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1 Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006 Capitolo I. La comunicazione umana 1 LA COMUNICAZIONE UMANA: PRINCIPALI MODELLI TEORICI E DEFINIZIONI Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006 Capitolo I. La comunicazione umana 2 Punti della sezione : Intro: complessità e multidimensionalità della comunicazione umana Principali approcci teorici allo studio della comunicazione Una definizione di comunicazione Funzioni di base della comunicazione Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006 Capitolo I. La comunicazione umana 3 La comunicazione come attività complessa e sofisticata Il soggetto umano è un essere comunicante (oltre che pensante, emotivo, e sociale) La comunicazione umana ha molteplici dimensioni: è un’attività eminentemente sociale comunicare è partecipazione (condivisione di significati) è un’attività eminentemente cognitiva è strettamente connessa con l’azione non è disgiunta dalla discomunicazione Luigi Anolli (a cura di), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino 2006 Capitolo I. La comunicazione umana 4 PRINCIPALI PUNTI DI VISTA SULLA COMUNICAZIONE 1. Approccio matematico 2. Approccio semiotico 3. Approccio pragmatico 4. Approccio sociologico 5. Approccio psicologico

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Capitolo I. La comunicazione umana

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LA COMUNICAZIONE UMANA:PRINCIPALI MODELLI TEORICI E

DEFINIZIONI

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Capitolo I. La comunicazione umana

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Punti della sezione:

• Intro: complessità e multidimensionalità dellacomunicazione umana

• Principali approcci teorici allo studio della comunicazione

• Una definizione di comunicazione

• Funzioni di base della comunicazione

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La comunicazione come attività complessa esofisticata

Il soggetto umano è un essere comunicante (oltre chepensante, emotivo, e sociale)

La comunicazione umana ha molteplici dimensioni:

• è un’attività eminentemente sociale• comunicare è partecipazione (condivisione di significati)• è un’attività eminentemente cognitiva• è strettamente connessa con l’azione• non è disgiunta dalla discomunicazione

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PRINCIPALI PUNTI DI VISTA SULLACOMUNICAZIONE

1. Approccio matematico

2. Approccio semiotico

3. Approccio pragmatico

4. Approccio sociologico

5. Approccio psicologico

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1. L’approccio matematico:la comunicazione come trasmissione di informazioni

La centralità del concetto di informazione (dimensione base della realtà accanto a quelle di massae energia)

Diversamente da altre risorse, l’informazione è:• Espansiva (diffusiva, si riproduce e non si consuma, condivisa e non scambiata come es. energia)• Comprimibile• Facilmente trasportabile

Informazione come “una differenza che genera differenza” (non è il semplice dato in sé ma larelazione fra due o più dati, in grado di generare ulteriori conoscenze)

Informazione è il valore di probabilità che si realizza all’interno di molte possibilità combinatorie (Nscelte) fra H simboli

Es. mela Nscelte (214) fra 21simboli Introduzione s-codice (codice linguistico)

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1. L’approccio matematico:la comunicazione come trasmissione di informazioni

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Modello matematico di Shannon e Weaver:

• la comunicazione come trasmissione di informazioni =passaggio di un segnale da una fonte A attraverso un trasmettitorelungo un canale a un destinatario B grazie a un recettore

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Feedback = quantità di informazione che dal ricevente ritornaall’emittente. Il feedback può essere:

• positivo = ampliamento dell’informazione d’ingresso• negativo = riduzione dell’informazione d’ingresso

N.B. Il concetto di feedback è diverso da quello di rinforzo

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Il modello matematico è integrato da alcuni concetti:

• rumore = insieme degli elementi ambientali che interferiscono conla trasmissione del segnale

• ridondanza = ripetizione nell’operazione di codifica del messaggioper favorire la sua codifica

• filtro = processo di selezione di alcuni aspetti e proprietà delsegnale rispetto ad altri nell’operazione di decodifica

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Modello matematico implica una teoria forte del codice(condizione necessaria e sufficiente per comunicare è avere adisposizione un codice di trasmissione dei messaggi)

LIMITINON vengono considerati altri fondamentali aspetti della

comunicazione, quali:• Elaborazione e condivisione di significati• Intenzionalità e inferenza• Multimodalità• Contesto

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2. L’approccio semiotico:la comunicazione come significazione e come segno

Il processo della significazione

La semiotica (o semiologia) è la scienza che studia la vita dei segni nelquadro della vita sociale

Per la semiotica, la comunicazione è un processo di significazione(= capacità di generare significati; proprietà fondamnentale di ognimessaggio di avere un senso e un significato per i comunicanti)

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Da Aristotele, a Tomaso d’AquinoIl diagramma della significazione (versione di Ogdne e

Richards)pone in relazione tre elementi:• il simbolo = la parola, il segno• il referente = l’oggetto o l’evento comunicato• la referenza = il concetto dell’oggetto o dell’evento comunicato

La conseguenza del processo di significazione:• il simbolo non ha un rapporto diretto con la realtà, ma soltanto con il

concetto e con l’idea mentale (la convinzione che esista un rapportodiretto fra il segno e il referente è stata definita da Eco (1975)fallacia referenziale)

• Rapporto intrinseco tra comunicazione e cultura

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Che cosa si intende perSEGNO?

Due principali accezioni:

a)Segno come equivalenzab)Segno come inferenza

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a) Segno come equivalenza

Secondo de Saussure, il segno è: l’unione di un’immagine acustica(il significante o espressione) e di una mentale (il significato ocontenuto)

Equivalenza = corrispondenza piena e stabile fra espressione econtenutoSegno ha carattere arbitrario e oppositivio

Funzione segnica: il segno non va inteso come una realtà fisica,ma come una relazione fra due funtivi

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Lingua = sistema di differenze di suoni combinati a un insieme di differenze di significati

Distinzione fra:

• linguistica interna (o primaria): ha come oggetto d’analisi la langue

• linguistica esterna (o secondaria): si occupa della parole

Focus sulla stabilità dei segni, racchiusi in un codice statico eteoricamente immutabile

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b) Segno come inferenza

Secondo Peirce, il segno è qualcosa che per qualcuno sta al postodi qualcos’altro, sotto qualche rispetto o capacità

Funzione di rimando (rimandare a qualcosa di diverso da sé)

Peirce individua tre tipi di segni:le icone = relazione di somiglianza con le proprietà del referente(es. cestino, icone russe)gli indici = rapporto di contiguità fisica con l’oggetto cui si riferiscono(es. fumo)i simboli = rapporto arbitrario con il referente, stabilito per contiguitàe appreso (es. parola)

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Segno come inferenza = indizio da cui trarre una conseguenza

• costruzione di modelli mentali utili per individuare gli aspetti mancantio carenti e di cogliere il senso dei messaggi

• fenomeno della risemantizzazione contestuale

• contribuisce a spiegare lo scarto fra ciò che è detto e ciò che èimplicato da quanto è stato detto = un soggetto comunica di più diquanto dica

Il segno come equivalenza rimanda alla nozione di codice, il segnocome inferenza rimanda alla nozione di contesto

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3. L’approccio pragmatico:la comunicazione come azione e come interazione

fra testo e contestoLa distinzione di Morris in:Semantica = analisi dei significati dei segniSintassi = analisi delle relazioni formali fra i segniPragmatica = analisi della relazione dei segni con gli attori

La pragmatica si occupa di - uso dei significati - relazione fra segno e interpretante

- rapporto fra testo e contesto- atto concreto e situato

La pragmatica analizza i processi impliciti (come la deissi, l’implicaturaconversazionale e la presupposizione)

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3. L’approccio pragmatico:Quattro punti di vista:

a) Teoria degli atti linguistici (Austine Searle)b)Principio di cooperazione e implicature

conversazionali (Grice)c) Modello ostensivo-inferenziale (Sperber e Wilson)d) I significati presuntivi (Levinson)

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3a) La teoria degli atti linguistici

Secondo Austin, dire qualcosa è anche fare sempre qualcosa

Comunicazione come processo

Categorie di atti linguistici: - atti locutori: atti di dire qualcosa (fonetici,fatici, retici)

- atti illocutori: atti nel dire qualcosa (assertivi, direttivi, commissivi, espressivi,esercitivi, verdettivi)

- atti perlocutori: atti con il dire qualcosa

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Un po’ di definizioni…

• Atti locutori= azioni che si compiono per il fatto stesso di parlare eche comprendono gli atti fonetici (emissione di suoni), gli atti fatici(espressione di certe parole e di certi significati), gli atti retici(impiego di questi aspetti con un senso e con un determinatoriferimento)

• Atti illocutori = atti che si compiono attraverso il parlare medesimo,e che corrisponodono alle intenzioni comunicative del parlante

• Atti perlocutori = si tratta della produzione di determinati effetti daparte del parlante sul sistema delle credenze, sui sentimenti edemozioni, nonché sulla condotta dell’interlocutore

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UN PO’ DI DISTINZIONI…

Distinzione fra - atto

- forza dell’atto (illocutoria) = forza contenuta nell’atto (e.g. disordinato/intelligente)

- effetti perlocutori = effetti sull’interlocutore

Distinzione fra -atti linguistici:

a) diretti = la forza illocutoria è trasmessa in maniera conforme ecorrispondente al significato letterale dell’enunciato medesimo

b) indiretti = la forza illocutoria non deriva dal significato letteraledell’enunciato, ma dai modi non verbali con cui è manifestata

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Distinzione fra :

-frase (sentence), intesa come espressione linguistica astratta

- enunciato (utterance), inteso come l’uso concreto della frase inun contesto reale

N.B. esiste sempre uno scarto comunicativo fra frase ed enunciato. ..L’enunciato comunica molto più di quanto sia contenuto in una fraseletteralmente intesa

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3b) Il principio di Cooperazionee le implicature conversazionali di Grice

Distinzione fra:

• Significato naturale (per esempio fumo è un indizionaturale della presenza del fuoco)

• Significato convenzionale, o significato n-n, nonnaturale (per es., qualsiasi parola della lingua italiana odi qualsiasi altra lingua; il “voler dire” qualcosa da partedel parlante a qualcun altro)

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Comunicazione è un processo costituito da un osggetto che haintenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa,operando in modo che il ricevente riconosca che l’emittente stacercando di causare in lui quel pensiero o quell’azione (P sa che Asa che P sa che A sa…)

Intenzionalità informativa (A trasmette a B qualcosa che non sa,ottenendo in tal modo un aumento delle sue informazioni secondo lamodalità di codifica e decodifica) + Intenzionalità comunicativa(voler rendere consapevole B di qualcosa di cui prima non eraconsapevole)

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Distinzione fra:

• Comunicazione = scambio nel quale A intende inmaniera consapevole rendere B consapevole di qualcosadi cui non era prima consapevole, facendo ricorso a unsistema di significazione e di segnalazione condiviso daidue partecipanti

• Informazione = trasmissione involontaria di A di unsegnale che è percepito in maniera autonoma da parte diB, indipendentemente dall’intenzione di A e senza lapartecipazione di quest’ultimo

Es. lapsus, gaffe, atto di sbadataggine, ecc.

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Grice formula il Principio di Cooperazione nei seguenti termini:

dai il tuo contributo al momento opportuno, così com’èrichiesto dagli scopi e dall’orientamento della conversazione incui sei impegnato

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Il principio di Cooperazione è declinato in quattro massime:

• Massima di Quantità: 1. Dai un contributo che soddisfi la richiesta di informazioni in modo adeguato agli scopi della conversazione; 2. Non fornire un contributo più informativo del necessario

• Massima di Qualità: cerca di fornire un contributo vero; in particolare, 1. Non dire ciò che credi falso; 2. Non dire ciò per cui non hai prove adeguate

• Massima di Relazione: sii pertinente

• Massima di Modo: sii perspicuo; in particolare, 1. Evita espressioni oscure; 2. Evita le ambiguità; 3. Sii breve; 4. Sii ordinato nell’esposizione

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direDistinzione fra crea uno scarto

significare

Logica del linguaggio vs logica della conversazione…

L’implicatura conversazionale colma lo scarto fra:• il dire (ciò che è detto)• il significare (ciò che è significato)

N.B. è un processo mentale, di natura inferenziale

Funzione delle implicature: consentono di “estrarre” il significato (non detto)che è contenuto in modo implicito nell’enunciato

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Esempi

A): Sai che ore sono?B): Bah, è già passata la corriera per Rovereto (delle ore 7.30 del mattino)

A): Hai visto Giovanna?B): C’è la pelliccia di violpe nel suo ufficio

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In particolare, il parlante, dicendo p, implica conversazionalmente q soltantose:

a) si presume che il parlante segua le massimeb) è necessario che l’inferenza q rispetti a)c) il parlante pensa che il destinatario realizzerà b)

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Michele ha lavorato a lungo a Roma

Implicatura = ?

Fabrizia finirà il lavoro per domani

Implicatura = ?

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Le implicature hanno quattro proprietà:• sono cancellabili: si possono dissolvere se si aggiungono alcune

premesse a quelle originali (es. Michela ha mangiato tutti ipasticcini)

• sono non-distaccabili: sono attaccate al valore semanticodell’enunciato e non alla sua forma (es. Claudio non è riuscito a darel’esame di diritto penale)

• sono calcolabili: dati il principio di Cooperazione e le massime, èprevedibile che in una situazione standard l’interlocutore sappia farel’inferenza appropriata

• sono non-convenzionali: non fanno parte del significatoconvenzionale delle espressioni linguistiche, ma sono di volta involta negoziate in funzione del contesto d’uso (es. Sergio è unamcaahina)

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EsempiCANCELLABILITA’a): affermazione: Michela ha mangiato alcuni pasticcinib): implicatura per default: Michela non ha mangiato tutti i pasticcinic): cancellazione di b): Michela ha mangiato alcuni pasticcini. Di fatto, li ha mangiati

tutti

NON DISTACCABILITA’Claudio non è riuscito a dare l’esame di diritto penale(Implicatura: Claudio ha cercato di dare l’esame di diritto penale)

NON CONVENZIONALITA’Sergio è una macchina(implicature diverse a seconda del contesto:• Freddo ed efficiente• Quando lavora non si ferma mai• Soffia e sbuffa• ecc,.

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Il principio di pertinenza e il modello ostensivo-inferenziale

Secondo Sperber e Wilson, per “voler dire” qualcosa con un enunciatoX il soggetto S deve avere l’intenzione che:

• l’enunciazione di X da parte di S produca una certa risposta rnell’ascoltatore A

• A riconosca l’intenzione a) di S

• il riconoscimento da parte di A dell’intenzione a) di S sia, almenoin parte, la ragione per cui A produce la risposta r

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informativa (intenzione di informare ildestinatario di qualcosa)

L’intenzione può essere

comunicativa (intenzione di informareil destinatario sulla propria intenzione comunicativa)

Il concetto di “essere manifesto”:un fatto è “manifesto” a un soggetto se, e solo se, egli è capace dirappresentarsi mentalmente questo fatto e di accettare la suarappresentazione come vera

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Mutuo ambiente cognitivo: ogni ipotesi è reciprocamente manifesta eassicura un sufficiente grado di cooperazione per capirsi e percomunicare

Principio di Pertinenza:• processo di “moltiplicazione” fra le informazioni vecchie e quelle

nuove; capacità di generare nuove informazioni

Ostensione:• condotta che rende manifesta un’intenzione di rendere manifesto

qualcos’altro; un comportamento ostensivo implica una garanzia dipertinenza

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Inferenza: processo logico al termine del quale un’ipotesi è ammessacome vera (o probabilmente vera) sulla base di altre ipotesi la cuiverità certa (o probabile) è ammessa in partenza

Inferenza non dimostrativa: inferenza fondata sul ragionamento praticoche impiega le competenze deduttive (da Sperber e Wilson chiamatedispositivo deduttivo) per produrre varie forme di implicazioni

Implicazioni contestuali: produzione di informazioni aggiunte grazie allaintegrazione fra le vecchie conoscenze e gli elementi nuovi econtingenti forniti dal contesto

Producono effetti contestuali che migliorano la comprensione(eliminazione/rafforzamento/intrduzione nuove ipotesi)

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Grado di pertinenza di una informazione è dato da due condizioni:

• una informazione è tanto più pertinente quanto maggiori sonogli effetti contestuali da lei generati

• una informazione è tanto più pertinente quanto minore è losforzo cognitivo richiesto per elaborarla

•La pertinenza riguarda sempre il CONTESTO (= insieme dellecondizioni, delle opportunità e dei vincoli spaziali, temporali,relazionali, istituzionali e culturali presenti in qualsiasi scambiocomunicativo)

Pertinenza ottimale: capacità degli interlocutori di seguire l’ipotesicomunicativa che ottimizza gli effetti contestuali e che minimizzal’impegno cognitivo

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Punti di forza

Teoria globale e parsimoniosa

Un principio cardine (principio di pertienza)

Punti di debolezza

Rifiuto della nozione di codice

Eccessiva contestualizzazione

--> difficoltà a rendere conto delle stabilità e regolarità del processocomunicativo

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I significati presuntivi

Secondo Levinson, sono le interpretazioni preferite degli enunciati in undato scambio comunicativo

Tre livelli di significato: - significato-tipo della frase (significato-tipo astratto e ideale; condizioni vero-condizionali,

semantica logico-filosofica) - significato-occorrenza dell’enunciato (uso del

significato di una frase in una occorrenza concreta e contingente entro uno specifico contesto)

- significato-tipo dell’enunciato (significato usuale e regolare, ricorrente in una determinata classe di contesto, in grado di generare inferenze sistematiche e prevedibili;

vedi interpretazioni preferite/per default, assumere per garantito /regolarità dei contesti e contesto standard))

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Implicatura conversazionale generalizzata: inferenza standardche usualmente è realizzata, dati un certo contesto e un certoenunciato

Tale inferenza si fonda su tre euristiche:

1. “quello che non è detto, non c’è”

2. “quello che è descritto in modo semplice è esemplificato in modo stereotipato”

3. “quello che è detto in modo non usuale, non è usuale; cioè: ilmessaggio marcato si riferisce a una situazione marcata”

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1. “quello che non è detto, non c’è”

C’è una piramide blu sul cubo rosso

Inferenze ammesse:

Non c’è un cono sul cubo rossoNon c’è una piramide verde sul cubo rosso

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2. “quello che è descritto in modo semplice è esemplificato in modo stereotipato”

La piramide blu è sul cubo rosso

Inferenze ammesse:

La piramide è a base quadrata piuttosto che ottagonale; la piramide è collocata centralmente sul cubo;La piramide ha una posizione canonica e non è (es.) capovolta

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3. “quello che è detto in modo non usuale, non è usuale; cioè: il messaggio marcato si riferisce a una situazione marcata”

Il blocco blu a forma di cuboide è sostenuto dal cubo rosso

Inferenze ammesse:

Il bloco blu non è un cubo regolareIl cuboide non è sostenuto centralmente dal cubo rosso

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Tre principi pragmatici per spiegare la comunicazione:

Principio Q

Massima per il parlante: non fare un’affermazione che sia più debole alivello informativo di quanto la tua conoscenza lo consenta, a menoche il fatto di fornire un’affermazione più ricca sul piano informativovada contro il principio I. In particolare, scegli l’alternativa più forte alivello informativo che sia coerente con i fatti

Corollario per il destinatario: assumi che il parlante faccial’affermazione più consistente con quanto conosce

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Principio I

Massima per il parlante: dì il minimo indispensabile, necessarioper raggiungere i tuoi scopi comunicativi, tenendo a mente ilprincipio Q (massima di minimizzazione)

Corollario per il destinatario: amplia il contenuto informativodell’enunciato del parlante, facendo l’interpretazione piùspecifica al fine di individuare la sua intenzione comunicativa(regola di arricchimento)

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Principio M

Massima per il parlante: segnala una situazione non usualefacendo ricorso a espressioni marcate che contrastino con quelleimpiegate per descrivere corrispondenti situazioni usuali

Corollario per il destinatario: ciò che è comunicato in modo nonusuale indica una situazione non usuale (cioè un messaggiomarcato indica una situazione marcata)

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Punto intermedio tra:Contestualismo forte di Sperber e WilsonESemantica tradizionale

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Limiti prospettiva pragmatica:

Non prende in considerazione gli aspetti relazionali e interattivi

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L’approccio sociologico: la comunicazionecome espressione e prodotto della società

Microsociologia studia i processi della vita quotidiana, il flusso degli accadimenti nella loro sequenza non sempre ordinata

Macrosociologia studia i processi generali inerenti le istituzioni e le organizzazioni complesse in quanto costitutivi e strutturali della società

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La microsociologia di Goffman

“Sociologia delle occasioni”: studio delle circostanze in cui hannoluogo le esperienze quotidiane e ricorrenti

Concetto di frame = cornice (o contesto) entro cui si realizza loscambio comunicativo

Rituali: sequenze di atti attraverso i quali un soggetto controlla e rendevisibili le implicazioni simboliche del suo comportamento quando sitrova direttamente esposto a un altro soggetto

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Costrizioni comunicative: vincoli ecologici, cognitivi ed emotivi chelimitano nei soggetti la scelta delle strategie, nonché delle condizionidel frame

Adottando una prospettiva drammaturgica, Goffman analizza alcunifenomeni sociali della vita quotidiana:

• etichetta = codice formale che governa gli incontri e pratica in cui gliattori hanno modo di coniugare in modo contingente aspetti etici edestetici

• “salvare la faccia” = insieme di modalità per proteggere la propriaimmagine, per recuperare gli errori e le gaffe commesse, nonchéper “salvare” la situazione

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Il concetto di postmoderno e la globalizzazione

Globalizzazione = processo attraversato da diverse “spinte” e“controspinte”:

• universalismo vs particolarismo• omogeneizzazione vs differenziazione• integrazione vs frammentazione• centralizzazione vs decentralizzazione• giustapposizione vs sincretizzazione

Concetto di postmoderno inteso come riconoscimento dell’importanzadella comunicazione e dell’informazione come merce di scambio

Riflessività: capacità di mettersi in questione e di confrontare il propriopunto di vista con quello degli altri

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L’approccio psicologico: la comunicazionecome fondamento della relazione

Comunicazione = dimensione intrinseca che fonda e che esprime l’identità personale e la posizione sociale di ogni soggetto

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Bateson, distinzione fra:

• relazione simmetrica = percezione della eguaglianza dei rapporti fra i partecipanti

• relazione complementare = percezione della differenza deirapporti fra i partecipanti

“essere in comunicazione” = mediante la comunicazione le persone costruiscono, alimentano, mantengono e modificano la rete di relazioni in cui sono costantemente immerse

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Analisi della comunicazione come dimensione contribuente allacostruzione, modifica e mantenimento della rete di relazioni dellepersone

Distinzione fra: - livello di “notizia”: le cose che dice, i contenuti che manifesta, gli enunciati che produce un parlante

- livello di “comando”: indicazione all’interlocutore di come intendere le cose che dice il parlante e con quale valore comunicativo

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Livello comunicativo scambio di contenuti

Livello metacomunicativo la comunicazione ha come oggetto la comunicazione stessa

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Comunicazione psicologica = dimensione psicologica che produce e sostiene la definizione di sé e dell’altro

Spirale di messaggi in cui lo stimolo, la risposta e il rinforzo sisovrappongono e si fondono insieme

Conflitti interpersonali gli individui sono portati a linearizzare e asegmentare in modo arbitrario il processocircolare e continuo della comunicazione;ciò porta alla formazione dei giochi senzafine

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Bateson distingue fra: - relazione simmetrica = percezione dell’eguaglianza dei rapporti fra i partecipanti

- relazione complementare = percezione della differenza dei rapporti fra i partecipanti

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Una definizione di comunicazione

La distinzione fra comunicazione e comportamento

Comportamento = qualsiasi azione motoria di un individuo,percepibile in qualche maniera da un altro

Fra comportamento e comunicazione vi è un rapporto di inclusione:

• ogni comunicazione è un comportamento, in quanto si esprimeattraverso azioni manifeste

• non tutti i comportamenti sono comunicazione, in quanto esistononumerose forme di comportamento che possono essere informativema non comunicative

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La distinzione fra comunicazione e interazione

Interazione = qualsiasi contatto (fisico o virtuale) fra due o più individui, anche involontario, in grado di modificare lostato preesistente delle cose fra di loro

Interazione: categoria mentale che include quella di comunicazione, inquanto ogni comunicazione implica un’interazione, ma non ogniinterazione implica una comunicazione

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La distinzione fra comunicazione e informazione

Informazione = acquisizione di conoscenze inferite in modoautonomo da parte di B nei confronti di A, anche sequest’ultimo non ne è stato consapevole (processo diestrazione d’informazione che dipende soltanto dallecompetenze di B)

Comunicazione necessita della presenza di un’intenzionecomunicativa che pè sempre la combinazione simultanea di dueintenzioni:

a) l’intenzione di A di comunicare qualcosa a B;b) l’intenzione di A di fare in modo che il suo atto comunicativo sia

riconosciuto in quanto tale da B

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Comunicazione

=

scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato diintenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in

grado di far condividere un significato sulla base di sistemi simbolicie convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la

cornice culturale di riferimento

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Le funzioni di base della comunicazione

La funzione proposizionale: elaborazione, organizzazione,“impacchettatura” e trasmissione di conoscenze fra i partecipanti diuna determinata comunità

• Conoscenza dichiarativa = totalità delle conoscenze disponibili nella memoria a lungo termine

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All’interno della conoscenza dichiarativa, distinzione fra:

• funzione referenziale: rappresentazione adeguata della realtàin base alla propria esperienza; individuazione e riferimento aoggetti o eventi del mondo circostante

• funzione predicativa: attribuzione di proprietà e qualità agli oggetti o eventi in esame

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• Importanza del linguaggio per organizzare e comunicare il pensiero

• Composizionalità del linguaggio in quanto costituito ricorsivamentegrazie a unità componibili (sistema di simboli)

Le proprietà della composizionalità sono:• sistematicità• produttività• possibilità di dislocazione

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• Il significato = chiave di volta per comprendere gli aspettiproposizionali della comunicazione

• Capacità computazionale = disposizione generale della mente aprocedere nei confronti della realtà con “calcoli”

Computazionalità del pensiero condizione essenziale perprocedere a vari modi di

+ = elaborazione delleProposizionalità del linguaggio informazioni e delle

conoscenze

La proposizionalità della comunicazione attraverso il linguaggio èspecie-specifica

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Vygotskij, comunicazione = socialità intrinseca

La funzione relazionale: costruzione, alimentazione, modificazione emantenimento delle reti relazionali

L’efficacia relazionale dipende dalla connessione fra• interazione• relazione

La funzione espressiva: manifestazione di emozioni, desideri, statid’animo e intenzioni

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Efficacia relazionale della comunicazione, dipende dalla connessionefra interazione e relazione

• interazione = evento circoscritto in termini temporali e spaziali• relazione = modello interattivo dotato di prevedibilità nel tempo,

prodotto dalla sequenza regolare e continua del medesimo tipo di interazioni

• relazionalità della comunicazione = genera e rinnova le relazionied è alla base dell’intersoggettività dialogica nella negoziazione deisignificati e nella condivisione di scopi