11.:r.io11i di ricovero e di ed11ca1.io11e, in I Piv.i: Moda e sù11bolo. Catalogo ( a cura di A. M. Mollino e M. T. Binaghi Olivari ) della mostra di Palazzo Grassi a Venezia 1977, Milano 1977, pp. 39 segg. 46 Vedi GAMBIER, Donna e giustizia cit. pp. 84 segg.; le commedie goldoniane fanno anche vedere che questi ideali valevano soprattutto per la borghesia, ma non

erano applicati cosl rigidamente nell'ambiente popolare, spesso anche perché la man­canza o la continua assenza dei genitori lo rendeva impossibile: cfr. p. e. Il Cam­

piello, Le Baruffe chiozzotte, dove ci sono a malapena famiglie intere, ma quasi sempre 'frammenti di famiglia'; lì vediamo spesso le ragazze fuori di casa o nelle altane.

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Nicoletta mette tutto il suo impegno nella difesa della pace coniugale e quindi della famiglia; così nelle commedie sono sempre le donne a ostacolare i mariti che tendono a fuggire dall'ambito matrimoniale ( per esempio, nella Buona moglie, La Bottega del caffé, La Moglie saggia) 47

• Poiché s 'impegna per il rafforzamento del matrimonio e della famiglia e nella donna vede l'elemento integrante del sistema familiare, Goldoni propone il mantenimento dello status quo nel campo dell'istru­zione. Così il padre nella Buona famiglia spiega alla figlia il suo compito nella società :

ISAB. Perché non fa insegnare anche a me, signor padre, che impa­rerei tanto volentieri le lettere?

F ABR. Figliuola mia, le lettere non sono per voi. Non dico già che non aveste ingegno atto ad apprenderle, che so benissimo altre valenti donne averle egregiamente 48 apprese; ma le cure devono

essere distribuite. La briga della casa non è poca briga, sapete? e le donne vi si adattano meglio; e voi, o qui o altrove, avrete biso­gno d'esser istruita in ciò più che in altro; e i lavori di mano che fate voi altre donne, sono utili alla famiglia quanto le arti che proprie sono dell'uomo. Contentatevi di far quello che a voi si destina, e più del talento fate conto della bontà di cuore. Imitate la madre vostra e sarete certa di riuscir bene.

(5,1131 seg . )

E il Pantalone della commedia La Donna di testa debole va oltre pre­cisando:

El studio delle donne no l'ha da esser né la grammatica, né la poesia,

ma l'economia della casa, l'educazion dei fioli, co ghe ne xe; farse ben voler dal mario, farse respettar dalla servitù, acquistarse un bon nome, saver trattar con giudizio, conversar con prudenza, e devertirse con moderazion. Questo xe e\ studio delle femene che gh'ha giudizio. Questa xe la dota, che più de tutto ha da premer a un bon mario.

(5,132 )

47 Questa combinazione di "une femme vertueuse et souffrante" con un "mari

dérangé" ( Mémoires 1 ,271 ) è una delle configurazioni coniugali preferite dal Goldoni. 48 Qui Goldoni allude alle donne professoresse dell'università di Bologna ( vedi G. NATALI, Il Settecento, ( 2 vol. ) , Storia letteraria d'Italia, Milano 19646, vol. 1 ,

pp . 149 segg.

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Da queste due dichiarazioni risultano evidenti i seguenti aspetti :

1 . Goldoni, contrariamente a molti suoi contemporanei, non parte da una presunta inferiorità della donna ( convinzione già espressa nel 1 750, nella prefazione alla sua Donna di garbo 1 , 1017 seg. ) 49

2. Il motivo per cui le donne, nonostante questo, non debbano avere accesso alle scienze e alla cultura, è per lui la necessità di una divisione del lavoro ( "le cure devono essere distribuite" ) per cui all'uomo toc­cano le faccende esterne, alla donna quelle domestiche, in quanto, se­condo lui, "vi si adatta meglio" .

3 . Goldoni riconosce i vantaggi economici che i l lavoro femminile procura alla famiglia ( infatti la produzione di abbigliamento, suppellet­tili casalinghe e vettovaglie - come vediamo per esempio in La Buona

famiglia e Le Donne di casa soa - rende la famiglia sotto molti aspetti indipendente da acquisti di mercato ) 50•

49 Secondo Natali, il quale crede che "nessuna arte e nessuna letteratura fecero

mai più profondo omaggio alla donna", "la letteratura misogina è rara" nell'Italia

del '700 ( NATALI, Settecento cit. vol. 1, pp. 130 e 131 ) . Questa constatazione pare problematica per due motivi : 1 . è molto difficile definire un atteggiamento

misogino; 2. può darsi che la letteratura misogina sia semplicemente sconosciuta - basta tener presente che in Francia, dove si parlava tanto della 'dominazione femminile' ( vedi nota 25 ) , esisteva una letteratura misogina vastissima e molto

diffusa. E. Hobert, che ha studiato questo tipo di letteratura, parla di "ignoranza

fondamentale sull'esistenza di una letteratura satirico-misogina", spiegabile solo

per il fatto, che gli studiosi erano "accecati" dall'immagine della 'donna domi­nante', creata da storici, che si riferivano solo ad un certo tipo di testimonianze (E . HOBERT, Die franzosische Frauensatire. 1600-1800. Unter Berucksichtigung

der antiken Tradition, Marburg 1967, pp. 7 e 12-3 ) . 50 Il lavoro femminile è uno dei motivi dominanti nelle commedie goldoniane; quasi tutte le donne, tranne quelle nobili, sono occupate con vari lavori dome­

stici: la locandiera stira ( 4,834 segg.) , Donna Pasqua scopa davanti alla sua porta

( Il Campiello 6,194 ) , Bettina, la buona moglie, fa la calza (2 ,527 ) etc.; in alcune

commedie interi gruppi di donne vengono rappresentati mentre lavorano: cfr. Il Medico olandese 6,401, l'inizio delle Donne gelose (4,361 ) e della Buona fami­

glia ( 5,1121 ) ; Goldoni vede nel lavoro delle donne non solo quest'aspetto di uti­lità, ma ha per lui anche un valore educativo: le "cure domestiche" sono neces­

sarie per lo spirito femminile affinché "non si perd ( a ) in cose vane o in cose

pericolose", come dice la 'buona' figlia Eleonora nel PdF (2,821 ) .

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4. Poiché Goldoni ritiene che i l contatto con gli "studi" metterebbe in pericolo questa distribuzione 'naturale' dei "compiti", lo "studio delle donne" deve fornire soltanto conoscenze molto specifiche. Dunque per Pantalone il programma di studi per le donne comprende i seguenti punti :

a. Il promuovere le capacità relative all' a m b i t o i n t e r n o , an­

zitutto "l'economia della casa" , che consisteva in tutti i compiti utili alla gestione della stessa, così come si legge nel '600 e '700 nella 'Hausvaterliteratur' 51 , cioè nella letteratura per il 'paterfamilias ' ; fra l'altro le ragazze dovranno imparare un po' di scrittura e calcolo. Il secondo aspetto importante per la sfera casa-famiglia, è che l'educa­zione delle ragazze deve mettere a fuoco le virtù fondamentali, consone alla "destinazione" femminile: virtù che permettono alla donna di adem­piere alle sue funzioni integranti nella famiglia; perciò ella deve essere educata ad interessarsi ad allevare i figli e a procurarsi l'affetto del marito, che deve essere conquistato colla stessa fatica che il rispetto della servitù ( "farse ben voler dal mario, farse respettar dalla servitù" ) .

b. Dopo l'elencazione delle materie necessarie all'ambito interno, se­guono gli aspetti che riguardano quello e s t e r n o ; l'educazione deve inculcare i seguenti atteggiamenti: un comportamento che procuri alla donna una buona reputazione ( "acquistarse un bon nome" ) e inoltre l'autolimitazione nei contatti sociali ( "saver trattar con giudizio, con­versar con prudenza, e devertirse con moderazion" ) . La triplice com­binazione di "giudizio / prudenza / moderazione" dimostra quanto diffi­dente sia Goldoni nei riguardi della partecipazione femminile alla vita sociale e intellettuale che compariva in certi ambienti nobili e borghesi del '700 52• Questa preferenza per il mondo familiare, a scapito dei contatti con quello esterno, lascia già intravedere il ritiro del borghese fra le proprie mura, fenomeno che a poco a poco si stava diffondendo

51 Vedi J. HOFFMANN, Die 'Hausviiterliteratur' und die 'Predigten uber den

christlichen Hausstand', Weinheim-Berlin 1959. 52 Per posizioni simili di autori francesi vedi C.C. LOUGEE, Le paradis des

femmes. Women, Salons, and Socia! Stratification in Seventeenth-Century France,

Princeton-New Jersey 1976, pp. 59 segg.; vedi anche HOBERT, Frauensatire cit.

pp. 264 segg.

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in tutta Europa 53• Cosi vediamo che la madre della Buona famiglia si dimostra contraria perfino ad un invito di amici del nonno : "Mi diverto colla mia famiglia, e non pratico volentieri" 5 ,1 130 ) .

5 . Nelle citazioni di cui sopra, riguardo allo "studio delle donne", colpisce il fatto che i padri ( e Goldoni con loro ) vedono chiaramente nella limitazione della donna all'ambito casalingo, una rinuncia; infatti il padre modello Fabrizio esorta la fìglia Isabella di "contentarsi" del ruolo prescritto ( "contentatevi di far quello che a voi si destina" ) .

6 . Dobbiamo infìne menzionare che Fabrizio esorta la fìglia a "imitare la m a d r e" per essere sicura di "riuscire bene". La scelta di questo modello di orientamento lascia definitivamente capire lo sforzo per man­tenere lo status quo.

Molte di queste idee si trovano già nello scrittore francese Fénelon. La sua diffusissima opera De l' éducation des filles, pubblicata verso la fine del '600 e tradotta in italiano nel 1748, cioè due anni prima del Padre di famiglia, fino ad ora è stata sempre valutata 'progressista', in quanto la questione dell'educazione delle d o n n e , generalmente tra­scurata dagli autori, vi è almeno trattata. Tuttavia, dopo l'ultima ricerca di Lougee, sul fenomeno dei salotti, del preziosismo e sulla stratifica­zione sociale nel '600 francese, Fénelon deve essere visto sotto un'altra ottica, che lo fa apparire come regressivo nel contesto storico 54, poiché la sua donna modello è proprio agli antipodi della 'précieuse' . Anche se il miglioramento nell'educazione femminile, rivendicato dalle 'pré­cieuses', doveva servire poco a una trasmissione di conoscenze o ad una formazione della personalità individuale e affatto al conseguimento di una attività professionale remunerata, ma piuttosto doveva favorire lo sviluppo di una 'sociabilité' più raffinata 55, non si deve però dimen­ticare che si tratta qui di un tentativo di conquistare uno spazio mag­giore per le donne nella società 56 • ( A proposito di questa " sociabilité",

53 Vedi ARIÈS, L'en/ant cit. pp. 299-300 e 308 segg. ; vedi anche FIDO, Guida

cit. p. 26 ( "la difesa dell'intimità" ) . 54 Vedi LOUGEE, Paradis cit. pp. 173 segg. 55 Vedi LOUGEE, Paradis cit. p. 30. 56 Per gli autori 'femministi' in Francia vedi LOUGEE, Paradis cit. p . 30 e LUPPÉ, Jeunes filles cit. pp. 205-6; molto utile per il 'femminismo' nel '700 è

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è bene notare che anche nel Goldoni la istruzione femminile contrastata, è intesa innanzitutto ancora come "conversazion" e "chiaccole", come dice sdegnosamente Pantalone ) 57• Quindi sia nel periodo di Fénelon, come pure nel successivo '700, esisteva evidentemente una coscienza della condizione femminile. Era chiaro nel '600 e nel '700 alla maggior parte degli interessati che in questa appassionata discussione sul miglio­

ramento dell'educazione femminile era messo in gioco ben di più che non l'accesso delle donne allo studio di certe materie ( si pensi alla disputa che ebbe luogo a Padova nel 1 723 all'Accademia dei Ricove­rati ) 58 • Così era anche riconosciuta la relazione fra una istruzione mi­gliore e una minore sottomissione; la donna di garbo che dimostra una grande coscienza nei confronti del ruolo femminile, come molti per­sonaggi derivati dalla figura della Servetta, ragiona sulle possibili con­seguenze di una partecipazione delle donne al sapere :

La donna ha l'intelletto sopraffino, Ma l'uomo accorto non la fa studiare. Se la donna studiasse, l'uom meschino Con la conocchia si vedria filare; E se la donna il suo l'intelletto adopra L'uomo starà di sotto, ella di sopra.

(1,1046) 59

Riassumendo sappiamo ora che per Goldoni l'istruzione e l'educazione devono trasmettere alla donna soltanto quelle conoscenze che saranno utili al suo futuro ruolo di moglie e di madre.

Per concludere vengono ancora enumerati gli elementi centrali del con­cetto goldoniano di educazione: educazione come correzione; la famiglia come istanza educativa ideale; la pratica della virtù, soprattutto del-

sempre L. ABENSOUR, La Femme et le féminisme avant la Révolution, Paris 1923; per autori 'femministi' italiani del '700 vedi NATALI, Settecento cit. vol. 1 , pp. 132 segg. 51 La Donna di testa debole 5,131. 58 Per i nomi degli autori coinvolti nella discussione vedi NATALI, Settecento

cit., vol. 1, p. 134. 59 Cfr. anche il filosofo inglese, il quale sconsiglia a un giovane di sposarsi con una donna dotta (5,272) .

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l'obbedienza come fine supremo dell'educazione; l'orientamento della educazione femminile al futuro ruolo della donna nella famiglia. Qui, come riguardo ad altre questioni, le posizioni di Goldoni riflettono la situazione ibrida di un autore illuministico in una società arretrata sul piano politico-sociale come era, verso la fine del '700, quella della Re­pubblica Veneta. 'Progressista' per il suo tempo è l'attribuire grande importanza al problema dell'educazione in genere e il rivalutare la donna, presentandola nella sua veste quotidiana in tanti ruoli di protagonista 60 •

E a questo proposito è significativo il fatto che le sue mogli e figlie sono in genere scialbe, mentre i personaggi femminili molto riusciti come Mirandolina, come la Lugrezia nelle Donne gelose e la vedova scaltra, non sono rappresentate in un contesto familiare, ma, come dice Franco Fido, in "terra di nessuno" 61 •

Però allo stesso tempo, nel concetto di educazione goldoniano si deli­neano alcuni aspetti ambivalenti, che caratterizzano anche la maggior parte degli scritti pedagogici, anche quelli post-rousseauiani :

l . L'atteggiamento dell'educatore non può liberarsi da due elementi : la condiscendenza e la diffidenza, che porta all'isolamento e alla sor­veglianza del bambino 62•

2 . La rivendicazione dell'obbedienza assoluta, sostenendo che sia per il bene del bambino, porta alla glorificazione del sacrificio e dell'auto­annullamento, oltre al mascheramento di rapporti di potere. Infatti le drastiche decisioni paterne che i figli subiscono, sono sempre presentate

60 Per far rilevare la quotidianità di molte figure femminili di Goldoni basta con­frontarle con quelle dei suoi rivali Carlo Gozzi e Pietro Chiari; quest'ultimo era valutato dal pubblico femminile nel '700 come un autore più ' femminista' del Goldoni. 61 FIDO, Guida cit. p. 41; sto preparando uno studio più ampio sulle donne in Carlo Goldoni, che verrà pubblicato nel '81-82 (lo studio di CH. DEJOB, Les femmes dans la comédie française et italienne au XVIII• siècle, Paris 1899, ri­stampato pochi anni fa da Slatkine, ha oggi solo un certo valore storico ) . 62 La condiscendenza diventa evidente nella "carità" dell'educatore ( vedi la cita­zione del PdF p. 7 ) ; per la diffidenza vedi BF, una delle poche commedie dove rincontriamo bambini piccoli, 5,1126 e p. 1156; per l'aspetto della sorveglianza assoluta vedi SNYDERS, Pi:idagogik cit. pp. 42, 48 e 131-2 e M. FOUCAULT, Microfisica del potere, Torino 1978, p. 14.

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come colpi del destino, affinché gli interessati si rassegnino al "volere del c i e l o " , come è espresso nel Padre di famiglia ( 2,874 ) 63

3 . Le aspirazioni delle donne all'uguaglianza, al sapere e ad uno spazio maggiore di attività nella società, vengono subordinate all'interesse della conservazione della famiglia, tanto esaltata dal Goldoni 64 come in genere dalla nascente borghesia, forse proprio perché la realtà sociale della famiglia era ben diversa. ( Si pensi alle crescenti richieste di an­nullamento di matrimoni, promosse da donne nella Venezia del '700, come constata lo storico Cozzi ) 65 •

4. Corrispondenze tra l'immagine goldoniana della famiglia e quella della società, fanno risaltare che la famiglia nella sua struttura gerar­chica, riflette l'intera società 66

; che questa gerarchia viene approvata e vista come necessaria e che proprio il vero compito educativo della famiglia consiste nella formazione del bambino, secondo l'interesse del potere, tramite l'imposizione dell'ubbidienza.

Troviamo nuovamente molti di questi aspetti negli scritti pedagogici dell'800 e del '900 67 , così che risulta che queste ambivalenze in diverse sfumature, sono da considerare quali costanti, finora parzialmente non risolte, dalla pedagogia europea ufficiale. Ma è importante sottolineare

63 Cfr. anche La Figlia obbediente 4,649 e p. 674. 64 G. RABAC:-CONDRié, Gli ideali etici di C. Goldoni, in "Studi goldoniani" cit., quad. 1 (1968 ) , p. 26 parla di "culto della fomiglia"; vedi anche FERRONE, Goldoni cit. p. 51 e BARATTO, Poetica del Goldoni cit. p. 63. 65 COZZI, Padri cit. , in ' 'La Cultura" XIV ( 1976 ) , p. 204. 66 Per l'aspetto dd padre come rappresentante del potere nll'intemo della famiglia vedi FLANDRIN, Pare11té cir. pp. 117 e 128, SNYDERS, Padagogik cir p. 195 e ARll:S, L'e11fa11t cit. p. 240; all'interno della società i.l borghese (e qualche volt.11 anche il nobile) ha una funzione simile verso gli strati sociali inferiori: dr. Le Baruffe chiozzotte 8,194, Il Campiello 6,229, BF 5,1158. 67 Per questo aspetto vedi D.G.M. 5cbreber (1808-1 861 ) , un auto.re pedagogico tenuto in considerazione fino agli anni 50 del nostro secolo ( anche Freud ne par­lnva con rispetto ) . T suoi scritti e le annotazioni del figlio. pubblicate sorto il titolo Denkwurdigkeiten eines Nervenkranken (la traduzione italiana: D. P. SCHREBER, Memorie di un malato di nervi, Milano 1974 ) , sono confrontati in un'analisi bril­lante in M. SCHATZMAN, 5oulmurder, London 1973 (traduzione italiana: M. SCHATZMAN, La famiglia che uccide, Milano 1974 ) .

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che non si tratta solo di differenti gradi di sviluppo storico, cioè di un semplice confronto tra un ieri 'brutto e cattivo' e un oggi migliore, ma di diversi modi di interpretazione dello stesso dato di fatto. Gli esempi che seguono lo dimostrano: le dichiarazioni di Goldoni ri­guardo alla questione femminile, sono comprese fra il 1750 e il 1 76 1 , sono cioè di un periodo nel quale erano già diffusi molti scritti ' fem­ministi', ad esempio quelli di Poulain de la Barre o ( per citare un esempio italiano ) l'Apologia filosofico-storica in cui si mostra il sesso

delle donne superiore a quello degli uomini di Vincenzo di Blasi Gam­barotta, pubblicata nel 173 7 a Catania. Il secondo esempio viene dal nostro secolo : mentre a molti, p. e. lo studioso goldoniano Ortolani, un personaggio come il padre di famiglia sembra rigido e le sue mas­sime "un po' vecchie e severe" 68, lo scrittore Da Cesco, nel suo libro Goldoni e . . . , uscito due anni fa, dice che proprio questa figura e la commedia ( e non a caso anche La Figlia obbediente) " ( mostrano ) in modo inequivocabile quale dono prezioso . . . sia in ogni evenienza l'af­fetto sincero che cementa l'unione del focolare" 69

68 Commento e note di Ortolani al PdF 2,1242; vedi anche REIZOV, Il Padre

di Famiglia cit., in "Studi goldoniani" quad. 1 (1968), p. 121. 69 B. DA CESCO, Goldoni e . . . , Quarto d'Altino (Venezia) 1978, p. 174.

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