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Nel corso degli ultimi decenni, il rapporto scuola-famiglie è stato oggetto di innu-merevoli indagini e iniziative, in Italia e all’estero. L’interesse per la relazione docen-ti-genitori è andato crescendo non solo nel contesto accademico ma anche nellarealtà sociale e politica. L’interdipendenza esistente tra i vari contesti di vita (fami-glia, comunità, scuola e società), la miriade di fattori che esercita un influsso sulrapporto scuola-famiglie e sul percorso di crescita delle nuove generazioni sollecitala ricerca e la riflessione sulla natura e sulla qualità delle relazioni genitori-docenti,nella cui scia si pone il presente testo.

Il volume si compone di due parti. Nella prima, di natura teorica, è presentata unasintesi delle principali analisi condotte sul rapporto scuola-famiglia nei paesi occi-dentali, indicando il ruolo dei diversi attori e riportando alcuni dei modelli ideati alfine di promuovere la partnership tra genitori e docenti. L’analisi della letteratura hapermesso di porre in luce alcuni aspetti ricorrenti (mutamenti, nodi critici, prospet-tive) che caratterizzano la relazione casa-scuola al di là delle peculiarità di ciascunarealtà nazionale.

La seconda parte pone al centro della riflessione i flussi comunicativi che inter-corrono tra le due istituzioni per poi soffermare la propria attenzione sulla comuni-cazione scritta. La peculiarità della comunicazione docenti-genitori (centrata sullostudente e sulla sua educazione e istruzione); la complessità dei flussi comunicativiscuola-casa che affonda le proprie radici nella natura multietnica della società con-temporanea (differenze linguistiche e simbolico-culturali, status sociale ed econo-mico dei vari attori), e nella diversità di ruolo, formazione e prospettive degli adulticoinvolti (funzioni e competenze), fanno della comunicazione scuola-famiglie unadimensione cruciale su cui è indispensabile investire al fine di promuovere la colla-borazione tra le due istituzioni. In questa prospettiva, il testo offre anche esempi cuifare riferimento per conoscere meglio i genitori, per condividere con loro le finalitàeducative da perseguire, per informarli di quanto accade a scuola, per preparare icolloqui e via dicendo.

Paola Dusi è professore aggregato di Pedagogia sociale presso la Facoltà diScienze della formazione dell’Università di Verona. Si occupa in particolare di inter-cultura e di rapporti scuola-famiglia. Tra le sue pubblicazioni, Riconoscere l’altro peraverne cura (Brescia 2007).

316.5P. D

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UNICAZIONE DOCENTI-GENITORI

FrancoAngeli

Paola Dusi

La comunicazionedocenti-genitoriRiflessioni e strumentiper tessere alleanze educative

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FrancoAngeliLa passione per le conoscenze

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DiScuTeRE è insieme un acronimo e l’idea di fondo che sostienequesta collana.

L’idea: un verbo (forma linguistica che rappresenta un’azione declinabilein modo plurimo) il cui significato raccoglie l’argomentare, l’indagare, il criticare,il chiarire, il distinguere, il dialogare, il controbattere, il ragionare, il comunicare,il pensare, il valutare, il mettere in discussione, il negoziare … e ancora oltrequaranta sinonimi tutti accomunati dalla dimensione del rapporto attivo eproduttivo fra persone e idee.

Al centro di questa esperienza generativa ecco le parole che lo compongono:didattica, scuola, cultura, territorio, relazione, educazione. Talmente intrecciatetra loro da far sì che la stessa sillaba iniziale di una di esse sia scomponibilea dare inizio anche ad un’altra, ad altre.

Perché questa è la logica dell’educazione dell’uomo, dei suoi processi diapprendimento e di costruzione sociale, che prendono forma in un contestoculturale e nella relazione fra culture, su un territorio che è insieme fisico eantropico, ove i soggetti, i processi culturali, le istituzioni, i servizi, si innestanosu una rete di relazioni fra persone, saperi, esperienze, secondo prospettiveformalizzate e non.

La collana si propone di fornire gli strumenti riflessivi e operativi per i pro-fessionisti che agiscono negli svariati e differenziati campi e contesti educativi.La finalità è consentire e favorire l’incontro fra questi settori per far interagirescuola e territorio nei diversi ambiti, facilitando così la costruzione di una reteformativa che consenta alla società di progredire verso una comunità educante,dando valore alla sinergia fra dimensioni formali e informali, fra processi educativi,servizi alla persona e dinamiche culturali. La didattica, scienza dell’educazionee competenza professionale, ne costituisce strategia e strumento critico.In chiave didattica si declinano i testi che la compongono, pensati a partiredalla ricerca e dalla riflessione sulla pratica.

DiScuTerE

Didattica: fra Scuola, Territo

rio e Educazione

Collana diretta da Renza Cerri

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La collana si articola in quattro filoni:

• Didattica e scuola

• Didattica e servizi socio-educativi

• Didattica, ambiente e territorio

• Didattica e culturaNella prima vengono pubblicate opere finalizzate alla riflessione sul mondo

della scuola: in particolare, l’obiettivo è la formazione iniziale e continua degliinsegnanti focalizzando, di volta in volta, i diversi aspetti delle realtà scolastiche:progettazione, valutazione, uso delle tecnologie e dei media, organizzazionedidattica, ecc. Nella seconda il focus è indirizzato agli operatori dei servizisocio-educativi: educatori, formatori, psicologi, assistenti sociali, tutor dellaformazione, ecc. attraverso volumi che sottolineano e ampliano il dibattitosull’organizzazione e la qualità dei servizi, i ruoli e le interazioni con le compo-nenti istituzionali, la formazione degli operatori. La terza sezione intende diffon-dere, promuovere e sviluppare la conoscenza dell’ambiente basata sulla con-sapevolezza delle risorse naturali e della conseguente necessità di tutelarle,stimolando un processo di crescita collettiva al fine di promuovere uno svilupposostenibile in tutti i potenziali fruitori sociali. La quarta sezione è dedicata adapprofondire la dimensione culturale dei contesti educativi informali, diffondendola logica della progettazione di eventi anche nella prospettiva della valorizzazionedella “cultura del territorio”.

Direttore: Renza CerriVice-direttore: Davide ParmigianiComitato scientifico:Andrea Bobbio, Università della Valle d’AostaAlain Breuleux, McGill University-MontrealPaolo Calidoni, Università di SassariSilvio Ferrari, docente di Storia dell’arte, già Assessore alla scuola e alla cultura -GenovaRoberto Franchini, Università di GenovaDaniela Maccario, Università di TorinoSusanna Mantovani, Università Milano-BicoccaGiorgio Matricardi, Università di GenovaDavide Parmigiani, Università di GenovaPiercesare Rivoltella, Università Cattolica del Sacro Cuore-MilanoDomenico Simeone, Università di MacerataMarco Snoek, Hogeschool van AmsterdamPierpaolo Triani, Università Cattolica del Sacro Cuore-Piacenza Nicoletta Varani, Università di Genova

Tutti i volumi pubblicati sono sottoposti a referaggio a doppio cieco.

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FrancoAngeli

Paola Dusi

La comunicazionedocenti-genitoriRiflessioni e strumentiper tessere alleanze educative

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A Marta

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Indice

Introduzione

Parte prima - Tra casa e scuola

1. Tra casa e scuola. La communitas come luogo di vita1. Nascere alla comunità: 1. La famiglia2. Nascere alla comunità: 2. La scuola

2. Investire nel rapporto scuola-famiglia… Perché?1. Fattoricheinfluisconosull’atteggiamentodeigenitori2. Ilruolosvoltodallescuoleedaidocenti3. Condividerelacuraeducativa:unanecessità

3. Prospettive a confronto: docenti e genitori1. I genitori2. Le famiglie migranti3. Idocentiel’istituzione4. Lefamiglieincontranol’istituzione:tipologiegenitoriali5. Atteggiamentiepratichedeidocenti6. Formedicollaborazionescuola-famiglia

4. La relazione scuola-famiglie: una prospettiva europea1. Ilrapportoscuola-famiglie:uncomplessointreccio

5. Elementi ricorrenti, linee di sviluppo e prospettive di intervento

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Parte seconda - Costruire comunità educanti:la comunicazione scuola-famiglia

1. La comunicazione docenti-genitori

2. Frame culturali e comunicazione. Le famiglie migranti

3. La competenza comunicativa del docente1. Attenzioneedascolto2. Ascolto attivo

4. L’azione comunicativa del docente1. Leassemblee2. I colloqui3. Lacomunicazionescritta

5. La gestione dei conflitti1. Checos’èunconflitto?2. Corniciculturaliestilidiconflitto3. Strategieperlagestionedisituazioniconflittuali

6. Tessere alleanze educative

Riferimenti bibliografici

pag. 93

» 106

» 115» 121» 126

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Introduzione

Nel loro incessantedialogare, igreciscoprironoche ilmondocomunea tuttinoièdisolitovistodaunnumeroinfinitodiposizionidiverse,allequalicorrispondo-noipuntidivistapiùdisparati.Inuninesauribileflussodipuraargomentazione,qualeraespostodaisofistiaicittadinidiAtene, ilgrecoimparavaascambiareilpropriopuntodivista,lapropria“opinione”(ossiailmodoincuiilmondogliap-pariva,glisischiudeva:δοκεĩμοι,“mipare”,verbodalqualederivaδοξα,“opi-nione”)conquelladeisuoiconcittadini.Igreciimparavanoacapire:nonacapirsiavicendainquantoindividui,bensìaguardareunastessacosasottoaspettimoltodiversiespessocontraddittori(Arendt,1999,p.82).

Lacuradellenuovegenerazionièaffidataadueistituzioni,lafamigliaelascuola,ciascunadellequaliguardaainuovinatiealloropercorsoedu-cativodaunadiversaprospettiva.Diversisonoicompitichel’adempimen-todellafunzioneeducativapropriadelgenitoreedell’insegnanteportaconsé;diversisono i tempi,glispazi, imodidell’azioneformativaagitadallascuolaedallafamiglia.Nonsoloognieducando,inquantofiglio/studente,èvistoconsguardidiversidalgenitoreedall’insegnante,ma le ideestes-sedieducazione,dipersona,dicittadino,difamiglia,discuolaedisocie-tà assumono significati diversi nella rappresentazione della realtà di cia-scunadultochiamatoadaccompagnareinuovinativersol’acquisizionediautonomia.L’incontro trascuolae famiglie, tradocentiegenitoriha luogoall’inse-

gnadiunamolteplicitàdiprospettive:ilprocessodiscolarizzazione–cheèinsiemeuneducareeunistruire–delfiglio/studenteè“vistodaunnumeroinfinitodiposizionidiverse”.Lapluralitàdelleprospettiveèportataall’en-nesimapotenzanellasocietàpostmodernaemulticulturale,incuiconvivonoindividuiprovenientidaorizzonticulturalidiversielasoggettivitàhaassun-tounruolodiprimopianonell’umanaconcezionedell’esistenza.Siffatte posizioni differenti, cui “corrispondono i punti di vista più di-

sparati”,affollanoancheleriflessioniteoricheeleindaginiempirichecon-

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dotteinmateriaalivellointernazionale.Ilrapportoscuola-famigliepuòes-sereconcepitoe/oindagatodamoltepliciprospettive,diversisonoipianiegliaspettichepossonoesseremessiinluce.Nellaprimapartedeltesto,siècercatodipresentareunapiccolapartedellericerchecondotteinmateriaedi illustrarnegliesiti,diporre inevidenzagliaspetti ricorrenti, chepa-ionoconnotarenellasuaessenzailrapportoscuola-famiglieediindicareicambiamentipiùsignificativiavvenutinelcorsodegliultimidecenniinta-leambito,cosìcomeleprospettivedisviluppoindicatedallaletteraturainmateria.Laprimapartedelvolume,teorica,hal’ambizionediconsentireunalet-

turaapprofonditadelrapportoscuola-famiglie,vistonellesuediversesfac-cettature,diindicarealcunedelleragionipercuivalelapenadiassumersila fatica della cura delle relazioni con i genitori di oggi, spaventati, orgo-gliosi,insicuriearroganti.Èunapproccioteoricoalfenomeno,cheintendeoffrirespuntiestrumentiperlariflessione;sguardidiversivengonopropo-stial lettore-professionistacosìdaalimentaredubbi,dacostringerloadin-terrogarsiallaricercadirisposte,“nuoveovecchie”chesiano,“purchésca-turite daun esamediretto”dei propri pregiudizi, delle proprie posture edazioni.L’inquadramento teorico del rapporto scuola-famiglie, vuole accompa-

gnareildocente inunpercorsodiapprofondimentodellostesso,attoafa-vorireunaletturacomplessadi talerelazione,cosìdaavereadisposizionestrumentiperandareoltrelapropriavisione,ipropriabitimentali:

lamaggior parte delle persone è del tutto inconsapevole delle caratteristiche pe-culiarichedistinguonoipropriabitimentali.Esseassumonoperbuoneleproprieoperazionimentaliedinconsciamentenefannouncriteriodigiudiziodelproces-somentaledeglialtri(Dewey,2000,p.127).

Lericercheeleriflessioni,cuisonogiuntistudiosidiversi,sonoriporta-te alfinedi offrire al docente la possibilità di trovare ragioni,motivazio-niesollecitazionipersostenereildesiderioelafaticadellapropriaazionequotidiana, anchenel rapporto con i genitori. Seuna teoria privadi pras-sièvuota,poichénonfornisceindicazioniperl’agire(cosadicuispessoidocentisilamentano),eperquestoèimpossibilitataadintervenirenellare-altà,unaprassiprivadifondamenti teorici, iqualifungonodabussolaperl’azione,ècieca.Il testo,nel tentativodi coniugare teoriaeprassi,di fornire argomenta-

zioni teorichema anche suggerimenti pratici, nella seconda parte presen-taindicazioniestrumentiattiapromuovere–nellaquotidianitàdell’azionedidattica– l’affermarsidi alleanzeeducativecon igenitorideipropri stu-denti. In questa direzione si è ritenuto opportuno portare l’attenzione suiprocessicomunicativicheintessonoilrapportotrascuolaefamiglie.Ilpia-

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nocomunicativoèindicato,alivellointernazionale,siacomeunnodocriti-coditalerelazionesiacomestradamaestraperusciredall’impasse che at-tanagliairapportitradocentiegenitoriepertesserealleanzeeducativetragliadulticuièaffidatalacuradellenuovegenerazioni.La comunic-azione è azione delicata e fragile. Essa è, spesso, praticata

nellacertezzadellacorrettezzaedell’esaustivitàdellapropriaopinione,dellapropriaprospettiva,coniugataconla tendenzaadaffidarsinell’agireallari-petizionediabitudiniconsolidatedallaroutinequotidiana.L’incapacitàdiri-conoscerelaparzialitàdelpropriosguardo,dicoglierealtripuntidivista,dicapire, nel sensodi “guardareuna stessa cosa sotto aspettimoltodiversi espessocontraddittori”,generadistanza,incapacitàdiascolto,malintesi.La dis-conoscenza della molteplicità delle prospettive, delle opinioni,

delle rappresentazioni “è una conoscenza cui, apparentemente nonmancanienteoquasiniente”(Jankekevitch,1987).Essaè, tuttavia,forieradima-lintesi,ostacolalacomprensionedell’altro,dellesueragioni,dellesueazio-niesiarrendeaipregiudizi,allepre-comprensionidellarealtàcheognies-sere umano, sollecitato dalla propria cultura di riferimento, dal contestosocio-familiarediappartenenzaedalleproprieesperienze,faproprie.

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Parte prima

Tra casa e scuola

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1. Tra casa e scuola. La communitas come luogo di vita

Nessun essere vivente può bastare a se stesso. Ogni individuo inizia econcludeilsuopercorsocom-presoinunsistemadirelazioni.Unintrecciodisguardièall’originedellavitaumana,dallelabbradialtrisiapprendeilproprionome,nell’interazioneconl’altrosiesercitailpropriopoteredies-sere.Venirealmondosignificaentrareinunareteculturalegiàdata,inunsistemasocio-relazionaledicuiènecessarioapprendereicodiciperpoter-nefarparte.L’appartenenzaoffreall’essereumanolapossibilitàdicresce-resudisénelmutuoriconoscimentoediabitareinmodoumanolaterra.Ènelmondoumano,nelmondodel-con,nelmondocomunechecisitrovaacondurrelapropriaesistenza.Nelle lingueneolatine il termine“comune” (commun, comun, common,

kommun)indicaciòchenonèproprio,ciòchepertieneamolti,atutti.Es-sosicontrapponealprivato1perporreinlucelanecessitàdelpubblico,delcollettivo,delcomuneperpoteresisterecomeuomini.Ciòchecirinviaall’altro,chelorendeindispensabile,èlanostraincom-

pletezza, il nostro difettare, il nostro essere manchevoli. Ilmunus comu-ne,dicui tuttipartecipiamoè lanostrafinitudine. Imembridiunacomu-nità, quella umana, condividono unamancanza che non permette loro diessereinteramentepadronidisestessi:cheinparteliespropria“dellaloroproprietàpiùpropria”della lorosoggettivitàpoichéessasidàsolonell’in-tersoggettività,nellarelazioneconl’altrodasé.Lacommunitas si erige sul-la reciproca compensatio. “Il munus che la communitas condivide non èunaproprietàoun’appartenenza.Nonèunavere,ma,alcontrario,undebi-to,unpegno,undono-da-dare” (Esposito,2006,p.XIII).Lanecessitàdelcomune, di ciò pertiene a tutti si radica nelmunus, nella necessità di sta-

1.L’etimologiarimandaaprivatus, privus“chestaasé”,“isolato”,“separato”daglial-tri,spogliatodalleconnessioni,coluichecoluichesipreoccupasolodelproprioe,cheperquestopuòesseredefinitoidiotes.

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reinunarelazioneincuisièchiamatiadare.Ciòcheprevalenelmunusèlamutualitàdeldare (munuus-mutuus)chevincola l’unoall’altrogliesse-riumani(Esposito,2006,p.XII).Ilmunus,infatti,indicaildonochesidà,non quello che si riceve.Un dare che si radica nell’obbligo contratto conlanascitanei confrontidell’altro,una restituzione riconoscentenecessitatadall’essereneldebito,nellamancanza,nellimite.L’organizzazione sociale umana si fonda sui cerchi di appartenenza

che la contengono, con il procedere dall’unità più piccola (la famiglia)per allargarsi sino a comprendere l’insieme della comunità. Gli uomi-nisi incontranoinunmondoumano, inunospaziofisico,geografico,cul-turale segnato dalla presenza dell’uomo. La società è una totalità sindall’originefrazionatainunitàchesiinglobano,sisovrappongono,siinter-secano.All’internodi tale totalitàappare ilnuovo-nato.Alsuoappartene-realgruppo–pernascitaeperscelta– l’individuodevenonsolo l’essereliberomaanche ildiveniresestesso.L’etimologiadeiderivatidel termine*swe(sestesso)poneinlucelostrettolegametraindividuoeunitàsociale(Benveniste,2001).Ènell’ambitodiquest’ultimacheognisoggettosisco-prepersona.Nella vita reale, l’io si costituisce in un intreccio continuo fra gruppi e

appartenenze,conilsentirsipartediunnoi.Nelcontestodiqualsiasisiste-masociale, il“noi”assumelivellimobilidi inclusività (dalla famigliaallanazionepassandoperilgrupporistrettoequelloallargato).Il“noi”soddi-sfailbisognofondamentalediappartenenzaattoageneraresicurezzaesti-ma di sé (Hewstone e Brown, 1986). Stiamo parlando di identità sociale:“quellapartedell’immaginecheun individuosi fadisestesso,chederivadallaconsapevolezzadiappartenereadungruppo(oagruppi),unitaalva-loreealsignificatoemozionaleassociatoataleappartenenza”(Tajfel,1995,p.314).Hogg,conlateoriadellariduzionedeglistatidiincertezza,hapo-sto in luce un altro piano del fenomeno, sottolineando la necessità pro-priadiogniessereumanodiridurrelasensazionedidisagio,cheleperso-neprovanoquandocercanodicomprendere il lorocontestodivita, spintedallanecessitàditrovareilpropriopostonelmondo.Ilbisognodiunapiùchiararappresentazionedelcontestoincuil’individuositrova,dicompren-sionedellaposizionecheinessoeglioccupa,rintraccianelprocessodica-tegorizzazionedisécomemembrodiungruppopreciso,distintodaglial-tri, uno strumentoper ridurre l’incertezzacheconnota il vivereumano. Ilconfronto con imembri del proprio gruppo permette inoltre di procederenellascoperta/ricercadellapropriaunicità(Hogg,2000)2.

2. Secondo la teoria della distintività ottimale le identità sociali sono scelte sulla ba-sedelbisognoditrovareilgiustoequilibriotradueesigenzecontrapposte:daunaparte,ilbisognodisentirsisimileaglialtriedi farepartedialcunigruppisociali,dall’altraparteilbisognodidistinguersidaglialtri individui,dipotersi riconoscerecomesoggettounico

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Ilmondoumanoèilmondodell’essere–alcontempo–l’uno-con-l’altro,l’uno-contro-l’altro, l’uno-indifferente-all’altro e l’uno-per-l’altro. Nel gio-codelleinterazionisidivienepersone:la vita è connessione.Edèilmon-do-del-concheinfluisceegenerailmondodiciascunodinoi.Così,perdi-venireuominiè indispensabile farpartedellacommunitasumana,entrarenelmondocomune,nellacommunio,ovepotercondividerequelmunus che ci vincola all’altro, quellamancanza che conduce al dono reciproco e cheaprelastradaalsé(Dusi,2006).Lavitadell’uomoèrelazione:essaèfat-tadirapportidivita(Lebens-verhältnisse).Solonell’essere-insieme-aglial-trièdatalapossibilitàdidiveniresestessi,operdirlaconGoethe“l’uomosiconoscesolonell’uomo”(Goethe,1967,p.285).

1. Nascere alla comunità: 1. La famiglia

Lacasaè“ilnostroangolodelmondo”(Bachelard,1975),quello incuisi viene gettati da neo-nati, soggetti incapaci di badare a se stessi e perquesto affidati ad unamadre, ad una famiglia, ad un sistema relazionale.La “casa” è la prima forma riservata all’uomo per abitare inmodo uma-noilmondo.Iosono–“ich bin”–vuoldire“ioabito”: l’essereumanohabisogno di un luogo in cui dispiegare il proprio poter essere (Heidegger,1971).Lacasaè il luogoovesiscoprediessereun io,siapprendeadesi-stere-tra-gli-altrimentresièprotettidalleinsidiedelmondo,delfuori,cheèdefinitotaledalsuoessereestraneo,esicontrapponeaciòcheèfamilia-re,noto,prevedibileeperquestorassicurante,anchesenonsempresicuro3.

Deimieiprimianninon ritrovocheun’impressioneconfusa:qualcosadi rossoedineroedicaldo.L’appartamentoerarosso, rossa lamoquette, le tendedivellu-tonello studiodipapà; imobilidiquella stanzaerano in legnoscurito; iom’ac-covacciavoentro lanicchia sotto la scrivania, emi avvoltolavonelle tenebre, erascuro,eracaldo.Ècosìchepassailamiaprimissimainfanzia.Guardavo,palpavo,apprendevoilmondo,alriparo(deBeauvoir,2005,p.7).

(Brewer,1991).Identitàpersonaleeidentitàsocialesonostrettamenteintrecciateenonco-stituisconoqualcosadidatoedefinito(Turneretal.,1987).Essesonosoggetteamodifica-zioni.Ilcambiamentononriguardasoloilloroassettomaancheilrapportocheintercorretral’unael’altra.Ivaricontestidivita,conlelorocaratteristiche,cosìcomeognispecificasituazione,attivanofluttuazioninell’intrecciotraidentitàpersonaleeidentitàsociale.

3.L’altroèilnostroriflessoedè,alcontempo,l’estraneo:ilcomunesiradicainun’alte-ritàacuisièontologicamenteesposti.Un’esposizionedalduplicevoltopoichésel’alteritàaccoglienteèciòcheconduceallapropriaidentità(l’altrocomehospes)essapuòanchedi-vorarla,annientarla(l’altrocomehostis).Lestatistichenazionaliedinternazionaliconcer-nentiabusi,violenzeedomicidiindicanonellafamigliaenelleamiciziepiùintimeiconte-stifontedimaggioripericoli.Paradossalmente,proprioneilegamipiùstrettieprofondisiannidal’ambivalenzapiùsottileingradodidegenerareinviolenzanelrapportoconl’altro.

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Le relazioni che avvolgono l’arrivo di ogni nuovo-nato sono relazio-ni familiari, incuici si sente“acasa”, luogodellasicurezza,dove,protet-tidall’angosciadiesseresoli,dallapauradellamorte,cisiscopreinsieme-agli-altri inunrapportoconnotatoda intimitàemutuoriconoscimento,daresponsabilità e reciprocità. La casa è lo spazio affettivo e relazionale incuiilbisognodiessereamatirivolgeilproprioappelloalmondoinafferra-biledegliadulti:

tutto l’assurdomistero degli adulti pesa su di noi. Tante volte complica i nostrirapporticolmondodeinostrisimili,ibambini.(…)lacasaèilpuntodacuiguar-diamotuttoilrestodell’universo(Ginzburg,1998,p.89).

Adulti irraggiungibili ai quali il nuovo-nato chiede sostegnomentre af-fronta la fatica che il crescere comporta e scopre il proprio sé, unico, lapropriaveritàinteriore.Nuovo-natochesinoall’adolescenzanonriconosce-ràaltripuntidiriferimento.Sino ad allora il bisogno d’amore del nuovo nato farà risplendere le fi-

gureregalideigenitori,conunosguardocheattribuisceloroperfezioneedonnipotenza.Ai genitori ci si rivolge per ricevere conferme, protezione equell’amorechepermetteditollerareildoloredellasolitudine.

“Sei dolcissimo” disse la mamma a Ben mentre facevano una passeggiata neicampiversosera.“Seidolcissimoetantocarino,nonc’ènessunoalmondocomete!”“Davverononc’ènessunoalmondocomeme?”domandòBen.Continuaronoacamminarelen-tamente. (…)“Maperché?”chieseBenfermandosidicolpo“perchénonc’ènes-suno al mondo come me?”. “Perché ognuno di noi è unico e speciale” disse lamamma ridendo e accovacciandosi a terra. “Vieni qui, siediti vicino ame”. (…)“Maiononvogliochealmondocisiasoltantounocomeme”protestòBen.“Per-ché così sono solo!” si lamentòBen. “Mentre iovoglio che ci sia anchequalcunaltrocomeme!”.“Tunonseisolo”glispiegòlamamma.“Cisonoioconte,ean-chepapà”.“Sì”ammiseBen“però…”.Eraconfusoenonricordavapiùcosavole-vadire.“Vieniqui”mormoròlamamma,“sieditivicinoame”.Bennonsisedette.All’improvvisoisuoiocchisifecerograndieprofondi.“Enonc’ènemmenones-sunoalmondocomete?”.“No,nonc’è”disselamamma.“Alloraanchetuseiso-la?”. “Mano.Ho te e papà…”. “Manon c’è nessunoproprio uguale a te?”. “No,nonc’è”ammise lamamma.“Alloraseisola”proclamòBensedendosiaccantoalei.“Enontisentisola,dasola…?”.Lamammasorrise,disegnòcolditodeicer-chiperterraerispose“Sonounpo’solaesonounpo’conglialtri,eamevabe-neessereunpo’cosìeunpo’cosà…”.(…)“Alloradiognipersonacen’èsolounaalmondo?”domandòBen.Sì,cen’èsolouna”disse lamamma.“Eperciòsonotuttisoli?”.“Sonounpo’solimasonoan-cheunpo’insieme.Sonosial’unosial’altro”.“Macom’èpossibile?”.“Ecco,pren-diteperesempio.Tuseiunico”spiegòlamamma“eanch’iosonounica,masetiabbracciononseipiùsoloenemmenoiosonopiùsola”.“Alloraabbracciami”dis-seBenstringendosialei(Grossman,2010).

Page 20: La comunicazione docenti-genitori · LA COMUNICAZIONE DOCENTI-GENITORI FrancoAngeli Paola Dusi La comunicazione docenti-genitori Riflessioni e strumenti per tessere alleanze educative

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La famiglia, il nido, il guscio è il luogo dell’abbraccio che protegge, illuogoincui lerelazionid’amorepermettonodinonsentirsisoli,disupera-re lapauradell’abbandono, l’angosciadellamortecheciattraversaecico-stituiscenonostanteinostritentativididimenticareilnostroesseremortali4.Lafamiglia–luogotragico(comenarralaletteratura,anchescientifica)

–èsistemacomplessoall’internodelqualesidàosinegacuraautentica,sivivonorelazionisignificativeoppuredeprivanti.Infamigliasiapprendeadessere-insieme-agli-altriecon-sé-stessi.Nelmondovissutodomesticohan-noluogoiprocessidisocializzazioneprimariaincuisiacquisisconocodicilinguistici, emozionali, schemi comportamentali. L’educazione “implicita”(Pourtois eDesmet, 2007) che ha luogo in famiglia, nel bene e nelmale,lascia tracceprofondecon lequaliogninuovo-natodovràconfrontarsinelpercorsodiautoformazione,dicuradiséchelavitaimplica.Infamiglia,siapprendeunmododistarenellarelazione,deglischemiditipicitàcompor-tamentali (Bowlby,1999) cheaccompagneranno l’incontro con l’altro,unosguardosulmondodegliuominiedellecose,unmododipensarelarealtà.Ilnucleopiùprofondoeprivatodiciascunogettalesueradicinelpatrimo-niosimbolico,culturaleedemozionaleereditatonelrapportocongliadultidell’infanzia.Ilvissutoeducativo–unintrecciogeneratodadinamichetra-smissiveintergenerazionaliedidifferenziazionedelsé–esercitauninflus-sonotevole sul soggetto.Conquestomondo ci si deve confrontare, anchequandosisentelanecessitàdiallontanarsene,dirifiutarlo.All’ombradelleparetidomestichesicrescescoprendodiesserealteritànellarelazioneconigenitori,iqualicifannodonodelmatris(lavitaelacura)edelpatris mu-nus(lafiliazione-affiliazione)(Dusi,2008a).Medianteleregoledifiliazione,lanuovagenerazionericeveindonodal-

lagenerazioneprecedente ildirittoadesisterecomesoggetto riconosciutodiunafamigliaemembroapienotitolodellasocietàdicuisuddettafami-gliaèparte.La filiazioneè,quindi,il“luogo necessario e di diritto da cui dipende il riconoscimento del posto del figlio nella famiglia e nella socie-tà”(Heritier,2002,p.164).L’attribuzionediunposto in senoalgruppo familiareeaquello socia-

le, è essenziale per la sopravvivenza del soggetto, più ancora per l’acces-so all’esistenza come persona. Tale attribuzione può aver luogo solo gra-ziealriconoscimento formale del legame che intercorre tra i genitori e il figlioe,quindi, traquest’ultimoe la societàd’appartenenza.L’appartenen-za è un frutto generativo dello scambio tra le generazioni (Scabini,Cigo-li, 2000).Con ilmatris e il patris munus ci si reca nelmondo, nel fuoricheiniziasullaporta( fores)dicasaeacasasitornadopoaverloesplorato.

4.“Ciascunoinfattièportatoadesiderareciòcheperluièbene,eafuggireciòcheperluièmale,soprattuttoilmassimodeimalinaturali,cheèlamorte”.T.Hobbes,De Cive,inOpera Philosophica,Aalen,1961,Roma,1979,p.84.